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IFRS 9: dal bilancio bancario si evolve il rapporto con le imprese di Giuliano Soldi (*) I cambiamenti introdotti dallIFRS 9, entrato in vigore comè noto il 1 gennaio 2018, incideranno su molteplici funzioni interne agli istituti di credito. Tali novità creeranno una discontinuità nelloperatività, nei processi e nelle metodologie utilizzate. Il presente contributo analizza le aree di maggior impatto. Introduzione Il primo gennaio 2018 ha sancito lentrata in vigore del nuovo standard contabile IFRS 9 Financial Istruments. La novità contabile rappresenta la risposta dellInternational Accounting Standars Board (IASB) al manife- starsi della recente e profonda crisi economico- finanziaria. La nuova regola contabile si prefigge lobiettivo di superare il gap esistente tra i principi con- tabili attualmente in vigore e i criteri di risk management imposti da Basilea 2 e 3, utiliz- zando criteri di previsione ex ante delle perdite attese su tutto larco temporale di vita residua del finanziamento(1). Brevemente vengono esposte le modifiche di rilievo apportate al bilancio bancario. Le varia- zioni interessano i seguenti profili: valutazione e classificazione degli strumenti finanziari: in tale ambito è stata introdotta una nuova ripartizione delle attività finanziarie che riduce a tre le categorie contabili rispetto alle precedenti quattro previste dallo IAS 39 (2). Al fine di rendere meno discrezionale la classi- ficazione degli strumenti finanziari allinterno delle nuove categorie contabili sono stati intro- dotti due driver: modello di gestione (business model) e caratteristica dei flussi di cassa con- trattuali previsti per il singolo strumento finan- ziario, la cui verifica avviene mediante il c.d. SPPI test Soley payment of principal and inte- rest test - on the principal amount outstanding; modello di impairment incentrato sulla rile- vazione delle perdite attese: il nuovo principio prevede un modello (3) in grado di rilevare le Note: (*) Dottore Commercialista e Revisore Legale, Componente della Commissione Finanza e Controllo di Gestione dellODCEC di Milano (1) ODCEC Milano Commissione finanza e Controllo di Gestione, Rating Advisory - Linee Guida per il monitoraggio proattivo del merito creditizio e lassegnazione del rating dimpresa, Milano, 21 dicembre 2015, pag. 22. (2) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (AC): rien- trano allinterno di questa categoria gli strumenti che listituto di credito identifica, tramite il business model da detenere sino alla scadenza (Held to Collect), e che presentano cash flow con- trattuali rappresentati esclusivamente dal pagamento di capi- tale e interessi. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVTOCI): include strumenti finanziari la cui finalità può essere conseguita sia attraverso lincasso dei flussi di cassa sia mediante la vendita dello stru- mento per cogliere eventuali opportunità di mercato. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (FVTPL): la categoria prevede tre sottovoci: - attività finanziarie detenute per la negoziazione. Strumenti con finalità di trading che rappresentano una categoria resi- duale rispetto alle precedenti; - attività finanziarie designate al fair value. Al fine di ridurre o eliminare laccounting mismatch (asimmetria contabile) è data facoltà al singolo istituto di esercitare lopzione (c.d. fair value option) procedendo a classificare uno strumento finanziario allinterno di questo portafoglio; - altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value. La voce include le attività che non soddisfano i requisiti per linserimento negli altri due portafogli. (3) Il funzionamento e limpatto del nuovo modello di impair- ment è stato oggetto della relazione illustrativa al Decreto del Ministro dellEconomia e delle Finanze del 10 gennaio 2018: La previsione di una nuova metodologia di impairmentdegli strumenti finanziari è uno degli effetti più rilevanti deri- vanti dalladozione dellIFRS 9. Lobiettivo contabile è quello di rilevare le perdite attese lungo tutta la vita del credito per tutti gli strumenti finanziari per i quali vi sono stati aumenti significativi del rischio di credito dopo la rilevazione iniziale. In sintesi, quindi, le rettifiche del valore degli strumenti finan- ziari, anche di quelli c.d. performing, sono influenzate dalle aspettative sul rischio di credito dei singoli (o di gruppi di) strumenti. (G.U. Serie Generale n. 19 del 24 gennaio 2018). Amministrazione & Finanza n. 6/2018 57 Banca&Impresa Rapporti banche-imprese

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IFRS 9: dal bilancio bancariosi evolve il rapporto con leimpresedi Giuliano Soldi (*)

I cambiamenti introdotti dall’IFRS 9, entrato in vigore com’è noto il 1 gennaio 2018, inciderannosu molteplici funzioni interne agli istituti di credito. Tali novità creeranno una discontinuitànell’operatività, nei processi e nellemetodologie utilizzate. Il presente contributo analizza le areedi maggior impatto.

IntroduzioneIl primo gennaio 2018 ha sancito l’entrata invigore del nuovo standard contabile IFRS 9“Financial Istruments”. La novità contabilerappresenta la risposta dell’InternationalAccounting Standars Board (IASB) al manife-starsidella recenteeprofondacrisi economico-finanziaria.Lanuova regolacontabile siprefigge l’obiettivodi “superare il gap esistente tra i principi con-tabili attualmente in vigore e i criteri di riskmanagement imposti da Basilea 2 e 3, utiliz-zando criteri di previsione ex ante delle perditeattese su tutto l’arco temporale di vita residuadel finanziamento” (1).Brevemente vengono esposte le modifiche dirilievo apportate al bilancio bancario. Le varia-zioni interessano i seguenti profili:• valutazione e classificazione degli strumentifinanziari: in tale ambito è stata introdotta unanuova ripartizionedelle attività finanziarie cheriduce a tre le categorie contabili rispetto alleprecedenti quattro previste dallo IAS 39 (2).Al fine di rendere meno discrezionale la classi-ficazione degli strumenti finanziari all’internodelle nuove categorie contabili sono stati intro-dotti due driver: modello di gestione (businessmodel) e caratteristica dei flussi di cassa con-trattuali previsti per il singolo strumento finan-ziario, la cui verifica avviene mediante il c.d.SPPI test “Soley payment of principal and inte-rest test - on the principal amount outstanding”;• modello di impairment incentrato sulla rile-vazione delle perdite attese: il nuovo principioprevede un modello (3) in grado di rilevare le

