I processi partecipativi: il ruolo del facilitatore dei gruppi · Cura e organizza l’ambiente di...

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2 marzo 2016 – Cagliari Elisa Carboni – Cristiana Verde I processi partecipativi: il ruolo del facilitatore dei gruppi

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2 marzo 2016 – Cagliari

Elisa Carboni – Cristiana Verde

I processi partecipativi:il ruolo del facilitatore dei gruppi

Quali funzioni?

Quali ambiti di intervento?

Il facilitatore: una nuova professione

Quali competenze?

Quali strumenti?

Quali compiti e tecniche

operative?

Quali competenze?

Il facilitatore: quali funzioni?

Un consulente di processoSi occupa di favorire il buon esito/l’esito costruttivo dei processi comunicativo-relazionaliSi astiene dal portare proprie dottrine/ricette precostituite, tipico della consulenza top-downAgisce una modalità di consulenza facilitativa di tipo bottom-up, pone al centro gli attori – non è direttivodirettivoLa sua azione è orientata alla crescita dei potenziali dei singoli all'interno degli obiettivi del gruppoAccompagna le organizzazioni a perseguire i risultati progettati

Un traduttore/mediatore di linguaggi aiuta i soggetti a prevenire o gestire eventuali incomprensioni e conflitti

Un metodologo “puro”aiuta a lavorare meglio i gruppi senza essere esperto dei contenuti/del tema

Il facilitatore: quali funzioni?

gestire eventuali incomprensioni e conflitti

Un catalizzatore o “enzima”agisce all’interno dei processi

Un attore neutrale – la terzietànon equidistante ma equivicino

Il facilitatore: in quali ambiti?

Due contesti chiave:

�Organizzazioni - pubbliche e private

�Territorio - processi partecipativi: sviluppo locale, ambiente, urbanistica, sociale, ecc.

Diversi ambiti:� Riunioni di gruppo di lavoro

� Tavoli multiattore

� Forum e workshop partecipati

Diversi ambiti:

� Reti sociali – reti tra pari

Capacità di prendere decisioniSoluzione di problemiPensiero critico e pensiero creativo

Il facilitatore: quali competenze?

Intelligenza emotiva

Pensiero critico e pensiero creativoComunicazione efficaceCapacità di relazioni interpersonaliEmpatiaConsapevolezza di séMotivazioneGestione delle emozioni e dello stress

Struttura l’incontro di lavoroDefinisce e condivide obiettivi, regole, fasi, tempi e modalità di lavoro.

La sua azione ha due direzioni:

il compito (cosa) e la relazione (come).

Il facilitatore: quali compiti?

il compito (cosa) e la relazione (come).

�Definire e chiarire il compito�Stabilire procedure e metodi�Connettere diverse informazioni�Approfondire dati�Mantenere il gruppo sul tema�Riassumere e fare sintesi tecniche�Valutare il lavoro svolto

……

Struttura l’incontro di lavoroDefinisce e condivide obiettivi, regole, fasi, tempi e modalità di lavoro.

La sua azione ha due direzioni:

il compito (cosa) e la relazione (come).

Il facilitatore: quali compiti?

il compito (cosa) e la relazione (come).

�Aiutare i “timidi” a dire la loro apertamente�Verificare la comprensione�Aiutare a comunicare in modo chiaro�Incoraggiare e sostenere il gruppo�Aiutare il gruppo nei momenti di difficoltà�Mediare le posizioni

……

Cura l’apertura e la chiusura di un incontroMomenti strategici per la buona riuscita!

apertura e chiusura

Il facilitatore: quali compiti?

�Accogliere e mettere tutti a proprio agio�Creare una positiva atmosfera di lavoro�Presentare il programma�Stabilire un collegamento tra programma e aspettative

�Evidenziare gli elementi emersi�Manifestare soddisfazione /apprezzamento per il lavoro svolto�Indicare i passi/impegni che attendono il gruppo

Cura e organizza l’ambiente di lavoroL’ambiente fisico condiziona il buon esito del lavoro del gruppo

Il facilitatore: quali compiti?

�Funzionalità dell’aula e comodità dei partecipanti – dimensione, visibilità, illuminazione, acustica, microclima, sedie, piani di lavoro, supporti acustica, microclima, sedie, piani di lavoro, supporti per l’uso degli strumenti tecnologici, pannelli…

�Disposizione dei posti – può essere più o meno funzionale allo scambio tra i partecipanti: sedersi in cerchio (o tavolo tondo) è l’emblema della collaborazione e della circolarità, della cooperatività e dell’inclusione; tavolo da riunione rettangolaresottolinea le posizioni, i ruoli di potere (capotavola/fronte porta)

Favorisce un clima costruttivo, spinge a lavorare insiemePer costruire un clima accogliente orientato al benessere può fare leva su diverse qualità:

�Semplicità – facilita l’azione, comporta naturalezza e spontaneità

Il facilitatore: quali compiti?

�Semplicitànaturalezza e spontaneità

�Fiducia – nasce dalla convinzione che ci si può rivolgere all’altro per ottenere incoraggiamento, sicurezza, tranquillità

�Accoglienza – condizione di base, il partecipante sente di stare bene nel gruppo quando si sente rispettato, stimato, valorizzato

Favorisce un clima costruttivo, spinge a lavorare insiemeAlcuni passi utili:

Il facilitatore: quali compiti?

�Autopresentazione – il facilitatore accoglie il gruppo salutandolo e presentandosi gruppo salutandolo e presentandosi

�Giro di brevi presentazioni – orientato alle persone, alle relazioni allo scambio di informazioni

�Rompi-ghiaccio tramite “segni aperti”: mimica facciale distesa, occhi rilassati, sorriso, parole di interessamento….�trattare con attenzione, stimolare coloro che non parlano, dare del tu?, linguaggio del “noi”…

Accompagna il problema/soluzione

Il facilitatore: quali compiti?

Facilita il gruppo nella presa di decisionidecisioni

Alterna direttività e non-direttività

Sa stare nel processo, sostare nelle difficoltà, nel conflitto

Fa domande – aperte, chiuse, ipotetiche. Sono lo strumento del facilitatore!

Il facilitatore: quali compiti?

Promuove una comunicazione partecipata – chiede interventi brevi, partecipata – chiede interventi brevi, mantiene alta l’interazione, tiene il ritmo, gestisce i turni, toglie la parola, attiva feedback e ascolto, ringrazia…

Usa il linguaggio gestuale - gestualità intenzionale, comunicazione non verbale, prossemica con due obiettivi: creare clima e gestire i flussi comunicativi.