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In collaborazione con il Comune di Santa Giustina I giovani presentano il territorio I quaderni di Santa Giustina 3 COLLANA A CURA DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “G. RODARI” L L e e t t e e r r r r e e d d i i m m e e z z z z o o

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In collaborazione con il

Comune di Santa Giustina

I giovani presentano il territorio

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I giovani presentano il territorio

I quaderni di Santa Giustina n. 3

LLLeee ttteeerrrrrreee dddiii mmmeeezzzzzzooo

A cura delle classi 2^D e 3^D

Scuola Secondaria di Primo Grado

Istituto Comprensivo di Santa Giustina

a.s. 2013-14

Realizzato in collaborazione con il Comune di Santa Giustina

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Testi e fotografie a cura degli alunni delle classi 2^D e 3^D e del gruppo di laboratorio di fotografia dell’I.C. “G. Rodari” di Santa Giustina (BL):

Classe 2^D: Canal Erica Carrera Federico Da Gioz Arianna

Dapoz Chiara De Min Lisa

Ebone Riccardo Giazzon Sara

Passerini Andrea Pavanati Riccardo

Pavei Mattia Possamai Miriam

Rento Ilaria Sacchet Lorenzo

Salvadori Alex Talin Diego

Tolotti Marco Varesano Stefano

Classe 3^D: Attorre Tiziana Bardin Matteo

Casanova Cristiana Dal Pont Alessandro

De Moliner Alessia Garlet Ilaria

Giazzon Francesco Gimbutan Paul Casian

Guadagnin Mattia Hoxa Famajdo

Liberti Garlet Matteo Lucchetta Maria

Paoletti Sara Perot Ezechiele

Polesana Filippo Righes Francesca

Salton Anita Sanvido Danny

Talin Martino Tomé Jacopo Sisto

Zanella Alessia Maria Zanne Arianna

Coordinamento e revisione: prof. Masini Matteo prof. Vello Michele

Quaderno autoprodotto, tutti i diritti sono riservati Istituto Comprensivo di Santa Giustina Santa Giustina (BL), 2014

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Sommario

Prefazione ..................................................................................................................... 6

Premessa ....................................................................................................................... 7

Mappa ............................................................................................................................ 8

Santa Giustina ............................................................................................................... 9

Le scuole ...................................................................................................................... 10

La Chiesa di San Giovanni Battista di Campo ........................................................... 13

La Chiesa di San Marco .............................................................................................. 15

La Chiesa di San Lorenzo di Grighér .......................................................................... 16

Il Piave ......................................................................................................................... 20

La Chiesa di Santa Libera ........................................................................................... 22

Il Mulino di Santa Libera di Salzan ............................................................................ 23

Bibliografia ................................................................................................................. 24

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Prefazione

Per il terzo anno consecutivo l’ Istituto Comprensivo “G. Rodari” ci presenta un

quaderno di Santa Giustina, frutto della ricerca e dell’osservazione puntuale ed

appassionata del nostro territorio, effettuata da due classi sotto la guida dei professori

Matteo Masini e Michele Vello.

La zona scelta quest’anno, come ben rileva questa pubblicazione, presenta aspetti

naturalistici, legati alla presenza del fiume Piave, di grande interesse ambientale:

questo lavoro favorirà la frequentazione di questi luoghi da parte di chi ama la natura

in tutti i suoi aspetti, da quello paesaggistico a quello floristico e faunistico.

Desidero però rilevare come il patrimonio culturale di quest’area, evidenziato dai

ragazzi attraverso la descrizione di alcune chiese (cui l’ Amministrazione ha di

recente dedicato una pubblicazione curata dalla professoressa Viviana Sogne) nonché

di manufatti come lavatoi, ex latterie e il mulino di Santa Libera, sia oggi una fonte

straordinaria per ricostruire la storia del nostro Comune, dall’epoca romana ai giorni

nostri.

