I PARTITI POLITICI

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I PARTITI POLITICI Luglio 2017

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I PARTITI POLITICI

Luglio 2017

COSA SONO I PARTITI E A COSA SERVONO

Dal latino partitus, participio passato di partiri, dividere. Sono libere associazioni di cittadini organizzati per amministrare e determinare la politica nazionale e locale. A partire dallo Stato moderno, il partito rappresenta il principale punto di congiunzione tra le Istituzioni e i cittadini. Da una parte difatti rappresentano gli interessi e le istanze dei singoli cittadini, ne sono il connettore e il punto di sintesi, dall’altra concorrono a determinare le politiche pubbliche e l’orientamento politico dello Stato. L’adesione ai partiti è libera e volontaria. Per associarsi è necessario condividerne le idee, avere un progetto politico comune. Appartenere a un partito politico è un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Art. 49: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».In Italia il primo partito fu quello “dei lavoratori”, rinominato dal 1895 Partito Socialista Italiano, nato a Genova nel 1892.

INQUADRAMENTO GIURIDICO

I partiti non fanno parte dell’architettura delle Istituzioni e non sono soggetti di diritto pubblico, ma “associazioni private non riconosciute’” con una posizione speciale perché svolgono funzioni pubbliche: dalla formulazione degli obiettivi delle politiche, alla diffusione delle idee, alla selezione della classe dirigente, etc. In virtù delle loro funzioni pubbliche, i partiti – ad oggi, ma non sarà così in futuro – ricevono finanziamenti pubblici. A differenza delle associazioni private, devono avere programmi pubblici e pubblici registri degli iscritti. Non possono essere un’associazione segreta, né avere un’organizzazione di tipo militare. In Italia, è inoltre vietata la ricostituzione del partito fascista. Sono autonomi nell’organizzazione e nell’articolazione del proprio statuto, ma il giudice ordinario può irrompere nella vita interna dei partiti qualora una violazione statutaria comporti anche la lesione di uno o più diritti sanciti dalla Costituzione.

PER FARE UN PARTITO…

Il partito ha quindi un proprio statuto, che regolamenta:

come iscriversi;diritti e doveri degli iscritti;gli organi di direzione, le loro com-petenze e le modalità di elezione;l’anagrafe degli iscritti;le strutture sul territorio;il simbolo;altro.

Due sono gli elementi pre-senti in ogni partito politico: un programma, attorno al quale raccogliere il consenso degli elettori, e un’organiz-zazione che ne disciplini la vita e l’attività. In assenza di questi elementi propedeutici, saremmo in presenza di un movimento politico.

PROGRAMMA ELETTORALE

Il programma elettorale è il Manifesto del partito, che illustra tutte le azioni che si intendono portare avanti e gli obiettivi in caso di vittoria alle elezioni.Un consiglio di tutti gli spin doctor a chi scrive il programma è: «Devi metterci dentro tutto, non deve mancare niente, deve andar bene per tutti!».

“ “Ogni partito rappresenta un sistema politico in miniatura Giovanni Sartori

DESTRA E SINISTRA

Questa distinzione è presente in ogni Paese occidentale a partire dal dopoguerra. La dottrina non ha raggiunto l’accordo su una definizione univoca di destra/sinistra. Per quanto riguarda le origini, destra e sinistra nacquero nel Settecento durante la rivoluzione industriale – Tory vs Labour – dove i primi rappresentavano gli interessi degli industriali, dei nobili etc. e i secondi i diritti dei lavoratori.

Alla contrapposizione destra/sinistra si accompagna quella tra conserva-tori e progressisti; i primi (a destra) vorrebbero mantenere lo status quo, i secondi (a sinistra) vorrebbero atti-vare le riforme. Norberto Bobbio disse:

Io ritengo che il politico di sinistra deve essere in qualche modo ispirato da ideali, mentre il politico di destra basta che sia ispirato da interessi: ecco la differenza.

