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“Se togliamo il cristianesimo, perdiamo il nostro volto” IL CASTello PARROCCHIA DI CARPENEDOLO IL CASTello febbraio 2009 Quale guida spirituale di questa comunità cristiana non posso esi- mermi dall’esprimere sorpresa e amarezza nel trovare su “Vita di Carpenedolo” periodico dell’Am- ministrazione Comunale del di- cembre 2008, con gli auguri di buon Natale, una fotografia travi- sata del nostro Santuario, con l’a- brasione della Croce luminosa dal- la facciata. A onor del vero, ho già ricevuto le scuse del sig. Sindaco che si è dichiarato dispiaciuto nel trovarsi di fronte al fatto compiuto a sua insaputa, ciò non toglie il dove- re di un’opportuna presa di posizione della Redazio- ne verso chi arbitrariamente ha agito in modo riprove- vole. È stata offesa la comunità cristiana. La Croce bagnata dal sangue di Dio non si tocca. Un Natale senza Cristo non è Natale e una Croce na- scosta è… una croce a disposizione! Tra i tanti interventi sulla legittimità o meno della presenza del crocifisso, Antonio Socci, nel libro appe- na arrivato in libreria “Indagine su Gesù” (Rizzoli), ri- porta cosa affermò la scrittrice di origini ebraiche sul quotidiano comunista “L’Unità”il 22 marzo del 1988. Nell’articolo intitolato “Non togliete quel crocifisso”, Natalia Ginzburg scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione.Tace. È l’immagine della ri- voluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea di uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente”. “La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo.Vo- gliamo forse negare che ha cambiato il mondo? So- no quasi duemila anni che diciamo ‘prima di Cristo’ e ‘dopo Cristo’. O vogliamo smettere di dire così?”, si chiedeva. A Carpenedolo qualcuno vuol vivere né il prima, né il dopo, ma il senza Cristo. “Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La coro- na di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino”. “Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, mar- toriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo”. “Chi è ateo – continuava la scrit- trice –, cancella l’idea di Dio, ma conserva l’idea del prossimo”. “Si dirà che molti sono stati ven- duti, traditi e martoriati per la pro- pria fede, per il prossimo, per le ge- nerazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c’è immagine”. “È vero, ma il crocifisso li rappre- senta tutti”.“Come mai li rappresenta tutti? Perché pri- ma di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei, neri e bianchi, e nes- suno prima di lui aveva detto che nel centro della no- stra esistenza dobbiamo situare la solidarietà tra gli uomini”, affermava la Ginzburg. “Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accadu- to di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi se- coli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero”. “Alcune parole di Cristo, le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente”. “Ha detto ‘ama il prossimo come te stesso’. Erano parole già scritte nell’Antico Testamento, ma sono di- ventate il fondamento della rivoluzione cristiana. So- no la chiave di tutto”. “Il crocifisso fa parte della storia del mondo”. “L’identità di un popolo e di una cultura – ha com- mentato l’Arcivescovo Ravasi – è una ricchezza.Elliot diceva: se togliamo il cristianesimo dal nostro orizzon- te non perdiamo la fede, perdiamo il nostro volto.E tra persone senza volto non è più possibile dialogare...”. “Oggi la rivoluzione più comoda, quella con la quale ci esercitiamo e crediamo di diventare uomini liberi, è la nostra ribellione contro Dio: una strana ribellione – lasciatemi aggiungere – anche una povera ribellione: (Segue a pagina 2)

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“Se togliamo il cristianesimo, perdiamo il nostro volto”

IL CASTelloPARROCCHIA DI CARPENEDOLO

IL CASTellofebbraio 2009

Quale guida spirituale di questacomunità cristiana non posso esi-mermi dall’esprimere sorpresa eamarezza nel trovare su “Vita diCarpenedolo” periodico dell’Am-ministrazione Comunale del di-cembre 2008, con gli auguri dibuon Natale, una fotografia travi-sata del nostro Santuario, con l’a-brasione della Croce luminosa dal-la facciata. A onor del vero, ho giàricevuto le scuse del sig. Sindacoche si è dichiarato dispiaciuto neltrovarsi di fronte al fatto compiuto asua insaputa, ciò non toglie il dove-re di un’opportuna presa di posizione della Redazio-ne verso chi arbitrariamente ha agito in modo riprove-vole. È stata offesa la comunità cristiana.

La Croce bagnata dal sangue di Dio non si tocca.Un Natale senza Cristo non è Natale e una Croce na-scosta è… una croce a disposizione!

Tra i tanti interventi sulla legittimità o meno dellapresenza del crocifisso, Antonio Socci, nel libro appe-na arrivato in libreria “Indagine su Gesù” (Rizzoli), ri-porta cosa affermò la scrittrice di origini ebraiche sulquotidiano comunista “L’Unità” il 22 marzo del 1988.

Nell’articolo intitolato “Non togliete quel crocifisso”,Natalia Ginzburg scrisse: “Il crocifisso non generanessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della ri-voluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’ideadi uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente”.

“La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo.Vo-gliamo forse negare che ha cambiato il mondo? So-no quasi duemila anni che diciamo ‘prima di Cristo’ e‘dopo Cristo’. O vogliamo smettere di dire così?”, sichiedeva.

A Carpenedolo qualcuno vuol vivere né il prima, néil dopo, ma il senza Cristo.

“Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La coro-na di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. Lacroce che pensiamo alta in cima al monte, è il segnodella solitudine nella morte. Non conosco altri segniche diano con tanta forza il senso del nostro umanodestino”.

“Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i

cattolici, Gesù Cristo è il figlio diDio. Per i non cattolici, può esseresemplicemente l’immagine di unoche è stato venduto, tradito, mar-toriato ed è morto sulla croce peramore di Dio e del prossimo”.

“Chi è ateo – continuava la scrit-trice –, cancella l’idea di Dio, maconserva l’idea del prossimo”.

“Si dirà che molti sono stati ven-duti, traditi e martoriati per la pro-pria fede, per il prossimo, per le ge-nerazioni future, e di loro sui muridelle scuole non c’è immagine”.

“È vero, ma il crocifisso li rappre-senta tutti”. “Come mai li rappresenta tutti? Perché pri-ma di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uominisono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti enon credenti, ebrei e non ebrei, neri e bianchi, e nes-suno prima di lui aveva detto che nel centro della no-stra esistenza dobbiamo situare la solidarietà tra gliuomini”, affermava la Ginzburg.

“Gesù Cristo ha portato la croce.A tutti noi è accadu-to di portare sulle spalle il peso di una grande sventura.A questa sventura diamo il nome di croce, anche senon siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi se-coli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero”.

“Alcune parole di Cristo, le pensiamo sempre, epossiamo essere laici, atei o quello che si vuole, mafluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente”.

“Ha detto ‘ama il prossimo come te stesso’. Eranoparole già scritte nell’Antico Testamento, ma sono di-ventate il fondamento della rivoluzione cristiana. So-no la chiave di tutto”.

“Il crocifisso fa parte della storia del mondo”.“L’identità di un popolo e di una cultura – ha com-

mentato l’Arcivescovo Ravasi – è una ricchezza. Elliotdiceva: se togliamo il cristianesimo dal nostro orizzon-te non perdiamo la fede, perdiamo il nostro volto. E trapersone senza volto non è più possibile dialogare...”.

“Oggi la rivoluzione più comoda, quella con la qualeci esercitiamo e crediamo di diventare uomini liberi, èla nostra ribellione contro Dio: una strana ribellione –lasciatemi aggiungere – anche una povera ribellione:

(Segue a pagina 2)

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perché quelli che non sanno rivoltarsi contro le ingiu-stizie degli uomini non hanno il diritto di rivoltarsi con-tro il mistero di Dio” (Don Mazzolari).

Questo Santuario che sorge su una collina, è an-che visivamente un faro.La facciata sottostante la bal-conata è una pagina bianca dove si legge in 14 for-melle di marmo la passione di Cristo che riflette lapassione dell’uomo. La croce luminosa che le sovra-sta al centro richiama la Risurrezione, il segno dellasperanza cristiana. Chi prova fastidio davanti alla cro-ce e teme di guardare la sua luce non conoscerà laverità su Dio e nemmeno la verità sull’uomo. Diventiquello spazio meditativo ai piedi del santuario un luo-go in cui la luce di Gesù raggiunga tanti cuori, riuscen-do a riflettersi lontano, nel mondo intero. Quandogiungo in prossimità del paese e di sera vedo stagliar-si quasi sospesa nel vuoto all’orizzonte la croce che faluce alla strada del r itorno,spesso provo un brivido di com-mozione e torno a casa orienta-to da quell’inconfondibile segnodell’amore crocifisso-risorto e,nell’incipiente notte, affido lacomunità che amo alla Madon-na che veglia dall’alto e al Ri-sorto che manda la sua luceverso le nostre case.

Non possiamo nasconderciche viviamo in un mondo chesembra rifiutare la luce di Gesù.E si può osservare quanto sta

andando lontana la nostra società dalla tradizione cri-stiana.

