I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura...

39
©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it PON DIDATEC CORSO AVANZATO COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2 Pagina1 I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social” è diventato uno dei termini più frequentemente associati ad Internet e al World Wide Web e intorno ad esso gravita nebulosa di neologismi coniati a ritmo vorticoso, spesso più rapidamente delle pratiche che etichettano: blogosfera , folksonomy, social network, peer to peer, crowdsourcing, software collaborativi, web 2.0, social online storage, social marketing etc... Illustrazione 1: Licenza Creative Commons: Alcuni diritti riservati a birgerking (Flickr)

Transcript of I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura...

Page 1: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a1

I social media e il web 2.0

Autore: Laura Parigi

Introduzione

A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social” è diventato uno dei

termini più frequentemente associati ad Internet e al World Wide Web e intorno ad esso

gravita nebulosa di neologismi coniati a ritmo vorticoso, spesso più rapidamente delle

pratiche che etichettano: blogosfera , folksonomy, social network, peer to peer,

crowdsourcing, software collaborativi, web 2.0, social online storage, social marketing

etc...

Illustrazione 1: Licenza Creative Commons: Alcuni diritti

riservati a birgerking (Flickr)

Page 2: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a2

L'attributo viene spesso utilizzato per indicare una trasformazione storica della

comunicazione digitale: il passaggio da nuovo media a “social media”, l'evoluzione del

Web da una prima generazione (1.0) ad una seconda (2.0), la diffusione di strumenti per

la condivisione e la collaborazione online (blog, social network, wiki).

I media, quelli tradizionali, se ne servono, talvolta in maniera approssimativa per

descrivere fenomeni di costume, come l'uso diffuso del social network Facebook, o

culturali, come nel caso dell'affermazione di Wikipedia.

Ma cosa succede quando proviamo ad addentrarci nel fenomeno e a descrivere in

maniera più precisa l'universo dei social media?

Per esempio, sapreste dire in che cosa i media sociali sono diversi dai mezzi di

comunicazione di massa?

Se uno dei vostri studenti vi chiedesse in cosa il web 2.0 è diverso dal web 1.0 oppure

che cosa differenzia un blog da sito web, cosa rispondereste? Se doveste acquistare un

prodotto, vi fidereste di più del social marketing o del marketing tradizionale?

Le differenze tra social media e media tradizionali (cliccare

sull'immagine per vedere l'infografica)

Page 3: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a3

Ancora... social media e web 2.0 sono sinonimi? Un social network è un software o una

comunità di individui? Che differenza c'è tra il cybergiornalismo e il giornalismo

“normale”?

Nei paragrafi che seguono proveremo a rispondere ad alcune di queste domande,

cercando di districarci nella rete di parole che sono associate ai media sociali.

Social network

Alcuni esempi delle ambiguità più comuni che si producono quando ci si addentra

nell'universo “social” possono essere tratti dalla rete stessa, dagli utenti o dal linguaggio

utilizzato dai media “tradizionali”. Sebbene la denominazione “social network” sia

ormai diventata la terminologia con cui più comunemente ci si riferisce ai servizi

online che consentono di gestire profili e reti di contatti tra utenti, l'espressione è mutata

dalla sociologia e dall'antropologia ed antecedente e indipendente dall'uso delle

Tecnologie dell'informazione e della comunicazione. In questi ambiti, si parla di “rete

sociale” per riferimento a aggregazioni fisiche e non di individui connessi (gruppi di

lavoratori, associazioni, circoli e gruppi di amici) ed è una concettualizzazione utilizzata

per analizzare e descrivere le dinamiche sociali attraverso la mappatura delle relazioni

all'interno dei gruppi.Sebbene per molti aspetti i gruppi che si formano su Facebook

o su siti simili possano assumere le caratteristiche di una rete sociale, i due

fenomeni non sono coincidenti. Wikipedia, per disambiguare gli usi di questa

espressione, crea dunque due voci separate distinguendo il social network come entità

sociale dai servizi di social networking, gli strumenti informatici che servono a gestire

sul web le reti basate su relazioni sociali.

Secondo Danah Boyd, ricercatrice dell'università di Harvard che si occupa di social

media, i social network sono semplicemente dei siti web che ospitano web service per

mezzo del quale gli utenti possono “(1)creare e gestire un profilo pubblico o semi

pubblico in un sistema vincolato, (2) individuare una lista di utenti con i quali stabilire

una connessione (3) accedere alla lista delle connessioni creare da altri utenti all'interno

del sistema” (Boyd, 2007).

Page 4: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a4

Rete o community?

La terza caratteristica individuata da Boyd chiarisce in cosa i siti di social networking

sono diversi da altri siti e ambienti online nei quali gli utenti possono comunicare

tra loro, come i forum, le chat o i mondi virtuali.

In un forum si possono sviluppare conversazioni tra gli utenti in modalità molti a molti

partecipando a discussioni tematiche create dagli utenti per, ad esempio, commentare

una partita di calcio o uno spettacolo, recuperare ricette, discutere di filosofia etc... Il

testo della discussione è, quasi esclusivamente, l'atto comunicativo che consente agli

utenti di conoscersi l'un l'altro.

Un social network invece, tipicamente permette di gestire in modo dinamico il

proprio profilo attraverso la comunicazione del proprio status (“Sandro Bianchi

pensa: c'è un campionato da vincere!”), la condivisione con i membri della rete gusti,

opinioni ed attività (John Smith parteciperà al concerto di Riccardo Sandiford) e lo

sviluppo delle reti di contatti (Lev Manovich ha stretto amicizia con Guto Nóbrega e

altre 20 persone.).

Qual è il vantaggio di questo tracciamento? Essenzialmente la possibilità di ampliare

della propria rete sociale sulla base di affinità o di contatti comuni, e quindi di

aumentare quello che sociologi ed economisti definiscono capitale sociale: l'insieme di

beni intangibili, delle risorse, reali o potenziali, che scaturiscono dalle relazioni durevoli

tra individui (Bourdieu, 1983).

Supponiamo di essere appassionati lettori dei romanzi di Harry Potter. Ci iscriviamo ad

un forum dedicato alla scrittrice JK Rowling e partecipiamo ad una discussione in cui

gli utenti fanno a gara per rivelare anticipazioni sul prossimo episodio della saga. Al

forum partecipa anche Trelawney_67, che nel suo profilo dichiara di essere una

insegnante di inglese: dunque, una nostra collega. Trelawney_67 partecipa alla

discussione solo di tanto in tanto, e quasi esclusivamente per chiedere informazioni

sulle vicende di alcuni personaggi. Il suo obiettivo è organizzare per i suoi studenti una

Fan Fiction<http://en.wikipedia.org/wiki/Fan_fiction> su Harry Potter, ossia la

riscrittura di un episodio della saga nel corso di un'attività di scrittura collaborativa, ma

in nessuno dei suoi messaggi nel forum Trelawney_67 fa riferimento a questa

Page 5: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a5

intenzione o alla sua professione, principalmente perché è convinta di parlare con un

gruppo di adolescenti e non immagina che tra loro vi sia qualche collega.

Sarebbe interessante, per noi, saperne di più del progetto, magari scambiare qualche

materiale, ma dato che non abbiamo nessuna informazione che ci possa servire da

“indizio” non veniamo a conoscenza del progetto e non siamo particolarmente motivati

a visitare il profilo di Trelawney_67. Il risultato è che, all'interno della community, ci

limitiamo a sviluppare con questa utente una relazione basata sulla condivisione di una

passione, ma ci resta ignota la possibilità di sviluppare una relazione professionale.

Nel contesto di un sito di social networking lo sviluppo di relazioni può assecondare

dinamiche molto differenti.

Ad esempio, supponiamo di aver partecipato ad un convegno sulla didattica dell'inglese

come L2 e di voler restare in contatto con alcuni colleghi incontrati là. Invece di

ricorrere al tradizionale scambio di mail, alcune persone preferiscono diventare “amici”

in un social network online: ossia creare una connessione con alcune delle persone

incontrate al convegno includendole nella lista dei contatti o utenti correlati al proprio

profilo.