Auspico che i primi a leggere questo quaderno siano gli altri alunni del nostro

Istituto e le loro famiglie, incuriositi dal lavoro dei propri compagni, invogliati dai

coetanei a percorrere stradine e sentieri del territorio che in questa pubblicazione è

stato denominato letterariamente “terre di mezzo”.

Complimenti ai giovani ricercatori e un grazie ai docenti che riescono ogni anno a

coinvolgere i propri allievi in un’operazione culturale che oggi è più che mai

importante per costruire generazioni consapevoli della propria identità nel prossimo

futuro.

L’ Assessore all’ Istruzione Il Sindaco

Angela Bortolin Ennio Vigne

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Premessa

Prosegue con entusiasmo il progetto “I quaderni di Santa Giustina” che vede la

pubblicazione del suo terzo lavoro. Questa volta i ragazzi ci conducono alla scoperta

dell’area a sud del paese, lungo le sponde del Vesés. Le hanno chiamate “le terre di

mezzo” per ricordare le vicende che nel medioevo, proprio qui a Santa Giustina,

hanno portato alla nomina del vescovo delle diocesi riunite di Feltre e Belluno. Si

tratta di un territorio ricco di storia con testimonianze risalenti all’epoca romana e

medievale. Oggi l’area è apprezzata per il suo valore naturalistico. Vi lasciamo alle

pagine scritte dai ragazzi, che vi guideranno in una piacevolissima passeggiata alla

scoperta delle bellezze di Santa Giustina.

Ringraziamo ancora l’Amministrazione Comunale che ha creduto in questo progetto,

permettendo così agli studenti di essere protagonisti della valorizzazione del proprio

paese.

Masini Matteo

Vello Michele

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Mappa

Partenza e arrivo: Scuole

Lunghezza: 7 km circa Dislivello: 40 m

Tempo di percorrenza: 2:30 ore circa

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Santa Giustina

Il Comune di Santa Giustina è posto nel mezzo della Valbelluna, sulla destra orografica del fiume Piave, che ne costituisce il confine meridionale. Il paese è attraversato dal torrente Vesés, le cui acque, per secoli hanno alimentato i numerosi opifici che hanno sostenuto l’economia locale. Il territorio è caratterizzato da un variegato paesaggio agricolo che circonda le numerose frazioni che costituiscono il paese. A nord le vette dolomitiche del Monte Pizzocco (2186 m), il Monte Tre Pietre (1965 m) e il Monte Palmàr (1484 m) creano una cornice spettacolare. Sul livello del mare il punto più basso viene toccato a 280 metri. Il più alto è posto a 2186 metri sulla cima del Pizzocco. Per l’eccezionale valore naturalistico, parte del territorio di Santa Giustina è inserito nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ed è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La storia del paese è molto antica. Euganei, Etruschi e Galli occuparono la valle e si succedettero nel tempo; poi fu la volta dei Romani e, nel periodo medievale, Santa Giustina fu invasa dai Longobardi e dai Franchi. Durante il rinascimento fu conquistata dalla Repubblica di Venezia e, nel 1800 dalla Repubblica Francese. Il comune passò poi sotto il dominio austriaco e nel 1866 entrò a far parte del Regno d’Italia. Tra i momenti più significativi della storia del nostro paese, ricordiamo senza dubbio l’epoca degli spadari di Formegan. Le spade forgiate nel XVI secolo, con il minerale proveniente dalle locali miniere del Fursil, furono acquistate dalle più importanti corti reali europee: Inghilterra, Svezia, Francia e furono tra le più famose ed apprezzate per la loro qualità.

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Le scuole

Il nostro itinerario ha inizio presso le scuole in via Cal de Formiga. Sulla parete della Scuola Media è possibile ammirare una splendida meridiana realizzata dall’artista Vico Calabrò, mentre nel cortile della Scuola Primaria sono presenti due totem e tre murales realizzati con il coinvolgimento degli alunni.

