il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra...

32
A An nn no o X XV VI II I N N° ° 5 5 S Se et tt te em mb br re e 2 20 00 09 9 S Sp pe ed d. . i in n A AP P a ar rt t. .2 20 0/ /C C l l. .6 66 62 2/ /9 96 6 F Fi il li ia al le e C CM MP P d di i T To or ri in no o R Re eg g. . T Tr ri ib b. . T To or ri in no o n n. . 3 38 86 62 2 d de el l 1 10 0/ /1 12 2/ /8 87 7 el Moncada Periodico dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba il 10 ottobre tutti a milano

Transcript of il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra...

Page 1: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

AAnnnnoo XXVVIIII NN°° 55 SSeetttteemmbbrree 22000099 SSppeedd.. iinn AAPP aarrtt..2200//CC ll..666622//9966 FFiilliiaallee CCMMPP ddii TToorriinnoo RReegg.. TTrriibb.. TToorriinnoo nn.. 33886622 ddeell 1100//1122//8877

el MoncadaHPeriodico dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

il 10 ottobretutti a milano

5_09 copertina colori giusti.qxp 7-08-2009 17:26 Pagina 1

Page 2: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

2

elHMoncadahttp://www.italia-cuba.it/el_moncada/el_moncada.htm

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

codice fiscale: 96233920584

El MoncadaPeriodico dell’Associazione

Nazionale di AmiciziaItalia-Cuba

Anno XVII n° 5 - Settembre 2009

Redazione e amministrazioneVia Giachino, 28/E - 10149 Torino

[email protected]

Direttore responsabile:Marilisa Verti

Progetto grafico e impaginazione:Liderno Salvador & Co.

In redazione:Federico Anfusio,Mauro Casagrandi

(corrispondente da La Habana) Falco e Tomy (vignette da Cuba)

Rocco Sproviero (i Circoli)

Hanno collaborato:Ricardo Alarcón de Quesada,

Jeremy Bigwood, Hernando Calvo Ospina, Maria Angelica Casula,

Raúl Della Cecca, Maurizio Galvani, Jean-Guy Allard,

Sergio Marinoni, Carlos Martínez,Renato Pomari,

Nylian Vázquez García,Maria Giovanna Tamburello

Stampa:La Grafica Nuova - Torino

spedizione in AP art.20/Cl.662/96 Filiale CMP di Torino

Reg. Trib. Torino n. 3862 del 10/12/87

el Moncada è inviato gratuitamente agli associati

Tiratura di questo numero:7.000 copie

Chiuso in redazione: 21/08/2009

I 5 eroi - prigionieri dell’Impero

SS oo mm mm aa rr ii oo

Editoriale pag. 3

Cinque eroi proibiti pag. 4

La battaglia continua pag. 6

A Fidel dall’Onu medaglia di solidarietà pag. 8

Cuba e Italia, due sistemi sanitari a confronto pag. 9

Un uomo nel mirino, il Che pag. 10

Honduras: banane e gorilla pag. 12

Ralph Nodarse, amico di Posada Carriles pag. 14

La Colombia dovrebbe chiedere perdono pag. 15

Ultime notizie, sempre in malafede pag. 18

I costi della stampa libera pag. 20

Internet: applicazioni vietate pag. 24

Lettera a l’Unità pag. 26

Caribe mi amor pag. 28

La mia Cuba pag. 29

Dai Circoli pag. 30

Indirizzi utili pag. 31

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cubavia P. Borsieri, 4 - 20159 Milano - tel. 02680862 - fax 02683037

[email protected] - www.italia-cuba.it

Iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale n° 82

5_09 pagg 02_03_sommario.qxp 21-08-2009 9:21 Pagina 2

Page 3: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

3

Era il 10 ottobre 1868 quando suonò la campanadella piantagione di canna da zucchero La De-majagua, nei pressi di Manzanillo. Al suono di

quella campana, che prima li costringeva al lavoro, glischiavi liberati si unirono alla lotta promossa dall’av-vocato creolo Carlos Manuel de Céspedes che prese learmi dando il via alla lunga battaglia per l’indipenden-za cubana. Nella piantagione ora c’è un monumentosul quale è riportata una citazione di Fidel Castro “Noiallora saremmo stati come loro, loro oggi sarebberostati come noi”. La giornata e la frase calzano a pen-nello con la grande manifestazione che si terrà a Mila-no proprio il 10 ottobre. È un appuntamento a cui nonsi può mancare, perchè chiede la fine di una ingiusti-zia, quella iniziata nel settembre 1998 con l’incarcera-zione di Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Fer-nando González, René González e Ramón Labañino,rei di essersi impegnati seriamente contro il terrori-smo. Noi quei nomi li conosciamo bene, e altrettantosappiamo della loro storia, delle vessazioni cui sonostati sottoposti loro e i loro familiari tra cui, uno degliultimi, nei confronti di Adriana Pérez a cui per la de-cima volta è stato negato il visto di ingresso negli Sta-ti uniti e, quindi, la possibilità di vedere suo maritoGerardo. Una crudeltà che, se non fosse così dramma-ticamente dolorosa sfiorerebbe il ridicolo, dal momen-to che questa piccola donna cubana non può ottenereil visto perchè: “Costituisce un pericolo per la sicurez-za degli Usa”, secondo Hillary Clinton, segretario distato. Chissà che armi nascoste possiede Adriana?Chissà quali sono i suoi livelli di pericolosità? Sicura-mente più alti di quelli di Posada Carriles, il responsa-bile dell’assassinio di Fabio di Celmo e dell’interasquadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sulcielo delle Barbados, due tra le tante atrocità che il la-voro dei Cinque, infiltrati tra le organizzazioni terrori-stiche, avrebbe voluto far sì che non accadessero più.Avrebbero meritato un premio internazionale, per laloro abnegazione. E invece no. Continuano a rimane-re in carcere poiché lo scorso 15 giugno la Corte su-prema Usa ha rifiutato, senza alcuna motivazione,l’appello della difesa snobbando persino i 12 docu-menti presentati dagli Amici della Corte (amicus cu-riae brief), composta da dieci Premi Nobel tra cui ilPresidente di Timor Est, José Ramos Horta, AdolfoPérez Esquivel, Rigoberta Menchú, José Saramago,

Wole Soyinka, Zhores Alferov, Nadine Gordimer,Günter Grass, Dario Fo e Mairead Maguire; il Senatodel Messico al completo; l’Assemblea Nazionale delPanama, l’Alta Commissaria dei Diritti Umani delleNazioni Unite oltre all’ex presidentessa dell’Irlanda, aparlamentari di tutto il mondo, a numerose associazio-ni di avvocati e dei diritti umani di vari paesi, persona-lità internazionali e organizzazioni legali e accademi-che degli Stati uniti, ma niente da fare. La Corte su-prema ha considerato corretto il viziatissimo processoin cui i Cinque sono stati giudicati e condannati nel2001 a Miami, e ha dato pieno appoggio all’ammini-strazione Obama che aveva difeso la condanna. E que-sto è il punto su cui ora bisogna agire ora. Obama par-la e promette, ma nella pratica poco si distacca dallapolitica dei suoi predecessori, per quanto riguarda Cu-ba. Ben più aperto di lui si è dimostrato il Governo del-la Corea del Nord che grazie alla mediazione dell’expresidente Usa Bill Clinton ha liberato le giornalisteLaura Ling e Euna Lee, arrestate per spionaggio e con-dannate ai lavori forzati (e non a ergastoli plurimi perfatti non commessi). Però la cassa di risonanza media-tica del mondo intero e degli Stati uniti aveva strillatodel caso con gli altoparlanti al massimo volume, men-tre per i Cinque cubani tutto rimane sotto silenzio. Equesto fa la differenza. Che sia necessaria la presenzadi Clinton come mediatore presso il governo Usa per-ché Obama si decida a fare qualcosa, dal momento chenon contano neppure i premi Nobel, i giuristi, l’Onu,le commisioni per i diritti umani e altri ancora? Oba-ma, per essere più credibile, potrebbe compiere azio-ni concrete: potrebbe liberare i Cinque con un Ordinepresidenziale, e nello stesso tempo potrebbe far sì cheil pluriterrorista Posada Carriles sia finalmente estra-dato e giudicato per i suoi crimini in Venezuela, anzi-ché girare libero per Miami. Ha i poteri costituzionaliper fare questo. Ma perchè qualcosa si muova, visto ilsilenzio mediatico, noi dobbiamo farci sentire: scen-dere in piazza, scrivere lettere, usare i social networkcome facebook o twitter, firmare petizioni, inventaregesti o azioni plateali che risveglino quel minimo dicoscienza che forse non è completamente anestetizza-ta perchè i Cinque siano liberati. È ora di suonare lacampana del cambiamento, già inondando Milano conla manifestazione del 10 ottobre. HMarilisa Verti

Corea del Nord batte Usa in aperture

Editoriale

5_09 pagg 02_03_sommario.qxp 21-08-2009 9:21 Pagina 3

Page 4: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

4

Il caso di Elián González,un bambino di sei anni,trattenuto con la forza da

persone sconosciute contro lavolontà del padre, e in apertaviolazione della legge degliStati uniti e della decenza, èstato ampiamente riportato daimedia di tutto il mondo. Il luo-go del rapimento, Miami, è di-ventato una sorta di città seces-sionista del Nord America,quando il sindaco, il capo dellapolizia, i politici, tutti i giorna-li, gli annunciatori di radio e te-levisione, insieme con le istitu-zioni religiose e le imprese, sisono uniti ad alcuni dei gruppipiù bellicosi, sotto il comandodi manipoli terroristici e vio-lenti, per opporsi all’ordine deitribunali e del governo, che eraquello di liberare il bimbo.È stato necessario l’interventodi un team di forze speciali in-viato da Washington Dc, che siè lanciato in una operazione se-greta e rapida per occupare va-rie case, disarmare le personepesantemente armate e nascon-dersi nelle vicinanze per salva-re il bambino e ripristinare lalegge. Tutti hanno seguito lenotizie. Giorno dopo giorno.Ma quasi nessuno sapeva cheall’incirca nello stesso periodo,esattamente nel medesimo luo-go - Miami - altri cinque giova-ni cubani venivano arbitraria-mente privati della libertà e sot-toposti a una grande ingiustizia.Gerardo Hernández, RamónLabañino, Antonio Guerrero,Fernando González e RenéGonzález, sono stati arrestatinelle prime ore di sabato 12settembre 1998. Nei 17 mesisuccessivi sono stati rinchiusiin carcere di massimo isola-mento. Soli. La principale ac-

cusa nei loro confron-ti - come è stato rico-nosciuto da parte delpubblici ministeri edal giudice - da quan-do è iniziato, sino al-l’ultimo giorno delprocesso, è stato che iCinque, pacificamen-te e senza armi, si era-no infiltrati in gruppiterroristici anti-cuba-ni con l’obiettivo diinformare Cuba deiloro piani criminali.Era concepibile cheun rivoluzionario cu-bano avesse un pro-cesso equo a Miami,di fronte a questo tipodi accusa? Avrebbepotuto esserci un giu-dizio obiettivo duran-te il rapimento di E-lián, in quel clima diviolenza, odio e paurache lo ha circondato?Secondo l’accusa, sì.Era del tutto possibi-le. Nelle sue parole,Miami è una “grande,diversificata, eteroge-nea comunità” in gra-do di affrontare qual-siasi questione delica-ta, anche quelle relati-ve alla Rivoluzionecubana. I procuratorihanno ripetuto questalinea di pensieroquando hanno respin-to oltre dieci differen-ti proposte presentate dagli av-vocati della difesa per modifi-care la sede prima dell’iniziodel processo.Lo stesso governo Usa, che èstato costretto a trattare conMiami come con una sorta dicittà ribelle e che segretamente

ha inviato forze per ripristinarela legalità, ha ripetutamentementito sulla questione dellasede, negando agli imputati unaltro luogo di dibattimento, di-ritto così rispettato per i norda-mericani, e ha rifiutato di spo-stare il processo nella vicina

città di Fort Lauderdale, amezz’ora da Miami. Per ironiadella sorte qualche anno piùtardi, nel 2002, quando il go-verno fu citato civilmente inambito amministrativo su uncaso di molta meno importan-za, poi risolto con un accordo

Ricardo Alarcón de Quesada

Cinque eroi proibitiVi ricordate di Elián? Ecco perchè lui ora è libero

Il processo più lungo nella storia Usa continua ad essere ignorato dai media

5_09 pagg 04_05.qxp 21-08-2009 9:23 Pagina 4

Page 5: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

5possibilità di una giusta solu-zione a questo caso che avreb-be onorato gli Stati uniti.La decisione del panel giuridi-co, un documento di 93 pagineche descrive fatti inconfutabilisu mezzo secolo di guerra ter-roristica contro Cuba, resta ungrande momento nella migliortradizione nordamericana e ri-marrà un testo che verrà analiz-zato con rispetto dagli accade-mici e dagli studenti in giuri-sprudenza.Ma questo è un altro capitolodella lunga saga dei Cinque.Elián González, sta per com-pletare gli studi preuniversitarie continua ad attirare l’atten-zione dei mass media stranierie dei visitatori che si recano aCárdenas, la bella cittadina do-ve vive. Quando vanno a casadi Elián, sono sicuramente sor-presi nel vedere i manifesti chechiedono la liberazione deiCinque giovani di cui i visitato-ri non sapevano nulla fino adallora.Le parole di Leonard Wein-glass sono molto chiare: “Ilprocesso è stato tenuto segretodagli organi di stampa statuni-tensi. È inconcepibile che il

processo più lungo nella storiadegli Stati uniti sia stato coper-to fino ad oggi solo dalla stam-pa locale di Miami, in partico-lare quando la difesa ha chia-mato a testimoniare un ammi-raglio e un funzionario dellaCasa bianca. Dove sono stati imedia americani per un perio-do di sei mesi? Non solo que-sto è il processo più lungo, maè anche un caso che ha coinvol-to importanti questioni di poli-tica estera e di terrorismo inter-nazionale. La domanda va po-sta ai media nordamericani,che continuano a rifiutarsi dicoprire un caso con tremendeviolazioni dei diritti fondamen-

tali, tra cui la violazione dei di-ritti umani dei detenuti”. (Ri-sposta a Leonard Weinglass, ilForum organizzato dawww.antiterroristas.cu il 12settembre, 2003.)Elián è stato salvato perchè glistatunitensi conoscevano il ca-so e si sono impegnati in modoche la giustizia trionfasse. ICinque sono ancora in carcere -11 anni a settembre -, vittime diuna terribile ingiustizia, perchéi nordamericani non sono auto-rizzati a sapere. I Cinque ven-gono crudelmente puniti per-ché hanno combattuto contro ilterrorismo. Sono eroi, di certo,ma sono eroi proibiti. H

al di fuori del tribunale, e soloindirettamente coinvolto nelcaso Elián, il governo chiese uncambio di sede a Fort Lauder-dale, dicendo che era impossi-bile giudicare con equità aMiami qualsiasi cosa collegataa Cuba (Ramírez vs. Ashcroft,01-4835 Civ-Huck, June 25,2002).Questa flagrante contraddizio-ne è la prova evidente di uncomportamento scorretto dellaProcura, di una reale prevarica-zione, ed è stato uno dei fattoriprincipali su cui si è basata ladecisione unanime della Corted’Appello nel 2005 per annul-lare le condanne dei Cinque eordinare un nuovo processo(Court of Appeals for the Ele-venth Circuit, No. 01-17176,03-11087).Questa storica decisione è statasuccessivamente ribaltata dauna maggioranza del tribunalesotto la pressione dal procura-tore generale Alberto Gonzálesin una azione contraria a quellache dovrebbe essere la praticadel Diritto negli Stati uniti. Ilsuccesso di Gonzáles, una ma-nifestazione della sua peculiarefilosofia giuridica, ha chiuso la

Da quando è iniziata la Rivoluzione il popolo cubano èstato costanemente vittima di attentati da parte dei dif-ferenti governi nordamericani e rimasti nell’impunitàpiù totale. Per tutto questo oltre 3.000 persone hannopagato con la vita e più di 2.700 sono state ferite, sen-za contare i danni subiti dal continuo sabotaggio eco-nomico.

Cinque cubani che hanno cercato di impedire questeazioni terroristiche sono stati arrestati dall’Fbi il 12 set-tembre 1998. I Cinque sono stati accusati di spionag-gio e cospirazione in omicidio, tra le altre false accuse.A Miami, i Cinque non potevano avere un processo e-quo. Nonostante le brillanti argomentazioni della dife-sa, i Cinque sono stati condannati a pene severissime,da quindici anni di carcere fino a diversi ergastoli perreati che non sono stati commessi. Il gruppo di lavorosulla Detenzione Arbitraria della Commissione Diritti u-mani dell’Onu (Gtda) ha dichiarato arbitraria la deten-zione dei Cinque, perché in contrasto con la Conven-zione Internazionale sui diritti civili e politici e ha esor-tato il governo degli Stati uniti a prendere misure im-mediate per risolvere la situazione. I Cinque sono sta-ti ingiustamente arrestati, condannati, sottoposti a iso-lamento in celle di punizione è stato loro negato persi-no il diritto di essere visitati dalle loro famiglie, sono sta-te ignorate le esortazioni delle Nazioni Unite e sono an-cora sotto sequestro da parte delle autorità statuniten-si. Per la loro liberazione occorre intensificare le azionidi solidarietà internazionale, ma anche premere sullaCasa Bianca, perchè intervenga con qualunque mez-zo per sanare questa ingiustizia, indulto compreso.http://www.giustiziapericinque.orghttp://www.libertadparaloscinco.org.es http://www.demandfreetofive.org/http://losqueremoslibres.blogspot.comhttp://www.cuba.cu/inocentes/http://www.freethefive.orghttp://www.libertadaloscinco.org/http://www.cubadebate.cuhttp://www.cubainformacion.tv

emmevi

PER SAPERNE DI PIÙ

5_09 pagg 04_05.qxp 21-08-2009 9:23 Pagina 5

Page 6: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

6

La Corte Suprema ha de-ciso di seguire le istru-zioni da parte del gover-

no degli Stati uniti, indipen-dentemente dall’assurdità delprocesso e dalle migliaia di vo-ci in tutto il mondo che hannochiesto di esaminare il caso deiCinque. Hanno detto: No. Mala lotta non si è fermata un so-lo momento a partire da quelvergognoso 15 giugno.Anche se sembra che tutte lestrade siano state chiuse, ilteam legale responsabile per ladifesa di Gerardo Hernández,René González, AntonioGuerrero, Fernando Gonzáleze Ramón Labañino, si preparaa riaprire il fronte giudiziario. Nel corso di un incontro con lastampa a La Habana, TomGoldstein, responsabile delprocesso di appello alla CorteSuprema, ha spiegato che glisforzi a favore dei Cinque nonsono finiti. Inoltre ha osserva-to che gli avvocati sono otti-misti e pensano di poter arri-vare alla vittoria in due mo-menti a seguito del rifiuto del-la massima autorità giuridicanegli Stati uniti.Dal punto di vista giudiziarioora il team di avvocati, in pri-mo luogo si prepara ad affron-tare le nuove pene da infligge-re a Miami a Fernando, Ramone Tony, dopo che la Corte diAppello di Atlanta annullerà lesentenze del processo inizialeper non averli riconosciuti col-pevoli di inviare informazionisegrete, e la giudice Joan Le-nard procederà alle re-senten-ze. In secondo luogo, cercheràdi riaprire il caso di Gerardo at-traverso il ricorso indiretto,poiché si sono esaurite tutte lestrade dirette all’interno del si-stema giuridico statunitense. Inquesta direzione, c’è un annodi tempo per preparare tutti gliargomenti che evidenzino i

fondamentali errori commessidalle autorità giudiziarie degliStati uniti durante il processo,così da ottenerne la riapertura.Goldstein ha anche sottolinea-to l’importanza che, parallela-mente, si incrementino gli sfor-zi politici e diplomatici: “(...) Èpossibile una soluzione politicaper un caso che, di fatto, ha a-spetti politici”, ha dichiarato.

