Il capitalismo commerciale

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GENESI DEL CAPITALISMO COMMERCIALE AUTORE: TOMIRI GIUSY

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GENESI DEL CAPITALISMO COMMERCIALEAUTORE: TOMIRI GIUSY

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LA RIVOLUZIONE COMMERCIALE

La storia dei secoli che precedono l'industrializzazione è quella di una graduale mercantilizzazione non solo dei prodotti, ma anche dei fattori di produzione. La separazione di larghe fasce della popolazione dal possesso dei mezzi di produzione (terre e attrezzature tecniche), è l'aspetto più importante. Mentre si accresce, da una parte, la formazione del capitale, si costituisce, parallelamente, la manodopera indispensabile al funzionamento delle nuove attrezzature.

Solo con la pur lenta generalizzazione del mercato e del sistema dei prezzi può formarsi quel razionalismo economico che è elemento basilare del sistema capitalistico. Si tratta della tendenza al calcolo dei costi e dei profitti e dell'orientamento alla combinazione dei fattori produttivi in modo tale da ottenere i massimi vantaggi economici.

Prima della Rivoluzione industriale, e in contrasto con le pesantezze e i ritardi dell’organizzazione della produzione agricola, il commercio in tutte le sue forme ha costituito il principale settore in cui sono state messe a punto, provate e generalizzate le tecniche di razionalizzazione della vita economica.

William McNeill, nel suo pionieristico TheRise of the West (1963) insiste in primo luogo sugli scambi culturali tra le diverse civiltà come fattore di progresso, attribuendo un ruolo cruciale agli uomini di frontiera (commercianti, soldati, avventurieri, missionari). L’’incontro con il «diverso» è foriero di investimenti, guerre, migrazioni, innovazioni.

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OBIETTIVI La lezione presenta un quadro generale del capitalismo commerciale,primo stadio di quello

industriale, soffermandosi su alcuni dei più importanti cambiamenti a esso connessi. Alcuni storici considerano il complesso di mutamenti che occorrono tra X e XIII secolo la maggiore rivoluzione di cui la storia europea sia stata teatro, dopo quella neolitica e prima di quella industriale; una rivoluzione che è all'origine del predominio che l'Europa eserciterà sul mondo in età moderna e nella quale le attività commerciali, strettamente connesse alle città, giocano un ruolo strategico.

L'intento principale è quello di mostrare come nel corso del Basso Medioevo, si sia andata costituendo – come Fernand Braudel ci insegna – la prima grande mondializzazione moderna, dopo quella romana dell'Antichità, limitata al mondo mediterraneo. Come,grazie allo stabilirsi di rapporti regolari tra l'Europa del Nord, le Fiandre, i grandi porti italiani, il mondo asiatico, si sia costituita un’ economia mondo-europea.

Anche Janet L. Abu-Lughod, nel suo Before European Hegemony (1989), colloca alle origini dell’ economia capitalistica l’espansione dell’economia-mondo europea iniziata nel Basso medioevo. Nel periodo 1250-1350, articolato in otto circuiti e centrato in aree extraeuropee, i commerci e la divisione del lavoro facevano un sistema economico globale sviluppato.

Il tema permette anche di fornire i presupposti fondamentali per una più approfondita comprensione del ribaltamento dei rapporti fra Oriente e Occidente che caratterizzerà la storia moderna.

Le origini della supremazia planetaria dell’Occidente secondo i recenti sviluppi della World History: il confronto con la Cina.

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CONCETTI CHIAVE

Scambio Produzione Manifattura Mobilità sociale Stati nazionali Ordine Ceto Borghesia mercantile Bisogni Merce Ricchezza/Reddito Salario Rendita Profitto Proprietà: Affitto/mezzadria

Fattori produttivi: terra, lavoro, capitale Investimento, Risparmio, Consumo Attività produttiva: trasformazione di beni,

servizi

Settori produttivi Produttività Economia monetaria Domanda di mercato Concorrenza Hansa Lettera di cambio Compagnie commerciali Banca Partita Doppia Commende Assegno

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SOCIETA’ ECONOMIA

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Forte incremento demografico connesso alla crescita della produzione agricola cui si accompagna una crescente domanda di merci di ogni genere che porta ad una straordinaria espansione dell'economia di scambio, di cui le città sono le protagoniste, ma il cui presupposto sta nelle campagne o, meglio, nei progressi dell'agricoltura.

Miglioramento climatico (tra i secoli VIII e XII) con innalzamento della temperatura media (coltivazioni di vite addirittura in Inghilterra e Norvegia).

