ieri ed oggi in Europa OMAGGIO A RENATO NESI · Fin da giovane ha lavorato nella produzione di...

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1 ieri ed oggi in Europa OMAGGIO A RENATO NESI PER NESI LA VITA È UNA PRIMAVERA Renato Nesi è un pittore della città di Treviso per ispirazione e per inno corale. Egli è come certi vecchi gioielli che hanno visto il sole inclinarsi diverse volte e sempre ne hanno ricevuto un’impressione nuova. Si è sposato ai quattro punti cardinali e sempre ha trovato davanti a sé l’orizzonte dei grandi quadri messi al centro della vita e della storia. Egli non è schiavo dell’impazienza, e per così dire del disgelo, per Nesi la vita ha una primavera e molte. Egli è sempre pieno di favole e di immagini. Andare con lui per una strada sui campi che limiti i giorni è come iniziare una esplorazione di fantasia. I suoi quadri sono intimamente di espressione Trevigiana e ricordano la vecchia e immutabile Treviso, ma le sue mete non sono fissabili con il compasso. Egli valica e scavalca tutti gli obbiettivi della fantasia con impeto giovanile che gli fa onore. Egli merita di avere una conseguenza vitale in modo che esistano sempre uomini come lui, opere come la sua e sempre incantamenti. Giovanni Comisso Renato Nesi - “I bagnanti” (1946) - Italia olio su tela cm 71 x 81 esposizione: Galleria “Al Cavallino” - Venezia 1949 - collezione privata

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ieri ed oggi in EuropaOMAGGIO A RENATO NESI

PER NESI LA VITA È UNA PRIMAVERA

Renato Nesi è un pittore della città di Treviso per ispirazione e per inno corale. Egli è come certi vecchi gioielli che hanno visto il sole inclinarsi diverse volte e sempre ne hanno ricevuto un’impressione nuova. Si è sposato ai quattro punti cardinali e sempre ha trovato davanti a sé l’orizzonte dei grandi quadri messi al centro della vita e della storia. Egli non è schiavo dell’impazienza, e per così dire del disgelo, per Nesi la vita ha una primavera e molte. Egli è sempre pieno di favole e di immagini. Andare con lui per una strada sui campi che limiti i giorni è come iniziare una esplorazione di fantasia. I suoi quadri sono intimamente di espressione Trevigiana e ricordano la vecchia e immutabile Treviso, ma le sue mete non sono fissabili con il compasso. Egli valica e scavalca tutti gli obbiettivi della fantasia con impeto giovanile che gli fa onore. Egli merita di avere una conseguenza vitale in modo che esistano sempre uomini come lui, opere come la sua e sempre incantamenti.Giovanni Comisso

Renato Nesi - “I bagnanti” (1946) - Italiaolio su tela cm 71 x 81esposizione: Galleria “Al Cavallino” - Venezia 1949 - collezione privata

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E’ scultrice del legno che ha sperimentato fin da piccola nella bottega del padre artigiano falegname. Con lui ha imparato a riconoscere le diverse tipologie, le essenze e la duttilità dei diversi legni. Innumerevoli sono le personali e le collettive alle quali ha partecipato così come i Concorsi ed i Simposi di scultura in Italia ed all’estero. Premi e riconoscimenti concorrono a motivare la sua determinazione nel proseguire il faticoso percorso della scultura vissuto come rigorosa ricerca formale ed emotiva.T.B.

Teresa Bonaventura “BOSCHETTO” - Italiadue pannelli di legno affiancati da cm 200 x 50 + 50

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“… Maria Cristina affronta il linguaggio plastico con una potenza delicata e attenta che ci restituisce un codice visivo “classico”, forse anche tradizionale, e immediatamente ci dice che l’arte vera è per tutti e che l’arte vera ha bisogno di regole, di proporzioni, di conoscenza e di misura. C’è un “femminile plurale” che si concretizza in materia e sceglie il calore della terracotta ed il rigore di una tecnica completamente posseduta in modo tale che si può anche ignorarla. Ci sono solo due colori: il bianco ed il rosso ed un modellato sapiente e deciso, la padronanza piena di una plastica classica, che si esprime solo- solo?- attraverso la figura, ne indaga le posture, ne studia gli atteggiamenti, conduce l’emozione nel gesto misurato e composto…”.Donata Demattè

