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G. GIAPPICHELLI EDITORE – TORINO I principi contabili internazionali: caratteristiche, struttura, contenuto

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  • G. GIAPPICHELLI EDITORE TORINO

    I principi contabili internazionali:caratteristiche, struttura, contenuto

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  • G. Giappichelli Editore Torino

    I principi contabili internazionali: caratteristiche, struttura, contenuto

  • Copyright 2013 - G. GIAPPICHELLI EDITORE - TORINOVIA PO, 21 - TEL. 011-81.53.111 - FAX 011-81.25.100

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    ISBN/EAN 978-88-348-2684-3

  • INDICE

    pag. Elenco Autori XV

    Elenco Principi XVII

    Prefazione XXI 1. THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING

    di Stefano Azzali 1.1. Introduzione 1 1.2. Obiettivo del Financial Reporting 6 1.2.1. Le decisioni economiche dinvestimento 7 1.2.2. Le informazioni dei Financial Reporting utili agli investitori 8 1.2.3. Gli utilizzatori primari dei Financial Reporting 9 1.3. Le caratteristiche qualitative 12 1.3.1. Le qualit fondamentali 13 1.3.2. Le qualit migliorative 18 1.4. Il vincolo del costo e lequilibrio con i benefici 21 1.5. Prudenza e sostanza su forma 21 1.6. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 23 1.7. Verifica di apprendimento 24 1.8. Conclusioni 25 2. IL FAIR VALUE di Michele Pizzo e Nicola Moscariello 2.1. Definizione ed inquadramento preliminare 27 2.2. Il processo di determinazione del fair value 30 2.3. Initial recognition 35 2.4. Passivit e capitale netto 36

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    VI

    pag. 2.5. I principali ambiti di applicazione del fair value nei principi contabi-

    li internazionali 37 2.6. Le informazioni sul fair value nel quadro normativo italiano 41 2.7. Il recente dibattito sulla pro-ciclicit del fair value (brevi cenni) 42 2.8. Verifica di apprendimento 43 3. I PRINCIPI GENERALI RILEVANTI di Cristian Carini e Pier Luigi Marchini 3.1. Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori di

    contabilizzazione (IAS 8) 45 3.1.1. Ambito di applicazione del principio e definizioni 45 3.1.2. I cambiamenti nei principi contabili 47 3.1.3. I cambiamenti nelle stime contabili 54 3.1.4. Gli errori di contabilizzazione 57

    3.1.5. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo ita-liano 60

    3.2. I fatti intervenuti dopo la data di chiusura dellesercizio di riferimen-to (IAS 10) 62

    3.2.1. Ambito di applicazione del principio e definizioni 62 3.2.2. Rilevazione e valutazione 64 3.2.3. Informazioni integrative 67

    3.2.4. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo ita-liano 68

    3.3. La transizione ai principi contabili internazionali 68 3.3.1. Introduzione e aspetti principali dellIFRS 1 68 3.3.2. La finalit dellIFRS 1 e la metodologia di transizione 70

    3.3.3. Gli aspetti operativi della transizione: le rettifiche e le riclas-sificazioni 77

    3.3.4. Le eccezioni e le esenzioni riconosciute dallIFRS 1 84 3.4. Verifica di apprendimento 91 4. LA STRUTTURA E LA COMPOSIZIONE DEL BILANCIO a cura di Marco Allegrini 4.1. Le componenti del bilancio (IAS 1) 99 4.2. Prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria (IAS 1) 101

    4.2.1. Requisiti per liscrizione delle attivit e delle passivit 101 4.2.2. I criteri di classificazione delle voci patrimoniali 103 4.2.3. Il contenuto della situazione patrimoniale-finanziaria 108

  • INDICE VII

    pag.

    4.2.4. I punti di differenza con la normativa nazionale 110 4.2.5. Verifica di apprendimento sulla situazione patrimoniale-finan-

    ziaria 111 4.3. Conto economico complessivo (IAS 1) 116

    4.3.1. Struttura del conto economico complessivo 116 4.3.2. I proventi e gli oneri straordinari 122 4.3.3. Le regole previste per i costi operativi 123 4.3.4. I punti di differenza con la normativa nazionale 127 4.3.4. Verifica di apprendimento 128

    4.4. Rendiconto finanziario (IAS 7) 129 4.4.1. Introduzione 129 4.4.2. La risorsa di riferimento 130 4.4.3. La classificazione dei flussi finanziari 132 4.4.4. La presentazione dei flussi 137 4.4.5. Contenuto della nota integrativa 138 4.4.6. Gli schemi di rendiconto finanziario previsti dallo IAS 7 139 4.4.7. I punti di differenza con la normativa nazionale 143 4.4.8. Verifica di apprendimento su rendiconto finanziario 147

    4.5. Prospetto delle variazioni di patrimonio netto dellesercizio (IAS 1) 148 4.5.1. Introduzione 148 4.5.2. Il contenuto del prospetto delle variazioni del patrimonio netto 149 4.5.3. I punti di differenza con la normativa nazionale 151 4.5.4. Verifica di apprendimento 151

    4.6. Note al bilancio (IAS 1) 152 4.6.1. Introduzione 152 4.6.2. Il contenuto delle note esplicative 152 4.6.3. I punti di differenza con la normativa nazionale 155 4.6.4. Verifica di apprendimento 155

    4.7. Settori operativi (IFRS 8) 156 4.7.1. Introduzione 156 4.7.2. I settori operativi: criteri di individuazione 157 4.7.3. Informativa sui settori operativi 158 4.7.4. Criteri di valutazione di ricavi, costi, attivit e passivit di settore 159 4.7.5. Informativa accessoria entity-wide 160 4.7.6. Case studies 160 4.7.7. Verifica di apprendimento 166

    5. LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI di Alberto Quagli 5.1. Le immobilizzazioni materiali (IAS 16) 167

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    VIII

    pag.

    5.1.1. Component analysis 168 5.1.2. Rilevazione iniziale 169 5.1.3. Manutenzione e riparazione 174 5.1.4. Spese per rimozione/ripristino immobilizzazioni materiali 176 5.1.5. La contabilizzazione degli oneri finanziari (IAS 23) 176 5.1.6. I contributi in conto capitale (IAS 20) 180 5.1.7. Il trattamento contabile successivo allacquisizione 183 5.1.8. Informazione integrativa disposta dallo IAS 16 189 5.1.9. Gli investimenti immobiliari (IAS 40) 190 5.1.10. Il leasing (IAS 17) 197 5.1.11. Le immobilizzazioni destinate alla vendita (IFRS 5) 205 5.1.12. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo

    italiano 209 5.1.13. Verifica di apprendimento 210

    5.2. Le attivit immateriali (IAS 38) 211 5.2.1. Il concetto di intangible asset 211 5.2.2. La rilevazione contabile iniziale 214 5.2.3. Il trattamento contabile successivo 222 5.2.4. Linformazione integrativa 224 5.2.5. La concessione di pubblici servizi (IFRIC 12) 226 5.2.6. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo ita-

    liano 233 5.2.7. Verifica di apprendimento 235

    6. LIMPAIRMENT TEST di Alberto Quagli 6.1. La svalutazione delle immobilizzazioni 237

    6.1.1. La regola base: il confronto tra valore contabile e valore re-cuperabile 237

    6.1.2. Ambito applicativo dello IAS 36 e frequenza temporale 239 6.1.3. Linnesco dellimpairment test 240

    6.2. Determinazione del valore di realizzo diretto (fair value less cost to sell) 242 6.3. Determinazione del valore duso (value in use) 242

    6.3.1. Individuazione dei flussi finanziari 242 6.3.2. Determinazione del tasso di attualizzazione 243

    6.4. Trattamento della perdita di valore 247 6.5. Le cash generating units (CGU) 248 6.6. Goodwill e corporate asset 251 6.7. Le rivalutazioni di ripristino (reversal of impairment) 254

  • INDICE IX

    pag. 6.8. Informazione da fornire in bilancio 256 6.9. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 263 6.10. Verifica di apprendimento 264 7. GLI STRUMENTI FINANZIARI di Alessandro Gaetano 7.1. Premessa 267 7.2. IAS 32 e 39: campo di applicazione, definizione, classificazione e

    fasi di vita degli strumenti finanziari 272 7.3. I criteri di valutazione degli strumenti finanziari 279 7.4. La valutazione degli strumenti finanziari: criterio del costo ammor-

    tizzato, tasso di interesse effettivo ed impairment 289 7.5. Il fair value degli strumenti finanziari 299 7.6. Criteri di rappresentazione in bilancio degli strumenti finanziari: azio-

    ni proprie, obbligazioni proprie, cartolarizzazioni e factoring 314 7.7. Contratti derivati ed operazioni di copertura 321 7.8. Profili evolutivi della disciplina degli strumenti finanziari: IFRS 9 333 7.9. Considerazioni di sintesi e conclusive 336 7.10. Verifica di apprendimento 339 8. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO E I LAVORI SU OR-

    DINAZIONE a cura di Alberto Quagli 8.1. Le rimanenze di magazzino (IAS 2) 343

    8.1.1. Ambito di applicazione del principio e definizione delle rima-nenze 343

    8.1.2. Valutazione 344 8.1.3. Informazione integrativa 349 8.1.4. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo ita-

    liano 349 8.2. I lavori su ordinazione (IAS 11) 350

    8.2.1. Ambito di applicazione e definizione dei lavori su ordinazione 350 8.2.2. Ricavi e costi di commessa 351 8.2.3. Valutazione 352 8.2.4. Contabilizzazione 353 8.2.5. Informazione integrativa 357 8.2.6. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 358 8.2.7. Verifica di apprendimento 360

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    X

    pag.

    9. I FONDI, LE PASSIVIT E LE ATTIVIT POTENZIALI di Alberto Quagli 9.1. I fondi del passivo (IAS 37) 363

    9.1.1. Un caso particolare: i contratti onerosi 367 9.1.2. La valutazione dellesborso futuro 368 9.1.3. Lattualizzazione degli esborsi futuri 370 9.1.4. Informazione integrativa 375

    9.2. Le attivit potenziali 378 9.3. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 378 9.4. Verifica di apprendimento 381 10. I BENEFICI PER I DIPENDENTI di Francesco Avallone 10.1. I benefici ai dipendenti (IAS 19) 385

    10.1.1. I differenti possibili benefici 385 10.1.2. Le modalit di rilevazione e di valutazione 389 10.1.3. I punti di differenza con la normativa nazionale 401 10.1.4. Informazioni integrative da fornire nelle note al bilancio 405

    10.2. Il trattamento contabile delle share-based payment transaction 409 10.2.1. La stima del valore del piano 413 10.2.2. Metodologie di pricing delle opzioni 416 10.2.3. Le modifiche ai termini e alle condizioni del piano 417 10.2.4. Le non-vesting condition: lamendment 2009 420 10.2.5. Un caso particolare: i piani infragruppo 422 10.2.6. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo

    italiano 426 10.3. Verifica di apprendimento 426 11. I RICAVI di Michele Pizzo 11.1. Ambiti di applicazione del principio e definizione 429 11.2. Recognition dei ricavi 430 11.3. La valutazione dei ricavi 436 11.4. Informazioni integrative 438 11.5. Possibili sviluppi 438

  • INDICE XI

    pag.

