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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 1 PROGRAMMA OPERATIVO INTEGRATO CAMPANIA – BASILICATA IN SERBIA Progetto 4 Costruzione di reti relazionali per lo sviluppo integrato territoriale in aree ad economia prevalentemente agricola e rurale I Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche. Realizzato a cura di Gabriele Di Stefano rete dei Sistemi Locali di Sviluppo Territoriale della Campania

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 1

PROGRAMMA OPERATIVO INTEGRATO

CAMPANIA – BASILICATA IN SERBIA

Progetto 4 Costruzione di reti relazionali per lo sviluppo integrato territoriale

in aree ad economia prevalentemente agricola e rurale

I

Obiettivi, metodologia, animazione territoriale,

linee strategiche. Realizzato a cura di Gabriele Di Stefano

rete dei Sistemi Locali di Sviluppo Territoriale della Campania

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Indice

1. Verso il Partenariato Transnazionale.

1.1. La strategia. 3 1.2. La metodologia. 6

2. L’animazione territoriale.

2.1. Gli elementi di primo approccio. 16 2.2. La ricerca – azione in Serbia. 18

3. Le linee strategiche.

3.1. La competitività territoriale. 32 3.2. Il quadro bisogni - risorse. 34 3.3. L’orientamento strategico. 45

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1. Verso il Partenariato Transnazionale. 1.1. La strategia. 1.1.1 Il POI “Campania – Basilicata in Serbia”.

Premesse di carattere istituzionale

L’azione per costituire un “Partenariato con la Repubblica Serba per lo sviluppo del sistema agroindustriale, la costruzione di reti relazionali per lo sviluppo integrato territoriale in aree ad economia prevalentemente agricola e rurale, la cooperazione nel campo delle politiche sociali” costituisce il contenuto di un Programma Operativo Integrato (POI) pluriregionale attivato ai sensi della L. 84/01 della Repubblica Italiana. Regione capofila del POI è la Campania, che individua il proprio partner istituzionale nella Regione Basilicata.

Mediante il POI, la Campania intende dare un seguito sistematico agli specifici programmi di partenariato già avviati nella Repubblica Serba, coinvolgendo pienamente la Regione Basilicata nella impostazione e realizzazione di una parte significativa del Programma. L’azione intende contribuire al processo di ricostruzione e di stabilizzazione della economia serba, con particolare attenzione allo sviluppo del sistema agroindustriale, coerentemente al quadro di riforme in atto nella Repubblica Serba. Il Programma parte da intese delineate nel 2002 con le Autorità serbe e con l’UNOPS, che hanno già portato alla sua definizione e formulazione integrata, nonché all’adozione di concrete misure attuative. Oltre a Progetti specifici in ambito agricolo (Progetti 1, 2, 3 del POI), relativi alla ricerca applicata, alla formazione e all’assistenza per lo sviluppo del cooperativismo (relativi ai contenuti di un partenariato istituzionale già costituito tra la Campania e il Ministero serbo dell’Agricoltura), e all’intervento in campo sociale (Progetto 5) che si innesta nell’ambito della cooperazione con il Ministero del Welfare serbo mediante scambi di formazione, informazione, tecniche di monitoraggio e valutazione, il Programma prevede l’articolazione del presente Progetto (Progetto 4), dedicato alla regione serba della Bačka Meridionale, a vocazione agricola, onde promuoverne lo sviluppo integrato. In quest’ultima linea di intervento, il ruolo propulsivo è stato affidato alla Rete Sistemi Locali di Sviluppo Territoriale (Rete SLST) della Campania, associazione promossa dai due PTO realizzati in Campania nell’ambito del POM Sviluppo locale - Patti territoriali per l’Occupazione (ob.1 Italia, QCS 1994-99), e che raccoglie parte dei soggetti operanti nel territorio campano per la gestione di esperienze di programmazione negoziata (patti territoriali, etc.). La partecipazione al Progetto (e quindi alla costituzione di un Partenariato Transnazionale e alla conduzione di iniziative pilota, come descritto di seguito) da parte dei Partenariati locali italiani sarà definita mediante procedure di evidenza pubblica, cui concorreranno, con modalità da stabilirsi, quegli enti campani e lucani (in percentuale da definirsi), anche consortili, di natura privatistica, già attivi nell’ambito dello sviluppo territoriale locale e rappresentativi di Capitali Sociali Territoriali.

Il nucleo di aggregazione del partenariato serbo

Nella Bačka Meridionale, in seguito all’articolazione del Programma “Città - Città” dell’UNDP/UNOPS (cfr. II.1) è stato già avviato un percorso di sviluppo dal basso fondato sulla valorizzazione delle risorse endogene e su processi partecipativi e concertativi. La regione dispone di una LEDA, “Alma Mons” (cfr. II.2), creata nell’ambito del Programma con il contributo della CE, appartenente alla rete ILS LEDA (rete gestita dall’Ufficio UNDP/UNOPS/EDINFODEC di Roma). Alma Mons ha aderito al POI, e costituisce un supporto forte per la costruzione del Partenariato Transnazionale, in quanto potenziale nucleo di aggregazione del Partenariato locale serbo.

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1.1.2 Gli obiettivi del Progetto.

Le reti relazionali funzionali

L’obiettivo generale del Progetto 4 del POI Campania – Basilicata in Serbia consiste nel • favorire la costruzione di reti relazionali complesse tra il Sistema Locale Serbo della Bačka Meridionale

e i Sistemi Territoriali delle Regioni Campania e Basilicata, al fine di sperimentare azioni locali di sviluppo e di rafforzare i processi di governance territoriale.

Le linee progettuali prevedono che tale obiettivo si consegua mediante: • la costruzione di un partenariato tra il distretto serbo della Bačka Meridionale e alcuni tra i Sistemi

Territoriali a dominante rurale della Campania e della Basilicata (Partenariato Transnazionale) contraddistinti da vocazioni e problematiche comuni, al fine di contribuire allo sviluppo dei sistemi produttivi locali di entrambi i territori;

• la sperimentazione, nel distretto oggetto di intervento, delle metodologie di concertazione, partenariato, animazione territoriale collaudate in Campania e Basilicata;

• il supporto alle Istituzioni locali nella definizione di una strategia di sviluppo locale integrata e nella sperimentazione di iniziative pilota di sviluppo rurale.

La governance: il partenariato territoriale

Il partenariato territoriale consiste nell’interazione consapevole tra le reti relazionali (il “Capitale Sociale Territoriale”, CST) costituite dagli attori locali di varia natura (istituzionale, produttiva, tecnico – scientifica, sociale, culturale) sensibili alle esigenze di sviluppo del proprio territorio. La principale funzione del partenariato consiste nell’esercizio della governance, cioè della determinazione strategica e della formazione delle decisioni nella gestione di un territorio in direzione del suo sviluppo: il partenariato è, così, il “luogo” della collaborazione e del confronto, a fini strategici e decisionali, tra attori locali di diversa natura. In esso si individuano, si determinano e si innescano dinamiche complesse di sviluppo territoriale partecipato, tendenti ad obiettivi condivisi; in esso si dà voce alla domanda di sviluppo di un territorio grazie all’azione unitaria di soggetti diversi per perseguire obiettivi comuni. Nella propria costituzione pratica il partenariato include le istituzioni locali (le Municipalità), le rappresentanze del sistema produttivo locale, il sistema di rappresentanze sociali, il sistema culturale e associativo, nonché qualunque attore – nessuna tipologia è esclusa - in grado di rappresentare interessi, bisogni e tipicità del luogo. La corretta costituzione del partenariato è la condizione principale da soddisfare, tra le condizioni necessarie di efficacia, per un’azione locale di sviluppo, in quanto • ne definisce la qualità del “soggetto” strategico attivo, • ne determina lo stato di condivisione, • ne permette la sistematicità, la permanenza e la continuità.

L’esigenza di government

Le strategie di sviluppo individuate e decise in sede di partenariato richiedono di divenire programma, progettualità e, conseguentemente, azione. L’esperienza mostra che se la responsabilità dell’attuazione degli interventi viene affidata ad un ente strutturalmente idoneo, prossimo al territorio, e partecipato dalle istituzioni e dalle rappresentanze partenariali insistenti nelle comunità amministrate, ciò si rivela determinante in direzione dell’ottimizzazione dell’azione, cioè del “miglior soddisfacimento” degli obiettivi a parità di risorse impiegate per conseguirli. Questo ente è il Soggetto Responsabile dell’attuazione (ente di government, “braccio” tecnico-operativo del partenariato), e per soddisfare l’esigenza di ottimizzazione deve essere in grado sia di fornire alla governance i dati reali caratterizzanti lo stato del territorio, su cui poter definire strategie possibili, sia di dare attuazione alle strategie definite.

L’ente di government, cioè, deve essere in grado di: • analizzare il territorio in relazione alle risorse e ai bisogni di natura socioeconomica e relazionale,

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• individuare, in un’ottica sistemica, e quindi integrata ed intersettoriale, gli scenari di sviluppo possibili, cioè quelli attuabili in funzione della progressiva evoluzione dello stato territoriale,

• integrare la domanda locale di sviluppo con la programmazione sovralocale, • definire l’impiego integrato di risorse locali e sovralocali, pubbliche e private, finanziarie o “in natura”,

tenendo conto delle procedure di fruizione ed utilizzo dei diversi strumenti finanziari • adeguare l’azione alle normative locali, nazionali e internazionali. e, quindi, deve operare come Agency, ovvero come Agenzia di Servizi Evoluti per il territorio di intervento.

L’Agenzia qui definita deve operare, inoltre, in direzione della rimozione di tutti gli ostacoli, pubblici o privati, allo sviluppo. Essa deve essere in grado di proporsi al sistema pubblico come ente di supporto ed accompagnamento per l’implementazione di tutti i fattori che possono contribuire all’aumento della “produttività pubblica” (snellimento burocratico, aggiornamento, specializzazione e riqualificazione dei dipendenti pubblici, introduzione di innovazioni di processo e di prodotto, ideazione di nuovi servizi per il cittadino e il sistema produttivo, etc.).

La dinamica governance - government

La dinamica governance – government, cioè l’interazione continua tra fase strategica e fase di attuazione affidata a soggetti propri del territorio, si rivela efficace nei processi di sviluppo legati al decentramento ed ispirati al principio di sussidiarietà, cioè al progressivo trasferimento della gestione del territorio in direzione di chi lo costituisce e ne è il legittimo “proprietario”, cioè del cittadino. L’esigenza di governance e di government ad una dimensione più prossima al territorio si manifesta in molte nazioni. Da essa hanno tratto origine le Comarche in Spagna, i Pais in Francia, le LEDA (cfr. II.1.3) nei Paesi del mondo teatro d’azione dell’ONU. E’, del resto, difficile individuare azioni di sviluppo efficaci, stabili e durevoli che non abbiano coinvolto consapevolmente i destinatari (gli “attori”) in una forma organizzata e consapevole e con un ruolo protagonista (caratteristiche, queste, del partenariato), sia in termini strategici che operativi, e che non abbiano avuto attuatori connessi al territorio. In questo senso, viene ipotizzato da più parti l’impiego di azioni di sviluppo “bottom up” quali possibili alternative a quelle “top down” in un momento, quale quello presente, di evidente crisi occidentale dei settori produttivi.

Obiettivo: il Partenariato Transnazionale e il suo government

L’interdipendenza “locale” tra le istituzioni, l’economia, la cultura e i fattori sociali relativi ad un territorio tende a instaurarsi, oggi, mediante i canali della globalizzazione, anche tra territori diversi, non necessariamente “vicini”. E’, così, possibile e frequente individuare Capitali Sociali connettenti più Sistemi Territoriali tra loro non contigui. Analogamente, è possibile e auspicabile costruire reti relazionali “lunghe”, cioè costituire Capitali Relazionali tra Sistemi Territoriali di nazioni diverse e renderli consapevoli ed organizzati in funzione di obiettivi condivisi di cooperazione. Considerato nella propria specificità, è di questo tipo il partenariato che si intende costituire tra gli attori della Bačka Meridionale e quelli di alcuni sistemi rurali della Campania e della Basilicata, da individuare nel corso dell’attività progettuale. Un partenariato, quindi, da istituirsi operando un’estensione “logica” del concetto di partenariato territoriale ad aree geografiche non contigue: un Partenariato Transnazionale. Nel corso del progetto si dovrà, inoltre, definire una organizzazione di government a supporto del partenariato transnazionale che, costituendone il braccio operativo, sia in grado di attuare in maniera partecipata quanto il partenariato sarà in grado di esprimere in termini strategici, a partire da una necessaria progettazione pilota. 1.1.3 I primi impegni.

La sperimentazione delle “buone pratiche”

Il Progetto persegue anche un intento metodologico, consistente nell’applicazione opportuna e nella sperimentazione delle “buone pratiche” ricavate dall’ormai lunga esperienza italiana nella realizzazione di azioni locali per lo sviluppo, e nella costituzione dei relativi partenariati.