Guardando le cose da un punto di vista soltantoumano, si sarebbe tentati di pessimismo, ma noi sia-mo uomini della speranza... Sappiamo, infatti, che,nonostante tutte le difficoltà, nonostante tutte le oscu-rità, la luce di Gesù non si spegnerà più; questa luceche viene dall’alto si è inserita profondamente nellanostra umanità e noi, continuamente, la riceviamodalle braccia di Maria. Per quanto grande possa sem-brarci il buio attorno a noi, vi è la luce di Gesù che or-mai non si spegnerà più. A noi, che viviamo e ci nu-triamo della Santa Eucaristia, il compito di lasciareche la sua luce inondi il nostro cuore, per poi rifletterlasugli altri. È l’augurio che ci scambiamo vicendevol-mente, trasformandolo in una supplica che eleviamoal Signore: “Oh Gesù, luce dei nostri cuori, luce chedai vita, luce che dai speranza, misericordia che con-tinuamente ci rinnovi, Gesù, attraverso la tua parola,

attraverso la tua Eucaristia, siinutrimento dei nostri cuori, tra-sforma le nostre esistenze, aiu-taci a diventare luce e la tua Pa-rola, “siate luce per il mondo”,diventi per noi parola vera. Di-nanzi a noi: sempre la Croce.Su di noi la volontà di Dio. Dice-va papa Giovanni XXIII: “Al ter-mine della vita si apre la portadell’eternità: senza la crocenon si entra”.

Il ParrocoDon Franco Tortelli

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Pubblichiamo di seguito il testodel Messaggio del Santo Padre perla Quaresima 2009 sul tema “Gesù,dopo aver digiunato quarantagiorni e quaranta notti, alla fineebbe fame” (Mt 4, 2):

Cari fratelli e sorelle!All’inizio della Quaresima, che

costituisce un cammino di più inten-so allenamento spirituale, la Litur-gia ci ripropone tre pratiche peni-tenziali molto care alla tradizionebiblica e cristiana – la preghiera, l’e-lemosina, il digiuno – per disporci acelebrare meglio la Pasqua e a farecosì esperienza della potenza diDio che, come ascolteremo nellaVeglia pasquale, “sconfigge il male,lava le colpe, restituisce l’innocen-za ai peccatori, la gioia agli afflitti.Dissipa l’odio, piega la durezza deipotenti, promuove la concordia e lapace” (Preconio pasquale).

Nel consueto mio Messaggioquaresimale, vorrei soffermarmiquest’anno a riflettere In particolaresul valore e sul senso del digiuno.

La Quaresima infatti richiamaalla mente i quaranta giorni di di-giuno vissuti dal Signore nel de-serto prima di intraprendere lasua missione pubblica. Leggia-mo nel Vangelo: “Gesù fu condottodallo Spirito nel deserto, per esseretentato dal diavolo.Dopo aver digiu-nato quaranta giorni e quarantanotti, alla fine ebbe fame” (Mt 4,1-2). Come Mosè prima di ricevere leTavole della Legge (cfr Es 34,28),come Elia prima di incontrare il Si-gnore sul monte Oreb (cfr 1 Re19,8), così Gesù pregando e digiu-nando si preparò alla sua missione,il cui inizio fu un duro scontro con iltentatore.

Possiamo domandarci qualevalore e quale senso abbia pernoi cristiani il privarci di un qual-cosa che sarebbe in se stessobuono e utile per il nostro so-stentamento.

Le Sacre Scritture e tutta la tradi-zione cristiana insegnano che il di-giuno è di grande aiuto per evitare ilpeccato e tutto ciò che ad esso in-

duce. Per questo nella storia dellasalvezza ricorre più volte l'invito adigiunare. Già nelle prime paginedella Sacra Scrittura il Signore co-manda all'uomo di astenersi dalconsumare il frutto proibito: “Tu po-trai mangiare di tutti gli alberi delgiardino, ma dell'albero della cono-scenza del bene e del male non de-vi mangiare perché, nel giorno incui tu ne mangerai, certamente do-vrai morire” (Gn 2,16-17). Com-mentando l'ingiunzione divina, sanBasilio osserva che “il digiuno è sta-to ordinato in Paradiso”, e “il primocomando in tal senso è stato datoad Adamo”. Egli pertanto conclude:“Il ‘non devi mangiare’ è, dunque, lalegge del digiuno e dell'astinenza”(cfr Sermo de jejunio: PG 31, 163,98). Poiché tutti siamo appesantitidal peccato e dalle sue conseguen-ze, il digiuno ci viene offerto comeun mezzo per riannodare l’amiciziacon il Signore. Così fece Esdra pri-ma del viaggio di ritorno dall'esilioalla Terra Promessa, invitando il po-polo riunito a digiunare “per umiliar-ci - disse - davanti al nostro Dio”(8,21). L’Onnipotente ascoltò la loropreghiera e assicurò il suo favore ela sua protezione. Altrettanto fecerogli abitanti di Ninive che, sensibili al-l'appello di Giona al pentimento,proclamarono, quale testimonianzadella loro sincerità, un digiuno di-cendo: “Chi sa che Dio non cambi,si ravveda, deponga il suo ardentesdegno e noi non abbiamo a peri-

re!” (3,9). Anche allora Dio vide leloro opere e li risparmiò.

Nel Nuovo Testamento, Gesù po-ne in luce la ragione profonda deldigiuno, stigmatizzando l'atteggia-mento dei farisei, i quali osservava-no con scrupolo le prescrizioni im-poste dalla legge, ma il loro cuoreera lontano da Dio. Il vero digiuno,ripete anche altrove il divino Mae-stro, è piuttosto compiere la volontàdel Padre celeste, il quale “vede nelsegreto, e ti ricompenserà” (Mt6,18). Egli stesso ne dà l’esempiorispondendo a satana, al terminedei 40 giorni passati nel deserto,che “non di solo pane vivrà l'uomo,ma di ogni parola che esce dallabocca di Dio” (Mt 4,4). Il vero digiu-no è dunque finalizzato a mangiareil “vero cibo”, che è fare la volontàdel Padre (cfr Gv 4,34). Se pertantoAdamo disobbedì al comando delSignore “di non mangiare del fruttodell'albero della conoscenza delbene e del male”, con il digiuno ilcredente intende sottomettersiumilmente a Dio, confidando nellasua bontà e misericordia.

Troviamo la pratica del digiunomolto presente nella prima comu-nità cristiana (cfr At 13,3; 14,22;27,21; 2 Cor 6,5). Anche i Padri del-la Chiesa parlano della forza del di-giuno, capace di tenere a freno ilpeccato, reprimere le bramosie del“vecchio Adamo”, ed aprire nel cuo-re del credente la strada a Dio. Il di-giuno è inoltre una pratica ricorren-te e raccomandata dai santi di ogniepoca. Scrive san Pietro Crisologo:“Il digiuno è l'anima della preghierae la misericordia la vita del digiuno,perciò chi prega digiuni.Chi digiunaabbia misericordia. Chi nel doman-dare desidera di essere esaudito,esaudisca chi gli rivolge domanda.Chi vuol trovare aperto verso di sé ilcuore di Dio non chiuda il suo a chilo supplica” (Sermo 43: PL 52, 320.332).

Ai nostri giorni, la pratica deldigiuno pare aver perso un po'della sua valenza spirituale e

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Messaggio di Sua Santità Benedetto XVIper la Quaresima 2009

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aver acquistato piuttosto, inuna cultura segnata dalla ri-cerca del benessere materia-le, il valore di una misura tera-peutica per la cura del propriocorpo.

Digiunare giova certamente albenessere fisico, ma per i cre-denti è in primo luogo una “tera-pia” per curare tutto ciò che im-pedisce loro di conformare sestessi alla volontà di Dio. NellaCostituzione apostolica Pænite-mini del 1966, il Servo di Dio PaoloVI ravvisava la necessità di colloca-re il digiuno nel contesto della chia-mata di ogni cristiano a “non più vi-vere per se stesso, ma per colui chelo amò e diede se stesso per lui, e... anche a vivere per i fratelli” (cfrCap. I).

La Quaresima potrebbe essereun’occasione opportuna per ripren-dere le norme contenute nella cita-ta Costituzione apostolica, valoriz-zando il significato autentico e pe-renne di quest’antica pratica peni-tenziale, che può aiutarci a mortifi-care il nostro egoismo e ad aprire ilcuore all'amore di Dio e del prossi-mo, primo e sommo comandamen-to della nuova Legge e compendiodi tutto il Vangelo (cfr Mt 22,34-40).

La fedele pratica del digiuno con-tribuisce inoltre a conferire unità al-la persona, corpo ed anima, aiu-tandola ad evitare il peccato e acrescere nell’intimità con il Signo-re. Sant’Agostino, che ben cono-sceva le proprie inclinazioni nega-tive e le definiva “nodo tortuoso eaggrovigliato” (Confessioni, II,10.18), nel suo trattato L'utilità deldigiuno, scriveva: “Mi dò certo unsupplizio, ma perché Egli mi perdo-ni; da me stesso mi castigo perchéEgli mi aiuti, per piacere ai suoi oc-chi, per arrivare al diletto della suadolcezza” (Sermo 400, 3, 3: PL40, 708). Privarsi del cibo mate-riale che nutre il corpo facilitaun’interiore disposizione adascoltare Cristo e a nutrirsi del-la sua parola di salvezza. Con ildigiuno e la preghiera permet-tiamo a Lui di venire a saziare lafame più profonda che speri-mentiamo nel nostro intimo: lafame e sete di Dio.