    11.6. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 439 11.7. Verifica di apprendimento 439 12. LE OPERAZIONI IN VALUTA ESTERA di Alberto Quagli 12.1. Ambito applicativo dello IAS 21 443 12.2. La valuta funzionale 444 12.2.1. Conversione di operazioni in valuta funzionale 445 12.3. Traduzione in valuta di presentazione 448 12.4. Investimenti netti in valuta 450 12.5. Informazione integrativa 450 12.6. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 452 12.7. Verifica di apprendimento 453 13. LE IMPOSTE SUI REDDITI di Veronica Tibiletti 13.1. Ambito di applicazione del principio (IAS 12) e definizione delle

    imposte 455 13.2. Fiscalit differita sulle differenze temporanee: aspetti definitori 461 13.2.1. Voci dello stato patrimoniale 462 13.2.2. Voci del conto economico 465 13.2.3. Altri casi 467 13.3. Valutazione delle imposte sui redditi 468 13.4. Rilevazione delle imposte correnti e differite 470 13.5. Informativa in nota integrativa 474 13.6. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 475 13.7. Verifica di apprendimento 476 14. LE BUSINESS COMBINATIONS di Luca Fornaciari 14.1. Business combination: finalit ed ambito di applicazione dellIFRS 3 481 14.2. Lidentificazione dellacquirente 487 14.3. Lindividuazione della data di acquisizione e del corrispettivo trasfe-

    rito 491

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    XII

    pag.

    14.4. Rilevazione e valutazione delle attivit acquisite, delle passivit as-sunte e dellavviamento 495 14.4.1. Identificabilit e criteri di rilevazione delle attivit e delle

    passivit dellacquisita 496 14.4.2. Valutazione al fair value delle attivit e delle passivit del-

    lentit acquisita 498 14.4.3. La valutazione delle partecipazioni di minoranza 500 14.4.4. La determinazione dellavviamento 504 14.4.5. Laggregazione dei valori dellacquisita nel bilancio conso-

    lidato o desercizio dellacquirente 512 14.5. Le informazioni integrative da fornire nelle note 517 14.6. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 519 14.7. Verifica di apprendimento 520 15. IL BILANCIO CONSOLIDATO SEPARATO di Claudio Teodori 15.1. Introduzione 523 15.2. Levoluzione regolamentare 524 15.3. La finalit del bilancio consolidato 526 15.4. Il concetto di controllo e larea di consolidamento 526 15.5. Le precondizioni al consolidamento 535 15.6. I metodi di consolidamento 536 15.7. Gli interessi delle minoranze 537 15.8. Le operazioni intragruppo 538 15.9. La perdita del controllo 539 15.10. Le informazioni integrative 541 15.11. Il bilancio separato (Separate Financial Statements) 542 15.12. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 543 15.13. Verifica di apprendimento 545 16. GLI INVESTIMENTI IN ALTRE ENTIT E LA DISCLOSURE

    COMPLESSIVA di Claudio Teodori 16.1. Introduzione 547 16.2. Le partecipazioni in joint venture 548 16.3. La valutazione delle partecipazioni 557

  • INDICE XIII

    pag.

    16.4. Le entit strutturate non consolidate 561 16.5. Le informazioni integrative 562 16.6. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 567 16.7. Verifica di apprendimento 568 17. LE OPERAZIONI TRA PARTI CORRELATE di Nicola Moscariello 17.1. Introduzione 571 17.2. Individuazione delle parti correlate 572 17.3. La related party disclosure 575 17.4. Sintesi delle principali differenze con il quadro normativo italiano 579 17.5. Verifica di apprendimento 580

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    XIV

  • ELENCO AUTORI

    Marco Allegrini, professore ordinario di Economia Aziendale, Universit degli

    Studi di Pisa.

    Francesco Avallone, professore associato di Economia Aziendale, Universit degli Studi di Genova.

    Stefano Azzali, professore ordinario di Economia Aziendale, Universit degli Studi di Parma.

    Andrea Cappelli, dottore di Ricerca in Economia e Organizzazione Aziendale, Universit degli Studi di Roma Tor Vergata.

    Cristian Carini, professore a contratto di Bilancio consolidato e gruppi di im-prese, Universit degli Studi di Brescia.

    Riccardo Cimini, dottore di ricerca in Economia e Organizzazione delle Impre-se, Universit degli Studi di Roma Tor Vergata.

    Luca Fornaciari, professore a contratto di Economia Aziendale, Universit de-gli Studi di Parma.

    Alessandro Gaetano, professore ordinario di Economia Aziendale, Universit degli Studi di Roma Tor Vergata.

    Giulio Greco, ricercatore di Economia Aziendale, Universit degli Studi di Pisa.

    Pierluigi Marchini, ricercatore di Economia Aziendale, Universit degli Studi di Parma.

    Nicola Moscariello, ricercatore di Economia Aziendale, Seconda Universit de-gli Studi di Napoli.

    Emanuele Ninci, dottore commercialista e revisore legale in Lucca.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    XVI

    Alessandra Pagani, dottoranda di ricerca in Economia e Organizzazione delle Imprese, Universit degli Studi di Roma Tor Vergata.

    Michele Pizzo, professore ordinario di Economia Aziendale, Seconda Universit degli Studi di Napoli.

    Alberto Quagli, professore ordinario di Economia Aziendale, Universit degli Studi di Genova.

    Paola Ramassa, ricercatrice di Economia Aziendale, Universit degli Studi di Genova.

    Claudio Teodori, professore ordinario di Economia Aziendale, Universit degli Studi di Brescia.

    Veronica Tibiletti, ricercatrice di Economia Aziendale, Universit degli Studi di Parma.

  • ELENCO PRINCIPI

    I principi di seguito elencati sono quelli in vigore nel momento in cui si scri-

    ve: vengono indicati con la denominazione originale. International Financial Reporting Standards

    IFRS 1 First-time Adoption of International Financial Reporting Stand-ards

    IFRS 2 Share-based Payment IFRS 3 Business Combinations IFRS 4 Insurance Contracts IFRS 5 Non-current Assets Held for Sale and Discontinued Operations IFRS 6 Exploration for and Evaluation of Mineral Resources IFRS 7 Financial Instruments: Disclosures IFRS 8 Operating Segments IFRS 9 Financial Instruments IFRS 10 Consolidated Financial Statements IFRS 11 Joint Arrangements IFRS 12 Disclosure of Interests in Other Entities IFRS 13 Fair Value Measurement

    International Financial Standards

    IAS 1 Presentation of Financial Statements IAS 2 Inventories IAS 7 Statement of Cash Flows IAS 8 Accounting Policies, Changes in Accounting Estimates and Errors IAS 10 Events after the Rep orting Period IAS 11 Construction Contracts IAS 12 Income Taxes IAS 16 Property, Plant and Equipment IAS 17 Leases IAS 18 Revenue

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    XVIII

    IAS 19 Employee Benefits IAS 20 Accounting for Government Grants and Disclosure of Govern-

    ment Assistance IAS 21 The Effects of Changes in Foreign Exchange Rates IAS 23 Borrowing Costs IAS 24 Related Party Disclosures IAS 26 Accounting and Reporting by Retirement Benefit Plans IAS 27 Separate Financial Statements IAS 28 Investments in Associates and Joint Ventures IAS 29 Financial Reporting in Hyperinflationary Economies IAS 32 Financial Instruments: Presentation IAS 33 Earnings per Share IAS 34 Interim Financial Reporting IAS 36 Impairment of Assets IAS 37 Provisions, Contingent Liabilities and Contingent Assets IAS 38 Intangible Assets IAS 39 Financial Instruments: Recognition and Measurement IAS 40 Investment Property IAS 41 Agriculture

    International Financial Reporting Standards Interpretations

    IFRIC 1 Changes in Existing Decommissioning, Restoration and Similar Liabilities

    IFRIC 2 Members Shares in Cooperative Entities and Similar Instru-ments

    IFRIC 4 Determining whether an Arrangement contains a Lease IFRIC 5 Rights to Interests arising from Decommissioning, Restoration

    and Environmental Rehabilitation Funds IFRIC 6 Liabilities arising from Participating in a Specific Market-Waste

    Electrical and Electronic Equipment IFRIC 7 Applying the Restatement Approach under IAS 29 Financial Re-

    porting in Hyperinflationary Economies IFRIC 10 Interim Financial Reporting and Impairment IFRIC 12 Service Concession Arrangements IFRIC 13 Customer Loyalty Programmes IFRIC 14 The Limit on a Defined Benefit Asset, Minimum Funding Re-

    quirements and their Interaction IFRIC 15 Agreements for the Construction of Real Estate IFRIC 16 Hedges of a Net Investment in a Foreign Operation

  • ELENCO PRINCIPI XIX

    IFRIC 17 Distributions of Non-cash Assets to Owners IFRIC 18 Transfers of Assets from Customers IFRIC 19 Extinguishing Financial Liabilities with Equity Instruments IFRIC 20 Stripping Costs in the Production Phase of a Surface Mine

    Standards Interpretations Committee SIC-7 Introduction of the Euro SIC-10 Government Assistance-No Specific Relation to Operating Activi-

    ties SIC-15 Operating Leases-Incentives SIC-25 Income Taxes-Changes in the Tax Status of an Entity or its

    Shareholders SIC-27 Evaluating the Substance of Transactions Involving the Legal

    Form of a Lease SIC-29 Service Concession Arrangements: Disclosures SIC-31 Revenue-Barter Transactions Involving Advertising Services SIC-32 Intangible Asset-Web Site Costs

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    XX

  • PREFAZIONE

    I principi contabili internazionali rappresentano una nuova frontiera de-

    gli studi connessi al bilancio, momento fondamentale verso il processo di ar-monizzazione prima europeo e poi mondiale. Abbandonato lampio dibattito che ha caratterizzato il periodo della loro prima adozione, lattenzione ora posta sulle caratteristiche di tali principi e sulle modalit di concreta appli-cazione, esaminandone il progressivo e costante processo di definizione e ag-giornamento, necessario al fine di adeguarli in modo stringente allevoluzio-ne del contesto finanziario di cui rappresentano la base per le scelte di comu-nicazione.