Seguendo gli aggiornamenti di stato di uno di questi colleghi,

Paolo Rossi, scopriamo che è un lettore dei romanzi della

Rowling e che si è iscritto a numerosi gruppi tematici

all'interno del social network. Uno di questi, “Harry Potter:

storytelling activities for students”, ci incuriosisce e decidiamo

di partecipare. Il social network ci mostra tutti gli utenti iscritti

al gruppo. Tra loro, Jane Doe, di Birmingham, nel suo status,

dichiara che la prima parte di un esperimento di Fan Fiction con

i suoi studenti è stato davvero un grande successo e segnala un

link al lavoro finale dei suoi ragazzi, pubblicato in rete. Per

saperne di più, decidiamo di chiedere a Jane di diventare nostra

“amica” così da poter seguire gli aggiornamenti di stato e

conoscere lo sviluppo dell'esperienza. Seguendo gli aggiornamenti, scopriamo che Jane

ha frequentato per alcuni mesi un forum sui romanzi della Rowling utilizzando alcune

anticipazioni sul prossimo episodio della saga che poi ha utilizzato per dare dei vincoli

Page 6: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a6

agli sviluppi narrativi della Fan Fiction dei suoi studenti. Scrivendole in privato per

maggiori informazioni, a questo punto le chiediamo “By chance, are you

Trelawney_67? ”

Social software

“Macchine” per reti sociali

In un sito di social networking, ciò che rende possibile il tracciamento delle relazioni e

degli stati degli utenti e lo sviluppo di dinamiche di comunicazione come descritte

nell'esempio è l'utilizzo di una particolare tipologia di software, i social networking

software.

Si tratta di programmi che consentono di utilizzare un sito web per raccogliere e

pubblicare i dati immessi dagli utenti. Questo tipo di programmi è solitamente residenti

in un server, ossia una componente informatica che eroga un servizio ai computer ad

essa collegati. In altre parole, per partecipare ad un sito di social networking, non

dobbiamo installare il software sul nostro computer, ma ce ne serviamo semplicemente

accedendo al sito che “lo ospita”. I siti di social networking più popolari, come

Facebook<http://www.facebook.com/>, Google+<https://plus.google.com/>

Illustrazione 2: Il video "Social media in plain english" presenta in modo

semplice e chiaro il modello di comunicazione che sottende ai siti di social

networking (in inglese)

Page 7: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a7

Anobii<http://www.anobii.com/>, Linkedin<http://www.linkedin.com/home>, offrono

ai propri visitatori accesso all'utilizzo di questi software e dunque sono, di fatto, servizi,

generalmente gestiti da compagnie o enti. Potenzialmente, chiunque abbia la possibilità

di gestire un server può creare un servizio di social networking: alcuni, come ad

esempio Elgg<http://elgg.org/>, possono essere scaricati ed utilizzati per creare e

gestire social network in rete.

Edmodo – il social network per insegnanti

Tra i numerosi siti di social networking vale la pena segnalare

Edmodo<http://www.edmodo.com>, che fonde le caratteristiche del social networking e

dei virtual learning environment.

Page 8: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a8

Una definizione di social software

I software du social networking rientrano in un particolare tipologia di programmi

definiti social software<http://it.wikipedia.org/wiki/Software_sociale>, ossia software

che consentono agli utilizzatori “di incontrarsi, interagire e condividere dati”

(Wikipedia).

Il termine è stato coniato nel 2002 dallo studioso di media digitali Clay Shirky,

<http://www.shirky.com/>per classificare tutti i programmi che:

supportano le conversazioni tra gruppi ed individui

consentono agli utenti di valutare un contenuto

esplicitano le relazioni che esistono in rete

(Owen et al., 2006)

Sono classificati come social software gli applicativi utilizzati dai servizi di social

networking, strumenti più “antichi” tra quelli come le chat, i forum ed i mondi virtuali,

ma anche altre applicazioni che consentono non solo di comunicare, ma di produrre con

l'apporto di più utenti.

Il social network Anobii raccoglie recensioni di libri. Gli utenti possono

esprimere un giudizio di valore attribuendo "stellette".

Page 9: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a9

Social software per la produzione di contenuti

Sono social software i wiki <http://it.wikipedia.org/wiki/Wiki >, ossia i software che

consentono di creare e pubblicare pagine web editabili dagli utenti. Un software di

questo tipo è stato utilizzato per sviluppare Wikipedia, enciclopedia creata dagli utenti

della rete, ma anche molti altri testi prodotti attraverso la scrittura collaborativa, come

Wikiquote<http://en.wikiquote.org/wiki/Main_Page >, raccolta di citazioni,

Wikimedia Commons<http://commons.wikimedia.org/wiki/Main_Page >, archivio di

risorse di pubblico dominio, utilizzabili senza restrizioni di copyright.

Sono social software i collaborative real-time editor, programmi software che

consentono a più utenti di modificare uno stesso documento. Google

Docs<https://drive.google.com/#my-drive>, pacchetto di applicazioni utilizzabili

online rilasciato da Google, è un collaborative real time editor: consente di creare un

documento di testo, un foglio di calcolo, una presentazione multimediale, di

condividerla con altri utenti e di attribuire ad alcuni di essi i permessi per modificare il

contenuto.

Illustrazione 3: L'interfaccia di Google docs, ambiente di scrittura collaborativa

Page 10: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a10

La scrittura a più mani di un documento è possibile anche senza utilizzare un social

software online come Google Docs, ad esempio lavorando su versioni diverse di un

documento attraverso un programma di wordprocessor. Tuttavia questo particolare tipo

di programmi supporta l'organizzazione del lavoro di gruppo e le dinamiche di

collaborazione.

Supponiamo che un insegnante intenda preparare i suoi studenti ad un'uscita didattica

chiedendo loro di scrivere una breve guida turistica sulla città che visiteranno come

“compito a casa”. L'insegnante crea una prima traccia del documento con il

programma di videoscrittura e la invia, tramite posta elettronica, agli studenti

assegnando a ciascuno di loro il compito di sviluppare un argomento. Gli studenti

lavorano individualmente e restituiscono all'insegnante una ventina di documenti di

testo da assemblare.

Per la fase successiva del lavoro, l'insegnante organizza il processo di revisione

dividendo i ragazzi in cinque gruppi. Ciascun gruppo restituisce all'insegnante un testo

Page 11: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a11

con revisioni e correzioni realizzate con le funzioni del programma di videoscrittura:

l'insegnante legge le versioni, utilizza gli strumenti di confronto e produce un

documento finale.

Oltre ad determinare una certa quantità di lavoro al docente, questa attività affida a lui,

o a chiunque si prenda in carico l'”assemblaggio” dei diversi documenti, un ruolo

centrale nello sviluppo del testo: è l'unica persona che conosce tutte le revisioni. Il testo,

inoltre, è costruito per fasi di lavoro definite: l'attività prevede fasi

di lavoro in cui gli individui ed i gruppi lavorano separatamente.

Supponiamo invece di realizzare la stessa attività utilizzando un wiki o un collaborative

real-time editor. L'insegnante crea un unico documento composto da più pagine

dedicate agli argomenti da affrontare, e lo rende accessibile a tutti gli studenti della sua

classe. Assegna a gruppi di studenti il compito di sviluppare una delle tematiche

nell'arco di una settimana. Gli studenti possono collegarsi al sito in cui è pubblicato il

documento, monitorare lo stato di avanzamento del testo: il wiki o un programma di

scrittura collaborativa tipicamente tracciano “la storia” degli interventi operati sul testo

indicandone l'autore. Uno studente, dunque, può iniziare la stesura di un paragrafo,

ricollegarsi al sito due giorni dopo, trovare una modifica su cui non è d'accordo ed

avviare una discussione con l'autore della modifica.

L'elaborazione di una versione definitiva non passa per una figura esterna che

acquisisce, più o meno formalmente, il ruolo di “validatore” delle modifiche, ma è

negoziata all'interno del software che traccia e rende visibili a tutti gli utenti la storia

delle revisioni. Lavorando su di un unico documento, inoltre, gli studenti possono

leggere il testo dell'argomento a loro assegnato, ma anche seguire lo sviluppo di

altri argomenti, contribuendo alla creazione di rimandi o di altre pagine.

Wiki e collaborative real-time editor sono definiti anche groupware, ossia sono software

che facilitano i gruppi di lavoro a realizzare un compito comune: in questo caso, la

realizzazione di un contenuto.

Page 12: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a12

Social tagging e folksonomia

Nella categoria dei social software rientrano, infine, anche quegli applicativi e servizi

che consentono condividere, classificare e organizzare contenuti: siti web, testi, video,

fotografie etc.