Note:(*) Dottore Commercialista e Revisore Legale, Componentedella Commissione Finanza e Controllo di Gestionedell’ODCEC di Milano(1) ODCEC Milano Commissione finanza e Controllo diGestione, “Rating Advisory - Linee Guida per il monitoraggioproattivo del merito creditizio e l’assegnazione del ratingd’impresa”, Milano, 21 dicembre 2015, pag. 22.(2) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (AC): rien-tranoall’internodi questa categoria gli strumenti che l’istituto dicredito identifica, tramite ilbusinessmodeldadeteneresinoallascadenza (Held to Collect), e che presentano cash flow con-trattuali rappresentati esclusivamente dal pagamento di capi-tale e interessi. Attività finanziarie valutate al fair value conimpattosulla redditivitàcomplessiva(FVTOCI): includestrumentifinanziari la cui finalità può essere conseguita sia attraversol’incasso dei flussi di cassa sia mediante la vendita dello stru-mento per cogliere eventuali opportunità di mercato.Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a contoeconomico (FVTPL): la categoria prevede tre sottovoci:- attività finanziarie detenute per la negoziazione. Strumenticon finalità di trading che rappresentano una categoria resi-duale rispetto alle precedenti;- attività finanziarie designate al fair value. Al fine di ridurre oeliminare l’accounting mismatch (asimmetria contabile) èdata facoltà al singolo istituto di esercitare l’opzione (c.d.fair value option) procedendo a classificare uno strumentofinanziario all’interno di questo portafoglio;- altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fairvalue. La voce include le attività chenon soddisfano i requisitiper l’inserimento negli altri due portafogli.(3) Il funzionamento e l’impatto del nuovo modello di impair-mentè statooggettodella relazione illustrativaal DecretodelMinistro dell’Economia e delle Finanze del 10 gennaio 2018:“La previsione di una nuova metodologia di ‘impairment’degli strumenti finanziari è uno degli effetti più rilevanti deri-vanti dall’adozione dell’IFRS 9. L’obiettivo contabile è quellodi rilevare le perdite attese lungo tutta la vita del credito pertutti gli strumenti finanziari per i quali vi sono stati aumentisignificativi del rischio di credito dopo la rilevazione iniziale.In sintesi, quindi, le rettifiche del valore degli strumenti finan-ziari, anche di quelli c.d. performing, sono influenzate dalleaspettative sul rischio di credito dei singoli (o di gruppi di)strumenti”. (G.U. Serie Generale n. 19 del 24 gennaio 2018).

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perdite expected (logica expected loss vs incur-red loss) (4).Denominato a three-bucket, contiene una clas-sificazione dei crediti in tre stage in funzionedel livello e della variazione nel tempo delrischio di credito. Il cambio di stage è di tiposimmetrico e può quindi scaturire sia da undeterioramentodel credit risk chedaunmiglio-ramento dello stesso;- hedge accounting (politiche di copertura): ilmodello consente una coerente raffigurazionein bilancio degli effetti dell’attività di riskmanagement. L’obiettivo è garantire una piùimmediata comprensione delle connessionitra attività di copertura e relativi effetti conta-bili. L’applicazione dell’hedge accounting rive-ste attualmente carattere opzionale (5).Il nuovo bilancio introduce pertanto di politi-chediaccantonamentograduali e incrementalicon l’obiettivo di minimizzare le rettifiche ex-postper perdite nonadeguatamente coperte daaccantonamenti. Il modello è dunque funzio-nale alla copertura sia delle perdite incurred siadi quelle expected.

L’impatto sulle aree gestionalidella bancaPur discorrendo di un principio contabile, conevidenti riflessi sull’area amministrativa degliistituti di credito, i cambiamenti descritti:“introdotti dall’IFRS 9 avranno, di tutta evi-denza, una portata, significatività e rilevanzaincomparabilmente superiori rispetto ai pur

notevoli mutamenti occorsi negli ultimi diecianni e, ragionevolmente, non riguarderannoesclusivamente il campo dell’accounting andreporting ma incideranno su molteplici fun-zioni della banca” (6).Le novità creano dunque una fortediscontinuità nell’operatività, processi e meto-dologie delle banche favorendo la diffusione diuna “culturadi gestionedel rischio”, all’internodell’intero sistema finanziario.

Tavola 1 - Le nuove categorie contabili

Note:(4) Le banchedovrannodi conseguenzacontabilizzare, tem-pestivamente, le perdite attese future a prescindere dal veri-ficarsi o meno di un trigger event, adeguandoperiodicamente l’ammontare degli accantonamenti sullabase del rischio di controparte in veste prospettica.L’assunto di base è indicato nell’IFRS 9 il quale “definisce la‘perdita attesa’ come la differenza tra i flussi di cassa con-trattuali e quelli attesi (deficit di cassa), scontati al tasso diinteresse effettivo originario” - C. Del Prete, “I principi contabiliinternazionali: l’impatto dell’IFRS 9 sui sistemi di monitoraggiodel rischio di insolvenza”, Quaderno n. 71 dell’ODCEC diMilano, Sistemi di allerta interna, a cura di D. Bernardi - M.Talone, Milano, 2017, pag. 30.(5) L’IFRS 9 al paragrafo 7.2.21 riconosceai redattori del bilan-cio la possibilità di continuare ad applicare le disposizioni inmateriadi politichedi coperturacontemplatedal vigente IAS39“Financial Instruments:RecognitionandMeasurement”.Gliintermediari bancari che optano per tale possibilità sonotenuti a fornire in bilancio le prescritte informazioni nellemodalità ritenute più idonee” - circolare n. 262 “Il bilanciobancario: schemi e regole di compilazione” - n. 5° aggiorna-mento del 22 dicembre 2017.(6)M. Piras, IFRS 9, ecco la sberla in arrivoper lebancheepmi.Report Intesa San Paolo, 29 maggio 2017, http://formiche.net/2017/05/ifrs9-banche-italiane-intesa-sanpaolo/.

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Si procede descrivendo i possibili impatti sullearee gestionali interne alla banca.