Estensione delle aree coltivabili con bonifiche e disboscamenti.

Aumento della produttività agricola grazie ad innovazioni tecniche (mulino ad acqua, aratro pesante, giogo frontale, rotazione triennale dei campi, coltivazione del baco e lavorazione della seta, ecc.)

Nascita di due nuovi concetti di proprietà: l'affitto e la mezzadria. Questi due concetti permettono al contadino di coltivare i prodotti secondo la domanda di mercato. Le eccedenze nel settore agrario vengono investite nel commercio.

Espansione delle rotte commerciali verso l'Estremo Oriente e nascita della via della seta. In Europa, nascita del panno di lana come bene di scambio con l'Oriente.

La rivoluzione urbana dell’XI-XII sec. vide l'emergere di nuove figure professionali legate al commercio e alle attività artigianali.

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IL BASSO MEDIOEVO (XI- XV sec.)

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IL MONDO DEL MERCANTE

La concretezza, l'abitudine allo scambio di merci, che è sempre anche confronto e scambio di usi e mentalità, plasmano i modi del vivere quotidiano.

Muta, secondo la celebre lettura di Jacques Le Goff, la stessa percezione del tempo, cioè il criterio che scandisce la vita quotidiana: il tempo influisce sui margini di profitto o di perdita del mercante; il tempo misura la produttività degli artigiani.

Il panorama delle città medievali vide sorgere, a fianco del castello e della cattedrale, il palazzo del comune con la torre civica che, soprattutto a partire dal momento in cui l'orologio a pesi sostituirà la meridiana, comincerà a segnare il nuovo "tempo borghese degli affari".

Nascita del Razionalismo economico , cioè ricerca della massima produttivià possibile nei tempi più brevi e i costi minimi possibili. Le tecniche d'affari trasformano il risparmio in investimento cambiando sostanzialmente la cultura economica.

L'ampliamento della mole dei commerci rende necessaria l'acquisizione, da parte dei mercanti, di una capacità pratica nella lettura-scrittura e nel calcolo, che è la base per la registrazione delle transazioni e per la stesura di libri contabili. Testimonianza della diffusione di tali strumenti sono i trattati di aritmetica che compaiono tra il XII e il XIII secolo tra cui il "Liber abbaci" (1202) di Leonardo Fibonacci.

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LE ATTIVITA’ COMMERCIALI Ampliamento del mercato (dovuto anche agli investimenti dal settore agragrio) e nascita della

concorrenza. Le attività commerciali crescono per volume d'affari e raggio d'azione sviluppandosi su tre piani:

1. A livello locale, tra città e campagna, tra artigiani e contadini, si incrementano gli scambi dei prodotti dell'agricoltura e dell'artigianato locali.

2. A livello interregionale, nelle fiere che periodicamente mettono in comunicazione aree distanti, si scambiano prodotti di maggior valore quali il grano, il sale in grado di coprire i costi del commercio a media distanza.

3. A livello internazionale poi, si incrementano i rapporti, mai del tutto interrotti, con il Medio e l'Estremo Oriente, dove arrivano i metalli, i panni e le tele, il legname da costruzione e i prodotti agricoli europei e dai quali provengono prodotti di lusso, come la seta, le pietre preziose e , ma anche zucchero, cotone o allume (usato nella tintura dei tessuti).

Le aree trainanti sono quelle dell'Italia e quella delle Fiandre, avvantaggiate entrambe dalle rispettive posizioni geografiche.I due sistemi commerciali sono collegati fra loro via terra, così che dall'Italia alla Fiandra e al Baltico si costituisce, dalla fine del XIII secolo, un'economia-mondo europea: le merci provenienti dal Mediterraneo, superate le Alpi, si scambiano con quelle provenienti dal Nord nei numerosi circuiti delle fiere, luoghi d’incontro dei mercanti di tutta Europa. Fra queste, fino a tutto il Duecento, primeggiano quelle della Champagne e delle Fiandre, circa a metà strada fra le due aree.

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I SETTORI PRODUTTIVI

Sviluppo dell'attività mineraria: di particolare importanza le miniere d'argento che permisero il conio delle monete rese necessarie dallo sviluppo dei commerci.

Estrazione e l'utilizzo del carbone ebbe corso in Inghilterra nel XII secolo che darà il via all'industria siderurgica.

