I Tesori Veronesi 2013

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Per il quarto anno consecutivo, l'iniziativa si propone di realizzare un perfetto connubio tra storia, architettura e natura, attraverso un viaggio alla scoperta del patrimonio storico-artistico e naturalistico che caratterizza i luoghi in cui viviamo e che rappresenta un'eredità unica e di inestimabile valore. Il tema e filo conduttore dei prossimi appuntamenti, proseguendo in linea temporale lungo il percorso che lo scorso anno ci ha condotti attraverso la Preistoria fino all'Età Romana, è “Alla scoperta delle nostre radici: il territorio veronese dopo la caduta dell'Impero Romano” e verrà sviluppato nel mese di maggio, nell'arco di tre fine settimana, in un luogo ogni volta diverso della nostra città e provincia.

Transcript of I Tesori Veronesi 2013

  • Marco AmbrosiniAssessore ai Beni AmbientaliProvincia di Verona

    Con l'arrivo della primavera ci apprestiamo ad accogliere una nuova e ricca edizione de I Tesori Veronesi, un progetto ideato e promosso dall'assessorato ai Beni Ambientali della Provincia di Verona. Per il quarto anno consecutivo, l'iniziativa si propone di realizzare un perfetto connubio tra storia, architettura e natura, attraverso un viaggio alla scoperta del patrimonio storico-artistico e naturalistico che caratterizza i luoghi in cui viviamo e che rappresenta un'eredit unica e di inestimabile valore.

    Il tema e lo conduttore dei prossimi appuntamenti, proseguendo in linea temporale lungo il percorso che lo scorso anno ci ha condotti attraverso la Preistoria no all'Et Romana, Alla scoperta delle nostre radici: il territorio veronese dopo la caduta dell'Impero Romano e verr sviluppato nel mese di maggio, nell'arco di tre ne settimana, in un luogo ogni volta diverso della nostra citt e provincia. Si parte da Cavaion Veronese e dalle passeggiate naturalistiche sul monte San Michele alla scoperta del complesso dell'omonima Bastia, che condurranno il pubblico attraverso luoghi e scenari tra i pi sugge-stivi dell'area Baldo-Garda. La seconda tappa si svolger, invece, a Bovolone, dove saranno organizzate visite guidate alla Pieve di San Giovanni Battista e passeggiate all'interno del Parco "Valle del Menago". Il viaggio alla scoperta del territorio veronese dopo la Caduta dell'Impero Romano si concluder, inne, ad Erbezzo, con un approfondimento sulla vita rurale nelle "alte montagne" veronesi e con la passeggiata storico-naturalistica sui verdi sentieri della Lessinia. Anche per questa edizione, inoltre, le tre tappe saranno introdotte da una conferenza di apertura, tenuta da insigni esperti, e saranno accompagnate dagli attesi eventi culturali del sabato sera, quest'anno incentrati attorno ad un nuovissimo doculm su Cangrande della Scala e la Signoria Scaligera.

    Il mio personale e doveroso ringraziamento rivolto alle realt che hanno collaborato in stretta sinergia con la Provincia di Verona, concretizzando la 4^ edizione del progetto, in particolare le amministrazioni dei Comuni coinvolti, la societ Provincia di Verona Turismo per il supporto operativo, l'Universit degli Studi di Verona - Dipartimento di Tempo, Spazio, Immagine e Societ (TeSIS) per la consulenza storico-scientica, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto Nucleo Operativo di Verona per le autorizzazioni concesse.

    L'invito pi sincero rivolto a tutta la cittadinanza di accogliere questa nuova edizione de I Tesori Veronesi come un'ulteriore occasione per conoscere e imparare ad amare il nostro territorio, apprezzando sempre pi i luoghi in cui viviamo e le loro straordinarie ricchezze che ci fanno riscoprire le tracce delle nostre origini e della nostra identit culturale.

  • 1Monte Baldo/Lago di Garda Pianura Veronese Lessinia

    18/19 Maggio 2013BOVOLONE

    25/26 Maggio 2013ERBEZZO

    11/12 Maggio 2013CAVAION VERONESE

    Castelli, chiese e monasterisul Garda: un lungomedioevo.

    Le Pievi nella pianura:ordine e struttura socialenel medioevo.

    La vita rurale nelle "altemontagne" veronesi:le malghe della Lessinia.

    Sabato seraproiezione culturale.

    Sabato seraproiezione culturale.

    Sabato seraproiezione culturale.

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    Alla scoperta delle nostre radici:il territorio veronese dopo la cadutadellImpero Romano

    Venerd 10 Maggio 2013, ore 18.00Sala Adige - Circolo Ufficiali di Castelvecchio Corso Castelvecchio, 4 - VeronaIngresso libero

    Anteprima I Tesori Veronesi 2013Incontro introduttivo per presentare, con parole e immagini,il nuovo programma di visite de I Tesori Veronesi. Uno sguardo ai cambiamenti culturali e territoriali che hanno modificato il paesaggio veronese dopo la caduta dellImpero Romano.Presentazione a cura dellUniversit di Verona, Dipartimento di Tempo, Spazio, Immagine e Societ (TeSIS).

    Seguir la proiezione del trailer del documentario sulla vita di Cangrande della Scala e sulla signoria scaligera diretto da Anna Lerario. Il filmato prodotto da Video Cinema di Antonio Bulbarelli con il contributo della Provincia di Verona - Assessorato alla Cultura, Regione del Veneto e la collaborazione dellAssociazione Scaligeri.com.

    Le tappe in programma

    Pag. 19Pag. 13Pag. 7

  • 2Verona dopo la caduta dellImpero Romano

    Lo scorso anno si ripercorsa la storia del territorio veronese dalle sue origini geologiche fino al consolidamento dellImpero Romano. Un periodo lunghissimo, ma segnato da pochi eventi significativi. Al di l della formazione geologica e delle dinamiche morfologiche, le trasformazioni che hanno riguardato lo spazio, e di cui si sono rilevate le tracce, sono state poche, diffuse in aree limitate arealmente o lungo specifici itinerari; quelle pi rilevanti per gli effetti territoriali correlati, e futuri, sono condensate in un periodo relativamente breve: quello della colonizzazione romana. Il periodo che segue la caduta dellImpero Romano - che nel progetto pluriennale 2012-2014 per questanno copre il periodo che arriva alla scoperta dellAmerica - un periodo storico lungo, difficile, articolato e complesso. Un periodo che attua la de-territorializzazione voluta e realizzata dai romani, ma che pone le basi della ri-territorializzazione successiva. Questo primo volumetto cercher di delineare a grandi linee quanto accade a Verona e nel suo territorio veronese durante lAlto Medio Evo.

    Roma aveva conquistato vasti territori ed esteso il suo dominio su gran parte dEuropa e del bacino Mediterraneo. Aveva costruito strade, imposto leggi, lingua e cultura, ma limpero era diventato troppo vasto per poter essere governato senza la forza dellesercito e la coesione interna. Cos ai suoi confini pi lontani le incursioni delle popolazioni barbare per sfida, interesse o necessit divennero sempre pi frequenti. Nel quarto secolo Teodosio divise limpero tra i due figli perch potesse essere meglio difeso: ad Onorio, che trasfer la capitale a Ravenna affid lImpero dOccidente, e ad Arcadio, che mantenne come capitale Costantinopoli, lantica Bisanzio, quello dOriente. Ma le incursioni aumentarono: le popolazioni barbare agguerrite e spinte da necessit vedevano nelle ricche citt romane facili obiettivi da razziare. Bastava seguire le strade consolari e si arrivava facilmente allobiettivo. Nel 475 d.C. Oreste, capo di un forte esercito di Germani, scende in Italia, depone il debole imperatore Giulio Nepote e mette sul trono il proprio figlioletto Romolo Augustolo. Lanno seguente

    non avendo ottenuto le terre promesse i soldati depongono limperatore ed eleggono al suo posto il loro comandante Odoacre: il 476 d.C., data fatidica della fine dellImpero Romano dOccidente.