Maria Cristina Barbon “Ali” - Italiaterracotta cm 50 x 100 x 30

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Quarant’anni di ricerca di un maestro della scultura contemporanea“... le opere degli ultimi anni, in cui emerge un nuovo elemento ricco di fascino: il cristallo lavorato a scheggia ed incastonato nel ferro. I lavori di questo memento, figurano artisticamente la perfetta sintesi tra luce a materia, che non sono più elementi discordanti, bensì sanno trovare una profonda comunione. Nello stesso lavoro vi è la fisicità della creazione dettata dalla materia, ma anche la luce, sembiante della ratio che governa gli elementi. Una fusione che porta a riflettere su uno spazio che perde i connotati meramente tangibili e diventa luce. Oppure, nonostante l’apparente contraddizione, si potrebbe affermare che la luce assurge ad una fisicità. Il vetro è scheggiato, quasi che l’artista - una sorta di contemporaneo alchimista - abbia “staccato” un pezzo di luce per creare una scultura fatta di un’essenza primordiale.”Carlo Sala

Simon Benetton “Sogno di Icaro” 2009 - Italiaacciaio e cristallo lavorato a scheggia cm 140 x 78

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“…Cadamuro è l´artista dei paradossi conciliati. In questo sta la sua assoluta oltre-modernità. Offre una possibile risposta alla sete di sintesi. Gioca con il passato fino a farlo scomparire in nuove dimensioni antropologiche dell´essere. La sua opera origina dal regno dell´astrazione simbolica, ma l´esito è sempre fisico, carnale, sensoriale. Si incarna in futuribili golem. Le sue vetrosculture – e ancor più le sue performance - vivono come organismo nuovo. Autonome, in evoluzione, complici intriganti di chi le osserva, le tocca, le annusa, le assaggia. L´incontro con una vetroscultura di Cadamuro è un viaggio iniziatico, pienamente accessibile solo a chi accetta il rischio di divenire egli stesso creatore, di farsi arte in un gioco di rimandi e complicità con l´opera creata, che abbatte ogni confine tra creatore-creatura-fruitore. La magia dell´artista veneziano nasce da una destrutturazione totale della materia - concettuale, emotiva, psicologica, fattuale - e per successiva ricomposizione su inediti codici comunicativi…”.Maurizio Venturino

Alessandro Cadamuro “GLASS-WAVE-POEGLASS” 2007 - Italiavetro inciso trattato e assemblato cm 14x74x51,5 h

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“... Utilizza il legno e la sua calda matericità per dare forma ad oggetti-scultura che si pongono in una relazione dinamica con lo spettatore-fruitore e lo spazio che li contiene. Non sono opere da ammirare nella loro finezza ma oggetti dotati di una vita propria, che sembra vibrare e pulsare nel gioco di volumi e nell’equilibrio cangiante delle forme. Armonie e contrasti, rigore formale e gestualità sapientemente dosati suggeriscono una nuova e più attenta percezione del quotidiano, ponendosi in una dimensione in cui gli aspetti funzionali e i valori estetici si compenetrano senza soluzione di continuità...”.Enzo Santese

Giuliano Caneva “Danzatori” 1995 - Italialegno, inchiostro mordente cm 80 x 60 x 16

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Il ferro in mano a questo artista, più che dalla fiamma della forgia è plasmato dall’ardore giovanile; fatto di slanci, entusiasmi (a volte delusioni) nuove scoperte e vivide folgorazioni. L’impegno che Fabio Ceolin ha preso con se stesso è quello di trasmettere alla fredda materia il soffio vitale, le sue stesse pulsazioni, la poesia della creatività. Una totale dedizione all’ideale vocazionale che è certamente il sale esistenziale del suo’‘Essere Artista”.G.C.Z

Fabio Ceolin “Autoritratto” - Italiaferro mt 2,50 x 1,00

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Docente d’arte orafa presso il Liceo Artistico di Udine. L’opera d’arte in Pero De Martin è l’esito di una sorta d’operazione alchemica, tesa a trasformare materiali poveri in preziosi dentro una poetica che contempera scansione dello spazio e dinamiche ornamentali. L’artista concepisce il gioiello non come un mero oggetto con la funzione esclusiva di portare decoro alla persona, ma una scultura vera e propria che si situa in un ambito espressivo preciso. In questa rassegna ha capovolto i termini del procedimento creativo: il lavoro preparatorio non risiede in un disegno ma in una scultura che nel calore della materia fa provare stimoli ispirativi per la sintesi a seguire, l’oggetto d’oreficeria, inteso non come semplice accessorio di moda ma quale completamento della personalità umana.Enzo Santese

Piero De Martin “I piani del cielo” - Italiaterracotta policroma e bronzo cm 100 x 60

