IL CARDINALE CHE VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACE HA...

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N. 57 - Nuova Serie Settembre 2013 è forse solo quella orientata al bene di tutti e guidata dall’amore? 2. Ma domandiamoci adesso: è questo il mondo in cui viviamo? Il creato conserva la sua bellez- za che ci riempie di stupore, rimane un’opera buona. Ma ci sono anche “la violenza, la divi- sione, lo scontro, la guerra”. Questo avviene quando l’uomo, vertice della creazione, lascia di guardare l’orizzonte della bellezza e della bontà e si chiude nel proprio egoismo. Quando l’uo- mo pensa solo a se stesso, ai propri interessi e si pone al centro, quando si lascia affascinare dagli idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio, allora guasta tutte le relazioni, rovina tutto; e apre la porta alla violenza, all’in- differenza, al conflitto. Esattamente questo è ciò che vuole farci capire il brano della Genesi in cui si narra il peccato dell’essere umano: l’uomo entra in conflitto con se stesso, si accorge di es- sere nudo e si nasconde perché ha paura (Gen 3,10), ha paura dello sguardo di Dio; accusa la donna, colei che è carne della sua carne (v. 12); rompe l’armonia con il creato, arriva ad alzare la mano contro il fratello per ucciderlo. Possiamo dire che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? Possiamo dire questo: che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? No, non esiste la “disarmo- nia”: o c’è armonia o si cade nel caos, dove è violenza, contesa, scontro, paura… Proprio in questo caos è quando Dio chiede alla coscienza dell’uomo: «Dov’è Abele tuo fratello?». E Caino risponde: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). Anche a noi è rivolta questa domanda e anche a noi farà bene chie- derci: Sono forse io il custode di mio fratello? Sì, tu sei custode di tuo fratello! Essere persona umana significa essere custodi gli uni degli altri! E invece, quando si rompe l’armonia, succede Sabato, 7 settembre 2013 «Dio vide che era cosa buo- na» (Gen 1,12.18.21.25). Il racconto biblico dell’ini- zio della storia del mondo e dell’umanità ci parla di Dio che guarda alla creazione, quasi la contempla, e ripete: è cosa buona. Questo, carissimi fratelli e sorelle, ci fa entrare nel cuore di Dio e, proprio dall’intimo di Dio, riceviamo il suo messaggio. Possiamo chiederci: che significato ha questo messaggio? Che cosa dice questo messaggio a me, a te, a tutti noi? 1. Ci dice semplicemente che questo nostro mondo nel cuore e nella mente di Dio è la “casa dell’armonia e della pace” ed è il luogo in cui tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi “a casa”, perché è “cosa buona”. Tutto il creato forma un insieme armonioso, buono, ma so- prattutto gli umani, fatti ad immagine e somi- glianza di Dio, sono un’unica famiglia, in cui le relazioni sono segnate da una fraternità rea- le non solo proclamata a parole: l’altro e l’altra sono il fratello e la sorella da amare, e la relazio- ne con Dio che è amore, fedeltà, bontà, si riflet- te su tutte le relazioni tra gli esseri umani e porta armonia all’intera creazione. Il mondo di Dio è un mondo in cui ognuno si sente responsabile dell’altro, del bene dell’altro. Questa sera, nella riflessione, nel digiuno, nella preghiera, ognuno di noi, tutti pensiamo nel profondo di noi stes- si: non è forse questo il mondo che io desidero? Non è forse questo il mondo che tutti portiamo nel cuore? Il mondo che vogliamo non è forse un mondo di armonia e di pace, in noi stessi, nei rapporti con gli altri, nelle famiglie, nelle città, nelle e tra le nazioni? E la vera libertà nella scelta delle strade da percorrere in questo mondo non U n anno fa, il 31 agosto, a Gallara- te moriva il cardinale Carlo Maria Martini. Quella dell’arcivescovo emerito di Milano è un’eredità, che, come scrive il gesuita padre Bartolomeo Sorge «coincide pienamente con quella del Conci- lio Vaticano II»: il suo insegnamento prin- cipale risiede nell’amore appassionato per la Sacra Scrittura, per la parola di Dio, che è senza dubbio la prima grande eredità del Concilio. «Non pensare in modo biblico – diceva il cardinale – ci rende limitati, ci im- pone dei paraocchi non consentendoci di cogliere l’ampiezza della visione di Dio». Il Concilio ci ha poi lasciato un’eredità di na- tura ecclesiale: il dialogo fraterno tra tutte le componenti della comunità cristiana, nello spirito della collegialità e della sinodalità. Allo stesso modo, Martini si è adoperato sempre con impegno perché crescesse l’a- more al dialogo, sia all’interno della Chiesa, sia tra le Chiese sorelle, alimentando così lo “spirito collegiale” auspicato dal Concilio. Martini aveva inoltre auspicato una Chie- sa rinnovata. Sarebbe errato affermare che siamo testimoni della realizzazione di quel desiderio, magari come “vittoria postuma” nei confronti di quella parte ecclesiale non “entusiasta” nei confronti dell’ex vescovo di Milano: facendolo, si mortificherebbero le specificità di Martini e di Bergoglio, smar- rendo la novità di papa Francesco e, impri- gionando il pensiero di Martini in un passato ormai superato. Oltre che semplificata, que- sta lettura sarebbe profondamente ingiusta: nulla potrebbe essere più lontano dall’auten- tico spirito di appartenenza e di servizio alla Chiesa – proprio di Martini come di Bergo- glio – della legittimazione dell’idea che essa si regga su scontri, del tutto mondani, tra fazioni o lobby. Si può dire però che Mar- tini con la sua missione ha favorito l’arrivo di Papa Francesco. L’uno e l’altro, da uomini autenticamente spirituali, hanno una parola da dire al mondo radicata nella loro esperien- za dello Spirito e che fa riferimento all’uni- ca e medesima fede nel Dio di Gesù Cristo. Sono stati questi gli insegnamenti che Carlo Maria Martini, nei 22 anni trascorsi in una Milano dilaniata prima dal terrorismo e poi da Tangentopoli, ci ha lasciato. E’ un’eredità destinata a tutti. Credenti e non credenti. Paolo Pirovano VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACE PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO Segue a pag. 10 IL CARDINALE CHE HA ANNUNCIATO PAPA FRANCESCO www.dainostriquartieri.it CONCERTI DI NATALE DELLE CORALI DELLE PARROCCHIE DEI DECANATI DELLA ZONA 3 • Decanato Città Studi, il 10 dicembre ore 21.00, nella Chiesa di San G. in Laterano, P.zza Bernini • Decanato Lambrate, il 13 dicembre ore 21.00, nella Chiesa di S. Martino, Via Dei Canzi, 33 • Decanato Venezia, 14 dicembre ore 21.00, nella Parrocchia San Vincenzo de Paoli, Via Pisacane, 32 LE MANIFESTAZIONI CANORE SONO ORGANIZZATE DALL’ASSOCIAZIONE AMICI DI “DAI NOSTRI QUARTIERI” E DALLE PARROCCHIE L’ASSOCIAZIONE HA RICHIESTO AL CONSIGLIO DI ZONA 3 LA CONSUETA COLLABORAZIONE

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N. 57 - Nuova Serie Settembre 2013

è forse solo quella orientata al bene di tutti e guidata dall’amore?2. Ma domandiamoci adesso: è questo il mondo in cui viviamo? Il creato conserva la sua bellez-za che ci riempie di stupore, rimane un’opera buona. Ma ci sono anche “la violenza, la divi-sione, lo scontro, la guerra”. Questo avviene quando l’uomo, vertice della creazione, lascia di guardare l’orizzonte della bellezza e della bontà e si chiude nel proprio egoismo. Quando l’uo-mo pensa solo a se stesso, ai propri interessi e si pone al centro, quando si lascia affascinare dagli idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio, allora guasta tutte le relazioni, rovina tutto; e apre la porta alla violenza, all’in-differenza, al conflitto. Esattamente questo è ciò che vuole farci capire il brano della Genesi in cui si narra il peccato dell’essere umano: l’uomo entra in conflitto con se stesso, si accorge di es-sere nudo e si nasconde perché ha paura (Gen 3,10), ha paura dello sguardo di Dio; accusa la donna, colei che è carne della sua carne (v. 12); rompe l’armonia con il creato, arriva ad alzare la mano contro il fratello per ucciderlo. Possiamo dire che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? Possiamo dire questo: che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? No, non esiste la “disarmo-nia”: o c’è armonia o si cade nel caos, dove è violenza, contesa, scontro, paura… Proprio in questo caos è quando Dio chiede alla coscienza dell’uomo: «Dov’è Abele tuo fratello?». E Caino risponde: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). Anche a noi è rivolta questa domanda e anche a noi farà bene chie-derci: Sono forse io il custode di mio fratello? Sì, tu sei custode di tuo fratello! Essere persona umana significa essere custodi gli uni degli altri! E invece, quando si rompe l’armonia, succede

Sabato, 7 settembre 2013«Dio vide che era cosa buo-na» (Gen 1,12.18.21.25). Il racconto biblico dell’ini-zio della storia del mondo e dell’umanità ci parla di Dio che guarda alla creazione, quasi la contempla, e ripete: è

cosa buona. Questo, carissimi fratelli e sorelle, ci fa entrare nel cuore di Dio e, proprio dall’intimo di Dio, riceviamo il suo messaggio. Possiamo chiederci: che significato ha questo messaggio? Che cosa dice questo messaggio a me, a te, a tutti noi?1. Ci dice semplicemente che questo nostro mondo nel cuore e nella mente di Dio è la “casa dell’armonia e della pace” ed è il luogo in cui tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi “a casa”, perché è “cosa buona”. Tutto il creato forma un insieme armonioso, buono, ma so-prattutto gli umani, fatti ad immagine e somi-glianza di Dio, sono un’unica famiglia, in cui le relazioni sono segnate da una fraternità rea-le non solo proclamata a parole: l’altro e l’altra sono il fratello e la sorella da amare, e la relazio-ne con Dio che è amore, fedeltà, bontà, si riflet-te su tutte le relazioni tra gli esseri umani e porta armonia all’intera creazione. Il mondo di Dio è un mondo in cui ognuno si sente responsabile dell’altro, del bene dell’altro. Questa sera, nella riflessione, nel digiuno, nella preghiera, ognuno di noi, tutti pensiamo nel profondo di noi stes-si: non è forse questo il mondo che io desidero? Non è forse questo il mondo che tutti portiamo nel cuore? Il mondo che vogliamo non è forse un mondo di armonia e di pace, in noi stessi, nei rapporti con gli altri, nelle famiglie, nelle città, nelle e tra le nazioni? E la vera libertà nella scelta delle strade da percorrere in questo mondo non

