I vantaggi della luce polarizzata nell’interpretazione del colore dentale

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197 DENTAL CADMOS | 2014;82(3):189-204 | Speciale digitale INTRODUZIONE La percezione della luce da parte dell’occhio umano è mol- to variabile ma, forse per un meccanismo cerebrale difensivo, non particolarmente specifica. Questo significa che determi- nate condizioni di luce possono influenzare in varia misura la percezione dei colori; da qui la necessità di codificare, me- diante apposite scale, le cosiddette “temperature di colore”, misurate in gradi Kelvin (K). Sulla base di questo criterio le luci sono quindi distribuite in un range compreso tra 1.700 K, colore “caldo” simile a quel- lo percepibile al lume di candela, e i 6.500 K della “fredda” luce generata da lampade tipo xenon. La luce brillante del giorno si attesta intorno ai 5.000-5.500 K. USI DELLA LUCE POLARIZZATA Si parla di luce polarizzata nel caso in cui la luce visibile, at- traversando un filtro, viene depurata di alcune delle lunghezze d’onda che compongono il fascio luminoso. Nel caso della luce visibile, il filtro polarizzatore dovrebbe bloccare le onde luminose tra i 310 nm (nanometri) sino ai I vantaggi della luce polarizzata nell’interpretazione del colore dentale Jordi Manauta a , Anna Salat b , Angelo Putignano c , Walter Devoto d a Professore a contratto Università degli Studi di Siena; membro di Style Italiano b Già docente presso l’Università di Barcellona c Professore ordinario di Malattie Odontostomatologiche, Dipartimento di Scienze Cliniche Specialistiche ed Odontostomatologiche, Università Politecnica delle Marche; membro fondatore di Style Italiano d Professore a contratto presso le Università di Barcellona, Siena e Marsiglia; membro fondatore di Style Italiano Fig. 1a,b Visione di un caso semplice in luce normale (a) e polarizzata (b) Fig. 2a,b Visione di un caso intermedio in luce normale (a) e polarizzata (b) 1a 1b 2a 2b

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Speciale digitale

INTRODUZIONELa percezione della luce da parte dell’occhio umano è mol-

to variabile ma, forse per un meccanismo cerebrale difensivo,

non particolarmente specifica. Questo significa che determi-

nate condizioni di luce possono influenzare in varia misura

la percezione dei colori; da qui la necessità di codificare, me-

diante apposite scale, le cosiddette “temperature di colore”,

misurate in gradi Kelvin (K).

Sulla base di questo criterio le luci sono quindi distribuite in

un range compreso tra 1.700 K, colore “caldo” simile a quel-

lo percepibile al lume di candela, e i 6.500 K della “fredda”

luce generata da lampade tipo xenon. La luce brillante del

giorno si attesta intorno ai 5.000-5.500 K.

USI DELLA LUCE POLARIZZATASi parla di luce polarizzata nel caso in cui la luce visibile, at-

traversando un filtro, viene depurata di alcune delle lunghezze

d’onda che compongono il fascio luminoso.

Nel caso della luce visibile, il filtro polarizzatore dovrebbe

bloccare le onde luminose tra i 310 nm (nanometri) sino ai

I vantaggi della luce polarizzata nell’interpretazione del colore dentaleJordi Manautaa, Anna Salatb, Angelo Putignanoc, Walter Devotod

a Professore a contratto Università degli Studi di Siena; membro di Style Italianob Già docente presso l’Università di Barcellonac Professore ordinario di Malattie Odontostomatologiche, Dipartimento di Scienze Cliniche Specialistiche ed Odontostomatologiche, Università Politecnica delle Marche; membro fondatore di Style Italianod Professore a contratto presso le Università di Barcellona, Siena e Marsiglia; membro fondatore di Style Italiano

Fig. 1a,b Visione di un caso semplice in luce normale (a) e polarizzata (b)

Fig. 2a,b Visione di un caso intermedio in luce normale (a) e polarizzata (b)

1a 1b

2a 2b

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dig

itale Fig. 3a,b Visione di un caso complesso

in luce normale (a) e polarizzata (b)

3a 3b

Fig. 4a-d Caso visionato con luce normale (a), polarizzata (b), con il metodo della sottoesposizione (c) successivamente polarizzato (d)

4a 4b 4c 4d

Fig. 5a-d Posizionamento della diga e trattamento della superficie smaltea

5a 5b 5c 5d

Fig. 6a-d Fase di ricostruzione del margine incisale

6a 6b 6c 6d

Fig. 7a-d Completamento del margine incisale che definisce al meglio la morfologia dell’elemento da ricostruire (a,b). Alcune sequenze della stratificazione e della rifinitura, anch’esse controllate con l’ausilio della luce polarizzata (c,d)

7a 7b 7c 7d

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Speciale digitale

Fig. 8a-d Lucidatura e restauro ultimato

8a 8b 8c 8d

Fig. 9a,d Lesione smalto-dentinale e relativa ricostruzione

Fig. 10a,d Lesione smalto-dentinale e relativa ricostruzione visionate attraverso il sistema della sottoesposizione che evidenzia al meglio le morfologie di superficie degli elementi

9a

10a

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10b

9c

10c

9d

10d

Fig. 11 Lampada LED provvista di filtro polarizzatore utilizzabile su smartphone

2.000 nm, al fine di ottenere una valida estinzione degli effet-

ti indesiderati generati dai riflessi provenienti dal corpo illu-

minato. Tali riflessi sono particolarmente evidenti quando la

luce “colpisce” i denti.