La Meridiana della scuola media L’artista bellunese Vico Calabrò nel 1997 ha realizzato, con la tecnica dell’affresco, una splendida meridiana sulla facciata della nostra scuola. Nel progetto furono coinvolti anche gli studenti. Calabrò è nato nel 1938 ad Agordo, in provincia di Belluno e ha intrapreso gli studi scientifici all’Università di Padova e artistici all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Oggi è un artista riconosciuto a livello internazionale. La meridiana, detta anche orologio solare o “sciotere”, è uno strumento di misurazione del tempo molto antico, basato sul rilevamento della posizione del sole. Esistono tre tipi differenti di meridiane: -Meridiana a ore italiche: sistema che divide il giorno in 24 ore in cui l’ora si conta a partire dal tramonto. -Meridiana a ore babilonesi: sistema che divide il giorno in 24 ore in cui l’ora si conta a partire dal sorgere del sole; -Meridiana a ore francesi: sistema che divide il giorno in 24 ore, suddivise in due cicli da 12 ore ciascuno. Il blocco antimeridiano inizia da mezzanotte, mentre quello pomeridiano da mezzogiorno. Questo sistema è il più simile ai nostri orologi attuali. In ciascuna meridiana, l’ora è segnata dall’ombra proiettata dallo “stilo” o “gnomone”.

La meridiana della scuola “G. Rodari” di S. Giustina è di tipo francese. Nell’orologio solare possono comparire altre linee: - la linea equinoziale: è una linea retta che attraversa le linee delle ore. Se è inclinata verso destra significa che la meridiana è rivolta ad est; se è inclinata a sinistra la meridiana è rivolta ad ovest; se è orizzontale la meridiana è rivolta a sud. L’ombra dello stilo coincide con la linea equinoziale nei giorni degli equinozi di primavera (21 marzo) o di autunno (23 settembre) - la linea del solstizio d’inverno è una linea arcuata posta sopra quella equinoziale. L’ombra dello stilo coincide con tale linea nel giorno del solstizio d’inverno (21 dicembre) - la linea del solstizio d’estate è una linea arcuata posta sotto quella equinoziale. L’ombra dello stilo coincide con tale linea nel giorno del solstizio d’estate (21 giugno).

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I totem e i murales della scuola primaria

Nel cortile della scuola primaria di Santa Giustina, nell’inverno del 2013-14 sono stati abbattuti due grandi pini che incombevano sull’edificio. L’Amministrazione ha pensato di valorizzare l’area facendo in modo che i ceppi venissero scolpiti dai due artisti locali: Italo De Gol e Giancarlo Cassol.

Le opere di particolare bellezza raffigurano un gufo assieme ad un topo di biblioteca e un folletto intento alla lettura sotto gli occhi di un curioso scoiattolo.

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I padiglioni della scuola primaria sono impreziositi da alcuni murales realizzati nell’anno scolastico 2013-14 dagli alunni della scuola sotto la guida dell’artista Giovanni Sogne. I bambini hanno lavorato in classe preparando i diversi strati di intonaco su tavolette di legno. Successivamente hanno lavorato di scalpellino graffiando i vari strati fino a comporre delle splendide opere che oggi possiamo ammirare all’entrata dei diversi edifici scolastici. Lasciate le scuole si procede lungo via Cal de Formiga, si oltrepassa la stazione ferroviaria e si gira a destra imboccando il sottopassaggio (Via Campo). La strada compie un’ampia curva e si procede fino a prendere l’ultima deviazione a sinistra prima della rotonda. Superati i capannoni dell’area artigianale si raggiunge la frazione di Campo ove si trova una pregevole chiesa affiancata da un lavatoio.

