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I rapaci diurni delle Alpi Liguri Mara Calvini

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I rapaci diurnidelle Alpi Liguri

Mara Calvini

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La Provincia di Imperia è orgogliosa di offrire, grazie al lavo-ro in sincronia di tecnici ed esperti, un primo nucleo di guide ragio-nate dedicate alla fauna selvatica presente nel territorio, per inizia-re itinerari di scoperta intelligente dei torrenti che segnano il nostroentroterra, percorrere i boschi che si sviluppano sulle pendici dellePrealpi e rintracciare i segni dell’architettura rurale.

Auguriamo quindi al lettore un piacevole intrattenimento,che, auspichiamo, lo indurrà ad un approfondimento delle peculia-rità degli habitat della nostra provincia.

IL PRESIDENTEAvv. Gianni GIULIANO

La conoscenza approfondita dei valori naturali del nostroterritorio è la base per la sua valorizzazione, nel rispetto delle esi-genze ecologiche che impongono all’uomo di tenere in conside-razione, nel suo agire, la comunità animale e vegetale che gli staintorno.

Questo volumetto è stato realizzato da un lato per dar attodello sforzo ed impegno appassionato dell’autore e dello staffdell’Ufficio Parchi provinciale, dall’altro per costituire agile stru-mento di informazione in particolare per i turisti interessati alle bel-lezze naturali dell’imperiese e per la comunità scolastica locale.

L’ASSESSORE(Geom. Mariano PORRO)

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I RAPACI DIURNI

I rapaci, nella loro evoluzione, si sono adattati con successo alle piùsvariate situazioni ambientali. Hanno potuto conquistare tutti i conti-nenti, le isole più grandi (eccetto l’Antartico), sviluppando molte specie,spesso altamente specializzate. Molte di esse, come il Pellegrino, sonoa tal punto adattabili, da essere presenti in tutte le regioni della Terra.

A livello mondiale si contano circa 9.000 specie diverse di uccelli,di cui 287 rapaci diurni. Questi, in base alla loro origine, possono esse-re suddivisi in tre famiglie: gli avvoltoi del nuovo mondo (7 specie), iFalconidi (60 specie) e gli Accipitridi (220 specie).

In Italia sono state segnalate 40 specie appartenenti a tre famiglie:Pandionidae, Accipitridae e Falconidae, trentacinque delle quali sonosegnalate anche in Liguria.

Tabella 1. Elenco dei rapaci diurni presenti in Liguria

(M= migratore, reg = presenza regolare, irr = presenza irregolare,

B = nidificante, A=accidentale).

Ordine: AccipitriformesFamiglia: AccipitridaeFalco pecchiaiolo Pernis apivorus (Linnaeus, 1758) M reg, BNibbio bruno Milvus migrans (Boddaert, 1783) M regNibbio reale Milvus milvus (Linnaeus, 1758) M regAquila di mare Haliaeetus albicilla (Linnaeus, 1758) AGipeto Gypaetus barbatus (Linnaeus, 1758) ACapovaccaio Neophron percnopterus (Linnaeus, 1758) AGrifone Gyps fulvus (Hablizl, 1783) AAvvoltoio monaco Aegypius monachus (Linnaeus, 1766) ABiancone Circaetus gallicus (Gmelin, 1788) M reg, BAlbanella reale Circus cyaneus (Linnaeus, 1766) M regAlbanella pallida Circus macrourus (Gmelin, 1771) M irrAlbanella minore Circus pygargus (Linnaeus, 1758) M regAstore Accipiter gentilis (Linnaeus, 1758) SBSparviere Accipiter nisus (Linnaeus, 1758) SBPoiana Buteo buteo (Linnaeus, 1758) SBPoiana codabianca Buteo rufinus (Cretzschmar, 1827) APoiana calzata Buteo lagopus (Pontoppidan, 1763) AAquila anatraia minore Aquila pomarina C.L. Brehm, 1831 AAquila anatraia maggiore Aquila clanga Pallas, 1811 A

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Aquila rapace Aquila rapax (Temminck, 1828) AAquila imperiale Aquila heliaca Savigny, 1809 AAquila reale Aquila chrysaetos (Linnaeus, 1758) SBAquila minore Hieraeetus pennatus (Gmelin, 1788) M regAquila del Bonelli Hieraeetus fasciatus (Vieillot, 1822) A

Famiglia: PandionidaeFalco pescatore Pandion haliaetus (Linnaeus, 1758) M reg (?)

