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Il 5 X MILLE della dichiarazione dei redditi alla LILT di LECCE Sostieni le nostre attività ed i nostri progetti. Destina il 5 per mille della dichiarazione dei red- diti (CUD/730/Unico) alla LILT di Lecce. Firma nel primo riquadro (sostegno alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale) e scrivi il nostro numero di Codice Fiscale 03263000754 Educazione Assistenza Prevenzione Trasporto Pazienti Centro ILMA

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Il 5 X MILLE della dichiarazionedei redditi alla LILT di LECCE

Sostieni le nostre attività ed i nostri progetti.

Destina il 5 per mille della dichiarazione dei red-diti (CUD/730/Unico) alla LILT di Lecce. Firmanel primo riquadro (sostegno alle organizzazioninon lucrative di utilità sociale) e scrivi il nostronumero di Codice Fiscale

03263000754

Educazione AssistenzaPrevenzione

Trasporto Pazienti Centro ILMA

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2 Lega contro i Tumori | Marzo 2011

In Italia, la Lega per la Lotta con-tro i Tumori (LILT) fu istituita nel1922, con le finalità che ancora

oggi ispirano il lavoro delle tanti sedipresenti nell’intero Paese. Il compitoistituzionale primario è la Prevenzione.L’art. 2 dello statuto fissa gli scopi

e le attività da perseguirsi “in colla-borazione con le Amministrazioni, leIstituzioni, gli Enti e gli organismi na-zionali, regionali e territoriali che ope-rano nell’ambito socio-sanitario, am-bientale e della prevenzione oncologicain particolare.Sin dalla sua costituzione avvenuta

venti anni fa, la LILT di Lecce ha inte-so diffondere e sottolineare il valore del-la Prevenzione Primaria lavorando a varilivelli.

Accanto a iniziative di informazionesu temi stabiliti dal calendario nazio-nale (campagne sulla buona alimenta-zione, contro il tabacco, per la prote-zione del seno), la LILT di Lecce ha pun-tato sulla sensibilizzazione e sull’edu-cazione ai fattori di rischio per con-trastare la malattia, insegnare stili divita consoni e attenti alla salute, farcrescere la consapevolezza e la re-sponsabilità del benessere personale, fa-miliare e collettivo.Dapprima allestendo ambulatori e

sensibilizzando l’utenza spontanea -specie quando la rete deiservizi pubblici (sanitari esociali) non copriva uni-formemente la vasta pro-vincia - poi portandosi neiluoghi di vita delle per-sone (scuole, fabbriche,forze armate, associazio-ni, istituti di pena) conseminari, convegni e di-battiti per alzare il livel-lo della conoscenza in-formata e della riflessionecondivisa.Negli anni, gli interlo-

cutori sono diventati sem-pre più avvertiti e critici,con la conseguenza di in-durre la LILT a intensifica-re il lavoro di documenta-zione e di analisi a valen-za scientifica.Al crescere della sensi-

bilità sui temi dello Star

Bene e della Responsabilità Sociale, laLILT è divenuta naturale riferimentodi quanti hanno a cuore la Salute, intutte le sue forme: umana, ambientale,relazionale, economica, professiona-le.Anche perché, il legame stretto che

intercorre tra essere in salute ed esse-re malati poggia sulla sostenibilità del-le scelte e dei modelli che organizza-no il vivere attuale, nel delicato equi-librio di costi e be-nefici (l’agricoltura,l’allevamento, la pa-storizia e i cibi,

VVIIaa EEDDIIZZIIOONNEEPPRREEMMIIOO ““FFLLAAVVIIAA IINNGGUUSSCCIIOO””Sull’onda del successo ottenuto gli scorsi anni,

la Delegazione LILT di Melissano, guidata da Vit-torio Velotti, ha organizzato la sesta edizionedel Premio “Flavia Inguscio” (Solidarietà dentroe oltre le Istituzioni), istituito per ricordare unadonna semplice e coraggiosa, a lungo attivacome volontaria della LILT, a Melissano. La cerimonia di premiazione si terrà giovedì

10 Marzo 2011 (ore 18.00), a Melissano, pres-so il Centro Culturale “Quintino Scozzi”, in Piaz-za Immacolata.

Fin dall’inizio della suaattività, la nostra Sezionesi è impegnata soprattuttosul fronte dellaprevenzione primariae della lotta ai fattori di rischio presenti sul territorio, a difesa della salute dei cittadini. Non solo per obbligo di statuto, ma anche come scelta di coscienza

Dr. Giuseppe SerravezzaPresidente LILT Sezione Provinciale di Lecce

La LILT di Leccee la difesa dell’ambiente

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3Lega contro i Tumori | Marzo 2011

l’acqua, l’energia e le fonti rinnovabi-li, la questione dei rifiuti).I dati pesanti dell’incidenza dei tu-

mori nel Salento, gli scempi ambien-tali vertiginosamente cresciuti a dan-no della salubrità del patrimonio col-lettivo e le ingordigie degli “affari diparte” hanno mostrato l’urgenza dicontrollare e difendere i luoghi del vi-vere, del sapere e dell’agire.L’ultimo decennio, in particolare,

ha visto intensificarsi l’impegno dellaLILT nel mettere in guardia cittadini edIstituzioni nei confronti di progetti erealtà industriali che contrastano la sa-lute pubblica, sia quelli già esistenti edi comprovata nocività che quelli diprossimo insediamento. Inizialmente, davoce solitaria e controcorrente, la LILTha tenacemente lavorato per porresotto la lente d’ingrandimento ogni datoe ogni informazione correlabile con l’in-cidenza della malattia, l’inquinamentoatmosferico, la corsa alle biomasse, lespeculazioni verdi, ecc.La costanza nel tenere informata

l’opinione pubblica, la volontà a coin-volgere le Istituzioni per interventi op-portuni, la determinazione a sensibi-lizzare le Autorità per atti deliberatividi tutela e di regolamentazione hannoportato a partenariati, collaborazioni eintese di ricerca e di lavoro importan-ti. Localmente, molte significative as-sociazioni hanno aderito e promosso ilpensiero portato avanti dalla LILT;fuori provincia e oltre regione, la LILTè considerata autorevole riferimento sul-

le questioni Ambiente e Salute,tanto di difesa che di progettua-lità.Lungo questo cammino, è stato pos-

sibile veder marciare insieme sigleideologiche diverse, perché il fine erae permane il medesimo: far prevalere lasalute, non depauperare il territorio, in-seguire sviluppi sostenibili a ridotto im-patto ambientale.I conventi hanno dato ospitalità alle

riunioni informative rivolte alla citta-dinanza; i sindaci hanno portato nellepiazze i gonfaloni a segno della loropartecipazione attiva; professionistidella salute hanno sottoscritto appel-li per dare evidenza alle ragioni scien-tifiche; tecnici ASL e ARPA hanno pro-nunciato pareri e divulgato documen-ti per mettere in guardia circa danni erischi.L’emergenza e l’importanza delle

questioni in ballo, riassumibili nelconcetto “Qualità di Vita” inteso sia del-l’oggi che soprattutto del futuro, han-no portato le diverse rappresentanze ele diverse posizioni politiche, scienti-fiche e umaniste a incontrarsi, collo-quiare e a convergere.La strada è ancora tanta perché le in-

sidie degli interessi di mercato sonocome l’araba fenice, nuove minacce sor-gono dalle ceneri. E dunque, una bat-taglia superata non significa aver vin-to la guerra.Ma, per le alleanze e le intese stret-

te nel nome della sostenibilità am-bientale come intervento di vera pre-venzione primaria, la LILT è davvero riu-scita a legare insieme le persone, di qualsi voglia schieramento, fede o colore,Tutti insieme sotto lo stesso cielo,

possibilmente pulito.

EDITORIALE

WORKSHOP A LECCESi terrà a Lecce presso il CentroCongressi Ecotekne dell’Univer-sità del Salento (Via per Mon-teroni) sabato 19 marzo 2011,con inizio alle ore 9.00, un im-portante workshop sul tema“Energie rinnovabili in Puglia :sostenibilità ambientale e sa-nitaria”. La manifestazione, or-ganizzata dalla LILT di Lecce, incollaborazione con numeroseassociazioni salentine impe-gnate nella difesa dell’Ambien-te e della Salute, vedrà la par-tecipazione di politici, pubbli-ci amministratori, giuristi, as-sociazioni e cittadini. Lo scopoè quello di fornire un chiaro equalificato contributo su una te-matica che tanto sta a cuore al-l’opinione pubblica ed ai citta-dini.

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4 Lega contro i Tumori | Marzo 2011

AMBIENTE E CANCRO

L’opinione pubblica si preoccupagiustamente sempre più del-l’impatto dell’ambiente sulla sa-

lute.Numerosi sono gli argomenti sul tap-

peto, che quotidianamente vengonoalla ribalta sui media : i cellulari pos-sono favorire l’insorgenza di tumori ce-rebrali ? Il particolato sottile nell’ariainquinata che respiriamo quali conse-guenze comporta ? L’esposizione aifumi degli inceneritori e l’utilizzo dipesticidi possono causare tumori ? Ecosì via.

Queste domande sono tanto piùgiustificate in quanto si registra pur-troppo un aumento dell’incidenza deitumori, nonostante oggi si sia più at-trezzati rispetto al passato sul frontedelle cure.

Sebbene certe forme di cancro sia-no in netto regresso, il numero com-plessivo dei nuovi casi registrati ognianno è invece in aumento, sia nel-l’uomo che nella donna.

Per alcune forme di neoplasia mol-to diffuse, come ad esempio quella delseno, della prostata o dell’ovaio, le co-noscenze sui fattori di rischio sonoscarse, anche se la pericolosità del con-tatto con numerose sostanze chimichediviene sempre più evidente.

Si può dire in generale che il 50%dei tumori ha cause non determinate.Questa mancanza di dati, associata al-l’aumento dell’incidenza, avvalora l’ipo-tesi di un legame tra cancro e fattoridi rischio ambientale.

Per questo, andrebbero incoraggia-ti studi scientifici indipendenti e liberida interessi di parte, per poter metterein luce il legame di determinati agen-

ti chimici o fisici con l’insorgenza deitumori. Certo, bisogna evitare di de-stare allarmismi ingiustificati nel-l’opinione pubblica, tuttavia non si puòfare assolutamente a meno di svilup-pare le conoscenze, per mettersi in gra-do di prevenire la malattia e salva-guardare la salute pubblica.

L’impegno è duplice : bisogna stu-diare l’esposizione delle popolazioniagli agenti cancerogeni conosciuti,ma anche scoprire i legami tra l’incre-mento di certi tipi di tumore ed altrifattori ambientali, di cui oggi sappia-mo poco.

Se rimangono “sconosciute” le cau-se dell’insorgenza dei tumori in tantaparte della popolazione, che all’anam-nesi risulta non essere venuta in con-tatto con cancerogeni noti (es. ilfumo), ciò non autorizza affatto a mi-nimizzare, come alcunifanno, altri fattori, qua-li, ad esempio, l’inqui-namento ambientale(aria, acque, suolo).

Lo stato attuale delleconoscenze (insufficien-te) è da relativizzare,proprio in considerazionedel fatto che gli studi nonsono stati indirizzati nelverso giusto.

E tuttavia, rispetto alle“certezze” rassicuranti(spesso interessate) delpassato, oggi divienesempre più chiara l’im-plicazione di tanti fatto-ri ambientali nell’insor-genza dei tumori.