Un anno fa, il 31 agosto, a Gallara-te moriva il cardinale Carlo Maria Martini. Quella dell’arcivescovo

emerito di Milano è un’eredità, che, come scrive il gesuita padre Bartolomeo Sorge «coincide pienamente con quella del Conci-lio Vaticano II»: il suo insegnamento prin-cipale risiede nell’amore appassionato per la Sacra Scrittura, per la parola di Dio, che è senza dubbio la prima grande eredità del Concilio. «Non pensare in modo biblico – diceva il cardinale – ci rende limitati, ci im-pone dei paraocchi non consentendoci di cogliere l’ampiezza della visione di Dio». Il Concilio ci ha poi lasciato un’eredità di na-tura ecclesiale: il dialogo fraterno tra tutte le componenti della comunità cristiana, nello spirito della collegialità e della sinodalità. Allo stesso modo, Martini si è adoperato sempre con impegno perché crescesse l’a-more al dialogo, sia all’interno della Chiesa, sia tra le Chiese sorelle, alimentando così lo “spirito collegiale” auspicato dal Concilio. Martini aveva inoltre auspicato una Chie-sa rinnovata. Sarebbe errato affermare che siamo testimoni della realizzazione di quel desiderio, magari come “vittoria postuma” nei confronti di quella parte ecclesiale non “entusiasta” nei confronti dell’ex vescovo di Milano: facendolo, si mortificherebbero le specificità di Martini e di Bergoglio, smar-rendo la novità di papa Francesco e, impri-gionando il pensiero di Martini in un passato ormai superato. Oltre che semplificata, que-sta lettura sarebbe profondamente ingiusta: nulla potrebbe essere più lontano dall’auten-tico spirito di appartenenza e di servizio alla Chiesa – proprio di Martini come di Bergo-glio – della legittimazione dell’idea che essa si regga su scontri, del tutto mondani, tra fazioni o lobby. Si può dire però che Mar-tini con la sua missione ha favorito l’arrivo di Papa Francesco. L’uno e l’altro, da uomini autenticamente spirituali, hanno una parola da dire al mondo radicata nella loro esperien-za dello Spirito e che fa riferimento all’uni-ca e medesima fede nel Dio di Gesù Cristo. Sono stati questi gli insegnamenti che Carlo Maria Martini, nei 22 anni trascorsi in una Milano dilaniata prima dal terrorismo e poi da Tangentopoli, ci ha lasciato. E’ un’eredità destinata a tutti. Credenti e non credenti.

Paolo Pirovano

VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACEPAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Segue a pag. 10

IL CARDINALE CHEHA ANNUNCIATOPAPA FRANCESCO

www.dainostriquartieri.it

CONCERTI DI NATALE DELLE CORALIDELLE PARROCCHIE DEI DECANATI DELLA ZONA 3

• Decanato Città Studi, il 10 dicembre ore 21.00, nella Chiesa di San G. in Laterano, P.zza Bernini• Decanato Lambrate, il 13 dicembre ore 21.00, nella Chiesa di S. Martino, Via Dei Canzi, 33• Decanato Venezia, 14 dicembre ore 21.00, nella Parrocchia San Vincenzo de Paoli, Via Pisacane, 32

LE MANIFESTAZIONI CANORE SONO ORGANIZZATE DALL’ASSOCIAZIONEAMICI DI “DAI NOSTRI QUARTIERI” E DALLE PARROCCHIE

L’ASSOCIAZIONE HA RICHIESTO AL CONSIGLIO DI ZONA 3 LA CONSUETA COLLABORAZIONE

Settembre 20132 Cronache dai Quartieri

Domenica 8 settembre il Corso è rima-sto chiuso al traffico ed è diventato luogo di festa per tutto il quartiere

ed in modo particolare per i giovani (giochi di ogni sorta e tipo, gonfiabili, go-kart, autoscon-

tri) ma anche occasione di incontri culturali e di commercio equo e gastronomico.In questo ambito si è svolta anche la “Festa del Riciclo e della Sostenibilità Ambientale”, con la presenza di stand di aziende energetiche e di

gestione dell’ambiente tra i quali ha primeggia-to quello della Metropolitana Milanese S.p.A. dedicato a MilanoBlu

Il 21 giugno scorso, dopo la celebrazione della santa messa ufficiata da padre Turriceni, Diret-tore del Centro Piamarta di Milano, e assistente spirituale, si è svolta l’Assemblea associativa.Nella sua relazione il Presidente ha richiamato gli eventi rilevanti dell’annata e la situazione del giornale.Unanime l’apprezzamento della versione a co-lori. Positiva l’attivazione del sito www.daino-striquartieri.it anche se la sua gestione presenta ancora qualche criticità che potrà essere supe-rata soprattutto con il contributo di giovani collaboratori. Unanime l’invito a proseguire con le iniziative sul territorio e principalmente le rassegne dei concerti natalizi dei decanati con l’ormai con-sueto supporto del Consiglio di Zona 3.Le note dolenti sono giunte a proposito del bilancio che è risultato positivo solo con no-tevole sforzo dei Soci. Questi hanno per altro invitato il Presidente a chiedere aiuto ai lettori, agli amici e simpatizzanti perché dopo 40 anni i pochi rimasti non possono più offrire aiuto sufficiente.La pubblicità, con i tempi che corrono tende “naturalmente” a diminuire e l’adeguamento delle tariffe è molto sofferto e incerto.Da qui la decisione di elevare la quota ordinaria a 30 Euro ma che risolve solo minimamente il problema e quindi la richiesta di estendere un

accorato invito a tutti soprattutto coloro che hanno a cuore la sopravvivenza del giornale a fare qualche offerta straordinaria e impegnarsi a trovare nuovi sponsor.Solo così potremo mantenere in vita il nostro giornale, migliorarlo e soddisfare la richiesta di maggior tiratura.Per la pubblicità contattare Luigi Andreoli e

Claudio Caldi.I contributi possono essere versati diretta-mente al tesoriere dell’Associazione Rag. Franzese Rino tel. 02 26825937 o trami-te bonifico presso Unicredit piazza Udine 5 a: Associazione amici di D.N.Q. IBAN: IT80E0200801642000003957163

Francesco Arrigoni

Corso Buenos Aires in festa

Dalla Assemblea degli Amici di “Dai nostri Quartieri”

Perché bere l’acqua del rubinetto?

1. Per ridurre i rifiuti di plasticaGli italiani bevono una media di 195 li-tri a testa all’anno di acqua minerale (primi in Europa e terzi nel mondo) produ-cendo 100 mila tonnellate di plastica da smaltire

2. Per non inquinareL’imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100 litri d’acqua che viaggiano per 100 km producono emissioni almeno pari a 10 kg di anidride carbonica

3. Perché costa meno1.000 litri di acqua del rubinetto a Milano co-stano solamente 60 centesimi

4. Perché è controllata e garantitaL’acqua del rubinetto a Milano è sottoposta a controlli severissimi, sia da parte del laborato-rio di MM, sia dalla Asl

5. Perché è “a km Ø”L’acqua del rubinetto non deve fare lunghi viaggi, ma solo alcune centinaia di metri, dalla falda sotto la città al rubinetto della nostra casa

6. Perché è fresca Non viene stoccata nei magazzini per lungo tempo e non rischia di essere sottoposta a con-dizioni ambientali (luce e calore), che ne alte-rano le caratteristiche organolettiche

7. Perché è sanaL’acqua del rubinetto contiene una giusta quantità di sali necessari all’equilibrio salutare dell’organismo

8. Perché è sempre disponibileNon deve essere trasportata, è sempre a porta-ta di mano nella tua casa

BERE L’ACQUA DEL RUBINETTO FA BENE ALLA SALUTE,FA RISPARMIARE E AIUTA A RISPETTARE L’AMBIENTE!

DAI NOSTRI QUARTIERI

Per la pubblicitàsul giornale

rivolgersi ai responsabili:

C. Caldi 339 - 82.04.540 L. Andreoli 335 - 600.35.38

E - MAIL: [email protected]

COMITATO DI REDAZIONE Sede: via Carnia, 12

E- MAIL: [email protected]

Paolo Pirovano Direttore Responsabile

Ferdy Scala Art Director

Giovanni Agnesi, Lucio Bergamaschi,

Mario Castiglioni, Valeria Crosio, Daniela Sangalli,

Giorgio Tagliavini, Luigi e Massimiliano Zucca

Impaginazione e Stampa Orion, Via Pusiano 52 - Milano

Autorizzazione Tribunale N. 45 del 29 gennaio 1994 w w w . d a i n o s t r i q u a r t i e r i . i t S I T O :

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Settembre 2013 3

In seguito all’articolo che preannunciava inter-venti di restauro della Chiesa di S. Carlo al Laz-zaretto, alcune persone ci hanno chiesto ulte-riori informazioni nel timore che tali interventi siano troppo invasivi. Abbiamo perciò posto alcune domande direttamente al coordinatore dei lavori Pierre Lieta, della Fondazione Pro Sa-cris Locis.Dai Nostri Quartieri: quale è la situazione di degrado e quale l’intervento più complesso?Pierre Lieta: La chiesa è davvero in pessime condizioni, come tutti possono vedere; lo stato di degrado degli intonaci, l’annerimento delle pietre naturali delle colonne, delle paraste e dei capitelli ionici, i serramenti e le gronde richie-dono puntuali interventi. Sono problematiche soprattutto le condizioni strutturali con fes-sure, crepe e distacco degli intonaci. La parte più complessa del restauro riguarderà il conso-lidamento del Monumento. Si sono avuti dei danni, oltre che per le tecniche costruttive del passato, anche per i lavori avvenuti negli anni ’80 di realizzazione del Passante Ferroviario.Il lavoro di restauro previsto, diversamente dal progetto di qualche anno fa, soprattutto po-tendo contare su nuove tecnologie, si realizzerà in modo non invasivo, con materiali a scomparsa e particolarmente efficaci. In primis la fibra di car-bonio, leggerissima, che produce effetti di straor-dinaria cinturazione alla sommità dell’edificio.

Questa tecnica ha due pregi: permetterà una grande riduzione dei costi e un impatto non visibile. La direzione dell’intervento è stata affi-data all’Ing. Antonio Valva che ne ha fatto im-portanti usi in interventi su Monumenti Sacri e in aree terremotate.D.N.Q.: Naturalmente seguirete con attenzio-ne tutta la fase di restauro…P.L.: Seguiremo passo passo questo e tutti gli altri interventi utili a ridare splendore al “San Carlino”.