Ordine: FalconiformesFamiglia: FalconidaeGrillaio Falco naumanni Fleischer, 1818 M regGheppio Falco tinnunculus Linnaeus, 1758 SBFalco cuculo Falco vespertinus Linnaeus, 1766 M irrSmeriglio Falco columbarius Linnaeus, 1758 M regLodolaio Falco subbuteo Linnaeus, 1758 M reg, NFalco della regina Falco eleonorae GenÈ, 1839 ALanario Falco biarmicus Temminck, 1825 ASacro Falco cherrug J.E. Gray, 1834 APellegrino Falco peregrinus Tunstall, 1771 SBFalcone di Barberia Falco peregrinoides Temminck, 1829 A

SENSI SVILUPPATI,SPECIFICI ADATTAMENTI

La maggior parte dei rapaci caccia prede vive, spesso difficili da cat-turare, fanno eccezione gli avvoltoi (Gipeto, Grifone, Avvoltoio mona-co, Capovaccaio), che si alimentano delle carcasse di animali morti.Molti degli adattamenti (vista, udito, volo), si sono evoluti in base a que-ste particolari abitudini di vita.

La vista è particolarmente sviluppata grazie all’elevato numero dicellule fotosensibili presenti negli occhi dei rapaci (100 nella Poiana,rispetto a 16-20 sulla stessa superficie dell’occhio umano). A differenzadegli occhi dei rapaci notturni (gufi, civette, allocchi), che sono fissi,quelli dei rapaci diurni sono mobili e presentano un grande campo visi-vo di circa 220°.

Anche l’udito ha un ruolo molto importante; soprattutto in alcunespecie come le albanelle. Presentano dei “dischi facciali” di piume,simili a quelli dei rapaci notturni, che convogliano i suoni verso i padi-

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glioni auricolari allo scopo di percepire e localizzare, nella fitta vegeta-zione erbacea, le piccole prede di cui si nutrono.

Secondo il modo di vita e il tipo di alimentazione i rapaci diurnihanno evoluto ali di forma diversa e conseguentemente differenti tecni-che di volo. I falconidi, che catturano le loro prede in volo, hanno unastruttura aerodinamica con ali strette ed appuntite. Altre specie, checacciano in ambienti forestali o in paesaggi semiaperti come loSparviere e l’Astore, dispongono di una lunga coda con timoniere diva-ricabili che permette di effettuare brusche virate, mentre le loro ali cortema larghe permettono di accelerare. I Rapaci come le poiane, le aqui-le e gli avvoltoi che, al contrario, con lunghi voli planati perlustrano ilterritorio alla ricerca di cibo, hanno ali lunghe e larghe, che facilitanoil decollo e il lento volo di ricerca.

Le remiganti distanziate e curvate all’insù, come nelle albanelle,aumentano la spinta verso l’alto e permettono all’uccello di volaremolto lentamente; la posizione delle ali a V, tipica di queste specie,della Poiana e dell’Aquila reale, sposta il baricentro verso il bassoaumentando la stabilità.

Le ali larghe di molti rapaci di grosse dimensioni danno origine ad unbasso carico alare permettendo così di sfruttare le più deboli correntiascensionali e di planare per lunghe distanze senza perdere quota. I rapa-ci più piccoli hanno però un doppiovantaggio: possono volare in cerchipiù stretti e utilizzare così anche lepiù piccole correnti ascensionali e ilcarico alare inferiore permette lorodi salire più velocemente.

Pellegrino

Falco Pecchiaiolo

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LE SPECIE E I LORO SPAZI VITALI

In provincia d’Imperia si riproducono regolarmente 8 specie di rapa-ci diurni, mentre altre sono presenti durante le migrazioni o in inverno.Le loro esigenze, per quanto riguarda gli spazi vitali, sono molto diffe-renti e per questo è possibile vedere numerose specie in uno spazioristretto senza che la concorrenza tra loro sia particolarmente pronun-ciata.

Alcune specie molto diffuse come la Poiana, hanno scarse esigenzeambientali potendo vivere dal livello del mare fino al limite superioredella vegetazione arborea, mentre altre richiedono habitat particolari eben definiti.

I rapaci diurni, ad eccezione del Pellegrino, del Gheppio edell’Aquila reale, dipendono in misura diversa dagli ambienti forestali.Astore e Sparviere utilizzano il bosco sia come ambienti di nidificazio-ne, sia come area di caccia, mentre altre specie come il Biancone, ilFalco pecchiaiolo, la Poiana, se ne servono unicamente come luogo dinidificazione.

La grandezza dei territori dipende principalmente da due fattori: ladensità delle prede e la disponibilità dei luoghi di nidificazione. Ingenerale il territorio deve essere tanto più esteso quanto più è grande ilrapace: specie di notevoli dimensioni come l’Aquila reale si nutrono diprede relativamente grandi che sono presenti con densità minori rispet-to, ad esempio, ai piccoli mammiferi. Quindi, mentre una coppia digheppi può vivere su un territorio di un chilometro quadrato (o anchemeno), una coppia di aquile reali necessita sulle Alpi di un territoriocompreso tra i 50 e 100 chilometri quadrati.

Confronto di dimensioni tra Astore (a sinistra)e Aquila reale (a destra)

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I RAPACI DIURNI NIDIFICANTIIN PROVINCIA DI IMPERIA

Falco pecchiaiolo Pernis apivorusSimile ad una Poiana, ma con testa più piccola e collo più lungo.

