I PROGETTI START EARLY CARE DIRE FARE COMUNICARE · -Definizione degli obiettivi progettuali per un...

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I PROGETTI START EARLY CARE DIRE FARE COMUNICARE S.C. Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza ASL TO3 DIRETTORE DOTT. M.ROLANDO Dr.ssa M. Casabianca Dr.ssa M. Levi Montalcini I disturbi dello spettro autistico nei contesti di vita Pinerolo,22 novembre 2018

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I PROGETTI

START EARLY CARE

DIRE FARE COMUNICARE S.C. Neuropsichiatria Infantile e

dell’Adolescenza ASL TO3 DIRETTORE DOTT. M.ROLANDO

Dr.ssa M. Casabianca Dr.ssa M. Levi Montalcini

I disturbi dello spettro autistico nei contesti di vita Pinerolo,22 novembre 2018

ADOS-2 n. 85

0

5

10

15

20

25

30

35

40

0-3 anni < 6 anni

6 - 8 anni

8-10 anni

11-13 anni

> 14 anni

Gennaio – Novembre 2018

Età media 5,5 ANNI

§  NEG 17%

§  SPETTRO 20%

§  AUTISMO 62%

DIAGNOSI

MOD ADOS COM

INTERAZIONE SOCIALE

COM + INTERAZIONE

SOCIALE 4 6 10 16 4 1 2 3 4 2 4 6 4 8 11 19

Grado sintomi per modulo

ADOS 2 –Punteggi AS e CRR

§  Cut off spettro - Alcune parole mod T,1/<5 aa Mod 2 §  Cut off spettro – NV mod T,1,2/ >5 anni Mod 2 §  Cut off spettro –mod 3 §  Cut off autismo – mod 3

PEP TOT N.48 Età media 5,3 ANNI

7

33

8

>7

4-7 ANNI

<4

PRIMA PEP, 39, 81%

RIVALUTAZIONE, 9, 19%

Prestazioni TRP

Prestazioni TRP Pinerolo /Collegno M:F

Interventi psicoeducativi ü  Conoscenza del

funzionamento (cognitivo, sensoriale, comunicativo, emotivo, relazionale)

ü  Basati su dati di efficacia

ü  Individualizzazione dell’intervento: non esiste un singolo intervento per TUTTI

ü  Contestualizzati all’interno di un progetto di vita che coinvolge i vari “attori” (famiglia, scuola..)

ü  Attivati precocemente

ü  Intensivi

Si adattano per un uso quotidiano nei contesti di vita del bambino Percorsi strutturati, obiettivi e attivita’ ben definite Insegnamento di competenze attraverso l’uso di tecniche specifiche à acquisire comportamenti piu’

adattivi à organizzare l’ambiente per

rinforzare e generalizzare gli apprendimenti

Modelli di presa in carico

ABA (Lovaas) Applied Behaviour Analysis

TEACCH (Schopler 1980) Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children

DIR (Greenspan e Wieder 1999) floortime Developmental Individual Relation-based

SCERTS ( Barry M. Prizant; Amy M. Wetherby; Emily Rubin; Amy C. Laurent)

Social Comunciation Emotional Regulation Transational Support

Denver Model/ESDM (Sally Rogers 2001 / Dawson et al., 2009) ...

Le Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità sul trattamento di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico ( revisione 2015)

Il programma TEACCH ha mostrato, in alcuni studi di coorte, di produrre miglioramenti sulle abilità motorie, le performance cognitive, il funzionamento sociale e la comunicazione in bambini con disturbi dello spettro autistico, per cui è possibile ipotizzare un profilo di efficacia a favore di tale intervento, che merita di essere approfondito in ulteriori studi. Secondo il parere degli esperti, è consigliabile adattare l’ambiente comunicativo, sociale e fisico di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico: le possibilità comprendono fornire suggerimenti visivi, ridurre le richieste di interazioni sociali complesse, seguire una routine, un programma prevedibile e utilizzare dei suggerimenti, minimizzare le stimolazioni sensoriali disturbanti.