D.N.Q: Avete già tutti i finanziamenti necessa-ri; quando pensate di cominciare i lavori?P.L.: Non abbiamo ancora tutti i finanziamen-ti necessari, per questo serve un grande sforzo collettivo. Hanno finora aderito alcune aziende

come sponsor tecnici; queste mettono a dispo-sizione materiali e tecnologie avanzate. In au-tunno vorremmo cominciare i lavori, se la co-munità locale, abitanti ed esercenti, albergatori ed imprenditori ci danno una mano. Il Comu-ne ha promesso un intervento di risistemazione ambientale della zona che regalerà ai cittadini un bellissimo angolo storico di Milano. Solleci-tiamo perciò tutti a dare un contributo, anche piccolo. Comprando il libro di don Vincenzo Cavenago sul Lazzaretto o versando la dona-zione sul conto:

PRO RESTITUZIONE SAN CARLINOPresso Banco di Desio, Corso Buenos Aires 10 – IBAN: IT88MO344001612000000159800

Roberto Cisini

Una piazza chiusa alle macchine e aperta alla città. Dalla fine di maggio piazza Leonardo è stata ufficialmente chiusa alle automobili in so-sta, liberando l’area asfaltata antistante il Poli-tecnico. Il provvedimento, votato dal Consiglio di zona 3, a causa dei vincoli paesaggistici che incidono sulla piazza e delle ristrettezze di bi-lancio del Comune, verrà attuato in due fasi: attualmente è stata posta una sbarra che impe-disce l’accesso allo spazio prima utilizzato come parcheggio prevalentemente da studenti, in at-tesa della sostituzione della pavimentazione. L’idea è quella di restituire uno spazio pubblico alla cittadinanza, perché non sia vissuto sola-mente come un luogo di transito, di arrivo e partenza al termine delle lezioni, ma possa esse-re vissuto durante tutta la giornata. Uno spazio pubblico di socializzazione per le migliaia di studenti e per i cittadini che quotidianamente vivono il quartiere.“La pedonalizzazione della piazza va in questa direzione, come già avvenuto con la chiusura alla circolazione dei mezzi a motore nel Parco Lambro”, ricorda Dario Monzio Compagno-ni, presidente della Commissione Ambiente di zona 3. “Abbiamo proposto e ottenuto di

chiudere la piazza inizialmente senza interven-ti strutturali se non quelli minimi necessari per sperimentare una nuova “vivibilità” anche, quando possibile, attraverso la pianificazione di iniziative”, conclude Monzio Compagnoni.Il progetto di chiusura tiene conto, infatti, di due esigenze: quella di decentralizzare gli even-ti anche in periferia, perché una città come la nostra non può contare solo su un luogo im-portante come piazza Duomo, e quella di tor-nare come in passato a considerare la piazza come luogo di memoria e vita cittadina a tutti gli effetti. Costringendoci a uscire dalle quat-tro mura domestiche, senza alcuna retorica, e tornando a essere come gli allegri fanciulli sulla piazzuola, cantata da Giacomo Leopardi ne “Il Sabato del Villaggio”.Siamo convinti che vivere una città significhi tutelarne gli spazi anche organizzando, nel ri-spetto delle regole, iniziative capaci di creare aggregazione e collegare le persone alla realtà in cui spesso si trovano a vivere di passaggio. Senza mai fermarsi. Un primo esperimento è già stato compiuto quest’estate sotto lo slogan “RiconquistaMi”: il piazzale si è trasformato in una palestra a cie-

lo aperto, grazie all’organizzazione di una serie di attività sportive aperte al pubblico, tenute da insegnanti di palestre, centri e associazioni del quartiere. Giovedì 20 giugno nell’area sono sbocciate le margherite: i bambini della scuola elementare Leonardo da Vinci hanno disegnato sui panettoni di cemento i fiori, per celebrare la pedonalizzazione della piazza, e ricordare la piccola Margherita, bimba di 8 anni, travolta da un motociclista nel 2010.In collaborazione con il Politecnico, poi, dal 2 al 28 settembre sono previsti eventi, momenti di intrattenimento e di coinvolgimento degli abitanti. Una piazza vissuta è una piazza più si-cura. Una piazza dove a essere protagoniste non sono più le macchine ma le persone è una piaz-za a misura d’uomo.

Silvia Morosi

Il restauro di San Carlo al Lazzaretto

Una piazza a misura d’uomo…e non di macchina

Cronache dai Quartieri

Settembre 20134 Cronache dalla Zona

Festa d’Estate e di compleanno per CasAmica Onlus

Un’estate speciale

Nel bel giardino della “Casa dei Bam-bini”, sito all’interno della Chiesa dei S.S. Nereo e Achilleo , CasAmica On-

lus ha festeggiato i 27 anni del suo operato nel campo della solidarietà.Volontari, ospiti malati accolti nelle quattro Strutture d’accoglienza dell’associazione, Ami-ci sostenitori, tutti uniti intorno alla presidente Lucia Vedani che ha saputo dare in questi anni passione e impegno all’accoglienza di adulti e bambini costretti a venire a Milano per cure prevalentemente oncologiche e con situazione socio economica svantaggiata per soggiornare a lungo nella nostra città. L’associazione CasAmica risponde al bisogno di accoglienza legato al fenomeno della mi-grazione sanitaria .Nei 365 giorni di apertura continuata hanno soggiornato nell’ultimo anno a CasAmica più di tremila persone, con oltre trentamila pernottamenti. Delle quattro Strut-ture, la più recente è la “Casa dei Bambini”, una Struttura modello per i piccoli bisognosi di cure, ma anche per i loro papà e mamma e, in determinate circostanze, anche per i fratelli , proprio per ricreare quel senso continuativo di “casa”, tanto importante spesso per una miglio-

re e più rapida guarigione.Nel corso dei festeggiamenti, La presidente Lucia Vedani ha illustrato e documentato gli sviluppi raggiunti da CasAmica nella sua ge-stione per il 2012. Qualche passo avanti, gra-zie anche alla solidarietà e appoggio dei tanti Amici dell’associazione, “gente che cammina con noi”, li ha definiti Lucia. “ Perché a Milano - ha detto, c’è fame di accoglienza e le Strut-ture preposte sono tuttora inferiori al bisogno. “Ora, anche un mezzo di trasporto in favore de-gli ospiti accolti per collegare i tanti ospedali da raggiungere sarebbe di grande utilità …se qual-

cuno ci aiuta ad aiutare…”ha detto. In questa occasione è stata ampiamente illustrata anche la nuova iniziativa voluta e sostenuta da CasAmi-ca e cioè la rete “A casa lontani da casa”: (www.acasalontanidacasa.it). Realizzata con il suppor-to di altre associazioni di accoglienza, la nuova rete permetterà a più persone che provengono da lontano per motivi di salute di trovare una maggiore possibilità di alloggio. In questa occasione il bel giardino della Casa dei Bambini ha visto anche tanti piccoli met-tersi in coda per strappare la dedica di Nonno Enzo ( Vedani, fondatore con Lucia dell’asso-ciazione) al suo libro “Milano, il nonno rac-conta” .Sapevate perché si dice “Scherza coi fanti…”, oppure conoscete la tradizione del “tredesin de mars…”? Una bella raccolta di fatti avvenuti e modi di dire milanesi, coloratamente e ottimamente illustrati, che aiutano, a meglio conoscere la storia della nostra città a misura di bambino, ma anche a misura dei grandi. Un libro che aiuta anche la “Casa dei Bambini” di CasAmica per farla ancora più bella e ospitale. Facile poterlo avere:[email protected], tel. 02.76114720

Luisella Martinengo

Buongiorno,vorrei, se possibile, rivolgere un ringra-ziamento importante tramite le sue co-

lonne, ai protagonisti di un’estate speciale.In queste settimane, mescolati a tanti altri bam-bini milanesi e non solo, ci sono una quaran-tina di bambini rom, che si trovano ai campi scout, in vacanza con gli oratori o in colonia al mare o in montagna.Sono bambini che frequentano durante tut-to l’anno le scuole milanesi, ma che vivono in baracca, in luoghi nascosti e dove il disagio è estremo. La loro etnia non suscita simpatia, e anche loro, nonostante siano solo bambini, hanno già dovuto vivere mille volte un’emar-ginazione non meritata. Ora invece sta succe-dendo un fatto bellissimo: si trovano in luoghi mai visti nè immaginati, insieme a tutti gli altri, senza differenze nè etichette a cantare, giocare, fare gite, ridere, sbucciarsi le ginocchia, litigare e fare la pace.Per molti di loro anche un letto o una doccia sono rarità meravigliose.Tornano felici e raccontano a valanga le loro esperienze.Ma altrettanto belle sono le mail che noi volonta-ri, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, stiamo ricevendo dai genitori dei bambini italiani e dagli

animatori: ci chiedono di più su “quel ragazzino, così affettuoso e simpatico, che mi ha raccontato qualcosa della sua casa....” , desiderano sapere, chiedono se possono aiutare, magari dando una mano a scuola il prossimo anno.Alla fine dell’estate Milano apparentemente sarà la stessa, e invece conterrà tanti e tanti fili invisibili di amicizia e cittadinanza che prima non c’erano.Tutto questo è reso possibile da molte decine di persone che hanno preparato o animato queste vacanze: volontari, educatori, impiegati, anima-

tori, sacerdoti, funzionari, genitori e dirigenti.Magari pensando semplicemente di fare una cosa utile per un bambino, hanno fatto una cosa molto più grande per tutta la città. A loro il mio grazie di cuore, spero condiviso dalla cit-tà intera.

Chi volesse aiutare i bambini delle baraccopoli milanesi, può scrivere a:[email protected]

Flaviana Robbiati – mamme e maestre di Rubattino

Lucia Vedani

Settembre 2013 5Lavoro e economia

L’associazione Equoleone vista da una “simpatizzante”

Mercoledì 12 giugno l’associazione Equoleone ha riunito i suoi soci e i suoi iscritti allo scopo di fare il punto

sulle attività svolte quest’anno, e anche, perché no?, allo scopo di cercare nuove forze.Una delle prime domande che i soci si sono po-sti è stata se e come l’associazione sia riuscita ad essere sufficientemente visibile all’interno delle attività parrocchiali e se sia riuscita a trasmette-re i suoi valori.Da, appunto, simpatizzante esterna, mi sento di poter dire, in tutta sincerità, che l’Equoleone, attraverso le numerose domeniche di vendita di prodotti e di libri, la proposta di incontri a sottolineare i grandi problemi etici e morali del nostro tempo, sia riuscita a penetrare abbastan-za efficacemente nel tessuto parrocchiale. L’im-pressione generale tuttavia era che sì, una certa visibilità è stata conquistata, ma solo nell’aver acquisito da parte di molti l’abitudine ad acqui-stare determinati prodotti, ritenuti comunque buoni.Dobbiamo però onestamente distinguere fra il buon successo della distribuzione dei prodotti e la comprensione delle tematiche che stanno alla base di queste scelte. In quanto a questo, resta ancora molto da fare; la parte più diffici-

le è portare la gente a comprendere l’obiettivo dell’Associazione, sensibilizzare le persone circa le reali possibilità di poter avere un diverso rap-porto coi paesi in stato di bisogno e con quegli agricoltori o operai che vi lavorano, favorire la conoscenza di prodotti più rispettosi della di-gnità di coloro che sono preposti a coltivarli o a fabbricarli.Il Papa stesso ci esorta dicendo che le troppe disuguaglianze economiche e sociali fra i popoli suscitano scandalo e sono contrarie alla giustizia sociale; nell’ammonire i dirigenti politici a perseguire una politica più etica, si rivolge an-che a tutti noi dicendo che il denaro deve ser-vire, non governare, che il ricco deve aiutare il povero, rispettarlo, promuoverlo, allo scopo di creare un equilibrio e un ordine sociale più umani.Tuttavia, in tempi di crisi economica come quella che ci sta attualmente colpendo, bisogna fare anche alcune considerazioni che in qual-che modo giustificano una certa superficialità nella scelta dei prodotti: di questi tempi infatti è ormai un uso fare la spesa nei discount per trovare i prodotti in offerta. Sempre più spesso per alcune famiglie, fare la spesa equivale a fare i salti mortali, e a volte sono proprio i prodotti

del commercio equo e solidale a farne le spese.Si è comunque convenuto infine che la trasmis-sione dei valori dell’Associazione non è cosa né semplice né risolvibile in tempi brevi; non biso-gna arrendersi, ma andare avanti con coraggio sulla strada intrapresa.

