Ifel: contributo 1 cartella stampa

10
CHE COSA SONO I FABBISOGNI STANDARD Monza 22 novembre 2014

Transcript of Ifel: contributo 1 cartella stampa

Page 1: Ifel: contributo 1 cartella stampa

CHE COSA SONO I FABBISOGNI STANDARD

Monza 22 novembre 2014

Page 2: Ifel: contributo 1 cartella stampa

• Dal 2015 comincia un processo di revisione delle assegnazioni di risorse ai Comuni

• L’obiettivo è di abbandonare progressivamente il criterio della «spesa storica»

• Una parte del Fondo di solidarietà comunale verrà ripartito sulla base del coefficiente determinato dai fabbisogni standard e dalla capacità fiscale di ciascun Comune (circa 1 mld di euro, il 20% del FSC)

I FABBISOGNI STANDARDGuida alla lettura

Page 3: Ifel: contributo 1 cartella stampa

I FABBISOGNI STANDARDGuida alla lettura

• Aspetti definitori: cosa sono i fabbisogni standard, ma soprattutto cosa non sono

• La rilevanza delle capacità fiscali: cosa sono, come sono costruite e a cosa servono

• I luoghi comuni

• L’uso dei fabbisogni standard per orientare i risparmi

Page 4: Ifel: contributo 1 cartella stampa

COSA SONO I COSTI E I FABBISOGNI STANDARD

Fabbisogni standardIl fabbisogno standard di un Comune è il livello di spesa che deve essere garantito tenendo conto di tutti gli elementi che concorrono, da un lato ad alimentare la domanda di quel bene o servizio, dall’altro a condizionare i costi che l’ente deve sostenere.

Costi standardIl costo standard di un servizio è il valore assegnato in condizioni di normalità alla produzione di una singola unità di bene o servizio pubblico. La determinazione del costo standard, quindi, presuppone la misurabilità del bene o servizio prodotto

Valore assoluto, senza riferimenti con i valori storici. Si possono confrontare solo i diversi fabbisogni standard. NON E’ UN INDICATORE DI PERFORMANCE

Valore confrontabile con i valori storici e con i diversi fabbisogni standard. PUO’ FORNIRE INDICAZIONI SULLE INEFFICIENZE DI COSTO

Page 5: Ifel: contributo 1 cartella stampa

COSA NON È IL FABBISOGNO STANDARD

I FABBISOGNI STANDARD NON SONO UNA MISURA DI EFFICIENZA NEL MODO DI SPENDERE I SOLDI PUBBLICI

SPESA STORICA

SPESA STANDARD

SFORZO FISCALE/

QUALITA’ SERVIZI

INEFFICIENZA/SPRECHI

SPESA STORICA > SPESA

STANDARD

INEFFICIENZA

Page 6: Ifel: contributo 1 cartella stampa

UN ESEMPIO ILLUSTRATIVO

COMUNE X (1000 ab)Fabbisogno std = 100

COMUNE Y (1000 ab)Fabbisogno std = 150

Diversa struttura dei costi (anzianità personale, valori immobiliari, morfologia, infrastrutture, etc.)

Diversa struttura della domanda (composizione demografica, fattori di carico, dimensione territoriale, reddito, etc.)

COMUNE X (1000 ab)Spesa storica = 120

COMUNE Y (1000 ab)Spesa storica = 120

Il criterio di riparto dei trasferimenti su base capitaria non tiene conto delle differenti strutture di costo e di domanda degli enti

Inefficienza? No.Risorse sufficienti a coprire i fabbisogni.Possibili servizi extra o più qualità

Efficienza? No.Risorse insufficienti a coprire i fabbisogniPossibili servizi inferiori o meno qualità

Sprechi o efficienza non sono determinabili a

tavolino, ma sono lasciati al giudizio degli elettori, che però devono conoscere le risorse a disposizione del

Comune (le capacità fiscali standard)

Page 7: Ifel: contributo 1 cartella stampa

IL RUOLO DELLE CAPACITA’ FISCALI STANDARD

La capacità fiscale standard rappresenta la quantità di risorse potenziali di cui il Comune può disporre senza esercitare lo sforzo fiscale.La conoscenza delle capacità fiscali, assieme ai fabbisogni standard, determina la sfera di autonomia del Comune e di conseguenza, i flussi di perequazione

Il calcolo delle capacità fiscali del gruppo IFEL-MEF-SOSE

Per il calcolo delle capacità fiscali sono stati individuati 3 blocchi e un’integrazione:- Gettiti legati alle basi imponibili patrimoniali e reddituali (IMU, TASI,

Addiz.IRPEF) calcolati ad aliquota standard- Gettito TARI parametrato al fabbisogno standard della spesa per i rifiuti- Gettito da tariffe, stimato sulla base di indicatori di reddito e ricchezza della

popolazione, corretti per fattori di contesto- Solo parziale considerazione dell’evasione sulla componente immobiliare

Page 8: Ifel: contributo 1 cartella stampa

UN ESEMPIO SULL’UTILIZZO DI FABBISOGNI E CAPACITÀ FISCALI STANDARD

COMUNE X (1000 ab)Fabbisogno std = 100Spesa storica = 120Capacità fiscale = 100

COMUNE Y (1000 ab)Fabbisogno std = 150Spesa storica = 120Capacità fiscale = 150

MAGGIORE PRESSIONE FISCALE

Maggiori servizi/qualità o inefficienze/sprechi?

Flussi perequativi = 0 (il comune dispone di risorse standard uguali ai fabbisogni standard)

Sforzo fiscale = 20

Sforzo fiscale = -30

MINORE PRESSIONE FISCALE

Minori servizi/qualità o efficienza?

Lo stabilisce il cittadino…aiutato anche da confronti

sulla base di indicatori

Page 9: Ifel: contributo 1 cartella stampa

LUOGHI COMUNI SUI FABBISOGNI STANDARD

FalsoIl livello del fabbisogno standard risente molto debolmente del periodo storico cui è riferito il calcolo, a meno che non vi siano stati profondi cambi di regime, quali catastrofi ambientali, forti variazioni demografiche o radicali modifiche delle funzioni fondamentali.Il taglio delle risorse non incide sui fabbisogni, mentre le fusioni tra comuni si

FalsoLe risorse perequative non vengono assegnate sulla base della distanza con la spesa storica, ma in riferimento alla distanza tra spesa standard e risorse standard.Se è vero che è stato assegnato un fabbisogno anche a chi non erogava il servizio, è anche vero che al medesimo ente è stata attribuita una capacità fiscale standard.

Esempio

I fabbisogni non si possono usare perché riferiti al 2009-2010

I fabbisogni non tengono conto del livello dei servizi erogati e premiano

i comuni che non li erogano

Page 10: Ifel: contributo 1 cartella stampa

ESEMPIO

Se un Comune registra una spesa sociale pari a 0 e un altro pari a 100 e viene assegnato ad entrambi un fabbisogno pari a 100 per la medesima funzione, non vuol dire che il primo prende 100 a scapito dell’altro. Dipende qual è la capacità fiscale attribuita. Se il primo ha capacità fiscale pari a 100 e il secondo pari a 90, il primo non viene toccato dal sistema perequativo mentre il secondo prende 10, sovvertendo l’apparente ingiustizia. La misurazione degli output, in questo caso dei servizi erogati nel settore sociale, è comunque importante per affinare il calcolo, o ancora meglio per orientare le scelte dei cittadini, consentendo loro di verificare la quantità e la qualità dei servizi erogati. Tuttavia, l’assenza di misurazione di alcuni servizi non pone problemi ai fini della perequazione.