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Cresciuto nella bottega del padre fabbro, si ritrova nella forgiatura del ferro. La padronanza del materiale gli permette di tendere profondamente le superfici Prestando una grande attenzione alle proprietà strutturali dei materiali, conservandone anche il colore naturale, modella le superfici dei metalli trattandole come fossero pelle. Non rappresenta né oggetti, né figure umane ma plasma sculture di forme tridimensionali geometriche che ricordano le opere minimaliste degli anni ‘60 di Judd. A differenza di quelle, però, nelle sculture di Favaro non c’è il rifinito industriale ma il segno del fabbro-scultore che fa di esse dei pezzi unici.R.F

Roberto Favaro “Maternità” - Italiaferro cm 100 x 50

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Il profondo amore per la scultura fa sì che il disegno costituisca l’ossatura fondamentale della sua produzione artistica. Anche nelle opere grafiche e pittoriche si individua la tridimensionalità dei diversi piani della scultura. La sua ricerca iniziale, ricca di dinamismo e forti contrasti, propri della terra di origine, ha tratto nuovo alimento dalla contiguità e dall’amicizia col pittore Armando Pizzinato. Le opere più recenti si sono allontanate dall’astrattismo puro e sono diventate più simbolico-evocative. I materiali adoperati sono vari e preferibilmente di recupero.

Carlo Fontanella “Substanzia” 2009 - Italiatufo cm 38,5 x 37 x 11

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Fin da giovane ha lavorato nella produzione di sculture in legno nella Ditta di suo padre a Ortisei e frequentato la scuola d`Arte a Ortisei. Fa pratica di scultura presso due maestri scultori di Ortisei. Inizia la sua attività artistica nella creazione e produzione di sculture in legno presso la ditta del padre. Le sue sculture sembra vogliano curiosare dentro ad ogni fibra del legno che modella trafora, scava in un vibrare di linee armoniose e nuove. Le sue opere si trovano esposte in Italia, Austria, Svizzera e Dubai.

Herbert Perrathoner “Piccolo Universo” - Austriacastagno cm 60

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“... come il poeta, che “la bellezza è semplicità totale”, raggiunta grazie a un magistero che ha saputo rinunciare ad ogni trucco. Solo attraverso questo sentiero di applicazione, di maestria, di libertà interiore, Bruna Brazzalotto l’artista che ha dedicato se stessa, anche ad uno studio severo dell’arte, solo attraverso questo sentiero, poteva scoprire ed interpretare nei suoi lavori la bellezza come, frutto meritato e come dono celeste. Sembra dunque che vi sia proprio una grazia divina per chi ha saputo inchinarsi di fronte al miracolo ed ai dolori della vita. Talvolta si riesce a comprenderla, ad afferrarla, talvolta svanisce effimera. Ma chi l’afferra, subito la porge agli altri. Bruna Brazzalotto ci è riuscita”.Fausto Pajar

Bruna Brazzalotto “Tarassaco a Primavera” 2010 - Italiatecnica mista su juta cm 100 x 100

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E’ artista da far viaggiare l’osservatore lungo frequenze fantastiche in una dimensione dell’altrove, in cui vige la combinazione magica di colore e luce su paesaggi, che conservano solo in minima parte la loro fisicità. Per il resto sono scenari policromi, dove le forme richiamano solo velatamente le morfologie del territorio, ma sono assemblate in un’operazione che le stilizza fino alla semplificazione estrema. Indubbiamente, al fondo dell’ispirazione c’è una capacità visionaria che trascina lo sguardo dentro una logica onirica, sospinta a creare situazioni di seducente bellezza: arroccamenti su costoni innestati in lande immaginarie, articolate in una serie fitta di elementi compositivi, distinti anche sul piano cromatico da una variegata gamma di opzioni; saliscendi di ambienti digradanti verso coste sconosciute; presenze vegetali, caratterizzate dalla parvenza originale e bizzarra di foglie e fusto; rilievi scaturiti da arcani sussulti tellurici; atmosfere di sospensione metafisica, dove la cadenza surreale delle forme produce un senso d’attesa di eventi, prossimi ad accadere.Enzo Santese

Giancarlo Caneva “Porta d’oriente” 2009 - Italiaacrilico su tela cm 50 x 70

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“……..Il linguaggio torna alle radici primarie. Compaiono quindi geometrie dominate dalla linea curva, ovoidi aperti e chiusi, l’essenza di risacca di tutte le esperienze trascorse. Il colore per questa istanza segnica si fa più denso e atono recuperando in tal senso lo spessore di notturne profondità metafisiche, pronto tuttavia a risalire per raccontare nuovamente la vita più urgente e leggibile. Così si dispiegano nelle tele pannelli sovrapposti quasi l’intrecciarsi dei riquadri di un polittico dove il segno riacquista esilità e leggerezza, accompagnato, nella tensione dell’analogia, da pennellate carezzevoli e raccolte fino all’intimismo lirico e al tocco primaverile. La metamorfosi faticosa della vita s’è risolta in farfalla che dispiega liberamente le ali del colore. Il diuturno e faticoso interrogare il mondo impone a tratti un ripiegamento, un ricondursi a sé per dialogare nel più stretto ma più autentico spazio dello specchio, quando siamo soli con noi stessi non avendo già davanti il nostro volto ma piuttosto la nostra anima. E Libera ci parla come il suo nome………”Luciano Speranzoni