Area commercialeIn area commerciale è necessaria una revi-sione delle politiche commerciali con impattisignificativi sul mix di prodotti offerti.L’applicazione del principio potrebbe indurregli istituti di credito a valutare di escludere olimitare la vendita di prodotti (o di determi-nate forme tecniche) nel caso in cui questifalliscano l’SPPI test. Ciò a causa della mag-gior rigidità da questo introdotta nella classi-ficazione rispetto allo IAS 39 e al conseguenterischio di un incremento della categoria fairvalue through profit and loss. È plausibilequindi che, nella composizione del catalogoprodotti, la preferenza ricada su quei creditidotati di cash flow in linea con lanormativa (7).Un altro ambito oggetto di probabile revisionecoinvolge le politiche di pricing. Questeandranno riviste con l’obiettivo di scontaregià in fase di concessione iniziale gli elementidi rischio prospettici, attraverso l’adozione ditecnichedideterminazionedelpricing inun’ot-tica Risk Adjusted e Capital Light, con lo scopodi massimizzare il profitto grazie ai possibilivantaggi rinvenienti dalle azioni di mitiga-zione. La ricerca di profittabilità, come levacompetitiva per attrarre la clientela con ungrado di rischio “ottimale”, potrebbe orientare

i principali player del mercato bancario adapportare delle innovazioni in ambitocontrattuale.Unaltro interventogiudicatoessenziale, inunalogica proattiva orientata a minimizzare gliimpatti legati allo scivolamento dei creditorinello stage 2, consta nell’affiancare selezionatisegmenti di clientela nel percorso di manteni-mento/miglioramento del proprio merito dicredito mediante l’attivazione di serviziaggiuntivi di Rating Advisory.

Area creditiÈ necessario adottare tecniche di valuta-zione del merito creditizio non più solobackward-looking (storiche), ma anche for-ward-looking (prospettiche) con l’obiettivo diidentificare la capacità del prenditore digenerare adeguati “flussi di cassa” (metodicash-flow oriented) al servizio del debito,avvalendosi di strumenti quali budget, busi-ness plan e piani industriali. Introdurre

Tavola 2 - Impairment

Nota:(7) In seguitoall’introduzionedelprocessodi impairmenteallacreazione di una classe underperforming all’interno dei cre-diti in bonis è “ragionevole inoltre attendersi che forme tecni-che di crediti alle quali si correla unapiù elevata svalutazionecontabile con il passaggio allo Stage 2 divengano menoappetibili per lebancheeadesse si possacorrelareunpricingcontrattuale meno vantaggioso. È il caso dei crediti a lungotermine e dei crediti con rimborso bullet”- C. Del Prete, Iprincipi contabili internazionali…, 2017, pag. 39.

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quindi logiche di analisi in grado di superarei limiti dei sistemi di rating automatici, iquali “prestano eccessiva attenzione agliandamenti passati e mostrano scarsissimo(o nullo) interesse per le prospettivefuture” (8).Nel processo, il business plan riveste “il ruolofondamentale di utile strumento per ridurrel’asimmetria informativa. Esponendo inmodo chiaro e trasparente obiettivi e prospet-tive della gestione, è in gradodi produrre infor-mazioni qualitative e dati quantitativi checonsentono alla banca di comprendere le stra-tegie attuate e di valutare più correttamente lacapacità storica e futura di generare liquiditàda parte dell’impresa. In quest’ultimo aspettogioca un ruolo fondamentale la stima del fab-bisogno finanziario mediante il preventivofinanziario” (9). In sede di revisione, di con-certo con l’area monitoraggio, individuare/approfondire i segnali di “allerta”, in lineacon le attese dei supervisori: “le banche proce-dano preventivamente e parallelamenteall’implementazione dell’IFRS 9 ad un raffor-zamento dei propri processi di identificazioneprecoce e valutazione del rischio dicredito” (10).

Area finanzaL’area finanza, di concerto con la funzioneaccounting e il risk management, è chiamata aeseguire una puntuale analisi degli strumentifinanziari detenuti dalla banca, al fine di pro-cedere alla loro corretta classificazione conta-bile all’interno dei nuovi portafogli previstidall’IFRS9.Èprevistapertantoun’attentapon-derazione delle scelte in sede di First TimeAdoption.Inoltre, la funzione deve identificare il perime-tro del business model e determinare le logichedi fondo dell’SPPI test da applicare ai titoli didebito. Inalternativa,puòdeciderediaffidareauna struttura esterna l’esecuzione dell’SPPItest. Un altro compito affidato all’area con-cerne la possibilità di esercizio della FairValue Option in presenza di un mismatchcontabile.

Area organizzativaL’area organizzazione deve provvedere a un’at-tenta mappatura dei processi e modelli orga-nizzativi interni delle varie funzioni aziendali.

L’obiettivo è di rivederli per renderli funzionalialmutato contesto normativo che impone l’im-plementazione di nuove attività (SPPI test,acquisizione di informazioni prospettiche suiprenditori da impiegare nel processo di valu-tazione del merito creditizio, rating advi-sory, ecc.).L’area è dunque interessata da un’evoluzionefinalizzata a consentire il trattamento sistema-tico dei dati quantitativi e l’ottimizzazionedella fase di gestione della maggior mole diinformazioni qualitative. Lo scopo è rendereil sistema informativo coerente con i nuoviobiettivi dettati dalla normativa, mediante laproduzione e distribuzione di dati e informa-zioni alle funzioni deputate, nelmomento e nelluogo, adatto allo svolgimento dei rispettivicompiti.L’IFRS 9 cambia la modalità di calcolo dellestime e valutazioni, unitamente alla prospet-tiva e al punto di osservazione dei fenomeniinterni ed esterni alla banca, introducendo lavisioneprospettiva (forward-looking) a integra-zione di quella storica.Emerge di conseguenza la necessità di definirenuove modalità di ripartizione dei carichi dilavoro e nuovi compiti all’interno dei processi.Un ulteriore impatto è legato alla revisione delsistema di misurazione delle performance e diincentivazione, introducendo KPI’s e obiettiviin grado di includere in misura più incisival’aspetto qualitativo nella valutazione del por-tafoglio crediti (concessione e gestione - logi-che di staging), in particolare per la retecommerciale.La funzione è inoltre chiamata a programmareun adeguato piano di capability building.L’obiettivo è “inquadrare i meccanismi attra-verso cui le pratiche di erogazione, gestione erecupero del credito influiscono sul pricingall’origine e sull’ammontare delle svalutazioni.