Documento nazionale su orientamenti e raccomandazioni evidence based : “uso coscienzioso esplicito e giudizioso delle attuali migliori evidenze nell’assumere decisioni nell’assistenza dei singoli pazienti. Comporta il combinare le migliori evidenze sperimentali disponibili con l’esperienza clinica ed Iivalori dei pazienti”

Il metodo ABA ANALISI DEL COMPORTAMENTO APPLICATA (APPLIED BEHAVIOR ANALYSIS) •  MODELLO SPECIFICO DI INTERVENTO E

METODOLOGIA ARTICOLATA PER CONSENTIRE L’INSEGNAMENTO NEI DIVERSI CONTESTI DI VITA

•  USA METODI BASATI SU PRINCIPI COMPORTAMENTALI AL FINE DI COSTRUIRE REPERTORI COMPORTAMENTALI UTILI E RIDURRE QUELLI PROBLEMATICI

•  IL LUOGO DEL TRATTAMENTO È QUELLO NATURALE DEL BAMBINO (CASA, SCUOLA) E IL MODO DI INTERVENIRE CONSISTE NELL’INSEGNAMENTO, AFFIDATO AI GENITORI E AI PARENTI

àAMPLIARE IL REPERTORIO DEI COMPORTAMENTI

ADATTIVI E CONTROLLARE QUELLI DISFUNZIONALI

(STEREOTIPIE, RITUALI COMPORTAMENTALI, ECC.)

àINIZIO PRECOCE DELL’INTERVENTO

àTRASFERIMENTO DELL’INTERVENTO AI CONTESTI

NATURALE (TUTTO L’AMBIENTE DIVENTA

EDUCATIVO)

Il modello TEACCH TREATMENT AND EDUCATION OF AUTISTIC AND RELATED COMMUNICATION HANDICAPPED CHILDREN ELEMENTI DEL BEHAVIORAL APPROACH CHE DEL DEVELOPMENTAL APPROACH àORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE E CREAZIONE DI CONTESTI FACILITANTI: ATTENZIONE ALL’ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI FISICI, AI COMPITI E AI MATERIALI DI TIPO VISIVO-SPAZIALE. AMBIENTE IL PIÙ ADATTO POSSIBILE ALLE ABILITÀ DEL BAMBINO. àINSEGNAMENTO DI NUOVE ABILITÀ E USO INDIPENDENTE DELLE ABILITÀ POSSEDUTE, CREANDO UN AMBIENTE STRUTTURATO à ORGANIZZAZIONE CONCRETA DELLA SEQUENZA DI AZIONI O ATTIVITÀ CHE SI SVOLGONO NEL TEMPO. ES. SCHEMA DELLA GIORNATA VISUALIZZATO, COMPOSTO DA OGGETTI, IMMAGINI, FOTOGRAFIE, SCRITTE, VERE E PROPRIE AGENDE, A SECONDA DELLE ABILITÀ DELLA PERSONA CHE LO USA. LA CHIAREZZA DELLE AZIONI/ATTIVITÀ DA SVOLGERE PERMETTE DI RIDURRE NEL BAMBINO LO STRESS E IL NERVOSISMO CAUSATO IL PIÙ DELLE VOLTE DALLA MANCATA COMPRENSIONE DI CIÒ CHE SI DEVE FARE, DOVE SI DEVE ANDARE.. àI GENITORI VENGONO COINVOLTI NELL’INTERVENTO, SVOLGENDO UN LAVORO PARALLELO A QUELLO DEI TERAPISTI

v PROGETTO START

ü  Negli ambienti di vita (casa e scuola) il percorso mira all’osservazione dei punti di forza e delle difficoltà del bambino ed a fornire ai genitori prime indicazioni sulle modalità educative più adeguate da utilizzare con il bambino.

ü  Per l’osservazione in ambiente neutro vengono attivati due ambulatori dedicati presso le S.C. NPI ASL TO3 di Collegno e Pinerolo.

Strumenti Nelle prime due settimane di presa in carico del bambino il TRP si occuperà di attivare un percorso di valutazione durante l’intervento ambulatoriale attraverso strumenti di osservazione informale. •  Checklist Denver Model •  PEP 3 •  Vineland

Obiettivi -Definizione del profilo comportamentale del bambino; -Condivisione di prime indicazioni sulle modalità educative; -Definizione degli obiettivi progettuali per un futuro percorso educativo.

v  PROGETTO EARLY CARE

Dopo l’osservazione effettuata dal nucleo DPS, in base al livello di funzionamento del bambino potranno essere proposti i seguenti servizi: Intervento psicoeducativo individuale in ambiente neutro; Intervento psicoeducativo di gruppo in ambiente neutro; Interventi in ambiente domiciliare; Interventi presso la scuola dell’infanzia per fornire strategie educative adeguate; Gruppi di parent training; Incontri di rete; Formazione DPS per insegnanti; Per l’intervento in ambiente neutro vengono attivati due ambulatori dedicati presso le S.C. NPI ASL TO3 di Collegno e Pinerolo. Obiettivi - Potenziamento delle abilità sociali, comunicative e cognitive del bambino; - Condivisione di strategie di intervento negli ambienti di vita; - Creazione e/o potenziamento di una rete di intervento; - Potenziamento dell’area di intersoggettività; - Incremento dell’area dell’autonomia personale; - Gestione del comportamento problema.

