I ritratti del rinascimento (Elisa-Anna)

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Un tipico aspetto del Rinascimento fu il ritorno ai ritratti realistici come soggetto importante nell'arte europea. Durante il Medioevo i ritratti rappresentavano, quasi esclusivamente, figure stilizzate, in atto di pregare, di chi li aveva commissionati, dipinti in ginocchio, nelle immagini religiose che loro stessi avevano scelto. Il ritratto era quindi strettamente legato alla funzione devozionale.

Lippo Menni, Madonna dei Raccomandati, Cappella del Corporale, Duomo, Orvieto, 1320 aC

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L'interesse del Rinascimento nelle relazioni fra uomo e natura dette origine alla somiglianza degli individui nel mondo reale, indipendentemente da ogni ruolo simbolico nella chiesa e nello stato. I prototipi classici furono trovati nei busti di marmo scolpiti nell'antica Roma e i ritratti in profilo nelle monete antiche. In particolare, a Firenze fanno da grande spunto per la produzione artistica le maschere di cera. La grande ritrattistica rinascimentale aveva soprattutto finalità celebrative e commemorative. Non é un caso quindi che questo genere si legò soprattutto alla cultura laica delle corti, sempre alla ricerca di legittimazione. Ritratto di nobildonna, Antonio Pollaiolo, 1470 aC, tempera su tavolo, Milano.

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Agli inizi del Quattrocento i mecenati e gli artisti italiani avevano preferito ritratti di profilo. Ce ne dà un esempio il dittico realizzato da Piero della Francesca fra il 1465 e il 1472: un doppio ritratto riproducente la struttura delle medaglie antiche. In esso compaiono idealizzati i mezzi busti di Federico da Montefeltro e Battista Sforza dedicati all'individuazione dei valori etici dei due personaggi tramite l'allegorica rappresentazione del Trionfo della Fama e della Pudicizia.

Piero della Francesca, Federico da Montefeltro e Battista Sforza, 1465-72, Galleria degli Uffizzi, Firenze

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Durante l'ultima parte di questo periodo il ritratto di profilo fu sostituito, in Italia, dal ritratto a trequarti, raramente a figura intera, in cui il soggetto ha contatto visuale con l'osservatore. Questa enfasi sulla comunicazione personale era stata importata dai ritratti dei maestri dei Paesi Bassi e derivava dalle reciproche operazioni bancarie e dal commercio. C'é anche stato uno scambio proficuo di tecniche pittoriche. Precedentemente i dipinti italiani erano quasi esclusivamente in tempera ad uovo, applicata a pannelli di legno coperti con un leggero strato di intonaco bianco. La colla naturale dell'uovo legava al gesso i pigmenti dai brillanti colori. Verso gli ultimi decenni del 1400 le pitture ad olio, che consentivano nuovi effetti di naturalismo e luminosità, furono importate dai Paesi Bassi.

Jan van Eyck, Uomo col turbante, 1433, National Gallery

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Fin

e Elisa

Anna