Questo particolare gruppo di software utilizza un metodo di categorizzazione dei

contenuti conosciuto come social tagging

(folksonomia)<http://it.wikipedia.org/wiki/Folksonomia>: all'utente che segnala un

contenuto, tipicamente indicandone l'indirizzo web di pubblicazione o caricandolo su un

server, è richiesto di associare una o più parole chiave da utilizzare come etichette (tag)

per la sua classificazione (video).

Questo metodo è utilizzato da alcuni popolari siti web come Flickr, servizio di

photosharing, ossia di condivisione fotografie, YouTube, archivio di video, Digg e

Technorati, per la condivisione di notizie.

La classificazione sociale dei bookmark è una delle pratiche più diffuse di social

tagging.

Nei siti di social tagging, i contenuti che sono descritti la stesso tag sono raggruppati tra

loro per formare una categoria. Se dunque descriviamo un sito come

Elgg.com<http://elgg.org/> utilizzando le parole chiave “social” e “software”, il

software di classificazione condivisa lo assocerà con tutte gli altri contenuti che gli

utenti della community. Il raggruppamento per tag struttura consente agli utenti la

navigazione del sito e l'accesso ai contenuti.

Gli archivi che adottano questo metodo, denominato “folksonomy” dall'unione dei due

termini folk (popolo) e taxonomy (tassonomia) (Vander Wal, 2007), affidano agli

utenti l'architettura dell'informazione, differenziandosi da siti web e directory in cui

l'organizzazione è decisa dai progettisti o dall'autore che stabiliscono i criteri di

appartenenza di un contenuto ad una categoria e le gerarchie tra categorie.

Una delle differenze principali tra i due metodi riguarda il lessico utilizzato per

descrivere i contenuti ed i processi di organizzazione e recupero delle informazioni.

Mettiamo a confronto contenuti organizzati con metodi differenti: il motore

dell'archivio storico Alinari su un sito di e-commerce (http://www.lasalizada.it) e Flickr.

Page 13: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a13

Nell'architettura dell'informazione< http://www.html.it/guide/guida-architettura-

dellinformazione/ > del primo sito, le fotografie sono raggruppate per temi stabiliti dai

creatori del sito che hanno archiviato sotto la categoria “L'Italia com'era” immagini di

luoghi (piazze, monumenti ed edifici), mentre sotto la denominazione “Lavoro e

mestieri” fotografie che ritraggono operai al lavoro, ma anche stabilimenti industriali

come un capannone per la lavorazione della canapa o un hangar per la costruzione di

aerei.

Interfaccia del sito lasalaza.it nella sezione dedicata ai prodotti Alinari

Se un utente desidera trovare, ad esempio, un'immagine d'epoca di una fabbrica nei

fiorentina, si trova a confrontarsi con questo schema concettuale elaborato dagli autori

del sito che colloca la foto nella categoria “Lavoro e mestieri”, pur essendo la

fabbrica un edificio come i soggetti delle immagini archiviate sotto la voce “L'Italia

com'era”.

Su Flickr, invece, l'organizzazione dell'informazione è prodotta dinamicamente dal

comportamento degli utenti. Le etichette utilizzate dai singoli individui per

categorizzare le proprie fotografie costruiscono all'interno del sistema un patrimonio di

Page 14: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a14

metadati, descrittori che possono essere aggregati per costruire strutture ipertestuali di

navigazione del sito che variano nel tempo o per criteri di aggregazione.

Un esempio di questo tipo di strutture è la navigazione per tag popolari che Flickr

propone agli utenti: il software di social tagging, in questo caso, propone un elenco

delle parole più utilizzate dagli utenti per descrivere i propri contenuti, ordinate

alfabeticamente. Nell'elenco è attribuito un “peso” maggiore alle parole più usate dagli

utenti: tipicamente in queste visualizzazioni, denominate

tagcloud<http://www.10people.net/blog/tag-clouds-cosa-sono-da-dove-vengono/>,

maggiore è l'occorrenza di una parola, più aumenta la dimensione del carattere con cui è

visualizzata.

Quali sono le differenze tra questo tipo di organizzazione dell'informazione e gli schemi

del sito Alinari?

In primo luogo, la struttura dell'organizzazione è variabile nel tempo: nell'immagine

in 11 sono visualizzate le parole più usate fino al giorno 19 maggio 2010, ma è

verosimile che tornando a visitare il sito dopo un mese o un anno troveremmo parole

diverse. La variazione dipende dal comportamento degli utenti: nella la visualizzazione

in 12 , riferita alle occorrenze dei tag in data 27 luglio 2006, ha grande rilevanza la

parola cameraphone, scomparsa nella visualizzazione del 2010.

Page 15: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a15

Il gruppo dei tag più popolari di tutti i tempi a confronto con Illustrazione 4: Elenco dei

tag più su Flickr utilizzati il 27 luglio 2006

L'organizzazione dell'informazione è di tipo associativo e non gerarchico: se si

ricercano nel sistema le foto “taggate” con l'etichetta “firenze” si ottiene un gruppo

(cluster) di tag correlati, ossia di descrittori che gli utenti utilizzano in associazione con

la parola “firenze” per etichettare uno stesso contenuto.

1 Esempio di cluster

Anche per reperire contenuti in Flickr, come nel sito Alinari o in Open Directory, è

necessario comprendere la natura degli schemi di organizzazione dell’informazione,

ma oltre alla decodifica dello schema è utile conoscere il processo attraverso cui esso si

determina per “utilizzare” il valore aggiunto della descrizione e della categorizzazione.

Le configurazioni di tag, per esempio, sono “leggibili” come rappresentazioni degli

interessi e degli orientamenti della comunità degli utenti: la presenza dei tag

“duomo” e “pontevecchio” in associazione “firenze” ci dicono che questi due sono i

Page 16: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a16

monumenti considerati più “fotogenici” dagli utenti di Flickr. È importante sottolineare

che questa tendenza, all'interno di un servizio di social tagging, è il prodotto di

un'aggregazione quantitativa, prodotta per “somma di occorrenze”.

Social=collaborativo?

Gli utenti della comunità che descrivono i propri contenuti non interagiscono tra loro

nel processo di descrizione.

Il valore del tagging deriva dall'uso che gli utenti fanno del proprio vocabolario per

aggiungere un significato esplicito al contenuto, [..] Più che categorizzare, le persone

forniscono un mezzo per connettere tra loro gli elementi, per attribuire ad un significato

secondo la conoscenza che essi hanno di quell'elemento (Wanderwal. 2004)

In altre parole, quando l'utente di Flickr pynomoscato(Giuseppe Moscato) etichetta

con il tag “pontevecchio” alcune delle sue foto, utilizza il termine per descrivere tutte

le foto che hanno come soggetto Ponte Vecchio e/o che sono state scattate sul Ponte

Vecchio, adottando un criterio di descrizione che è utile per l'organizzazione dei propri

contenuti.

2Il tag "pontevecchio" utilizzato per descrivere soggetto e luogo dello scatto

Page 17: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a17

Le sue descrizioni sono, ovviamente, condivise dagli altri utenti di Flickr. Ciò significa

che uno qualsiasi tra essi alla ricerca di foto che abbiano come soggetto Ponte Vecchio,

ad esempio flickgeek74, può trovare le due immagini in figura 13. Nel caso della prima

foto, flickgeek74 e pynomoscato attribuiscono al tag “pontevecchio” lo stesso valore: il

riferimento è al soggetto della foto. Nella seconda foto, Artista di strada, si verifica una

distanza nell'uso delle parole, in quanto per pynomoscato il tag è riferito, in questo caso,

al luogo dello scatto, mentre l'intenzione dell'utente, nella ricerca del contenuto, è

trovare immagini che abbiano “ponte vecchio” come soggetto.

È probabile che vedendo l'immagine Artista di strada, l'utente flickgeek74 possa

facilmente inferire l'uso ambivalente che pynomoscato fa del tag e acquisire in

questo modo informazioni che non ha ancora. Tuttavia, nel prendere in

considerazione il potenziale supporto che gli strumenti ed i contesti di social tagging

possono offrire ai processi di apprendimento, è importante sottolineare che tali processi

possono “accadere” in relazione ad un testo composto dai contenuti (immagini, nel caso

di Flickr, ma anche siti web, testi alfabetici, video etc. ) e dai descrittori ad essi

correlati, non ad una relazione che si instaura tra gli individui che utilizzano il software.