Al tempo stesso, il digiuno ci

aiuta a prendere coscienza della si-tuazione in cui vivono tanti nostrifratelli. Nella sua Prima Lettera sanGiovanni ammonisce: “Se uno haricchezze di questo mondo e ve-dendo il suo fratello in necessità glichiude il proprio cuore, come rima-ne in lui l'amore di Dio?” (3,17). Di-giunare volontariamente ci aiuta acoltivare lo stile del Buon Samarita-no, che si china e va in soccorso delfratello sofferente (cfr Enc. Deuscaritas est, 15). Scegliendo libera-mente di privarci di qualcosa peraiutare gli altri, mostriamo concre-tamente che il prossimo in difficoltànon ci è estraneo. Proprio per man-tenere vivo questo atteggiamentodi accoglienza e di attenzione versoi fratelli, incoraggio le parrocchie edogni altra comunità ad intensificarein Quaresima la pratica del digiunopersonale e comunitario, coltivandoaltresì l'ascolto della Parola di Dio,la preghiera e l’elemosina. Questoè stato, sin dall’inizio, lo stile dellacomunità cristiana, nella quale ve-nivano fatte speciali collette (cfr 2Cor 8-9; Rm 15, 25-27), e i fedelierano invitati a dare ai poveri quan-to, grazie al digiuno, era stato mes-so da parte (cfr Didascalia Ap., V,20,18). Anche oggi tale pratica variscoperta ed incoraggiata, soprat-tutto durante il tempo liturgico qua-resimale.

Da quanto ho detto emergecon grande chiarezza che il di-giuno rappresenta una praticaascetica importante, un’armaspirituale per lottare controogni eventuale attaccamentodisordinato a noi stessi.

Privarsi volontariamente delpiacere del cibo e di altri benimateriali, aiuta il discepolo diCristo a controllare gli appetitidella natura indebolita dalla col-pa d'origine, i cui effetti negativi

investono l'intera personalità uma-na. Opportunamente esorta un an-tico inno liturgico quaresimale:“Utamur ergo parcius, / verbis, cibiset potibus, / somno, iocis et arctius /perstemus in custodia - Usiamo inmodo più sobrio parole, cibi, bevan-de, sonno e giochi, e rimaniamocon maggior attenzione vigilanti”.

Cari fratelli e sorelle, a ben vede-re il digiuno ha come sua ultima fi-nalità di aiutare ciascuno di noi, co-me scriveva il Servo di Dio PapaGiovanni Paolo II, a fare di sé donototale a Dio (cfr Enc.Veritatis splen-dor, 21).

La Quaresima sia pertanto valo-rizzata in ogni famiglia e in ogni co-munità cristiana per allontanare tut-to ciò che distrae lo spirito e per in-tensificare ciò che nutre l'animaaprendola all'amore di Dio e delprossimo. Penso in particolare adun maggior impegno nella preghie-ra, nella lectio divina, nel ricorso alSacramento della Riconciliazione enell'attiva partecipazione all’Euca-ristia, soprattutto alla Santa Messadomenicale. Con questa interioredisposizione entriamo nel clima pe-nitenziale della Quaresima. Ci ac-compagni la Beata Vergine Maria,Causa nostrae laetitiae, e ci so-stenga nello sforzo di liberare il no-stro cuore dalla schiavitù del pec-

cato per renderlo sempre più“tabernacolo vivente di Dio”.Con questo augurio, mentre as-sicuro la mia preghiera perchèogni credente e ogni comunitàecclesiale percorra un proficuoitinerario quaresimale, impartodi cuore a tutti la BenedizioneApostolica.

Dal Vaticano, 11 Dicembre 2008

BENEDICTUS PP. XVI

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Care sorelle, cari fratelli,il Santo Padre mi ha chiamato al

servizio della Diocesi di Bergamo. Horisposto sì, con la convinzione che inquella parola si manifesti la Parola delSignore. Altri motivi non ne conosco.Ho vissuto tra voi e con voi sotto il se-gno di una Grazia meravigliosa: l’a-more della mia carissima famiglia, l’a-micizia e l’affetto di tantissimi, la fra-ternità sacerdotale a cominciare daglianni del Seminario, le esperienze pa-storali appassionanti nelle parrocchiedi S. Giulio al Villaggio Sereno e inCattedrale, al Centro pastorale PaoloVI e all’Ufficio Famiglia, e in questi ul-timi anni in una collaborazione sem-pre più stretta con il Vescovo, fino a condividerne il mi-nistero e in parte la responsabilità. Grazie dal profondoal Vescovo Giulio che mi ha chiamato e ordinato, comeun padre; al Vescovo Luciano che mi ha accolto accan-to a lui con la forza che il suo abbraccio poderoso tra-smette, al Vescovo Vigilio Mario che mi ha introdotto alcompito nel quale gli sono succeduto, al carissimo Ve-scovo Bruno che ha segnato gli anni della mia crescitasacerdotale, a tutti i Vescovi bresciani. Grazie ai mieiconfratelli: con loro ho condiviso la collaborazione piùintensa con i Vescovi, grazie ai sacerdoti della Curiadiocesana, al Consiglio episcopale a tutto il personalelaico della Curia e degli organismi diocesani.

Ma in questo momento la riconoscenza straripa co-

me una piena: troppi sono i volti di sa-cerdoti, religiosi e religiose, consa-crati e consacrate che hanno segna-to la mia vita, quasi che io viva di cia-scuno di loro.Che possiate percepirequesto grazie rivolto propriamente epersonalmente a ciascuno. E voi,donne e uomini, i laici della nostragrande Chiesa bresciana: mi sonoappassionato alla vostra vita e allavostra vocazione speciale per la tra-sformazione evangelica della storia edella città di tutti. Senza fatica hoamato le famiglie, i giovani, le istitu-zioni, le associazioni e i movimenti, ilvolontariato, le persone chiamate aresponsabilità delicate nel lavoro,

nella società, nella politica, nell’informazione; ho ama-to i più piccoli e i più deboli e tutti coloro che ancora congenerosità mirabile e determinazione non sconfitta sidedicano a chi attende aiuto e comprensione. È ungrazie non affidato alla potenza della voce, ma alla de-licatezza del cuore e alla grandezza della Grazia di Dioche ha manifestato la sua benevolenza su di me incar-nandola nell’amore che mi avete portato e ancora miportate.

Pregate per me nella mia nuova missione: io pregoper voi.

Con profondo affetto, invoco per ciascuno la Benedi-zione del Signore.

+ Francesco, vescovo

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Brescia 22 gennaio 2009 - Mons. Beschi eletto Vescovo di Bergamo

Lettera del Vescovo Francescoalla Diocesi di Brescia

Sul campanile a torretta della sa-grestia sono poste due campanelle.La più grande, nella parte superiore,reca un’iscrizione attorno alla circon-ferenza: “A FULGURE ET TEMPE-STATE LIBERA NOS DOMINE. SO-LETTI OPUS A. D. MDCCCVI”: “Dalfulmine e dalla tempesta liberaci Si-gnore. Opera di Soletti. Anno del Si-gnore 1806” (il Soletti è il fonditoreanche delle campane di S. Rocco edi Ravere). Nella parte centrale, an-cora attorno a tutta la circonferenza,sono impresse alcune immagini inbassorilievo: Gesù crocifisso e, ai suoi piedi, la Vergine,che abbraccia la croce; S. Giovanni Battista, che tienecon la mano sinistra il bastone a forma di croce, comevessillo e l’agnello coricato ai suoi piedi; S. Bartolomeocon il coltello in mano e, nella parte inferiore, un putto che

porta un ramo di palma in mano; laMadonna con in braccio il BambinoGesù. Le immagini dei santi sono in-tercalate da vasi di fiori e foglie.

La seconda campana, sulla parteslargata, ha impresso il nome:“LUIGICAVADINI FONDITORI IN VERONA1856”. Nella parte centrale vi è l’im-magine di S. Antonio di Padova, amezzo busto, rivolto verso GesùBambino, posta entro una corona dilauro. L’immagine è ripetuta attornoalla campana.

Non si conoscono le circostanzedella commissione delle due campanelle.Pancrazio Lui-gi Pasotti, nelle sue cronache carpenedolesi, al 29 no-vembre 1856, registra che sulla torretta della chiesa di S.Rocco, restaurata in quell’anno, fu collocata una campa-na dal falegname Angelo Scavezzoni, comperata a Vero-

Le campanelle della sagrestia

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Ha trovato felice collocazione sulla chiesa del Sacro Cuore la campana che fu nel passato sul campanile di s.Rocco e che daanni giaceva a riposo in una stanza del ritrovo giovanile. Di pregevole fattura e suono sarà la voce di Dio che scandirà gli ap-puntamenti dei ragazzi nella chiesa dell’oratorio.

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na, di pesi 8 (1 peso:8 chili) e libbre 6 per Lire 35 al peso:le si rimarcava il difetto di avere un suono troppo simile aquello della campana del Castello. La data “1856” è lastessa della campanella della sagrestia. Non sappiamose quella campana di S.Rocco fosse la stessa che ora sitrova sulla sagrestia, trasportata qui non si sa quando.Ora sulla chiesa di S.Rocco c’è una campana del 1783.

Le campanelle della sagrestia avevano l’importante

funzione di segnalare la celebrazione delle messe, so-stituendo quelle del campanile, che non potevano esse-re suonate, perché distanti dalla chiesa, se non nelle oc-casioni più importanti. Le persone di una certa età ricor-deranno che, fino a non molto tempo fa, le due campa-nelle venivano suonate insieme, a distesa, mezz’ora pri-ma della messa (“i bocc”), mentre la più piccola era suo-nata cinque minuti prima (“i butì”). Il suono di questa ave-va un caratteristico ritmo affrettato, a martello, ottenutocon un accorto tiro di fune a colpi di mano e di spalla, ef-fettuato dal sagrista con perizia, appresa come un’arte;chi lo sentiva, mentre era per via verso la chiesa, venivachiamato ad accelerare il passo, perché il santo sacrifi-cio della messa stava per iniziare. L’elettrificazione delcampanile ha permesso di suonare le sue campane adistanza, ad ogni messa, per cui le due campanelle dellasagrestia sono state messe a riposo. D’altra parte, il fra-stuono e le distrazioni del nostro tempo, richiedono cam-pane più squillanti, il cui suono, tuttavia, sarà sempretroppo flebile o inesistente, quando non lo si vogliaascoltare.

