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Idomeneo Dramma per musica in tre atti Libretto di Giambattista Varesco Musica di Wolfgang Amadeus Mozart PERSONAGGI Idomeneo, re di Creta tenore Idamante, suo figlio soprano/tenore Ilia, principessa Troiana, figlia di Priamo soprano Elettra, principessa; figlia d’Agamennone, re d’Argo soprano Arbace, confidente del re tenore Gran Sacerdote di Nettuno tenore La Voce basso Coro: sacerdoti, troiani prigionieri, uomini e donne Cretesi, marinai argivi. La scena è in Sidone, capitale di Creta. Prima rappresentazione assoluta: Monaco, Residenztheater, 29 gennaio 1781. Le parti di colore blu non vengono cantate nella presente edizione. (Neue Mozart Ausgabe a cura di Daniel Heartz. Copyright ed edizione Alkor-Bärenreiter, Kassel; rappresentante per l’Italia, Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)

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Idomeneo

Dramma per musica in tre atti

Libretto diGiambattista Varesco

Musica diWolfgang Amadeus Mozart

pERSONAGGI

Idomeneo, re di Creta tenoreIdamante, suo figlio soprano/tenoreIlia, principessa Troiana, figlia di priamo sopranoElettra, principessa; figlia d’Agamennone, re d’Argo soprano Arbace, confidente del re tenoreGran Sacerdote di Nettuno tenoreLa Voce basso

Coro: sacerdoti, troiani prigionieri, uomini e donne Cretesi, marinai argivi.

La scena è in Sidone, capitale di Creta.

Prima rappresentazione assoluta:Monaco, Residenztheater, 29 gennaio 1781.

Le parti di colore blu non vengono cantate nella presente edizione.

(Neue mozart Ausgabe a cura di Daniel heartz. Copyright ed edizione Alkor-Bärenreiter, Kassel; rappresentante per l’Italia, Casa musicale Sonzogno di piero Ostali, milano)

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Idomeneo, re di Creta, uno de’ più insigni eroiche diedero a Troia famosa l’ultimo sterminio,ritornando fastoso per mare al regno suo, funon lungi dal porto di Sidone sorpreso da sìfiera tempesta, che vinto dal timore, fece votoa Nettuno di sacrificargli il primo qualsiasi uo-mo che sarà per incontrare al suo sbarco sul li-do, qualora egli ottenga per sé, e per la suagente, lo scampo dall’imminente naufragio.Idamante, suo figlio, al mal fondato avviso delnaufragio del caro suo padre, corse inconsola-bile al lido sperando forse di rilevarne colà mi-gliori notizie, e fu per disavventura il primoche incontrò il genitore che, esau dito dal diode’ mari, se n’andava solingo cercando la vitti-ma a lui promessa.La lunga assenza d’Idomeneo dalla patria, dovelasciò il figlio ancor bambino, fece che qui l’unl’altro non riconobbe se non dopo ben lungoragionamento.Era Idamante innamorato d’Ilia, principessa fi-

glia di priamo, re di Troia, la quale egli con pro-vide disposizioni salvò da una orribile burrascaallorché fu condotta prigioniera in Creta, e daquesta era teneramente riamato.La principessa Elettra, figlia d’Agamennone red’Argo, rifugiata in Creta per le funeste rivolu-zioni della sua patria, era innamorata d’Ida-mante, ma da lui non corrisposta.I diversi affetti eccitati nel padre e nel figlio dalloro scoprimento, l’amor paterno d’Idomeneo,il suo dovere verso Nettuno, l’infelice situazio-ne d’Idamante che ignora il suo destino, il reci-proco amore de’ due amanti amareggiato al-l’eccesso poiché Idomeneo fu costretto a svela-re l’arcano ed a sciogliere il crudel voto, la ge-losia e la disperazione d’Elettra, il tutto formal’azione del presente drammatico com poni-mento. Il rimanente si ricava dalla scena.Si legga la tragedia francese che il poeta italia-no in qualche parte imitò, riducendo il tragicoa lieto fine.

Nota al libretto

Il testo del libretto è quello della prima versione dell’o-pera, e riproduce le parti del libretto originale di Vare-sco effettivamente musicate ed eseguite il 29 gennaio1781 al Hoftheater di Monaco. Inoltre, vi sono stati ri-pristinati sia l’Aria di Idamante «No, la morte io nonpavento» sia il Recitativo ed aria di Elettra «Oh smania!oh furie! oh disperata Elettra!...» (nella sua forma inte-grale) – «D’Oreste, d’Aiace», in quanto eliminati daMozart alla vigilia della prima esecuzione per motivi“contingenti” e non musicali.A loro luogo vengono riportate tutte le parti musicateda Mozart, ma eliminate nel corso delle prove (con leeccezioni di cui sopra), nonché le parti nuove composteper la seconda versione dell’opera, eseguita il 13 marzo1786 nel palazzo del principe Johann Adam Auersberga Vienna: Scena con rondò K. 490 «Non più. Tut-to ascoltai», «Non temer, amato bene» e Duetto K. 489 «Spiegarti non poss’io».In Appendice si ritrovano le parti del libretto originaleomesse prima della composizione musicale; gli espo-nenti di nota rimandano all’Appendice.

Olimpio Cescatti

ARGOMENTO

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[Ouverture]

ATTO pRImO

Appartamenti d’Ilia nel palazzo reale, in fon doal prospetto una galleria.

SCENA IIlia sola.

[Recitativo]

IliaQuando avran fine omail’aspre sventure mie? Ilia infelice!Di tempesta crudel misero avanzo,del genitor e de’ germani privadel barbaro nemicomisto col sangue il sanguevittime generose,a qual sorte più reati riserbano i Numi?...pur vendicaste voidi priamo e di Troia i danni e l’onte?perì la flotta Argiva, e Idomeneopasto forse sarà d’orca vorace...ma che mi giova, oh ciel! se al primo aspettodi quel prode Idamante,che all’onde mi rapì, l’odio deposi,e pria fu schiavo il cor, che m’accorgessid’essere prigioniera.Ah qual contrasto, oh Dio! d’opposti affettimi destate nel sen odio, ed amore!Vendetta deggio a chi mi diè la vita,gratitudine a chi vita mi rende...oh Ilia! oh genitor! oh prence! oh sorte!oh vita sventurata! oh dolce morte!ma che? m’ama Idamante?... ah no; l’ingratoper Elettra sospira, e quell’Elettrameschina principessa, esule d’Argo,d’Oreste alle sciagure a queste arenefuggitiva, raminga, è mia rivale.Quanti mi siete intornocarnefici spietati?... orsù sbranatevendetta, gelosia, odio, ed amore,sbranate sì quest’infelice core!

[1. Aria]

padre, germani, addio!voi foste, io vi perdei.Grecia, cagion tu sei.E un greco adorerò?D’ingrata al sangue mioso che la colpa avrei;

ma quel sembiante, oh Dei!odiare ancor non so.

