Il bar sotto il mare

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SOTTOIL MARE IL BAR di Carmelo Maiorca Castigat ridendo mores Fu la Spectre a complottare contro l’ex procuratore capo Ugo Rossi? F orte dell’assoluzione decisa dal Gup (giudi- ce per l’udienza preli- minare) a Messina, l’ex capo della Procura della Repub- blica di Siracusa Ugo Rossi ha rilanciato alla grandissi- ma la teoria del complotto che sarebbe stato organiz- zato innanzitutto contro di lui e il sostituto procuratore Maurizio Musco. Emblema- tica, a riguardo, la pagina del 13 febbraio del quotidia- no La Sicilia che nella parte alta titolava: Il riscatto di Rossi “E’ stata sconfitta la banda dei 4” aggiungendo nel sottotitolo “E’ stato un vero e proprio complotto ordito dai poteri forti”. Cazz!!! - ho esclamato pen- sando alla Banda dei 4 di quasi quarant’anni fa, ossia Jiang Quing, quarta moglie e vedova di Mao Zedong, e gli altri 3 politici cinesi che, subito dopo la morte del presidente-grande timonie- re, vennero accusati di ave- re organizzato un tentativo di colpo di stato contro la Repubblica Popolare e in seguito processati e con- dannati… E invece chi è la siracusana banda dei 4 con tanto di mi- tici poteri forti nello sfondo? Qua la faccenda è davvero intricata – ho pensato, tuf- fandomi avidamente a legge- re l’intervista di Laura Valvo che a un certo punto chiede al dottor Rossi “Parla ancora di complotto?” Risposta: “Non solo c’è ma è grande. Non è solo quello messo in piedi da un pregiudicato per fatti di mafia che difendeva la sua persona da accuse che veni- vano mosse dalla Procura di Siracusa, di cui aveva avuto sentore attraverso una fuga di notizie (…)” Pausa. Uhmm… pregiudicato per fatti di ma- fia… (rifletto): vuoi vedere che l’ex procuratore capo si riferisce all’ex onorevole Gino Foti già da lui definito “pupa- ro”? Sul cui groppone, effetti- vamente, pesa una condanna passata in giudicato per voto di scambio con appartenenti a un clan mafioso siracusa- no. Ecco, io lo scrivo così da diversi anni. Però è solo una mia supposizione, perché Rossi il nome non l’ha detto. E comunque per lui, ritornan- do all’intervista: “Il vero com- plotto ha avuto un livello di gran lunga superiore ai quat- tro personaggi siracusani che contornano questo individuo che, secondo i principi di una società sana, dovrebbe essere messo ai margini. Personaggi di elevato livello economico e anche istituzionale”. Uhmm… (ri-rifletto)… rica- pitolando: c’è la banda dei 4 di contorno all’innominato e poi “il vero livello di gran lunga superiore”…. Niente popò di meno che – repetita iuvant – “personaggi di eleva- to livello economico e anche istituzionale”. Cazzalora! Qui l’affare s’ingrossa, c’è puzza di lobby politico-economiche. “Accuse gravi, vuole fare i nomi?” – prova la giornalista de La Sicilia. Ma Ugo Rossi è lapidario: “Non c’è bisogno perché si capisce”. E’ vero, è chiarissimo e mi sto convincendo che a ordire il complotto siano stati poteri più che forti tipo Buildenberg o la Trilateral Commission. Oppure, perché no, la Spectre capitanata da Ernst Stavro Blofeld, da tempo scomparsa dai film di 007–mi chiamo Bond, James Bond. L’unica cosa che non mi torna è un commento del sostituto pro- curatore Maurizio Musco, il quale, diversamente dal suo ex capo alla Procura, in un’al- tra intervista afferma che con- tro di loro “erano state mon- tate accuse false da un paio di giornalai capitanati da un gruppetto di mentecatti”. Chi siano gli edicolanti (dato che parla di “giornalai”) cui allude il dottor Musco non è al momento dato sapere. Re- sta la differenza di valutazione tra lui e il dottor Rossi rispetto ai capi del complotto: mente- catti o personaggi di elevato livello? Uno che non ha dubbi sulla natura del complotto è il di- rettore del periodico i Fatti della domenica, Salvo Benan- ti, che sull’ultimo numero scrive tra l’altro di “giustiziali- smo becero contro la Procura, alimentato da certa avvoca- tura di sinistra non credibile, da pseudo intellettuali altret- tanto incredibili. Insomma allora fu vissuta una vicenda che andrebbe capita meglio, le motivazioni che l’hanno de- terminata, i suoi protagonisti, chi l’ha promossa e diretta. Dietro la Civetta sicuramente menti ed ambienti ben iden- tificabili, ben potenti e senza scrupoli.” Cucù, ecco spuntare final- mente La Civetta, questo gior- nale tanto caro al Benanti che più volte gli ha dedicato pagi- nate, titoli cubitali e che ades- so chiede con forza a “Franco Oddo e compagni” la restitu- zione del Premio Francese, at- tribuito nel 2012 dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia. L’at- tenzione, certo disinteressata, del direttore dei Fatti nei con- fronti della Civetta non può lasciare indifferenti ed è giu- sto rivolgergli quantomeno un augurio: che si concluda in tempi brevi il processo nel quale è imputato, ma non per reati connessi alla professione giornalistica. Una storia che si trascina ormai da lunghi anni, quasi 12, risalente a quando Salvo Benanti, ex dipendente co- munale e da tempo redattore esperto di politica locale del quotidiano La Sicilia, era di- ventato componente del co- mitato esecutivo dell’Azienda provinciale turismo. Nell’ot- tobre del 2002 venne emesso contro di lui un provvedi- mento di arresti domiciliari, firmato dall’allora giudice delle indagini preliminari Vincenzo Di Domenico su richiesta del pubblico mi- nistero Francesco Aliffi. L’ipotesi di reato più gra- ve era di concussione, per avere cercato di sfruttare la sua carica istituzionale a fini personali, pretendendo soldi da associazioni private che avevano richiesto all’A- zienda Turismo contributi per manifestazioni da loro organizzate. Questa in estrema sintesi l’accusa originaria, tutta ovviamente da dimostrare. Dopo il rinvio a giudizio, l’iter processuale è prose- guito con molta lentezza. Ci sembra quindi giusto contribuire a ridargli visi- bilità in modo che Salvo Be- nanti e la giustizia trionfino. La prossima udienza è fissa- ta il 13 marzo, alla faccia dei complotti. E ricordatevi che hanno ucciso l’uomo ragno ma chi è stato non si sa/for- se quelli della mafia, forse la pubblicità!