M.T.

Sono tornate nella loro sede sul campaniletto della Pieve ledue campanelle dopo il restauro.

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Pubblichiamo di seguito l’artico-lo di fondo a firma di mons. Bru-no Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, apparso il 10 /2/2009 su IlSole-24 Ore.

Scrivo a te, Eluana, ora che seimorta a questo mondo, che ave-vi amato con la freschezza dellatua giovinezza e l’entusia-smo delle tue speranze.Questo amore lo avevidetto in tanti modi, finché tiera stata data la possibilitàdi farlo. Si leggeva perfinonelle tue fotografie, in queituoi occhi aperti alla vita,in quel volto custode deituoi sogni.

Perfino il desiderio dimorire, piuttosto che vive-re senza averne coscien-za, se veramente c’è sta-to, non poteva che nasce-re in te da questo amorealla vita.

Ed ora che per alcunitutto è finito di te, scrivertiè un modo per continuare a direinsieme con te che la vita è piùforte della morte, che l’amorenon finirà mai. Ti credo viva inDio, mistero del mondo, e credoche tu possa dialogare con me ecapirmi al di là della povertà del-le mie parole.

Quello che vorrei dirti nasceproprio dalla misteriosa comuni-cazione che c’è ora fra noi, oltree più profondamente di ogni pa-rola: ora tu sai, come mai avrestipotuto saperlo prima, quantoquesta vita mortale è preziosa,quanto vale ogni istante di essa,quanto prezioso è stato ogni atti-mo dell’esistenza che ti è statatolta. Ora lo sai perché vedi co-me tutto di te, ogni tuo respiro,ogni tua ora, fosse custodito dauno sguardo di amore, che non tiha abbandonato mai, anche nellungo silenzio dei tuoi ultimi di-ciassette anni.

Era lo sguardo di Dio, che tiraggiungeva attraverso quello ditutti coloro che ti hanno amato, diquanti ti hanno accudito e hannocreduto in te, nel valore della tuavita, preziosa sempre, preziosa

come sarebbe stata anche se tuavessi continuato a vivere permesi, per anni. Era quello chesapevano le Suore cui era stataaffidata e la cui premurosa tutelanon ti avrebbe mai voluto lascia-re!

Tu sai che non giudico chi havoluto che tu morissi: il dolore

può cambiare la visione dellecose molto al di là di ciò che sipuò pensare. Colgo però in tuttaquesta battaglia per il tuo pre-sunto diritto a morire qualcosa ditriste, come un segnale di dispe-razione: vorrei che la tua mortepotesse ora gridare a tutti che lavita di un essere umano è sem-pre degna di essere vissuta,quali che siano le sue condizio-ni, perfino la sua mancanza dicoscienza o la sua impossibilitàdi esprimersi.

Rinunciare a credere questoapre la strada al buio della prete-sa dell’uomo sull’uomo, alla folliadi sentirsi padroni esclusivi dellapropria esistenza o di quella de-gli altri.

Non riesco a credere come latua morte possa essere ritenutada qualcuno una vittoria. La veravittoria è solo quella della vita edell ’amore, che sconfigge lamorte e dà senso a ogni cosa.L’amore “tutto scusa, tutto crede,tutto spera, tutto sopporta. L’a-more non avrà mai fine” (1 Lette-ra di Paolo ai Corinzi 13).

Proprio per questo, vorrei che

la Tua morte servisse anche anon dimenticare le tante Eluanache vivono nel mondo, quelle dicui nessuno ha parlato e forseparlerà mai: penso alle innume-revoli storie di dolore e di amoreche accompagnano vite umaneritenute da molti insignificanti;penso ai malat i terminal i , a

quanti come te non posso-no più comunicare o nonhanno più alcuna coscien-za. Intorno a loro si intrec-ciano storie diverse, daquelle dell’indifferenza edell’abbandono, a quelle dichi per amore le custodi-sce fino alla fine come undono prezioso.

Come sarebbe impor-tante che il Tuo sacrificioservisse a riscoprire il va-lore di queste vite, e aiu-tasse tutti a sprigionareverso di esse energie di ri-spetto e di amore più fortidi ogni vittoria della morte!Vorrei infine che la fretta

impressa alla conclusione dellatua esistenza facesse rifletteretutti, anche chi si è schierato peril diritto a volere la tua morte: ilchiasso di questi ultimi giorni, ilchiacchiericcio politico che hatrasformato la tragica fine dellatua esistenza in un palcoscenicodi opinioni e di partiti, ceda ora ilposto al silenzio e alla decisione.

Occorre una legge che tuteli ladignità della vita fino alla fine.Nessun accanimento terapeuti-co su vite straziate dalla soffe-renza e dal male.

Ma anche la garanzia che nes-suna vita sia più spenta come èstata la tua, permettendo che sipossa morire di inedia per la sot-trazione degli elementi vitali.

Se il silenzio ultimo della finedella tua esistenza terrena potràindurre a riflettere e a deciderecosì, ben al di là degli schiera-menti di parte, l’infinita tristezzadi quest’ora di morte potrà pro-durre semi di vita.

Riposa in pace, Eluana, e con-tinua a parlare al cuore degli uo-mini dicendo a tutti parole d’a-more.

ILCASTELLO7

“Scrivo a te, Eluana...”

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Carissimi genitori dei ragazziche hanno iniziato il camminodi catechesi orientato al sacra-mento della Confermazione, hodeciso di scrivervi a proposito del-la cresima dei vostri figli.

Voglio chiedervi di mettere inquestione alcuni luoghi comunisu questo argomento non solo pervoi stessi, ma anche perché la vostra parola di amicidi altri genitori – penso alle famiglie dei compagni diclasse dei vostri ragazzi - è molto importante e, a vol-te, può far riflettere altre persone.

Sentirete tante volte la frase: “Faranno la cresima,quando si dovranno sposare”. Potreste rispondereprima con degli argomenti di più basso profilo - ma,come ben sapete, purtroppo a volte sono quelli cheaprono la strada a considerazioni di ben altro valore –per spiegare poi i veri motivi educativi e cristiani chesostengono la scelta educativa del cammino dellacresima.

Fate notare, allora, innanzitutto che chi non è cre-simato non potrà mai fare il padrino o la madrinaper il battesimo o la cresima di un parente. Questa èdottrina ufficiale della Chiesa, non per disprezzo di chinon è cresimato, ma per serietà e coerenza di vita. Setutti debbono amare un bambino appena nato, il pa-drino è colui che, oltre a voler bene alla creatura, si im-pegna a testimoniargli la totalità della fede cattolica.Se lui per primo non ha ricevuto i sacramenti o datroppo tempo non vive la vita cristiana (convivenze,matrimonio civile, divorzio…) non può, a maggior ra-gione, impegnarsi per un altro. Perché allora – potetedomandare – volete privare i vostri figli della gioia didiventare padrini o madrine? Vi assicuro il dispiaceredi tanti che presentandosi per un battesimo e deside-rando che siano padrini i loro fratelli o cugini scopronoche non lo possono essere. Se non volete che i vostrifigli si impegnino nel cammino della cresima, siateperò pronti a difendere poi la Chiesa quando non li ri-terrà pronti, a diritto e con ragione, ad essere testimo-ni cristiani nei sacramenti delle vostre famiglie.

C’è una seconda riflessione che potete condividerecon altri adulti e genitori. Potrete spiegare loro chenon semplificano certo così la vita dei loro figli.Se, nell’età adolescenziale, può essere a volte pro-blematico per i tanti impegni trovare tempo per le riu-nioni della cresima, certamente sarà ben più difficilequando, già lavoratori, saranno in procinto di sposar-si! Nuovamente la Chiesa, per ovvie ragioni di coeren-za ed impegno nella fede, non celebrerà il matrimoniodi chi non sia prima cresimato. I giovani si sentirannodire che dovranno partecipare per un anno alla prepa-razione alla cresima, prima del matrimonio, perchédovranno essere fortificati dallo Spirito della cresima

per poter poi sposarsi. Di nuovochiedete che, se come genitoriscelgono di rimandare la cresima,non gettino poi la responsabilità suisacerdoti e le parrocchie quando iloro figli, immersi nel lavoro e neipreparativi del matrimonio, saran-no chiamati ad impegnarsi anchenel cammino che li porterà alla cre-sima da giovani-adulti . Queste

considerazioni servono solo, a mio modesto avviso,ad aprire la strada ai veri motivi dell’importanza altis-sima che ha la scelta dell’impegno per la cresima finda ragazzi. Ne condivido due con voi, allora.