A differenza di quanto accade in wiki, ad esempio, che “costringe” gli utenti a

comunicare tra loro per costruire il testo, in un sistema di social tagging l'utente

pynomoscato e flickgeek74 non interagiscono mai per decidere come utilizzare il

tag “pontevecchio”, piuttosto operano una interpretazione del significato che

ciascuno di loro dà alla tag. Non tutti i software ed i contesti a cui si attribuisce

l'aggettivo “social”, dunque, sono strumenti che attivano processi di collaborazione

e cooperazione tra gli utenti: lo scopo e la natura delle attività che le persone

realizzano attraverso questi strumenti definiscono infatti tipologie di relazioni differenti

tra le persone. La stessa definizione di social software, diffusasi a partire dal 2002 per

opera di Clay Shirky, docente di New Media alla New York University, nasce proprio

dalla necessità di trovare un termine inclusivo per tutti i software che supportano

l'interazione all'interno di gruppo. All'epoca termini groupware e collaborative

software erano già ampiamente utilizzati per identificare le applicazioni che supportano

il lavoro collaborativo (computer supported collaborative work). Sebbene il termine

groupware, coniato nel 1979 da Peter and Trudy Johnson-Lenz, fosse in origine

Page 18: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a18

generico e riferito al supporto che il software può dare alle interazioni tra i membri di un

gruppo, Shirky ritenne che nel tempo avesse assunto il significato di software per il

lavoro di gruppo e che non potesse più essere applicato a tutti quei programmi che non

prevedono la creazione di un prodotto o l'organizzazione di una attività, ma più

genericamente supportano la creazione di comunità e la partecipazione degli individui

che vi appartengono, come i social network, un software di social tagging o una

semplice mailing list (Allen, 2004). Shirky individua invece diversi livelli di relazione

all'interno dei gruppi: la condivisione link, fatti, notizie, immagini, la conversazione tra

membri del gruppo, la collaborazione in funzione di un scopo e di uno sforzo comune.

Here come social media

Definendo la categoria social software, Shirky era intenzionato ad etichettare gli

strumenti hanno reso possibile in rete modalità di comunicazione diverse da quelle

configurate da un lato dai mezzi broadcast, come la radio o la televisione, e le

tecnologie per la comunicazione interpersonale, come il telefono, creando nuove

opportunità di partecipazione ai processi di produzione culturale per gli individui

(Shirky, 2003). Televisione e radio, ma anche i prodotti dell'editoria, come libri,

giornali e riviste, utilizzano un paradigma di comunicazione uno-a-molti: un solo

emittente trasmette ad un numero indefinito di destinatari in quali hanno possibilità

ridotte o nulle di offrire un feedback. I media per la comunicazione personale, come il

telefono, consentono invece una interazione tra due individui che possono essere

ambedue emittente e destinatario di un contenuto che resta generalmente privato, ossia è

agito con l'intenzione di essere comunicato ad altri se non ai due soggetti coinvolti. La

rete Internet ed il social software, invece, offrono l'infrastruttura per un modello di

comunicazione “molti-a-molti” in cui ciascuno degli individui può essere emittente di

un contenuto pubblico, come nel caso dei mezzi di comunicazione di massa, ma tutti i

destinatari possono replicare interagendo con l'autore e con gli altri “lettori” avviando

una conversazione (Solis, 2007). A differenza di quanto accade nella comunicazione

uno-ad-uno, anche questa conversazione è pubblica e resta potenzialmente aperta alla

partecipazione di tutti gli utenti della rete.

Page 19: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a19

La storia dei social media (infografica) http://www.infographs.org/2012/09/what-is-the-

history-of-social-media-infographic/#

Anche se la realizzazione di questo modello di comunicazione è nella vocazione della

rete sin dalla sua nascita e si è espressa nell'uso di forum, chat, newsgroup, il

fenomeno dei media sociali è cresciuto di importanza quando, nei primi anni del

decennio, si sono diffusi strumenti che hanno reso possibile la creazione di contenuti e

la loro pubblicazione a utenti senza competenze informatiche specialistiche.

Il blog è un caso emblematico. Prima della diffusione di questa tipologia particolare di

software, che consente di creare ed amministrare un sito web strutturato in forma di

diario personale, per pubblicare una pagina in rete era necessario conoscere il

linguaggio di markup HTML o sapere eseguire una procedura di caricamento file dal

proprio computer locale ad un server via FTP. I software per realizzare blog hanno

automatizzato molte di queste procedure: pubblicare una pagina in rete o organizzare un

intero sito web sono diventate operazioni realizzabili attraverso una interfaccia simile a

quella di programma di videoscrittura. Anche la produzione di immagini grafiche,

presentazioni, fotografie e video si è resa progressivamente più accessibile per una

utenza non professionale, grazie allo sviluppo di macchine fotografiche e videocamere

digitali, smart phones. Nello stesso periodo, in rete si sono aperti spazi per pubblicare

gratuitamente i contenuti: per creare il proprio blog (Wordpress, Blogger) o per

pubblicare i video, magari realizzati con la fotocamera incorporata in telefono cellulare.

Alla nascita dei social media ha contribuito, infine, una nuova modalità per la

distribuzione dei contenuti: real simple syndication o RSS. Rss è uno formato di dati

per la distribuzione di contenuti da un blog, ad un profilo all'interno di un social

network, ad un tag che descrive altri contenuti (foto, immagini, video). Questo standard

Page 20: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a20

genera un file di dati (feed) che può essere letto da programmi detti aggregatori (ad

esempio Google Reader) o essere incorporati in altri siti web (come technorati.com). I

file RSS servono essenzialmente a notificare un aggiornamento sui contenuti che

descrivono consentendo agli utenti di seguirne l'evoluzione. Se, ad esempio, fossimo

interessati un particolare blog, maestroalberto.it, che segnala spesso risorse per la

didattica, potremmo sottoscrivere un “abbonamento” agli aggiornamenti semplicemente

inserendo un collegamento al feed in un aggregatore di notizie.

Per il “lettore” del blog, questa tecnologia è una semplificazione: anziché andare a

cercare in un motore di ricerca o tra i propri segnalibri, si vede “consegnare”

l'informazione, da una fonte che ha selezionato come fidata e accurata, senza, tra le altre

cose, dover fornire dati personali, come la posta elettronica che solitamente è richiesta

nelle newsletter. Per l'autore del blog, invece, il feed è, insieme ai commenti uno

strumento per conoscere i lettori, sapere quanti sono, la loro provenienza, individuare

quali sono le pagine più visitate. Tim O'Reilly analizza la trasformazione identificando

un passaggio storico da una prima generazione dei fenomeni di comunicazione in rete,

ad una versione più evoluta, che ha denominato web 2.0 (O'Reilly, 2005). Questa

Home page del blog Maestro Alberto.it

<http://www.maestroalberto.it/>. In evidenza, l'icona

del feed rss

Page 21: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a21

trasformazione ha generato l'interesse di intellettuali ed osservatori dal mondo della

comunicazione digitale, i quali hanno intravisto nel nuovo assetto di tecnologie

hardware e software l'infrastruttura per una democratizzazione dei processi culturali,

ossia la possibilità di trasformare l'utenza dei media industriali in una comunità di

prosumer, soggetti che sono attivi nella creazione e pubblicazione di contenuti,

ridefinendo metodi e ruoli della produzione di informazioni e conoscenza. La facilità e i

costi ridotti con cui le tecnologie digitali consentono di documentare fatti ed esprimere

opinioni ha prodotto fenomeni come il giornalismo partecipativo (citizen

journalism), un processo di “produzione” delle notizie realizzato da giornalisti non

professionisti per aumentare, integrare o verificare l'informazione prodotta dai mezzi di

comunicazione di massa. In questo processo, quelli che sono finora stati i destinatari

“muti” di giornali, televisione e radio possono documentare attraverso fotografie e video

un evento di cui sono stati testimoni (Glaser, 2006).

Illustrazione 5: Il giornalismo partecipativo contribuisce alla copertura mediatica di eventi e

fenomeni aggregando contenuti di utenti della rete. L'immagine è tratta dal sito Storify e

presenta i contributi di alcuni utenti alla copertura il movimento di protesta Occupywallstreet.