Nascita dell'industria della carta, avviata a Fabriano nel secolo XIII

La produzione di armi raggiunse l'apice in zone minerarie come la Germania renana, ma anche la Lombardia, mentre nel mondo musulmano si importavano sia spade "franche", che metalli grezzi lavorati poi in Spagna o in Siria. La lavorazione dei metalli fece grandi progressi, con forni più efficienti che permisero la lavorazione dell'acciaio e le opere di grandi dimensioni quali le campane o le canne d'organo.

importanti scoperte e innovazioni: il mulino ad acqua venne applicato anche alle lavorazioni tessili, siderurgiche, del legno e della carta. Vennero introdotti il mulino a vento, il telaio verticale, il filatoio a ruota, le lenti e gli occhiali, orologi a torre e meccanici, le chiuse per i canali.

Le costruzioni navali imposte in sempre maggiore misura dallo sviluppo dei traffici commerciali, daranno origine alle prime grandi manifatture e alle maggiori concentrazioni di lavoratori salariati dell'epoca: l'Arsenale di Venezia occupava svariate migliaia di persone.

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GLI STRUMENTI ECONOMICI

Circolazione della moneta: la moneta aurea fece la sua ricomparsa stabile in Europa occidentale nella seconda metà del Duecento a Firenze e Veneza, che coniarono, rispettivamente, il fiorio e il ducato o zecchino, che divennero i mezzi principali dei grandi scambi internazionali.

L'aumento degli scambi, insieme a evidenti ragioni di sicurezza, imposero ben presto di ricorrere a mezzi di pagamento alternativi. Per evitare di trasportare fisicamente il denaro nacquero strumenti creditizi che permettevano la riscossione di somme precedentemente versate in altre città come le lettere di credito, gli assegni,le lettere di cambio,i conti correnti.

Centralizzazione dei capitali, con la trasformazione di grandi mercanti in banchieri. Pionieri di questa trasformazione sono i mercanti italiani, conosciuti in tutta Europa con il medesimo nome di “Lombardi”, che praticano l'attività bancaria come estensione di quella mercantile, commerciano ed effettuano prestiti su tutti i mercati.

Introduzione della discriminazione dei noli, cioè somme di denaro (diversificate secondo la merce in questione) da pagare ai mercanti per trasportare le merci. Per merci meno costose venivano fatti pagare noli più piccoli e viceversa.

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Le compagnie commerciali (a scadenza annuale, rinnovabili), società mercantili-imprenditoriali che sostituirono il commercio un tempo basato sui mercanti itineranti. Le compagnie avevano succursali nelle più importanti piazzeforti. Un esempio di come funzionassero queste specie di "holding" può essere offerto dalla compagnia fiorentina dei Bardi, che nel 1336 ricevette dalla filiale di Avignone l'incarico da parte di papa Benedetto XII di inviare agli armeni, assaliti dalle popolazioni turche, il corrispettivo di diecimila fiorini d'oro in grano. Poche settimane dopo gli agenti italiani dei Bardi comprarono il grano sulle piazze di Napoli e Bari tramite le loro filiali e prima della fine del mese navi cariche delle vettovaglie erano già salpate verso il Mar Nero.

Le commende tra imprenditori con capitali e commercianti che li facevano fruttare. Erano forme di raccolta e di utilizzo del risparmio. Attraverso la commenda una certa quota di denaro o di merce viene fatta fruttare dal suo proprietario affidandola ad un mercante che sopporta i pericoli e le preoccupazioni materiali del commercio (allestimento della nave, viaggio, contrattazioni, ecc.) e ne ricava una parte del guadagno (di solito l/3) mentre i prestatori sostengono i rischi finanziari dell'impresa incamerando, in caso di buona riuscita, i 2/3 del ricavato.

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GLI STRUMENTI ECONOMICI

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MANIFATTURA E PROTO- INDUSTRIALIZZAZIONE

L'industria a domicilio si sviluppa durante il secolo XIII nel settore della produzione tessile (lana, seta) e si concentra in regioni fertili, ricche di manodopera e di spirito imprenditoriale, ben collegate ai mercati di importazione delle materie prime (lana, coloranti, allume, ecc.).

Tali regioni sono:- le Fiandre e i Paesi Bassi che importano lana dall'Inghilterra, la lavorano e la riesportano in tutta Europa;- l'Italia settentrionale e centrale (Lombardia, Toscana) che ricevono la materia grezza dalla Spagna, dalla Siria e dall'Africa del nord [1965, Jacques Le Goff] e la ridiffondono lavorata nel bacino del Mediterraneo.