Note:(8) A. Fischetti, “Occhio ai rating automatici”, in MilanoFinanza del 2 luglio 2016.(9)M. Talone -M.Venturini -G. Soldi, “Il BP nel rapportobanca-impresa”,Quadernon.53dell’ODCECdiMilano,Comunicarecon Investitori e Finanziatori: il ruolo del Business Plan, a curadiF.A. De Luca - A. Tami, Milano, 2014, pagg. 70, 71.(10) C. Del Prete, “I principi contabili internazionali: l’impattodell’IFRS 9 sui sistemi dimonitoraggio del rischio di insolvenza”,Quaderno n. 71 dell’ODCEC di Milano, Sistemi di allertainterna, a cura di D. Bernardi - M. Talone, Milano, aprile 2017,pag. 26.

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Sviluppare conoscenze condivise e un linguag-gio comune in tema di credit evaluation trafunzioni” (11).

Sistema informaticoDiventa indispensabile implementare nuoviapplicativi IT per elaborare e/o integrare idati qualitativi/quantitativi, oltre che predi-sporre un nuovo modello di impairment.Molti gli ambiti coinvolti e le logiche dicalcolo da modificare. Individuare la strut-tura dell’SPPI test e la modalità di stimadella perdita attesa (attraverso la definizionedei cash shortfalls - valore attuale dei man-cati introiti previsti) a 12 mesi e lifetime.Introdurre nuovi KPI in linea con la nuovadefinizione di expected credit loss.Determinare correttamente lo stage deglistrumenti finanziari (stage allocation) e leregole per identificare il “deterioramento/incremento significativo” del rischio di cre-dito rispetto all’origination del finanzia-mento (con conseguente cambio di stage),monitorando quindi la migrazione tra classi.Procedere al calcolo degli expected cash flowin sede di concessione/monitoraggio del cre-dito. Identificare gli algoritmi funzionaliall’inserimento di trigger e alert all’internodelle varie fasi del processo di gestione delcredito, incluso quello problematico (NPLs).Definire, infine, le nuove logiche di determi-nazione del pricing.Il sistema IT è quindi chiamato a supportare lanuova modalità di reporting e forecasting det-tata dalle nuove normative.

Risk anagementLe nuove logiche impongono di:• ponderare le scelte in sede di First timeAdoption (FTA) e la corretta identificazionedelleattività finanziarieall’internodeivaripor-tafogli contabili;• monitorare nel tempo l’evoluzione dei variportafogli, al fine di prevenire il formarsi disituazionidisquilibrio. Individuare iportafogliobiettivo sui quali applicare simulazioni plu-riennali stimando effetti in termini di assorbi-mento di capitale;•ottimizzaree integrare l’SPPI testneiprocessidi concessione degli affidamenti/variazionedelle condizioni inizialmente pattuite e defini-zione delle casistiche non standard per le qualinon è necessario eseguire il test;

• dialogare con l’area commerciale per stabi-lire il giustomix di prodotti. Definire il perime-tro dei vari stage coinvolgendo le funzioniinteressate;• delineare i criteri e le soglie di trasferimentotra i vari bucket (transfer criteria) identificandogli indicatori di significativo incremento delrischio;• verificare l’adeguatezza dei sistemi di“allerta” (eseguendo una gap analysis con gliattuali strumentidi intercettamento)mediantel’implementazione di sistemi di segnalazionetempestiva early warning;• adeguare i framework in tema di strumenti digestione e pianificazione del rischio di credito,con particolare riferimento alle strategie cre-ditizie, risk appetite framework e credit riskappetite;• supportare le altre funzioni durante la fase diimplementazione delle innovative modalità direportingenelcorsodei testperiodici finalizzatialla verifica dell’attendibilità delle elabora-zioni prospettiche.

Area monitoraggioLa funzione “dovrà dotarsi di strumenti ingrado di guardare in un’ottica forward lookingi soggetti debitori. L’obiettivo è comunicaretempestivamente ogni evento in grado di cau-sare un peggioramento del merito creditizio inmodo da creare dei sistemi di early warningcapaci di mitigare lo scivolamento del creditonello Stage 2” (12).Il focus è incentrato sulla gestione del portafo-glio “regolare” (bonis performing eunderperfor-ming) in quanto “l’entrata in vigore di questoprincipio è destinata a marcare un punto dicambiamento nell’approccio gestionale dellebanche verso il monitoraggio del rischio dicredito delle posizioni non deteriorate” (13).Determinante diviene la gestione proattiva delmerito di credito, attraverso la “gestione dellarelazione” al fine di identificare gli eventi

Note:(11) Http://www.abiformazione.it/offerta-formativa/2017/implementazione-dell-ifrs9-competenze-di-credit-evalua-tion-condivise-tra-le-funzioni-aziendali.(12) P. Ariante - C. De Rosa - C. Sica, “IFRS 9: cosa cambia equali sono gli impatti del nuovo standard contabile interna-zionaleper lebanche”, IPEBusinessSchool,WorkingPapern.9,settembre 2016, pag. 26.(13) C. Del Prete, I principi contabili internazionali…, 2017,pag. 25.

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potenzialmente in grado di determinare undeterioramento della posizione. Si modificadi conseguenza la logica del monitoraggioche per divenire proattivo, non si limita adintervenire nel momento in cui emerganosegnali di un possibile default, ma procedealla verifica nel continuo dei parametri dirischio della controparte. Il processo èaccompagnato dall’introduzione di indica-tori di natura anticipatrice (early warning),la cui corretta identificazione potrebbe dive-nire fonte di vantaggio competitivo e con-sentire di mitigare significativamentel’effetto sulle rettifiche.Il monitoraggio è quindi il fulcro del cambia-mento delle logiche e della cultura aziendale,tuttavia per divenire realmente “predittivo”richiede un supporto attivo (14) da parte dellealtre aree (Tavola 3).Quanto descritto pone in evidenza lasignificatività dei cambiamenti in corso, connotevoli ripercussioni sull’operatività dellebanche e possibili impatti in termini di capi-tale/rettifiche incrementali.