[Recitativo]

Ecco, Idamante, ahimè!sen vien. misero core,tu palpiti, e paventi.Deh cessate per poco, oh miei tormenti.

SCENA IIIdamante, Ilia; seguito d’Idamante

[Recitativo]

Idamante(al seguito)Radunate i Troiani, ite, e la cortesia pronta questo giorno a celebrar.(ad Ilia)Di dolce speme a un raggioscema il mio duol. minerva della Greciaprotettrice involò al furor dell’ondeil padre mio; in mar di qui non lungecomparser le sue navi; indaga Arbaceil sito che a noi togliel’augusto aspetto.

Ilia(con ironia)Non temer: difesada minerva è la Grecia, e tutta ormaiscoppiò sovra i Troian l’ira de’ Numi.

IdamanteDel fato de’ Troian più non dolerti. Farà il figlio per lor quanto farebbeil genitor e ogn’altrovincitor generoso. Ecco: abbian fine,principessa, i lor guai:rendo lor libertade, e omai fra noisol prigioniero fia, sol fia, che porte,chi tua beltà legò care ritorte.

IliaSignor, che ascolto? non saziaro ancorad’implacabili Dei l’odio, lo sdegnod’Ilion le glorioseor diroccate mura, ah non più mura,ma vasto, e piano suol? a eterno piantodannate son le nostre egre pupille?

IdamanteVenere noi punì, di noi trionfa.Quanto il mio genitor, ahi rimembranza!soffrì de’ flutti in sen? Agamemnone

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vittima in Argo alfin, a caro prezzocomprò que’ suoi trofei, e non contentadi tante stragi ancor la Dea nemica,che fè? il mio cor trafisse,Ilia, co’ tuoi bei lumipiù possenti de’ suoi,e in me vendica adesso i danni tuoi.

IliaChe dici?

IdamanteSì, di Citerea il figlioincogniti tormentistillommi in petto; a te pianto e scompigliomarte portò, cercò vendetta Amorein me de’ mali tuoi, quei vaghi rai,quei tuoi vezzi adoprò...ma all’amor mio d’ira e rossor tu avvampi?

IliaIn questi accentimal soffro un temerario ardir, deh pensa,pensa Idamante, oh Dio!il padre tuo qual è, qual era il mio.

[2. Aria]

IdamanteNon ho colpa, e mi condanni,idol mio, perché t’adoro.Colpa è vostra, oh Dei tiranni,e di pena afflitto io morod’un error che mio non è.Se tu il brami, al tuo imperoaprirommi questo seno,ne’ tuoi lumi il leggo, è vero,ma me’l dica il labbro almenoe non chiedo altra mercé.

[Recitativo]

Ilia(vede condurre i prigionieri)Ecco il misero resto de’ Troiani,dal nemico furor salvi.

IdamanteOr quei ceppiio romperò, vuò consolarli adesso.(da sè)(Ahi! perché tanto far non so a me stesso!)

SCENA IIIIdamante, Ilia, Troiani prigionieri, uomini edonne Cretesi.

IdamanteScingete le catene,(si levano a’ prigionieri le catene, li quali di mo -strano gratitudine)ed oggi il mondo,oh fedele Sidon suddita nostra,vegga due gloriosipopoli in dolce nodo avvinti, e strettidi perfetta amistà.Elena armò la Grecia, e l’Asia, ed oradisarma, e riunisce, ed Asia, e Grecia,eroina novella,principessa più amabile, e più bella.

[3. Coro]

Coro de’ Troiani e CretesiGodiam la pace,trionfi Amore:ora ogni coregiubilerà.

Due CretesiGrazie a chi estinseface di guerra:or sì la terrariposo avrà.

CoroGodiam la pace,trionfi Amore:ora ogni coregiubilerà.

Due TroianiA voi dobbiamo,pietosi Numi!e a quei bei lumila libertà.

CoroGodiam la pace,trionfi Amore:ora ogni coregiubilerà.

SCENA IVElettra e detti.

[Recitativo]

Elettra(agitata da gelosia)prence, signor, tutta la Grecia oltraggi;tu proteggi il nemico.

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IdamanteVeder basti alla Greciavinto il nemico. Opra di me più degnaa mirar s’apparecchi, oh principessa:vegga il vinto felice.(vede venire Arbace)Arbace viene.

SCENA VArbace e detti. Arbace è mesto.

Idamante(timoroso)ma quel pianto che annunzia?

Arbacemio signore,de’ mali il più terribil...

Idamante(ansioso)più non viveil genitor?

ArbaceNon vive: quel che martefar non potè finor, fece Nettuno,l’inesorabil Nume,e degl’eroi il più degno, ora il riseppi, presso a straniera spondaaffogato morì!

IdamanteIlia, de’ viventieccoti il più meschin. Or sì dal cielosoddisfatta sarai... barbaro fato!...Corrasi al lido... ahimè! son disperato! (parte)

IliaDell’Asia i danni ancoratroppo risento, e pur d’un grand’eroeal nome, al caso, il cor parmi commosso,e negargli i sospir, ah no, non posso.(parte sospirando.)

SCENA VIElettra sola.

Elettra Estinto è Idomeneo?... Tutto a miei danni,tutto congiura il ciel! può a suo talentoIdamante disporred’un impero, e del cor, e a me non restaombra di speme? A mio dispetto, ahi lassa!vedrò, vedrà la Grecia a suo gran scorno,

una schiava Troiana di quel soglioe del talamo a parte... invano, Elettra,ami l’ingrato... e soffreuna figlia d’un re, ch’ha re vassalli,ch’una vil schiava aspiri al grand’acquisto?...Oh sdegno! oh smanie! oh duol!... più non

[resisto.

[4. Aria]

Tutte nel cor vi sento,furie del crudo Averno,lunge a sì gran tormentoamor, mercé, pietà.Chi mi rubò quel core,quel che tradito ha il mio,provin’ dal mio furore,vendetta e crudeltà.(parte.)

Spiagge del mare ancora agitato, attorniate dadirupi. Rottami di navi sul lido.

SCENA VII

[5. Coro]

Coro vicinopietà! Numi, pietà!Aiuto, oh giusti Numi!a noi volgete i lumi...

Coro lontanopietà! Numi, pietà!Il ciel, il mare, il ventoci opprimon di spavento...

Coro vicinopietà! Numi, pietà!In braccio a cruda morteci spinge l’empia sorte...

SCENA VIII

[pantomima]

Nettuno comparisce sul mare. Fa cenno ai ven tidi ritirarsi alle loro spelonche. Il mare poco apoco si calma. Idomeneo, vedendo il Dio delmare, implora la sua potenza. Net tu noriguardandolo con occhio torvo e mi nac ce volesi tuffa nell’onde e sparisce.

