I PRETI E NOI, Vittorino Adreoli

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    I PRETI E NOIdi Vittorino Andreoli

    Inizia una riflessione sulla figura del prete: ma non in sé,quanto in rapporto a noi, in rapporto alla società in cui egli

    vive. Ovvio infatti che per parlare del sacerdote come tale, cisono competenze e responsabilità precise. Noi invece vogliamosocializzare il discorso, includerci, considerare il profilo delsacerdote nei risvolti che ci riguardano. È il professor ndreolistesso, grande studioso della psiche, e oggi acuto osservatore di fenomeni culturali, a

     precisare: !Non sono credente, ma voglio bene ai preti. "utti devono voler loro bene.#ono figure importanti per tutti. $ io voglio che siano felici%. &uesta ' la chiave diinterpretazione dell(iniziativa che oggi parte, e sulla quale ci auguriamo un confrontoampio.

    IL SACERDOTE E IL SACRO

    Un personaggio della nostra società

    Il sacerdote ' un personaggio della nostra società. )igura che ha una sua lunga storianella nostra cultura, e che ha assolto compiti diversamente riconosciuti, sovente anchecontrastati. *rofilo che ' cambiato, perché ' cambiato il contesto in cui si pone. +os,

     pur perseguendo sempre lo stesso obiettivo, legato al ruolo che ricopre, l(ambiente incui vive lo ha in parte modificato, mutando anche la forma esteriore con cui egli si

     presenta al popolo. -alla veste talare lunga e nera, con berretta a punte e pompon ocappello rigido a larghe tese, lo si vede talora in abito borghese, in /eans e shirts, non

     pi0 identificabile o immediatamente riconoscibile. $ questo lo ha fatto per nascondersi,quando la sua missione, contrastata, doveva svolgersi in maniera clandestina1 oppure

     per la convinzione che dovesse essere notato non tanto per l(abito quanto per il suomodo di essere e per il suo comportamento, invertendo il detto popolare che ' l(abito afare il monaco.

    È un personaggio colto, perché il raggiungimento della sua posizione comporta studiseveri e una lunga preparazione, ma a distinguerlo non ' il sapere, bens il ruolo, che haun(origine nel mistero, una vera consacrazione. +iononostante, ci sono stati periodi in

    cui il suo sapere ne ha caratterizzato il ruolo e la maniera di essere percepito, soprattuttoin situazioni di istruzione sociale carente, come nel nostro passato storico. 2imaneindubitabile che la sua vera caratteristica e funzione ' tuttavia una e una sola, e si lega aun ministero che egli acquisisce attraverso il conferimento dell(Ordine, che gliconferisce il munus sacerdotalis. Insomma, ' una persona che si inserisce nel mistero, equindi dentro un credo.

    Il mio interesse

    $ qui subito si accede all(analisi della sua figura per noi, anche se occorre che io michieda perché abbia scelto di farlo. $ dica quali sono le motivazioni che, almeno

    consapevolmente, mi hanno indotto a farlo, in via del tutto libera.

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    Innanzitutto il rispetto. È questo un atteggiamento che io sento sempre di fronteall(uomo, a ogni uomo. 3o rispetto per tutti, per l(uomo rotto, per gli adolescenti chehanno compiuto azioni riprovevoli e inaccettabili, per i malati di mente a cui hodedicato e dedico la maggiore attenzione1 ho rispetto per ogni uomo, anche se possiedecaratteristiche diverse dalle mie.

    In secondo luogo, la curiosità. 4a curiosità per una scelta esistenziale che ' strana ecoraggiosa, almeno per questo nostro tempo, in cui si persegue 5 ormai quasiinconsapevolmente 5 il successo, il bisogno di una identificazione che sia sempreammantata di potere, conquistato o rubato. 6n potere che nulla ha a che fare conl(autorevolezza e con il valore, e che anzi sembra porsi su coordinate contrapposte, finoa portare a dire che per il potere serve pi0 la stupidità che l(autorevolezza o il merito. Ilsacerdote, invece del potere, sceglie la povertà1 invece dell(affermazione del proprio Io,che si fonda anche sulla sessualità come dominio, sceglie la castità1 e invece dellalibertà, che nel nostro tempo significa licenza, egli sceglie l(obbedienza. $ non si trattadi scelte implicite, ma espresse attraverso una rinuncia consapevole et coram populo,mediante la formula dell(impegno vincolante.

    6n(altra motivazione deriva certamente dalla mia professione di psichiatra, di chi siinterroga sempre su come un uomo viva dentro la società e se i bisogni che sidefiniscono umani vengano raggiunti o siano frustrati.*er esprimere questa mia forza motrice in maniera sintetica, e sapendo che i sacerdotidevono rispondere al vescovo che ' il capo della +hiesa locale in cui esercitano la

     propria missione, mi pare di poter dire che se il vescovo vuole che i suoi sacerdoti sianosanti, io da psichiatra vorrei che fossero sereni e, almeno alcune volte, felici.

    Le condizioni sociali

    4a mia attenzione cio' ' rivolta alle condizioni sociali del sacerdozio, poiché sono i prolegomeni alla serenità e alla felicità . $ mi chiedo se la vita del sacerdote non siainvece una lotta di resistenza alle frustrazioni che descriverebbe una sorta di masochista,anche se crede che proprio nella rinuncia al mondo si giunga alla felicità. #e cos fosse,allora la mia curiosità come psichiatra crescerebbe potentemente, perché mi troverei difronte a un uomo che fa scelte7limite, e persino contrarie a ogni teoria psicologica e diequilibrio della personalità. Insomma, se il prete con le sue rinunce ' felice, allora devorivedere tutta la mia adesione alla psicologia1 se ' un infelice, allora dovrei chiedermi sela sua missione sia possibile e con quali esiti.

    In questo àmbito, devo ricordare storie di sacerdoti che hanno avuto o hanno unadimensione psichiatrica 8e di alcuni mi sono occupato professionalmente9, storie di cui parla sovente la cronaca, inaccettabili perché non rispettano i bambini, abusandone,oppure intrattengono comportamenti che stridono con il ruolo assunto e che la società siattende.

    -a ultimo devo riferire di una motivazione personale che io considero molto importante perché dà il clima a questa iniziativa. Non potrei parlare della mia infanzia eadolescenza senza parlare di qualche sacerdote che ha fatto parte dell(habitat umano nel

     periodo in cui si ' svolta la mia crescita. &uando la mia memoria vaga tra i ricordi diallora, vedo l(ombra di curati e di monsignori che hanno svolto un ruolo straordinario e

    fondamentale per la mia vita. Non potrei parlare di mio padre, di mia madre, di miasorella, che mi porto dentro, sepolti nel mio ricordo, se non parlassi del loro

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    comportamento nei confronti della +hiesa, mediato dal legame con i suoi sacerdoti.$cco, forse devo esprimerlo chiaramente con le parole dei sentimenti: io li amo per tuttoquesto. #, e non sono credente.

    Il sacerdote isto da !n non credente

    $ me la sono posta, la domanda: possiedo io le caratteristiche per arrogarmi questodiritto a parlare Non sar; uno che affronta un tema senza averne gli strumenti, nondiversamente da come agirei se domani mattina entrassi in sala operatoria e cominciassiun intervento chirurgico per il quale, pur essendo medico, non sono preparato, non

     possedendo nemmeno gli strumenti $ gli strumenti in questo caso non saranno la fedee il credere, mentre io sono un non credente

    *enso di poter sostenere, almeno per la mia esperienza, che si pu; amare anche chi nonappartiene al proprio mondo. $ penso pure che, se uno non crede, pu; dire che ilsacerdote non gli serve, allo stesso modo per cui non gli serve l(idraulico se l(impianto

    di riscaldamento funziona, o non ha bisogno del dentista se ha i denti sani.

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    Col!i c%e &'a( il sacro

    #acerdote ' la combinazione di sacer  8che significa sacro9 e di dho-ts 8che vuol direfare, colui che fa9, dunque etimologicamente significa !colui che compie cerimoniesacre%. Il fare va proprio inteso come fare il sacro1 e in questo senso ' meno aderente,

    alla radice linguistica, la definizione di sacerdote come !colui che amministra le cosesacre%.

    Io lo intendo proprio come chi fa, opera. #e si guardano altre parole con la stessa radicesi trova sacrare nel senso di rendere sacro, e anche sacertà come carattere sacro.Insomma, sacerdote si coniuga con sacro e quindi si impone un riferimento al sacro.#ono molto legato a una definizione che ne ha dato un antropologo, 2udolf Otto, nel=>=?, che ha dedicato uno studio al tema, Il sacro. $gli sostiene che si tratta di unacategoria della mente umana, intesa proprio nel senso usato da Immanuel @ant: unaforma della mente per percepire il mondo e quindi anche per condizionarne la suaconoscenza. $siste la categoria della ragione, con il principio di non contraddizione, che

    rappresenta la modalità per vedere il mondo sub specie rationale.

    Otto afferma che l(uomo possiede una struttura mentale che gli permette di percepireanche il mondo non sperimentabile, quella parte che si definisce il nouminosum e che hala caratteristica non del chiaro e distinto, ma del fascinoso, e quindi di attirare e nelcontempo di spaventare. Insomma, il sacro ' la categoria della mente che permette diavvicinarsi al mistero, ci; che non ' riducibile esclusivamente a ragione, ma cheappunto entra nella comprensione anche dei sentimenti, e di uno in particolare: quellocapace di attrarre e spaventare.

    Il mistero" dimensione dell$!mano

    $( straordinaria questa intuizione poiché mette nella configurazione della mente, chesottostà a un(anatomia del cervello, una capacità fissata nella storia dell(uomo: quella dicapire il mistero, come se il mistero fosse una componente necessaria, obbligata,dell(esperienza umana, e come se fosse altro rispetto alla pura ragione, nel senso almenoche appartengono a due domini, a due bisogni distinti.

    $d ' proprio cos, poiché nell(esperienza umana ci sono temi che si prestano allacomprensione razionale, che ha bisogno della sequenzialità, del poter rimandare a temida indagare, e quindi che si prestano a soluzioni non immediate, e altri che invece

    necessitano di risposte immediate in sé concluse. &uando noi ci troviamo in unaesperienza di paura non serve capire razionalmente o scientificamente che cosa sia ilterrore, ma serve essere rassicurati, e allora vale pi0 un abbraccio di una trattazione di

     psicologia.

    +i sono poi temi in cui il numinoso si attiva subito: la morte che ci interrogadrammaticamente sulla fine, la nascita che ci pone la questione del perché l(essereinvece del nulla, il male che colpisce un bambino e verso il quale ci si sente impotenti,anche coloro che dovrebbero proteggerne l(esistenza.

    2udolf Otto dice dunque che il sacro ' una categoria della mente che esprime il bisogno

    di avere una risposta immediata, senza rimandare ad altro come sovente accade per lascienza o il ragionamento .