Page 22: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a22

La pratica del giornalismo partecipativo, considerato per molti aspetti una forma di

attivismo, si è diffuso in rete attraverso la documentazione di eventi (Viareggio,

l'esplosione del treno raccontata su Facebook, Sky.it 30 giugno 2009), la produzione

indipendente di reportage e documentari come ad esempio My War: Killing Time

<http://cbftw.blogspot.it/> in Iraq, un diario di guerra redatto dal soldato Colby Buzzell

diventato celebre perché fonte di informazioni per la stampa americana o il blog

danslapeaudunsansabri.com documenta in diretta la vita quotidiana di un giovane

clochard parigino attraverso una webcam)

La crescita del fenomeno ha contribuito alla nascita di “testate” sorte dall'aggregazione

di blog e contenuti prodotti individualmente (The Huffington Post Ohmynews,

IndymediaAgoravox, Current.Tv) e anche testate e giornalisti professionisti hanno

iniziato a confrontarsi con questo processo di produzione delle informazioni includendo

aree aperte al contributo dei lettori.

La contrapposizione tra mass media e i social media non riguarda solo le notizie, ma

coinvolge anche altri prodotti culturali ed i processi, le figure che gravitano intorno ad

essi (Shirky, 2002). I social media hanno eliminato, in molti casi, i filtri che l'editoria

appone alla pubblicazione di testi letterari, di divulgazione scientifica, di

approfondimento. Alcuni utenti della rete, ad esempio, sono diventati autori di blook

(sincrasi di blog e book), romanzi ed opere letterarie pubblicati in forma di blog (ad

esempio, La ballata delle prugne secche, dal blog), altri hanno partecipato alla

realizzazione di guide e manuali (come Wikitravel, guida turistica collaborativa).

danslapeaudunsansabri.com

Page 23: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a23

La partecipazione nei social media può prendere anche forme più blande, ad esempio

attraverso l'espressione di un orientamento, di un gusto di una opinione che contribuisce

di banche dati di ristoranti, libri, tecnologie, film, video attraverso la scrittura di

recensioni o esprimendo una valutazione (rating) (EpinionsTripadvisor).

Per alcuni osservatori e studiosi della comunicazione digitale, questi tipi di

partecipazione degli utenti non rappresentano solo una nuova modalità di creazione

delle informazioni, ma esprimono una forma di “saggezza” che appartiene ai gruppi e

dalla comunità e non ai singoli individui. Questa “saggezza” (wisdom of the crowds,

Surowiecki, 2004) è prodotta da persone che agiscono in modo indipendente e con

prospettive differenti su uno stesso argomento ma che, attraverso l'uso delle

tecnologie, producono un giudizio collettivo.

Apparentemente simile al concetto di “intelligenza collettiva”, definito da Pierre Levy,

il fenomeno individuato da Surowiecki non é necessariamente il risultato di un

processo di cooperazione, ma il prodotto di una aggregazione di giudizi individuali:

ossia osserva dinamiche simili a quelle descritte a proposito dei sistemi di social

tagging. A differenza dell'”intelligenza collettiva”, che descrive processi e prodotti

costruiti attraverso meccanismi di negoziazione tra i membri di una community, come

ad esempio le voci di Wikipedia, la “saggezza” individuata da Surowiecki si determina

Illustrazione 6: Infografica sul fenomeno

http://blog.cognistreamer.com/how-the-wisdom-of-crowds-boosts-an-idea-

infog

Page 24: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a24

proprio perché gli individui ed i loro giudizi non si conformano, ma restano plurali ed

indipendenti: più semplicemente contribuiscono alla definizione di un orientamento o di

una decisione.

La “saggezza delle folle” è stata oggetto di critiche da parte di chi vi ravvisa il valore di

una indicazione statistica, ma una scarsa incidenza nei processi culturali (Tammet,

2009) o chi individua nei social media un potenziale rischio per i contenuti, che creati e

giudicati da persone non sempre esperte della materia, potrebbero presentare problemi

di accuratezza e validità (Keen, 2007).

L'affidabilità di contenuti prodotti è uno degli argomenti più controversi correlati ai

social media. In alcuni, il problema sorge proprio per garantire la partecipazione degli

utenti, questi contenuti sono facilmente manipolabili. Qualsiasi utente registrato, ad

esempio, modificare una voce di Wikipedia introducendo informazioni non verificate o

non vere. La comunità che contribuisce alla stesura dei testi ha elaborato processi di

revisione e indicazioni circa il livello di affidabilità di ogni singola voce (le pagine che

sono considerate a rischi riportano indicazioni come “Questa voce è solo un abbozzo.”,

o segnalano il rischio di un punto di vista non neutrale sull'argomento trattato), tuttavia

l'ampiezza delle voci e della comunità dei partecipanti, non garantiscono l'efficacia di

queste procedure.

Per alcuni autori, come Howard Reinghold, la diffusione dei social media

contribuirebbe all'aggregazione spontanea degli individui in gruppi e alla partecipazione

di questi “soggetti collettivi” alla vita civile e culturale. Con l'incremento del numero di

utenti, i gruppi che nascono attraverso i social media e si formano sulla base di gusti ed

interessi, opinioni e cause comuni, aggregano una “massa critica”. Non è infrequente

che queste aggregazioni finiscano per agire come organizzazioni ("Scandalo consumi

auto" insorge il popolo dei blog, www.repubblica.it, 27 dicembre, 2007), per essere

considerate movimenti di opinione (Facebook si mobilita per Saviano, www.lastampa.it,

16 ottobre 2008, Forlì: mobilitazione su Facebook per salvare la Barcaccia,

romagnaoggi.it, 14 gennaio 2010), fenomeni di costume. L'importanza crescente di

questa forme di partecipazione ha iniziato a rendere i gruppi e le reti prodotte dai social

media interlocutori ma anche delle organizzazioni e dei personaggi pubblici.

Page 25: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a25

I media tradizionali li considerano una sorta di “barometro” per misurare tendenze

significative, reazione agli eventi della cronaca e all'agenda politica, e per elaborare

rappresentazioni della opinione pubblica.

I social media a scuola

Strumenti o processi?

Molti dei software e dei servizi che contribuiscono alla diffusione delle pratiche

descritte non richiedono competenze informatiche avanzate per creare e pubblicare i

contenuti ed in molti casi sono sono gratuiti: caratteristiche li rendono strumenti molti

utilizzati, a scuola, in particolare per pubblicare contenuti.

Per creare un blog con servizio di blogging come Wordpresshttp://wordpress.com/,

Blogger o Edubloghttp://edublogs.org/, piattaforma specifica per le scuole, ad esempio,

è sufficiente seguire una procedura di guidata di pochi minuti e si dispone di un sito

Illustrazione 7: Social media: una guida per insegnanti.

Infografica

Page 26: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a26

pubblico, che può essere aggiornato direttamente dal browser con cui si naviga in rete.

Questa facilità di utilizzo ha reso blog molti popolari tra gli insegnanti che se ne

servono per scopi differenti. Il blog serve a condividere risorse e materiali didattici a

beneficio di studenti o colleghi, (matebi.blog.tiscali.it/), o per pubblicare il lavori degli

alunni (http://palma-navigando.blogspot.com/). Questo strumento è impiegato per

l'organizzazione di documentazione di progetti o esperienze didattiche: un istituto

tecnico di Varese Isis «Newton», ad esempio, se ne è servito per segnalare le attività di

diversi gruppi di studenti sul tema delle energie alternative

(http://newtonlearningproject.blogspot.com/).

In molti di questi utilizzi il blog risponde all'esigenza di rendere pubblico ciò che si fa a

scuola. Il diario online è uno strumento utilizzato da individui o da “soggetti collettivi”

per essere presenti in rete. Tuttavia, questa presenza è sempre espressione di un forma di

partecipazione alla produzione di contenuti? In altre parole, è sufficiente realizzare un

blog per dire di aver “usato” i social media nella didattica?

In realtà, come abbiamo visto nel precedente paragrafo, i social media non sono

riducibili ai software che si utilizzano per “fare” i social media. Lo stesso termine

non si riferisce, in molti casi, solo alle caratteristiche informatiche di un particolare tipo

di programmi (Boyd, 2007), quanto alla possibilità di praticare un modello

comunicativo molti-a-molti, di partecipare alla determinazione di orientamenti, di

aggregare gruppi, per avviare conversazioni e aumentare il capitale sociale degli

individui.