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[Recitativo]

Idomeneo con seguito

Idomeneo(al suo seguito)Eccoci salvi alfin.

[Recitativo]

Oh voi, di martee di Nettuno all’ire,alle vittorie, ai stentifidi seguaci miei,lasciatemi per pocoqui solo respirar, e al ciel natioconfidar il passato affanno mio.

SCENA IX

Il seguito si ritira ed Idomeneo solo s’inoltra sullido, contemplando.Tranquillo è il mar, aura soave spiradi dolce calma, e le cerulee spondeil biondo Dio indora, ovunque io miro,tutto di pace in sen riposa, e gode.Io sol, io sol su queste aride spiagged’affanno e da disagio estenuatoquella calma, oh Nettuno, in me non provo,che al tuo regno impetrai.

Parte musicata ed eliminata da Mozart nelcorso delle prove:

In mezzo a flutti, e scoglidall’ira tua sedotto, a te lo scampodal naufragio chiedei, e in olocausto,il primo de’ mortali, che qui intornoinfelice s’aggiri, all’are tuepien di terror promisi. All’empio votoeccomi in salvo sì, ma non in pace...ma son pur quelle, oh Dio! le care mura,dove la prima io trassi aura vitale?...lungi da sì gran tempo, ah con qual coreora vi rivedrò, se appena in senoda voi accolto, un misero innocentedovrò svenar!

Oh voto insano, atroce!giuramento crudel! ah qual de’ Numi,mi serba ancor in vita,oh qual di voi mi porge almen aita?

[6. Aria]

Vedrommi intornol’ombra dolente,che notte e giorno:sono innocente,

m’accennerà.Nel sen trafitto,nel corpo esangueil mio delitto,lo sparso sanguem’additerà.Qual spavento,qual dolore!Di tormentoquesto corequante voltemorirà!(vede un uomo che s’avvicina.)

[Recitativo]

Cieli! che veggo? Ecco, la sventuratavittima, ahimè! s’appressa... e queste manile ministre saran?... mani esecrande! Barbari,ingiusti Numi! are nefande!

SCENA XIdomeneo, Idamante in disparte.

IdamanteSpiagge romite, e voi scoscese rupi testimoni almio duol siate, e cortesidi questo vostro albergoa un agitato cor... quanto spiegatedi mia sorte il rigor solinghi orrori!...Vedo fra quelli avanzidi fracassate navi su quel lidosconosciuto guerrier... voglio ascoltarlo,vuò confortarlo, e voglioin letizia cangiar, quel suo cordoglio.(s’appressa e parla ad Idomeneo)Sgombra, oh guerrier, qual tu ti sia, il timore;eccoti pronto a tuo soccorso quello,che in questo clima offrir te’l può.

Idomeneo(da sè)(più il guardo,più mi strugge il dolor.)(ad Idamante)De’ giorni mieiil resto a te dovrò, tu quale avraipremio da me?

Idamantepremio al mio cor saràl’esser pago d’avertisollevato, difeso: ahi troppo, amico,dalle miserie mie instrutto io fuia intenerirmi alle miserie altrui.

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Idomeneo(da sé)(Qual voce, qual pietà il mio sen trafigge!) (ad Idamante)misero tu? che dici? ti son contele tue sventure appien?

IdamanteDell’amor mio, cielo! il più caro oggetto,1

in quelli abissi spintogiace l’eroe Idomeneo estinto.ma tu sospiri, e piangi?t’è noto Idomeneo?

IdomeneoUom più di questodeplorabil non v’è, non v’è chi plachiil fato suo austero.

IdamanteChe favelli?vive egli ancor?(da sè)(oh Dei! torno a sperar.)(ad Idomeneo)Ah dimmi, amico, dimmi,dov’è? dove quel dolce aspettovita mi renderà?

Idomeneoma d’onde nascequesta, che per lui nutritenerezza d’amor?

Idamante(con enfasi)Ah, ch’egli è il padre...

Idomeneo(interrompendolo impaziente)Oh Dio!parla: di chi è egli il padre?

Idamante(con voce fiacca)È il padre mio!

Idomeneo(da sé)(Spietatissimi Dei!)

Idamantemeco compiangidel padre mio il destin?

Idomeneo(dolente)Ah figlio!...

Idamante(tutto giulivo)Ah padre!... ah Numi!dove son io?... oh qual trasporto!... Soffri,genitor adorato, che al tuo seno... (vuole abbracciarlo)e che un amplesso...(il padre si ritira turbato)ahimè! perché ti sdegni?disperato mi fuggi?... ah dove, ah dove?

IdomeneoNon mi seguir, te’l vieto:meglio per te saria il non avermiveduto or qui; paventa il rivedermi!(parte in fretta)

IdamanteAh qual gelido orror m’ingombra i sensi!...lo vedo appena, il riconosco, e a’ mieiteneri accenti in un balen s’invola.misero! in che l’offesi, e come maiquel sdegno io meritai, quelle minacce?...vuò seguirlo e veder, oh sorte dura!qual mi sovrasti ancor più rea sventura.

[7. Aria]

Il padre adoratoritrovo, e lo perdo.mi fugge sdegnatofremendo d’orror.morire credeidi gioia e d’amore:or, barbari Dei!m’uccide il dolor.(parte addolorato.)

[Intermezzo]

Il mare è tutto tranquillo. Sbarcano le truppeCre tesi arrivate con Idomeneo. I guerrieri can -tano il seguente coro in onore di Nettuno. Ledonne Cretesi accorrono ad abbracciare i lo rofelicemente arrivati e sfogano la vi cen de volegioia con un ballo generale, che ter mi na colcoro. Marcia guerriera durante lo sbar co.

[8. marcia]

[8a. Ballo delle donne Cretesi]

[9. Coro. Ciaccona]

Coro de’ guerrieri sbarcatiNettuno s’onori,quel nome risuoni,quel Nume s’adori,

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sovrano del mar;con danze e con suoniconvien festeggiar.

SoliDa lunge ei miradi Giove l’ira,e in un balenova all’Eghe in seno,da regal sedetosto provede,fa i generosidestrier squammosi,ratto accoppiar.Dall’onde fuoresuonan sonoretritoni araldirobusti e baldibuccine intorno.Già riede il giorno,che il gran tridenteil mar furenteseppe domar.

CoroNettuno s’onori,quel nome risuoni,quel Nume s’adori,sovrano del mar;con danze e con suoniconvien festeggiar.

SoliSu conca d’oro,regio decoro,spira Nettuno.Scherza portunoancor bambinocol suo delfino,con Anfitrite;or noi di Ditefè trionfar.Nereidi amabili,ninfe adorabili,che alla gran Dea,con Galateacorteggio fate,deh ringraziateper noi quei Numi,che i nostri lumifero asciugar.