v  EARLY CARE

o  Individualizzazione

o  Valutazione funzionale

o  Programmazione intervento

o  Flessibilità

o  Educazione strutturata ( spazio, tempo, attività)

o  Collaborazione genitori-operatori-insegnanti

o  Competenze e coping

o  Considerazioni delle necessità della famiglia

o  Gestione dei comportamenti problema (analisi funzionale)

o  Comunicazioni formali e informali operatori/famiglia

START/EARLY CARE

Intervento individuale

•  Promuovere lo sviluppo NPM e l’interazione

•  Individuare il potenziale emergente e i fattori favorenti lo sviluppo

•  Apprendere abilità di autonomia personale e predisporre la generalizzazione per l’uso in ambienti di vita quotidiana

•  Ridurre i comportamenti specifici

•  Ridurre i comportamenti disadattivi non specifici

q  ORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE FISICO

q  STRUTTURAZIONE DEL TEMPO

q  ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO

ü  Aiuti (prompting e fading)

ü  Uso di modelli competenti (modeling)

ü  Uso di rinforzi positivi

(materiali,sociali,sensoriali, simbolici..)

ü  Strategie di generalizzazione e di

mantenimento

ü  Favorire lʼ’imitazione piuttosto

ü  Usare le emozioni e gli interessi del

bambino per aprire e chiudere circoli

comunicativi/ per motivare il bambino

agli apprendimenti

Revisione periodica del progetto con

operatori e genitori

Intervento prescolare: alcuni obiettivi di minima -esempi-

§ Arricchire il repertorio di comportamenti comunicativi

§ Attenzione congiunta

§ Giochi di finzione in relazione triadica (oggetto=mezzo/ operatore=fine)

§ Stimolare il bambino a chiedere che l’altro faccia qualcosa per lui (relazione triadica con oggetto=fine/ operatore=mezzo

A scuola..

²  Osservazione

²  Definizione di obiettivi

²  Aggiornamento periodico della valutazione;

²  Costruzione della relazione

²  Strutturazione dello spazio e del tempo

²  Interessi del bambino

²  Attivita’ in classe/aula dedicata

²  Attività 1:1 o in piccolo gruppo

²  Condivisione obiettivi apprendimento/inclusione

²  Incontri di rete con operatori e famiglia

²  Contatti informali

²  Insegnanti / insegnanti di sostengo/educatori

SCHEDA RIASSUNTIVA

Strumenti,Scale, Questionari..

§ PEP 3 (Psycoeducational Profile- III edizione, Schopler- Lansing-Reichler-Marcus)

§ Vineland Adaptive Behavior Scales ( Sparrow-Cicchetti-Balla)

§ SRS (Social Responsiveness Scale, Costantino- Gruber)

§ Early Start Denver Model- Check list (Rogers- Dawson)

§ QSG (Questionario del distress del genitore-(Bernazza, Bacci e Vio, 2010)

SCHEDE INTERVENTO CONDIVISE

( daTabella Scheda Attività Portale Pia/ altre attività)

PRESE IN CARICO ATTIVE NOV 2018

TOT: 98 COLLEGNO: 64 PINEROLO: 34

64#

34#

COLLEGNO#

PINEROLO#

14#

7#

9#

4#

START#COLLEGNO# EARLY#CARE# OSSERVAZIONI# CASI#SPECIALI#

10#

5#

3#2#

START#PINEROLO# EARLY#CARE# OSSERVAZIONI# CASI#SPECIALI#

F 16,30% M 83,70%

Età MEDIA START/EARLY CARE/ OSSERVAZIONI : 4 ANNI

4 ore à 2 oreà monitoraggio

settimanale e supporto scuola

Ripetibile a cicli

v  DIRE FARE COMUNICARE

§  Questo progetto si propone come spazio terapeutico di gruppo per bambini e ragazzi (suddivisi per fasce d’età) volto a potenziare le abilità sociali per aiutare i ragazzi ad affrontare le richieste sociali nei diversi contesti del quotidiano.

§  Il gruppo offre uno spazio di accoglienza per favorire l'acquisizione di abilità sociali e di strumenti utili alla comunicazione e alla relazione con l'ambiente, è inoltre un’occasione per i bambini di conoscenza e di interazione con i propri coetanei.