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La Chiesa di San Giovanni Battista di Campo

La chiesetta di Campo è dedicata a San Giovanni Battista. Essa compare già nel verbale di visita del vescovo Filippo Maria Campeggio nel 1566. La chiesa aveva una porta con robusti serramenti sotto un portico coperto (ora demolito), tre finestre con vetro e inferriata; era pavimentata in pietra, soffittata, con le pareti imbiancate. C'era anche una pala (tuttora presente) che rappresenta la Vergine tra San Giovanni Battista a destra e Santa Giustina a sinistra. Intorno alla chiesa esisteva un

cimitero cinto da un muro. L'altare irregolare era posto sotto la volta dipinta. Nel 1611 la chiesa venne restaurata: si è provvide all'altare, alle finestre, al pavimento e al tavolato sotto la volta, si è riparò il tetto, si sistemarono i muri del cimitero e fu dotata di suppellettili. Venne edificata sul lato sud anche la sacrestia. Nel 1619 i fedeli chiesero di avere un campanile. Nel 1642 l'altare, a cui si accede con due gradini di pietra, appare dotato di portatile nella cappella sotto la volta dipinta. Tutto l'edificio è pavimentato in marmo, le pareti sono dipinte, il soffitto è in legno, le finestre sono quattro, il labello è su colonna di marmo; il cimitero è ben tenuto e il campanile è stato completato. Il cimitero è stato successivamente dismesso nel 1832. Nel 1884 vengono affisse le Stazioni della Via Crucis e nel 1936 la chiesa viene dotata di una nuova campana, mentre l'altra è stata restaurata. Gli anni '70 passano in attesa di lavori (mentre viene rinforzato il campanile, rovinato dagli arbusti cresciuti sulla sommità), compiuti nel 1982 e ricordati da una lapide affissa all'interno. A fianco della chiesa sorge un lavatoio ancora ben conservato dove un tempo si riunivano le donne della frazione per la “lisciva”.

Informazioni tratte da "Chiese di campagna Parrocchia di Santa Giustina" di Viviana Sogne

e da “Chiese del Comune di Santa Giustina” della stessa autrice.

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Ritornati sulla strada, si prosegue verso sud. Al bivio si tiene la sinistra e dopo pochi metri si gira nuovamente a sinistra. Superate alcune case ci si inoltra lungo una strada di campagna dal fondo sterrato. I filari di alberi creano una piacevole ombra. La strada compie alcune curve e piega verso nord. Superate delle abitazioni s’incontra un’altra strada che punta dritta verso il Piave. La si segue fino al termine (500 m circa). Da qui si gode uno splendido panorama sulle Dolomiti meridionali. Giunti al termine della strada, si gira a sinistra fino a raggiungere le acque del Vesés. Un passerella permette di oltrepassare il torrente e in pochi minuti si raggiunge la chiesa di San Marco. In passato il corso d’acqua era spostato più ad est e separava la chiesa di San Marco da quella vicina di San Lorenzo di Grighér.

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La Chiesa di San Marco

Dedicata a San Marco Evangelista, sorge nelle vicinanze della Chiesa di San Lorenzo, ma nel 1500 le due chiese erano separate dal Torrente Vesés, il cui alveo era spostato rispetto ad oggi. La chiesa, risalente alla fine del medioevo è orientata verso occidente, con due finestre, una situata a sud e una dietro l’altare. La pavimentazione della chiesa è in pietra, mentre il tetto è fatto di tegole. Il Vescovo, il giorno della festa di San Marco (25 aprile), conduce una processione che va dalla chiesa parrocchiale alla chiesetta.

Ancora pochi passi e raggiungete la Chiesa di San Lorenzo di Grighér.

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La Chiesa di San Lorenzo di Grighér

Un prezioso patrimonio del nostro territorio, un’occasione per conoscere un piccolo gioiello della provincia di Belluno. La cappella sorge non lontano dal Piave, vicino a “via delle barche”, toponimo che si riferisce all’esistenza di un approdo fluviale in corrispondenza di Nave (frazione di Mel) sulla riva sinistra del fiume. La chiesa non è molto conosciuta, poiché è in un ambiente isolato e poco frequentato. Un tempo, però fu molto importante, perché fu la chiesetta in cui nel 1393 si riunirono i canonici di Feltre e di Belluno per nominare il vescovo delle diocesi riunite. È stata scelta questa chiesetta perché non apparteneva né alla Diocesi di Feltre né a quella di Belluno. Si trovava nelle “terre di mezzo”, racchiusa tra le acque del Cordevole e del Vesés. Prima di parlare della chiesetta di San Lorenzo ci sembra doveroso dire due parole riguardo questo santo. San Lorenzo è uno fra i martiri più famosi della cristianità. Secondo una passione