Re-sentenzePer ora gli avvocati lavoranosulla preparazione della docu-mentazione necessaria e sull’a-nalisi degli aspetti processualievidenziando i brogli avvenuti,così da individuare gli elemen-ti che possano portare a una ri-duzione delle pene.“È molto importante che nonimpongano una sentenza irra-gionevole, e che noi continuia-mo a lottare per ottenere il piùpossibile”, ha detto RichardKlugh, uno specialista in ricor-si che fa parte del team legale.Per parte sua, Leonard Wein-glass, uno degli avvocati, ha

detto che i tre a cui vanno ap-plicate nuove condanne do-vranno affrontare norme diver-se da quelle del 2001. “Conqueste nuove norme pensiamoche gli ergastoli (di Ramón eAntonio) si possano eliminaree possano subentrare condannedi minore entità”, ha detto.Un altro elemento di speranzaper gli avvocati, sono i cambia-menti avvenuti a Miami, per e-sempio in termini demograficio nel ripiegarsi degli elementifanatici della comunità, comeha fatto notare Rafael Anglada,che ha anche aggiunto che purel’atteggiamento del governo de-gli Stati uniti dovrebbe mutare.“Non posso prevedere quali sa-ranno le condanne, ma possoanticipare che ci saranno mi-glioramenti nelle pene dei tre el’eliminazione degli ergastoli”,ha detto Weinglass.Tutti gli avvocati hanno conve-nuto che fino al 13 ottobre c’èparecchio da fare, così da ave-re tutto pronto. Bill Norris haanticipato la strategia: “In pri-

mo luogo, dobbiamo fare inmodo che i tre che dovranno a-vere le nuove sentenze - Anto-nio, Ramón e Fernando - ritor-nino a Miami così da poterciincontrare e preparare per tuttoquanto va fatto. In secondo luo-go, dobbiamo ottenere che ilgoverno ci dia le informazionidi cui abbiamo bisogno per ipreparativi adeguati. In terzoluogo, si discuterà con il gover-no la possibilità di ridurre iproblemi e raggiungere un ri-sultato equo e che i tre torninoa Cuba il prima possibile”.Tom Goldstein ha osservato chela giudice Joan Lenard adessodeve prendere in considerazio-ne i lunghi anni trascorsi in car-cere, e le sofferenze per loro ele loro famiglie, il riconosci-mento della comunità interna-zionale, e deve imporre unacondanna inferiore in modo so-stanziale. Sono da analizzare lediverse situazioni, tutte le circo-stanze avvenute durante il pro-cesso, e non cristallizzarsi sunumeri o statistiche matemati-

La battaglia continuaGli avvocati dei Cinque preparano nuove battaglie giudiziarie

Nylian Vázquez García da Juventud Rebelde

La solidarietà internazionale è essenziale per il loro rilascio

5_09 pagg 06_07.qxp 21-08-2009 9:24 Pagina 6

Page 7: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

7

te Suprema avrebbe dovuto ri-solvere se avesse accettato di e-saminare il caso -, “ma se riu-sciremo ad eliminare l’accusadi ‘cospirazione per commette-re assassinio’, su cui lavoriamoin questo momento, anche Ge-rardo avrà diritto a una re-sen-tenza, come Ramón, Antonio eFernando. Prima di tutto si de-ve eliminare tale accusa, e ci

auguriamo che si possa fare”,ha dichiarato l’avvocato.Dal canto suo, Goldstein haspiegato che il team legale por-terà le argomentazioni sul fattoche la condanna in ‘cospirazio-ne per commettere assassinio’è assurda... “(...) Pensiamo dipoter dimostrare al giudice cheesistono nuovi elementi di pro-va che non sono mai stati ana-lizzati e che lui (Gerardo) nonha avuto a che fare con alcunpiano per uccidere chiunque,nella giurisdizione degli Statiuniti o altrove”, ha affermato.Per Richard Klugh ora siamo e-sattamente nella fase di prepara-zione della mozione per correg-

gere la sentenza di fronte allacorte del distretto di Miami, sul-la base dei nuovi elementi diprova citati da Golsdtein. Perquesto, ha spiegato, gli avvocatihanno un anno di lavoro davantiper la preparazione del materia-le e, una volta cominciato questocompito, devono chiamare i te-stimoni e presentare nuovamen-te documenti e testimonianze.

L’avvocato ha confermato i so-spetti e ha pesato i punti di for-za sino a questo punto: “È co-me partire di nuovo, ma con inpiù tutto ciò che abbiamo ap-preso in relazione alle azionidei pubblici ministeri e con leprove accumulate come mini-mo negli ultimi otto anni”.“Abbiamo davanti un anno perlavorare e, soprattutto, perprendere tempo per prepararcibene... in questo modo quindipensiamo di ottenere una vitto-ria nell’appello indiretto", haaffermato Klugh.Anche nel caso di Gerardo pe-seranno le mitigazioni dellesentenze che gli avvocati cer-

cheranno di ottenere. In ag-giunta a quanto già detto, e cheè valido per tutti i Cinque, siaggiunge il fatto che Gerardoha salvato la vita di un prigio-niero che pensava al suicidio.Come ha spiegato Anglada at-traverso Adriana, questa don-na coraggiosa a cui impedi-scono di vedere il marito, Ge-rardo è riuscito a trovare l’in-dirizzo e il numero di telefonodei parenti del detenuto di ori-gine cubana, che ha così trova-to una ragione per continuarea vivere. Ma chi ha riassuntonella maniera migliore lo spi-rito della strategia di far cessa-re l’ingiustizia nei confronti diGerardo Hernández, e dei Cin-que in generale, dal punto divista giudiziario e da quellopolitico, è stato il presidentedel Parlamento cubano. “Il ca-so di Gerardo va affrontatocon tutte le risorse possibili, sideve lottare con le mani, con identi, con le unghie, se neces-sario. Se non sarà rilasciatocome gli altri, sarà impossibi-le avere un rapporto normalecon gli Stati uniti”.

René e il futuroSulle prospettive e lo stato diRené González, che non avràuna re-sentenza, il suo avvoca-to Phil Horowitz ha spiegato,nel corso della riunione: “Il ca-so di René è molto diverso. Lasua condanna, si concluderà inpoco più di due anni, circa 27mesi... e in questo tempo Renéè proiettato nel futuro con l’an-sia di tornare a casa con la mo-glie e le figlie”, ha chiarito.René dovrebbe rimanere in car-cere fino all’11 ottobre 2011.“Da quel momento, per tre an-ni, sarà in libertà vigilata, che èequivalente a una libertà condi-zionata. Ci auguriamo che, perragioni umanitarie e, in quantocittadino cubano, possa andar-sene a casa sua”.L’avvocato ha ripetuto la de-nuncia sul fatto che la moglienon ha potuto visitarlo dal2001 a causa del ripetuto rifiu-to da parte del governo degliStati uniti. A questo propositoha dichiarato che continuanogli sforzi perchè Olga e Adria-na possano visitare i loro mari-ti, un diritto che è stato loro ne-gato da Washington. H

che per definire le sentenze.Tra gli elementi che verrannopresentati c’è il fatto che per 11anni nessuno ha avuto proble-mi disciplinari, nonostante ledure condizioni di detenzionesubite. Nel caso di Tony, comeha ricordato Anglada, si ag-giungono i corsi di pittura e discacchi da lui creati in carcereper i detenuti, o i corsi di ingle-se e di matematica che ha im-partito.Rafael Anglada ha approfittatodell’occasione per chiederescusa da parte di Tony, Fernan-do e Ramón, che saranno tra-sferiti a Miami, se alcuni amicinel mondo non riceveranno ri-sposte alle loro lettere. Duranteil processo di delocalizzazione,che non è mai lineare, possonoperdersi alcune lettere, libri edocumenti che loro ricevono datutti i continenti.Il presidente dell’AssembleaNazionale del Potere Popolare,Ricardo Alarcón de Quesada,presente all’incontro con lastampa, ha sottolineato che iCinque sono rimasti in carcerepiù tempo di altre persone chesono state condannate per spio-naggio reale. Così la re-senten-za dovrebbe portare al rilascioimmediato, visto che sono ri-masti in prigione per oltre undecennio. “Dobbiamo dare bat-taglia perchè ciò avvenga”, haproclamato.

L’ingiustizia su Gerardo“La situazione di GerardoHernández è la più difficile edè la più grande ingiustizia com-messa in questa vicenda”, haasserito Joaquín Méndez, unavvocato del team legale.A partire da questa verità in-confutabile gli avvocati tente-ranno di riaprire il suo caso pergiugno del prossimo anno. An-che lui è stato incarcerato in-giustamente per oltre dieci an-ni e, come se non bastasse, ilgoverno statunitense continua anegare il rilascio del visto a suamoglie che, così, non può an-dare a trovarlo nella prigionedella lontana California.“Non eravamo d’accordo conla sentenza della Corte di Ap-pello di non inviare a Gerardola re-sentenza” ha affermatoWeinglass - anche questa è unadelle contraddizioni che la Cor-

5_09 pagg 06_07.qxp 21-08-2009 9:24 Pagina 7

Page 8: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

8

N on solo non si è letta oascoltata la notizia suimedia italiani, ma an-

che con una ricerca di Googlein italiano è stato durissimotrovarla, e c’era solo sul sito delMinrex e in Granma. Eppure ilfatto che per l’Onu Cuba sia unparadigma della solidarietà nonè cosa da poco. La notizia èproprio questa: lo scorso mag-gio il presidente dell’Assem-blea Generale della Onu, Mi-guel D’Escoto, ha rilasciato aFidel Castro un documento uf-ficiale con tanto di medagliache accompagna il decreto incui Cuba e la solidarietà sem-brano essere un tutt’uno. “Miha consegnato un documento,che ha firmato come presiden-te della Assemblea Generaledelle Nazioni Unite, che desi-gna Cuba come paradigma del-la solidarietà internazionale emi ha mostrato la medagliad’oro, disegnata da lui stesso,che ha accompagnato il suo de-creto”, ha scritto Fidel, in unadelle sue riflessioni (“Si devedare tutto”). Un encomio dovu-to, come mostrano le pagine didichiarazioni e le firme chefanno parte del libro che ac-compagna il suo riconoscimen-to di eroe mondiale della soli-darietà, come quella scritta daVu Chi Cong, Ambasciatorevietnamita a Cuba, che addirit-tura lo definisce un pioniere:“Fidel è un pioniere e un cam-pione di solidarietà e avrà sem-pre la gratitudine del popolovietnamita”. Lo stesso D’Escoto, qualchegiorno prima, in un discorso aiministri degli Esteri e ai rappre-sentanti del Movimento deiPaesi non Allineati, ha detto:

“...Cuba è sempre stata un luogoper rinfrescarsi spiritualmente.Qui possiamo constatare chel’amore è l’arma più forte e puòpiù dell’egoismo; qui più che inqualsiasi altro luogo, possiamoapprendere quello che è la soli-darietà, l’antidoto più importan-te per far sì che l’umanità possasopravvivere al demenziale e-goismo in cui sembrava destina-ta a scomparire”. I principi della Rivoluzione cu-bana, che ha resistito anche neimomenti più difficili del suomezzo secolo di storia, sonoora riconosciuti dalla stragran-de maggioranza dei paesi delmondo, anche se quelli ricchifingono di non accorgersene.Viceversa lo sanno bene i po-poli e i paesi che hanno ricevu-to l’aiuto disinteressato dellapiccola isola, nonostante le suedifficoltà economiche, il peri-colo di guerre e di invasioni, el’assurdo e crudele Bloqueo daparte del potente vicino statuni-tense. Per gran parte del mon-do, l’isola della resistenza è unesempio di che cosa si può farequando gli ideali di lotta sonoben definiti. Difficile ricordaretutti gli interventi, ma ci limi-tiamo a una breve sintesi, per-chè tutta la storia di Cuba, do-po il 1959, è costellata di azio-ni solidali all’insegna dell’in-ternazionalismo. All’inizio del1960 i primi medici cubani so-no arrivati in Algeria e ancoraoggi nel paese vi sono contin-genti e brigate per la cura dellavista, ma anche delle madri edei bambini. Migliaia di giovani del cosid-detto continente nero hannoricevuto l’istruzione sull’isolae hanno ottenuto una laurea u-

nivers i tar ia ,altrimenti impossi-bile nelle loro nazioni.Dal 1961 Cuba ha cooperatocon 157 paesi del mondo, e peri suoi programmi hanno presta-to servizio 349.576 collabora-tori, di cui 134.730 professio-nali e tecnici della salute in 107paesi. Attualmente lavorano al-l’estero oltre 50 mila collabora-tori cubani in 95 paesi, e diquesti oltre 38 mila apparten-gono al settore della salute.Oltre ventiquattromila bambinicolpiti dalle radiazioni di Cher-nobyl hanno usufruito del pia-no cubano di assistenza gratui-ta e sono transitati nel centro diTarará, alle porte de La Haba-na, a prescindere dalle relazio-ni ufficiali tra i Governi. Per laOperación Milagro, dal 2004 almarzo 2009, sono stati operatiagli occhi 1.554.662 pazienti di35 paesi (compresa Cuba). Dei1.380.869 pazienti stranieri,soprattutto abitanti dell’Africae dell’America latina, ben1.113.602 hanno subito gli in-terventi in 61 centri oftalmo-logici, con 92 punti chirurgi-

ci donati daCuba a 20 paesi.

Sempre a marzo di quest’anno,il programma di alfabetizza-zione YO SÍ PUEDO, che ha14 versioni in differenti idio-mi, ha alfabetizzato quasiquattro milioni di persone di28 Paesi, 15 dell’America La-tina, 5 dell’Area caraibica, 5dell’Africa Subsahariana, 1dell’Asia, 1 dell’America delnord e 1 del nord Africa, conl’intervento di quasi 850 qua-dri e docenti del Ministero del-l’Educazione cubano.Chi altri può vantare un similecurriculum di solidarietà? Pur-troppo nessuno, nonostantequanto avete letto sia incomple-to per difetto su ciò che Cuba hafatto negli ultimi cinquanta anni.Quando Fidel Castro il 1 maggio2000 ha delineato il concetto diRivoluzione, di fatto ha spiegatoil significato di solidarietà: “Larivoluzione è modestia, disinte-resse, altruismo, solidarietà ed e-roismo” ha detto in quella occa-sione. Esattamente ciò che i cu-bani applicano ogni giorno conl’internazionalismo solidale. H

Consegnata dal Presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni unite

Marilisa Verti

Un esempio per il mondo intero; peccato che non si sappia...

A Fidel dall’Onumedaglia di solidarietà

5_09 pagg 08_09 21-08-2009 9:25 Pagina 8

Page 9: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

9

ba è possibile garantire preven-zione e salvaguardia della salu-te degli individui. La capillaritàdell’assistenza fa sì che anchel’Inmp riesca ancora a curare -indiscriminatamente - tutti co-loro che lo richiedono sia chearrivino a Lampedusa sia chevivano in Etiopia dove opera dapiù di dieci anni un ospedalecon anche personale italiano. ACuba, ogni municipalità - chesono circa 150 sparse in variezone del paese - ha un luogoper la ricezione delle patologiee si dà assistenza alle malattiepiù gravi fino all’attenzionemensile (per 12 mesi) delledonne in gravidanza. Non solo

- dopo 50 anni dalla rivoluzio-ne - sono stati formati e lavora-no 30 mila medici; medici cheoperano o hanno operato anchefuori dal paese per spirito inter-nazionalista che distingue ilprofessionista cubano. L’ha fat-to in passato il dottor De la Por-tilla González, lo ho fatto ildottor Manuel Diaz Jide svol-gendo la sua opera di assisten-za in Colombia.Sul problema del Sida/Aids, ilconfronto è stato comunqueserrato e ad alto livello. In par-ticolare si è discusso dei sog-getti a rischio o più colpiti: da-gli specialistici cubani è emer-so che nel paese la popolazionepiù colpita è quella maschileche, tuttavia, anni di applica-zione ed intervento hanno per-messo un maggiore controllodella diffusione della malattia.L’altro aspetto è che ai pazien-ti viene data un’assistenzacompleta ovvero di tipo socio-psicologico e alimentare, oltre

che farmacologica. «Non sipuò debellare il Sida se non sinutrono le persone, che nonvengono ospedalizzate ma tor-nano nelle loro case e sono sot-to controllo dei medici di fami-glia». Un altro aspetto, questomolto importante, le cure sonogratis, a costo zero, e fornite atutti indistintamente. Inoltre, imedicinali retrovirali sono pro-dotti a Cuba e non importati,almeno nei primi livelli di in-tervento. La differenza è che,negli Stati uniti come in Italia,il cocktail di farmaci costa finoa 10 mila dollari a persona. Lapresenza di Vittorio Agnoletto(che lascia la carica di europar-lamentare) ha permesso di ri-percorrere le battaglie che ilBrasile, l’India e il Sudafricahanno fatto e stanno facendoper avere farmaci anti Sida abasso costo oppure prodotti insede locale. La battaglia è duraperchè si tratta di combatterecontro le multinazionali checontrollano mercato e prezzidei medicinali. Una cosa peròsi è scoperta: l’opposizione alcontrollo monopolistico diqueste società accomuna sia ilcosiddetto primo che terzomondo, poiché anche in Italia oin altri paesi, molti medicinalisono «proposti per forza»,«non si producono farmaci permalattie dimenticate», comepure, «sono più costosi rispettoa quanto è in realtà il loro be-neficio». Questo incontro potràservire anche a gettare le basiper un ulteriore collaborazione,almeno, questo è stato l’auspi-cio espresso a tutti. HN.b. Per contatti a Noi Medici per Cuba: [email protected]

Due cose principalmentesono emerse dagli in-contri tra Noi Medici

per Cuba, l’Associazione di a-micizia Italia-Cuba, l’Inmp (I-stituto Nazionale per la Promo-zione della Salute delle Popola-zioni Migranti ed il Contrastodelle Malattie della Povertà)dell’ospedale San Gallicanocon tre medici cubani, rappre-sentanti sia dell’Istituto PedroKouri de La Habana sia del Sa-natorio di Matanzas. La prima è la più drammaticaed ancora tragica, è che l’insor-genza delle malattie - in questocaso specifico sul tema Aids/Sida - è legato alle condizionidi povertà che riguardano inmisura minore Cuba rispettoall’Africa. Comunque alcunepatologie si evidenziano sem-pre di più in Italia, dopo l’arri-vo di molti disperati. La seconda cosa, invece, èquella di avere scoperto la qua-lità dell’intervento che si prestanell’Isola che «Vanta - come hadetto con orgoglio il dott. Vic-tor Manuel Rodríguez Guevara- un tasso di mortalità infantilepiù bassa di quella degli Statiuniti». Lo dice anche l’Oms(l’Organizzazione mondialedella sanità) che sottolinea co-me in un paese economicamen-te arretrato ci siano servizi diassistenza avanzatissimi.Il centro dell’interscambio tramedici specialistici di diverserealtà è stato il confronto suidue sistemi sanitari che si con-tinuano a sviluppare dal basso,attraverso l’accoglienza deimedici di base o di famiglia fi-no a giungere a livelli più ele-vati di prestazioni. Solo in que-sta maniera, per esempio, a Cu-

Cuba e Italia, due sistemi sanitari a confronto

Incontro a Roma sull’Aids

Maurizio Galvani

Nell’isola tutto gratuito: cure, alimentazione e assistenza

L’Aids, nel mondo, ha colpito 34 milioni di persone cheoggi sono sieropositive, e tra queste ci sono 2,5 mi-lioni di bambini.Ha già ucciso oltre 20 milioni di persone e provocheràfra un anno, soltanto in Africa, almeno 50 milioni di or-fani. A Cuba le informazioni e gli studi del prestigiosoIstituto Pedro Kouri de La Habana, dal primo caso diVIH/SIDA registrato nel 1985, registrano un quadro e-pidemiologico serio (un aumento del 3,4%), ma ri-stretto in una popolazione di 11,2 milioni abitanti che,dopo quasi 25 anni affrontando la malattia, segnala9.039 persone infettate, con 3.500 casi di SIDA, tra iquali gli uomini sono l’81%).In Italia, con una popolazione di 60 milioni di personecirca sono 120 mila i pazienti sieropositivi, il doppiodell’Isola, in rapporto alla popolazione.

SIDA/AIDS

5_09 pagg 08_09 21-08-2009 9:25 Pagina 9

Page 10: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

10

Come abbiamo più volteribadito, negli ultimitempi gira aria nuova

nei paesi latinoamericani.L’ultima ventata è arrivata conla vittoria elettorale del FronteFarabundo Martí in Salvador.Si insediano dunque in questipaesi nuove amministrazioni,nuovi addetti ai vari servizipubblici, non più supini ai rigi-di controlli delle oligarchie lo-cali che rappresentavano benaltri interessi geopolitici. Nelsettore giudiziario proprio du-rante questi ricambi, che com-prendono giuristi e tecnici, so-no emerse vicende oscurate peranni. In particolare una recentenotizia relativa al rinvenimentodi nuovi documenti attira la no-stra attenzione. Lanciata dall’a-genzia di stampa franceseFrance Presse, narra del coor-dinamento nella caccia a Erne-sto Che Guevara di quei paesilatino americani che in seguitoavrebbero fatto parte del fami-gerato Piano Condor. Secondoalcuni documenti che l’agenziadi stampa ha visionato, esiste-rebbe la prova che le dittaturedi allora, già ben installate onascenti, si scambiarono infor-mazioni e staffette di pedina-mento, in un piano antesignanoe probabilmente formativo delPiano Condor. Quest’ultimo,rimasto parimenti segreto peranni, fu la regia occulta con cuisi ottennero i noti tragici risul-tati in Sud America, voluti dal-la politica dallo statista nord a-mericano e Premio Nobel perla Pace, Harry Kissinger. Infatti le dittature militari inse-diatesi con l’aiutino degli Statiuniti, governarono il Brasiledal 1964 al 1985, la Bolivia dal1964 al 1982, l'Uruguay dal

1973 al 1985, l’Argentina tra il1966 e 1973 e tra il 1976 e il1983, il Cile dal 1973 al 1990.Il potere del generale Stroessenin Paraguay si protrasse più alungo di tutti, dal 1954 al 1989.Naturalmente venne pesante-mente condizionata la politicaanche negli altri paesi sudame-ricani che non erano dittaturemilitari. Applicando il Piano Condor, letirannie si scambiarono infor-mazioni sui movimenti di resi-stenza e riuscirono a persegui-tare senza tregua i rifugiati, an-che per procura, in ogni paesedel cono americano, così chenon potessero trovare rifugio innessun luogo del continente. Prima i comunisti, poi i sociali-sti, e a seguire gli attivisti de-mocratici, vennero catturati etorturati oltre ogni frontiera,come ci racconta per esempio ilfrate domenicano Carlos Al-berto Libanio Cristo, meglioconosciuto come Frei Betto,nel suo bellissimo libro “Batte-simo di Sangue” (anno 2000-Sperling & Kupfer). In questotesto le vicende narrate si svol-gono tra Brasile e Uruguay.