Valutazione prima della formazione dei gruppi:

o Aspetti temperamentali

o Grado di compromissione relazionale

o Comorbiditaʻ‘ e Competenze cognitive

o Comportamento adattivo

Lavoro in piccolo gruppo

o  Momento di accoglienza e saluto

o  Gioco insieme strutturato

o  Gioco libero e merenda

o  Condivisione delle impressioni/emozioni dell’incontro

Obiettivi Potenziare le abilità sociali al fine di diventare più esperti nella gestione delle attività quotidiane. - Aumento dell'autostima e della consapevolezza emotiva affinché il ragazzo possa essere più sicuro delle sue capacità. imparare il rispetto delle regole, la tolleranza alla sconfitta, rispettare i turni e le esigenze degli altri - Stimolare il ragazzo all'interazione con gli altri partecipanti per promuovere la costruzione di nuovi modelli relazionali.

Dire Fare Comunicare

3"

5"

6"

4"

10(13"ANNI" 10(13"ANNI" 7(9"ANNI" 13(17"ANNI"

GRUPPI&COLLEGNO&4" 4"

3"

12&17"ANNI" 10&12"ANNI" 5&7"ANNI"

GRUPPI&PINEROLO&

Da ottobre 2018 Età media 10,8 ann M Incontri a cadenza settimanale

Come proseguire…

Ø  Rivalutazione funzionale a 1 anno

Ø  Avvio gruppo piccoli <7 anni

Ø  Avvio gruppo 14-17 anni

Ø  Questionario SRS bambini/ragazzi gruppi

Ø  Periodica revisione telefonica o via mail con i genitori

tra gli incontri mensili/bimensili

Ø  Produzione di materiale informativo per le famiglie

Ø  Parent Training ( finanziamenti Chiesa Valdese attraverso

associazione 4810 e FIDAPA)

Ø  Formazione Insegnanti

Ø  Raccolta sistematica e analisi dei dati

à Efficacia e sostenibilità intervento

Bib

liogra

fia

esse

nzi

ale

1.  National Research Council (2001), Educating Children with autism, Washington DC, National Academy Press

2.  Loovas O.I. (1987). Behavioral Treatment and Normal Educational and Intellectual Functioning in Young Autistic 3.  Children. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 55, 1, 3 – 9.

4.  Micheli E. & Zacchini M. (2002). Verso l'autonomia. La metodologia TEACCH del lavoro indipendente al servizio degli operatori dell'handicap. Vannini, Brescia

5.  Istituto Superiore della Sanità (ISS) , Linee Guida – Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico in bambini e adolescenti

6.  Moderato, P. (2011). Ole Ivar Lovaas: un importante contributo allo sviluppo di trattamenti efficaci per l’autismo. Autismo e disturbi dello sviluppo, 9, 2, 101-104.

7.  Schopler E. (1997). Implementation of TEACCH philosophy. In D.J. Cohen & F.R. Volkmar (Eds), Handbook of Autism

8.  and Pervasive Developmental Disorders (2nd ed.). Wiley, New York.

9.  Svein Eikeseth (2008) Outcome of comprehensive psycho-educational interventions for young children with autism, 10. Research in developmental disabilities, 30, 158-178.

11. Programmi Comportamentali (Loovas, 1987; Anderson e collaboratori, 1987, Birbrauer & Leach, 1999, Sheikopf & Siegel, 1998; McEachin, Smith & Loovas, 1993; Smith, Groen, & Wynne, 2000; Howard et al. 2005; Magiati, Charman e Howlin, 2007)

12. TEACCH (Schopler et al, 1971; Schopler, Mesibov e Baker, 1982; Aoyami, 1995 e Ono, 1994, ; Keel, Mesibov & Wood, 1997; Short, 1984; Marcus et al., 1978; Panerai, Ferrante & Caputo, 1997, Mesibov e Shea, 2010)

13. Denver Model (Rogers, Lewis & Reis, 1987; Rogers & Lewis, 1989; Rogers & Di Lalla, 1991) e ESDM (Dawson G., Rogers S et al., 2009; Vivanti et al. 2014; Rogers et al, 2014)

14. DIR (Greenspan & Wieder, 1997, 2005; Salomon et al., 2007)

15. ASL 16 Mondovì (Solari et al., 2003, Arduino, 2005)

16. Arduino GM, Valutazione degli esiti: uno studio attraverso il PEP/r, Autismo e Disturbi dello sviluppo, 1, 2005

GRAZIE

DIACONIA VALDESE Coordinamento

Opere Valli

XPERSONE.ORG

Centro BUM

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