Tali unità produttive, rappresentate dalle industrie a domicilio, producono merci a basso costo ma ad alta resa per il mediatore, un mercante-imprenditore che procura materie prime, strumenti di lavoro, controllando e coordinando i passaggi dalla materia grezza sino al prodotto finito, attraverso le diverse lavorazioni eseguite da diversi artigiani-operai, residenti in luoghi distinti.Nelle città si creò un sistema di manifattura diffusa, con le varie fasi della lavorazione delle stoffe affidate a vari lavoratori specializzati. Il mediatore, che è l'unico ad avere presente il quadro complessivo del processo produttivo (lavoro di organizzazione) divide rigorosamente le fasi lavorative di modo che ad ognuno tocchi un'unica e determinata operazione.

Il settore produttivo venne rivoluzionato, con una passaggio da un sistema artigianale (dove si produceva su richiesta) a un sistema manifatturiero (dove si produceva per vendere).

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CINA,LA DINASTIA SONG (960-1279 d.c)

Efficiente burocrazia permise un livello di centralizzazione e di capacità di controllo sia politico che economico sulla società.

Le città prosperarono grazie all'attivo sistema commerciale e manufatturiero. La classe dei mercanti raggiunse un livello sino ad allora ineguagliato di ricchezza.

Enorme diffusione che ebbe la Stampa e l'allargamento della scolarizzazione nella società. Con la stampa i Song poterono realizzare la prima cartamoneta della storia, utile per l'enorme volume degli scambi commerciali tra le varie regioni cinesi, oltre che per le basi commerciali cinesi che si andavano creando nel sudest asiatico (Vietnam, Champa, Malesia, Bengala).

Esistevano "fabbriche" addette alla produzione in serie di manufatti in Porcellana unicamente per l'esportazione, altre unicamente per il consumo a corte, altre per la vendita locale.

Lo storico Robert Hartwell ha stimato che la produzione di ferro in Cina sia aumentata di sei volte dal 806 al 1078 e che in quest'ultimo anno in Cina se ne producessero 125.000 tonnellate l'anno (il doppio della produzione britannica del 1788)

L'introduzione del cotone, specialmente a sud, costituì una enorme nuova risorsa e una nuova industria tessile. Le cartiere prosperarono nel Zhejiang così come la produzione di lacca. La produzione di polvere da sparo e cannoni permise di fronteggiare invasioni turche degli Xi Xia durante il periodo dei Song Meridionali. Cannoni furono adattati alle enormi giunche da carico per i commerci marittimi.

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DINASTIA MING ( 1368 -1450)

Nella Cina del Nord, vennero prodotte ogni anno più di 100.000 tonnellate di ferro, e molti libri furono stampati con caratteri mobili.

Tra il 1405 e il 1433, gli imperatori Ming inviarono sette spedizioni marittime per esplorare i mari del Sud e l'oceano Indiano, arrivando fino alle coste orientali dell'Africa. Le navi a più strati di Zheng He trasportavano fino a 500 soldati ma anche partite di beni da esportare, soprattutto sete e porcellane, e riportavano indietro beni di lusso stranieri come spezie e legni tropicali.

I contatti ed i commerci con il mondo esterno, in particolare con il Giappone, si incrementarono notevolmente.

I cinesi acquisirono una certa influenza sul territorio del Turkestan, e le nazioni marittime dell'Asia spedirono convogli con omaggi per l'imperatore cinese. All'interno del paese, il "Gran Canale" venne espanso notevolmente e fu utilizzato con profitto per il commercio interno.

La ragione economica per queste enormi imprese era politica: acquisire nuovi Stati tributari e sancire la potenza dell’impero e la supremazia delle élite cinesi. Le traversate furono oggetto di competizione tra le élite dello Stato, non erano tesi ad estendere la sovranità cinese al di là dei mari.

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UNA RIVOLUZIONE COMMECIALE ABORTITA

A partire dalla fine del XV secolo, ai soggetti imperiali venne impedito di costruire navi per l'oceano o di lasciare il paese, come risposta alla pirateria. L'abbandono della grande flotta ed il divieto di costruzione di navi per mare portarono al decadimento dell'industria del ferro.

La degradazione del commercio è incentrato soprattutto sul ruolo del supporto dello Stato. Durante i primi anni della dinastia Ming, Hongwu creò le fondamenta per uno stato disinteressato al commercio ed orientato ad ottenere rendite dall'agricoltura.

