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IL CANE LUPO CECOSLOVACCO STORIA DI UNA MERAVIGLIOSA SIMBIOSI CON IL LUPO DA COMPRENDERE E AMARE Di DANIELA CIOTTI Copyright 2012 Proprietà letteraria ed artistica riservata Riproduzioni e traduzioni anche parziali vietate Nuova edizione riveduta e corretta ALLEVAMENTO COSMO DANIEL ELITE Riconosciuto ENCI - FCI dal 1993 DI DANIELA CIOTTI SITO www.ilcanelupocecoslovacco.it PAGINA FACEBOOK www.facebook.com/allevamentolupocecoslovaccocosmodanielelite

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IL CANE LUPO CECOSLOVACCO

STORIA DI UNA MERAVIGLIOSASIMBIOSI CON IL LUPO

DA COMPRENDERE E AMARE

Di

DANIELA CIOTTI

Copyright 2012 Proprietà letteraria ed artistica riservataRiproduzioni e traduzioni anche parziali vietate

Nuova edizione riveduta e corretta

ALLEVAMENTO COSMO DANIEL ELITE

Riconosciuto ENCI - FCI dal 1993

DI DANIELA CIOTTI

SITOwww.ilcanelupocecoslovacco.it

PAGINA FACEBOOKwww.facebook.com/allevamentolupocecoslovaccocosmodanielelite

CANALE YOUTUBEwww.youtube.com/channel/UCmQE4yGGcc58W1zvMRu-cHg

Ideazione dell’opera, stesura dei testi, interpellanze specialistiche e finanziamento del progetto di Daniela Ciotti.

Nuova edizione rinnovata e ampliata nei contenuti Il Cane Lupo Cecoslovacco “Storia di una meravigliosa simbiosi con il lupo da comprendere e amare” - Saludecio 2012.

Revisione del testo e quarta di pagina a cura di Martina Galvani Realizzazione grafica della copertina e impaginazione a cura di Paola Zagato. www.rofosdesign.com

In copertina Cosmo Daniel Elite Evaristo, retro Cosmo Daniel Elite Kenia.

Tutti i soggetti di Cane Lupo Cecoslovacco che appaiono nella galleria fotografica sono nati nell’allevamento Cosmo Daniel Elite di Daniela Ciotti, hanno dato un valido contributo fotografico anche gliamici nonché proprietari dei miei adorati lupi.

Prima edizione Il lupo ed il cane lupo cecoslovacco “Nascita e storie di una splendida ibridazione” Torino 2005 LRC Edizioni. Redatta e Coordinata da Leonardo Repetto.

INDICE

Ringraziamenti 10

Introduzione 12

Capitolo 1Storia 16Com’è nato il Cane Lupo Cecoslovacco 16L’accoppiamento del lupo con il cane 16La preparazione ed il corso dell’esperimento 16Prime osservazioni importanti sugli ibridi 21Perché si è deciso di allevarlo 26La somiglianza con il suo antenato il lupo 28Dagli ibridi alla razza 30Il riconoscimento internazionale 32

Capitolo 2Lo standard 35Che cos’è 35Un breve resoconto storico 36

Capitolo 3La cinofilia ufficiale 45Regolamento e spiegazione di alcune sigle cinofile 45

Capitolo 4Il lupo 53Analogie e differenze rispetto al cane 53Come comunica il lupo 64La gerarchia 79

La riproduzione 81La crescita dei cuccioli 83Il branco 88I componenti del branco 91Ecologia del lupo 96Tecniche di caccia 97

Capitolo 5Cenni storici e culturali 100Il lupo tra racconti e leggende 100

Capitolo 6Attualità: le normative sulle vaccinazionida effettuare 105Le vaccinazioni 105Cimurro 105Epatite infettiva 107Leptospirosi 108Parvovirosi 109Tracheobronchite infettiva 110Piroplasmosi 111Coronavirus 112Rabbia 113Borreliosi 115La vaccinazione del cucciolo 116La vaccinazione del cane adulto 116La vaccinazione antirabbica 117Il Passaporto 121

Capitolo 7Le malattie del cucciolo 123La leishmaniosi 123La filariosi cardiopolmonare 125La mielopatia degenerativa 127Dermatite allergica 133Dermatiti parassitarie 134Dermatiti da intolleranze alimentari 134Dermatiti da allergeni diversi 135L’otite 135Dermatiti da stress 136La congiuntivite 136

Capitolo 8Il microchip 119

Capitolo 9La displasia dell’anca 138Classificazione F.C.I. della displasia dell’anca 140

Capitolo 10La displasia del gomito 143Classificazione della displasia del gomito 143

Capitolo 11Alimentazione 151Intervista al Medico VeterinarioDr. Luciano Ponzetto di Caluso (To) 151

Capitolo 12Le esposizioni canine 157Regolamento e funzione 157Certificati, qualifiche e loro significato 158Il Cane Lupo Cecoslovacco selezionatoanche per il lavoro 166La mia personale percezione in meritoalle esposizioni canine 178

Capitolo 13Daniela Ciotti si racconta 186Prime esperienze dall’allevamento 186Il mio allevamento: un branco 211L’accoppiamento in ambiente controllato 230Alimentazione del branco 238Il carattere: comportamento, pregi e difetti 242

Capitolo 14Il proprietario ideale 256

Capitolo 15Le domande delle persone che vogliono conoscereil Cane Lupo Cecoslovacco 259Le domande più frequenti a propositodella vita di gruppo 259Le domande più frequenti riferite al momentodel parto 265Le domande più frequenti riguardo la socializzazionein ambito familiare 274Adottare un cucciolo:dalla scelta alla convivenza con un piccolo lupo 283

Capitolo 16Racconti di esperienze vissute 292Il cucciolo che si salvò dall’acqua gelata 292Il lupo ritrovato 293Convivenza con altri cani 298Cosmo Daniel Elite Aika 300Denik il lupo extrasensoriale 303

Capitolo 17Lupi attori protagonisti 305Il centenario della casa Automobilistica Lancia 305Le riprese del film “I Padroni di Casa” 307

Capitolo 18L’addestramento 311La mia esperienza 313Un cucciolo poco socievole 314Un cane che non sa stare da solo 316La scomoda posizione di leader 317Un lupo Alfa 319L’attitudine del Cane Lupo Cecoslovacco 320

Capitolo 19Tribute to the wolf 323

Manifesto per la conservazione del lupo 323

Bibliografia 330

I suoi occhiriflettono

il tuo sguardocatturandolo

poi si giraelusivo e silenzioso

eriprende la sua strada…

ECCO COSA SCOPRIRAI LEGGENDO QUESTO LIBRO:

• Conoscerai tutta la vera storia sulla nascita del Cane Lupo Cecoslovacco e la sua similitudine con ilLupo dei Carpazi dal quale deriva in seguito ad una particolare ibridazione.

• Comprenderai la sua perfetta simbiosi con il Lupo Selvatico.

• Comprenderai il comportamento del branco, per poter avere uno strumento in grado di farti entrare in perfetta relazione con esso, non solo impartendo ordini, ma attraverso una comunicazione semplice e non coercitiva.

• Conoscerai attraverso la mia personale esperienza tutti i segreti per una giusta convivenza con il tuo amico a quattro zampe.

BENEFICI

1. Cambierai la tua concezione legata alla logica.

a. Il tuo Cane Lupo Cecoslovacco sarà più attento e felice di ascoltarti.

2. Agirai di più ascoltando il tuo cuore.

a. Otterrai il rispetto reciproco ed un perfetto equilibrio

3. Comprenderai che il Cane Lupo Cecoslovacco segue regole differenti dalle nostre, legate all’istinto, alla conservazione e al rispetto reciproco del branco.

a. Otterrai una vita più serena e rilassata per entrambi con beneficio immediato sulla sua e tua salute e un benessere sia fisico che materiale.

ECCO COME QUESTO LIBRO TI PUÒ ESSERE UTILE:

• Capirai chi è veramente il Cane Lupo Cecoslovacco.

• Comprenderai se è una specie adatta a far parte di te e del tuo “branco-famiglia”.

• Chiarirai ogni tuo dubbio e perplessità.

• Imparerai tutti i miei segreti che ti svelerò in modo unico, semplice e sensazionale,attraverso la mia esperienza, per un buon allevamento ed educazione del tuo amico a quattro zampe.

• Comprenderai meglio i comportamenti del tuo “lupo” durante le varie fasi di crescita.

• Imparerai a conoscere il linguaggio segreto che usano i Lupi selvatici per comunicare all’interno del branco.

• Imparerai a riconoscere e risolvere eventuali problemi di convivenza.

• Comprenderai che il Cane Lupo Cecoslovacco non ha lo stesso metodo e tempo di apprendimento del cane.

CHI È DANIELA CIOTTI È PERCHÈ DOVREI FIDARMI?

Fin da piccola ho sempre avuto una particolare passione per gli animali in genere, anche se i miei preferiti erano i cani ed i cavalli. Abitando in città, precisamente a Torino, all’interno di un appartamento, non ho mai potuto realizzare il sogno di avere un cane, perché i miei genitori non erano d’accordo.

Mi consolavo portando a passeggio il Cane Pastore Tedesco della mia vicina, e alcune volte anche un altro cane appartenente alla razza Cocker di una persona anziana abitante nel palazzo di fronte al mio.

Di quegli anni ricordo che attendevo ansiosamente le vacanze in cui poter trascorrere tutto il mese di Agosto presso la cascina dei miei zii a Riccione.

Gli animali, in quella terra di mare, non mancavano di certo ed io mi trasformavo in una figura che simpaticamente potrebbe essere definita “contadinella”.

Un fatto che ricordo ancora con affetto, e che rappresenta il mio carattere ed il rapporto che instauro con gli animali in genere, è che la prima cosa che facevo al mio arrivo, dopo aver salutato gli zii, era andare a slegare il cane.

Non ho mai sopportato la vista di un cane alla catena, o di un qualsiasi animale confinato, in stato di costrizione. Tornando indietro negli anni, ritrovo nuovamente a casa di mio zio un richiamo affettivo alla passione che ha segnato la mia vita.

Oltre ad Argo, un Lupo Italiano, al quale ero legata emotivamente, mio zio ebbe altri cani, di diverse razze: dal Bracco Italiano, al Setter Irlandese, al Cane Pastore Maremmano Abruzzese.

Questo mi diede la possibilità di fare esperienza con i loro differenti caratteri e cercare, con l’aiuto di alcuni libri e documentari, di interagire con loro.

La mia vita procedette ancora per diversi anni senza cani fino a quando, nel 1987, mi sposai andando ad abitare in Val di Susa, in una casa indipendente con annesso un prato di 2.000 mq.

La voglia di possedere un cane, a quel punto, si fece sempre più insistente nei miei pensieri. Lavorando a Torino, che distava dalla mia dimora a circa 50 km, i problemi, però, erano ancora tanti. Non volevo assolutamente avere un cane per lasciarlo tutto il giorno da solo.

Una domenica andai, come spesso accadeva, con mio marito Giorgio al lago del Moncenisio e sperimentai un incontro folgorante, che cambiò completamente la mia vita. Vidi uno splendido esemplare di Pastore Maremmano Abruzzese, in mezzo al bosco, proprio sopra le nostre teste.

Senza esitare volli parlare con il suo proprietario, il quale mi indicò un bellissimo libro che parlava di quella razza, intitolato “I Pastori Italiani”, Edizioni De Vecchi, prima stampa 1987.

“Molti anni più tardi fecero la seconda ristampa dove all’ interno, con grande soddisfazione, comparivo conuna femmina di Pastore Maremmano Abruzzese, Ombretta delle Nuvole Bianche, vincitrice di numerosi titolidi bellezza”.

Il giorno seguente mi procurai il volume, ed all’interno trovai numerosi indirizzi di allevatori in Piemonte.

Passò appena una settimana ed acquistai il mio primo Pastore Maremmano Abruzzese, di nome Delfo delle Nuvole Bianche.

Dopo un anno di convivenza con il Pastore Maremmano Abruzzese decisi di acquistare, in un altro allevamento, due femmine di linea di sangue diversa:

1. Ombretta delle Nuvole Bianche2. Noce delle Grandes Murailles.

Nel 1989, inseguendo una passione che stava acquisendo sempre maggiore importanza, iniziai ad avvicinarmi alle esposizioni canine ottenendo molte soddisfazioni e riconoscimenti.

Nel frattempo, mi dimisi dal posto di lavoro, iniziando così ad allevare il Cane Pastore Maremmano Abruzzese a tempo pieno.

La decisione di diventare allevatrice a livello amatoriale della specie canina venne presa in pochi secondi.

Spesso accade stranamente così per le scelte più importanti. Per questo ho deciso di riproporvi il momento incui venne decisa una svolta così importante della mia vita, come quella di abbandonare un lavoro sicuro per inseguire un sogno.

Il mio ricordo corre a quando lavoravo a Torino in uno studio associato commerciale e notarile. Ero molto apprezzata e proprio in quel periodo mi proposero di gestire quasi tutto l’ufficio contabile, indubbiamente sarebbe stato un bel salto di qualità sia dal punto di vista professionale che da quello economico.

La finestra del mio ufficio si affacciava sul corso principale e un’enorme Faggio attirava costantemente il mio sguardo, tanto che mi ritrovavo spesso incantata a guardare quella bellissima pianta che sembrava volesse soffocare con la sua imponenza la città.

Ormai la conoscevo bene ed osservavo ogni volta con meraviglia le sue verdi foglie che ogni anno ingiallivano per poi cadere lasciandola spoglia. Pareva seccare, ma lei ogni anno era lì piena di vita a ricordarmi la libertà e la bellezza della natura che racchiudeva in sé.

Dovevo fare una scelta. Non ci misi molto. Mio marito Giorgio sapeva della mia passione e mi assecondò. Il sogno divenne realtà.

Nel 1993 richiesi l’affisso “Cosmo Daniel Elite” che mi venne riconosciuto dall’ENCI e dalla FCI. In quegli anni dal 1988 al 1998 appresi davvero molto, anche perché lavorando su quella razza, complice la moda del momento, ci si scontrava con una concorrenza davvero agguerrita.

Probabilmente ti chiederai come mai non ho continuato l’allevamento amatoriale con il Pastore Maremmano Abruzzese.

La risposta è semplice ma, per comprenderne la logica, è necessario conoscere alcune massime della mia filosofia di vita.

Il bello di ogni situazione, infatti, sta nella capacità personale di apprezzare le molte opportunità che ci vengono offerte.

Ovviamente, non possiamo conoscere in anticipo i risultati delle nostre scelte, anche se bisogna avere il coraggio di provare a percorrere strade nuove.

Alcune volte la vita pone davanti ad infiniti ostacoli, che dobbiamo cercare di accettare nel modo più positivo possibile per avere la forza di superarle al meglio.

Proprio nel momento in cui il mio allevamento otteneva i maggiori riconoscimenti ed apprezzamenti, alcuni avvenimenti che coinvolsero la famiglia di mio marito, la quale peraltro, non ha mai capito la mia passione,

forse in quanto non amava gli animali, posero di fatto fine alla mia esperienza di allevatrice.

Le abitazioni di entrambi erano connesse, ed il terreno di loro proprietà. Fui costretta a compiere un’ulteriorescelta, questa volta molto dolorosa. Dovetti regalare tutti i miei amati cani tenendomi solo la leader:

1. Noce delle Grandes Murailles,2. Peterhun Euro, 3. Cosmo Daniel Elite

Bianca che decisi di portare con me, visto che fui costretta a cambiare casa. Purtroppo passò un po’ di tempo prima che potessi trasferirmi nella mia nuova residenza.