In Francia, per fare un

esempio della metodologia da seguire,un recente rapporto su “cancro e am-biente”, a cura dell’Inserm (InstitutNational de la Santé et de la Recher-che Médicale), ha identificato nove tipidi tumore la cui incidenza è in au-mento. Si tratta dei mesoteliomi, emo-patie maligne, tumori cerebrali, delseno, dell’ovaio, del testicolo, dellaprostata, del polmone e della tiroide.

Ad ogni localizzazione della malat-tia sono state associate due categoriedi fattori ambientali: da una parte i fat-tori cancerogeni “accertati”, dall’altra,i fattori “possibili o dibattuti”.

In definitiva, il semplice approccioepidemiologico non basta e bisogna ri-correre ad altri approcci, per tentare dimisurare la parte attribuibile ai fatto-ri ambientali nell’insorgenza di certi tu-mori. Mancano oggi soprattutto dati

AAllllaa rriicceerrccaaddeellllee ccaauusseeAlcuni fattori ambientali accrescono il rischio di tumore.Non si può fare a meno di sviluppare le conoscenze,attraverso studi indipendenti, per mettersi in grado diprevenire la malattia e salvaguardare la salute pubblica

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5Lega contro i Tumori | Marzo 2011

sulle esposizioni delle persone alle so-stanze chimiche.

Sono stati pubblicati, a esempio, nu-merosi studi sul rischio di emopatiemaligne legato alle attività agricole edall’esposizione ai prodotti fitosanita-ri. Tuttavia, il ruolo di certi pesticidi,come quello di numerose altre sostanzechimiche, è ancora dibattuto. Manca-no i dati sulle esposizioni cumulate neltempo a basse dosi e per lunghi pe-riodi, attraverso differenti vie: aerea,alimentare e cutanea.

Stesse lacune si registrano riguardoa differenti modalità di esposizione:nell’ambiente esterno, in casa, ecc.

Si tratta in definitiva di condurre laricerca, impostandola su ben precisemetodologie. Il che finora è stato tra-scurato, sia per scarsa sensibilità cul-turale, sia perché interessi di partehanno contribuito a sviare la ricerca.

Per le leucemie, i tumori più nu-merosi nel bambino, i campi elettro-magnetici a frequenza estremamentebassa sono sospettati di raddoppiare ilrischio, in caso di esposizione eleva-ta e prolungata.

Ciò ha portato a classificare questicampi, prodotti particolarmente dallelinee ad alta tensione, nel gruppo deicancerogeni “possibili”, con l’invito adapplicare il principio di precauzione.

In ogni caso, quando sussistonodei dubbi su una sostanza il cui ruolocancerogeno è discusso, ed in mancanzadi una letteratura scientifica che per-metta di classificare tale agente comeun fattore probabile o accertato, è ne-cessario comunque che le industrie pro-duttrici dimostrino che le sostanze checontribuiscono ad immettere nell’am-biente non sono cancerogene.

Questo principio è alla base della re-golamentazione europea sulle sostan-ze chimiche denominata REACH (Re-golamento per la Registrazione, la Va-lutazione, l’Autorizzazione e la Restri-zione delle sostanze Chimiche). È en-trato in vigore il 1º giugno 2007 perrendere più efficace e migliorare il qua-

dro legislativo precedente sulle so-stanze chimiche nell’Unione europea(UE). REACH attribuisce all’industriauna maggiore responsabilità sulla ge-stione dei rischi che le sostanze chi-miche possono presentare per la salu-te e l’ambiente.

In linea di massima, REACH si ap-plica a tutte le sostanze chimiche: nonsoltanto alle sostanze chimiche im-piegate nei processi industriali, ma an-

che a quelle usate nella vita quotidia-na, per esempio nei prodotti di puli-zia, nelle vernici e in articoli quali capidi abbigliamento, mobili e apparecchielettrici.

Ad ogni modo, se queste misure ten-dono a responsabilizzare le industrie,è solo da una ricerca indipendente dainteressi di parte che ci si possono at-tendere risposte al di sopra di ogni so-spetto.

AMBIENTE E CANCRO

Alcuni ricercatori, soprattutto americani, avevano già stabilito una relazionetra uso di pesticidi e frequenza dei tumori della pelle, della prostata, del cer-vello e leucemieI ricercatori francesi, in mancanza di dati riguardanti il loro paese, hanno

promosso uno studio di livello nazionale (denominato Agrican), lanciato trail 2005 e il 2007, col coinvolgimento di Istituti di Ricerca, Associazioni di Agri-coltori, Ligue contre le Cancer (omologa della LILT in Francia) ed i RegistriTumori di dodici Dipartimenti. Sono stati inviati agli addetti all’agricoltura di questi Dipartimenti

570.000 questionari. Grazie a questo tipo di studi, potranno essere rilevatieventuali legami tra attività agricole e tumori. E’ essenziale mettere in rilievo il metodo sinergico adottato in questo stu-

dio. Finora, gli industriali tendevano a manipolare l’informazione, per contestarei rischi professionali connessi all’uso dei pesticidi.

PESTICIDIricerche indipendenti in Francia

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L’intenzione dei sostenitori dellefonti di energia cosiddette rinno-vabili, denominate “biomasse” è

quella di garantire la produzione di ener-gia mediante la loro combustione, senzaimmissione in atmosfera di sostanze in-quinanti.

“Biomassa” è ogni materiale di origi-ne organica (vegetale o animale) che nonabbia subito alcun processo di fossiliz-zazione (come avviene invece per carbone,petrolio e metano). E’ considerata fonterinnovabile perché la CO2 emessa con lacombustione non è superiore rispetto aquella che, biologicamente, sarebbe inogni caso “destinata” a essere presentenell’ambiente.

Si sostiene che si tratta della stessa CO2che viene assorbita dalle piante (o daglianimali) durante la loro vita e che, alla

loro morte, tornerebbe comunque nel-l’atmosfera.

Così parrebbe realizzata la quadratu-ra del cerchio: produzione di energia sen-za inquinamento. Le cose sono ben di-verse nella realtà.

Madre di tutte le norme in tema dienergie rinnovabili è il Protocollo di Kyo-to (1997) che prevede la riduzione del-le emissioni di gas serra e/o inquinanti.Da esso discendono le direttive europee,nazionali e regionali.

Grave pericoloEsse prevedono incentivi (correspon-

sione di danaro e semplificazione delleprocedure autorizzative) per chi si im-pegna a produrre energia utilizzandouna delle fonti rinnovabili (fotovoltaica,eolica, geotermica e biomasse).

Ma non poche sono le incongruenze ri-levabili nelle norme. In Italia, le biomassesono definite (D.L. 387/2003) come “laparte biodegradabile - e non altrimenti ri-ciclabile - di rifiuti provenienti da agri-coltura e silvicoltura” nonché “di rifiutiurbani e industriali” (sic!). Qui si anni-da un grave pericolo, perché non c’è al-cuna garanzia in termini di inesistenza diimmissioni inquinanti: qualunque pro-dotto o rifiuto industriale ha un tasso diartificialità della sua composizione chi-mica che impedisce di considerarlo soloun materiale di origine organica.

Se si passa poi al caso specifico del-la Regione Puglia, la legge regionale31/08, che disciplina la realizzazione diimpianti alimentati a biomasse, sorgonoaltre gravi perplessità.

Infatti, non persuade per nulla il di-vieto di realizzazione di impianti inzona agricola, “salvo che essi non sianoalimentati da biomasse stabilmente pro-venienti da filiera corta” (ossia in un rag-gio di 70 km dall’impianto). Il tutto però,per almeno il 40% del fabbisogno. Ciòvuol dire che per il restante 60% un im-prenditore può reperire le biomasse làdove vuole. Oggi è consuetudine impor-tare, ad esempio, enormi quantitativi dilegno dal Brasile o di olio di palma dal-la Malesia.

Ma cosa si brucia, in realtà? E con qua-li costi energetici ed ecologici? Le bio-masse sono costituite soprattutto da so-stanze di origine vegetale (come i rifiu-ti agricoli : potature degli alberi, vinac-ce, sanse esauste, mais in granella, gu-sci di noce, di pinoli, di pistacchi, noc-cioli, bucce dei frutti, foglie secche.

Per ragioni termodinamiche, questecentrali possono funzionare solo se ope-rano ininterrottamente giorno e notte. Efunzionano meglio quanto più sono gran-di.

Di qui l’esigenza di enormi quantità dibiomassa, che non potrà essere costituitasolo da gusci e noccioli, ma fondamen-talmente da tonnellate e tonnellate di le-gno o olio. La conseguenza è la promo-zione di un disboscamento del proprio ter-ritorio (in caso di filiera corta) oppure dialtri territori (filiera lunga).

La “voracità” delle centrali a biomas-se comporta anche il rischio (cosa che giàavviene in alcuni Stati) che si debbanocreare delle piantagioni ad hoc, che co-stituiscono una lucrosa attività per i pro-duttori da un lato, ma dall’altro tolgonospazio alle coltivazioni tradizionali.

Va osservato inoltre che, solo per il tra-sporto navale, si consumerebbe più ener-gia (con il relativo carico inquinante) diquella che si intende produrre. Ed anco-ra, se si importano le biomasse da pae-si stranieri, non è possibile controllarecome esse vengano coltivate e trattate.

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AMBIENTE E CANCRO

Sostenibilitàdelle biomasse?

Pubblichiamo una sintesi della relazione di un autorevoleesperto, tenuta in occasione dell’ultimo Corso di Aggiornamento “Ambiente e Salute”, da noi organizzato all’Università di Lecce lo scorso ottobre

Dr. Salvatore CosentinoMagistrato

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Si sa che l’olio di palma della Malesia con-tiene pesticidi, concimi chimici e diser-banti vietati da decenni in Europa, per-ché estremamente tossici.

Nella legge 31/08 della Regione Puglianon v’è una parola, né esiste alcun di-vieto, circa il paradosso della concezio-ne di una centrale, fonte di energia, il cuiapprovvigionamento in realtà è destina-to a scatenare una serie di danni am-bientali certamente superiori ai (mode-sti) benefici energetici che quella centralegarantirebbe.

In realtà, non vi è nessuna norma a li-vello regionale o nazionale che si faccia ca-rico - scongiurandoli - dei rischi di di-sboscamento o di “importazione perversa”.

Va aggiunto che le centrali alimenta-te da biomasse sono strutture molto esi-

genti oltre che di materiali organici an-che di acqua. Ed in un periodo (e versoun futuro) di crisi idrica, non pare op-portuna la costruzione di centrali che sa-ranno causa di ulteriore spreco di quel li-quido che beviamo e che tra poco, permotivi di penuria, dovremo chiamare“petrolio blu”.

Contenimento delle emissioniNé le norme attuali si pongono il pro-

blema dell’inquinamento acustico, es-sendo le centrali a biomasse dotate di tur-bine, motori e ventole.

Inoltre queste centrali pongono ancheproblemi legati all’inquinamento da rifiutisolidi, i cosiddetti R10, che sono classi-ficati come speciali ed esigono discarichead hoc.

Ma anche i rifiuti non speciali (cene-re e carbone vegetale), prodotti in gran-dissime quantità, dovranno essere gesti-ti con accurate modalità di stoccaggio checostituiscono un ulteriore problema,nonché un’occasione per nuovi crimini.

Infine, il problema più scottante,quello dell’inquinamento atmosferico.Le norme non disciplinano né le effetti-ve modalità di combustione, né i siste-mi di monitoraggio delle emissioni, né in-fine i sistemi di contenimento delleemissioni. Infatti, a parte i problemi le-gati alla difficoltà di reperire sufficien-te quantità di vegetali nella nostra brul-la regione, con la conseguente esigenzadi un inquinante sistema di trasporti dal-l’estero, va detto che anche nell’ipotesidi biomasse reperite “in loco” in zonamolto verde, i problemi di inquinamen-to atmosferico non verrebbero meno.