Il rating advisory nell’evoluzionedel rapporto banca-impresaLe modifiche in ambito regolamentare intro-ducono il tema del reperimento, elabora-zione e impiego di informazioni/analisiprospettiche nella valutazione del merito dicredito dei prenditori sia in fase di

concessione che di gestione/monitoraggiodelle posizioni (15).

Tavola 3 - Aree gestionali coinvolte

Note:(14) Il supporto fornito dalle varie aree gestionali può essereriepilogato come di seguito:- l’organizzazione: fornire le risorseadeguateainuovicarichidilavoro della funzionemonitoraggio. Pianificare un’adeguataazione di formazione sul rischio di credito, indispensabile perfar comprendere che “la gestione del rischio di credito” nonpuòessere relegataaunoopiù uffici,madeve far partedellacultura aziendale;- la rete commerciale: deve far proprie le logiche del moni-toraggio impostando una nuova relazione con il cliente,orientata alla consulenza, per alimentare il sistema informa-tivo con le necessarie informazioni qualitative e prospettiche;- l’information tecnology: assistere la funzione monitoraggionell’elaborazione della nuova reportistica previsionale, ade-guando i software esistenti e implementandone di nuovi;- risk management: affiancare la funzione monitoraggio nelprocesso di elaborazione del sistema di “allerta” e nell’imple-mentazione degli early warning. Delineare i transfer criteria econtribuire alla gestione attiva del rischio potenziale di scivo-lamento di stage dei prenditori;- area crediti: applicare logiche di analisi forward-looking infase di concessione dei crediti. Aspetto che consente almonitoraggio di disporre di documentazione prospettica(budget, business plan, piani industriali) da verificare periodi-camente a consuntivo, individuando eventuali correttivi dacui partire per costruire nuove ipotesi e scenari.(15) In taleottica, lebanche, richiederanno“sempredipiùallaclientela una documentazione finanziaria idonea - e, direi,soprattutto credibile - per le stime dei flussi di cassa prospet-tici”, necessari al servizio del debito. - M. Solbiati, “Il ruolocentrale della tesoreria per la corretta comunicazione finan-ziaria”, Quaderno n. 72 dell’ODCECdi Milano, La gestione e ilcontrollo della tesoreria e dei rischi finanziari nelle PMI, a curadi R. Coda, Milano, 2017, pag. 113.

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In linea con tale evoluzione le imprese sonochiamate a produrre una reportistica nonpiù solo backward-looking ma soprattuttoprevisionale (16).Devono quindi dotarsi di adeguati sistemi dipianificazione, programmazione e controlloin grado di soddisfare le esigenze conosci-tive dei vari stakeholder. Procedere alla pro-grammazione dei cash flow di tesoreria,gestione del circolante, redazione di busi-ness plan credibili orientati alla verificaperiodica del presupposto della continuitàaziendale (going concern) (17). Sono tuttiaspetti indispensabili sia per la gestioneinterna sia in sede di confronto con i varistakeholder.Spesso tuttavia lePMI,permotividimensionalie di struttura, nondispongonodelle skillneces-sarie per affrontare adeguatamente il rinno-vato confronto con la banca, è pertantoopportuno che si rivolgano a consulentiesterni, quali i rating advisory.In tale ambito, il ruolo del commercialista investe di consulente d’impresa è fondamentale.Il valore aggiunto deriva quindi dalla circo-stanza che “comprendere i processi di ratingdella banca significamettersi anche nelle con-dizioni di aver un ratingpositivo, e quindi averpreliminarmente svolto una valutazionelucida e puntuale sulla situazione e sulle pro-spettive della propria realtà aziendale” (18).Trattasi di aspetti in grado di favorire l’ado-zione di politiche di gestione finanziaria più

consapevoli, con riflessi positivi, in termini dicosto del founding (19), questo poiché in fasedi dialogo con gli istituti di credito: “saperpresentare alla banca la propria situazionecome meritevole di un rating positivo implicadunqueavereunavisionechiaradelleprospet-tive aziendali e quindi offrire una miglioreimmagine esterna e godere dunque di unamaggiore forza contrattuale” (20).Diviene quindi indispensabile che le imprese,affiancate dal rating advisory, assumano un

Tavola 4 - Il ruolo del rating advisory nel rapporto banca-impresa

Note:(16) In linea con tale evoluzione la recente emanazionedell’OIC 11 “Finalità e postulati di bilancio d’esercizio” nellaparte in cui pone in evidenza la necessità di un’informativaforward-looking orientata verso l’esterno (punti 21 al 24“Prospettiva della continuità aziendale” e punto 9 in cui ven-gono individuati gli stakeholder finanziari quali principali desti-natari dell’informativa di bilancio).(17) Attraverso la stima delle dinamiche (economico-finan-ziarie e patrimoniali) evolutive dell’impresa, con particolareattenzione alla disamina della capacità di generare un ade-guato “flusso di cassa” (financial control e cash-floworiented).(18)A. Tami,Oltre labanca - Il Bilanciod’esercizionel rapportocongli interlocutori dell’azienda, FrancoAngeli, Milano, 2013,pag. 608.(19)Migliorare la propria valutazione presso la banca divienecruciale per di ottenere/mantenere credito a condizioni noneccessivamente onerose; questo poiché, le politiche crediti-zie sono orientate “verso una rimodulazione del portafogliocrediti in gradodipremiare i prenditori più ‘virtuosi’, attraversol’introduzione di logiche pricing risk adjusted”.(20) A. Tami,Oltre la banca…, 2013, pag. 608.

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atteggiamento proattivo finalizzato al conse-guimento del rating obiettivo (21).La necessità di implementare sistemi dirating advisory è rafforzata dall’adozionedel nuovo principio contabile e dagli effettiche esso intende produrre nel sistemafinanziario (22).I professionisti sono dunque chiamati adaccompagnare le imprese verso una maggioraffidabilità e pubblicità delle informazioni.È, infine, interessanteosservarecomeleopinionideivarioperatoriconvergano(23)sullanecessitàdi apportare cambiamenti nel funzionamentodel sistemafinanziario, inparticolareperquantoconcerne il rapporto banca-impresa.

