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Il nuovo anno del Paganini L’anno accademico che ha appena preso il via è particolarmente importante per il nostro Isti- tuto. Innanzitutto, per questioni logistiche. Come è noto, da anni il Paganini denuncia la mancanza di spazi che rischia di soffocare l’at- tività didattica e artistica, limitando fortemen- te l’offerta formativa che si vorrebbe ancora più ricca e completa. Nel prossimo mese di gennaio, finalmente, dovremmo poter oc- cupare (insieme all’Accademia Ligustica di Belle Arti, nell’ottica della costituzione del Politecnico delle Arti) alcuni spazi nel rin- novato Palazzo Senarega, nel centro storico, dietro alla Loggia di Banchi, grazie a un ac- cordo con il Comune. Del Palazzo e della sua eleganza, si parla in altra parte di questo giornale. Qui vale la pe- na sottolineare la rilevanza dell’iniziativa. Le sale, bellissime, che verranno messe a dispo- sizione del nostro Istituto, se non risolveranno tutti i problemi, contribuiranno certamente a renderli meno pressanti e consentiranno al nostro Istituto di avere una “presenza” nel centro cittadino, dietro alla Loggia. Loggia che in un prossimo futuro dovrebbe diventare lo spazio “pubblico” del Politecnico delle Arti aperto, dunque, verso la città. Nel 2017, inol- tre, festeggeremo i cinquant’anni della nostra statizzazione. Se è vero che il nostro Istituto ha una storia antica che ci porta indietro al 1829, è vero anche che la legge che ha tra- sformato il “Paganini” in Conservatorio di Stato è stata varata nel 1974 con effetto re- trodatato al 1967. Quest’anno dunque ricorderemo una tappa fondamentale nella storia della nostra istitu- zione. E lo faremo, affiancando alle consuete attività didattiche, artistiche e di ricerca, inizia- tive diverse volte a coinvolgere anche ex stu- denti illustri che vorranno collaborare nuovamente con noi. Nello stesso tempo con- tinuerà la collaborazione con le Istituzioni cit- tadine e regionali, dal Comune alla Regione, dalla Fondazione Teatro Carlo Felice al Teatro Stabile, dall’Accademia Ligustica a Palazzo Ducale e all’Università. E sono anche allo stu- dio iniziative didattiche indirizzate verso un pubblico “adulto” nella consapevolezza che il nostro Istituto può e deve svolgere un ruolo sociale e culturale sempre più attento e capil- lare sul territorio. Roberto Iovino Rivista del Conservatorio Niccolò Paganini Autorizzazione Tribunale di Genova n. 10/2006 del 21 aprile 2006 Genova - Anno II, n. 3 (nuova serie) DICEMBRE 2016 il Cantiere Musicale ISSN 1972-3865 UN AUTUNNO PIENO DI MUSICA Chiuse le vacanze estive, i mesi di settembre e di ottobre sono stati caratterizzati da una intensa attività didattica e artistica che ha coinvolto studenti e docenti. Nella pri- ma parte di settembre si sono svolti gli esami di ammissione che hanno visto una moltitudine di giovani cimentarsi con le prove teoriche e quelle pratiche per conqui- starsi una buona posizione nelle graduatorie per l’accesso alle diverse scuole. Dopo le ammissioni ha preso il via la normale sessione autunnale di esami degli stu- denti interni. E, contemporaneamente, è ripartita l’attività artistica che ha portato la musica al di fuori della sede dell’Istituto in luoghi storici della città, come la Loggia di Banchi, Palazzo Ducale, il Carlo Felice e il Teatro Duse. >>> SEGUE A PAGINA 2

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Il nuovo annodel Paganini

L’anno accademico che ha appena preso il viaè particolarmente importante per il nostro Isti-tuto. Innanzitutto, per questioni logistiche.Come è noto, da anni il Paganini denuncia lamancanza di spazi che rischia di soffocare l’at-tività didattica e artistica, limitando fortemen-te l’offerta formativa che si vorrebbe ancorapiù ricca e completa. Nel prossimo mese digennaio, finalmente, dovremmo poter oc-cupare (insieme all’Accademia Ligustica diBelle Arti, nell’ottica della costituzione delPolitecnico delle Arti) alcuni spazi nel rin-novato Palazzo Senarega, nel centro storico,dietro alla Loggia di Banchi, grazie a un ac-cordo con il Comune.Del Palazzo e della sua eleganza, si parla inaltra parte di questo giornale. Qui vale la pe-na sottolineare la rilevanza dell’iniziativa. Lesale, bellissime, che verranno messe a dispo-sizione del nostro Istituto, se non risolverannotutti i problemi, contribuiranno certamente arenderli meno pressanti e consentiranno alnostro Istituto di avere una “presenza” nelcentro cittadino, dietro alla Loggia. Loggia chein un prossimo futuro dovrebbe diventare lospazio “pubblico” del Politecnico delle Artiaperto, dunque, verso la città. Nel 2017, inol-tre, festeggeremo i cinquant’anni della nostrastatizzazione. Se è vero che il nostro Istitutoha una storia antica che ci porta indietro al1829, è vero anche che la legge che ha tra-sformato il “Paganini” in Conservatorio diStato è stata varata nel 1974 con effetto re-trodatato al 1967. Quest’anno dunque ricorderemo una tappafondamentale nella storia della nostra istitu-zione. E lo faremo, affiancando alle consueteattività didattiche, artistiche e di ricerca, inizia-tive diverse volte a coinvolgere anche ex stu-denti illustri che vorranno collaborarenuovamente con noi. Nello stesso tempo con-tinuerà la collaborazione con le Istituzioni cit-tadine e regionali, dal Comune alla Regione,dalla Fondazione Teatro Carlo Felice al TeatroStabile, dall’Accademia Ligustica a PalazzoDucale e all’Università. E sono anche allo stu-dio iniziative didattiche indirizzate verso unpubblico “adulto” nella consapevolezza che ilnostro Istituto può e deve svolgere un ruolosociale e culturale sempre più attento e capil-lare sul territorio.

Roberto Iovino

Rivista del Conservatorio Niccolò PaganiniAutorizzazione Tribunale di Genova n. 10/2006 del 21 aprile 2006

Genova - Anno II, n. 3 (nuova serie)DICEMBRE 2016

il Cantiere Musicale

ISSN 1972-3865

UN AUTUNNOPIENO DI MUSICA

Chiuse le vacanze estive, i mesi di settembre e di ottobre sono stati caratterizzati dauna intensa attività didattica e artistica che ha coinvolto studenti e docenti. Nella pri-ma parte di settembre si sono svolti gli esami di ammissione che hanno visto unamoltitudine di giovani cimentarsi con le prove teoriche e quelle pratiche per conqui-starsi una buona posizione nelle graduatorie per l’accesso alle diverse scuole. Dopo le ammissioni ha preso il via la normale sessione autunnale di esami degli stu-denti interni. E, contemporaneamente, è ripartita l’attività artistica che ha portato lamusica al di fuori della sede dell’Istituto in luoghi storici della città, come la Loggiadi Banchi, Palazzo Ducale, il Carlo Felice e il Teatro Duse.

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Le borse di studioIn settembre si sono svolte, come è ormai tradizione, le sele-zioni per le assegnazioni delle borse di studio messe a disposi-zione da parte di alcuni generosi amici del nostro Istituto.Le prove hanno visto una buona partecipazione di candidati esono state contrassegnate da un livello alto, a dimostrazionedell’interesse che questa iniziativa suscita nei giovani studenti.La Borsa intitolata a Giuseppe Ponta e destinata ai migliori ta-lenti in campo pianistico è stata vinta da Alberto Bonifazio eda Michele Carraro, classificati a pari merito. Le altre borse pre-viste dal bando sono state assegnate per la categoria A a Gian-luca Faragli (primo premio) e a Niccolò Sansalone e GiovanniPisanu (secondo premio ex-aequo), per la categoria B a DavideMarcati (primo premio) e a Lorenzo Famà (secondo premio). La borsa di studio “Renzo Mantero” riservata a uno studenteparticolarmente meritevole nelle classi di pianoforte, violino,viola, violoncello e arpa, è stata assegnata al violinista OleksandrPushkarenko.L’Opera Pia Conservatorio Fieschi ha destinato alcune borse agruppi da camera divisi in due categorie. Nella categoria A haottenuto il primo premio il Quintetto formato da Valeria Trofa(oboe), Francesca Salvestri (clarinetto), Michela Bozzano (fagot-to), Filippo Cainero (corno) e Matteo Provendola (pianoforte),

mentre il secondo premio è andato al duo violino-pianoforteOleksandr Pushkarenko e Christian Pastorino. Nella categoriaB, ha vinto il trio formato da Yesenia Vicentini (violino), CarolaPuppo (violoncello) e Mattia Lorenzini (pianoforte).Giovanna Mutti da alcuni anni destina una borsa di studio allamusica vocale da camera, premiando in particolare il duo vo-ce-pianoforte: quest’anno si sono aggiudicati la borsa, a parimerito Luana Lauro (soprano) e Edoardo Siccardi (pianoforte)e Dina Eldemardash (mezzosoprano) e Silvia Zoe Cirillo (pia-noforte).La Borsa di studio intitolata dalla famiglia al compositoreGiorgio Federico Ghedini è stata vinta dal Quintetto formatoda Marta Caccialanza (flauto), Valeria Trofa (oboe), FrancescaSalvestri (clarinetto), Michela Bozzano (fagotto) e Filippo Cai-nero (corno).Infine nei giorni scorsi è stata assegnata la borsa di studio chela Fondazione Giorgio e Lilli Devoto assegna ogni anno a unacomposizione ispirata a un testo poetico di autore indicato nelbando. Quest’anno l’autore era Giorgio Caproni e il vincitoreè risultato lo studente della scuola di Musica Elettronica FabioCauglia.