    Verona modifica il suo ruolo: mentre come citt acquista importanza per il sito dove sorge e per la sua posizione di fondamentale nodo stradale, il suo territorio diventa spesso terreno di razzia o luogo di scontro tra eserciti nemici, per cui i centri posti lungo le strade decadono. Odoacre mosso dallambizione tent la conquista della Dalmazia, ma limperatore doriente gli scaten contro Teodorico, re degli Ostrogoti. Dopo un primo scontro sullIsonzo, la battaglia definitiva si svolse alle porte di Verona: Teodorico vinse, occupando la citt e, poco dopo, la pianura padana con Milano. Il conflitto fin qualche anno dopo quando, grazie ad un inganno, Teodorico riusc ad avvicinare Odoacre e ad ucciderlo. Preso il potere Teodorico consolid la posizione strategica di Verona, rafforzando le mura romane e ampliandole a ridosso di castel San Pietro. Pur mantenendo la capitale a Ravenna, elesse Verona come sede preferita.Leconomia viveva momenti difficili perch lamministrazione centrale gravava la popolazione di tasse per mantenere i conquistatori e lapparato di governo. La mancanza di un potere forte in grado di controllare le popolazioni confinanti diede origine ad una serie di guerre e di instabilit politica. Alla fine Alboino re longobardo, riusc a prendere il potere su buona parte dItalia, eleggendo Verona, gi fortificata e dotata di un palazzo regale, a sua capitale.Anni di anarchia, successivi alla morte di Alboino, alla fine portarono allelezione di Autari il quale, sposando Teodolinda, figlia del re di Baviera, raggiunse lobiettivo di suggellare una solida alleanza contro i Franchi. Teodolinda assecondata dal pontefice Gregorio Magno riusc nellintento di convertire al cattolicesimo il popolo longobardo. In questo periodo la citt rimase sempre allapice della vita politica e culturale. Attorno

  • 3allattuale Duomo sorse la Capitolare, una delle biblioteche pi importanti e antiche del mondo per i manoscritti conservati.Il successivo matrimonio tra Ermengarda, figlia del re longobardo Desiderio, e Carlo (poi Magno), figlio del re franco, sembrava aprire la strada ad un periodo di pace. In realt nelle intenzioni di Desiderio il matrimonio doveva servire per estromettere i Franchi dallItalia ed avere mano libera per sottometterla. Il papa chiese a Carlo Magno di intervenire in sua difesa. La sconfitta di Desiderio decret la fine del regno longobardo e consent a Carlo di diventare re ed imperatore di un vastissimo territorio. Preso dalla guerra per la conquista dei paesi del Nord Carlo Magno lasci intatta lorganizzazione amministrativa esistente (leggi e tradizioni locali), limitandosi a sostituire il governatore nelle giurisdizioni di competenza.Verona continu ad esercitare il suo ruolo di riferimento allinterno della struttura amministrativa, tanto da ospitare, secondo la tradizione, il trono e la tomba di Pipino. Ma se al potere centrale interessava la citt, per posizione e immagine, il territorio era lasciato in balia dei funzionari reali.I feudatari (conti e marchesi) godevano infatti di ampi poteri nelle terre ottenute in beneficio: amministravano la giustizia, riscuotevano le imposte, assicuravano lordine pubblico, fornivano al sovrano le truppe in caso di necessit. Lazione di governo era supportata anche dallazione della chiesa: i vescovi franchi si erano abilmente circondati del clero locale di origine longobarda e latina per non confliggere con la tradizione. Verona che faceva parte della Marca friulana aveva come caposaldo Aquileia, posta a difesa del confine orientale. La mancanza di una organizzazione statale basata su leggi condivise, in grado di garantire la continuit dellamministrazione nel tempo e nello spazio, pi che la carenza di una figura forte, carismatica, rese debole il ruolo dei singoli sovrani che si succedettero nel tempo. I dissidi interni, le fazioni, le partigianerie per contrapporre un re ad un altro, in modo da non obbedire a nessuno, o per sostenere qualcuno che, non risiedendo in loco, esercitava unautorit solo nominale, resero instabile lazione di governo, imponendo sempre pi al re la ricerca di appoggi in cambio di privilegi.

    Anche Berengario fu vittima di questo sistema di governo, fino ad essere vittima di una congiura che lo port a morte proprio a Verona.Lanarchia politica in cui precipit lItalia vide la citt esposta alle incursioni ungare, che colpirono soprattutto gli abitati esterni alle mura e i centri posti lungo la via Postumia.La successiva riorganizzazione territoriale attuata dal re Ugo di Provenza port a staccare Verona dal Friuli e a costituire la marca veronese (con le citt di Mantova e Trento) allo scopo di avere un secondo baluardo a difesa della pianura padana.Le lotte continuarono e Ottone I, diventato re dItalia, congiunse la marca di Verona alla Baviera e punt sulla collaborazione dei vescovi, ritenuti meno pericolosi dei feudatari.Verona ebbe un forte riconoscimento sia da Ottone I, che richiam alla sede vescovile Raterio, sia dai suoi figli che la scelsero come sede delle diete e delle assemblee dellimpero. La citt, per la posizione geografica rimase un centro di intensa vita economica, tanto che il mercato svolto anche nei giorni festivi fu allorigine di forti contrasti tra la popolazione e il vescovo. La crescita economica aveva favorito laffermazione di nuove classi sociali: giudici, notai, avvocati, mercanti, artigiani, in grado di dare un forte impulso alla citt, anche in termini di partecipazione alle decisioni sulla res publica.La fine degli Ottoni port a nuova instabilit, anche se i nuovi re, Enrico II di Baviera prima, e Corrado il Salico, poi, si mostrarono particolarmente generosi con la citt e gli ordini religiosi locali (Abbazia benedettina di San Zeno) nella concessione di propriet e privilegi.La supremazia politica che limperatore cercava di instaurare sulla chiesa dette fastidio al Papa dando origine alla lotta per le investiture. A trarne beneficio furono le citt del nord Italia che ne approfittarono per emanciparsi dal potere centrale e per darsi un nuovo ordinamento: stava per nascere il Comune.

  • 4Come parteciparealle giornate di visita

    Accesso gratuito. Tutte le tappe presenti nel calendario de I TESORI VERONESI sono accessibili a titolo gratuito grazie al contributo dellAssessorato ai Beni Ambientali della Provincia di Verona e alla disponibilit delle Am-ministrazioni Comunali, delle istituzioni, delle associa-zioni e degli esperti che hanno collaborato alla realizza-zione delle giornate. Su prenotazione viene effettuato un servizio di trasporto da Verona, il viaggio di andata e ritorno ha un costo di 3.00 (vedi Mezzi di trasporto).

    Prenotazione. Per chiunque volesse aderire alle visi-te obbligatorio contattare il numero 0458068680 (IAT Verona) per confermare la propria presenza, i posti sono limitati. La prenotazione va effettuata te-lefonando in orario dufficio (lun-ven, 9.00-13.00) allo 0458068680 (IAT Verona) o via mail consultando la pagina Partecipa allinterno del sito www.itesorive-ronesi.it. La prenotazione deve essere eseguita entro il venerd precedente le giornate di visita. In caso di sopravvenuta impossibilit di partecipare si prega di comunicare la disdetta entro le ore 13.00 del venerd. Saranno accettate prenotazioni per un massimo di 4 persone per ogni richiedente.

    Orari visite. Il sabato pomeriggio e la domenica pome-riggio sar possibile effettuare due visite di circa unora e mezza: una dinteresse storico-monumentale e una di carattere naturalistico. Gli orari delle visite sono dalle 15.00 alle 16.30 primo turno, e dalle 16.45 alle 18.30 secondo turno. Per riuscire ad effettuare entrambe le visite necessario arrivare in tempo e aderire al pri-mo turno di visita (ore 15.00). Chi non dovesse essere presente al primo turno dovr scegliere tra litinerario naturalistico o litinerario storico-monumentale.Attenzione! Alcune tappe saranno organizzate con un percorso unico di vista della durata di circa 3 ore, litinerario proposto comprender sia la parte storico-monumentale sia quella naturalistica con partenza alle ore 15.00.