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dal n. 4 - anno VI - de La Civetta di Minerva

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SOTTOIL MAREILBAR di Carmelo Maiorca

Castigat ridendo mores

Fu la Spectre a complottare contro l’ex procuratore capo Ugo Rossi?Forte dell’assoluzione

decisa dal Gup (giudi-ce per l’udienza preli-

minare) a Messina, l’ex capo della Procura della Repub-blica di Siracusa Ugo Rossi ha rilanciato alla grandissi-ma la teoria del complotto che sarebbe stato organiz-zato innanzitutto contro di lui e il sostituto procuratore Maurizio Musco. Emblema-tica, a riguardo, la pagina del 13 febbraio del quotidia-no La Sicilia che nella parte alta titolava: Il riscatto di Rossi “E’ stata sconfitta la banda dei 4” aggiungendo nel sottotitolo “E’ stato un vero e proprio complotto ordito dai poteri forti”.Cazz!!! - ho esclamato pen-sando alla Banda dei 4 di quasi quarant’anni fa, ossia Jiang Quing, quarta moglie e vedova di Mao Zedong, e gli altri 3 politici cinesi che, subito dopo la morte del presidente-grande timonie-re, vennero accusati di ave-re organizzato un tentativo di colpo di stato contro la Repubblica Popolare e in seguito processati e con-dannati…

E invece chi è la siracusana banda dei 4 con tanto di mi-tici poteri forti nello sfondo? Qua la faccenda è davvero intricata – ho pensato, tuf-fandomi avidamente a legge-re l’intervista di Laura Valvo che a un certo punto chiede al dottor Rossi “Parla ancora di complotto?” Risposta: “Non solo c’è ma è grande. Non è solo quello messo in piedi da un pregiudicato per fatti di mafia che difendeva la sua persona da accuse che veni-vano mosse dalla Procura di Siracusa, di cui aveva avuto sentore attraverso una fuga di notizie (…)” Pausa. Uhmm… pregiudicato per fatti di ma-fia… (rifletto): vuoi vedere che l’ex procuratore capo si riferisce all’ex onorevole Gino Foti già da lui definito “pupa-ro”? Sul cui groppone, effetti-vamente, pesa una condanna passata in giudicato per voto di scambio con appartenenti a un clan mafioso siracusa-no. Ecco, io lo scrivo così da diversi anni. Però è solo una mia supposizione, perché Rossi il nome non l’ha detto. E comunque per lui, ritornan-do all’intervista: “Il vero com-