Facciamo l’esempio di un bosco. Le bio-masse dovrebbero essere delle masse ve-getali vergini. In realtà, qualunque bo-sco, anche il più isolato, vegetando suquesto pianeta, vive comunque nell’in-quinamento, sia considerando le polverisospese che su quel bosco si adagiano,sia il fatto che ogni albero succhia l’ac-qua attraverso le sue radici. Un’acqua noncerto distillata, perché porta con sétutte le particelle inquinanti dell’atmo-sfera. E’ capzioso quindi sostenere chebruciare un albero comporta l’immissio-ne in atmosfera solo di sostanze natu-rali.

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AMBIENTE E CANCRO

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AMBIENTE E CANCRO

E se è vero che la CO2 che si pro-duce nei pochi secondi di combustionedi un tronco in una centrale a bio-masse è la stessa che si produrrebbenei secoli di putrefazione di quel tron-co, è anche vero che non è solo l’ani-dride il prodotto di tale combustione.

Il biossido di cloro, ad esempio, so-stanza che non è infrequente trova-re nell’acqua piovana (il cloro è con-tenuto nel mare), in combustione in-sieme al carbonio produce diossina,ciò che non si produrrebbe lasciandol’albero marcire.

Inoltre, la combustione delle par-ticelle inquinanti (da polveri sospe-se) annidate nelle cortecce dei tron-chi provenienti da boschi apparente-mente vergini, provoca la dispersio-ne in aria di nanoparticelle cancero-gene.

Se queste considerazioni valgonoper un bosco, a maggior ragionedebbono valere per quei vegetali (danoi soprattutto ulivi e viti) che ne-cessariamente sono trattati con pro-dotti chimici.

Far biomassa con i tralci di vite ele potature degli ulivi non è affattooperazione ecologica, come afferma-no i sostenitori (pugliesi) di questafonte energetica. Dunque, non è af-fatto vero che con l’attività delle cen-trali a biomassa si fa esattamentequello che farebbe la natura, anche sein tempi più rapidi.

La natura non conosce certe so-stanze chimiche che la combustionedelle biomasse rimetterebbe inesora-bilmente in atmosfera, per di più conla benedizione della legge.

In conclusione, “biomassa” è unabella parola che evoca la vita. Pur-troppo, dietro quella parola si anni-dano, senza che la normativa di set-tore possa impedirlo (anzi spesso co-stituendo un incentivo):- pericoli di disboscamento del ter-

ritorio limitrofo alle centrali (nel-l’ipotesi di filiera corta);

- pericoli di disboscamento di terri-tori lontani dalle centrali (nel-l’ipotesi di filiera lunga);

- pericoli di trasporti (con autotreni),o addirittura di importazioni dal-l’estero (con navi), fortemente in-quinanti e assai onerosi in terminidi consumo di energia (nell’ipote-si di filiera lunga);

- pericolo che le centrali a biomassanon siano altro che inceneritori(nell’ipotesi, prevista dal D. L.387/03, di combustione di rifiuti,urbani o industriali);

- pericolo di inutile sperpero di ac-qua (in tutte le ipotesi);

- pericolo di inquinamento acustico(in tutte le ipotesi);

e soprattutto:- pericolo di inquinamento atmosfe-rico (in tutte le ipotesi).Tutto ciò senza che la creazione di

energia promessa sia poi così rilevantein termini di quantità. Anzi, tra le fon-ti rinnovabili, le biomasse non sonocerto le più generose in termini di pro-duttività.

Al momento, dunque, né la leggené la scienza autorizzano a parlare disostenibilità delle biomasse comefonte di produzione di energia.

Al contrario, possiamo ritenereche, viste le condizioni normative datee le conoscenze scientifiche di cui perora disponiamo, le biomasse, spessopresentate come risorsa ecologica, nonsono altro che una “eco-follia”.

L’insediamento delle centrali a bio-massa, in realtà, fa gola e giovereb-be solo a qualche singolo imprendi-tore-operatore industriale che ha in-travisto, a ragione, in questa fonte rin-novabile una notevole chance di lu-cro.

Emblematica è la vicenda della centrale a bio-masse denominata “Heliantos 2”, che si in-

tendeva realizzare a Casarano. Un impianto da25 MW, che avrebbe dovuto essere alimentatocon olio di girasole importato dal Terzo Mondo,del tutto avulso quindi dal territorio, sia per lamateria prima utilizzata, sia per la sua non ne-cessità dal punto di vista dell’approvvigiona-mento energetico.E che soprattutto avrebbe comportato, se rea-lizzato, l’aggravamento di una situazione am-bientale già critica per la nostra regione, cosìcome documentato dal rapporto ARPA sulle emis-sioni industriali in Puglia (basato sui dati delRegistro INES). Pesante sarebbe stato infatti il carico di sostanzeinquinanti immesse in atmosfera: nanoparticelle,CO2, particolato, idrocarburi policiclici aroma-tici, biossido d’azoto, formaldeide, acroleina, ecc.Ma soprattutto l’impianto sarebbe sorto in unterritorio quale è quello della provincia di Lec-ce, in cui si registra da tempo un aumento diincidenza e mortalità per tumore, in particola-re per quelle forme legate all’inquinamento am-bientale.Questa implicazione è stata autorevolmente col-ta dall’ARPA Puglia, che ha trasmesso all’Ufficioregionale preposto al rilascio dell’autorizzazio-ne un parere contrario alla realizzazione del-l’impianto, così come aveva già fatto la ASL diLecce.Nella relazione dell’ARPA si legge “I dati epide-miologici esaminati confermano la criticità ter-ritoriale che caratterizza il Salento da diversi anni,rappresentata dagli elevati tassi di mortalità pertumore del polmone (…) tutta l’area salentinaè interessata da eccessi (rispetto ai valori re-gionali) di mortalità per neoplasia polmonare, so-prattutto nel sesso maschile. Questo scenario de-finisce una situazione di peculiare vulnerabilitàdel territorio ad ulteriori pressioni di carattere am-bientale”.Crediamo che questo parere scientifico costi-tuisca un importante punto fermo, che Autori-tà ed amministratori dovrebbero tenere ben pre-sente nel prendere le loro decisioni in tema disviluppo del territorio. Un territorio sul quale,in nome del “progresso”, si vorrebbero instal-lare decine di impianti alimentati a biomasse,con conseguenze facilmente prevedibili in ter-mini sanitari ed ambientali.

Il casoHELIANTOS 2 a CasaranoARPA Puglia ha espresso parerenegativo sull’impianto proposto:“Gli elevati tassi di mortalitàper tumore nel Salento nonpermettono ulteriori“pressioni”di carattereambientale”

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Nuove conferme scientifichehanno ormai definitivamentesancito che per lo sviluppo del-

la nostra vita e della nostra salutenon è solo importante avere dei“buoni geni”, ma è essenziale chequesti geni riescano ad esprimersi inmaniera adeguata, cioè ad avviare laproduzione delle proteine, di cuicontengono, per così dire, “la ricet-ta”.

Proviamo ad immaginare che il no-stro patrimonio genetico sia un gran-de “ricettario di alta cucina” e cheogni gene non sia altro che una spe-cifica “ricetta” in base alla quale il

nostro organismo (che è il cuoco) sta-bilisce di quali ingredienti ha biso-gno e in che quantità per preparareuna determinata pietanza. Il “piat-to da preparare” varia di volta in vol-ta, a seconda se ci troviamo davantiai geni (le ricette) che servono a fab-bricare cellule del cuore, della pelle,del fegato, del polmone, del pancre-as e i loro prodotti (ad esempio l’in-sulina, la bile, gli enzimi e così via).

Proviamo ora ad immaginare checon il tempo alcune ricette del nostrogrande ricettario vengano danneg-giate: se le parole perdute sono po-che, il nostro bravissimo cuoco potrà

continuare a leggere di quali e quan-ti ingredienti ha bisogno, ma se lecancellazioni sono molto estese saràimpossibile riuscire a leggere la ri-cetta o si preparerà un piatto im-perfetto. E’ quello che avviene con inostri geni: il nostro organismo rie-sce a rimediare a danneggiamentipiccoli, ma se il danno è grande le in-formazioni contenute nel gene ven-gono tradotte in maniera sbagliata.E’ questo il danno genetico, cioèquello che interessa direttamente ilDNA, il genoma.

Immaginiamo ora che le nostre ri-cette (cioè i nostri geni) non siano

9Lega contro i Tumori | Marzo 2011

AMBIENTE E CANCRO

Invecchiamento e cancro,un solo meccanismo

Dr. Prisco PiscitelliSpecialista in Igiene e Medicina PreventivaIstituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo, Brindisi

Alla base del fisiologico processo d’invecchiamento e della patogenesi neoplastica ci sono modifichenell’espressione dei geni per l’accumularsi di danniepigenetici, frutto anche di stili di vita sbagliati e inquinamento ambientale

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10 Lega contro i Tumori | Marzo 2011

AMBIENTE E CANCRO

scritte su fogli di carta, ma su dellepagine che s’illuminano premendo uninterruttore (uno per ogni pagina) esolo premendo l’interruttore si potràleggere il contenuto della ricetta.Quindi non è soltanto importanteavere la ricetta esatta, ma anche es-sere in grado di leggerla. E’ quello cheaccade nel nostro organismo: è es-senziale sia la presenza di geni benfunzionanti, sia la corretta “espres-sione” di questi geni.

L’epigenetica è per l’appunto lascienza che si occupa dell’espressio-ne dei geni e dei loro “interruttori”:l’epigenoma.

Quello che si è scoperto è che an-che l’epigenoma può andare incontroa danneggiamenti o modificazioni,col risultato che gli interruttori deinostri geni possono restare stabil-mente spenti o accesi, modificandoquindi l’espressione del nostro pa-trimonio genetico e il corretto fun-zionamento del nostro organismo.

Proprio a fine febbraio 2011 haavuto luogo a Miami in Florida la pri-ma conferenza mondiale sul dannoepigenetico, promossa dalla presti-giosa rivista Nature.

Le più recenti acquisizioni scien-tifiche hanno permesso di ipotizza-re che l’invecchiamento e il cancrosiano una conseguenza del danno epi-genetico (cioè malfunzionamentidegli interruttori dei nostri geni).Studi condotti su gemelli identicisembrano confermare che errori dimetilazione del DNA si accumulanocon gli anni e possono essere re-sponsabili dell’alterazione dei nostri

processi fisiologici ed anatomici (lavecchiaia). Per quanto riguarda lo svi-luppo dei tumori, il processo sareb-be lo stesso: nel normale funziona-mento cellulare esistono “interrut-tori” che regolano l’adesione tra lecellule, promuovono la divisione cel-lulare e ne regolano il ciclo di vitafino a programmarne la morte atempo debito (nella persona sana in-fatti tutte le cellule devono moriredopo un certo periodo di tempo). Undanno epigenetico potrebbe quindiavere come conseguenza l’immorta-lità cellulare (che è una caratteristicadelle cellule tumorali), la crescita ab-norme e l’adesione tra cellule, tipi-ca delle neoplasie.