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Le iniziative pilota

Le linee progettuali (cui si rimanda) prevedono, inoltre, che, una volta costituitosi, il Partenariato Transnazionale elabori delle prime iniziative operative dette “iniziative pilota”. Questo, naturalmente, allo scopo di • verificare sé stesso in termini di “qualità” (coesione, e capacità ed efficacia operativa), • sottoporsi ad un test case che permetta di individuare eventuali “malfunzionamenti” e risolvervi

mediante feedback, • costituire un “punto iniziale” (start up) per un’attività di cooperazione permanente. Tali iniziative dovranno naturalmente avere la forma di uno o più “progetti”, intesi, in questo caso, in armonia con il principio di cooperazione definito più avanti, in quanto azioni ideate, stabilite e condotte congiuntamente allo scopo di impiegare risorse di natura analoga, armonica o sinergica detenute dai rispettivi Sistemi Locali per soddisfare bisogni di natura comune o a vario titolo tra loro omologhi, connessi o coerenti, caratterizzanti i rispettivi territori.

1.2 La metodologia. 1.2.1 Le condizioni al contorno.

I principi

L’intento di sperimentare le buone pratiche nell’azione locale di sviluppo, si traduce, anzitutto, nell’esigenza di soddisfare dei principi, delle “condizioni al contorno” per il “problema” sviluppo, estrapolate dall’esperienza stessa. Tali principi riguardano sia la costituzione di un partenariato, sia l’articolazione della sua azione. La validità di questi principi, dimostrata in sede locale, è intuitivamente ipotizzabile anche nella costituzione e nell’attività di un Partenariato Transnazionale. Questi principi, pertanto, andranno applicati • nella definizione consapevole dei Partenariati locali (quello serbo e quelli italiani), • nella costituzione del Partenariato Transnazionale, • nell’attività del Partenariato Transnazionale. 1.2.2 Le caratteristiche del partenariato.

I principi fondamentali per il partenariato

Il rispetto dei principi seguenti, nella istituzione e nell’attività di un partenariato, costituisce una condizione necessaria di qualità del partenariato stesso.

Rappresentatività: la qualità di un partenariato è direttamente proporzionale alla sua capacità di rappresentare, in termini quantitativi e qualitativi, il proprio territorio di riferimento; i partners provengono da più ambiti e settori del contesto locale (pluriattorialità e multisettorialità), e detengono e rendono disponibili punti di vista, risorse e competenze di diversa e molteplice natura.

Integrazione: la diversità e la molteplicità dei partners costituiscono la principale ricchezza del partenariato nel momento in cui queste vengono considerate nelle loro possibilità di creare sintesi e sinergia, e vengono impiegate funzionalmente agli obiettivi in maniera integrata.

Uguaglianza: i partners godono di pari dignità, si assumono pari responsabilità e sono reciprocamente indipendenti.

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Partecipazione: il partenariato deve essere democratico, cioè aperto alla partecipazione attiva di tutti gli attori interessati dall’azione.

Permanenza: il partenariato rende visibile ed efficace la volontà di costituire relazioni permanenti, la sua esistenza non è legata ad uno o più specifici progetti, la sua crescita dura nel tempo, e si alimenta grazie ad un’interazione di cui la produzione progettuale è immagine di vitalità.

1.2.3 Le caratteristiche dell’azione.

L’approccio sistemico

Nell’approccio al proprio territorio di riferimento, il partenariato deve tener conto del fatto che questo costituisce un sistema, cioè un insieme di elementi complessi (a loro volta “sistemi” anch’essi) interagenti in base a dinamiche di natura e caratteristiche proprie e complesse. L’interazione più evidente attiva nel sistema “territorio” è quella tra i suoi “macrofattori” di natura istituzionale, economica, sociale, culturale ed ambientale. Come ogni sistema, il territorio risponde a perturbazioni, sollecitazioni ed interventi (inputs) con reazioni e modificazioni (outputs), può presentare delle instabilità, è in continua evoluzione (instazionarietà, dipendenza dal tempo), etc. Nell’articolazione della propria azione, allora, il partenariato deve tenere conto • dell’esigenza di individuare le dinamiche attive nel proprio territorio di riferimento, con l’intento di

amplificare quelle “positive” e smorzare quelle “negative”, • della possibilità di individuare ed innescare eventuali “nuove” dinamiche desiderabili, • della necessità di

- prevedere e valutare preventivamente gli effetti della propria azione sul sistema, - garantirsi la possibilità di controllarli.

Le Aree Tematiche Convenzionali

I principi fondamentali fin qui enunciati sono comuni a partenariati locali e sovralocali. L’estensione dei principi a questi ultimi, e a maggior ragione a quelli transnazionali, implica che le reti tra Sistemi Territoriali di cooperazione per lo sviluppo, per risultare efficaci ed efficienti, devono necessariamente sottendere relazioni tra gli ambiti istituzionali, economici, culturali e sociali dei rispettivi Sistemi. Ciò consegue sia dalla necessità dell’approccio sistemico ai territori, sia dalla complessità del concetto di “sviluppo” (che verrà sottolineata più avanti). E’ immediato comprendere che i Partenariati Transnazionali per lo sviluppo debbano svolgere un insieme di funzioni più complesso rispetto, ad esempio, al Networking (stipula di accordi quadro per la pervietà delle reciproche relazioni) o agli accordi di Capacity Building (valorizzazione reciproca delle risorse umane mediante trasferimento e produzione di know how). La costituzione di un Partenariato Transnazionale efficace può realizzarsi mediante l’intreccio relazionale tra aree omologhe dei singoli Sistemi Territoriali. In tal senso, il Ministero degli Affari Esteri italiano propone che tali relazioni si instaurino secondo le Aree Tematiche Convenzionali seguenti.

Area Amministrativa – Istituzionale: sottende la cooperazione finalizzata al miglioramento delle relazioni tra gli ambiti istituzionali ed amministrativi dei rispettivi Sistemi Territoriali, ed ha lo scopo di rendere armonica e convergente l’azione pubblica onde garantire il miglior contesto e supporto possibile all’azione locale di sviluppo.

Area Economica: è l’ambito relazionale della promozione degli scambi, degli investimenti e della qualità delle sinergie economiche tra Sistemi, finalizzata al sostegno alle imprese e al miglioramento delle loro prestazioni, alla collaborazione tra gli attori di diversi Sistemi e al potenziamento infrastrutturale.

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Area Culturale: sottende le relazioni per la comunicazione e la comprensione delle reciproche identità, e per lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane.

Area Sociale: sottende le relazioni mirate agli scambi e all’evoluzione delle reciproche conoscenze e soluzioni teoriche e pratiche in relazione agli aspetti sociali della qualità della vita nei territori.

Le condizioni operative

Le seguenti costituiscono condizioni necessarie di qualità per l’azione dei partenariati, sia locali che sovralocali.

Cooperazione: i partners devono “lavorare insieme” per il conseguimento di obiettivi condivisi e di vantaggio comune o reciproco.

Innovazione: nella propria attività il partenariato deve tendere all’individuazione, sperimentazione e promozione di politiche di sviluppo condivise innovative rispetto alle esigenze poste dai contesti territoriali.

Rafforzamento e titolarità: il partenariato deve evolvere continuamente nell’acquisizione di nuove conoscenze e competenze (empowerment) e nella titolarità ad agire (ownwership), quindi nella propria rappresentatività e capacità di gestione e governo dei processi di sviluppo.

Lo sviluppo, la sostenibilità e la competitività territoriale

Il concetto di “sviluppo” non gode di condivisione universale. In alcuni ambiti culturali, addirittura, esso riveste connotazioni negative, in quanto identificato con quell’insieme di processi indotti “dall’esterno” in un territorio, con tecniche più o meno subliminali, e il cui effetto si è rivelato il “peggioramento” del territorio stesso. E’ innegabile, infatti, che l’imposizione di modelli di crescita esterni si è spesso rivelata come operazione vantaggiosa solo per quei “poteri forti” che l’hanno attuata, e ha causato la banalizzazione dei territori oggetto, invasi, depredati dei propri saperi, delle proprie risorse e quindi della propria identità. E questo in cambio di “ricchezza” effimera, di breve durata. Per scongiurare questi effetti decisamente indesiderati, e in armonia con l’approccio sistemico, piuttosto che tendere alla mera “crescita”, le azioni di sviluppo sono quelle rivolte ad indurre l’incremento diffuso (verso tutti), generalizzato (in tutti gli aspetti) e continuo (nel tempo) della qualità della vita caratterizzante un territorio. E’ evidente che tale definizione implichi che lo sviluppo comprende la crescita dei parametri economici convenzionali, ma non si esaurisce in essa. E’ una definizione “contaminata” dal concetto di sostenibilità: una azione è sostenibile se, nel suo articolarsi, impiega risorse senza logorarne la qualità intrinseca o logorare la qualità intrinseca di altre risorse non attivamente impiegate nell’azione. Mutuando quanto è relativo al concetto di qualità totale, è evidente che l’incremento di qualità della vita in un territorio è causa necessaria dell’incremento di qualità di quanto il territorio stesso esprime e produce, sia in termini materiali che immateriali. Attivare processi di sviluppo nel senso qui inteso, implica, pertanto, incrementare la capacità del territorio di competere, sia sul piano politico che su quello economico (e quindi produttivo, finanziario e commerciale), nelle “reti lunghe” determinate dallo scenario della mondializzazione, e veicolare efficacemente quanto è “locale” nello scenario mondiale. In sintesi, si può concludere che l’adozione, per un territorio, del concetto di sviluppo qui definito, è condizione necessaria per l’incremento di competitività territoriale. 1.2.4 Gli strumenti.

La dotazione tattica

Le buone pratiche nell’azione locale di sviluppo forniscono anche una dotazione operativa, strumentale, in grado di permettere il soddisfacimento delle condizioni al contorno individuate.

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Essi consistono sostanzialmente • nella modalità di conseguimento, in seno al partenariato, di “punti di vista” (e quindi opinioni, obiettivi,

decisioni, etc.) condivisi, costituita dalla concertazione, • nella modalità di intervento sul sistema territorio, • in un ciclo operativo che permette al partenariato di operare la propria azione in maniera ottimizzata. 1.2.5 La concertazione.

Il “pensiero” del partenariato.

L’interazione tra i soggetti costituenti il partenariato avviene mediante lo strumento della concertazione. Se paragoniamo l’azione locale di sviluppo ad una persona, la concertazione coincide con l’atto del “pensare” e, conseguentemente, determinare il senso e l’articolarsi dell’azione conseguente. Un processo di determinazione strategica e decisionale è concertativo se in esso si dà uguale possibilità di emergere all’intelligenza e alla creatività dei singoli soggetti, a prescindere dal loro status sociale e dal loro potere contrattuale, affinché le soluzioni individuate per i problemi che impediscono l’evoluzione della società e dell’economia locale, in quanto condivise, siano le migliori possibili. La concertazione è un metodo tuttora all’avanguardia per trattare i conflitti e per armonizzare gli interessi dei soggetti forti e dei soggetti deboli che vivono nello stesso territorio ed in esso devono cooperare. L’impiego della concertazione nell’interazione partenariale è una condizione necessaria per fare sviluppo inclusivo.

La concertazione di qualità

L’efficacia, la vitalità e la forza propulsiva di un programma di sviluppo territoriale dipendono dalla qualità della concertazione. Questo perché quanto più è alto il grado di partecipazione degli attori alla formazione delle scelte, tanto più rapida ed efficace sarà la fase di attuazione del programma definito. La concertazione di qualità • si articola in partenariati largamente rappresentativi, • non scade in processi collusivi, • va oltre la mediazione degli interessi, tendendo a fare sintesi e condensazione delle energie locali,

ricercando obiettivi largamente condivisi, • produce ed accresce il Capitale Sociale Territoriale, che è il bene immateriale costituito dalle reti

relazionali locali indispensabile alle economie dei luoghi per competere negli scenari della globalizzazione,

• favorisce la sostenibilità degli interventi dal punto di vista ambientale, amministrativo e socio - economico.

1.2.6 La modalità di intervento.

Il territorio come risorsa

Il territorio è la risorsa fondamentale su cui può e deve contare l’intervento. Esso, in quanto “sistema”, è una “risorsa complessa”, formata da beni materiali e immateriali (naturali, culturali, umani, infrastrutturali, produttivi, relazionali etc.). L’efficacia dell’azione di sviluppo, e quindi di indurre crescente capacità competitiva nel territorio stesso, dipende dall’armonia della combinazione di tali risorse

Le policy da integrare

Il territorio è un sistema “a quattro gradi di libertà”; si può agire su esso mediante azioni sui suoi “sistemi componenti”: • amministrativo – istituzionale, • produttivo, • spaziale – ambientale, • sociale.

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Questo implica che un’azione locale di sviluppo, per risultare integrata e sostenibile, debba trarre le proprie ragioni da policy di • innovazione e decentramento amministrativo, • programmazione dello sviluppo endogeno, • pianificazione urbanistico – ambientale, • inclusione sociale, elaborate dalla governance in maniera opportuna, e cioè • intrinsecamente ed originariamente integrate, • aderenti alla realtà del territorio, e vada realizzata dal government mediante l’elaborazione, l’attuazione ed il controllo di una progettualità finalizzata al soddisfacimento delle esigenze di integrazione.