plotto ha avuto un livello di gran lunga superiore ai quat-tro personaggi siracusani che contornano questo individuo che, secondo i principi di una società sana, dovrebbe essere messo ai margini. Personaggi di elevato livello economico e anche istituzionale”. Uhmm… (ri-rifletto)… rica-pitolando: c’è la banda dei 4 di contorno all’innominato e poi “il vero livello di gran lunga superiore”…. Niente popò di meno che – repetita iuvant – “personaggi di eleva-to livello economico e anche istituzionale”. Cazzalora! Qui l’affare s’ingrossa, c’è puzza di lobby politico-economiche.“Accuse gravi, vuole fare i nomi?” – prova la giornalista de La Sicilia. Ma Ugo Rossi è lapidario: “Non c’è bisogno perché si capisce”. E’ vero, è chiarissimo e mi sto convincendo che a ordire il complotto siano stati poteri più che forti tipo Buildenberg o la Trilateral Commission. Oppure, perché no, la Spectre capitanata da Ernst Stavro Blofeld, da tempo scomparsa dai film di 007–mi chiamo Bond, James Bond. L’unica

cosa che non mi torna è un commento del sostituto pro-curatore Maurizio Musco, il quale, diversamente dal suo ex capo alla Procura, in un’al-tra intervista afferma che con-tro di loro “erano state mon-tate accuse false da un paio di giornalai capitanati da un gruppetto di mentecatti”.Chi siano gli edicolanti (dato che parla di “giornalai”) cui allude il dottor Musco non è al momento dato sapere. Re-sta la differenza di valutazione tra lui e il dottor Rossi rispetto ai capi del complotto: mente-catti o personaggi di elevato livello? Uno che non ha dubbi sulla natura del complotto è il di-rettore del periodico i Fatti della domenica, Salvo Benan-ti, che sull’ultimo numero scrive tra l’altro di “giustiziali-smo becero contro la Procura, alimentato da certa avvoca-tura di sinistra non credibile, da pseudo intellettuali altret-tanto incredibili. Insomma allora fu vissuta una vicenda che andrebbe capita meglio, le motivazioni che l’hanno de-terminata, i suoi protagonisti, chi l’ha promossa e diretta.

Dietro la Civetta sicuramente menti ed ambienti ben iden-tificabili, ben potenti e senza scrupoli.”Cucù, ecco spuntare final-mente La Civetta, questo gior-nale tanto caro al Benanti che più volte gli ha dedicato pagi-nate, titoli cubitali e che ades-so chiede con forza a “Franco Oddo e compagni” la restitu-zione del Premio Francese, at-tribuito nel 2012 dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia. L’at-tenzione, certo disinteressata, del direttore dei Fatti nei con-fronti della Civetta non può lasciare indifferenti ed è giu-sto rivolgergli quantomeno un augurio: che si concluda in tempi brevi il processo nel quale è imputato, ma non per reati connessi alla professione giornalistica. Una storia che si trascina ormai da lunghi anni, quasi 12, risalente a quando Salvo Benanti, ex dipendente co-munale e da tempo redattore esperto di politica locale del quotidiano La Sicilia, era di-ventato componente del co-mitato esecutivo dell’Azienda provinciale turismo. Nell’ot-tobre del 2002 venne emesso

contro di lui un provvedi-mento di arresti domiciliari, firmato dall’allora giudice delle indagini preliminari Vincenzo Di Domenico su richiesta del pubblico mi-nistero Francesco Aliffi. L’ipotesi di reato più gra-ve era di concussione, per avere cercato di sfruttare la sua carica istituzionale a fini personali, pretendendo soldi da associazioni private che avevano richiesto all’A-zienda Turismo contributi per manifestazioni da loro organizzate. Questa in estrema sintesi l’accusa originaria, tutta ovviamente da dimostrare. Dopo il rinvio a giudizio, l’iter processuale è prose-guito con molta lentezza. Ci sembra quindi giusto contribuire a ridargli visi-bilità in modo che Salvo Be-nanti e la giustizia trionfino. La prossima udienza è fissa-ta il 13 marzo, alla faccia dei complotti. E ricordatevi che hanno ucciso l’uomo ragno ma chi è stato non si sa/for-se quelli della mafia, forse la pubblicità!