Dalla Loggia al DucaleIl 12 ottobre, giornata colombiana, il Comune di Genova orga-nizza tradizionalmente una articolata cerimonia durante la qualevengono assegnati diversi riconoscimenti a genovesi illustri. Untempo questa manifestazione si svolgeva a Palazzo Tursi, da al-cuni anni è stata trasferita nella più ampia e imponente Sala delMaggior Consiglio di Palazzo Ducale. All’ultima edizione, il 12 ot-tobre scorso, è stato invitato il Conservatorio per regalare un mo-mento musicale a tutti gli intervenuti.

Si è dunque esibita l’Orchestra Regionale Giovanile del “Pagani-ni” diretta da Vittorio Marchese in un piacevole programma com-prendente una Sinfonia di Boccherini, le Variazioni paganinianedal Mosè di Rossini (solista la violoncellista Matilde Agosti) e “Mu-sic for fireworks” di Haendel. Il Concerto ha avuto un’anteprimail giorno precedente alla Loggia di Banchi.Si è infatti deciso di rendere pubblica la “prova generale” orga-nizzando un concerto a scopo benefico per raccogliere fondi afavore dei terremotati. Hanno collaborato la Comunità di Sant’E-gidio che ha provveduto alla raccolta dei fondi, la circoscrizionedel Centro, il Comune e la associazione “La scopa meravigliante“che ha fornito le sedie di cui la Loggia è al momento sprovvista.La scelta della Loggia è stata determinata dalla volontà di ribadirel’interesse da parte del Conservatorio per quello spazio nel centrodi Genova, luogo ideale per proporre musica alla città. E in effettil’esibizione dell’Orchestra si è svolta in una cornice particolar-mente festosa di pubblico che è entrato anche a concerto in cor-so richiamato dai suoni che hanno invaso le strade circostanti ela piazza su cui si affaccia l’antico edificio.Per l’occasione il direttore Marchese ha ampliato il programmaaggiungendo anche “Musica notturna per le strade di Madrid”di Boccherini.

Bach al Teatro DuseCon la “prima” del “Borghese gentiluomo” di Molière al TeatroDuse è ripresa la collaborazione fra il Conservatorio e lo Stabile

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che quest’anno festeggia i suoi 65 anni di vita. L’anno scorso lo Stabile aveva chiesto al nostro Istituto di pro-porre brevi interventi musicali nei foyer dei due teatri, primadell’inizio di uno spettacolo prodotto dallo Stabile stesso, percreare l’atmosfera adatta a introdurre gli spettatori nel testomesso in scena. Il positivo esito di quelle prime esperienze haconvinto Stabile e Conservatorio a ripetere la formula.Per lo spettacolo di Molière si è dunque pensato a Johann Se-bastian Bach. Di lui la violoncellista Matilde Agosti ha interpre-tato brillantemente la Suite n.1 per violoncello solo.

Dono DeliusNel 2013 il professor Nikolaus Delius ha donato al Conserva-torio genovese una ingente quantità di spartiti musicali, relativisoprattutto alla letteratura flautistica. Della catalogazione diquesto materiale è stata incaricata la docente di flauto MaraLuzzatto che da allora organizza annualmente un “seminario”dedicato a temi legati al Dono Delius. Quest’anno la “due-gior-ni” intitolata “Flauto solo e flauto solista nella prima metà delSettecento” si è tenuta nel Salone dell’Istituto il 28 ne il 29 ot-tobre scorso. Sono intervenuti, oltre a Nikolaus Delius e a MaraLuzzatto, anche musicisti e musicologi come Giovanni BattistaColumbro, Rosalba Montrucchio, Simona Valsecchi e Elena Pre-vidi (Conservatorio di Milano), Luisa Curinga, Tommaso Rossi(Conservatorio di Cosenza), Alessandro Lattanzi (Università diBerna), Mariateresa Dellaborra.

I concerti aperitivo

Un’altra esperienza che si ripete. Dallo scorso anno il Paganinicollabora con il Carlo Felice per i concerti-aperitivo, una bellainiziativa della Fondazione lirica che intrattiene un pubblico sem-pre più folto nel grande foyer del primo piano la domenica mat-tina: un concerto di durata non eccessiva e, a seguire, unpiacevole aperitivo.Domenica 30 si è esibito il gruppo “Vox Antiqua” diretto daMarco Bettuzzi. Titolo del concerto, “Vorrei che tu cantassi unacanzone”, un viaggio nella canzone dalle esperienze cinque-centesche di Orlando di Lasso ai giorni nostri con Fabrizio DeAndrè e John Lennon.

Il Paganini per l’UniversitàIl 5 novembre scorso in un Teatro Carlo Felice totalmente esau-rito l’Orchestra degli allievi del Conservatorio diretta da AntonioTappero Merlo (e rinforzata da alcuni docenti: i violinisti MassimoCoco e Valerio Giannarelli, la viola Luciano Cavalli, il violoncelloPaolo Ognissanti e il contrabbasso Franco Pianigiani) ha offertoun interessante concerto, ospite della inaugurazione dell’annoaccademico dell’Università di Genova. Era la prima volta che l’U-niversità organizzava un evento del genere al Carlo Felice e l’in-vito pervenuto dal rettore prof. Paolo Comanducci è statoaccettato con entusiasmo in quanto sottolinea l’ottimo rapportoche si è instaurato fra l’Ateneo genovese e il nostro Istituto: unrapporto che si sta concretando anche in molteplici iniziative di-dattiche e di ricerca avviate con diversi dipartimenti.Il direttore Tappero Merlo ha proposto un programma per soliarchi. Il pubblico ha potuto dunque ascoltare in apertura il Di-vertimento in re maggiore K 136 di Mozart. E’ seguito il Concer-to per sassofono contralto e archi di Glazunov che ha impegnatocome solista l’ottima allieva Camilla Piccardo che aveva vinto neimesi scorsi la selezione per l’individuazione dei solisti da impie-gare nei concerti con l’orchestra. Infine la St. Paul’s Suite di Holst.Al termine calorosissimi applausi per tutti gli esecutori.

Nell’ambito delle celebrazioni e iniziative per l’An-no Santo della Misericordia promosse dalla Diocesidi Savona-Noli, il Conservatorio Paganini ha aderi-to alla richiesta di collaborazione con due concertidegli allievi della classe di Organo di Matteo Mes-sori. Ai due concerti ne è stato aggiunto un terzodi Michele Croese, ex allievo del Paganini, che il10 settembre 2016 ha aperto la serie suonandosull’organo Piccaluga 1766 della Parrocchiale diSan Bernardo in Valle in occasione del 250° anni-versario. Il 17 settembre Tomas Gavazzi si è esibitoall’organo Malvestio 1928 del Santuario di N.S. diMisericordia presentando un progamma compren-dente autori dal Seicento all’Ottocento (Buxtehu-de, De Grigny, Bach, Donizetti, Petrali e Franck). Lo

stesso Gavazzi ha suonato venerdì 23 settembreassieme a Francesca Tosolini sullo storico organoPiccaluga 1764 della Cappella Sistina di Savona. Idue organisti si sono alternati alla tastiera propo-nendo musiche di Merulo, Gabrieli, Fescobaldi eKerll. L’iniziativa è stata particolarmente apprezzatadal pubblico. È da qualche anno, infatti, che l’Uffi-cio Beni Culturali della Diocesi e l’Associazione Mu-sicale Antichi Organi Italiani, in collaborazione conil Conservatorio, offrono agli allievi della classe diOrgano la possibilità di esibirsi sugli strumenti sto-rici della città restaurati in anni recenti. Ci auguria-mo che possa diventare una consuetudine.

Maurizio Tarrini

Concerti d’organo per il Giubileo a Savona

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Il consorzio Marina Genova di Sestri Ponente organizza unospazio nella Galleria “Arte in porto” che ospiterà, nel periodonatalizio, il Politecnico delle Arti. Dal 26 novembre si aprirà

una mostra dedicata al presepe, in collaborazione con il MuseoCivico Tubino di Masone, che resterà visitabile fino all’8gennaio. Saranno esposte statuette create con materiali e

tecniche diverse, secondo la tradizione di Genova, Napoli,Bologna, Caltagirone… La mostra sarà allestita dagli studentidell’Accademia in modo da rendere piacevole questo piccoloviaggio nel paesaggio del presepe; la galleria è abbastanzagrande da permettere, insieme all’esposizione, anche unospazio per raccogliere il pubblico e presentare il nostro lavoroin tempo reale. Il Conservatorio darà il suo contributo creandoun piccolo cartellone di incontri pomeridiani nel mese didicembre. Sotto l’insegna “La finestra del Conservatorio” si esibiranno, neifine settimana, studenti e docenti. Spiccano le date didomenica 11 dicembre, che vedrà ospite anche ilConservatorio di La Spezia con il fisarmonicista Endrio Luti, induo con il clarinettista Giuseppe Laruccia, e di domenica 18,quando avrà luogo la “Festa della luce”, con una cerimoniasuggestiva, un grande albero e i lumini in mare: nella piazzacoperta i nostri studenti di jazz offriranno un concerto natalizioche si prospetta molto originale. Stiamo anche lavorando a unasorpresa, ma su questo regna il segreto… Un incontro verrà riservato alla presentazione delle attività del“Paganini”, ma tutti gli appuntamenti saranno buone occasioniper conoscere da vicino la nostra attività didattica e produttivae per togliersi molte curiosità sulla vita del conservatorio. Ilcartellone definitivo sarà presto disponibile sul sitowww.conspaganini.it.