Verso la pianificazione strategica

La pianificazione strategica è, in generale, una metodologia per programmare lo sviluppo di un territorio nel suo complesso. Non esiste una definizione particolareggiata condivisa di questa metodologia, e la sua articolazione è a tutt’oggi oggetto di ricerca e sperimentazione. Concettualmente è intesa in quanto processo finalizzato alla produzione di decisioni ed azioni di sistema tali da determinare un quadro operativo cui possano essere ricondotti diversi approcci, strumenti e tecniche specifiche, in modo che questi, piuttosto che determinare un “ingorgo” operativo, contribuiscano a costituire soluzioni idonee ed efficaci alle esigenze del contesto territoriale. La pianificazione strategica potrà rivelarsi una modalità operativa efficace, soprattutto in territori già gravati da un “eccesso” di azioni per lo sviluppo poste in essere in maniera decontestualizzata e non integrata, qualora approfondisca le modalità • di approccio sistemico al territorio, • di integrazione delle quattro policy fondamentali, e, pertanto, non degeneri in mero “strumento” e conservi i suoi caratteri di “processo evolutivo”. 1.2.7 Il ciclo operativo.

Il ciclo dello sviluppo locale

Il ciclo operativo da impiegare per porre in essere un’azione locale per lo sviluppo ottimizzata è costituito dalla successione iterativa delle fasi di animazione, programmazione, progettazione ed attuazione e caratterizzato da una fase permanente di controllo.

Animazione territoriale

Si articola in base alle seguenti attività, interagenti tra loro. • analisi territoriale, diretta a tutti i sistemi costituenti il territorio. In questa fase si effettua la cosiddetta

lettura del territorio, cioè la ricerca su valori materiali e immateriali tipici e distintivi del territorio di intervento, sui bisogni, risorse e potenzialità locali.

• valorizzazione del Capitale Sociale Territoriale costituito da tutti gli attori locali pubblici o privati, operanti a scopo di produzione di reddito o no profit, professionali o volontari, a vario titolo agenti nel territorio. Questa è l’azione in cui si costituisce il partenariato territoriale, mediante l’individuazione degli attori locali e il loro coinvolgimento.

• definizione dello “scenario di sviluppo possibile”, inteso come “domanda” di sviluppo espressa dal territorio in forma organizzata. In questa azione vengono sintetizzate le conoscenze acquisite dall’animazione e dall’approccio alle risorse relazionali, onde - definire lo stato del territorio e individuarne le dinamiche attive, virtuose o indesiderate (analisi

SWOT) e le loro interazioni con dinamiche esterne; - individuare le possibili integrazioni tra vocazioni locali di sviluppo, risorse e bisogni.

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Programmazione

La conoscenza dello stato e delle potenzialità territoriali acquisita in fase di animazione deve divenire “programma”, cioè insieme integrato delle linee di intervento considerate più idonee e funzionali al raggiungimento di obiettivi identificati e condivisi. Un programma, pertanto, • indica le più opportune strategie di integrazione tra le principali policy e tra queste e le programmazioni

sovralocali che interessano il territorio, • verifica preliminarmente la congruità tra lo scenario di sviluppo ipotizzato, le programmazioni

sovralocali e le risorse finanziarie, pubbliche e private, realisticamente attivabili, • verifica preliminarmente sostenibilità (ambientale, sociale, finanziaria, procedurale) delle azioni da

realizzare, • effettua una valutazione preventiva dei risultati attesi.

Progettazione

Questa fase consiste nella traduzione del programma in specifiche azioni progettuali • valutabili ex ante, cioè la cui articolazione sia sostenibile e i cui risultati siano misurabili, • compatibili con gli strumenti di sostegno finanziario disponibili e le loro procedure di spesa, • raccordabili con la programmazione sovralocale. In essa, inoltre, si individuano i possibili dispositivi di “Ingegneria finanziaria”, in termini di raccordi tra risorse pubbliche rese disponibili dalle policy locali e sovralocali, pubbliche e private (ad es. project financing).

Attuazione

E’ la fase di realizzazione della progettazione, cioè dell’articolazione degli interventi e delle iniziative definite nella precedente fase. Derivando da un programma unitario, i singoli progetti risultano logicamente e operativamente connessi tra loro, per cui, in questa fase, si dovrà porre cura particolare • nell’attuazione integrata di singoli progetti, • nel rispetto delle previsioni temporali, • nell’uso integrato delle risorse progettuali, • nell’implementazione di sistemi gestionali di progetto.

Controllo

La fase di controllo è permanente e continua, e consiste nel • monitoraggio dell’articolazione, • nella valutazione dei “prodotti”, delle altre quattro fasi, allo scopo di intervenire su di esse “in tempo reale”, qualora si discostino significativamente dai parametri per esse previsti e desiderati (feedback).

Ogni fase ha i propri parametri caratteristici di controllo i quali, a titolo di esempio, devono riguardare: • la coerenza tra risorse, potenzialità, obiettivi, risultati e modalità operative adottate per perseguirli, • la convergenza tra la programmazione locale e la programmazione dei livelli istituzionali sovralocali, • lo stato di avanzamento fisico, finanziario e procedurale dei singoli progetti e del programma, • il raggiungimento dei risultati diretti e indiretti in termini di efficacia ed efficienza, • il sincronismo e l’integrazione delle azioni progettuali.

La fase di controllo fornisce elementi e dati di accompagnamento, cioè conoscenze utili • alla migliore contestualizzazione degli interventi nel corso del loro svolgimento, • ad un eventuale ri-orientamento di programmi, strategie di intervento e di progetti, qualora nuovi eventi

e/o una migliore conoscenza dei fenomeni lo richiedano.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 12

Questa fase, anch’essa esercitata con modalità partecipative e concertative, assume la rilevanza di misuratore di efficacia, sia per i soggetti responsabili della Programmazione (governance), sia per i soggetti responsabili dell’Attuazione (government) e, conseguentemente, consente la valutazione della qualità dell’azione.

Animazione

Programmazione

Controllo

Progettazione

Attuazione

1.2.8 La ricerca - azione.

Il feedback e i SIT

Lo schema riportato indica che le fasi del ciclo si susseguono serialmente, una dopo l’altra, ma che esiste anche un “canale laterale” (di controllo) lungo il quale le informazioni • “risalgono” il flusso per attivare eventuali “correzioni” in fasi logicamente e cronologicamente

precedenti (feedback), secondo quanto rilevato, controllato e disposto dalla fase di Controllo, • vanno ad aggiornare, in base alle modificazioni introdotte dalle altre fasi, la conoscenza dello stato

territoriale, la cui definizione attuale è “detenuta” dalla fase di Animazione. In questo senso, uno strumento particolarmente efficace a supporto dell’Animazione, in grado di • conservare e mostrare lo “stato attuale” del territorio, • elaborare proiezioni e scenari possibili o futuri, è costituito dal Sistema Informativo Territoriale (SIT), uno strumento complesso, in cui analisti territoriali “di sistema” interagiscono con specialisti delle più varie discipline in una ricerca continua dedicata al territorio di interesse. In questa attività essi possono avvalersi del supporto di dispositivi informatici quali il GIS (Georeferenced Informative System) e le sue “applicazioni”, basate su modelli ed algoritmi opportuni. Sia che ci si serva delle più avanzate metodologie e tecnologie, sia che si operi in termini “tradizionali”, è evidente che la creazione e l’aggiornamento continuo della conoscenza dello stato territoriale necessitino di un flusso di informazioni continuo, di natura “particolare”, dal territorio. Questo perché, in quanto “sistema instazionario”, cioè dipendente dal tempo, il territorio varia in continuazione • per ragioni intrinseche, dovute alla propria spontanea evoluzione, • per effetto dell’azione locale di sviluppo innescata.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 13

La ricerca sociale attivante

La ricerca - azione (RA) è la tecnica più utilizzata per garantire un opportuno flusso informativo alla fase di Animazione e contribuire decisamente ai suoi obiettivi. La RA è una ricerca sociale attivante, cioè una ricerca che, nel suo articolarsi, costituisce uno dei motori di evoluzione del territorio. La RA, infatti, utilizzando metodologie quantitative e qualitative, coniuga l’acquisizione di conoscenze relative al territorio di natura fisica ed ambientale, economica, antropica, sociale e relazionale (queste ultime mediante interviste strutturate e semistrutturate, questionari, focus group territoriali, forum pubblici, etc.) con l’attivazione di dinamiche che vanno ad incidere direttamente sulla realtà oggetto di indagine e di intervento.

Dal punto di vista metodologico, le caratteristiche generali della RA consistono: • nell’individuazione dei “punti di forza e di debolezza” di un contesto territoriale finalizzata, fin

dall’inizio, all’individuazione di possibili soluzioni o, almeno, di possibili dispositivi correttivi; • nella definizione “non rigida” delle ipotesi di ricerca e di azione, che si definiscono e si modificano

parallelamente al calarsi del ricercatore nell’ambiente oggetto dell’intervento ed al suo prendere contatto con gli attori ed i gruppi sociali in esso presenti;

• nel rendere gli attori del territorio interlocutori privilegiati del ricercatore, i quali divengono ricercatori a loro volta e tendono a coinvolgere nella ricerca gli stessi suoi oggetti;

• nel rendere consapevoli gli attori locali del loro “costituire Capitale Sociale Territoriale”.

E’ evidente che, poiché l’oggetto della RA ne diviene “co-soggetto”, lavorando “alla pari” con il ricercatore, la distanza tra “soggetto” ed “oggetto” diminuisce in modo direttamente proporzionale all’efficacia del feedback tra osservatore e territorio. Tra i due lo scambio tende a divenire continuo, ed essi divengono indispensabili l’uno per l’altro, garantendo l’opportuno flusso informativo all’Animazione. Quest’ultimo è un flusso “caldo”, nel senso che la RA non tende ad ottenere una “fotografia fredda” del contesto in cui opera, ma - ad avviare dinamiche di soluzione dei problemi condivise, per definizione, con gli attori locali, - a portare alla luce potenzialità latenti ed inespresse di attori del territorio. In questo senso, gli strumenti tradizionali della ricerca sociale utilizzati (interviste, focus group, etc.) vanno considerati come veicoli di trasmissione di messaggi reciproci tra osservatore e attori e tra gli attori stessi, e non solo come mezzi per la rilevazione oggettiva di dati e raccolta di informazioni. In sintesi, la RA è una metodologia operativa di “sollecitazione territoriale” che, attraverso una serie di azioni di sensibilizzazione e di coinvolgimento, mira a sostenere concretamente dei processi di cambiamento generati dal territorio stesso.

Il focus group

Uno degli strumenti di cui è possibile avvalersi durante l’articolazione della RA è costituito dal focus group (FG). La tecnica del FG si basa sugli stessi principi del brain storming, e consiste nel riunire un insieme di soggetti (di solito, da un minimo di cinque ad un massimo di quindici), a vario titolo “sensibili” al tema in discussione, ed aventi in comune un’”appartenenza” più o meno “stretta”: da quella più generale costituita dal vivere o operare nel territorio oggetto di indagine, a quella meno labile rappresentata dalla comunanza di interessi di categoria o gruppo. Sta all’osservatore definire il panel del FG (cioè l’insieme dei partecipanti) perché esso si riveli efficace ai fini della RA. Il tema del FG, a volte suddiviso in singoli “aspetti”, viene discusso ed approfondito in forma collettiva mediante la successione dei singoli interventi dei partecipanti, che dovrebbero durare intorno ai 10 – 15 minuti ognuno, mentre le sedute durano generalmente intorno alle 2 o 3 ore. I contenuti emersi nel corso del FG vengono registrati e verbalizzati in forma sintetica da parte dell’osservatore. A differenza di quanto accade nel brain storming, oltre a “generare nuove idee”, il FG • attiva flussi di comunicazione tra i partecipanti, e quindi accresce il Capitale Sociale Territoriale e ne

incrementa la qualità, • permette di individuare, definire e ridefinire problemi e soluzioni comuni.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 14

Il forum pubblico

Le conoscenze e le informazioni acquisite nel corso dell’articolazione della RA necessitano di diffusione, socializzazione e discussione allargata. Il forum pubblico (FP) soddisfa questa necessità. Un FP si articola generalmente nell’arco di una mezza giornata, ed è suddiviso in due parti; in una si presenta il “tema” del FP, dai presupposti allo “stato dell’arte” della RA, e nella parte successiva viene articolato il dibattito con i partecipanti, costituiti da quei cittadini che, per il solo fatto di essere presenti, manifestano interesse e coinvolgimento nei confronti del tema in discussione. Il FP, così • coinvolge attivamente la popolazione locale o alcuni attori significativi, • fornisce ulteriori conoscenze sul contesto socio - economico territoriale. E’ opportuno utilizzare FP in particolare nelle fasi iniziale di un’iniziativa territoriale (“lancio” dell’iniziativa), intermedia (verifica in itinere) finale (chiusura dell’iniziativa).