Libera Carraro “Miraggio che abbaglia” - Italiaacrilico su tela cm 70 x 100

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Monique Celestri belga di origine italiana, artista dai molteplici talenti: pittrice e scultrice. Se si analizza il lavoro dell’artista, si sottolinea che non ci sono personaggi oppure oggetti che escono dalla tela, ogni opera esplode di sensibilità e sentimenti profondi che si esprimono negli effetti di luminosità e di movimento. Attualmente le sue creazioni si sono improntate di surrealismo e di astrazione di cui il risultato è sorprendentemente riuscito.

Monique Celestri “Creation” 2009 - Belgiotecnica mista cm 80 x 60

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L’artista ha meravigliato il pubblico per la sua voce sublime. Oggi lei si lascia liberamente esprimere con l’aiuto di un coltello, di un pennello secondo i suoi umori sulla tela vergine. La sua gestualità franca e precisa gli suggerisce una profusione di idee alla vista di un paesaggio, di un posto visitato, di una foto o per il solo fatto della sua immaginazione fertile e piena di sorprese. Ammiratrice della natura vive attualmente fra la Borgogna e le Cannet sulla Costa Azzurra. Queste due regioni offrono un grande ventaglio di opportunità creative. Attirata intensamente dalla luce che cattura le bellezze di questi ambienti che cambiano con il passare delle stagioni e l’immensa ricchezza cromatica di una vegetazione ispirata e divina.Edith Bordiogne

Altair Dugardin “Le Pont de Marey sur Tille” -Franciaolio su tela cm 116 x 80

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Eleganti e soavi, sospese nel silenzio di un sorriso mistico, placate nel nitore dello spirito, inquietantemente tragiche o languidamente appagate. E’ così che appaiono le opere dipinte da Luisa Fabris. Apparizioni ammutolite dal caso interiore, soffocate dalle pulsioni psichiche che il subconscio partorisce con inatteso impeto espressivo nel riflesso ontogenetico.Sabrina Falzone

Luisa Fabris “Akkiko” 2010 - Italiaolio su tavola cm 90 x 70

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Joe Genovese è nato a Mdina, l’antica capitale di Malta venendo da una famiglia di artisti, fu incoraggiato da suo padre Joseph Genovese un famoso scultore, a seguire molto giovane i corsi della Scuola di Belle Arti. Le sue prime esperienze furono il modellato sculturale e pittura. Dall’età di 15 anni incominciò pittura ed oro laminazione con un artista Italiano che viveva a Malta.

Joe Genovese “Allegory of Spring” “Allegoria di primavera” - Maltaolio su tela – cm 80 x 100

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Iniziata fin dalla fanciullezza, la sua attività artistica come pittore si è sviluppata poi parallelamente alla professione, in modo che le due attività si sono influenzate e condizionate reciprocamente. I quadri, dopo un’intuizione lirica di varia ispirazione (dall’esperienza del reale, ricordi di luoghi perduti o ritrovati, dettagli architettonici, particolari naturali, interni), vengono studiati con percorso progettuale analogo alle opere di architettura e design. La realizzazione segue, con la messa a punto formale e l’indagine cromatica.G.G.

Gian Gigante “ Ricordo il circo Gattolino” 2009 - Italiaacrilico 100 x 100

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L’opera presentata in questa esposizione rappresenta la mappa sotterranea della bellezza stessa che scaturisce dal pensiero rigorosamente razionale della Creazione. Applicazioni matematico-geometriche si fondono in un unicum armonioso la cui figurazione ben si adatta al concetto di moto perpetuo.E.G.

Elena Gumirato “Anima Mundi” - Italiaacrilico cm 100 x 100

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“La vita come componimento di una psicosi che ricollega l’essere umano alla trascendenza. L’arte alla spiritualità, ed il ravvicinamento tra l’occidente e l’oriente sono gli scopi della mia ricerca personale” dice la pittrice ed aggiunge: “La comprensione può nascere soltanto da un autentico e vero incontro, da una profonda stima e non da una superficiale tolleranza…”.M.K.B.