In primo luogo è la vostra convinzione della bel-lezza del cristianesimo che vi motiva nella propostadella cresima. Dio ha fatto la vita in maniera tale cheogni ragazzo sano, attraverso i meccanismi dell’a-dolescenza, rifiuterà nei 16-18 anni, almeno simboli-camente, ciò che i genitori gli hanno trasmesso. Nonabbiate paura allora di proporre con forza ciò che cre-dete. E’ terribile, piuttosto, che un ragazzo si oppongaal nulla – quando i genitori non hanno trasmesso l’a-more a Cristo ed alla Chiesa – nella sua ribellioneadolescenziale. Siate fedeli alla vostra vocazione!Siete adulti, siete grandi, ed è vostro - e nostro compi-to – indicare la via del bene. La cresima si riceve , do-po che la preparazione è stata fatta in seconda e terzamedia. Ad un figlio di questa età non si domanda sevuole andare a scuola, non si domanda se vuole man-giare cibi sani. Glielo si chiede con convinzione e confiducia, sapendo che è per il suo bene.E lui non ha dif-ficoltà a capirlo, dopo le ovvie ritrosie che l’adolescen-za incipiente comincia a manifestare. Ma non lascia-tevi ingannare da questi ancora timidi “no”! Dietro i“non mi va” riferiti allo studio, alla cresima, alle cosebelle e sane, c’è ancora la fiducia nel bene e nellabellezza di ciò che proponete. Ci penseranno poi glianni successivi, attraverso il travaglio adolescenziale,a chiedere al ragazzo una appropriazione più perso-nale di ciò che, ora che sono più piccoli, ancora rice-vono in dono.

In secondo luogo, non privateli, anche se questo vipuò costare in termini di orari e fatica, della possibi-lità di crescere vicino a Cristo ed alla Chiesa – èquesto che la cresima permette e dona! Se, inizial-mente, un ragazzo sembra dichiarare che non vuoleimpegnarsi nel cammino di cresima, la nostra espe-rienza ci conferma che, ben presto, ne trova il signifi-cato e la gioia nel rapporto con noi sacerdoti, con i ca-techisti, con il loro compagni e amici di cammino.Quando, dopo alcuni anni, diverranno più indipenden-ti da voi genitori, il gruppo giovanile parrocchialesarà una realtà straordinariamente viva e ricca perritrovare, in maniera nuova ed adatta alla loro età, ivalori cristiani che gli avete trasmesso negli anni dellaloro infanzia. Che la parrocchia continui ad essere

ILCASTELLO 8

Lettera sulla Cresima, ai genitori dei ragazzi

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una seconda casa per i ragazzi è evento di grande ri-levanza nel momento in cui è il gruppo dei coetaneiche diviene il principale punto di riferimento di un fi-glio. Attraverso il cammino della cresima l’esperienzadella Chiesa continuerà a crescere nel cuore e nell’in-telligenza dei vostri ragazzi.

Non trascurate questo aiuto che la tradizione seco-lare della comunità cristiana ha costruito. Non pensa-te di non avere bisogno di nessuno – soprattutto dinon aver bisogno della presenza viva di Dio nella sua

Chiesa - nel cammino educativo di genitori dei vostriragazzi.

Il Signore vi benedica e vi faccia crescere nellaconsapevolezza dell’importanza delle vostre pa-role e dei vostri gesti nella maturazione dei figlidella vostra carne e dei loro amici coetanei che, essipure, sono affidati alla vostra testimonianza

con affetto Il parroco d. Franco

ILCASTELLO9

La Messa... in discussioneQuando gli adolescenti non vogliono più andare in chiesa: niente panico

ma tanta pazienza. E prima o poi la coerenza dei genitori li farà “ritornare”.

«In chiesa io mi stuufooo...». Be-nedetto il tempo in cui si concede-va al marmocchio di tre anni distarsene a casa con la nonna,confidando che di lì a poco lui stes-so avrebbe chiesto di andare aMessa con i compagni e «andaredavanti, vicino alle chitarre». Un ri-fiuto ben più pesante nelle motiva-zioni e più duro da essere sgreto-lato è quello che arriva dal figlioadolescente: «A Messa io non civengo...».Lo aveva già annunciatoda qualche mese con ritardi stu-diati, posizionamenti strategici afondo chiesa, dietro le colonne,ma ora il “no” esplicito, dichiaratoanzi agitato come una bandiera,viene incassato come un colpobasso dai genitori, scioccati anchequando lo avevano a lungo temu-to: sanno che questo “no” segnauna fase forse decisiva nel rappor-to tra il figlio e l’Eucaristia. Anchequando, per timore di ritorsioni pa-terne, la dichiarazione non suonadefinitiva, quel “no” della domeni-ca mattina assume sempre il signi-ficato di un guantone lanciato aigenitori sul ring dell’adolescenza.

Raccog l ie r lo f in da l p r imoround? Gli addetti ai lavori, cosìcome gli educatori più esperti,sembrano concordare sulle coseda non fare. Che sono almeno tre.Primo: alzare subito la bandierabianca della resa, minimizzando ilrifiuto o fingendo indifferenza: «Faicome vuoi, se sei convinto...». Se-condo: costruire una difesa puntel-lata di ricatti del tipo: «Se non vienia Messa, oggi non vai alla partitadi pallacanestro». Terzo: dramma-

tizzare la scelta, mettendoci unapietra sopra come se l’annunciofosse irreversibile.

«Con questa sua prima presa diposizione, talvolta il ragazzo inten-de sondare i genitori per capire co-me la prendono», analizza suorMarilena Pagiato, docente di Pe-dagogia al Seminario di Verona.«Sotto sotto però c’è sempre unarichiesta più profonda che bisognacercare di interpretare. Ai genitoriconsiglierei di non dare risposteaffrettate e perentorie, ma di so-spendere il giudizio». A che pro?«Prendere tempo può servire percercare di capire, vedere se il ra-gazzo prima o poi riesce a darequalche frammento di giustifica-zione, a verbalizzare i motivi delsuo distacco». E i motivi spessosono intrecciati tra loro: può esse-re prevalente la noia liturgica(«Una Messa così non mi dice piùnulla») o l’allontanamento delgruppo dei pari («Sono rimasto l’u-nico dei miei amici ad andarci...»).Più spesso si tratta però di «unafase delicata che vede affiorareprofonde domande di senso – pre-cisa la psicopedagogista canos-siana – e nella quale il Signore nonsembra dare risposte sufficienti alragazzo».

Non minimizzare insomma, manemmeno andare nel panico. «Ri-spetto e discrezione, fiducia e spe-ranza», sono i consigli ai genitoridella psicologa e teologa franceseAgnès Auschitzka, madre di trefigli: «Per trovare il proprio cammi-no – riflette nel suo apprezzato“Crescere un figlio nella fede” (Edi-

zioni Elledi-c i , 2001 ,pag . 224 ,euro 18) – ilr a g a z z oprocederà atentoni, in-ciamperà, sipe rderà etornerà suisuo i pass ima poi riscoprirà il valore dei gestiappresi nell’infanzia, adattandolialla propria dimensione esisten-ziale».

In questo cammino il genitore (oun altro adulto di fiducia) può di-ventare «un polo essenziale nellamaturazione di fede». Non deveperò ricorrere agli odiosi confronticon «i miei tempi»; semmai puònarrare con sentimenti sinceri lapropria personale ricerca sullaMessa: «C’è stato un periodo incui anch’io non ne volevo sapere,ma poi, quando...». Sempre con-vinto, infine, che più che studiati di-scorsi, avranno un peso la fedeltàe la coerenza dei genitori o dei fra-telli più grandi, ai quali la sorgentedell’Eucaristia “dice” ancora molto.«Le manifestazioni di una religio-ne convenzionale e normativa nonbastano più – scrive Auschitzka –,i giovani esigono modelli veri ecredibili». Ma quando tornerà aMessa il fuggitivo? Don MarcoSaiani, responsabile della Pasto-rale giovanile di Trento, risponde:«Il momento decisivo sarà quandoil giovane scoprirà veramente ilGesù del Vangelo. Non un residuodella sua catechesi da ragazzino o

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A volte si strari-pa, si scatena unatempesta emotiva.Ho visto tanti scop-

piare in lacrime: piccoli e grandi.Per una delusione amorosa, unlutto improvviso, uno scoppio d’i-ra... Sono segno di debolezza?Non direi.

È un qualcosa d’irrefrenabileche la natura umana tiene in ser-bo.

Piangere è come mendicare:ascoltami, dimmi, dammi, aiutami.

A volte i pensieri-dentro sono alivello di guardia, tracimano. Tichiedono in prestito una spalla sucui ancorarsi, un cuore con cuiaprirsi, un rifugio in cui nasconder-si. Le lacrime vere non sono untrucco per sedurre, una strategiaper conquistare.

Ritrovare la rotta in un mare inburrasca è l’approdo vero.

Piangere fa bene. Non aver pau-ra di piangere.

L’effetto domino è inevitabile setrovi un amico, un padre, un santosacerdote. Ti danno ristoro. Non ti

rendono nevrotico come quandovuoi tenere tutto dentro di te. Solochi piange si rivela per quello cheè. Osservati quando piangi. Le tuelacrime non sono fredde, gelidecome venissero da lontano, comenon fossero tue. Sono vere, calde,spontanee: il cuore, i sentimenti isogni sono in ebollizione.

Non sono ambiziose, scivolanoin basso fino a inumidire le tue lab-bra per dirti quello che a parolesembra impossibile.

È un dono, una trovata di Dio percapire le profondità del tuo essere.Stanno a mezza strada tra l’animae il corpo.

Quando piangi gli occhi sonoaperti. Le lacrime ti fanno vederela strada da percorrere, cambianoil modo di guardare il mondo, ti fan-no scoprire ciò che accade dentrodi te.

