Il baffo del dittatore di A. Russo

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Il Baffo del Dittatore Autrice: Anna Russo

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Il Baffo del Dittatore

Autrice: Anna Russo

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Autrice

Titolo del libro

Casa editrice

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Alcune informazioni

Data di pubblicazione (1°) : 2010

Numero di pagine: 99

Ambienti: Campi di concentramento e città (dove viene abbandonato Arf, il protagonista)

Personaggi: Arf, Bianca, Bambini, Cani (branco di Arf), vecchio generale (accallapiacani), Hitler, Comandante, Militari.

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Alcune tematiche L’amore, il mito del Buon Selvaggio,

l’odio e la lite tra gli uomini, ma anche la speranza, l’allegria e l’aiuto reciproco…

Il messaggio del libro

Secondo me il messaggio che l’autrice vuole dare in questo romanzo è un messaggio di ottimismo e di speranza. Infatti mostra come anche in una situazione drammatica, quale la detenzione in un campo di concentramento, possa trasformarsi in un’ esperienza migliore se affrontata con un punto di vista più ottimista.

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I protagonisti

Arf: un cane-bambino che viene abbandonato in giovanissima età dalla madre e viene preso e accudito da una cagna: Bianca. Con la sua furbizia umana, ma con il modo di vedere i fatti tipico dei cani, riuscirà a sconvolgere la vita nei campi di concentramento e a ridare speranza ai bambini che vivono con lui all’interno del lager. Inoltre con la sua semplicità riuscirà a cambiare la sorte della seconda guerra mondiale.

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Arf = cane + bambino

“…Arf non aveva bisogno di nessuno.

Aveva tutta la superiorità e la saggezza dei cani e tutta la genialità degli uomini e aveva 5 anni di gioia e incoscienza … era così speciale, che persino il suo nome era scritto sul libro del destino in un capitolo a parte intitolato: i protagonisti…”

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Bianca “Madre” di Arf, decisa a morire dopo che a

farlo era stata la sua famiglia, ritrova forza in se stessa dopo aver trovato il cucciolo abbandonato. Decise quindi di accudirlo e di educarlo come un vero cane e la sua vita ritorna a sorridere.

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Hitler: famoso per la sua spietatezza, ma anche per il suo “Baffo”, diverrà anche lui “vittima” dei cani che oramai si ribellano alle regole del campo. Fermatosi a mangiare nel lager, mentre usa un coltello affilatissimo (opera di Arf) se ne taglia una parte. Doveva incontrare una persona molto importante per il concludersi della guerra a suo favore, ma con la macchina rotta e con un baffo rimediato con peli di cane, non riuscì mai a partire. Ecco quindi che la battaglia fu vinta dagli americani.

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Il mito del Buon Selvaggio

Quello del buon selvaggio è un mito basato sulla convinzione che l'uomo in origine fosse un "animale" buono e pacifico, solo successivamente corrotto dalla società e dal progresso. Il buon selvaggio come protagonista o, più spesso, affiancato al protagonista, è stato per lungo tempo un personaggio popolare tipico della letteratura. Forse il primo più notevole esempio è Venerdì di Robinson Crusoe (1719) di Daniel Defoe. Ne parla anche Rousseau, un illuminista vissuto nel 1700.

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Le caratteristiche del Buon selvaggio

Le qualità del "buon selvaggio" in generale sono:

Vivere in armonia con la Natura

Generosità e altruismo

Innocenza

Incapacità di mentire, fedeltà

Salute fisica

Disdegno della lussuria

Coraggio morale

Intelligenza "naturale" o saggezza innata e spontanea

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L’amore

“… Strano l’amore, è catalogato tra i sentimenti, eppure per l’esistenza della vita è necessario quanto l’aria e l’acqua e ce ne accorgiamo solo quando manca… ma è quando manca davvero che la vita si spegne. Quindi sarebbe opportuno eleggere l’amore a elemento…”

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IL DESTINO Il libro ci fa riflettere anche sul destino. Il

destino dell’essere umano inizia da Adamo ed Eva con un susseguirsi di personaggi conosciuti e da altri non conosciuti e non per questo meno importanti. Questi nomi sono scritti tutti nel libro del destino.

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IL RAZZISMO

-ieri (secondo Hitler)

-oggi

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Terminologia

Origine

Le teorie della razza

Gli ebrei la razza mentale

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Il razzismo è l’insieme di teorie e comportamenti basati su una supposta divisione dell’umanità in razze "superiori" e razze "inferiori".