scritta un secolo dopo la morte e poco attendibile sarebbe stato arrostito su una graticola. Secondo un'altra ipotesi si pensa che sia stato decapitato nel 258 d.C. Fu sepolto sulla via Tiburtina nel “Campus Veranus”. La sua festa ricorre il 10 Agosto, la famosa notte di San Lorenzo in cui è possibile ammirare le stelle cadenti. La chiesetta ha un pavimento in pietra, le pareti sono in parte grezze e in parte intonacate. Ha dei sedili in pietra addossati alla parete meridionale; l’altare è ricco di ornamenti. Il piccolo campanile è decorato con un finto orologio. Sulle pareti si notano tracce di possibili affreschi, probabilmente ricoperti di calce in tempi passati quando il paese venne colpito dalla peste.

Soffitto della chiesa in legno.

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Antica pietra collocata all’ esterno della chiesetta con scritte incise.

Il campanile con il finto orologio.

Iscrizione sulla parete della chiesa: “In questa chiesetta di Grighero fu fatta l’elezione del vescovo Alberto di SanGregorio dai due capitoli di Belluno e Feltre. Al 20 Ottobre 1393”.

Traccia di un probabile affresco sul muro interno della chiesa.

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Madonna e santi: a sinistra San Lorenzo, al centro la madonna con il bambino e a destra Santa Giustina.

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La Biblioteca Civica Belluno ha messo in rete le riproduzioni di numerosi manoscritti antichi. Ne abbiamo consultati alcuni per cercare notizie sulla Chiesa di S. Lorenzo. Abbiamo trovato due documenti storici, che, anche se pubblicati, abbiamo voluto leggere nella loro forma originale. Si tratta della “Cronaca dal 1323 al 1412” di Clemente Miari e della “Storia di Feltre” di Antonio Cambruzzi, che ci sono sembrati interessanti e dai quali abbiamo trascritto i seguenti testi sull’elezione del Vescovo delle diocesi riunite di Feltre e Belluno. Biblioteca Civica di Belluno, MS. 380 Clemente Miari. Cronaca dal 1323 al 1412, tradotta da Matteo Miari Lunedi il 20 Ottobre nella chiesa di S.Lorenzo di Grigerio diocesi di Feltre vicina al Cordevole, alla presenza di Iovello de Zornelli di Novara Capitano della cavalleria di Belluno […] compongono i due capitoli delle Chiese di Belluno e di Feltre nella detta Chiesa di San Lorenzo per fare l’elezione del nuovo Vescovo, cioe i Canonici di Belluno […] e I Canonici di Feltre […]. Dopo che furono nominati molti per vescovato in questa adunanza senza venire ad alcuna determinazione fu finalmente fatto il compromesso nei canonici di Belluno […] e di Feltre […] convennero nella elezione del Reverendo Padre Alberto da S. Giorgio Minorita Piemontese in Vescovo delle due chiese canonicamente unite, e chiamati i prefati testimonio almeno delle campagne pubblicavano la detta elezione, facendone I predetti Notai il loro istrumenti. Biblioteca Civica di Belluno, MS.468 Antonio Cambruzzi. Storia universale di Feltre Intanto venuto a Feltre Andrea Bizzerio Canonico di Belluno trattò in nome di quel Capitolo col Decano, e Canonici Feltrini del modo da tenersi per l’elezione del nuovo Vescovo; restando per quest’ affare eletta la Chiesa di S. Lorenzo di Grighero, che essendo nel mezzo di queste due Città, riusciva ad ambe di comodo eguale; e stabilito il giorno 20 d’ottobre all’ore 17 per ivi adunarsi. Convenuti per tanto nel tempo e luogo stabilito li Clerici di queste due Città, […] fu cantata una solenne Messa per implorare in sì rilevante affare il Divino aiuto; […] Stabilita in tal guisa l’autorità de’ quattro Compromissari, si ritirarono essi in luogo appartato nella Chiesa suddetta; e con maturo riflesso considerate le posizioni di molti soggetti, si de loro Capitoli, come d’ altri forestieri, si accordarono nella Persona di F. Alberto di S. Giorgio, famoso teologo e celebre Predicatore dell’ ordine de’ Minori di S. Francesco; dando l’ incombenza al Decano Bellunese di dichiararlo in nome di tutti, eletto Pastore delle due Chiese vacanti. Pubblicatasi l’elezione col suono delle Campane in segno di allegrezza, fu approvata con applauso dagli altri Canonici, e poscia confermata dal sommo Pontefice Bonifacio 9° alli 12 di Febbraio del 1394.