Tornando alla recente notiziadella France Press, la data ri-portata nel primo documentovisionato è quella del 3 ottobre1966 e si tratta di una corri-spondenza tra i servizi segretidel Paraguay e del Brasile. An-nuncia con certezza l’arrivo delChe in Brasile. Ne riferisce lapartenza da Corumba nel nordovest del paese, a bordo del bat-tello Victoria do Palmares e sot-to il falso nome di Oscar Ferrie-ra. Ne ipotizza gli spostamentiverso la Bolivia, ne sottintendele possibili ambizioni operative

verso il nord dell’Argentina,non esclude tentativi di recluta-mento anche in Paraguay. Proprio in questo paese nel1992, tre anni dopo la fine del-la sanguinosa dittatura di Al-fredo Stroessner, l’avvocato ericercatore Martin Almadacollaborò alla scoperta degliArchivi dell’Orrore, dove tratonnellate di documenti, quasisei, furono rinvenuti anchequelli del Piano Condor che ri-guardava i collegamenti opera-tivi tra le dittature. Di fatto fu il repentino cambiodi governo a non permettere aiprecedenti servizi segreti para-guaiani di occultare o distrug-gere gli archivi. La France Presse riporta chenon tutto il materiale ritrovatoallora nell’archivio è stato inte-ramente esaminato e che moltidocumenti sono in attesa datempo di riscontri incrociati perconfermarne la veridicità stori-ca. Sembra essere il caso acca-duto ora all’informativa suGuevara.Almada, ora settantenne, all’e-poca fu lungamente incarcera-to e torturato con conseguenzepermanenti a carico della suasalute, ma tuttora collabora aglistudi sul materiale recuperato.Sue sarebbero le comparazionitra i documenti paraguaiani e

altri, recentemente riemersi inseguito alla scoperta di archiviminori, ma simili, un po’ in tut-ti i paesi del sub continente. E sempre con il Che come pro-tagonista.

È significativo che il leggenda-rio Guevara sia stato marcatocosì da vicino fin da subito esoprattutto che lo fosse da par-te di tutti i paesi reazionari con-temporaneamente. Questo è indice prima di tuttodell’esistenza di una regia uni-ca e in secondo luogo che que-sta aveva paura di essere distur-bata nelle sue manovre. Una re-gia che temeva fortemente lasua presenza in America Latinae molto tempo prima di creareun organismo unico di gestionedel Terrore. Infatti il tentativo del Guerri-gliero Eroico risponde a unatempistica precisa, visto cherientra in Sud America proprioin contemporanea con l’inse-diamento della prima giuntamilitare in Argentina.Come intuito dall’impero ecomprovato oggi, ha per ob-biettivo la creazione di un nu-cleo insorgente nel sud dellaBolivia che si potesse estenderepoi verso la naturale congiun-zione della cordigliera delleAnde, allo stato di Salta, nel

Un uomo nel mirino, il CheNuove informazioni sul Guerrillero eroico

Raúl Della Cecca

Un’unica regia, quella reazionaria, la stessa del Plan Condor

5_09 pagg 10_11.qxp 21-08-2009 9:28 Pagina 10

Page 11: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

11

nord dell’Argentina federale.Queste sue intenzioni dimostra-no anche una precisa conoscen-za delle condizioni socio cultu-rali della regione da penetrare.È infatti ampia e con implica-zioni storiche la vocazione ri-belle di quel territorio. Anche ilben più recente movimento deiPiqueteros ha preso il via daSalta. Il Che, argentino, avevagiustamente individuato dovefar avanzare la guerriglia dopoaver creato le basi oltre frontie-ra, nella foresta boliviana. Sap-

piamo che il suo tentativo dopoundici mesi non superò la pri-ma fase, più per il deserto crea-togli attorno dalla sinistra istitu-zionale, che per i vari tradimen-ti sempre insinuati e mai defini-tivamente provati (per esempiocitiamo quello detto dei di-bujos, i ritratti dei ribelli ricer-cati, che sarebbero stati dise-gnati per la polizia bolivianadal pittore Ciro Roberto Bustos,guerrigliero argentino di Men-doza o quello di Regis Debrais,intellettuale e scrittore francese,che avrebbe rivelato, dopo un

incontro con Guevara, doveconcentrare le ricerche. Vedereper maggiore approfondimentoil documentario Sacrificio di E-rick Gandini - anno 2001). Contro questo isolamento econtro la disinformazione ali-mentata negli ambienti sinda-cali boliviani e argentini daipartiti filo sovietici, aveva ope-rato in accordo costante con ilChe, la guerrigliera Tania (Ta-mara Bunke), tedesca ma an-che lei dai natali argentini e conl’identità di copertura a nome

Laurita Gutierrez Bauer. I dirigenti comunisti locali, conil boliviano Mario Monje maanche quelli argentini, dopo lapromessa iniziale di appoggiofatta al Che, si ritirarono quasisubito da quanto concordato,lasciandolo solo a guerrigliagià iniziata.Forti del consenso o diretta-mente istruiti da Mosca, colti-vavano, si spera in buona fede,la speranza di un periodo diconvivenza con i governi rea-zionari, per passare poi alla fa-se di rivincita facendo leva sul-

l’opposizione popolare di certopiù propensa ai cambiamentidopo un periodo sotto l’egidadella destra. Invece fecero la fi-ne del topo che aveva accettatol’invito a cena del gatto.Proprio di queste vicende capìla sostanza Tania che si intro-dusse persino negli ambientidell’oligarchia per carpirne isegreti. Vide leader sindacaliattratti dalla carota e altri mi-nacciati dal bastone. Forse ilChe pagò la sua critica al so-cialismo reale, forse non l’U-

nione sovietica ma l’altro im-pero trovò il modo di acquista-re sedicenti dirigenti comunistiin Bolivia e Argentina per se-minare diffidenza nei suoi con-fronti, forse fu semplicementetradito da qualche Giuda. Ècerto però che sotto questanuova luce di uomo nel mirino,prima di tutti gli altri, il Chedella vita reale, non quella ro-manzata, ci dimostra ancora dipiù la sua lungimiranza e la suacoerenza soprattutto sulla scel-ta dei tempi dell’azione. Diven-ta meno consistente la tesi che

lo vedeva impaziente di agiresolo perché di carattere indo-mito, nonostante mancasse an-cora in Bolivia una fase diguerriglia già operativa dentrola quale innestarsi. Ora è piùchiaro che non si era precipita-to sbagliando i tempi, sempli-cemente sapeva che gli eventistavano per subire delle rapideevoluzioni.Semmai si era sobbarcato que-sta nuova consegna nonostantenon fosse ancora pronto il ter-reno, perché era l’unico modoper tentare di fermare i tetripropositi di controllo che dopoil suo assassinio si avverarono.Una insorgenza guidata da co-lui che per la sinistra argentinaera già un riferimento miticodopo le vicende cubane, avreb-be scosso tutte quelle realtà so-ciali che con l’avanzare delladestra, dal ruolo di emarginatevenivano sempre più spinteverso quello di clandestine. Avrebbe mobilitato quei grup-pi, soprattutto urbani e in tuttoil paese, che grazie alle violen-ze indiscriminate e senza inse-gne dei paramilitari, iniziavanoa capire come sarebbero anda-te a finire le cose. La certezzastorica che già nel 1966 con-vergessero sul Che le attenzio-ni coordinate del potere reazio-nario, pronto a divenire fasci-sta, chiarisce che i successivitentativi di ricreare le condizio-ni di riscatto da parte dell’Eser-cito Rivoluzionario Popolare diMario Santucho o dei Monto-neros (peronisti di sinistra), a-vrebbero potuto essere prepa-rate ben prima, se solo si fosserisposto in tempo, uniti, al mes-saggio rappresentato dalla vici-na presenza del Che.Dopo, è stato tardi sul serio.Ma anche allora, come si pote-va indossare la camicia del co-munista senza dividersi nei so-liti infiniti settarismi? Sempli-ce, non identificandosi nellestesse priorità e accettando ilconcetto di leader solo dopol’avvento dell’irreparabile. Non c’è qui l’intenzione di ag-giungere altri meriti al compa-gno Ernesto Guevara, ma sta difatto che anche nella lista diquelli da eliminare, è stato ilprimo. La notizia della France Presseci dice che adesso è storia... H

5_09 pagg 10_11.qxp 21-08-2009 9:28 Pagina 11

Page 12: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

12

Lo scorso 28 giugno le a-genzie di stampa batto-no una notizia che ri-

porta agli anni ‘70: colpo distato militare in Honduras. Èun segnale sul fatto che i cam-biamenti di Obama rimarrannoparole e non si tradurranno infatti. La non ingerenza Usa nel-le scelte interne dei singoli Sta-ti non esiste, e l’Honduras mo-stra che l’intromissione ha va-rie facce, compreso il vecchioma sempre redditizio metododel golpe, con tutto il classicocontorno, dai militari alla re-gione, cioè il Centro America.Vi sono differenti sfaccettature,importanti per capire la situa-zione e gli avvenimenti. Innan-zi tutto il cambiamento pro-gressivo e propositivo dell’A-merica meridionale, nelle mi-gliori delle ipotesi ha solo lam-bito l’America centrale; qui an-cora registriamo le notevoli dif-ferenze di classe, il propagarsia dismisura della corruzione, lostrapotere degli eserciti. L’Hon-duras è tra i paesi con il piùbasso reddito pro capite almondo e con minore autono-mia nazionale; la straricca bor-ghesia honduregna è ancora le-gata, come gemelli siamesi, al-le decisioni del governo statu-nitense. Gli Stati uniti hanno dasempre finanziato l’Honduras eil suo apparato militare. Nelcomplessivo sfruttamento delpaese molte sono le responsa-bilità delle multinazionali, inparticolare per le banane, dacui deriva la dispregiativa de-nominazione di Repubblicadelle banane per il paese. Eproprio all’inizio di quest’annoChiquita, il gigante statuniten-se, si è unita alla Dole, leadermondiale per la produzione ecommercializzazione di frutta

e verdura, in uno scontro fron-tale con il governo honduregnodi Manuel Zelaya, reo di averalzato la paga base dei brac-cianti del 60 per cento. Inoltremanca una politica economicadel paese o, meglio, c’è una po-litica economica capestro, per-ché schiacciata dagli accordibilaterali di sudditanza agli Usae, infine, esiste una ingombran-te presenza dell’esercito statu-nitense nelle grandi basi strate-giche militari. In sostanza, quindi, la politicaeconomica e la politica milita-re dei Paesi del Centro Ameri-ca e anche dell’Honduras sonodecise a Washington. Ma per-chè un golpe proprio lì? Innan-zi tutto per far capire al mondoche nulla cambia con la Presi-denza Obama e poi per almenotre ragioni basilari: Ê Attaccare: l’obiettivo è l’Al-ba (alleanza bolivariana delleameriche) di cui l’Honduras faparte, quindi l’azione è ancheun monito a non cercare uncammino di sviluppo fuori dal-le logiche Usa;Ë Minacciare: un avvertimen-to rivolto alla Rivoluzione cu-bana e al nuovo corso politicoin latinoamerica;Ì Consolidare: la politica este-ra di Obama deve mantenere i-nalterato l’equilibrio del “giar-dino di casa” a meno che, e sa-rebbe ancora più inquietante, alPresidente degli Usa manchi ilcontrollo della politica estera.Inoltre l’Honduras, grazie allapolitica di John Negroponte, exambasciatore Usa a Tegucigal-pa, è stata sempre terra di retro-via militare controrivoluziona-ria. Qui si formerà l’esercitomercenario della Contras anti-sandinista, operativo negli anni’80, mentre la base militare di

Soto Cano, nota anche comePalmerola, situata a meno di 100chilometri da Tegucigalpa, riat-tivata nel 1981 con l’ammini-strazione di Ronald Reagan, fuutilizzata dal colonnello OliverNorth per dirigere la guerrasporca contro il Nicaragua. Esempre da lì partirono gli attac-chi contro i rivoluzionari di ElSalvador e del Guatemala, checostarono decine di migliaia divite. Come ha ricordato FidelCastro in una delle sue riflessio-ni: “Lì si trova la ‘Joint TaskForce Bravo’ degli Stati uniti,composta da elementi delle trearmi, che occupa l’85 per centodell’area della base. Eva Golin-ger ha reso noto il suo ruolo inun articolo pubblicato su Rebe-lión del 2 luglio, intitolato «Labase militare degli Stati uniti inHonduras al centro del golpe», espiega che: ‘La Costituzionedell’Honduras non permette le-galmente la presenza militarestraniera nel paese. Una “strettadi mano” tra Washington el’Honduras autorizza l’impor-tante e strategica presenza nella

base di centinaia di militari sta-tunitensi, con un accordo “semi-permanente’. L’accordo fu rea-lizzato nel 1954 come parte de-gli aiuti militari offerti dagli Sta-ti uniti all’Honduras… il terzopaese più povero dell’emisfero.Eva Golinger ha aggiunto che:‘… l’accordo che permette lapresenza militare degli Stati uni-ti nel paese centroamericanopuò essere annullato senza avvi-so’. Soto Cano è anche la sededell’Accademia dell’Aeronauti-ca dell’Honduras. Parte deicomponenti di un’unità Usa ècomposta da soldati dell’Hon-duras. Ma qual’è l’obiettivo del-la base militare, degli aeroplani,degli elicotteri e della task forcedegli Stati uniti in Honduras?Indubbiamente servono unica-mente per un utilizzo in Ameri-ca centrale. La lotta al narcotraf-fico non richiede questi arma-menti”, puntualizza Fidel. Non è un dettaglio il ricordareche i generali honduregni e i co-mandanti militari della Base diSoto Cano si sono formati allafamigerata scuola delle Ameri-

Honduras:banane e gorilla

Sicuramente le scelte di campo di Zelaya sono alla base del golpe

Renato Pomari

Non ingerenza come scusa o guerre tra lobby?

5_09 pagg 12_13.qxp 21-08-2009 9:29 Pagina 12

Page 13: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

13

che (quella dei torturatori cileni,argentini, uruguaiani). La basemilitare di Soto Cano era e ri-mane centro di proiezione stra-tegica offensiva di primo livello,soprattutto da quando il gover-no ecuadoriano ha annunciatodi voler chiudere la base diManta. Zelaya aveva messo indiscussione la presenza dellaBase di Soto Cano, vero e pro-prio luogo di cospirazione insimbiosi con l’ambasciata ame-ricana di Tegucigalpa che, nondimentichiamolo, aveva comeambasciatore Hugo Llorens, cu-banoamericano di Miami, e-sperto in terrorismo, ex diretto-re sulle vicende andine al consi-glio di sicurezza statunitensedurante il colpo di stato controChávez e che ha ammesso di a-ver partecipato a riunioni di pre-parazione del golpe in Hondu-ras e del sequestro del Presiden-te. Il colpo di stato militarequindi garantisce la permanen-za della base di Soto Cano. Ai distratti cittadini italiani granparte della stampa nazionalenon ha ragguagliato su moltecose di questo colpo di stato e,all’opposto, ha invece racconta-to tante bugie. Innanzitutto nonha spiegato perché Manuel(Mel) Zelaya è stato deposto.Lui, presidente di destra ma di i-dee liberaldemocratiche, avevaintuito la necessità delle riformee del governare col vero consen-so popolare, così ha portatol’Honduras ad aderire all’Alba.Una alleanza, questa, che nonsolo mette in discussione ma ad-dirittura sconfessa la scelta stra-tegica Usa verso l’Honduras e

cioè il patto di alleanza econo-mica, uno dei tanti che, prolife-rati soprattutto sotto la presiden-za di George W. Bush, hannorappresentato per gli Usa dellevere e proprie azioni di saccheg-gio ai danni dei paesi che li han-no sottoscritti. La ricchezza de-gli avvoltoi statunitensi ha avu-to un corrispettivo nella fame - emolte volte nel suicidio - deicampesinos del centro e del lati-noamerica. Infine, Zelaya voleva riformarela Costituzione attraverso il pas-saggio di un’assem-blea costituente. Maper realizzare ciò a-veva avuto il cattivogusto di proporre unreferendum consulti-vo popolare che a-vrebbe dovuto svol-gersi proprio dome-nica 28 giugno. Glihonduregni si sarebbero dovutipronunciare se il prossimo no-vembre andasse convocata omeno una Assemblea Costi-tuente nel paese, contempora-neamente alle elezioni presiden-ziali, legislative e amministrati-ve già previste a fine anno.L’Assemblea Costituente avreb-be potuto scrivere una carta de-mocratica e partecipativa per ri-baltare quella attuale voluta daldittatore Policarpo Paz al tempodella guerra sporca e per la qua-le gli oligarchi honduregni han-no scatenato il golpe. È quindi falso quanto riportatodalla maggior parte dei medianazionali, che il presidente Ze-laya avrebbe effettuato una for-zatura chiamando gli hondure-

gni a pronunciarsi addiritturaper un terzo consecutivo manda-to presidenziale. Falsità e man-tenimento a tutti i costi di inte-ressi strategici Usa hanno costi-tuito la miscela esplosiva delcolpo di Stato. Il ‘casus belli’ èstato scatenato da settori dell’e-sercito che rispondevano al Ca-po di Stato Maggiore RomeoVázquez, e che si erano rifiutatidi consegnare le schede e distri-buire le urne per il referendum.Alla destituzione del responsa-bile la risposta è stata la presa di

potere dell’esercito,l’arresto del presi-dente e il suo trasferi-mento in Costa Rica.Un colpo di stato co-sì plateale che nessu-no ha potuto negarlo,neppure qui, nono-stante le sviolinaturenei confronti del gol-

pista Micheletti, di origine ber-gamasca. Ma le bugie sono con-tinuate, e l’azione dei golpisti èstata giudicata incruenta, nono-stante il coprifuoco, l’occupa-zione militare, i morti, i feriti, lesparizioni di sostenitori di Ze-laya e le preoccupazioni espres-se dalle associazioni dei dirittiumani, a partire da RigobertaMenchú. Da Barak Obama adHillary Clinton, dall’Onu all’O-sa, è un effluvio di solidarietàpro Zelaya, di parole in abbon-danza sull’autodeterminazionedei popoli. Obama non perdel’occasione di ripetere che gliUsa hanno operato una sceltachiara, quella della non ingeren-za e si batteranno per rispettarlasempre e ovunque. Ma il golpi-sta Roberto Micheletti incassal’attivo consenso dell’apparatomilitare, dei latifondisti, dellaborghesia sfruttatrice hondure-gna e della Chiesa Cattolica:l’arcivescovo di Tegucigalpa,Cardinale Maradiaga invita ilPresidente effettivo a desisteredal rientrare per evitare spargi-menti di sangue, forse perchèZelaya non gli ha concesso il vi-talizio di 5.000 dollari mensilicui era abituato dal corrotto pre-cedente capo di stato. Il segreta-rio di Stato Usa Hillary Clintonsi oppone al rientro attivo di Ze-laya, sia quando tenta di atterra-re a Tegucigalpa insieme a Cri-stina Fernández Presidente del-l’Argentina, Hugo Chávez Pre-

sidente del Venezuela e Migueld’Escoto, come rappresentantedell’Onu; sia quando varca ilconfine tra Nicaragua e Hondu-ras circondato dai simpatizzantie in compagnia del Presidentedel Nicaragua Daniel Ortega.Hillary Clinton giudica questa i-niziativa improvvida. La Signo-ra Clinton propone la mediazio-ne di Arias, Presidente del CostaRica, lo stesso che non ha maiaiutato i sandinisti durante la re-pressione dei Contras in Nicara-gua, e che ha sempre volutomantenere le distanze dalla Cu-ba rivoluzionaria. Infatti, comeprevisto da Fidel Castro che loha scritto in una delle sue rifles-sioni, l’intervento di Arias è sta-to inutile, se non addirittura ne-gativo poiché, anziché trattare laresa dei golpisti, Arias ha datoloro ossigeno, si è scagliato con-tro l’Honduras nell’Alba, controla decisione di Mel di rientrarenel Paese, ha evitato accurata-mente di ristabilire la verità su e-lezioni e Assemblea Costituentee ha proposto al legittimo presi-dente di sottostare alla volontàdi Micheletti e del generale Ro-meo Vázquez. Il golpista Mi-cheletti rimane al suo posto no-nostante i proclami di condannainternazionali che, però, in pra-tica si traducono in un appoggio.Eppure ci sarebbero azioni effi-caci da compiere: Obama po-trebbe richiamare l’ambasciato-re, potrebbe sospendere il versa-mento di 18,5 milioni di dollaridi finanziamenti militari previstiper l’Honduras e congelare i1.810 milioni di dollari di aiutigià annunciati, anche per le nor-mative legali statunitensi chevietano l’invio di risorse ai regi-mi militari che hanno rovesciatodei governi democratici, comein questo caso. Se non accadeciò un motivo c’è, e forse più diuno, dal fatto che le divergenzetra Hillary e Obama si stanno e-sprimendo proprio in questocontesto, alla presenza di lobbydifferenti che agiscono negliUsa, a scapito anche dello stes-so presidente, sino all’ipotesi diuna nuova strategia Usa basatasul fatto di condannare i colpi diStato in nome della non inge-renza ed autodeterminazione deipopoli per poi all’opposto soste-nerli nella concretezza dellescelte politiche. H

Obamapotrebberichiamarel’ambasciatoree sospendere i finanziamentimilitari

5_09 pagg 12_13.qxp 21-08-2009 9:29 Pagina 13

Page 14: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

14

Il miliardario di origine cu-bana Ralph Nodarse, vero“padrino” honduregno del-

le attività del terrorista interna-zionale Luis Posada Carriles, ètra i più fermi sostenitori delregime golpista di Micheletti,al servizio del quale ha messoil suo Canal 6, il canale televi-sivo con maggiore audience diSan Pedro Sula.Terrorista anche lui, e trafficantedi armi, Rafael Hernández No-darse, alias “Ralph”, è colui cheaccolse Posada nel 2004, quan-do la presidentessa Mireya Mo-scoso gli concesse l’indulto aPanama.Da quando, vari decenni fa, siinsediò nella nazione centroa-mericana, Nodarse diventò ric-co, non solo con il contrabbandodi armi e munizioni, ma anchecon operazioni di estorsione e dinarcotraffico, sempre in collega-mento con i suoi soci della ma-fia cubanoamericana di Miami.Oggi, la sua potente emittente,ha diffuso a raffica le notizie piùfavorevoli alla dittatura militareimposta al popolo honduregno,oltre a elementi di propagandafascista diffamando il presidentecostituzionale Zelaya.Canal 6 ha continuato a ripetereappelli per partecipare alle po-che concentrazioni in appoggioal regime e ha moltiplicato gli e-lementi di disinformazione circasupposti piani di “massacri” e di“invasione” attribuiti al Vene-zuela e al suo Presidente.In Internet, la “CompañíaBroadcasting Hondureña” - os-servate il tocco nordamericanodell’appello - mantiene una ver-sione “internazionale” della suafabbrica di menzogne dove sipossono sentire dal vivo sfilze diinformazioni false con le quali

Nodarse e la sua truppa contro-rivoluzionaria inondano il paese.Indubbiamente, il personale cheoccupa i microfoni e la cameramantiene un contatto permanen-te con i settori di estrema destradegli Stati uniti e in particolaredella Florida dove la fauna fasci-sta si trova in uno stadio termi-nale di febbre “anticastrista”.Si sono sentite versioni secondole quali sono stati ricattati artistie altre persone chiamate a inter-venire dal vivo, minacciandoli dirompere qualunque forma di re-lazione di lavoro con loro se sirifiutavano di apparire sulloschermo, al fianco di sostenitoridel regime fascista.