    Sorge cos lesigenza, soprattutto negli studi di Economia Aziendale, di ap-profondire, a fianco della regolamentazione italiana, quella internazionale, la quale assume rilievo per alcune specifiche ragioni:

    la sua ampia estensione, in quanto i principi oggetto del volume sono obbli-gatori per tutte le societ europee con titoli quotati in Borsa. Inoltre, in Ita-lia vi la possibilit di applicazione volontaria da parte dei gruppi non quo-tati e delle imprese con capogruppo che li utilizza (lapplicazione volontaria difforme da Paese a Paese);

    rappresenta, a vario titolo, un riferimento rilevante in pi di cento Paesi nel mondo;

    linfluenza che in questi anni sta esercitando sulle normative locali, compre-sa quella italiana.

    Al fine di comprenderne gli obiettivi e la logica di fondo dei principi conta-

    bili internazionali, lattenzione deve essere posta su tre elementi: le caratteri-stiche, opportunamente collegate con il quadro concettuale di riferimento, la struttura e il contenuto.

    Attualmente i principi contabili attivi, a livello internazionale, sono quaran-tuno: si ricorda che non tutti sono applicabili in Italia in quanto, nel contesto europeo, necessaria lomologazione da parte degli organismi comunitari, do-po la verifica di alcuni presupposti: la coerenza con le direttive europee e il ri-

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    XXII

    spetto del quadro fedele; lesistenza dellinteresse pubblico europeo; la rispon-denza a requisiti fondamentali quali, ad esempio, la comprensibilit, laffidabi-lit, la comparabilit.

    Lomologazione di un principio contabile, affinch divenga legge europea, una procedura assai articolata (endorsement mechanism) e, sinteticamente, composta dalle seguenti fasi, che seguono evidentemente lapprovazione da parte dello I.A.S.B:

    lEFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), organismo di natura tecnica, valuta la sussistenza dei criteri tecnici per ladozione, che sintetizza in un giudizio;

    la Commissione Europea, in base al giudizio precedente, predispone una bozza per lomologazione del principio;

    lARC (Accounting Regulatory Committee), organismo di natura politica, vota la bozza che, per essere approvata, richiede una maggioranza qualifi-cata;

    il Parlamento Europeo e il Consiglio dellUnione Europea approvano la bozza o, in alternativa, non formulano opposizioni entro tre mesi.

    La durata complessiva del processo, nel caso non emergano particolari problematiche, stimata in sette/otto mesi.

    I singoli principi IAS/IFRS (il cui elenco fornito nelle pagine successive), sono collocati allinterno di un quadro di riferimento che definisce gli obiettivi del bilancio e le regole di ordine generale per la sua predisposizione, il Con-ceptual Framework for Financial Reporting.

    La differente denominazione IAS (International Accounting Standards) e IFRS (International Financial Reporting Standards) deriva da due cause: la da-ta di pubblicazione e il soggetto emittente. Nel primo caso, gli IAS sono stati pubblicati, ex novo, fino al 2001 (anche se successivamente sono stati modifi-cati ma non sostituiti); gli IFRS dal 2001 ad oggi. Con riferimento al soggetto, gli IAS sono stati emessi dallo IASC (International Accounting Standards Committee), mentre gli IFRS dallo IASB (International Accounting Standards Board), che a partire dal 2001 ha sostituito lo IASC.

    Completano il quadro della regolamentazione internazionale, le interpreta-zioni ufficiali dei principi: IFRIC (International Financial Reporting Standards Interpretations) da una parte, collegate agli IFRS; SIC (Standards Interpreta-tions Committee) dallaltra, collegate agli IAS. Attualmente sono ventiquattro (sedici IFRIC e otto SIC): in fase di revisione del principio corrispondente, esse vengono generalmente incorporate nella versione aggiornata.

  • PREFAZIONE XXIII

    Il volume articolato in tre parti. Nella prima viene fornito il quadro con-cettuale allinterno del quale si collocano i principi contabili internazionali e la struttura del bilancio con esso coerente. Dopo lillustrazione del Framework, vengono esaminati da un lato alcuni principi generali rilevanti, tra cui il fair value e le problematiche connesse alla prima adozione; dallaltro la composi-zione del bilancio.

    La seconda parte dedicata alle valutazioni di bilancio, affrontando le te-matiche di maggior rilievo teorico e operativo. In particolare, sono oggetto di trattazione: le immobilizzazioni materiali e immateriali; limpairment test; gli strumenti finanziari; le rimanenze di magazzino e i lavori su ordinazione; i fon-di, le passivit e le attivit potenziali; i benefici per i dipendenti; i ricavi; le operazioni in valuta estera; le imposte sui redditi.

    Infine, la terza e ultima parte relativa alle aggregazioni aziendali e alle re-lazioni tra entit economiche, nelle quali rientrano le business combinations; il bilancio consolidato e separato; gli investimenti in altre entit e la disclosure complessiva; le operazioni tra parti correlate.

    A fianco dellanalisi e illustrazione del contenuto del singolo principio, ven-gono messe in evidenza, in modo assai sintetico, le differenze con la regolamen-tazione nazionale e proposte alcune domande per verificare il grado di appren-dimento: allinterno dei singoli capitoli frequenti sono gli esempi tratti dai bilanci e le esemplificazioni specifiche.

    Gli Autori

    Dicembre 2012

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO

    XXIV

  • 1 THE CONCEPTUAL FRAMEWORK

    FOR FINANCIAL REPORTING

    di Stefano Azzali

    SOMMARIO: 1.1. Introduzione 1.2. Obiettivo del Financial Reporting. 1.2.1. Le decisioni eco-nomiche dinvestimento. 1.2.2. Le informazioni dei Financial Reporting utili agli investito-ri. 1.2.3. Gli utilizzatori primari dei Financial Reporting. 1.3. Le caratteristiche qualitati-ve. 1.3.1. Le qualit fondamentali. 1.3.2. Le qualit migliorative. 1.4. Il vincolo del co-sto e lequilibrio con i benefici. 1.5. Prudenza e sostanza su forma. 1.6. Sintesi delle prin-cipali differenze con il quadro normativo italiano. 1.7. Verifica di apprendimento. 1.8. Conclusioni.

    1.1. INTRODUZIONE Un Conceptual Framework (CF) un sistema coerente di obiettivi e princi-

    pi generali interrelati da cui far derivare corretti principi contabili di generale accettazione che definisce la specie, la funzione e i limiti dei sistemi di reda-zione e di presentazione delle informazioni del bilancio desercizio. Un CF deve essere al servizio del pubblico interesse fornendo strutture e linee guida ai si-stemi contabili per favorire la conoscenza di informazioni economiche e finan-ziarie utili per un funzionamento dei mercati efficiente nellallocazione di risor-se scarse nelleconomia 1.

    Nel settembre 2010 lInternational Accounting Standard Board (IASB) ha pubblicato una nuova versione dello schema concettuale (The Conceptual Fra-mework for Financial Reporting) che alla base della preparazione dei bilanci. Lo schema precedente era stato redatto nel 1989 ed era denominato Fra-mework for the Preparation and Presentation of Financial Statement: pur non essendo un principio contabile, il CF rappresenta un importante punto di riferi-mento per gli standard setter e per tutti i destinatari dei bilanci poich chiarisce i

    1 Framework FASB, CONCEPT n. 2.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 2

    concetti di base e gli elementi essenziali quali la finalit dei bilanci, i principi generali che risultano di fondamentale importanza per il corretto utilizzo dei principi contabili e dei bilanci. La nuova versione si resa necessaria per adatta-re il CF alle innovazioni e cambiamenti intervenute negli ultimi decenni. In questa circostanza, tuttavia, il progetto coordinato in modo congiunto dallo IASB e dal Financial Accounting Standard Board (FASB) degli USA. Il pro-getto comprende molteplici fasi:

    1. Phase A: Objectives and qualitative characteristics; 2. Phase B: Elements and recognition; 3. Phase C: Measurement; 4. Phase D: Reporting entity; 5. Phase E: Presentation and disclosure; 6. Phase F: Purpose and status; 7. Phase G: Application to not-for-profit entities; 8. Phase H: Remaining issues.

    Il capitolo commenta il nuovo CF dello IASB rispetto al precedente del 1989

    mentre solo marginalmente si riprende il CF del FASB precedente, fra laltro molto pi articolato e complesso.

    La prima fase ad essere approvata stata proprio la prima (Phase A) relativa agli obiettivi e alle caratteristiche qualitative dei bilanci. Il nuovo documento, dopo una parte introduttiva nella quale si precisano lo scopo e lambito di appli-cazione del CF, strutturato in 4 capitoli dedicati rispettivamente allobiettivo dei bilanci (Capitolo 1), ai confini del bilancio (Capitolo 2), alle caratteristiche qualitative (Capitolo 3), alle altre parti del CF precedente (Capitolo 4), ossia gli assunti di base, gli elementi del bilancio, i criteri di rilevazione e valutazione, i concetti di capitale e di conservazione del capitale. La Tabella 1 propone un raccordo tra le versioni del 1989 e del 2010 del CF dello IASB.

    Il nuovo CF, tuttavia, non affatto completo: a parte la prima fase (capitolo 1 e 3 nel nuovo CF) tutto il resto ancora oggetto di elaborazione; in particolare il capitolo 2 stato proposto come Exposure Draft nel 2010 mentre tutti i con-tenuti del capitolo 4 dovranno essere modificati alla luce dei risultati emergenti dalle altre fasi del progetto congiunto IASB/FASB. Lattuale CF, dunque, rap-presenta un risultato intermedio di un progetto molto pi articolato e complesso da cui sono attesi risultati finali innovativi e rilevanti in tema di principi di rile-vazione e valutazione delle poste di bilancio. La lentezza con cui il progetto sta faticosamente evolvendo, tuttavia, pu essere un segnale delle difficolt nel tro-vare un accordo ovvero della minore determinazione da parte dei promotori nel voler portare a termine il progetto.

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 3

    TABELLA 1 Raccordo tra i CF dello IASB del 1989 e del 2010 The Conceptual Framework for

    Financial Reporting (2010) Framework for the Preparation and

    Presentation of Financial Statement (1989)

    Capitolo Titolo Paragrafo

    Introduzione Prefazione, introduzione, finalit e ruolo, ambito di applicazione

    1-5

    Capitolo 1 Obiettivo dei bilanci Ambito di applicazione, Utilizza-tori e loro esigenze informative, finalit del bilancio

    6-21

    Capitolo 2 The Reporting Entity Assente Capitolo 3 Caratteristiche Qualitative del Bilancio 24-46

    Capitolo 4

    Assunti di Base 22-23

    Elementi del bilancio 47-81 Rilevazioni in bilancio 82-98 Valutazioni di bilancio 99-101

    Concetti di capitale e di conservazione del capitale 102-110 Alla luce dei cambiamenti in atto, in questo capitolo si affrontano i temi del-

    la finalit dei bilanci (capitolo 1) e dei principi generali (capitolo 3), ossia quelli su cui il documento congiunto IASB/FASB ha inciso maggiormente rispetto al-la precedente versione IASB del 1989. Per gli altri temi del precedente CF (de-finizione, rilevazione e valutazione delle voci di bilancio e connessi concetti di capitale e di conservazione del capitale), si rinvia allampia bibliografia di rife-rimento 2, in attesa della nuova versione che verr proposta dal progetto con-giunto IASB-FASB.