Nelle strutture dure dentali esistono due componenti: un ri-

flesso generato dalla superficie, per così dire “diretto”, e uno

proveniente dalle parti profonde dello smalto e della dentina,

meglio definito come “riflesso retrodiffuso”.

È evidente che una semplice visione, influenzata da questa

miriade di riflessi, è molto fuorviante nel processo di analisi

cromatica condotto per valutare forma e colore di un elemen-

to dentale.

Nella sequenza delle figure 1a,b, 2a,b e 3a,b si può osservare

chiaramente quale sia la differenza tra un’immagine scatta-

ta con polarizzatore (a sinistra) e una eseguita senza questo

filtro.

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Fig. 12a,b Un’applicazione clinica del sistema con luce normale (a) e con luce polarizzata (b)

12a 12b

Fig. 13a,b Una fase dell’impiego clinico13a 13b

Fig. 14a,b Rilevazione del colore sia con luce normale (a) sia con luce polarizzata (b)

14a 14b

Fig. 15a,b Rilevazione della forma grossolana e particolareggiata attraverso la tecnica della sottoesposizione, anche qui sia con luce normale (a) sia con luce polarizzata (b)

15a 15b

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Con l’insieme delle immagini ottenibili è anche possibile os-

servare nel dettaglio le componenti morfologiche che costitu-

iscono un elemento dentale.

Le figure 4-10 illustrano la ricostruzione di un incisivo cen-

trale superiore, che aveva subito una lesione smalto-dentinale,

in cui si mettono in pratica i concetti fin qui sviluppati.

APPLICAZIONE DI UNA SISTEMATICA CON SMARTHPHONEL’impiego di una sorgente luminosa denominata Smile Lite,

avente temperatura di colore pari a 5.500 K e associata a un

filtro polarizzatore, permette al clinico di impiegare un qualsi-

asi smartphone per scattare fotogrammi intraorali senza do-

ver necessariamente ricorrere a complicati sistemi compren-

denti flash, macchine fotografiche sofisticate e programmi di

fotoritocco.

I due sistemi sono facilmente interfacciabili poiché la slit-

ta che sorregge la luce è collegabile al telefono. Sebbene i

software per la gestione delle immagini tengano in conside-

razione solo schemi di fotografia tradizionali come il ritratto,

la figura completa o il paesaggio, la versatilità del sistema

preso in esame ha consentito di eseguire immagini e filmati

con straordinaria efficacia.

L’ulteriore vantaggio della sistematica, per la quale è già allo

studio un software ancora più mirato alle esigenze dentali, sa-

rebbe proprio quello di poter manipolare, inviare e archiviare

le immagini con un unico elemento hardware senza dover tra-

sferire su computer le immagini provenienti dalla macchina

fotografica.

Nelle illustrazioni fornite si possono osservare alcune esem-

plificazioni e un dettaglio della lampada LED da inserire

nello smartphone, provvista anche di filtro polarizzatore

(fig. 11).

Il sistema consente risultati paragonabili a quelli ottenuti con

macchine fotografiche ben più sofisticate (fig. 12a,b).

L’operatore (fig. 13a,b) può agire con estrema semplicità e

verificare – con le stesse metodologie messe in atto con i si-

stemi tradizionali – il colore e la forma degli elementi dentali

nelle due modalità luce normale e polarizzata (figg. 14 e 15).

CONCLUSIONIL’impiego della luce polarizzata appare fondamentale per l’a-

nalisi della forma e del colore degli elementi dentali. Sebbene

i sistemi fotografici tradizionali garantiscano livelli di assolu-

ta eccellenza, i nuovi ausili utilizzabili con smartphone appa-

iono di grande attualità. I risultati clinici e tecnici conseguibili

sembrano interessanti e meritevoli di attenzione da parte di

tutti i professionisti.

LETTURE CONSIGLIATE1. Barna GJ, Taylor JW, King GE, Pelleu GB Jr. The influence of selected

light intensities on color perception within the color range of natural teeth. J Prosthet Dent 1981;46(4):450-3.

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5. Dagg H, O’Connell B, Claffey N, Byrne D, Gorman C. The influence of some different factors on the accuracy of shade selection. J Oral Rehabil 2004;31(9):900-4.

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7. Hall NR, Kafalias MC. Composite colour matching: the development and evaluation of a restorative colour matching system. Aust Prostho-dont J 1991;5:47-52.

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11. McAndrew R, Chan PW, Milward PJ. An assessment of shade tak-ing by dental undergraduates. Eur J Prosthodont Restor Dent 2010;18(1):13-6.

12. McCullock AJ, McCullock RM. Communicating shades: a clinical and technical perspective. Dent Update 1999;26(6):247-50, 52.

13. Mete JJ, Dange SP, Khalikar AN, Vaidya SP. Comparative study of shade matching performance of dental students under natural daylight and daylight lamp conditions. Eur J Esthet Dent 2013;8(2):192-9.

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Shade matching performance of dental students with three various lighting conditions. J Contemp Dent Pract 2013;14(1):100-3.

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17. Vanini L, Mangani F. Determination and communication of color using the five color dimensions of teeth. Pract Proced Aesthet Dent 2001;13:19-26.

18. Villarroel M, Fahl N, De Sousa AM, De Oliveira OB Jr. Direct esthetic restorations based on translucency and opacity of composite resins. J Esthet Restor Dent 2011;23(2):73-87.

19. Yuan JC, Brewer JD, Monaco EA Jr, Davis EL. Defining a natural tooth color space based on a 3-dimensional shade system. J Prosthet Dent 2007;98(2):110-9.