Coda lunga con tre barre nere piuttosto evidenti. Nidifica in ambientiforestali, si nutre d’insetti in particolare imenotteri (api e vespe) e pic-coli rettili (lucertole). Migratore, giunge in provincia d’Imperia a mag-gio e riparte tra la fine di agosto e la metà di settembre.

Biancone Circaetus gallicusLeggermente più piccolo di un’Aquila reale con le parti inferiori

bianche barrate di nero e quelle superiori marrone nocciola. Nidifica inboschi di conifere e caccia rettili (in particolare serpenti) in ambientiaperti. Migratore, giunge in provincia d’Imperia nelle seconda metà dimarzo e riparte a metà settembre.

Astore Accipiter gentilisDelle dimensioni di una Poiana (il maschio è poco più piccolo), parti

superiori grigio brune, parti inferiori chiare fittamente barrate; codalunga, ali corte ed arrotondate. Stanziale, nidifica e caccia in ambientiforestali catturando prevalentemente uccelli e piccoli mammiferi (sco-iattoli).

Sparviere Accipiter nisusDimensioni analoghe a quelle di

una cornacchia (maschio più picco-lo) con parti superiori, nel maschio,grigio ardesia e brune, nella femmi-na. Parti inferiori chiare fittamentebarrate. Stanziale, nidifica e cacciain ambienti forestali nutrendosi dipiccoli uccelli.

Poiana Buteo buteoRapace di medie dimensioni e dall’aspetto robusto. Piumaggio molto

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Sparviere

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variabile con parti superiori marrone. Nidificante diffuso in ambientiforestali, caccia piccoli roditori e rettili in ambienti aperti. Stanziale.

Aquila reale Aquila chrysaetosGrande rapace di colore bruno scuro con testa più chiara. I giovani

e gli immaturi presentano ampie chiazze bianche sulle ali e timonierecon base bianca. Nidificante raro nelle zone idonee con ampie paretirocciose, si alimenta di mammiferi di medie dimensioni come lepri emarmotte cacciati in zone aperte. Stanziale.

Gheppio Falco tinnunculusPiccolo falco di colore rosso-bruno con la punta delle ali scure

scuro, maschio con testa e coda grigie. Ali appuntite e coda lunga.Nidifica su pareti rocciose, anche di piccole dimensioni e caccia picco-li roditori, rettili ed insetti in zone aperte. Stanziale.

Pellegrino Falco peregrinusFalco di medie dimensioni dalla corporatura robusta. Ali a punta e

coda corda, con parti superiori del corpo di colore grigio ardesia e partiinferiori bianche barrate di nero. Nidificante raro su ampie pareti roc-ciose, si nutre di uccelli di piccole e medie dimensioni catturati in volo. 9

La diga di Tenarda

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PREDATORI E PREDE

I rapaci diurni catturano un’ampia gamma di prede dai mammiferiagli insetti, compresi anfibi e rettili. Il fabbisogno giornaliero di cibovaria da specie a specie, normalmente i rapaci più piccoli devono ucci-dere più prede al giorno, rispetto a quelli più grandi. Un’Aquila realeche pesa in media 3.600 grammi e che ha bisogno mediamente di solo280 grammi di cibo al giorno, pari all’8% del suo peso, può digiunareper alcuni giorni anche se ha relativamente poche riserve di grasso,mentre i piccoli rapaci, cacciatori di topi e arvicole devono nutrirsi, alcontrario, ogni giorno.

Tabella 2. Prede e fabbisogno giornaliero di cibo (in grammi) dei rapaci nidificantiin provincia d’Imperia: XX cibo principale, X prede catturate regolarmente, O prede cat-turate occasionalmente.

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Falco pecchaiolo 90 O O O O XX

Biancone 100 O O XX

Astore 90 O X XX

Sparviere 45 O XX O

Poiana 90 XX X O X O

Aquila reale 280 XX X O

Gheppio 70 XX O X X

Pellegrino 110 XX

Nella maggior parte dei casi l’effetto dei Rapaci sulle popolazioni diprede viene sovrastimata. Molte specie, concorrenti indesiderate di cac-ciatori, sono state considerate, a torto, responsabili della diminuzionedegli effettivi di molte specie d’interesse venatorio. Numerose ricerchehanno dimostrato che nella stragrande maggioranza dei casi gli effettividelle prede non vengono né ridotti drasticamente né minacciati in alcun

Specie

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modo dai prelievi dei rapaci. Una ricerca effettuata in Svizzera nel can-tone di Zurigo, sull’alimentazione dello Sparviere, ha evidenziato comesolo l’1,3% delle prede è costituito da uccelli rari, mentre le specie piùfrequenti sono rappresentate da specie comuni su tutto il territorio.Analoghi risultati sono stati evidenziati anche in Italia. In Gran Bretagnai Falchi di palude catturano fino al 25% dei piccoli di Germano reale,malgrado ciò raggiunge l’età adulta lo stesso numero di giovani pernidiata che in regioni prive di predatori. A lungo andare i rapaci nonpotrebbero sopravvivere se decimassero o addirittura portasseroall’estinzione le loro prede. Per questo motivo non ci si può nemmenoaspettare che catturino tutti i topi presenti in un campo: appena ilnumero delle prede scende sotto un certo livello e c’è il pericolo che ilfabbisogno giornaliero di cibo non possa essere soddisfatto, i rapaci sispostano in una zona migliore.