    Il documento precisa, anzitutto, che si riferisce ai bilanci destinati a pubbli-cazione, ovvero rivolti allesterno dellimpresa, a tutti i soggetti che, pur avendo propri interessi coinvolti nellazienda, non hanno il potere di ottenere informa-zioni sul suo stato di salute. Il motivo che induce lo IASB a intervenire in que-sta materia la disomogeneit delle discipline di bilancio che i vari Paesi hanno adottato nel tempo, a loro volta frutto di differenze sociali, economiche, legali e

    2 AZZALI S., Il sistema delle informazioni di bilancio delle aziende di produzione, il modello dellInternational Accounting Standards Committee, Giuffr, Milano, 1996; CAMPEDELLI B., Ra-gioneria internazionale, Giappichelli, Torino, 1994; PERRONE E., Il linguaggio internazionale dei bilanci, Cedam, Padova, 1988.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 4

    di diversi destinatari privilegiati delle informazioni di bilancio. Tutto ci ha condotto a differenti definizioni delle voci di bilancio, dei criteri di rilevazione e valutazione, degli obiettivi dei bilanci. In questo contesto lo IASB interviene per armonizzare le discipline, i principi contabili e le procedure relative alla preparazione dei bilanci ed convinto che un pi elevato livello di armonizza-zione possa essere realizzato focalizzando lattenzione su bilanci redatti con la finalit di fornire informazioni utili ai destinatari per assumere decisioni eco-nomiche. Questo presupposto rappresenta la condizione per soddisfare la mag-gior parte dei destinatari delle informazioni di bilancio. Questi ultimi, infatti, assumono varie decisioni economiche, come ad esempio:

    a) lacquisto, la detenzione o la vendita di azioni; b) la valutazione dei manager; c) la remunerazione dei dipendenti; d) la valutazione dei prestiti ottenuti dallimpresa; e) le politiche fiscali; f) le politiche di distribuzione dei redditi e dividendi; g) la preparazione e utilizzo delle statistiche per il reddito nazionale; h) la disciplina delle attivit dimpresa.

    Le autorit pubbliche, in particolare, potrebbero avere obiettivi differenti o aggiuntivi per i bilanci dimpresa ma questi non devono impedire di soddisfare gli altri destinatari delle informazioni di bilancio.

    I bilanci sono costruiti prevalentemente facendo riferimento a un modello valutativo fondato sul costo storico recuperabile e su un concetto di conserva-zione nominale del capitale. Lobiettivo dellutilit delle informazioni per as-sumere decisioni economiche potrebbe forse essere meglio realizzato con mo-delli valutativi e concetti di conservazione del capitale differenti ma ad oggi non c consenso. In ogni caso il CF stato ridefinito per poter accogliere differenti modelli valutativi e differenti nozioni di conservazione del capitale. La defini-zione dellobiettivo dei bilanci e dei suoi postulati, infatti, non compromette la possibilit di poterli rispettare adottando diversi criteri di valutazione e concetti di conservazione dei capitale.

    Il CF stabilisce concetti che sono alla base della redazione dei bilanci rivolti al pubblico ed ha i seguenti obiettivi:

    a) assistere il Board nella definizione di nuovi IFRS o nella modifica di quelli precedenti;

    b) assistere il Board nella promozione dellarmonizzazione delle discipline, dei principi contabili e delle procedure per la redazione dei bilanci, fornendo una base per ridurre le alternative contabili previste dagli IFRS;

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 5

    c) assistere i singoli Paesi nella definizione dei principi contabili nazionali; d) assistere i redattori dei bilanci nellapplicazione degli IFRS e nellaffrontare

    temi non ancora disciplinati; e) assistere i revisori nella formazione di una opinione sulla conformit del bi-

    lancio agli IFRS; f) assistere gli utilizzatori dei bilanci nellinterpretare le informazioni redatte in

    conformit con gli IFRS; g) fornire a coloro che sono interessati al lavoro dello IASB informazioni rela-

    tive al suo approccio alla definizione degli IFRS 3.

    Il documento, dunque, serve sia ad istituzioni preposte alla definizione dei principi contabili (nazionali e internazionali) sia ai principali protagonisti del processo di costruzione, controllo e utilizzo dei bilanci (redattori, revisori e uti-lizzatori). Tra gli obiettivi spicca quello dellarmonizzazione internazionale dei principi contabili che lo IASB persegue fin dalla sua nascita e che, tuttavia, molto complesso da realizzare alla luce delle molteplici differenze connesse a condizioni dazienda (inerenti alla nozione dazienda, alle sue finalit, alla con-siderazione del capitale e del lavoro, alle differenziate attivit economiche) e dambiente (politico-legislativo, socio-culturale, economico) e al nazionalismo che caratterizza vari Paesi. Larmonizzazione contabile proposta dallo IASB e dal suo CF di tipo volontario anche se nei Paesi dellUnione Europea si tra-sformata in obbligatoria alla luce dellapplicazione a partire dal 2005 degli IFRS in tutti i Paesi membri, pur limitata a talune classi di societ e bilanci. Proprio nei Paesi dellUnione Europea, inoltre, si assiste ad una forma di armo-nizzazione che per la prima volta fa coincidere le norme giuridiche con i princi-pi contabili statuiti da organizzazioni professionali come lo IASB.

    Nonostante i buoni propositi, si del parere che lobiettivo dellarmonizza-zione contabile dei principi contabili a livello internazionale sia ancora molto lontano dallessere pienamente realizzato. Anche nella stessa Unione Europea, ladozione degli IFRS non sembra aver assicurato un progresso evidente dellar-monizzazione contabile sia in relazione agli schemi di bilancio che ai criteri di valutazione da adottare per le componenti elementari. In entrambe i casi, infatti, gli IAS/IFRS consentono margini discrezionali molto rilevanti che non paiono coerenti con la finalit di armonizzazione e comparabilit delle informazioni economico finanziarie. In questo contesto, tuttavia, il progetto IASB-FASB potrebbe contribuire al miglioramento dellarmonizzazione tra i due set di prin-cipi contabili e tra di due CF.

    3 IASB (2010), The Conceptual Framework for Financial Reporting, Purpose and Status.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 6

    Il CF non un principio contabile internazionale e quindi non stabilisce al-cun criterio di valutazione o informazione da inserire nel bilancio. Niente nel CF dovrebbe essere in contrasto con i principi contabili internazionali anche se in alcuni casi pu accadere: in questi casi prevale sempre il principio contabile internazionale rispetto al CF. Lo IASB avr come riferimento per la definizione di nuovi principi o per la revisione di quelli vecchi proprio il CF e quindi il nu-mero di conflitti destinato a diminuire nel tempo. In definitiva si stabilisce una precisa gerarchia tra IFRS e CF con i primi che sempre sono da considerarsi prioritari rispetto al CF. Limportanza di questa gerarchia dovrebbe divenire sempre meno importante in relazione al processo dintegrazione e coordinamen-to tra CF a IFRS. Al termine di questo processo che conduce alla piena coerenza tra CF e IFRS non dovrebbero esserci ostacoli ad assimilare luno agli altri an-che in termini di obbligatoriet e importanza relativa. 1.2. OBIETTIVO DEL FINANCIAL REPORTING

    Lobiettivo del Financial Reporting (CF) sviluppato nel capitolo 1, deno-

    minato The objective of general purpose financial reporting e comprende 21 paragrafi denominati con la sigla OB, abbreviazione di Objective seguita dai numeri. Dopo lintroduzione (OB1), seguono paragrafi sullobiettivo, utilit e limiti della finalit generale del FR (OB2 OB11), sulla struttura patrimoniale finanziaria e le sue variazioni (OB12 OB21). Queste ultime, a loro volta, possono derivare dal reddito desercizio e dai connessi flussi di cassa ovvero da variazioni non comprese nella determinazione dei risultati dimpresa .

    Nellintroduzione si precisa un aspetto rilevante: nelleconomia complessiva del CF lobiettivo del FR centrale rispetto a tutti gli altri contenuti; la finalit del FR, di conseguenza, lelemento pi importante del CF poich condiziona, incide e giustifica le scelte effettuate, ad esempio, in tema di caratteristiche qua-litative e di principi di valutazione delle poste di bilancio.

    Lobiettivo non riferito solamente al bilancio desercizio ma a tutti i docu-menti finanziari che limpresa comunica al mercato. In altri termini gli obiettivi sono dei FR e non dei Financial Statement. In precedenza, invece, il CF dello IASB si riferiva solamente alle informazioni di bilancio. Inoltre lo IAS 1, a sua volta, riferito ai Financial Statement e pone un primo elemento di disomoge-neit interna al corpo dei principi contabili internazionali. Questa innovazione introdotta nel documento amplia loggetto di riferimento anche se le informa-zioni di bilancio rimangono la parte centrale dei FR. Riguardo allobiettivo dei FR alcuni commenti alle bozze di CF proponevano di sfruttare le nuove tecno-logie (ad esempio XBRL) per arrivare a redigere FR personalizzati per i diffe-

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 7

    renti utilizzatori in modo tale di tener meglio in considerazione le loro attese di conoscenza. Le principali controindicazioni, tuttavia, sono legate ai probabili maggiori costi necessari per organizzare un tale sistema informativo e alle co-noscenze necessarie da parte degli utilizzatori per apprezzare le informazioni dei FR. Per queste ragioni il nuovo CF ha confermato la definizione di un obiet-tivo generale dei FR, che sembra il modo pi efficiente ed efficace per soddisfa-re i bisogni di informazione dei molteplici utilizzatori. Non si specificato, in-fine, che lobiettivo dei FR si riferisce allinformativa rivolta allesterno del-limpresa perch ridondante e implicito.

    Lobiettivo del FR di fornire informazioni dimpresa utili agli attuali e po-tenziali investitori 4, nellassumere decisioni relative al finanziamento dellim-presa 5. Tali decisioni riguardano lacquisto, la vendita o la detenzione di capita-le di rischio e di prestito, la fornitura o lestinzione di prestiti o altre forme di credito 6. La finalit dei FR di seguito analizzata nelle sue principali compo-nenti, ossia le decisioni economiche di investimento, le informazioni dei FR uti-li agli investitori e gli utilizzatori primari dei FR.