L’animazione come “processo permanente”

Oltre ad essere instazionario, cioè a variare continuamente nel tempo, il territorio è un sistema intrattabile, cioè dipende da un numero estremamente grande (tendenzialmente infinito) di parametri. Si comprende, allora, che nell’azione locale di sviluppo l’animazione territoriale deve essere una fase continuamente attiva e in evoluzione permanente, perché deve poter fornire costantemente una descrizione • sufficientemente aggiornata e • sempre più particolareggiata del territorio e delle sue prospettive di sviluppo. Quest’esigenza, naturalmente, si riverbera nell’articolazione delle fasi dell’animazione (attività di valorizzazione del CST, analisi territoriale e determinazione degli scenari di sviluppo); queste attività (strettamente interagenti in quanto si alimentano reciprocamente) devono crescere continuamente nella loro capacità di descrivere il “territorio presente” e “i territori possibili”, e quindi di disporre di strumenti di qualità opportuna.

Animazione e ricerca - azione

In quanto ricerca partecipata ed attivante, la ricerca – azione è il principale tra gli strumenti dell’animazione, in quanto in essa il protagonista è il territorio stesso, nella sua evoluzione e con la sua disponibilità a mostrare aspetti di sé sempre più dettagliati. L’animazione, se condotta mediante lo strumento della ricerca – azione, • si può innescare in forma continua e permanente, • in tal caso, fornisce uno scenario di sviluppo possibile di definizione, particolarizzazione e condivisione

continuamente crescenti, in funzione delle modificazioni territoriali e del crescente grado di conoscenza, coinvolgimento e qualità della concertazione territoriale,

• fruisce di un sistema di controllo intrinseco, costituito dallo strumento stesso della ricerca – azione. 1.2.9 La sperimentazione transnazionale.

L’applicazione ad un contesto transnazionale

L’applicazione ad un contesto transnazionale della metodologia qui illustrata costituisce un’operazione complessa, connotata da significativi caratteri di sperimentalità.

Valorizzazione del CST ricerca - azione Analisi

territoriale

Scenario di sviluppo

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 15

L’insieme di elementi metodologici (principi, condizioni, strumenti) - la cui adozione su scala locale costituisce una sorta di “condizione necessaria” di efficacia per l’azione stessa – è stato individuato nel tempo grazie ad un’analisi progressiva e continua delle azioni locali di sviluppo basate sulla dinamica governance – government. Questi elementi, ora, devono essere mutuati in un contesto caratterizzato dalla transnazionalità; pertanto, vanno generalizzati e ricontestualizzati in maniera opportuna. Le esperienze già maturate in questo senso (ad es. tra Napoli Nord-Est e la Provincia cubana di Granma), pur non potendo essere considerate esaustive per l’elaborazione di una routine operativa, costituiscono in ogni caso un background fondamentale.

Gli obiettivi dell’azione transnazionale di sviluppo

Mutuando quanto riferito alla dimensione locale, si può affermare che gli obiettivi di un’azione transnazionale di sviluppo consistono, nell’ordine • nel fornire ulteriori opportunità di realizzazione agli scenari possibili di sviluppo (determinati dalle

animazioni territoriali locali pregresse) dei singoli sistemi cooperanti, • nel determinare “effetti incrociati” tra le azioni locali, in modo tale da attribuire alla cooperazione uno

scenario realistico ed individuabile di sviluppo basato sull’interazione tra le singole reti locali di attori, • nell’agire in direzione della realizzazione di tale scenario. E’ lecito ipotizzare che anche nel caso transnazionale il ciclo dello sviluppo locale (animazione – programmazione – progettazione – attuazione – controllo) conduca al conseguimento di tali obiettivi; naturalmente, esso deve essere opportunamente contestualizzato.

La ricerca – azione su base transnazionale

L’elaborazione di un Programma Transnazionale (fase di programmazione) condiviso, coerente ed integrato con i singoli Programmi di Sviluppo locali, deve necessariamente conseguire ad una fase di animazione, costituita • dall’analisi dei programmi dei singoli territori, in cerca di punti comuni e/o complementari, • dalla concertazione “transnazionale” tra gli attori dei sistemi territoriali (cfr. I.1.2.3). L’animazione, quindi, va articolata grazie ad una opportuna ricerca - azione condotta tenendo presente gli obiettivi elencati, e quindi mirata • all’individuazione delle possibili sinergie tra i singoli scenari e programmi locali (in altri termini, alla

soddisfazione di bisogni analoghi o complementari mediante l’impiego di risorse analoghe o complementari),

• alla creazione di una rete “lunga” efficace, efficiente, permanente ed evolutiva determinata dalle relazioni tra le singole reti locali, e quindi tra le aree istituzionali, economiche, culturali e sociali dei rispettivi territori.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 16

2. L’animazione territoriale. 2.1. Gli elementi di primo approccio. 2.1.1 La trasformazione di Alma Mons.

Dalle PMI all’approccio sistemico

Grazie alle caratteristiche strutturali, funzionali e di ruolo di Alma Mons (cfr. II.2.), l’Agenzia di Novi Sad viene individuata, nelle linee progettuali, quale naturale ente di government della Bačka Meridionale. L’Agenzia è nata come “embrione” di LEDA (Local Economic Development Agency); i primi anni della sua attività sono stati dedicati al supporto alla nascita e al funzionamento delle Piccole e Medie Imprese in Bačka Meridionale. L’esperienza maturata in questo campo è uno dei principali bagagli di conoscenza detenuto da Alma Mons, arricchito dalla capacità acquisita di gestire strumenti finanziari complessi quali, ad esempio, il Fondo di Garanzia. La consapevolezza di dover costituire uno strumento preferenziale di sviluppo del territorio ha indotto l’Agenzia ad intraprendere, con il supporto tecnico e metodologico di UNOPS Serbia, il proprio cammino di trasformazione in Agenzia di Sviluppo Socioeconomico Territoriale. Questa trasformazione, possibile anche grazie all’esperienza maturata in ambito finanziario e da considerarsi come una delle fasi naturali del suo metabolismo, ha implicato che l’Agenzia diventasse il braccio tecnico e operativo di un partenariato locale di cui si è imposta l’individuazione.

Il trasferimento metodologico

Gli obiettivi metodologici del Progetto 4 sono stati perseguiti mediante il trasferimento metodologico e l’accompagnamento tecnico nei confronti di Alma Mons operati dalla Rete SLST della Campania e da UNOPS Serbia. Ciò è avvenuto sotto l’ipotesi di poter operare in Bačka Meridionale considerando simultanee e sinergiche le attività di • analisi territoriale, • individuazione e promozione di un partenariato locale consapevole, • elaborazione condivisa “dal basso” di elementi propedeutici alla scrittura di un modulo iniziale di

Programma di Sviluppo, quali presupposti per la scrittura di un Programma Transnazionale da concertarsi con i futuri partners italiani,

in seno ad un’unica ricerca – azione, inquadrata nel processo di ristrutturazione di Alma Mons. E’ stato cosi’ possibile attivare, di fatto, le fasi interattive e permanenti (qualora Alma Mons intenda considerarle tali) di animazione territoriale e di programmazione dell’Agenzia. 2.1.2 Le condizioni iniziali per l’animazione territoriale.

Lo stato iniziale dell’analisi territoriale

Il documento denominato “Mappa delle Risorse della Regione della Bačka Meridionale” costituisce la principale raccolta organizzata di dati relativa allo stato socioeconomico territoriale della regione serba. Questo documento, redatto in serbo e in inglese e risiedente su supporto digitale, costituisce il risultato di un progetto realizzato da Alma Mons, con la collaborazione, l’assistenza e il contributo informativo, tra gli altri, della Camera di Commercio regionale di Novi Sad e i dipartimenti economici di ogni Municipalità appartenente alla Regione, e supportato da UNOPS Serbia nell’ambito del Programma “Città – Città” (cfr. II.1). La Mappa è, sostanzialmente, una raccolta di dati per lo più economici relativi alla regione per gli anni tra il 1989 ed il 2001, riferiti ai dati omologhi relativi alla Provincia della Vojvodina. Essa è stata concepita come mero strumento di “marketing territoriale”, e quindi destinata ad attrarre l’attenzione di potenziali investitori e futuri partners di affari nazionali o stranieri.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 17

La Mappa può rappresentare una descrizione delle grandi linee dell’evoluzione dello stato socioeconomico della regione in un periodo decisamente complesso; non è, però, stata concepita come base di dati per l’elaborazione di un programma di sviluppo territoriale. Per Alma Mons, pertanto, è necessario dotarsi di un nuovo strumento di raccolta ed analisi dei dati versatile e di facile aggiornamento.

Lo stato iniziale del CST

Nell’avviare l’individuazione e la promozione di un Partenariato Locale consapevole finora assente, (attività, queste, che costituiscono parte integrante del percorso di ristrutturazione di Alma Mons), ci si è avvalsi, come nucleo iniziale di aggregazione, del capitale sociale territoriale rappresentato sia dalla compagine sociale dell’Agenzia, sia da tutti gli attori socioeconomici della regione che è stato possibile individuare grazie ad una ricerca dedicata. Per giustificare tale scelta si riporta, di seguito, una suddivisione dell’attuale compagine sociale dell’Agenzia in base alle Aree Tematiche Convenzionali.

Suddivisione in Aree Tematiche Convenzionali della compagine sociale di Alma Mons

Area tematica Settore Denominazione

Pubbliche Amministrazioni

• Città di Novi Sad • Municipalità di Bač • Municipalità di Bački Petrovac • Municipalità di Bečej • Municipalità di Titel • Municipalità di Žabalj • Provincia Autonoma della Vojvodina

Amministrativa Istituzionale

Servizi pubblici • Ufficio di Collocamento Nazionale

Settore primario •

Settore secondario • Associazione degli imprenditori ed artigiani di Novi Sad

Economica

Settore terziario

• Camera di Commercio Regionale della Bačka Meridionale (1) • Centro per l’Impresa , l’Imprenditoria e il Management di Novi Sad • Continental Banka • DDOR Novi Sad (compagnia di assicurazioni) • Ente fiera di Novi Sad A.D. • Impresa municipalizzata “Poslovni prostor” (intermediazione immobiliare

per le imprese) (1) • Impresa municipalizzata “Urbanismo” (pianificazione urbanistica della

Municipalità di Novi Sad) (1) • Metals Banka • Novosađska Banka • Panonska Banka (non ancora privatizzata) (1) • Vojvođanska Banka (non ancora privatizzata) (1)

Università e Ricerca • Centro ricerche “Holtech” • Università di Novi Sad (1) • Università Aperta di Novi Sad (università per gli adulti) (1) Culturale

Altri attori culturali •

Sociale •

Enti di natura pubblica: (1)

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 18

La compagine sociale di Alma Mons, evidentemente, costituisce solo una minima parte della rete relazionale certamente esistente nella regione. Essa non è sufficientemente rappresentativa del sistema territoriale • in termini geografici, in quanto non comprende le altre Municipalità della regione, e cioè Bačka Palanka,

Beočin, Srbobran, Sremski Karlovci, Temerin e Vrbas (il cui coinvolgimento, tra l’altro, è previsto nelle linee progettuali);

• in termini di pluriattorialità e multisettorialità, in quanto prevalentemente costituita da attori di natura terziaria – finanziaria.

Per la costituzione di un Partenariato “di qualità”, ed efficace ai fini del conseguimento degli obiettivi progettuali, si è pertanto reso necessario individuare ulteriori attori di natura pubblica o privata, professionale o volontaria, operativi o associativi e di rappresentanza, sensibili ai temi dello sviluppo della regione e appartenenti • al settore primario e secondario, • a particolari ambiti del settore terziario quali, ad esempio, quello del turismo, considerate le sue notevoli

potenzialità di interazione nelle dinamiche di sviluppo rurale, • al mondo della produzione e dell’associazionismo culturale, • al mondo dell’associazionismo civile e alla rappresentanza sociale. Per costituire un nucleo iniziale del Partenariato Locale della Bačka Meridionale, allora, si è partito da un insieme di attori costituito • dalla compagine sociale di Alma Mons, • dagli attori socioeconomici locali finora entrati in relazione con l’Agenzia, • da attori socioeconomici locali di nuova individuazione.

2.2. La ricerca – azione in Serbia. 2.2.1. L’attivazione dell’animazione territoriale di Alma Mons.

La sinergia con la ristrutturazione di Alma Mons

Come già sottolineato, è stato immediato notare che sarebbe stato possibile perseguire i diversi obiettivi della prima fase del Progetto (di trasferimento metodologico, sperimentali ed operativi) in maniera sinergica tra loro e inquadrati nella cornice della ristrutturazione di Alma Mons. Pertanto, dopo aver condiviso in via teorica con Alma Mons gli aspetti metodologici relativi all’azione locale di sviluppo, la Rete SLST ha assunto il ruolo di supporto all’Agenzia e l’ha sostenuta nell’attivazione della sua fase permanente di animazione territoriale.