Capo locale dell’apparato terroristico anticubano della CiaI primi contatti di Posada Carri-les con l’Honduras si scoprono -proprio con Nodarse - dopo il 26febbraio 1990 quando viene fe-rito in Guatemala - dove era ilcapo di uno squadrone dellamorte - da sconosciuti, in pienastrada della capitale.Allora, mentre guidava il suo Su-zuki nero, fu raggiunto da duespari uno, dei quali lo centrò col-pendolo alla mandibola e ta-gliandogli la lingua, un fatto cheancora oggi gli crea problemi nelparlare con una semibalbuzie. Dopo che fu dimesso dall’o-spedale si rifugiò convalescen-te in territorio honduregno, acasa di Nodarse, mentre l’im-presario agiva da capo localedell’apparato terroristico anti-cubano della Cia.Alcuni anni più tardi, Posada fucoinvolto in due attentati controil Presidente Reina, uno finan-ziato dalla Fondazione Naziona-le Cubano Americana (la solita

Fnca) di Miami che avrebbe do-vuto avvenire durante la sua pre-sa di possesso, e che aveva comebersaglio principale il presiden-te cubano Fidel Castro.Secondo la testimonianza deldottor Ramón Custodio, presi-dente del Comitato Honduregnodei Diritti Umani, Posada poi di-resse, fino al 1996, una congre-ga di delinquenti di origine cu-bana, associata a militari hondu-regni che avrebbero realizzato41 attentati nel territorio nazio-nale, sempre con l’obiettivo diabbattere il Capo dello Stato.In questo periodo, Nodarse fusempre a completa disposizionedell’agente della Cia e terroristainternazionale che si vantò in va-rie occasioni di questa “amici-zia” sanguinaria.Nel 1999, mentre pianificava va-rie azioni violente contro Cuba,viaggiò frequentemente in Hon-duras per coordinare piani conNodarse che lo appoggiò nel-l’acquisto e nell’immagazzina-mento di esplosivi e di armi inquesta nazione.Nel 2004, dopo il suo indulto il-legale, gli aerei privati che tra-sportarono Posada e i suoi com-plici atterrarono nell’aeroportoSan Pedro Sula, dove furono ri-cevuti personalmente da RafaelHernández Nodarse e da un rap-presentante del FBI, come ven-ne confermato più tardi.Posada entrò in Honduras conun passaporto nordamericano

emesso a nome di Melvin C.Thompson. e alloggiò di nuovonella lussuosa residenza di No-darse.Il 24 gennaio di 2006, l’Ammi-nistrazione di George W. Bushconfidava di imporre al Governohonduregno, senza alcuna resi-stenza, la presenza dell’indesi-derabile Luis Posada Carriles.Fu così che Charles “Charlie”Ford, ambasciatore Usa nel pae-se sino al luglio 2008, si avvi-cinò al neo presidente del paese,Manuel Zelaya, appena una set-timana dopo il suo giuramentoper perorare la causa di Posada econcedergli il visto. Ma ci fu unrifiuto e Zelaya mise subito a po-sto il rappresentante di Wa-shington, Charles Ford.Il quotidiano The Miami Herald- i cui legami con l’intelligencenordamericana sono noti - citòquel giorno ciò che chiamò“frammenti” di una Dichiarazio-ne dell’Ufficio di Immigrazionee Controllo delle Dogane (CE)che segnalava: “L’Ice (l’Immi-grazione) sta andando avanti nelportare a termine la rimozionedel signor Posada dagli Usa’.Più avanti nel tempo, il Presi-dente Zelaya raccontò: “Era im-possibile dare un visto a LuisPosada Carriles, una personacoinvolta in atti di terrorismo.Loro difendono quel tipo di ter-rorismo, mi consta, e su quellotipo di cose abbiamo posizionidifferenti”. H

Ralph Nodarse,amico di Posada Carriles

Il miliardario è tra i più fermi sostenitori dei golpisti

Jean-Guy Allard

Le ombre della Cia sull’Honduras, grazie anche alla tivù

5_09 pagg 14.qxp 21-08-2009 9:29 Pagina 14

Page 15: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

15

Panamericana. Nel 1890 avevacostituito l’Ufficio Commer-ciale delle Repubbliche Ameri-cane che, nel 1902, sarebbe sta-to chiamato Ufficio Internazio-nale delle Repubbliche Ameri-cane. Così, gli Stati uniti riusci-vano a creare un organismo so-vranazionale permanente, pre-sieduto dal Dipartimento diStato e con sede a Washington.Due anni dopo, il presidenteWilliam H. Taft, si arrogò il di-ritto di dichiarare: “Tutto l’e-misfero sarà nostro di fatto, co-sì come in virtù della nostra su-periorità di razza è già moral-mente nostro”.Al termine della SecondaGuerra Mondiale, con l’Europadevastata, gli Stati uniti eranola prima potenza economica epolitica. Ancora fumavano learmi nella primavera del 1945,quando il presidente statuniten-se Harry Truman e il primo mi-

videnza a riem-pire l’Americadi miseria innome della li-bertà”.Furono i nuovidirigenti creolic o l o m b i a n i ,come Franci-sco de PaulaSantander, chedi fronte allamalattia e allamorte di Bolí-var, nel 1830, eaizzati dallepotenze stra-niere, ridusseroin frantumi ilsogno del Li-bertador: co-struire la Fede-razione degli Stati Uniti del-l’America del Sud. Il primo edefinitivo passo fu lo smembra-re la Gran Colombia in tre na-zioni: Venezuela, Ecuador eColombia.Affinché non esistessero dubbisulle sue intenzioni imperialiste,il presidente Theodore Roose-velt formulò il “Corollario allaDottrina Monroe”, nel dicembre1904: “L’adesione alla Dottrina

Monroe può obbli-garci, anche se con-tro la nostra volontà,in casi di cattivacondotta e impoten-za, a esercitare unpotere di polizia in-ternazionale”.Usando come prete-sto la ‘’unità conti-

nentale’’, Washington convocòla quasi totalità delle nazionidell’emisfero. E lì, in Argenti-na, formò nel 1910 l’Unione

nistro britannico WinstonChurchill si pronunciarono perun’alleanza contro il “comuni-smo” sovietico. Furono loroquelli che incominciarono a u-sare il termine “guerra fredda”,come definizione della politicaostile verso quella nazione. Aloro non interessava il fatto chel’Urss fosse stata quella che a-veva creato le premesse dellasconfitta all’esercito nazista.Allo stesso tempo Truman sidiede da fare per formare l’Or-ganizzazione delle Nazioni U-nite (Onu), che vedeva comeparte della sua strategia di do-minio planetario. Nel giugno1945 la delegazione colombia-na capeggiò il blocco dell’U-nione Panamericana che parte-cipava ai dibattiti costitutivi.Da quelle date l’oligarchia co-lombiana andò trasformandosinella ‘mano sinistra’ dellestrategie statunitensi

Le parole pronunciate dalpresidente James Mon-roe, quel 2 dicembre

1823, sembravano giuste e soli-dali. Nessuno poteva dubitareche fossero dirette alle potenzeeuropee, come Francia e In-ghilterra, decise a impadronirsidelle nazioni del continentesulla via dell’emancipazionedalla Spagna. Monroe avvertìche il continente americano“Non può essere soggetto diuna futura colonizzazione daparte di nessuna potenza euro-pea (…) l’America agli ameri-cani”. Questo divenne poi notocome la Dottrina Monroe.Tre anni dopo, il LibertadorSimón Bolívar indisse un Con-gresso nella provincia colom-biana di Panamá. Proponevauna concreta unità di nazioniper difendersi dagli europei.Proponeva anche l’appoggiomilitare a Cuba e a Porto Ricoche continuavano a essere colo-nizzate dalla Spagna. E fu inquella occasione che Bolívarebbe la prova del reale significa-to della Dottrina Monroe: l’A-merica era il continente, ma “a-mericani” solo loro, gli statuni-tensi. Con la loro mancata par-tecipazione gli Statiuniti boicottarono ilCongresso, e nelcontempo complot-tavano con... l’In-ghilterra affinché e-vitasse la partecipa-zione dell’Argentinae del Brasile.Nel 1829 i piani diWashington erano così chiariche Bolívar scrisse la sua piùcelebre frase: “Gli Stati unitisembrano destinati dalla Prov- Þ

Hernando Calvo Ospina*

Il Paese ha partecipato attivamente al complotto contro Cuba

Da Bogotá si sparse la voce: è Fidel Castro il responsabile della morte di Gaitán

La Colombia dovrebbe chiedere perdono

Hernando Calvo Ospina

Gli Stati unitisembranodestinati dallaProvvidenza a riempirel’America dimiseria in nomedella libertà

5_09 pagg 15_17.qxp 21-08-2009 9:31 Pagina 15

Page 16: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

per il continente.Nel clima di isteria, creato daWashington, di una possibileinvasione del “comunismo”,nel settembre 1947 si firmò aRío de Janeiro il Trattato Inte-ramericano di Assistenza Reci-proca (Tiar). Questo compren-deva tutti gli eserciti del conti-nente con l’obiettivo di costrui-re “un emisfero militarmentechiuso sotto la dominazione a-mericana”. Il Tiar aveva il com-pito di rispondere a qualunqueattacco esterno del continenteche, logicamente, sarebbe ve-nuto dall’Urss. Il Tiar sarebbestato una specie di modello perla creazione dell’Organizzazio-ne del Trattato del Nord Atlan-tico (Nato), nell’aprile del1949.Lo schema statutario del Tiar,che è stato tanto nefasto per A-merica Latina e per i Caraibi,venne redatto dall’ex presiden-te e ambasciatore a Washing-ton, il colombiano Alberto Lle-ras Camargo.Il 29 marzo 1948 giunse a Bo-gotá il generale George Mar-shall, a capo della delegazionestatunitense alla Nona Confe-renza Panamericana, e fu pro-prio durante questa riunioneche l’Unione Panamericanaprese il nome di Organizzazio-ne degli Stati Americani (Oea).Lleras Camargo venne desi-gnato a rimpiazzare lo statuni-tense Rowe Leos, che avevapassato ventisei anni a capodell’Unione. Sarebbe stato ilprimo segretario generale diun’organizzazione sovrintesadal dipartimento di Stato, e do-ve solo Washington può pren-dere qualunque misura di “le-gittima difesa”, senza consulta-re gli altri stati. Quella designa-zione era una dimostrazione difiducia nell’oligarchia colom-biana.Tra i principi essenziali del-l’Oea c’è: “Che per la sua natu-ra anti-democratica e la suatendenza interventista, l’atti-vità politica del comunismo in-ternazionale o qualunque dot-trina totalitaria è incompatibilecol concetto di libertà america-na (…)”. In sintesi, questi pun-ti diventarono il quadro ideolo-gico di riferimento della Guer-ra Fredda.Non ci si deve dimenticare che

i principali fondamen-ti furono redatti e pre-sentati dalla delega-zione colombiana.Se il primo confrontomilitare della GuerraFredda fu in Corea(1950-1953), dovel’esercito colombianofu l’unico del conti-nente che accompa-gnò quello statuniten-se, fu a Bogotá che siebbe il primo confron-to politico. Mentrel’Oea era riunita, il 9aprile 1948 fu assassi-nato il leader popolaree candidato alla presi-denza, il liberale JorgeEliécer Gaitán. Senzanemmeno fare la sce-neggiata di un’indagi-ne, la versione ufficia-le fu categorica: lohanno ammazzato i“comunisti”. Il passosuccessivo fu quello di rompe-re relazioni diplomatiche conl’Unione sovietica. L’assassi-nio di Gaitán “dimostrò” almondo che l’Urss e il suo co-munismo erano il pericolo perla pace, la democrazia, la li-bertà, e il cristianesimo.Fino al giorno d’oggi si ignorachi preparò l’assassinio, ben-ché quasi tutti sospettiamodell’ oligarchia colombiana edi Washington. La Cia e l’Fbisi sono rifiutati di declassifica-re l’informazione nonostante itanti anni trascorsi da quelgiorno. Alcuni affermano chel’assassinio fu il battesimo del-la Central Intelligence Agency(Cia), creata l’anno precedente.Il primo gennaio 1959, una ri-bellione popolare guidata daFidel Castro prese il potere aCuba. Questo cambiò la strut-tura di sicurezza che Washing-ton aveva installato nel conti-nente. Gli eserciti erano prepa-rati ad affrontare un nemico e-sterno, ma la rivoluzione dimo-strava che il “nemico” si trova-va all’interno. Il presidenteJohn Kennedy e suo fratelloRobert, ministro della Giusti-zia, si incaricarono di effettua-re i cambiamenti radicali ne-cessari per la nuova situazionecreando la Dottrina della Sicu-rezza Nazionale. Questa ordi-nava di cercare e di far fuori il

“nemico interno”. Arrivaronoin massa le dittature, le spari-zioni, le torture, gli assassinipolitici.Se già l’Oea era un sempliceoggetto utilitaristico delle poli-tiche statunitensi, la sua storiapuò dimostrare che, a partiredal governo di Kennedy è statacomplice, per azione od omis-sione, delle centinaia di mi-gliaia di crimini che la Dottrinaha disseminato in America lati-na e nei Caraibi. Senza dimen-ticare il tacito avallo ai 27 gol-pe militari istigati dagli Stati u-niti.A causa delle aggressioni mili-tari e dell’assedio economicostatunitense, Cuba andò avvici-nandosi ai paesi del blocco so-vietico. Chissà, forse era quel-lo che si sperava.Nella VII Riunione di Consul-tazione dell’Oea, realizzata inCosta Rica, uno dei temi cen-trali riguardò le tensioni esi-stenti nei Caraibi a causa della“influenza di potenze stranie-re”. Gli Stati uniti e i suoi allea-ti più vicini insistevano che Cu-ba era la colpevole.La Colombia, essendo uno diquegli alleati, si unì fermamen-te al complotto diplomatico incorso. Quando nessuno se l’a-spettava, da Bogotá si diffuse lavoce: Fidel Castro era il re-sponsabile della morte di

Gaitán. Come provamostrarono una fotodell’allora dirigente u-niversitario nella capi-tale della Colombia,dove si era recato perun incontro di studentilatini.Il 9 novembre 1961,durante una riunionedel Consiglio perma-nente dell’Oea, fu laColombia a convocarela VIII Riunione diConsultazione dei Mi-nistri delle RelazioniEsterne. Questa vennerealizzata a Punta delEste, in Uruguay, tra il22 e il 31 gennaio1962.La stampa dell’epocadiceva: “Solamentedue grandi paesi, Ve-nezuela e Colombia, ele piccole Repubbli-che dell’America

Centrale, hanno votato con gliStati uniti a favore della confe-renza (...)”. Ciononostante, laragione del potente si impose ela Conferenza si fece. L’obietti-vo centrale era già ben chiaro.Invocando il Tiar, si adottarononove risoluzioni, di cui quattrocontro Cuba. La IV si intitola-va “Esclusione dell’attuale Go-verno di Cuba dalla sua parte-cipazione nel Sistema Intera-mericano”. Appoggiato daglialtri complici, il ministro degliEsteri colombiano sostenne, ele sue frasi rimasero quasi inva-riate nella risoluzione finale,che l’unità continentale e le i-stituzioni democratiche dellaregione erano in pericolo perl’intensificazione “dell’offensi-va sovversiva di Governi co-munisti, dei loro agenti e delleorganizzazioni da loro control-late”. Affermò che l’intento diquesta offensiva era quello disviluppare dittature totalitarieal servizio di potenze extracon-tinentali.La Colombia fece bene il suolavoro e Cuba fu espulsa del-l’Oea... Il 3 giugno 2009, du-rante la XXXIX AssembleaGenerale dell’Oea che si è te-nuta in Honduras, all’unani-mità è stata abrogata l’esclusio-ne di Cuba. Erano passati 47anni. La Colombia che fu a ca-po della sua espulsione, avreb-

16

Jorge Eliécer Gaitán

5_09 pagg 15_17.qxp 21-08-2009 9:31 Pagina 16

Page 17: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

be dovuto agire in prima perso-na per chiamare i membri del-l’Oea a riparare “l’errore stori-co”. No. Non è stato così: lohanno fatto i governi dell’E-cuador, del Venezuela, del-l’Honduras, del Nicaragua edel Paraguay.Al contrario, la Colombia erain quel piccolo gruppo che, ca-peggiato dagli Stati uniti, ac-cettava la deroga della risolu-zione del 1962, ma a condizio-ni inaccettabili per la sua so-vranità. Due giorni prima, riu-niti in El Salvador, il presiden-te Uribe e la segretaria di Stato,Hillary Clinton, avevano finitodi preparare il nuovo complot-to.In questa occasione ne usciro-no quasi sconfitti, perché riu-scirono a imporre alcuni “però”sul ritorno di Cuba nella Oea.Nonostante ciò, fu un trionfodell’integrazione regionale, ela dimostrazione che i tempi“del lasciare fare, lasciare cor-rere”, stanno finendo.C’è comunque da vergognarsi.Come ha segnalato la stampacolombiana, di fronte a tale de-cisione, il presidente della Ca-mera dei Rappresentanti,Germán Varón, disse che “erad’accordo con la politica delpresidente Obama”. Altri con-gressisti annotarono che era ilrisultato del “riorientamento(sic) della politica estera” aWashington. Cioè, secondo co-storo, gli Stati uniti sono i re-sponsabili della decisione!