Nel frattempo pensai che avendo un piccolo giardino, avrei potuto fare accoppiare Bianca che aveva quasi treanni e ricominciare a costruire il mio allevamento amatoriale, ma le avversità e gli ostacoli non erano finiti.

Scoprii in breve che Bianca non era disposta ad accettare nessun maschio al di fuori di Euro, che però non poteva accoppiarsi in quanto sterile.

Nella mio modo di intendere la vita niente accade per caso, ma per una giusta ragione, anche se noi al momento non ne comprendiamo il motivo.

Per questo mi rassegnai al destino, ritornando al mio lavoro originario. Ancora una volta mi ritrovai chiusa tra le quattro mura di un ufficio contabile. Da quel momento feci a me stessa una promessa: non avrei più permesso a nessuno di condizionare la mia vita e le mie scelte presenti e future.

Chiudere un ciclo per aprirne un altro è la forza che ci permette di proseguire la nostra avventura terrena, superando anche le numerose avversità che possono presentarsi sul nostro cammino.

Quando acquistai il mio primo Cane Lupo Cecoslovacco capii che un ciclo della mia vita si fosse concluso.

Altra bella esperienza, che vorrei condividere fu l’acquisto di un cucciolo di West Hingland White Terrier di nome Maddalo Diva da un prestigioso Allevatore Inglese.

Era uno splendido esemplare di sesso femminile dal carattere molto vivace, che alla prima esposizione si impose immediatamente conquistando il 1° Eccellente all’expo Internazionale di Torino e di Genova nel 1993.

Il mio percorso precedente fu molto utile, in quanto la mia figura di allevatore ed espositore risultò ancora più versatile e completa in seguito alla conoscenza pratica di un cane come il West Hingland White Terrier che necessita di frequenti ed accurate toelettature.

Imparai a svolgere queste nuove mansioni, appoggiandomi ai migliori supporti bibliografici in commercio, uniti ai consigli dei migliori espositori e allevatori del momento.

Dopo breve l’esperienza divenne più coinvolgente. In poco tempo io e mio marito diventammo consiglieri del club amatoriale della razza Terrier, fondato da personaggi di rilievo tra cui allevatori e giudici ora impegnati a livello internazionale.

Nel 1998 la mia ormai decennale esperienza mi portò a conoscere il Cane Lupo Cecoslovacco. La mia prima femmina di questa razza fu Ajsa ze Souckova Dvora.

Quando la vidi per la prima volta provai subito una sensazione di grande amore per quella lupa. I suoi occhi trasmettevano qualcosa di misterioso e di magico allo stesso tempo, che racchiudeva in sé la fedeltà diun cane ed il carisma di un vero lupo.

Dopo aver trascorso una giornata insieme allo splendido esemplare decisi di acquistarla.

Aveva 9 mesi ed era molto vivace e curiosa anche se un po’ troppo magra. Ajsa proveniva dall’allevamento

della signora Souckova Jana di Nechanice.

La lupa non era affatto timida e si inserì benissimo all’interno della mia famiglia. Giocava e proteggeva, oltrea me, anche mio figlio Denis che aveva 8 anni.

Inoltre era in grado di convivere benissimo con i miei Pastori Maremmani Abruzzesi, e i 2 cavalli di mia proprietà appartenenti alla specie del Puro Sangue Arabo.

Nel 1998, ormai rapita dal carisma della lupa, decisi di continuare l’allevamento a livello amatoriale di questa splendida razza.

Oggi intendo nel 2013 il mio branco si compone di 10 magnifici esemplari di Cane Lupo Cecoslovacco da cui ho potuto apprendere tutto il mio sapere sul linguaggio segreto dei lupi arrivando ad un’ottima convivenza e comunicazione tra “Uomo – Cane o Lupo”.

Il mio obiettivo e la mia missione è quella di poter aiutare sempre più persone a comprendere meglio il proprio amico a quattro zampe.

Ti guiderò attraverso una attenta osservazione e conoscenza del tuo esemplare. Imparerai ad educarlo e a gestirlo in modo semplice e divertente.

STORIA DI COME HO SCOPERTO CHE ESISTE UNA NETTA DIFFERENZA TRA LA SPECIECANINA E

IL CANE LUPO CECOSLOVACCO

Attraverso 25 anni di esperienza e passione per gli animali passata ad osservare, confrontare e studiare moltoattentamente il loro comportamento che è diventata la mia missione di vita.

• 10 anni con Il Cane Pastore Maremmano Abruzzese un branco di 10 esemplari.

• 3 anni con il West Higland White Terrier.

• 15 anni con Il Cane Lupo Cecoslovacco un branco di 10 esemplari.

• 17 anni con i miei due cavalli di razza Puro Sangue Arabo.

• 10 anni con i miei due gatti.

Perché da ogni specie animale c’è racchiusa in se la grande magia della comunicazione non verbale.

La differenza è evidente tra i cani di una comune specie, nel mio caso Il Pastore Maremmano Abruzzese, ed il Cane Lupo Cecoslovacco.

Ecco perché ogni volta che le persone si rivolgono alla mia esperienza mi raccomando sempre dicendo: “Dimenticatevi tutta l’esperienza che riguarda il cane e ricominciate dall’inizio con lo studio della comunicazione del lupo.”

GLI INGREDIENTI MAGICI DA RICORDARE

• Grande Passione • Studio della storia sul perchè della sua nascita e ibridazione • Osservazione del linguaggio corporeo dei Lupi • Amore • Pazienza • Gioco – Allegria

• Compassione • Rispetto • Equilibrio • Coerenza • Consapevolezza • Perseveranza • Responsabilità

DOPO AVER LETTO QUESTI CAPITOLI DEL LIBRO:

• Comprenderai meglio chi è veramente il Cane Lupo Cecoslovacco.

• Scoprirai tutta la vera storia e il perchè della sua meravigliosa simbiosi con il lupo dei Carpazi.

• Scoprirai il vero motivo della sua creazione. •

INTRODUZIONE

Sono passati ben sei anni dalla prima edizione che ha avuto uno straordinario successo, intitolata:“Il Lupo ed il Cane Lupo Cecoslovacco Nascita e storie di una splendida ibridazione”, e molte esperienze si sono aggiunte ad altrettanti cambiamenti riguardanti la mia crescita sia professionale che privata.

Avendo esaurito le copie del libro alla mia prima esperienza come scrittrice ho deciso, spinta da numerose richieste di una sua ristampa, di riscrivere un libro nuovo mantenendo inalterati i punti fondamentali sulla nascita del Cane Lupo Cecoslovacco e la similitudine con il Lupo dei Carpazi dal quale deriva in seguito ad una particolare forma di ibridazione.

Inoltre ho evidenziato la meravigliosa simbiosi con il lupo a livello selvatico, approfondendo il comportamento del branco in cattività, per poter avere uno strumento in grado di farci entrare in relazione con esso non solo impartendo ordini, ma con una comunicazione non coercitiva.

Cambiando la nostra concezione legata alla logica ed agendo di più ascoltando il nostro cuore, riusciremo a comprendere meglio il nostro amico a quattro zampe che segue regole differenti dalle nostre, legate all’istinto, alla conservazione, e al rispetto reciproco del branco.

È stata mantenuta la parte riguardante la mia esperienza personale, a mio avviso molto significativa, in merito a una giusta convivenza con il nostro “Lupo” che è stata arricchita di nuove esperienze e aneddoti: devo dire che non si finisce mai di imparare da questi splendidi esemplari.

Tutta la parte tecnica e scientifica è stata riveduta e corretta tenendo conto delle nuove normative vigenti, ed è stata anche ampliata la parte riguardante i racconti di esperienze da parte di alcuni proprietari a cui ho ceduto i cuccioli e con i quali è nato un rapporto di amicizia.

Utili per capire meglio questa specie da parte di chi si avvicina per la prima volta ad essa.

Spero che anche questa edizione abbia il successo che merita e soprattutto sia utile a tutti quelli che voglionocondividere la loro vita con questi carismatici e meravigliosi esemplari dotati non solo di una bellezza esteriore che li rende affascinanti e misteriosi, ma anche di istinto, intelligenza e sensibilità che a mio avvisoli distinguono dal cane.

Senza falsa modestia posso dire che hanno una marcia in più a caratterizzarli. Con ironia li considero: “la Ferrari della specie canina”.

Posseggono anche doti terapeutiche adatte a ristabilire l’equilibrio non solo del singolo individuo, ma di tuttoil nucleo familiare compresi grandi e piccini e perfino i loro animali.

Per esempio, la depressione, non si sa proprio cosa sia avendo al proprio fianco un esemplare di Cane Lupo Cecoslovacco.

Perché? Lo scoprirete leggendo questo libro.

Grazie di Cuore a ognuno di Voi e a tutti Voi.

COSMO DANIEL ELITE EVARISTO & COSMO DANIEL ELITE DENIKPluri Premiati in Esposizione Internazionale e Nazionale per la Bellezza.Proprietaria Daniela Ciotti.

TROFEI VINTI PER IL MIGLIOR ALLEVAMENTO IN FRANCIA ANNO 2006

“Nellosguardo

di una bestia mutasono paroleche l’animadel saggio

comprende”

CAPITOLO 1

STORIACOME È NATO IL CANE LUPO CECOSLOVACCO

L’ACCOPPIAMENTO DEL LUPO CON IL CANE

La preparazione ed il corso dell’esperimento

Le informazioni conosciute sugli ibridi riguardano solo gli esemplari facenti parte della prima generazione.

Buona parte degli studi comportamentali condotti su di essi riveleranno una maggiore aggressività rispetto ai lupi stessi.

Il metodo utilizzato in questi esperimenti è stato discusso da diversi zoologi, che hanno basato la propria teoria su esperienze effettuate con lupi detenuti negli zoo.

Questo approccio è sicuramente discutibile.

Lo scopo dell’esperimento, che rimane comunque un riferimento per la zoologia moderna, era il conoscere inmodo più approfondito possibile il lupo. Oggetto dello studio, in modo puntuale, fu il quantificare il livello di fertilità degli ibridi con il cane, valutarela biometria (disciplina che studia i fenomenibiologici secondo statistici e matematici per formulare valutazioni quantitative specialmente nel campo della genetica delle popolazioni) del lupo e dei suoi ibridi e definire gli aspetti che influenzano la dominanza o recessività delle caratteristiche proprie del lupo.

Nel corso degli esperimenti si è anche indagato sull’attività naturale del lupo, degli ibridi e del cane,cercando di evidenziare i punti in cui l’apprendimento avveniva con modalità simili.

Il progetto di ibridazione, dopo essere stato studiato nei particolari tecnici e teorici, è stato messo in atto conun controllo assai rigido di tutte le condizioni esterne che sono state pianificate in modo da fornire una realeparità.

Per questo si è reso necessario condurre l’esperienza con una metodologia simile a quella che potrebbeessere utilizzata all’interno di un laboratorioper un esperimento chimico.

Nella fattispecie, una femmina lupo di un anno venne condotta all’allevamento Poharaniènì Strà a Libìjovice,nei pressi di Vodòany, dal Signor Ha’jek.

Inserito in un recinto dotato di cuccia l’esemplare venne nutrito con mangime cotto per cani contenente il 50% di carni e derivati, il 40% di prodotti vegetali, il 5% di verdure, il 3% di sostanze minerali e l’1% di lievito e sale.

Oltre a 4 litri di questa poltiglia venne fornito anche ½ kg. di carne cruda al giorno.

Per l’accoppiamento vennero scelti due esemplari di Cane Pastore Tedesco, che soddisfacevano appieno le condizioni necessarie alla realizzazione di un buon allevamento.

Il primo cane risultava essere tranquillo, ubbidiente ed addestrato, mentre il secondo maggiormente aggressivo, meno ubbidiente ma anch’esso addestrato.

Entrambi, comunque, erano dotati di una colorazione tendente al grigio ed avevano già trasmesso, all’allevamento del quale facevano parte, le migliori caratteristiche.

Riguardo al primo calore, registrato nell’anno 1957, non fu possibile conoscerne l’esatta durata perché la lupa si oppose all’accoppiamento nascondendosi.

L’anno dopo, però, nel 1958, attraverso un maggior controllo dell’animale l’inizio del calore fu datato 15 marzo.

Fino al 12° giorno, non si osservarono cambiamenti rispetto all’atteggiamento dell’anno prima.

Poi, repentina, la svolta.

La lupa cambiò comportamento verso il cane nel recinto di fianco. Si strofinò contro la rete metallica e lo annusò. Il 13° giorno di calore il cane venne introdotto nel recinto della lupa.

Quest’ultima, anche nel caso in oggetto, rimase nei pressi della cuccia e non appena il cane si avvicinò, lo aggredì morsicandolo sul collo.

Il cane fuggì verso la porta del recinto, ma la lupa rispose con un nuovo attacco più efferato che finì con il ferimento, in modo discretamente grave, del Cane Pastore Tedesco.

Il giorno dopo, all’interno della gabbia, venne introdotto l’altro Cane Pastore Tedesco, caratterizzato da una maggiore aggressività.

Il comportamento della femmina di lupo rimase uguale a quello del giorno prima.

Questa volta, però, il secondo cane rispose con una energica e ritualizzata difesa. Prese la lupa per il collo e la scrollò più volte.

Il comportamento della lupa a quel punto mutò radicalmente, permettendo l’inizio del rituale di corteggiamento al quale seguì un accoppiamento della durata di circa due minuti, dopo il quale la lupa cercò di allontanarsi protestando e morsicando le zampe del cane al punto che, appena tre minuti dopo, i due esemplari si staccarono.

In seguito, la lupa rispose agli avvicinamenti con un atteggiamento accondiscendente, al quale, dopo circa quattro ore, seguì un nuovo accoppiamento, che appena concluso ripresentò la stessa situazione della prima volta. L’accoppiamento avvenne con queste modalità ogni due giorni fino al 20° giorno del calore, dopo il quale, la lupa rifiutò definitivamente il cane che, peraltro, perse interesse verso l’accoppiamento.

Fino al 50° giorno dopo il primo accoppiamento la gravidanza non fu evidente, anche se dal 32° giorno la lupa iniziò a mangiare circa il 15-20% in più rispetto ai giorni precedenti.

Il 53° giorno la lupa, rispetto all’istinto manifesto in cattività, iniziò a scavare una tana sotto la cuccia, senza risultati apprezzabili a causa della rete metallica frapposta tra la cuccia ed il terreno.

Il 61° giorno dopo il primo accoppiamento avvenne il parto, anche se a causa della forte aggressività palesatadalla lupa, per poter osservare i cuccioli si dovette attendere il loro 10° giorno di vita.

I nativi furono 5, con peso di 90 g. inferiore rispetto ad un normale cucciolo di Cane Pastore Tedesco.

Dal 25° giorno iniziarono a guardare fuori dalla cuccia mentre il 29° giorno ne uscirono per la prima volta.

All’arrivo degli esseri umani reagirono con una fulminea fuga all’interno della cuccia.

In questo comportamento fu possibile osservare il manifestarsi della diffidenzaistintiva nei confronti di soggetti sconosciuti.

Quando uno degli osservatori dell’esperimento si avvicinò alla cuccia, lalupa si posizionò tra lui ed i cuccioli mostrando i denti con fare minaccioso.