Il razzismo, associato al potere politico può portare alla persecuzione, organizzata, istituzionalizzata e al genocidio.

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L’atteggiamento razzistico è costantemente presente nella storia dell’umanità, come testimonia la pratica della schiavitù: gli antichi greci e i romani chiamavano "barbari" coloro che non parlavano la loro lingua, avevano costumi, religioni, istituzioni diverse. L’affermarsi di questa convinzione portò all’affermarsi di differenze tra individui e popoli e a stabilire un principio di gerarchia secondo il quale la razza bianca era la razza superiore, predominante sulle altre; in questo modo veniva giustificato il dominio sugli altri popoli e l’attribuzione a questi di una missione di civilizzazione.

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Le teorie della razza presero spunto da elementi presenti nel Darwinismo e vennero espressi già nel 1855 da Arthur de Gobineau nel suo celebre saggio "Sull’ineguaglianza delle razze".

Già durante l’illuminismo Diderot, D’Alembert e Voltaire avevano rifiutato l’idea che bianchi e neri discendessero da un medesimo progenitore.

All’inizio del ‘900 alcuni pensatori elaborarono più compiute teorie politiche sulla distinzione tra esseri e razza superiori e inferiori e si fecero sostenitori di un ritorno in Francia ai principi gerarchici delle monarchie di antico regime.

Chamberlain mostrò di concepire il razzismo come una nozione pienamente adeguata ai tempi: egli identificava con la razza germanica la razza superiore dei suoi tempi.

Successivamente Hitler non aspettò di aver conquistato il potere per esporre in termini assolutamente chiari la propria dottrina e le linee generali di quella che sarebbe stata la sua politica. Possiamo dividere così la sua dottrina in quattro grandi teorie: La dottrina della razza, Il complotto mondiale ebraico, Il "principio del Fuhrer" e Lo spazio vitale.

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Lo Stato era visto come un mezzo per raggiungere un fine che era quello della conservazione dell’esistenza razziale dell’uomo. Ciò dimostra che non si credeva all’uguaglianza delle razze, ma si riconosceva la differenza tra razze "superiori" ed "inferiori" e quindi si voleva promuovere la vittoria del migliore e sottomettere il più debole. Si teorizzava la sopravvivenza di coloro che sono i portatori di un’etica più elevata; infatti, secondo Hitler, in un mondo imbastardito e incontaminato dal sangue negro tutti i concetti del bello e del sublime umani e ogni raffigurazione di un futuro idealizzato della nostra umanità andrebbero per sempre perduti. Sulla terra la cultura e la civiltà umana sono legate alla presenza della razza ariana considerata razza "superiore" , e occorre che questo sangue sia mantenuto integro per assicurare la possibilità di uno sviluppo più nobile di questa esistenza. Quindi secondo Hitler era indispensabile che lo Stato impedisse prima di tutto quei matrimoni che potevano generare solo una contaminazione della razza.

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Ciò consiste nel fatto che la finanza Ebraica desidera la rovina economica e la completa schiavitù politica della Germania: l’Ebreo è dunque colui che incita alla totale distruzione di quest’ultima, sono gli ebrei che promuovono da ogni parte del mondo attacchi contro i tedeschi di modo che tutti gli altri Stati, uno ad uno, hanno rinunciato alla neutralità e sono entrati la servizio della coalizione della guerra mondiale. Anche gli Inglesi desideravano l’annientamento germanico, ma rinunciarono per mantenere la loro posizione nel mondo, invece l’ebreo organizza l’assalto per la conquista della medesima posizione.

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Hitler sostiene che il loro movimento è alla base del principio di Fuhrer. Uno dei principali scopi di questo movimento è di far si che questo principio non sia determinato solo all’interno delle proprie file, ma anche per tutto lo Stato. Colui che è Dirigente oltre ad avere una massima e illimitata autorità, ha anche la responsabilità di prendere decisioni definitive e chi non si sente pronto di prendere assumersi questa responsabilità d’azione, non è adatto a fare il Fuhrer.

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Sempre secondo Hitler lo Stato deve essere in grado di salvaguardare l’esistenza su questo pianeta della razza raccolta nello Stato, creando un sistema di rapporti sano, adatto alla vita e in grado di promuovere la crescita numerica del popolo: cioè uno spazio vitale.