Fanno da lente di ingrandimentoalle piccole cose da cui ripartire equelle inezie all’apparenza senzasignificato che poco a poco hannoprovocato l’esplosione di unabomba.

Le lac r imelasciano le loroimpronte sul-l’arena del tuovo l to. Scom-paiono quandor i torna l ’a l tamarea della vi-ta. Solo l’amo-re ridarà luce everginità al tuov iso. Imparadai bambini. Inloro le lacrimee il sorriso van-no a braccetto.Si zoppica se manca l’uno o le al-tre. Piangere ti ripulisce, ti rinnova.

Conosco un fiore che di giorno siapre e di notte si chiude. L’ibisco.

La notte non dura più del giorno.Se piangi, in agguato c’è un sor-

riso che ti attende.Viceversa se sei luminoso come

il sole, all’orizzonte è in arrivo unanovoletta che ti porterà via la luceper un po’di tempo.

Ti saluto.Carlo Terraneo

ILCASTELLO 10

un maestro di buoni princìpi mora-li, bensì Colui che sa risponderealle attese di felicità e di realizza-zione di ogni adulto. Allora nonservirà più abbozzare risposte ra-zionali alle varie obiezioni sullaMessa («Ma perché tutte le dome-niche...»; «Molti ci vanno, ma poirazzolano male...»), perché pre-varrà la gioia di aver ri-trovato ilvolto di Gesù amico, al quale an-dare incontro e stare vicino nell’a-scolto della Parola e nel gesto del-lo spezzare il Pane».

Se questa è la meta, le tappestanno forse nei tre atteggiamentisperimentati con gli adolescentidagli operatori salesiani dell’asso-ciazione.

C.A.S.A. di Lecce: «Cercare concostanza e favorire quelle espe-rienze e quei rapporti – spiega lapresidente Maria Teresa Pati – incui il ragazzo possa curare la ri-flessione su di sé, la rilettura delle

proprie esperienze, la consapevo-lezza della loro risonanza interio-re: qui può nascere una domandache sia oltre l’immediato».

Un secondo atteggiamento:«Avere occhi aperti per conoscerecome egli vive la dimensione sim-bolica, quali sono i riti della suasettimana, per cogliere quali signi-ficati sta costruendo nella sua vita,con chi e come sta provando a te-nere insieme, in modo che abbiaun senso per lui, il quotidiano».

Infine può essere utile, secondol’esperienza dei salesiani pugliesi,«distinguere l’esperienza dellaMessa dal rapporto con il Signoree le occasioni per conoscerlo; inquesto senso offrire l’appoggioper frequentare e conoscereesperienze giovanili, luoghi di au-tentica ricerca e di fede vissutanell’amore operoso verso tutti».Tante famiglie confermano che tal-volta l’incontro con un amico mis-

sionario, un campo di lavoro benguidato, l’ospitalità offerta a un bi-sognoso, possono dare il colpod’ala a questa ricerca. Sono occa-sioni preziose anche per i genitoriche non si sentono all’altezza, tie-pidi nella partecipazione domeni-cale, quasi in crisi come i figli che liturbano con il loro «non vengo aMessa».

Che può essere provvisorio, co-me osserva fiduciosa Maria Tere-sa Pati: «La frequentazione con gliadolescenti mi fa dire che questomomento può essere una risorsaperché fa crescere nella nostracultura la consapevolezza che ladefinizione dell’identità ha bisognodi passaggi di rottura e di opposi-zione, affinché emerga una sintesipersonale indispensabile al rico-noscimento di se stessi e dellapropria consistenza come perso-ne autonome».

Diego Andreatta

Lettera ai giovani - Gatta ci cova...

Che c’è di più misterioso delle lacrime?

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“Chi ha tempo non perda tempo”:è possibile stancarci di fare il bene? Alcune riflessioni sulla Quaresima.

Ieri ha nevicato tutto il giorno. I prati ed i monti già in-nevati si sono ricoperti di un soffice manto bianco,candido di neve fresca. Oggi è sorto il sole, maestosonel suo splendore, si staglia tra le cime dei monti in uncielo azzurro intenso.Vista la bella giornata decido difare due passi sulla neve fresca, su per i sentieri dimontagna. Percorro, insieme ad altri sacerdoti, il sen-tiero predispostodal gatto delle neviper permet tereagli sciatori di tro-vare una pista si-cura e pulita. An-ch’ io, come altr iprima di me, lascioalcune tracce delmio passaggio…Gi randomi ogn itanto indietro os-servo le improntefresche appena la-sciate e mi chiedo:Cos’è stato tuttociò che ho vissuto?Ho lasciato solotracce o impronteindelebili? E vol-gendo lo sguardo avanti a me, verso le alte cime inne-vate mi chiedo: dove vado? cosa sarà della mia vi-ta?… riflessioni e domande forti, frutto di pensieri eprovocazioni spirituali interessanti.

Sono pensieri e riflessioni che sento prioritari peraffrontare serenamente il tempo di grazia che stiamoper vivere. Quaranta giorni per ritemprare lo spirito etornare in sintonia con quel progetto di salvezza che ciriguarda tutti quanti. Sentiremo parlare di peccato, diumiltà, di croce, di passione… tutto trova significatosolo nella nostra storia, nel nostro agire, nel nostroscegliere dove andare. Il nostro quotidiano è il luogodelle grandi decisioni: a favore dell’amore incondizio-nato di Dio o legato ai bisogni materiali del nostro es-sere. Sono stanco, sbuffo anche un po’. La salita si fadura, col peso affondo nella neve. Mi fermo, respiroprofondamente aria gelida e osservo attorno a me: ilpassato segnato dalle mie impronte ed il futuro da-vanti a me ancora da tracciare e mi rendo conto che ilpresente è l’unico possibile. In fondo il presente è ilsolo tempo che abbiamo per avanzare nella grazia diDio o regredire nel nostro egoismo.

Che forte pensare che la Parola eterna di Dio si èfatta carne ed è divenuta Buona notizia x tutti noi edaspetta di farsi carne nelle scelte di ciascuno di noi…passo dopo passo, impronta dopo impronta. Tutto ilresto, in fondo, non conta! Buona strada…

Don Gianluca

CAMMINO FANCIULLI E RAGAZZI:“Tutto è possibile a Te!”

In continuità con il camminovissuto in avvento, anche inQUARESIMA, ogni mattina,presso la palestra della nostrascuola ci troviamo a PREGA-RE INSIEME.

Il tema proposto è: “Tutto èpossibile a Te!”, ispirato al cam-mino di Azione Cattolica.

Percorreremo insieme lastrada che ci porta verso la Pa-squa in cui Gesù Cristo, con lasua morte e risurrezione ci ha dimostrato quanto ciama e cosa è disposto a far per noi.

Sei pronto ad intraprendere questo nuovo cammi-no?

Ti aspetto, puntuale, ogni mattina, per camminarecon te incontro a Gesù il Cristo. Poco alla volta anchetu diventerai sempre più suo amico.

Fidati, scoprirai il vero desiderio che Dio Padre haper ciascuno di noi: comunicarci tutto il suo amore.Buon Cammino!

CAMMINO ADOLESCENTI:«Quando preghi... chiudi la porta».

Questo è il tema della preghiera che ogni sera ac-compagna il cammino spirituale per gli adolescenti.Per ogni giorno, si può trovare:

• il brano del Vangelo proposto dalla Liturgia deltempo di Quaresima;

• una breve riflessione, che aiuta ad interiorizzare laParola del Signore;

• una preghiera, per rivolgersi a Dio con le parole diieri e di oggi;

• un piccolo impegno, per compiere ogni giorno unpasso in avanti.

Il titolo del sussidio è tratto dal Vangelo del merco-ledì delle ceneri, primogiorno di Quaresima, econtiene l'invito a viverequesto tempo come oc-casione preziosa perrientrare in se stessi emettersi con fiducia da-vanti al Signore.

Ti attendiamo quindi,dal lunedì al venerdì,alle ore 19.05 in Chie-sa Parrocchiale… ri-corda: per ch iudereuna porta, prima biso-gna aprirla!!

Don Gianlucae gli educatori

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NOTIZIARIO ORATORIO

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CAMMINO GIOVANI:“gli stessi sentimenti di Cristo”

Incontri di preghiera sulla Paro-la di Dio guidati dal vescovo Lu-ciano in Cattedrale in 5 giovedì diquaresima alle ore 20.30 . Ecco ledate:

• giovedì 26 febbraio 2009 - glistessi sentimenti di Cristo (Fil 2,1-11)

• giovedì 5 marzo 2009 - lagrandezza della carità (1Cor 12,28 - 13,13)

• giovedì 12 marzo 2009 - il travaglio dell’attesa(Rom 8,14-30)

• giovedì 19 marzo 2009 - il canto della gratitudine(Col 3,8-17)

• giovedì 2 aprile 2009 - la forza della vicinanza(2Tim 4,6-18)

La partecipazione è gratuita. Ci troviamo alle ore19.30 presso il piazzale della Chiesa.

Info: 349.2267166 – don Gianluca. Se è possibilevenite provvisti di automobile!

VOCI DAL GRUPPO ADOLESCENTI:

• Nei giorni 2-3-4 gennaio un gruppo di adolescenticarpenedolesi ha raggiunto l’alta Val Camonica per vi-vere un’esperienza particolare…

In quel di Stadolina abbiamo trascorso tre giorni al-l’insegna del divertimento e della spiritualità rifletten-do sulle figure dei Magi. Proprio come questi perso-naggi abbiamo cercato di seguire la stella per giunge-re a “vedere il Re dei re”. Il cammino non è stato sem-plice: abbiamo attraversato prati innevati, salite ripidee ghiacciate… il nostro spirito, nonostante il freddopolare (- 12 °), non si è raffreddato nel desiderio diraggiungere la meta desiderata. In quei giorni abbia-

mo intrapreso nuove amicizie che si sono via viarafforzate dal condividere la fatica comune del vivereinsieme.