Gabriella Mazzini

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DAI NOSTRI QUARTIERI

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Autorizzazione Tribunale N. 45 del 29 gennaio 1994 w w w . d a i n o s t r i q u a r t i e r i . i t S I T O :

Settembre 20136 Lavoro e economia

La fantasia al lavoro…Piccole iniziative per superare la crisi

I maestri del lavoro della Zona 3

In tempo di crisi, i cicli produttivi alternano picchi di lavoro (quindi necessità di mano-dopera) a momenti di riduzione di ordinati-

vi e relativa parziale inattività produttiva. A far fronte a questa ciclicità la stragrande maggio-ranza delle imprese italiane ricorre alla cassa in-tegrazione. Oppure lavorando di fantasia si può utilizzare il “tempo non lavorato” del personale in modo intelligente ed utile per tutta la comu-nità, realizzando un nuovo modello di welfare territoriale. L’interessante esperienza viene da Omegna, un comune di 16.000 abitanti, sul lago d’Orta, in provincia di Verbania, dove c’è la sede dell’azienda di casalinghi e design Alessi. Il 13 Giugno scorso l’amministratore delegato del gruppo Aletti annuncia l’avvio del proget-to “Buon lavoro – La Fabbrica per la Città”, una iniziativa promossa in collaborazione con il sindaco di Omegna, il consorzio intercomu-nale del Cusio e le rappresentanze sindacali aziendali. L’azienda anziché ricorrere alla cassa integrazione sviluppa una sorta di volontariato aziendale messo al servizio della comunità di Omegna, per un numero significativo di ore lavoro regolarmente retribuite dall’azienda nel

periodo Giugno-Novembre 2013. Al progetto aderiscono 286 dipendenti, pari all’85% del to-tale, che nell’ambito di 9.000 ore disponibili e utilizzabili da 1 a 8 giorni, si occupano della tin-teggiatura delle scuole, della manutenzione di giardini e parchi e affiancano anche gli operato-ri sociali nelle attività con i bambini,gli anziani e i disabili. Intervistato, l’amministratore dele-gato dott. Aletti afferma: “Il progetto innanzi-tutto è servito a migliorare il clima aziendale, a cambiare cultura, migliorando la produttività e il forte senso di appartenenza alla comunità e al territorio. Fare bene il proprio mestiere vuol dire fare anche l’interesse della collettività e del contesto dove opera.” Il progetto è andato in soccorso al Comune che come tutti i comuni italiani è a corto di quattrini e quindi obbligato, in assenza di miracoli, a tagliare i servizi. In-fatti il sindaco di Omegna, Adelaide Mellano, dichiara: “Il nostro comune è stato falcidiato negli ultimi anni dalla crisi. Molte aziende han-no chiuso i battenti, abbandonato il territorio e lasciato dietro solo rovine. La nostra comu-nità stava vivendo una vera perdita di identi-tà, la nostra città era depressa senza futuro, il

progetto ha avuto un effetto antidepressivo per tutti e soprattutto ci ha restituito speranza.”. I lavoratori hanno risposto con entusiasmo all’i-niziativa testimoniando:”Abbiamo recuperato il grande senso di appartenenza all’azienda e alla comunità, abbiamo capito che nonostante la crisi vogliamo continuare ad avere la nostra identità e la nostra dignità”.Lo stesso Luca Caretti segretario della Cisl del Piemonte dichiara:” Il caso Aletti dimostra che si possono utilizzare i lavoratori, anche in cassa integrazione, per opere di pubblica utilità socia-le dando concrete risposte ai bisogni di comuni e della collettività”. Penso che questa interessan-te esperienza possa essere realizzata non soltanto in piccole realtà territoriali, ma anche a Milano studiando particolari metodi applicativi.Buon lavoro….con molta fantasia.

Giovanni Agnesi

Anche quest’anno, in occasione del 1° maggio, il Presidente della Repubblica ha conferito a la-voratrici e lavoratori la Stella al merito del La-voro che rappresenta il coronamento di una vita di lavoro e di una carriera nella quale si sono distinti per singolari meriti di perizia, laboriosi-tà e buona condotta morale.

Sono tre i nuovi Maestri che abitano nella Zona 3:Mottarlini Felice, Puricelli Andrea,Squillario Franco Angelo Maria.

A loro l’Associazione Amici di “Dai nostri Quar-tieri” rivolge le più vive congratulazioni ed espri-me l’auspicio che anch’essi continuino nell’opera di “insegnamento” e di “educazione” in favore delle nuove generazioni.Infatti un’attività preminente dei vari Consolati provinciali e regionali è quella di avvicinare i gio-vani studenti al mondo del lavoro, affrontando temi specifici attuali o di interesse generale, du-rante seminari, conferenze ed incontri concorda-ti con le Dirigenze scolastiche, temi che i Maestri del Lavoro hanno avuto l’opportunità di affron-tare e studiare nel corso della loro attività; è un modo per trasferire un patrimonio di conoscenze e di studi ai giovani studenti. Se il titolo di Ma-estro del Lavoro lascia intendere che gli insigniti siano stati, nel corso della loro vita aziendale, un punto di riferimento ed un esempio per i lavora-tori più giovani, ne consegue che altrettanto lo saranno nella loro opera di educatori.

CONFERENZA “ENERGIA E AMBIEN-TE” – presso l’ITISAnche quest’anno il M.d.L. Luigi Andreoli ha rinnovato la conferenza alla quale hanno partecipato circa 60 alunni delle classi 4° e 5° specializzandi in impiantistica idraulica, termo-tecnica, meccanica ed elettronica e una decina di docenti. Tema trattato “Le attività di produ-zione e gestione dell’energia e i relativi riflessi sull’ambiente”.La conferenza è iniziata con la illustrazione del-la formazione delle risorse energetiche fossili nel pianeta, per svilupparsi poi sul loro impiego dal-la rivoluzione industriale sino ai giorni nostri. Grande sorpresa ha destato la notizia che in circa 200 anni l’umanità ha consumato circa la metà del patrimonio energetico formatosi in centinaia di milioni di anni e che quanto ne resta sarà pre-vedibilmente esaurito in meno di 200 anni.

Da qui l’esigenza di ricercare fonti alternative che il M.d.L. Andreoli ha illustrato (nucleari e rinnovabili) secondo la loro evoluzione tecno-logica, produttiva e gestionale evidenziandone pregi e difetti come l’impatto sull’ambiente.Nella trattazione i giovani sono stati coinvolti nelle problematiche correlate alle esigenze e alle prospettive delle loro future attività lavorative.Con il contributo dei docenti è stato possibile richiamare alcuni principi etici per un uso con-sapevole delle risorse energetiche nonché di una gestione responsabile del patrimonio ambientale.Al termine il relatore si è complimentato per l’attenzione dimostrata dai giovani ed ha ap-prezzato la decisione dello studente Marlon di preparare la propria tesina tecnica da presentare all’ormai imminente esame di maturità proprio sull’oggetto della conferenza.

M.d.L. Claudio Caldi

Alternative Ø  Nucleare Ø  Rinnovabili

Solare Eolico Geotermia Idrica Biomasse Maree

Ø  Assimilate

Cogenerazione

FEDERAZIONE MAESTRI DEL LAVORO D’ITALIA Ente morale D.P.R. 1625 del 14 Aprile 1956

Consolato Provinciale di Monza e Brianza

Fonti Energetiche Fossili

Ø  Carbone Ø  Petrolio Ø  Metano

Risparmio energetico

Vettore Energetico Ø  Idrogeno

Settembre 2013 7

In tanti, almeno diecimila, hanno riempito il 31 agosto scorso le navate della Cattedrale per seguire con commozione la cerimonia

religiosa nel primo anniversario della morte di Carlo Maria Martini. Si trattava di donne e uomini appartenenti a ceti diversi, di diversa provenienza e formazione, ma tutti uniti dalla speranza che l’eredità di Martini ha trasmesso e lasciato.“Il suo sguardo appassionato per tutti gli uomi-ni continua ad accendere la speranza che non delude” ha detto il Card. Scola nell’omelia. Un insegnamento, ha continuato, che “espri-me bene il centro della sua personalità, della sua testimonianza di vita, della sua azione pa-storale, della sua passione civile, dell’indomito tentativo di indagare gli interrogativi brucianti dell’uomo di oggi”.Un Pastore, Martini, che ha ascoltato, conforta-to, consolato tutti, in particolare i più deboli, e ha dialogato con i non credenti, con i credenti delle altre religioni e confessioni, con gli ex-ter-roristi che hanno deposto le armi consegnando-le a lui. Personalmente, ricorderò sempre con gratitudine e commozione le sue meditazione durante l’ascolto della Parola, in Duomo.Per me e per gli amici del decanato, l’omaggio alla tomba di Martini alla fine della concele-brazione ha assunto un particolare significato:

sapevamo che nelle stesse ore si stava com-piendo il cammino terreno di Giorgio Bisagni, che è ritornato alla Casa del Padre esattamen-te un anno dopo la morte del suo amatissimo

Arcivescovo Martini, di cui è stato coerente discepolo nell’ascolto e nella meditazione della Parola di Dio.

Gianantonio Ratti

Caro Giorgio, mentre celebravamo con animo riconoscente il primo anniversa-rio della morte del Cardinale Martini,

il 31 agosto anche tu ci hai lasciati. Mi piace pensare che non è una coincidenza, mi piace pensare che il Signore ti ha chiamato ad entrare nel suo Regno proprio lo stesso giorno di Marti-ni, che tu tanto stimavi.Con la tua saggezza ricca di umiltà e la tua sa-pienza mai ostentata, con il tuo sorriso timido, con la tua capacità di accoglienza e di ascolto sei passato facendo tanto bene nella nostra co-munità, in decanato, in diocesi, nei vari ambiti pastorali nei quali ti sei impegnato nel corso degli anni. Caro Giorgio, come Martini, ci hai aiutato a comprendere che la Parola di Dio ci permette di leggere la nostra storia alla luce di un mistero più grande di noi, che illumina la nostra vita e le dà senso. Da anni, tu e Dida siete l’anima di questo grande cammino di ascolto e conoscenza della Parola di Dio, perché sia sempre più incar-nata nella nostra vita. Tanti di noi ti sono grati perché ci hai aiutato ad approfondire la Parola, sia dal punto di vista culturale ma soprattutto esperienziale, confrontandoci con essa e leggen-

do la nostra vita alla sua luce!Quante volte negli incontri delle Comunità d’ascolto abbiamo cantato “Lampada ai miei passi è la Tua parola Signore, luce sul mio cam-mino…”. Non è una coincidenza che siano proprio le stesse parole che il nostro Cardina-le ha voluto lasciare come ultimo messaggio, come sintesi della sua missione.