Tiziana Canfori

“La finestra del Conservatorio”per il Natale di Marina Genova

ALBA sta per Accademia Ligustica di Bel-le Arti: l’acronimo è talmente invitanteper una notte bianca che l’Accademia lasta trasformando in un’a-bitudine. Al contra-rio della nostra, chesi svolge il 21 giu-gno per la Festa del-la Musica, nel giornopiù lungo dell’anno,la notte bianca deifratelli dell’ALBA sisvolge, per il secondoanno, alle soglie del-l’inverno. Questo larende più buia e mi-steriosa, e un pochinomeno lunga, visto chepoi si va a dormire(mentre da noi si tira

l’alba per davvero… per chi ce la fa). Il pa-lazzo di Largo Pertini-Piazza De Ferrari,sarà una bellissima scatola di sorprese, da

percorrere in ogni angolo.Ci hanno confermato la data so-lo recentemente, ma certamen-te il Conservatorio nonmancherà! Appuntamentoquindi per il 7 dicembre, a par-tire dalle ore 16. La locandinarecita: “ALBA Dada - conferen-ze, musica, performances, djset, laboratori, live painting,bar. Ci vediamo tutti là, al calardelle tenebre!Info sui siti: www.accademiali-gustica.it e www.conspagani-ni.it

Tiziana Canfori

PALAZZO DELL’ACCADEMIA LIGUSTICA

N°7DIC

CONFERENZE

MUSICA

INSTALLAZIONI

PERFORMANCES

DJ SET

LABORATORI

LIVE PAINTING

BAR

i n -g r es s o g r at u -i t o

notizie

Appuntamentia Palazzo Ducale

C’è un filo di amicizia che lega il Conservatorioal movimento che da alcuni anni si preoccupadel recupero dell’ex Ospedale Psichiatrico diQuarto; c’è poi un altro filo che collega anchePalazzo Ducale. Periodicamente il Ducaleospita attività e mostre che vengono daQuarto, particolarmente dall’IMFI, Istituto perle Materie e le Forme Inconsapevoli, che operanella struttura fin dai tempi delle grandibattaglie per la chiusura dei manicomi. Molti artisti hanno donato opere all’Istituto,raccolte nel Museo Claudio Costa, e moltiartisti si avvicinano ancora oggi a questoambiente carico di memoria e di bellezza. Una scelta di opere sarà esposta da metàdicembre a metà gennaio nella Sala Liguria diPalazzo Ducale, che si apre a fianco del salonedel Maggior Consiglio. Nello spazio dellamostra sarà presente anche il ConservatorioPaganini, con una serata dedicata aglistrumenti ad arco (a cura del prof. MassimoCoco - 21 dicembre, ore 17)) e una serata dimusica jazz (a cura del prof. Pietro Leveratto -22 dicembre, ore 17). Un terzo appuntamento sarà il 3 gennaio,senza musica dal vivo, ma con documentiregistrati e schede sulle nostre attività.

T. C.

Notte delle Arti all’ALBA

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L'Accademia Ligustica è una delle Isti-tuzioni più antiche nel suo campo a li-vello nazionale. Cosa ha significatoper Lei esserne a capo e su cosa avetepuntato in questi anni?Ho rilevato da subito una situazione dif-ficoltosa sotto il profilo economico, dacui è nata l'esigenza di intraprendere per-corsi di finanziamento ulteriori. E' stataun'esperienza laboriosa, ma ha avuto unesito molto positivo: sono stati istituitisette corsi triennali e quattro corsi spe-cialistici. Il nostro piano formativo è mira-to a recepire esigenze territoriali: il corsodi scenografia ha visto la collaborazionecon i principali teatri della città, per la de-corazione abbiamo seguito la tradizionegenovese improntata sulla luce, il corsodi scultura ha invece affrontato proble-matiche inerenti la scultura per il cimiterodi Staglieno. Gli studenti che si diploma-no all'Accademia di Genova sono beneinseriti nel mondo del lavoro a livello ter-ritoriale.Nel 2016 è stato registrato un boom didomande di iscrizione con 224 richie-ste. Crede che i giovani guardino conocchio nuovo all'arte anche in tempodi crisi?La mia opinione è che le famiglie e i ra-gazzi abbiano rivisto i parametri dellascelta accademica: sempre più spesso sitende a prediligere quello che realmenteinteressa loro fare, piuttosto che puntaresu ciò che potrebbe essere più "accatti-vante" per il mondo del lavoro. Il venta-glio di opportunità dell'Accademia èvariegato e spazia dalla grafica pubblici-taria al design, passando per le arti visive.Una recente indagine occupazionale ha ri-levato che la maggior parte degli studentitrova impiego in settori specifici nel pa-norama dell'arte.Fate già parte dell’Afam, ma il proces-so di statizzazione vi porterà a dipen-dere totalmente dal Ministero perl'Università, l'Istruzione e la Ricerca.Segnali che le direttive ministeriali sistanno allineando alle vostre istanze?La "contaminazione" è la filosofia dell'Ac-cademia: crediamo molto nello scambiodi saperi ed è per questo che incentivia-

mo collaborazioni con il ConservatorioPaganini e le facoltà di Architettura e BeniCulturali. Le direttive ministeriali corrononella stessa direzione - l'obiettivo è quellodi creare sinergie tra realtà culturali diver-se, per arricchire l'offerta formativa deinostri studenti. Chi opera nel campo vi-suale non può prescindere dalle altre di-scipline ed è per questo che abbiamoaccolto con entusiasmo il progetto dicreazione del Politecnico delle Arti.Parte integrante del percorso di statiz-zazione sarà proprio il processo fede-rativo che porterà Accademia eConservatorio su un piano di semprepiù stretta collaborazione, grazie an-che alla messa a disposizione dellanuova sede di Palazzo Senarega.Vorremmo portare avanti l'organizzazio-ne di spettacoli comuni, con performan-ce legate al disegno e al suono.Speriamo vada in porto il progetto di ri-qualificazione della Loggia della Mercan-zia, da adibire a mostre e spazi musicali.Con il direttore del Paganini, Roberto Io-vino, stiamo poi progettando un masterdi primo livello sulle Arti del Teatro Musi-cale, con materie da ambo le sfere arti-stiche e studenti misti. Con questoprogetto vogliamo dare un taglio profes-sionalizzante nell'ambito del teatro musi-cale, mirato a formare aspiranti registi,scenografi, direttori di palcoscenico.Infine, una parola per i giovani: cosasi sente di consigliare a chi oggi sce-glie di intraprendere un percorso pro-fessionale nel mondo dell'arte e dellamusica?Consiglio sempre agli studenti di sapersiguardare intorno, senza concentrarsi solosul proprio orticello. Dall'età scolare per-diamo la capacità di associare in manieraistintiva immagini diverse - si creano deilinguaggi assoluti. Il mio sprone è quellodi lavorare per recuperare questo aspet-to di creatività, che contempli arricchi-menti con altre forme d'arte. Bisognasaper guardare al mondo dei linguaggi intoto, con occhio sempre nuovo. I ragazzidevono essere portati a concepire un'ar-te "d'insieme".

Luna Montervino

Con il nuovo percorso

di statizzazione intrapreso

da settembre, Accademia

Ligustica e Conservatorio

Paganini si troveranno

a coesistere entro il neonato

Politecnico delle Arti.

Ne abbiamo parlato insieme

al prof. Osvaldo Devoto,

direttore dell'Accademia

dal 2010

L’intervista

L’Accademia Ligustica diventa stataleIncontro con il direttore Devoto

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Per festeggiare il cinquantesimo anniver-sario della statizzazione del “Paganini”sono allo studio diverse iniziative per le

quali l’Istituto è alla ricerca dei fondi neces-sari a consentirne la piena realizzazione.E’in via di definizione una stagione di concer-ti che coinvolgerà da dicembre a maggiostudenti, docenti e ex allievi. Due sono gli ap-puntamenti già fissati in dicembre.Sabato 10 (Sala dei Concerti del Conservato-rio, ore 17) si esibirà il duo pianistico formatodal docente Maurizio Barboro e dall’ex do-cente e ex direttore Claudio Proietti. Ilprogramma prevede pagine di Mozart, Pou-lenc e Rachmaninov.Il 17, invece, si terrà un omaggio a GiorgioGaslini con la partecipazione del musicolo-go Adriano Bassi (autore di una biografiadedicata al versatile musicista), dei docentiDebora Brunialti, Paola Biondi e AndreaPozza, di alcuni studenti e di MassimilianoDamerini che, appena andato in pensione,ha tuttavia accettato volentieri di prendereparte alla serata.In programma vari brani fra i quali “Una se-ra a casa Gershwin” e “Peintres au caféSonnant” per due pianoforti e percussioni:quest’ultimo lavoro sarà “impreziosito” dal-la proiezione di un video curato daFrancesco Leprino.Il calendario dei successivi incontri saràpubblicato dopo la pausa natalizia.Accanto alla stagione dei concerti, sonoprevisti tre appuntamenti di rilievo che do-vrebbero essere realizzati a Genova, maofferti anche in regione.E’ allo studio, ad esempio, la formazione di

una Orchestra composta da ex allievi illustri,docenti e i migliori allievi di oggi. Fra i diplo-mati negli anni, si possono infatti contarealcune prime parti nelle migliori orchestre ita-liane: non solo quella del Carlo Felice, maanche quelle della Scala, del Regio di Torino,del Maggio Fiorentino. Sono in corso contattiper verificare la disponibilità a partecipare aun concerto nel luglio prossimo. Sempre per l’estate è in fase di preparazioneun ciclo di tre incontri dedicati ai Concertiper pianoforte di Beethoven in una trascrizio-ne dell’epoca dell’autore per pianoforte equintetto d’archi.E per l’autunno 2017 si sta programmando larealizzazione di un’opera di Rossini, “La pie-tra del paragone”, in collaborazione conl’Accademia Ligustica di Belle Arti: l’allesti-mento dovrebbe trovare una collocazione alTeatro Chiabrera di Savona nell’ambito dellastagione dell’Opera Giocosa. Tutti progetti che richiederanno approfondi-menti e attente valutazioni nelle prossimesettimane tanto sul piano artistico quantosotto il profilo finanziario. Per quest’ultimo si sono avviati contatti consponsor per trovare “aiuti” e sostegni al difuori del consueto budget dell’Istituto.Con l’Istituto alberghiero Marco Polo è poiin cantiere un ciclo di incontri dedicato a“musica e cucina”, con particolare riguardoall’esperienza futurista, mentre il terzo nu-mero della rivista dell’Istituto “Il Paganini”sarà interamente dedicato alla storia delConservatorio dalle sue origini, nel 1829, aigiorni nostri.