L’importanza della cultura di gestionedel rischioIl nuovo principio contabile si inserisce all’in-terno di un sistema coordinato di nuove norme(Linee Guida BCE sugli NPL e successivoAddendum, Comprehensive Assessment - assetquality review, AQR e stress test -, riforma dellaLegge fallimentare, evoluzione continua deiprincipi contabili nazionali e internazionali)che cambiano le “regole del gioco”per gli attoridel sistema finanziario e puntano a introdurrela “cultura di gestione del rischio” (Tavola 5).La finalità comune dei vari interventi norma-tivi è “anticipare” l’insorgere di nuove crisieconomico-finanziarie comequelladel recentepassato, nel tentativo di “gestirle” evitando di“subirle”.

Tavola 5 - Effetti IFRS 9 sulla gestione e monitoraggio dei rischi

Note:(21) Rating Obiettivo inteso come: “la classe di rating chel’impresa si impegna costantemente a perseguire, così daottimizzare il proprio profilo di rischio e conseguentementemassimizzare il proprio merito creditizio (capacità di creditoe di rimborso)” - ODCEC Milano Commissione finanza eControllo di Gestione, Rating Advisory…, pag. 60.(22) La tesi trova conferma nel documento “Rating Advisory -Linee guida per il monitoraggio proattivo del merito creditizioe l’assegnazione del rating d’impresa”: “uno dei fattori dimaggior rilievo che indurrà banche e imprese ad adottaresistemi di Rating Advisory, è l’emanazione da parte dello IASBdel principio IFRS 9”, pag. 20.La conferma della rilevanza della figura del rating advisoryarrivadalla recente sottoscrizionedi un’intesa tra la facoltà diScienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’UniversitàCattolica e l’ODCEC di Milano.Il progetto mira a creare un percorso didattico per le nuovegenerazioni in linea con le mutate esigenze del mercato dellavoro e con il ruolo sempre più attivo che il commercialista sitrova a ricoprire in campo finanziario e bancario.(23) Il PresidenteAIAF,AlbertoBorgia,durante il ForumBilancio2018, anticipando i temi dell’incontro, rimarca l’evoluzione inatto: “i nuovi paradigmi del rapporto banca-impresa dettatidalla recente regolamentazione europea (c.d. unione ban-caria) impongono alle banche massima diligenza e unaancora maggiore attenzione nella valutazione della qualitàdel credito, perché in tal sensoessenedevonopoi rispondereall’Autorità di Vigilanza. I comportamenti gestionali delleimprese avranno quindi un immediato riverbero nei rapporticon il credito: esse dovranno focalizzare sempre più la lorogestione sulla generazione di cassa e sulla comunicazionefinanziaria, diventando sempre più centrale la conoscenzaapprofondita di strumenti che impattano direttamente nellagestione dell’impresa o nell’analisi delle sue performance”.Roberto Mannozzi, Presidente ANDAF sottolinea la centralitàdel CFO nel valutare i rischi aziendali: “I CFO, in particolare

(segue)

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Partendo dall’assunto che “il contesto econo-mico, storico, sociale e politico attuale evolvesecondo due direttive chiave: rapidità eimprevedibilità” (24), l’entrata in vigore deiprovvedimenti è indirizzata ad anticipare i cam-biamenti per guidarli e non subirli, agendo suvari frontidellastrutturafinanziaria italianaconil chiaro obiettivo di modificarla “se vogliamoche anche quella dell’economia produttivacambi indirezionediunamaggiorcrescita” (25).Nello specifico, in riferimento alle modifichedei principi contabili e i conseguenti effetti sulbilancio bancario, lo IASB intende favorire imutamenti in atto agendo nei confronti degliistituti di credito affinché adottino una combi-nazione più efficace dei vari strumenti di valu-tazione (qualitativi, quantitativi e prospettici)con l’obiettivo di consentire l’analisi, lagestione e ilmonitoraggio delmerito di creditodella controparte sulla base di valutazioni for-ward-looking e cash-flow oriented.L’ottica previsionale e la necessità di carpireeventuali criticità, sin dai primi segnali, sonoaspetti che Siegmund George Warburg avevaben presenti: “Il ruolo del banchiere d’investi-mento è quello del medico di famiglia delleimprese, che dev’essere in grado di avvertire isintomi del male prima che si manifesti ildolore e di inventare strategie d’attacco primaancora che si entri nel campo di battaglia,facendo guadagnare salute (denaro) a coluiche ascolta i suoi consigli” (26).Pare dunque opportuno “oltre che potenziare isistemi, incrementare le competenze e lacapacità di decidere e valutare che caratteriz-zava il vecchio modo di fare banca” (27).In linea con le evoluzioni in atto paiono anchegli interventi della Vigilanza bancaria dellaBCE, la quale trattando “il rischio di creditocome una priorità” (28) ha recentemente ulti-mato la stesura del documento “Addendum alleLinee guida della BCE per le banche sui creditideteriorati (NPL): aspettative di vigilanza inmerito agli accantonamenti prudenziali per leesposizioni deteriorate”. Il testo definisce ilcalendar provisioning in base al quale “secondol’aspettativa di vigilanza le banche dovrannosvalutare inuovinon-performing loansapartiredal primo di aprile ... in due anni se non garan-titi, in sette anni se garantiti” (29). È evidentecome le nuove previsioni di Vigilanza non pos-sano che riflettersi sulle imprese con unarichiesta di adeguamento dei propri standarddi comunicazione finanziaria.