    Mezzi di trasporto. Punto di partenza - Piazzale Ro-mano Guardini. possibile raggiungere i luoghi di visita con mezzi propri o attraverso il servizio bus dedicato.

    Si prega di comunicare al momento della prenotazione al numero 0458068680 (IAT Verona) la modalit di accesso alle visite in programma. LAssessorato ai Beni Ambientali mette a disposizione con partenza da Vero-na, Piazzale Romano Guardini (dopo la stazione di Ve-rona Porta Nuova in Via delle Coste, dove si trovano le scuole Itis G. Marconi e lIstituto E. Fermi di Verona)2 bus al sabato e 2 bus alla domenica. I bus partiranno alle ore 14.00 unora prima dellinizio della prima visita alle ore 14.00. Si ricorda di essere presenti almeno 15 minuti prima della partenza per le operazioni di control-lo e biglietteria. Il piazzale offre una grande quantit di parcheggi gratuiti. Per chi arriva in Stazione Porta Nuova con i mezzi pubblici il bus effettuer una sosta per la salita/discesa anche in via Citt di Nimes, ore 14.05 c.a. - (fermata sul lato destro della via entrando in citt verso piazza Simoni).Il costo del biglietto di 3.00 e sar da corrisponde-re agli autisti dellATV al momento della partenza dal piazzale Romano Guardini e subito dopo la salita dalla fermata di via Citt di Nimes. Rientro dei bus a Verona previsto entro le ore 20.00.

    Segnaletica. I luoghi di partenza degli itinerari verran-no indicati con unadeguata segnaletica posizionata lungo le principali strade di accesso.

    Abbigliamento. Si raccomanda un abbigliamento e del-le calzature idonee ai percorsi naturalistici in program-ma (scarpe da ginnastica) ed eventuali indumenti per levolvere delle condizioni atmosferiche.

    Informazioni. Ulteriori informazioni sono disponibili ai numeri evidenziati o sul sito web www.itesoriveronesi.it, inoltre si potranno richiedere informazioni allindiriz-zo di posta elettronica [email protected].

    Variazioni. Eventuali variazioni ai programmi ed agli iti-nerari sono possibili per cause di forza maggiore.

  • Punto di partenzaPiazzale Romano Guardinih. 14:00

    Via Citt di Nimesh. 14:05 circa

    Punto di sosta

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    Servizio di trasporto

    Per tutte le tappe del primo ciclo sar attivo un servizio di trasporto bus con biglietto di andata e ritorno al costo di soli 3,00. Partenza alle ore 14.00 dal Piazzale Romano Guardini, dopo la Stazione di Verona Porta Nuova, in via delle Coste, di fronte allItis Marconi e allIstituto Tecnico E. Fermi . Si ricorda di essere presenti alme-no 15 minuti prima della partenza per le operazioni di controllo e biglietteria.Per prenotare il servizio chiamare dal luned al gioved (ore 9.00 - 13.00) antecedenti le uscite in programma il numero 045 8068680 (IAT Verona).

    Punto di partenza servizio busper raggiungere i luoghi di visita

    Attenzione!

    Per le visite alla tappa di Cavaion Veronese dell11 e 12 Maggio i posti sono limitati e la prenotazione obbligatoria. > Vedi pag. 6.

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    2013

    BOVOLONE

    CAVAIONVERONESE

    ERBEZZO

    Attenzione!

    Prenotazione delle visite guidate obbligatoria.Per partecipare alle visite guidate in programma a Cavaion Veronese sabato 11 e domenica 12 maggio necessaria la prenotazione in quanto laccesso sar limitato ad un massimo di 180 persone al giorno come da accordi con la Soprintendenza Archeologica del Veneto. Prenotazioni aperte da luned 6 maggio 2013 (orario 9.00-13.00) al numero 0458068680. Ogni richiedente potr iscrivere al massimo 3 partecipanti, per tutti la partenza prevista alle ore 15.00 di fronte alla chiesa parrocchiale di Cavaion Veronese.

  • Comune di Cavaion Veronese

    Castelli, chiese e monasteri sul Garda: un lungo medioevo.CAVAION VERONESE

    Sabato 11 e Domenica 12 Maggio 2013

    Percorso unico guidato alla scopertadi alcuni ritrovamenti archeologici del territorio di Cavaion Veronese.In programma unescursione sul monte San Michele per ammirare i resti della Bastia e visita al Museo Civico Archeologico. Una giornata sulle tracce dei primi cambiamenti sociali avvenuti dopo la caduta dellImpero Romano. Archeologi e guide naturalistiche ci accompagneranno alla scoperta di questo territorio. Difficolt media.> Prosegue a pag. 8 e 10

    Visite guidate solo su prenotazione!> Vedi pag. 6

    Sabato sera evento culturaleCangrande della Scala,il Principe di Verona.Proiezione in anteprima del documentario sulla figura di Cangrande della Scala e sulla signoria scaligera. Sala Civica, Corte Torcolo, Via Vittorio Veneto, 1 (ingresso libero).> Prosegue a pag. 12

    15.00 21.00

    Punto di partenzaDi fronte alla chiesa parrocchiale di Cavaion Veronese Piazza Chiesa.Possibilit di parcheggio vicino alla piazza della chiesa e nel parcheggio del cimitero a pochi passi da Piazza Chiesa. > Indicazioni a pag. 12

    2013

    BOVOLONE

    CAVAIONVERONESE

    ERBEZZO

  • 8Percorso storico - monumentale

    Addossato alle pendici del Monte Moscal tra il lago di Garda e la valle dellAdige sorge il comune di Cavaion Veronese. Abitato da epoca antichissima come testimonia il ritrovamento di un abitato dellet del bronzo, il centro ebbe una continuit insediativa anche in epoca romana, di cui tuttavia sono rimaste poche tracce visibili, probabile effetto delle distruzioni barbariche. Recenti ricerche archeologiche hanno rilevato numerosi siti det romana a testimonianza di un tessuto insediativo vivace e dinamico tra il I secolo d.C. e lalto medioevo. Su alcuni di questi siti proprio in et medievale sono sorte piccole cappelle religiose (come nel caso di S. Faustino e della chiesetta di S. Croce), che in alcuni casi caratterizzano ancora oggi il paesaggio dellarea. Lorganizzazione spaziale attuata dai Longobardi port alla costituzione, attorno a S. Michele, di unarimannia, un insediamento governato da un signore per conto del duca di Verona che aveva giurisdizione sul territorio. Con Berengario I il centro, dove era attiva uneconomia curtense, venne fortificato ulteriormente con la costruzione della Bastia e della Torre. Un gastaldo gestiva le terre riscuotendo le decime dai contadini.Lorigine del toponimo non chiara, anche se lipotesi pi accreditata, la vorrebbe legata alla morfologia del luogo simile ad un pagliaio a due spioventi (Cabalione), divenuto nel Cinquecento simile al toponimo attuale per il riferimento alle numerose cave di pietra presenti in zona. Assegnato allabbazia di San Zeno sul finire del Duecento il centro cambia nome e diventa Castenuovo dellAbate.Con linizio del dominio veneziano la funzione difensiva, accentrata, dellabitato si attenua. Corti e ville, espressione diretta del possedimento immobiliare e della capacit economica del proprietario si diffondono sul territorio. Unarticolata composizione sociale (agricoltori, artigiani e commercianti) ha cos sviluppato e mantenuto a lungo uneconomia dinamica,

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    ma equilibrata.Mentre Il territorio, posto tra il lago e la valle dellAdige, negli ultimi decenni stato interessato da profondi mutamenti (lautostrada con il casello di Affi ha generato un insediamento diffuso e caotico di centri commerciali, mentre il turismo ha favorito insediamenti turistici), il centro ha conservato la sua identit.Centro caratteristico anche dal punto di vista architettonico per la presenza di elementi peculiari, quali lacciottolato di alcune strade secondarie, i muri in pietra che limitano i broli, le case elevate in altezza, che testimoniano la storia di un abitato che in alcuni elementi strutturali conserva ricche testimonianze del proprio passato, come la Bastia (vedi pagina seguente), la Torre e la chiesetta di S. Faustino e Giovita dellXI secolo. La Torre eretta da Berengario I dopo il 1260 divenne sede del Comune. A tre piani disponeva di un ponte mobile di collegamento con un palazzo attiguo.Nel 1885 fu inglobata da Palazzo Trabucchi.