Pubblicare un contenuto, dunque, può essere una condizione necessaria, per integrare

i media sociali nelle attività didattiche, ma non sufficiente. I blog, non solo quelli

didattici, possono infatti essere progettati come sostituti del vecchio sito web e concepiti

come strumenti di comunicazione uno-a-molti: gli autori non si preoccupano ad

esempio, di dare visibilità al proprio blog, segnalando ai principali aggregatori di

notizie, di curare la rete degli utenti, di partecipare a conversazioni sui contenuti affini

l'uso dei commenti su altri blog.

Page 27: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a27

Immaginiamo, ad esempio, di scegliere un blog per pubblicare online il classico

“giornalino scolastico”. Gli alunni elaborano in classe i testi, lavorano in gruppo

dividendosi i ruoli, imparano ad usare i motori di ricerca per ricercare immagini, ad

inserire i contenuti nel software utilizzato per creare il blog e, infine, pubblicano il

lavoro online. L'esperienza didattica serve a lavorare sulle competenze digitali,

sulla capacità di scrittura, sul testo giornalistico, sul lavoro collaborativo, ma

niente di tutto questo ha a che fare non i media sociali. Il blog è concepito come un

“mass media”, un prodotto editoriale indirizzato ad una moltitudine di destinatari da cui

non si attende nessun particolare feedback. In questa attività, il blog non è utilizzano

neppure come groupware: il processo di collaborazione che i gruppi di studenti

intraprendono per elaborare i testi avviene indipendentemente dall'uso dei software e

della rete e termina con la pubblicazione.

Lo stesso prodotto può assumere la fisionomia del medium sociale se iscritto in un

differente processo di creazione e distribuzione dei contenuti. Ad esempio, per

migliorare le abilità di lettura e scrittura, l'insegnante di italiano di classe seconda di

una scuola secondaria di I grado crea un giornalino-blog nel quale i bambini esprimono

il loro punto di vista sui principali eventi della vita cittadina. Per individuare questi

Illustrazione 8: Usi educativi dei principali social media: infografica

<http://www.mediabistro.com/alltwitter/files/2012/11/social-teaching.jpg>

Page 28: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a28

eventi, l'insegnante chiede ai bambini di raccogliere “ritagli” dalla cronaca locale dei

quotidiani, segnala alcuni siti istituzionali, si “abbona” ad alcuni blog che commentano

la vita cittadina e periodicamente ricerca in un aggregatore come Google Reader

notizie che riguardano la città. Utilizzando tutte queste fonti, i bambini decidono di

commentare la decisione dell'amministrazione comunale di eliminare i cassonetti per lo

smaltimento dei rifiuti dalle vie del centro storico ed istituire un servizio di raccolta

porta a porta.

Dal materiale raccolto, i bambini sintetizzano molte informazioni per scrivere un

articolo sul blog: la data di inizio e le modalità del servizio, i confini dell'area cittadina,

le prime opinioni favorevoli o contrarie espresse dai cittadini. Gli alunni sono colpiti da

una preoccupazione che ricorre nei commenti: poiché il servizio di ritiro avverrà ogni

tre giorni, i “blogger” temono di dover imparare a convivere nelle proprie case con

rifiuti maleodoranti. I bambini decidono così di raccogliere dai post nella blogosfera

tutte le soluzioni serie e semiserie a questo problema, chiedendo a loro volta spiegazioni

agli autori attraverso l'uso dei commenti. Dal lavoro di raccolta e dalla conversazioni

online, la classe decide di realizzare un vademecum da pubblicare sul proprio blog e

utilizza i tag “rifiuti”, “porta a porta” e “puzza” per descrivere il contenuto. I descrittori,

insieme alle parole contenute nel titolo e nel testo, rendono reperibile il post nei motori

di ricerca e attraverso aggregatori di blog. Il post inizia ad essere commentato da alcuni

lettori che trovano il contenuto utile e divertente, lo segnalano nei loro blog,

aggiungono, attraverso i commenti, nuovi modi per affrontare il problema. Tra questi,

anche il sindaco di un piccolo comune distante molti chilometri dalla città dove vivono i

bambini, che chiede di utilizzare un parte del testo in una brochure che invierà a tutti i

suoi cittadini.

La vocazione “social” del blog, come di molti altri social software, si realizza

costruendo una pratica di partecipazione alla comunicazione in rete attraverso l'uso della

strumento informatico. Come tale, in blog può essere impiegato come mass media, ma

anche come medium personale, ad esempio per realizzare, in ambito scolastico, il

portfolio o il diario personale di uno studente, privato, dunque non accessibile in rete, o

ancora visibile solo all'insegnate. Ciascuno di questi usi è, per così dire, “legittimo”. La

Page 29: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a29

costruzione di una pratica di partecipazione si inserisce nei possibili usi con alcune

peculiarità che possono avere ricadute sui processi di apprendimento.

L'esperienza di utilizzo del blog descritta, ad esempio, è iscritta in un contesto

autentico, ossia nel “mondo reale” della blogosfera (Merchant, 2009). Questa scelta

implica l'apertura del gruppo classe, e delle relazioni, dei processi di negoziazione che

avvengono all'interno di essa, verso altri gruppi, individui e contesti.

Solo per dare un'idea delle differenze che intercorrono tra le due comunità (blogosfera

versus gruppo classe), proviamo ad immaginare cosa può accadere sul piano delle

competenze di lettura e scrittura. Nel processo di costruzione della notizia gli alunni

attingono ad un bacino di testi eterogenei: a testi informativi (altre notizie), a testi

narrativi/espositivi (racconti e testimonianze dei blogger) a cui si sommano vere e

proprie conversazioni, dialoghi che si sviluppano nei commenti dei blog. La varietà

delle fonti non pone solo il problema della classificazione di diverse tipologie di

contenuto e della loro riorganizzazione in un testo, ma offre un repertorio di stili e

registri linguistici differenti, usi formali ed informali del linguaggio, occasioni di

confronto tra forme grammaticali e sintattiche diverse in funzione del contesto

comunicativo.

Media: da personali a sociali

Molti degli applicativi etichettati come social software possono essere in realtà usati per

personal knowledge

management<http://en.wikipedia.org/wiki/Personal_knowledge_management>, per

raccogliere, classificare, recuperare e condividere contenuti e conoscenze. Questi

strumenti possono essere molto utili a scuola per archiviare le risorse e materiali

didattici o le produzioni degli studenti, o per reperire risorse.

I sistemi cosiddetti di content sharing (condivisione di contenuti), come Youtube o

Flickr, consentono infatti di uploadare, depositare su uno spazio web, documenti e

materiali: ad esempio le fotografie scattate dagli studenti a monumenti durante una gita

scolastica o il video di un esperimento di chimica realizzato in laboratorio. Una volta

“depositato” online, il contenuto può essere generalmente condiviso con tutti gli utenti

del servizio, con un gruppo di destinari scelti oppure mantenuto privato. In ognuno di

Page 30: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a30

questi casi, il video, la fotografica o il documento uploadato ottiene un suo indirizzo

web a cui gli utenti possono accedere per fruire il contenuto.

Alcuni servizi associano al contenuto un codice embed: alcune righe di testo che,

copiate ed incollate in un'altra pagina web, consentono di “incorporare” il contenuto.

Questa tecnica consente di “comporre” facilmente un testo multimediale aggregando

risorse archiviate in diversi punti della rete; ad esempio per integrare il video di un

esperimento condotto in aula nel blog didattico realizzato da un insegnante di chimica

per le sue classi.

Come accade per il blog, la gratuità del servizio e la semplicità di utilizzo hanno

decretato il successo di questi ambienti di condivisione a cui partecipano molti utenti.

La comunità degli utilizzatori ha contribuito ad incrementare la quantità e la varietà dei

contenuti “ospitati” da questi servizi che sono diventati, in poco tempo, giganteschi

archivi di materiali a cui ad esempio gli insegnanti possono attingere per trovare risorse.

I servizi di content sharing funzionano dunque come “aggregatori” di contenuto per il

singolo utente o per il gruppo classe, ma anche come social media che consentono agli

studenti o all'insegnante di partecipare ad una comunità più ampia organizzando attività

di apprendimento all'interno di questo contesto.

Page 31: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a31

In pratica, di fronte un video come Sodio e Cloro su

vimeohttp://vimeo.com/11607103, si possono valutare diverse tipologie di impiego a

scuola: si può decidere di utilizzarlo per potenziare l'esposizione del docente in aula,

incorporarlo sul sito o sulla piattaforma di elearning della scuola come materiale di

approfondimento, come risorsa per un compito a casa (ad esempio, la realizzazione di

una breve descrizione) o come materiale propedeutico ad una lezione.