Ecco, in queste parole vedo la tua esperienza, la tua vita, in definitiva la tua fede, grazie alla quale hai saputo affrontare anche gli ultimi dif-ficili mesi della vita. La Parola di Dio, che ha illuminato tutta la tua vita, ha dato senso anche alla tua malattia e alla tua sofferenza.

Certo, ora i nostri cuori sono tristi perché il di-stacco è doloroso, ma prevale la gratitudine al Signore per il grande dono che tu, Giorgio, sei stato. Noi tutti che ti vogliamo bene ti sentire-mo sempre presente, sappiamo che ci accompa-gnerai in un modo differente, e ti ringraziamo per la tua missione al servizio della Parola e per la luce che hai saputo diffondere con la tua vita. È stato importante aver condiviso un tratto - breve o lungo non importa - di strada insieme,

pellegrini in cammino verso quella Gerusalem-me celeste, dove, ora, tu e Carlo Maria ci avete preceduto e dalla quale intercedete per noi.

Daniela Sangalli

La Chiesa

Grazie Giorgio!Il 31 agosto, un anno esatto dopo il Cardinale Martini, ci ha lasciato Giorgio Bisagni

Grande partecipazione in Duomo per ricordare il card. Martini

La Fondazione Carlo Maria MartiniIn occasione del primo anniversario della morte del cardi-nale Martini, la Compagnia di Gesù, con l’Arcidiocesi di

Milano, ha dato vita alla Fondazione Carlo Maria Martini, per promuovere la conoscenza e lo studio della sua vita e delle sue opere, e per tener vivo lo spirito che le ha animate, favorendo l’esperienza della Parola di Dio nel contesto della cultura contemporanea. Il 30 agosto la Fondazione è stata presentata a Papa Francesco. “La memoria dei padri è un atto di giustizia”, ha detto Francesco. “E Martini è stato un padre per tutta la Chiesa. Anche noi alla ‘fine del mondo’ facevamo gli esercizi con i suoi testi”. Papa Francesco ha ricordato con grande gratitudine e stima la sua figura definendolo “profeta e uomo di discernimento e di pace”. Per maggiori informazioni: www.fondazionecarlomariamartini.it

Settembre 20138

Monsignor Ramazzini: un vescovo in GuatemalaDANIELA SANGALLI - ALDO CORRADICollana Uomini e donne n. 142ISBN 8831543828pagine 176euro 12,50

Un libro per conoscere la storia sofferta e la complessa attualità del Guatemala, attraverso gli occhi di uno dei vescovi centroamericani più impegnati nella salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente. Scrivere di Guatemala vuol dire scrivere di un Paese che affascina per le sue bellezze naturali ma che porta ancora oggi le ferite di un travagliato passato, fatto di violenza e intriso d’ingiustizia.In cammino con i miei poveri propone una

lettura di questa realtà attraverso la testimo-nianza di Monsignor Álvaro Ramazzini, ve-scovo di Huehuetenango. Conosciuto come il vescovo dei senza terra, monsignor Ramazzini è particolarmente impegnato sui temi caldi dell’attualità: i diritti umani, il tema delle migrazioni, la salvaguardia dell’ambiente. Per questo suo impegno ha ricevuto minacce di morte negli ultimi anni e ha vissuto quasi un anno sotto scorta.

In cammino con i miei poveri

La Chiesa

Una testimonianza dalla G.M.G.

Il mio nome è Laura e sono della parrocchia di San Martino in Lambrate. Nel luglio scorso ho partecipato alla Giornata Mon-

diale dei Giovani a Rio e questa è stata la mia seconda GMG, dopo Madrid 2011, dove mi ero recata con altri ragazzi del mio oratorio. Questa volta sono andata con il Pime (Ponti-ficio Istituto Missioni Estere), una realtà mis-sionaria nata nella nostra diocesi e molto attiva anche nella nostra città. il gruppo era formato da 50 persone che provenivano da tutta Italia. Prima di partire, gli organizzatori ci hanno dato il kit italiano che conteneva: un capello, un li-bretto dei santi, un libro per la messa, un telo, una radiolina e una mantella. In Brasile abbia-mo trascorso due settimane: la prima settima-na nella periferia di San Paolo, ospiti di Villa Missionari, una struttura gestita dai preti del Pime. Eravamo alloggiati in famiglie e con noi

c’erano tanti gruppi Pime provenienti da tutto il mondo, anche dalla Cina. Durante la prima settimana ci sono state delle testimonianze di alcuni missionari del Pime e un giorno siamo andati a visitare il centro di San Paolo un luogo molto bello ma un po’ pericoloso, per via dei molti ladri di strada; la città era piena di giovani provenienti da molte nazioni. Nel trasferimen-to verso Rio ci siamo fermati al santuario della Madonna Aparecidia, dove abbiamo seguito la messa in lingua portoghese. La basilica è il più grande santuario mariano del mondo, costrui-to vicino al santuario vecchio che è molto più piccolo. A Rio eravamo alloggiati in una specie di palestra che ospitava solo noi e i volontari del posto; dormivamo per terra, con materassino e

sacco a pelo. La parrocchia alla quale eravamo associati era quella della Madonna del Rosario, dove si tenevano le catechesi. Nel kit brasiliano c’era un cappello, una maglietta, tre foglietti per i giorni delle catechesi e un pallone da gonfiare. Tutti gli eventi con tutti gli altri giovani si svol-gevano sulla spiaggia di Copacabana, compresa la veglia e la Santa Messa finale con il papa; il luogo previsto in origine, chiamato Porta Fidei (porta della fede) si è infatti rivelato insuffi-ciente a contenere la folla di giovani radunata da papa Francesco: ben tre milioni e settecen-to mila, secondo le stime del comune di Rio. Per i pasti avevamo una tessera magnetica che usavamo nei luoghi convenzionati; la colazio-ne invece veniva distribuita in una scatola che conteneva un succo di frutta, fette biscottate, nutella e una merendina.Anche se pioveva e faceva freddo vedere tutta quei giovani convenuti per lo stesso motivo mi metteva gioia e calore nel cuore. Dio ci chia-ma uno a uno a seguire la sua chiesa e la chiesa non è un luogo fisico, siamo noi. Il motto della GMG di Rio era: “Andate e fate discepoli tut-ti”. Io credo proprio che sull’invito del papa cia-scuno di noi sia chiamato ad andare, a seguire Gesù senza paura e ad evangelizzare il mondo.

Laura Lanini

Settembre 2013 9Notizie dalla Zona

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Proposta della Scuola di Formazione Socio-Politicaal territorio della Diocesi

La sesta edizione della Scuola di formazio-ne all’impegno socio-politico della Dio-cesi di Milano «Date a Cesare quel che

è di Cesare » si presenta per l’anno prossimo completamente rinnovata nei contenuti e nelle forme.Le esperienze maturate e le riflessioni condotte dalle tante persone che si impegnano nell’orga-nizzazione del percorso formativo per la Chiesa ambrosiana, hanno portato ad elaborare una proposta innovativa dotata di sicuro appeal per le comunità interessate a coinvolgenti appro-fondimenti sulla pastorale sociale alla luce delle sfide che la modernità ci pone.Per quanto riguarda gli argomenti offerti, per l’anno 2013/2014, saranno 4 le aree sulle quali ci si confronterà in maniera approfondita:1. la Costituzione, né idolo né carta straccia ma origine della nostra convivenza civile e base per l’edificazione del futuro democratico del Paese;2. l’impegno politico, tra società civile e bene comune, quali spazi per una responsabile e si-gnificativa presenza dei cattolici;3. l’economia e il lavoro al tempo della post globalizzazione per riscoprire il senso del fare, dell’avere e dell’essere;4. l’Europa quale vera frontiera del nostro agire politico, tra sfide culturali e austerità economi-ca, riscopriamo i valori fondanti per costruire insieme il domani.Per ciascuno dei temi, il Comitato scientifico della Scuola ha disegnato un cammino che, se-condo il metodo induttivo, si sviluppa in 4 mo-

menti successivi che intendono offrire ai parte-cipanti la possibilità di - conoscere; - acquisire competenze; - assumere responsabilità;- agire.Tutto ciò, in linea con quanto già il magistero di Giovanni XXIII proponeva nell’enciclica Mater et magistra con il suo “vedere, giudicare, agi-re”, condurrà i gruppi di lavoro a confrontarsi partendo da casi concreti per poi approfondire i vari temi accompagnati da docenti ed esperti dei vari settori che si sono resi disponibili per animare gli incontri.Alla base di tutti i moduli, dunque, la vita reale di noi tutti, cristiani nel mondo, letta alla luce di quanto accade, della Dottrina sociale della Chiesa e, ovviamente, della Parola.Se i primi due incontri avranno come obiettivo quello di consentire a chi partecipa di acquisire delle nozioni e di divenire più competenti su argomenti di cui troppo spesso si sente parlare anche a sproposito e su cui, altrettanto spesso, ci si ritiene poco preparati, il terzo e quarto in-contro richiederanno un impegno più attivo. Difatti, la proposta prevede di dedicare il terzo momento ad un laboratorio di gruppo in cui i partecipanti mettano le “mani in pasta” e, con l’affiancamento dei tutor della Scuola, elaborino dei pensieri originali da condividere nell’ultimo incontro per rispondere in maniera concreta e innovativa a quella sofferenza del mondo «per mancanza di pensiero», già lamentata da Paolo VI, e individuare insieme delle vie di concreto impegno socio-politico che si possano attuare nella specifica realtà in cui ci si trova.

Dal lato delle forme, dal prossimo anno pasto-rale la Scuola aprirà i battenti, se così possiamo dire, a partire dall’Avvento e fino alla primave-ra, ma andando direttamente e capillarmente sul territorio là dove verrà richiesta.Non ci saranno più lezioni e sessioni a program-ma nella storica sede centrale di Milano e nelle zone pastorali a Lecco, Monza, Rho e Varese, ma si porteranno gli incontri in ogni parroc-chia, decanato, comunità che avrà il desiderio di affrontare e declinare i temi proposti.Movimenti, associazioni, gruppi di giovani e meno giovani, consigli parrocchiali o quant’al-tro, interessati ad approfondire uno o più de-gli aspetti inerenti le macro-aree individuate, potranno mettersi in contatto con la Segre-teria della Scuola «Date a Cesare...» presso il Servizio per la Pastorale Sociale e il Lavoro -tel.02.8556430 - - email: [email protected] per valutare le necessità, confrontar-si con i referenti della Scuola e concordare un calendario.Verrebbe da dire “Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna”, ma dall’anno prossimo sarà proprio «Date a Cesa-re...» ad andare ovunque si vorrà conoscere, ap-profondire, discutere di pastorale sociale e, poi, immancabilmente, ci si vorrà impegnare.Vi aspettiamo!