Intorno al 30° giorno il nutrimento dei cuccioli avvenne, oltre che per mero allattamento, anche mediante il cibo rigurgitato dallo stomaco della lupa.

Successivamente i cuccioli cominciarono a mangiare i pezzi di carne lanciati

davanti alla cuccia rimanendo sempre vicino alla madre, che per essicome per gli umani rappresenta un punto fermo di riferimento e di difesa insostituibile.

Da un’attenta osservazione della vita dei cuccioli, emerse che la giornata dei piccoli aveva inizio appena dopo l’alba quando uscivano a giocare per 10-12 minuti, in seguito ai quali mangiavano per circa 5-6 minuti.

Dopo il gioco indi-viduale si univa quello educativo effettuato insieme alla madre.

Ancora 15-20 minuti, poi i cuccioli facevano ritorno nella cuccia per il riposo che durava tra i 50-60 minuti, dopodiché mangiavano e di nuovo giocavano per circa 15-20 minuti.

Questo ritmo, in cui la ciclicità degli eventi era fissa, rimase invariato fino all’imbrunire.

Con la crescita il periodo di gioco, come quello del sonno, andò aumentando.

Solitamente nei momenti di gioco i cuccioli preferivano giocare a coppie,anche se si univano altri esemplari alle liti più intense.

Fu comunque interessante notare che di solito i cuccioli tendevano ad aiutare l’esemplare più forte rispetto a quello in difficoltà.

In questi atteggiamenti iniziò a radicarsi la gerarchia di base del branco.

Nei soggetti dominanti la caratteristica che si sviluppò di più fu l’aggressività, oggetto di dominio sugli altri.

Alla quinta settimana d’età, in base a criteri già definiti nell’ambito di studi precedenti, fu possibile riconoscere quale posizione assunse all’interno del branco ogni esemplare.

COSMO DANIEL ELITE FENIXed il suo inseparabile Amico Pastore Tedesco.Proprietario Alessandro Costa

Prime osservazioni importanti sugli ibridi

Gli ibridi della prima generazione assomigliavano ai lupi sia nell’aspetto fisico che nel comportamento.

Solo raramente è comparso qualche individuo leggermente diverso.

Anche dall’accoppiamento del lupo con la femmina di Cane Pastore Tedesco è risultato che la maggior parte degli ibridi ottenuti assomigliavano al lupo, anche se nella cucciolata era osservabile una discreta varietà.

Gli esiti dei vari esperimenti effettuati negli anni indicano il fatto che la componente dominante a livello genetico è quella del lupo e non quella delcane.

Da questo assunto si è probabilmente radicata l’idea che dall’unione del lupo con il cane nasca sempre un cane cattivo.

Il banale termine “cattivo”, a ragion veduta, è sostituibile con la frase tecnicamente più corretta: “esemplari maggiormente aggressivi in funzione della dominanza di caratteri appartenenti ad animali selvatici piuttosto che domestici”.

Gli ibridi sono comunque risultati sempre fertili, sia negli accoppiamenti conil lupo che con il cane.

Nella seconda generazione di ibridi accoppiati con cani, la prole mantiene una somiglianza con il lupo che hauna percentuale variabile tra il 70 ed il 75%.

Quando crescono insieme, gli ibridi accettano la sottomissione da parte dei cani fino agli 8-10 mesi d’età.

Immediatamente dopo, cominciano a lottare per ottenere un posto nel branco, con il risultato che di solito vincono.

L’ubbidienza e la possibilità di addestramento degli ibridi di queste prime generazioni è molto diversa da quella dei cani, al punto che alcuni soggetti non si riescono quasi ad addestrare.

Nella terza generazione di ibridi ottenuta con i cani, si conserva ancora una somiglianza fisica con il lupo variabile dal 60 al 75%, sebbene spesso nelle cucciolate compaiano individui con segni dominanti del canee.

In questo caso il livello di addestramento è buono sia per gli esemplari aventi i tratti dominanti del lupo, sia per quelli fisicamente più simili al cane.

Dopo un’accurata scelta degli esemplari per l’allevamento, si è scelto di far accoppiare tra loro ibridi di cucciolate diverse con risultati molto brillanti dal punto di vista estetico e comportamentale.

Non è comunque raccomandabile la scelta di esemplari aventi caratteristiche troppo vicine a quelle dei due esemplari da cui è partita l’ibridazione: il cane ed il lupo.

Un’ibridazione troppo vicina al lupo può originare problemi di tipo caratteriale mentre quella troppo vicina al cane compromette la somiglianza con il lupo.

Dunque, per ottenere un buon allevamento, non è importante solo l’aspetto morfologico, ma anche quello caratteriale: quest’ultimo deve essere consolidato anche a discapito di qualche piccola imperfezione morfologica.

Per avere dei soggetti equilibrati sotto ogni aspetto, è necessario evitare di selezionare esemplari troppo

aggressivi o troppo timorosi.

Questi sono entrambi comportamenti tipici del lupo e spesso possono emergerenello stesso esemplare.

In seguito ad un eccessivo timore l’animale può, infatti, reagire con l’aggressione.

Gli ibridi che mantengono una buona somiglianza con il lupo possiedono anche la sua resistenza nel movimento ed il suo temperamento.

Alcune prove fisiche messe in atto hanno rilevato che un buon ibrido riesce a correre mediamente il 50% in più rispetto ad un Cane Pastore Tedesco.

Questo avviene senza che si verifichi un consumo non omogeneo dei cuscinetti delle zampe, come per esempio avviene per i cani dopo lunghe corse.

Gli ibridi hanno inoltre evidenziato un miglior senso dell’orientamento, una vista più penetrante anche di notte, un miglior udito, ed un olfatto più fino.

Anche il pelo pare essere di maggiore qualità, dotato di un maggior potere isolante.

Nell’addestramento, di cui si parlerà più avanti, è necessario tollerare qualche caratteristica peculiare.

Oggi si è fatta molta strada nella selezione sia morfologica che caratteriale: con esemplari aventi il sangue del lupo tra il 26 e il 29% i nostri meravigliosi e carismatici Cane Lupo Cecoslovacco hanno mantenuto molte caratteristiche del loro antenato, sia a livello morfologico che caratteriale.

Soprattutto quelle principali legate alla sopravvivenza: olfatto, udito e vista (di notte vede assai bene) molto sviluppate.

La vivacità, un’inesauribile curiosità, una reattività più sviluppata, insieme a una maggiore resistenza alla fatica e a una certa diffidenza nei confronti degli estranei ed a tutto quello che non conoscono, fanno sì che sia evidente il senso del branco a cui sono ancora legati per discendenza diretta, dove la posizionenella scala gerarchica viene rispettata e trasferita anche all’interno della famiglia che lo prende in adozione.

Per quanto mi riguarda, nel mio allevamento si è cercato di selezionare dei soggetti sani, equilibrati, affettuosi ed affidabili, tenendo in considerazione anche il rispetto verso quelle persone che vogliono prenderli in adozione.

Ad oggi (intendendo il 2012), i risultati sono davvero sorprendenti.

COSMO DANIEL ELITE PORTOS Premiato 1° Eccellente in Esposizioni Internazionali e Nazionali per la Bellezza. Proprietario Emanuele Piovano.

COSMO DANIEL ELITE VELKYpremiato 1° Eccellente in Esposizioni Internazionali e Nazionali per la Bellezza. Proprietario Marco Mazzoleni.

COSMO DANIEL ELITEARISTIDE proprietaria Fabiana Donzelli.

COSMO DANIEL ELITE ICAROPremiato 1° Eccellente in Esposizioni Nazionali e Internazionali.Proprietario Corrado Besenval.

Perchè si è deciso di allevarlo

Al mondo esistono 340 razze riconosciute e ce ne sono tante altre finora non accettate ma di fatto esistenti.

Viene naturale chiedersi a quali esigenze potrebbe rispondere la creazione di una nuova, come il Cane Lupo Cecoslovacco.

L’intento di questo capitolo, e del volume in genere, è quello di rispondere a questo interrogativo.

L’esperimento che ha portato alla creazione della razza aveva il fine di verificare se sarebbe stato possibile migliorare la salute, la resistenza e la tenacia dei cani comuni da lavoro in forza presso il corpo delle “Guardie di Confine”, inserendo nell’allevamento anche dei lupi.

Le esigenze cui dovevano far fronte questi cani erano davvero tante.

Tra queste non si poteva scendere a compromessi sul buon addestramento, sulla necessaria predisposizione

all’utilità e sulla resistenza a condizioni difficili e fortemente variabili.

L’aspetto esteriore e la morfologia erano, invece, considerati di secondaria importanza rispetto alle altre caratteristiche.

Con l’aspirazione di creare una nuova razza, riconosciuta anche nei concorsi internazionali, è aumentata anche l’esigenza di curarne la selezione relativamente all’aspetto esteriore. Inizialmente i più richiesti erano gli ibridi con i tratti marcati del Pastore Tedesco.

Pian piano questa tendenza svanì a vantaggio dei soggetti con i segni dominanti del lupo.

Per gli allevamenti civili, fin dall’inizio, la tendenza prevalente imponeva che il Cane Lupo Cecoslovacco assomigliasse il più possibile al lupo.

Lo standard internazionale odierno è il primo documento di rilevanza ad attestare questo in modo chiaro ed inconfutabile.

Se ne riporta un breve tratto: “Come costituzione fisica, movimento, pelo e colore, il Cane Lupo Cecoslovacco deve assomigliare al lupo”.

Nello standard è possibile rintracciare anche la descrizione dettagliata della tendenza assunta dal carattere in modo dominante.

Il testo originale dello standard recita: “Il Cane Lupo Cecoslovacco ha un temperamento forte , è vivace, tuttii suoi sensi sono fortemente sviluppati.

Ha un invidiabile senso dell’orientamento e prevale in particolare il senso di difesa, è sospettoso, ma non attacca mai senza motivo, è fedele al suo padrone, in lotta è impavido e coraggioso ed è predisposto all’utilità in generale.”

COSMO DANIEL ELITE ANDEL Proprietaria Giorgia Tonello COSMO DANIEL ELITE GIOIA E NAWA Proprietaria Daniela Ciotti.

La somiglianza con il suo antenato il lupo

Gli allevatori di tante razze canine per generazioni hanno cercato di modificare il carattere e l’aspetto dei loro animali, allontanandoli così dai loro antenati per inseguire un ideale privo di riferimenti concreti.

Da soggetti caratterizzati da equilibri armonici si spostavano verso esemplari, in cui l’esasperazione di una

caratteristica comprometteva l’equilibrio ed il benessere di un animale.

Da queste mutazioni genetiche portate a selezioni estreme, i difetti diventavano ereditari creando degli esseri “stereo tipizzati” nelle forme ed al limite della sopravvivenza per quanto concerne la salute.

Gli allevatori del Cane Lupo Cecoslovacco hanno trovato il coraggio di andare contro corrente, capendo l’importanza di mantenere l’equilibrio caratteriale e fisico di un essere che altrimenti può diventare pericoloso.

La somiglianza all’antenato non solo della sua razza, ma di tutte le razze, è chiara.

È molto importante riconoscere che il lupo è un essere creato dalla natura, in funzione di cui l’uomo deve limitare il suo raggio di azione.

Le caratteristiche del lupo devono essere ricercate in questa razza sia per la sua bellezza che per la sua resistenza, e si deve inoltre tener conto dell’indubbiacapacità di adattamento.

Per questa ragione lo standard richiede omogeneità di tipo e colore, ma allo stesso tempo permette una varietà adeguata che aiuta a sviluppare l’allevamento conservando la salute ereditaria.

L’allevamento del Cane Lupo Cecoslovacco non sarà mai diretto contro le leggi della natura, e ne è una garanzia il fatto che, se così si facesse, si andrebbe contro lo standard stesso che richiama la vicinanza al lupo.

A questo punto è innegabile che questa razza rappresenti la più lontana in assoluto dal cosiddetto allevamento forzato.

Con la sua vitalità, salute, istinto naturale, indipendenza, resistenza e quella carismatica bellezza, porta al mondo un messaggio importante: NON NASCONDE LE PROPRIE ORIGINI.

Da sempre la sua parentela con il lupo ha costituito la differenza rispetto agli altri cani, oltre che il suo asso nella manica.

COSMO DANIEL ELITE SNANOUKPluri Premiato 1° Eccellente in Esposizioni Internazionaliin Francia per la Bellezza. Proprietario Alain Palazon.

Dagli ibridi alla razza

L’esperimento dell’incrocio tra i cani di razza Pastore Tedesco e i lupi è iniziato nel 1955 e ha portato alla nascita della prima cucciolata nata il 26 Maggio 1958 nell’allevamento Pohraniènà stràze della “Guardia di Confine” a Libìjovice, e ha dunque evidenziato il fatto che buona parte degli obiettivi prepostierano stati raggiunti.

I risultati furono in seguito divulgati dalla “Guardia di Confine” all’Accademia delle Scienze della Cecoslovacchia, che portò l’attenzione prima degli studiosi, poi del grande pubblico, su quella che avrebbe rappresentato una svolta nella genetica.

Sebbene i primi esperimenti di ibridazione fossero stati condotti dal Signor L. Saarlos con la Lupa Canadese e gli ibridi dei Paesi Bassi, si può asserire che gli esperimenti effettuati nella Repubblica Ceca furono del tutto indipendenti da questi.

Ragione di ciò risiede nel fatto che i risultati degli esperimenti di Saarlos,seppur antecedenti, per diversi anni rimasero sconosciuti al pubblico cinofilo internazionale.

Ma, dove finiva l’esperimento di rigenerazione del Cane Pastore Tedesco con il lupo e dove cominciava la selezione della nuova razza?

Per rispondere alla domanda bisogna tornare agli anni del 1964 e del 1965 in cui furono pubblicati i risultati dell’incrocio e fu resa nota la direzione della nuova ricerca.

Allo stesso tempo esisteva già l’idea di una nuova razza, nonostante le decise obbiezioni portate avanti da numerosi allevatori del Cane Pastore Tedesco.

La creazione vera e propria della razza risale però alla pubblicazione del primo standard del Cane Lupo Cecoslovacco stilato dall’Ingegnere Karel Hartl nel 1966.

A quell’epoca c’erano già quattro generazioni filiali della prima linea, fondata dalla femmina di Lupo Brita con il Cane Pastore Tedesco Cèsar z Boezoveho

Haje e due generazioni filiali della seconda linea, date dalla stessa femmina con il Cane Pastore Tedesco Kurtz Vàclavky.

La Svazarm (Associazione dell’esercito dell’epoca) e l’Ente Nazionaledegli Allevatori Cecoslovacchi (CSSHDZ) a quel tempo rifiutarono la richiesta di registrazione della razza nel registro genealogico, a causa del basso numero di soggetti presenti.

Nel 1968 un altro forte segnale fu dato per l’affermazione della razza.

Nell’allevamento di Bychory, avvenne un altro incrocio dato dall’unione del lupo “Argo” con la femmina di Cane Pastore Tedesco “Asta” proveniente dall’allevamento SNB della Polizia Nazionale.

Nello stesso allevamento qualche tempo dopo crebbe anche la seconda generazione filiale della linea.

Quella generazione di ibridi fu la prima di fatto ad essere catalogatacome ÈV = Cane Lupo Ceco.