    1.2.1. Le decisioni economiche dinvestimento Le decisioni economiche dinvestimento sono relative allacquisto, alla ven-

    dita, o alla detenzione di strumenti finanziari a titoli di capitale di rischio o di debito. Tali decisioni dipendono dai rendimenti attesi dallinvestimento, come per esempio i dividendi, gli interessi e i redditi in conto capitale che si presume di incassare. I rendimenti, a loro volta, dipendono dallapprezzamento dei valo-ri, tempi e incertezze dei futuri flussi di cassa dimpresa; infatti, sulla base di tali flussi che verranno decisi i probabili rendimenti per gli investitori (dividen-di, interessi e redditi in conto capitale). In definitiva le decisioni economiche dinvestimento presuppongono la disponibilit dinformazioni utili per apprez-zare i prospettici flussi di cassa dellimpresa e i connessi rendimenti per gli in-vestitori. Rispetto alla precedente versione, il CF precisa meglio il tipo di deci-sioni che i destinatari devono assumere: non una generica decisione economica ma pi precisamente le decisioni di allocazione delle risorse finanziarie. Ov-

    4 Gli investitori sono intesi in senso ampio e comprendono i conferenti capitale di rischio, di prestito e altri creditori.

    5 I FR non hanno invece finalit di determinare il valore effettivo delle imprese anche se pos-sono fornire agli interessati informazioni utili in tal senso, IASB (2010), The Conceptual Fra-mework for Financial Reporting, Capitolo Primo, OB7.

    6 IASB (2010), The Conceptual Framework for Financial Reporting, Capitolo Primo, OB2.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 8

    viamente gli utilizzatori primari dei FR hanno altre decisioni da assumere (ad esempio connesse alla nomina e rinnovo degli amministratori, alle loro remune-razioni e valutazione dei risultati conseguiti) ma la scelta stata di privilegiare le decisioni connesse al finanziamento dellimpresa. Le informazioni sulla valu-tazione dei manager, tuttavia, sono importanti per i fornitori di risorse finanzia-rie e quindi nelle decisioni sullallocazione di tali risorse sono comprese anche quelle inerenti la valutazione dei manager.

    1.2.2. Le informazioni dei Financial Reporting utili agli investitori Le informazioni, utili per aiutare gli investitori a valutare i flussi di cassa

    prospettici dellimpresa, sono, anzitutto, quelle relative alla struttura patrimo-niale-finanziaria e ai risultati dimpresa (informazioni di bilancio) ma anche quelle utili per apprezzare le responsabilit degli amministratori. Il CF esempli-fica queste informazioni con quelle strumentali ad apprezzare se gli amministra-tori sono riusciti a proteggere il patrimonio dimpresa dalleffetto sfavorevole di taluni fattori economici (cambiamenti nei prezzi o nelle tecnologie) e ad assicu-rare la compliance rispetto alle leggi, i regolamenti e i contratti. Utili in questo senso possono essere anche le informazioni su eventuali limitazioni delle re-sponsabilit degli amministratori poich ci coinvolge direttamente gli investi-tori, a loro volta responsabili di nominare gli amministratori e indirizzare le loro strategie in modo coerente rispetto alle politiche delineate dai soci.

    Nellambito delle informazioni di bilancio, il CF conferma limportanza sia di quelle relative alla struttura patrimoniale (Balance Sheet), sia quelle inerenti ai risultati economici (Comprehensive Income) e finanziari (Cash Flow Statement) poich tutte offrono utili elementi per assumere decisioni dinvestimento. In particolare le informazioni sulla struttura patrimoniale dimpresa (Entity resour-ces, claims against the entity), aiutano gli investitori a identificare i punti di for-za e di debolezza finanziaria dimpresa e ad apprezzare la liquidit e solvibilit dellimpresa, le sue necessit finanziarie e la probabilit di successo nellottene-re finanziamenti. Tali informazioni, in altri termini, possono aiutare gli utilizza-tori a prevedere come i futuri flussi di cassa saranno distribuiti tra coloro che vantano diritti nei confronti dellimpresa, anche se le risorse dimpresa sono va-riamente correlate ai flussi di cassa: in alcuni casi questi ultimi derivano diret-tamente dalle risorse economiche esistenti, come i crediti commerciali; altri flussi di cassa, invece, derivano dallimpiego di risorse in modo combinato per produrre e vendere beni e servizi per i clienti.

    I risultati dimpresa sono costituiti dal reddito desercizio e dai connessi flussi di cassa. Il reddito dimpresa (Financial performance reflected by accrual

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 9

    accounting) aiuta gli investitori ad apprezzare: 1) il rendimento delle risorse impiegate nella produzione economica; 2) lefficacia degli amministratori nel far fronte alle proprie responsabilit nellimpiego delle risorse dimpresa. Tali informazioni, inoltre, possono essere proiettate nel futuro e aiutare gli investitori nel prevedere i rendimenti prospettici in termini di redditi e flussi di cassa futuri dimpresa. Si conferma che laccrual accounting offre una migliore base per valutare i risultati dimpresa rispetto alle sole informazioni relative agli incassi e ai pagamenti effettuati durante il periodo.

    I flussi di cassa (Financial performance reflected by past cash flow), aiutano gli investitori ad apprezzare come limpresa ottiene e impiega le fonti di finan-ziamento, comprese le informazioni sui prestiti e il loro rimborso, i dividendi e altri flussi di cassa distribuiti agli investitori, e altri fattori che possono influen-zare la liquidit e solvibilit. Le informazioni sui flussi di cassa aiutano gli in-vestitori ad apprezzare il contributo della gestione operativa, delle attivit di in-vestimento e di finanziamento, la sua liquidit e solvibilit e interpretare altre informazioni relative ai risultati dimpresa.

    Infine il CF si sofferma sulle variazioni della struttura patrimoniale non deri-vanti dal reddito desercizio (Changes in economic resources and claims not re-sulting from financial performance), ossia quelle operazioni che incidono in modo diretto sulla struttura delle fonti di finanziamento e degli investimenti, senza interessare i risultati dimpresa (ad esempio delle operazioni di aumento del capitale sociale a pagamento). Ovviamente anche queste informazioni sono necessarie per dare agli utilizzatori una completa conoscenza di come cambia-ta la struttura patrimoniale e delle implicazioni di queste variazioni sui risultati prospettici dimpresa.

    In conclusione pu essere opportuno sottolineare una peculiarit del nuovo CF: Il CF degli USA stabilisce che, nellambito delle informazioni comprese nei FR, quelle primarie sono le sulle performances apprezzate con il com-prehensive income e le sue componenti. Il CF dello IASB, invece, considerava tutte le informazioni del FR di uguale importanza. Tenuto conto delle strette re-lazioni di interdipendenza esistenti tra tutte le informazioni del FR e del fatto che le stesse sono un sistema di valori il nuovo CF ha privilegiato la posizio-ne dello IASB ed ha ribadito di assegnare la stessa importanza alle informazioni dello stato patrimoniale, del conto economico, del rendiconto finanziario, del prospetto delle variazioni di patrimonio netto e delle note.

    1.2.3. Gli utilizzatori primari dei Financial Reporting Gli utilizzatori primari dei FR sono gli investitori attuali e potenziali (existing

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 10

    and potential investors, lenders and other creditors). Le condizioni per apparte-nere agli utilizzatori primari sono di: 1) non poter ottenere informazioni diret-tamente dallimpresa; 2) avere la necessit di assumere decisioni facendo affi-damento anche sulle informazioni di bilancio.

    Ovviamente necessario essere consapevoli che le informazioni comprese nei FR non possono fornire agli investitori tutte le informazioni di cui hanno bi-sogno. Oltre alle informazioni dei FR, infatti, le decisioni dinvestimento devo-no tenere conto anche di informazioni di pi ampio respiro, ad esempio quelle sulle condizioni economiche generali dambiente (prospettive dei mercati, livel-li competitivi, settori economici, contesto politico nazionale e internazionale) e dazienda (corporate governance, assetti proprietari, composizione e competen-ze professionali del personale dipendente, livello di sindacalizzazione). I singoli investitori, inoltre, possono avere differenti bisogni informativi, a volte anche in conflitto tra di loro: i FR tendono a soddisfare le attese dinformazione del nu-mero massimo di utilizzatori primari ma non si pu escludere che essi possano avvantaggiare taluni investitori rispetto ad altri.

    La definizione degli investitori quali destinatari privilegiati dei FR conduce ad escludere altri importanti soggetti dalla nozione di Primary Users. Gli am-ministratori ad esempio non possono essere utilizzatori primari perch hanno la capacit di ottenere informazioni direttamente allinterno dellimpresa. Ovvia-mente anche gli amministratori utilizzano le informazioni di bilancio ma non possono essere compresi tra i Primary Users cos come definiti dal CF. Si tratta di destinatari privilegiati da questo punto di vista poich sono anche protagoni-sti interni della gestione dimpresa.

    Altri soggetti, come le autorit di regolamentazione e la collettivit possono ricevere informazioni utili dai FR ma non sono compresi tra i Primary Users. Sono escluse le autorit di regolamentazione dai destinatari primari perch ac-cogliere i loro bisogni (informazioni utili per la stabilit del mercato dei capita-li) potrebbe compromettere la rappresentazione fedele e la significativit delle informazioni del FR a favore degli Investors. Investitori e autorit di regolamen-tazione hanno interessi spesso sovrapposti ma estendere la finalit dei FR alla stabilit del mercato dei capitali avrebbe creato un conflitto tra gli obiettivi non semplice da risolvere. Ad esempio lobiettivo di stabilit dei mercati finanziari potrebbe richiedere di non rilevare o di ritardare la rilevazione nei FR di alcune variazioni di valore ma ci priverebbe gli investitori di informazioni di loro in-teresse. Per evitare questo conflitto, il nuovo CF ha scelto di privilegiare lobiet-tivo di fornire informazioni al servizio delle attese di conoscenza dei partecipan-ti al mercato dei capitali. In ogni caso anche la stabilit del mercato dei capitali potrebbe essere migliorata come conseguenza della decisione di privilegiare gli investitori come utilizzatori primari dei FR.

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 11

    Lintroduzione formale dei Primary Users del FR rappresenta una rilevan-te innovazione del nuovo CF rispetto a quelli precedenti. Nel precedente CF dello IASB i destinatari erano gli attuali e potenziali investitori, dipendenti, con-ferenti capitale di prestito, fornitori e altri creditori commerciali. Il paragrafo 9 inoltre comprendeva una lista di altri potenziali utilizzatori come i clienti, le au-torit statali e le loro agenzie, il pubblico. Nel successivo paragrafo 10, tuttavia, il precedente CF ipotizzava che siccome gli investitori sono conferenti di capi-tale di rischio, bilanci che soddisfano le loro attese di conoscenza saranno in grado di soddisfare la maggior parte dei bisogni di informazione degli altri uti-lizzatori. Di fatto, quindi, il precedente CF si focalizzava sugli Investors anche se nel paragrafo 12 si precisava che lobiettivo del bilancio di fornire infor-mazioni che siano utili ad un vasto insieme di utilizzatori nellassumere deci-sioni economiche. In definitiva il precedente CF dello IASB si focalizzava sul-le attese di conoscenza degli Investors ipotizzando che fossero rappresentative dei bisogni di informazione di una vasta gamma di utilizzatori ma non identifi-cava in modo formale una classi di destinatari primari.