Quest’ipotesi sembrerebbe con-fermata dal riscontro di elevati livellidi metilazione (che producono unainattivazione del gene) nei geni checodificano per i recettori degli estro-geni nei pazienti con tumori del co-lon retto o tumore al seno. L’iper-metilazione causa anche l’inattiva-zione dei geni che ci proteggono dal-la formazione delle placche atero-sclerotiche che cominciano ad accu-mularsi con l’avanzare dell’età esono caratteristiche dell’invecchia-mento. Vecchiaia e cancro sembre-rebbero dunque avere alla base unostesso meccanismo, anche se il pri-mo è un processo fisiologico e ine-vitabile, mentre l’altro è considera-to come un’aberrazione.

Alcuni stili di vita insalubri (fumo,sedentarietà e obesità) ed cancero-geni ambientali (diossine, metalli pe-santi e altre sostanze) sono cause del

danno epigenetico. Infatti, non ci siè mai spiegati come il fumo di siga-retta, che di per sé ha un basso po-tere mutageno sui geni (cioè non hagrandi possibilità di modificare di-rettamente il DNA) sia così indiscu-tibilmente associato al tumore pol-monare. Le recenti scoperte hannopermesso di svelare la presenza dielevati livelli di metilazione degligeni oncosoppressori (cioè l’inter-ruttore è spento e causa inattività deigeni che ci proteggono dal tumore)nei pazienti con tumore polmonarecorrelato al fumo, mentre gli onco-geni che normalmente non dovreb-bero essere espressi in un polmonesano risultano demetilati (cioè iper-espressi: interruttore acceso). Lemutazioni dell’epigenoma sono quin-di uno dei principali meccanismiattraverso i quali si determina l’in-sorgenza di un tumore.

E’ possibile che ad essere dan-neggiati siano anche gli “interrut-tori” epigenetici delle cellule ger-minali dei genitori esposti. Tale mo-dificazione si trasmetterebbe allesuccessive generazioni, rendendopiù semplici e più brevi i passaggiche portano all’insorgenza dei tumorinei loro figli e nipoti (che a loro vol-ta possono subire l’attacco di ulteriorisostanze cancerogene nel corso del-la vita e trasmetterle alle generazionisuccessive). Dunque, le sostanze a cuici esponiamo nella nostra vita di ognigiorno (dalla nicotina all’alcol e aigrassi alimentari) e i cancerogeni concui veniamo a contatto possono de-terminare quelle modificazioni bio-

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La “nuova normalità”, nella vita di tutti noi, sembra essere l‘incontro con il can-cro: “L’imperatore di tutte le malattie” come titola un libro di recente apparso

in Gran Bretagna e firmato da Siddhartha Mukherjee, oncologo della ColumbiaUniversity. La vera domanda, secondo l’autore, non è se succederà, ma quando suc-cederà.A questo punto è legittimo fare un pas so indietro e chiedersi: perché potrebbe

capitare a ognuno di noi e perché dovremmo ammalarci di que-sta malattia? Non tutto è dovuto all’aumento del-la vita media (come suggeriscono gli esperti), per-ché sempre più si ammalano persone giovani. E al-lora ci si chiede: quali sono le cause? Ci stanno di-cendo che il tumore è qualcosa legato al nostro Dnae che si tratta di una questione genetica. Propriosu questo si stanno costruendo cure “mirate”, ca-paci di bloccare l’azione negativa di geni “corrotti”che fanno impazzire le cellule.Ma chi fa “ammalare” il nostro Dna? Ricerche re-

centi ci informano che i tumori erano presenti per-sino nel mondo antico, anche se non con la frequenzache conosciamo oggi: allora, perché oggi ci amma-liamo di più? Il libro punta l’attenzione sui fattorichimici e sui virus.Nessuno ci ha ancora chiaramente detto quanto

l’inquinamento ambientale possa incidere sul pa-trimonio genetico in senso cancerogeno (unica ec-cezione: il fumo che, grazie alle leggi, è stato limi-tato ormai ovunque, ma che potrebbe distogliere l’attenzione da altri rischi). Al-tro esempio: i virus. Come il papilloma, quello del tumore alla cervice uterina del-le donne, che oggi può essere in alcuni casi prevenuto con un vaccino. Vaccino cheperò lascia molti dubbi.Resta la domanda finale: il cancro si può combattere soltanto grazie alla re-

sponsabilizzazione individuale (tipo: non fumare, non mangiare troppo, ecc.) op-pure si deve sperare nell’intervento di una sanità pubblica che si vuole davvero pren-dere in carico il problema della prevenzione primaria ? Forse non dovrebbero es-serci tanti dubbi.

chimiche del nostro epigenoma (icui effetti arrivano addirittura ai no-stri discendenti) che si sono di-mostrate cruciali nei processi di in-vecchiamento e cancerogenesi.

Proprio il danno epigenetico po-trebbe spiegare il drammatico au-mento dei tumori pediatrici in Ita-lia, secondo il Prof. Ernesto Burgiodel direttivo nazionale della Socie-tà Internazionale Medici per l’Am-biente. Nel nostro Paese, 1 bambi-no su 500 si ammala di tumore e dal1998 il numero di cancri in età pe-diatrica è aumentato ogni annodel 3% negli ultimi 10 anni ! Sononumeri che non trovano paragoni innessuna altra nazione europea,dove pure esiste un tasso di 1-2%di aumento all’anno. Al contempocontinuano ad aumentare quasitutti i tipi di tumori. Solo per ri-cordare una ricerca a cui noi dellaLILT abbiamo partecipato: il numerodegli interventi di asportazione dicarcinoma mammario sono aumen-tati del 15% dal 2001 al 2008. Se-condo l’ultimo rapporto dell’asso-ciazione italiana registri tumori, il50% di tutti gli italiani si ammaleràdi tumore nel corso della vita! Sa-pere tutto questo potrà motivarciforse ad adottare stili di vita sanie a batterci per la tutela dell’am-biente in cui viviamo e per la ri-mozione delle cause che dannoorigine ai tumori (la prevenzioneprimaria), perché non è vero chenon possiamo farci nulla e chesono cose più grandi di noi: insie-me possiamo fare tanto.

11Lega contro i Tumori | Marzo 2011

AMBIENTE E CANCRO

“THE EMPEROR OF ALL MALADIES”

Convivere col tumore?

Siddhartha Mukherjee

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Torniamo a parlare ancora di uranioimpoverito – il prodotto di scarto del-le centrali nucleari molto conveniente

e facilmente reperibile - impiegato in ba-listica per la produzione dei proiettili pe-netranti, una questione che la LILT di Lec-ce segue con attenzione, in seguito allemalattie tumorali e ai decessi (216 allafine del 2010) dei soldati in missione nel-le zone ove questa sostanza è stata im-piegata.

L’uranio impoverito miete vittime nonsolo tra le popolazioni colpite, a segui-to dei bombardamenti, ma anche tra i mi-litari, per le malattie che insorgono a se-guito di esposizione e di contatto conesso (inalazione, ingerimento, ecc.).

La lista dei soldati ammalatisi di tu-more include anche operatori della Cro-ce Rossa Italiana e tecnici con mansio-ni di riparazione dei mezzi mandati suifronti operativi senza protezioni e sen-za difese contro gli effetti letali delle pol-veri d’uranio.

Solo le morti per malattia dei reduci delKosovo, dell’Iraq, dell’Afghanistan e del-l’ex-Jugoslavia hanno dato avvio a in-chieste, commissioni d’indagine e distudio che, nelle controversie fra accer-tamenti e smentite, hanno portato a sen-tenze e risarcimenti pecuniari delle vit-time. Ma non bastano i soldi o le di-chiarazioni di messa al bando dell’uranioimpoverito a far superare una vicenda cheè drammatica, per le singole storie per-sonali e familiari, e tragica per le riper-cussioni e le conseguenze che trascen-dono l’ambito militare e investono la col-lettività di un territorio e dei suoi abi-tanti, come sta accadendo in Sardegna.

Prima di essere usato nelle operazionidi guerra, l’uranio impoverito è messo allaprova (dall’industria di produzione), è uti-lizzato per dimostrarne le caratteristiche(a beneficio dei potenziali clienti) ed èusato per esercitazioni e simulazioni (daparte dei comandi militari).

Le zone ove questi test e queste pro-ve avvengono diventano aree ad elevatacontaminazione. Proprio quello che itecnici della ASL di Lanusei e Cagliari han-no trovato in seguito alla preoccupantecasistica di aumento di tumori nell’areaconfinante con il poligono militare di Sal-to di Quirra, il più grande d’Europa.

I veterinari hanno difatti riscontrato,tra i pastori, che il 65% di loro si ammaladi leucemie; hanno pure osservato l’au-mento di bambini e ovini con malforma-zioni genetiche alla nascita. La Procuralocale, sulla scorta di questi dati scien-tifici, ha aperto un fascicolo d’inchiestacon ipotesi di reato molto gravi: omici-dio plurimo, violazioni ambientali, omis-sioni d’ufficio in relazione ai controlli sa-nitari.

Questo terribile scenario ancora unavolta conferma la necessità di operare amonte per evitare lapolitica della riduzionedel danno, della curadopo i guasti e del per-seguimento dei colpe-voli a delitto avvenuto.

Tutte cose che nonridanno indietro le viteumane perse e che noneradicano l’origine delproblema, pena la rei-terazione del dolo, sot-to la rassicurante sigladi un nuovo ritrovatobalistico (non bastadire “impoverito”, l’ura-nio resta uranio, mici-diale e mortale, sem-pre) o sotto altri cieli ein altri territori.

La ricerca scientifica,la conoscenza docu-mentata e a priori deirischi e delle implica-zioni delle scelte e del-le azioni - siano esse

industriali ed economiche, amministrativee politiche - sono i criteri imprescindibilie urgenti per evitare morti inutili tra i mi-litari e tra la popolazione, per evitare icosti collettivi delle decontaminazioni del-le aree aggredite, per scegliere la vita an-ziché la morte.

Sono questi i criteri che la LILT per-segue e attua nel nome della Prevenzio-ne Primaria, gli stessi criteri affermati nel-le sedi giuridiche e legali in occasione del-le consulenze e dei pareri tecnico/scien-tifici richiesti su questi accadimenti, i mi-litari ammazzati dall’uranio impoverito.

Una vicenda tutta italiana, come ita-liane le sue perdite, a iniziare dalle vitestroncate, malformate o devastate di chiè andato al fronte, ma anche di chi è ri-masto ad allevare le sue pecore, capre eagnelli.

12 Lega contro i Tumori | Marzo 2011

In memoria di Andrea AntonaciA Martano, lo scorso 12 dicembre, si è tenuta una pubblica ce-rimonia di commemorazione di Andrea Antonaci, il militare in mis-sione in Bosnia, ammalatosi al ritorno di linfoma di Hodgkin edeceduto dieci anni fa. E’ stata la stessa Amministrazione Comunaledi Martano a volere l’iniziativa, alla quale è seguito un convegnoinformativo, cui hanno preso parte il Sen. Cosimo Gallo, il dr. Giu-seppe Serravezza, il maresciallo Domenico Leggiero e il Sindacodi Martano, dr. Massimo Coricciati. Molto viva l’attenzione del pub-blico, che ha intensamente seguito la drammatica vicenda di cuiè stato vittima il giovane militare, così come tanti altri nel Sa-lento ed in Italia. Una fame di conoscenza, alimentata dalla con-sapevolezza che un’ingiustizia è stata perpetrata ai danni di tan-ti giovani e delle loro famiglie.Ricordiamo che ad Andrea Antonaci è intitolata la DelegazioneLILT di Martano.