L’attivazione

L’attivazione è avvenuta mediante - lo svolgimento di due missioni in Bačka Meridionale da parte della Rete (di cui la prima avvenuta

nell’ambito della missione tecnico-istituzionale della Campania, ad inizio di progetto), - l’individuazione di un primo nucleo significativo ed efficace del capitale relazionale locale, effettuata da

Alma Mons e UNOPS Serbia con il supporto a distanza della Rete, - una prima fase concertativa coinvolgente gli attori individuati, costituita da una serie di Focus Groups,

supportata in loco da UNOPS Serbia e a distanza dalla Rete, - l’elaborazione dei contenuti emersi nel corso della concertazione, effettuata dalla Rete e resa disponibile

ai fini del Progetto.

La permanenza dei risultati

Si è detto che le azioni sopra elencate (e descritte di seguito) costituiscono l’attivazione dell’animazione territoriale in Bačka Meridionale. Qualora Alma Mons lo ritenga opportuno, infatti, questa fase - che in ambito progettuale è stata orientata a conseguire gli obiettivi sperimentali relativi al trasferimento

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 19

metodologico - può essere resa permanente e costituire il principale strumento di monitoraggio territoriale locale sui temi dello sviluppo. Inoltre, i risultati conseguiti in questa prima fase, relativamente allo stato, ai bisogni e alle risorse del territorio, che costituiscono i capisaldi per l’individuazione dei Sistemi Territoriali italiani da connettere alla Bačka Meridionale, rappresentano al tempo stesso gli elementi fondamentali a disposizione di Alma Mons per costruire un nucleo di primo approccio del programma locale di sviluppo ed attivare, così, l’intero ciclo dello sviluppo locale (cfr. I.1.2.7). 2.2.2. L’articolazione della ricerca - azione.

La prima missione

La prima missione, di natura esplorativa - organizzativa, si è svolta nel periodo 12-19/03/2005, ed ha costituito di fatto l’avviamento del Progetto 4, consentendo i primi contatti operativi tra i partners attivi in Serbia (UNOPS Serbia e Alma Mons) e quelli italiani (Regione Campania e Rete SLST). Gli obiettivi tecnici della missione sono stati essenzialmente due: • instaurare le prime relazioni con il Ministero dell’Agricoltura serbo e alcuni tra i futuri membri serbi del

Partenariato Transnazionale; compatibilmente con le disponibilità locali, è stato possibile incontrare i governi delle Municipalità di

- Bački Petrovac, - Novi Sad, - Titel, e visitare alcune aziende operanti in Bačka Meridionale; tali incontri hanno costituito l’occasione per valutare il grado di condivisione dei contenuti e degli obiettivi del Progetto, nonché acquisire la disponibilità di collaborazione degli interlocutori;

• raccogliere i dati per l’organizzazione dell’analisi desk, a cura della Rete, da porre a supporto dell’attività di animazione territoriale, affidata ad Alma Mons, per la creazione congiunta “a distanza” di un patrimonio di base di conoscenze circa lo stato istituzionale e socioeconomico della Repubblica di Serbia, della Vojvodina e della Bačka Meridionale.

Condivisione metodologica ed analisi desk

La prima missione ha messo in evidenza l’esigenza di elaborare un documento metodologico condiviso tra la Rete e UNOPS Serbia, sia per poter realizzare le opportune condizioni di omogeneità operativa, sia per ispirare la ristrutturazione di Alma Mons. Il documento in questione è riportato in questo fascicolo (cfr.I.1.2.). La collaborazione tra i partners tecnici è inoltre proseguita per definire il fabbisogno di conoscenze, ovvero le caratteristiche del patrimonio di base di conoscenze relativo alla Bačka Meridionale funzionale agli obiettivi progettuali e all’attività di Alma Mons; a questa definizione è seguito l’avvio della ricognizione territoriale del Sistema Locale della Bačka Meridionale (cfr. Prog.4, Punto 1.2), grazie alla quale è stato possibile cominciare ad acquisire le conoscenze territoriali da far confluire nel suddetto patrimonio ed elaborare una prima descrizione dello stato territoriale. La ricognizione, inoltre, si è anche occupata di cominciare a descrivere il capitale relazionale territoriale da coinvolgere nella concertazione. Si è anche proceduto all’animazione territoriale in Italia, limitatamente alla fase di comunicazione, articolata sia mediante la produzione di articoli pubblicati da “Il Denaro” di Napoli, sia mediante l’aggiornamento di una sezione “work in progress” appositamente predisposta sul sito web della Rete SLST, allo scopo di sensibilizzare i Sistemi Territoriali in Italia ai contenuti del Progetto. A supporto dell’analisi territoriale è stata elaborata, dalla Rete e da Alma Mons, la seguente scheda di rilevamento demografico.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 20

Scheda di rilevamento dati Programma Operativo Integrato Campania – Basilicata in Serbia

Progetto n. 4 Area Amministrativa – Istituzionale

(Municipalità) Municipalità di:

2000 2001 2002 2003 2004

Occupati presso l’Ente: maschi

femmine totale

Andamento demografico: Popolazione:

maschi femmine

totale

Natalità, mortalità: nati

morti differenza (nati – morti)

Etnie: Albanesi

Bosgnacchi (Bošnjaci) Bosniaci (Bosanci)

Bulgari Bunievzi (Bunjevci)

Cechi (Česi) Croati Ebrei

Goranzi (Goranci) Jugoslavi Macedoni

Magiari Montenegrini

Morlacchi (Vlasi) Musulmani Rom, Sinti

Rumeni Russi

Ruteni Serbi

Slovacchi Sloveni

Tedeschi Ucraini

altri totale

Occupazione: Occupati:

maschi femmine

totale Inoccupati:

maschi femmine

totale Disoccupati:

maschi femmine

totale

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 21

La seconda missione

L’obiettivo fondamentale della seconda missione, svoltasi nel periodo 02-12/12/05, è stato quello di accompagnare Alma Mons nell’avviamento della fase di concertazione con gli attori locali serbi. Nel corso della missione si è anche tenuto il primo Focus Groups dedicato alle Municipalità della regione. Un team misto UNOPS – Alma Mons – Rete SLST si è poi recato in visita nelle Municipalità di • Bač, • Bački Petrovac, • Titel, • Vrbas, • Žabalj.

La concertazione

Il periodo gennaio – luglio 2006 è stato dedicato alla concertazione con gli attori locali più strettamente connessi ai contenuti del Progetto 4. Compreso quello tenutosi durante la II missione, i Focus Groups organizzati presso Alma Mons e condotti dall’Agenzia e da UNOPS Serbia sono stati complessivamente 10, suddivisi come in tabella.

I focus groups svolti al 31/08/06

Data Area Settore Tema

06/12/05 Amm. - Istituzionale Municipalità Le Municipalità della Bačka Meridionale e l’istituzione di

coalizioni territoriali per lo sviluppo.

09/02/06 Amm. - Istituzionale Municipalità Le possibilità di una strategia comune di sviluppo tra le

Municipalità della Bačka Meridionale.

09/03/06 Economica Primario Le attività rurali in Bačka Meridionale e l’istituzione di coalizioni territoriali per lo sviluppo.

10/03/06 Economica Terziario - turismo Il settore turistico della Bačka Meridionale e l’istituzione di coalizioni territoriali per lo sviluppo.

27/03/06 Culturale Produzione e sperimentazione

L’Area Culturale della Bačka Meridionale e l’istituzione di coalizioni territoriali per lo sviluppo.

03/04/06 Sociale - L’Area Sociale della Bačka Meridionale e l’istituzione di coalizioni territoriali per lo sviluppo.

06/04/06 Economica Primario - allevamento I prodotti dell’allevamento in Bačka Meridionale: tipicità, qualità, biologicità.

08/05/06 Economica Primario - orticoltura I prodotti dell’orticoltura in Bačka Meridionale: tipicità, qualità, biologicità.

08/05/06 Economica Primario – frutticoltura e viticoltura

I prodotti della frutticoltura e viticoltura in Bačka Meridionale: tipicità, qualità, biologicità.

10/05/06 Economica Primario – cerealicoltura e piante industriali

La cerealicoltura e il settore delle piante industriali in Bačka Meridionale: tipicità, qualità, biologicità.

L’elaborazione di elementi strategici propedeutici

Durante l’agosto del 2006 la Rete ha elaborato i reports dei Focus Groups svolti in Serbia, allo scopo di individuare un primo insieme di bisogni e di risorse territoriali. Il fascicolo III raccoglie integralmente tali reports. Tale raccolta ha la funzione di • fornire ai partners istituzionali (Regione Campania e Regione Basilicata) gli elementi per organizzare la

selezione di Sistemi Territoriali campani e lucani da coinvolgere nel costituendo Partenariato Transnazionale,

• illustrare la natura e lo stato del Sistema Territoriale della Bačka Meridionale ai Sistemi Territoriali italiani interessati a candidarsi alla costituzione del Partenariato Transnazionale,

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 22

• costituire il primo insieme di contenuti per l’elaborazione condivisa di un’analisi (del tipo SWOT, o del tipo che il Partenariato riterrà opportuno) e, conseguentemente, di un programma operativo del Partenariato Transnazionale.

I conseguimenti della concertazione hanno permesso di individuare un primo insieme di elementi strategici condivisi dai partecipanti, riportati in I.3. 2.2.3. L’incremento di definizione del Capitale Relazionale serbo.

L’individuazione del capitale relazionale territoriale.

Il lavoro congiunto di ricerca tra Alma Mons ed UNOPS Serbia, svolto a monte della concertazione e supportato metodologicamente dalla Rete SLST, ha portato all’individuazione di oltre 200 attori operanti in una o più delle quattro Aree Tematiche e potenzialmente coinvolgibili nella prima fase della concertazione. A tale scopo è stata elaborata dalla Rete e da Alma Mons, sulla base delle caratteristiche del sistema socioeconomico della regione, la seguente scheda per il rilevamento degli attori locali.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 23

Scheda descrittiva attori locali nr.

Parte generale Denominazione:

Via Codice Località Municipalità Sede legale:

Telefono Fax e-mail Sito web

Natura Forma giuridica Partecipazione Occupati Dimensioni

pubblica associazione nazionale N.ro occupati: se attività produttiva: privata fondazione straniera uomini Piccola Impresa mista impresa individuale mista donne Media Impresa ONG società di persone totale Grande Impresa società di capitali profit società cooperativa se associazione: no profit consorzio N.ro soci:

altro:

Descrizione delle attività

Area amministrativa - istituzionale Amministrazione Provinciale Municipalità

Area economica Settore finanziario: Assicurazione Fondo Banca

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 24

Settore primario estrattivo: piante industriali: cerealicoltura: attività mineraria barbabietola da zucchero avena captazione acqua potabile canapa frumento cava colza mais altro foraggi orzo girasole segale foreste: saggina altro attività forestali soia produzione legnami altro frutticoltura: raccolta frutti di bosco albicocche altro orticoltura: amarene aglio ciliege allevamento: anguria fragole allevamento bovini cavoli mele allevamento ovini /caprini cetrioli noci allevamento pollame cipolle pere allevamento suini insalata prugne apicoltura - miele melone altro itticoltura paprika prod. lana patate viticoltura: prod. uova piselli uva da tavola altro pomodori uva da vino spinaci verze altro

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 25

Settore secondario (attività artigianali ed industriali): alimentare: vetro: petrolchimico: imbottigliamento acqua potabile prod. vetro prod. lubrificanti lavorazione carni fresche lavorazione vetro prod. sostanze di sintesi prod. carni conservate altro semilavorati plastici prod. salumi altro confezionamento latte Impiantistica: prod. formaggi impianti idraulici chimico: prod. conserve vegetali Impianti elettrici prod. farmaceutiche confezionamento miele altro prod. fertilizzanti prod. vino altro prod. distillati ecologia e ambiente: pasticceria smaltimento rifiuti elettronico: prod. pane depurazione acque prod. componenti elettronici prodotti da forno bonifica suoli assemblaggio comp. elettronici prod. olio riciclaggio scarti altro altro altro cartario: legnami: automobilistico: cartiera prod. semilavorati in legno prod. automobili prod. oggetti in carta falegnameria allestimenti altro altro costr. accessori e componenti autoriparazioni oreficeria: arredamento: altro lavorazione metalli preziosi prod. mobili e arredamento lavorazioni pietre preziose altro elettrotecnico: prod. gioielli prod. componenti elettrotecnici altro tessile – abbigliamento: prod. elettrodomestici prod. tessuti altro cantieri navali prod. pelli costruzioni navali lavorazione pelli metalmeccanico: riparazioni navali sartoria fonderia altro prod. abbigliamento semilavorati metallici prod. calzature componenti meccanici altre attività di trasformazione: altro lavorazioni meccaniche lavorazione mat. plastiche altro prod. imballaggi edile: altro lavorazione pietra e marmo energetico: prod. cemento raffinazione petrolio costruzioni di immobili prod. gas combustibili lavori stradali prod. carbone altro prod. elettricità altro

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Settore terziario (servizi e produzioni immateriali): servizi di pubblica utilità: commercio e distribuzione: attività turistiche: distribuzione idrica ingrosso agenzia turistica distribuzione elettrica dettaglio albergo distribuzione gas alimentari bed & breakfast rete riscaldamento legnami agriturismo igiene urbana metalli camping altro ferramenta ristorazione energetico attrattore altri servizi: arredamento altro servizi all’impresa tessile – pelli servizi al cittadino abbigliamento - calzature telecomunicazioni: altro materiali edili rete telefonica elettrotecnico - elettronico realizzazione reti informatiche trasporti: automobili - veicoli industriali provider servizi web merci imbarcazioni altro passeggeri libri e pubblicazioni stradali oreficeria - gioielli informatica: fluviali altro produzione software altro altro

Area sociale Assistenza servizi erogati assistenza a: a pagamento maternità e infanzia gratis minori a rischio tossicodipendenti target: anziani 0 – 6 anni diversamente abili 7 – 14 anni disoccupati 15 - 18 anni minoranze etniche e culturali 19 – 27 anni altro 28 – 65 anni più di 65 anni uomini donne Sanità servizi erogati struttura: a pagamento ambulatorio – day hospital gratis clinica ospedale laboratorio di analisi altro Rappresentanza servizi erogati rappresentanza: a pagamento di settori produttivi gratis sindacale civica di minoranze etniche e culturali altro

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Area culturale Educazione e ricerca istruzione: formazione: ricerca: scuola primaria formazione professionale (disocc.) pura scuola secondaria specializzazione professionale applicata università riqualificazione professionale scientifica istruzione post-universitaria orientamento professionale tecnologica altro scienze umane scienze sociali altro

Gestione beni culturali conservazione: produzione e fruizione: recupero e restauro teatro archivio musica biblioteca cinema museo - galleria arti figurative sito storico o archeologico editoria altro altro

Degli attori individuati, i 64 riportati nella tabella seguente hanno partecipato di fatto alla concertazione e possono essere considerati, di fatto, il nucleo iniziale del Partenariato Locale della Bačka Meridionale.