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DESTRA E SINISTRA

Alcuni punti sui quali tradizionalmente destra/sinistra hanno idee contrapposte: REGOLE DEL MERCATOPer i conservatori non è necessario alcun intervento dello Stato, o al massimo è consentito un livello blando di interventismo, per regolare i mercati e renderli più equi. Il mercato è una realtà che può autogestirsi e che da solo corregge ed elimina eventuali storture. Per i progressisti, i mercati generano incongruenze e ingiustizie che spetta allo Stato colmare e riparare. Es. Come garantire il diritto di ascesa sociale ed economica? A partire dalla garanzia da parte dello Stato di pari opportunità (vedi art. 3 Cost.) e del diritto di ricevere un’istruzione. segue

DESTRA E SINISTRA

TASSE E STATO SOCIALEI conservatori vogliono far pagare ai cittadini meno tasse possibili (sia imposte dirette che indirette), anche a fronte di prestazioni sociali ridotte all’essenziale. I progressisti promuovono la progressività delle imposte (paga di più chi ha più soldi), a fronte di uno Stato sociale “forte”, in grado di intervenire a tutela dei cittadini e degli utenti nei settori non “mercantabili” come l’istruzione, la sanità, la sicurezza, la previdenza.

REDDITI E PATRIMONI Per la sinistra sono da tassare di più rispetto al reddito da lavoro.

PARTITI: LE CATEGORIE

Rispetto alla variabile dell’o-biettivo,Weber distingue tra:

partiti di notabili, strutture minime nel numero, che si attivano solo in occasione delle elezioni;partiti di massa, strutture permanenti e più ampie per le persone coinvolte, sono in costante attività a prescin-dere dal periodo elettorale o meno.

Duverger contrappone al partito di massa il partito di quadri, composto da notabili influenti, grazie ai quali il candidato otterrà un gran numero di voti. Il partito di quadri ha al suo interno anche esperti di campagne elettorali, e finanziatori. Grazie al prestigio dei membri e alla disponibilità di risorse economiche “i partiti di massa ottengono col numero quello che i partiti di quadri ottengono con la qualità”. segue

PARTITI: LE CATEGORIE

Neumann distingue tra:partito di rappresentanza individuale, attivo solo per il periodo delle elezioni;partito di integrazione sociale, che ha un’orga-nizzazione estesa sul ter-ritorio e permanente; è aperto alla partecipazione degli iscritti.

Tutti gli studiosi sono concordi nel sottolineare l’importanza dei partiti di massa e della loro centralità all’inter-no dei sistemi dei partiti.Ci sono però delle eccezioni, come per esempio il caso degli Stati Uniti dove i partiti non hanno nessuna caratteristica dei partiti di massa.

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Negli ultimi anni si è affermata una nuova categoria: i partiti pigliatutto. Qui i dirigenti di partito tentano di accaparrarsi il consenso degli elettori anche a costo di abdicare, quantomeno in parte, alla propria identità. Ecco le caratteristiche:

bagaglio ideologico decurtato; rafforzamento dei poteri e delle prerogative dei vertici di partito, non più giudicati dalla coerenza delle proprie azioni rispetto al programma, ma rispetto all’efficacia delle loro azioni sotto il profilo del consenso; ruolo ridimensionato del singolo iscritto nelle dinamiche di partito; partiti che tendono a non esser più i rappresentanti di una singola classe sociale ma diventano trasversali rispetto all’estrazione socio-economica e culturale;partiti aperti all’accesso di più gruppi di interesse; segue

PARTITI: LE CATEGORIE

Sempre in tempi recenti, è stato categorizzato da Angelo Panebianco il partito professionale elettorale:

è un partito elettorale, che nasce quindi in prossimità delle elezioni;ai vertici ci sono professionisti, che hanno competenza e formazione specialistica e di settore; i legami gerarchici verticali sono deboli;i messaggi sono indirizzati a un elettorato d’opinione;direzione e leadership sono fortemente personalizzate;è finanziato anche da gruppi di interesse.

PARTITI: LE CATEGORIE

I SISTEMI DI PARTITO

Il modo più semplice per clas-sificare i sistemi di partito è uti-lizzare il criterio del numero. È quindi possibile distinguere tra sistemi monopartitici, bi-partitici, pluripartitici. Però non basta: è importante individuare non tanto quanti sono i partiti, ma quanti sono quelli che contano. Bisogna utilizzare il criterio della rilevanza.