CoroNettuno s’onori,quel nome risuoni,quel Nume s’adori,sovrano del mar;con danze e con suoniconvien festeggiar.Or suonin le trombe,solenne ecatombeandiam preparar.

[Fine dell’Intermezzo]

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ATTO SECONDO

Appartamenti reali.

SCENA IIdomeneo, Arbace.

[10. Recitativo ed Aria]

Parte musicata ed eliminata da Mozart nelcorso delle prove:

IdomeneoSiam soli. Odimi Arbace, e il grand’arcanoin sen racchiudi; assaiper lungo uso m’è notatua fedeltà.

ArbaceDi fedeltà il vassallomerto non ha: virtù non è il dover.Ecco la vita, il sangue...

IdomeneoUn consiglioor mi fa d’uopo. Ascolta:Tu sai quanto a’ Troianifu il brando mio fatal.3

ArbaceTutto m’è noto.4

IdomeneoGonfio di tante impreseal varco alfin m’attese il fier Nettuno...

ArbaceE so che a’ danni tuoi,ad Eolo unito, e a Gioveil suo regno sconvolse...

IdomeneoSì, che m’estorse in votoumana vittima.

ArbaceDi chi?

IdomeneoDel primo,che sulla spiaggia incautoa me s’appressi.

ArbaceOr dimmi:chi primo tu incontrasti?

IdomeneoInorridisci:il mio figlio...

ArbaceIdamante!...(perdendosi d’animo)io vengo meno...

Parte musicata ed eliminata da Mozart nelcorso delle prove:(raccoltosi)ti vide? il conoscesti?

Idomeneomi vide, e a offrirmi ogni sollievo accorse, credendomi stranier, e il morto padrepiangendo, al lungo ragionar l’un l’altroconobbe alfin, ahi conoscenza...

ArbaceA luiil suo destin svelasti?

IdomeneoNo, che da orror confuso io m’involai,disperato il lasciai.

Arbacepovero padre!Idamante infelice!

IdomeneoDammi, Arbace, il consiglio,salvami per pietà, salvami il filio.

Arbace(pensa, poi risolve)Trovisi in altro clima altro soggiorno.

Parte musicata ed eliminata da Mozart nelcorso delle prove:

IdomeneoDura necessità!... ma dove mai,dove ad occhio immortal potrà celarsi?

Arbace

purché al popol si celi.per altra via intantoNettun si placherà, qualche altro Numedi lui cura n’avrà.

IdomeneoBen dici, è vero... (vede venire Ilia)Ilia s’appressa, ahimè!... (resta un poco pensoso... e poi decide)In Argo ei vada, e sul paterno sogliorimetta Elettra... or vanne a lei, e al figlio,fa che sian pronti; il tuttosollecito disponi.Custodisci l’arcano; a te mi fido,

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a te dovranno, oh caro, oh fido Arbace,la vita il figlio e il genitor la pace.

[10a. Aria]

ArbaceSe il tuo duol, se il mio disiosen volassero del pari,a ubbidirti qual son io,saria il duol pronto a fuggir.Quali al trono sian compagni,chi l’ambisce or veda e impari:stia lontan, o non si lagni,se non trova che martir. (parte)

La seguente Scena e Rondò K. 490, in tro dottanella versione del 1786, so sti tui sce l’intera“Scena I” della versione del 1781.

[10b. Recitativo accompagnato]

SCENA IaIlia ed Idamante.

IliaNon più. Tutto ascoltai, tutto compresi.D’Elettra e d’Idamantenoti sono gli amori,al caro impegno ormai mancar non dei,va’, scordati di me, donati a lei.

IdamanteCh’io mi scordi di te? Che a lei mi donipuoi consigliarmi? e puoi voler ch’io viva!

IliaNon congiurar, mia vita,contro la mia costanza. Il colpo atrocemi distrugge abbastanza.

IdamanteAh no, sarebbeil viver mio di morte assai peggior.Fosti il mio primo amore,e l’ultimo sarai. Venga la morteintrepido l’attendo,ma, ch’io possa struggermi ad altra face, adaltr’oggetto donar gl’affetti miei?Come tentarlo, ah, di dolor morrei.

[Rondò]

Non temer, amato bene,per te sempre il cor sarà.più non reggo a tante pene,l’alma mia mancando va.Tu sospiri? oh duol funesto!pensa almen, che istante è questo!Non mi posso, oh Dio, spiegar.Non temer, amato bene,

per te sempre il cor sarà.Stelle barbare! Spietate!perché mai tanto rigor?Alme belle, che vedetele mie pene in tal momento,dite voi, s’egual tormentopuò soffrir un fido cor.(parte.)

SCENA IIIdomeneo, Ilia.

[Recitativo]

IliaSe mai pomposo apparsesull’Argivo orizzonte il Dio di Delo,eccolo in questo giorno, oh sire, in cui l’augustatua presenza, i tuoi dilettisudditi torna in vita, e lor pupille,che ti piansero estinto, or rasserena.

Idomeneoprincipessa gentil, il bel serenoanche alle tue pupille omai ritorni,il lungo duol dilegua.

Parte musicata ed eliminata da Mozart nelcorso delle prove:

IliaIo piansi, è vero,e invano l’are tue,oh glauca Dea, bagnai: Ecuba genitrice, ah tu lo sai!piansi in veder l’anticopriamo genitor dell’armi sottoal grave incarco, al suo partir, al tristo avvisodi sua morte, e piansi poial vedere nel tempio il ferro, il fuoco,la patria distrutta, e me rapitain questa acerba età, fra nemici, e tempeste, prigionierasotto un polo stranier...

IdomeneoAssai soffristi... ma ogni trista memoria or si sbandisca.

Iliapoiché il tuo amabil figlio libertà mi donò, di grazie e onorimi ricolmò, tutta de’ tuoi la gioiain me raccolta io sento. Eccomi, accettal’omaggio, ed in tributoil mio, non più infelice,ma avventurato cor,al figlio, al genitor grato e divoto.Signor! s’umile è il don, sincero è il voto.

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IdomeneoIdamante, mio figlio,allor che liberta ti diè, non fu,che interprete felicedel paterno voler. S’ei mi prevenne,quanto ei fece a tuo prò, tutto io confermo,

di me, de’ miei tesori,Ilia, disponi, e mia cura sarà,dartene chiare provedell’amicizia mia.

IliaSon certa, e un dubbio in me colpa saria.

Parte musicata ed eliminata da Mozart nelcorso delle prove:

propizie stelle! qual benigno influssola sorte mia cangiò? Dove temeistrazio e morte incontrar, lieta rinasco,colgo dove credei avverso il tuttodell’amare mie pene il dolce frutto.

[11. Aria]

Se il padre perdei,la patria, il riposo,(ad Idomeneo)tu padre mi sei,soggiorno amorosoè Creta per me.Or più non rammentol’angoscie, gli affanni,or gioia e contento,compenso a miei danniil cielo mi diè.(parte.)