Tornati carichi di gioia abbiamo concluso con unaserata musicale “4 minutes” dal tema : l’ultimo re Ma-go. “Anche noi come i Magi abbiamo trovato Gesù…ore è tempo di ripartire per un nuovo cammino!”

• Combattere la povertà, costruire la PaceNel mese di Gennaio, dopo aver letto il messaggio

della pace di Benedetto XVI, abbiamo dialogato sullepovertà umane e spirituali del nostro tempo. Alla lucedella parabola del Buon Samaritano (Lc. 10,25-37) cisiamo chiesti quali potessero essere i “locandieri” pre-senti oggi sul nostro territorio.

Tra le varie figure disponibili ad aiutare il “samarita-no” abbiamo incontrato: il gruppo Liberacion, che ge-stisce la bottega del Commercio Equo-Solidale, ilgruppo del Mato Grosso e l’Associazione Culturale LaBoume.

Questi tre gruppi ci hanno aiutato a dare risposteconcrete e vicine a esigenze attuali. A conclusione diquesto percorso abbiamo deciso di partecipare atti-vamente alla manifestazione “Piazza la Pace” a Iso-rella. Con la collaborazione di altri gruppi adolescentidella nostra Zona abbiamo allestito delle bancarelleche esprimevano il cammino da noi vissuto. E’ stataun’esperienza molto significativa.

• La Forza della Vita nella SofferenzaIl mese di Febbraio è caratterizzato dalla Giornata

per la Vita… libertà, gioia, amore, potere, solidarietà,amicizia … tutto questo ed altro ancora è vita. Ma percosa o per chi noi desideriamo vivere? Cosa rende lanostra vita significativa? Tramite alcune testimonian-ze reali di vita vissuta vedremo come anche la soffe-renza ed il dolore provato può trasformarsi in solida-rietà. “Io sono la via, la verità e la Vita” (Gv 14,6) hadetto Gesù. Lo stile della sua Vita e la Testimonianzadel suo amore per noi sono certamente il camminomigliore per preparaci alla Quaresima.

VOCI DAL GRUPPO DI ANIMAZIONEDELL’ORATORIO

Il freddo è passato e finalmente arriva la primavera.Sbocciano i fiori, le rondini tornano ai loro nidi e l’Ora-torio si prepara con momenti di festa per rallegrare ivostri pomeriggi domenicali.

La nostra avventura parte con il Carnevale, prose-gue con la festa del Papà, il Giovedì Grasso, la "COR-RIDA" e termina con una Tombolata a sorpresa nelmese di maggio.

Naturalmente non mancherà la Biciclettata di pa-squetta e, novità di quest'anno, un Torneo di Biliardinoper i ragazzi/e dai 10 ai 16 anni.

Momenti di aggregazione per le famiglie, i bambinied i ragazzi della nostra Comunità, importanti percrescere, educare e maturare insieme.

E' nostro desiderio, infatti, rivalutare l'Oratorio nellasua funzione educativa e sociale; esso non è solo illuogo dove si svolge la catechesi, bensì una “casa”accogliente dove la comunità si riunisce come unagrande famiglia riscoprendo i valori della vita. ConGioia vi aspettiamo…

GIORNATA DELLA VITA

Domenica 1 febbraio abbiamo celebrato la Giornataper la Vita.Tema di quest’anno era: “La Forza della Vi-ta nella Sofferenza”. Tutte le classi del catechismo

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hanno letto il messaggio dei ve-scovi italiani e ogni bambino hariassunto, mediante una frase,il significato della lettera. Al ter-mine della messa delle ore 9.45abbiamo vissuto il lancio deipalloncini, legati ai quali c’era-no i nostri pensieri... era unagiornata di neve, ma, nonostan-te tutto, alcuni di questi pallon-cini sono giunti fina alla provin-cia di Udine, altri si sono ferma-ti nelle campagne di Leno. Co-

loro che hanno ri-cevu to ques t imessaggi, entu-s ias t i , s i sonomessi in comuni-cazione con noimediante del lelettere… che belloaver dato un gran-de segno di gioiae speranza anchesolo con un picco-lo pensiero di vita!

Caro lettore, prova ad aprireil tuo portafogli, quante tesse-re possiedi? Anche noi del-l’ACR abbiamo una tessera,non una qualunque, ma unaspeciale con la quale ci sentia-mo a tutti gli effetti apparte-nenti al mitico gruppo AC.

A Carpenedolo siamo più di100 iscritti dai 4 ai 99 anni!!!

Domenica 14 dicembre, alritrovo si è tenuta la Festa del-l’Adesione.

Ma voi sapete di cosa si tratta?Proviamo a spiegarvelo in pocheparole.

La giornata è iniziata con la S.Messa animata da noi ragazzi dell’ACR e durante la celebrazione DonGianluca ha benedetto le nostretessere e ha spiegato all’assem-blea il tema che ci sta accompa-gnando quest’anno: “MI BASTITU!!” (il “TU”sta per GESU’).

Nella conclusione abbiamo dedi-

cato una preghiera di ringraziamen-to a Maria, nostra protettrice.

Un altro momento travolgente èstato quello del pranzo: il bar dell’o-ratorio non è mai stato così pieno!Dobbiamo ringraziare i genitori peraver cucinato ed essersi divertiticon noi.

Durante il primo pomeriggio sonostati attivati quattro laboratori artisti-ci dove i bambini hanno potutoesprimere la propria infinita creati-

vità con pasta di sale, strava-ganti collanine, sale colorato efantasiosissimi bigliettini diNatale.

Dopo tante piacevoli fatichei piccoli artisti AC hanno recu-perato le energie con l’imman-cabile merenda a base di Nu-tella.

La splendida giornata si èconclusa con la consegna del-le tessere, ritmata dall’esube-ranza che ci contraddistingue.

L’entusiasmo ha travolto tutti i pre-senti che hanno proposto di ripete-re l’esperienza all’insegna del sorri-so, della condivisione e delle emo-zioni, il tutto firmato AC!!

E con lo stesso spirito partecipe-remo al MEETING del 25 Apriledove saranno coinvolti bambini, ra-gazzi ed educatori dell’AC brescia-na.

Gli animatoridi Azione Cattolica

È ormai il secondo anno conse-cutivo che l’Azione Cattolica parte-cipa alla fiera del Torrone dell’8 di-cembre, festa dell’Immacolata, acui l’AC, a livello nazionale è moltolegata.Tutti i tesserati, piccoli, ado-lescenti e adulti, hanno messo incampo la loro fantasia per allestireuna bancarella dove hanno vendu-to vari oggetti creati da loro.

I bambini, con tutta la loro buonavolontà, hanno creato graziosi bi-glietti di auguri e simpatici addobbinatalizi di pasta di sale.

I ragazzi hanno realizzato CD

con tipiche canzoni natalizie eclassici brani ACR.

I giovanissimi, con impegno eduro lavoro manuale, per varie set-timane si sono ritrovati a levigaretavole di legno, poi verniciate e re-se antiche, per creare vere e pro-prie icone di varie dimensioni, chesono andate a ruba!

Buona parte del ricavato dellabancarella verrà devoluto a Giò!Ma Giò chi è?!?

Giovanni Bassi, detto Giò, è unodi noi, un giovane di Carpenedoloche è sempre stato in AC e che

quest’anno è partito con l’Opera-zione Mato Grosso per la Bolivia.

Là, per otto mesi, lavorerà insie-me ai missionari, ai volontari e allagente del posto per la costruzionedi un impianto idrico. Speriamoche anche la nostra collaborazio-ne possa aiutare e contribuire allaloro iniziativa.

Non ci resta che ringraziare tutticoloro che ci hanno sostenuto edarvi appuntamento all’anno pros-simo!!!

Gli educatoridi Azione Cattolica

Tesseriam.AC

MercatiAmoCi!!!

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Il ritrovo sempre più frequentemente sta ritornando ad essere luo-go di incontro.

Bravi i bambini della quinta elementare che guidati dalle catechiste hanno dato vita nel teatro parrocchiale ad una simpatica re-cita natalizia, coadiuvati anche da alcuni genitori. Un’esperienza da ripetere e d’esempio per tutti.

Nel suo passaggio a Carpenedolo Mons. Florentin ha consegnato alparroco d. Franco una pergamena di benemerenza della diocesi diCluj - Gherla per la collaborazione espressa a più livelli dal 2000 adoggi. Era presente don Vasile Nistor prossimo al ritorno in diocesi altermine del servizio “fidei donum” per due mesi e mezzo. Al vescovoe al suo collaboratore il nostro vivo ringraziamento, unito alla rico-noscenza per l’arrivo del nuovo aiuto nella persona di don HoratiuCipleu (foto accanto) che sarà con noi fino al 25 aprile.

Domenica 1 febbraio due momentisignificativi nella giornata per la vitasono risultati il lancio dei palloncinida parte dei bambini al mattino conmessaggi e la benedizione nel Cimi-tero della nuova croce in marmo diCarrara e preghiera per i bambinimai nati.