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  • 9Cavaion Veronese, 11-12 Maggio 2013

    La Bastia di San Michele

    La Bastia, fortificazione longobarda del IX secolo, fu affiancata da una chiesa dedicata a San Michele che nel XIV secolo ospit un monastero di Olivetani. Di entrambe non resta quasi nulla: la prima fu distrutta durante la guerra della Lega di Cambrai (1509), la seconda dalle truppe napoleoniche e il materiale usato nella costruzione della nuova parrocchiale.Il sito della Bastia si colloca sulla sommit meridionale del Monte Moscal. Noto da tempo per le rovine della chiesa stato indagato negli ultimi anni dalla Soprintendenza Archeologica del Veneto con scavi estensivi che hanno riguardato tanto ledificio religioso quanto larea sommitale, dove sono stati rinvenuti i resti della fortificazione; esso rappresenta quindi un interessante caso di abitato, castello e monastero medievale raccolti in un unico spazio. oggi area protetta e in corso di valorizzazione.

    Il Museo Archeologico

    Il Museo di Cavaion una piccola, ma importante realt archeologico-culturale dellentroterra gardesano. Sorto negli anni 80 in seguito al rinvenimento del sito preistorico del laghetto intermorenico di Ca Nove, posto a qualche centinaio di metri dal centro del paese, su cui insisteva un importante abitato su palafitta, oggi sede delle attivit dellAssociazione Archeologica locale. Lo spazio espositivo composto da 3 sale che vanno dallEt del Bronzo sino alla Tarda Antichit e riguardano diversi siti dellentroterra gardesano, tra cui, oltre allabitato palafitticolo di Ca Nove, la necropoli romana di localit Bossema.

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    Percorso naturalistico

    Collocato nellentroterra gardesano, alle spalle del comune di Bardolino, in un territorio prevalentemente collinare il comune di Cavaion Veronese ingloba parte delle colline dellanfiteatro morenico del Garda, le pendici meridionali del Monte Moscal, la valle del Tasso e un breve tratto del corso e della piana alluvionale dellAdige. Pur nella sua modesta estensione territoriale (12,2 kmq) possiede particolari valenze naturalistiche e pu contare numerose emergenze archeologiche, storico - artistiche ed architettoniche di rilievo, nonch numerosi esempi di arte ed architettura popolare.

    IIl centro abitato del capoluogo si trova sulle pendici meridionali del Monte San Michele che rappresenta la parte meridionale del Monte Moscal: rilievo originato per sedimentazione di materiali e organismi viventi che hanno formato i vari strati di roccia ricchi di numerosi fossili. Nelle formazioni pi antiche si possono trovare fossili di Scutelle Pettinidi e Clypeaster, mentre in quelle pi recenti di Lamellibranchi, Echinodermi, Foraminiferi e denti di pesce.Sono diffuse le conchiglie fossili di Pecten, mentre pi difficile trovare lEchinolampas cavaionensis, un fossile di echinoderma che assomiglia al riccio di mare e che si chiama cos proprio perch si trova sul monte San Michele.

    Lungo le pendici del monte alcune ville e palazzi fatti costruire dalla nobilt e dai proprietari terrieri dal XVI al XIX secolo divennero luoghi di attrazione per nuove costruzioni spesso contornate da orti, broli, giardini e spazi verdi che, nel tempo, hanno formato lattuale tessuto urbano del centro storico.Tra i palazzi spiccano le ville: Trabucchi, con la vecchia Torre civica; Ravignani, che nel cortile conserva ancora il pozzo, con le scuderie e una serra impreziosita da quattro statue; Bonazzo in stile neoclassicheggiante; Trombetta, imponente palazzo settecentesco posto sulle pi alte propaggini del Monte San Michele e Cordevigo, un palazzo in stile rinascimentale, sorto nellantica, omonima localit, gi insediamento

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    Cavaion Veronese, 11-12 Maggio 2013

    romano, caratterizzato da un portale cinquecentesco e da due corpi laterali minori che racchiudono un ampio cortile. Tra gli edifici religiosi, oltre alla chiesa parrocchiale dedicata a S. Giovanni Battista, il comune annovera alcune chiesette in stile romanico-campestre. A completare la trama medioevale degli insediamenti del centro storico alcuni pregevoli esempi di edifici rinserrati tra stretti vicoli acciottolati che collegano tra loro trasversalmente le strade del paese.

    Monte San Michele

    Le forme del paesaggio naturale che vediamo oggi sul territorio di Cavaion il risultato di vicende geologiche complesse che si sono sviluppate in milioni di anni. Questo spiega come le formazioni rocciose del Terziario sul San Michele sono composte nella parte inferiore da rocce sedimentarie calcaree, formate da depositi del tipo arenaceo-argilloso, che hanno avuto origine nellOligocene inferiore (da 32 - 34 milioni di anni fa a 27 - 29 milioni di anni fa) e nella parte superiore da rocce calcaree di colore biancastro e giallo rosato dellOligocene Superiore (da 27 - 29 a 22 - 24 milioni di anni fa).La struttura morfotettonica ha avuto inizio gi nel Mezozoico, con il deposito di rocce sedimentarie marine che sono andate in seguito a costituire i rilievi. Lo spezzettamento della superficie terrestre in blocchi soggetti a movimenti di sollevamento e abbassamento ha portato, nel Terziario, a fenomeni di compressione, dovuti al riavvicinamento tra Africa e Europa, e alla formazione delle Alpi, e nella zona che ci interessa delle dorsali e depressioni aventi andamento nord/nord-est, sud/sud-ovest.Tra i 15 e i 12 milioni di anni fa emersero dal mare il monte San Michele e il Moscal con alcuni strati rocciosi ripiegati verso sud-ovest. Essi facevano parte di una dorsale che collegava il Baldo ai monti Lessini.Laltitudine dei due monti non era pi elevata

    dellattuale, ma gli agenti atmosferici e le glaciazioni del Quaternario li hanno erosi levigandoli e arrotondandoli. In particolare ci avvenuto durante la glaciazione del Riss (190.000 - 120.00 anni fa) quando nella zona di Cavaion si vennero ad incontrare i due ghiacciai provenienti uno dal solco del Garda e laltro dalla Val dAdige. I periodi di avanzamento e di arretramento del ghiaccio diedero origine alle colline moreniche della zona di Cavaion e non solo, formate da materiali diversi tra cui i seregni cio ciottoli composti soprattutto da porfidi e quarziti di colore scuro, rosso o verde, trasportati a valle dallAlto Adige e arrotondati dallo sfregamento sul fondovalle sotto la pressione della massa glaciale sovrastante.

    A pag. 7 foto di Roberto Pighi1. Vista di Cavaion Veronese, foto di Gabriele Bernardi2. Particolare Bastia del monte S. Michele, foto Benedetta Dallavalle3. Foto di Cavaion Veronese di Diego Bortignon4. Archivio Provincia di Verona Turismo

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    Evento culturale

    Presentazione e proiezione in anteprima assoluta del documentario sulla vita di Cangrande della Scala e sulla signoria scaligera realizzato con il sostegno della Regione del Veneto, con il contributo della Provincia di Verona Assessorato alla Cultura e Identit Veneta e in collaborazione con lassociazione Scaligeri.com e la cantautrice Patty Simon che ha curato la colonna sonora. Presenter la proiezione Anna Lerario che ha diretto il docufilm e il produttore Antonio Bulbarelli di Video Cinema. Alla serata saranno presenti il protagonista Yuri Castorani alcuni attori in abiti medievali, soci di Scaligeri.com, che hanno partecipato alla realizzazione del documentario.