Continuando nella sua condi-zione di paggio e scudiero,Varón ha anche detto che difronte a questa decisione, Cubadovrebbe compiere “un gestodi reciprocità per rientrare nel-l’organizzazione, come il ri-spetto dei diritti umani, delle li-bertà civili e politiche”. Unrappresentante dello Stato co-lombiano che chiede questo!...La Colombia, il paese che dal1986, anno dopo anno, conti-nua a essere condannato damolte istanze internazionali didiritti umani, incominciandodall’Onu, dall’Oil (organizza-zione Internazionale del lavo-ro) e persino dalla stessa Oea.Basti pensare che solo il gover-no del presidente Álvaro Uribeha già accumulato oltre venti-mila crimini politici. E gli Sta-

ti uniti... Tutta la storiadi terrore in Americalatina e nei Caraibi. Eoggi sono all’ordinedel giorno le torture ecrimini commessidalle sue truppe aGuantánamo, in I-raq e in Afghani-stan.Questa decisione è stata presaquando i presidenti di Ecuador,Bolivia, Nicaragua e Venezue-la hanno parlato della necessitàdi chiudere con l’Oea perché i-nefficiente, perché è al serviziodegli interessi statunitensi. Unaposizione, questa, che va inte-ressando ad altri governi. Qual-cuno doveva dare una mano al-l’OEA, e per questo ecco i rap-presentanti colombiani. Il suoministro degli esteri, Jaime

Bermúdez, assi-curava che la de-cisione era “unpasso enorme chefortifica l’Oea,che parla benedell’organizzazio-ne”.Il presidente Uri-be si è congratula-to per la decisio-ne, e ha aggiuntoche si dovevanorispettare “l’auto-determinazione ela sovranità di Cu-ba”. Curiosamen-te, Uribe segnalacos t an t emen teche Cuba è unodei paesi che “na-sconde terroristi”colombiani. E,

‘casualmente’ ,questo è uno degli argomentiche il Dipartimento di Stato u-tilizza per includere Cuba nellalista di nazioni “terroriste”.Dopo quella risoluzione, il go-verno di Cuba, ha ripetuto ciòche già diceva. “Cuba, non habisogno dell’Oea. Non la vuolenemmeno riformata. Non ritor-neremo mai a quel vetusto ca-sermone di Washington, testi-mone di tante vergogne com-prate e di tante umiliazioni”.Cuba ha ragione. Questo è ave-re dignità. E bisogna che il go-verno colombiano le chiedaperdono, o come minimo scu-sa. Deve riconoscere che è sta-to complice, in prima fila, del-le politiche statunitensi a cuihanno preteso di sottoporrequel popolo. H

*Hernando Calvo OspinaGiornalista e scrit-torecolombiano,vive in Francia, edè col-laboratore di Le MondeDiplomatique. Nell’aprile2009, ha saputo, per notiziadiretta, che il governostatunitense non gli permettevanemmeno toccare il suo spazioaereo per motivi di “sicurezzanazionale”.

17

Un cubano legge la notizia su juventud rebelde

La copertina del libro scritto da Fidel Castro e lo stesso Fidel in una fotografiapubblicata nello stesso libro

5_09 pagg 15_17.qxp 21-08-2009 9:31 Pagina 17

Page 18: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

18

Proprio mentre ci dobbia-mo mobilitare tutti per lamanifestazione indetta

dalla nostra associazione, cheha per tema l’informazione ne-gata, nello specifico quella sul-la vicenda dei Cinque, è il casodi approfondire con alcuni e-sempi lo stato dell’arte in que-sta materia, coadiuvati dai de-cenni di disinformazione e diballe sulla realtà cubana. Il pri-mato della difesa a spada trattadegli autodefiniti dissidenti èstata sempre sbandierata dal-l’organizzazione franceseRepòrter Senza Frontiere, par-ticolarmente attenta a far emer-gere da Cuba casi umani sa-pientemente amplificati poi daimedia occidentali. È inutile enumerarli qui o farrisaltare di nuovo le figure me-schine che le varie vicende sol-levate da Rsf hanno fatto fareall’organizzazione stessa, auto-proclamatasi a difesa della li-bertà di informazione nel mon-do. Dalle pagine de el Monca-da abbiamo più volte spiegatoche al clamore della denuncianon ha fatto mai seguito lasmentita o il ridimensionamen-to. A distanza di tempo possia-mo trarre delle conclusioni checonfermano la nostra visione:si tratta di una organizzazioneappositamente creata perdiffondere discredito e menzo-

gne a ripetizione. Ma creata da chi? Per risponde-re dobbiamo guardare le loroultime affermazioni e affidarcialle puntigliose cronache del-l’ottimo ricercatore SalimLamrani*, aggiungendo unapiccola significativa novità. Dice Salim: “Il 20 maggio2009, Reporters sans frontièresha rilasciato una dichiarazionesu Cuba, in cui si afferma che“chiunque può navigare in In-ternet... a meno che non sia cu-bano”. Per sostenere il suopunto di vista, l’organizzazionepresenta un video, girato conuna telecamera nascosta, in cuia un cubano è vietato l’accessoa Internet dentro un hotel1. Ilgruppo francese aggiunge cheun “utente rischia fino a ventianni di carcere se si pubblicaun articolo ‘contro-rivoluzio-nario’ (articolo 91) sui siti In-ternet, e cinque anni se si effet-tua illegalmente la connessionea Internet.” Infine, Rsf ha affer-mato che “Cuba è la secondaprigione al mondo per i giorna-listi, dopo la Cina”, sottoli-neando che “ventiquattro pro-fessionisti dei media”, sono “incarcere sotto il falso pretesto diessere ‘mercenari al soldo degliStati uniti’”2.

È incredibile la faccia di paltadi Rsf e delle sue dichiarazioni.

Infatti, mentre l’organizzazio-ne francese dice che nessun cu-bano può collegarsi a Internet,aggiunge sul suo sito il link...“della blogger Yoani Sánchez”,

che vive a Cuba e che per mez-zo di Internet si dichiara aper-tamente contro il governo deLa Habana. Ma come fa la Sánchez a gesti-

Ultime notizie,sempre in malafede

E Bob Menard ora esporta in oriente la ‘sua’ libertà di stampa

Raúl Della Cecca

Reporter senza frontiere anche senza il fondatore continua gli attacchi a Cuba

n Note:1 «Restricción del acceso a In-ternet para cubanos en el hotelMelia Cohíba», YouTube.2 Reporters sans frontières,

«N’importe qui peut naviguersur Internet… sauf s’il est cu-bain», 20 mai 2009 (sito lettoil 20 maggio 2009).3 Yoani Sánchez, Generación Y

(sito letto il 24 maggio 2009).4 Claire V?ux, Cuba. Cinq ansaprès le «Printemps noir», lesjournalistes indépendants fontde la résistance, Reporters

sans frontières, mars 2008. (si-to letto il 20 maggio 2009).5 Reporters sans frontières,«Cuba : rapport 2008» (sitoaccessibile 20 maggio 2009).

Robert Menard (foto: Riccardo Gallini)

5_09 pagg 18_19.qxp 21-08-2009 9:33 Pagina 18

Page 19: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

19

re un blog se non ha accesso li-bero a Internet?L’operazione di Repòrter Sen-za Frontiere nel diffondere no-tizie menzognere supera ognilimite di decenza; si legge,sempre da Salim: “In un suodocumento precedente, delmarzo 2008 sui giornalisti indi-pendenti a Cuba, Rsf sottolineache il blog di Yoani Sánchez èparte di un più ampio portale,chiamato Consenso/Desdecu-ba.com, formato da cinqueblogger e con la consulenza diuna redazione di sei persone. Ilsito della blogger dichiara di a-ver superato il milione e mezzodi clic dopo un anno di esisten-za, di cui 800 mila sono nelblog Generación Y3. Più im-pressionante, però, è che il 26per cento dei visitatori sono do-miciliati a Cuba, al terzo postodopo Stati uniti e Spagna4. Unasemplice domanda: Com’è cheil 26 per cento dei suoi lettorisono cubani e possono vedereil blog di Sánchez su Internet,se è vietato?5”Rsf ha utilizzato un caso isola-to di un hotel cubano, forse in-scenato, con il trucco della te-lecamera nascosta, per genera-lizzare il divieto di Internet al-l’intera isola e colpire le auto-rità cubane. Da queste pagine

abbiamo più volte sottolineatoche la gestione di uno strumen-to come Internet a Cuba, doveovviamente grazie anche alBloqueo le linee non sono illi-mitate, è impostato con dellepriorità sociali e privilegia l’u-tilizzo dei siti collettivi come u-niversità, scuole, ospedali, co-muni, ministeri, centri di ricer-ca, sindacati, ecc., quindi sequello che resta è ridotto e didifficile accesso fa parte delprezzo che si paga per la sceltadi essere diversi (ricordiamoche Cuba non può agganciarsialla rete mondiale ed è costret-ta a utilizzare la via satellitarecon incredibili costi, di circa1.500 Euro al giorno). I divieticensori, Rsf può citarli soloperché se li inventa. Se proprio vogliamo essere an-ticubani, sosteniamo al limiteche la ‘barbuta dittatura’ si cro-giola nell’impossibilità di unaccesso a Internet non proprioa livello di primo mondo, per e-vitare che i cubani sappianoqualcosa di diverso dalle infor-mazioni di regime. Detta così, però, sembra più lacondizione a cui sono sottopo-ste altre persone come, per e-sempio gli italiani che le noti-zie se le vogliono conosceredevono cercarsele da soli attra-

verso il web.Per quanto riguar-da poi i ventiquat-tro giornalisti in-carcerati perchédissidenti, questidiventano dician-nove nei comuni-cati in lingua spa-gnola e un nume-ro non meglioprecisato nelle al-tre edizioni. In ogni caso, giu-sto per dire le co-se come stanno,solo uno di loroera giornalistaprima di approda-re alle patrie gale-re con accuse benpiù fondate chenon quelle generi-che di dissidenza.Gli altri si sonodichiarati giorna-listi dopo che i tri-bunali cubanihanno accertato il

sostegno finanziario ricevutoper operare contro il propriopaese. Il citato articolo 91 delCodice Penale cubano, infatti,non parla assolutamente diinformazione, ma delle penepreviste per chi svolge atti conil fine di compromettere l’indi-pendenza dello Stato o la suaintegrità territoriale. Ma ogni stato al mondo ha nelsuo ordinamento giuridico unalegge simile di autotutela, bastasfogliare i vari codici e lo siscopre. El Moncada, nel passa-to, ha pubblicato un articolo diSalim Lamrani che mette pro-prio a confronto le disposizionigiuridiche e penali di differentipaesi, Italia compresa.Rsf da tempo non ha più legit-timità, e non perché lo abbiamosostenuto noi, ma perché hadovuto riconoscere pubblica-mente di essere un’organizza-zione finanziata dal NationalEndowment for Democracy(Ned) che non è altro che lafacciata ufficiale della Cia, co-me ha scritto il New York Ti-mes nel marzo 1997 (su questostesso numero si parla dei fi-nanziamenti e dei conseguenticondizionamenti alla stampainternazionale da parte degliStati uniti). Il fondatore/diret-tore di Rsf, Robert Menard,

personaggio non più proponi-bile in Francia dopo l’ammis-sione che ha dovuto fare, si èdimesso e ha fatto le valige. Si sarebbe potuto auspicare checon il cambio del suo ‘deus exmachina’ l’organizzazionefrancese Repòrters Senza Fron-tiere avrebbe cessato la suacampagna al veleno contro Cu-ba. E invece no.Come abbiamo appena vistocosì non è stato. Ma, nel frattempo, che fa ilprode Robert Menard con lesue valigie e l’esperienza accu-mulata? Si è trasferito su un al-tro fronte e per confermare chelavora sempre per gli stessi pa-droni, ecco che chi ha creatoRsf, dirige ora il nuovissimoDoha Center For Media Free-dom (Centro Per l’Informazio-ne Libera di Doha) con sedenel Qatar, e che riceve fondiUsa per diffondere i nobili i-deali della grande libertà me-diatica statunitense in MedioOriente.Anche questo secondogenitoCentro, come la sua primacreatura, sono voluti dall’Im-pero.Fanno parte del Centro chescruta l’oriente anche altri di-scutibili personaggi come loscrittore brasiliano PauloCoelho che, dopo l’ammissio-ne di appartenenza ai piani altidella massoneria, risulta mem-bro anche dell’Inp di Harvard,un’organizzazione che si occu-pa di gestione psicologica deisoggetti in zone di guerra. È inbuona compagnia Menard, conaltri difensori di diritti, perso-naggi graditi al grosso pubbli-co che li conosce solo per unverso della medaglia. Non cre-do di sbagliare di molto nel ve-dere la continuazione di queipiani che installano il consensosu personaggi noti, attori, che aparole sono portatori di valoriin cui è facile ritrovarsi tutti, senon si è ben informati nel co-gliere le differenze, e che lavo-rano su copioni scritti sempredallo stesso autore. H

* Salim LamraniDocente presso l’Università Pa-ris-Descartes e Università Pa-ris-Est Marne-la-Vallée e gior-nalista francese, specialista inrelazioni tra Cuba e Stati uniti.

Salim Lamrani (foto: Liderno Salvador)

5_09 pagg 18_19.qxp 21-08-2009 9:33 Pagina 19

Page 20: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

20

Le campagne Usa di pro-paganda interna, come“il fiasco dei guru del

Pentagono” sono state esposteal pubblico ludibrio. I mediahanno utilizzato alti ufficialimilitari per scrivere le “analisi”sulla guerra in Iraq. Ma si èscoperto che questi analisti a-vevano legami con imprendito-ri collegati al Pentagono e inte-ressati a perseguire la guerra.Ma oltre a questo sta nascendoun altro scandalo nel mondogiornalistico: il governo degliStati uniti sta segretamente fi-nanziando mediae giornalisti stra-nieri. Servizi pub-blici come il Di-partimento di Sta-to, il Dipartimen-to della Difesa,l’Agenzia statuni-tense per lo svi-luppo internazio-nale (Usaid), laNational Endowment for De-mocracy (Ned), il Consigliosuperiore per la Radiodiffusio-ne (Broadcasting Board of Go-vernors, Bbg) e l’Istituto statu-nitense per la Pace (Us Institu-te for Peace, Usip), hanno fi-nanziato lo “sviluppo dei me-dia” in oltre 70 paesi. La rivistaIn These Times ha riscontratoche questi programmi manten-gono centinaia di organizzazio-ni non governative (Ong) stra-niere, giornalisti, politici, asso-ciazioni di giornalisti, media, i-stituti di perfezionamento gior-nalistico e facoltà accademiche

di giornalismo. Le dimensionidei contributi variano da qual-che migliaio a diversi milionidi dollari.“Noi stiamo insegnando lameccanica del giornalismo,nella stampa scritta, alla televi-sione o alla radio”, ha spiegatoPaolo Koscak, portavoce di U-said. “Come costruire una sto-ria, come scrivere equilibrato...Tutto quello che ci si aspetta daun vero professionista”.Ma alcune persone, soprattuttoal di fuori degli Usa, hanno unpunto di vista diverso.

“Riteniamo che lavera intenzione oc-culta di questi pro-grammi di suppor-to allo svilupposiano gli obiettividella politica este-ra Usa”, ha dettoun diplomatico ve-nezuelano di altolivello che ha chie-

sto di non essere identificato.“Quando l’obiettivo è un cam-biamento di regime, questi pro-grammi hanno dimostrato diessere strumenti per destabiliz-zare governi democratici nonapprovati dagli Stati uniti”.Anche Isabel MacDonald, diret-tore delle Comunicazioni allaFair, un osservatorio no-profitsull’imparzialità e la trasparen-za nell’informazione dei media,di New York, ha una posizionecritica: “Questo sistema, nono-stante la sua apparente adesionealle norme di obiettività, spessolavora contro la vera democra-

zia” ha detto, “infatti ap-poggia un dissenso soffo-cante e non discrimina leinformazioni false che possonoessere utili alla realizzazionedegli obiettivi di politica esteradegli Stati uniti. “

Mostrami l’agenzia ...È difficile misurare l’entità e laportata dello sviluppo di questimedia “indipendenti” perché cisono programmi simili dissi-mulati sotto diverse voci. Alcu-ne agenzie considerano che “losviluppo dei media” debba ave-re un campo specifico, mentregli altri lo classificano come“diplomazia pubblica” o come“operazioni psicologiche”. Co-sì, è difficile stabilire quantisoldi rientrano in questi pro-grammi.Nel dicembre 2007, il Centroper l’aiuto internazionale aimedia (Center for InternationalMedia Assistance, Cima), divi-sione del Dipartimento di Statoe finanziato dalla Ned, ha rife-rito che nel 2006 l’Usaid ha di-stribuito quasi 53 milioni di

dollari in attività di sviluppo dimass media stranieri. Secondolo studio del Cima, il Diparti-mento di Stato ha destinato cir-ca 15 milioni di dollari per tali

programmi. Ilbilancio Ned peril progetto ha ot-tenuto 11 milio-ni aggiuntivi. Eil piccolo Us In-

stitute of Peace (Usip), con se-de a Washington, potrebbe avercontribuito con oltre 1,4 milio-ni, secondo la relazione che,comunque, non ha esaminatole sovvenzioni per i media delDipartimento della Difesa odella Cia.Il governo degli Stati uniti è ilprincipale fornitore di fondi perlo sviluppo dei mezzi di comu-nicazione in tutto il mondo, dalmomento che ha speso 82 mi-lioni di dollari nel 2006, esclu-si i soldi del Pentagono, dellaCia o delle ambasciate Usa neipaesi beneficiari. Per compli-care il quadro, molte Ong stra-niere e giornalisti ricevono ifondi da fonti alternative di fi-nanziamento da parte del go-verno Usa. Alcuni ricevonosoldi da subappaltatori Usa eda “organizzazioni internazio-nali indipendenti, senza scopodi lucro”, mentre altri li ricevo-

no direttamente dall’Amba-sciata Usa nel loro paese.Tre giornalisti stranieri che ri-cevono il finanziamento per losviluppo degli Stati uniti hannodichiarato a In These Timesche tali doni non influenzano illoro comportamento o alteranola loro linea editoriale. E nega-no di praticare l’auto-censura.Nessuno, però, dice questo in

Come sovvenzionare la stampa di tutto il mondo per comprarne l’influenza

Jeremy Bigwood da Kaosenlared

Noi stiamoinsegnando la meccanicadel giornalismo,nella stampascritta,alla televisioneo alla radio

I costi della stampa liberaIl governo degli Stati uniti finanzia segretamente media e giornalisti stranieri

5_09 pagg 20_23.qxp 21-08-2009 9:34 Pagina 20

Page 21: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

21

documenti ufficiali.Gustavo Guzmán, ex giornali-sta e ora ambasciatore bolivia-no negli Usa ha dichiarato: “Ungiornalista che riceve tali doninon è un vero giornalista, maun mercenario”.

Una lunga storiaIl finanziamento dei mass me-dia stranieri da parte del gover-no degli Stati uniti ha una lun-ga storia. A metà degli anni’70, due indagini congressualiderivate dal Watergate, le com-missioni Church e Pike, del se-natore FrankChurch (D-I-daho) e delrappresentanteOtis Pike (D-NY), hanno ri-velato le atti-vità nascostedel governodegli Stati uni-ti in altri paesi.Entrambe lecommissionihanno confer-mato che, oltrea giornalististatunitensi estranieri finan-ziati dalla Cia,Washington haanche sovven-zionato stam-pa, radio e te-levisioni este-re, così come hanno fatto anchei sovietici.Ad esempio, Encounter, una ri-vista letteraria anticomunista,pubblicata in Inghilterra tra il1953 e il 1990, è stata sma-scherata nel 1967 come una o-perazione da parte della Cia. E,come avviene oggi, le organiz-zazioni con nomi belli e accat-tivanti, come il Congresso perla libertà culturale, sono statiinvece delle facciate della Cia.Le indagini del Congresso han-no stabilito che il finanziamen-to clandestino degli Usa di me-dia stranieri hanno spesso svol-to un ruolo rilevante nella poli-tica estera, ma non così tantocome in Cile, nei primi anni’70.“Le principali operazioni dipropaganda della Cia, attraver-so il giornale dell’opposizioneEl Mercurio, probabilmentehanno contribuito in modo

molto diretto al sanguinoso ro-vesciamento del governo Al-lende e della democrazia in Ci-le”, ha dichiarato Peter Korn-bluh, analista dell’Archivio perla sicurezza nazionale (Natio-nal Security Archive), un istitu-to di ricerca indipendente e nongovernativo.In These Times ha chiesto al-l’agenzia se finanzia ancora igiornalisti stranieri. Il portavocedella Cia, Paul Gimigliano harisposto: “La Cia non è solitaconfermare o negare pubblica-mente questo tipo di faccende”.