Nuovi inquietanti evidenze tra la popolazione civile in Sardegnasulla pericolosità del materialeradioattivo impiegato nei teatri di guerra

Pastori, le nuove vittime dell’Uranio Impoverito

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Il problema degli additivi alimentari e il caso dell’aspartame. Studiindipendenti condotti dall’IstitutoRamazzini di Bologna ne hannoaccertato la cancerogenicità.Nonostante le scontate reazioni critichedelle industrie produttrici, l’utilizzo deldolcificante è ora in netta diminuzione

Le grandi vie attraverso le quali l’uo-mo entra in contatto con l’ambien-te che lo circonda sono essenzial-

mente tre : quella cutanea, quella respi-ratoria e quella ingestiva. Attraverso lavia ingestiva vengono introdotti nell’or-ganismo non solo alimenti, bevande edin gene rale tutto ciò che viene portatoalla bocca con le dita, ma anche ciò chesi deposita nel cavo orale dall’aria che sirespira. E’ certo però che gli alimenti ele bevande rappresentano il volume piùrilevante di ciò che viene ingerito.

L’alimentazione, negli ultimi decenni,ha subito un mu tamento quantitativo esoprattutto qualitativo straordinario, inconseguenza di uno sviluppo consumisticodell’economia che ha determinato nei pae-si industrializzati un profondo cambia-mento sociale. Basti pensare agli effet-ti che ha avuto, a partire dall’inizio de-gli anni ‘80, il decremento lento ma co-stante del reddito familiare, basato finoad allora prevalentemente sul lavoromaschile. Questo ed altre motivazioni,hanno spinto un gran numero di donnead entrare nel mondo del lavoro deter-minando un aumento della domanda diservizi, fra cui la preparazione del cibo perla famiglia, in precedenza comunemen-te svolti dalla “donna di casa”. E quindi,mentre nel passato venivano dedicatequattro o cinque ore della giornata per cu-rare il cibo familiare, oggi in oltre la metàdelle famiglie possono essere sufficientianche pochi minuti: basta acquistare cibipreconfezionati e riscaldarli nel forno amicroonde. Negli USA, circa il 90% dei sol-di spesi per il cibo serve per acquistarealimenti preconfezionati o, come altri-menti si dice, “lavorati”. Oltre a ciò ognianno ven gono introdotti sul mercatocirca diecimila nuovi tipi di prodotti ali-mentari preconfezionati. Da ciò risultaevidente che la dieta è diventata sempre

meno naturale e sempre più artificiale o,per meglio dire, “chimicamente confe-zionata”.

Infatti, i cibi preconfezionati per es-sere conservati nel lungo periodo, e/o es-sere pronti all’uso, devono essere con-gelati e disidratati e quindi trattati conpreservanti per la conservazione a lungotermine. Ciò ha un effetto negativo sul-la loro appetibilità dovuto, ad esempio,alla perdita di gran parte del sapore. Ilsapore può essere però recuperato me-diante l’uso di aromatizzanti chimici vo-

latili che servono a riprodurre i sapori de-siderati dal consumatore. La riproduzio-ne artificiale di un aroma comporta unprocesso di sintesi chimica molto com-plesso. Come esempio basta ricordare cheper riprodurre artificialmente l’aromadella fragola è necessaria la miscela di pic-colissime quantità di almeno 350 com-posti chimici.

Altre sostanze utilizzate per rendere più

desiderabili i cibi preconfezionati sono icoloranti. Vari studi hanno dimostrato cheil colore del cibo può condizionare la per-cezione positiva dello stesso al pari delsapore, tanto che lo stesso cibo è più gra-dito quando il colore è brillante piutto-sto che opaco.

Oltre ai preservanti, agli aromatizzantied ai coloranti, non possono essere di-menticati gli emulsionanti, gli addensanti,gli antiossidanti, gli edulcoranti, i geli-ficanti, gli sbiancanti e tanti altri anco-ra. Tutte queste sostanze entrano a farparte di quel lungo elenco di prodotti chevengono definiti “additivi alimentari”. Gliadditivi alimentari sono per legge so-stanze senza potere nutritivo e che ven-gono aggiunti al cibo per conservare neltempo le sue proprietà chimiche e fisicheoltre che impartire particolari caratteri-stiche inerenti l’aspetto, i sapori e la con-sistenza: in definitiva svolgono una fun-zione di “cosmesi” degli alimenti.

La trasparenza richiesta dalle norma-tive vigenti per quanto riguarda i costi-tuenti chimici dei vari additivi è quasi ine-sistente, il che consente alle industrie pro-duttrici di mantenere segrete le formule.Ciò che viene rivelato sono le categoriedi prodotti presenti: edulcoranti, aroma-tizzanti, emulsionanti, ecc.. E ovvio chea queste condizioni per i cittadini e le as-sociazioni che si occupano della tutela deidiritti del consumatore, la possibilità dipoter valutare la sicurezza dei vari pro-dotti in commercio risulta estremamen-te limitata.

L’inadeguatezza delle conoscenze scien-tifiche relative alla sicurezza di importantiprodotti che fanno parte della dietaquotidiana, ha motivato l’Istituto Ra-mazzini a dare vita ad un impegnativoprogramma di ricerche sperimentali pervalutare su ratti e topi gli effetti tossi-ci, in particolare cancerogeni, dell’as-

13Lega contro i Tumori | Marzo 2011

AMBIENTE E CANCRO

Cosa mettiamo a tavola?

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14 Lega contro i Tumori | Marzo 2011

sunzione prolungata nel tempo di varietipologie di prodotti, in particolare ad-ditivi, fra cui alcuni dolcificanti artificialidi grande diffusione quali: l’aspartame, ilsucralosio, l’acesulfamepotassio. La sto-ria dell’aspartame costituisce un esempioparadigmatico della inadeguatezza delleconoscenze scientifiche su cui sono ba-sate le normative tuttora vigenti e che do-vrebbero garantire la sicurezza di uno deipiù diffusi dolcificanti artificiali prodot-ti al mondo.

L’aspartame è stato scoperto casual-mente nel 1965 da un ricercatore di un’in-dustria chimica americana, la SearleG.D., poi entrata a far parte del gruppoMonsanto. Oggi, dopo la saccarina,l’aspartame è il dolcificante artificialemaggiormente utilizzato. E’ presente inoltre 6000 prodotti, fra cui oltre 500 far-maci, molti dei quali usati in pediatria.Sono centinaia di mi lioni le persone cheusano quotidianamente aspartame. In par-ticolare, i bambini e le donne in gravi-danza risultano essere i maggiori consu-matori di prodotti contenenti aspartame.

Studi sperimentali a lungo termine suratti e topi condotti negli anni ‘70 dallaSearle G.D., prima di commercializzare ilprodotto, non avevano evidenziato effettitossici cronici, in particolare canceroge-ni. Complessivamente, i suddetti studi nonpotevano ritenersi adeguati per dimostrarela sicurezza dell’aspartame.

Per questo motivo, a partire dalla finedegli anni ’90, nei laboratori del Centrodi Ricerca sul Cancro “Cesare Maltoni” del-l’Istituto Ramazzini sono stati condottiesperimenti su ampi gruppi di ratti e topiai quali l’aspartame è stato somministratocon il cibo a vari livelli di dose, inizian-do il trattamento a diverse età (prenataleo postnatale) e per diversa durata (bre-ve periodo o per tutta la vita) e comun-que tenendo gli animali di tutti gliesperimenti sotto osservazione fino allaloro morte spontanea. Complessivamen-te il numero degli animali sperimentaliutilizzati fino al momento attuale è sta-to di oltre 3900. Il progetto è stato fi-

nanziato interamente dall’Istituto Ra-mazzini. Il primo studio è stato condot-to su 1800 ratti (100-150 per sesso pergruppo) di 8 settimane di età all’inizio deltrattamento.

I risultati dello studio hanno eviden-ziato che l’aspartame induce un aumen-to significativo dose-correlato dell’inci-

denza di linfomi e leucemie e di neopla-sie delle pelvi renali nelle femmine, e deitumori maligni dei nervi cranici periferi-ci nei maschi. Tale aumento statistica-mente significativo è stato osservato an-che alla dose di 20 mg/Kg di peso cor-poreo., una dose inferiore a quella am-messa per l’uomo dalla normativa vigen-te (50-40 mg/ Kg di peso corporeo).

Appena fu percepito, durante la ela-borazione dei risultati del primo studio,che l’aspartame produceva effetti cance-

rogeni, fu immediatamente avviato un se-condo studio, sempre su ratti, iniziandoil trattamento dalla vita prenatale (il pe-riodo più vulnerabile) fino alla mortespontanea, al fine di consentire una piùadeguata quantificazione dei rischi can-cerogeni. Lo studio ancora una volta hadimostrato che l’aspartame induce un au-mento significativo dell’incidenza di lin-fomi/leucemie in maschi e femmine e deicarcinomi mammari nelle femmine.

Lo studio ha dimostrato inoltre chequando il trattamento inizia a partire dal-la vita fetale, l’effetto cancerogeno au-menta. I due studi di cancerogenicità sul-l’aspartame, condotti su ratti esposti apartire dal periodo prenatale o postnatalee quindi per tutta la vita, hanno dimo-strato che l’aspartame è un agente can-cerogeno multipotente, capace di indur-re nei ratti neoplasie anche a dosi tuttoraammesse per l’alimentazione umana.

Come c’era da aspettarsi, i risultati diquesti studi sono stati oggetto di fortireazioni critiche da parte dell’industriaproduttrice, di agenzie nazionali ed in-ternazionali e di alcuni ricercatori, no-toriamente orientati a sostenere le ipo-tesi dell’industria. Tali critiche sono sta-te pubblicamente respinte dall’Istituto Ra-mazzini, sia attraverso i media naziona-li e internazionali, che sulle riviste scien-tifiche. E’ infine da notare che dopo la co-municazione e la pubblicazione dei datisulla cancerogenicità dell’aspartame, nonuna ricerca è stata compiuta o program-mata dalle agenzie preposte e dalle in-dustrie interessate, come anche richiestoin vari casi da membri della comunitàscientifica internazionale.

Nonostante ciò, è interessante nota-re che attualmente nel mondo l’uso del-l’aspartame è diminuito, e che alcunegrandi industrie produttrici e/o catene di-stributrici di prodotti alimentari hannoprovveduto a sostituire l’aspartame conaltri dolcificanti.

In conclusione, sulla base dei risulta-ti degli studi condotti, è urgente, in pri-mo luogo, rivedere le normative attualiche riguardano la quantità di assun zioneammissibile giornaliera di aspartame.Ciò è possibile applicando, in termini cau-telativi, il principio di precauzione, a pro-tezione delle fasce di popolazione amaggior rischio, i bambini e le donne ingravidanza.

In secondo luogo, rivedere le norma-tive che regolano le procedure per la cer-tificazione della qualità e della sicurez-za dei vari prodotti ed in particolare gliadditivi, non solo per quanto riguarda ipossibili effetti tossici acuti, ma anchequelli a lungo termine, in particolare i po-tenziali effetti cancerogeni e neurode-generativi.

(tratto da “Ramazzini News”, n. 2/2010)

IL CASO DELL’ASPARTAME- Oltre 6.000 i prodotti alimentariche contengono aspartame comedolcificante artificiale

- E’ presente in oltre 500 farmaci- Lo usano centinaia di milioni dipersone nel mondo, in particolarebambini e donne in gravidanza

- I due studi di cancerogenicità con-dotti presso il CRCCM hanno dimo-strato che è un agente canceroge-no multipotente

OCCORRE- rivedere le normative attuali che ri-guardano la quantità di assunzio-ne consentita giornaliera

- rivedere le normative che regolanole procedure per la certificazionedella qualità e della sicurezza deiprodotti

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15Lega contro i Tumori | Marzo 2011

Non è la prima volta che la LILT pro-vinciale di Lecce varca i cancelli delcarcere di Borgo San Nicola per pro-

porre la sua attività di prevenzione.Ben accolto dalla direzione dell’Istituto

e con questa predisposto il calendario de-gli appuntamenti, il nostro progetto in-tende promuovere incontri divulgativi sul-la prevenzione e offrire consulenze e vi-site specialistiche a quanti, uomini e don-ne, vorranno liberamente usufruirne.