Davide Caocci

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Settembre 201310 Notizie dalla Zona

Centenario dalla nascita di Padre Morell S.J.

Il 1° giugno si sono svolte manifestazioni sportivededicate al ricordo del fondatore.

Al Centro Schuster continua-no le celebrazioni dedicate al ricordo, nel centenario

dalla sua nascita, del fondatore del Centro, Padre Lodovico Morell S.J., scomparso il 20 ottobre 2006.

Dopo la tavola rotonda svoltasi il 13 maggio 2013 alle ore 21 nel Santua-rio degli sportivi nella quale gli ope-ratori del centro ed esponenti del mondo dello sport hanno portato la loro breve testimonianza dell’incon-tro fatto con il fondatore del Cen-tro, sabato 1° giugno si è svolta una giornata di sport organizzate dai giovani allenatori del centro, in cui i ragazzi di tutte le sezioni si sono cimentati nella propria e in altre discipline sportive e in giochi vari, in un vero clima di allegria e amicizia.Il pomeriggio si aperto con la dimostrazione dei piccoli dell’avviamento allo sport le gare spor-tive dei ragazzi delle elementari delle scuole di atletica, calcio, basket e pallavolo che hanno affrontato prove di tutte e quattro queste disci-

pline sportive. In contemporanea si svolgevano esibizioni di ginnastica artistica e di tennis.A seguire i ragazzi più grandi delle medie e dei primi anni delle scuole superiori si si sono ci-mentati in un Torneo di giochi senza frontiere cercando di mantenere alto il nome della pro-pria sezione e alle ore 19 tutti si sono raccolti el Santuario degli sportivi per poi raggiungere in processione i campi sportivi del lato via Ofanto

dove è stata celebrata la S. Messa dedicata al ricordo di Padre Morell e presieduta da Padre Piergiacomo Zanetti S.J.La festa è poi proseguita con una cena tutti insieme con stand gastro-nomici allestiti per l’occasione, con gli spettacoli musicali organizzati dalla scuola e sezione della ginnasti-ca artistica e dagli allenatori e con balli di gruppo al fine di coinvolgere tutti i ragazzi e giovani presenti. Le celebrazioni dedicate al fondato-re proseguiranno con la celebrazio-ne, 29 luglio 2013, nel giorno del centesimo anniversario dalla nascita

di Padre Lodovico Morell S.J. di una S. Messa in suffragio presso il Santuario degli sportivi e con la consueta S Messa organizzata dalla Con-sulta diocesana dello sport a ricordo di tutti gli sportivi defunti e degli operatori del mondo dello sport tra cui ovviamente anche Padre Mo-rell, che si svolgerà sempre presso il Santuario degli sportivi il 20 ottobre 2013.

Valeria Crosio

una metamorfosi: il fratello da custodire e da amare diventa l’avversario da combattere, da sopprimere. Quanta violenza viene da quel mo-mento, quanti conflitti, quante guerre hanno segnato la nostra storia! Basta vedere la soffe-renza di tanti fratelli e sorelle. Non si tratta di qualcosa di congiunturale, ma questa è la verità: in ogni violenza e in ogni guerra noi facciamo rinascere Caino. Noi tutti! E anche oggi con-tinuiamo questa storia di scontro tra i fratelli, anche oggi alziamo la mano contro chi è nostro fratello. Anche oggi ci lasciamo guidare dagli idoli, dall’egoismo, dai nostri interessi; e questo atteggiamento va avanti: abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addor-mentata, abbiamo reso più sottili le nostre ra-gioni per giustificarci. Come se fosse una cosa normale, continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte! La violenza, la guerra portano solo morte, parlano di morte! La violenza e la guerra hanno il linguaggio della morte! Dopo il caos del Diluvio, ha smesso di piovere, si vede l’arcobaleno e la colomba porta un ramo di uli-vo. Penso anche oggi a quell’ulivo che i rappre-sentanti delle diverse religioni abbiamo pianta-to a Buenos Aires, in Plaza de Mayo, nel 2000, chiedendo che non ci sia più il caos, chiedendo che non ci sia più guerra, chiedendo pace.3. E a questo punto mi domando: E’ possibile percorrere la strada della pace? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo

imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Invocando l’aiuto di Dio, sotto lo sguardo materno della Salus populi romani, Regina della pace, voglio rispondere: Sì, è pos-sibile per tutti! Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: Sì, è possi-bile per tutti! Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che

sono chiamati a governare le Nazioni, rispon-desse: Sì, lo vogliamo! La mia fede cristiana mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del per-

dono, del dialogo, della pace. Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani e i fratel-li delle altre Religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace! Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello - penso ai bambini: soltanto a quelli… - guarda al dolore del tuo fratello, e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! Finisca il rumore delle armi! La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l’umanità. Risuonino ancora una volta le parole di Paolo VI: «Non più gli uni contro gli altri, non più, mai!... non più la guerra, non più la guerra!» (Discorso alle Nazioni Unite, 4 otto-bre 1965: AAS 57 [1965], 881). «La pace si af-ferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrifi-cio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità» (Messaggio per Giornata Mondiale della pace 1976: AAS 67 [1975], 671). Fratelli e sorelle, perdono, dialogo, riconciliazione sono le parole della pace: nell’amata Nazione siriana, nel Medio Oriente, in tutto il mondo! Preghiamo, questa sera, per la riconciliazione e per la pace, lavoriamo per la riconciliazione e per la pace, e diventiamo tutti, in ogni ambiente, uomini e donne di riconciliazione e di pace. Così sia.

Segue da pag. 1

VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACE

Settembre 2013 11Notizie dalla Zona

Le Periferie comunicano?

Ha detto Papa Francesco «La realtà in-sieme si capisce meglio non dal centro, ma dalle periferie».

Beh, ogni tanto, qualche parola di conferma all’azione che si sta svolgendo non guasta.Periferia InConTra - In particolare, con il ciclo “Periferia InConTra” (sei appuntamenti novem-bre 2012-maggio 2013, promosso da Consulta Periferie Milano unitamente all’Ufficio Rela-zioni con la Città del Comune di Milano), è stata posta all’attenzione cittadina la realtà delle periferie, tra l’altro mettendo in collegamento esponenti del mondo universitario, dell’asso-ciazionismo, della cultura, della cooperazione abitativa, dell’informazione e delle istituzioni.In particolare, è stata data visibilità alla capacità di risposta costituita da centinaia di iniziative di promozione sociale e culturale che ogni giorno costituiscono un argine al degrado sociale (v. mappatura su www.periferiemilanio.it). Un pa-trimonio che è per tutta la città, ma che rimane sostanzialmente sconosciuto nella sua concreta realtà e, quindi, proprio perché poco conosciu-to soprattutto dalla classe dirigente cittadina, lasciato a se stesso.Classe Dirigente - Perché «Milano, per la classe dirigente meneghina, continua a finire alla Cer-chia dei Navigli», come sottolineato da Salvato-re Carrubba, già direttore de “Il Sole-24 ore” ed autore del libro “Il cuore in mano. Viaggio in una Milano che cambia (ma non lo sa)”, che ha fatto da filo conduttore all’appuntamento con-clusivo di “Periferia InConTra” sul tema “Gior-nalisti e Periferie” (27 maggio, Urban Center,

sede degli incontri nella centrale Galleria Vitto-rio Emanuele II°, tra Piazza del Duomo e Piaz-za della Scala). Giornalisti - Già, i giornalisti … si ricordano delle periferie «solo quando suc-cedono delle tragedie». In effetti, le notizie di “cronaca nera” su Gratosoglio, Corvetto, Quar-to Oggiaro o Via Padova sembrano “ingolosire”

gli organi d’informazione cittadina. Poi, è vero, ci sono numerosi Giornali di Zona, diciassette testate a Milano (v. elenco su www.periferiemi-lano.it), che cercano di colmare il vuoto infor-mativo. Ma, informazione “cittadina” ed infor-mazione “zonale” sembrano essere due mondi a parte, destinati a non incontrarsi.Periferie - Se questa è un po’ la situazione del giornalismo, le “periferie” cosa fanno o potreb-bero fare? Da questo punto di vista, sono inte-ressanti le considerazioni apparse nel libro “Ani-mare la città” (P. Cappelletti e M. Martinelli, Caritas Italiana-Edizioni Erickson): «La comu-nicazione – in senso sociologico crea la realtà. (…) Se un processo comunicativo (distorcente) ha contribuito a costruire la rappresentazione

negativa sul quartiere, occorre, per converso, una comunicazione altrettanto efficace, stavolta di segno positivo, per rilanciare nuove immagi-ni e nuovi discorsi del e sul quartiere».Proposta - Ma è possibile costruire un’informa-zione per le periferie partendo dalle periferie? In proposito, lo scorso 17/9 è stata presentata una proposta riguardante le modalità di diffusione cittadina delle notizie territoriali-periferiche, attivata grazie alla collaborazione tra Agenzia Omnimilano, Consulta Periferie Milano, Co-ordinamento Comitati Milanesi e, al momento, i Giornali di Zona “ABC”, “Dai nostri Quar-tieri”, “Il Rile”, “La Zona Milano”, “Milano-sette” e “Milanosud”. Naturalmente, il canale informativo sarà efficace se verrà alimentato da chi opera quotidianamente sul territorio ed è attento a ciò che vi accade. Se son rose … co-municheranno.Appuntamento - Sempre in tema “periferico”, da segnalare è la 7ª Convenzione delle Periferie di Milano, che indicativamente si svolgerà Mar-tedì 15/10 p.v. (o 16/10, conferma e dettagli sul sito www.periferiemilano.it). Affinché le pe-riferie escano da una sorta di marginalità nella quale sono spesso confinate è però necessario che le diverse energie presenti nella città (istitu-zioni, università, associazionismo, ecc.) superino la presente frammentazione, trovando delle mo-dalità operative che mettano a beneficio comune una molteplicità di capacità e di competenze: ma avranno un “orizzonte periferico”?