Oppure si può optare per usi più “social”. Ad esempio, si possono ricercare gli utenti

che, tra i membri della community Vimeo, hanno prodotto video didattici e commentare

con gli studenti i loro esperimenti. O ancora, si può decidere di progettare un'attività in

rete chiedendo ad alcuni docenti che contribuiscono con i propri video di documentare,

con le loro classi, un stesso esperimento in condizioni ambientali differenti ed operare

dei confronti (ad esempio, per un progetto sulla cultura idroponica).

Folksonomy: usi didattici

Molti servizi di content sharing utilizzano il social tagging per aggregare i contenuti tra

loro. Anche questa modalità di organizzazione dei contenuti nasce come strumento

personale, per creare schemi di classificazione di siti web o fotografie.

Uno servizio di bookmarking, come delicious<http://delicious.com/lauraparigi>, può

quindi utilizzato dagli insegnanti per collezionare, ad esempio, risorse sulla didattica

disciplinare. Un software come Delicious ha una utilità pratica: archivia le risorse

collezionate e lo schema di organizzazione online e, a differenza dei “segnalibri”

raccolti con un browser, li rende reperibili da qualunque computer collegato alla rete.

Per un docente è una soluzione per rendere “portabile” la propria collezione di link e

ritrovarli facilmente.

Le risorse e una schema di classificazione realizzato con un sistema di social

tagging può essere condiviso con gli studenti e la sua elaborazione può diventare una

vera e propria attività didattica. Ipotizziamo, ad esempio di ritorno da un viaggio di

istruzione, di voler archiviare in rete le foto che si sono scattate ai monumenti della

città visitata. Possiamo decidere di caricare tutte le fotografie su Flickr e creare un

gruppo di utenti formato dai docenti e gli studenti della classe che ha accesso alla

visualizzazione. Per organizzare i materiali, l'insegnante di Arte chiede agli studenti di

Page 32: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a32

“taggare” ciascuna foto con il nome del monumento e la città in cui è stata scattata, ma

di assegnare ad essa anche un tag che identifichi il secolo in cui il monumento è stato

costruito e lo stile architettonico.

Il docente assegna al gruppo classe un compito, la realizzazione di un archivio ordinato

da un elenco di immagini, e ciascuno studente, nel descrivere le foto che ha scattato,

deve riconoscere il monumento, recuperare l'informazione rispetto al periodo storico,

decidere a quale stile appartiene un monumento architettonico. La prima parte del

lavoro del gruppo non è necessariamente collaborativa: ciascuno studente agisce

individualmente a partire da uno schema elaborato dall'insegnate. Durante l'attività può

emergere la necessità, tuttavia, di avviare vari livelli negoziazione tra i membri del

gruppo: alcuni studenti potrebbero aver attribuito ad uno stesso monumento stili diversi,

oppure aver concordato l'aggettivo relativo allo stile, ad esempio “gotico” con il

genere dell'edificio (abbazia gotica, castello gotico) rendendo impossibile la corretta

aggregazione di tutti i monumenti che appartengono allo stesso stile.

Attraverso l'uso dei commenti alle immagini o discutendone in classe, i membri del

gruppo possono risolvere i problemi che si verificano nel passaggio dall'esercizio di

classificazione alla costruzione dell'architettura dell'archivio condiviso: decidere, ad

esempio, di “normalizzare” l'etichetta relativa allo stile utilizzando, per convenzione, il

Page 33: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a33

maschile singolare, ma anche correggere gli errori di classificazione, verificare le fonti

da cui si sono attinte le informazioni.

In questa attività, Flickr funziona come groupware, più che come vero e proprio

social media: organizza il lavoro di un gruppo di individui che hanno un obiettivo ed un

compito preciso. Quali potrebbero invece essere processi ed attività didattiche che

“sfruttano” Flickr, o di qualunque altro servizio di content-sharing, come social media?

Ad esempio, in una gita al bioparco, una classe V della scuola primaria ha assistito alla

spiegazione di una guida sui criteri per riconoscere le diverse specie di farfalle. Al

ritorno a scuola, l'insegnante accede a Flickr e ricerca le immagine per il tag “farfalla”,

chiedendo ai bambini di riconoscere la specie.

Per confermare le ipotesi, usa nuovamente l'archivio di immagini ricercando immagini

“taggate” con il nome della specie, macaone, che i bambini hanno attribuito alla prima

farfalla della seconda fila di risultati. Il confronto tra le due immagini serve a stimolare

la discussione, insieme ad un testo che descrivere le caratteristiche di questa specie.

In questo caso, Flickr è un prezioso archivio di risorse che consentono di consolidare e

applicare i criteri di classificazione appresi dalla guida del bioparco, attraverso

l'osservazione e l'analisi delle immagini. I tag utilizzati dagli utenti di Flicrk, possono

funzionare come indizio e stimoli alla discussione: ad esempio, nel caso ipotetico, i

bambini hanno classificato come “macaone” una farfalla di colore verde, mentre nelle

immagini a cui la popolazione di Flcrk ha assegnato questo tag non esistono farfalle di

colore verde. È un caso, o la “wisdom of the crowd” dovrebbe suggerirci qualcosa?

Social media education

Oltre ad essere processi e strumenti a supporto delle attività didattiche, i social media

possono essere un fenomeno “da studiare”, come modalità di espressione e

realizzazione di interazioni sociali . Blog, wiki e reti sociali configurano infatti un

contesto in cui gli individui possono produrre rappresentazioni di sé, creare relazioni,

esercitare forme partecipazione, esprimersi attraverso la realizzazione di contenuti

(Tufekci 2008): in altre parole, essere “persone pubbliche”.

Page 34: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a34

La possibilità di far partecipare il gruppo classe alla sfera pubblica è considerata una

delle potenzialità educative dei social media (Selwyn, 2009). Realizzare il blog della

classe, o partecipare alla stesura di un voce di Wikipedia, magari descrivendo il

quartiere o la città nella quali si abita sono attività per acquisire quelle competenze

digitali che si reputa svolgano un ruolo nell'apprendimento permanente4 e per l'esercizio

della cittadinanza attraverso le nuove tecnologie.

Lo studio dei social media, tuttavia, non coincide necessariamente con il loro utilizzo:

l'appropriazione del “mezzo”, in generale, dovrebbe avvenire attraverso la conoscenza

delle circostanze storiche e materiali all'interno dei quali sono creati i prodotti mediali

(dimensione contestuale), le forme di identità e le relazioni sociali che il mezzo rende

possibili e quelle che sottace o distorce (dimensione ideologica), a quali interessi è

funzionale il medium (dimensione istituzionale), quali obiettivi sociali, politici e

culturali si possono perseguire attraverso il “mezzo” e come si intrecciano con il vissuto

quotidiano degli individui (Cappello G, in Buckingham, 2006)

Su questo piano, l'esperienza della redazione di un blog scolastico, come quella descritta

nei paragrafi precedenti, può essere l'occasione per un percorso di contestualizzazione

Illustrazione 9: Infografica sui pro ed i contro dell'uso dei social

media nella didattica http://mashable.com/2012/02/03/higher-education-social-media/

Page 35: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a35

storica dei media (“che differenza c'è tra il blog e il giornale scolastico?”), di riflessione

sul processo che lega mittente testo e destinatario (“Chi sono i lettori del mio blog, quali

come posso raggiungerli? Che tipo di comunicazione posso instaurare con loro?), sui

linguaggi e sugli strumenti utilizzati.

Strutturare un percorso di educazione ai media che aiuti gli studenti a maturare capacità

critiche può fare la differenza tra “usare i social software” a supporto di una attività

didattica e “fare social media” a scuola. Ciò può risultare particolarmente importante

per un scenario mediale nuovissimo, che esiste da poco meno di un decennio e che sta

ancora elaborano un proprio profilo culturale.

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, il lessico dei social media è ancora in via

di definizione. I media “tradizionali” e anche interi settori disciplinari si appropriano

della terminologia talvolta creando “falsi sinonimi” (ad esempio, social media e web

2.0) ed equivalenze (vedi l'associazione tra social media e il concetto di intelligenza

collettiva di Levy). Periodicamente si affermano nuovi strumenti e pratiche (dai blog ai

social network) che successivamente si “normalizzano”.