La Tavola 6 riassume quanto sino ad oraesposto.Nel nuovo contesto il meccanismo di valuta-zione degli attivi delle banche, imposto dallemutate regole di contabilizzazione degli stru-menti finanziari, diviene il paradigma di rife-rimento per declinare in modo nuovo leinformazioni relative ai prenditori.Nel percorso le imprese possono trarre van-taggi in termini di maggior consapevolezzasulla loro struttura economico-finanziaria,individuando aree critiche e possibili inter-venti per renderla più coerente. Inoltre, l’esi-genza di adottare adeguati assetti

Note:(continua nota 23)quando hanno sulle spalle anche la responsabilità delDirigente Preposto, hanno il compito di identificare, valutaree misurare i rischi che possono determinare un’informativaeconomico-finanziaria non corretta, principalmente al fine digarantire che tale informativa, in particolare quando resaverso l’esterno (stakeholders/mercato), sia attendibile”.Il Direttore Generale di Assolombarda, Alessandro Scarabelli,pone in risalto il nuovo ruolo del bilancio (frutto anche dellecontinue modifiche dei principi contabili avvenute nel corsodegli ultimi anni): “Il bilancio delle imprese è cambiato neltempo, sia nella struttura sia nel tipo di informazione, peradattarsi alle esigenze e alle richieste dei soggetti interessatialla sua redazione.Oltre a rappresentare uno strumento con-suntivo e di controllo della gestione programmata, è semprepiùun importantemezzodicomunicazioneverso l’esterno,unbiglietto da visita che fornisce un quadro fedele dell’aziendaagli occhi dei diversi stakeholder”.Muta anche il ruolo dei professionisti a fianco delle imprese.Mario Boella, Presidente Assirevi, indica come con i nuoviprincipi contabili: “dovrà essere riconsiderataanche la tema-ticadellacontinuitàaziendale,presupposto fondamentalediriferimento per la redazione dei bilanci” e prosegue deli-neando i tratti distintivi del processo in atto: “sono chiare leconseguenze di questo trend evolutivo: la necessità di unaevoluzione culturale degli organi di governance nellagestione dell’impresa; la necessità di un adeguamentodegli strumenti organizzativi di gestione, di controllo e di ren-dicontazione dell’attività dell’impresa e la contestuale evo-luzioneculturaleetecnicadelle figureprofessionalicoinvolte”- (dichiarazioni disponibili sul sito www.ipsoa.it).(24) G. Rizzi, “Il cambiamento è una competenza che deveessere coltivata”, in Il Sole - 24 Ore del 31 ottobre 2017.(25) S. Rossi, “Finanza e sviluppo”, intervento alla 49° Giornatadel Credito, Banca d’Italia, Roma, 4 ottobre 2017, pag. 3.(26) J.Attali, Il banchieredeibanchieri, Sperling&Kupfer, 1987,pag. 194.(27) A. Fischetti - S. Peveraro, “Sulle tracce dello stress”, inMilano Finanza del 24 febbraio 2018.(28) “La BCE definisce le aspettative di vigilanza per i nuoviNPL”, Banca Contrale Europea, comunicato stampa del 15marzo 2018.(29) F. Ninfole, “Con l’addendumprestiti a ostacoli”, inMilanoFinanza del 16 marzo 2018.

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organizzativi, in materia di pianificazione econtrollo per produrre informazioni prospetti-che attendibili, agevola la corretta stima edeterminazione del proprio fabbisogno finan-ziario, oltre che l’espressione di un giudiziosulla natura, qualità e durata dello stesso.L’esame approfondito del valore, della sua evo-luzionenel tempoedellemodalità di coperturaè uno dei presupposti per una corretta verificadella continuità aziendale.Lo studio del valore rivela la sua utilità anchenel percorso di implementazione dei sistemi di“allerta” interni all’impresa.L’obiettivo, al manifestarsi dei primi segnali dicrisi, è porre l’imprenditore nella condizione diadottare gli opportuni correttivi e addivenire auna rapida risoluzione delle problematiche:“l’esperienzadi questi anni insegna che ritardarel’adozione degli strumenti di gestione della crisisi traduca di fatto solo in un suo aggravamento,fino all’insolvenza conclamata e al fallimento ...La crisi d’impresa non va quindi sottovalutata,manondevenel contempo farepaura: deve ‘solo’essere affrontata e gestita” (30).Tuttavia, l’introduzione dell’allerta richiede,per essere efficace, “un cambio di approccioculturale dell’impresa, della società e della

giustizia. La prevenzione va vista comeun sup-porto e non, come per alcuni, il preambolo alfallimento o alla perdita di controllo della pro-pria azienda” (31).L’adozione di una disciplina organica dell’e-mersione precoce della crisi aziendale parenon più rinviabile (32).

ConclusioniLa portata dei cambiamenti in corso, di cui ilnuovo bilancio bancario rappresenta unimportante tassello, va ben oltre il rapporto

Tavola 6 - Nuove norme per una cultura di gestione del rischio

Note:(30) S. Gritti, “La riforma della crisi d’impresa: rischi eopportunità per le aziende”, in Il Giornale di Brescia dell’11febbraio 2018.(31) R. Rordorf (http://www.ilpiacenza.it/economia/crisi-d-azienda-e-fallimenti-i-nuovi-strumenti-per-evitarli.html).(32) R. Fontana: “Già nel 2003 o 2004 ci fu un tentativo per faremergere subito le insolvenze,ma lanormavennevistacomeun’ingerenza dello Stato nell’economia. I fatti, però, hannodimostrato il contrario: l’insolvenza pesava sulla funzionalitàdelle imprese. Oggi, il tema dell’alert, cioè dell’emersionetempestiva dell’insolvenza, si pone a livello europeo”(http://www.ilpiacenza.it/economia/crisi-d-azienda-e-falli-menti-i-nuovi-strumenti-per-evitarli.html).