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    Sacro e religioso

    -a questo richiamo si pone una distinzione netta tra sacro e religioso. 2eligiososignifica legame 8da religio9, ed ' bellissimo poiché il legame ha una funzione dirassicurazione. I sentimenti sono i legami che una persona stabilisce con un(altra, e nel

    legame si seda la paura.

    $bbene, la religione ' la risposta ai bisogni del sacro. -unque, il sacro ' umanissimo, ed' esperienza di questa terra1 e la religione ' la risposta totale, senza dubbi, senzarimandi, affermata persino da un(autorità che ha il nome di -io, dell(ssoluto.Il sacerdote dunque ', dal mio punto di vista, un uomo religioso che dà risposte 5attraverso gesti, liturgie, cerimonie 5 ai bisogni del sacro che ogni uomo prova.

    #e il sacro ' una funzione della mente, e dell(essere uomo, e una caratteristica potremmo dire della sua biologia, allora si capisce bene perché a proposito del sacerdotesi parla anche di una funzione sociale, ossia di un livello squisitamente terreno della sua

    funzione.

    LA VOCA)IONE

    La ocazione ordinaria

    Ogni professione richiede di valorizzare le qualità di ciascuno, le sue disposizioniattitudinali, e la precisa volontà di dedicarsi al campo prescelto.

    Aocazione viene da vocare, che significa chiamare, invocare. 4a vocazione dunque '

    una chiamata, talora addirittura un(invocazione a dedicarsi a un ruolo sociale, una voltaverificate la capacità e la disposizione a svolgerlo. 6n riferimento, questo, che suonaoggi stonato, se si pensa a come vanno le cose nel nostro tempo, nel quale il lavoro silega piuttosto alle circostanze, a una combinazione del tutto casuale di eventi o diincontri. È triste, come pure mi ' capitato, andare in taBi da )iumicino al centro di2oma, accompagnato da un giovane tassista che racconta di essere un laureato infilosofia teoretica1 oppure trovarsi a pagare il pedaggio autostradale a una persona checonfessa d(essere un ingegnere edile. 6n vero dolore, che mostra lo spreco di unasocietà che prima mette a disposizione strutture e mezzi, peraltro limitati e in ambientinon certo ideali, per raggiungere delle competenze, e poi si dimentica di programmareun(accoglienza proporzionata a quell(esito.

     Mala tempora quando non si riesce a combinare le doti individuali 8talenti9 con la preparazione e i bisogni sociali, consentendo cos ai singoli la soddisfazione chemeritano per essersi impegnati nel conseguimento di una precisa professionalità.$ppure, la vocazione necessita di una cornice di grande rilievo.Occorre che ciascuno abbia consapevolezza delle proprie capacità, che non sono sempreevidenti, ma possono emergere durante un processo educativo in cui il singolo scoprequali funzioni riesce a svolgere bene, provando piacere nell(eseguirle. -el resto proprioa questo scopo si sono sviluppate tecniche di ricerca dei talenti e di orientamento nellaloro applicazione sociale, avendo presente il quadro non solo delle professioni in attoma anche di quelle che il mercato del lavoro riesce appena a intravedere, all(interno di

    una società mobile e in forte cambiamento.

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    "alora la propensione ' evidente: ' il caso di una persona che sa disegnare o dipingere,oppure ha un senso musicale spiccato, o una disposizione alla matematica e alle scienzefisiche piuttosto che una tendenza alla meditazione e alla elaborazione concettuale del

     pensiero, e quindi ad attività astratte.

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     basterebbe guardare ai santi per accorgersi di quanto siano tra loro diversi sul pianodelle caratteristiche fisiche, della personalità e dell(appartenenza sociale.vendo diretto a lungo una divisione clinica, mi sono reso conto che c(erano medici chefacevano ugualmente bene il loro lavoro pur con personalità e disposizioni differenti etalora contrapposte. $ dunque che la fatica per raggiungere il comune obiettivo era

    evidentemente diversa. Immagino 5 ma qui ho una minore esperienza 5 che qualcosa delgenere si possa dire anche per chi aspira al sacerdozio.

    "orno su un concetto già espresso, e che ritroveremo ancora: quello della serenità edella felicità. 3o conosciuto sacerdoti che manifestano questi atteggiamenti anche inmomenti obiettivamente difficili, e altri che rivelano uno stato di ansia, di

     preoccupazione continua, e temono sempre di non farcela. $bbene, questo, dal mio punto di vista, ' il vero test di adeguamento a un determinato ruolo sociale.

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    che chiunque vi creda sia un minus habens o un infatuato che vive di illusioni. ?G e quindi nel =>JH. 6no sforzo di adattamento che nel corso del+oncilio Aaticano II ' stato raccomandato con il documento Optatam totius 8al n.=9,

    dove si dice: !di adattare periodicamente i principi generali della formazione presbiterale alle particolari circostanze di tempo e luogo, in modo che essi risultino

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    sempre conformi alle necessità pastorali delle regioni in cui dovrà svolgersi il ministerodei presbiteri% 8Optatam totius, =9. &uanto al testo +ei, bisogna dire !che, in continuitàcon le due precedenti edizioni della ratio institutionis sacerdotalis, ha cercato direcepire le nuove domande poste dal mondo giovanile, di prestare attenzione al mutatocontesto culturale ed ecclesialeK% 8 La formazione dei presbiteri… 5 *resentazione, =9.

    Innanzitutto una precisazione di ordine lessicale: il documento parla di presbitero, noiqui usiamo prevalentemente il termine sacerdote e po( anche la parola prete, che ' di usola pi0 popolare. Il presbiterato, si sa, ' un grado del sacramento dell(ordine che si ponetra il diaconato e l(episcopato. *rima del +oncilio Aaticano II invece si distingueva traordini minori 8lettore, accolito, esorcista e ostiario9 e ordini maggiori 8suddiacono,diacono e presbitero9. 4(impianto ' stato poi riformato e alcune funzioni degli ordiniminori possono essere svolte dai laici anche senza aver ricevuto uno specifico ordine.Oggi c(' un unico ordine che ha in sé tre gradi: il diaconato, il presbiterato el(episcopato.

    Il seminario minore

    !i ragazzi e ai giovani che mostrassero segni chiari di vocazione al presbiterato, siaprono, a seconda dell(età, due percorsi propedeutici al seminario maggiore: lacomunità del seminario minore L==7=> anniM e la comunità propedeutica% 8 Ibidem, cap.II, =, F9. -ove a colpirmi ' l(attenzione che si pone al fatto comunitario: il seminario 'ad ogni livello una comunità e ci; rileva che questa ' una dimensione essenziale per laformazione sia culturale che propriamente ecclesiale. !Il seminario ', in se stesso,un(esperienza originale della vita della +hiesaK Eià sotto il profilo umano, esso devetendere a diventare una comunità compaginata da profonda amicizia e carità cos da

     poter essere considerata una vera famiglia che vive nella gioiaK Il seminario non 'dunque solo un(istituzione funzionale all(acquisizione di competenze teologiche e

     pastorali, o un luogo di coabitazione e di studio. È anzitutto luogo di vera e propriaesperienza ecclesiale, una singolare comunità di discepoliK una comunità educativa incamminoK un(autentica scuola di santità% 8 Ibidem, cap. III, =, H79.

    Aerso il seminario minore ci sono stati atteggiamenti diversi: nella fase immediatamentesuccessiva al +oncilio dominava l(idea che le vocazioni tardive fossero quelle daguardare con particolare interesse, poiché garantivano una scelta pi0 consapevole. Inquesto caso, il giovane 8o anche un adulto9 entrava nel seminario maggiore per laformazione sacerdotale specifica, spesso avendo ottenuto un diploma ordinario o una

    laurea. Nella pedagogia allora in voga, qualcuno arrivava a parlare di una impossibilitàdi scelta in età infantile e adolescenziale, e riteneva che il seminario minore potesse almassimo essere una scuola cattolica parificata. Oggi la tendenza ' cambiata e il citatodocumento dei vescovi dà nuova importanza ai seminari minori. !4a +hiesa mette adisposizione, anche per l(età della preadolescenza e dell(adolescenza, una specificacomunità per l(iniziale discernimento e accompagnamento delle vocazioni al

     presbiteratoK Offre a ragazzi e adolescenti una proposta di vita al seguito di Ees0, inun contesto comunitario, tenendo conto delle esigenze tipiche dell(etàK *erché ilseminario possa svolgere efficacemente il suo compito ha bisogno di un(équipeeducativa stabile e motivata, preparata ad affrontare i problemi dell(adolescenzaK%8 Ibidem, cap. II, G, .?9.

    $d ' a questo punto che si fa riferimento alle competenze psicopedagogiche. !4a

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    formazione umana prevede un prudente ricorso al contributo delle scienze psicopedagogiche% 8ibidem, *resentazione, 9. +ostante ' infatti la prudenza manifestatanei confronti di queste discipline, e anche della psicologia. l cui riguardo si dirà che lo

     psicologo ' un consulente esterno, che non fa parte del gruppo degli operatori interni: ilrettore, il direttore spirituale, gli educatori 8talora detti animatori9.

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    attraverso l(acquisizione nel terzo anno del lettorato e nel quarto dell(accolitato. Illettore si lega a un rapporto peculiare con la parola di -io, con la lectio divina1 nelquarto si stabilisce un rapporto privilegiato con l(eucaristia. Nel terzo biennio si ha la

     preparazione immediata verso l(ordinazione diaconale che avviene al quinto anno el(ordinazione sacerdotale al sesto.

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    #e si volesse ricercare un confronto, vengono in mente le scuole militari: ad esempio, la Nunziatella di Napoli 8che ora ' anche a

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    La +c%iamata+ ann!lla il resto,

    $ qui si pone subito una questione che, per me, ha la consistenza dei principi teorici. 4acertezza della vocazione, come chiamata speciale e misteriosa di -io, rende inutili altreattenzioni In altre parole, se uno ' stato chiamato da -io, gli serve un

    accompagnamento anche per quanto riguarda l(impatto con la società È possibile che-io chiami chi al contempo non ha le caratteristiche personali per svolgere il ruolosacerdotale

    È del tutto probabile che la presenza strutturale degli educatori e in particolare del padrespirituale, presente di norma nell(itinerario di ogni seminarista, abbia in sé i requisitiche rendono secondario ogni altro intervento. È tuttavia innegabile che la vicenda di non

     pochi sacerdoti sia anche prova che questo criterio da solo pu; in certi casi rivelarsifragile.

    4a mia convinzione risente ovviamente dell(esperienza clinica, e dunque delle scienze

    comportamentali1 perci; sono persuaso che i risvolti umani debbano essere tenuti inconsiderazione. In altre parole, che la vocazione di speciale consacrazione vada iscrittanella dotazione terrena, che non ' solo biologica ma anche sociale, perché 5 come s('detto 5 ogni professione risente delle condizioni in cui si svolge, e di conseguenza fare ilsacerdote oggi richiede adattamenti che non urgevano ieri.