Nel 1970, ci fu un nuovo tentativo di affermazione della razza, che venne ostacolato sulla base di ragioni poco chiare, visto e considerato che allora nelle mani degli allevatori civili si trovavano 56 esemplari di ibridi che si andavano a sommare alle oltre cento unità in dotazione dell’esercito ed alle forze di Polizia.

Negli anni settanta l’allevamento continuava la sua crescita in un Club cinofilo vicino a Malacky di proprietàdella Brigata della Guardia di Confine Bratislava.

L’allevamento era stato arricchito di un terzo lupo, Sarik, che nel 1974 veniva fatto accoppiareccon un ibridodella terza generazione filiale, “Xela” e conla femmina “Cv Urta z Pohranièni Straze”.

Il Signor Frantisek Rosìk, che operava come ufficiale nella Repubblica Slovacca, per molti anni collaborò con l’Ingegnere Karel Hartl nel redigere un programma per l’attuazione degli incroci.

Solo dopo una lunga trattativa, conclusasi alla fine del 1981, l’Ente Nazionale degli Allevatori ha permesso di fondare il Club a supporto dell’allevamento di questa razza, con la conseguente iscrizione al registro genealogico.

Purtroppo, alcuni tra i primi Cani Lupo Cecoslovacco allevati sono invecchiati e morti prima che la loro razza fosse riconosciuta legalmente.

Il riconoscimento internazionale

Superati i primi traguardi non rimaneva che cercare il riconoscimento internazionale della razza.

Questo avvenne con la fondazione del Club degli Allevatori del Cane Lupo Cecoslovacco che risale al 20 Marzo 1982, a Brno, con sede a Praga.

L’assemblea costituente fu importante per l’intera identità della razza di fatto affermatasi già anni prima.

Venne comunque determinata la denominazione della razza e fu affidato l’incarico, ad un’amministrazione consigliare, di formulare la prova attitudinalealla riproduzione, di stabilire i criteri d’allevamento e di creare una serie di vincoli che fossero rispettati nel tempo e rappresentassero una importante forma di tutela per la razza.

A presiedere il Consiglio fu il Maggiore Frantisek Rosik mentre il consulente tecnico principale fu il Colonnello Ingegnere Karel Hartl.

Successivamente fu nominata la filiale Slovacca del Club, dato che aveva a disposizione una maggior quantità di soggetti provenienti dall’allevamento militare, con la conseguenza di un notevole incremento del numero di membri.

Poco dopo negli allevamenti, forse in funzione di un risparmio economico, prese piede una pericolosa tendenza.

Gli Allevatori Slovacchi, infatti, appoggiati dal direttore del Club decisero di ignorare il programma d’allevamento steso dal consulente principale, così, durante i primi due anni dall’affermazione dello standard, il 77% delle cucciolate ebbe un cane genitore comune: “Rep Z Phoranièni Stràze”.

Questa metodologia di allevamento nella Repubblica Slovacca si affermò e nel giro di 5 anni il 90% dei soggetti erano imparentati tra loro.

L’83%, addirittura, era in stretto rapporto di parentela con “Rep Z PhoranièniStràze”.

Conservare la struttura naturale della razza ed impedire di rovinare il patrimonio genetico era, a quel punto, diventata un’utopia soprattutto per gli Allevatori Cechi, che avevano a disposizione una quantità ristretta di soggetti.

Ma un nuovo incrocio venne in aiuto. Il Pastore Tedesco Bojar Von Schottenhof e la Lupa Lejdi proveniente dallo Zoo di Hluboka, vennero fatti accoppiare nell’allevamento dei Libìjovice.

Un cane scelto da questa cucciolata, Kazan Z Pohranièni Stràze, a partire dal 1985, fu utilizzato più volte.

In sostanza si può dire che, nel giro di 25 anni, a contribuire allo sviluppo dellarazza furono quattro lupi.

È doveroso ricordare i loro nomi:

• Brita, • Argo, • Sarik • Lejdy.

In Bohemia e Moldavia, nei primi anni dopo la fondazione del Club, furono registrate meno cucciolate rispetto alla Repubblica Slovacca.

Di fatto, però, il tasso di parentela era assai più basso, il che era molto importante per il riconoscimento del

Cane Lupo Cecoslovacco da parte della F.C.I. (Federazione Cinofila Internazionale).

Le basi della richiesta per il riconoscimento della razza furono frutto della collaborazione instaurata con la “Commissione Centrale Professionale degli Allevatori” (CSCH), della quale faceva parte l’Ingegnere Jan Findejs, sostenitore accanito della razza.

La commissione F.C.I. raccomandò lo standard del Cane Lupo Cecoslovacco per il riconoscimento che poi avvenne nel 1988.

In seguito all’aggiunta di note e cambiamenti necessari per il consolidamento dello standard, rimase un ultimo potenziale ostacolo rappresentato dalla votazione da parte dei Paesi membri della commissione.

Questa avvenne nell’assemblea generale organizzata dalla F.C.I. presieduta dal Dottor Peter Dvoàk che sostenne la proposta.

Lo standard del Cane Lupo Cecoslovacco venne così approvato a Helsinky il 13 giugno 1989 e pubblicato dal segretario della F.C.I. il 28 aprile 1994 accompagnato dal numero di razza 332.

Per il definitivo riconoscimento della F.C.I, si dovrà, però, attendere il 6 giugno 1999.

Il Cane Lupo Cecoslovacco attualmente appartiene al gruppo 1 (Cani da Pastore e Bovari eccetto Bovari Svizzeri) Sezione 1 (Cani da Pastore con prova di lavoro), della classificazione F.C.I., ed il Paese di origine individuato è la Cecoslovacchia.

La responsabilità di tutelare i criteri sanciti dallo standard, dopo la divisione della Cecoslovacchia, grava interamente sulla Repubblica Slovacca.

Questa importante responsabilità è stata conferita a livello nazionale sulla base dell’accordo stipulato fra l’Unione Cinofila Èeskomoravskà (Èeskomoravskà Kynologickà Unie) e l’Unione Cinofila Slovacca (Slovenska KynologickaJednota) datato 4 marzo 1993.

CAPITOLO 2

LO STANDARD

Che cos’è

Lo standard di razza è il documento più importante che uniforma le caratteristiche che gli allevatori devono selezionare in tutto il mondo per una determinata razza.

Gli standard sono proposti dai Paesi d’origine delle diverse razze.

Nel caso del Cane Lupo Cecoslovacco, il primo standard, come sostenuto precedentemente, venne stilato nel 1988 anche se poi venne ufficializzato, come visto, molto tempo dopo.

Qualsiasi modifica da apportare ad uno standard ideato ed approvato dalla F.C.I. deve essere proposta dal Paese d’origine della razza.

In questo caso, a causa dei mutamenti politici e sociali della nazione si è reso necessario puntualizzare la questione che, in seguito ad un accordo raggiunto tra le parti in causa richiede, per effettuare modifiche, il parere favorevole siadella Repubblica Ceca che della Repubblica Slovacca.

Solo in casi che esulano dall’ordinario è possibile assegnare la tutela della razza a Paesi diversi da quello di origine.

È il caso di alcune razze Tibetane che attualmente sono tutelate dalla Gran Bretagna.

Gli standard vengono pubblicati dal Segretario della F.C.I. nelle quattro lingue ufficiali di questa organizzazione.

Lo Standard contiene il nome della razza nella lingua originaria con la quale solitamente viene presentata.

Lo standard ufficiale del Cane Lupo Cecoslovacco è da considerarsi quello approvato a Helsinky il 13 giugno 1989 e pubblicato dal segretariato della F.C.I. il 28 aprile 1994 col numero 332.

Il testo originale presentato dalla Cecoslovacchia alla commissione per gli standard F.C.I. è leggermente accorciato e ritoccato.

RIPORTO DI SEGUITO LA PRIMA PUBBLICAZIONE UFFICIALE:

FEDERAZIONE CYNOLOGIQUE INTERNATIONALE SEGRETARIAT GENERAL: 13 Place Alabert I - B 6530 THUIN (Belgio)

Lo standard F.C.I. n.332 del 28 aprile 1994

CANE DA LUPO CECOSLOVACCO (Eeskoslovensky Ylèàk)Traduzione: Sig.ra Ch. Spanikova (in tedesco), Dr. J:M:Paschound e Prof. R. Triquet (in francese)Sig.ra C. Seidler (in inglese).Modifiche: Harry G.A. Hinckeldeyn e Dr. J.M. Pschound.

ORIGINE: Ex CecoslovacchiaTUTELA: Repubblica SlovaccaUTILIZZO: Cane di UtilitàCLASSIFICAZIONE F.C.I.Gruppo 1 (cani da pastore e bovari eccetto bovari svizzeri)Sezione 1 (cani da pastore con prova di lavoro)

DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD VALIDO:28 aprile 1994

Un breve resoconto storico

Nel 1995 ebbe inizio un esperimento biologico nell’Ex Cecoslovacchia,con l’accoppiamento tra il Cane da Pastore Tedesco e il Lupo dei Carpazi.

I risultati confermarono la possibilità di allevare i discendenti dall’accoppiamento, sia tra un Cane da PastoreTedesco maschio e un Lupo dei Carpazi femmina, sia tra un Lupo dei Carpazi maschio e un Cane da Pastore Tedesco femmina. La maggior parte degli ibridi aveva la predisposizione per poter continuare l’allevamento.

Nel 1965, dopo la fine dell’esperimento, è stato sviluppato un progetto per selezionare una razza nuova, che avrebbe unito le caratteristiche utili dellupo con le caratteristiche del cane.

Nel 1982 il Cane Lupo Cecoslovacco venne riconosciuto come razza nazionale dal Comitato Federale dell’Associazione Allevatori della Cecoslovacchia. (ESSR).

Aspetto generaleDi costituzione solida, leggermente più grande della taglia media, di forma rettangolare. La costituzione corporea, il movimento, il mantello, il colore del mantello e la maschera assomigliano a quelli del lupo.

ProporzioniLunghezza del corpo: Altezza al garrese = 10:9Lunghezza del muso: Lunghezza della regione craniale = 1:1,5

CarattereVivace, molto attivo, resistente, apprende facilmente con reazioni molto veloci. Impavido e coraggioso. Sospettoso, ma non attacca senza motivo. Particolarmente fedele al padrone. Resistente alle condizioni atmosferiche. È universalmente utilizzabile.

TESTASimmetrica, ben muscolosa. Vista dal profilo e dall’alto forma un cuneo smussato. L’espressione deve esprimere il sesso.

Regione Craniale:Vista di fronte e di profilo, la fronte è leggermente arcuata. Il solco frontale non è marcato e l’osso occipitale è chiaramente visibile.

Stop: moderato.

Muso: secco, non largo, visto di profilo rettilineo.

Labbra: ben stirate, con angoli chiusi, bordi neri.

Mascella e dentatura: mascella forte e simmetrica. I denti ben sviluppati, in particolar modo i canini. La chiusura è a forbice o a tenaglia con 42 denti di solida forma. Linea della chiusura regolare.

Guance: secche, ben muscolose, non marcatamente sporgenti.

Occhi: stretti, obliqui, color ambra. Le palpebre sono aderenti.

Orecchie: dritte, sottili, di forma triangolare, corte (non lunghe più di 1/6 dell’altezza al garrese). Sono in linea retta con il punto d’attacco esterno dell’orecchio e l’angolo esterno dell’occhio. La linea verticale che

parte dalla punta dell’orecchio passa adiacente al fianco della testa.

Collo: asciutto, ben muscoloso. A riposo forma con il piano orizzontale un angolo fino a 40°. Inoltre, deve essere abbastanza lungo da permettere al cane di raggiungere senza fatica la terra con il muso.

CORPOLinea superiore: passaggio graduale dal collo al tronco, leggermente discendente.

Garrese: ben muscoloso, pronunciato, ma non deve interromperel’andamento armonico della linea superiore.

Dorso: solido e diritto.

Reni: diritte, ben muscolose, non larghe, leggermente discendenti.

Groppa: corta, ben muscolosa, non larga, leggermente discendente.

Torace: simmetrico, ben muscoloso, ampio, a forma di pera, si restringe verso lo sterno. Non deve essere profondo fino ai gomiti. La spalla sporge davanti all’omero.

Linea inferiore e ventre: ventre teso, arcuato. Inguine leggermente incavato.

Coda: inserita alta, pende liberamente in giù. Quando il cane è eccitato di solito la alza a forma di falce.

ARTIArti anteriori: lunghi, solidi e stretti, con i piedi leggermente rivolti verso l’esterno.

Spalla: scapola spostata in avanti e ben muscolosa. Forma un angolo di 65° con la linea orizzontale.

Braccio: Molto muscoloso, forma con la scapola un angolo di 120° - 130°.

Gomito: aderente al torace, non sorge oltre la linea dell’arto. Ben marcato, molto mobile. L’omero col radio forma un angolo intorno ai 155°.

Avambraccio: lungo, asciutto e diritto. La lunghezza dell’avambraccio col metacarpo è il 55% dell’altezza al garrese.

Carpo: solido ben mobile.

Metacarpo: lungo, con il terreno forma un angolo di almeno 75° leggermente elastico in movimento.

Piedi: grandi, leggermente rivolti verso l’esterno con dita lunghe ed arcuate, unghie robuste e scure. Cuscinetti ben sviluppati, elastici e scuri.

Arti posteriori: possenti e paralleli. La linea verticale che parte dall’anca passa al centro del garretto.

Coscia: lunga, ben coperta di muscoli, forma con il bacino un angolo intorno agli 80°. L’anca è solida e ben mobile.

Ginocchio: possente e ben mobile.

Stinco: lungo, asciutto, ben muscoloso. Con il metatarso forma un angolo intorno ai 130°.

Garretto: asciutto, solido, ben mobile.

Metatarso: lungo, asciutto, è quasi a picco con il suolo.

Piede: piuttosto lungo, dita arcuate, unghie robuste e scure.

MOVIMENTOArmonioso, agile, passo ambio, trotto a grandi falcate, ma sciolto.Gli arti si muovono diagonalmente vicinissimo a terra, la testa e la coda si abbassano alla stessa linea del dorso.

PELLEElastica, tesa senza rughe, non pigmentata.

MANTELLOLe caratteristiche: pelo forte e liscio. C’è grande differenza tra il mantello invernale e quello estivo. D’inverno il sottopelo è predominante e unito al pelo vero forma un folto mantello che copre tutto il corpo.È necessario che il pelo copra ventre, parte interna delle cosce, parte interna dell’orecchio e zone tra le dita.

Colore del mantello: dal giallo grigio al grigio argento con una tipica maschera chiara. Il manto è chiaro anche sulla parte inferiore del collo e sul petto. Il colore grigio scuro con una maschera è ammesso.

ALTEZZA E PESOAltezza al garrese:per i maschi, minimo 65 cm.per le femmine, minimo 60 cm.

Peso:per i maschi, al minimo 26 kg.per le femmine al minimo 20 kg.

DIFETTITutte le diversità rispetto allo standard sono da considerarsi difetto e nel giudizio finale hanno un peso variabile in funzione della gravità.

- Testa leggera o troppo pesante. Fronte piatta.- Occhi marrone scuro, nero o non uguali.- Orecchie grossolane, attaccate troppo in altro o troppo in basso.- Collo portato alto in riposo o basso in attenzione.- Garrese poco marcato. Linea superiore atipica, groppa lunga.- Angolatura insufficiente o esagerata degli arti anteriori.Metacarpo morbido.- Angolatura insufficiente o esagerata degli arti posteriori.