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banca-impresa con l’intenzionedi inciderenelprofondo la struttura del sistema finanziario.Questo in quanto: “fattori strutturali ... hannofatto sì che le imprese italiane abbiano unlivello di indebitamento più elevato rispetto aquello delle altre imprese europee, anchetenendo conto della composizione settoriale.Ciò le rende maggiormente fragili in presenzadi shockmacroeconomici,poiché l’elevato leve-rageaumenta laprobabilitàdi insolvenza” (33).Nell’argomentare l’esigenza di una modificadella struttura finanziaria, il DirettoreGenerale della Banca d’Italia e Presidentedell’IVASS, Salvatore Rossi, si esprime neiseguenti termini: “Per rendere il sistema ban-cario italiano più profittevole, e quindi piùsolido, è pertanto necessario che accada qual-cosa di contro intuitivo: che si rafforzi la dota-zionepatrimonialedelle impreseecheaumentila diversificazione delle loro fonti difinanziamento” (34).In un successivo intervento durante la 49°Giornata del credito, lo stesso Direttore, riba-disce il concetto individuando le criticità dasuperare affinché le imprese possano ottimiz-zare leproprie fonti di finanziamento: “Perchéle nostre imprese possano e vogliano rivol-gersi per le loro occorrenze finanziarie a sog-getti non bancari o direttamente al mercatoesse devono quindi accrescere il grado di tra-sparenza della gestione, migliorare la qualitàdella governance, presentare bilanci e pianiindustriali equilibrati e credibili, operare unprofondo cambiamento culturale, che passianche attraverso l’acquisizione di nuove com-petenze finanziarie e lo sviluppo di relazionicon investitori che hanno esigenze moltodiverse da quelle di una banca tradizionale.Tutto questo è già alla portata dimolte societàdi medie e grandi dimensioni. Bisogna che laplatea si allarghi” (35).Nel processo, le imprese sono chiamateanche a rinnovare la governance e di conse-guenza delle modalità di gestire il business:“se un’impresa vuole beneficiare degli inve-stimenti privati, si deve dotare di un sistemadi governo efficace ed efficiente: questo valesia per le grandi imprese quotate, ma forse èancor più importante per le Piccole e medieimprese che riuscirebbero così a diversifi-care le fonti di finanziamento” (36).L’analisi prosegue indicando i riflessi posi-tivi in termini di performance, fattore diindubbia attrattività per gli investitori: “le

società che investono sulla qualità della cor-porate governance sono quelle che con mag-giore probabilità ‘sovra-performano’ irispettivi concorrenti europei” (37).È cruciale porre in evidenza come: “il ruolodelle banche in questo processo di cambia-mento del modello di finanziamento delsistema produttivo è fondamentale, e interessasia le imprese, sia gli investitori e le infrastrut-ture. Esse possono far valere la conoscenza chehanno del tessuto imprenditoriale nazionale ela posizione centrale che rivestono nella distri-buzione dei prodotti di risparmio; possonosvolgere una preziosa azione di consulenzafinanziaria, aiutando le aziende che hanno lecapacità ad accedere al mercato o a forme difinanziamento complementari al credito;restano comunque un punto di riferimentoinsostituibile per le imprese di più piccoladimensione” (38).Innovare il rapporto banca-impresa in un’ot-tica consulenziale è quindi oramai indispensa-bile, soprattutto per consentire l’accesso alcredito alle PMI.Nell’attuale contesto storico gli attori in camposonopertanto chiamati ad agire inmodo siner-gico e organico, dando vita a un dinamismoculturale senza il quale le innovazioni assume-rebbero una valenza temporanea perdendo diefficacia.Vainfinerilevato,comevisiaunampioconsensosul fatto che “accanto alle conoscenze tradizio-nali oggi occorre coltivare un nuovo insieme dicompetenze, che servano anche a far fronte asituazioni inedite ... Sono i c.d. soft skills che,assieme a un bagaglio culturale adeguato, sonooggi considerati cruciali ... Tra questi skills,Federico Caffè amava ricordare l’importanza dicoltivare il dubbio ... per ricordare l’importanza

Note:(33) V. Sannucci, Il futuro del sistema bancario italiano:discontinuità, tra innovazione e regolazione, Banca d’Italia,Cenerente - Perugia, 19 marzo 2016, pag. 10.(34) S. Rossi, Idee per il futuro del sistema finanziario italiano,Banca d’Italia, Courmayeur, 23 settembre 2017, pag. 12.(35) S. Rossi, “Finanza e sviluppo”, Intervento alla 49° Giornatadel Credito, Banca d’Italia, Roma, 4 ottobre 2017, pag. 8.(36)V.DeMolli -M.Visani, “Quandoè lagovernanceacrearevalore”, in Il Sole - 24 Ore dell’8 marzo 2017 - l’articolo riportal’indagine realizzata da The European House-Ambrosetti.(37)V.DeMolli -M.Visani, “Quandoè lagovernanceacrearevalore”, in Il Sole - 24 Ore dell’8 marzo 2017.(38) S. Rossi, “Finanza e sviluppo”, Intervento alla 49° Giornatadel Credito, Banca d’Italia, Roma, 4 ottobre 2017, pag. 11.

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di non affidarsi ciecamente a formule di cui sirischia di finire prigionieri” (39).L’importanza di “coltivare il dubbio” non affi-dandosi “ciecamente a formule” sono il fonda-mento per l’esercizio del pensiero criticofinalizzato alla risoluzione dei problemi,anche attraverso l’attitudine positiva nei con-fronti delle novità (40).I dettamicontenuti nella circolaren. 262per laredazione del nuovo bilancio bancario e lealtre novità normative, premono per l’ado-zione di un’ottica forward-looking, l’imple-mentazione di sistemi di allerta e lanecessità di configurare più scenari. Sonotutti aspetti che paiono in linea con l’impor-tanza di “coltivare il dubbio”; presupposto perprevenire (o attenuare gli effetti) future crisi

economiche, individuando tempestivamente iprimi “sintomi di malessere” dell’impresa conl’obiettivo di gestirli per preservare lacontinuità aziendale.Quanto più il sistema finanziario (banche,imprese e mercato) saprà adattarsi alle esi-genze di cambiamento, tanto più ne coglieràle opportunità di sviluppo.

Note:(39) I. Visco, “Investire in conoscenza”, intervento delGovernatore della Banca d’Italia nel corso del 35° Seminariodi Perfezionamento della Scuola per Librai su: Tradizione einnovazione in libreria, Venezia, 26 gennaio 2018, pag. 11.(40) In relazione alla necessità di approntare le novità conun’otticapositivaèeloquente il titolodi un recentearticolo, B.Bertoldi - C. Rossotto, “Per affrontare le novità ci vuoleEntusiasmo”, in Il Sole - 24 Ore dell’8 marzo 2018, pag. 8.

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