Area tematica Attore Amm. – Ist. Economica Culturale Sociale

1. Accademia delle Belle Arti di Novi Sad X 2. Agenzia turistica “Adut” (Bačka Palanka) X 3. ARCI X X 4. Assoc. Agricoltori “Vojvodina Agrar” X 5. Assoc. Allevatori di Bač X 6. Assoc. Allevatori di Titel X 7. Assoc. All., Cerealicolt.e Caseifici di Bačka Palanka X 8. Assoc. Allevatori Bovini di Žabalj X 9. Assoc. Allevatori Bovini “Šajkaška” X 10. Assoc. Allevatori Bovini “Zapadna Bačka” X 11. Assoc. Allevatori Ovini della Bačka Meridionale X 12. Assoc. Allevatori Ovini di Temerin X 13. Assoc. Allevatori Ovini di Vrbas X 14. Assoc. Allevatori Suini di Bačka Palanka X 15. Assoc. Apicoltori di Sremski Karlovci X 16. Assoc. delle Tessitrici di Beočin X X 17. Assoc. per l’Assistenza MNRO (Srbobran) X 18. Assoc. Prod. Vinicoli “Karlovački vinogradari”, X 19. Assoc. “Zelena mreža Vojvodine” X 20. Azienda Braća Molnar, Selenča (Bač), X 21. Azienda Janko Horvat, Selenča (Bač) X 22. Azienda “Jugoinspekt” X 23. Azienda ”Organic control system”, Subotica X 24. Azienda Slobodan Naumov, Bođani (Bač) X 25. Azienda “Terras”, Subotica X

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26. Biblioteca Nazionale “Stojan Trumić” di Titel X 27. Camera di Commercio Regionale X 28. Centro Culturale di Begeč X 29. Centro Culturale di Novi Sad X 30. Centro Culturale di Srbobran X 31. Centro per il lavoro sociale di Bačka Palanka X X 32. Centro turistico-informativo di Novi Sad X 33. Coop. Agricola “Begečki povrtari”, Begeč (Novi Sad) 34. Coop. Agricola “Novi Sad” 35. Coop. Agricola “Podunavlje”,Futog (Novi Sad) 36. Coop. Agricola “Vajska” X 37. DP “Agrozavod” X 38. DTD Itticoltura X 39. ”Educo” (Sremski Karlovci) X 40. Ente Distretto della Bačka Meridionale X 41. Municipalità di Bač X 42. Municipalità di Bački Petrovac X 43. Municipalità di Bečej X 44. Municipalità di Beočin X 45. Municipalità di Novi Sad X 46. Municipalità di Srbobran X 47. Municipalità di Sremski Karlovci X 48. Municipalità di Titel X 49. Municipalità di Vrbas X 50. Municipalità di Žabalj X 51. Museo dell’Apicoltura di Sremski Karlovci X 52. Organizzazione turistica di Bač X X 53. Organizzazione turistica di Bečej X X 54. Organizzazione turistica di Sremski Karlovci X X 55. PIK Bečej X 56. Scuola ”Stevan Divnin Beba” (Žabalj) X X 57. Scuola speciale ”Bratstvo” (Bečej) X X 58. Scuola speciale ”Milan Petrović” (Novi Sad) X X 59. Segretariato Provinciale per il Lavoro X X 60. Segretariato Provinciale per la Cultura X X 61. Stazione Agricola della Bačka Meridionale X X 62. Sterijino Pozorje X 63. Teatro Nazionale Serbo X 64. Unione delle Coop. della Vojvodina X

2.2.4. La condivisione del Progetto 4.

La richiesta di consenso

In tutti i Focus Groups di carattere strategico, e cioè, nel nostro caso, in quelli dedicati all’Area Amministrativa – Istituzionale, all’Area Sociale, all’Area Culturale, ed ai settori Primario e Turismo dell’Area Economica, dopo aver proceduto alla presentazione dei contenuti e degli obiettivi del Progetto 4, è stato chiesto ai convenuti di manifestare la propria condivisione dell’azione progettuale e la propria disponibilità a collaborarvi. La risposta degli attori locali è stata generalmente positiva, ed ha evidenziato la preesistenza dell’esigenza di costituzione di una rete territoriale transnazionale. Quanto segue è una sintesi di ciò che è emerso nel corso della concertazione, integralmente riportato nel fascicolo III.

L’approccio di sistema

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 29

La Bačka Meridionale, in quanto area sostanzialmente rurale, con le proprie omogeneità e complementarità storiche, economiche e culturali, sottende ovviamente un “territorio” (cioè un contesto sede di interazioni tra ambiente ed attività umane) e costituisce un buon esempio di dimensione mediana. Nel corso dei FG è emersa, da parte degli attori locali, la necessità di considerare il territorio della Bačka Meridionale, nel suo insieme, come la principale “risorsa” a disposizione per lo sviluppo; durante i lavori, poi, è emersa la comprensione che tale risorsa può essere resa fruibile al meglio solo mediante la consapevolezza sia delle dinamiche amministrative - istituzionali, socioeconomiche e culturali attive nella regione, sia delle loro interazioni, positive o negative. Conseguentemente, uno degli obiettivi da conseguire nel tempo – forse il principale – è stato individuato nell’incremento sia della conoscenza del territorio sotteso dalla regione, sia della capacità degli attori locali di intervenire sostenibilmente su di esso, nella sua complessità. La concertazione, pertanto, ha permesso di focalizzare consapevolmente che l’esigenza da soddisfare in direzione dello sviluppo consiste nell’incremento di competitività territoriale della Bačka Meridionale, cioè della qualità totale del territorio della regione: è stato riconosciuto, infatti, che la qualità di qualsiasi prodotto (materiale o immateriale) espresso dal territorio e, conseguentemente, la sua competitività, è direttamente proporzionale alla qualità dello stato del territorio stesso.

La coalizione locale

Il “senso di sistema” e l’esigenza di conoscere il proprio sistema territoriale e di sviluppare una capacità di intervento integrato, efficace e consapevole su di esso, hanno prefigurato agli attori locali la necessità di istituire una coalizione locale per lo sviluppo in grado di realizzare un “approccio di sistema” al territorio. Al tempo stesso, sono state anche segnalate le difficoltà esistenti in tal senso; è stato sottolineato che • gli attori socioeconomici nutrono un senso di scarsa fiducia nei confronti delle Istituzioni locali, il che

può rivelarsi un ostacolo per la creazione di un partenariato coeso e rappresentativo; • finora, le Municipalità si sono spesso comportate come singole realtà a sé stanti, il che giustifica un certo

pessimismo circa la possibilità di definire una strategia comune. I partecipanti alla concertazione si sono però mostrati convinti che, se si ragiona e si lavora bene insieme, è possibile superare queste difficoltà; è addirittura apparso loro doveroso superare gli ostacoli sulla strada di un’azione locale condivisa di sviluppo, soprattutto in un contesto nazionale in cui è presto aspettarsi dallo Stato, ancora troppo impegnato nella propria riorganizzazione, delle proposte strategiche significative. Le difficoltà possono essere affrontate ed avviate a risoluzione a patto che • piuttosto che costituire una mera intenzione teorica, la collaborazione tra le Municipalità e tra queste e

gli attori locali tenda a divenire presto concreta in direzione dell’istituzione del Partenariato Locale; • l’obiettivo di una strategia comune tenda a valorizzare le differenze delle Municipalità (culturali, etniche,

produttive, etc.) come vere e proprie risorse di tutto il sistema, interagenti in una dinamica di efficacia crescente.

E’ stato anche notato che un contributo al programma strategico condiviso può essere costituito dall’armonizzazione dei programmi di sviluppo che le singole Municipalità sono tenute ad elaborare per legge. I partecipanti alla concertazione hanno, inoltre, condiviso l’approccio metodologico alla coalizione locale basato sulla dinamica governance – government, ritenendo che la coalizione possa rivelarsi efficace qualora • individui il proprio organo strategico e decisionale in un Partenariato Locale (governance) costituito

dagli attori istituzionali e socioeconomici locali, con il compito di elaborare una strategia di sviluppo condivisa,

• disponga di un ente tecnico-operativo (ente di government) in grado di fornire alla governance l’opportuna conoscenza dello stato socioeconomico (bisogni – risorse) del territorio e di attuare la strategia decisa dalla governance.

Alma Mons è stata riconosciuta quale naturale ente di government della Bačka Meridionale. Si è auspicata una crescente partecipazione in essa delle 12 Municipalità della regione e delle rappresentanze dei settori produttivi, sociali e culturali locali. La condivisione dell’esigenza di un programma strategico, inoltre, va considerato un risultato molto prezioso. Sarebbe impensabile, infatti, l’approccio all’economia della regione (e di tutta la Vojvodina) a prescindere da un opportuno orientamento strategico integrato: confondendo un programma di sviluppo con

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 30

un mero “programma di investimenti”, si compirebbe il fatale errore di confondere “economia” con “finanza”.

La rete transnazionale

Il territorio della Bačka Meridionale, grazie all’istituzione di una coalizione locale per lo sviluppo quale quella precedentemente descritta, può arrivare ad essere considerato un “Sistema Territoriale di Sviluppo”. In quanto tale, esso necessita, ovviamente, della capacità di stringere e governare relazioni esterne, non solo economiche. La concertazione ha permesso di condividere l’opportunità della costruzione di reti territoriali “lunghe” su cui attivare i flussi di confronto amministrativo – istituzionale, economici, sociali e culturali. Infatti, piuttosto che affidarsi ad una mera attività settoriale di internazionalizzazione, gli attori locali hanno riconosciuto l’esigenza di costituire reti territoriali con altri sistemi a vario titolo omogenei o complementari. In tal senso, è stata condivisa l’idea di creare un Partenariato Transnazionale secondo gli intenti e le modalità del Progetto 4.

Le ragioni della cooperazione tra territori

La ragione principale per la quale gli attori locali si sono manifestati propensi a lavorare e dialogare con opportuni territori “lontani” è stata individuata nella necessità di mitigare gli effetti di esclusione determinati dalla globalizzazione dei mercati, tra i quali quello del dilagare di modelli produttivi ed economici - spesso non sostenibili - imposti da sistemi “forti” ai danni di territori relativamente più deboli.

E’ evidente, anzitutto, che nell’acquisire modelli di sviluppo (e quindi di governo, di organizzazione dell’economia e del lavoro, degli spazi e della società) non propri, i territori “periferici” finiscono con il perdere le proprie peculiarità (in primo luogo quelle identitarie e culturali) e, con esse, la forza e le possibilità di - “scegliere” la propria strada allo sviluppo, - presentarsi sulla scena internazionale con prodotti materiali ed immateriali originali e differenti da quelli

che ormai la globalizzazione ha standardizzato e, quindi, potenzialmente molto più “preziosi”. Rendere appetibile la propria “diversità” può essere una potente strategia di sviluppo per quei territori che, di fatto, la globalizzazione ha reso marginali. Ma per contrastare l’uniformazione e valorizzare le proprie peculiarità occorre operare in modo opportuno.