Milena Kunz Bijno “ Riflessi veneziani” - Germaniaolio su tela cm 100 x 80

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La scoperta sulla “cimaise” dello Spazio di Paragon di presentare i lavori di Renata Linnhoff è stata una bella sorpresa. Innanzitutto lei ha questa nervosità cromatica unica dove i tempi caldi fiammeggiano questi repertori vigorosi in cromatismi di primitivismo ed di spirito etnico ..... Renata Linnhoff guarda allora senza concessione il mondo che la circonda, sull’ingiustizia, l’indélicatezza del cuore e dell’anima. Affascinata da tutte le culture, illustra ugualmente sulla tela di rito etnico .....Helma Bendziula

Renata Linnhoff “Strisciare ipocrisia” - Lussemburgoolio su tela cm 90 x 60

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Il percorso culturale sembra divagare tramato di sottili trasparenze su giochi combinatori sofisticati. Un lessico da risonanze che giustificano la scelta con riferimenti espliciti o allusivi. Una cifra figurativa caratterizzata da un impasto delicato con materia sottile e sfumature di gradazione diversa. Il “far arte” per Marin è pratica paziente, continua ma anche “illuminazione”. Nell’interiorità non visibile ne indagabile si realizza l’opera creativa, voce crepitante che considera i sistemi della comunicazione. E soprattutto vocazione a mettere in gioco l’esperienza personale, la conoscenza, per interrogare il mondo e il destino individuale e collettivo.Luigina Bortolatto

Walter Marin “Il suono” - Italiaolio su tela cm 140 x 70

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Nata a Madrid ha studiato Arte e Humanidades Contemporànea all’Università Autonoma di Madrid. La sua formazione è sulla nuova tecnica di pittura, nella combinazione tra le pennellate di colore e la fotografia digitale. Questo è un nuovo modo di sentire l’arte contemporánea. Come cento anni fa i dagherrotipi stupivano gli artisti oggi il digitale è diventato una strada aperta all’evoluzione della pittura. E’ il nuovo strumento che accompagna l’artista. Marisa Moreno Ruiz Zorrilla è attirata dalle nuove tecnologie, ma noi vediamo come le sue pennellate siano ispirate ad una vibrante carica interiore dove l’artista trova l’ispirazione per esprimere le sue emozioni. B.B

Marisa Moreno Ruis Zorrilla “Paseo por la ciudad” - Spagnaolio cm 81 x 65

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Ogni dipinto, oltre ad essere il prodotto di una ricerca alla perfezione, (talvolta condotta nell’arco di tempo) ha la capacità e il potere di sorprendere. In quest’opera, si cerca di saper cogliere con l’occhio di chi fruisce la visione un’accurata sintesi cromatica che genera impetuose narrazioni astratte.T.R.

Tiziano Ronchin “Senza titolo” - Italiaacrilico cm 150 x 120

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Conoscerlo vuol dire stupirsi. L’uomo e il personaggio-artista non sono disgiunti e diversi, ma uno compenetra l’altro in modo tanto incredibile da suscitare meraviglia. La sua dedizione per l’arte è totale e per spiegarla non c’è modo migliore del prendere in prestito le sue stesse parole: “Non solo faccio pittura, ma la vivo”.Patrizia Raineri

Salvatoremarcon “Dumnezeu” 2009 - Italiaolio pastello cm 80 x 80

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E’ fondamentale aver chiaro nella mente ciò che è nozione fra spazio e tempo assoluto. La nostra mente umana è passata da forme magico - sensibili alla scoperta della tridimensionalità, approdando all’apertura dello spazio infinito e quindi un’inversione di pure magie. Nella mia evoluzione, con movimento quasi hegeliano ho cercato di inserirmi nella storia delle forme e fotocopiarle per successive alterazioni, rielaborando la materia vitrea dell’Arte Bizantina, con una rottura formale, confermando quindi il mio desiderio di cambiamento di linguaggio e di sfida.V.V.

Vincenzo Vanin “Astronave” - Italiamosaico cm 110 x 80

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“... Raramente i personaggi femminili di Zago sono disposti a sottomettersi alla cerimonia della posa. Quando avviene è risultato di un attimo, un clic fonetico per la velocità dell’impianto, l’atteggiamento inconsueto, il guizzo della pennellata, la cromia ridotta. Eppure si tratta di un’esplorazione da cui prorompe, silenziosamente, l’intensità del volto per luci diverse e combinate che guidano verso le abitudini, le idee, il carattere della modella….”Luigina Bortolatto

Bruno Zago “Maternità” - Italiatecnica mista cm 70 x 60