Per la LILT, il 2011 si apre con questorinnovato impegno di servizio sociale esanitario che vedrà impegnati medici, psi-cologi e volontari.

Si sono già tenuti due incontri intro-duttivi, per presentare l’associazione,

parlare di prevenzione primaria e secon-daria, rispondere a dubbi e domande diinteresse generale, oltre alla distribuzionedi materiale divulgativo e della rivista tri-mestrale.

Condotti dalla psicologa MariannaBurlando e dall’oncologo Giuseppe Ser-ravezza, hanno destato un interesse no-tevole e gli interventi e le domande daparte dei partecipanti hanno richiesto ap-profondimenti e precisazioni per spiega-re e chiarire i concetti e le tematiche pre-sentate.

Seguitissimo, tra le donne - presenti an-che la Direttrice, le agenti in servizio eun’educatrice - il discorso sull’importan-za dell’autoesame del seno, quale meto-

dica da imparare ed effettuare regolar-mente, perché strumento semplice ed ef-ficace. Spesso è la donna, per prima, adaccorgersi di anomalie e irregolarità e l’abi-tudine alla palpazione può salvare la vita.

Attualmente, sono in corso le visitemediche, nell’attrezzato ambulatorio in-terno, dotato anche di ecografo.

Negli incontri preliminari con la dire-zione dell’Istituto per recepire anche leesigenze sanitarie prevalenti, si è con-venuto di effettuare visite senologiche,ginecologiche (con Pap-test) e derma-tologiche per le donne, mentre per gli uo-mini verranno effettuate visite oncolo-giche, con esplorazione del cavo oro-fa-ringeo, urologiche e dermatologiche.

LA LILT

Prevenzione in carcere

La LILT ha organizzato una campagna di screening nella Casa Circondariale “Borgo San Nicola” a Lecce

LILT e Borgo San Nicola, tra l’altro, hanno in que-sti ultimi mesi avviato anche un altra collaborazione.I laboratori sartoriali a marchio “Made in Carcere”hanno ideato e confezionato per la LILT borse, spor-te per la spesa e zainetti in tessuti naturali. Anche que-

sto un piccolo ma significativo progetto di solidarietà.L’entrata in vigore della legge che vieta l’uso di sacchetti

e buste di plastica comporta il passaggio alle borse di telae la LILT intende contribuire a diffondere questa abitudine. CosìBorgo San Nicola ha creato comode, colorate e versatili eco-bor-se adatte non solo per la spesa, ma anche per la scuola, il tem-po libero e lo sport.Le borse “Made in Carcere for LILT” sono acquistabili presso le

Delegazioni della Lega Tumori presenti nella provincia.Si sostiene la LILT, si valorizza il marchio “Made in Carcere”,

si rispetta l’ambiente.

Le borse della solidarietà

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16 Lega contro i Tumori | Marzo 2011

LA LILT

Alla fine dello scorso anno, la LILTha esteso la sua presenza in pro-vincia, con l’inaugurazione di una

nuove sede a Specchia.I volontari e le volontarie che già da

tempo erano attivi nella cittadina han-no fortemente voluto darsi un’organiz-zazione più compiuta. Grazie alla sen-sibilità della ASL di Lecce ed alla col-laborazione dell’Amministrazione Co-munale di Specchia, sono stati indivi-duati degli spazi all’interno dell’edificio(in Via P. Micca, 2) che ospita alcuni ser-vizi sanitari territoriali, e sono stati de-stinati ad ospitare la sede della Dele-gazione LILT.Lo scorso 18 dicembre, alla presenza

di autorità e di tanti cittadini, si è svol-ta la cerimonia di inaugurazione dellasede. Dopo la benedizione dei locali daparte di don Stefano Ancora, i convenutisi sono trasferiti nella Sala Conferenzedel Castello Risolo, dove, per l’occasio-ne, si è tenuto un convegno sul tema“Ruolo della prevenzione nella lotta aitumori”, moderato dal giornalista Mau-rizio Antonazzo. Hanno innanzitutto por-to i saluti il sindaco di Specchia, Ing.

Antonio Biasco, il consigliere comuna-le (con delega alla Sanità) AlbertoGiunca ed il referente LILT di Specchia,sig. Luigi Vincenti.Sono seguiti quindi gli interventi del

dr. Franco Sanapo, di-rettore sanitario del-l’ASL di Lecce, del dr. Er-nesto Durini, oncologodell’Ospedale di Tricase,della dr.ssa MariannaBurlando, del direttivoprovinciale della LILT, edel dr. Giuseppe Serra-vezza, presidente pro-vinciale LILT.La neonata Delega-

zione, grazie all’impe-gno di un nutrito grup-po di volontari, assicu-rerà gratuitamente allapopolazione una serie diimportanti servizi, a co-minciare dalle campagne di informazioneed educazione sanitaria, per cui è in pro-gramma a breve un cicli di seminari di-vulgativi. In sede poi verranno effettuate visi-

te di prevenzione clinica(senologia, ginecologiacon Pap test) e consultioncologici. Inoltre, ver-ranno organizzati de cor-si per smettere di fuma-re e gruppi di sostegnopsicologico. Infine, ci sipotrà rivolgere alla Dele-gazione per avere ulterioriinformazioni e orienta-mento sugli altri serviziLILT (assistenza domici-liare e trasporto pazien-ti per la radioterapia).

I volontari di Specchia sono giusta-mente orgogliosi di poter contribuire, colloro impegno, a rispondere ai bisogniche ogni giorno di più vengono dal ter-ritorio ed esser di aiuto alla popolazio-

ne in un settore tanto delicato comequello della lotta ai tumori.Lo scorso 2 febbraio sono stati pre-

senti in piazza in occasione dell’anticafiera della “Candelora”, nel cuore del Bor-go Antico. Hanno diffuso molto mate-riale informativo sulla prevenzione ed unvolantino che pubblicizzava i servizi of-ferti dalla sede, con tanto apprezza-mento ed incoraggiamento da parte deicittadini.

Una sede LILTa Specchia

Si estende la presenza della nostra Sezione in provincia,con l’inaugurazione, avvenuta lo scorso 18 dicembre, di una nuova Delegazione

Specchia, 18.12.2010. Inaugurazione sede LILT. Taglio del nastro da parte del Sindaco, Ing. Antonio Biasco.

La sede LILT di Specchia.

Specchia. I volontari in piazza.

Per avere informazioni e prenotarevisite, si può contattare diretta-mente la LILT di Specchia (Via P. Mic-ca, 2) tutti i martedì e giovedì dimattina (dalle 9.30 alle 11.30), etutti i lunedì, mercoledì e venerdì dipomeriggio (dalle 16.30 alle 18.30). Si può anche telefonare al numero388/9733505, o inviare una mail [email protected].

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17Lega contro i Tumori | Marzo 2011

La referente Antonella Longo e tut-to il gruppo dei volontari hannoancora negli occhi il rosso delle

Stelle di Natale che hanno invaso il lorovivace centro.“La Campagna di dicembre della

Stella” è il nostro fiore all’occhiello, èproprio il caso di dirlo!”inizia Antonella, spie-gando che le trattorie e iristoranti del paese ad-dobbano per il periodo na-talizio i loro locali acqui-stando la tradizionalepianta della LILT. Un anziano volontario

che insieme a tutto ilgruppo si dà un gran dafare per recapitare le stel-le aggiunge: “Natale è lafesta della pace e dellasperanza e vedere tantestelle LILT abbellire i luo-ghi dell’incontro e dellostare insieme fa bene alcuore. Anche la speranzaLILT aggiunge calore e co-lore a un periodo dell’anno così signi-ficativo!”Gli fa eco un’altra volontaria che ri-

corda: “Non sono solo i ristoratori a ma-nifestarci sostegno e vicinanza. E i barche ci aiutano in occasione della bici-clettata? Anche loro contribuiscono allariuscita delle nostre iniziative offren-do ristoro ai partecipanti! Una bibita,un gelato, e si pedala meglio verso iltraguardo!”.Riprende la referente: “Il nostro tra-

guardo è migliorare l’informazione e farsì che l’importanza della prevenzione pri-maria venga compresa da sempre piùpersone”.Difatti, la sede di Cavallino è attiva

nelle scuole mediante iniziative divul-gative, o apre i propri ambulatori per

consulenze e visite specialistiche gra-tuite, quali i controlli senologici, gi-necologici e dermatologici. E’ possibile prenotare al numero

3298450575 o nei pomeriggi di lune-dì e venerdì (dalle 16,30 alle 19,00) an-dando direttamente nella sede di cor-so Umberto I, 9.Le volontarie consigliano di recarsi

in sede per un contatto più diretto, perconoscere da vicino il lavoro svolto ele tante iniziative, per ritirare la rivi-

sta trimestrale e i tanti opuscoli in-formativi.“Anzi – precisano due volontarie che

si occupano degli ambulatori – in que-sti giorni abbiamo un motivo in più,sono arrivate le eco-borse della LILT,adattissime per la spesa, ora che i sac-

chetti e le buste inqui-nanti sono stati vietati”.In bella mostra, chi entranella sede trova la riccascelta di borse colorate,davvero utili non solo peril supermercato, ma ancheper la palestra, la scuola,il lavoro e il tempo libero.Borse in cotone, in jeanso in materiale lavabile, atracolla, a zainetto, o pie-ghevoli per occupare pocoposto, sono distribuitecon un piccolo contributo.“Un gesto di sensibilitàambientale e di aiuto persostenerci” , concludono ledue volontarie. Prima dei saluti, i vo-

lontari vogliono ricordare gli imminentiimpegni, a cominciare dalla campagnadi primavera sull’alimentazione, conl’olio di oliva al primo posto. E invitanoallo stand che allestiscono presso il vi-cino centro commerciale, per ricorda-re a tutti che la salute...vien man-giando! Da anni animano un punto in-formativo che sembra un piccolo mer-cato, per le buone cose che vi si tro-vano e per i preziosi consigli che vi sidispensano.

La Delegazione LILT di CavallinoIncontro col gruppo dei volontari, attivi ormai da oltre cinque anni,

con tante iniziative in programma

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GGiioorrnnaattaa ddeellllaa SSppeerraannzzaa 22001100

CAPRARICA DI LECCE

CASTRIGNANO DE’ GRECI NARDÒ

CAVALLINO ALEZIO

MELISSANO DISO

MONTERONI CORIGLIANO D’OTRANTO

Come al solito, la “Giornata della Speranza” con la venditadelle “stelle di Natale”ha fatto registrare un grande succes-so. Il 4 e 5 dicembre 2010, la LILT di Lecce, con tantissimivolontari, è stata presente nelle piazze di tutti i Comuni del-la nostra provincia e sono state vendute oltre 30.000 piante.L’appello a sostenere le nostre attività ed i nostri progetti, a

cominciare dal Centro “Ilma”, i cui lavori sono già iniziati, haquindi incontrato puntualmente il favore dei cittadini. Il checi conforta tanto e ci sprona a proseguire con rinnovato vigoreil cammino intrapreso. A tutte le persone che, con animo so-lidale, hanno partecipato all’iniziativa, un grazie vivissimo, dicuore.