Bisogna, anzitutto, che il territorio costituisca “massa critica”. Una sola Municipalità, per quanto grande ed efficiente, ha scarse possibilità di emergere con la propria identità nello scenario globale. Al tempo stesso, aree territoriali troppo vaste ed eterogenee non riescono ad intraprendere cammini efficaci di sviluppo perché in esse si perdono di vista le peculiarità locali. L’intento di infrastrutturare il territorio (di naturale dimensione “mediana”) della Bačka Meridionale mediante l’istituzione di una coalizione locale di sviluppo è stata la prima risposta all’esigenza di rendere definita ed efficace tale massa critica.

Ma occorre, poi, “governare i flussi”. Il Sistema Territoriale deve poter “scambiare” con l’esterno beni materiali e immateriali (tra cui conoscenze e valori) sulla base delle proprie peculiarità. In questo la creazione di un partenariato transnazionale può rivelare tutta la sua utilità ed efficacia. Piuttosto che creare solo legami tra Municipalità (gemellaggi) o imprese (“business to business”), scegliere di creare un legame tra territori significa instaurare relazioni e dialogo permanenti tra sistemi complessi, e affrontare problematiche “di sistema” comuni o complementari ritrovando soluzioni nell’esperienza e nella creatività l’uno dell’altro. Oltre, naturalmente, a favorire le relazioni tra imprese e settori della vita istituzionale, economica, sociale e culturale, e a facilitare l’accesso a risorse finanziare destinate a progetti su tematiche di interesse generale e di applicazione locale, quali, ad esempio, quelle costituite dai Fondi Strutturali Europei.

In altri termini, si è reputato che la creazione di un Partenariato Transnazionale dotato di un programma condiviso e di progetti comuni equivalga alla definizione di un macrosistema territoriale costituito da territori non geograficamente contigui ma identitariamente armonici, strategicamente solidali e consapevolmente cooperanti verso obiettivi condivisi.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 31

Un sistema socioeconomico del genere ha le possibilità di resistere all’uniformazione imposta dai mercati e, di più, proporsi efficacemente su di essi.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 32

3. Le linee strategiche. 3.1. La competitività territoriale. 3.1.1. Competitività territoriale e qualità totale.

L’approccio strategico

In base alla considerazione che la qualità di un prodotto materiale o immateriale sia funzione crescente della qualità dello stato del territorio che lo esprime, i partecipanti alla concertazione hanno condiviso l’opinione che l’incremento di competitività territoriale della Bačka Meridionale possa credibilmente conseguire dall’incremento di qualità del sistema territoriale nel suo insieme. Tale opinione induce ad operare in direzione della “qualità totale” del sistema territoriale regionale, il che implica definire preventivamente il quadro bisogni – risorse caratterizzante i due “sottosistemi” componenti il territorio (cfr.I.1.2.): • Ambiente

- suolo, sottosuolo, atmosfera - acque interne, - elementi e fattori biologici, - elementi e fattori meteorologici;

• Attività umane - attività amministrative – istituzionali, - attività economiche, - attività culturali, - attività sociali.

Una prima definizione di tale quadro è stato uno degli obiettivi della ricerca – azione (analisi territoriale - desk e di campo - e concertazione), svolta in Bačka Meridionale limitatamente agli ambiti più strettamente relativi ai temi del Progetto 4; il sottosistema Ambiente è stato trattato solo per quanto strettamente connesso ai temi di interesse del Progetto, e necessita, pertanto, da parte di Alma Mons, dell’organizzazione di un’accurata analisi successiva. Il Fascicolo III riporta integralmente i contenuti elaborati durante la concertazione, e ad esso si rimanda per una conoscenza puntuale della natura dei bisogni e delle risorse emersi; una sintesi del quadro bisogni – risorse è riportata di seguito (cfr.I.3.2.). 3.1.2. Le coalizioni.

La coalizione locale

Il perseguimento dell’incremento di competitività territoriale impone, preventivamente, di scongiurare il rischio di acquisire modelli di sviluppo (e quindi di organizzazione dell’economia e del lavoro, degli spazi e della società) non propri e di cui non si è consapevoli, e di conservare le proprie peculiarità (in primo luogo quelle culturali) e, con esse, la forza e le possibilità di • “scegliere” la propria strada allo sviluppo, • presentarsi sulla scena internazionale con prodotti materiali ed immateriali originali e differenti da quelli

che ormai la globalizzazione ha standardizzato e, quindi, potenzialmente molto più “preziosi”. Nell’intento di disporre di un soggetto “proprio” dell’azione endogena di incremento della competitività territoriale, e di costituire un’opportuna “massa critica” in grado di dare un senso a tale azione, i partecipanti alla concertazione (cfr. I.2.2.4) hanno condiviso l’esigenza di costituire una coalizione locale per lo sviluppo del territorio della Bačka Meridionale. Secondo il modello metodologico adottato (cfr. I.1.2.), allora, la Bačka Meridionale

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 33

• va resa sede di un Partenariato Locale (del quale i partecipanti alla prima fase di concertazione costituiscano il nucleo iniziale di aggregazione) costituito dagli attori istituzionali e socioeconomici locali, che eserciti la funzione della governance, cioè sia in grado di elaborare una strategia di sviluppo condivisa;

• deve disporre di un ente tecnico-operativo (ente di government), identificato in Alma Mons (in quanto disposta a ristrutturarsi in tal senso), in grado di interagire con il Partenariato - fornendogli in continuum l’opportuna conoscenza dello stato socioeconomico (bisogni – risorse) del

territorio, - attuandone la strategia stabilita.

Le Municipalità partecipanti alla concertazione si sono dichiarate disposte a costituire i soggetti promotori della coalizione locale per lo sviluppo.

La coalizione transnazionale

Si è condiviso, inoltre, che la rete relazionale locale, di cui il Partenariato Locale costituisce un’immagine, vada supportata e corredata dalla costituzione di un Partenariato Transnazionale, cioè di una rete stabile con altri sistemi territoriali non geograficamente contigui, finalizzata alla conoscenza reciproca e alla cooperazione, ed operante secondo un programma condiviso dai territori stessi, allo scopo di • affrontare problematiche “di sistema” comuni o complementari mediante il reciproco scambio di

conoscenze, esperienze e creatività, • favorire le relazioni e gli scambi di ogni tipo tra le Aree istituzionali, economiche, sociali e culturali dei

territori partners, e tra i singoli attori afferenti a queste Aree, anche mediante opportune reti tematiche, • facilitare il reperimento di risorse finanziare per la realizzazione degli obiettivi programmatici.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 34

3.2. Il quadro bisogni - risorse. 3.2.1. Area amministrativa - istituzionale. Municipalità, Provincia Autonoma, Stato

Bisogni Risorse

Completamento di un quadro legislativo esaustivo sui temi • del decentramento e della sussidiarietà, • dei servizi ai cittadini e della loro protezione, • delle regole del mercato e per la libera impresa, • della collaborazione pubblico – privato per arginare l’attuale stato di sostanziale deregulation, che è tra le principali cause attuali del ritardo di sviluppo della Serbia. Sensibilizzazione di tutti i livelli istituzionali ad un approccio corretto alle privatizzazioni, basato su un programma di sviluppo in grado di impiegare e valorizzare il drop out di forza lavoro conseguente alle stesse. Sensibilizzazione di tutti i livelli istituzionali al perseguimento della sostenibilità delle azioni di sviluppo, e quindi all’attenzione alla programmazione di dinamiche socioeconomiche durevoli piuttosto che alla mera attrazione di investimenti. Composizione del dissesto idrogeologico (esondazioni fluviali, acque subsidenti). Risoluzione dei problemi infrastrutturali legati alla mancanza di servizi di rete (qualità dei trasporti, comunicazioni, scarichi fognari e depurazione delle acque, etc.). Adeguamento dei programmi del Ministero dell’Agricoltura, Selvicoltura e Acquacoltura serbo e della Provincia Autonoma della Vojvodina a supporto della produzione agricola. Promozione della tipicità dei prodotti materiali ed immateriali di qualità della regione, in direzione di un “marchio” della Bačka Meridionale. Attivare una produzione legislativa soddisfacente sul turismo, e specificamente • sui ruoli, nel sistema turistico nazionale, dello Stato, della

Provincia e delle Municipalità, degli Operatori, • sulla registrazione degli ospiti, • sull’igiene e qualità generale dell’ospitalità, • sulla classificazione delle strutture recettive. Costruire una programmazione turistica regionale “di sistema”.

Buona disponibilità, da parte delle Municipalità a • promuovere un Partenariato Locale di qualità, • partecipare ad Alma Mons, • costituire un Partenariato Transnazionale, • a costruire un programma di cooperazione tra territori. Esistenza di un marchio di qualità, il “Best from Vojvodina”, assegnato mediante bando pubblico della Provincia Autonoma della Vojvodina • dedicato a prodotti naturali, agricoli, artigianali, industriali e

prodotti caserecci, • dotato di opportuni e completi disciplinari di processo e di

prodotto per categorie, stabiliti da esperti, • comprendente la conformità al sistema di management

della qualità ISO 9000/2001 e al sistema di management della tutela dell’ambiente ISO 14001,

• per i prodotti alimentari, comprendente gli standard HACCP. Esistenza di un Protocollo quadro di Intesa tra il Governo serbo e la Regione Campania per la cooperazione, di cui il Progetto 4 costituisce uno degli strumenti di attuazione.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 35

3.2.2. Area economica – attività primarie. Quadro generale delle attività rurali

Bisogni Risorse

Arrestare il calo di produttività del settore primario, dovuto prevalentemente • al bisogno di innovazione e ottimizzazione dei processi

produttivi, • alla scarsità di agevolazioni per investimenti, • alla frequenza di condizioni ambientali (meteorologiche ed

idrogeologiche) sfavorevoli. Assicurare accompagnamento ed assistenza alle cooperative dei produttori agricoli, di cui va incrementata l’efficienza. Promuovere la valorizzazione delle risorse umane in termini di • formazione professionale, per i disoccupati, • riqualificazione professionale, per le risorse umane a rischio

di fuoriuscita dal mercato del lavoro, • specializzazione professionale, per gli operatori impegnati in

processi suscettibili di introduzione di innovazioni. Promuovere l’educazione dei consumatori. Procedere in direzione della creazione del “marchio” della Bačka Meridionale (cfr. I.3.2.1), e quindi: • dell’incremento di qualità dei prodotti

- incremento della tipologia delle produzioni e delle quantità di prodotto garantite “Best from Vojvodina” (cfr. I.3.2.1);

• della promozione della tipicità dei prodotti - incremento delle conoscenze relative alla natura, alle

proprietà, alle quantità e ai processi produttivi dei prodotti della regione,

- perseguimento dell’identificabilità (caratteristiche genetiche, germoplasmi, et.) dei prodotti tipici della regione;

• della massima promozione possibile della biologicità dei prodotti, a partire dall’analisi dei terreni agricoli.

Perseguire l’incremento di conoscenza, disponibilità ed appetibilità dei prodotti regionali sui mercati tradizionali (interno e orientale) e sui nuovi mercati (Unione Europea) mediante • l’ottimizzazione delle reti di distribuzione, • la promozione strategica integrata territorio – prodotti. Ristabilire sani rapporti con l’ambiente e la biodiversità e, conseguentemente, ristabilire il “paesaggio agricolo”, in favore • della qualità generale delle attività rurali, • dell’interazione ruralità – turismo.

Notevole disponibilità di prodotti, anche tipici, conseguente ad un’elevata biodiversità (v. tabelle seguenti).

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 36

Allevamento

Bisogni Risorse

Incrementare la disponibilità di materiale genetico endogeno, anche per contrastare i tentativi di introduzione di ibridi esogeni. Promuovere il miglioramento genetico del maiale domestico bianco. Ottimizzare i costi della tosatura delle pecore. Incrementare la produzione di latte. Incrementare il livello qualitativo dei mattatoi.

Avicoltura. Esistono razze autoctone di tacchino, anatra, oca. Allevamento di suini. Vi sono le seguenti razze suine: • mangulica, autoctona, individuata anche dall’Associazione

italiana Slow Food, • maiale domestico bianco. Allevamento di ovini. Vi sono le seguenti razze di pecore: • pramenka, dalla lana particolarmente adatta alla produzione

di materassi, • homoljka, • cigaja, • virtemberg • Île de France. Prima dello smembramento della ex Jugoslavia, la Bačka Meridionale esportava sul mercato italiano e greco il cosiddetto agnello di Pasqua (di origine mista), per un quantitativo di circa 20.000 capi all’anno. Allevamento di bovini. E’ diffuso l'allevamento della giovenca di alta qualità della razza milanese. Prima dello smembramento della ex Jugoslavia, la Bačka Meridionale esportava, sempre in Italia e in Grecia, il baby beef, o vitello ingrassato della Vojvodina, di origine domestica. Itticoltura. Non esistono razze autoctone, però ci sono pesci d’acqua dolce di qualità: • carpa, carpa argentata (tolstolobik, Hypophthalmichthys

molitrix) e carpa erbivora (amur, Ctenopharyngodon idella), • luccio e il luccioperca (Stizostedion lucioperca). Apicoltura. Si producono diversi tipi di miele, di cui quello a più’ alta qualità é il miele di tiglio.