Nemico del Dipartimento di Stato?Il 19 agosto 2002, l’Ambascia-ta degli Usa a Caracas, in Ve-nezuela, ha inviato il seguentedispaccio a Washington: “Ci a-spettiamo che la partecipazionedel Sig. Lacayo come Grant IVsi rifletta direttamente nel suoreport su politica e affari inter-nazionali, così che possa avan-zare nella sua carriera; raffor-zare i nostri legami con lui vor-rebbe dire guadagnare un ami-co potenzialmente importantenella posizione di influenza e-ditoriale”. (Nda: il nome delSig. Lacayo è stato cambiatoper proteggerne l’identità).Il Dipartimento di Stato avevascelto un giornalista venezuela-no per visitare gli Stati unitinell’ambito del progetto notocome Grant IV, un programmadi scambio culturale avviatonel 1961. Lo scorso anno, il di-

partimento haportato circa467 giornalistinegli Stati uniti,con un costo vi-cino ai 10 milio-ni di dollari, se-condo un fun-zionario del Di-partimento diStato che ha ri-chiesto l’anoni-mato.MacDonald, diFair, ha affer-mato che “Levisite servono a

costruire legami tra i giornalististranieri in visita e le istituzio-ni a patto che... i primi siano e-stremamente acritici sulla poli-tica estera statunitense e suisuoi interessi corporativi”.Il Dipartimento di Stato finan-zia lo sviluppo dei media attra-verso differenti istituzioni, tracui l’Ufficio di affari culturalied educativi (Bureau of Educa-tional and Cultural Affairs, Be-ca), l’Ufficio di Intelligence eRicerca (Bureau of Intelligenceand Research, Inr) e l’Ufficiodi democrazia, diritti umani elavoro (Bureau of Democracy,Human Rights, and Labor, Drl)e direttamente dagli uffici re-gionali e dalle ambasciate ditutto il mondo. I finanziamentiper i giornalisti stranieri avven-gono anche attraverso un’altrasezione chiamata Ufficio di Di-plomazia Pubblica e AffariPubblici (Office of Public Di-

plomacy and Public Affaire,Opdpa). La cosa più importan-te è che il Dipartimento di Sta-to di solito decide che altre a-genzie, come Usaid e Ned,debbano investire i propri fon-di nello sviluppo dei media (ilDipartimento di Stato non harisposto alle richieste di infor-mazioni da parte di In TheseTimes sul suo bilancio per losviluppo dei mezzi di comuni-cazione, ma lo studio del Cimanel 2007 dimostra, per esem-pio, che solo nel 2006 il Drl haricevuto quasi 12 milioni didollari per lo sviluppo del gior-nalismo).Un esempio per tutti è il casodella Bolivia che mostra comegli Stati uniti hanno finanziatolo sviluppo dei mezzi di comu-nicazione di un paese. Secondoil sito web della Drl (Ufficio didemocrazia, diritti umani e la-voro), nel 2006, questo ufficioin Bolivia ha sponsorizzato 15workshop sulla libertà di stam-pa e di espressione. “I giornali-sti del paese e gli studenti ingiornalismo hanno discussol’etica professionale, la buonanotizia e il ruolo dei media inuna democrazia”, dice il sito.“Questi programmi sono statiinviati a 200 stazioni radio in a-ree remote in tutto il paese.”Nel 2006, in Bolivia venne e-letto Evo Morales, il primo pre-sidente indigeno, ma gli Statiuniti, così come i principalimedia della Bolivia cercaronoripetutamente Þ

5_09 pagg 20_23.qxp 21-08-2009 9:34 Pagina 21

Page 22: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

22

di evitare il suo accesso al go-verno. Morales e i suoi sosteni-tori affermano che il governostatunitense supporta un movi-mento separatista nelle provin-ce orientali della Bolivia, riccadi gas, e sostengono che questoappoggio segreto ha implicatoriunioni per lo sviluppo deimezzi di comunicazione, comeha affermato in particolare ilgiornalista ed ex portavoce pre-sidenziale Alex Contreras. Ko-scak, di Usaid, lo ha negato.

Cosa è il BBGNel 1999, il Consiglio gover-namentale di Broadcasting(Bbg) è diventato un organi-smo federale. Fino al 2006 haricevuto un budget di 650 mi-lioni di dollari, secondo le sti-me del Cima, con circa 1,5 mi-lioni di dollari per lo sviluppodei media e la formazione deigiornalisti in Argentina, Boli-via, Kenya, Mozambico, Nige-ria e Pakistan.In aggiunta alla Voice of Ame-rica, il Bbg gestisce anche mol-te altre stazioni radiofoniche etelevisive. La stazione televisi-va Alhurra, con sede a Spring-field, Virginia, “È una retecommerciale libera di TV sa-tellitare in lingua araba per ilMedio Oriente, dedicata innan-zitutto a notizie e informazioni,secondo il suo sito web Alhur-ra, il “libero” in arabo, è statadescritta dal The WashingtonPost come “il più grande e piùcostoso sforzo del governo de-gli Stati uniti per scardinarel’opinione straniera attraversol’etere da quando è stata creatala Voice of America nel 1942”.Bbg finanzia anche RadioSawa (per la gioventù araba,con presenza in Egitto, nelGolfo Persico, in Iraq, Libano,Marocco e Sudan), Radio Far-da (per l’Iran) e Radio Free A-sia (con la programmazione re-gionale per l’Asia). La Bbg fi-nanzia anche trasmissioni at-traverso i trasferimenti di fondiattraverso Radio e TV Martí, icui costi ammonterebbero aquasi 39 milioni di dollari perl’anno fiscale 2008, secondo legiustificazioni di bilancio perle Operazioni straniere delCongresso (Foreign OperationsCongressional Budget Justifi-cation).

La banda del PentagonoIl Dipartimento della Difesa(Dod) si è rifiutato di parlarecon In These Times sui suoiprogrammi di sviluppo dei me-dia. Secondo un articolo di JeffPerth, pubblicato su The NewYork Times l’11 dicembre2005, “i militari operano in sta-zioni radio e nei giornali (in I-raq e in Afghanistan), ma nonsvelano i loro legami con gliStati uniti.”Il compito di sviluppo dei me-dia in Iraq “è stato attribuito alDipartimento della Difesa, i cuicontraenti avevano poca o nes-suna esperienza”, secondo unarelazione Usip dell’ottobre2007.Uno studio del 2007 del CentroStudi globali in Comunicazio-ne presso l’Annenberg Schoolfor Communication, Universityof Pennsylvania, ha scopertoche la Science Applications In-ternational Corp. (Saic), dalungo tempo con subappalti delDod, ha avuto un contratto ini-ziale di 80 milioni di dollari al-l’anno per trasformare in “indi-pendente” un sistema di mediagestito dal governo, attraversouno stile simile al servizio na-zionale della Bbc per contrasta-re parte dell’influenza di Al Ja-zeera nella regione.“Il supervisore Saic era un uffi-cio del Dod specializzato in o-perazioni di guerra psicologicache molti credono abbia contri-

buito a far credere agli iracheniche la rete dei media in Iraq (I-raq Media Network, Imn) siastata solo un’appendice del-l’Autorità provvisoria dellacoalizione (Coalition Provisio-nal Authority)”, si legge nellarelazione della Usip: “Il fun-zionamento del Saic in Iraq èstato considerato costoso, nonprofessionale e non è riuscito afornire obiettività e indipen-denza all’Imn.” Saic ha poi per-so il contratto a favore di un’al-tra società, la Harris Corp.Saic non è stato l’unico subap-paltatore di media del Pentago-no che ha fallito pesantemente.Peter Eisler, in un articolo del30 aprile su Usa Today, ha assi-curato che il sito web irachenodi notizie Mawtani.com è fi-nanziato dal Pentagono.

Usaid: ‘del popolo americano’Il Presidente John F. Kennedyha creato l’Agenzia Us per loSviluppo Internazionale (U-said) nel novembre 1961 pergestire gli aiuti umanitari e losviluppo economico di tutto ilmondo. Ma mentre l’Usaid sivanta di promuovere la traspa-renza negli affari interni di al-tre nazioni, non lo è altrettantoriguardo a se stessa. Ciò è par-ticolarmente vero sui suoi pro-grammi di sviluppo dei media.“In un certo numero di paesi,tra cui Venezuela e Bolivia,

l’Usaid agisce più come un or-ganismo coinvolto in operazio-ni segrete, come la Cia, che co-me agenzia di aiuto o di svilup-po”, ha dichiarato Mark Wei-sbrot, economista presso ilCentro per la ricerca economi-ca e politica (Center for Econo-mic Policy Research) di Wa-shington.In effetti, mentre i ricercatorihanno potuto ottenere i bilancidei programmi generali di U-said utilizzando la legge sullalibertà d’informazione (Free-dom of Information Act, laFia), nonché i nomi di paesi odi regioni geografiche in cui èarrivato il denaro, i nomi delleorganizzazioni straniere che ri-cevono tali fondi sono segretidi Stato, esattamente come av-viene con la Cia.E quando si conoscono i nomidelle organizzazioni destinata-re e sono state chieste informa-zioni su di essi, l’Usaid ha ri-sposto che non può “conferma-re o negare l’esistenza” utiliz-zando lo stesso linguaggio del-la Cia. (Nota dell’autore: Nel2006 ho perso una causa control’Usaid, nel tentativo di identi-ficare le organizzazioni estereda lei finanziate).L’Usaid finanzia tre importantioperazioni di sviluppo dei me-dia: la ricerca internazionale esostegno degli interscambi (In-ternational Research & Ex-changes Board, più nota comeIrex), la rete Internews Net-work e la ricerca per una terracomune (Search for CommonGround), con gran parte del fi-nanziamento privato. A com-plicare il quadro, queste tre o-perazioni hanno anche ricevutoun finanziamento dal Diparti-mento di Stato, dalla società diinziative per il Medio Oriente(Middle East Partnership Ini-tiative, MEPI) dall’Ufficio diIntelligence e Ricerca (Bureauof Intelligence and Research) edall’ufficio della democrazia,diritti umani e lavoro.Secondo i suoi opuscoli, Irex èun’associazione internazionaleno-profit che “collabora conpartner locali per migliorare laprofessionalità la sostenibilitàeconomica a lungo termine digiornali, radio televisione emedia in Internet”. La dichiara-zione dei redditi “990” di Irex

5_09 pagg 20_23.qxp 21-08-2009 9:34 Pagina 22

Page 23: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

23

nel 2006 ha indicato che le sueattività comprendono “piccolisussidi per oltre 100 giornalistie organizzazioni di media, laformazione di centinaia di gior-nalisti e di imprese mediatiche”e ha uno staff di oltre 400 di-pendenti che fanno consulenzae spediscono programmi a piùdi 50 paesi.La rete Internews Network, piùnota come “Internews”, ha ri-cevuto poco più della metà delbilancio Irex ma è ben cono-sciuta. È stata fondata nel

1982, la maggior parte dei suoifinanziamenti proviene da U-said, ma riceve anche finanzia-menti dal Ned e dal Diparti-mento di Stato. Internews è unadelle maggiori operazioni nelsettore dello sviluppo dei me-dia indipendenti, con il finan-ziamento di decine di Ong, digiornalisti, di associazionigiornalistiche, di istituti di for-mazione accademica e facoltàdi giornalismo in decine di pae-si in tutto il mondo.Le operazioni di Internews so-

no state chiuse in paesi come laBielorussia, la Russia e l’Uz-bekistan, sotto l’accusa di mi-nare i governi locali e promuo-vere gli obiettivi degli Stati u-niti. In un discorso pronunciatoa Washington nel maggio2003, Andrew Natsios, ex am-ministratore di Usaid, ha de-scritto i contrattisti privati fi-nanziati dall’Agenzia come“un braccio del governo Usa”.Il secondo maggiore beneficia-rio dei fondi Usaid per lo svi-luppo dei mezzi di comunica-

zione, Search for CommonGround, riceve dal settore pri-vato più fondi del governo de-gli Stati uniti, nella maggiorparte dei casi, per la “risoluzio-ne dei conflitti”, secondo la re-lazione del Cima.Cuba e Iran sono due impor-tanti obiettivi di Usaid per losviluppo e l’assistenza ai me-dia. Il bilancio Usaid per “la li-bertà dei media e la libertà diinformazione (Media Freedomand Freedom of Information)?durante la” transizione” a Cuba

nell’ambito della Commissioneper l’assistenza a una Cuba Li-bera II (Commission for Assi-stance to a Free Cuba II, CAFCII)? assomma a 14 milioni didollari. Ciò rappresenta un au-mento di 10,5 milioni di dolla-ri rispetto all’importo stanziatonel 2006. In Iran, l’Usaid hapreventivato circa 25 milioni didollari per lo sviluppo dei me-dia nell’anno fiscale 2008. Ed è‘parte di un pacchetto di 75 mi-lioni di dollari per ciò che l’U-said chiama “diplomazia tra-sformazionale” in quel paese.

Finanziando la “democrazia” nello stile Usa“Molto di ciò che facciamo og-gi lo ha fatto in segreto la Ciaper 25 anni”, ha dichiarato Al-len Weinstein, uno dei fondato-ri della National Endowmentfor Democracy, in un articolopubblicato nel 1991 da TheWashington Post.Fondata all’inizio degli anni’80, la Ned è gestita da un con-siglio di amministrazione indi-pendente, non legato ai partiti”.Il suo proposito è quello di so-stenere le organizzazioni pro-democrazia di tutto il mondo.Tuttavia, storicamente, le sueazioni sono state definite dagliobiettivi della politica estera diWashington.“Quando si mette da parte laretorica della democrazia, laNed è uno strumento specializ-zato per penetrare sotto il livel-lo di base della società civile dialtri paesi” per conseguire gliobiettivi della politica esteradegli Stati uniti, ha scritto Ilprofessor William Robinson,dell’Università di Santa Barba-ra, in California, nel suo libroA Faustian Bargain. Robinsonè stato in Nicaragua alla finedegli anni ’80 e ha osservatocome il lavoro della Ned conl’opposizione nicaraguense so-stenuta dagli Stati uniti indebo-

liva l’influenza della sinistrasandinista durante le elezionidel 1990.La Ned è stata anche protago-nista delle elezioni in Venezue-la, quando si è appreso che fi-nanziava movimenti anti-Chá-vez. Nel suo libro “Il CodiceChávez, l’avvocato venezuela-na-statunitense Eva Golingerha segnalato che i beneficiaridel Ned (e Usaid) sono staticoinvolti nel tentativo di golpecontro il presidente del Vene-zuela Hugo Chávez nel 2002,così come nella organizzazionee nella gestione degli “scioperidei lavoratori” contro l’indu-stria petrolifera del paese. LaGolinger ha anche rilevato chela Ned ha finanziato ‘Súmate’,una Ong venezuelana destinataa promuovere il libero eserci-zio dei diritti politici dei citta-dini che hanno orchestrato ilfallito referendum contro Chá-vez nel 2004.

Dipendenza e obblighiIl concetto di separazione deipoteri tra il governo e la stam-pa è un principio di base nonsolo del sistema politico degliStati uniti, ma anche dell’arti-colo 19 della Dichiarazione U-niversale dei Diritti dell’uo-mo. Il finanziamento del go-verno Usa di qualsiasi mediaaltera la relazione donatore-cliente così da impedirne l’in-dipendenza come per impedi-re di considerarlo un media in-dipendente. “Ogni donazione di apparec-chiature dal governo degli Sta-ti uniti, come computer e regi-stratori, colpisce il lavoro deigiornalisti e delle organizza-zioni giornalistiche”, ha affer-mato Contreras, giornalistaboliviano, “perché crea la di-pendenza e l’obbligo per i pro-getti occulti delle istituzionistatunitensi”. H(Fonte: In These Times)

5_09 pagg 20_23.qxp 21-08-2009 9:34 Pagina 23

Page 24: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

24

Poco tempo fa abbiamosaputo che la multina-zionale nordamericana

Microsoft impediva l’accessoal popolare programma dimessaggeria istantanea Mes-senger da Cuba.Ora un’altra multinazionale,Google, impedisce l’uso ai cit-tadini cubani al suo nuovo ser-vizio: Google Wave (ancora infase di prova).Questa piattaforma coniugaconversazioni e documentimediante i quali i navigatoripossono comunicare tra loro ecollaborare con maggior effi-cienza.Se qualsiasi cittadino cubanotenta d’iscriversi al servizio edessere notificato quando è pos-sibile, il servitore risponde conil seguente messaggio:“Your client does not have per-mission to get URL /fb/forms/wavesignup/ from this server.(Client IP address: xx.xx.140.181) You are accessing this pa-ge from a forbidden countr”che in sintesi, e tradotto, dice:“Il cliente non ha il permessoin questo server. Sta acceden-do da un paese proibito”. Que-ste due nuove aggressioni con-tro i cubani hanno implicazio-ni mediatiche, politiche e tec-niche.La prima implicazione: i blog-gers, le Ong e i media che cri-ticano tanto il governo cubanoperchè - dicono loro - restringel’accesso di Internet alla popo-lazione, criticheranno ugual-mente Google e Microsoft?Da un’ottica politica, richiamal’attenzione il fatto che il go-verno di Obama affermi di a-prire la strada al dialogo conCuba e permette più viagginell’Isola dagli Stati uniti men-tre, senza dubbio, Microsoft e

Google induriscono il bloccocontro il piccolo paese sociali-sta.Tecnicamente, e anche se daCuba si vivono queste proibi-zioni come uno svantaggio difronte al resto degli internauti,questo blocco obbligherà i cu-bani ad utilizzare servizi dimessaggeria liberi (per esem-pio jabber), e questo darà loropiù sicurezza e riservatezza.Google Wave ha un codice a-perto, ma questo non significache si tratti di software liberoe, comunque, non si tratta diun servizio libero, poiché lasua utilizzazione è soggetta al-le leggi nordamericane e impe-disce l’uso e l’utilizzazione peri paesi che sono stati dichiara-ti nemici unilateralmente dalgoverno degli Stati uniti. Nota di Cubadebate:Il blocco statunitense, che si

mantiene integralmente nelsettore delle telecomunicazio-ni, ha obbligato Cuba all’uti-lizzo di un’unica connessioneInternet via satellite, con unaccesso alla rete lento e costo-so.L’Isola, di 11 milioni di abi-tanti, dispone per tutto il paesedi una larghezza di banda di300 megabytes al secondo perscaricare e 180 megabytes d’u-scita, cioè meno di quanto è di-sponibile in un hotel o un ci-bercafé degli Stati Uniti o del-l’Europa.Questa non è la prima espe-rienza di blocco di Googlecontro Cuba. Quando i cubanicercano di scaricare, per esem-pio, il programma di mappe sa-tellitari Google Earth e quellodi fotografia Picasa, che si pre-sume “libero” nella Rete leg-gono ugualmente: “Grazie per

il suo interesse, ma il program-ma che sta cercando d’aprirenon è disponibile nel suo pae-se”.Queste sanzioni s’impongonoextra territorialmente, di soli-to: questi sono alcuni esempi:In un progetto finanziato dalProgramma delle Nazioni Uni-te per lo Sviluppo (Pnud) nellasfera dell’informatica, che si e-segue con il Centro d’Ingegne-ria Genetica e Biotecnologia(Cibg) di Cuba, l’impresa ca-nadese Imaging Research Inc.,ha rifiutato di consegnare deisoftware che erano stati già pa-gati, perchè il suo principaleproprietario è una compagnianordamericana.Nel 2004, tutti i membri asso-ciati a Swift (Society forWorldwide Interbank Finan-cial Telecommunication), si-stema di telecomunicazioni

La rete assediata?

Carlos Martínez

Applicazioni vietateGoogle come Microsoft e blocca Cuba

5_09 pagg 24_25.qxp 21-08-2009 9:35 Pagina 24

Page 25: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

25

bancario e finanziario mondia-le, hanno dovuto realizzare uncambio tecnologico per co-minciare ad utilizzare il siste-ma SwiftNet, che è la nuovainfrastruttura globale dei servi-zi di messaggeria sicura diSwift. Il vincolo necessita ob-bligatoriamente lo strumentofornito da Swift conosciuto co-me M-Cpe (Managed Custo-mer Premises Equipment), cheè un apparato di rete indispen-sabile per ogni navigatore, peraccedere alla Rete IP Segura(Sipn) attraverso una linea no-leggiata come, per esempio,Reuters. È necessario anche - econ carattere obbligatorio - unsoftware conosciuto comeSwiftNet Link (Snl), che per-mette l’accesso ai servizi diSwiftNet sulla lsipin.L’esempio più famoso, forse, èquello dell’agente di viaggi in-glese Steve Marshall, che ri-siede in Spagna e vende pac-chetti di viaggio agli europeiche desiderano visitare desti-nazioni tropicali, Cuba com-presa. Nell’ottobre del 2007,circa 80 dei siti Web di Cubaimprovvisamente hanno smes-so di funzionare, come risulta-to dell’azione del Governo de-gli Stati uniti. Il Dipartimentodel Tesoro dichiarò che l’a-genzia Empresa eNom non a-veva agito in sintonia con lalegge, dal momento che questaagenzia “aiutava a far sì che icittadini nordamericani eva-dessero le restrizioni dei viag-gi a Cuba” ed era “generatricedi risorse utilizzate dal regimecubano”.