Sartori, per capire quanto un partito è rilevante, ha distinto il potenziale di coalizione, ovvero la capacità dei partiti piccoli di essere non solo molto utili, ma delle volte addirittura indispensabili, per la formazione delle coalizioni di governo. L’altro criterio è il potenziale di intimidazione, ovvero l’influenza dei partiti sulle attività della coalizione di governo. segue

C’è poi da considerare la polarizzazione, ovvero la contrapposizione ideologica tra i partiti. Laddove, nei sistemi multipartitici, la distanza ideologica tra alcuni partiti è molto netta, diviene impossibile prendere in considerazione l’ipotesi di coalizioni. Tuttavia anche i partiti estremi sono importanti, poiché catturano una parte dell’elettorato, hanno seggi in Parlamento e quindi possono influenzare l’attività del Governo.Utilizzando questi tre criteri, possiamo distinguere in sistemi di partito:

non competitivi dove rientrano i sistemi monopartitici (ideologico o pragmatico) o sistemi con partito egemonico nei quali le altre formazioni, pur tollerate se non anche presenti in Parlamento, sanno che non potranno mai divenire il partito egemonico o partito-Stato.competitivi dove vi sono quelli a partito predominante, ovvero con un partito che ottiene alle elezioni (libere) regolarmente un numero di seggi tali da consentirgli di governare da solo.

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I SISTEMI DI PARTITO

SISTEMI BIPARTITICI:ci sono solo due partiti, sempre gli stessi, in grado di ottenere da soli la maggioranza dei seggi in Parlamento; il partito che vince le elezioni governa da solo;c’è alternanza di governo, o almeno è una opzione realistica.

SISTEMI MULTIPARTITICI:in quelli atomizzati, nessun partito conquista un numero consistente di voti e mostra di poter durare e crescere nel tempo;in quelli limitati ci sono fino a un massimo di cinque partiti, moderati e centripeti, che hanno la possibilità reale di accedere al Governo;

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I SISTEMI DI PARTITO

in quelli estremi:la competizione è centrifuga perché i partiti estremi crescono svuotando il centro dello schieramento;le opposizioni sono irresponsabili, formulano programmi inattuabili e assumono comportamenti per i quali non devono render conto all’elettorato; i governi possono praticare sia la politica dello scaricabarile, attribuendo la responsabilità delle loro azioni e omissioni alle opposizioni, sia la politica dello scavalcamento, promettendo molto più di quel che potranno mai mantenere.

I SISTEMI DI PARTITO

I PARTITI SONO IN CRISI?

Nonostante da più parti, da diversi anni, si teorizzi l’eclissi dei partiti politici, resta il fatto che questi non solo sono ancora in buono stato di salute, ma continuano a essere il principale soggetto delle democrazie, nonché la più diffusa forma di organizzazione politica.

PERCHÉ? 1. La democrazia senza partiti ha difficoltà a funzionare, è necessario che si eserciti tramite canali stabili e duraturi.2. I partiti svolgono un ruolo che non è possibile delegare a nessun’altro:

mantengono il consenso;organizzano e gestiscono la classe politica e dirigente;monitorano l’opinione pubblica sui temi più rilevanti;sono garanti del sistema politico.

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I PARTITI SONO IN CRISI?

È innegabile tuttavia che negli ultimi vent’anni gli accadimenti sociali, eco-nomici e culturali hanno portato a una ridefinizione dei partiti e del loro ruo-lo, tanto da aver assistito alla nascita di nuovi modelli. Per esempio:

organizzazione, è nato il partito personale e mediale; modus operandi, abbiamo l’affer-mazione definitiva della professio-nalizzazione delle funzioni di partito; contenuti, è prevalsa la comuni-cazione su ogni altra funzione e la priorità dal punto di vista dei mass media.

Il partito è sempre meno luogo di aggregazione e rap-presentanza degli interessi e sempre più macchina co-municativa finalizzata alla vittoria elettorale.