Roberto Iovino

CINqUANTA CANDELINE PER IL PAGANINI

I PROSSIMI PROGRAMMI è Renato Meucciil nuovo presidentedella Conferenzadei Direttori

Renato Meucci è il nuovo presidente dellaConferenza dei Direttori dei Conservatoriitaliani. Meucci, che è all’ultimo anno delsuo mandato come direttore del Conserva-torio di Novara, è subentrato a Paolo Tron-con che ha chiuso il suo mandatopresidenziale e direttoriale (Conservatoriodi Castelfranco Veneto) dopo un lungo pe-riodo di preziosa attività. Grazie a lui la Con-ferenza dei Direttori è stata riconosciuta inquesti ultimi anni dal Ministero come undiretto e valido interlocutore.Renato Meucci (1958) ha studiato neiConservatori di Roma e Milano (chitarrae corno) e all'Università di Roma (Lettereclassiche) specializzandosi nella ricerca sutemi inerenti la storia, l'archeologia, l'ico-nografia e la prassi esecutiva degli stru-menti musicali, nonché il settore dellaproduzione e dell'organizzazione musi-cale italiana nei secoli passati, argomentisui quali ha pubblicato contributi scienti-fici in volumi e periodici italiani, tedeschi,britannici, svizzeri, austriaci e americani.Ha svolto attività d’insegnamento all’Uni-versità e in vari Conservatori prima di ap-prodare a Novara. Nell’ultima riunione romana della Confe-renza Direttori al Ministero della PubblicaIstruzione, è stato anche votato il rinnovodel Consiglio Direttivo che risulta ora for-mato da Marco Zuccarini (Torino), Giam-paolo Schiavo (Bari), Elisabetta Porrà(Cagliari), Angelo Licalsi (Caltanissetta),Stefano Guidi (Livorno), Paolo Zampini(Firenze).

Il Conservatorio si prepara a festeggiare i cinquant’anni

dalla sua statizzazione. Tante le iniziative con i docenti,

gli allievi e diversi ex studenti

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Il Dipartimento di Ricerca, nel corso delsuo primo anno di vita istituzionale, hasviluppato idee, interessi e progetti in di-

rezioni differenti, promuovendo i concettiche fondano l’attività di ricerca in ogni di-sciplina: fornire agli studiosi, ai professio-nisti e alle Istituzioni nuove conoscenze subasi accertabili, condivise e ripetibili. Il Progetto Nazionale promosso dal Grup-po di Analisi e Teoria Musicale (GATM), alquale il Dipartimento ha aderito, studia leinterazioni tra i rilevamenti di specialisti inanalisi musicale e le pratiche performativedi singoli esecutori o di formazioni came-ristiche negli ambiti musicali in cui la scrit-tura della partitura precede la suaesecuzione. In questo ambito FrancescoParrino sta conducendo per il nostro Di-partimento - in collaborazione con l’ana-lista Carla Rebora, docente delConservatorio di Castelfranco Veneto -uno studio sull’esecuzione di un Capricciodi Paganini. Il progetto di ricerca intendeapprofondire due ipotesi: se l’analisi pre-parata da un analista sia in grado di indur-re un esecutore a rivedere la propriaesecuzione e in che modo, e se l’esecu-zione ottimale di quel brano sia in gradodi spingere un analista musicale a rivederela propria analisi.Sul piano dei progetti indirizzati ai docentie agli studenti, il Dipartimento ha propo-sto quattro incontri con studiosi e perso-nalità accreditate nell’ambito della ricerca:Mario Baroni, Johannella Tafuri, EgidioPozzi e Leonella Grasso Caprioli. L’ade-guamento istituzionale al mandato legisla-

tivo che dal 1999 sancisce l’obbligo deiConservatori di promuovere e sostenerela Ricerca determina seri problemi orga-nizzativi e una accelerazione disciplinarequasi insostenibile. La definizione dellecompetenze richieste ai docenti dell’AltaFormazione Musicale e l’implementazionedei contenuti disciplinari in termini di Ri-cerca avrebbe dovuto essere il primo ne-cessario atto di una riforma attenta allarealtà sulla quale incide. Ma così non èstato, ed è più che mai necessario porsi iquesiti che il legislatore ha ignorato e checostituiscono oggi un impasse quasi im-barazzante: con quale finalità, che cosa ecome ricercare.Sul piano dell’implementazione didattica,ma con forti risonanze nazionali, il recen-tissimo progetto Music UP 10 mira aesplorare i presupposti teorici e applicatividella creazione di uno spazio istituzionalee formativo destinato ad accogliere gio-vanissimi molto dotati nelle classi stru-mentali, teoriche e teorico-pratiche. Lostudio si fonda su ovvie considerazioni sul-la vocazione istituzionale alla formazioneprofessionalizzante e di eccellenza e suirecenti orientamenti governativi rispettoalla ridefinizione del sistema AFAM. Nellosforzo di adeguarsi alle strutture del seg-mento formativo superiore, e forse impre-parati a difendere la parte migliore dellaloro tradizione, i Conservatori stanno ri-schiando di perdere la titolarità, e forseanche le competenze, nella formazione diquei musicisti che possono aspirare alleprofessioni musicali performative. Se è ve-

ro che negli ultimi 10 anni sono miglioratii percorsi formativi dedicati ai futuri inse-gnanti, più significativi numericamente, èaltrettanto innegabile che è stata sottova-lutata quella che è sempre stata la linfa vi-tale dei Conservatori: riconoscere,accogliere e formare i talenti musicali sinda giovanissimi. Gli appuntamenti più importanti del 2017saranno a maggio il Simposio di Pola de-dicato alla Pedagogia Musicale, dove ilDipartimento sarà rappresentato da duelavori, il primo presentato da RobertoDoati l’altro afferente al progetto MusicUP 10. In luglio a Strasburgo il Diparti-mento sarà partner ufficiale nella presen-tazione del Progetto Nazione su Analisied Esecuzione al Convegno Euromac del-le Società di Analisi Musicale europee. Asettembre a Rimini ci sarà il Convegno an-nuale del GATM e Francesco Parrino pre-senterà lo studio afferente al ProgettoNazionale su Analisi ed Esecuzione.Ringraziamo sentitamente i partner istitu-zionali del nostro primo anno di lavoro: ilGruppo di Analisi e Teoria Musicale(GATM), l’associazione per la Ricerca Ar-tistica Musicale Italiana (RAMI), l’IstitutoNazionale di Fisica Nucleare (INFN), Fra-scati Scienza e il Conservatorio di Castel-franco Veneto.Per concludere con l’ottimismo spregiudi-cato di un grande ricercatore, possiamodire che “Se sapessimo quello che stiamofacendo non si chiamerebbe ricerca” (Al-bert Einstein).

Anna Maria Bordin

Maurizio Barboro

Liszt e Rachmaninov nel nome di FaustE’ uscito recentemente un discodi grande interesse per gli appas-sionati del repertorio pianistico:Maurizio Barboro esegue la cele-bre Sonata in si minore di FranzLiszt e sceglie di metterle accantola meno famosa Sonata n. 1 in reminore di Sergej Rachmaninov(Phoenix Classics, 2016). Il per-ché di questo accostamento vie-ne spiegato dall’introduzione diun altro nome notissimo del pa-norama genovese, ClaudioProietti, che rivela il fascino di

un omaggio più o meno esplicito dei compositori a “Faust, tra mito e leggen-da”. E in effetti la vastità di concezione di queste due sonate, il racconto deldolore e della forza, le rende degne di un’ispirazione goethiana. L’energia sisprigiona dal pianoforte costruendo dei veri monumenti musicali, che Bar-boro affronta con grande saldezza.

Tiziana Canfori

Il primo anno del Dipartimento di Ricerca

Izabela Szlachetko e Michele Croese

Il Giardino di ArmidaIzabela Szlachetko tromba, Michele Croese organoŁódź, Ars Sonora, 2015 (ARSO-CD-53).

In questo cd edito in Polonia da Ars Sonora (www.ars-sonora.pl) «confluisconodue pubblicazioni edite con l’intento di arricchire il repertorio per tromba e or-gano e per organo solista». Si tratta di composizioni di Telemann, Loeillet, Ché-deville e Vivaldi; di quest’ultimo, in particolare, vengono eseguite le Stagioninella trascrizione realizzata e pubblicata (Milano, Qu.a.s.a.r., 2012) dallo stessoCroese – già allievo del Paganini – «con l’intento generico di approntare unaversione eseguibile su di un organo storico italiano». Le registrazioni sono stateeffettuate su due organi storici del Savonese, precisamente quelli delle Parroc-chiali di Millesimo (Vittino 1875, op. 91) e Stella Gameragna (C.G. Bianchi 1876,op. 54) restaurati da Graziano Interbartolo. Il libretto accluso fornisce dettagliatespiegazioni (in italiano e in inglese) sui riferimenti letterari (il titolo del cd richiamainfatti il canto XXVI della Gerusalemme liberata del Tasso) e sulle problematicheaffrontate nel lavoro di trascrizione dei capolavori vivaldiani, unitamente alle de-scrizioni degli strumenti ed ai curricola dei due concertisti. Il repertorio e gli organisono inoltre presentati in un video realizzato dalla stessa casa editrice e pubblicatosu YouTube (Il Giardino di Armida – Iza & Michele Croese).