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Le teorie della razza, unite ai pregiudizi emersi nei confronti degli Ebrei culminerà nel nazismo, un’ideologia che racchiude il razzismo biologico. Il razzismo nazista parte dal divieto delle mescolanze razziali: per riconquistare la purezza è necessario che la razza ariana soggioghi gli altri popoli e le altre razze eliminando quelle inassimilabili. La graduatoria di coloro che erano destinati ad essere esclusi dalla comunità di stirpe comprendeva gli Ebrei, tutti coloro gli avversari politici del nazismo e tutti i gruppi etnici o sociali che non corrispondevano ai requisiti della purezza e della superiorità razziale. Al primo posto gli Ebrei che Hitler non considerava come una vera e propria razza, ma una razza mentale: "L’Ebreo è per definizione lo straniero inassimilabile e che rifiuta di assimilarsi. E’ questo che distingue l’Ebreo dagli altri stranieri. L’Ebreo, ovunque egli vada, resta un Ebreo. E’ un essere per natura inassimilabile. Ed è proprio questo carattere, che lo rende inadatto all’assimilazione, ciò che ne definisce la razza".

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Oggi il razzismo è sempre presente e non cessa di provocare moti d'intolleranza più o meno violenta: e non soltanto verso nazioni d'altro colore e d'altra civiltà. Esso, infatti, si è trasformato in discriminazione più diffusa, anche all'interno di gruppi dello stesso colore, fino a diventare avversione sociale verso i più miseri, i più infelici, i disadattati, i vecchi, gli inabili, i colpevoli di un reato. Pensiamo per un momento alle varie tragedie e genocidi: ex Jugoslavia (pulizia etnica), Ruanda (Tutsi e Hutu), Angola, Nigeria (Biafra), e altre parti del mondo.

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A mio parere, il razzismo non è meno pericoloso e né meno crudele del nazismo hitleriano e del fascismo. Queste osservazioni sono necessarie poiché da qualche tempo ormai vi è l'abitudine di parlare di questi fenomeni come di una cosa che riguarda gli altri e non ci tocca, dimenticando che prima con i meridionali e oggi con gli extracomunitari, sono maltrattati da noi italiani. Lo sviluppo delle varie civiltà, insomma, dipende dalle condizioni di vita in cui si vengono trovare. Perciò il razzismo non ha alcuna base scientifica, si tratta di una teoria sostenuta da certi gruppi umani per giustificare l'oppressione da loro esercitata nei confronti d'altri gruppi.

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Alcune riflessioni: il razzismo

Il razzismo è sempre esistito, ma in Italia si stà verificando soprattutto negli ultimi anni con l’arrivo degli extracomunitari. È molto facile sentire gli adulti dire frasi come: “Da quando ci sono loro c’è più delinquenza” o “Sono venuti a rubarci il posto di lavoro”. Questo ci mostra quanto gli altri siano pieni di pregiudizi nei loro confronti solo perchè hanno culture differenti ( per non parlare delle discriminazioni tra nord e sud dell’ Italia! ) Secondo me il razzismo esiste perchè l’uomo, essendo un essere pensante, crede di essere superiore ai suoi simili. Gli animali agiscono invece per istinto e quindi si aiutano anche a vicenda. Penso comunque che non esistano persone buone o cattive in base alle loro credenze, ma credo che ciò dipenda dalla propria personalità.

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Tutte le creature su questo mondo sono state create dallo stesso Dio, quindi perché disprezzare i nostri fratelli? Tutti gli uomini hanno le stesse mani e le stesse gambe, che servono per lavorare, per mangiare e per vivere! Forse saranno di colore differente… ma cosa importa? Che differenza c’è fra un uomo bianco, giallo, rosso o nero? Nessuna, tutti siamo uguali! A volte mi chiedo come possiamo odiare chi non conosciamo, ma ancora non riesco a trovare la risposta. “Agli occhi degli altri, tutti sono stranieri , mai compresi. E se tutti siamo stranieri, nessuno lo è!” Come cerca di spiegare Vittorio Zucconi con il brano “Stranieri come noi”… e chi ha più ragione di lui?

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ANNO SCOLASTICO 2011/2012

Lavoro eseguito dagli alunni della

classe 2E :

Gabriele Rocchi, Sanzari

Pierfrancesco, Martina Sala,

Beatrice Magliocca, Beatrice

Rinaldi, Gugliemo Alfonsi, Lorenzo

Manni .

Il lavoro è stato realizzato per il

progetto “incontro con l’autore” e

coordinato dalla prof.ssa Paola

lombardi.