    Occasione per +olare alto+

    4a valutazione della chiamata speciale ' necessaria sempre, e particolarmente quando siavvicina il momento della ordinazione e dunque delle scelte definitive, che poi significaanche l(adozione di uno stile particolare di vivere in società. )ino a questo momentodeve essere possibile attendere e anche desistere.

    Aa da sé che non sia prudente spingersi verso l(ordinazione quando sussiste un dubbiovocazionale: sarebbe un errore affidarsi, almeno in questo caso, alla speranza. È troppodelicato per il singolo individuo e per la società che un sacerdote fallisca nella suascelta: si determina per lo pi0 un infelice, una persona che finisce per rappresentaremale la +hiesa, la quale verrà a sua volta mal percepita dai fedeli.

    Occorre valutare la chiamata di -io come una gioia, ma mai la non7chiamata alla vitareligiosa come un rifiuto da parte di -io. l massimo essa potrebbe voler dire che uno

    vivrà la propria vita nelle forme ordinarie, impegnandosi in una professione normale,che a sua volta arricchisce il valore della vita stessa.*roprio per questo occorre che la vita del seminarista sia tranquilla e serena, impegnatama non ossessiva. $gli si avvertirà un prescelto da -io senza per questo ritenersi untoccato dall(onnipotenza. Il che gli permetterà di non sentirsi abbandonato o escluso nelcaso che, verificando la vocazione, dovesse concludere che non ' fatto per il sacerdozio.

    LE PRO*ESSE- CORNICE .ENERALE

    Le promesse nel contesto dell$amore

     Nel clima che caratterizza il nostro tempo, ' difficile che si scorga nei voti sacerdotali8chiamati con linguaggio pi0 preciso promesse o impegni, per distinguerli dai voti

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    che sono emessi negli ordini religiosi o monastici9 delle scelte consapevoli e felici,giacché in una visione terrena o mondana essi appaiono piuttosto come un limite, ocome un(imposizione. l punto da sembrare assurdi, e umanamente inaccettabili.

    *er capire come una simile scelta possa invece essere addirittura gioiosa, bisogna partire

    dall(amore, e 5 se non scandalizza 5 dall(amore anzitutto come dimensione propriamente umana. +onsiderato il pi0 sublime dei sentimenti, quale condizionestraordinaria e sognata, se ben valutato l(amore ' la promessa di fare non solo ci; che 'gradito all(amato o all(amata, ma anche quello che vuole. $ in questo legame, fare ci;che piace all(altro dà gioia, non per il gesto in sé, ma proprio per l(effetto che provocanell(amato. 4(amore ribalta la logica di ci; che sembra avere o non avere un senso. Èuna condizione in cui ci; che ' considerato normale si trasforma.

    4e rinunce d(amore non di rado sono imponenti, eppure sono pesi portati con la certezzadi arrecare piacere e gioia a colui senza il quale non si riuscirebbe a vivere. $ non 'nemmeno necessario caricare l(altruismo proprio dell(amore di significati teorici, basta

    analizzare la dinamica dell(unione di mente e di corpi, per convincersi che la rinunciatende alla soddisfazione dell(altro e a far piacere.

    Insomma, l(amore insegna che si pu; essere felici per un bene o un gesto che si riceve,ma altrettanto felici per un bene o un gesto che si compie. Oggi viviamo in una societàirrigidita nelle espressioni altruistiche, e ci; a causa di una dominante cultura delnemico. 4e relazioni interumane sono dapprima fredde e sulla difensiva. +i sfugge

     persino la gioia e il piacere che derivano dall(essere gentili e generosi, nel fare qualcosache l(altro apprezza, nel mostrare rispetto, e offrire solidarietà, comprensione,condivisione, cooperazione. È bellissimo fare il bene, esattamente come riceverlo. +os,la scelta del sacerdote che, vista dall(esterno pare una rinuncia, pu; essere vissutaaddirittura come gioia. $ certamente poter dire alla persona amata, faccio tutto ci; chevuoi, potrebbe sembrare culturalmente un romanticismo depass, mentre

     psicologicamente rimane un(esperienza vera.

    +os le promesse di ubbidienza, castità e povertà, staccate dal contesto in cui si pongono, finiscono con l(acquisire un significato totalmente differente rispetto a quandole si legge inserite in un legame d(amore. 4e promesse cio' fanno parte della sceltasacerdotale, e quindi rientrano in un legame d(amore con +risto e la sua +hiesa. 4ettecome rinunce, apparirebbero follie, inserite invece in un contesto d(amore acquistano unsignificato diverso: già nella dimensione dell(amore umano, figurarsi in un rapporto

    d(amore con -io.$ chi non ha mai vissuto la relazione dell(amore teologale deve astenersi dal giudicarele dinamiche di questa dimensione, per non cadere in un intellettualismo freddo earrogante o nell(ateismo.

    Le promesse nella missione sacerdotale

     Non ' nemmeno corretto, parlando del sacerdote, partire dai voti, quando questi hannosenso se collocati dentro la missione propria del sacerdote, nella prospettiva di unacompleta dedizione agli altri, agli ultimi, agli abbandonati.

    #i aggiunga poi la facoltà di rimettere i peccati. -ove lo scarto tra l(essere e il dover

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    essere genera un senso di colpa che con l( !go te absolvo viene superato, come la pi0 preziosa delle terapie.

    l di là del dinamismo sacramentale, questa ' un(operazione che a suo modo e al suolivello compie ad esempio anche lo psichiatra. Casti ricordare il rapporto che egli attua

    con un ossessivo, con un soggetto cio' che ' gravato dal senso di colpa, fino a vivereogni gesto come colpevolezza e quindi come qualcosa che egli avrebbe dovuto evitare.#ostenuto dall(autorità clinica, lo psichiatra gli garantisce che non ' stato compiutonulla di tragico: a quel punto il paziente comincerà a respirare, a vivere cio' senza lacappa di piombo che si sentiva addosso. 6scendo dalla patologia, chi non ricorda il

     proprio padre che, non approvando un nostro comportamento, tuttavia ci abbracciava e asuo modo ci assolveva, raccomandandoci di non ripeterlo pi0 O come quando,ritenendo di aver commesso una mancanza, si ha l(annuncio che il timore erasproporzionato e si viene come liberati da una colpa che in realtà non si era commessa.

     Naturalmente nella visione cristiana, e in particolare nella dinamica sacramentale, il

    senso di colpa si precisa e si identifica nel peccato, inteso come mancanza commessanei riguardi della bontà e della fedeltà di -io, e dunque nella mancanza verso i fratelli.$ la +onfessione ' atto non comparabile ad altri. Il non credente pu; faticare a percepireil salto di qualità tra una relazione meramente umana e la relazione che lega

     personalmente a -io, ma non gli pu; sfuggire che la facoltà di sciogliere dal peccato edalla colpa, sia un compito straordinario.

    +i sono altri poteri che il sacerdote acquisisce con l(ordinazione: per la spiritualitàcristiana egli all(altare ' un altro +risto, mentre per la teologia egli agisce in nome e perconto di +risto. +io', ci sono azioni che sono proprie ed esclusive del sacerdote.

    $bbene, ' nel quadro di questa identità che si possono leggere e capire le promesse di povertà, ubbidienza e castità, le quali ad di fuori di una simile cornice apparirebberocome semplici rinunce.

    Le promesse nell$esperienza della sacralità

    Eioverà ricordare che figure sacerdotali, pur variamente connotate, sono esistite praticamente in tutte le religioni antiche ed ancora esistono in molte culture animistiche.In simili contesti, a determinate persone vengono attribuiti dei poteri speciali, che lecontraddistinguono nel comportamento dalla vita ordinaria. Il che significa che già sul

     piano antropologico ha un senso che, per fare certe cose, bisogna non compierne altre. $ci; corrisponde alla necessità di dare una connotazione speciale all(uomo sacro, perriconoscerlo come un rappresentante della divinità. 6na simile rappresentazionecarismatica l(avevano assunta, nell(antichità e in talune tradizioni, anche certi monarchi:nella cultura egiziana, ad esempio, il re era coincideva con la divinità1 di qui le formedella sua rappresentazione in vita e dopo morte.

    #o bene che il sacerdozio cattolico ' una figura non confondibile con altre. È un unicumcome +risto. "uttavia, a me interessa qui rilevare come non sia un assurdo sul pianoantropologico che vi sia una distinzione di comportamenti da commisurare in taluni casisulle dimensioni della sacralità e sulla necessità di comunicare questa.

    In ambito cattolico, le promesse che il neo7sacerdote assume al momento

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    dell(ordinazione attengono a dei fatti comportamentali, i quali sono a loro volta sonoattinenti all(identità del sacerdote, e al carattere della sua missione. #i pu; dire che sonoquesti comportamenti la vera tonaca, in senso metaforico, del sacerdote, il segno dellasua distinzione tra il popolo.

    Il oto nel comportamento laico 

    Il voto 8da votum P promessa9 ' un impegno solenne fatto a -io. Il sacerdote esprime intal modo l(impegno a rimanere povero, ubbidiente e casto.

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    *ersonalmente ritengo, ma il mio osservatorio ' limitato, che il sacerdote sia profondamente umano anche quando formula il suo impegno a essere povero,ubbidiente e casto.

    LE TRE PRO*ESSE

    La poertà

    +oncettualmente la povertà ha almeno due volti, storicamente bene evidenziati inquell(episodio della vita di frate )rancesco che lo raffigura mentre egli va dal vescovodi ssisi per manifestargli il desiderio di fondare un ordine religioso che si caratterizzi

     proprio per la povertà. Il prelato gli fa presente che la +hiesa ' già povera, e dunque chenon ce n(era affatto bisogno. quel punto )rancesco si denuda per mostrare ci; cheintende: la rinuncia a tutto, a non possedere nulla, nemmeno l(essenziale. Il vescovo hadalla sua delle ragioni: la povertà ' il distacco dai beni. #i pu; vivere addirittura in un

     palazzo, vestito come un principe, ed essere povero. È la povertà come distacco che permette di servirsi dei beni senza esserne condizionati. *oi c(' la povertà intesa pi0radicalmente, come mancanza effettiva di ogni bene di questa terra.

    $ravamo nel QIII secolo ma la differenza di prospettive era già chiara. $ntrambe nobili,queste concezioni della povertà, ma da una parte c(' l(impegno alla povertà pi0rigorosa, che ' la scelta del monaco o del religioso, che nulla tiene per sé e in tuttodipende dagli altri1 dall(altra c(' la scelta dei sacerdoti diocesani che stanno nel mondo,vivono nella casa in cui il vescovo li manda per servizio, hanno un corrispettivo al mesecon il quale fanno fronte alle loro necessità, in una misura comunque modesta, cos da

    stare al livello del popolo.

