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ICS B. MUNARI NEWS NORMODOTATI/ DIVERSAMENTE ABILI MA LA GENTE SI PUÒ DAVVERO CLASSIFICARE COSÌ? Siamo da sempre abituati a separare le persone valutandole per le loro capacità, ma in realtà i cosiddetti “normodotati” e i diversamente abili sono uguali, sono uma- ni con caratteristiche diverse, capacità di- verse aiuti e sostegni diversi. Perchè non possiamo negare che ognuno di noi che ci sentiamo tanto normali in certi momenti ha o ha avuto bisogno di aiuto! La convivenza anche se solo per poche ore ha permesso la scoperta che oltre alle ca- pacità pratiche c’è il mondo delle relazioni, delle emozioni, delle sensibilità. Qui dav- vero spesso le posizioni si sono capovolte. I “disabili” sono stati capaci di divertirsi, di ridere, di dimostrare affetto e tenerezza e ci hanno coinvolti in queste emozioni tra- sformando la giornata. Molti erano partiti da scuola intimiditi, ma poi hanno dovu- to cambiare idea, scoprendo altre Persone con sentimenti, desideri, creatività, voglia di vivere. Allora gente, che cosa aspettate a uscire dai vostri pregiudizi?? (La Redazione) SI INCONTRANO, SI CONOSCONO, SI DIVERTONO COLLABORANDO CRONACA DI UNA GIORNATA AL CDD PER IL PROGETTO “DIVERSAMENTE INSIEME” Dal nostro inviato Cristian Caimmi Il tutto è cominciato con due incontri nelle classi terze dell’istituto Munari: gli educa- tori del CDD hanno presentato ai ragazzi le persone che frequentano il centro e le attività che vi si svolgono. Nel centro sono accolti gruppi di utenti con diverse disabi- lità psicofisiche per dar loro modo di stare insieme e esercitare le proprie capacità in attività guidate, recuperando o mantenen- do importanti livelli di autonomia. Arrivati al centro gli alunni hanno scelto di inserirsi nei diversi laboratori in cui erano già occupati gli amici disabili e per la mat- tinata si sono cimentati nelle diverse attivi- tà: chi ha giocato una partita a pallone, chi ha fatto attività di clownerie, cioè attività di coordinazione sensoriale e motoria sol- lecitate dalla musica, chi si è impegnato nel laboratorio artistico dove si creavano dise- gni e manufatti per stimolare la creatività e la manualità fine, chi nel laboratorio di cucina che ha prodotto dolci e tramezzini per il buffet che ha chiuso la mattinata. Il grande risultato ottenuto è stato impara- re un modo diverso di rapportarsi tra per- sone: non più diffidenza, timore, sopporta- zione o pietismo, ma rispetto, accoglienza e valorizzazione.

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ICS B. MUNARI NEWSNORMODOTATI/DIVERSAMENTE ABILIMA LA GENTE SI PUÒ DAVVERO CLASSIFICARE COSÌ?Siamo da sempre abituati a separare le persone valutandole per le loro capacità, ma in realtà i cosiddetti “normodotati” e i diversamente abili sono uguali, sono uma-ni con caratteristiche diverse, capacità di-verse aiuti e sostegni diversi. Perchè non possiamo negare che ognuno di noi che ci sentiamo tanto normali in certi momenti ha o ha avuto bisogno di aiuto!

La convivenza anche se solo per poche ore ha permesso la scoperta che oltre alle ca-pacità pratiche c’è il mondo delle relazioni, delle emozioni, delle sensibilità. Qui dav-vero spesso le posizioni si sono capovolte. I “disabili” sono stati capaci di divertirsi, di ridere, di dimostrare affetto e tenerezza e ci hanno coinvolti in queste emozioni tra-sformando la giornata. Molti erano partiti da scuola intimiditi, ma poi hanno dovu-to cambiare idea, scoprendo altre Persone con sentimenti, desideri, creatività, voglia di vivere. Allora gente, che cosa aspettate a uscire dai vostri pregiudizi??(La Redazione)