Se le prede si moltiplicano anche i predatori aumentano, tuttavia, irapaci si riproducono più lentamente delle loro prede e hanno un minorsuccesso riproduttivo. I loro effettivi sono, quindi, sempre inferiori aquelli delle prede, anche nelle condizioni migliori.

I rapaci possono influenzare lo sviluppo del numero di delle prede,ritardando o abbassando i picchi di crescita, ma non sono in grado diimpedirli. Globalmente i rapaci contribuiscono a stabilizzare la dinami- 11

Lodolaio

Biancone

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ca di popolazione delle loro prede. I predatori, inoltre, giocano unruolo positivo dal punto di vista delle specie predate in quanto cattura-no individui deboli o malati. In una ricerca condotta in Gran Bretagnasi è dimostrato che i colombacci predati dall’Astore pesavano in mediail 14% in meno rispetto a quelli uccisi dai cacciatori.

Le prede non sono completamente in balia dei rapaci e gli individuisani hanno buone probabilità di sfuggire ai predatori. I maschi diPellegrino, ad esempio, cacciano con successo una volta su sei, poichéle loro prede li superano in abilità. Il Gheppio ha un successo del 20%nei tentativi di cattura di uccelli, mentre nella caccia di micromammi-feri va a segno un tentativo su tre. Un’altra ricerca ha dimostrato, sem-pre nel Gheppio, che a causa della vegetazione densa il numero di fal-limenti era maggiore in estate (88%) rispetto all’inverno (77%).

I rapaci hanno sviluppato diverse tecniche di caccia a seconda dellespecie preda. Più un attacco avviene velocemente e di sorpresa, più gran-di sono le possibilità che riesca. La caccia agli uccelli è particolarmentedifficile e i falconidi come il Pellegrino devono piombare dall’alto a gran-de velocità sulle loro prede, mentre gli astori e gli sparvieri cercano di sor-prendere le loro prede volando bassi lungo superfici accidentate.

I predatori di micromammiferi, come il Gheppio e la Poiana, caccia-no topi e arvicole “all’aspetto”, cioè si posizionano su punti elevati inattesa di scorgere la preda. Alcune specie adottano la tecnica dello “spi-rito santo” come il Biancone e il Gheppio. Posizionandosi in volo con-trovento, queste specie hanno la possibilità di fermarsi in volo scrutan-do il terreno sottostante alla ricerca di prede. Il Gheppio adotta questatecnica in particolare nelle aree in cui sono scarsi i posatoi e quando larichiesta di cibo da parte dei nidiacei è elevata. Con questa tecnica,nonostante il maggiore dispendio di energia, le probabilità di successosono maggiori rispetto alla caccia da un posatoio.

Aquila reale

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IL LORO NUMERO DIPENDE DALLE PREDEE DALLA DISPONIBILITA’

DEI LUOGHI DI RIPRODUZIONE

Le dimensioni delle popolazioni di rapaci diurni dipendono da duefattori principali: il cibo e i luoghi di riproduzione.

Il numero di prede, spesso, subisce notevoli variazioni stagionali oannuali, mentre i siti riproduttivi sono presenti in numero più o menocostante secondo il tipo di habitat.

In linea generale la densità delle diverse specie può essere spiegatacon i seguenti punti: i grandi rapaci dipendono da prede di grandidimensioni e poco numerose, hanno quindi una densità di popolazio-ne inferiore a specie più piccole per le quali è maggiore l’offerta di cibo;uccelli della stessa specie presentano territori di dimensioni variabili aseconda della densità delle prede; la grandezza dei territori, e quindi ladensità dei rapaci, può variare enormemente di anno in anno a secon-da delle densità delle prede; variazioni improvvise o a lungo terminedella densità di popolazione dei rapaci coincidono con variazioniimprovvise o a lungo termine della densità delle prede.