Maurizio Tarrini

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Palazzo Senarega è un miraggio che sta diventandorealtà. Dapprima, nei nostri discorsi, era un nome cheevocava l’antica storia delle famiglie genovesi, poi è di-

ventato un palazzo tutto fasciato da un cantiere, nel mezzodel centro storico; quando lo abbiamo visitato la prima volta,ancora pieno di insidie da lavori in corso, con transenne, cavi,polveri e varchi aperti nel vuoto per alcuni pavimenti ancorada ricostruire, abbiamo cominciato ad affezionarci a questoenorme palazzo fiero e misterioso. Ora cominciamo a farlodavvero nostro e a sentirci a casa. Stiamo apprezzando le lu-ci, i colori, i soffitti affrescati, la vista su via Orefici o sulla Log-gia di Banchi… e stiamo anche cominciando a progettarecome arredarlo, dove mettere le nostre cose. Ci stiamo or-ganizzando per entrare a gennaio.Al privilegio di abitare una splendida villa di Albaro con ungrande parco si aggiunge quello di abitare un grande palaz-zo cittadino, nato nel cuore della città e della storia di Ge-nova. Non è difficile immaginare di lavorarci dentro, nellebelle stanze dove andrà a trasferirsi il Dipartimento di Canto.Arrivando dalle strade pedonali piene di vita e di negozi sipuò immaginare di sentire le voci e il suono del pianoforte.Insomma, comincia a sembrarci vero, ed è una bellissima sen-sazione. Ma com’è fatto questo tesoro? Recentemente l’ho percorso tut-to, arrampicandomi fino in cima, dove la luce è piena e si vedo-no i tetti e il Matitone in lontananza, fra i palazzi e le gru delporto. Sull’altro lato invece si scorgono i segreti dei muri e deigiardini pensili del palazzo di fronte, sull’angusto Vico dell’AmorPerfetto, che sembra un nome da fiaba, in tutti i sensi.Va detto subito che la sede non è tutta nostra e che anzi lamaggior parte della struttura sarà assegnata all’AccademiaLigustica di Belle Arti, che si trasferirà nel corso dell’annoprossimo. E’ questo il concretizzarsi di un altro miraggio: quelPolitecnico delle Arti che non è ancora una realtà giuridica(si aspetta la statizzazione dell’ALBA), ma è una realtà nellecollaborazioni, nei progetti e tra poco anche nella sede. Perle scale comuni saliranno musicisti e pittori, scenografi, scul-

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La nuova sede

In visita a Palazzo Senarega

L’antico edificio nel centro storico destinato dal Comune al Politecnico delle Arti. La sua posizione “strategica” dietro alla Loggia di Banchi

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notizietori, grafici, fotografi… il “Paganini” avràalcuni spazi del secondo piano e soprat-tutto il terzo e parte del quarto, mentrel’Accademia prenderà grosso modo ipiani dal quarto all’ottavo; al nono ci so-no spazi non idonei all’attività didattica,destinati ad ospitare uffici. Un moderno ascensore raggiunge tutti ipiani, ma naturalmente per ora non c’èaltra via che le scale per conquistare lasommità del palazzo. Salendo si scopreche ogni piano ha la sua personalità, lasua luce, il suo colore. Si rivelano segretidi ogni tipo: cisterne, antichi bagni conlavandini di marmo, stucchi, affreschi delCinquecento, stanzette, sgabuzzini, sca-loni, finestrini, possenti travi di cinque-cento anni. Poi ci sono gli interventi moderni, comela scala di sicurezza (una moderna, pia-cevole, sicura scala in metallo incastona-ta fra le mura antiche), i bagni a norma,le stanze della foresteria. Attraverso la ri-strutturazione il palazzo non solo ha ri-conquistato l’agibilità, ma ha ancheacquistato garanzie di stabilità antisismi-ca che prima non aveva.Il Conservatorio potrà abitare un grandesalone dove fare lezioni e concerti equattro belle aule, più altri locali adibitia ufficio, archivio, magazzino. Le finestresi apriranno sulla vita dei caruggi, ma idoppi vetri potranno anche, all’occorren-za, isolarci dal mondo esterno.E poi, proprio davanti alle nostre fine-stre, vedremo i muri e le grandi vetratedella Loggia di Banchi, che sembra de-stinata ad ospitarci per molte iniziative inaccordo con Accademia e Comune diGenova. Sarà con la Loggia che il Poli-

tecnico potrà davvero esprimere il suopotenziale di motore creativo per quellaparte del centro storico (la porzione piùvicina al Porto Antico, a Sottoripa, a Pa-lazzo San Giorgio, Luccoli, San Lorenzo,San Luca… fino a Via del Campo) su cuila città gioca buona parte delle sue at-trattive culturali e turistiche. Creare a Se-narega e produrre alla Loggia: sarebbebellissimo!Certo la Loggia, già ben organizzata sot-to molti aspetti, ha bisogno di interventidi correzione dell’acustica e di attrezza-ture che rendano facilmente possibile al-lestire eventi come concerti, mostre,convegni o spettacoli di diversa natura.Accademia e Conservatorio non sono ri-masti a guardare, ma hanno creato unpiccolo team di architetti e tecnici chehanno suggerito soluzioni percorribiliper trasformare la sala in uno spazio ac-cogliente e multifunzionale. Una delega-zione di tecnici, musici e funzionari, inuna calda mattina di agosto, ha anchefatto una gita sul tetto, per verificare lasolidità della grande volta e la possibilitàdi fissare strutture fonoassorbenti. Espu-gnato un piccolo abbaino, i misteri delsottotetto si sono aperti e ci hanno rive-lato per fortuna una struttura sana.Il futuro di questo “sistema” Politecnicoa doppia elica, Senarega-Loggia, dipen-derà da buoni progetti e soprattutto dalreperimento di fondi per sistemare laLoggia. Il Comune ci è molto vicino, spe-riamo di avere anche l’aiuto di forze eco-nomiche che diano fiducia a un progettoculturale che, a nostro parere, sembradavvero pieno di vita.

Tiziana Canfori

In visita a Palazzo Senarega

Un musicista diplomato in violino e viola. Duesuoi cari amici, uno appassionato di liuteria, l'altrocompositore. La sua compagna nella vita, anch'es-sa violinista. Quattro vite indissolubilmente intrec-ciate fra loro.Alessandro Ghè insegnò violino presso il Conser-vatorio Niccolò Paganini di Genova sino al 2010,per trentaquattro anni, contemporaneamente fuprima viola nell’orchestra del Teatro Carlo Felice;ancora oggi alcuni studenti frequentano questoistituto avendo iniziato gli studi nella sua classe.È prematuramente scomparso alcuni anni fa. Nel1996, esattamente venti anni fa, Alessandro Ghèe il suo collega clarinettista Canzio Conti, partico-larmente interessato all'intaglio del legno e allaliuteria, furono presi dall'entusiasmo all'idea direalizzare una viola a cinque corde che lo stessoConti costruì con grande perizia.Raffaele Cecconi, compositore e docente di teoria esolfeggio, scrisse un brano dedicato a quello stru-mento e all'amico Ghè. Le dimensioni e le corde so-no le stesse della viola moderna con l'aggiunta del"mi", prima corda acuta del violino: ciò consente diottenere timbri opposti in unico strumento, il suonoscuro dei bassi insieme alla squillante apertura del

"cantino". Già a metà dell'Ottocento Niccolò Paga-nini compose ed eseguì una sonata di carattere vir-tuosistico per una viola di questa tipologiachiamandola "Grand Viola"; è curioso come succes-sivamente nel Novecento, sempre in Europa, il liu-taio svedese Hans Olaf Hansen creò il "violinogrande" un modello sperimentale con le stesse ca-ratteristiche. Questa viola è stata recentemente do-nata dalla signora Elda Ghè, moglie del Maestro, alConservatorio, dove lo strumento è stato concepito.Al suo interno è racchiusa la storia che ha legato persempre queste quattro persone.

"Desidero che venga suonata" dice la SignoraGhè "...voglio offrire agli studenti la possibilità diconoscerla, incuriosirsi, stimolarsi e come feceroi suoi ideatori, cogliere l'opportunità di un raroapprofondimento culturale e di fare nuove espe-rienze. Quest'anno all'inaugurazione dell'annoaccademico, il 3 dicembre, Luciano Cavalli, docen-te di viola del Conservatorio, suonerà questo stru-mento eseguendo la "Serenata" per viola sola diRaffaele Cecconi. Alessandro Ghè sarà, idealmen-te, nuovamente tra noi.

Yesenia Vicentini

Una viola “speciale” per ricordare Alessandro Ghè

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Nella foto grande in apertura Palazzo Senarega, lato via Banchi

Foto 1, 2, 3, 4: alcuni particolari delloscalone e delle sale interne destinate al Conservatorio

Foto 5: via Banchi, il lato della Loggia edietro uno scorcio di Palazzo Senarega

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Nel corso del riordinamento del fon-do Notai antichi ignoti dell’Archi-vio di Stato di Savona sono venuti

alla luce alcuni frammenti manoscrittid’intavolatura per chitarra spagnola. Il ri-trovamento si deve alla dott. Aurora Ros-si, dipendente dell’archivio, che ce li hagentilmente segnalati e messi a disposi-zione per studiarli. Si tratta di quattrobifogli, formato 150x210 mm ca., per untotale di otto carte ossia sedici pagine,databili alla prima metà del XVII secolo.La carta presenta tracce antiche di umi-dità, di piegature e di lacerazioni ma lostato di conservazione ècomplessivamente abba-stanza buono. La filigranaindica una provenienza dacartiera genovese.Le carte non presentanoalcuna numerazione d’ori-gine né è possibile ristabili-re un’ordine; pertanto, aifini dello studio, i quattrobifogli sono stati identificaticon i numeri romani da I a IV. Èprobabile che essi facessero parte di unquadernetto (si notano infatti piccoli fo-ri di cucitura) nel quale un anonimo sa-vonese (notaio ?) annotò alcuni brani(non numerati progressivamente) perchitarra spagnola mentre su alcune pa-gine aggiunse conti, prove di penna,frasi senza apparente senso e altro, tracui il testo di un breve componimentopoetico provvisto di notazione musicale(foglio IV, c. 1v). In epoca imprecisata il

quadernetto fu smembrato ed i fogliimpiegati come segnalibri. Non avendoalcun rapporto con il fondo riordinato, ifogli sono stati separati per essere con-servati a parte. La datazione alla prima metà del Seicen-to trova conferma sia per il tipo di filigra-na della carta (riscontrata negli anni1629-33), sia per la notazione musicalesia, infine, per la presenza di alcune da-te: 7 agosto 1637 e 13 dicembre1644 (foglioIV, c.

2r), 15 maggio 1643 (foglio I,c. 1v), che si riferiscono a pagamenti.