    Sala Civica - Corte TorcoloVia Vittorio Veneto, 1Ingresso libero

    Per maggiori informazioni e prenotazioni:IAT VERONA 0458068680.

    Punto di ritrovoCAVAION VERONESE | Piazza Chiesa, di fronte alla chiesa parrocchiale di Cavaion Veronese.Il comune di Cavaion Veronese si trova nellentroterra gardesano tra Lazise e Bardolino. Si pu raggiungere Cavaion attraverso lautostrada A22 (Brennero) prendendo luscita di Affi poi seguire i cartelli stradali, il Municipio si trova a 5 minuti dalluscita dellA22. Da Verona si pu prendere anche la SS 12, immettersi nella SP 5 che affianca lA22 e quindi prendere la SS 450 (Castelnuovo - Affi), seguendo le indicazioni per Cavaion. Arrivati a Cavaion Veronese seguire i cartelli de I Tesori Veronesi.

    Sabato 11 Maggio 2013, ore 21.00Cangrande della Scala, il Principe di Verona

  • Le Pievi nella pianura: ordine e struttura sociale nel medioevo.BOVOLONE

    Comune di Bovolone

    Sabato 18, Domenica 19 Maggio 2013

    Visite guidate alla restaurataPieve di San Giovanni Battista in Campagna con annesso battistero. Accompagnati da alcune guide turistiche si potr ammirare il complesso religioso della pieve e capire limportante ruolo che le Pievi hanno ricoperto nel medioevo. > Prosegue a pag. 14.

    Percorso naturalistico allinterno del Parco Valle del MenagoI soci dellAssociazione Valle del Menago ci aiuteranno a capire come cambiato il territorio delle grandi pianure. > Prosegue a pag. 16.

    Sabato sera evento culturaleCangrande della Scala,il Principe di Verona.Proiezione in anteprima del documentario sulla figura di Cangrande della Scala e sulla signoria scaligera. Sala Civica, via Vescovado, 7(ingresso libero).> Prosegue a pag. 18.

    15.00 e16.45

    15.00 e16.45

    21.00

    Punto di partenzaPercorso storico - monumentale: dalla Pieve di San Giovanni Battista situata a 5 km dal centrodi Bovolone, sulla via verso Concamarise, in Viale della Piet.Percorso naturalistico: da Piazzale Mulino, Via Camillo Benso Conte di Cavour. Grande possibilit di parcheggio. I punti saranno riconoscibili dal posizionamento della segnaletica dedicata.> Indicazioni a pag. 18.

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    Percorso storico - monumentale

    Bovolone da sempre uno dei centri pi importanti della bassa pianura veronese. Area agricola particolarmente fertile fu sede di insediamento fin dallet del bronzo (Prato Castello). Gli scavi archeologici hanno portato alla luce significativi reperti che testimoniano la compresenza nel sito di resti umani bruciati e di inumati. Realt marginale alla viabilit romana e agli interessi dei regnanti durante il periodo medievale ebbe nella chiesa e nei suoi rappresentanti un punto di riferimento. qui, nel luogo degli antichi insediamenti, che si ritrovano pure le tracce di un villaggio sviluppatosi tra IX e X secolo: il castello, una sorta di villaggio fortificato cinto da un ampio fossato e probabilmente da una palizzata, che raccoglieva al suo interno edifici e strutture in legno, nonch la primitiva chiesa di San Fermo. Queste strutture vennero abbandonate tra XIII e XIV secolo, quando con ogni probabilit si consolid e svilupp ulteriormente labitato coincidente con il paese attuale. Il territorio su cui si estende il comune attraversato dal Menago, fiume di risorgiva, che scorre in unampia depressione probabile paleoalveo dellAdige in epoca remota. Area umida soggetta al facile ristagno dacqua, lavvallamento stato interessato da interventi di bonifica idraulica sin dal periodo comunale.

    Con lavvento del Comune i contrasti tra listituzione civile che mirava a riprendere il controllo pieno del territorio e il Vescovo che aveva estese propriet, ed un proprio rappresentante che amministrava i possedimenti, divennero frequenti. Interventi pi consistenti e risolutivi in campo idraulico si ebbero tuttavia durante la dominazione ve-neziana, quando parte dei terreni acquitrinosi vennero acquisiti e riconvertiti in risaie da nobili e ricchi borghe-si. Espressione degli interessi economici della citt sono le numerose ville e le corti padronali che cominciano a diffondersi sul territorio e che in molti casi sono tuttora presenti. Accanto allarchitettura civile spiccano alcuni edifici religiosi: la chiesa di S. Giovanni Battista in Cam-pagna, di chiara origine romanica come testimoniano il campanile in cotto e ciottoli e alcuni tratti della mura-tura esterna, e il Battistero di S. Giovanni Battista decol-lato, costruzione ottagonale ampliata nel XVII secolo.

    A pagina 13 foto di Luciano Zago1. Particolare abside pieve di San Giovanni in Campagna, foto Pro Loco Bovolone.2. Vista aerea complesso di San Giovanni in Campagna, foto Pro Loco Bovolone.3. Villaggio preistorico, Parco Valle del Menago, foto di Ferruccio DallAglio.4. Scatto naturalistico, foto di Carmine Grimolizzi.

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    La Chiesa di S. Giovanni Battistain Campagna

    Qualche chilometro a sud del paese, sulla destra idrografica del Menago sorge la chiesa di S. Giovanni Battista in Campagna. Si tratta di una struttura campestre indagata dalla Soprintendenza Archeologica in occasione dei recenti restauri. Il complesso costituito da tre edifici: la chiesa, una casa colonica e il battistero. Lo scavo ha rivelato lesistenza di fasi antiche delledificio religioso, risalenti - nella prima fase - allaltomedioevo. In questo primo momento la chiesa risulta ad aula unica con abside semicircolare e con la presenza di due ulteriori ambienti laterali, uno dei quali pure dotato di una piccola abside con lacerti di affresco. Sembra che la chiesa fosse preceduta da un portico e da un atrio, e sempre a questo periodo si dovrebbe ricondurre la fondazione dellimpianto del Battistero, posto una trentina di metri ad ovest dalla chiesa stessa. La ricostruzione quasi integrale delledificio tra XI e la prima met del XIII secolo avrebbe comportato importanti modifiche alla struttura originaria: la riduzione della superficie complessiva della chiesa, laggiunta di una piccola abside sullambiente meridionale, la scomparsa dellatrio e del portico. Nuove trasformazioni furono apportate nel basso medioevo con il rifacimento di alcuni perimetrali e la ridefinizione funzionale di alcuni ambienti, mentre in et moderna ledificio si ridusse a modesta chiesa campestre, sino ad essere destinato dal XVIII secolo a residenza e complesso rustico.Limportanza del complesso evidente: al di l delle difficolt esistenti nella datazione delle prime fasi edificatorie, si tratta al momento dellunico esempio rimasto nellarea della pianura veronese di chiesa con impianto battesimale risalente allaltomedioevo.