    4a prima povertà ' netta, totale1 la seconda ' relativa ed ' intesa come distacco dai beni.6na gradazione che rispecchia una differente chiamata e una differente missione dentrola comunità.

     Nella società di oggi si discute ancora molto su cosa sia la povertà, si prospettanoaddirittura degli indici che dovrebbero misurare la distanza della povertà dal benesseresia per il singolo, che per la famiglia, che per l(intera comunità. +on il calcolo dellaredditività pro7capite si giunge a definire il grado di povertà di una nazione o di uncontinente. $ si parla pure di nuove povertà, estendendole anche oltre gli oggetti di cuiil mondo ' pieno, cio' di povertà culturale o anche spirituale. $ allora il ricco pu; essere

     povero e il povero invece eccellere.

    +redo sarebbe ancora utile che a dirimere la questione ci fosse un frate, un frate)rancesco che si spogli di tutto e mostri quale debba essere lo status che legittima aessere ultimi per entrare in contatto con tutti, senza escludere alcuno. $ssere ultimo. me pare un po( ridicolo voler rappresentare la povertà attraverso dei numeri, perchéso che l(essere ultimi non prevede alcuna quantizzazione. In questa società, che sidefinisce del benessere o addirittura dello spreco, esiste la povertà ed esistono gli ultimi,gli esclusi. +he ci sia qualcuno che volentieri e per missione scende a questi livelli 'importante e pu; rendere talora la distinzione tra la povertà totale e quella intesa comedistacco cos sottile da farla quasi scomparire.

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    2itengo che la promessa che il sacerdote fa di essere povero gli permetta di stare vicinoagli ultimi della sua comunità. $d ' una scelta di campo precisa, la povertà come effigedel dolore. In lui non basta un(intenzione di distacco, come quella che potrebbeesprimere anche un Cill Eates, l(uomo pi0 ricco del mondo. Nella scelta del sacerdotec(' un dato effettuale, concreto. Nella sua scelta circa la povertà a me pare che il

    sacerdote esprima la promessa di appartenere solo a -io e di affidarsi alla provvidenza,che ' la speranza che il #ignore provveda a ci; di cui abbisogna. Non vi ' dubbio che il legame con -io su questa terra ' mediato dalla +hiesa e non si pu; non rilevare che proprio in questa identificazione, letta sul paradigma della povertà, possano emergere delle contraddizioni e persino dei paradossi e una facile criticasociale1 ma io guardo proprio all(interno dell(ecclesia, dove mi pare di vedere una

     povertà vissuta come espressione di appartenenza agli ultimi. questa dimensione va lamia simpatia. *erché ' difficile insegnare ad aiutare i poveri se si ' immersi nel lusso, enell(inutile che per; ' necessario a un fratello.

    "uttavia bisogna avere il coraggio di dire che la povertà non ' e non pu; essere

    indigenza, se non altro perché toglierebbe i sacerdoti dall(esercizio attivo della missionecui sono chiamati.

    L$!##idienza

    4(ubbidienza non ' una espressione in sé chiara se non la si coniuga con un(autorità. $dunque diventa ubbidienza a qualcuno. cquista significato in funzione di colui a cui sidà ubbidienza o, come accade nel rito, a colui cui la si promette.

     Nel nostro tempo l(ubbidienza ' svalutata, e semmai si apprezza la trasgressione, ladisobbedienza, persino l(opposizione. Occorre aggiungere per; che sono rarenell(ambito della vita sociale figure autorevoli, degne e meritevoli di obbedienza.

     Nell(ambito della famiglia ci sono a volte padri indegni1 nella scuola insegnanti chemercanteggiano un sapere superficiale e una credibilità tenuta con la forza e il ricatto,oppure con la rinuncia sulla base del laissez faire.

     Nel campo politico domina la stupidità e la mobilità, per cui il cambiamento di opinione' regola e la coerenza considerata una debolezza. Il sapere pubblico ' in mano spesso aintellettuali, sacerdoti del narcisismo, cantori del potente di turno, che butta loro

     briciole sostanziose. #e si individuano delle autorità con carisma e fascino, uomini edonne credibili e modesti, allora ubbidire ' un piacere straordinario, e allora si avverte

    quel bisogno di autorità che porta a legarsi e a seguirla liberamente.+i si meraviglia della promessa di ubbidienza di un sacerdote e si tende a considerarlauna rinuncia alla propria libertà, vista come rinuncia a una delle prerogative pi0straordinarie dell(umanesimo. $ si dimentica che un calciatore ubbidisce totalmenteall(allenatore, dal quale dipende se gioca oppure no, se sta in campo due minuti oun(intera partita. Non ci si meraviglia del fatto che i giovani che si ritrovano in ungruppo, subito creano un leader di riferimento a cui ubbidiscono, che ci sono camarilleche hanno un capo con poteri di vita e di morte 8' il caso delle organizzazionicriminali9, che ci sono nel mondo mezzo milione di sette gestite da un capo con cui nonsi discute e a cui si pu; solo obbedire. Aoglio dire che proprio oggi che ci riteniamo

    allergici all(ubbidienza, ci sono tante diverse ubbidienze.

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    4a vera ubbidienza andrebbe insegnata e difesa invece che ridicolizzata, anche se bisogna che la società acquisti dignità, e dunque sappia proporre persone autorevoli ecredibili. +i; che manca infatti ' l(autorità in famiglia come nella scuola, ma anche nel

     potere pubblico. -ove si pu; creare un clima di terrore e di paura, attivato dagliautoritarismi che sono la patologia dell(autorità.

    Insomma tra ubbidire al capo di un governo attuale o passato, oppure al *adre eterno c('una differenza abissale anche agli occhi di chi il *adre eterno non lo ha ancoraincontrato. *oi, certo, talora pu; aprirsi anche un conflitto tra l(ubbidienza e lacoscienza.

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    dimensione ampia risulta una condizione del livello di dignità umana che si confà allamissione dell(inviato di -io. In questa luce ' difficile vedere la castità come unarinuncia, semmai come il raggiungimento di una dignità che finisce per mettere insecondo piano anche il gesto erotico. Non diversamente dal buddismo, per esempio, cheraccomanda il controllo del dolore e del piacere.

    In senso generale, ritornando all(insieme delle tre promesse sacerdotali, occorrericordare che nel caso non fossero perseguibili o si rivelassero impegni ossessivi edunque difficili da seguire, rimane pur sempre la possibilità di seguire -io nellacondizione del mondo. -el resto il sacerdozio ' una chiamata nella fede, che si concretanel lasciare tutto e seguire +risto.

    SACERDOTE DI CRISTO

    Ogni uomo nel corso della sua esistenza subisce, credo, il fascino di un maestro, che per lui diventa un modello di riferimento.

     Non ' possibile un processo educativo, se non incorporando dei modelli. Non bastano i princpi: questi infatti non sono ancora un intervento educativo, se con taleespressione intendiamo la possibilità di promuovere un comportamento nuovo o dimodificarne uno abituale. $ non c(' dubbio che la crisi dell(educazione attuale si leghi

     proprio a un chiacchiericcio su regole e criteri cui partecipa anche da chi si configuracome un cattivo esempio, e non ha dunque le caratteristiche di un modello da seguire.

     Nella mia vita ho avuto la fortuna di incontrare e seguire dei modelli. 4(affermazione prevede l(uso del plurale, e dunque di una successione di modelli, giacché non ' possibile avere pi0 maestri contemporaneamente. O sono identici, e allora si tratta di uneccesso inutile, oppure sono molto differenti, e allora ci si divide tra esempi divaricanti.

    Il che non facilita l(identificazione, la quale implica sempre l(introiezione del modello, eche il suo comportamento diventi legge interiore.

    Il mio modello di coerenza e di moralità, oltre che di grande serietà intellettiva, ' statomio padre, a cui poi si ' aggiunto un modello per il sapere storico e filosofico, il mio

     professore di filosofia del liceo, che ho tanto amato e con cui ho continuato a mantenereun intenso rapporto allievo7maestro fino al termine della sua esistenza. ll(università

     poi ho incontrato un maestro di umanesimo medico, che era incarnato dal mio professore di patologia generale. Non c(' dubbio che la morte di mio padre, troppo precoce, e avvenuta quando avevoancora un bisogno estremo di lui, ha fatto riversare sui maestri incontrati nella vita

    eBtrafamiliare un(esigenza compensatoria. "ant(' che a quel punto ' incominciata unavera religione del padre, con un rapporto che ' continuato e continua ancora oggi,

     poiché egli ' dentro di me.

    "utto ci; per dire che il modello di riferimento ' un(esigenza dell(educazione, e pi0ampiamente dell(esistenza stessa. Il bisogno di imparare e di migliorare sempre. $ chinon avverte questa necessità ' da considerare indubbiamente un caso patologico, indirezione narcisistica oppure maniacale, per la mania cio' di sentirsi un padre eterno,un riferimento non tanto per sé ma per il mondo. $ la terra ' piena di maniacali che nonscorgono nemmeno la propria nullità, anzi la propria stupidità mista a smisuratoorgoglio.

    +redo che anche solo dal punto di vista umano ci sia l(esigenza di un riferimentocontinuo, sicuro. -i uno specchio entro cui vedersi e correggere le proprie azioni, e

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     persino i propri pensieri che finiscono per esserne il motore."utto questo per dare sostegno all(affermazione che ogni uomo ha bisogno di un -io,magari anche solo di un dio minore se si lega unicamente a questa terra.

    Un maestro del cielo

    Insomma, non mi sorprende la figura di chi, come il sacerdote, sceglie nella propria vitadi avere come modello +risto. $ non faccio fatica a capirlo, analizzando la figura diEes0 di Nazareth, sia pure dal solo punto di vista umano. +risto come figlio -ioappartiene alla +hiesa, ma come uomo interpella tutti, anche i non credenti. $ non vi 'dubbio che, pur limitandosi alla solo dimensione mondana, +risto risulta essere ungrandissimo uomo, che si pone a livello di pochissimi altri, per capirsi di #ocrate o di"ommaso 7=F?=9,che non ha come riferimento un intenso misticismo, ma una quotidianità concreta, cheviene scandita dall(esempio di +risto e da quello che ' stato il suo comportamento:l(umiltà, la carità, il raccoglimento, l(abbandono, la gioia 8chi ama, vola, corre, esulta9.+ome si sperimenta la relazione con un modello umano 8sia pure transitorio o parziale9,cos il credente e soprattutto il sacerdote interiorizzano +risto, che non ' soltanto unuomo ma -io. 6n -io che si ' incarnato e in +risto si fa dunque modello visibile.$bbene, devo ammettere che questa chiave di lettura ha per me una forza straordinaria,

     perché sostiene quel fondamento psicologico che prevede il bisogno del modello: prima per crescere e poi per vivere."uttavia, in un simile scenario, il rapporto potrebbe essere anche solo individuale. Nondiversamente cio' da quanto ' capitato a me di esperire con i miei maestri, che invecealtri miei compagni di liceo e di università evitavano, considerandoli modesti, e persino

     pieni di difetti.