Walter CherubiniConsulta Periferie Milano

“La Chiesa cammina insieme con l’umanità tutta”, recita la Gaudium et spes, uno dei prin-cipali documenti del Concilio Vaticano II, a cinquant’anni di distanza dal suo inizio. Quale migliore immagine del cammino per racconta-re il lungo viaggio che l’ordine degli Stimma-tini ha percorso all’interno della comunità in questi cento lunghi anni? La Parrocchia di San-ta Croce in via Sidoli, a Città Studi, festeggia il centenario della sua fondazione domenica 29 settembre, in ricordo della posa della prima pietra il 28 settembre del 1913 da parte del ve-scovo Andrea Ferrari. L’arcivescovo emerito di Milano Dionigi Tettamanzi celebrera’ la santa Messa delle 10.30. Silvia Morosi

Centenario della chiesa di Santa Croce

Settembre 201312 Ambiente

La Senape

Cari amici, oggi vi parlo della sena-pe, una pianta citata direttamente da Gesù nella famosa parabola sul regno di

Dio: “Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più picco-lo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. (Marco 4,30-32)Con il nome senape si indicano sia alcune spe-cie di piante erbacee appartenenti alla famiglia delle Brassicacee o Crocifere, sia le salse piccanti che ne derivano, che vengono ricavate dai semi della pianta.La specie citata nel Vangelo a causa dell’altezza potrebbe essere la Brassica nigra, detta senape nera, diffusa nell’Antico Egitto ed esportata in Europa e in Asia. Le sue piante possono arrivare a 3 metri ed il sapore dei semi, piuttosto picco-li, è pungente. Essa è probabilmente la prima ad essere coltivata come spezia. Semi di questa pianta, risalenti all’età del bronzo sono stati tro-vati in una palafitta sul lago di Bienne in Svizze-

ra e in un’imbarcazione cinese della preistoria.A differenza della senape nera, la Sinapis alba, conosciuta come senape bianca o senape gialla, originaria del Mediterraneo e diffusa nelle re-gioni a clima temperato, non supera un altezza di 0,6 metri ed i suoi semi sono molto più gran-di di quelli delle altre piante di senape.Le piante di senape, hanno foglie inferiori lar-ghe pennatifide, mentre le superiori sono pic-cole e allungate. Il fiore è giallo a forma di pan-nocchia. Esso sviluppa il frutto, che contiene numerosissimi semi piccoli e arrotondati da cui si ricava la famosa salsa di condimento, dal sa-pore tipicamente aspro e piccante.

La senape in Europa è nota sin dai tempi dei Romani, che ne conoscevano le proprietà an-tiossidanti e la usavano per conservare frutta, verdura, succhi di frutta e mosto di vino. In Francia esiste una grande tradizione della se-nape, soprattutto in Borgogna (in modo par-ticolare a Digione), dove si suppone sia stata inventata la salsa.

Mario Castiglioni

Il Parco Lambro torna a vivereLa situazione del Parco dopo la chiusura definitiva al traffico

Dal 15 giugno scorso il Parco Lambro è stato definitivamente chiuso al traffico delle automo-bili. La delibera era stata approvata dalla Giunta oltre un anno fa, ma l’attuazione è stata ritar-data per “tutelare i diritti di chi ha attività di interesse pubblico all’interno del parco”, come affermato da Palazzo Marino.Ora, dopo la messa in funzione dei dissuasori mobili (i cosidetti “pilomat”), installati già dal luglio dell’anno scorso in corrispondenza degli accessi su via Feltre, potranno accedere all’area soltanto coloro che sono proprietari o locatari di attività interne al Parco e i veicoli delle as-sociazioni assistenziali o socio-sanitarie che vi hanno sede (oltre ovviamente alle biciclette, agli automezzi dell’Amsa, ai mezzi di soccorso, della polizia ecc.).Il provvedimento era stato adottato sull’on-da delle proteste suscitate tra gli abitanti del quartiere Feltre e Cimiano dai giganteschi hap-pening di latino-americani, che a centinaia si riversavano nel Parco nel week end, facendo baldoria con musica a tutto volume, grigliate a go go e fiumi di birra (e non solo) fino a notte fonda, con effetti devastanti per il verde pubbli-co. Immondizia sparsa ovunque, piante e alberi danneggiati e risvolti pesanti anche sul piano della sicurezza, a causa delle risse frequenti.Come si presenta la situazione dopo la chiusu-ra? Sicuramente il quadro è notevolmente mi-gliorato, come confermato anche dalle Guardie Ecologiche Volontarie. Il Parco ha riacquistato

la sua tranquillità ed è tornato ad essere vivibile per tutti, senza più feste assordanti.Non sono mancate le voci critiche sul prov-vedimento del Comune, ritenuto comunque insufficiente o inutile. In una lettera scritta al Corriere della Sera nel giugno scorso, infatti, Don Antonio Mazzi, fondatore della Comu-nità Exodus, ha invitato le autorità a “mante-nere una presenza intelligente e paziente delle forze dell’ordine” e lanciato un appello affinché

riprendano le iniziative per organizzare eventi all’interno del Parco.Ad ogni modo qualche passo in avanti è sta-to sicuramente compiuto, ma non c’è dubbio che una maggiore collaborazione tra le istitu-zioni, coloro che operano all’interno del Parco e i cittadini potrebbe contribuire a migliorare ulteriormente la fruibilità della più grande area verde della nostra città.

Giuseppe Prestia

Settembre 2013 13Società e Ambiente

I prodotti dell’ortoScuola d’Infanzia Matteucci 5

Il progetto orto dei bambini per l’anno 2012-2013, fortemente voluto dai genitori e rappre-sentanti delle sezioni, dopo l’approvazione della responsabile Signora Canzi ha previsto un ciclo triennale.Nella scorsa primavera è stato allestito, in una parte del giardino antistante la scuola d’infan-zia, un orto per educare i bimbi dai 3 anni in su alla conoscenza delle fasi elementari della coltivazione di ortaggi come la preparazione del terreno, la semina e la cura delle piante.Il progetto è stato ben accolto dai bambini, en-tusiasti curiosi e vogliosi di partecipare fisica-mente a tutte le fasi loro proposte.Le piante seminate hanno prodotto zuccotti, piselli, fagioli, rapanelli, carotine, lattughe, po-modori e fragole rappresentate dalle foto che gli orgogliosi coltivatori ci mostrano.Ringrazio per la stupenda esperienza educativa

JuriLo zuccotto

È nato un angolo di verdeStoria di una felice collaborazione tra cittadini e Comune

Un anno fa, al termine dei lavori di sistemazio-ne dell’incrocio tra via Valvassori Peroni e le vie Buschi e degli Orombelli il sig. Giorgio titolare della panetteria prospiciente l’incrocio, sente il Direttore dei lavori dare disposizione all’impre-sa esecutrice di lastricare le isole pedonali an-ziché attrezzarle a verde come da progetto. Si sparge la voce, il quartiere mormora. Luigi, condomino del civico 78 vuole vederci chiaro e chiede informazioni al Consiglio di Zona. Ri-sposta: le aiuole sono piccole e non possono es-sere dotate di impianti di irrigazione. Proposta: si può ritornare al progetto originario se qual-cuno adotta le aiuole. Luigi raggiunge l’Ufficio Arredo del Comune in piazza del Duomo dove, chiarite modalità e condizioni, si manifesta di-sponibile a sottoscrivere il contratto (4 pagine) indicante precise prescrizioni, condizioni, dura-ta, penalità eccetera eccetera: Affare fatto!Dopo qualche giorno l’impresa svuota le aiuo-le dalle macerie di cantiere e anziché posare il porfido riporta terreno da coltivo e a inizio au-tunno semina loietto inglese. Durante l’inverno e la primavera si forma il tappeto erboso. Prima di Pasqua Luigi deve adempiere al suo compi-to ed acquista tre cespugli di “rose sevigliane” come prescritto, le mette a dimora al centro delle tre aiuole come da capitolato e planime-tria allegati al contratto. Il Giovedì un’impresa del Comune, per errore, pianta 3 cespugli di pungitopo in ciascuna aiuola disastrando non poco il tappeto verde. Ma non è finita la setti-

mana di passione per il tappeto verde. Il Sabato Santo di buon mattino al condomino Claudio, terminato il riordino del proprio giardino pen-sile, crescono cinque arbusti, perché buttarli? e pertanto li mette a dimora nelle aiuole. Luigi “titolare esclusivo” del verde non resta che con-sultare il responsabile dell’Ufficio Arredo Urba-no che suggerisce di accettare la situazione salvo rimuovere il nespolo, veramente di troppo in quanto destinato a crescere e disturbare la visi-bilità all’incrocio e quindi Luigi lo sistema nello sterrato adiacente il rilevato ferroviario. Conclusione: tutte le piante sono sopravvissute e vegetano rigogliose e l’obiettivo è stato rag-

giunto: coinvolgere affettivamente i residenti nella difesa delle aiuole con l’apprezzamento del verde. Durante l’estate il signor Giorgio ha fornito la lunga canna per l’irrigazione, Ahmed titolare di Lambrate Phone Center ha fornito l’energia elettrica , la signora Luisa titolare della tintoria ha fornito innaffiatoio e acqua per i ce-spugli (anche se è dispiaciuta che le aiuole non siano protette da spinose recinzioni), Walter ha collaborato nel taglio dell’erba nell’irrigazione, la signora Claudia ha regolato e potato i cespu-gli, i condomini del civico 78 hanno fornito acqua.

Marika Moglia

“ Tucc quei che passen de la

disen che l’è el pussee bel cantunin

de Milan.”

Aiutanti di giornata: Ahmed, Luigi, Giorgio, Rocco, Rita

Un coltivatore in erba

I fagioli

I piselli

Settembre 201314

È almeno dal 1968, anno in cui il regista George A. Romero ha terrorizzato il mondo con La notte dei morti viventi,

che gli zombi sono ospiti fissi dell’immaginario collettivo. Un successo che non solo resiste al tempo, ma sembra aver raggiunto l’acme negli ultimi dieci anni, a partire dal remake – omag-gio romeriano - L’alba dei morti viventi, di Zack Snyder, fino alla fortunatissima serie TV The Walking Dead.Perché gli zombi piacciono così tanto? Forse perché, a differenza di altri protagonisti del ge-nere horror, trascendono il loro ruolo di sempli-ci spauracchi per diventare specchi deforman-ti dello spettatore: in fondo uno zombi è un uomo comune svuotato di tutto quello che lo rende umano. Non è un caso che spesso i morti viventi diventino pretesti per imbastire metafo-re politiche o sociologiche.

Un caso da manuale è il romanzo World War Z, di Max Brooks, figlio del più celebre Mel. Un’opera sottilmente satirica, nella quale l’au-tore sfrutta lo spunto dell’invasione globale di zombi per affrontare temi caldi come la globa-lizzazione e la questione palestinese.Di tutto questo, purtroppo, non rimane traccia nella trasposizione cinematografica del libro, diretta dal tedesco Marc Forster e interpretata da Brad Pitt. La satira politica di Brooks è stata

accuratamente epurata, lasciando solo il livel-lo letterale del racconto: un funzionario ONU viaggia per il mondo alla ricerca della cura per un’epidemia di zombi.

Anche a livello di semplice intrattenimento, il film zoppica un po’ vedasi, ad esempio, lo spazio eccessivo dedicato alla famiglia del pro-tagonista nella prima parte, che poi non trova giustificazione nella seconda.

Resta comunque un film realizzato con la so-lita professionalità hollywoodiana: si fa seguire senza noia e offre qualche momento suggestivo, soprattutto nelle scene di massa. Ma poco ag-giunge all’ormai pluridecennale storia del cine-ma zombi.Nell’ultima mezz’ora gli spettatori italiani avranno la gradita sorpresa di trovarsi davanti il sempre bravo Pierfrancesco Favino.