Il tipo di notazione è costituito da una li-nea orizzontale al disopra della quale so-no scritte le lettere alfabetiche indicantigli accordi della chitarra mentre i trattiniverticali al disotto e al disopra della lineaindicano le “botte” ossia il movimentodella mano all’insù o all’ingiù. Rispettoalle intavolature per liuto, si tratta di unsistema notevolmente semplificato cheper l’aspetto ritmico pressupone unacerta conoscenza del brano da eseguire.Questa notazione ebbe grande diffusio-

ne in Italia sia in manoscritti sia in edizio-ni a stampa, destinate soprattutto a di-lettanti, nelle quali le composizioni sonotalvolta precedute da un breve metodocon figure di spiegazione (si vedano adesempio i metodi di Pietro Milioni e Lo-dovico Monte, di Tommaso Marchetti, diGiovanni Battista Abbatessa ecc.). Tal-volta si trovano anche raccolte di com-ponimenti poetici con l’indicazione dellesole lettere degli accordi.

I quattro fogli contengono comples-sivamente 70 righe e mezza inintavolatura. Le composizionifanno parte del consueto re-pertorio coevo (Rogiero,Passacaglio, Romanesca,Spagnoletto, Vilano diSpagna, Bergamasca ecc.)

alle quali si aggiungonobrani forse in onore di don-

ne liguri (Savignona, La Grila).È probabile che il contenuto sia almenoin parte derivato da raccolte coeve. Ulteriori approfondimenti su questa fon-te saranno pubblicati prossimamente inaltra sede.Questo ritrovamento va ad aggiungersia quello di un frammento (c. 1, 120x265mm) di intavolatura italiana per liuto,scoperto alcuni anni fa da Salvatore Sa-lonio, ex dipendente dello stesso archi-vio, nelle filze del notaio BernardinoBuccelli di Noli (Notai distrettuali, n. 603,anni 1606-1632, nell’anno 1615).

Maurizio Tarrini

Savona

Ritrovata un’intavolatura del ’600 per chitarra spagnola

Nelle foto:

Figg. 1-3 • Esempi dall’intavolatura savonese.

Fig. 4 • Disegno sul fronte-spizio di G.B. Abbatessa,Ghirlanda di vari fiori overointavolatura di ghitarra spa-gnuola, Milano, Lodovico Monza, s.a. (ca.1650).

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Era l’ottobre del 1972 quando entrai per la prima volta in Con-servatorio come studente. Nell’estate avevo superato l’esamedi teoria e solfeggio, preparato dall’indimenticabile Mario Mo-retti e avevo sostenuto positivamente l’esame di ammissionea composizione davanti a una severa commissione compostadal direttore Gino Contilli e dai docenti Sergio Lauricella eAdelchi Amisano (ricordo ancora il viso assorto del direttoreche dopo aver dato un’occhiata a una mia improbabile “Marciafunebre” commentò per incoraggiarmi “Beh, il ritmo c’è”). En-trai dunque nella classe di Sergio Lauricella dove conobbi al-cuni futuri colleghi già vicini al diploma e tecnicamenteineccepibili. In particolare, rimasi impressionato dalla facilitàcon cui uno dei miei nuovi “compagni” leggeva al pianofortequalsiasi partitura gli venisse posta sul leggio, con una scioltez-za e una chiarezza espositiva assolutamente fuori della norma.Quello studente di belle speranze si chiamava Massimiliano Da-merini. Nei giorni scorsi, dopo oltre quarant’anni di attività inConservatorio, Damerini, concertista e didatta di fama interna-zionale, è andato in pensione.

“Mi sono diplomato in pianoforte nel luglio del 1972, il Conser-vatorio si era trasferito da pochi mesi da Palazzo della Meridianaa Villa Bombrini in Albaro. Ricordo che suonai lo Steinway cheoggi è “vecchio” e allora era appena arrivato. Nel 1974 mi di-plomai in composizione, l’anno dopo ebbi una supplenza an-nuale in “lettura della partitura” per sostituire Mario Moretti enel 1976 il direttore Contilli mi affidò la cattedra di musica dacamera che ho mantenuto fino a poche settimane fa”.

Quarant’anni e più di attività ininterrotta. Cosa prova oggiguardando indietro?“La prima cosa che mi viene in mente è che avendo insegnatomusica da camera e non pianoforte, ho avuto contatti con tantistrumentisti e cantanti. E ancora oggi quando mi esibisco conqualche orchestra mi capita di incontrare allievi sparsi in variecittà. E’ una bella sensazione che ti fa capire di avere seminatobene durante il proprio lavoro di insegnante”.Come è cambiato il Conservatorio in questi quarant’anni?“Ho sempre considerato il Conservatorio un’isola felice. Quiabbiamo avuto e continuiamo ad avere ragazzi motivati e lavo-rando su questioni artistiche mi sono sempre trovato a mio agiocon tutti gli studenti. Sotto questo aspetto non ho avvertitocambi generazionali che probabilmente sono stati più evidentiin altri ordini di scuola. Se poi parliamo della riforma, il discorsoè diverso. Quando fu varata nel 1999 ne ero uno strenuo so-stenitore, oggi sono profondamente deluso e non capisco dovesi stia andando”.Lei ha svolto per tutta la vita la doppia attività di interpretee di docente…“Ho sempre cercato di gestire al meglio le due attività per noncreare problemi né all’una né all’altra. E considero ciò che hofatto in campo didattico come un grande arricchimento perso-nale che mi è servito sul piano interpretativo. La musica da ca-mera non è solo un fatto musicale, ma anche unamateria”umana” in quanto si approfondiscono le conoscenzecon i ragazzi e fra i ragazzi, si crea un gruppo, una intesa chedeve essere profonda per funzionare. L’insegnamento in que-sto senso mi ha dato molto. Mi è capitato ad esempio di stu-diare in classe con i ragazzi brani che poi ho suonato inconcerto e lo scambio avuto in aula è stato prezioso per svi-scerare aspetti esecutivi e interpretativi”.

I rapporti con Genova…“Di odio e amore. Sono genovese da parte di madre, mio pa-dre è nato in Brasile ma da famiglia toscana. Le mie radici sonoqui e quando mi trovo lontano da Genova, mi manca. Però nonho mai amato il carattere chiuso dei genovesi. Non siamo ca-paci di inventare qualcosa che rimanga, siamo autodistruttivi.Sul piano personale, all’inizio della carriera ho trovato nell’am-biente cittadino molti appoggi, molti incoraggiamenti, cosache non è più successa negli ultimi anni”.

E ora quali impegni l’attendono?“Sono appena rientrato dal centro America dove ho tenutoconcerti e masterclass e dove tornerò probabilmente a breve.A marzo andrò in Giappone. La maggior parte del 2017 saràdedicata al completamento dell’integrale delle Sonate di Schu-bert. Una vera “incompiuta” dal momento che l’avevo avviataanni fa ma poi mi ero dovuto fermare per gli impegni eccessivi.Ora mi restano tre CD per completare l’opera”

Roberto Iovino

«LA MIA vITA AL PAGANINI»

MASSIMILIANO DAMERINI

6 febbraio 2008: Massimiliano Damerini e Grigory Zhislin eseguono in Conservatorio in prima italiana la Sonata n. 2 per violino e pianoforte di Penderecki.

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notizie

STUDENTI IN EvIDENzA

Fa sempre piacere essere stupiti dalle energie e dagli inte-ressi dei nostri giovani allievi: ci permettono di cogliere unavarietà di prospettive da cui anche il nostro mestiere può es-sere arricchito. Così abbiamo “cuccioli” di musicisti che sonoesperti di robotica, campioni di scacchi, sportivi a diversi li-velli e in diverse discipline. Oggi festeggiamo Francesca Du-rando, iscritta all’VIII anno del corso di pianoforte del vecchioordinamento (l’anno del “grande esame”…) nella classe del-la prof.ssa Gisella Dapueto. Francesca si è affermata vincen-do, nelle acque di Brindisi, i campionati italiani dicanottaggio (cat. junior) in doppio femminile con Sofia Tan-ghetti. Brava!

Francesca Durando, non solo musicista!

Le lezioni dell’anno accademico 2016-17 sono appena iniziate; come ormaiavviene da alcuni anni, i singoli Dipar-

timenti del Conservatorio si sono attivatiper invitare sette ospiti di prestigio a te-nere altrettante masterclass per i nostristudenti. Sull’utilità di tali incontri, ci sonoopinioni contrastanti fra i singoli docenti:alcuni pensano che lo ‘scambio’ fra mae-stro e allievo necessiti di ben più di quelpaio di giorni in cui (per evidenti limiti dibudget) si concentrano le masterclass. Al-tri, invece, ritengono che perfino una solalezione con un didatta di rango possa es-sere comunque stimolante per i giovani,i quali possono in queste occasioni ascol-tare i propri compagni di altre classi econfrontare le caratteristiche delle diver-se scuole di provenienza, alla luce del pa-rere di un professore esterno, solitamentemolto qualificato.

Ecco una rapida carrellata degli ospiti inarrivo al “Paganini” nei prossimi mesi. Pergli archi, l’offerta è piuttosto diversificata:ritornano il violoncellista Umberto Cleri-ci e il violista Wim Janssen (2 e 3 mag-gio), già presenti nel calendario 2016.Dopo il diploma a Torino e molte affer-mazioni in importanti Concorsi internazio-nali, Clerici ha suonato nel Trio di Torino,alternando l’attività solistica col ruolo diprimo violoncello nella Filarmonica Tosca-nini e in quella della Scala. Oggi è primovioloncello nella Sydney Symphony Or-chestra e professore alla Sydney Univer-

sity. Janssen, formatosi con Paolo Borcia-ni e Piero Farulli, è stato titolare come pri-ma viola nell’Orchestra Sinfonica dellaRAI e in quella dei Pomeriggi Musicali diMilano, l’Orchestra “Toscanini”di Parma,e il Brabants Orkest di Eindhoven, ed èora insegnante al Conservatorio di Pia-cenza. Rivedere Clerici e Janssen per unaseconda volta nel nostro salone crea unacontinuità che può essere decisamenteutile per i ragazzi. Il violinista romeno Eu-gene Sarbu arriva invece in Conservato-rio per la prima volta, ma non certo aGenova per la prima volta, avendo vintoil Concorso Paganini nel 1978 (dopo averstudiato al Curtis Institute di Philadelphiae alla Juillard School di New York, su pre-sentazione di Yehudi Menhuin).