Appena in una regione aumenta la disponibilità di cibo a disposizione,si può assistere ad un aumento del numero di rapaci. Gli esempi più cono-sciuti sono quelli relativi alle specie che si nutrono di piccoli mammiferi,spesso soggetti ad aumenti spettacolari di popolazioni: quando la densitàdi topi o arvicole aumenta, possono raggiungere densità anche dieci voltesuperiori a quelli minimi. Anche la disponibilità di siti riproduttivi idoneipone dei limiti alla densità delle diverse specie di rapaci. Quelle che siriproducono su rocce (Aquila reale, Pellegrino), si suddividono una regio-ne a seconda dei luoghi di nidificazione a disposizione. Le pareti utilizza-te per la riproduzione, inoltre, rappresentano anche il centro del territorioe la coppia mostra per tutto l’anno un legame più o meno stretto con que-sto sito. La disponibilità di siti riproduttivi varia il numero di rapaci presen-ti in una regione. Tra il 1986 e il 1989 in alcune aree della Svizzera ilnumero di coppie di Gheppio è passato da 23 a 65 coppie dopo che eranostati installati numerosi nidi artificiali per la specie.

Un ulteriore fattore limitante la densità dei rapaci è, infine, il nume-ro di rapaci stessi. Sempre in Svizzera è stato osservato come nelle areein cui le popolazioni di Aquila reale erano sature, il successo riprodut-

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tivo diminuiva. I giovani, infatti, non potendo trovare territori liberi ido-nei, disturbavano le coppie nidificanti rendendo impossibile l’alleva-mento dei nidiacei.

RAPPORTI DI COPPIA:IL “SESSO DEBOLE” E’ IL PIU’ FORTE

I rapaci diurni che occupano tutto l’anno lo stesso territorio vivonogeneralmente in coppie fisse per tutta la vita, altre specie vivono in cop-pia per una stagione; per altre ancora, come le albanelle, è molto diffu-sa la poligamia. I maschi partecipano attivamente all’allevamento dellaprole: la loro esperienza e la loro fortuna nella caccia decidono le sortidella covata. Spesso i ruoli dei due partner sono ben definiti.

Nello Sparviere i due sessi si riconoscono per la colorazione del piu-maggio, per le dimensioni e per il modo di vita: i maschi adulti hannoil dorso grigio-ardesia e il piumaggio del petto e del ventre è barrato dibruno arancio; le femmine hanno la schiena bruna e il petto barrato dibruno-grigio. I maschi pesano circa 140 grammi, mentre le femmine,notevolmente più grandi, ne pesano 240 (circa il 70% in più). Perché lefemmine di Sparviere sono molto più grandi e perché queste proporzio-ni variano da specie a specie? Rapaci che si alimentano di prede pocomobili non presentano grosse differenze di taglia tra i due sessi, mentrespecie che catturano rettili e mammiferi presentano maggiori differen-ze. Nei cacciatori di uccelli come lo Sparviere,le differenze sono evidenti. Il maschio, graziealla sua struttura corporea più minuta, puòcacciare con successo nel bosco, dove vivonomolti passeriformi ed è necessaria molta agili-tà. La femmina, più pesante, caccia soprattuttoall’esterno del bosco, dove non sono necessaribruschi cambiamenti di direzione e dove sonopiù diffusi uccelli di maggiori dimensioni. I ter-ritori di caccia e il tipo di prede sono quindimolto differenti a seconda del sesso del rapace;in questo modo un numero maggiore di coppiepuò vivere nella stessa zona.

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Sparviere

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LA MIGRAZIONE DEI RAPACI

Molti dei nostri rapaci sono molto più mobili di quanto si pensi nor-malmente. La Poiana che osserviamo d’inverno nei pressi delle nostrecase, probabilmente proviene dal nord Europa.

Esistono delle specie prettamente migratrici come il Falco pecchiaioloe il Biancone, i quali alimentandosi d’insetti o rettili, passano l’invernonell’Africa tropicale. Altre specie sono solo parzialmente migratrici(Poiana, Gheppio); parte delle popolazioni più settentrionali migra inautunno verso sud, mentre le popolazioni più meridionali sono stanziali.Esistono, infine, delle specie erratiche, che non compiono dei veri e pro-pri movimenti migratori, ma gli individui giovani si spostano senza segui-re direzioni precise alla ricerca di territori idonei alla riproduzione.

In Liguria la migrazione dei rapaci è stata a lungo studiata, in partico-lare a cavallo delle province di Savona e Genova, nell’area del Parco delBeigua dove, per la particolare conformazione del territorio, i rapaci sonocostretti a concentrarsi durante la migrazione lungo una fascia di pochichilometri. Qui, in primavera, è possibile osservare alcune migliaia dirapaci in migrazione, in particolare bianconi, falchi di palude e falchipecchiaioli. In autunno il flusso migratorio appare più modesto ed è costi-tuito da alcune centinaia d’individui, con prevalenza di bianconi.

Anche in provincia d’Imperia è possibile osservare centinaia di rapa-ci in migrazione, sia in primavera, sia in autunno. Pur non essendociricerche specifiche si è evidenziato che lungo la costa, in particolarenell’area di Monte Bignone, transitano numerosi individui di Falco dipalude e Falco pecchiaiolo. Più all’interno, nelle diverse ZPS della pro-vincia sono note numerose segnalazioni di rapaci migratori, come èanche evidenziato dalle recenti ricerche sui rapaci diurni, nell’ambitodel progetto ”valorizzazione siti di pregio della Provincia di Imperia”.