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Il Piave

Lasciata la Chiesa di San Lorenzo, tornando indietro per qualche metro, ci incamminiamo nel bosco e percorriamo la strada forestale che conduce fino alle acque del Piave, poco a valle della confluenza con il Cordevole. Il Piave è un fiume che scorre interamente in Veneto ed è noto in tutta la penisola come il "Fiume Sacro alla Patria", in memoria dei combattimenti di cui fu teatro durante la Prima Guerra Mondiale (l' offensiva del Piave, 1917-18). Il Piave nasce a quota 2037 m nelle Dolomiti, alle pendici del Monte Peralba, nel Comune di Sappada e sfocia nel mar Adriatico nel porto di Cortellazzo per complessivi 231 km. E’ il quinto fiume d’Italia per lunghezza.

Il Piave, nei secoli passati, era percorso dagli zattieri che, attraverso la fluitazione, trasportavano legname e altre merci da Perarolo di Cadore, ove esisteva il Cidolo (una sorta di sbarramento sul fiume che serviva a raccogliere i tronchi provenienti da tutto il Cadore), fino a Venezia. Nei secoli in cui la Serenissima dominava il Mediterraneo, il legname della provincia di Belluno era particolarmente prezioso e ricercato. Le zattere erano costruite con tronchi già squadrati nelle segherie di Perarolo. I tronchi erano uniti tra loro con giunchi di nocciolo, chiamati "sache", senza l’uso di chiodi. Le zattere così costruite venivano comandate da un capo zattiere, di solito il più anziano o il più esperto. Gli zattieri a bordo erano disposti al timone di prua, ai timoni laterali e ai lunghi pali che servivano a saggiare il fondo del fiume nei passaggi vicino alle rocce o alle secche. La zattera, oltre a trasportare se stessa, aveva una residua capacità di carico. Quindi si prestava al trasporto di altro legno (pali, tronchi di

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piccola pezzatura, assi e travi prodotte da segherie di valle), e anche per il trasporto di altre merci tra cui le pietre di Castellavazzo, le spade di Belluno e Santa Giustina. A Santa Giustina esistevano un “porto” e un vecchio traghetto, forse già esistente in epoca romana, che attraversava il Piave e collegava il paese con Mel. Oggi non ne restano tracce, ma il

toponimo “Portin” ricorda la storia passata. Secondo alcuni studiosi, qui passava l’antica via romana Claudia Augusta Altinate o almeno una sua diramazione. Per chi volesse approfondire l’argomento, vi segnaliamo il Museo degli Zattieri a Codissago, vicino a Longarone. Lasciate le acque del Piave facciamo ritorno in direzione della Chiesa di San Lorenzo e, senza raggiungerla, proseguiamo dritto verso Santa Giustina. Superati “i stalòi”, una splendida campagna incorniciata dalle Dolomiti si apre davanti a noi. Dopo qualche minuto si raggiunge la frazione di Salzan con la chiesa di Santa Libera. Gli zattieri di Codissago, particolare di un affresco.