    Il CF del FASB a sua volta si riferiva agli attuali e potenziali investitori, cre-ditori e altri utilizzatori nellassumere razionali decisioni dinvestimento, di cre-dito e altre decisioni simili. Tale CF specificava che la maggior parte degli inve-stitori sono i conferenti capitale di rischio e di debito mentre la maggior parte dei creditori sono i fornitori di beni e servizi che concedono dilazioni di paga-mento, i clienti e i dipendenti, le istituzioni finanziarie, finanziatori privati e gli obbligazionisti. Una differenza rispetto al CF dello IASB che in quello USA ci si riferisce agli investitori sia di rischio sia di debito mentre lo IASB enfatizza i conferenti capitale di rischio. Tuttavia, entrambi i CF precisavano che nellam-bito degli investitori e creditori possono essere compresi gli analisti e consulenti finanziari, i legali, i mediatori, le autorit di regolamentazione e altri che consi-gliano o rappresentano gli interessi degli investitori e dei creditori o che sono interessati a come investitori e creditori sono trattati.

    Il nuovo CF diverso dai precedenti per due ragioni: 1) si sono eliminate le differenze tra i 2 CF precedenti; 2) si fatta la scelta di privilegiare i fornitori di risorse finanziarie nellambito degli utilizzatori dei FR. I FR ovviamente posso-no essere utilizzati da altri destinatari ma per non essere generici lo IASB ha ri-tenuto opportuno specificare i Primary Users. Tuttavia potrebbe non esserci ac-cordo sulla nozione di utilizzatori primari effettuata dallo IASB e pensare a con-tenuti pi puntuali e limitati 7. Lo IASB giustifica la scelta degli investitori quali destinatari primari con tre motivazioni:

    7 IASB (2010), The Conceptual Framework for Financial Reporting, Capitolo Primo, BC1.15.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 12

    a) Essi hanno i pi immediati e critici bisogni di informazione nei FR e molti non hanno alternative possibilit di richiedere e ottenere tali informazioni di-rettamente dallimpresa;

    b) Lo IASB e il FASB sentono la responsabilit di focalizzare lattenzione sui bisogni dei partecipanti al mercato dei capitali, che includono non solo gli at-tuali investitori ma anche quelli potenziali;

    c) Le informazioni che soddisfano i bisogni degli investitori probabile che soddisfino i bisogni degli altri utilizzatori sia nei modelli di CG focalizzati sugli azionisti sia in quelli che si rivolgono a tutti gli stakeholders.

    Il CF definisce lobiettivo dei FR uguale per tutte le classi dimprese, non

    distinguendolo per dimensione, quotazione delle azioni e assetti proprietari concentrati o diffusi. Tuttavia il vincolo del costo di produzione delle infor-mazioni, le differenze settoriali e di complessit delle imprese possono con-durre lo IASB a permettere o imporre differenze nei FR di talune classi dim-prese.

    1.3. LE CARATTERISTICHE QUALITATIVE Il capitolo 3 relativo alle caratteristiche qualitative e comprende 39 para-

    grafi contraddistinti dalla sigla QC per semplificare le denominazione Qualita-tive Characteristics. Dopo lintroduzione (QC1 QC3), seguono paragrafi sul-le caratteristiche qualitative che rendono utili le informazioni di bilancio (QC4 QC34) e il capitolo si chiude con una parte relativa al costo quale vincolo per lutilit delle informazioni di bilancio (QC35 QC39). Le caratteristiche quali-tative servono per rendere meno generico lobiettivo dei FR (fornire informa-zioni economico-finanziarie dimpresa utili agli attuali e potenziali investitori nellassumere decisioni relative alla fornitura di risorse allimpresa). Lobiettivo dei FR lascia, infatti, un grande livello di discrezionalit e offre poche linee guida su come esercitarla. Le caratteristiche qualitative sono uno strumento per rendere coerente la discrezionalit del processo di costruzione dei bilanci con lobiettivo dei FR.

    Nellambito delle caratteristiche qualitative si distinguono quelle fondamen-tali (Fundamental), ossia la significativit e la rappresentazione fedele da quelle migliorative (Enhancing), ossia la comparabilit, la verificabilit, la tempestivi-t, la comprensibilit. Questa distinzione non era presenta nel discussion paper proposto per i commenti ed stata invece introdotta direttamente dallo IASB in un momento successivo. La discussione ha rilevato che non tutti erano daccor-do su questa classificazione perch arbitraria ma alla fine si deciso di mante-

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 13

    nerla nella convinzione che due siano le qualit fondamentali, la Relevance e la Faithful Representation, senza le quali linformazione del FR non utile. Le qualit migliorative, invece pur importanti, non sono essenziali: se un FR re-levant e faithfully represented allora linformazione utile anche in assenza del-le caratteristiche qualitative migliorative.

    Lintroduzione chiarisce il ruolo delle caratteristiche qualitative nel CF: esse identificano caratteristiche delle informazioni di bilancio che sono strumentali allobiettivo dei FR. In altri termini le caratteristiche qualitative dovrebbero creare i presupposti per fornire agli investitori informazioni comprese nei FR utili nellassumere decisioni dinvestimento. Si precisa altres uninnovazione che deriva dalla nozione pi ampia di FR rispetto alla precedente Financial Statements: essendo pi ampio ed esteso lo strumento con cui le imprese co-municano informazioni ai mercati finanziari, anche le caratteristiche qualitative non possono che essere riferite sia ai tradizionali bilanci sia ad eventuali altre informazioni spesso comprese nei rapporti finanziari (ad esempio informazioni sulle prospettive e sulla prevedibile evoluzione della gestione). A questo ri-guardo, il CF precisa che le caratteristiche qualitative, tenuto conto del vinco-lo del costo, possono essere applicate in modo differente alle varie classi di informazioni.

    1.3.1. Le qualit fondamentali Per essere utili, le informazioni di bilancio devono essere significative (Re-

    levant) e fornire una rappresentazione fedele (Faithful Representation) della struttura patrimoniale e dei risultati dimpresa. Lutilit migliora se le infor-mazioni sono comparabili, verificabili, tempestive e comprensibili 8. Nella fra-se precedente compresa la nuova classificazione delle caratteristiche qualita-tive derivante dal progetto congiunto IASB-FASB che, peraltro, molto inno-vativa rispetto alle precedenti versioni dei CF. Specificamente, la nuova ver-sione del CF identifica, anzitutto, le cosiddette caratteristiche qualitative fon-damentali.

    8 IASB (2010), The Conceptual Framework for Financial Reporting, Capitolo Terzo, QC4.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 14

    FIGURA 1 Le caratteristiche qualitative fondamentali

    Fundamental Characteristics

    Relevance

    Faithful Representation

    Significativit (Relevance)

    La relevance rappresenta una qualit fondamentale delle informazioni del FR poich direttamente connessa con lutilit delle informazioni per gli investi-tori. Le informazioni sono Relevant se fanno la differenza nelle decisioni de-gli investitori 9, ossia se sono in grado di influenzare a tal punto il comporta-mento dellutilizzatore da essere considerate decisive per assumere una specifi-ca decisione dinvestimento. In assenza di quella informazione la decisione non sarebbe stata assunta ovvero sarebbe stata assunta in modo diverso. Le informa-zioni Relevant possono fare la differenza nelle decisioni degli investitori se hanno valore predittivo (Predictive Value), valore di conferma (Confirmatory Value) o entrambi 10.

    Le informazioni dei FR hanno valore predittivo 11 se utilizzate dagli investi-tori per prevedere futuri risultati. Esse non necessariamente devono essere delle previsioni per avere valore predittivo: la maggior parte dei valori di bilancio, infatti, sono riferite al passato e solo parzialmente possono incorporare valori prospettici in relazione allimpiego di criteri di valutazione che, rispettivamente, consentono o impongono procedure che prevedano il loro impiego.

    9 IASB (2010), The Conceptual Framework for Financial Reporting, Capitolo Terzo, QC6. 10 IASB (2010), The Conceptual Framework for Financial Reporting, Capitolo Terzo, QC7. 11 Il valore di previsione ha un diverso significato in statistica: livello di affidabilit con cui

    possibile prevedere il prossimo numero di una serie e la sua persistenza, ossia la tendenza di quel-la serie di numeri a cambiare in linea con cambiamenti passati.

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 15

    FIGURA 2 La Significativit

    Relevance

    Predictive Value

    Confirmatory Value Predictive and

    Confirmatory Value

    Le informazioni dei FR hanno valore di conferma se permettono un con-trollo rispetto a precedenti valutazioni: il risultato dellattivit di controllo pu tradursi in una conferma delle precedenti previsioni ovvero nella necessit di modificare gli obiettivi per renderli coerenti e raggiungibili rispetto ai nuovi valori.

    Capacit di previsione e di conferma delle informazioni dei FR sono inter-relate. Le informazioni che hanno valore predittivo spesso hanno anche valore di conferma. I ricavi annuali ad esempio possono essere utilizzati per prevede-re i ricavi futuri ma possono essere confrontati con le previsioni dei ricavi an-nuali fatte in passato. Il risultato di queste comparazioni pu aiutare gli inve-stitori a correggere o migliorare le modalit di effettuazione di queste previ-sioni.

    La Materiality (Rilevanza) un aspetto della Relevance: uninformazione Material se la sua omissione o scorretta rappresentazione influenza le decisioni degli investitori effettuate sulla base delle informazioni di bilancio dimpresa. La rilevanza un aspetto specifico dellimpresa fondato sulla natura e intensit o entrambe del valore a cui linformazione si riferisce nel contesto di uno speci-fico bilancio dimpresa. Di conseguenza non si pu specificare una soglia quan-titativa uniforme per definire la rilevanza o predeterminare cosa potrebbe essere rilevante in una particolare circostanza 12.

    12 IASB (2010), The Conceptual Framework for Financial Reporting, Capitolo Terzo, QC11.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 16

    La rappresentazione fedele (Faithful Representation)

    La seconda caratteristica qualitativa fondamentale la Faithful Representa-tion che, rispetto alla precedente versione del CF dello IASB, ha sostituito la Reliability, ossia lattendibilit. FIGURA 3 La rappresentazione fedele

    Faithful Representation

    Neutrality (Neutralit)

    Completeness (Completezza)

    Free from error (Attendibilit)

    Lutilit delle informazioni dei FR presuppone la loro Relevance ma ci non basta poich tali informazioni devono anche essere corrette (Faithful). La cor-retta presentazione delle informazioni nei FR, a sua volta, richiede il rispetto delle seguenti qualit: la completezza, la neutralit e lassenza di errori.