A livello internazionale si arriva a concentrazioni molto più grandidi rapaci in migrazione rispetto a quanto rilevato nell’imperiese e più ingenerale in Liguria. I punti più conosciuti si trovano generalmente sustretti di mare o penisole. In questi luoghi passano migliaia o addirittu-ra decine di migliaia di migratori, in particolare quelle specie che uti-lizzano il volo planato. Questi rapaci, infatti, non attraversano larghitratti di mare poiché le correnti termiche si formano solo sopra le masseterrestri e migrano quindi dall’Europa all’Africa in prossimità degli stret-

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ti come Gibilterra o il Bosforo.Più un rapace è grande e più gli conviene operare delle deviazioni

per raggiungere i quartieri di svernamento. Un uccello delle dimensio-ni di una Poiana può ridurre di un terzo il dispendio di energie se migraplanando invece che battendo le ali.

Rapaci che invece sfruttano il volo battuto, come il Falco pescatoree le albanelle, attraversano il Mediterraneo in un punto qualsiasi, nonsi concentrano sugli stretti ma si possono osservare sulle isole.

LA RICERCA IN PROVINCIA D’IMPERIA

La conservazione della natura in provincia di ImperiaLa tutela degli spazi naturali nella provincia di Imperia è affidata ai

S.I.C. e Z.P.S. In base alla normativa comunitaria attualmente vigente(Direttiva Habitat 92/43/CEE) ogni Paese membro dell’Unione Europeadeve creare un sistema di aree protette in grado di garantire la conser-vazione degli ambienti naturali e delle specie selvatiche presenti all’in-terno del proprio territorio. Tale sistema, noto con il nome di ReteNatura 2000, è costituito da due tipologie diverse di aree protette: leZPS e i SIC.

Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) vengono istituite ai sensi dellaDirettiva Uccelli 79/409/CEE allo scopo di tutelare gli habitat di un grannumero di specie di uccelli, in particolare quelle incluse nell’allegato Idella direttiva stessa e più in generale per tutte le specie migratrici.

I Siti d’Importanza Comunitaria (SIC), invece, sono aree destinate aproteggere gli ambienti naturali e le specie prioritarie di piante e anima-li elencati nei diversi allegati di tale direttiva.

L’Unione Europea vigila affinché ciascun Paese sottoponga a tutelauna frazione significativa del proprio territorio istituendo ZPS e SIC incorrispondenza delle aree maggiormente interessanti sotto il profilonaturalistico. Gli Stati membri hanno l’obbligo di preservare le specieprioritarie e gli ambienti che sono presenti all’interno di ZPS e SIC pre-cludendo o limitando ogni attività antropica in grado di interferire nega-tivamente con le diverse componenti ambientali e prevedendo la reda-zione di opportuni piani di gestione.

L’Amministrazione provinciale di Imperia, nell’ambito del progetto

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denominato “valorizzazione siti di pregio della biodiversità della pro-vincia di Imperia”, ha permesso lo studio e il monitoraggio (oggettodella presente pubblicazione), avviato nel 2004 e attualmente in corso,sulla presenza e distribuzione dei rapaci diurni nidificanti nelle sei ZPSpresenti in provincia così denominate:

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IT 1313776 PiancavalloIT 1314677 Saccarello-GarlendaIT 1314678 Sciorella

IT 1314679 Toraggio-GerbonteIT 1315380 Testa d’Alpe-AltoIT 1315481 Ceppo-Tomena

I Rapaci diurni delle Alpi Liguri: risultati generali

Le Zone di Protezione Speciali sono localizzate nella regione biogeo-grafica alpina e si estendono per ca. 9.670 ettari, rappresentando l’8,3%di superficie della provincia di Imperia. Le aree interessano le più alte

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vette della Liguria, che si elevano fino a 2.200 m a soli 20 km dal mare.L’ambiente naturale è rappresentato da gole, torrenti, valloni, falesie,rupi ed è caratterizzato da un’incredibile varietà di forme vegetali: dallesclerofille sempreverdi alle laricete, dalle abetine ai rodoreti.

In queste zone durante le stagioni riproduttive 2004 e 2005 sonostati censiti i rapaci diurni nidificanti, allo scopo di aumentare e miglio-rare le informazioni sulla distribuzione e consistenza delle diverse spe-cie per intraprendere adeguate misure di conservazione nei loro con-fronti.

Nei due anni di ricerca sono state osservate 12 specie di rapaci diur-ni (tab. 3), 8 di queste sono nidificanti, mentre le restanti 4 sono stateosservate in migrazione (Falco di palude e Lodolaio) o durante gli erra-tismi (Grifone e Gipeto).