Daniele Gabrieli

Ambiente

Andiamo al cinema

World War Z

Inco

ntriSabato21/09 ore 16

ASSEMBLEASOCI CIRCOLOACLIProclamazione del vincitore 2° Edizione Premio DonElia Mandelli

Martedì 24/09 ore 21VIAGGIONELLARUSSIAASIATICAE MONGOLIAReportage Fotografico a cura di ATTILIOLESTINGI

Martedì 1/10 ore 21MEDIOORIENTE “UNAPOLVERIERA”Riflessioni di GIOVANNI BIANCHI già componente della Comm. Esteri della CameraNell’occasione presentazione del suo ultimo libro“POLITICAOANTIPOLITICA? TRA PASSIONE E QUALUNQUISMO”

Sabato5/10 dalle ore 10ASSEMBLEAGRUPPOSPORTIVOALGORinnovo cariche

Martedì 8/10 ore 21VIAGGIOINASIACENTRALE (KYRGYZSTANE TAJ IKISTAN)Reportage Fotografico a cura di ATTILIOLESTINGI

Venerdì 11/10 ore 10FILMATO“COME SI GIOCAVAUNAVOLTA”Incontroconleclassi dellascuolaElementarechehannopartecipatoal progettoREIL

Venerdì 11/10 ore 21PROBLEMATICHE E NUOVI PROGETTI DEI NOSTRI QUARTIERIIncontro pubblico con: GABRIELE MARIANI Pres. Comm. Urbanistica Zona 3

DARIOMONZIOCOMPAGNONI Pres. Comm. AmbienteZona 3

Sabato12/10dalle ore 10 CONSIGLIOREGIONALE US ACLIdalle ore 19 SERATA BALCANICAmusica - poesie - racconti

Domenica 13/1065° CircoloACLI Lambrate: Ricordodi GiorgioMagnaniConsegna attestati a Soci benemeriti

Mos

tre&

mer

catin

iDal 21Settembre“LAMBRATE E LAFERROVIA”Stazioni e tracciati ferroviari,protagonisti della storia di Lambratea cura di FRANCOSALA

“ LAMBRATE OPERAIA”Reportage fotografico“Le fabbriche che negli anni passatihanno caratterizzato il polo industriale di Lambrate”

NUOVOMERCATINODEL LIBROUSATOAperto tutti i giorni dalle 9 alle 12 dalle 15 alle 19

Domenica 29 SettembreMERCATINOAGRICOLTURASOCIALEPromosso da ACLI Terra

a

CIRCOLOACLI LAMBRATEVia Conte Rosso5, 20134 (MI) · [email protected] · www.circoloacli-lambrate.it

tLambra ein festadal 21settembre al 13 ottobre 2013

INCONTRI -MOSTREMUSICA-BALLO-BARCUCINA-GRIGLIERIAMERCATINODELLIBRO

Protagonistinell’impegno

quotidiano

CIRCOLOACLI LAMBRATEVia Conte Rosso 5, 20134 (MI) · tel.02 2157295

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dal 21settembre al 13 ottobre 2013INCONTRI -MOSTREMUSICA-BALLO-BARCUCINA-GRIGLIERIA

MERCATINODEL LIBRO

ORTICAin FESTA

Venerdì Sabato Domenica Domenica 6 Ottobre

In occasione della tradizionale ricorrenza tante iniziative per tutti

ricreative, sportive e culturali

ANPI, Sindacato Pensionati, Circolo Cul-turale MIX, Coop EDIF. Ortica, ComunitàPastorale, Fondazione Milano Policroma,

Emergency, Lega per l'Ambiente.Amici di Invideo, giovani del Kamikaze.Soc.Sportiva Aspes e Pro Patria 1883.

Associazione Milano con Voi. Istituti: Pasolini, Vespucci, Steineriana.

Dalle ore 10.00 alle 17.00 nella piazzagazebo delle associazioni presenti in quartiere. ANPI, Sindacato Pensionati, ViviRubattino, Emergency, Libera, circolo Mix, amici di Invideo, Lega per l'Ambiente.Giochi per bambini organizzati da Vivirubattino e Cascinette.

ore 10.00 SS.Messa in Santuario dell'Ortica.

ore 11.00 Visita, storico culturale nel quar-tiere, organizzate dal gruppo di guide turistiche

ore 11.00 Laboratorio di Ristorazionedella scuola Alberghiera Vespucci (tre classi con gli inse-gnanti presentano, preparano e servono ricette particolari).

ore 13.00 pranzo organizzato dal sindacato deipensionati sul sagrato della chiesa (se piove in coop)

Dalle ore 14.00 alle 15.30esibizione in piazza delle società sportive (ProPatria 1883 ealtre) al termine l'assessore allo sport o un suo delegato con-segna agli atleti un ricordo della festa.

ore 15.30il Sindaco o un suo delegato inaugura l'installazione musicalea ricordo di Enzo Iannacci progettata da Enzo Cappelli epremia cittadini ed associazioni benemerite del quartiere. A seguire musiche dal vivo con Cialdo, da parte del coro delloSpi e del complesso musicale di Emergency " Mondorchestra"

ore 17.30 SS.Messa in Santuario dell'Ortica.

ore 18.30/19.00 Musica classica in Santuario.

ore 22.00 Terza serata Jazz in coop.

Organizzano e Partecipano

04 / 05 / 06 Ottobre 2013

FESTA ORTICA 2013_Layout 1 17/07/13 11.07 Pagina 1

Per calendario eventi vedi www.circolomix.it

Settembre 2013 15Cultura e Società

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Capire in modo corretto oggi è possibileLa risposta vincente ?

Esperienza - Serietà - Alta Tecnologia

NUOVO SERVIZIO OTTICA 

24 sett 2013Storia e teologia della laicitàcon Serena Noceti e Saverio Xeres

1 ottobreLa libertà di ricerca con Edoardo Boncinelli e Mauri-zio Chiodi

8 ottobreInizio vita, procreazione assisti-ta, fine vita con Marilisa D’amico e Alberto Bondolfi

15 ottobreDiritti della persona e delle famiglie con Grazia Villa e Renato Balduzzi

22 ottobreLibertà e coscienza con Lidia Maggi e Stefano Levi della TorreModeratrice: Antonietta Cargnel

Orario:Ore 20.00 Aperitivo

Ore 21.00 Inizio IncontroOre 23.00 Conclusione

SALONE DEGLI ARCHI, PARROCCHIA SANTA MARIA INCORONATA, CORSO

GARIBALDI, 116 - MILANO M2 fermata Moscova autobus 94 - 43 - 70

Ingresso libero

PROMOTORI:A.B.E.M. (ASSOCIAZIONE BIBLICA EURO MEDITERRANEA), AZIONE CATTOLICA AM-BROSIANA DECANATI CENTRO STORICO E PORTA VENEZIA, CARITAS ZONA MILANO, COMUNITÀ ECCLESIALE SANT’ANGELO - MILANO, GRUPPO PROMOZIONE DONNA, LA ROSA BIANCA, LASILA, M.E.I.C. DI MILANO E DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA, NOI SIAMO CHIESA, PARROCCHIA SANTA MARIA INCO-RONATA - MILANO

ADERISCONO:AMCI - Associazione Medici Cattolici Italiani - Sezione di Milano Santa Gianna Beretta Molla, CONSULTA MILANESE PER LA LAICITÀ DEL-LE ISTITUZIONI, AMICI DELLA CONSULTA MILANESE PER LA LAICITÀ DELLE ISTITU-ZIONI, COORDINAMENTO DEI CIRCOLI ACLI DI MILANO CITTÀ

Dibattiti sutemi scottanti

Settembre 201316

Sabato 9 Novembre 2013 | ore 21:00

ASSEMBLEA CONDOMINIALE

Compagnia Scænici74 , Busnago

Regia: Patrizia Vergani

di Gérard Darier | presentata da:

Ah! E come in ogni Assemblea Condominiale che si rispetti… la partecipazione è consigliata a tutti! Se non avete mai partecipato ad una di queste frizzanti serate tra inquilini arbitrate da un amministratore, è ora di entrare nella mischia. Se un brivido vi corre ancora su per la schiena ripensando agli occhi iniettati di sangue del dirimpettaio tanto gentile che avete visto tramutarsi in una belva nell’ultimo incontro, è l’occasione giusta per sedare i rancori e riderci su…

Commedia brillante in due atti

Sabato 26 Ottobre 2013 | ore 21:00

DITEGLI SEMPRE DI SI

Compagnia Filodrammatica Gallaratese

Regia: Giovanni Melchiori

di Eduardo De Filippo | presentata da:

Michele Murri torna a casa dopo un anno di manicomio. Questa circostanza è ignorata da tutti, tranne che dalla sorella Teresa. Nella sua “lucida follia” Michele vuole riordinare la vita dei vari personaggi. E’ un viaggio intorno alla pazzia di un uomo: in lui realtà e fantasia si confondono. Per Michele i pazzi sono gli altri, ma in realtà il dramma della follia è tutto suo, commuove e fa ridere al tempo stesso.

Commedia brillante in due atti

Sabato 28 Settembre 2013 | ore 21:00

I MANEGGI PER MARITARE UNA FIGLIA

La Compagnia Instabile di Montesiro

Regia: Marco Costo Lucco

di Nicolò Bacigalupo | presentata da:

Celebre cavallo di battaglia di Gilberto Govi, simbolo ed emblema del teatro genovese, è una girandola di trovate comicissime attorno ai raggiri di una madre, Giggia, messi in atto per far sposare la fi glia Matilde. Sopra ogni evento si staglia la fi gura del padre Stefano, eternamente in contrasto con la moglie. La commedia vuole offrire al pubblico una versione riveduta e corretta, in occasione del Ventennale della Compagnia (1993-2013).

Commedia brillante in due atti

Sabato 12 Ottobre 2013 | ore 21:00

BUONANOTTE BETTINA

Comp. Spasso Carrabile, Nizza Monferrato

Regia: Sisi Cavalleris

di Garinei e Giovannini | presentata da:

Una timida mogliettina scrive un romanzo osè dimenticandolo sui sedili di un taxi dove viene trovato da un editore che lo pubblica. Da questo momento il racconto si sviluppa in una travolgente girandola di contrattempi, malintesi e bisticci. Il tutto condito con gags spassose, danze, canti.

Commedia brillante in due atti

Sabato 23 Novembre 2013 | ore 21:00

SERATA CONCLUSIVA e PREMIAZIONI

Non perdete l’esilarante spettacolo fuori concorso per la serata conclusiva del 5° Memorial Paini:

50 VOLTE I LOVE YOU di Luca Locati e Sarah Cristina MassaCompagnia Legati ad Arte, Monza

BIGLIETTO INTERO: 10 EuroRIDOTTI: 8 Euro Senior (>65) • Studenti e Universitari

ABBONAMENTO alle 4 SERATE: 28 Euro

Info e prenotazioni:[email protected]. 333 2141788

Come Raggiungerci:Teatro S. Giuseppe Via Redi, 21 -MI-Metro Linea 1: LIMA