    La completezza dei FR riguarda ad esempio gli schemi di bilancio e le in-formazioni integrative. Riguardo agli schemi la completezza non si limita al ri-spetto del contenuto di tutti i documenti prescritti ma impone altres di fornire tutte le informazioni Relevant per gli investitori nellassumere le decisioni eco-nomiche. Per le informazioni integrative necessario rispettare i requisiti di disclosure previsti da tutti gli IAS/IFRS e non limitarsi ad una loro interpre-tazione formale o letterale. Particolare attenzione al requisito della completezza deve interessare i gruppi aziendali e i connessi bilanci consolidati: evidente che in queste aziende se larea di consolidamento definita in modo incompleto (con lesclusione dallarea di societ controllate che tuttavia appaiono formal-mente non controllate), il bilancio non potr fornire una rappresentazione fedele delle attivit e dei risultati conseguiti dal gruppo, con riflessi diretti sullutilit delle informazioni.

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 17

    La neutralit delle informazioni, a sua volta, richiede assenza di pregiudizi nella determinazione dei valori di bilancio. In altri termini chi redige il bilancio non deve avere obiettivi predefiniti da realizzare in termini, ad esempio, di risul-tati da conseguire o imposte da pagare. Nella costruzione dei FR, dunque, non sono ammesse politiche di bilancio che, attraverso la manipolazione dei valori dei FR, tendono, ad esempio, a indirizzare in modo opportunistico e ingannevo-le il comportamento degli investitori verso una specifica decisione economica (acquisto, vendita o detenzione dello strumento finanziario). Ci non significa negare lesistenza o lopportunit di realizzare le politiche di bilancio: queste sono un carattere intrinseco dei bilanci, ineliminabile, dovuto allipotesi finzio-ne di interrompere in modo artificiale la vita dellazienda al termine del periodo amministrativo. dunque di generale accettazione che le informazioni del FR siano influenzate dal comportamento del redattore di bilancio e che possano es-sere associate a precisi obiettivi informativi (utilit per gli investitori). Ci che vanno invece evitati sono i comportamenti scorretti e in mala fede che si pro-pongono di ingannare gli investitori comunicando loro informazioni manipola-te, per favorire determinati interessi a scapito di altri. Le politiche di bilancio, come detto, sono ineliminabili ma, per assicurare tutela e utilit agli investito-ri, opportuno che siano rese trasparenti con adeguati livelli di disclosure.

    Assenza di errori non significa precisione assoluta di ogni valore e informa-zione dei FR. Ci impossibile perch i FR comprendono sia valori oggettivi sia valori stimati e congetturati, per i quali non pu esistere una nozione di cor-rettezza o verit assoluta. La possibilit prevista per talune poste del bilancio di utilizzare principi di valutazione alternativi ovvero la discrezionalit interpreta-tiva dei medesimi, consente agli amministratori di scegliere il valore da iscrive-re nei FR nellambito di un range compreso tra valori minimi e massimi, piutto-sto che imporre loro valori puntuali e unici. In questi casi tutti i valori compresi nellintervallo potrebbero essere considerati corretti e iscrivibili in FR affidabili. Errore o frode di bilancio, invece, significa rispettivamente un comportamento colposo o doloso che si traduce in informazioni dei FR che, non rispettando i principi contabili, presentano una situazione patrimoniale o risultati dimpresa infedeli, non coerenti rispetto a quelli effettivi. Nei FR, tuttavia, possono essere tollerati errori, purch non Material. In altri termini, la complessit della tradu-zione in valori di bilancio dellattivit dimpresa pu comportare qualche errore ma essi non devono essere tali da influenzare gli investitori nelle loro decisioni. Per esempio una valutazione di un prezzo o valore non osservabile non si pu dire accurata o non accurata ma la rappresentazione di quella stima corretta se il valore descritto chiaramente precisando la natura e i limiti del processo di stima, e non ci sono errori nella selezione e applicazione del processo di valuta-

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 18

    zione 13. Vale la pena di ricordare che la rappresentazione fedele da sola non as-sicura informazioni utili poich essa dipende anche dalla significativit: se una informazione rappresentata in modo fedele potrebbe essere poco significativa; se non ci sono alternative, tuttavia, quella stima offre linformazione disponibile migliore.

    La Faithful Representation proposta nel nuovo CF come qualit fonda-mentale che va a sostituire la Reliability dei precedenti CF IASB e FASB. Il motivo di questa sostituzione pu essere lindeterminatezza del suo significato o meglio lassenza di un significato condiviso. Per alcuni si tratta della verifi-cabilit, per altri dellassenza di errori materiali; ovvero della rappresentazione fedele combinata con la neutralit e la precisione. In questo contesto si scelto il termine Faithful Representation per indicare ci che i due CF precedenti in-dicavano con reliability, ma con alcune differenze importanti. Ad esempio nel CF precedenti la sostanza rispetto alla forma e la prudenza erano qualit che spiegavano la reliability mentre nel nuovo CF sono state eliminate (la sostanza sulla forma perch ridondante e la prudenza perch in contrasto con la neutrali-t, non si pu consigliare la prudenza e assicurare informazioni neutrali allo stesso tempo).

    Infine lo IASB rileva che, nonostante che vi siano molte ricerche sulla Rele-vance e sulla rappresentazione fedele dei FR studiate attraverso correlazioni con le variazioni dei prezzi di mercato dei titoli delle imprese, non sono state fornite tecniche per misurare la Faith Representation separatamente dalla significativit e scomposta nelle sue tre componenti di completezza, neutralit e assenza di er-rori. La qualit e lutilit dei FR, in altri termini dovrebbero essere indagate non solo con lo sviluppo di studi sulla Value Relevance ma anche con ricerche in grado di proporre efficaci strumenti di misurazione della rappresentazione fedele. 1.3.2. Le qualit migliorative

    Il nuovo CF introduce successivamente la classe delle caratteristiche qualita-tive migliorative, ossia qualit che non sono considerate essenziali ma che pos-sono aiutare gli investitori nellassumere le decisioni economiche. Si tratta di uninnovazione introdotta da questa nuova versione del CF poich non presente nei CF precedenti. Come accennato in precedenza quattro sono le qualit consi-derate migliorative (Figura 4).

    13 IASB (2010), The Conceptual Framework for Financial Reporting, Capitolo Terzo, QC15.

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 19

    FIGURA 4 Le caratteristiche qualitative migliorative

    Timeliness

    Enhancing Characteristics

    Comparability

    Verifiability

    Understandability

    Understandability

    Il CF sostiene che le informazioni dei FR sono pi utili se possono essere confrontate con informazioni simili di altre imprese e con simili informazioni della stessa impresa per altri periodi di tempo. In altri termini la comparabilit nella simultaneit spaziale e nella successione temporale sicuramente aiuta gli utilizzatori nella scelta tra investimenti alternativi. Il confronto, ovviamente, possibile solamente se si hanno a disposizione almeno due valori. La compara-bilit agevolata se i FR sono redatti con limpiego continuativo e coerente de-gli stessi criteri di valutazione (consistency) ma i due concetti non vanno confu-si: la consistency uno strumento per realizzare lobiettivo (comparability). Di-versa luniformit: non si devono fare apparire simili cose differenti ma piut-tosto rappresentare in modo uniforme cose simili anche se appaiono diverse. La comparabilit pu essere favorita da altre caratteristiche qualitative: la rappre-sentazione fedele di operazioni significative, realizzata in modo corretto da im-prese diverse, pu creare i presupposti per il confronto delle informazioni. Lo IASB da decenni persegue la comparabilit delle informazioni con una politica volta a ridurre i metodi contabili alternativi per la costruzione dei FR. Ma le di-vergenze che spesso si rilevano nei principi contabili nazionali sono rilevanti e, spesso, inducono lo IASB a conservare la possibilit di impiego di criteri di va-lutazione alternativi ovvero elevati margini applicativi degli IAS/IFRS e tutto ci, ovviamente, non aiuta la comparabilit.

    Lutilit delle informazioni dei FR, inoltre, favorita dalla loro verificabilit poich ci dovrebbe contribuire alla loro correttezza. Soggetti indipendenti (re-visori o sindaci) devono poter verificare la correttezza dei FR ed esprimere un loro giudizio sulla rappresentazione fedele. La verificabilit pu essere diretta o indiretta. La prima presuppone losservazione e lazione diretta del soggetto in-

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 20

    dipendente (ad esempio le verifiche di cassa che sono effettuate controllando la corrispondenza tra il valore a bilancio e le liquidit effettivamente presenti in cassa). Verificabilit indiretta, invece, significa controllare gli inputs di un mo-dello, formula o altre tecniche e ricalcolare il risultato utilizzando la stessa me-todologia (ad esempio si verifica il valore del magazzino con il controllo delle quantit e costi di carico e si ricalcola linventario finale utilizzando le stesse ipotesi sui flussi di magazzino). Per i valori stimati e congetturati, infine, la ve-rificabilit non sempre possibile, se non, per le stime, in tempi futuri. Nei FR, tuttavia, vanno assicurati adeguati livelli di trasparenza sugli assunti di base, metodi di determinazione delle informazioni e altri fattori che sono stati ipotiz-zati per assegnare valore allinformazione.

    La tempestivit, a sua volta, una importante qualit migliorativa dellutilit delle informazioni perch assicura la loro disponibilit in tempi utili rispetto a quelli di assunzione delle decisioni. Solitamente le informazioni pi utili sono quelle recenti anche se la tempestivit a volte pu essere associata anche ad in-formazioni meno recenti, ad esempio quando lutilizzatore necessit di riferi-menti passati per individuare le tendenze in atto nella dinamica di alcuni valori del FR.

    Uninformazione del FR comprensibile se classificata, illustrata e presen-tare in modo chiaro e conciso. La sintesi, in particolare, molto importante perch dovrebbe impedire la pubblicazione di FR di dimensioni esagerate (a volte diverse centinaia di pagine) ma pone un rilevante problema di selezione delle informazioni utili agli investitori. FR con volumi dinformazioni ecces-sivi peggiorano la comprensibilit; informazioni concise, espressione della capacit di sintesi, invece, qualificano la chiarezza delle informazioni. A volte non semplice tradurre in parole e numeri chiari dei fenomeni complessi ma si deve tentare perch escluderli dai FR condurrebbe a bilanci incompleti e po-tenzialmente scorretti. A questo proposito va aggiunto che i FR sono preparati per gli investitori che hanno una ragionevole conoscenza delle attivit econo-miche e che analizzano in modo diligente tali informazioni. Nel caso di feno-meni complessi pu essere opportuno ricorrere allaiuto di analisti o esperti della materia.

    Le quattro qualit migliorative non hanno, tuttavia, la capacit di rendere utili informazioni che non rispettano le due qualit fondamentali (relevance e faithful representation).