TORAGGIOGERBONTE

TESTAD’ALPE

PIANCAVALLO

SACCARELLOGARLENDA

CEPPOTOMENA SCIORELLA

Accipitriformes

Gipeto XGypaetus barbatusGrifone X XGyps fulvusAquila reale X X X X XAquila chrysaetosBiancone X X X X XCircaetus gallicusFalco di palude XCircus aeruginosusPoiana X X X X XButeo buteoFalco pecchiaiolo X X X XPernis apivorusSparviere X X X X XAccipiter nisusAstore XAccipiter gentilisFalconiformes

Gheppio X X X X X XFalco tinnunculusLodolaio XFalco subbuteoPellegrino X XFalco peregrinus

TOTALE 8 5 7 8 4 6

Tabella 3. Specie presenti nelle sei ZPS indagate nel 2004 e 2005.

Specie Zone di Protezione Speciale

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Tutte le ZPS indagate presentano un numero di specie complessivopiuttosto alto che è in funzione degli habitat presenti, favorevoli o menoalle diverse specie.

Figura 2. Biodiversità complessiva nelle aree di studio.

Falco pecchiaiolo Pernis apivorusQuesta specie è stata trovata in quattro delle sei ZPS considerate,

con singole coppie nidificanti in ambienti forestali. Durante i movimen-ti migratori, in particolare quello primaverile, sono stati osservati grup-pi in migrazione di alcune decine d’individui, in particolare nell’areadel Saccarello e del Passo della Mezzaluna, nella ZPS di Sciorella.

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Biancone Circaetus gallicusE’ uno dei rapaci di grosse dimensioni più diffusi nelle ZPS dell’im-

periese. La riproduzione avviene in ambienti forestali, mentre durantel’attività di caccia sono frequentate le aree aperte, come le prateriealpine. Osservazioni d’individui in attività di ricerca di cibo sono statiosservati anche a quote elevate nell’area del Saccarello.

Grifone Gyps fulvusSono note due osservazioni

avvenute nel 2004 sulSaccarello (1 individuo) e nel2005 nei pressi della ZPSToraggio-Gerbonte (8 indivi-dui). Il numero di segnalazionidi questo avvoltoio sono innetto aumento su tutte le Alpi occidentali grazie ad alcuni progetti direintroduzione avvenuti negli ultimi anni nelle prealpi francesi, dove laspecie è attualmente presente con alcune decine di coppie nidificanti. Laspecie, nell’imperiese e più in generali sulle Alpi, diventerà sempre piùfrequente compatibilmente con le disponibilità di cibo.

Gipeto Gypaetus barbatusUn’unica osservazione di un indi-

viduo immaturo è avvenuta nel 2004nei pressi del Saccarello. Come perla specie precedente le segnalazioniandranno sicuramente aumentandonei prossimi anni grazie al progettodi reintroduzione attualmente in attosulle Alpi, con siti di rilascio in Italia, Francia, Svizzera e Austria.

Falco di paludeCircus aeruginosus

Un individuo femmina è statoosservato nel 2004 durante la migra-zione primaverile nella ZPS diCeppo-Tomena.

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Astore Accipiter gentilisRapace non molto diffuso in provincia d’Imperia, probabilmente sot-

tostimato per la difficoltà di osservazione. Singoli individui in periodoriproduttivo sono stati osservati nella ZPS di Ceppo-Tomena.

Sparviere Accipiter nisusE’ uno dei rapaci più diffusi e frequenti nelle ZPS dell’imperiese. Si

riproduce in ambienti forestali e frequenta boschi e ambienti apertidurante l’attività di caccia.

Poiana Buteo buteoSpecie osservata in 5 delle

sei ZPS considerate. La specieappare ben diffusa, anche senon raggiunge densità elevateriscontrabili in altre aree delnord Italia. La riproduzioneavviene in ambienti forestali e frequenta zone aperte per la caccia.

Aquila reale Aquila chyisaetosNidificante certo in almeno tre delle ZPS considerate, dove sono stati

osservati nidi o coppie con comportamento riproduttivo (parate nuzia-li, display territoriali, difese del territorio). Individui in caccia sono statiosservati anche in altre ZPS non direttamente utilizzate per la riprodu-zione, ma con buone densità di prede e ottimi territori di caccia.

Gheppio Falco tinnunculusAssieme allo Sparviere è il rapace più diffuso e

comune nelle ZPS della provincia. La sua presen-za è stata riscontrata in tutte le ZPS, dove si ripro-duce su pareti rocciose, anche di piccole dimen-sioni frequentando ambienti aperti (praterie sasso-se, pascoli, prati stabili, coltivi abbandonati)durante l’attività di caccia.

Lodolaio Falco subbuteoLa specie è stata osservata una sola volta

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durante la migrazione primaverle nella ZPS di Ceppo-Tomena, inun’area sicuramente interessata dal passaggio di altri rapaci migratori.