Muscolatura insufficiente.- Coda lunga, attaccata bassa o portata male.- Maschera poco marcata. - Passo corto, andatura ondeggiante.

DIFETTI DA SQUALIFICA

- Asimmetria nelle proporzioni.- Difetti di carattere.- Testa atipica. Difetti di dentatura. Chiusura scorretta.- Occhio di forma atipica o mal posato.- Orecchio di forma e dall’attacco atipico.- Giogaia. Linea superiore troppo discendente.- Torace atipico. Posizione scorretta e atipica degli artianteriori.- Coda attaccata e portata scorrettamente.- Mantello atipico di colore diverso dallo standard. Peloaderente non ispido.- Legamenti rilassati. Andatura atipica.

Nota bene: I maschi devono avere due testicoli di aspettonormale completamenti scesi nello scroto.

COSMO DANIEL ELITE ITACA Pluri Premiata 1° Eccellente inEsposizioni Internazionali e Nazionali per la Bellezza. ProprietariaYlenia Barmette.

COSMO DANIEL ELITE ICARO Pluri Premiato 1° Eccellente inEsposizioni Internazionali e Nazionali per la Bellezza. ProprietarioCorrado Besenval.

COSMO DANIEL ELITE HIRIDE Pluri Premiata 1° Eccellente inEsposizioni Internazionali e Nazionali per la Bellezza. ProprietariaDaniela Ciotti.

CAPITOLO 4

IL LUPO

Analogie e differenze rispetto al cane

È ormai assodato che cane e lupo fanno parte della stessa specie sebbene, a livello caratteriale, permangano netti punti di differenziazione.

Il carattere proprio del lupo, che in alcuni esemplari può essere più marcato che in altri, è oggetto di polemiche e disquisizioni tra chi vorrebbe estinguerlo e chi salvaguardarlo dalla specie comunemente ed imprecisamente indicata come “canina”.

Una delle tesi atte a spiegare le motivazioni per le quali il carattere del lupo sarebbe messo a repentaglio nelle selezioni, è legata alla convinzione che alcuni uomini possano ritenere il lupo un avversario in quanto esso è intelligente, astuto e capace di adattarsi a situazioni e condizioni diverse.

Il lupo, effettivamente, non è un animale domestico e non può essere considerato come tale.

Spicca il suo carattere estremamente selvaggio, evitante nei confronti di situazioni ostili e concreto nella difesa priva di segnali chiassosi assimilabiliall’abbaiare tipico del cane.

Il lupo, inoltre, ha un fortissimo istinto alla caccia e un desiderio irriducibile di fuggire da ambienti diversi dal suo habitat.

Basti pensare che è una convinzione comune il fatto che non ci sia recinto che esso non possa superare, se non quello elettrificato.

Il gatto e il cane sono visti dal lupo come prede e da essi si differenzia nel comportamento in quanto, a causa di un istinto territoriale ancora più marcato,è possibile dissuaderlo dall’urinare marcando i confini del suo lembo di terra.

I lupi, nei confronti dell’uomo, sono timorosi.

Questo è dovuto al fatto che la nostra specie non fa parte di quelle riconosciute durante la fase critica di socializzazione.

Se i lupetti vengono educati a non considerarci delle prede, essendo da noi allevati, è facile che possa avvenire una felice integrazione tra la nostra e la loro specie.

La timidezza propria di questo animale scompare soprattutto nei confronti degli appartenenti al gruppo

familiare con i quali può raggiungere un elevato grado di socializzazione.

Inoltre, i lupi sono per natura molto legati tra loro emotivamente e questo consente loro di condurre la vita di branco in modo non violento.

In alcune circostanze possono comunque diventare aggressivi.

Questo accade quando, per esempio, devono cacciare o allontanare lupi estranei per difendere i cuccioli ed il loro territorio.

Queste esplosioni d’aggressività, tuttavia, sono molto sceniche e ricche di rituali più che crudamente votate alla violenza.

Alcuni Eschimesi parlano dei lupi come di loro simili, per quanto riguarda le modalità di caccia, riferendosi al modo in cui individuano la preda, connesso alle indicazioni che traggono dal comportamento dei corvi imperiali.

Il corvo imperiale, con un areale ampio quanto quello del lupo, li segue spesso durante la caccia per approfittare dei loro avanzi.

In inverno, quando le piste sono visibili dal cielo, i corvi seguono la pista di un branco nella speranza di trovare una carcassa.

Si appollaiano sugli alberi circostanti o saltellano ingerendo pezzetti di neve insanguinata in attesa che i lupi finiscano di mangiare e abbandonino la carogna.

Il rapporto tra i due animali, però, è più profondo. Ecco un esempio: “Un branco in viaggio si fermò a riposare, quando 4 o 5 corvi imperiali che si erano accodati cominciarono ad infastidirlo. Gli uccelli si tuffavano sulla testa e sulla coda dei lupi, che chinavano la testa per poi saltare in loro direzione.

A volte i corvi inseguivano i lupi volando radenti sopra le loro teste, e in una occasione, uno di essi camminòverso un lupo sdraiato, prese a beccargli la coda e poi fece un salto di lato mentre il lupo reagiva con un gesto di stizza.

Quando il lupo volle vendicarsi del volatile assumendo un atteggiamento dicaccia, quest’ultimo gli concesse di avvicinarsi fino a una trentina di centimetri per poi volare via, atterrare qualche metro più in là e ripetere la beffa”.

“Sembra che il lupo ed il corvo abbiano raggiunto un accordo secondo cui ognuno è compensato in qualchemodo dalla presenza dell’altro e pienamente consapevole delle capacità altrui.

Entrambe le specie sono caratterizzate da un’alta socialità e devono quindi possedere i meccanismipsicologici necessari alla formazione dei legami sociali. Forse, per certi versi, gli appartenenti a ciascunaspecie hanno incluso membri dell’altra nel proprio gruppo sociale e con essi hanno sviluppato dei vincoli”.

Tratto dal libro The Wolf, di L. David Mech.

Il lupo, comunque, può intrattenere rapporti simili anche conaltri tipi di animali.

Gli Eschimesi, che a causa di una vicinanza fisica conoscono molto bene i lupi, sostengono inoltre che ogni esemplare è capace di dare origine a comportamenti nuovi, rispetto a quelli identificati come caratteristici della propria specie.

La specie di cui fanno parte i lupi è suddivisa in diverse sottospecie che si differenziano nelle dimensioni e nel mantello.

Secondo una delle stime più attendibili, infatti, esisterebbero 32 sottospecie,24 delle quali ubicate nel Nord America ed 8 in Eurasia.

Una diversa scuola di pensiero, formata prevalentemente da biologi, sostiene che il numero ipotizzato sia eccessivo.

Tra le tante varianti quelle che hanno contribuito di più alla formazione delle razze canine sono:

· il Canis Lupus Arabs,· il Canis Lupus, Lycaon,· il Canis Lupus Chanco o ( laniger), · il Canis Lupus Lupus,· i cani Lupus Pallipes · il Canis Lupus Hodopylax.

Il Cane Lupus Arabs è originario dell’Arabia del Sud. È un animale piccolo di colore chiaro con mantello corto e fine.

Il Canis Lupus Lycaon proviene invece dall’Est Nordamericano ed è una delle sottospecie più piccole. Il colore più tipico del mantello è il grigio, occasionalmente tendente al color crema-bianco, più comunemente nero.

Il Canis Lupus Chanco o (laniger) è invece originario del Tibet, ma si è esteso in gran parte della Cina Manciuria, Mongolia e Russia sud-occidentale. In questo caso i colori dominanti del mantello sono chiari. Il pelo è lungo mentre la taglia è media.

Il Canis Lupus Lupus è, invece, il lupo comune. Conosciuto in tutta Europa e nella zona delle foreste della Russia, è caratterizzato da un mantello di colore grigio scuro. Il pelo è relativamente corto e denso.

Il Canis Lupus Pallipes proviene, invece, dall’India anche se si è diffuso verso ovest fino all’Iraq. Il pelo è corto e fine mentre la stazza è più piccola della media.

Ultimo, non certo per importanza, è il Canis Lupus Hodophylax, diffuso in Giappone, attualmente estinto. Il suo pelo era liscio e corto, mentre il corpo piuttosto piccolo con arti relativamente corti.

Tra le diverse specie di lupi, quelle a noi più conosciute sono:

· il Lupo Eurasiatico, · il Lupo della Siberia · il Lupo Popolare.·

Le diverse sottospecie si differenziano sia per le dimensioni che per quanto riguarda la colorazione, la lunghezza e la densità del mantello.

La taglia dei lupi varia dai circa 20 Kg di un lupo arabo adulto ai ben 45 Kg di un grosso lupo nordamericano.

I maschi sono in genere di 2-5 Kg più pesanti delle femmine.

In Alaska, dove si trovano gli esemplari più grandi, è difficile trovare un lupo che pesi più di 55 Kg.

L’esemplare più grosso di cui si abbia notizia è di quasi 80 Kg.

Il peso medio di un lupo del Nord America è di circa 36 Kg.

Nel Canada meridionale è inferiore, mentre procedendo verso Nord è superiore.

Un lupo europeo in piena maturità potrebbe pesare anche 38,5 kg, mentre i lupi che popolano la regione del Punjab e la penisola araba si aggirano sui 25 kg.

Il garrese, in media, misura 66-81 cm di altezza anche se in casi rari può arrivare fino a 90 cm. La testa è lunga, atta ad ospitare la dentatura tipicamente carnivora.

Quest’ultima è caratterizzata dalla presenza di due canini lunghi circa 6 cm.

Appena sopra si trova la canna nasale che è ricca di cellule olfattive sviluppate circa 100 volte in più rispetto a quelle umane.

Altro senso molto sviluppato è l’udito, che ricopre abbondantemente l’area ultrasonica percepita dall’uomo.

La vista è migliore rispetto a quella del cane comune.

Di notte, per esempio, è stato calcolato che il lupo vede due volte meglio.

Esperimenti condotti da studiosi di fama mondiale ci forniscono dati impressionanti.

Il lupo, infatti, reagisce ad un oggetto in movimento che si trovi ad una distanza di 800 m. ed a 300 m. riesce a riconoscere se un uomo impugna un bastone o un fucile.

Gli arti sono piuttosto lunghi, gomiti aderenti e piedi leggermente aperti.

Il lupo dispone di uno splendido mantello costituito da due strati, un sottopelo folto, morbido e di colore chiaro, e lungo pelo esterno che elimina l’umidità e conserva il sottopelo asciutto.

Gran parte del sottopelo, e parte del pelo, viene perso in primavera per essere poi sostituito in autunno.

Il mantello si inspessisce nella zona del garrese, dove i peli possono raggiungere una lunghezza dei dieci o dodici centimetri, e si rarefanno sul muso e sulle gambe.

Hanno inoltre una coda molto folta.

Il pelo del lupo fornisce una coibenza termica superiore a quella del cane, e questo impedisce la formazione di ghiaccio quando il calore del fiato si condensa.

Essi sono in grado di dare le spalle al vento e di dormire comodamente all’aperto a quaranta gradi sotto lo zero, poiché hanno la capacità di ridurre il flusso sanguigno in prossimità della pelle conservando una maggiore quantità di calore.

Un gruppo di biologi a Barrow, in Alaska, ha scoperto che la temperaturadei cuscinetti plantari è mantenuta appena al di sopra del punto di congelamento dei tessuti dove i cuscinetti vengono in contatto con la neve ed il ghiaccio.

Questo significa che in quella zona il calore è regolato indipendentemente dal resto del corpo.

Questo rappresenta un ottimo esempio della meravigliosa efficacia architetturale di cui sono dotate le creature selvatiche.

Nei giorni tiepidi, invece, i lupi disperdono calore ansimando (un metodo in apparenza stancante ma certo valido per raffreddarsi attraverso l’evaporazione), e gettandosi in fiumi e torrenti.

Il colore del mantello è molto variabile.

Può essere:

· bianco, · crema, · biondo, · fulvo, · rosso, · grigio di tutti i toni,· nero.

Il colore più frequente resta il grigio, che non è mai uniforme perché il singolo pelo di copertura è diviso in zone con bande chiare e scure, e secondariamente perché i peli chiari e scuri si mescolano tra loro.

Le parti ventrali di solito sono bionde, argentate o chiare.

Diverse misurazioni effettuate da elicotteri o automobili rivelano che la velocità massima di un lupo varia da 40 a 64 km orari, con balzi che durante gli inseguimenti possono raggiungere addirittura i 5 metri di lunghezza.

Una storia vera sulla resistenza del lupo:

“Un eschimese intento a cacciare un lupo per riscuoterne la taglia si trovò senza munizioni e decise diinseguire l’animale con la motoslitta fino a stremarlo. In seguito, confortato dalla cartina geografica,apprese che il lupo aveva corso per 20 km, ad una velocità variabile tra i 25 e 50 km l’ora, prima di

rallentare e stabilizzarsi al trotto, che mantenne per altri 6 km, poi cominciò a camminare. Crollò dopo 6km.”

Tratto dalle ricerche di Barry Lopez.

I lupi sono animali straordinari e sono senza dubbio tra i predatori di maggior successo conosciuti sul pianeta.

Il branco, che in genere è composto più o meno da 8 individui, consente di aggredire e uccidere animali che per mole e peso sono molto più grandi del lupo stesso, rendendo la caccia molto efficace.

Il branco rimane unito perché ha forti legami di affetto che si rafforzano con atteggiamenti e comportamenti convenzionali legati al mantenimento della scala gerarchica.

Questa capacità di comunicare sensazioni e di affezionarsi è l’eredità più importante trasmessa dal lupo al cane.

Nella piramide alimentare il lupo è sicuramente al vertice come super predatore, infatti, la vita di branco si è rivelata essere un sistema quasi infallibile sia nella predazione che nella difesa.

Per verificare la fondatezza di tali affermazioni è sufficiente un semplice ragionamento, proposto qui di seguito.

Un lupo da solo può uccidere un cervo, faticando molto e correndo notevoli rischi. L’animale predato, del peso di 70- 80 kg può nutrire da 8 a 10 soggetti.

Un alce di 400 kg, invece, può sostenere un grosso branco per diversi giorni tenendo conto che un pasto completo di un lupo consiste al massimo di 10 Kgdi carne.

In questo caso i rischi affrontati nella caccia diminuiscono e la fatica è divisa tra i membri del branco invece di gravare solo su uno di essi.

Solo i lupi dominanti hanno il diritto di mangiare a sazietà, mentre gli altri devono aspettare il loro turno ed eventualmente cacciare ancora se la preda non fosse sufficiente a sfamarli.

Visto che quelli sazi non hanno interesse a spostarsi, un certo numero di individui si sposterà per formare un nuovo branco autonomo.

Anche altri fattori di competizione sociale, come l’accoppiamento o la leadership, possono raggiungere livelli tali da provocare la rottura dei legami fra lupi con la conseguente divisione del branco.

Il lupo solitario in genere è un vecchio maschio, ma si ritiene che tra le cause che inducono al comportamento solitario ci sia la perdita del partner.

È tuttavia anche possibile che un lupo, divenuto molto vecchio o esiliato per motivi sociali, segua il branco da lontano per poter usufruire dei resti del pasto, muovendosi con un giorno o due di ritardo fino a quando non rimarrà completamente solo.