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 21

    1.4. IL VINCOLO DEL COSTO E LEQUILIBRIO CON I BENEFICI Il costo che le imprese sostengono per organizzare i sistemi informativi, re-

    digere i bilanci e comunicare periodicamente i FR ai mercati deve essere bilan-ciato da benefici. Lobiettivo ovviamente di proporre principi contabili che minimizzino i costi e massimizzino i benefici per gli investitori. I costi di pro-duzione e comunicazione delle informazioni, dal punto di vista degli investitori, rappresentano dei minori rendimenti. Altri costi sono sostenuti direttamente da-gli utilizzatori per analizzare e interpretare i FR ovvero per acquistare infor-mazioni utili ma assenti nei FR. Un primo beneficio dei FR un pi efficiente funzionamento del mercato dei capitali che dovrebbe avere come conseguenza una riduzione del costo dei finanziamenti per le imprese. Indirettamente anche gli investitori dovrebbero beneficiarne poich la riduzione degli oneri finanziari sostenuti dalle imprese dovrebbe riflettersi in migliori redditi dimpresa e ren-dimenti. Gli investitori, inoltre hanno il beneficio di poter assumere decisioni fondate su migliori basi informative anche se i FR non possono fornire tutte le informazioni necessarie per assumere decisioni dinvestimento.

    1.5. PRUDENZA E SOSTANZA SU FORMA Nel nuovo CF sono stati eliminati due principi, presenti invece nella versio-

    ne precedente: la prevalenza della sostanza rispetto alla forma e la prudenza. Specificamente il principio della sostanza sulla forma stato considerato ri-

    dondante rispetto a quello della rappresentazione fedele. In altri termini rappre-sentare in modo fedele un fenomeno gi significa far prevalere la sostanza eco-nomica delloperazione piuttosto che la sua forma giuridica. In tal senso, ad esempio, lo IAS 17 impone il cosiddetto metodo finanziario per la contabiliz-zazione delle operazioni di leasing finanziario quando essa consiste di fatto in un finanziamento e non con una semplice contratto di locazione. In modo ana-logo le operazioni pronti contro termini vanno contabilizzate come finanzia-menti poich, pur apparendo come vendite e acquisiti individuali di titoli, in realt nel loro insieme rappresentano appunto un prestito temporaneo.

    La prudenza 14 un principio cardine dei sistemi contabili poich considera-to strumentale alla tutela generale degli stakeholder. Quando, ad esempio, lo IAS 2 impone di valutare le rimanenze di magazzino al minor valore tra quello del costo storico sostenuto (di acquisto o di produzione) e il valore recuperabile

    14 HOOGERVORST H., The Concept of Prudence: dead or alive, FEE Conference on Corporate Reporting of the Future, Brussels, Belgium, 18 September 2012.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 22

    sul mercato intende indicare una linea di condotta volta ad evitare sopravaluta-zioni dei redditi, degli investimenti e la distribuzione di redditi reali e non no-minali 15. Non trovare la prudenza tra le caratteristiche qualitative delle infor-mazioni di bilancio pu, dunque, suscitare stupore e perplessit. Nella prece-dente versione del CF dello IASB la prudenza era considerata una delle caratte-ristiche funzionali alla Reliability (ora sostituita dalla Faithful Representation). La prudenza era intesa come grado di cautela nellapplicare la discrezionalit necessaria per effettuare le stime richieste per alcuni valori di bilancio, in mo-do tale da evitare la sopravvalutazione delle attivit o la sottovalutazione delle passivit.

    Il nuovo CF dello IASB ha invece deciso di non inserire a prudenza tra le ca-ratteristiche qualitative perch ritiene la prudenza in contrasto con la neutralit: non compito dei principi contabili suggerire determinati comportamenti valu-tativi da parte dei redattori di bilancio. In effetti, gli investitori non chiedono necessariamente una valutazione prudenziale del patrimonio e del reddito dim-presa; piuttosto essi si aspettano una valutazione attendibile e sostenibile della capacit dimpresa di produrre valore per soddisfare le legittime attese degli stakeholder. In altri termini la posizione dello IASB coerente con la tendenza a riflettere sempre pi nei FR redditi che presentano incertezze relative allo loro effettiva realizzazione. I motivi che hanno indotto lo IASB a non confermare la prudenza come caratteristica qualitativa delle informazioni dei FR sono dunque riconducibili allobiettivo di limitare le politiche di bilancio solitamente realiz-zate in nome di questo principio perch: 1) nei periodi di sottovalutazione dei redditi, gli investitori potrebbero perdere lopportunit di realizzare buoni inve-stimenti; 2) nei periodi sfavorevoli, le riserve occulte possono essere utilizzate per migliorare in modo artificiale i redditi e indurre gli utilizzatori ad effettuare investimenti sbagliati.

    Il dibattito suscitato dalla bozza CF, come era prevedibile, ha generato rea-zioni anche contrarie a questa soluzione. Molti hanno criticato la scelta di non considerare la prudenza nel CF perch se vero che la prudenza pu ostacolare la neutralit, allo stesso tempo produce, per taluni utilizzatori, informazioni pi utili e relevant rispetto a quelle che non tengono conto della prudenza.

    Inoltre, lo IASB ha rilevato che le imprese spesso adottano comportamenti prudenziali per valutare il patrimonio e i risultati dimpresa per bilanciare gli effetti prodotti dalle valutazioni di alcuni manager, considerate spesso eccessi-vamente ottimistiche. La prudenza, tuttavia, conduce in genere a ridurre i valori

    15 Un altro esempio di principio contabile internazionale che impone comportamenti pruden-ziali lo IAS 36 sullimpairment test (il valore contabile delle attivit non pu essere maggiore del loro valore recuperabile).

  • THE CONCEPTUAL FRAMEWORK FOR FINANCIAL REPORTING 23

    di reddito e patrimonio in un anno e a posticipare la rilevazione di taluni redditi in anni successivi, spesso a scapito della loro competenza economica, ossia del periodo di effettiva maturazione di questi redditi. Altri commentatori hanno cri-ticato la neutralit perch, a loro parere, impossibile o molto difficile da realiz-zare. In questa impostazione sufficiente che le informazioni abbiano una fina-lit per escludere la neutralit. Come illustrato in precedenza, tuttavia, lo IASB crede nella neutralit delle informazioni e ha quindi concluso che non oppor-tuno suggerire o imporre il conservatism perch ci significherebbe infrangere la neutralit dei FR. Tuttavia si rileva che la prudenza ancora una caratteristica presente in molti IAS/IFRS attuali e, probabilmente, sar considerata nel defini-re quelli nuovi.

    1.6. SINTESI DELLE PRINCIPALI DIFFERENZE CON IL QUADRO NORMATI-VO ITALIANO Le imprese che non adottano i principi contabili internazionali nella redazio-

    ne del proprio bilancio, per i temi trattati in questo capitolo (obiettivo e caratte-ristiche qualitative delle informazioni di bilancio) fanno riferimento agli articoli 2423 e seguenti del codice civile e al documento n. 11 Bilancio desercizio Finalit e postulati, dellOrganismo Italiano di Contabilit (OIC) del 30 maggio 2005. Norme di legge e principio OIC non sono sullo stesso piano: gli articoli del codice civile sono obbligatori mentre lOIC n. 11 ha funzioni interpretative e integrative rispetto alla legge.

    Le principali differenze rispetto al Conceptual Framework dello IASB sono relative sia allobiettivo che alle caratteristiche qualitative. Lobiettivo dei bi-lanci definito dallart. 2423 non fa riferimento ad alcun utilizzatore delle infor-mazioni e dunque sembra porre tutti gli stakeholders sullo stesso piano, in con-trasto con la definizione dei primary users introdotta dal CF dello IASB. In altri termini la disciplina civilistica rivolta a tutti gli utilizzatori dei bilanci e non prioritariamente agli investitori che operano sui mercati finanziari. Da questa prima importante differenza discendono quelle relative ai principi generali del bilancio: i principi della normativa civilistica (ad esempio verit, correttezza, chiarezza, prudenza, competenza), integrati e interpretati dallOIC 11, sono pro-fondamente differenti rispetto alle caratteristiche qualitative del CF IASB (Re-levance and Faithful Representation, Enhancing Characteristics) poich diversi sono gli specifici bisogni degli investitori rispetto a quelli pi generali ed etero-genei di tutti gli stakeholder.

  • I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI: CARATTERISTICHE, STRUTTURA, CONTENUTO 24

    1.7. VERIFICA DI APPRENDIMENTO

    1. Il Conceptual Framework for Financial Reporting: a) ha la stessa importanza degli IAS e degli IFRS; b) in caso di contrasto prevale sugli IAS e sugli IFRS; c) in caso di contrasto gli IAS e gli IFRS prevalgono sul CF.

    2. Gli utilizzatori primari dei FR sono: a) gli investitori; b) i dipendenti della societ; c) i manager le autorit di regolamentazione.

    3. Le qualit fondamentali dei FR sono: a) prudenza e utilit delle informazioni; b) significativit e rappresentazione fedele delle informazioni; c) comparabilit e comprensibilit delle informazioni.

    4. Lobiettivo dei FR di fornire agli attuali e potenziali investitori: a) informazioni prudenti a fini interni; b) informazioni utili per assumere decisioni economiche; c) informazioni comparabili nel tempo e nello spazio.

    5. La significativit delle informazioni comprende: a) la neutralit e la completezza dei dati; b) la verificabilit e la tempestivit delle informazioni; c) un valore predittivo, di conferma o entrambi delle informazioni.

    6. La rappresentazione fedele delle informazioni comprende: a) la neutralit, la completezza e lattendibilit delle informazioni; b) la significativit delle informazioni; c) la comprensibilit delle informazioni.

    7. Le caratteristiche qualitative migliorative: a) sono essenziali per lutilit dei FR; b) sono utili ma non essenziali se sono rispettate le qualit fondamentali; c) sono alla pari con le qualit fondamentali.

    8. La prudenza non compresa tra le caratteristiche qualitative perch: a) in contrasto con il principio della significativit delle informazioni; b) in contrasto con il principio dellutilit dei FR; c) in contrasto con il principio della neutralit delle informazioni.

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    1.8. CONCLUSIONI Il CF dello IASB rappresenta un importante riferimento per le istituzioni pre-

    poste alla definizione dei principi contabili e per i protagonisti del processo di costruzione, controllo e utilizzo dei bilanci (redattori, revisori e utilizzatori) per-ch dovrebbe concorrere al progresso della qualit dei FR e della loro utilit nel fornire informazioni agli utilizzatori nellassumere decisioni di investimento.

    Dopo la prima versione del 1989, nel 2010 lo IASB ha pubblicato una se-conda versione del CF, frutto di un progetto congiunto in corso di realizzazione con il FASB, che nella sua prima fase ha introdotto innovazioni soprattutto rela-tive allobiettivo dei FR e alle caratteristiche qualitative delle informazioni eco-nomico-finanziarie.

    Lobiettivo dei FR (utilit delle informazioni per gli investitori attuali e po-tenziali nellassumere decisioni economiche) stato approfondito nelle sue tre componenti: 1) le decisioni economiche; 2) le informazioni utili agli investitori; 3) gli utilizzatori primari dei FR. Laspetto forse pi innovativo proprio la formale definizione e identificazione dei Primary Users dei FR ri