Forse non si può ancora parlare di una vero progetto di “social media education”,

tuttavia vi sono alcuni temi “nodali” che varrebbe la pena affrontare, quando i social

media fanno il loro ingresso a scuola. Il primo riguarda i rischi a cui un utente, in

particolare un giovane utente, si espone quando fornisce dati ed informazioni personali

su social network, condivide le proprie foto o video su un sito di content sharing. Alcuni

comportamenti, come indicare l'indirizzo del proprio domicilio o fornire altri dati che

possono essere utili a “localizzare” l'utente o altre persone, possono determinare

situazioni pericolose. Altri, invece, possono minare la “reputazione” o violare la propria

privacy o quella altrui: può accadere quando si usa un profilo o un medium pubblico

come se si trattasse di uno strumento per conversazioni private. Infine, occorre lavorare

sulla percezione di affidabilità delle informazioni per quanto riguarda le identità dei

soggetti con cui si intessono relazioni: identità che possono essere autentiche, ma sono il

frutto di una gestione accurata che l'utente fa della rappresentazione di sé, o frutto di

una falsificazione intenzionale.

Page 36: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a36

Il secondo tema nodale è quello dell'affidabilità e veridicità dei contenuti prodotti

nei social media. Il caso di Wikipedia è, in questo senso, paradigmatico.

L'enciclopedia collaborativa, spesso al centro di controversie proprio perché l'apertura ai

contributi degli utenti può esporre i contenuti ad errori, superficialità o vere e proprie

manipolazioni, ha alcune norme che organizzano il processo di scrittura e lettura e che,

se conosciute, possono aiutare la valutazione sulle singole voci.

Sotto l'etichetta di social media, inoltre, ricadono diverse modalità di produzione dei

contenuti. Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, ciascuno di questi sistemi

esprime norme e procedure per la creazione e per l'organizzazione dei contenuti che

aiutano una corretta fruizione. Solo per fare un esempio, se si decide di utilizzare Flickr

nell'attività di scienze sulle farfalle, gli studenti devono essere a conoscenza che le

immagini “taggate” come macaone non sono necessariamente oggetto di una

classificazione operata da esperti.

All'affidabilità è correlato il problema della proprietà intellettuale e delle condizioni di

utilizzo dei contenuti prodotti nel contesto dei social media. Tecnicamente, la

condivisione di contenuti nei servizi di content sharing o nei social network, non pone

particolari vincoli all'utilizzo di risorse prodotte: in altre parole, non è difficile

appropriarsi di una fotografica pubblicata su Flickr o su Facebook e magari pubblicarla

sul proprio blog. Tuttavia questi contenuti sono spesso protetti da licenze, ad esempio le

licenze Creative Commons, che definiscono le condizioni di utilizzo. Gli stessi siti che

ospitano i contenuti esplicitano le norme per le modalità di utilizzo del servizio.

Il rispetto delle norme che regolano la vita di una comunità di utenti è uno degli aspetti

che possono rientrare un progetto di educazione ai media sociali.

Page 37: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a37

Bibliografia

Grant, Lyndsay(2009) ''I DON'T CARE DO UR OWN PAGE!' A case study of using

wikis for collaborative work in a UK secondary school', Learning, Media and

Technology, 34: 2, 105 — 117.

Allen, Christopher. Tracing the Evolution of SocialSoftware,

http://www.lifewithalacrity.com/2004/10/tracing_the_evo.html, consultato il 22 maggio

2010.

Bourdieu, P. (1983). ‘Forms of capital’ in J. C. Richards (ed.). Handbook of Theory and

Research for the Sociology of Education, New York: Greenwood Press.

Boyd, d. m., & Ellison, N. B. (2007). Social network sites: Definition, history, and

scholarship. Journal of Computer-Mediated Communication, 13(1), article 11.

http://jcmc.indiana.edu/vol13/issue1/boyd.ellison.html

Buckingham D., Media education, Centro Studi Erickson, Trento, 2006.

Cicognini et al, E-learning design nell’apprendimento (in)formale Una metodologia di

progettazione didattica centrata sull’uso dei social software nel lifelong learning., TD

41, E-learning design nell’apprendimento (in)formale numero 2-2007.

Crook, C. 2008a. Web 2.0 technologies for learning: The current landscape –

opportunities, challenges and tensions. Coventry: BECTA.

Crosbie, V. (2002). What is New Media? Retrieved from

http://www.sociology.org.uk/as4mm3a.doc

Fini Antonio; Cicognini M. Elisabetta, Web 2.0 e social networking. Nuovi paradigmi

per la formazione, Centro Studi Erickson, Trento, 2009.

Gibson, D., Reynolds-Alpert, S., Doering, A. & Searson, M. (2009). Participatory

Media in Informal Learning. In I. Gibson et al. (Eds.), Proceedings of Society for

Information Technology & Teacher Education International Conference 2009 (pp.

1456-1461). Chesapeake, VA: AACE.

Greenhow, Christine and Robelia, Beth(2009) 'Informal learning and identity formation

in online social networks', Learning, Media and Technology, 34: 2, 119 — 140

Levine R., Locke C., Searls D., Weinberger D., Cluetrain Manifesto, Fazi editore,,

Roma 2001.

Page 38: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a38

Luckin, Rosemary, Clark, Wilma, Graber, Rebecca, Logan, Kit, Mee, Adrian and

Oliver, Martin(2009) 'Do Web 2.0 tools really open the door to learning? Practices,

perceptions and profiles of 11-16-year-old students', Learning, Media and Technology,

34: 2, 87 — 104.

Martin Owen, Lyndsay Grant, Steve Sayers and Keri Facer, Social software and

learning, Futurelab, 2006.

Mathes A., Folksonomies - Cooperative Classification and Communication Through

Shared Metadata Computer Mediated Communication, Graduate School of Library and

Information Science

University of Illinois Urbana-Champaign December 2004,

http://www.adammathes.com/academic/computer-mediated-

communication/folksonomies.html

O'Reilly, ''What is Web 2.0? Design Patterns and Business Models for the Next

Generation of Software'', 30 Settembre 2005,

http://www.oreilly.com/pub/a/oreilly/tim/news/2005/09/30/what-is-web-20.html,

visitato il 22 maggio 2010.

Rosenfeld, Louis – Morville, Peter. Architettura dell’informazione per il World Wide

Web, trad. it. Milano: Hops Libri 2002.

Selwyn, Neil and Grant, Lyndsay(2009) 'Researching the realities of social software use

- an introduction', Learning, Media and Technology, 34: 2, 79 — 86.

Selwyn, Neil(2009) 'We think therefore we share: reading the thoughts of the digerati

2.0', Learning, Media and Technology, 34: 2, 191 — 197.

Shirky C., Social Software and the Politics of Groups,

http://www.shirky.com/writings/group_politics.html, pubblicato il 9 marzo 2003,

visitato il 21 maggio 2010.

Shirky, C. Here Comes Everybody: The Power of Organizing Without Organizationas,

New York, Penguin 2008.

Vander Wal, Thomas. "Folksonomy Coinage and Definition".

http://vanderwal.net/folksonomy.html. consultato il 17 maggio 2010.

Rheingold, H., Smart Mobs. The Next Social Revolution, Perseus Publishing,

Cambridge (Mass.) 2002.

Page 39: I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi€¦ · I social media e il web 2.0 Autore: Laura Parigi Introduzione A partire dalla seconda metà del decennio, l'aggettivo “social”

©ANSAS 2012 - http://formazionedocentipon.indire.it

PON DIDATEC CORSO AVANZATO

COD. PROGETTO D-5-FSE-2010-2

Pagin

a39

Mark Glaser (September 27, 2006). "Your Guide to Citizen Journalism". Public

Broadcasting Service. http://www.pbs.org/mediashift/2006/09/your-guide-to-citizen-

journalism270.html. Retrieved March 22, 2009.

Gillmor, D. (2004). We the Media: Grassroots Journalism by the People, for the People.

Farnham: O'Reilly. The entire book is available free in pdf format here:

http://www.oreilly.com/catalog/wemedia/book/.

Tammet, Daniel (2009). Embracing the Wide Sky. London: Hodder & Stoughton.

ISBN 0340961325.

Tufekci, Zeynep (2008) 'GROOMING, GOSSIP, FACEBOOK

AND MYSPACE', Information, Communication & Society, 11:4, 544 — 564.