    Per informazioni: Parrocchia di Bovolone 0457100063Pro Loco di Bovolone 0457103585

    Bovolone, 18-19 Maggio 2013

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    Percorso naturalistico

    Parco Valle del Menago

    Il Parco Valle del Menago nato dal recupero della grande zona umida posta a ovest dellabitato di Bovolone. Attualmente il Parco si estende su una superficie totale di 35 ettari, pari a 350 mila metri quadrati. Il Parco dotato di attrezzature sportive, ricreative e didattiche con un percorso archeologico e uno botanico. Grazie al lavoro dei volontari dellassociazione Valle del Menago sono stati realizzati 3,5 km di piste ciclabili, 7 km di sentieri per le passeggiate, 2 km di percorso della salute oltre a ricreare due boschi con carpini, tigli, platani, querce e salici, denominati Bosco di Sopra e Bosco di Sotto.Entrando nelloasi attraverso il sottopasso ferroviario di piazzale Mulino, ci si addentra subito in un paesaggio ricco di verde, ideale per trascorrere il proprio tempo libero a contatto con la natura.Il percorso di avvicinamento al Parco inizia con un viale alberato di pioppi e piccoli cipressi seguito dallarea pic-nic creata allombra di un gruppo di robusti pioppi, il percorso naturalistico si snoda in due diverse direzioni, che conducono tutte verso la collinetta di osservazione e verso il laghetto. Dalla collinetta si pu ammirare gran parte delloasi naturalistica, in particolare il laghetto dove si sono stabiliti gli animali acquatici per vivere e riprodursi indisturbati. I maggiori avvistamenti di volatili si possono fare in primavera, quando si pu assistere al passaggio delle numerose nidiate di anatroccoli che nuotano dietro alle proprie madri.Nellisoletta al centro del laghetto stato allestito un villaggio preistorico ricostruito secondo gli studi archeologici effettuati nella zona di Bovolone.Proseguendo verso sud si arriva allarea destinata ai daini e limpianto di fitodepurazione delle acque di scarico, superata questa area, verso sud, si arriva al ponte dei Restei e al ponte della Cascata, caratteristici manufatti che risalgono al 1600 quando lungo il corso

    del Menago erano in attivit numerosi mulini.Nel parco, gli spazi interamente ricoperti da fitta vegetazione si alternano alle radure, create con lo scopo di favorire gli animali che necessitano di spazi pi ampi e liberi dove vivere e riprodursi. Una vasta area viene poi coltivata a grano e lasciata a disposizione degli animali che vivono di preferenza in quel habitat, come lepri e fagiani.

    La fauna del Parco

    Sono tantissimi gli animali che hanno potuto trovare un habitat idoneo alla riproduzione nel Parco del Menago. La fauna presente nella valle quella tipica della pianura veronese, anche se con qualche eccezione rappresentata da animali non autoctoni come i daini, che comunque si sono adattati bene allambiente.Gli uccelli sono il gruppo preponderante. Gli uccelli stanziali tipici della pianura padana veronese sono rappresentati da fagiani, merli, passeri, tortore, cardellini, cinciallegre, germani reali, gallinelle dacqua,

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    Bovolone, 18-19 Maggio 2013

    gazze. Negli ultimi anni sono arrivate anche specie che fino a qualche tempo fa erano considerate delle vere e proprie rarit ornitologiche per le nostre zone, come il martin pescatore, la nitticora, il tarabusino, il picchio, lairone bianco, lairone rosso e lairone cenerino la garzetta, il pendolino che erano scomparsi dalle nostre campagne a causa della distruzione del loro habitat naturale. possibile infine ammirare la beccaccia, il beccafico, la cannaiola, la capinera, il cavaliere dItalia, il colombaccio, la marzaiola. Il grande numero di uccelli che nidificano ha riportato anche ad un aumento delle specie rapaci tra i quali: civette, gufi, falchi e le poiane che erano scomparse dalla zonaIl laghetto ospita anatre, cigni, oche, mentre nellarea riservata ai daini possibile ammirare anche alcuni pavoni. I mammiferi sono inferiori come numero di specie rispetto gli uccelli. La specie pi diffusa la lepre comune, che qui ha trovato i luoghi adatti alla riproduzione senza essere preda dei cacciatori (ricordiamo che nel Parco la caccia vietata). Inoltre sono presenti ricci, donnole, faine e volpi.

    Tra i rettili si possono incontrare tartarughe di palude e bisce dacqua, mentre tra gli anfibi sono ben rappresentate le rane verdi, le rane di Lataste e i rospi comuni. Infine le acque del Menago, i fossati e il laghetto ospitano lucci, scardole, alborelle, carpe, cavedani e pesci gatto.

    La flora del Parco

    Il recupero della valle del Menago ha visto la messa a dimora di migliaia di piante. Sono state scelte tutte le piante che sono attualmente presenti nella pianura veronese, con particolare attenzione alle specie che meglio si adattano al microclima umido della valle.In particolare, si possono trovare lacero campestre, lalbero di giuda, lazzeruolo, il biancospino, il caprifoglio rosso, il carpino bianco e quello nero, il ciliegio selvatico, il corniolo, il frassino maggiore, il nocciolo, il noce comune e quello nero, lolmo campestre, lontano bianco, nero e napoletano, lorniello, il pallon di maggio, il pioppo bianco e quello nero, il platano, il prugnolo, la robinia, la roverella, il sambuco nero, la sanguinella, il tiglio selvatico e vari tipi di salice.Per le erbacee sono presenti i carici, la cannucia, il convolvolo, gli equiseti, il dipsaco, il non ti scordar di me, la menta acquatica, liris, la dulcamara.Sulla superficie dei diversi corsi dacqua che attraversano il Parco, si possono incontrare le nifee, il nannufero, il ranuncolo di fiume, la lenticchia dacqua e la felce dacqua.

    Il Parco Valle del Menago visitabile a piedi e in bicicletta. Lingresso del parco situato nelle vicinanze di Piazzale Mulino, 37051 Bovolone (Verona), a circa 30 minuti dalla citt di Verona. Per informazioni scrivi a:[email protected] o telefona a Luciano Zago (339 7321322).

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    Evento culturale

    Punto di ritrovoBOVOLONE | Il Comune di Bovolone dista da Verona 25 km. Per raggiungerlo si pu percorrere la Strada Provinciale 2 in direzione Legnago-Rovigo oppure la SS 434 (Transpolesana), uscita Ca degli Oppi, oppure Oppeano, oppure Vallese e seguire le indicazioni. Arrivati in centro a Bovolone seguire la segnaletica dedicata alliniziativa.Percorso storico-monumentale: Pieve di San Giovanni Battista in Campagna - via San Giovanni, direzione Concamarise - Viale della Piet (a 5 km dal centro di Bovolone).Percorso naturalistico: si parcheggia in Piazzale Mulino, si prende il sottopasso della ferrovia e si entra nel Parco Valle del Menago, nel centro di Bovolone.

    Sabato 18 Maggio 2013, ore 21.00Cangrande della Scala, il Principe di Verona

    Presentazione e proiezione in anteprima del documentario sulla vita di Cangrande della Scala e sulla signoria scaligera realizzato con il sostegno della Regione del Veneto, con il contributo della Provincia di Verona Assessorato alla Cultura e Identit Veneta e in collaborazione con lassociazione Scaligeri.com e la cantautrice Patty Simon che ha curato la colonna sonora. Presenter la proiezione Anna Lerario che ha diretto il docufilm e il produttore Antonio Bulbarelli di Video Cinema.

    Sala Civica, Via Vescovado, 7 - BovoloneIngresso libero.

    Per maggiori informazioni e prenotazioni:IAT VERONA 0458068680.

    Da visitare

    Cantine del Vescovo, Palazzo Vescoviledi Bovolone (Municipio).Percorso tra gli stili del Mobile dal XVI al XX secolo.Unantica tradizione darte e cultura nella lavorazione del legno per larredo classico. Dal mobile in stile, al mobile darte, allarredo classico. Anelli di congiunzione con il passato, la continuit della tradizione, la storia della scuola e delle Botteghe artigiane. Visitabile tutti i giorni lavorativi. Informazioni tel. 045 6995265 (Biblioteca di Bovolone)

    Il distretto del mobile darteSituato nelloperosa pianura veronese, caratterizzato da una professionalit antica che si tramanda da generazioni. Un tessuto imprenditoriale diffuso e molto specializzato lungo tutte le fasi della produzione eseguita dalle abili mani di ebanisti e falegnami, lucidatori, tappezzieri, intagliatori e laccatori, restauratori che ricreano splendidi capolavori con le originali tecniche produttive. Ampie aree espositive sono aperte tutti i week end in ogni stagione.