I giovani lupi, invece, possono abbandonare il branco con l’avvicinarsi del periodo dei calori, cercando un partner riproduttivo e quindi dando origine ad un branco proprio.

I legami stretti con i loro simili nel periodo dei primi anni di vita, comunque,restano molto saldi e può capitare che il nuovo gruppo incontri quello di origine unendosi ad esso.

Solitamente il branco costituito in questo modo ha una durata abbastanza breve.

Le prede preferite dal lupo variano a seconda di dove vive.

Solitamente, comunque, si tratta di cervi, renne, capre, pecore, caprioli e buoi.

In caso di mancanza di cibo il lupo può anche nutrirsi di bacche, funghi e topi.

La selezione effettuata verso le prede è importante per tenere sotto controllo la loro popolazione.

È prova di ciò il fatto che, nelle zone in cui il lupo è stato sterminato, le popolazioni di questi animali aumentassero in modo smisurato con il risultatodi entrare in competizione a causa degli spazi vitali ristretti.

Inoltre, la mancata cacciagione degli individui deboli e malati permetteva che il patrimonio genetico, scarsamente selezionato, fosse trasmesso alla prole.

L’importanza di mantenere in equilibrio l’ecosistema, con le specie in esso presenti, è stata ampiamente documentata da studiosi, provenienti anche da scuole di pensiero opposte, tanto da poter essere considerata un reale postulato della biologia evolutiva.

Nonostante queste importanti considerazioni, i lupi, in molte nazioni sono stati considerati una specie da cacciare in quanto, da sempre, in competizione con l’uomo per la selvaggina.

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Come comunica il lupoIl lupo comunica attraverso una serie di comportamenti convenzionali che nell’insieme danno vita ad un codice. Studi effettuati nel corso degli anni hanno portato a definire una sorta di glossario che descrive questigesti e attribuisce ad essi un significato. Il risultato di questo lavoro di decifrazione è parzialmenteriportato di seguito.

Sottomissione passivaSi tratta di una sottomissione totale che avviene con l’esibizione della pancia e l’esposizione di questo organo vitale ad eventuali attacchi. Generalmente, quando il lupo assume questa postura resta quasi immobile lasciando che le sue parti ano-genitali siano annusate.

Così facendo, l’animale palesa la propria intenzione di inibire le reazioni aggressive già iniziate o imminenti.

Sottomissione attivaÈ un complesso di gesti giocosi e posture che sono facilmente individuabili in un cane al momento del rientro a casa del proprietario. Solitamente l’animale corre verso il padrone con le orecchie e la testa abbassate, uggiolando con il corpo che tocca quasi terra. La bocca resta semiaperta mentre scodinzolandosalta verso il viso che cerca di leccare.

I lupi adulti esibiscono questo tipo di sottomissione verso i lupi gerarchicamente superiori di grado ed i leader, mentre i lupi giovani la esibiscono verso i lupi più anziani, evidenziando il proprio atteggiamento nonbelligerante.

Questo rituale ha la funzione principale di garantire il mantenimento di un livello di tensione aggressiva molto basso, ribadendo sempre e comunquei rapporti gerarchici insiti nel gruppo.

Gli atteggiamenti di sottomissione attiva e passiva sono molto importanti nel nascente rapporto uomo-lupo. Questo tema verrà tuttavia approfondito più avanti nel testo.

Nei cuccioli è tipica la sottomissione spontanea verso i lupi adulti. Nelle prime settimane dopo lo svezzamento questa infatti è rivolta indifferentemente a tutti i membri del branco, mentre a partire dal quarto mese di vita i cuccioli imparano a distinguere il maschio Alfa (leader), verso il quale gli atteggiamenti di sottomissione sono più frequenti rispetto, per esempio, al lupo Beta, secondo in gerarchia, verso il quale tali atteggia- menti sono più rari.

Il ruolo di leader della scala gerarchica è rappresentato dal maschio e soltanto in un secondo momento le femmine, e solo loro, dimostreranno di riconoscere la femmina Alfa alla quale sottomettersi. La femmina è spesso la responsabile

dell’accanimento aggressivo nei confronti di un individuo che può essere, addirittura, cacciato dal branco.

FugaLa reazione di fuga, specialmente nei cuccioli, è messa in atto verso i soggetti estranei o in seguito all’emissione da parte della madre di una sorta di suono sbuffante. Le osservazioni di Erik Zimen, che ha dedicato la sua vita di etologo allo studio della specie e degli ibridi cane-lupo, sottolineano che questocomportamento è innato.

L’imparare con l’esperienza che questo verso significa “pericolo”, per un cucciolo, rappresenterebbe la sua ultima lezione di vita.

Segnali olfattiviIl lupo possiede un olfatto straordinariamente sviluppato che gli consente di vivere in un mondo a noi sconosciuto, letteralmente costituito di immagini olfattive.

Nel cane l’area olfattiva cerebrale si è notevolmente ridotta per via dell’addomesticamento.

Esperimenti compiuti sui lupi e i cani da caccia, sembrano avvallare questa tesi, fermo restando che nelle razze selezionate per la traccia o la caccia, l’olfatto è in ogni caso molto sviluppato.

I membri di un branco generalmente si riconoscono visivamente, ma nel caso non potessero vedersi, conoscendo molto bene l’odore di ciascuno, non farebbero fatica a ricongiungersi.

Solo dopo una separazione i lupi si sottopongono ad una accurata ispezione olfattiva. Un giovane straniero è ispezionato molto attentamente, il che consente di stabilirne il sesso e l’età.

Nel caso in cui venga individuato attraverso l’olfatto uno straniero adulto, questo viene attaccato immediatamente.

Molta importanza viene inoltre data, a livello olfattivo, al significato assunto dal collocamento delle feci ed urine.

Spesso vengono deposte in luoghi evidenti, come un cespuglio, unaroccia o un tronco, ed hanno lo scopo di marcare il territorio.

Per questa ragione vengono sempre ispezionate molto accuratamente dai lupi di passaggio.

Un modo curioso di urinare è quello definito “a spruzzo” che viene utilizzato solo dai lupi di rango più alto, ovvero dal maschio e dalla femmina Alfa.

Solitamente questo gesto è accompagnato dal raspare il terreno con i quattroarti. Questo ha il significato di unire al messaggio olfattivo unodi tipo visivo.

Dave Mech, che negli anni settanta ha studiato numerosi branchi di lupi del Minnesota i quali vivono in territori contigui, ha notato che lungo i confini dei territori di ogni branco le orinazioni a spruzzo sono molto frequenti.

I lupi marcano circa quattro posizioni per chilometro e questi segnali, che durano circa un mese, vengono rinnovati puntualmente allo scaderedella loro funzione.

Questo serve per indicare la presenza di altri lupi ed evita lo scontro diretto, che avviene nei confronti di sconosciuti che si avvicinano al branco.

L’olfatto ha per il lupo un’importanza straordinaria, ne garantisce addirittura la sopravvivenza. L’olfatto serve, ad esempio, per l’individuazione delle

femmine in calore allo scopo di accoppiarsi con esse.

Altri comportamenti riconducibili all’atteggiamento olfattivo sono il rotolarsi sulle carogne di animali morti o su altro materiale organico.

Qualunque oggetto estraneo sul territorio viene annusato dal lupo, che poi finisce per strofinarsi sopra di esso.

Non è comunque ancora chiaro se questo comportamento serva per indicare possibili fonti di cibo, per camuffarsi con un odore estraneo o, semplicemente, sia fine a se stesso.

Comunicazioni otticheIl linguaggio del corpo è particolarmente evidente quando l’atteggiamento tende all’aggressività.

Il lupo rimane eretto in tutta la sua altezza con i peli del dorso sollevati a formare una cresta che dal collo arriva oltre le scapole.

La testa è tenuta alta, lo sguardo fermo, fisso sul “nemico”, orecchie puntate in avanti, la bocca chiusa e la coda sollevata.

I movimenti in questa circostanza sono lenti e rigidi, pronti all’attacco.

Quando l’atteggiamento è invece di sottomissione attiva, cerca di placare l’aggressività del “nemico”.

I segnali sono opposti ai precedenti. Il lupo si fa il più piccolo possibile, flette gli arti vicino a terra, coda bassa e scodinzolante, orecchie basse e all’indietro, occhi socchiusi.

COSMO DANIEL ELITE DENIK - COSMO DANIEL ELITE KENIA -COSMO DANIEL ELITE ESO in un momento di socializzazione tra loro.Proprietaria Daniela Ciotti

Aggressione e PauraIn un famoso studio datato 1963, il Premio Nobel Konrad Lorenz proponeva una serie di cambiamenti mimici evidenti nel lupo a seconda dei suoi stati d’animo.

In uno stato di neutralità, con un livello di emotività basso, il lupo tiene le orecchie erette e la bocca serrata.

In un momento di paura, invece, le orecchie vengono portate all’indietro fino ad accostarsi al cranio.

Con il crescere del livello di aggressività, la bocca si apre ed i dentivengono mostrati sollevando le labbra.

Le due mimiche in alcuni casi possono essere esibite contemporaneamente.

Lo studioso Zimen nel 1978 fece notare che, tutte le volte in cui capitò di assistere a lotte efferate (che accadevano di rado), l’attacco si manifestava improvvisamente, senza alcuna mimica ottica o acustica, quasi a non voler creare dispersione di energia prima dello scontro.

È stata individuata anche un’altra mimica estrema in antitesi con la precedente e denominata “della grande paura”: in questo caso le orecchie sono rivolte all’indietro, la bocca è aperta, i denti ben visibili.

Questa postura è stata osservata come reazione ad un attacco che costituisce una pericolosa minaccia.

Nel complesso è interpretata da Zimen come espressione della massima prontezza alla difesa.

Inibizione a mordereI combattimenti feroci, con feriti gravi o morti, sono molto rari tra i lupi, nell’implicita consapevolezza che gli scontri siano pericolosi in modo biunivoco.

I cuccioli, per esempio, imparano a fare la lotta giocando e comprendono che se mordono troppo forte un loro compagno, questo si arrabbierà e reagirà diconseguenza.

L’inibizione a mordere di un lupo dipende molto dalle sue “dolorose”esperienze passate, intese come morsi ricevuti dalle vittime dei suoi attacchi.

L’inibizione, che di fatto rappresenta un sistema di autodifesa, viene superata solo in caso di interessi vitali come il raggiungimento della posizione Alfa o la minaccia di perdere il ruolo di leader.

Il GiocoFra gli adulti, il gioco ha importanza ponderante. È infatti usato nei conflitti sociali, nelle relazioni gerarchiche, nel rituale amoroso che segue l’accoppiamento, nel mantenimento della leadership o nella gestione delle risorse disponibili quali il cibo.

Lo scopo principale del gioco è l’evitare lo scontro aggressivo.Il gioco simulato con altri scopi è, invece, espressione di astuzia.

Un lupo adulto, per esempio, può riuscire ad impossessarsi del cibo distraendone il possessore con un invito al gioco.

Questo comunque accade solo nei confronti dei giovani inesperti. Le funzioni del gioco cambiano durante la vita e si evolvono con l’età.

I cuccioli giocano da soli per imparare a dominare meglio la dinamica dei movimenti, mentre in gruppo il gioco diventa più rude e si impara quanto a fondo si possa mordere senza esasperare i compagni.

Con l’esperienza diventerà sempre più pacifico e rilassato. Nell’età giovanile il gioco diventa di nuovo più aggressivo, in particolare tra le femmine.

La ragione di questo risiede nel fatto che viene utilizzato per portare avantistrategie di conflitto sociale.

Gli adulti giocano con i loro pari di rango. Il maschio Alfa, per esempio, gioca meno di tutti, e la femmina Alfa viene subito dopo tra gli eletti alla serietà.

Gli inferiori giocano molto più spesso, ma questo è dovuto al fatto che devono continuamente esibire la loro sottomissione e con questa determinare la loropermanenza nel branco, quindi è questione di vita o di morte.

Ci sono diverse tattiche di gioco. La più frequente è quella di rincorrersi, con una relazione simile a quella che si instaura tra cacciatore e preda. L’unica differenza sostanziale è che tra i lupi questa relazione è reversibile e possono verificarsi degli scambi di ruolo.

COSMO DANIEL ELITE ERMES E COSMO DANIEL ELITE HIRIDESottomissione passiva. Proprietaria Daniela Ciotti

COSMO DANIEL ELITE DENIK E COSMO DANIEL ELITE KENIA sottomissione passivaProprietaria Daniela Ciotti

Comunicazioni AcusticheAltro aspetto considerevole della comunicazione tra i lupi è quello legato all’emissione di segnali acustici. Anche in questo caso si è cercato di realizzare una sorta di breve prontuario, proposto di seguito, per distinguere i più importanti.

CuriositàI lupi sentono fino a una frequenza di 26 kH, vale a dire oltre il campo uditivo dell’uomo ed entro quello della produzione di suoni da parte di pipistrelli e delfini, ma a quale fine utilizzino le informazioni ad alta frequenza, rimane un mistero.

Hanno la capacità di rilevare suoni acuti. I lupi riescono a distinguereuna singola nota in un insieme di suoni nella gamma di 10-15 kH che potrebbe aiutarli a localizzare un roditore sotto un mucchio di neve.

Molti scienziati russi sostengono che i lupi cacciano anche molte grosse prede servendosi dell’udito più che dell’olfatto, e che il campo uditivo e la sua raffinatezza selettiva lo rendono il loro senso più spiccato. “BarryLopez”

UggiolioI cuccioli emettono questo verso quando si sentono soli, hanno freddo o fame. Gli adulti, viceversa uggiolanoper chiamarli fuori dalla tana o per nutrirli rispondendo al disagio manifestato dai piccoli.

Gli adulti di basso rango o i giovani uggiolano quando incontrano individui di rango superiore, in segno di sottomissione e rispetto.

Lo sbuffoTipicamente rappresentato dall’onomatopea “wuff” è un richiamo di attenzione generale nei confronti di un potenziale pericolo. I lupi abbaiano raramente. Non abbaiano di continuo come i cani, ma emettono solo poche ripetizioni, per poi ritirarsi, magari quando un estraneo si avvicina.

Se dovesse verificarsi nei pressi della tana, un membro, di solito la femmina, prende ad abbaiare. Ne consegue che il branco reagisce alla minaccia, mentre i cuccioli fuggono. A volte, però, può capitare che sia tutto il branco a ripiegare nella fuga.

RinghioAccompagnato dall’atto di mostrare i denti, è sempre una palese minaccia. Durante il pasto i lupi ringhiano l’uno all’altro per definire spazi e porzioni. Può anche capitare che un adulto ringhi ai cuccioli troppo importuni, o ad un subordinato che si permette di fare ciò che il suo livello nella scala gerarchica non gli consente.

UrloÈ un indiscutibile vocalizzo di paura, dolore o terrore.Nei cuccioli è molto frequente quando giocano tra loro in modo rude, o all’apparire di un pericolo improvviso.

Sbattere i dentiViene prodotto un suono “pizzicando” l’aria più volte aprendo e chiudendo velocemente la bocca. Questo suono viene emesso da un lupo spaventato, messo all’angolo, che lo adotta come ultimo tentativo per bloccare un attacco. Indica comunque estrema propensione all’autodifesa.

Nel cane, questo ha un significato molto diverso. Solitamente dimostra grande eccitazione propria del gioco. Può assumere la funzione di difesa o minaccia.