SCENA IIIIdomeneo solo.

[Recitativo]

IdomeneoQual mi conturba i sensiequivoca favella?... ne’ suoi casiqual mostra a un tratto intempestiva gioiala Frigia principessa?... Quei, ch’esprimeteneri sentimenti per il prence,sarebber forse... ahimè!...sentimenti d’amor, gioia di speme?...Non m’inganno, reciproco è l’amore.Troppo, Idamante, a scior’ quelle catenesollecito tu fosti... Ecco il delitto,che in te punisce il ciel... Sì, sì, a Nettuno,il figlio, il padre, ed Ilia,

tre vittime saran sull’ara istessa,da egual dolor afflitte,una dal ferro, e due dal duol trafitte.

[12a. Aria]

Di quest’aria Mozart ha composto anche unaversione alternativa [12b.], dove la linea vo -cale risulta notevolmente sem pli fi cata.

Fuor del mar ho un mar in seno,che del primo è più funesto.E Nettuno ancor in questomai non cessa minacciar.Fiero Nume! dimmi almeno:se al naufragio è sì vicinoil mio cor, qual rio destinoor gli vieta il naufragar?Frettolosa e giulivaElettra vien: s’ascolti.(parte.)

SCENA VElettra sola.

[Recitativo]

ElettraChi mai del mio provò piacer più dolce?parto, e l’unico oggetto,ch’amo ed adoro, oh Dei!meco sen vien? Ah troppo,troppo angusto è il mio cor a tanta gioia!Lunge della rivalefarò ben io con vezzi, e con lusinghe,che quel foco, che priaspegnere non potei, a quei lumi s’estingua, e avvampi ai miei.

[13. Aria]

Idol mio, se ritrosoaltra amante a me ti rende,non m’offende rigoroso,più m’alletta austero amor.Scaccierà vicino ardoredal tuo sen l’ardor lontano;più la mano può d’Amores’è vicin l’amante cor.

[14. marcia]

(S’ode da lontano armoniosa marcia)Odo da lunge armonioso suono,

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che mi chiama all’imbarco, orsù si vada. (parte in fretta)

(si sente sempre più vicina la marcia a mi su ra,che si muta la scena.)

Porto di Sidone con bastimenti lungo le spiag ge.

SCENA VIElettra, truppa d’Argivi, di Cretesi e di mari nari.

[Recitativo]

ElettraSidonie sponde! o voiper me di pianto, e duol, d’amor nemicocrudo ricetto, or ch’astro più clementea voi mi toglie, io vi perdono, e in paceal lieto partir mio,alfin vi lascio, e dò l’estremo addio!

[15. Coro]

Coroplacido è il mar, andiamo,tutto ci rassicura.Felice avrem ventura,su su, partiamo or or.

ElettraSoavi Zeffirisoli spirate,del freddo boreal’ira calmate.D’aura piacevolecortesi siate,se da voi spargesiper tutto amor.

Coroplacido è il mar, andiamo,tutto ci rassicura.Felice avrem ventura,su su, partiamo or or.

SCENA VIIIdomeneo, Idamante, Elettra, seguito del re.

[Recitativo]

IdomeneoVattene prence.

IdamanteOh ciel!

IdomeneoTroppo t’arresti.parti, e non dubbia fama,di mille eroiche imprese il tuo ritornoprevenga. Di regnarese l’arte apprender vuoi, ora incominciaa renderti de’ miseri il sostegno,del padre e di te stesso ognor più degno.

[16. Terzetto]

Idamantepria di partir, oh Dio!soffri che un bacio imprimasulla paterna man.

ElettraSoffri che un grato addiosul labbro il cor esprima:addio, degno sovran!

Idomeneo(ad Elettra)Vanne, sarai felice,(ad Idamante)figlio! tua sorte è questa.Seconda i voti, oh ciel!

Elettra, Idamante, IdomeneoSeconda i voti, oh ciel!

ElettraQuanto sperar mi lice!

IdamanteVado!(da sé)(e il mio cor qui resta.)

IdomeneoAddio!

IdamanteAddio!

ElettraAddio!

Elettra, Idamante, IdomeneoAddio!

Idamante, Idomeneo(da sé)(Destin crudel!)

Idamante(da sé)(Oh Ilia!)

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Idomeneo(da sé)(Oh figlio!)

IdamanteOh padre! oh partenza!

ElettraOh Dei! che sarà?

Elettra, Idamante, IdomeneoDeh cessi il scompiglio;del ciel la clemenzasua man porgerà.(vanno verso le navi. – Mentre vanno ad imbar-carsi sorge improv vi sa tempesta.)

[17. Coro]

CoroQual nuovo terrore!qual rauco muggito!De’ Numi il furoreha il mar infierito,Nettuno, mercè!(incalza la tempesta, il mare si gonfia, il cielotuo na e lampeggia, e i frequenti fulmini in cen -dono le navi. Un mostro formidabile s’ap -presenta fuori dell’onde)Qual odio, qual iraNettuno ci mostra!se il cielo s’adira,qual colpa è la nostra?il reo, qual è?

[Recitativo]

IdomeneoEccoti in me, barbaro Nume! il reo!Io solo errai, me sol punisci, e cadasopra di me il tuo sdegno. La mia morteti sazi alfin; ma se altra aver pretendivittima al fallo mio, una innocentedarti io non posso, e se pur tu la vuoi... ingiustosei, pretenderla non puoi.

(la tempesta continua. I Cretesi spaventati fug -gono e nel seguente coro col canto e con pan -tomime esprimono il loro terrore, ciò che tut toforma un’azione analoga e chiude l’atto colsolito Divertimento)

[18. Coro]

CoroCorriamo, fuggiamoquel mostro spietato!corriamo, fuggiamo,ah preda già siamo!Chi, perfido fato!più crudo è di te?(partendo)Corriamo, fuggiamoquel mostro spietato!Corriamo, fuggiamo!

Fine dell’Atto secondo.

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ATTO TERZO

Giardino reale.

SCENA IIlia sola.

[Recitativo]

IliaSolitudini amiche, aure amorose,piante fiorite, e fiori vaghi, udited’una infelice amantei lamenti, che a voi lassa confido.Quanto il tacer presso al mio vincitore,quanto il finger ti costa afflitto core!

[19. Aria]

Zeffiretti lusinghieri,deh volate al mio tesoro:e gli dite, ch’io l’adoro,che mi serbi il cor fedel.E voi piante, e fior sinceriche ora innaffia il pianto amaro,dite a lui, che amor più raromai vedeste sotto al ciel.

[Recitativo]

Ei stesso vien... oh Dei!... mi spiego, o taccio?...Resto... parto... o m’ascondo?... Ah risolver non posso, ah mi confondo!

SCENA IIIlia, Idamante.