  • Comune di Erbezzo

    La vita rurale nelle "alte montagne" veronesi: le malghe della Lessinia.ERBEZZO

    Sabato 25 e Domenica 26 Maggio 2013

    Percorso storico-naturalistico alla scoperta di alcune malghe della Lessinia. Accompagnati da guide naturalistiche esperte si potr immergersi in una visita tra natura e storia per ragionare insieme sulle problematiche del vita nelle alture della Lessinia durante il medioevo. Verr evidenziata la particolare suddivisione degli ambienti della malga e ci sar la possibilit di ammirare spettacolari scenari paesaggistici.Difficolt medio-facile.> Prosegue a pag. 20 e 22.

    Sabato sera evento culturaleCangrande della Scala,il Principe di Verona.Proiezione in anteprima del documentario sulla figura di Cangrande della Scala e sulla signoria scaligera. Sala Ciclamino, via Roma(ingresso libero).> Prosegue a pag. 24

    15.00 21.00

    Punto di partenzaArea di manovra dei bus in localit Dossetto, lungo la strada per Bivio del Pidocchio - Monte Castelberto. > Indicazioni a pag. 24.

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    Percorso storico - monumentale

    A ridosso di uno sprone che nellalto bacino della Valpantena separa il Vaio dellAnguilla e dei Falconi, Erbezzo un piccolo centro dellalta Lessinia. Laltitudine ( posto a oltre 1000 m di quota) e la posizione isolata ne hanno marginalizzato lo sviluppo economcio, da sempre orientato allo sfruttamento del bosco e del pascolo. La colonizzazione dellarea sembra risalire al XIII secolo quando comunit dorigine germanica vennero ad insediarsi nellarea dei cosiddetti Tredici Comuni. Queste genti, abili nel taglio del bosco, ottennero dai Della Scala e da Venezia ampi privilegi per lo svolgimento della loro attivit. Il legname, faggio e abete, di cui sono ricchi i versanti dellarea, era fondamentale per le attivit navali e le costruzioni urbane. Linsediamento di queste popolazioni port alla diffusione dellallevamento sui prati ottenuti col diboscamento e sui pascoli in quota, nonch allo sviluppo della relativa industria casearia. Caratteristica del paese sono le costruzioni, che per gran parte utilizzano il lastame calcareo, e linsediamento accentrato; lunica frazione Cappella Fasani posta a 871 m di quota, abitata da alcune decine di residenti. Negli ultimi anni il benessere economico dei veronesi e di chi dopo la seconda guerra era stato costretto allemigrazione ha favorito il recupero delle abitazioni del centro, e non solo, come seconde case destinate al soggiorno estivo.

    La malga

    La malga viene identificata comunemente con la stalla dove si allevano gli animali in montagna: in realt la malga costituisce una struttura agricolo-pastorale sistemica e autosufficiente.La malga caratterizzata da un ambito territoriale definito (la superficie agraria), da edifici residenziali e produttivi, da annessi rurali e da infrastrutture di servizio e supporto per lo sfruttamento estivo del pascolo in quota.La superficie agraria. La malga aveva confini molto precisi, sia perch costituiva un bene immobile soggetto a trasmissione ereditaria, sia perch gli animali da monticare erano contabilizzati sulla base dellestensione pascoliva della malga stessa. La superficie di competenza, delimitata diversamente a seconda del contesto in cui sorgeva, poteva essere individuata da limiti fisico-naturali (bosco, torrenti, strapiombi) o da recinzioni appositamente costruite (lastre di pietra, fili sostenuti da pali conficcati nel terreno).Le malghe erano attrezzate da edifici per il soggiorno in quota dei malgari e del bestiame, oltre che per la lavorazione del latte e la stagionatura dei prodotti. La forma e la struttura delle costruzioni strettamente

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    Erbezzo, 25 - 26 Maggio 2013

    connessa alle opportunit e ai limiti offerti dal luogo: geomorfologia del sito, esposizione solare, venti, presenza dellacqua, pedologia del suolo. Pur con dizioni diverse, ma molto simili, luoghi essenziali allazienda erano: il baito. Si trattava in genere di una costruzione di forma rettangolare, generalmente non molto ampia, costituita da un unico piano diviso in due locali: logo del fogo e logo del late; quasi sempre in posizione pi elevata rispetto alla stalla. Era lambiente dove pastori o malgari vivevano: veniva usato per mangiare, dormire la notte o riposarsi (peraltro raramente) durante il giorno. Una stanza era detta logo del fogo: il nome deriva dalla presenza di un grande camino ( la foghra) a forma semicircolare che serviva ad ospitare un grande paiolo di rame (la caldra) usato per la cagliatura del latte. La caldera era appesa ad un braccio di legno (la mussa) che poteva ruotare poich il piantone che lo sosteneva poggiava, in basso, su un perno girevole e, in alto, era tenuto fermo da un anello metallico. Poich la produzione di un buon formaggio dipende dalla temperatura cui si deve portare il latte, fondamentale era la possibilit di poterla togliere rapidamente, o rimetterla alloccorrenza sul fuoco.Una seconda stanza era adibita a deposito del latte in attesa di lavorazione (logo del late). Si trovava sempre sul lato in pendio della malga, quindi in posizione inferiore rispetto al luogo del fuoco, pi caldo, per facilitare il flusso daria allinterno delledificio: piccole finestre sbarrate da paletti di legno o feritoie in pietra, consentivano una migliore aerazione del locale destinato a deposito del latte nelle tinozze (mastle) per far affiorare la parte grassa (panna) con cui produrre il burro. Nello stesso locale, ben ventilato, venivano poste ad asciugare le forme di formaggio prima di venir sistemate nella casara per la stagionatura. Sotto i due loghi si trovava talora una piccola stanza, con copertura a volta, che serviva per ricoverare il bestiame appena nato o ammalato.

    I locali, sobri, erano dotati di poche e razionali suppellettili.La casra o casara, costituiva lambiente pi significativo della malga, dove veniva depositato e fatto stagionare il formaggio. Non sempre faceva parte integrante del nucleo della malga: poteva essere dislocata anche a un centinaio di metri. Linterno era suddiviso in due locali di cui il primo, allentrata, era sempre pi piccolo e serviva per la periodica salatura del formaggio; laltro aveva una volta perlopi a botte ed era il locale in cui si conservava il formaggio sino alla fine dellalpeggio. La stanza dove si conservavano i prodotti caseari rimasta intatta nella composizione: su tre lati sono disposte le scalere, gli scaffali per la stagionatura delle forme di formaggio. Talora al centro del locale esisteva una vasca riempita di acqua per la conservazione del burro.La stalla costituiva una struttura a s, e poteva avere dimensioni variabili a seconda della posizione della malga: a quote basse ospitava pochi animali poich il grosso della mandria dormiva allaperto, dove la temperatura non si abbassava comunque mai sotto lo zero; in quota era eventualmente pi grande per dare riparo al bestiame durante la notte.La porcilaia, formata da tanti piccoli vani paralleli che ospitavano i maiali allevati in malga con la scota, cio il siero che rimaneva dalla produzione della puina (ricotta).

    A pagina 19 malga Dardo, foto di Gianmarco Lazzarin.1. Malga Campedel, foto di Mariateresa Zampieri.2. Malga Dardo, foto di Mariateresa Zampieieri.