Tra i nomi di domini chiusi,come conseguenza del bloc-co, ci sono: www.cuba-he-mingway. com di carattere let-terario, www.cuba-havana-city.com relativo alla storia ealla cultura cubane e altri siti diassistenza al servizio indirizza-ti a turisti italiani e francesi, co-me www.ciaocuba.com ewww.bonjourcuba.com.Stando alle informazioni diquesto Ufficio federale, la po-polare Agenzia nordamericanadi Viaggi via Internet Travelo-city.com è stata multata per182.750 dollari, perchè la stes-sa aveva violato tra il 1998 el’aprile del 2004 il blocco aCuba in 1.458 occasioni, for-nendo “senza il permesso ne-cessario”, cioè la detta licenza,dei servizi di passaggi e di ho-tel nei quali il governo di Cubao cittadini cubani avevano in-teressi relazionati con i viagginell’Isola.L’Istituto d’InformazioneScientifica e Tecnologica (I-dict) fu danneggiato in manie-ra considerevole, con la nega-zione dell’accesso alla base didati Premier Academia, con ilibri elettronici della Casa Edi-trice Taylor e Francis che fupresentata, nel 1996, comeun’estesa base di dati centraliper ricercatori, nelle sfere del-la scienza, della tecnologia edella medicina.Il blocco non rispetta nemme-no il cosiddetto software libe-ro con il carattere aperto ed’accesso ampio che presenta,sia nella possibilità di naturacommerciale sia in quella

gratuita.Nel 2008, l’accesso alle nuoveversioni del motore di base deidati in software liberi per pre-stazioni di media di maggiordiffusione nel mondo, MySqL,si mantenne limitato, com’èsuccesso anche con Java,

quando questo prodotto fu sta-to acquistato dall’azienda nor-damericana Sun Microsy-stems. Questo sistema che aCuba si scaricava gratuitamen-te da Internet, era ampiamenteusato nel paese in una grandevarietà di applicazioni. H

Alcuni siti collegati all'informatica che effettuano il Blocco verso CubaVeriSign, Certificados administrables (MPKI) deVeriSign?https://www.esign.cl/repository/acuerdos/Acuerdo%20pa ra%20Certificado%20Digi tal%20Individual.pdfAvery (Chile), Software y materiales de oficina? http://www.avery.com/cl/legal_privacy/conditions.htmlBit Wise, Ruteadores para servidores de acceso a Internet?http://www.bitwise.com/legal.htmBorland (Brasil), Todo tipo de tecnologías para el desarrollo de aplicaciones. Desarrolladores de Delphi.?http://www.borland.com/br/website/legal.htmlCisco Systems, Tecnologías para conexión, ruteadores para servidores de acceso a Internet, incluso equipamientoen el campo del video digital.?http://www.cisco.com/univercd/cc/td/doc/product/voice/sw_ap_to/apps_22/app22_5. htmOracle Technology Network, Sistemas de bases de datos y servidores de aplicaciones?http://www.oracle.com/tch nology/software/ht docs/devlic. htmlE-Drawing, Sistemas automatizados de diseño?http://www.solidworks.com/pages/services/exportagreement.html?product=explorerTelefónica España, Empresa internacional para servicios de telefonía y de acceso a Internet? http://www.telefonica.esTotal Bank, Banca en línea y servicios de pago, banca empresarial y tarjetas de crédito?http://www.totalbank.com/spanish/disclosure/default.shtml

Blogger cubani: chi ne parla?I giornalisti che appoggiano la rivoluzione cubana han-no lanciato una piattaforma dove ospitare i loro blog,come “intima trincea virtuale di questa cyber-battagliaideologica” che si sta combattendo a Cuba.Charly Morales nel portale Cubahora segnala: “Nellacrisi della carta stampata, che favorisce l’interattività,Web 2.0 è ormai il principale scenario del dibattito i-deologico globale: tutti sanno che in Internet è in cor-so una grande partita di boxe di criteri”.Secondo Morales, “per combattere, a parità di condi-zioni, o almeno riducendo lo svantaggio, è imperativoche i blogger cubani possano difendersi da ‘dentro’, e-liminando in tal modo la dipendenza esterna di piat-taforme, sponsorizzate da chissà chi ...”Il “Blog giornalisti cubani” (Bpc) è stato sviluppatopresso il Centro di Informazione per la stampa (Cop),il cui team di programmatori ha lavorato al progetto perdue mesi.Secondo la sua stessa presentazione, il portale cercadi essere un’alternativa contro qualsiasi informazionefalsa o fuorviante su Cuba, in questa guerra partico-larmente feroce nella blogosfera.Nella progettazione strutturale di Bpc è stata fonda-mentale l’esperienza della rete di blogger e corrispon-denti della Rivoluzione, creato dalla giornalista NorelysMorales. Successivamente ha aderito Henrique Ma-nuel Lagarde, ed entrambi sono diventati pionieri di inimpegno volontario che mira a coinvolgere tutti i gior-nalisti cubani.Con un design sobrio, Bpc include una campagna ci-bernetica per la liberazione dei Cinque Eroi e una nu-vola di tag (etichette), sui suoi temi principali.

Ecco l'indirizzo http://blogcip.cu/

5_09 pagg 24_25.qxp 21-08-2009 9:35 Pagina 25

Page 26: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

26

Spett. Direzione e Redazione dell’UNITA’All’attenzione della dott.ssa Concita De Gregorio Via Benaglia 25 00153 ROMAFAX 00396 58557219

Gentile signora,Leggo l’UNITA’ da anni, da decenni. Un tempo la si tro-

vava anche nelle edicole del Canton Ticino, come gli altri gior-nali, oggi non più, benché sia molto più morbida, integrata nelsistema, rispetto ad allora. Sono dunque costretta ad andarla acomperare oltre confine, che non è lontanissimo, ma richiedepur sempre tempo e qualche sacrificio. Uno sforzo che da ogginon farò più, e mi dispiace. Le spiego il perché.Mi ha indignato lo spazio che l’Unità di domenica 3 maggio hadato alla blogger cubana Yoani Sánchez, paladina, per voi comeper tutta la stampa occidentale filoamericana, anticubana, di o-gni libertà. “Voci libere”, non a caso, è il titolo che ne accom-pagna il ritratto in prima pagina, (sopra - ed è inaudito - a quel-lo della pittrice iraniana Delara, giustiziata) con seguito alla ter-za e quarta. Che si dia spazio anche a questa star del circuito me-diatico mondiale, assurta a eroina dell’”informazione libera”,passi. Un po’ meno che lo si faccia, analogamente o peggio deiquotidiani che sparano su Cuba (dal Giornale al Corriere, dalMessaggero a Repubblica, ecc. ecc.) senza contestualizzarla, esoprattutto senza spendere una parola sul circuito mediaticocontrollato e finanziato dagli Usa che ne è all’origine e che, es-so sì, meriterebbe un inserto. Basterebbe citare qualche sigla equalche cifra. Dire, ad esempio, cos’è la Usaid, chi e che cosafinanzia sotto mentite spoglie, i milioni di dollari (13 nel 2007,45 nel 2008) che ha versato per la propaganda (disinformazio-ne) in America Latina, i milioni distribuiti ai cosiddetti dissi-denti cubani. Tutti dati pubblicati, verificabili. Spiegare, vistoche vi erigete a paladini della libertà, che ruolo svolgono le va-rie associazioni finanziate dagli USA con finalità anticubane (eora, in genere, antivenezualene - boliviane - uruguayane - ecua-doriane, e persino anti brasiliane e argentine). Spiegare che co-sa è il cosiddetto Fondo Nazionale per la Democrazia (NationalEndowment for Democracy, Ned) nonché il Consiglio superio-re di radiodiffusione (Broadcasting Board of Governos, Bbg) el’US Institute for Peace, Usip), organizzazioni che ufficialmen-te finanziano lo “sviluppo del giornalismo” in almeno 70 pae-si, comprese le attività di “Repórter senza frontiere”, movimen-

to tristemente esemplare di cui, guarda caso, senza vergognarvi,citate le statistiche circa i paesi con maggiore e minore libertà distampa. Tutte voci molto libere. In realtà sostengono ogni for-ma, anche violenta, di denigrazione e insurrezione contro i go-verni critici verso gli Usa. Persino Amnesty International, orga-nizzazione tutt’altro che tenera con Cuba, ammette che le per-sone considerate “detenuti per reati d’opinione” hanno ricevutofondi o materiali dal governo americano per realizzare attivitàsovversive e pregiudizievoli per Cuba. Basti leggere o rileggerequel che recita la sezione 109 della legge Helms-Burton. Qual-siasi paese al mondo punirebbe in modo pesante ingerenze diquesto tipo, persino il mio, la Svizzera, il quale nell’articolo 266del Codice Penale stabilisce che “chiunque costituisca pericoloper l’indipendenza della Confederazione... sarà punito con unapena detentiva di un anno come minimo...”. L’Italia non scherza a sua volta: secondo l’art. 243 del vostroCodice Penale “...chiunque tiene rapporti di intelligence con lostraniero affinché uno Stato estero compia atti di ostilità controlo Stato italiano... è punito con la reclusione non inferiore a die-ci anni. Se la guerra segue, si applica la pena di morte...”. Pos-sibile che nell’assediata Cuba, (sono migliaia le aggressioni sot-to varia forma sostenute dagli Usa, e spesso finanziate dalle or-ganizzazioni citate) i responsabili identificati siano invece rite-nuti dalla stampa “libera” vittime della dittatura, eroi del dis-senso? Perché l’UNITA’, accanto a quella della blogger-starSánchez (così prigioniera da rilasciare interviste ai media dimezzo mondo, in continuazione) non pubblica anche altre voci,a cominciare da quella dello studioso statunitense Peter Philli-ps, che ha visitato Cuba in lungo e largo, e fornito un parere deltutto diverso da quello della Sánchez da voi osannata? 0 quellodel reverendo Raúl Suárez, fondatore del Centro Martin LutherKing a La Habana, e membro della delegazione cubana che inquesti giorni ha incontrato quella americana, a seguito delle “a-perture” di Obama? Suarez, a questo proposito ha dichiarato: “sideve togliere di mezzo l’embargo, facilitare la comunicazione ei viaggi, ma non umiliare la dignità dei cubani. Qual’è da sem-pre la filosofia del blocco? Impedire lo sviluppo economico diCuba per diffondere fame e disperazione e provocare il crollodel sistema politco... La politica non può esistere separata dal-l’etica, quindi il blocco è anticristiano e antireligioso. Purtrop-po - ha aggiunto il reverendo Suarez - quanto a blocco la retori-ca di Obama non si discosta da quella usata per cinquant’annidagli Usa...”. E sulle famiglie, il ricongiungimento auspicato, il denaro cheporta: “... chi torna qui non trova famiglie miserabili. E il dena-

Una lettera da leggere Quello che vorremmo ci raccontassero sui quotidiani

RICEVIAMO, E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

Onestamente non sappiamo se questa lettera sia stata o meno pubblicata su l’Unità. Ci era stata inviata a fine giugnoperchè sino ad allora non era apparsa in quello che una volta era l’organo del Partito Comunista, quell’Unità fonda-

ta da Antonio Gramsci per informare e controinformare. Questa lettera è importante, perchè mette in evidenza temi cheaffrontiamo anche in questo numero, sul ruolo della stampa ‘indipendente’ e di chi la finanzia, oltre ad altre importanti que-stioni su Cuba e America latina. Come sarebbe bello se i quotidiani ci spiegassero tutte queste cose anziché imbonircicon logiche propagandistiche e allineate al Pensiero Unico....

5_09 pagg 26_27 21-08-2009 9:35 Pagina 26

Page 27: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

27

ro che porta non serve a pagare scuole, cure mediche, cultura:queste cose i cubani le hanno gratis...”.Siamo lontanissimi dalle dichiarazioni della Yoani Sánchez, davoi amplificate. Come lontanissime sono quelle che riguardanola condizione femminile. Qualche cifra: il 43 per cento del Par-lamento è femminile, così come lo è il 65 per cento dei laurea-ti, il 53 per cento dei docenti delle scuole superiori, il 72 per cen-to dell’intero settore dell’educazione, il 70 per cento del perso-nale del settore sanitario. Potremmo continuare, smontare pez-zo per pezzo le dichiarazioni della Sánchez, i suoi deliri, scam-biati da voi per libertà, immortalati nel libro “Cuba libre” e al-trove, ogni giorno.Quanto poi all’attendibilità delle dichiarazioni di Obama al sum-mit di Trinidad, non si sa più cosa dire, e ha mille ragioni il re-verendo Suárez di essere prudente, aspettando, dopo le parole, ifatti. I primi, di questi giorni, sono assai deludenti; il governo O-bama, per bocca del presidente stesso, ha infatti ribadito uno de-gli slogan insopportabili dell’amministrazione precedente: Cu-ba resta nella lista degli “stati canaglia”, sostenitori del terrori-smo. Ha avuto facile gioco Fidel Castro nella risposta secca: Chi

aggredisce chi? Chi ha tentato di invadere l’isola, dal 1961 (Baiadei Porci) fino alle successive incursioni da parte di gruppi fi-nanziati dalla Cia? Chi ha finanziato Posada Carriles, il noto ter-rorista, esso sì, che si vanta di aver organizzato l’attentato con-tro l’aereo di linea cubano nel 1976 (73 morti), nonché quelli a-gli alberghi cubani che sono costati tra l’altro la vita a un giova-ne italiano? Potrei continuare, ma si sfiorerebbe il ridicolo, senon vi fossero di mezzo tragedie. Non confondiamo le vittimecon i carnefici. Eppure Obama (o chi lo attornia: quanti bellim-busti già presenti nei governi precedenti - Clinton, Bush - occu-pano posti chiave nell’attuale amministrazione) nei fatti, con-traddicendo i proclami, ripete la condotta dei suoi predecessori.Aveva fatto meglio Carter, in questo senso.Potrei continuare, ma mi fermo: il latino è chiaro. E tuttavia miguardo bene dall’affermare ciò che non è. So bene - l’ho visita-ta ancora di recente in lungo e in largo - che Cuba non è il Para-diso, anzi. Le difficoltà quotidiane sono reali, a volte pesantissi-me, non tutte dovute al blocco economico, ma anche a quellomentale, diffuso purtroppo in molti dirigenti, nel partito comu-nista. L’economia ristagna, il prezzo da pagare per la popola-

zione è elevato. E tuttavia, come indicano i dati delle organiz-zazioni internazionali, la condizione media di vita è assai mi-gliore rispetto ai paesi vicini; non a caso chi cerca di lasciare l’i-sola per ragioni quasi sempre economiche non parte per l’Hon-duras, San Salvador, Haiti,ecc., ma per i paesi ricchi, abbagliatidai beni di lusso che vedono addosso ai turisti e dalla propagan-da, che arriva dagli Usa, via Radio e TV. Ma come sempre oc-corre confrontare. Ho visitato scuole, asili, nidi d’infanzia, o-spedali, case per anziani. Lo sforzo delle autorità preposte è e-semplare, non ha uguali in nessun paese dell’America latina, enon solo. È un caso che la speranza di vita media di un cubanosia di circa 75 anni, come da noi, mentre nei paesi vicini scendesotto i 50? A che cosa è dovuto, visto che il clima è lo stesso? ACuba i bambini si trovano nei nidi d’infanzia, negli asili, poi nel-le scuole. Non vengono abbandonati nelle discariche come al-trove. Non vi sono desaparecidos, eppure sotto la pressione de-gli Usa la stampa mondiale continua a invocare i diritti umani.A Cuba. Forse sarebbe bene farlo per Guantánamo, quella delleprigioni modello americane. Ma i media occidentali, con poche,sparute eccezioni (piccoli fogli settoriali, in genere) spara su Cu-

ba, in osservanza della lex americana, la qua-le, com’è noto, accanto al settore economicoe a quello militare (si sono avuti esempistraordinari di recente, dall’invasione dell’I-rak alla crisi bancaria estesa poi alla società)ha sempre controllato e comandato anchel’informazione nelle varie forme. Ho citatoall’inizio le fonti finanziarie di questo realeimperialismo mediatico. Fino a domenicacredevo che fossero soltanto i maggiori orga-ni di stampa nazionali ad esserne “beneficia-ti”, Radio e TV comprese. Oggi mi rendoconto che così non è, anche altri fogli lo so-no. O cercano di esserlo. E tra questi l’U-NITÀ, che io fino a ieri andavo a comprareoltre confine, nonostante qualche delusione,ma pur sempre con la convinzione che can-tasse ancora fuori dal coro del conformismomediatico. (Sull’America latina, ad esempio,gli articoli di Maurizio Chierici sono semprestati apprezzabili, compreso quello recente suNorberto Fuéntes). O non è così? Ma se an-che non lo fosse, e cioè se anche il giornaleda lei diretto non beccasse un quattrino dalleagenzie americane preposte, in fatto di sud-ditanza non scherza, perlomeno con questo

capitolo irritante con al centro la blogger cubana. A volte si di-venta più papisti del papa, forse, immagino, nella speranza di es-sere definitivamente sdoganati, depurati dalla tradizione glorio-sa del giornale che fu, nel nome delle emergenti “voci libere”,cui dare spazio nel nome di un discutibile concetto di libertà.

Gentile signora, nonostante tutto voglio ancora credere di esser-mi sbagliata, e che quello che mi suggeriscono queste righe siastato uno brutto incidente, una forzatura, e nulla più. Ma è così?Le chiedo in ogni caso di pubblicare questa lettera aperta sul-l’Unità: non pretendo lo stesso risalto riservato alla Yoani Sán-chez, così come la spesso invocata par condicio, se non altro perragioni etiche, richiederebbe, ma uno spazio confacente sì.

Con i migliori saluti.

dott.ssa Paola Jurivia Pestarisio 5CH-6982 AgnoSvizzera

Yoani Sánchez addestra alla dissidenza informatica

5_09 pagg 26_27 21-08-2009 9:35 Pagina 27

Page 28: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

28

Oggi si emigra per guerre,povertà, per mancanza di

diritti umani. Ma si va oltre lafrontiera del proprio paese an-che per la voglia di un futuromigliore per sè e le proprie fa-miglie o per l’amore: sì l’amo-re, perchè in questo mondoglobalizzato anche l’amore èglobalizzato.Ma, nella maggioranza dei ca-si, la realtà che si incontra al-trove non corrisponde a quella

vissuta nei sogni di ciascuno. L’intolleranza, la crudeltà, ilrazzismo e, ancora, l’egoismoe la paura di realtà sconosciutesi trasformano nei peggiori in-cubi della nostra vita.Ognuno di noi cerca e trova, avolte ci riesce e altre no, unaragione per cui lottare e anda-re avanti. Nel mio caso più cheper una ragione, io proseguoperchè sono anima e cuore inquella immensa e indescrivibi-

le realtà chiamata “Patria”,quella patria grande che è “Cu-ba”, la piccola isola caraibicaimpossibile da rinchiudere nelconcetto che la definisce.La stessa patria per cui Martíha patito tanta nostalgia nell’e-silio, quella patria che tanti uo-mini armati di buona volontàhanno difeso anima e corpo.Ed è alla Patria che va una poe-sia, perchè la poesia permettequanto in altri modi sarebbe

CaribemiAmoraa ccuurraa ddii AAddaa GGaallaannoo

[email protected]

MIGRAZIONE, AMORE, POESÍA, PATRIA

PALOMA DALE UN BESO A MI PATRIA

Vuela paloma dale un beso a mi isla recorre su eterna primavera llevale este concierto de espumas y sirenas rompe su cielo con tus alas regresame un ramo de mariposas.

Pero ve paloma besa las palmeras traime el canto de los tomeguínes cuentame del color de las algas en sus playas hablame de la arena del beso prohibido de las olas.

Paloma recoge mis lágrimas baña con ellas la tierra de mi patria, se bañan aún los niños con la ducha de la lluvia alegres chapotean en el fango.

Dime la pregonera del Caney sigue su diaria rutina vende mangos, piñas pregones para el alma.

Traime hierbas mejoranas y albahacas abrecamino y vencedor hare una tizana que cure soledades.

Pero anda y ve vuela paloma dale un beso a mi patria

COLOMBA DAI UN BACIO ALLA MIA PATRIA

Vola colomba dai un bacio alla mia isolapercorri la sua eterna primaveraportale questo concertodi schiuma e sirenerompi il cielo con le tue ali riportami un mazzo di mariposas*.

Però vai colombabacia le palmeportami il canto dei tomeguínes**raccontami il colore delle alghe sulle spiagge parlami dellla sabbiadel bacio proibito delle onde.

Colomba racogli le mie lacrimeinaffia con esse la terra della mia patria,ancora i bambini fanno il bagnocon la doccia dellla pioggiagiocosi saltellano nel fango.

Raccontami l’annunciatrice del Caneyfa il solito girovende manghi, ananasproclami per l’anima.

Portami erbemaggiorana, basilico abrecamino y vencedor***devo fare una tisanaper guarire la solitudine.

Però tu, vola, vaivola colombadai un bacioalla mia patria.

