Il banchetto rinascimentale

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FIGURE CARATTERISTICHE INTORNO AL BANCHETTO RINASCIMENTALE Il banchetto rinascimentale era una forma di arte vera e propria, in cui confluivano l’arte culinaria, la forma estetica dei cibi e lo spettacolo. Il banchetto era, per il signore, l’occasione per dimostrare pubblicamente la propria grandezza, la propria ricchezza e il proprio stato sociale e politico. La tavola del signore era sopraelevata, rispetto alle altre e spesso coperta da un baldacchino, simbolo di prestigio. Era, inoltre, impreziosita da posate e saliere d'argento, coppe, bicchieri di vetro di Murano.

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FIGURE CARATTERISTICHE INTORNO AL BANCHETTORINASCIMENTALE

• Il banchetto rinascimentale era una forma di arte vera epropria, in cui confluivano l’arte culinaria, la formaestetica dei cibi e lo spettacolo.

• Il banchetto era, per il signore, l’occasione per dimostrarepubblicamente la propria grandezza, la propria ricchezza eil proprio stato sociale e politico.

• La tavola del signore era sopraelevata, rispetto alle altre espesso coperta da un baldacchino, simbolo di prestigio. Era,inoltre, impreziosita da posate e saliere d'argento, coppe,bicchieri di vetro di Murano.

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• Ogni banchetto era caratterizzato da cibi presentati comecomposizioni artistiche, da servizi governati dagli ufficialidella tavola (scalchi, trincianti e coppieri) e da musiche erappresentazioni che cambiavano, con il mutare dellevivande.

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• Il trinciante, cioèl’arnese usato incucina dai cuochi,per tagliare conprecisione la carne,era, durante ilRinascimento, ancheun mestiere, checonsisteva nel sapertagliare le carni,secondo il desiderio e il gusto del padrone di casa.

• In quel periodo, un ruolo importante ebbe lo scalcotrinciante, che doveva manifestare la potenza del padronedi casa: al momento del pranzo, il trinciante si disponeva acapo della tavola e a fianco del signore di casa, si mettevasulla spalla sinistra la salvietta che copriva il vassoio e

restava in attesa dellesue personali esigenze,circa quali parti dicarne volesse e, unavolta effettuata lascelta, cominciava atrinciare.

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• Il trinciante prendeva la “forcina”, un acuminatoforchettone, con la mano destra e con un abile ed elegantemovimento, come se fosse un giocoliere, lo lanciava nellasinistra, mentre quasi contemporaneamente, con la destraprendeva un coltelloda trancio, cherichiamava piùl’eleganza dellaspada che unutensile da cucina.

• Pronto con i dueutensili nellerispettive mani,infilava ben saldocon la forcina ilpezzo di carne datagliare e,tenendolo sospesoin aria, cominciavaa trinciarlo, così daottenere piccoli pezzi o strisce facilmente mangiabili, chelasciava cadere ordinatamente nel vassoio sottostante.

• Prima di autorizzare la servitù a servire le carni, cosìtagliate, ai commensali, con la punta del trincianteprendeva un pizzico di sale dall’elegante saliera e, con unlancio perfetto, cospargeva solo il bordo del piatto.

• Successivamente, con la salvietta, puliva sia il forchettoneche il coltello e li riponeva sul vassoio.

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• Il valletto, in sfarzosi costumi, presentava le singolepietanze ai commensali e porgeva loro acqua profumata, in

bacili e caraffed'argento, in modo cheessi potessero lavarsile mani prima delpranzo.

• Lo scalco (termine chederiva dal latino esignifica "servitore")era il sovrintendentealle cucineprincipesche earistocratiche: spettavaa lui selezionare edirigere i cuochi e laservitù, provvedere alla

mensa quotidiana del suo signore, rifornirne la dispensa,organizzare i banchetti nei minimi dettagli.

• Egli era un gentiluomo per nascita e, a differenza deicuochi, poteva vestire in modo ricercato e portare baffi,barba e parrucca.

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• Due erano, invece, le figure che si occupavano del serviziodei vini: il coppiere, ruolo di rango superiore, che aveval'incarico di offrire la coppa al tavolo del signore e ilbottigliere, al quale era affidata la preparazione dei vini el'incombenza di assaggiare le bevande, per verificarel'assenza di veleni.

• In genere, il coppiere era giovane, elegante, con "manibianche e delicate" e godeva di particolari privilegi comequello di prelevare, per proprio uso, i fiaschetti del vinorimasto imbevuto.

Classe 2^ D