    #aremmo in questo caso dentro ad una logica soggettiva, quasi che il rapporto tra uncredente, e in particolare un sacerdote, con il proprio modello, +risto7-io, fosse di tipoindividualistico.

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    +risto quale modello di vita, ed ' stato da lui chiamato a farsi apostolo, ad essere comelui si ' mostrato.#o bene che qui l(asse portante ' quello sacramentale. "uttavia anche a livello della mia

     professione sono indotto a riconoscere che il sacerdote rende presente sulla terra +hiormai ' nel cielo. Imitatore di +risto, il sacerdote lo rappresenta in questa terra in

    maniera visibile, sensibile. $ se oggi non si pu; mettere, come "ommaso, le dita nelleferite del suo costato, si pu; per; incontrare +risto attraverso i suoi sacerdoti.

    +ome questo sia possibile, come cio' possa avvenire questa identificazione, rientra inuna dinamica sacramentale sulla quale ho poco da dire. #alvo che c(' qui un saltorispetto ad una logica meramente terrena1 uno iato che si chiama mistero, per il qualetuttavia la mente ' preparata, perché ne possiede la categoria mentale 8si ricorderà aquesto proposito la prima tappa del nostro viaggio, quella relativa al sacro9.2ispetto al credente, il sacerdote di +risto ' colui che ' stato raggiunto da una chiamata:lascia tutto e seguimi, gli ha detto Ees0 %u e s sacerdos in aeternum: sarai la miaeffige, rivelerai i miei princpi che vivono in te, i quali si storicizzano attraverso di te, e

    diventerai cos esempio e modello. "i ho chiamato per questo.

    Il 'ascino del r!olo sacerdotale

    +onfesso ancora una volta di essere affascinato da queste prospettive, pur se avverto il balzo che la mente e la logica non aiutano a sanare, ma forse questo ' esattamente illimite proprio del non credente.-evo dire che amo molto il teatro. -ove l(attore ' colui che assume su di sé una figurache non ' lui stesso. +os pu; persino capitargli di rappresentare la figura del +risto1 esono molte le rappresentazioni realizzate, alcune anche di una forza incredibile, capacidi porre lo spettatore come se si trovasse di fronte al +risto della storia. Nondiversamente da quando l(attore copre il ruolo dell($nrico IA nell(mleto o nell($dipore.

     Nulla tuttavia di questo avviene per il sacerdote: egli diventa +risto, e nel mondo necompie le funzioni, con la certezza di essere stato a ci; chiamato 8la vocazione9, e diaver ricevuto per questo la forza necessaria 8la grazia dell(ordinazione9. Insegna lateologia cattolica che quando il sacerdote compie determinate azioni liturgiche ' comese fosse +risto a farle, in un legame talmente stretto che si giunge a dire 8e mi pareaffermazione da far tremare9 che +risto ' l anche se il sacerdote sbaglia.

     Non c(' dubbio alcuno: il sacerdote ' una figura straordinaria pur se carica di mistero,

    ed ' ragionevole pensare che vi sia un livello di comprensione tale della missionesacerdotale che non solo entusiasma ma si fa urgenza, urgenza irrinunciabile.

    La dimensione sacerdotale trascende il singolo

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    da legare il sacerdote con la forza dell(obbedienza .+hi non vede che pu; sempre insinuarsi qui un potenziale conflitto tra quanto sembratalora suggerire il maestro interiore e quanto invece richiede la +hiesa, che in talunifrangenti potrebbe essere addirittura qualcosa di antitetico #ono i casi in cui pu;capitare di sperimentare le difficoltà pi0 acute in ordine alla promessa dell(obbedienza.

    È avvenuto cos in passato ad esempio con la dolorosa vicenda delle eresie ed 'qualcosa che pu; accadere anche oggi. $ come si risolve +(' chi ipotizza, in casiestremi, una sorta di obiezione di coscienza.

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    valorizzazione delle risorse, quali che siano, suggerisce un opportuno coinvolgimentotra i livelli gerarchici e i diversi ruoli.Il che tuttavia non impedisce che, in alcuni casi, sorgano dei conflitti.Il conflitto ' una contraddizione che il singolo vive, e che si traduce nel dover fare ci;che non ritiene giusto, o quanto meno ci; che non gli risulta essere la risposta migliore

    al problema che vorrebbe risolvere. Il conflitto pu; essere di contenuti o di strategia, ma pu; avere radici anche nei sentimenti. Nei legami positivi o di opposizione tra chi dà ledisposizioni e chi deve eseguirle.&uesta ipotetica situazione all(interno della +hiesa non deve allarmare: si ' verificataanche in passato, nelle varie epoche, e riflette ci; che succede in ogni organizzazionesociale. #i tratta di conflitti che possono generare angosce, frustrazioni, sofferenze. Ilche pu; accadere anche nella comunità ecclesiale, dove un pastore, non riconoscendo le

     propensioni di un proprio collaboratore, lo utilizza in maniera inappropriata, confidandomagari sulla forza dell(obbedienza che in certi casi per; attiva frustrazioni. $ lafrustrazione ' un sentimento di malessere che si prova in un dato ambiente e nellarelazione con qualcuno, e che se persiste a lungo causa ansia, somatizzazioni e pu;

    talora trasformarsi addirittura in malattia.+apita, in simili circostanze, che un sacerdote si senta infelice, anche perchél(obbedienza ' una promessa impegnativa, assunta davanti a -io e all(intera comunità.-isobbedire ad un superiore significa allora andare contro +risto, in nome del quale ilvescovo agisce. &uando scoppia un conflitto esterno tra sacerdote e superiore, non saràdifficile intravvedere talora dei problemi di natura personale, anche profondi, chescindono l(operare in due parti di sé in contrasto. $ allora la dissonanza non sarà altroche la rappresentazione esteriore di un problema irrisolto sul piano della propria

     personalità.Il rimando alla condizione dei ruoli ordinari 8imprese e uomini non consacrati9 strideovviamente, ma serve a capire meglio, per chi non ' sacerdote e magari non ' neppurecredente, quali siano le caratteristiche del conflitto. Non si pu;, d(altra parte, in linea di

     principio nemmeno negare che possano esistere all(interno della +hiesa dellecontraddizioni, delle posizioni differenti e che in particolare si possano individuare nel

     presbiterio dei comportamenti inaccettabili.

    Tre ri'erimenti principali

    -al mio punto di vista, scorgo una figura di sacerdote che nelle le sue scelte treriferimenti principali: il +risto personalmente esperito e con cui egli intesse un rapportodiretto che ' la condizione per essere anzitutto un credente1 il vescovo che ' pastore

    della sua +hiesa e che provvede al bene delle parrocchie di quel territorio, e la propriacoscienza, quale bussola che orienta l(interiorità e attiva sensazioni non solo di disagio,ma talora addirittura di colpa: si tratta del proprio mondo ideale e della rappresentazionedi come uno vorrebbe essere. $bbene, questi tre poli referenziali possono essere

     perfettamente unificati, ed ' ci; che capita alla pi0 parte 5 immagino 5 dei sacerdoti.

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    La c%iesa come terapia

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    L0IDENTIT1" UNA E TRINA

    L$identità personale- l$Io 

    +iascun uomo, nella sua unità, ' formato da tre identità che si acquisiscono progressivamente. 4a prima ' l(identità individuale, data dal percepirsi come un Io bendistinto, separato da ogni altro, capace di autonomia. -alla psicologia della crescitasappiamo che l(individualità ' il risultato non di un processo biologico automatico, madi esperienze relazionali che si svolgono fin dall(età infantile. $ssa si costituisce proprio

     perché si ' legati ad altre persone, di solito i familiari, dai quali riusciamo ad un certo punto a distinguerci. -a un processo simbiotico con la madre, il bambino riesce asepararsi, a riconoscerla come altro da sé, e in questo processo si staglia quel sé che 'una individualità differenziata. Insomma, l(individualità personale ' il risultato del

     percepire l(altro come distinto. In altre parole, l(altro mi aiuta a individuarmi.&uesta identità ' fondamentale, e sta alla base delle altre: sempre occorre che uno si

    chieda se, nel corso della sua vita, l(ha realizzata. #e ci; non fosse accaduto, ne derival(impossibilità di vivere autonomamente, ossia il non saper fare nulla se non dentro unarelazione, giacché l(identità 5 in questo caso 5 non ' legata al proprio esserci, ma allegame con l(altro. &uesta situazione ' definita propriamente come dipendenza, ecoincide con il non saper fare nulla senza l(altro, il non sapersi definire se non inrapporto all(altro.

    Una dipendenza da troncare

    +i pu; essere una dipendenza materna 8il mammismo9 che si esprime nel bisogno delriferimento alla madre come condizione per fare qualunque cosa. $ paradossalmente, la

    dipendenza pu; essere diretta, per cui uno fa ci; che gli viene detto di fare e senzaquella indicazione non agisce1 ma pu; anche essere una dipendenza oppositiva: ' il casoin cui si sente la necessità di riferirsi all(altro ma per fare esattamente l(opposto diquello che gli viene chiesto di fare. 6n rapporto di opposizione, obbligato fino al puntoda verificare che un certo comportamento non lo si sarebbe mai assunto se la madre, adesempio, non avesse indicato l(opposto. !

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    Il narcisismo

    4(identità personale si collega con il narcisismo, che ' la percezione di sé e di un sé cheha valore. #iamo abituati a vedere il narcisismo unicamente come una patologia, e loriferiamo subito al mito di Narciso che, nella versione aneddotica, ' un bel giovane, il

    quale specchiandosi nell(acqua del lago si innamora di sé fino a tentare di abbracciarsi emorire annegato. -al che, la sindrome del Narciso ' vista come la condizione di chiguarda solo a se stesso, e non si mescola con gli altri1 l(altro gli serve solo per essereammirato e riconosciuto come uno splendore. Il narciso, dunque, come uno che non saamare, e nemmeno stabilire legami di amicizia e di solidarietà, tanto da diventare unmisantropo che vede solo sé e realizza dentro di sé tutti i propri bisogni.&uesta dimensione, certamente patologica, identifica un narcisismo cattivo, ma essanon esclude che con lo stesso termine si indichi una valenza positiva, anzi addiritturanecessaria. Il narcisismo buono 8o sano9 si correla necessariamente all(identità singola,e dunque con un Io che deve essere sostenuto da una energia o da una forza checoincide con la convinzione del valore proprio e specifico. #enza questo

    apprezzamento, l(Io tenderebbe a nascondersi, a chiudersi in una timidezza estrema, che porta il singolo a non esporsi mai, a non mostrare le proprie capacità in quanto lesvaluta totalmente.#e esiste un narcisismo malato, non bisogna dimenticare che un narcisismo buono 'essenziale per dare valore al proprio Io, e quindi alla propria identità. #e anche questovenisse percepito come negativo, si finirebbe con l(ostacolare la propria autonomia, equindi a non volerla mai raggiungere. Ogni Io ha dunque un proprio narcisismo: la

     percezione di esistere e poter fare in senso positivo. Il che significa trasporre il proprioIo dalla fase di possibilità alla sua attualizzazione.&uesto punto ' un passaggio critico nel caso del sacerdote, e del sacerdote informazione, poiché si potrebbero scontrare da un lato il narcisismo buono e quindi laconsapevolezza di un valore positivo, e dall(altro il bisogno di contenere l(orgoglio, pernon doversi magnificare o incensare. In altre parole, la ricaduta sul piano umano che il-iscorso delle Ceatitudini ha nella vita di una persona non deve ostacolare il suonarcisismo positivo. Interessante semmai diventa 5 parlo sempre per la professione cheesercito 5 seguire le Ceatitudini proprio nel contesto di un Io formato enarcisisticamente sostenuto, poiché solo in questo caso le Ceatitudini diventano unascelta positiva anche nel loro aspetto di rinuncia.