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    Percorso naturalistico

    Il comune di Erbezzo situato nella Lessinia centrale e si dispone longitudinalmente dallalta collina fino agli oltre 1700 metri di Monte Castelberto; il territorio nella sua parte centrale e meridionale si sviluppa lungo la dorsale che separa il Vajo dellAnguilla ad Est, dal Vajo dei Falconi ad Ovest, confinando rispettivamente con Bosco Chiesanuova e SantAnna dAlfaedo, mentre nella parte settentrionale degli alti pascoli il territorio meno impervio ed da secoli caratterizzato dalla presenza di numerose malghe dalpeggio. A separare le aree abitate della media e bassa montagna dalle zone di malga si innalza la rotondeggiante mole del Monte Busimo, ben visibile sin dalla pianura, che ha nei grandi faggi secolari la peculiarit pi nota.Erbezzo ha segnato nei secoli il limite occidentale della colonizzazione cimbra, popolazione di origine bavaro-tirolese che, ha partire dal XIII secolo, si insediata in diverse localit delle prealpi venete e trentine tra cui la Lessinia centrale e orientale. La presenza cimbra ancora riconoscibile per alcuni toponimi di localit (lo stesso capoluogo era noto con la nomea cimbra Ran Bisan) e per le forme architettoniche delle tede, stalle con fienile che in zona presentano la doppia pendenza del tetto cos come in tutta la Lessinia centro-orientale; questa peculiarit permetteva, in luoghi noti per laccentuata permeabilit dei terreni e quindi di assenza di acque superficiali, di rallentare lo scioglimento delle nevi che stazionavano nel cambio di pendenza sul tetto e quindi di riuscire a conservare in apposite cisterne la maggior quantit possibile dacqua.

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    3. Veduta aerea, foto di Ferruccio DallAglio.4. Giassara malga Campedel, foto diGianmarco Lazzarin.5. Faggi monte Busimo, foto di Gianmarco Lazzarin.

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    Erbezzo, 25 - 26 Maggio 2013

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    Itinerario

    Dal paese di Erbezzo si prosegue per alcuni chilometri lungo la strada per Bivio del Pidocchio-Monte Castelberto, antica arteria militare costruita dal Genio Militare in meno di due mesi sul finire dellestate del 1915, fino a raggiungere larea di manovra dei bus in localit Dossetto; da qui inizia il percorso a piedi, che prevede di proseguire lungo la strada asfaltata per alcune centinaia di metri fino a raggiungere il bivio per Malga Campedello.

    I pascoli e gli edifici di questa malga si raggiungono rapidamente risalendo a sinistra uno stradello pavimentato; particolarmente interessante la giassara della malga, manufatto con tetto in pietra eretto a copertura di una cavit artificiale, scavata per contenere il ghiaccio che si estraeva dinverno da una vicina pozza e poi veniva riposto nella giassara. Il prezioso ghiaccio veniva estratto durante la stagione dalpeggio, che a queste quote iniziava tra la fine di maggio e linizio di giugno per terminare alla fine di settembre, e veniva utilizzato per la produzione del burro e per la conservazione degli alimenti.Proseguendo lungo la strada che da qui diviene sterrata, si attraversa in breve il cancello dingresso a Malga Dardo, ampio alpeggio frazionato in due propriet; il percorso rimane sulla dorsale e affianca il nuovo Rifugio Dardo, sorto recuperando e ampliando un vecchio baito, mentre poche decine di metri pi avanti, sulla sinistra, si pu ammirare la grande mole del faggio gigante di Malga Dardo, enorme esemplare di Fagus sylvatica. Si oltrepassa una nuova recinzione che alterna informi reticolati a bei muretti a secco, per attraversare un particolare pascolo con numerosi bassi affioramenti di Rosso Ammonitico, che ricordano una piccola citt di roccia; da questa zona si inizia a scorgere un panorama magnifico che si apre dalle vicine dorsali sottostanti

    della media Lessinia fino al Monte Baldo, al Lago di Garda, alla media Pianura Padana e, in lontananza, alla catena dellAppennino Tosco-Emiliano. Gli edifici di Malga Busimo, purtroppo in stato di abbandono, conservano le caratteristiche di quelle zone di malga di bassa quota, con una schiera comprendente la stalla, il vecchio baito per la produzione del formaggio e la casara per la stagionatura; della sezione di caseggiato si distinguono ancora il logo del late, con le caratteristiche finestre orizzontali, e il camino del logo del fogo, dove avveniva la trasformazione del latte in formaggio. Poco distante presente la porcilaia, mentre a poche decine di metri, dentro una valletta, vi la piccola giassara, parzialmente interrata. Lasciato il nucleo di manufatti, prima di ridiscendere verso Erbezzo, dobbligo una sosta sotto gli enormi faggi del Monte Busimo, esemplari monumentali visibili ad occhio nudo anche da alcuni quartieri di Verona e dallalta pianura. Il percorso prosegue a ritroso fino al passaggio tra le malghe Busimo e Dardo, per poi deviare a destra e seguire una recente strada forestale, che scende in un bosco di faggio in via di conversione verso una gestione ad alto fusto. Lo stradello termina in unaltra strada sterrata ben pi antica, la vecchia strada comunale che permetteva di collegare il paese e le contrade vicine agli alti pascoli lessinici; il percorso, ancora limitato ai lati da muri a secco e lastre di pietra infilate a cortel nel terreno, scende affiancando la piccola, ma caratteristica contrada Pontare, per poi raggiungere la strada asfaltata e quindi il bus per il rientro a Erbezzo.

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    Evento culturale

    Da visitare

    Malga DeroconNel territorio di Erbezzo merita una visita lArea Floro-Faunistica di Malga Derocon, unarea di circa 55 ettari, 30 dei quali recintati in cui sono stati introdotti esemplari di cervo, capriolo e camoscio; inoltre sono osservabili marmotte e, in una piccola radura poco distante dal ben ristrutturato baito oggi adibito a rifugio alpino, alcune gabbie in cui sono rinchiusi perlopi uccelli rapaci trovati feriti e custoditi presso il centro per essere curati in vista della successiva liberazione in natura.

    Il Formaggio Monte Veronese D.O.P.Diversi sono i caseifici che nel territorio di Erbezzo producono, secondo le diverse stagionature previste, il sempre pi pregiato Formaggio Monte Veronese D.O.P.; per promuovere e far conoscere ulteriormente questo pregiato prodotto della nostra montagna proprio a Erbezzo, lultima domenica di Maggio, viene organizzata la Festa del Formaggio Monte Veronese D.O.P., con banchetti per gli assaggi, stand enogastronimici e prodotti tipici e manifestazioni turistico culturali legate a questo simbolo della montagna veronese.

    Punto di ritrovoERBEZZO | Provenendo da Verona, quindi sulla SP14a, tenere il centro di Erbezzo sulla destra e al bivio vicino al parcheggio comunale prendere a sinistra (SP13) verso Passo delle Fittanze SantAnna DAlfaedo. Proseguire per questa strada per alcune centinaia di metri ed imboccare la salita sulla destra direzione Castelberto Malga Lessinia.Provenendo da SantAnna DAlfaedo, SP13, la salita sar sulla sinistra poco prima di raggiungere il centro di Erbezzo.Attenzione la strada verso Castelberto stretta, il punto di ritrova sar evidenziato lungo questa strada. Il parcheggio sar da trovare lungo i lati della strada seguendo le indicazioni degli organizzatori in loco.

    Sabato 25 Maggio 2013, ore 21.00Cangrande della Scala, il Principe di Verona

    Presentazione e proiezione in anteprima del documentario sulla vita di Cangrande della Scala e sulla signoria scaligera realizzato con il sostegno della Regione del Veneto, con il contributo della Provincia di Verona Assessorato alla Cultura e Identit Veneta e in collaborazione con lassociazione Scaligeri.com e la cantautrice Patty Simon che ha curato la colonna sonora. Presenter la proiezione Anna Lerario che ha diretto il docufilm e il produttore Antonio Bulbarelli di Video Cinema.

    Sala Ciclamino, via RomaIngresso libero

    Per maggiori informazioni e prenotazioni:IAT VERONA 0458068680.

  • *tariffa a posti limitati, a tratta, a persona.

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