I PAR TIG IANI

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I PARTIGIAN I

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I PAR TIG IANI. MADABENI LORENZO SEMBINELLI GIULIO 3^A secondaria esine. GLO SSA RIO. 1. LA BANDIERA 2. CHI SONO I PARTIGIANI? 3. OGANIZZAZIONE 4. L’ORIGINE DELLE BRIGATE 5. LE PRINCIPALI BATTAGLIE. LA BANDIERA. - PowerPoint PPT Presentation

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I PARTIGIANI

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MADABENI LORENZOSEMBINELLI GIULIO

3^Asecondaria esine

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GLOSSARIO

1. LA BANDIERA 2. CHI SONO I PARTIGIANI? 3. OGANIZZAZIONE 4. L’ORIGINE DELLE BRIGATE 5.LE PRINCIPALI BATTAGLIE

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LA BANDIERAL'organizzazione partigiana Bandiera Rossa si sviluppò e si radicò nelle periferie di

Roma, assumendo consistenza numerica ,con 1185 combattenti riconosciuti, su posizioni principalmente antimonarchiche e quindi avversa alla "svolta di Salerno“, operata dal Partito Comunista Italiano (PCI), avvenuta nel 1944 e finalizzata a trovare un compromesso tra partiti antifascisti. Nacque e combatté al di fuori del controllo del PCI e del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale,costituita dai deputati che si volevano opporre al fascismo) , da ciò deriva lo scarso rilievo dato a questo gruppo entro la memoria resistenziale. con alcuni interrogativi non ancora sciolti, sia per il fatto della singolare presenza fra i prigionieri scelti per essere giustiziati alle Fosse Ardeatine di tanti uomini appartenenti a Bandiera Rossa sia per il motivo che il funzionario di polizia italiano che contribuì alla stesura delle liste assieme ai nazi-fascisti poté proseguire la sua carriera dopo la Resistenza senza alcuna sanzione emessa nei suoi confronti.Finita la guerra Bandiera Rossa si sciolse a causa dell'impossibilità, per motivi storici e politici contingenti, di svolgere attività politica alla sinistra del Partito Comunista ed i suoi militanti confluirono nei partiti della sinistra italiana: la decisione di sciogliere l'organizzazione fu presa con gran difficoltà e rammarico da molti suoi militanti.

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LA BANDIERA

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CHI SONO I PARTIGIANI? Un partigiano è un combattente armato che non appartiene ad un esercito

regolare ma ad un movimento di resistenza e che solitamente si organizza in bande o gruppi, per fronteggiare uno o più eserciti regolari, ingaggiando una guerra asimmetrica,cioè una guerra dove un esercito è svantaggiato rispetto all’ altro.

Letteralmente significa "di parte", ovvero persona schierata con una delle parti in causa. In Italia, con il termine "partigiano" ci si riferisce ai protagonisti del fenomeno della Resistenza sviluppatasi nei paesi occupati dalle truppe del patto tripartito durante la Seconda guerra mondiale.

Per "lotta partigiana" si intende una guerra di difesa di natura civile contro un'occupazione militare, la conquista o la colonizzazione di un territorio. Tale forma di conflitto è considerata lecita anche dalla XX Assemblea Generale dell'ONU (1965) che dichiara "la legittimità della lotta da parte dei popoli sotto oppressione coloniale, per esercitare il loro diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza", invitando "tutti gli Stati a fornire assistenza morale e materiale ai movimenti di liberazione nazionale nei territori coloniali".

Ciò che contraddistingue il partigiano dal soldato, è l’impegno politico e la sua natura territoriale, legata alla difesa del proprio Paese.

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ORGANIZZAZIONE I partigiani erano organizzati nelle cosi dette brigate partigiane, sia le formazioni

armate, formate da volontari , che quelle organizzate dagli ex soldati nei territori di occupazione italiana. Queste formazioni operarono nel periodo compreso tra l'8 settembre 1943 e la fine della guerra, avvenuta nei primi giorni di maggio del 1945. Le prime formazioni si formarono, basandosi sulle forze politiche nazionali fino alla fine della guerra. Una tappa significativa fu il 9 giugno 1944, quando nacque il “Comando generale del Corpo Volontari della Libertà” con sede a Milano dove c'erano i vertici delle principali organizzazioni partigiane.