UlulatoÈ il più caratteristico suono prodotto dai lupi. Un lungo, melodioso “U” suono emesso per espirazione, con labocca semiaperta, le labbra portate in avanti, la testa protesa verso l’alto e le orecchie indietro.

Un ululato singolo può durare anche 20 secondi e può essere ripetuto per diversi minuti, e quando alla fine il lupo cerca di dare volume al latrato esso si compone di dodici armonici, invece quando un branco ulula tutti ilupi armonizzano il suono piuttosto che sintonizzarsi sulla stessa nota,dando così l’impressione di essere più numerosi.

Più lupi possono ululare insieme per ore.

Ogni individuo ulula in modo diverso ed è riconoscibile dagli altri lupi ed anche dall’uomo. Quando uno inizia, rapidamente tutti gli altri lo seguono in coro, soprattutto se a prendere l’iniziativa è un soggetto di altorango.

Anche i cuccioli ed i giovani si aggregano al coro.

L’ululato può assumere molti significati.

Una delle funzioni principali è il ristabilire il contatto in seguito ad una separazione dal branco. Gli adulti, talvolta, ululano quando, dopo essersi allontanati dalla tana, vogliono rassicurare i cuccioli in merito al loro rientro.

Anche quello di un lupo solitario, quando ulula, viene definito “pianto della solitudine”. Probabilmente la funzione principale è cercare un compagnoche si trovi nella sua stessa situazione.

“Era una musica selvaggia e indomita, echeggiava tra le collinee riempiva le valli. Provai uno strano brivido lungo la schiena.

Non era una sensazione di paura, capite, ma una specie di fremito,come se avessi dei peli sul dorso e qualcuno li stesse accarezzando”

“Citazione di Alda Orton, Trapper dell’Alaska”.

Comunicazioni tattiliCon molta frequenza i lupi hanno contatti fisici. Morsi, leccamenti del muso e sfregamenti del proprio corpo con quello altrui. Il contatto di solito coinvolge il muso ed il mantello. Generalmente l’iniziativa in tal senso è presa dalla madre nei confronti dei cuccioli.

I lupi usano la lingua sia come strumento per veicolare messaggi di tipo affettivo, che per lo svolgimento di azioni quotidiane legate all’igiene ed alla pulizia del proprio corpo. Generalmente, queste attività occupano buona parte della giornata.

Comunicazioni odoroseI marchi odorosi scoraggiano gli intrusi, ma il ruolo più importante è quello di conservare un senso di organizzazione spaziale per il branco residente. Possono anche aiutare a trovare territori aperti e a facilitare l’incontro di lupi solitari appartenenti a sessi opposti con cui formare un nuovo branco.

Inoltre, marcano gli oggetti che considerano pericolosi per altri lupi, soprattutto per i cuccioli.

È stato dimostrato da vari ricercatori che i lupi segnalano trappole ed esche avvelenate defecando sopra queste.

Minzione a gamba elevataÈ la più importante. Gli esemplari alfa effettuano questo tipo di segnalazione, sia maschi che femmine, contro oggetti al di sopra del suolo per produrre un odore più forte e proteggere il segnale da neve o pioggia.

Minzione accovacciataL’orinazione e la defecazione hanno funzioni odorifere oltre che fisiologiche, dato che la defecazione può sollecitare le ghiandole anali e quindi attribuire un sentore personale.

Grattare il suoloL’azione di scavare o la scalciata di terra, può fungere da ostentazione di dominanza indirizzata agli altri componenti del branco, ma potrebbe anche avere altri scopi per esempio la stimolazione delle ghiandole plantari, che imprimerebbero quindi un diverso odore.

Esiste un’altra via di comunicazione impiegata dai lupi, che si può definire extrasensoriale.

Barry Lopez dice:“Ho notato che gli esemplari in cattività a riposo sembrano raccogliere indicazioni da altri membri del

branco pur essendo estranei allo stesso campo visivo ed uditivo.Possono darsi la schiena oppure essere distanti, ma quando per esempio un animale fissa qualcosa conintensità, crea apparentemente una certa tensione. Gli altri componenti rispondono alzando la testa e

girandosi senza esitazione in direzione dell’area in questione. Per quanto riguarda la mia esperienza, erano più spesso i subalterni a reagire per primi e gli alfa per ultimi.

Forse ulteriori ricerche riusciranno a confortare questa ipotesi con elementi più fondati, il che lascerebbeintuire aspetti davvero interessanti.”

(Tratto dal best seller: “Lupi”, di Barry Lopez).

COSMO DANIEL ELITE INDUSIA & COSMO DANIEL ELITE GUELFO & GIOIA Proprietaria Daniela Ciotti

La gerarchia

All’interno del branco vige una gerarchia molto rigida che è fondamentalmente divisa in tre graduatorie: quella maschile, quella femminile e quella fra cuccioli.

Tutti i lupi del branco sono sempre e comunque subordinati alla coppia Alfa ed al maschio Beta. Infine i più bassi di rango, anche detti periferici, evitano addirittura il contatto con soggetti forti.

La posizione del maschio Alfa, generalmente, non viene messa in discussione se il branco si mantiene nel tempo, anzi viene rafforzata dalla nascita dei cuccioli e dei giovani che gli sono affezionati.

Durante il ciclo riproduttivo la tensione è molto alta, tuttavia la maggior parte dei conflitti viene risolta con lotte ritualizzate o con la sottomissione del contendente, soggetto all’aggressione di diversi individui.

Quando il leader di un branco muore, o decade per vecchiaia, si crea una situazione molto pericolosa.

Il lupo Beta è di diritto il nuovo capo, ma può non avere legami sufficientemente stretti con gli altri membri che, di conseguenza, possono ribellarsi alla successione predestinata.

In questo caso il branco si dividerà formando un nuovo gruppo.Generalmente, comunque, i legami restano stabili ed a parità di grado la femmina è sottoposta al maschio.

Vi è, però, una sola occasione in cui una femmina Alfa si comporta da dominante sul maschio Alfa. È quello immediatamente successivo al parto e rappresenta un suo privilegio, durante quale il maschio Alfa reagisce con atteggiamenti di sottomissione altrimenti inusuali per lui.

Il dominio, non è fatto solo di diritti ma anche di doveri. Il leader del branco, infatti, è anche colui che ha la capacità e la responsabilità di prendere decisioni vitali per l’intero branco.

Fra queste sono esemplificative la scelta della direzione in cui muoversiper cacciare, oltre alla protezione del branco all’interno del suo territorio. La leadership nei lupi pare essere una combinazione equilibrata tra i sistemi autocratico e democratico.

Se nel branco non avvengono decessi o nuove acquisizioni esterne, la tensione sociale rimane bassa e la sua struttura stabile. L’armonia fra i componenti si mantiene grazie al fatto che ogni individuo conosce il suo posto nella scala gerarchica ed ha acquisito gli strumenti comportamentali per conservarlo.

Uno di questi è la sottomissione attiva.

Tra i comportamenti tattili di dominio è importante annoverare anche quello rappresentato dallo stare in piediattraverso gli arti anteriori di un subordinato che è a terra. Questo comportamento, generalmente, si instaura fra intimi.

Quest’ultima componente è anche necessaria in altri comportamenti legati al dominio, tra i quali è annoverabile la presa del muso da parte del superiore, che delicatamente l’agguanta con i denti senza stringere.

La femmina lo fa spesso con i cuccioli.

Un dominante, nell’intenzione di ribadire la propria posizione, può assumere un atteggiamento di minaccia-attacco a sorpresa che è rappresentato dall’assumere una postura di “punta” a terra, in cui l’animale è raccolto e pronto a lanciarsiin un eventuale attacco.

Tuttavia lo scontro vero e proprio avviene assai di rado e si verifica per lo più con individui estranei al branco. Può, comunque, succedere che un subordinato, invece di assumere atteggiamenti di sottomissione attiva o passiva, reagisca con una posizione difensiva, tutto raccolto su di sé. Visibilmente spaventato, mostrai denti e pizzica l’aria.

Uno degli atteggiamenti più frequenti di dominanza agonistica è lo sguardo fisso, in piedi, rigido con la codaalta. Al lupo a cui sia rivolto tale atteggiamento non rimane che distogliere lo sguardo immediatamente.

Ultimo comportamento caratteristico inseribile in questa descrizione è il montare sul dorso del sottoposto. In questo caso ci sono due varianti posturali.

Nella prima il dominante sale sul dorso del subordinato ponendo la parte anteriore delle zampe di traverso sulle spalle, mentre nella seconda il leader monta da dietro effettuando una sorta di imitazione all’amplesso.

Altra nota di colore sulla comunicazione tattile è il fatto che i lupi si entusiasmino molto nel momento del saluto con tipici colpetti e leccamenti della bocca ogni volta che sono stati separati, anche se per un breve periodo.

La riproduzioneLa fondatrice del branco è la coppia Alfa. Tuttavia, dopo un periodo di una o due stagioni in cui il maschio Alfa è l’unico riproduttore, la sua attività sessuale cala e diviene scarsissima o nulla, e il ruolo di padre dei cuccioli passa al maschio Beta.

Alcuni ricercatori affermano che sia la posizione sociale denominataAlfa ad assorbire le energie dell’animale. Infatti, quando il maschio Beta prende la dominanza, la sua attività sessuale diminuisce marcatamente.

Al contrario, la femmina Alfa resta l’unica riproduttrice per anni.

La scelta del partner di solito dura per molto tempo, talvolta per tutta la vita. La stagione dei calori va da gennaio ad aprile, in modo che i cuccioli nascano in primavera ed abbiano davanti diversi mesi di clima mite prima dell’inverno portatore di gravi difficoltà.

Il pro estro, che precede il periodo fertile, è molto lungo nelle lupe. Solitamente varia da 2 a 4 settimane e finisce circa dopo una settimana. In questo periodo gli accoppiamenti sono frequenti.

La gravidanza, come per il cane, dura circa 63 giorni.

Le tane vengono allestite con largo anticipo e sono sempre collocate vicino all’acqua, forse per la grande necessità di liquidi della femmina durante l’allattamento.

Il parto dura diverse ore ed il cucciolo quando nasce è avvolto nel sacchetto amniotico, seguito dalla placenta, cui è connesso dal cordone ombelicale.

La madre lacera con i denti la membrana amniotica, liberando il cucciolo dal sacco e recide il cordone lasciandone un moncone lungo un paio di centimetri.Solitamente la placenta e tutti gli invogli vengono ingeriti dalla madre appena dopo il parto.

Questo comportamento è strettamente legato a ragioni di tipo igienico. Per la stessa ragione anche eventuali feti non completi, o nati morti, vengono di solito mangiati.

Dopo pochi minuti dalla nascita il cucciolo, aiutato dalle vigorose leccate della madre, si avvia verso le mammelle e inizia a succhiare.

Il peso medio di un cucciolo appena nato è di circa 540 gr.

I lupi nascono ciechi, sordi e ricoperti di foltissimo pelo lanoso di colore scuro. Rimarranno nella tana fino all’ottava decima settimana, anche se il rifugio potrebbe essere abbandonato per uno nuovo qualora la madre percepisse un pericolo.

Di solito la femmina che partorisce per la prima volta ha una cucciolata poco numerosa che può variare da 2 a 5 cuccioli. Nei parti successivi il numero può salire a 6 - 7 cuccioli. Sono stati comunque documentati casi limite in cui, in una tana, si trovassero 15 cuccioli.

In questi casi, alcuni di loro sono purtroppo destinati a morire, in quanto la lupa solitamente non è nelle condizioni di allattarli tutti.

La crescita dei cuccioliGli studi condotti sullo sviluppo di cuccioli nati in cattività, suddividono la rapidità di crescita rispetto al tempo in settimane dalla nascita, creando una prima categorizzazione riproposta di seguito.

1. Periodo di massima crescita: da 0 a 14 settimane.2. Periodo di rapida crescita: da 14 a 27 settimane.3. Periodo della crescita lenta: da 27 a 51 settimane.

Lo svezzamento avviene durante la quarta settimana di vita, quando i cuccioli cominciano a nutrirsi del cibo parzialmente digerito che gli adulti rigurgitano per loro.

Solitamente la richiesta di nutrimento da parte dei cuccioli, in questa fase, avviene leccando e toccando con ilmuso e con le zampe la bocca e la testa degli adulti che sono quindi stimolati a rigurgitare. Alcune volte il rigurgito può avvenire anche indipendentemente dallo stimolo.

È molto interessante osservare che i lupi sanno regolare la quantità di cibo rigurgitato. Inoltre, se al momentoin cui viene loro chiesto il cibo da parte dei cuccioli sono a digiuno, si muovono immediatamente per andare a caccia.

All’età di 8-10 settimane la tana viene abbandonata e i lupetti vengono trasferiti in spazi più ampi e variegati caratterizzati dalla protezione assicurata da una vegetazione chiusa, comprendenti sentieri, posti per dormire,

spazi per giocare.

In questo ambiente vivranno fino all’età in cui cominceranno a seguire il branco.

È comunque stata stilata una tabella, nella pagina successiva, che individua le tappe significative della crescita di un lupo.

COSMO DANIEL ELITE INDUSIA Con CUCCIOLI DI 50 GIORNI La richiesta del cibo. Proprietaria Daniela Ciotti

COSMO DANIEL ELITE INDUSIA CON CUCCIOLI DI UNA SETTIMANA. Proprietaria Daniela Ciotti

CUCCIOLI ETÀ 40 GIORNI. Proprietaria Daniela Ciotti

Il brancoIl branco è una struttura familiare fondata da una coppia e costituita dalle progenie di uno o più anni. In media è formato da 7-8 esemplari che in rari casi possono raggiungere le 15-20 unità.

La rilevazione ufficiale del branco più vasto, in Alaska, è di 36 componenti.

La dimensione di un gruppo è determinata dalla disponibilità di spazio concessa dagli altri branchi che abitano lo stesso territorio, e inoltre dall’indole individuale dei singoli componenti, all’abbondanza di cibo, dal tasso di morte dei cuccioli e della complessiva popolazione di lupi.

Di solito il capobranco è un maschio.

La coppia, formata da due soggetti leader, si accoppia una volta all’anno, ma può accadere che nel caso di branchi numerosi ci siano altre femmine partorienti. Questo, generalmente, accade quando vengono a mancare i soggetti dominanti a causa della loro uccisione.

Il periodo del calore solitamente si verifica alla fine dell’inverno, nei mesi di febbraio o marzo. La femmina si riproduce dal secondo anno mentre i maschi, anche se già fecondi a questa età, non si accoppiano fino al quarto o quinto anno di vita.

Con l’avvicinarsi del parto la femmina scava una tana o ne utilizza una già pronta. Tutto il branco, comunque, coopera all’allevamento dei cuccioli, provvedendo a nutrire la madre e poi i piccoli. Sono buffamente denominate“zie” del branco le giovani femmine che riescono ad allevare i cuccioli anche in caso di morte della madre.

La femmina leader impedisce alle altre femmine di accoppiarsi, con decisa opposizione, per tutta la durata del calore. In questo periodo nel branco si registra un livello di tensione molto alto.

Il potere della femmina in calore è di capitale importanza per le sorti del branco, in quanto l’influenza verso imembri che ne fanno parte è assai elevata.

Esempio ne è il fatto che la femmina è spesso responsabile dell’esilio di un membro del gruppo.

Tra i maschi, in questo periodo, le lotte sono tese a riaffermare i ruoli nelle prime posizioni della scala gerarchica.