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La Chiesa di Santa Libera

La chiesa in passato era dedicata al vescovo e martire San Vigilio, festeggiato il 26 Giugno; attualmente la festa di Santa Libera viene celebrata il 22 Aprile. Probabilmente per una svista dell’estensore del verbale di visita del vescovo Rovellio, la chiesa viene, nel 1585 e nel 1590, chiamata “San Vito di Salzan”. L’altare, posto sotto la volta, non è né consacrato né regolare; sopra la porta, su un capitello, è posta la campana che era stata benedetta nel 1533, nella chiesa di Santa Giustina. Il nome “San Vigilio” appare in occasione della terza visita (1695), quando, per le pessime condizioni, il vescovo minaccia la demolizione della chiesa e ne stabilisce l’interdetto Nel 1872, su “Notizie della parrocchia” si parla di interventi alla chiesa di Santa Libera. In realtà non esiste una Santa Libera, ma si tratterebbe di una progressiva modificazione dell’invocazione della Madonna liberatrice delle partorienti. Così Minella individua in Santa Libera la figura femminile della pala, che la vede raffigurata con la Madonna e in basso San Pietro con la catena al piede. La pala sarebbe stata trasferita qui dalla chiesa non più esistente di San Pietro in vincoli. Secondo l’ipotesi di Claut, invece, si tratterebbe della raffigurazione di Santa Caterina nell’atto del suo mistico sposalizio con Gesù. Nel corso del ‘900 la chiesa subisce importanti interventi di restauro. La chiesetta ha un alto campanile, all’interno presenta una volta a capriata scoperta e due altari. Una tela raffigura la Madonna, San Sebastiano e San Vigilio vescovo.

Informazioni tratte da "Chiese di campagna Parrocchia di Santa Giustina" di Viviana Sogne

e da “Chiese del Comune di Santa Giustina” della stessa autrice.

Dalla chiesa si prosegue lungo la strada e si volta a sinistra al primo incrocio per raggiungere rapidamente il Mulino di Santa Libera di Salzan.

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Il Mulino di Santa Libera di Salzan

Il Mulino di Santa Libera è situato in un tipico cortivo nella frazione Salzan e riceve ancor oggi le acque del Vesés attraverso la roggia di Ignan e Salzan. L’edificio è stato recentemente recuperato e restaurato ad arte per raccontare e rivivere le attività tradizionali, una storia di molti secoli. Già nel 1526, erano in funzione le due ruote da farina, e nei secoli successivi si sono avvicendati diversi proprietari, spesso famiglie nobili locali o veneziane. Gli ultimi mugnai a gestire il mulino sono state le tre generazioni della famiglia Zanandrea, dal 1852 fino al 1981, anno di chiusura del mulino. Man mano che gli altri mulini della zona chiudevano, il mulino di Santa Libera rimase l'unico attivo. La giornata del mugnaio iniziava alle quattro del mattino e proseguiva fino al pomeriggio. Nei tanti anni di attività, la roggia non è mai stata senz'acqua, e nei periodi di siccità, il mulino svolgeva il lavoro di altri mulini rimasti a secco. L'edificio, di due piani, fa parte di un'antica corte rurale, con al piano terra gli impianti e l'attrezzatura per la molitura e al piano superiore il granaio. Nel 1981, con la morte dell'ultimo mugnaio, Leandro Zanandrea, attivo fino a ottant'anni d'età, non fu più possibile proseguire il mestiere e il mulino rimase, dopo tanti secoli, in silenzio e senza lavoro. Nel 2004, l'Amministrazione Comunale di Santa Giustina l’ha acquistato e recuperato, creando un luogo in cui la storia passata e le attività di oggi potessero incontrarsi, facendo rivivere la memoria e le tante abilità dei mestieri di una volta. Il recupero ha come primo obiettivo quello di far conoscere l'antica pratica della molitura vedendola e scoprendone tutti i segreti, i materiali e il funzionamento. Il mulino viene aperto ogni prima domenica del mese e su prenotazione. Nelle sue vicinanze, sempre per iniziativa dell’Amministrazione, è sorta anche un’area destinata ad orto ove ripiantare le essenze tipiche della tradizione agricola bellunese.