Nei prossimi mesi in accordocon la Soprintedenza per i benistorici artistici, la parrocchiaaffiderà alla scuola di restaurodi Botticino Sera alcune opereattualmente collocate al museodel Santuario. La prima dellaserie sarà il busto ligneo delPadre Eterno del sec. XVII

Sabato 17 gennaio nel teatroparrocchiale piacevole seratacon tombolata e intrattenimentoper sostegno all’opera straordi-naria di Lieta Valotti, missiona-ria laica da 29 anni (mamma dichi non ha mamma) in Brasile. Alricavato della serata (3000 euro)si aggiungono 6 adozioni a di-stanza.

Nella festa dell’Epifania particolarmente solenne la s. messa del po-meriggio con l’arrivo dei Magi partiti dalla Casa di riposo e accom-pagnati all’altare dai rappresentanti della Confraternita di s. Barto-lomeo, dagli angioletti e pastorelli e i raffiguranti la Sacra Famiglia.Una iniziativa che ci auguriamo possa diventare tradizione.

Domenica 25 gennaio, piacevole sorpresa, a conclusione della set-timana di preghiera per l’unità dei cristiani, ha celebrato la s. messadei ragazzi mons. Florentin vescovo di Cluj in Romania. Eccolo altermine della celebrazione in una foto ricordo per i chierichetti.

BREVI DICRONACA

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Battesimi1. Pinelli Adele di Giuseppe e Peri Emanuela2. Burlini Stefano di Massimo e Mazza Ro-mina3. Nicoli Tommaso di Maurizio e GhioClaudia4. Frigoni Luca di Omar e Fornari Flora5. Bettari Eleonora di Filippo e SandriniCinzia6. Borghetti Francesco di Nicola e CanipariMarzia

Matrimoni1. Zaniboni Giorgio con Turchi Monica

DefuntiAnno 200887. Vignoli Dante di anni 8288. Ferrari Vittorina di anni 7789. Pezzaioli Giovanni di anni 8690. Morgante Maria di anni 8691. Biancardi Aldo di anni 8892. Bendoni Elsa di anni 84

Anno 20091. Rosati Umberto di anni 782. Monili Gabriela Maria di anni 613. Grazioli Cesare di anni 794. Consoli Battista di anni 665. Rodella Cecilia di anni 696. Bazzana Raffaello di anni 837. Spada Angela di anni 918. Zuccali Giuseppe di anni 859. Aita Maria di anni 9310. Tonello Mario di anni 6111. Zangrandi Luigia di anni 84

AAAANNNNAAAAGGGGRRRRAAAAFFFFEEEE PPPPAAAARRRRRRRROOOOCCCCCCCCHHHHIIIIAAAALLLLEEEE

Possono essere fatte allaparrocchia, in quanto ente noncommerciale con finalità di cultodotato di personalità giuridica,erogazioni liberali da parte deititolari di reddito d’impresa(società, imprenditori,commercianti, artigiani).Tali offerte sono deducibili fino allimite del 2% del redditod’impresa, ai sensi dell’art. 65,comma 2°, lett. a) del T.U.I.R.(D.P.R. 917/86). Le suddetteofferte sono destinate alle attivitàistituzionali della parrocchia epertanto non costituiscono peressa un reddito da dichiarare nelmod. 760. Il parroco deveredigere l’attestazione/quietanzain doppia copia (una perl’offerente, una per l’archivioparrocchiale) contenente i datifiscali delle due parti, l’importo ela data, secondo il modello che siriporta in appendice. Eventualicontributi in natura ricevuti dallaparrocchia da imprese produttrici,negozianti, ecc. sono esenti daIVA (cf. art. 10, n. 12 D.P.R.633/72).Il loro valore può essere dedottodall’offerente se rientra nel limitedel 2% del suo reddito d’impresa;ma, in questo caso, la parrocchianon deve rilasciare alcunaricevuta, perché la liberalità è giàdocumentata dalla fatturaemessa dal donante.

Offertededucibili Oggetto: attestazione rilasciata dal parroco

finalità di religione e di culto,

DICHIARA

di ricevere quale erogazione liberale ai sensi e per gli effetti degli artt.

65, comma 2, lett. a) e art. 95 del T.U.I.R. (D.P.R. 22-12-86, n. 917)

(esente da bollo: D.P.R. 642/72, all. B, n. 8, ultimo comma)

Il sottoscritto

parroco e legale rappresentante della Parrocchia di

con sede nel Comune di prov.

C.F. ente ecclesiastico civilmente

riconosciuto con decreto del Ministro dell’Interno del

pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.

del , avente esclusivamente

la somma di Euro ( )

dal sig. , (nella sua qualità di

della società ) con domicilio/sede

in , prov. ,

,via n. , C.F./P. IVA

data timbro e firma

COME AIUTARE LA PARROCCHIA

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“Il Castello” - Febbraio 2009 - Aut. Trib. BS N. 13/94 del 14/5/94 - Direttore responsabile: Mons. Antonio FappaniDirezione e redazione: Parrocchia S. G. Battista V. Ventura, 1 Carpenedolo (BS) - Videoimpaginazione: C.G.S. - Bagnolo Mella (BS) - Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)

CAMMINO PER LA QUARESIMA 2009Domenica 22 febbraio - Sante messe d’orarioLunedì 23 febbraio - Messa al Cimitero ore 15 e in Chiesa ore 7.30, 9.00, 18.30, 20.00Martedì 24 febbraio - Messa al Cimitero ore 15 e in Chiesa ore 7.30, 9.00, 18.30, 20.00

ADORAZIONE E CONFESSIONIogni sabato dalle 15 alle 18 esposizione del Santissimo Sacramento, adorazione e confessioni

PROPOSTE PER RAGAZZI E FANCIULLIPreghiera del Mattino:Medie (7.35) - Elementari (7.50): presso la Palestra di via Dante.Iniziativa di carità - ogni settimana proporremo un segno.Preghiera in famiglia - seguendo il sussidio consegnato in Chiesa.Via Crucis - Ogni Venerdì ore 16.15 in Chiesa

PER ADOLESCENTI:Dal lunedì al venerdì, alle ore 19.05, preghiera in Chiesa - Il giovedì ed il venerdì incontri di formazione in Oratorio.

PER GIOVANI:Incontri di preghiera sulla Parola di Dio guidati dal vescovo Luciano in Cattedrale.Animazione della Via crucis giovani la sera del 3 aprile alle ore 20.00.Sabato 4 aprile Veglia delle Palme con il Vescovo a Brescia.

CENTRI DI ASCOLTO:Anche in Quaresima sulla scia dell’esperienza ben riuscita in Avvento, riproporremo i Centri d’Ascolto nelle case, rin-graziando già quanti gentilmente ospiteranno nella loro casa il CdA, e a quanti animeranno gli incontri. Gli incontri sa-ranno proposti per cinque lunedì e martedì consecutivi alle ore 20.30• 2-3 marzo - tema: Che Dio è il tuo? Lc 18,9-14 Il fariseo e il pubblicano• 9-10 marzo - tema: La fede che si approfondisce nella prova (Giairo) Mc.5,21-24°.35-43• 16-17 marzo - tema: Quale sarà il risultato? Mc4,3-9• 23-24 marzo - tema: Perché Dio non elimina i malvagi? Mt. 13,24-30• 30-31 marzo - tema: Perché dovremmo perdonare? Mt. 18, 21-35

VIA CRUCIS:In Chiesa Parrocchiale – ogni venerdì ore 8.30 e 16.15 - Nei quartieri - ogni venerdì ore 20.0027 febbraio, S. Giuseppe - 6 marzo, S. Gottardo - 13 marzo, S. Antonio - 20 marzo, Fusetto27 marzo, S. Maria Maddalena - 3 aprile, Giovani - Santuario

5 APRILE - DOMENICA DELLE PALMEOre 9.15 - Processione dal piazzale del Santuario alla Chiesa Parrocchiale

SETTIMANA SANTA6 aprile - LunedìOre 9.00: santa Messa e confessioniOre 15.00: confessioni 4a elementareOre 16.00: confessioni 5a elementareOre 20.00: confessioni per giovani7 aprile - MartedìOre 9.00: santa Messa e confessioniper mamme spose e donneOre 14.00: confessione ragazzi di 1a mediaOre 15.00: confessione ragazzi di 2a mediaOre 16.00: confessione ragazzi di 3a mediaOre 20.00: confessioni per adolescenti8 aprile - Mercoledìore 20.00: confessioni per adulti

TRIDUO SANTO9 aprile - GIOVEDI’SANTOOre 7.30: Recita corale dell’UfficioOre 9.45: Santa Messa del Crisma

e concelebrazione dei sacerdoti col Vescovo in duomoOre 16.00: Santa Messa per bambini e anzianie riconsegna delle cassettine QuaresimaliGiovedì ore 20.30: Santa messa In Coena Domini e adorazione 10 aprile - VENERDI’SANTOOre 7.30: Recita corale dell’UfficioOre 10.00: adorazione per i ragazziOre 15.00: azione liturgica della Passione e morte di GesùOre 20.30: liturgia della Croce e processione con il Cristo morto11 aprile - SABATO SANTOOre 7.30: Recita corale dell’UfficioOre 10.00: preghiera per i ragazziOre 22.00: solenne veglia pasquale con amministrazionedei battesimi12 aprile - DOMENICA DI PASQUA Sante Messe ad orario festivo13 aprile - LUNEDI’di PASQUA, sante Messe con orario festivoOre 11.00: Santa Messa in Santuario19 aprile - Domenica in Albis - della Divina Misericordia- Indulgenza plenaria