Pellegrino Falco peregrinusSpecie rara in provincia d’Imperia: è

stata osservata solo in due delle ZPS con-siderate dove è presente almeno unacoppia certa e una seconda probabile(osservazioni di adulti con giovani giàvolanti nel giugno 2005). Durante l’attivi-tà di caccia frequenta ambienti apertidove ricerca diverse specie di uccelli dipiccole e medie dimensioni.

Occorre ricordare, infine, un’altra specie, non direttamente osservatadurante i rilevamenti di questa ricerca, ma regolarmente presente negliambienti idoeni delle ZPS imperiesi durante i movimenti migratori ed ininverno: l’Albanella reale. Alcuni individui di questa specie sono statiosservati in diverse zone idonee, negli anni precedenti all’inchiesta, supraterie ed altri ambienti aperti nei pressi del Saccarello e nelle ZPS diSciorella, Toraggio–Gerbonte e e Ceppo- Tomena.

VITA E MORTE DEI RAPACIE LA LORO CONSERVAZIONE

I rapaci, in particolare le specie di piccole e medie dimensioni,hanno una vita generalmente piuttosto breve. Nel primo anno di vitala probabilità di morire può raggiungere il 50%, senza contare la mor-talità che avviene nei nidi. Gli adulti, grazie alla loro maggiore espe-rienza, hanno tassi di sopravvivenza leggermente superiori: le perditeannuali possono variare tra il 5 e il 30% nelle specie più grandi e trail 35 e 40% nelle specie più piccole. Anche se si conoscono casi digheppi di 16 anni di età, la speranza media di vita è di 3-4 anni. InSvizzera è stato calcolato che i gheppi vivono mediamente 650 gior-ni, in pratica neanche due anni.

Le cause di morte sono molteplici, giocano un ruolo diverso secon-

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do le specie, variano a seconda della stagione e a lungo termine. Speciecome il Gheppio o lo Sparviere subiscono spesso in primavera le pre-dite maggiori, poiché è in quel periodo che le prede sono più rare. Lecause di morte più frequenti sono la fame, seguita dagli incidenti comele collisioni contro autoveicoli, cavi aerei o vetrate e la persecuzionediretta. Ancora oggi in molte aree i rapaci vengono perseguitati contrappole, avvelenamenti e uccisioni con armi da fuoco.

Oltre ai problemi derivanti dalla morte diretta degli individui i rapa-ci europei soffrono per varie cause come la perdita degli ambienti ido-nei, la diminuzione delle risorse alimentari, l’inquinamento, il disturboai nidi.

La perdita degli ambienti naturali idonei alle diverse specie è sicura-mente una delle cause principali della diminuzione di numerose speciedi rapaci, in particolare quelle legate agli ambienti agrari o ad altre areeaperte. In molte zone montane l’abbandono delle pratiche agricole hadeterminato l’aumento della vegetazione forestale con conseguentediminuzione degli ambienti aperti idonei alla caccia per numerose spe-cie come il Biancone, l’Aquila reale o il Gheppio. Un’errata gestioneforestale, con il taglio di alberi di grosse dimensioni, riduce i siti idoneialla riproduzione per numerose specie di rapaci forestali, come loSparviere e l’Astore che hanno bisogno di boschi maturi.

Anche le specie che si riproducono sulle pareti rocciose soffronospesso di un eccessivo disturbo dovuto ad attività sportive, come l’ar-rampicata libera che se praticata in prossimità di siti di riproduzionepuò causare la perdita d’intere covate influenzando in modo significa-tivo il successo riproduttivo delle diverse popolazioni.

L’inquinamento, infine, ha influito pesantemente sulla conservazio-ne dei rapaci. I pesticidi utilizzati nelle campagne, accumulandosi neitessuti degli organismi viventi e passando attraverso le catene alimenta-ri, si sono spesso accumulati in alcune specie di predatori con conse-guente morte degli individui o gravi scompensi fisiologici che hannodeterminato la produzione di uova con gusci molto sottili che vengonorotte dal peso degli adulti intenti nella cova. Anche se questo problemasembra essersi ridimensionato negli ultimi anni, studi recenti sullo spes-sore del guscio delle uova di alcuni rapaci italiani hanno evidenziatocome alcune specie presentano ancora adesso gusci con uno spessoredecisamente inferiore alla norma.

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RINGRAZIAMENTI

Un sentito e doveroso ringraziamento all’Amm.ne Prov.le di Imperia, setto-re Parchi, nella persona della dott.ssa Sonia Zanella per la fiducia accordata-mi.

Desidero calorosamente ringraziare tutte le persone che, a vario titolo,hanno fornito dati e osservazioni: Franco Bianchi, Daniele Chianea, AlessioChiusi, Mauro Ottonello, Roberto Toffoli, Rudy Valfiorito.

Un particolare grazie agli instancabili amici Michelangelo Giordano eGabriella Nicolazzi per il considerevole materiale fotografico messo a disposi-zione. A Roberto, un modesto ma infinito grazie per la sua capacità e la forma-zione professionale che ha saputo trasmettermi

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