LA NUOVA FRONTIERA: DAL PARTITO STRUTTURATO AL PARTITO LIQUIDO

I partiti oggi non hanno più un nome caratterizzante: prima c’erano i comunisti, i socialisti, etc. adesso chi non si riconosce nella parola “democratico” o nel “principio di libertà”? Hanno sempre meno iscritti, non sono più presenti (o non ne hanno più bisogno, tanto c’è la rete) sul territorio e non possono più fare a meno di un leader. Nel 2014 il prof. Sabino Cassese iniziò a parlare di “liquefazione dei partiti”: i partiti sono più proiettati, rispetto al passato, verso un elettorato ampio e trasversale ma meno in grado di educare e selezionare le classi dirigenti. Riscuotendo reazioni divergenti, Cassese considerò questo processo un bene per la democrazia, poiché «consente ai partiti di […] andare oltre il proprio elettorato tradizionale […]. I partiti sono meno rigidi, meno chiusi». segue

LA NUOVA FRONTIERA: DAL PARTITO STRUTTURATO AL PARTITO LIQUIDO

C’è un lato molto negativo: se vengono meno i partiti, non c’è più modo di reclutare la classe dirigente e di assicurarsi che arrivino al potere persone preparate. Dice Cassese: «Siamo di fronte indubbiamente ad un efficace ritratto del degrado della vita politica attuale».

Il partito liquido è un bene o una minaccia per la democrazia?

I PARTITI POLITICI OGGI IN ITALIA

Dal primo partito moderno, il Partito Socialista Italiano, ad oggi in Italia si sono avvicendati nel panorama politico numerosi partiti.

Per orientarsi in questa molteplicità di formazioni, possiamo distinguere anzitutto tra:

partiti principali, ovvero quelli che siedono alla Camera e al Senato con un proprio Gruppo indipendente; partiti minori, ovvero quelli che hanno eletto con il proprio simbolo almeno un candidato in Parlamento, con almeno l’1% dei consensi. segue

I PARTITI POLITICI OGGI IN ITALIA

I partiti principali:

PARTITO DEMOCRATICO (PD)Nato nel 2007 dalla fusione di Democratici di Sinistra e Margherita, è stato il primo partito italiano alle elezioni politiche del 2013. L’attuale Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, milita nel PD.MOVIMENTO 5 STELLE (M5S)Fondato nel 2009 e presieduto da Beppe Grillo, non è un partito ma una libera associazione di cittadini, né di destra né di sinistra. Alle politiche del 2013, elegge alla Camera 109 deputati e al Senato 54 Senatori: è il secondo partito per numero di voti. Il pentastellato Luigi Di Maio, a 26 anni il più giovane deputato di sempre alla Camera, è Vice Presidente dell’Assemblea.

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I PARTITI POLITICI OGGI IN ITALIA

FORZA ITALIA (FI)(Ri)fondato nel 2013, con lo stesso simbolo e nome del partito di centro-destra attivo nel 1994/2009 e creato da Silvio Berlusconi. Ne fanno parte tutti coloro che non hanno aderito al Nuovo Centrodestra (NCD) di Angelino Alfano dopo la scissione dal Popolo della Libertà (PdL).

LEGA NORD (LN) Fondata nel 1989 da Umberto Bossi, che fu Segretario per più di venti anni e oggi è il Presidente. Dal 2013 è guidata dalla nuova leadership di Matteo Salvini. Nato come movimento autonomista del Nord Italia, oggi è un partito di destra anti-europeista e nazionalista. Sul fronte internazionale, la sua maggiore alleata è Marine Le Pen del Fronte nazionale francese.

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I PARTITI POLITICI OGGI IN ITALIA

ALTERNATIVA POPOLARE (AP)Nato nel 2017 dopo lo scioglimento di NCD, ne raccoglie l’eredità politica. È un partito liberale di centro-destra, promuove i princìpi del cattolicesimo democratico. Il Presidente è Angelino Alfano, attuale Ministro degli Esteri.ARTICOLO 1 – MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA (ART. 1-MDP)Nato nel 2017 a seguito dell’uscita dal PD di alcuni esponenti dell’area a sinistra del partito, insieme ad alcuni ex-membri di SEL non confluiti in Sinistra Italiana. Il coordinatore del Movimento è Roberto Speranza, ma hanno aderito a questo nuovo progetto politico alcuni tra i più importanti big del PD, tra i quali Bersani, Rossi, Epifani e D’Alema.E quali sono i partiti minori? Ce ne sono diversi, più di 20. Per citarne qualcuno: Fratelli d’Italia, Unione di Centro, Partito Pensionati, Partito Repubblicano Italiano, Movimento Nazionale per la Sovranità.

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