* Profumato fiore nazionale - ** Piccolo uccello endemico di Cuba, dalla voce estremamente melodiosa*** Piante utilizzate nella santeria e nei bagni lustrali

difficile raccontare, ci permet-te di dire, di denunciare e di farsapere cose che in un altro mo-do non riusciremmo a esprime-re, ci consente di poterla sem-pre difendere, insieme ai suoivalori e agli insegnamenti dichi c’è stato prima di noi, chene ha fatto e scritto la storia.Patria è il respiro, sono i bat-titi del cuore, l’amore, la vo-glia di vivere, di lottare e divincere. H

5_09 pagg 28_29 21-08-2009 9:37 Pagina 28

Page 29: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

29

Partiamo il 27 aprile, di-retti all’aeroporto diHolguín. Ancora emo-

zionata per il recente incontrocon Aleida Guevara, gli ogget-ti che non entravano nella suavaligia ben riposti nella mia.Glieli porterò a casa, a La Ha-bana. Sarà, spero, un’altra oc-casione per incontrarla.Arriviamo a Las Tunas a sera i-noltrata, all’Icap ci aspettanotutti gli amici che avevo lascia-to un anno fa, emozionati e fe-lici ci abbracciamo. È come es-sere tornata a casa, la sensazio-ne calda e piacevole che solo lepersone che ami sanno darti.Domani comincia la Brigata, la18ma in ricordo di GiovanniArdizzone, che ci vedrà impe-gnati nel restauro dell’Istitutoper disabili fisici e mentali Ca-lixto Arduy García. All’Istitutoci accolgono i lavoratori con ildirettore e molti ospiti del cen-tro che, con i loro sorrisi, gliabbracci e la voglia di far festa,vogliono darci il benvenuto fraloro.I lavori da fare sono molti, van-no dall’imbiancatura delle pa-reti all’impianto elettrico fati-scente, al rimettere a nuovo fi-nestre, letti e suppellettili vari,forse non riusciremo a termina-re tutto, ma di sicuro in quelmomento promettiamo a noistessi di fare il più possibile,prima della partenza vogliamolasciare almeno un reparto fini-to. Lavorare è facile, nonostan-te il caldo e la fatica, i sorrisidei bambini e gli scherzi degliospiti più grandi e dei lavorato-ri mi ripagano di ogni cosa. Epoi vedere i miei compagni dibrigata che si danno da fare adispetto del caldo e, per qual-cuno, degli acciacchi dell’età, èun balsamo che mi sprona, an-che se, unica donna, devo avolte subirne gli scherzi. Masono scherzi causati dall’affet-to un po’ rude di cui sono og-

getto, come lebattute di Darioe Donato, chespesso mi prean-nunciano unamorte prematuraa causa del fu-mo!E qualche picco-la soddisfazionepersonale: invirtù del miospagnolo vengonominata tradut-trice “ufficiale”del gruppo, evengo persinointervistata dallaTV nazionale!La cosa comica èche la sera il ser-vizio viene tra-smesso durante il notiziario,così il giorno dopo vengo chia-mata al telefono da una quan-tità di amici cubani sparsi intutta l’isola, che mi nominano“celebrità nazionale”!Il primo maggio partecipiamoalla sfilata, insieme ai compa-gni dell’Icap, e vengo insignitadell’onore di portare la bandie-ra cubana. È una grande emo-zione, mai avrei immaginatouna folla simile, contenta di es-sere lì, orgogliosa dell’apparte-nenza a questa piccola grandenazione, e legata alla sua Rivo-luzione come al valore più sa-cro per cui lottare! Il 1° maggioa Cuba è veramente una festada ricordare: la gente che findalle prime ore del mattinopassa davanti alla nostra abita-zione con ogni mezzo di tra-sporto possibile, a piedi, concarri e cavalli, in bici o bicitaxi,ciascuno portando la sua ban-diera piccola o grande, tutti di-retti verso la plaza de la Revo-lución, mi fa pensare ad unagrande e bella festa, di quelleche dalle nostre parti non ci so-no più.Ma nel pomeriggio, nonostante

la giornata fe-stiva, ci toccaancora lavora-re: dobbiamoscaricare ilc o n t a i n e rgiunto dall’I-talia, con ilmateriale ne-cessario al la-voro e gli aiuti mandati da al-cuni dei circoli lombardi. Manon siamo soli, ci aiutano tutti,all’Istituto, compresi gli ospiti,che con sforzi memorabili sca-ricano tutti gli scatoloni in po-chissimo tempo.Le giornate sono scandite dallavoro mattutino e dagli impe-gni politici e ricreativi al po-meriggio, incontri con espo-nenti del partito, visite a scuolee centri culturali, spettacoli tea-trali ed un meraviglioso ballet-to popolare, che le autorità lo-cali ci offrono.Ci concediamo persino unagiornata al mare, a Puerto Pa-dre, con pranzo al paladar, a cuipartecipano anche alcuni com-pagni cubani.Alla fine del periodo siamo riu-sciti a restaurare un intero re-

parto del Centro, mettendo inposa anche i ventilatori a soffit-to, necessari per il benesseredei piccoli ospiti.È stata un’esperienza che sicu-ramente mi ha arricchita, se do-vessi fare un bilancio direi chequello che noi offriamo è nullain confronto a ciò che ricevia-mo in cambio: affetto, allegria,amicizia, senso delle propor-zioni rispetto a ciò che vera-mente serve per essere sereni, eche troppo spesso dimentichia-mo, troppo affannati a correreper raggiungere l’inutile e l’ef-fimero. Se dovessi dare una de-

finizione della brigata di lavo-ro, userei il termine “condivi-sione”. Sappiamo tutti beneche ciò che manca a Cuba sonole materie prime, non certo lamano d’opera. Ma, allora, per-chè andare a lavorare? Sempli-ce: per dimostrare al popolocubano che siamo lì con loro,che desideriamo condividere lafatica quotidiana, che il nostroimpegno non vuole e non deveessere un semplice aiuto eco-nomico, ma piuttosto una manostretta all’altra da fratelli, e maida benefattori.Tornerò? Certamente, non po-trei più farne a meno. In questeoccasioni si stringono lacci chenon possono essere spezzatidai molti chilometri che ci se-parano. H

Maria Giovanna Tamburello

lamiaCuba

In Brigata per condividere

5_09 pagg 28_29 21-08-2009 9:37 Pagina 29

Page 30: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

l Circolo di LodiDopo dieci anni dall'aperturadel circolo di Lodi, riteniamosia il momento di fare il puntosulla collaborazione che abbia-mo avuto con Cuba e più preci-samente con la provincia di Lastunas con cui la Lombardia ègemellata e con la città di Joba-bo con cui è gemellato il nostrocircolo.

Non ci sembra vero, ma nono-stante il nostro circolo sia natoda poco e non abbia molti iscrit-ti (100), abbiamo in questi annispedito 20 container di materia-li vari dai quaderni ai carrettiper la raccolta rifiuti (105),comprati in Cina e spediti diret-tamente a Las Tunas - progettorichiesto dal sindaco, all'ultimoparco giochi per una scuola diLas Tunas dove nel marzo del2009 abbiamo fatto l'ultima bri-gata di lavoro volontario.Nel seguire le direttive del coor-dinamento regionale abbiamoimpegnato la Provincia di Lodiper un intervento con l'ONU, ilprogramma del pdhl (piano disviluppo umano locale), versan-do 20.000 euro all'anno per untotale di 140.000 euro.

Nel prosieguo del nostro lavo-ro siamo riusciti a convincere ladirigenza di Intercampus, perintenderci l'Internazionale diMoratti, della bontà di un pro-getto sportivo che doveva dura-re tre anni e che con nostra gran-de sorpresa visto il successo chehanno incontrato sul posto, do-po i tre anni trascorsi nelle pro-vincie di Las Tunas , Holguin,Gramma ( e qui doveva finire ilprogetto) si sono fermati altri treanni all'Avana e ora, è notizia diquesti giorni, ricomincerannocon il medesimo programmatriennale nelle prime provinciecitate. Quest'anno tre bambinidi Las Tunas verranno ospitatiin Italia, dove per consuetudineogni fine campionato vengonoospitati tre allenatori cubani.Crediamo di avere operato inmodo proficuo; forse è mancatoun lavoro sul piano politico, mail tempo penso ci permetterà dicoprire questa nostra lacuna.

Speranzoso che questa nostravenga pubblicata vi saluto conun..... Hasta la victoria siempre.

Gianni Montemartinisegretario del Circolo di Lodi

l Circolo di ParmaINSIEME e SOLIDALI

Per la tredicesima volta, il Fo-rum Multiculturale di Solida-rietà di Parma, ha organizzato aCollecchio (Pr) la Festa Mul-tietnica; ed anche quest'anno,nei giorni 3-4-5-luglio, il Circo-lo Celia Sánchez, ha usufruitodella grande opportunità dipartecipare e di far conoscerel'attività dell'Associazione Na-zionale Italia-Cuba e del Circo-lo di Parma . Abbiamo allestitoun gazebo che in quei tre gior-ni ha visto la presenza del se-gretario e di altri compagni chehanno accolto cordialmente siacoloro che volevano acquistaregadgets e magliette, sia chichiedeva notizie affidabili sullarealtà cubana e non distorte o

manipolate come risa-puto; o per avere chia-rificazioni sull'attivitàdel Circolo. Si è rag-giunto un buon risul-tato di interessamentoe di partecipazione, dinuovi tesserati e dirinnovi. Domenica 5 luglio, al-l'interno del gazebo,sono stati proiettati fil-mati e diapositive sul-la vita di Cuba e a Cu-ba,dando così ancheun contributo alla co-noscenza della storiadi questa isola Rivolu-zionaria. Oltre a que-sto angolo culturale,alcuni nostri tesserati hannopreparato nelle cucine della Fe-sta, 350 " COMIDAS CUBA-NAS" a base di riso e fagioli ne-ri, pollo fritto e banane fritte,che sono state molto apprezza-te,superando in gradimento ipiatti tipici (altrettanto gustosi erinomati) degli altri 4 Paesi par-tecipanti alla Festa. UN SUC-CESSONE !!!. Bilancio più che

positivo per il Circolo, che si èfatto conoscere ulteriormente eche si propone di organizzarealtre iniziative in provincia diParma e in altre provincie limi-trofe a coronamento di questo50° Anniversario della Rivolu-zione Cubana.

Rossana Spocchi e Angelo Giavarini

daiCircolia cura di Rocco [email protected]

30

PARMA banchetto con avventori

PARMA Simbolo circolo Celia Sanchez

5_09 pagg 30.qxp 21-08-2009 9:38 Pagina 30

Page 31: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

31

iCircoliPIEMONTE H Alessandria - c/o M. Chiesa - via Sant’Ubaldo35 - 15121 AL - tel. 3338409549 - Asti - c/o Casa del Popolo -via Brofferio 129 - 14100 AT - tel 3498023760 - Biella - c/oA.R.C.I - via della Fornace 8/b - 13900 BI - tel. 3311397513 -Collegno - via Tampellini 39 - 10093 Collegno - TO - tel.011596845 - Cuneo - c/o P.R.C. - via Saluzzo 28 - 12100 CN -tel. 017166274 - Novara - c/o O. Tacchini - via Lampugnani 5 -28100 - NO - tel. 0321471825 - Rivoli - c/o P.R.C. - via Trieste21/A - 10098 Rivoli - TO - tel. 0119585600 - Torino - via Reg-gio 14 - 10153 TO - Valle Pellice - c/o A.R.C.I. Fare-Nait - piaz-za Cavour 1 - 10066 Torre Pellice - TO - tel. 3398941900 - ValleSusa - c/o F. Peretti - via Susa 77 - 10050 Chiusa S. Michele - TO- tel. 0119642122 - Verbano-Cusio-Ossola - c/o A.R.C.I. ‘F.Ferraris’ - via Manzoni 63 - 28887 Omegna - VB - tel. 032360894

LIGURIA H Celle Ligure-Cogoleto-Varazze - piazza San Bar-tolomeo 24F - 17019 Varazze - SV - tel. 0109185153 - Ceriale -via Concordia 6/8 - 17023 Ceriale - SV - tel. 018220888 - Geno-va - c/o P.R.C. via S. Luca 12/40 - 16124 GE - tel. 3392267700 -Imperia - via S. Lucia 24 - 18100 IM - tel. 0183276198 - La Spe-zia - c/o Federazione Spezzina PdCI - viale Amendola 100 -19121 SP - tel. 3398190144 - San Remo - via Mameli 5 -18038San Remo - IM tel. 3471157031 - Savona - c/o S.M.S. Fornaci -corso V. Veneto 73/r - 17100 SV - tel. 019801165 - TigullioGolfo Paradiso - c/o P.R.C. - viale Devoto 22/5 -16043 Chiavari- GE - tel. 0185324433

LOMBARDIA H Abbiatense-Magentino - c/o C. Amodeo - viaFolletta 11 - 20081 Abbiategrasso - MI - tel. 3358296834 - Arco-re-Brianza - c/o A.R.C.I. Blob - via Casati 31 - 20043 Arcore -MI - tel. 039616913 - Bassa Bresciana - c/o A. Cò - fraz. Mon-ticelli d’Oglio 47 - 25029 Verolavecchia - BS - tel. 0309920644 -Bergamo - c/o A.R.C.I. - via Gorizia 17 - 24127 BG - tel.035241278 - Borghetto Lodigiano - via Garibaldi 826812 Borghetto Lodigiano - LO - tel. 0371421503 - Brugherio- c/o Casa del Popolo P.R.C. - via Cavour 1 - 20047 Brugherio -MI - tel. 3386920214 - Cassano d’Adda - c/o P.R.C. via Milano15 - 20062 Cassano d'Adda - MI - tel. 3356516890 - ColognoMonzese - c/o F. Amaro - Via Ovidio 14/E - 20093 ColognoMonzese - MI - tel. 3388559304 - Como - Via Lissi 6 - 22100 CO- tel. 031594692 - Cremona - c/o R. Porro - Via Cadore 74 –26100 CR - tel. 3394458112 - Lecco - c/o A.R.C.I. - Via C. Cantù18 – 23900 LC - tel. 0341488270 - Lodi - c/o A.R.C.I. - Via Mad-dalena 39 - 26900 LO - tel. 0371420443 - Mantova - c/oFed.Prov: PdCI - l.go 1° Maggio 1 - 46100 MN - tel. 3356612666- Milano - Via P. Borsieri 4 - 20159 MI - tel. 02680862 - NordMilano - via Prealpi 41 - 20032 Cormano - MI - tel. 0266116354- Pavia - c/o C.G.I.L. - E. Ricci - Piazza D. Chiesa 2 - 27100 PV- tel. 03823891 - Rhodense c/o F. Paleari - Via San Francesco 820010 Pogliano Milanese - MI - tel. 3888486070 - Sesto SanGiovanni - c/o A.R.C.I. Nuova Torretta - Via Saint Denis 101 -20099 Sesto San Giovanni - MI - tel. 3381183479 - Varese - c/oA.R.C.I. -Via del Cairo 34 21100 VA - tel. 0332234055 - Voghe-ra - c/o P.R.C. -Via XX Settembre 92 - 27058 Voghera - PV - tel.0383367291

TRENTINO ALTO ADIGE H Bolzano - c/o F.I.O.M. - Via Ro-ma 79 - 39100 BZ - tel. 0471926427 - Trento - c/o S. Tartarotti -Via Brescia 99 - 38100 TN - tel. 3496615241

VENETO H Padova - c/o PdCI - via Fra Giovanni Eremitano 2435138 - PD - tel. 3209581314 Venezia - calle Dorsoduro 3686 -30123 VE - tel. 3358115235 - Verona - via Cà de Dé 26 - 37020Pedemonte - VR - tel. 3358455477

FRIULI VENEZIA GIULIA H Alto Friuli - c/o W. Persello - viaRoma 40/4 - 33030 Majano - UD - 0432948053 - Pordenonese -c/o M. Russo - via M. Ciotti, 11 - 33086 Montereale Valcellina -PN - tel. 3475138484 - Trieste - c/o Casa del Popolo - via Pon-ziana 14 - 34137 TS - tel. 3407879787

EMILIA ROMAGNA H Bolognese - c/o P. I. Soravia - circon-vallazione V. Veneto 27 - 40017 S.G. in Persiceto - BO - tel.051823420 - Castell’Arquato - via Crocetta 3 - 29014 Castel-l’Arquato - PC - tel. 0523806100 - Forlì - c/o Circolo Zoré - via-le f.lli Spazzoli 51 - 47121 FC - tel. 054363303 - Imola - c/oP.R.C. - via C. Morelli 11 - 40026 Imola - BO - tel. 0542690755- Parma - viale Piacenza 59 - 43126 PR - tel. 052499352 - Pia-cenza - via Legnano 16 - 29121 PC - tel. 0523335725 - Raven-nate - c/o F. Bartolini - via Cantagalli 18 - 48018 Faenza - RA -tel. 0546620403 - Riminese - via Veneto 30/a - 47838 Riccione -RN - tel. 0541600521

TOSCANA H Campi Bisenzio - c/o E. Mappa - via Siena 32 -50013 Campi Bisenzio - FI - tel. 3383917152 - Firenze - c/o Cir-colo ARCI Boncinelli - Via di Ripoli 209/E - 50126 FI - tel.3366176891 - Livorno - Borgo Cappuccini 278 T - 57126 LI -tel. 3488505684 - Massa Carrara - c/o A.R.C.I. - via L. Giorgi3 - 54033 Carrara - MS - tel. 058575275 - Pisa - via Bovio 48 -56125 PI - tel. 3472743826 - Versilia - c/o P.R.C. - via S. Marti-no 260 - 55049 Viareggio - LU -tel. 058431887

MARCHE H Senigallia - c/o Stadio Comunale - via Monte Ne-ro - 60019 Senigallia - AN - tel. 3333806715

UMBRIA H Terni - via Damiano Chiesa 34 - 05100 TR - tel.3382098047

LAZIO H Frascati - c/o P.R.C. - via Janari 11 - 00044 Frascati -RM tel. 3333177884 - Roma “Roma” - vicolo Scavolino 61 -00187 RM - tel. 066790914 - Roma “J.A. Mella” - c/o P.R.C. -via delle Saline 55/A - 00119 RM - tel. 065652468 - Tuscia - viaGaribaldi 23 -00066 Manziana - RM - tel. 0699674258 - ValleTevere - c/o P.R.C. - via Turati 76 - 00065 Fiano Romano - RM -tel. 0765332869 - Velletri - c/o A. Della Corte - corso della Re-pubblica 43 - 00049 Velletri - RM - tel. 069626843

ABRUZZO H Fossacesia - via XIV Luglio 10 - 66022 Fossace-sia - CH - tel. 087260424 - Pescara - c/o P.L. Spiezia - via Anco-na 46 - 65122 PE - tel. 3921564784

CAMPANIA H Avellino - c/o G. Matarazzo - vico Sapienza 8 -83100 AV - tel. 082535002 - Campi Flegrei - c/o D. Matrone - IItraversa Cappuccini 7 - 80078 - Pozzuoli - NA - tel. 0815262241

CALABRIA H Cortale - Via P. Venuti - 88020 Cortale - CZ - tel.096876530 - Reggio Calabria - c/o A. Amato - Via Neforo 12 -89122 RC - tel. 096546067

SICILIA H Isnello - Corso V. Emanuele 25 - 90010 Isnello - PA- tel. 3357744262 - Messina - c/o Eurocopy - Viale Annunziata81 - 98168 ME - tel. 3397362117 - Palermo - Via A. Veneziano41 - 90138 PA - tel. 0916521589

SARDEGNA H Cagliari - Via Doberdò 101 - 09122 CA - tel.0708647985 - Nuoro - Via Giusti 17 - 08100 NU - tel.0784203039 - Sassari - c/o C.S.S. G. Masala 7/B - 07100 SS -tel. 079274960

5_09 pagg 31.qxp 21-08-2009 9:41 Pagina 31

Page 32: il 10 ottobre tutti a milano - italia-cuba.it · La giornata e la frase calzano a pen- ... squadra di scherma cubana fatta esplodere in volo sul cielo delle Barbados, due tra le tante

Per la liberazione dei Cinque, contro il silenzio dei mezzi di comunicazione

Cinque cubani, dal 12 settembre 1998, sono detenuti negli Stati Uniti con condanne che vanno da 15 anni fino a un doppio ergastolo perché, a protezione del loro popolo,controllavano l’attività di gruppi paramilitari anticubani che dal territorio degli Stati Uniti

pianificavano attentati terroristici contro Cuba.

Come è stato riconosciuto anche da alte autorità militari statunitensi, che hannotestimoniato durante il processo, i Cinque cubani non hanno mai commesso atti

di violenza, né sono mai entrati in possesso di documenti segreti che avrebbero potutomettere in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti, né hanno tentato di farlo.

Il processo tenuto a Miami è stato ritenuto illegale dal Gruppo di Lavoro sulle DetenzioniArbitrarie dell’ONU per come è stato condotto. Dieci Premi Nobel, Parlamenti esteri,

singoli parlamentari di tutto il mondo, istituzioni internazionali, organizzazioni dei DirittiUmani, associazioni di giuristi e diverse migliaia di personalità hanno chiesto invano,

prima alla Corte di Appello di Atlanta e poi al Tribunale Supremo degli Stati Uniti, la revisione di questo processo.

Il Governo statunitense ha fatto di tutto perché questo caso passasse sotto silenzio. Infatti la revisione del processo, in una sede diversa da Miami, avrebbe potuto portare alla scoperta di connivenze, protezioni e sostegno ad azioni di terrorismo contro Cuba

da parte dei vari Governi degli Stati Uniti.

In Italia i grandi mezzi di comunicazione - su questo caso come per altre situazioniavvenute nel mondo - hanno mantenuto un silenzio tombale, che dimostra il controllo

a cui sono sottoposti, la loro mancanza di etica professionale e l’ipocrisia del cosiddettomondo occidentale sulla tanto declamata “libertà di informazione”.

Ricordiamo che una delle 3.478 vittime di tali azioni di terrorismo contro Cuba è il cittadinoitaliano Fabio Di Celmo. Nessun grande quotidiano, nessuna importante rete televisiva

ha mai speso una sola parola per chiedere giustizia per questo nostro concittadino. Il noto terrorista Luis Posada Carriles, che vive e gode di ampie protezioni negli Stati Uniti,

non è mai stato perseguito per questo crimine dalla giustizia statunitense, pur avendo rivendicato pubblicamente la propria responsabilità.

Siamo contro tutti i terrorismi, in tutte le loro forme o manifestazioni, diretti contro chiunque, in ogni parte del mondo e per qualsiasi ragione.

La lotta contro il terrorismo la si conduce anche attraverso una corretta informazione.

Invitiamo i cittadini italiani - che nonostante tutto quello che accade nel mondo e nel nostro paese continuano ad avere e a credere nei valori morali,

ad aderire al nostro appello e a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà a Milano il 10 ottobre 2009 per lanciare un segnale di solidarietà ai Cinque,

chiedere che i mezzi di informazione facciano finalmente conoscere il loro casoe arrivare alla loro liberazione.

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

per info e adesioni: www.italia-cuba.it [email protected]. 02680862 fax 02683037

1_08 IV copertina.qxp 21-08-2009 9:42 Pagina 32