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PRESEPE DI SOLIDARIETÀ A LECCEOriginale iniziativa di solidarietà pro LILT a Lecce, nel periodonatalizio. Dal 13 al 23 dicembre, presso l’antica Tipografia delCommercio “A. Buttazzo”,nel centro storico citta-dino, è stato allestito unoriginale “Presepe di Ve-tro”, realizzato dall’artistaLuigi Fedele, utilizzandovecchie bottiglie, per ri-costruire la scena di fon-do su cui collocare i tra-dizionali personaggi del-la natività.Grande è stato il succes-so e l’apprezzamento delpubblico per l’opera e per l’iniziativa, organizzata da Luca Fedele,fratello dell’artista, allo scopo di raccogliere fondi per la realiz-zazione del Centro ILMA a Gallipoli. I numerosi visitatori, tra cuimolte famiglie, con i propri bambini, hanno tutti volentieri la-sciato un contributo nel salvadanaio posto accanto al presepe.Il ricavato, pari a 463 euro, è stato devoluto alla LILT di Lecce.Un doveroso ringraziamento per la sensibilità dimostrata nei con-fronti della LILT va all’artista Luigi Fedele, a Luca Fedele per l’or-ganizzazione e ad Alberto Buttazzo, titolare della Tipografia delCommercio, che ha generosamente ospitato l’iniziativa.

CALIMERA, INCONTRO SULLA PREVENZIONELo scorso 14 ottobre, a Calimera, pres-so il Cinema “Elio”, i volontari LILT, gui-dati da Daniele Colica, hanno organiz-zato una pubblica conferenza sul tema“La prevenzione dei tumori della mam-mella”.Lo scopo della manifestazione è statoquello di fornire un corretto contribu-to di conoscenza su un argomento par-ticolarmente attuale, venendo incontroalla richiesta di tante donne.Tantissime le persone che hanno seguitol’iniziativa ed ascoltato le relazioni deldr. Giuseppe Serravezza, oncologo e pre-sidente provinciale della LILT, e delladr.ssa Marianna Burlando, psicologa ecomponente del direttivo LILT. Que-

st’ultima ha fornito un originale contributo, ponendo all’attenzionedei partecipanti un problema di solito trascurato, come quello del-la prevenzione primaria dei tumori del seno, su cu oggi si vanno esten-dendo le evidenze scientifiche. Molto apprezzato, e seguito con estre-mo interesse, è stato un filmato sui fattori di rischio presenti in pro-dotti di largo consumo presso il pubblico femminile, come i cosme-tici. Argomento insolito, ma certamente stimolante, per acquisire con-sapevolezza che, se i casi di tumore alla mammella aumentano, for-se è bene dare un’occhiata alle cause, prima di parlare solo di cure.

INIZIATIVE A CORIGLIANO D’OTRANTOParticolarmente attiva la Delegazione LILT di Corigliano d’Otran-to. Nel periodo di fine anno, i volontari e le volontarie hannopresenziato a numerose iniziative ed eventi cittadini, contribuendoa far conoscere la realtà della nostra associazione ed a racco-gliere fondi a sostegno dei tanti progetti in cantiere. Hanno col-laborato, tra l’altro, alladodicesima edizione della“Half Marathon della Gre-cìa Salentina” ed al tradi-zionale “Presepe Viven-te”, preparando e distri-buendo focacce e frittelle.Un’altra serata di festa siè tenuta presso la casaprotetta “Albanova”.

PRESICCE, DA BABBO NATALE REGALI ANCHE ALLA NOSTRA SEZIONE

Da tredici anni a Presicce, due personeparticolarmente sensibili, come GiuseppeGreco e Antonio Prontera, contribuisconoad allietare grandi e piccini, con l’ini-ziativa “Babbo Natale Giuseppe & An-tonio”. Indossato il tradizionale costu-me rosso, girano per il paese a bordo diuna vecchia “500”, consegnando rega-li ai bambini.A questa lodevole iniziativa hannosempre voluto conferire un ulteriore si-gnificato. Infatti, tutte le mance raccolte

per l’occasione (pari ad euro 350) sono state destinate in bene-ficenza, a sostegno della LILT di Lecce.A questi amici, la cui sensibilità ci conforta, esprimiamo la piùprofonda riconoscenza.

LIZZANELLO, UN LIBRODI POESIE PER LA LILTLo scorso 20 Dicembre, alCentro Polifunzionale “De Giorgi”, a Lizzanello, organizzata dal-l’amministrazione comunale, si è tenuta la presentazione del li-bro di poesie “Paradiso Incompleto” di Eleonora Galati.L’autrice ha voluto destinare parte del ricavato del suo libro allaLILT di Lecce, affinché la sua poesia, frutto di un dolore legato allamalattia, potesse in qualche modo supportare la lotta contro diessa. Il tutto legato al fondamentale desiderio di impegnarsi percambiare questa società malata, così come tanti giovani fanno.E’ stato questo anche il tema della serata e, in generale, quelloche l’autrice ha cercato di trasmettere attraverso le pagine del suolibro: cercare di sensibilizzare le persone sulle tragedie che que-sta malattia continua a produrre, affinché un giorno si possa ave-re una scienza ancora più progredita, in grado di assicurare un fu-turo migliore per tutti.

IL VESCOVO DI UGENTO IN VISITA ALLA LILT DI MONTESANO

Lo scorso 16 febbraio S.E. Mons.Vito Angiuli, nuovo vescovo del-la Diocesi di Ugento-S. Maria diLeuca ha fatto visita alla nostrasede di Montesano, costruita asuo tempo coi fondi dell’8 permille e concessa in comodatod’uso dalla stessa Diocesi allaLILT. Ad accogliere il presule,erano presenti il dr. GiuseppeSerravezza, presidente provin-ciale LILT, le responsabili della Delegazione, dr.ssa Silvana Ser-rano e sig.ra M. Antonietta Bortone, e numerosi volontari, peri quali il vescovo ha avuto parole di considerazione ed apprez-zamento per l’importante opera svolta.

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LA LILT

Iniziative

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LA LILT

Un grande amicodella LILT

A volte capita che la LILT trovi grandi sostenito-ri in persone che non sono salentini, ma che per qual-che motivo vengono in contatto con il nostro terri-torio e scoprendo e condividendo i nostri progetti edil nostro impegno, forniscono un contributo che dif-ficilmente si potrà dimenticare.

E’ il caso del Colonnello ingegnere Roberto Filip-pi che da settembre 2007 a gennaio 2011 è stato Di-rettore del 10° Reparto Manutenzione Velivoli del-l’Aeronautica Militare di Galatina. Venuto a conoscenzadelle attività della LILT, grazie al personale che ope-ra presso l’aeroporto, ha sin da subito compreso l’im-portanza di una efficace lotta ai tumori attraversola prevenzione primaria e secondaria, l’informazio-ne, l’educazione sanitaria. Si è fatto quindi promo-tore, con il sostegno della sua famiglia e nell’ambi-to delle competenze del suo ruolo, di una serie di ini-ziative ed eventi all’interno del Reparto da lui direttoche hanno permesso non solo di raccogliere impor-

tanti contributi per il sostegno dei servizi offerti dal-la LILT, ma anche di sviluppare e promuovere la cul-tura della prevenzione e dell’educazione sanitaria.

Tra le numerose iniziative promosse, sono da ri-cordare la vendita delle stelle di Natale all’interno del-l’aeroporto, le raccolte di fondi in occasione del tra-dizionale scambio d’auguri natalizio e la donazionedel presepe artigianale realizzato dal personale delReparto all’ospedale di Gallipoli.

Il 26 gennaio scorso, il Colonnello Filippi ha la-sciato il comando del 10° Reparto Manutenzione Ve-livoli per un altro importante incarico presso il Mi-nistero della Difesa a Roma, ma sicuramente non man-cherà di continuare a dimostrare anche da lontanola sua amicizia ed il suo sostegno alla LILT.

Si svolgerà dal 13 al 21 marzo, col pa-trocinio della Presidenza del Consiglio dei

Ministri, Ministero della Salute, Ministe-ro delle Politiche Agricole, Alimentari e Fo-restali, Ministero della Solidarietà Socia-le, l’ottava edizione della Settimana Na-zionale per la Prevenzione Oncologica, unodei principali appuntamenti della Lega Ita-liana per la Lotta contro i Tumori (LILT). Gadget simbolo della manifestazionesarà, come sempre, l’olio extravergine d’oli-va, a richiamare l’attenzione di tutti i cit-tadini sull’importanza da dare a sane abi-tudini di vita, ai fini della prevenzione. Ol-tre ai fattori di rischio ambientale, che ri-chiedono decisioni di natura pubblica, vi

sono infatti anche comportamenti erratiche ciascuno individualmente può modi-ficare (fumo, alimentazione, ecc.). Basterebbe rivalorizzare la dieta medi-terranea, troppo e sempre più spesso di-menticata, specialmente dai giovanissimi.Frutta fresca e verdura non dovrebbero maimancare sulla nostra tavola nel nostromenù quotidiano.Anche in provincia di Lecce, i volontariLILT animeranno le piazze dei maggioricentri salentini, allestendo punti di in-formazione e di distribuzione del materialedivulgativo e del gadget.

AL VIA LE VISITE GRATUITE A SAN DONATO

I volontari LILT di San Do-nato e Galugnano sono fi-nalmente riusciti a con-cretizzare un obiettivo cuitenevano particolarmente:riuscire a garantire visitepreventive gratuite ai cit-tadini. Lo scorso 14 feb-braio sono state effet-tuate visite senologiche,grazie alla generosa di-sponibilità della dr.ssaStefania Romano, dell’U.O.di Chirurgia del “V. Fazzi”di Lecce. Il progetto è sta-to realizzato grazie allapreziosa collaborazionedella Farmacia Benincasa,che ha messo a disposi-zione un ambulatorio al-l’interno della stessa far-macia e che sarà utilizza-to periodicamente A bre-ve si terranno anche visi-te dermatologiche. Perquelle ginecologiche, uro-logiche, ecc. si raccoglie-ranno prenotazioni perl’ambulatorio di Lecce. Informazioni e prenota-zioni al numero 3296604316.

Settimana Nazionale per la Prevenzione OncologicaDal 13 al 21 marzo 2011 è in programma la decima edizione dell’iniziativa promossa dalla LILT

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LA LILT

L’attività nel 2010Grazie all’opera quotidiana di tanti volontari e volontarie, l’attività della nostra Sezione è proseguita a pieno ritmo. Sono state aperte tre nuove Delegazioni, a segno del nostro crescente radicamento sul territorio

Educazione sanitaria e formazione

Nel 2010, si sono tenute 80 manifestazioni pubbliche da par-te della LILT di Lecce, che coi suoi esperti e collaboratori,ha fatto pervenire a numerosissimi cittadini il messaggio del-l’importanza della prevenzione e della lotta ai fattori di ri-schio ambientale. Scuole, parrocchie, aule comunali, studi te-levisivi, associazioni culturali e di volontariato, ecc. sono sta-te le sedi ove si sono tenuti incontri, conferenze, seminarie pubblici dibattiti, a carattere divulgativo, seguiti da un nu-meroso pubblico. Particolarmente presente è stata la LILT nel dibattito su tema“ambiente e salute” in provincia di Lecce.Per il terzo quinto anno, è stato attuato il progetto “Re-sponsabilità sociale Sociale per la saluteSalute”, destinatosoprattutto alle scuole. Sono stati effettuati 70 interventi in25 Istituti della provincia.Da ricordare anche la nuova edizione del Corso di Aggiorna-mento “Ambiente e Salute”, (Lecce, Centro Ecotekne del-l’Università del Salento, 7/8/9 ottobre), seguito da oltre 100tra cittadini e docenti delle scuole della provincia.