[Recitativo]

Idamanteprincipessa, a’ tuoi sguardise offrirmi ardisco ancor, più non mi guidaun temerario affetto; altro or non cerco,che appagarti e morir.

Iliamorir? tu, prence?

Idamante più teco io resto, più di te m’accendo,e s’aggrava mia colpa, a che il castigopiù a lungo differir?

Iliama qual cagionemorte a cercar t’induce?

IdamanteIl genitorepien di smania e furoretorvo mi guarda, e fugge,e il motivo mi cela.Da tue catene avvinto, il tuo rigorea nuovi guai m’espone. Un fiero mostrofa dappertutto orrida strage. Or questoa combatter si vada,e vincerlo si tenti,o finisca la morte i miei tormenti.

IliaCalma, oh prence, un trasporto sì funesto:Rammenta, che tu sei d’un grand’imperol’unica speme.

Idamanteprivo del tuo amore,privo, Ilia, di te, nulla mi cale.

Iliamisera me!... deh serba i giorni tuoi.

IdamanteIl mio fato crudel seguir degg’io.

IliaVivi... Ilia te’l chiede.

IdamanteOh Dei! che ascolto?principessa adorata!...

IliaIl cor turbatoa te mal custodìla debolezza mia:purtroppo amore e temaindivisi ho nel sen.

IdamanteOdo? o sol quel che bramafinge l’udito, o pure il grand’ardorem’agita i sensi e il cor lusinga oppressoun dolce sogno?

IliaAh perché pria non arsi,che scoprir la mia fiamma? mille io sentorimorsi all’alma! il sacro mio dovere,la mia gloria, la patria, il sanguede’ miei ancor fumante, oh quanto al core

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rimproverano il mio ribelle amore!...ma alfin che fo? Già che in periglio estremoti vedo, oh caro, e trarti sola io posso,odimi, io te’l ridico:t’amo, t’adoro, e se morir tu vuoi,pria, che m’uccida il duol morir non puoi.

[20a. Duetto]

IdamanteS’io non moro a questi accenti,non è ver, che amor uccida,che la gioia opprima un cor.

IliaNon più duol, non più lamenti;io ti son costante e fida:tu sei il solo mio tesor.

IdamanteTu sarai...

IliaQual tu mi vuoi.

IdamanteLa mia sposa...

IliaLo sposo miosarai tu,

Idamante, IliaLo dica amor.Ah il gioir sorpassa in noiil sofferto affanno rio:tutto vince il nostro ardor.

SCENA IIIIdomeneo, Elettra e detti.

[Recitativo]

Idomeneo(da sé)(Cieli! che vedo?)

Ilia(ad Idamante)Ah siam scoperti, oh caro.

Idamante(ad Ilia)Non temer, idol mio.

Elettra(da sé)(Ecco l’ingrato.)

Idomeneo(da sé)(Io ben m’apposi al ver. Ah crudo fato!)

IdamanteSignor, già più non osopadre chiamarti, a un suddito infelice,deh, questa almen concediunica grazia.

Idomeneoparla.

Elettra(da sé)(Che dirà?)

IdamanteIn che t’offesi mai? perché mi fuggi?... m’odi, e aborrisci?

Ilia(da sé)(Io tremo.)

Elettra (da sé)(Io te’l direi.)

Idomeneo Figlio: contro di me Nettuno iratogelommi il cor, ogni tua tenerezzal’affanno mio raddoppia, il tuo doloretutto sul cor mi piomba, e rimirartisenza ribrezzo e orror non posso.

Ilia(da sé)(Oh Dio!)

Idamante Forse per colpa mia Nettun sdegnossi?ma la colpa qual è?

Idomeneo Ah placarlo potessisenza di te!

Elettra (da sé)(Ah potessi i torti mieior vendicar!)

Idomeneo(ad Idamante)parti, te lo comando,fuggi il paterno lido, e cerca altrovesicuro asilo.

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Ilia(ad Elettra)Ahimé!pietosa principessa, ah mi conforta!

ElettraCh’io ti conforti? e come?...(da sé)(ancor m’insultal’indegna.)

IdamanteDunque io me n’andrò!... ma dove?...Oh Ilia, oh genitor!

Ilia(risoluta)O seguirti, o morir, mio ben, vogl’io.

IdamanteDeh resta, oh cara, e vivi in pace. Addio!

[21. Quartetto]

Andrò ramingo e solo,morte cercando altrovefin che la incontrerò.

Iliam’avrai compagna al duolo,dove sarai, e dovetu moia, io morirò.

IdamanteAh no...

IdomeneoNettun spietato!chi per pietà m’uccide?

Elettra(da sé)(Quando vendetta avrò?)

Ilia, Idamante(ad Idomeneo)Serena il ciglio irato.

Ilia, Idamante, IdomeneoAh il cor mi si divide!

Ilia, Elettra, Idamante, IdomeneoSoffrir più non si può. peggio è di mortesì gran dolore.più fiera sorte,

pena maggiorenissun provò!

IdamanteAndrò ramingo e solo.(parte addolorato.)

SCENA IVArbace, Idomeneo, Ilia, Elettra.

[Recitativo]

ArbaceSire, alla reggia tua immensa turbadi popolo affollato ad alta voceparlar ti chiede.

Ilia(da sé)(A qualche nuovo affannopreparati, mio cor.)

Idomeneo(da sé)(perduto è il figlio.)

ArbaceDel Dio de’ mari il sommo sacerdotela guida.

Idomeneo(da sé)(Ahi troppo disperato è il caso!)(ad Arbace)Intesi, Arbace...

Elettra(da sé)(Qual nuovo disastro?)

Ilia(da sé)(Il popol sollevato...)

IdomeneoOr vado ad ascoltarla.(parte confuso)

ElettraTi seguirò!(parte)

IliaVoglio seguirti anch’io.(parte.)

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SCENA VArbace solo.

[Recitativo]

ArbaceSventurata Sidon! in te quai mirodi morte, stragi e orror lugubri aspetti?Ah Sidon più non sei,sei la città del pianto, e questa reggiaquella del duol. Dunque è per noi dal cielosbandita ogni pietà?...chi sa?... io spero ancora...che qualche Nume amicosi plachi a tanto sangue; un Nume solobasta tutti a piegar... alla clemenzail rigor cederà... ma ancor non scorgoqual ci miri pietoso... Ah sordo è il cielo!Ah Creta tutta io vedofinir sua gloria sotto alte rovine!No, sue miserie pria non avran fine.

[22. Aria]

Se colà ne’ fati è scritto,Creta, oh Dei! s’è rea, or cada.paghi il fio del suo delitto,ma salvate il prence, il re.Deh d’un sol vi plachi il sangue, ecco il mio, se il mio v’aggrada,e il bel regno che già langue,giusti Dei! abbia mercè.(parte.)

Gran piazza abbellita di statue avanti al pa laz -zo, di cui si vede da un lato il frontespizio.