Per i fiati, un altro gradito ritorno di unex-allievo come Gabriele Screpis, affian-cato a un altro fagottista quale PaoloCarlini. Screpis, oggi primo fagottonell’Orchestra e nella Filarmonica delTeatro alla Scala (ma anche professoreall’Accademia dello stesso Teatro), si è in-fatti diplomato a Genova, prima di com-piere una meritata carriera che lo vedemolto attivo come solista e camerista.Anche Carlini è stato primo fagotto allaScala di Milano, per poi passare all'Ope-ra e all’Orchestra RAI di Roma, alla Feni-ce di Venezia, al Comunale di Bologna,alla “Toscanini” e all’Orchestra Interna-zionale d'Italia. Oltre a una rilevante atti-vità nazionale e internazionale anche in

ambito discografico e nella produzionecontemporanea, ricopre attualmente ilruolo di primo fagotto nell’Orchestra del-la Toscana. La masterclass di fagotto saràorganizzata, per la prima volta, in colla-borazione fra il Paganini e il Conservato-rio di La Spezia. Gabriele Screpis terrà treincontri a Genova (12 dicembre 2016, 13febbraio e 3 aprile 2017), Paolo Carlini al-tri tre a La Spezia (25 gennaio, 28 marzo,9 maggio).

I cantanti avranno la possibilità di cono-scere Elisa Morelli, il cui corso (16 gen-naio) verterà sul repertorio cameristico diSpontini, del quale la Morelli è una spe-cialista accreditata. Infatti, dopo i diplomiin Conservatorio e la laurea all’Universitàdi Firenze, la Morelli ha approfondito lostudio del compositore marchigiano, cu-randone l’edizione moderna del Metododi canto e pubblicandone l’indice temati-co della produzione vocale da camera. In-fine, i compositori potranno incontrareStefano Reali (27 e 28 febbraio), forse piùconosciuto come regista (il suo cortome-traggio Exit ottenne una nomination agliOscar nel 1987), ma anche attivo comeautore di musica da film. Nel suo curricu-lum non manca un diploma al Conserva-torio di Frosinone, oltre a quelli in regia esceneggiatura al Centro sperimentale dicinematografia di Roma. Tuttora in defini-zione ulteriori masterclass da parte di altriDipartimenti.

Marco Vincenzi

Da dicembre a maggio

Masterclass 2017:ecco i primi appuntamenti

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Il Conservatorio “Paganini” è stato scelto dal MIUR come sededel Premio delle Arti, sezione di interpretazione musicale violinoe viola. Il Premio delle Arti viene organizzato annualmente dal

Ministero e si rivolge agli studenti del settore AFAM (Conserva-tori, Accademia di Danza e Accademie di Belle Arti).I Conservatori interessati a partecipare alla organizzazione deb-bono porre la loro candidatura indicando la sezione strumentalepreferita. Il “Paganini”, in omaggio all’artista di cui porta il nomee in considerazione che il prossimo anno Genova ospiterà la nuo-va edizione del “Premio Paganini” si è proposto per le sezioni diviolino e viola ottenendo risposta affermativa da Roma.Le sezioni del Concorso sono state così ripartite:Arti visive – Accademia di Belle Arti di UrbinoDesign – Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di FaenzaDanza – Accademia Nazionale di DanzaTeatro – Accademia Nazionale d’Arte DrammaticaCanto Lirico – Conservatorio di BresciaChitarra, arpa e mandolino – ISSM di LuccaComposizione – Conservatorio di BolognaDirezione d’orchestra – Conservatorio di L’AquilaFisarmonica – Conservatorio di PescaraPianoforte – Conservatorio di PesaroJazz – Conservatorio di MilanoPercussioni – Conservatorio di Latina

Strumenti ad arco: violinoe viola – Conservatorio diGenovaStrumenti ad arco: violon-cello e contrabbasso –Conservatorio di TorinoStrumenti a fiato: sezione legni –Conservatorio di MateraStrumenti a fiato: sezione ottoni –ISSM di CaltanissettaOrgano – Conservatorio di UdineMusica elettronica e Nuove Tecnologie – Conservatorio di AvellinoMusica con strumenti antichi e voci – Conservatorio di NovaraMusica da camera e d’insieme – Conservatorio di CesenaMusiche pop e rock originali: gruppi, solisti e voci – Conservatoriodi Benevento

Entro il 10 gennaio le singole Istituzioni dovranno pubblicare sulsito del Ministero e sul proprio i regolamenti per lo svolgimentodelle singole prove concorsuali con le indicazioni delle date disvolgimento.Il “Paganini” ha già organizzato in passato il Premio delle Arti: siricordano nel 2005 la sezione jazz, nel 2006 quella degli archi enel 2010 quella di pianiforte.

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| 13il cantiere musicale • dicembre 2016

è uscito il secondo numero del “Paganini”

LE NOSTRE PUBBLICAzIONI

Èuscito nei giorni scorsi il secondonumero del Quaderno dell’Istituto“Il Paganini”.

Ripetendo la formula sperimentatanel numero dello scor-so anno, anche in que-sto caso, vengonoaffrontate tematiche di-verse in articoli a firmadi docenti, di studenti edi studiosi esterni chehanno offerto la loro col-laborazione.Il volume propone in aper-tura un saggio del docenteMaurizio Tarrini sul liutaioNicolò Bianchi. Vengonopoi pubblicati alcuni degliinterventi che avevano ani-mato nel novembre del 2015al Carlo Felice la tavola ro-tonda dedicata a “Tre virtuosia Genova. Liszt, Paganini e Si-vori”: i docenti Carmela Bongiovanni(“Adolfo Pescio”) e Marco Vincenzi(“Busoni interprete di Liszt”) e gli stu-

diosi esterni Pinuccia Carrer (“CirillaCambiaso nata Branca…”), Rossana Dal-

monte (“Genova negliscritti di Liszt e Maried’Agoult”), MassimilianoGénot (Liszt, lo spiritodella rapsodia e l’im-provvisazione perduta”)e Maria Rosa Moretti(“Su Niccolò Paganinie su alcuni musicistigenovesi…”).Ancora, per quantoriguarda i docenti,Cécile Peyrot e Da-niela Napoli hannoaffrontato un temadi carattere peda-gogico (“Eartrai-ning), MatteoMessori ha propo-

sto alcune considerazio-ni su una delle Variazioni Goldberg diBach mentre Luigi Giachino si è soffer-mato su Pizzetti e il cinema prendendoin esame “I promessi sposi”.

Pierre Boulez viene ricordato da un arti-colo a firma di due studenti della scuoladi musica elettronica, Fabio Cauglia eNicolò Pisanu.Infine due saggi tesi a rivalutare il nostroFondo Antico. Lo studente Davide Min-gozzi ha approfondito il manoscritto delConcerto in si bemolle maggiore perclavicembalo e orchestra di Cimarosaapprontandone una edizione critica.E viene infine proposta una analisi criticadi un manoscritto intitolato “Autografodel M° Michele Novaro autore della mu-sica dell’Inno di Mameli”. Di Novaro,che fu tra i primi allievi del Conservato-rio, allora “Scuola Gratuita di Canto”, èprima offerta una sintetica biografia epoi un’analisi delle due sezioni dell’Au-rografo a firma del docente PasqualeSpiniello e della studiosa esterna Cate-rina Picasso. Spiniello e Picasso hannocurato anche una trascrizione che, uni-tamente all’originale stesso, sarà pubbli-cato a breve (a cura di Fabio Macelloni)sul sito del Conservatorio in una nuovasezione dedicata ai nostri manoscritti.

Il “Premio delle Arti”: violini e viole al Paganini

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14 | il cantiere musicale • dicembre 2016

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Accanto a tante altre novità (discussee discutibili) della “Buona Scuola”,la riforma ha inserito l'obbligo della

cosiddetta 'alternanza scuola/lavoro', con400 ore da effettuare negli ultimi tre annidegli istituti tecnici e professionali e 200ore nei licei. L'alternanza, a detta del Mi-nistro Giannini, “punta ad aprire le portedelle scuole alle esperienze e alle compe-tenze che si formano fuori dall'aula, unen-do sapere e saper fare” (ottobre 2015,lettera di accompagnamento del manualeindirizzato ai dirigenti scolastici). Non èquesta la sede per discutere il perché laformazione, secondo i dettami della Rifor-ma, dovrebbe svolgersi fuori dall'aula (vi-sto che proprio alla formazione essasarebbe preposta), ma non si può trascu-rare un dato di ancora maggiore rilievo: ilGoverno sosterrà finanziariamente questaoperazione con una dote di 100milioni di euro all'anno! Ma dav-vero questi 100 milioni nonavrebbero potuto essere spesicon maggior frutto per fornirealle scuole superiori il mini-mo necessario per renderepossibile un'efficace forma-zione dentro l'aula? Credosia importante ricordarlo: il

problema della scuola italiana non è che“c’è troppo studio e poca pratica”, è sem-plicemente che c’è spesso “cattivo stu-dio”, anche a causa delle condizionisempre più precarie in cui docenti e stu-denti sono costretti a svolgere il propriolavoro. Ciò detto, l'operazione è stata va-rata e i Dirigenti Scolastici si trovano ora adover collocare migliaia di studenti (un mi-lione e mezzo all'anno) in varie 'aziende',a meno che non vogliano utilizzare quelleindividuate direttamente dal Ministero (siveda il caso, notissimo, della convenzionefra Miur e McDonald's Italia, su cui non èpossibile non avere qualche cattivo pen-siero). In uno spirito di tutela degli Stu-denti (per quanto possibile), ilConservatorio di Genova ha proposto aiLicei genovesi una convenzione relativa al-l'alternanza scuola/lavoro per consentire

agli studenti che frequentano il 'doppiopercorso' (un Liceo + il Conservatorio) disvolgere all'interno del nostro Istituto leore obbligatorie di 'lavoro', con la finalitàdi non disperdere le ingenti energie chegli studenti già spendono per svolgeredue percorsi. Nello specifico, rientrerannonell'ambito dell'alternanza tutte le attivitàdi produzione che i nostri studenti svolge-ranno parallelamente al loro percorso cur-ricolare: quindi prove e relativi concerti (informazioni orchestrali e cameristiche) che,per loro natura, rispondono perfettamentealle finalità previste dalla Legge quali, adesempio, la “valorizzazione delle vocazionipersonali” o “l'inserimento in un contestoaziendale di lavoro”. Gli Istituti che hannoaderito alla proposta sono i Licei Doria,Mazzini, Colombo, Deledda, Leonardo daVinci, King, Lanfranconi, Cassini, Della Ro-

vere oltre che, naturalmente, il liceoMusicale Pertini. Entro la fine del

2016 saranno formalizzatitutti i percorsi individualidegli Studenti coinvolti e

a Gennaio 2017 pren-deranno avvio i periodidi 'apprendistato'.