Il sistema economico Ming enfatizzò l'agricoltura, a differenza di quello della dinastia Song, che aveva preceduto i mongoli e che basava sui commerci le proprie rendite. Le leggi contro i mercanti e le restrizioni imposte agli artigiani rimasero simili a quelle applicate dai Song, ma ora affliggevano anche i mercanti stranieri del periodo mongolo, e la loro influenza diminuì rapidamente.

Sebbene il regno di Hongwu avesse visto l'introduzione della carta moneta, lo sviluppo del capitalismo venne intralciato dall'inizio nel raggiungere il suo potenziale. Non comprendendo il meccanismo dell'inflazione, Hongwu elargì in ricompense così tanta carta moneta che dal 1425 lo stato venne obbligato a reintrodurre monete in rame, con la valuta di carta svalutata della settantesima parte del suo valore originale.

Il controllo (ma non necessariamente il supporto) statale dell'economia e della società in tutti i suoi aspetti frenò la nascita del "capitalismo incipiente.

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LE CAUSE DELLA MANCATA EVOLUZIONE CAPITALISTICA

La razionalità superiore dello stato sociale cinese rispetto al feudalesimo europeo. Uno sviluppo economico, culturale e tecnologico iniziato prima che in Occidente. Quasi tutti gli storici concordano che tra il 1000 e il 1500 l’epicentro dell’ecumene eurasiatico si trova in Cina, all’epoca la civiltà più progredita.

Esso fu però bloccato da:

1. Le lunghe guerre con i mongoli, le incursioni giapponesi in Corea e le violazioni dei pirati giapponesi

2. costante sovrabbondanza di manodopera a basso costo

3. rifiuto di proteggere i ceti mercantili

4. enorme prestigio che aveva la burocrazia statale

5. l’assorbimento di risorse necessario per controllare il proprio sistema idraulico

6. un’alta incidenza delle calamità ambientali che determinavano una minore propensione agli investimenti

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LA DIALETTICA TRA STORIA E AMBIENTE: PROSPETTIVE DI WORLD HISTORY

Tra spazio geografico e insediamento umano si genera una dialettica di challenge e response che rappresenta la chiave dello sviluppo storico delle diverse civiltà; il rapporto con la natura e in particolare con il clima. È in tale contesto che, soprattutto con William McNeill, la world history muove i suoi primi passi. L’interazione tra uomo e ambiente viene posta alla radice delle differenze di genesi e sviluppo delle civiltà umane.

Con Jared Diamond, l’approccio interattivo tra uomo e ambiente raggiunge il punto di massima ambizione chiave esplicativa dei «destini delle società umane». Nel grano, nel bestiame e nei cavalli addomesticati risiede il vantaggio competitivo dell’Eurasia, ma con un Mediterraneo più facilmente percorribile grazie al vento e ai ripari, rispetto alle steppe sterminate dell’Oriente.

Acquista così spessore la distinzione tra colture agricole umide (riso) e secche (grano). La superiore durata nel tempo del primo lo rende utilizzabile anche come mezzo di pagamento in natura di tasse e salari, mentre le economie che si reggono sul secondo hanno maggiori necessità di passare alla moneta. Inoltre le risaie richiedono una presenza più assidua sui campi e scoraggiano un sistema di ferma militare: il monopolio della violenza esige quindi una centralizzazione delle risorse per il reclutamento di forze armate professionali,che è al centro del confronto tra potere imperiale e locale.

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Lo storico dell’economia come Eric Jones ha enfatizzato il vantaggio competitivo rappresentato da un ambiente vivibile. Il peso assai maggiore delle catastrofi naturali (e anche delle invasioni straniere, come quella mongola del XIII secolo) determina in Asia depauperamento delle risorse, insicurezza degli individui e conseguente soggezione delle attività umane al potere. Viceversa in Europa l’articolazione del paesaggio e un sistema frastagliato di stati sono all’origine della particolare vivacità di un ceto commerciale in perenne lotta per la propria autonomia contro il potere politico.

In Europa la produttività agricola era più bassa, ma le calamità erano meno gravi, mentre scarsità e la distanza delle aree fertili favorì una differenziazione interna del continente, stimolando crescita dei commerci a vasto raggio. La marginale posizione geografica che pose l’Europa al riparo dalle invasioni dei popoli asiatici favorì infine lo sviluppo di più Stati, meno dispotici perché in concorrenza tra loro e articolati in strutture feudali. Ne derivarono una propensione al commercio e all’innovazione, lo sviluppo di un’economia di mercato.

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LA DIALETTICA TRA STORIA E AMBIENTE

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Il miracolo europeo Eric Jones (1981)

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BIBLIOGRAFIA