SCENA VIArriva Idomeneo, accompagnato d’Arbace e dalseguito reale; il re scortato d’Arbace si sie desopra i l trono destinato al le pubbli-che udienze; Gran Sacerdote e quantità di po -po lo.

[23. Recitativo]

Gran SacerdoteVolgi intorno lo sguardo, oh sire, e vediqual strage orrenda nel tuo nobil regno,fa il crudo mostro. Ah miraallagate di sanguequelle pubbliche vie. Ad ogni passovedrai chi geme, e l’almagonfia d’atro velen dal corpo esala.mille, e mille in quell’ampio, e sozzo ventre,pria sepolti che morti

perire io stesso vidi.Sempre di sangue lordeson quelle fauci, e son sempre più ingorde.Da te solo dipendeil ripiego, da morte trar tu puoi,il resto del tuo popolo, ch’esclamasbigottito, e da te l’aiuto implora,e indugi ancor?... Al tempio, sire, al tempio!Qual è, dov’è la vittima?... a Nettunorendi quello, ch’è suo.

IdomeneoNon più... sacro ministro;e voi popoli, udite:la vittima è Idamante, e or or vedrete,ah Numi! con qual ciglio?Svenar il genitor il proprio figlio.(parte turbato.)

[24. Coro]

CoroOh voto tremendo!Spettacolo orrendo!Già regna la morte,d’abisso le portespalanca crudel.

Gran SacerdoteOh cielo clemente!il figlio è innocente,il voto è inumano;arresta la manodel padre fedel.

CoroOh voto tremendo!Spettacolo orrendo!Già regna la morte,d’abisso le portespalanca crudel.(partono tutti dolenti.)

Veduta esteriore del magnifico tempio di Net -tuno con vastissimo atrio che lo circonda, at -traverso del quale si scopre in lontano la spiag -gia del mare.

SCENA VIIL’atrio e le gallerie del tempio sono ripiened’una moltitudine di popolo, li sacerdoti pre -parano le cose appartenenti al sacrificio.

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[25. marcia]

Arriva Idomeneo accompagnato da nume ro so efastoso seguito.

[26. Cavatina con Coro]

IdomeneoAccogli, oh re del mar, i nostri voti,placa lo sdegno tuo, il tuo rigor!

Coro di sacerdotiAccogli, oh re del mar, i nostri voti,placa lo sdegno tuo, il tuo rigor!

IdomeneoTornino a lor spelonche gl’Euri, i Noti,torni Zeffiro al mar, cessi il furor.Il pentimento, e il cor de’ tuoi devoti accetta, e a noi concedi il tuo favor!

Coro di sacerdotiAccogli, oh re del mar, i nostri voti,placa lo sdegno tuo, il tuo rigor!

[Coro]

Coro(dentro le scene)Stupenda vittoria!Eterna è tua gloria;trionfa, oh signor!

[Recitativo]

IdomeneoQual risuona qui intornoapplauso di vittoria?

SCENA VIIIArbace frettoloso e detti.

[Recitativo]

ArbaceSire, il prence,Idamante l’eroe, di morte in tracciadisperato correndoil trionfo trovò. Sull’empio mostroscagliossi furibondo, il vinse, e uccise.Eccoci salvi al fin.

Idomeneo Ahimè! Nettunodi nuovo sdegno accesosarà contro di noi... or or, Arbace,con tuo dolor vedrai,

che Idamante trovò quel, che cercava,e di morte egli stessoil trionfo sarà.

Arbace (vede condurre Idamante)Che vedo?... oh Numi!

SCENA IXIdamante in veste bianca, ghirlanda di fiori incapo, circondato da guardie e da sacerdoti.Mol titudine di mesto popolo e suddetti.

[27. Recitativo]

Idamantepadre, mio caro padre, ah dolce nome!Eccomi, a’ piedi tuoi; in questo estremoperiodo fatal, su questa destrache il varco al sangue tuo nelle mie veneaprir dovrà, gl’ultimi baci accetta.Ora comprendo, che il tuo turbamentosdegno non era già, ma amor paterno.Oh mille volte, e millefortunato Idamante,se chi vita ti diè vita ti toglie,e togliendola a te la rende al cielo,e dal cielo la sua in cambio impetra,ed impetra costante a’ suoi la pace,e de’ Numi l’amor sacro e verace.

IdomeneoOh figlio! oh caro figlio!perdona; il crudo uffizioin me scelta non è, pena è del fato...Barbaro, iniquo fato!... Ah no, non possocontro un figlio innocentealzar l’aspra bipenne... da ogni fibragià sen fuggon le forze, e gl’occhi miei torbidanotte ingombra... oh figlio!...

Idamante(languente poi risoluto)Oh padre!...ah non t’arresti inutile pietà,né vana ti lusinghitenerezza d’amor. Deh vibra un colpo,che ambi tolga d’affanno.

Idomeneo Ah, che naturame’l contrasta, e ripugna.

Idamante Ceda natura al suo autor; di Giovequesto è l’alto voler.

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Rammenta il tuo dover. Se un figlio perdi,cento avrai Numi amici. Figli tuoii tuoi popoli sono.ma se in mia vece bramichi t’ubbidisca, ed ami,chi ti sia accanto, e di tue cure il pesoteco ne porti, Ilia ti raccomando;deh un figlio tu esaudisciche moribondo supplica, e consiglia:s’ella sposa non m’è, deh siati figlia.ma che più tardi? Eccomi pronto, adempiil sacrifizio, il voto.

IdomeneoOh qual mi sentoin ogni vena insolito vigor?...or risoluto son... l’ultimo amplessoricevi... e mori.

IdamanteOh padre!...

IdomeneoOh figlio!...

Idamante, IdomeneoOh Dio!...

Idamante(da sé)(Oh Ilia... ahimè!...)(ad Idomeneo)Vivi felice...

Idamante, IdomeneoAddio.

(nell’atto di ferire sopravviene Ilia ed impedi sceil colpo.)

SCENA XIlia frettolosa; Elettra e detti.

Ilia(corre a ritenere il braccio d’Idomeneo) Ferma, o sire, che fai?

IdomeneoLa vittima io sveno,che promisi a Nettuno.

IdamanteIlia, t’accheta...

Gran Sacerdote(ad Ilia)Deh non turbar il sacrifizio...

IliaInvanoquella scure altro pettotenta ferir. Eccoti, sire, il mio,la vittima io son.

Elettra(da sé)(Oh qual contrasto!)

Ilia(ad Idomeneo)Innocente è Idamante, è figlio tuo,e del regno è la speme,tiranni i Dei non son, fallaci sieteinterpreti voi tuttidel divino voler. Vuol sgombra il cielode’ nemici la Grecia, e non de’ figli.Benchè innocente anch’io, benchè ora amica,di priamo son figlia, e Frigia io nacquiper natura nemica al greco nome.Orsù mi svena.(s’inginocchia davanti al Gran Sacerdote)

(s’ode un gran strepito sotterraneo, la statua diNettuno si scuote; il Gran Sacerdote si tro vaavanti all’ara in estasi. Tutti rimangono atto nitied immobil i per lo spavento. Una voceprofonda e grave pronunzia la seguente sen -tenza del cielo.)