    L$identità di genere

    4a seconda identità si lega all(appartenenza 5 in senso biologico e psicologico 5 algenere maschile o femminile. #i tratta di una qualificazione dell(Io che già si ' formato,e che si specializza ora in senso maschile o femminile. Non esiste una gerarchia traqueste due possibilità, né una contrapposizione, ma semplicemente una diversitàsostanziale, che in parte si lega all(anatomia e alla funzionalità biologica e in parte alladimensione psicologica. È questa una tappa importante nello sviluppo di ogni individuo,e lo ' anche 5 e soprattutto 5 per chi scelga la via del sacerdozio, la quale richiede ilcontrollo totale delle proprie pulsioni libidiche e sessuali, come condizione perl(impegno alla castità. 6na scelta, questa, che ' possibile fare con consapevolezza e suuna precisa identità sessuale, poiché si esprime e si estrinseca con richiami chiari e contendenze ben esplicite. È questa la base per impostare strategie che consentano una

    decisione comportamentale che, dal punto di vista terreno, ' contro i richiami legati alle pulsioni della sfera sessuale.

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    Ovviamente ' legittima, e persino piena di significati aggiuntivi di tipo umano ereligioso, la rinuncia a esprimere la propria sessualità come espressione dell(identitàmaschile o femminile, ma per farlo e farlo coerentemente ' indispensabile che l(identitàdi genere sia ben precisa, e se ne abbia una indubbia percezione.4e difficoltà che altrimenti si incontrano sono date, prima ancora dell(uso della

    sessualità interdetta all(interno di una scelta di castità, che attiva comunque dei conflitti,dalle colpevolizzazioni che procurano un senso di indegnità e rendono inadeguati alcomportamento sacerdotale. $ si devono aggiungere le deviazioni indirette.

    Le deiazioni di genere

    6na prima deviazione ' costituita dagli equivalenti sessuali: si riesce s a mantenersicasti, ma si sposta la sessualità su azioni o oggetti che abitualmente o socialmente sononeutri sotto il profilo sessuale, eppure vengono caricati di questo significato.$ a tale proposito occorre accennare al tema del bambino come oggetto spostato diuna sessualità deviata. 4a grande attenzione che, nella religione cristiana, ' data al

     bambino Ees0, e agli stessi angioletti, pu; favorire questo spostamento, mostrandocome possibili 5 in oggetti onorificati dal culto 5 dei sostitutivi di una sessualità diretta,non permessa dalla posizione sacerdotale.Occorre inoltre fare attenzione anche alle sublimazioni che spostano la sessualità, laquale non prendendo cos i canali abituali finisce per esprimersi su immagini sacre oaddirittura su feticci teologici.

    L$identità sociale

    4a terza identità ci porta per via diretta dentro la società. $ l(identità sociale pu;definirsi anche identità di ruolo. 4a si considera realizzata quando una persona ha chiarii compiti che le competono e gli strumenti per realizzarli.Ovvio che l(identità sociale ' qualcosa che non ' dentro il singolo, ma si pone nellarelazione tra singolo e società. Non ' nemmeno conseguenza soltanto di una datasocietà, poiché il singolo ' a sua volta importante, e questi coniugandosi agli altri riescea imprimere un corso speciale al suo operare. *er convincersene, basta pensare a unastessa azione con valenza sacra, ma dapprima svolta da chi ha un forte carisma e quindisa coinvolgere altri in un legame e poi, di contro, da chi questa operazione la seguequasi meccanicamente. #ul piano tecnico, l(operazione ' identica, ma l(effetto e il sensoli distanzia enormemente. Il carisma in questo caso va inteso come una dote della

     personalità, e rientra quindi all(interno dei dati psicologici, senza il bisogno di riferirsi

    necessariamente al fattore trascendente.4(identità sociale deve essere prima di tutto ben percepita, immediatamente dopo deveessere accettata, anzi si deve sentire il bisogno di svolgerla 5 e quindi di attivarsi perfarlo 5 ricevendo di rimando il piacere di averla svolta.

    Un &laoro( incompara#ile

    4a situazione del sacerdote in questo non ' difforme da quella di altre professioni, macerto il tipo di lavoro a cui ' chiamato ha un valore del tutto specifico eincomparabile. Occorre amare questa funzione che richiede un preciso operare, construmenti specifici, e allora nasce il piacere di fare comunità. 2itengo che il piacere

    debba essere avvertito e che si deve provare soddisfazione. Insomma, un discorsoanalogo 5 almeno in parte 5 a quanto si ' detto per il narcisismo, perché ' un sostegno

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    all(agire futuro e alla sicurezza di avere i mezzi per farlo, e l(esperienza per farlo inmaniera utile socialmente. $ il sacerdote deve a sua volta provare questa soddisfazione equesto piacere, che rappresentano i prolegomeni per la sua stessa forza operativa.$cco perché se il vescovo chiede ai propri sacerdoti di essere santi, io vorrei che fosserofelici, e sono sicuro che le due dimensioni, la felicità umana e la santità spirituale, non

    sono in contraddizione, ma una fa da prolegomeno all(altra. Insomma, un prete deveessere felice perché attrae di pi0 chi ha bisogno della sua opera.

    IL 2ISO.NO DI SACERDOTE

    -opo aver parlato del sacerdote in sé e delle fasi della sua formazione quale testimone eservo di +risto nel tempo presente, entriamo ora nel campo della sua missione. #e la

     prima parte poteva dirsi di scoperta e quasi di costruzione del sacerdote, quella cheiniziamo ora si riferisce a come questa figura ben scolpita opera nel mondo. *i0

     precisamente a come questa stabilisce relazioni con gli uomini: sia nel senso di portareloro la parola del maestro, Ees0 +risto, sia nel senso di entrare in empatia con il popolo

     per comprenderne al meglio i bisogni.

    Il che presuppone che da una parte ci sia un bisogno di sacerdoti e dall(altra che nellaloro funzione questi siano disposti ad interessarsi agli altri e quindi a legarsi a loro.

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     pu; sensibilizzare all(attesa e impedire che una sistematica disattenzione distolgairreparabilmente dai segni che +risto pu; inviare Il non credente ' una pecora dacercare, per accogliere eventualmente nel gregge.

    *er paradosso si potrebbe dire che il sacerdote deve operare in particolare per coloro che

    non credono, specie se in ricerca. $ i fedeli dovrebbero essi stessi preoccuparsi di esseredi esempio, in particolare e proprio agli occhi dei non credenti. 4a grandezza el(originalità del cristianesimo ' quella di predicare non un -io che ha creato il mondo

     per poi lasciarlo al suo destino, ma un -io creatore e salvatore.

    +(' un ateismo che non ammette nemmeno che l(uomo abbia una percezione del sacro,il che rappresenta un limite che induce per; a chiedersi il perché dell(essere invece delnulla, il perché della voglia di verità in mezzo a tanto relativismo. In sostanza, da simili

     percezioni si ricava che il bisogno del sacerdote ' in tutti gli uomini che, immersi nelmistero della vita, credono nella vita stessa. $cco la parola chiave: credere. +redere chese ' innegabile che l(uomo abbia oggi poteri enormi, quali lo sviluppo scientifico e

    tecnologico rivelano, ' altrettanto vero che tutto questo non toglie dall(indigenza unuomo che muore. 4a morte, anche se si riducesse al nulla, riconduce l(agire dell(uomoal vanitas vanitatum et omnia vanitas dell($cclesiaste.

    *er paradosso, ha pi0 bisogno del sacerdote il non credente che colui che crede edunque ha già degli strumenti per orientarsi tra le miserie del mondo. Il tipo poi direlazione che si intesse con il sacerdote cambia se questi si pone con chi crede come chinon crede. #eppur ci; non toglie che il sacerdote sia necessario a entrambi.

    I #isogni dei non credenti

    3o bisogno di dire che il sacerdote ' una presenza che mi appartiene, e di sapere chenella sua funzione egli mi considera. +he sa cio' chi sono e che mi ama per come sono.$ me lo dimostra se mi fa sentire che mi invita al tempio non per sfidarmi, ma permostrarmi il volto del sacro e la bellezza di appartenergli.3o bisogno che nel tempio egli promuova delle attività per i non credenti, per ascoltarli,

     per sentire in quale modo egli possa fare qualcosa per noi. 6n atteggiamento, questo, per il quale riesce egli stesso ad avvertire i dubbi e gli ostacoli al credere. Nella miaimmaginazione, sono arrivato a ipotizzare persino un monastero dei non credenti,

     poiché anche i non credenti hanno bisogno di silenzio e di meditazione, e forse delsilenzio come disvelatore del senso. 3o bisogno di sedermi a tavola con lui per godere

    di un(amicizia gratuita, per il gusto di un incontro che magari non ha nemmeno un programma. 6n incontro in cui il non credente sente raccontare del tempio, della+hiesa, e di questi luoghi privilegiati per incontrare a sua volta -io.

    Io non credente ho bisogno di liturgia, ho bisogno anche di ritualità, ho bisogno diconoscere quello che +risto ha detto di fare agli apostoli. 6no dei limiti pi0 gravi deinon credenti ' di trovarsi ad ignorare molto di ci; che appartiene al credere eall(esperienza diretta di -io e della vita con lui. 6na presunzione che arriva a farsicertezza se manca il dialogo con chi sa spiegare e arricchire di notizie e fatti. 4o devo

     proprio confessare: ' straordinario ci; che sto scoprendo mentre mi occupo del prete edei rapporti che questi ha con noi mondani. &uesto viaggio attorno al sacerdote, per

    tentare di intuire quello che egli si porta dentro, s, lo sto percorrendo io per primo. #o bene che pu; rivelarsi fin troppo facile rinchiudersi nella presunzione del non credente,

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    di colui cio' che pensa di sapere già tutto sulla storia di -io con l(umanità, dunque dellescritture e della chiesa. *er questo serve il sacerdote che parli, che mostri, e lo facciasenza arroganza. Non mi meraviglia che i laici dicano cose grossolane, e si comportinotalora con sfacciataggine come se fossero a casa loro: in realtà, sono dentro una

     presunzione, una sorta di solipsismo dal quale faticano talora ad uscire proprio perché

    manca attorno a loro un sacerdote che abbia a cuore il destino dei non credenti.