Prevenzione e riabilitazione

E’ proseguita anche nel 2010 l’attività di prevenzione clini-ca, con migliaia di visite specialistiche gratuite, ed interventidi sostegno, grazie alla nostra rete di ambulatori sparsi sul-l’intero territorio della provincia. Essi hanno sede a Casara-no, Lecce, Gallipoli, Maglie, Copertino, Nardò, Galatina, Ve-

glie, Aradeo, Collemeto, Martano, Strudà, Scorrano, Cavalli-no, Carmiano, Alezio, Morciano di Leuca, Corigliano d’Otran-to e Montesano Salentino, tutti funzionanti grazie al gene-roso impegno volontario di decine e decine di medici, in-fermieri, psicologi e semplici cittadini.

VISITE SENOLOGICHE 3275

VISITE GINECOLOGICHE (con Pap test) 3188

VISITE DERMATOLOGICHE 1842

VISITE UROLOGICHE 120

CONSULTI ONCOLOGICI 888

SEDUTE DI FISIOTERAPIA 502

INTERVENTI DI SOSTEGNO PSICOLOGICO 550

Totale prestazioni 10365

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LA LILT

Assistenza Oncologica Domiciliare

Nel 2010, è proseguito il prezioso Servizio di Assistenza Do-miciliare Oncologica ai pazienti terminali. Hanno funziona-to 3 équipes specialistiche, coordinate dall’U.O.C di OncologiaMedica degli Ospedali di Casarano e Gallipoli. Il servizio hainteressato soprattutto i pazienti delle l’Area Centro-Sud del-

la provincia. E’ operativo il numero verde gratuito (800-619311) (chiamata da numero fisso) per informazioni e pre-notazioni.

COMUNI INTERESSATI 52

PAZIENTI SEGUITI 601

Accessi Domiciliari 6180

Chemioterapie 180

Emotrasfusioni 283

Toracentesi 20

Paracentesi 28

Prelievi di sangue 501

Interventi di piccola chirurgia 20

Trasporto pazienti per la radioterapia

Anche questo servizio, in funzione da dieci anni, sta in-contrando sempre più il favore dei pazienti e delle loro fa-miglie. Quotidianamente, grazie a due pullmini (da Casara-no e da Morciano di Leuca) ed un’autovettura (da Leverano),i pazienti vengono accompagnati gratuitamente a Lecce, pres-so i centri dove si effettua la radioterapia. In crescita è larichiesta da parte dei cittadini: numerose sono infatti le per-

sone che, per vari motivi, hanno difficoltà a spostarsi ognigiorno allo scopo di effettuare cicli di terapia, spesso di lun-ga durata.

Progetto “ILMA”

Per questo importante progetto, mirante alla creazione nel-la nostra provincia di un grande Centro polivalente dedica-to alla informazione, prevenzione e riabilitazione in campooncologico, completati i lavori di recinzione muraria dell’areadove sorgerà il complesso, è in programma a breve la garad’appalto per con la costruzione del primo modulo della strut-tura.

Pazienti trasportati 142

Sedute di radioterapia 3220

Comuni di provenienza 32

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La malattia importante investe ilmalato e si riflette nella famiglia,sia quando la comunicazione è ma-

nifesta e circola tra i suoi membri siaquando è volutamen-te trattenuta sino allanegazione più totale.Nelle relazioni, speciequelle intime del quo-tidiano, non sfuggonocomportamenti e in-terazioni che comuni-cano ben più delleparole: il non dettoadombra l’asserito, ilsorriso impostato faintravvedere l’amarez-za celata, la lacrimatrattenuta segnala eallarma più di un pian-to improvviso. Quali icosti e i benefici? Leragioni da mettere sul-la bilancia sono mol-teplici e attengonoalle peculiarità di ognispecifico contesto: imotivi contingenti, le

caratteristiche della malattia, la tappadel ciclo evolutivo del nucleo familia-re, le esperienze pregresse nei confrontidella salute e delle sue compromissio-

ni, i lutti capitati e tante altre varia-bili ancora.Se ad ammalare sono adulti con fi-

gli piccoli, la decisione è spesso quel-

RUBRICA

I quesiti e i dubbi insieme alla voglia di raccontarsi. Di questo e d’altro hanno desiderio i malati oncolo-gici e i loro familiari ma non c’è mai tempo sufficiente per farlo, perché ci sono altre priorità, altre urgenzeo manca l’occasione per fermarsi un attimo e dialogare. L’intento di queste pagine è proprio questo, of-frire spunti e considerazioni e trattare argomenti partendo dalle richieste o proposte che arrivano in re-dazione. Sarà una conversazione a più voci, d’incontro e di scambio, sarà uno spazio per trovare insieme“le parole per dirlo”, per dire, ricordare, immaginare o chiedere quello che attraversa i pensieri e si faesperienza. I recapiti sono: Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - “Le parole per dirlo” - via Alpestre,4 - 73042 Casarano (Lecce) o per posta elettronica: [email protected]

Le parole per dirlo

Rubrica a cura dellaDr.ssa Marianna BurlandoEsperta in Psico-oncologia

In solitariaSospettiamo che nostra madre sia in cura per una malattia ma lei non parla. Ogni giornoci convinciamo che le cose stiano proprio così anche se lei accampa scuse e giustificazioniper le nuove abitudini e cambiamenti di cui ci accorgiamo. Il nostro rapporto è sempre sta-to buono e aperto e non capiamo quest’ostinazione a tenerci fuori da quello che le sta suc-cedendo. Ci sentiamo estromesse dalla sua vita e non sappiamo se assecondarla o metterlaalle strette (…) Come è meglio comportarci per il suo bene? (Due sorelle da Carmiano)

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24 Lega contro i Tumori | Marzo 2011

RUBRICA

la di tenere quest’ultimi al riparo perproteggerli dalla durezza della vita.Quando i figli sono cresciuti, spesso ac-cade il contrario e le parti s’invertono:può succedere che a ignorare la malattiasia il genitore anziano, sia quando è eglistesso il malato sia quando lo è il figlio.Alla base soggiace lo stesso meccani-smo di protezione e la finalità è sem-pre quella di non far soffrire: “Lo fac-cio già io, perché anche i miei cari?” èla considerazione spesso ascoltataquando il malato desidera tenere al-l’oscuro la famiglia.L’équipe curante deve essere a co-

noscenza della decisione assunta dal pa-ziente, deve sapere quale carico emo-tivo tale persona prende autonoma-mente su di sé. Quella persona si sot-topone a stress aggiuntivi con aggra-vi mentali, fisici e d’ordine pratico-or-ganizzativi. La posizione nella quale ilmalato si immette – negare la realtà efar finta che tutto sia come sinora erastato – è altamente richiestiva inquanto impone il mantenimento deglistandard esistenziali precedenti la ma-lattia (routine, abitudini, ritmi, stili).Si è sopra asserito che la ragione pre-

valente, riportata da chi sceglie questacondotta, affonda nel desiderio consa-pevole di “fingere per proteggere”. Laprotezione, tuttavia, è anche quella diproteggere se stessi da aspetti avver-

titi come angoscianti, gravi e pericolosimolto più di quanto la finzione insce-nata non comporti.Reggere la complessità e la pesan-

tezza di questa costruzione è possibi-le solo con il ricorso al pensiero magi-co. Esso ha un ruolo considerevole nelconcorrere a mantenere alta la moti-vazione e a trovare le risorse per oc-cultare il vero stato delle cose (la ma-lattia e tutte le sue implicanze). La con-seguenza è infliggersi costi interniindicibili affinché l’apparente normali-tà non sia intaccata. E per garantirsi ilsilenzio e non rischiare che qualcosa tra-peli, spesso i malati scelgono luoghi dicura lontani rispetto a dove vivono, ag-giungendo così le fatiche dei necessa-ri viaggi e spostamenti (per i tratta-menti, le visite, le indagini). “Lontanodagli occhi, lontano dal cuore” e l’ope-razione di negazione e di scissione puòmeglio compiersi (anonimato, basso ri-schio di essere riconosciuti, separazionetra luoghi e percorsi del quotidiano“sano” e dell’extra-ordinario “mala-to”). Sul piano di realtà i motivi addottisono il luminare osannato, l’affidabili-tà della struttura o motivi di natura sim-bolico-affettiva (positive esperienzepregresse, testimonial mediatici, radi-cati pregiudizi) che permangono, mo-strando il loro aggancio con l’inconscio,anche quando il da farsi clinico constadi interventi semplici e alla portata di

qualsiasi ambulatorio o piccolo centrodedicati (medicazioni, punti, drenaggi,ecc.). A tutto ciò, si aggiunga pure ilpensiero che, più alti sono l’impegno eil sacrificio, maggiori sono le speran-ze di riuscita, a indicare che la guari-gione occorre meritarsela o che la ma-lattia sia, in qualche modo, la “giusta”conseguenza (per il vizio del fumo, per-ché non si sono mai fatti i controlli, perun destino segnato perché in famigliaci sono già stati altri casi).Oppure, la conosciuta ed emblema-

tica frase “per la salute non si bada aspese” rivela tutta la vulnerabilità e lasuggestionabilità in cui la malattia get-ta le persone, anche le più equilibratee avvedute. Perché si sa, ammalarsi si-gnifica subito regredire emozional-mente, soprattutto quando la diagno-si riguarda malattie importanti che spa-ventano e che fanno temere per la pro-pria salvezza.

Mamma, perché non ci dici quello che i tuoi occhi rivelano?Mamma, perché neghi lacrime al dolore?Mamma, perché non ci permetti di aiutarti?Mamma, perché fai entrare la bugia in casa nostra?Mamma, perché fai finta che vai via per lavoro?Mamma, perché baratti la fiducia con la menzogna?Mamma, perché non credi in noi?Mamma, perché fai tutto da sola?Non escluderci, non distruggere il mondo costruito insieme, Mamma.

Altre ragioni sono ovviamente da ri-condurre agli stili di funzionamento del-le persone coinvolte e del micro-grup-po familiare, come entità a sé stante,con le sue risorse e i suoi limiti.Una realtà composita e delicata in cui

si intrecciano sentimenti e affetti chechiamiamo legami. E, proprio perché ilegami legano, talvolta trattengono eimpediscono di vivere l’evidenza del-l’oggi e il suo reale svolgersi, nella cor-da annodata e tesa tra la nostalgia delpassato e la speranza del futuro.

UN LIBRO PER SOSTENERE LA LILTMarianna Burlando eRosaria De Pascalissono le autrici di “Unasettimana di Racconti”,un libro di storie e fa-vole con abbinati dei“mandala”, destinati apiccoli ed adulti.“Quando si legge - af-fermano le due autrici -si “ascoltano” le paroleche sono già dentro cia-scuno di noi, ma nonsempre si riesce a esprimerle o a condividerle. Il mandala favorisce il guardaredentro di sé e ne libera le emozioni più intime, in una ricerca di sé, affascinantee significativa”. I proventi della vendita del libro, per espressa volontà delleautrici, saranno devoluti alla LILT di Lecce. Per ricevere il volume, si può ef-fettuare un versamento di euro 12,00 sul c/c postale 15441736 (intestato allaLILT di Lecce), specificando nella causale “Una settimana di racconti”.

La Dr.ssa Marianna Burlandoopera come psicologa presso il Ser-vizio di Oncologia Medica del-l’Ospedale “F. Ferrari” di Casarano. Per contattarla, telefonare al seguente numero: 0833 508353