Nel corso della lotta di Resistenza le formazioni si aggregarono e si suddivisero, secondo le situazioni presenti nelle varie “aree operative”, con criteri e dimensioni diverse. Per esempio alcune formazioni "d'assalto garibaldine" avevano una struttura piramidale:

• la Squadra, formata da dieci-venti uomini, era l'unità minore• tre Squadre formavano una Compagnia o Distaccamento;• tre Compagnie un Battaglione;• tre Battaglioni una Brigata;• tre Brigate una Divisione.

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Compagnia di partigiani

Squadra partigiana

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L’ORIGINE DELLE BRIGATE L'origine delle formazioni partigiane ebbe due percorsi, intrecciati tra loro: uno

politico antifascista e uno militare. All'inizio esistevano solo delle bande di partigiani, queste erano formate prevalentemente da militari rimasti disoccupati dallo scioglimento delle Regie Forze Armate, avvenuto l'8 settembre 1943. Agli ex-militari si affiancarono gli antifascisti, gli esiliati e gli espatriati all'estero.

L'origine politica delle formazioni avvenne quando, nell'autunno del 1943 la Direzione del Partito Comunista Italiano fece instaurare delle unità strutturate; nacquero così i "battaglioni Garibaldi". Questi erano pensati come brigate d'assalto perché i gruppi che si stavano formando dovevano essere immediatamente operativi. Secondo i comunisti la struttura a Brigata sottintendeva un organizzazione di tipo militare tradizionale che prevedeva una stretta gerarchia: Comando generale, Divisione, Brigata, Battaglione, Compagnia, Squadra, Gruppo di azione. La novità fu la decisione di prevedere la presenza di un “commissario politico”. Tutto questo si realizzò nel 1944, quando anche gli altri partiti accettarono il nuovo modello organizzativo.

Per quanto riguarda invece le Brigate di origine esclusivamente militare, fu un fenomeno che interessò in modo particolare le formazioni all'estero, fu determinante la decisione degli ufficiali, di non spaventarsi di fronte all'umiliazione di essere fatti prigionieri dagli ex-alleati nazisti.

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LE PRINCIPALI BATTAGLIE

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LE BATTAGLIE DEL MORTIROLO Le Battaglie del Mortirolo furono due battaglie combattute nel 1945 a

Monno, nell'Alta Vallecamonica, tra i partigiani delle Fiamme Verdi e i soldati della Repubblica Sociale Italiana, vedendo la vittoria dei primi.

La Prima battaglia del Mortirolo, combattuta dal 22 al 27 febbraio del 1945, fu la più modesta e terminò con esiti negativi per le forze di Salò.

La Seconda battaglia del Mortirolo vide invece gli schieramenti fronteggiarsi, dal 9 aprile al 2 maggio del 1945, ultimo giorno della guerra. È considerata da molti storici come la più grande battaglia campale sostenuta dalla Resistenza in Italia.

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LA BATTAGLIA DI PORTA LAME La battaglia di Porta Lame costituisce un episodio significativo nell'ambito della

Resistenza italiana ed è una delle battaglie più importanti che hanno avuto luogo in un centro urbano d’ Italia in quel periodo. Venne combattuta il 7 novembre 1944 nei pressi di Porta Lame a Bologna e vide impegnati da una parte persone provenienti dai distaccamenti della 7ª GAP (Gruppi di Azione Patriottica) e dall'altra forze della Repubblica Sociale Italiana e tedesche. Nonostante la superiorità di queste ultime, i partigiani riuscirono a sfuggire al progressivo accerchiamento delle proprie postazioni provocando poi numerose perdite tra le file nemiche.

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LA BATTAGLIA DI VALIBONA Valibona è una piccola borgata del comune di Calenzano, posta alle pendici del

Monte Maggiore. Ancora oggi è raggiungibile solo attraverso sentieri non asfaltati e piuttosto disagevoli e le sue case sono state abbandonate fin dal secondo dopoguerra.

La località è nota per la battaglia di Valibona del 3 gennaio 1944, primo esempio di Resistenza militare in Toscana, combattuta tra una formazione partigiana ("Lupi neri") ed i fascisti repubblicani di Prato, contingenti della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti, le camicie nere ed i carabinieri dei Comuni limitrofi.

La Formazione d'Assalto Garibaldi "Lupi Neri" era una delle prime formazioni partigiane organizzate dal Partito comunista nella provincia di Firenze, con base a Monte Morello fin dalle prime settimane del settembre 1943. Comandata da Lanciotto Ballerini e dal commissario politico Ferdinando Puzzoli, era composta da 17 uomini.