[28. La Voce]

Seguono tre versioni alternative della “Vo ce”[28a - b - c], che Mozart, nel corso delleprove, r i dusse al la versione definit ivaestrema men te abbreviata.

La VoceIdomeneo cessi esser re,lo sia Idamante ed Iliaa lui sia sposa.

La Voceha vinto Amore...Idomeneo cessi esser re...lo sia Idamante... ed Iliaa lui sia sposa, e fia pago Nettuno,contento il ciel, premiata l’innocenza.

[29. Recitativo]

IdomeneoOh ciel pietoso!

IdamanteIlia...

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IliaIdamante, udisti?

ArbaceOh gioia, oh amor, oh Numi!

Il recitativo di Elettra venne drasticamenteridotto nel corso delle prove, mentre la suaaria venne addirittura eliminata (ma vedi laNota al libretto).

ElettraOh smania! oh furie!oh disperata Elettra!...Vedrò Idamante alla rivale in braccio?...

ElettraOh smania! oh furie!oh disperata Elettra!...Addio amor, addio speme!Ah il cor nel seno già m’ardonol’Eumenidi spietate.misera, a che m’arresto?Sarò in queste contradedella gioia e trionfispettatrice dolente?Vedrò Idamante alla rivale in braccio,e dall’uno e dall’altramostrarmi a dito?... Ah no; il germano Orestene’ cupi abissi io vuòseguir. Ombra infelice!lo spirto mio accogli, or or compagna m’avrai lànell’Infernoa sempiterni guai, al pianto eterno.

[29a. Aria]

D’Oreste, d’Aiaceho in seno i tormenti,d’Aletto la facegià morte mi da.Squarciatemi il core,ceraste, serpenti,o un ferro il dolorein me finirà.(parte infuriata.)

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SCENA ULTIMAIdomeneo, Idamante, Ilia, Arbace, seguitod’Ido meneo, d’Idamante e d’Ilia; popolo.

[30. Recitativo]

Idomeneopopoli, a voi l’ultima legge imponeIdomeneo qual re. pace v’annunzio.Compiuto è il sacrifizio, e sciolto il voto.Nettuno, e tutti i Numi a questo regnoamici son. Resta, che al cenno loroIdomeneo ora ubbidisca. Oh quanto,oh sommi Dei! quanto m’è grato il cenno.Eccovi un altro re, un altro me stesso:A Idamante mio figlio, al caro figliocedo il soglio di Creta, e tutto insiemeil sovrano poter. I suoi comandirispettate, eseguite ubbidienti,come i miei eseguiste, e rispettaste,onde grato io vi son: questa è la legge.Eccovi la real sposa. miratein questa bella coppia un don del cielo serbatoa voi. Quanto a sperar vi lice!Oh Creta fortunata! Oh me felice! (segue l’incoronazione d’Idamante, che s’ese -guisce in pantomima, ed il coro che si can tadurante l’incoronazione ed il ballo.)

[31. Coro]

CoroScenda Amor, scenda Imeneo,e Giunone ai regi sposi,d’alma pace omai li posi,la Dea pronuba nel sen!

[32. Ballet. Chaconne por le Ballet, K. 367]6

Fine dell’Opera

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Appendice

Parti del libretto originale omesse da Mozartancora prima della composizione musicale

1.Dell’amor mio,cieli! il più caro oggetto, di Cocitol’onde varcò. Quel re sì chiaro in armi,de’ nemici il flagel, della sua Cortequell’idolo adorato,il terror, e l’amor dell’universo,da iniqui Dei perseguitato, oppresso,or vedi tu, se giusto è il mio dolore,dalla furia dell’onde [...][...] in quelli abissi spintogiace l’eroe Idomeneo [...]

2.potessi almenoa lui stesso gl’affetti miei spiegare!Quelle famose imprese, onde la Greciaa quell’augusto nomeriverente s’inchina,sproni furo al mio cor.Là ne’ campi Troiani,allor, ch’egli cogliea lauri, e trofei,ah ch’io non potei, di morte a scherno,emulo, e testimonio al suo valoreseco trovarmi a parte al grand’onore!

IdomeneoNobile ardir! oh vitadegna, che il ciel coronidi gloria, e splendor! [...]

3.[...] fu il brando mio fatal,a quell’idra superbaquanti capi troncò, allor che Nettunodi Samo in su le cime,di noi mosso a pietà, da Giove oppressi,a noi volò, coraggio infuse, ed iodi mia man Otriòneo, poi Asio,Alcatoo, Enomao, ed Erimante,e Festo uccisi, in petto Ettor piagai,Deifobo sfidai.

ArbaceTutto m’è noto [...]

4.ArbaceOh voto strano!

IdomeneoE purel’accolse, e m’esaudì Nettuno, ed ioaccompierlo dovrò?

Arbacemal s’usurpaun re, suddito a’ Numi, il lor dirittod’esiger, di punir, se al loro esempiogiusto non è, fedele a’ sue promesse.

IdomeneoIntendo, Arbace, intendo: il ciel da me

vuol fedeltà, vuole l’esempio il mondo.ma tu la piaga mia più inasprisci.

Arbacemedica man la piagapremendo salda: il ciel gradì il tuo voto,virtù dal cielo attendi.

Idomeneo(sdegnoso)Il voto è ingiusto.

Arbaceperdona: a noi non licechieder ragione a Numi.D’un monarca la vita non riflettiquanto apprezzin li Dei? Certo la tuaun prezzo inestimabile costò.

Idomeneo(sospirando)Ecco l’arcano.

ArbaceOr dimmi:chi primo tu incontrasti?

IdomeneoInorridisci:il mio figlio...

ArbaceIdamante... io vengo meno...(perdendosi d’animo, poi raccoltosi)Ti vide? il conoscesti?

Idomeneomi vide, e a offirmi ogni sollievo accorse,credendomi stranier, e il morto padrepiangendo, al lungo ragionar l’un l’altroconobbe alfin; ahi conoscenza!...

ArbaceA luiil suo destin svelasti?

IdomeneoNo, che da orror confuso io m’involai,disperato il lasciai.

Arbacepovero padre!Idamante infelice!

IdomeneoDammi, Arbace, il consiglio [...]

5.Sazio è il destino alfine,mostrami lieto aspetto.Spirto novello, il pettovienmi a rinvigorir.

Tal serpe in fra le spinelascia le antiche spoglie,e vinte l’aspre doglie,torna a ringiovenir.

6.Chaconne - Pas seul - Passepied - Passacaille