A volte può comunque succedere che il maschio leader acconsenta all’accoppiamento ad un subordinato.

La struttura sociale richiede un grado di interazione elevatissimo, che permetta di assicurare al branco l’espletamento di tutte le funzioni necessarie alla sopravvivenza. (La disciplina del branco è rigida, ma non spietata.)

Tra queste spiccano per importanza la caccia, il mantenimento dei territori e delle gerarchie, oltre all’insegnamento ai giovani delle mansioni che dovranno svolgere da adulti.

Tali interazioni sono garantite da un complesso sistema di comunicazione basato sul confronto sociale. Quest’ultimo induce i lupi a fornire costanti prove di forza, soprattutto nei confronti di individui di pari grado.

Tale sfida ha comunque il compito esclusivo di trasmettere dei messaggi.I lupi estranei al branco, forse per una necessità di integrità degli equilibri raggiunti dalla comunità, vengono aggrediti e uccisi.

Non è raro che in queste occasioni vengano colpiti a morte anche componenti del branco che hanno adottato un comportamento non consono alle intenzioni dei leader.

I lupi, sostanzialmente, imparano molto l’uno dall’altro attraverso il confronto, mentre i cuccioli acquisiscono nozioni dalla madre attraverso le sue movenze. I compagni si scambiano tra loro gesti giocosi edi saluto, usando molto il contatto fisico.

Questo ha una particolare funzione di eccitamento osservabile nel momento in cui si preparano a partire per la caccia. La battuta ha inizio solo nel momento incui i legami tra i partecipanti sono stati definiti e consolidati.

La solidarietà tra i membri del branco consente un grande livello di funzionalità, che permette di catturare unmaggior numero di prede.

Durante il pasto, ad esempio, la tensione sale e difficilmente si riesce a tenere al proprio posto un subordinato. L’inibizione si mostra a questo punto necessaria per consentire a tutti l’accesso al cibo.

I cuccioli e la madre che aspettano il ritorno dei loro compagni sazi, chiedono il cibo leccando la loro bocca. Mostrando un comportamento molto altruistico, in risposta alla richiesta ricevuta, questi rigurgitano parte delcibo, contribuendo così all’allevamento dei cuccioli.

Questo comportamento riflette l’importanza, per ogni singolo individuo, di mantenere il branco in salute. Il lupo sa che il gruppo è il sistema che gli garantisce la vita.

Questa consapevolezza è stata poi ereditata dal cane, infatti, anch’esso sa che dalla famiglia umana nella quale si è integrato dipende la sua vita. Per questa ragione accetterà qualunque compromesso pur di rimanervi.

L’aspetto più sbalorditivo studiato da Adolph Murie, riguarda l’amicizia tra i singoli. I lupi, anche da adulti, giocano a rincorrersi, si azzuffano coi piccoli, corrono intorno a una radura o su una sponda innevata con l’andatura barcollante di un cavallo.

Si spaventano a vicenda, scagliandosi su chi sta riposando o sbucando all’improvviso da piccoli nascondigli, si donano oggetti, in particolare pezzi di cibo, si pavoneggiano sfilando con in bocca rami oppure ossa.

L’autore dice:

“ricordo una sera, nella Catena di Brooks in Alaska, con il sole ancora luminoso alle undici e mezza, mentreguardavo tre lupi scivolare lungo il fianco di una collina come zattere sulle rapide di un torrente.

La luce rifletteva nella neve sciolta di uno specchio d’acqua proprio di fronte aloro. Avvistando un gruppo di codoni i lupi si acquattarono tra i mirtilli e le eriche. Si avvicinarono disoppiatto allo stagno e, quando furono a una quindicina di metri, balzarono in aria come turaccioli,

partendo alla carica delle anatre.I codoni esplosero in volo in un luccicante turbinio di ali, zampe, piume e schizzi d’acqua trafitti dalla luce.

Le piume pettorali degli uccelli rimaserosospese a mezz’aria, quasi immobili. Poi i codoni volarono via, mentre i lupi si impennavano nell’acqua.

Bevvero un pò poi se ne andarono anch’essi. Era tutto un gioco.”

I componenti del branco

La femmina AlfaÈ la femmina accoppiata con il maschio Alfa, con cui ha fondato il branco. L’unica cucciolata presente nel branco deve essere la sua perché i suoi cuccioli non dovranno essere esposti a competizioni con altri piccoli che potrebbero sottrarre loro risorse ed attenzioni.

Per ottenere questo, inibisce l’accoppiamento delle altre femmine mature per tutto il periodo dell’estro, impedendo fisicamente gli approcci sessuali.

Il padre dei cuccioli in genere è il maschio Alfa, anche se possono essere accettati più maschi, purché sempredi rango elevato. La posizione Alfa viene mantenuta nella femmina per 4-5 anni, mentre per il maschio vienemantenuta per 2-3 anni.

Il maschio AlfaÈ il vero è proprio leader del branco. È particolarmente aggressivo verso gli estranei, ha la maggior esperienza di vita, è il mediatore degli scontri nel branco, ed è il guardiano dei membri esterni accolti.

Per garantire la sua sopravvivenza ed il suo benessere, deve essere in grado di dar vita ad uno stato sociale

basato sull’amicizia e sulla solidarietà. Qualunque scossone o riassestamento gerarchico mina la sua posizione.

Gli altri lupi del branco hanno molto interesse nel mantenere stabile e calmo il maschio Alfa.

Il maschio BetaPiuttosto aggressivo con gli estranei e molto meno amichevole con il resto del branco, all’interno del quale subisce grandi pressioni. I subordinati, infatti, rispettano il maschio Alfa, ma parallelamente tentano di guadagnarsi il rango più alto.

Il maschio Beta è spesso minacciato ed esposto al pericolo di non diventare un giorno il leader. Per questo simuove in stretto rapporto con il maschio Alfa. Vi è gerarchia lineare sia nei maschi che nelle femmine Alfa.

Se il branco è numeroso, vi sono diversi adulti di alto rango, di entrambi i sessi.

I subordinatiVivono in una situazione conflittuale: da un lato, il branco rappresenta per loro l’unica possibilità di sopravvivenza e sicurezza, dall’altro, restando subalterni, non possono aspirare a riprodursi.

Quelli dotati di carattere cercheranno di risalire la scala gerarchica, mentre gli altri sono destinati a restare dei gregari.

I lupi di rango più basso lasceranno da soli o in piccoli gruppi il branco solo se troveranno altri solitari, magari femmine, con cui formare un nuovo branco nel quale assumere un ruolo più importante nella scala gerarchica.

I giovaniSono considerati tali i lupi di età compresa tra i 10 ed i 22 mesi che hanno la taglia degli adulti, ma sono sessualmente immaturi. Per loro è di capitale importanza rimanere nel branco, dal quale devono imparare quasi tutto.

Sono ottime balie per i cuccioli, per questo sono ben tollerati dagli altri membri. Si alleano anche in caso di attacchi iniziati da altri nei confronti dei giovani adulti di alto rango e finiscono spesso per occupare posizioni di alto livello.

I lupi maturano socialmente e sessualmente dopo i 24 mesi, mentre i cani hanno una maturazione sessuale molto precoce rispetto a quella sociale.

I cuccioliSono nutriti e protetti da tutto il branco. Un cucciolo che vaga solitario viene preso per il muso e trattenuto per qualche istante al suolo. Fin da piccolissimi esibiscono sottomissioni passive ed attive verso tutti i membri del branco. Questo inibisce, in maniera assai efficace, le aggressioni. Crescendo le manifestano soprattutto verso i genitori che sono i lupi di più alto rango nel branco.

Una lezione di vita

“Una mattina, una lupa lasciò soli quattro o cinque cuccioli in un punto prestabilito per andare aispezionare la zona. Una volta lontana, si girò e si mise accovacciata sulla pista che aveva appena creato.

Dopo qualche momento, un lupetto che aveva abbandonato il punto prestabilito, cominciò a saliretrotterellando un pendio lungo la pista e si trova all’improvviso faccia a faccia con la madre.

Questa emise un profondo latrato.Il piccolo si arrestò, si guardò intorno come se fosse preoccupato da qualcos’altro, e poi, con aria da finto

tonto, tornò sui suoi passi.La madre lo scortò fino al punto di ritrovo e ripartì di nuovo. Questa volta non si diede la pena di

controllarsi le spalle.La lezione era stata appresa, visto che tutti i cuccioli non si mossero fino al suo ritorno, la sera”.

(Barry Lopez)

COSMO DANIEL ELITE FARAH & COSMO DANIEL ELITE FENICSCon cuccioli età 60 giorni. Proprietario Christian Bonomo.

Inbreeding

Questa figura del branco è assai particolare. Inizialmente era stata osservata negli zoo. Poi si è scoperto essere presente anche in natura. Gli inbreeding sono frutto di accoppiamenti consanguinei avvenuti tra nonnoe nipote femminaoltre che tra madre e figlio.

Non è stato chiarito a quale livello l’accoppiamento tra consanguinei possa essere pericoloso per la specie, ma sembra che la tolleranza in tal senso sia notevole.

Studi genetici condotti a cavallo tra il 1988 ed il 1989 verificarono che l’inbreeding non generava conseguenze fino alla soglia di 39 anni di accoppiamenti consecutivi.

Tuttavia, negli ultimi dieci anni, si è manifestata una netta diminuzione della capacità riproduttiva e, parallelamente, una riduzione progressiva della popolazione che viene attualmente attribuita a depressione daconsanguineità.

Anche uno studio condotto nel 1991 sui lupi degli zoo scandinavi suggerisce che gli animali soffrono di perdita della variabilità genetica. La conseguenza di ciò determina la riduzione della capacità riproduttiva e della longevità, lo scarso peso alla nascita e nel corso delle prime fasi di crescita e perfino casi di cecità.

I lupi normalmente rifuggono la consanguineità abbandonando il branco natale e andando alla ricerca di un partner con cui fondare un nuovo branco. Questo meccanismo garantisce l’innovazione genetica anche se in particolari condizioni non è attuabile.

Ecologia del lupo

Un lupo, in media è in movimento dalle otto alle dieci ore al giorno, gran parte delle quali durante il crepuscolo. Le ore rimanenti le trascorre dormendo, giocando, mangiando od in altre interazioni di tipo sociale.

Il suo fabbisogno energetico gli impone di ingerire quotidianamente dai 2,5 a 10 Kg al giorno.

È stato osservato nella Columbia Britannica che due lupi camminarono per 35 km in un metro e mezzo di neve.

In inverno i lupi dell’Isola di Royale viaggiano ogni giorno per 50 km. In Alaska è stato osservato dal naturalista Adholph Murie un branco che ha portato a termine un giro di 60 km in cerca di cibo mentre la

femmina preparava la tana per la nascita dei cuccioli.

I lupi della Tundra possono correre dietro alla preda per 8 km prima di accelerare e sferrare l’attacco. Inoltre tutti i lupi sono degli ottimi nuotatori benché di rado se ne servano per cacciare.

Generalmente questa distanza la coprono al trotto ad una velocità di 6-7 Km all’ora. A volte questi spostamenti avvengono sulla neve a causa delle necessità di catturare prede come grandi ungulati, caribù, alci e cervi causando un livello di dispersione di energie assai maggiore rispetto alle condizioni ottimali.

La caccia, inoltre, non sempre ha successo e quindi, quando una preda viene uccisa, il branco resta fermo finchè questa non è stata completamente consumata.

Il luogo in cui il lupo si insedia, anche solo temporaneamente, deve essere composto da una tana, un’area di riposo e dalle dispense sotterranee. Queste ultime servono per conservare parti di animali uccisi che verrannoutilizzati in altri momenti.

Tecniche di caccia

Lo strumento più efficace dopo gli arti e le zampe che le permettono di essere molto agile. È la bocca. Di forma allungata composta di 42 denti: 2 canini molto sviluppati per azzannare, i premolari per recidere e strappare, i molari per frantumare, gli incisivi per rosicchiare e strappare brani di carne dalle ossa.

I denti carnassiali (un premolare superiore e un molare inferiore) fungono da forbici da giardino, tagliuzzando la carne recidendo gli ostici tessuti connettivi e i tendini.

Il lupo può esercitare una pressione mascellare di oltre 100 kg/cm rispetto alla metà circa di un Cane Pastore Tedesco, capacità che gli permette di frantumare qualsiasi osso gli capiti sotto i denti per arrivare al midollo.

La dieta del lupo consiste perlopiù in carne muscolosa e tessuti grassi. Oltre a cuore, polmoni, fegato e altri organi interni.

Le ossa vengono frantumate per accedere al midollo, a volte mangiano anche la pelle e i peli. Rinunciando a tutta la parte relativa allo stomaco. Ogni tanto assumono dei vegetali, mentre tutti i lupi mangiano l’erba per pulire il tratto digerente ed eliminare i parassiti interni tipo i vermi.

L’erba, però, essendo costituita in gran parte da fibre, non viene mai digerita. Inoltre, dispongono di due grossi organi interni, fegato e pancreas atti a facilitare la digestione.

Il lupo caccia qualunque preda, dal topo ai più grossi ungulati e per ognuno ha sviluppato una tecnica particolare. I piccoli animali, dal topo al coniglio, vengono atterrati con un balzo parabolico e schiacciati a terra con gli arti anteriori.

Subito dopo vengono colpiti con il muso e morsicati in più punti con rapidità fino alla morte.

“All’improvviso il lupo si arresta. Dopo un momento, allinea le zampe. Sta fissando l’erba, con le orecchietese in avanti e rigide. Si inarca, si impenna e piomba come un gatto sulla preda, trattenendola tra le zampe

anteriori.”

Osservazione di Barry Lopez.

Prede di medie dimensioni come gatti e volpi, vengono inseguite afferrate a mascelle serrate sul collo e scrollate vigorosamente fino a causarne il decesso. Animali di taglia medio grande come per esempio le pecore, vengono uccise molto in fretta con morsi alla gola.

Un solo lupo è in grado di uccidere con un morso alla gola un animale dalle dimensioni massime pari a quelle di un capriolo.

Per le grosse prede il branco deve decidere in fretta su quale individuo concentrarsi dando la priorità a vecchie malati.

Gli adulti in buona salute sono troppo difficili e pericolosi e vengono affrontati solo in caso di mera necessità.

Nei confronti dei veloci corridori di solito vengono messe in atto delle tecniche di accerchiamento. Queste stesse vengono messe in atto dai cani usati perla caccia da seguita o nella conduzione del bestiame per cui l’animale viene addestrato ad omettere l’aggressione finale che naturalmente ne comprometterebbe il compito.

Per evitare questo solitamente, a livello di addestramento, viene messa in atto una sorta di inibizione ad uccidere con canoni non troppo dissimili da quella acquisita dal lupo in branco.

COSMO DANIEL ELITE STELLA & COSMO DANIEL ELITE PARSIFAL Campioni Svizzeri Pluri premiati 1° Eccellente in Esposizioni Nazionalied Internazionali. Proprietario Marco Bresciani.

Continua.......... la lettura.

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“Una donna, Daniela, che ha fatto della sua passione per gli animali la missione di una vita. Il raccontodel mistero che lega la psiche umana a quella dei suoi adorati lupi, assume in questa narrazione toni cosìtoccanti da divenire fiabeschi. Una lettura coinvolgente, dopo la quale il vostro sguardo nel cogliere ogni

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Martina Galvani Editor Professionista – Scrittrice di Romanzi Best-Seller

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