SI INCONTRANO, SI CONOSCONO, SI DIVERTONO COLLABORANDOCRONACA DI UNA GIORNATA AL CDD PER IL PROGETTO “DIVERSAMENTE INSIEME”Dal nostro inviato Cristian CaimmiIl tutto è cominciato con due incontri nelle classi terze dell’istituto Munari: gli educa-tori del CDD hanno presentato ai ragazzi le persone che frequentano il centro e le attività che vi si svolgono. Nel centro sono

accolti gruppi di utenti con diverse disabi-lità psicofisiche per dar loro modo di stare insieme e esercitare le proprie capacità in attività guidate, recuperando o mantenen-do importanti livelli di autonomia. Arrivati al centro gli alunni hanno scelto di inserirsi nei diversi laboratori in cui erano già occupati gli amici disabili e per la mat-tinata si sono cimentati nelle diverse attivi-

tà: chi ha giocato una partita a pallone, chi ha fatto attività di clownerie, cioè attività di coordinazione sensoriale e motoria sol-lecitate dalla musica, chi si è impegnato nel laboratorio artistico dove si creavano dise-gni e manufatti per stimolare la creatività

e la manualità fine, chi nel laboratorio di cucina che ha prodotto dolci e tramezzini per il buffet che ha chiuso la mattinata.Il grande risultato ottenuto è stato impara-re un modo diverso di rapportarsi tra per-sone: non più diffidenza, timore, sopporta-zione o pietismo, ma rispetto, accoglienza e valorizzazione.

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ICS B. MUNARI NEWSLA PAROLA AI PROTAGONISTI“Non avevo capito che cosa avremmo fatto, ma poi mi sono trovato privo del minimo ti-more di relazionarmi e di lavorare in modo sereno con gli ospiti del centro. Questo pro-getto dovrebbe essere ampliato e coinvolgere più studenti ancora, per permettere a tanti di affacciarsi a conoscere il modo della disa-bilità. Bisogna fare in modo che le prossime generazioni superino il pregiudizio tra per-sone normali e persone disabili.”LUCA

“Tutti abbiamo delle “diversità” tutti ab-biamo dei limiti. Talvolta siamo consape-voli di essere un po’ brutti, stupidi, pazzi, cattivi....e facciamo in modo di nascondere questa parte di noi, di non farla vedere. Le persone disabili non possono non far vede-re i loro limiti: sono lì, davanti agli occhi di tutti. Allora noi abbiamo deciso di na-scondere i disabili, perchè loro ci mostrano quella parte di noi che vorremmo tenere nascosta!”LETIZIA

“Quando abbiamo giocato a calcio, gli alunni non potevano “segnare” lo potevano fare solo i disabili: In quella situazione era l’alunno ad essere in difficoltà, era lui a spe-rimentare l’essere in situazione sfavorevole! La disabilità era stata capovolta!”MANUELA

ANCHE LA STUTTURA E’ UN CAPOLAVORO!

Un cartello disegnato a mano e colo-rato con i pennarelli strappa alla rug-gine un angolo dell’ex Istituto Mar-chiondi: sopra c’è scritto “Cdd Noale”. Varcato il cancello, si entra nell’uni-ca parte sana dell’edificio: i corridoi hanno i bordi dipinti di nero, i muri sono di un rosso acceso e la mobilia in legno è identica dal 1957. Il Centro diurno disabili (Cdd) di via Noale è stato ricavato dal settore uffici dell’ex Marchiondi, all’inizio degli anni Ot-tanta. Il gruppo di edifici è protetto dal vincolo delle Belle Arti che lo ca-

taloga come opera architettonica da salvaguardare, in quanto progetto dell’architetto Vittoriano Viganò, che grazie ad esso ha raggiunto fama in-ternazionale. Attivo nei più vari set-tori della progettazione, dal design all’architettura e alla progettazione urbanistica, si è imposto nel pano-rama italiano per il rigore stilistico con cui ha saputo interpretare la tra-

dizione moderna, senza rinunciare a una personale espressività, matura-ta attraverso la frequentazione degli ambienti artistici del secondo dopo-guerra. Nato con lo scopo di ospita-re «ragazzi difficili», senza famiglia o provenienti da nuclei familiari disa-giati, e garantir loro un’ educazione, anche scolastica, il Marchiondi ebbe a Baggio la sua nuova sede dopo la distruzione dell’edificio di via Qua-dronno. Il progetto di Vittoriano Vi-ganò coniuga un’architettura inno-vativa (brutalista nella lettura critica

e accolta tra i capolavori del Nove-cento) con una concezione educativa nuova, che l’architetto sintetizza nella mancanza di muri per tenervi chiusi i giovani ospiti (I ragazzi non scappa-no, titola Bruno Zevi per «L’Espres-so» nel marzo del 1958.) La stessa lo-gica di inclusione invita oggi a non temere le persone disabili, ma acco-glierle integrandole nel quartiere.