I test psicologici · Title: I test psicologici Author: Caterina Primi Created Date: 3/7/2020...

Alessio Gori

Teoria e Tecniche del Colloquio Psicologico

Il Colloquio Psicologico

07/03/2020 Il Colloquio Psicologico - Gori 2

◼ Introduzione

◼ Definizione e aspetti costitutivi

◼ La relazione

Introduzione alla lezione e al corso!


Il colloquio Psicologico

Nel colloquio psicologico la comunicazione vienefacilitata dall’uso, da parte dello psicologo, ditecniche non direttive che possono permettere alsoggetto di sentirsi valorizzato, non sottoposto agiudizio valutativo, trattato come persona daun’altra persona di cui percepisce la disponibilità(Lis, Venuti, De Zordo, 1995).

Il termine colloquio ha una storia antica: deriva dal verbo

latino cum loqui che significa parlare con, parlare

insieme.



Una specifica tecnica della domandacaratterizzata da uno scambio VERBALE in unasituazione dinamica di interazione psichica chepermetta lo svilupparsi di un processo diconoscenza.

Funzione Dinamica del colloquio



Emergono alcune caratteristiche generali del colloquio psicologico:

◼ la presenza di due persone in relazione asimmetrica; ◼ la necessità di un accordo comune tra gli interlocutori;◼ un oggetto o argomento che costituisca il focus dello

scambio;◼ un obiettivo o uno scopo;◼ un'atmosfera favorente lo scambio comunicativo.



Analizzando il processo conoscitivo (che rappresenta una delle funzioniprincipali del colloquio, appunto) notiamo che esso ha una doppiavalenza: sia per l'individuo, sia per il rapporto che si viene a creare tra idue protagonisti del colloquio. Da qualsiasi punto di vista si consideriquesto termine "colloquio", non è possibile esimersi da trattare quelleconcezioni che attribuiscono importanza all'individuo e a ciò che egli dice(visione psicometrica), e quelle che invece sottolineano il rapporto e ledinamiche che si instaurano tra gli interlocutori (visione clinica).

Il colloquio, come strumento psicologico, segna il passaggio da unapsicologia sperimentale (applicata per lo più in laboratorio), ad unapsicologia orientata alla professione (applicata in molti contesti anchenotevolmente diversi tra loro).



L'asimmetria relazionale: ◼ il colloquio implica la presenza di due persone in relazione

asimmetrica tra loro (uno degli interlocutori, infatti, pone dellequestioni all'altro che ha una funzione di ascolto e, per quantopossibile, di risposta).

◼ In questo caso, l'asimmetria relazionale non contiene un giudiziodi valore sull'uno o sull'altro degli interagenti quanto piuttosto fariferimento ad una diversità dei ruoli.

Nel colloquio psicologico, infatti, a fronte di un soggetto che propone disé un'immagine, fornisce informazioni, esprime opinioni, comunica undisagio o implicitamente una richiesta di aiuto e, più in generale "agisce",vi è l'altro, il professionista, che osserva, raccoglie, analizza e interpretale informazioni e le azioni, attribuendo ad esse precisi significati.



L'asimmetria relazionale:

Questo contesto di asimmetria relazionale può portare ad alcun bias nella relazione:

1) Dal lato del cliente: fenomeno dell’Idealizzazione (attrattività della fonte; fenomeno cry for help etc..)

2) Dal lato del professionista: attivazione di difese narcisistiche (dinamica del salvatore; dinamica interventista; dinamica proiettiva)

Condizione essenziale per l’aiuto: l’ascolto

Condizione essenziale per la relazione: l’ascolto


◼ Il colloquio si configura come un particolare tipo di test in cui ilprocesso di conoscenza avviene attraverso la creazione di unarelazione tra gli interlocutori in cui l'esperto tenterà disospendere ogni atteggiamento valutativo nei confrontidell'altro, esprimendo apertura affettiva e disponibilità.

◼ L'apertura affettiva e la disponibilità hanno la funzione difavorire nel richiedente la percezione di essere accolto comepersona unica, nella sua individualità. (ES DI ASCOLTOEMPATICO E NON VALUTATIVO)

◼ A tale aspetto va aggiunta la necessaria complementarità traemozioni e aspetti strettamente cognitivi implicati nel colloquio,inteso come processo di conoscenza dell'altro.

Il colloquio PsicologicoLa relazione



Il clima relazionale

Massima attenzione andrà accordata alla lettura delle proprie edelle altrui emozioni, alle manifestazioni di disagio dell'altro, allasua ansia, alla titubanza nel collaborare o alla più o menodeliberata opposizione.

◼ Focalizzazione sugli stati emotivi dell’altro;◼ Attenzione agli indicatori verbali;◼ Attenzione agli indicatori non verbali;◼ Attenzione alle proprie emozioni;◼ Attenzione alle proprie reazioni.



Il clima relazionale

◼ In questa prospettiva, il contatto emotivo costituisce il veicolo principale per la costruzione della relazione nel corso del colloquio e facilita la comunicazione (libertà di espressione nel soggetto richiedente).

◼ Tale situazione ottimale richiede un contesto facilitante, un intervistatore empatico e neutrale, un soggetto disponibile ad aprirsi e una collaborazione fra i due partecipanti per raggiungere un obiettivo prefissato.

Facilitare

L’espressione di Sé

PROPOSTE

▪ osservare le modalità comunicative

▪ ascoltare in maniera attiva non giudicante

▪ valorizzare l’esperienza dell’Altro

▪ dialogo attivo: fare le domande giuste…

▪ Domande che possano aprire…..



Il colloquio PsicologicoAtteggiamenti e domande che non favoriscono il

dialogo

Atteggiamenti e Domande

Domande di Valutazione

Interpretazione prematura

Modalità di Consolazione

Atteggiamento di Investigazione

Atteggiamento improntato alla Soluzione

Atteggiamento di Dominanza


Un'altra variabile che occorre evidenziare è ilcontesto in cui avviene il colloquio clinico, la cuianalisi richiede la considerazione di alcunielementi:

◼ le norme: ovvero le reciproche attese di ruolo tra soggetto e intervistatore che definiscono il setting;

◼ i valori: invece, sottostanno alla situazione concreta e al rapporto specifico di indagine.

Il colloquio Psicologicoil setting


Il setting nell'ambito dell'intervento psicologico-clinico implica considerare:

◼ il contesto;◼ l'ambiente fisico,

◼ lo sfondo in termini gestaltici, ◼ il contenitore,

in cui si realizza e prende forma l'intervento dellopsicologo concreta e al rapporto specifico di indagine.


◼ Il setting è quell'insieme di principi mentali e fisici checostituiscono le regole del rapporto fra psicologo e cliente econsentono il suo svolgimento.

◼ Il setting è costituito quindi dal set (ovvero dall'ambiente fisico efunzionale all'interno del quale ha luogo il rapporto professionale), dalleregole del "contratto professionale" (orario, durata e pagamento dellesedute), e dalle regole della relazione che mediano il rapporto traprofessionista e cliente (assenza di contatti al di fuori della professione,etc.).

◼ Si può anche dire che il setting è il "significante strutturale" deisignificati che avvengono nella relazione, e che costituiscono l'assetto dibase del rapporto professionale.



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