    3o bisogno che lo stesso *ontefice, quando scrive le sue encicliche, e talune, penso alla(pes salvi ma anche alla #eus caritas est , sono veramente piene di riflessionistraordinarie per la vita di ogni uomo, e non soltanto per quella dei fedeli, le indirizzidunque anche ai non credenti poiché questi hanno per lo pi0 un destino identico aicredenti.

    2itengo che in questo modo si avvicinino i non credenti ai credenti e che persino icredenti possano trarre da chi non crede stimoli utili alla propria fede, poiché la fedestessa ' uno status non definito una volta per sempre, e si concreta in un avvicinarsi e

    allontanarsi continuamente da -io con la paura di perderlo. Non diversamente forse daci; che capita in un amore terreno, quando l(amato teme sempre di perdere l(amata,senza la quale ormai pensa di non poter pi0 vivere. $ magari ' lui stesso adallontanarsene per una gelosia insopportabile. +os pu; succedere al credente di ritenere-io come una esclusiva proprietà che non va nemmeno mostrato a chi non crede,quasi che questo non ne fosse degno.

    4o voglio dire con tutta la passione che mi anima: provo rabbia talora di fronte a queicredenti che mostrano disinteresse per chi non crede e che anzi si ergono a privilegiatidel #ignore. 3o bisogno cio' di essere riconosciuto come non credente, seppur pieno didesiderio di credere, e quindi mi piacerebbe essere talora invitato al convito sacro,anche se andr; ad occupare un posto nascosto da questa o quella colonna del tempio.

    -a anni ormai per la settimana santa mi reco a *arigi, e l in particolare seguo le vicendedella passione di +risto, che ' il capitolo che pi0 mi affascina di -io: il gioved santo a#ainte $tienne au

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    in rapporto con +olui che non mi si ' ancora dato.

     Non sopporto quei cristiani e quei sacerdoti che si ergono a giudici e con distacco miguardano e guardano i non credenti, come coloro a cui spetterà la pena eterna. #onoinsopportabili e talora penso che non siano neppure tanto credenti, e magari solo dei

     parassiti della fede.

    +ome nella società civile tutti devono essere accettati e aiutati a vivere nella comunionesociale, in maniera ancora pi0 forte ci; deve accadere nella comunità che si riunisce eopera nel nome di +risto e della pace in terra, in attesa di quella celeste.

    L0UO*O DELLA SPERAN)A

    2eligioso trova la propria etimologia in religio, che significa legare insieme, e quindireligioso ' chi stabilisce legami. Nella consuetudine si circoscrive l(uso del terminereligioso o religiosi a tutti coloro che appartengono ecclesia: oltre al sacerdote, ci sonole sorelle 8suore9 e i fratelli 8frati9, e ci sono i monaci. Ognuno di questi ruolimeriterebbe una menzione approfondita.

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    unire anche la comunità degli uomini. $d ' interessante considerare come un datoterritorio ricada sotto una duplice giurisdizione, quella politico7amministrativa e quellareligioso7ecclesiastica. +ome a dire che l(uomo ha per costitutive due dimensioni e cherientra in due appartenenze, da nessuna delle quali si pu; esonerare. 4a classe politico7amministrativo gestisce il governo della comunità civile, seguendo una logica e delle

    competenze che sono di questo mondo1 la classe religiosa invece segue rispetto alla prima logiche diverse, talora anche molto differenti, perché risponde a bisogni specifici.Organizzazioni e strutture diverse, ma anche atteggiamenti e stili differenti. Il solomodo per mantenere separate nella correttezza queste due reti relazionali, ' che nonmanchi mai la chiarezza nella distinzione.#arà bene precisare che i due poteri devono essere realmente e concretamente divisi.#arebbe errato che il governatore di una regione entrasse nel merito della #antissima"rinità, o che esprimesse la propria opinione a favore o contro il purgatorio o l(inferno1ma altrettanto sbagliato sarebbe che le autorità religiose entrassero nell(allestimentodelle leggi o nella gestione delle risorse economiche, interferissero in materia di politicaestera o nelle scelte fiscali. $ perché questo non accada, ecco che viene sancita la

    sovranità e l(indipendenza di ciascun ordine rispetto all(altro.

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    umano. &uella inquietudine che cos bene esplicita gostino nell(!inquieto ' il miocuore finché non riposa in te%.

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    ATTRARRE NEL TE*PIO

    2itengo che siano diverse le tipologie umane compatibili con la missione del sacerdote,anche se poi ogni persona incontrerà delle difficoltà proprie e avrà delle sfide specificheda superare per modificare ad esempio un dato carattere e meglio orientare certetendenze. $ di per sé questo non ' neppure un discorso che riguarda esclusivamente isacerdoti. È chiaro infatti che un temperamento ribelle dovrà fare uno sforzo maggiore

     per sottostare alle regole che determinate professioni comportano.

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    focale, il #anto di -io.Il paragone non disturbi: se uno vende saponette deve poter richiamare l(attenzione sulla

     pulizia, sulla decontaminazione, sul profumo. +hi dà risposte al bisogno di sacro, devesaper ridestare e rendere avvertito questo stesso bisogno, che oggi pi0 di ieri pu; finiresovrastato e addirittura nascosto da altri desideri.

    4e tecniche, lo ribadiamo, hanno una loro importanza. Eiacché il sacerdote propone+risto salvatore, che ' una dimensione che sfonda sull(eterno, ' naturale che per rendereil discorso convincente si cerchi di mostrare anche a cosa si riduca la vita senza +risto.Eli antichi predicatori si adoperavano per evocare anche un po( di paura 5 pauradell(inferno, della morte eterna, delle pene in vita e dopo morte 5 ma non bisognaesagerare perché se no il rischio ' che il problema venga semplicemente rimosso e sitenti di vivere come se non ci fosse. 4a chiesa della paura non attrae pi0, anche se cisono stati tempi in cui questo era il messaggio pi0 convincente per legare il popolo alsacerdote.

    È comunque importantissimo il legame del sacerdote con il tempio, e diventa difficile

    capire come egli possa assolvere realmente al proprio compito staccandosene, olimitandosi a mostrare sé piuttosto che sé nel tempio. tale proposito, il territorioitaliano mostra degli evidenti vantaggi: l(edificio chiesa ' sovente carico di storia e dioggetti di grandissimo valore culturale. $ dunque verrebbe subito da dire che tutto ' unacarta potente da giocare.

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    Insomma, il tempio e la sua funzione sono dissociate, come talora lo ' il sacerdote e iltempio stesso.

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    rivolgere soltanto ai fedeli, dovendo tenere conto, e chissà se in misura maggiore, anchedei non praticanti, e poi dei non credenti, che essendo potenziali credenti, rientranodunque nella missione contrassegnata dall(andate e predicate a tutte le gent.

    4a caratteristica a cui ci riferiamo riguarda il tipo di legame che ha per cornice il

    comandamento dell(amore 8la prima enciclica di Cenedetto QAI si intitola #eus caritasest*: il figlio di -io, Ees0 +risto, s(' incarnato, ' morto e risorto per amore.

    #embrerà un paradosso, ma il sacerdote deve amare sfuggendo alla percezione comunedell(amore, alla relazione che porta +aia a legarsi a +aio in un rapporto stretto, quello

     proprio dell(amore umano, sanguigno, di questa terra. Il sacerdote deve amare tutti, nonappartenendo a nessuno. +he ' un modo non comune, che non rientra in una percezionestandard. #i tratta piuttosto di un amore che prevede il darsi senza ricevere qualcosa disimmetrico. +he ' come trovarsi dinanzi ad una divaricazione innaturale, giacchél(amore prevede nella dinamica umana la partecipazione simultanea. Io ti amo perchémi ami, e sento di doverti amare sempre pi0, perché tu mi possa voler bene ancora di

     pi0.

    &uello del sacerdote ' invece un amore gratuito, che manca della parte corrispettiva proveniente dall(altro. $ per questo egli giunge ad amare anche chi non lo ama, chi loignora, persino chi lo detesta. #i tratta di un paradosso, dicevamo, che per; ha un suo

     paradigma, rappresentato da +risto. -unque, si pone lontano dalle consuetudini, inmodo altro rispetto alla condizione della coppia che genera figlioli, e ha il compitonaturale di proteggerli ed educarli.

    &uesta condizione sociologicamente non ' un(esclusiva del sacerdozio cattolico. *erdire, un tempo agli insegnanti era imposto di vivere dentro i collegi e gli antichi collegidi +ambridge e di OBford tengono ancora stanze per i docenti che vogliono vivereall(interno del college, come se l(insegnamento richiedesse di donarsi completamente atutti gli allievi1 e dunque, per analogia, come se il sacerdote a sua volta dovesseinsegnare ma non tanto una data materia, quanto a vivere, e ci; non permettesse didedicarsi a un proprio figlio o a una propria famiglia.

    È altrettanto indubbio che storicamente gli apostoli, che sono il primo nucleo della+hiesa, e anzi ne sono i pilastri, non avevano imposto questo limite, infatti la decisionedel celibato si radicherà solo nel

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    disagio, addirittura a proteste ed allontanamenti.

    Il legame con una donna poi finisce per far sentire un(appartenenza forte ed esclusiva,con momenti che si fanno totali, e dunque implicano quasi sempre il disinteresse ol(allontanamento dal bisogno di tutti gli altri componenti la comunità a cui il sacerdote

    deve dedicarsi.&ueste considerazioni, che hanno un carattere generale, mostrano ancora degli strascichidal momento che un sacerdote, pur non generando figli e non potendo avere discendentidiretti, tuttavia ' legato alla famiglia naturale con padre e madre, fratelli e dunque nipotie pronipoti. $ accade che nei loro riguardi talora il sacerdote usi attenzioni di particolaregenerosità, anche economica, e dunque investendo talora risorse che dovrebbero averealtre destinazioni. #i creano evidenti relazioni di favore che condizionano il suo agire, enulla ' pi0 deleterio delle preferenze evidenti, e dunque delle differenziazioni ingiuste,

     per allontanare i fedeli.