Patrizia Conti

Hey ho! Andiam a lavorar...

La legge n. 107 del 13 luglio 2015, relativa all’ultima riforma dellaScuola, all’articolo 1 comma 124 sancisce che:Nell’ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente,la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, per-manente e strutturale.Pensiamo sia controproducente tentare di ingabbiare la “curiositàepistemica” che dovrebbe invece guidare in maniera “naturale”ogni docente; inoltre l’“obbligatorietà” conduce verso una reazio-ne motivazionale di certo più estrinseca.Un vero percorso di formazione rivolto ai docenti (come anche aglistudenti) risiede nella capacità di sviluppare sui diversi contenutidei processi di ragionamento evitando il più possibile un’angola-zione informativa/quantitativa. Almeno questo sarebbe statoimportante sottolinearlo all’interno della legge se non altro per me-glio orientare le attività formative, invece:

La Carta, dell’importo nominale di euro 500 annui per ciascunanno scolastico può essere utilizzata per l’acquisto di libri e ditesti, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste co-munque utili all’aggiornamento professionale, per l’acquisto dihardware e software, per l’iscrizione a corsi per attività di ag-giornamento e di qualificazione delle competenze professionali[...] a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclounico, inerenti al profilo professionale [...] per rappresentazioniteatrali e cinematografiche, per l’ingresso a musei, mostre edeventi culturali e spettacoli dal vivo (Art. 1, comma 121).

La retorica del “cosa/quanto” inevitabilmente finisce per soffoca-re il più sostanziale “come/perché”.

Il nostro Istituto, in tale contesto su segnalazione dell’URS, haproposto due progetti di aggiornamento (inseriti sul relativo si-to dell’URS e in attesa di adesioni) cercando, appunto, diispirarsi a quanto sopra espresso:1) Elaborazione di repertori didattici per la “Musica d’insieme”(prof. Luciano Di Giandomenico, dipartimento di “Didattica del-la Musica”);2) Didattica dell’Ascolto: repertorio strumentale (prof.ssa PatriziaConti, dipartimento di “Didattica della Musica”).Nel rispetto della Direttiva Accreditamento Enti di Formazione n.170/2016, i due suddetti progetti sono stati, nell’ambito delle fi-nalità, degli obiettivi e della metodologia di lavoro, così impostati:

1) Affiancare alle consuete pratiche didattiche di “Musica d’in-sieme” importanti occasioni formative di stampoanalitico-funzionale;2) estrapolazione di modelli compositivo-percettivi a partire daopere d’Autore per poi “costruire” su di essi nuove articolazionidi superficie utili alle attività didattiche di “Musica d’insieme”;3) lezioni laboratoriali di gruppo (massimo 8 persone) con ap-proccio esplorativo e costruttivistico.

1) l’Ascolto consapevole come “non rinuncia” alla complessitàmusicale rispetto alla gradualità tecnico-esecutiva;2) conoscenza dei repertori per lo strumento attraverso una “let-tura” sincronica degli elementi costitutivi;3) lezioni laboratoriali di gruppo (massimo 16 persone) con ap-proccio euristico e induttivo.

Mauro Assorgia

“Aggiornare e non pensare...”

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Il 23 maggio scorso Mariangela Donàha compiuto 100 anni, festeggiata daamici e conoscenti nella sua casa di

Noli, dove da qualche anno vive stabil-mente.Nata a Piove di Sacco (PD), si è laureatanel 1940 in Filosofia all’Università di Mi-lano con il prof. Antonio Banfidiscutendo una tesi su L’estetica dellamusica nel primo Romanticismo tedesco.All’attività di bibliotecaria presso la Bi-blioteca Nazionale Braidense di Milanoha sempre affiancato la ricerca musicolo-gica, gli studi sull’estetica della musica ele indagini sulle fonti musicali. Nel 1964è stata tra i fondatori della Società Italia-na di Musicologia mentre nel 1965 conClaudio Sartori (1913-1994) ha costituitol’Ufficio Ricerca Fondi Musicali, finanzia-to dal CNR, con lo scopo di censire ecatalogare le fonti musicali manoscrittee a stampa anteriori al 1900 esistenti nel-le biblioteche pubbliche e privateitaliane. È stata inoltre coordinatrice perl’Italia del Répertoire International deLittérature Musicale (RILM) e dell’Inter-national Association of Music Libraries,Archives and Documentation Centre(IAML).La sua attività pubblicistica comprendediversi articoli in periodici italiani e stra-nieri, numerose voci nelle più autorevolienciclopedie musicali (Ricordi, Grove e

MGG), guide musicali, saggi e monogra-fie tra le quali: La stampa musicale aMilano fino all’anno 1700 (1961); La mu-sica nelle biblioteche milanesi (1963);Espressione e significato nella musica(1968); C. Monza, Pièces modernes pourle clavecin (in collaborazione con L.Ghielmi, 1986). Ha svolto inoltre un’in-tensa attività di traduttrice, soprattuttodal tedesco ma anche dall’inglese, pub-blicando per vari editori tra cui Garzanti,Einaudi, Carisch: E. Hanslick; Il bello mu-sicale (1945); E.T.A. Hoffmann, Dialoghidi un musicista (1945); id., Poeta e com-positore: scritti scelti sulla musica (1985);H. Eimert, Manuale di tecnica dodecafo-nica (1954); scritti di A. Schönberg, A.Berg e W. Kandinsky in appendice a L.Rognoni, La scuola musicale di Vienna.Espressionismo e dodecafonia (1954); G.Révész, Talento e genio (1956); H. Sedl-mayr, La rivoluzione dell’arte moderna(1958); H.H. Stuckenschmidt, La musicamoderna da Debussy agli anni cinquanta(1960); L. Marcuse, Sigmund Freud: lasua concezione dell’uomo (1960).Ha collaborato inoltre con l’associazionemilanese Musica Rara nella scelta di mu-siche inedite o rare da riproporre inconcerto e nella loro illustrazione neiprogrammi di sala.

Maurizio Tarrini

L’evento

Il 100° compleannodi Mariangela DonàLa musicologa, traduttrice e fondatrice

dell’Ufficio Ricerca Fondi Musicali (URFM)

è stata festeggiata a Noli

Il Conservatorio vanta una foltaschiera di amici che in questi annihanno aiutato spesso l’Istituto conborse di studio, elargizioni e dona-zioni di strumenti.Nel 2014, ad esempio, (i dati sonostati resi noti recentemente), il“Paganini” è risultato al settimoposto fra i Conservatori beneficiaridel 5 per mille.Ora chi volesse aiutare il nostroIstituto a migliorare la propria of-ferta formativa ha un’arma in più,l’Art Bonus.La legge 29 luglio 2014 n.106, nel-l’ambito delle “Disposizioni urgen-ti per la tutela del patrimonioculturale, lo sviluppo della culturae il rilancio del turismo”, ha intro-dotto all’Articolo 1 “Art Bonus”,un credito di imposta per favorirele erogazioni liberali a sostegnodella cultura.Il Conservatorio si è iscritto nellescorse settimane sul sito di Art Bo-nus con un progetto finalizzato allavalorizzazione della propria Biblio-teca musicale che costituisce ununicum sul territorio ligure e vantaun Fondo Antico di notevole rile-vanza storica e culturale.Come effettuare una donazionealla Biblioteca?Occorre andare sul sito http://art-bonus.gov.it/come-donare.html.Cliccando su “Scegli un interven-to”, occorre poi cercare “Bibliote-ca aperta” come di seguitodescritto:Tipologia interventi: B – sostegnoa istituti e luoghi della cultura…Categoria Beneficiario: Altro;Regione: Liguria;Comune: Genova;Raccolta: in corsoIn relazione alla qualifica del sog-getto che effettua le erogazioni li-berali sono previsti limiti massimidifferenziati di spettanza del credi-to d’imposta.In particolare: per le persone fisi-che ed enti che non svolgono atti-vità commerciale, è riconosciutonel limite del 15% del reddito im-ponibile; per i soggetti titolari direddito d’impresa il credito d’im-posta è invece riconosciuto nel li-mite del 5 per mille dei ricaviannui.

Art Bonus: un nuovo modoper aiutare il Conservatoro

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il Cantiere Musicale Comitato di Redazione

Tiziana CanforiRita OrsiniMarco VincenziSilvia BertuccioMaria CozzaniLuna Montervino

Impostazione graficae impaginazione

Nunzia Santomauro

Stampa

Antica Tipografia LigureGenova

ISSN 1972-3865

Conservatorio “Niccolò Paganini”Villa Bombrini - Via Albaro 38

16145 GenovaTel. 010 3620747 – fax 010 3620819

www.conspaganini.it

Presidente

Giuseppe Pericu

Direttore (Direttore responsabile)

Roberto [email protected]