Completata la visita al mulino si prosegue verso nord e con un sottopasso si supera la ferrovia. In breve incontrate il vecchio Casel del latte, oggi sede dell’ANA e della Protezione Civile, dove si trova anche un bel parco giochi. Lungo la roggia è ben conservato un lavatoio. Da qui in pochi minuti raggiungete il Vesés e ritornate alle scuole da dove siete partiti e completate così la vostra passeggiata nelle “terre di mezzo”.

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Bibliografia

Manoscritti:

MIARI CLEMENTE. MS. 380. Cronaca dal 1323 al 1412, tradotta da Matteo Miari, Biblioteca Civica di Belluno.

CAMBRUZZI ANTONIO. MS.468. Storia di Feltre, Biblioteca Civica di Belluno.

AA.VV., I castelli del Bellunese, a cura di B. FONTANA e D. DALL'OLIO, Feltre 1989

AA.VV., La Via Claudia Augusta Altinate, Venezia 1938

AA.VV., Santa Giustina, Cornuda 1995

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ALPAGO NOVELLO L., Resti di centuriazione romana nella Val Belluna, in Rendiconti

dell'Accademia dei Lincei, s. 8, 12, 1957, p. 249-266

BARTOLINI D., Ruote ad acqua lungo il Veses. Storia e tecnologia, Rasai 2005

CAMBRUZZI-VECELLIO A., Storia di Feltre 1873-1877, rist. anast. Feltre 1995.

CHIOVARO S., Le ville del paesaggio prealpino della Provincia di Belluno, A cura di P. Conte,

Milano 1997, pp. 125-127.

DAL PAN D., 1875-1975 Santa Giustina. Un comune la sua storia, vol. IV, Santa Giustina

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LIVERANI P., Termini muti di centuriazione o contrappesi di torchi?, in Mélanges de l’École

française de Rome. Antiquité, 1987, pp. 111-127

MAZZOTTI G., Feltre, Feltre 1973

MINELLA E., Le nostre chiese. Catalogo illustrato, Feltre 1964

SOGNE V., Chiese di campagna. Parrocchia di Santa Giustina, Lentiai 2007

SOGNE V., Chiese del Comune di Santa Giustina, Santa Giustina 2013

VECELLIO A., I castelli feltrini, Feltre, 1896 - Rist. anast. Bologna 1976.

VECELLIO D. A., Un giorno a Feltre e due sul territorio, Feltre 1895 - Rist. anast. Feltre 1995

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Gli autori

Canal Erica

Carrera Federico

Da Gioz Arianna

Dapoz Chiara

De Min Lisa

Ebone Riccardo

Giazzon Sara

Passerini Andrea

Pavanati Riccardo

Pavei Mattia

Possamai Miriam

Rento Ilaria

Sacchet Lorenzo

Salvadori Alex

Talin Diego

Tolotti Marco

Varesano Stefano

Attorre Tiziana

Bardin Matteo

Casanova Cristiana

Dal Pont Alessandro

De Moliner Alessia

Garlet Ilaria

Giazzon Francesco

Gimbutan Paul Casian

Guadagnin Mattia

Hoxa Famajdo

Liberti Garlet Matteo

Lucchetta Maria

Paoletti Sara

Perot Ezechiele

Polesana Filippo

Righes Francesca

Salton Anita

Sanvido Danny

Talin Martino

Tomé Jacopo Sisto

Zanella Alessia Maria

Zanne Arianna

A cura delle classi 2^D e 3^D - Scuola Secondaria di Primo Grado

Istituto Comprensivo di Santa Giustina - a.s. 2013-14

Della stessa collana:

Il Vesés dalla montagna alla Piave

I segreti di Bivai