    -(altra parte, i legami naturali, quelli che si chiamano di sangue, non possono essere

    condannati, perché costituiscono la base stessa del legame matrimoniale che il sacerdotenon solo accetta ma benedice nella celebrazione degli sposi. rappresentare l(eccezione' proprio lui, nell(ambito di una condizione esistenziale che si lega alla sua missione.-eve dunque amare tutti e non essere amato, almeno nella maniera espressa o nellaforma dell(amore umano, da nessuno. $ deve essere attento che il suo amore sia rivoltoalle persone che gli sono affidate senza distinzione e senza ingiustizie. $ il matrimoniogià di fatto le porrebbe come inevitabili.

    Il matrimonio ' ammesso in altre chiese cristiane, ad esempio 8ma non solo9 in quellaanglicana o in quella scozzese. $bbene, senza entrare in valutazioni puntuali, non si pu;tuttavia non sottolineare come il rapporto tra sacerdote e fedeli in quelle comunità siaradicalmente diverso da quello nel nostro *aese, non tanto per i contenuti teologici oliturgici, quanto proprio per il tipo di relazione che la gente stabilisce con il pastore

     protestante. Nel protestantesimo domina un rapporto uomo7-io non mediato 8o non cosfortemente9 dal sacerdote o attraverso santi e angeli presenti nel tempio, come invececapita nella chiesa cattolica. In quel contesto il pastore ' un ministro che opera soloalcune liturgie, che ha solo alcune attività, e dunque gli potrebbe essere richiedere ancheun tempo parziale, per il quale la vita coniugale non ' un ostacolo. me pare, stando ad una lettura delle cose di questa terra, che la scelta del celibatosacerdotale sia una condizione praticamente indispensabile. 4o dico per quel che sonoda un punto di vista religioso, ossia un non credente, e dal punto di vista professionale,

     per le cose insomma che misuro con l(abilità che la vita mi ha dato.+redo che la scelta celibataria sia richiesta anche dai bisogni che i fedeli esprimono alloro prete. $ dunque che nella società attuale continui a presentarsi come

     particolarmente opportuna.

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    -io a cui si lega parla, quel -io ' presente, quel -io vive con lui quotidianamente. Èimportante infatti che tutto ci; sia reale e non una congettura, non un semplicespostamento, e neppure solo una sublimazione, che rimanderebbe sempre al problemadella mancanza d(amore umano. Insomma, i meccanismi di difesa non permettono maidi risolvere il bisogno d(amore di cui il sacerdote deve essere consapevole, ed egli

    sperimenterà anche che l(amore che riceve dalla comunità e da -io valgono la rinunciainsita nella scelta sacerdotale. +risto, del resto, s(' dato tutto ai fratelli, sostenutodall(amore grandissimo del *adre.

    In questa epoca storica, il problema dell(amore terreno nel sacerdozio si ' riaperto poiché si sono evidenziati comportamenti che hanno rivelato come anche per ilsacerdote l(amore terreno pu; ritornare con una forza che finisce per trascinarsiappresso tutto. In un tale clima, si rileggono magari i vangeli apocrifi, che parlano di un+risto sposato addirittura con la

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    IL PIACERE DI 3ARE DEL 2ENE

     

    )are del bene pu;, a prima vista, apparire un desiderio universale, il primo nella scaladei valori di ciascuno uomo, e invece non ' affatto cos. *revale, in realtà, il piacere didominare, di mostrare il proprio potere, di essere riconosciuti come forti, almeno pi0 del

     proprio interlocutore, o del gruppo o del luogo in cui ci si trova in quel momento.Insomma, il piacere si lega di pi0 alla potenza, al gusto di fare semplicemente perché si

     pu;. Nella forma attuale, il potere si esprime attraverso il denaro posseduto, che permette di comperare tutto, e allora il potere lo si esibisce attraverso simboli visibili,che ostentano anche senza dovere spiegare. I simboli del potere vanno dal modo diabbigliarsi, tutto griffato, all(auto con cui si arriva, all(atteggiamento, al portamento.*resenza insomma che si impone. "ra i simboli del potere, c(' anche il modo di parlare,con un certo sussiego, e certamente la dimostrazione di saper comandare. &uesto mododi essere si contrappone a chi invece ama fare del bene, manifestarlo, distribuendosorrisi, apprezzamenti, senza paura di mescolarsi con chi ' troppo lontano dalla propria

     posizione sociale, e dunque senza la preoccupazione di mantenere le distanzegerarchiche.

    4a contrapposizione ' tra il potere che non ha bisogno di nessuno, in cui anzi l(altroserve per mostrarsi attraverso gesti di forza che lo rendono succube o gregario, e lafragilità, che ' una condizione esistenziale in cui si ha bisogno dell(altro, e dunque simandano segnali di benevolenza, di voglia di dare ma anche di ricevere, poiché il fragilesa di non poter fare conto solo su se stesso. Il fragile ' disposto a dare e a ricevere aiuto.4a fragilità ha la stessa formula che permette l(amore, e dunque il bisogno di legarsiall(altro, perché da soli si ' perduti, bisognosi sempre di un supporto umano. &uestodualismo ' particolarmente leggibile nella cultura dominante, la quale appare

    all(insegna del nemico, per cui 5 fino a prova contraria 5 chi si avvicina pu; fare delmale, pu; inserirsi negativamente nel proprio dominio con il progetto di scalzarlo. 4acultura del nemico sostiene la lotta e, se si passa dal singolo ai gruppi e alle nazioni, laguerra.

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    resistente, e dunque la costituzione di una comunità guerriera.

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    soprattutto con il suo stile ' esempio.

    $ a me, scusate se insisto, torna sempre in mente suor

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    questo mondo. +os come il traguardo puntato sul paradiso non ha certo le sembianzedel successo che si persegue su questa terra. nzi, per chi predilige una simile visione, ilsolo sentir parlare di paradiso, per quanto decantato come meraviglioso ed eterno, ha ilsapore della mera consolazione, che finisce per deprimere, distogliendo dal perseguirein maniera ancor pi0 caparbia la strada del successo. +he non ' una chimera indefinita,

    ma una dimensione precisa e misurabile attraverso, ad esempio, la quantità di denaroche si ottiene o che si ' in grado di realizzare. $ come il successo non ' mai abbastanza,cos accade per il denaro, che ne ' simbolo e attestato.In un simile scenario, il sacerdote potrebbe apparire un fallito, residuato di un mondodestinato a scomparire1 del resto lui lo sa: ' persino scritto che il regno per il qualelavora non ' di questo mondo. $ che anzi ' la povertà, non la ricchezza, a favorirel(ingresso in quell(altro mondo. #e a questo si aggiunge che oggi l(interesse per lospirito ' alquanto debole, e spesso solo di facciata, si pu; comprendere come ilsacerdote non sia sempre visto con grande simpatia, neppure da chi talora, perappartenenza religiosa, dovrebbe riconoscerlo come pastore. 4a dimensione psicologicadei credenti freddi, come dei non praticanti, lo avverte associato ad una sorta di

    richiamo della coscienza, che mette a disagio. Nel qual caso, la sua situazione nonappare delle migliori. $ le occasioni di frustrazione sono veramente notevoli. *er questo' assolutamente necessario che il sacerdote sappia farvi fronte.+(' da osservare che i singoli individui si differenziano tra loro per il livello di

     percezione della frustrazione: fino a non percepirla affatto, dato che una frustrazionenon percepita ' come se non ci fosse. $ dunque, non attiva alcun senso di malessere. 6ndiscorso analogo lo si pu; fare per le gratificazioni: ciascuno di noi infatti deve superareun certo livello per accorgersi e godere di una gratificazione, di un complimento, di unapprezzamento, di una promozione. +i sono individui che sono sensibilissimi allegratificazioni e finiscono 5 in forza di queste 5 per sentirsi importanti, anzi insostituibili.ltri invece che hanno una percezione di sé tale da non avvertire mai un apprezzamentoo una gratificazione, perché magari tendono a obiettivi considerati un nulla. )acciamoqualche esempio: uno per essere un buon politico deve non avvertire le frustrazionioppure dimenticarsene subito, mentre nel contempo si ricorderà delle gratificazioni e legonfierà in modo che funzionino come corazze di fronte al prossimo insuccesso. È notoil caso di quel politico che, mentre stava per essere rimosso per averne combinate ditutti i colori, compreso il non aver fatto nulla di ci; che avrebbe dovuto 8i peccati diomissioni9, si sentiva cos necessario al paese da affermare di essere criticato proprio

     per il suo valore e per il fatto che stava cambiando le cose in Italia. 6n altro eraconvinto di fare tutto bene, e di fronte a certe sciocchezze evidenti, negava di essernel(attore e affermava invece che la responsabilità era dei suoi nemici e predecessori.

    Insomma l(uno e l(altro si sentivano gratificati persino in situazioni di frustrazione.*ernon dire degli intellettuali, categoria dal cervello fine, che quando gli viene detto che iloro pensieri sono idioti o folli, si difendono attaccando i loro critici, che sarebbero loroa non aver capito.

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     poiché il gioco delle frustrazioni e delle gratificazioni non lo aiuta molto, anzi tende afarlo sentire un inadeguato alla funzione. Insomma, il sacerdote si trova in una

     posizione limite per le regole della psicologia umana, che gli competono ovviamente perché innanzitutto ' un uomo.4e frustrazioni si accumulano e generano violenza che si esprime in qualche maniera e

    non sempre nei confronti di chi le ha promosse. #i accumulano e, raggiunto un certolivello, hanno bisogno di liberarsi, generalmente contro qualcuno, e allora la violenza 'eterodiretta, oppure verso se stessi e allora ' autodiretta e in questo caso se ne paganoanche gli effetti. 6na delle modalità per diminuirne l(accumulo ' proprio il bilancio conle gratificazioni. È certo che tra gratificazioni e frustrazioni si pu; fare un bilanciogiornaliero e che una gratificazione pu; diminuire o annullare la forza di accumulo e di

     potenziale violenza che contiene. +i; dà ragione del fatto che una vita senza frustrazioninon ' facile, mentre ' possibile organizzarla in modo da dare spazio a comportamenti

     piacevoli che in quanto tali sono gratificanti. Nel sacerdote c(' il rischio di un accumulo eccessivo di frustrazioni, con un compensominimo di gratificazioni proprio per la resistenza a porsi, a sentirsi soddisfatto, a godere.

    Il sacerdote di oggi risente ancora di un(atmosfera in cui il piacere ' visto comel(anticamera del male, e questo mi appare come un terribile errore perché solo se unavita ' gioiosa, serena, e con momenti di felicità, si pu; far fronte alle frustrazioni. $cco

     perché vorrei che questo mio viaggio entro la figura del sacerdote producesse felicità:un sacerdote contento, felice naturalmente di essere sacerdote. Insomma, il problemadelle gratificazioni ' di fondamentale importanza perché, lo abbiamo già ricordato, le

     promesse, attraverso le privazioni che comportano, possono produrre tante frustrazioni.

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    essere del