Prodotti caseari. Molti i prodotti del latte tipici della regione, tra cui il formaggio di Pivnice (pivnički sir) e il Rotolino di Bačka, fatto di latte di vacca o di pecora. Diffusione di una coscienza associazionistica che sta promuovendo la creazione di un'unica associazione di allevatori di bestiame della Vojvodina.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 37

Orticoltura

Bisogni Risorse

Ridurre il rischio, cui è particolarmente esposto il settore orticolo, di abbandono delle produzioni tradizionalmente e culturalmente legate al territorio in favore di colture apparentemente più appetibili dai mercati internazionali. Incrementare la produzione della verza di Futog. Introdurre le opportune innovazioni nel settore floricolo, per evitarne la scomparsa e rinnovarne la qualità.

Produzioni orticole: • verza di Futog, specie autoctona, già esportata in Europa,

in via di introduzione sul mercato russo; • paprika (peperone), già diffusamente esportata in Europa, di

cui esiste una specie autoctona, e che è alla base di molti piatti e conserve caratteristiche della cucina pannonica e balcanica in genere: - dolce, - piccante, - aromatica;

• pomodoro, prodotto di notevole qualità e quantità, di cui esiste una specie autoctona (novosadski jabučar);

• cetrioli; • aglio; • patate e patate novelle; • carote; • fagioli (di cui esistono anche specie autoctone); • piselli e piselli da foraggio, • cipolle; • fragole (qui considerate ortive); • fiori, produzione di valenza tradizionale.

Frutticoltura e viticoltura

Bisogni Risorse

Frutticoltura. Incrementare la superficie destinata a frutteto, e il numero degli operatori del settore frutticolo. Arrestare l’estinzione delle specie autoctone di frutta. Arrestare il calo di produzione tipica di • pesche, • pere.

Frutticoltura. Produzioni più diffuse di frutta: • mele, • albicocche, • prugne. Produzioni tipiche di • pesche vinogradarske (di vigneto) e smokvare (autoctone, a

forma di fico), • pere karamanke (autoctone). • nespole (mušmula), • melograni (šipak), con cui si produce una marmellata tipica, • corniole (drenjina) da cui si ricava un succo tipico e raro. Vi sono aree indicate per le coltivazioni di noci, mandorle, nocciole, amarene, ciliegie e more di rovo.

Viticoltura. Incrementare la superficie destinata a vigneto, e il numero degli operatori del settore viticolo. Arrestare l’estinzione dei vigneti autoctoni, che sta avvenendo in favore di quelli di importazione, di più scarso valore identitario.

Viticoltura. Sono diffusi i seguenti vitigni: • traminac, • prokupac, • burgundac, • neoplanta; specie domestica ottenuta dall’incrocio tra

smederevka e traminac; • portugizer; antica specie autoctona reperibile anche in

Ungheria, attualmente reintrodotta massicciamente a Sremski Karlovci, e impiegata per i vini ausbruh e bermet;

• risling italiano; è la specie più diffusa nella regione; • sauvignon; • sila; specie domestica ottenuta dall’incrocio tra kevedinka e

chardonnay; • vranac; conosciuto in Europa; • župljanka; specie domestica ottenuta dall’incrocio tra

prokupac e burgundac (bourgogne) rosso.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 38

Cerealicoltura e piante industriali

Bisogni Risorse

Cerealicoltura Arrestare il calo di produttività delle attività cerealicole, in direzione dell’incremento delle esportazioni. Promuovere la redditività delle attività cerealicole mediante • l’individuazione di nuovi mercati, • il miglioramento delle condizioni degli spazi di stoccaggio.

Cerealicoltura Sussistono nella regione condizioni più che favorevoli (per clima e qualità del terreno) per la produzione dei cerali, caratterizzata da un’ottima disponibilità di varietà: • Grano

- grano tenero (Triticum aestivum L.), per la produzione del pane,

- grano duro (Triticum durum L.), - grano verde (Triticum spelta L.).

• Segale - triticale (Triticosecale W.).

• Orzo (Hordeum vulgare). • Avena (Avena sativa). • Mais

- rosso, - bianco, - dolce.

• Ibridi (selezionati dall’Istituto per la Cerealicoltura e l’Orticoltura di Novi Sad, v.I.3.2.5): - triticum spelta (ibridazione tra grano tenero e farro),

resistente ai parassiti e alle malattie, particolarmente adatto alla produzione biologica;

- circa 50 ibridi di mais riconosciuti in Turchia, Grecia, Macedonia, Romania, Ucraina, Russia, Albania, Iran, Bulgaria e Spagna.

Piante industriali. Incrementare la produzione di sementi. Promuovere la redditività della produzione di piante industriali mediante • l’individuazione di nuovi mercati, • il miglioramento delle condizioni degli spazi di stoccaggio.

Piante industriali. Significative produzioni di: • soia, • girasole, • saggina, • barbabietola da zucchero, • colza. Esiste una buona produzione di sementi, considerata strategica, particolarmente redditizia. Possibilità di introduzione della produzione di robinia pseudoacacia, pianta idrofila antagonista della subsidenza idrica (Bečej), per la produzione di legna da ardere.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 39

3.2.3. Area economica – attività secondarie (cenni). Lavorazioni artigianali e industriali del prodotto agricolo

Bisogni Risorse

Incremento di qualità, promozione, diffusione, adeguamento dei prezzi dei prodotti: v.I.3.2.2 Incremento della produzione di prugne secche. Promozione della standardizzazione della produzione industriale di scope di saggina. Creazione di uno “stile” della Bačka Meridionale, coinvolgendo la creatività dei giovani, e di una linea di tessuti ed abbigliamento basata sull’impiego di fibre naturali.

Significativa produzione di qualità di carni bovine conservate e salumi (kulen, kobasica). Il pesce essiccato e affumicato (carpa e carpa argentata) è una specialità della regione. Crauti della verza di Futog Significativa produzione di conserve alimentari da paprika, pomodoro, cetrioli, etc. e di confetture di frutta. Buona produzione vinicola destinata all’imbottigliamento. Piccola produzione di vini da taglio. Vini prodotti: • karlovački rizling (bianco), • župljanka (bianco), • il sila (bianco), • neoplanta (bianco), • portugizer (rosso, autoctono), • vranac (rosso), Dal portugizer si produce il vino aromatico bermet. Significativa produzione artigianale ed industriale di distillati di frutta (rakija), particolarmente forti, arrivando fino a 50° di volume alcoolico: • uva (loza), • mela (jabukovača), • mela cotogna (dunja), • prugna (šljivovica), • pera (kruškovača), • pera williams (viljamovka), • albicocca (kajsijevača), • mora di gelso (dudovača). Produzione olearia (di semi) di potenzialità significative: • olio commestibile di girasole (di standard “Best from

Vojvodina”), • olio di semi di zucca, praticamente esclusivo della regione. Prossima apertura, a Zrenjanin, nel Banato Centrale, di un’azienda per la lavorazione dei prodotti biologici della soia (germe, olio), che incrementerà le capacità della Vojvodina di lavorazione del legume. Presenza diffusa di forni (pekare), che rendono disponibili una notevole varietà di tipi di pane e prodotti da forno. Bački Petrovac è produttore ed esportatore di scope di saggina in Italia e in Germania. Possibilità di creazione di un buon settore tessile determinata • dall’alta potenzialità di produzione di lana, • dalla possibilità di reintroduzione della canapa, • dall’opportunità di introduzione del gelso, pianta idrofila

antagonista della subsidenza idrica (Bečej), per l’allevamento del baco da seta.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 40

3.2.4. Area economica – attività terziarie. Trasporti

Bisogni Risorse

Risistemazione ed adeguamento al trasporto pesante della rete stradale periferica esistente. Potenziamento delle reti di trasporto pubblico su gomma. Valutazione dell’opportunità della creazione di una rete ferroviaria locale. Dotazione di un porto fluviale turistico e commerciale a Novi Sad. Risistemazione degli scali fluviali delle Municipalità. Ottimizzazione dell’intermodalità (interporto a Novi Sad). Valutazione dell’opportunità di disporre di servizi di aviazione generale.

Buona disponibilità di vie di collegamento: • è attraversata dall’autostrada Subotica – Niš sull’asse nord

– sud (Ungheria – Bulgaria); • confina ad ovest con la regione turistica croata della

Slavonia (confine di Stato a Bačka Palanka); • è attraversata dal Danubio e quindi gode della rete di

trasporti fluviali dall’Europa Centrale al Mar Nero (Germania – Austria – Ungheria – Serbia – Romania – Bulgaria);

• dispone di una rete locale di canali (Danubio, Tisa, Canale DTD) connettente molte Municipalità.

Prospettive di incremento della rete dei trasporti: • prossima infrastrutturazione del Corridoio 10 (Salisburgo –

Lubiana – Zagabria – Belgrado – Salonicco) che attraversa la regione;

• realizzazione del progetto di “barriera fluviale internazionale” mediante ferry boat sul Danubio tra Bač e Vukovar (Croazia), finanziato dall’Olanda.

Disponibilità di imprese operanti nei trasporti e nella logistica (Vrbas).

Turismo

Bisogni Risorse

Attrattori Individuare, riconoscere consapevolmente, rendere fruibile, valorizzare e promuovere un discreto insieme di attrattori “altri”, per incrementare e differenziare il potenziale di attrazione turistica della regione, e giustificare così investimenti nel settore dell’ospitalità. Evitare di ricorrere ad inefficaci attrattori “artificiali (i “non luoghi”).

Attrattori. Il modus vivendi locale rende la regione un’esemplificazione concreta del concetto europeo di “sistema di accoglienza”. Presenza significativa di attrattori culturali (v.I.3.2.5). Tutte le Municipalità della regione sono caratterizzate da una buona potenzialità di offerta enogastronomica (v.I.3.2.2 – I.3.2.3). La regione, pianeggiante e ricca di acque interne, è ideale per l’escursionismo (fluviale, equestre, cicloturismo, etc.). La biodiversità delle zone fluviali ed umide è ideale per il turismo ambientale e per la caccia e la pesca sportive opportunamente regolate. Novi Sad • è una città particolarmente adatta ad ospitare turismo

congressuale, • è una tappa delle crociere sul Danubio che trasportano

turisti dalla Germania al Mar Nero. • A Bečej vi è presenza di acque termali.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 41

Ospitalità Promuovere un’opportuna organizzazione dell’ospitalità affinché • oltre a quella di Novi Sad, si rendano disponibili anche le

potenzialità recettive delle altre Municipalità della regione, • l’offerta alberghiera si integri con quella extralberghiera

“tipica”, (dai salaši, alle čarde, a tutte le altre possibili forme locali di ospitalità).

Valutazione di un fabbisogno effettivo di incremento delle strutture recettive. Incremento di qualità delle strutture recettive esistenti.

Ospitalità Buona capacità recettiva di Novi Sad. Buon livello degli esercizi di ristorazione. Esistenza dei salaši, le fattorie tradizionali della Vojvodina, che • costituiscono ancora oggi il nucleo di un sistema produttivo

complesso, • si caratterizzano in quanto strutture di ospitalità

(ristorazione, locanda), • si caratterizzano in quanto attrattori (agriturismo, maneggio,

etc.), e vanno considerati l’anello di congiunzione tra le attività di sviluppo rurale e sviluppo turistico.

Servizi Incrementare la quantità e la qualità di servizi di natura strategica, potenziando il marketing turistico (attualmente operato a Belgrado e finalizzato alla sola Novi Sad) mediante una promozione autonoma e in forma unitaria della regione, tale da valorizzarne tutti gli aspetti, e quindi • comunicarne l’identità mediante la promozione e la

diffusione dei suoi elementi culturali, produttivi, paesaggistici e di tutti i suoi altri attrattori,

• valorizzarne le potenzialità e particolarità recettive. Promuovere la valorizzazione delle risorse umane in termini di • formazione professionale, per i disoccupati, • riqualificazione professionale, per le risorse umane a rischio

di fuoriuscita dal mercato del lavoro, • specializzazione professionale, per gli operatori impegnati in

processi suscettibili di introduzione di innovazioni.

Servizi Si assiste al nascere di strutture per la promozione turistica, tra cui l’Ass. “Zelena mreža Vojvodine” (“Rete Verde della Vojvodina”).

Altri servizi

Bisogni Risorse

Bisogno generalizzato e diffuso di servizi innovativi sia strategici che tattici. Rendere opportunamente strategiche le attività finanziarie e di supporto all’impresa mediante la creazione condivisa, per scongiurare il rischio di limitare la possibilità di autodeterminazione del territorio e di renderlo vulnerabile nei confronti di elementi di insostenibilità, quali - investimenti selvaggi e tendenti alla “colonizzazione”, - spreco di risorse in imprese non strategiche.

Presenza, nella regione, di aziende per il controllo di qualità, accreditate per erogare diversi tipi di standard e certificazioni (ISO 9000, ISO 14000, HACCP, EUROGAP, biologicità, etc.). Nascita di molte attività • di sostegno e supporto all’impresa (ad es. gli “incubatori di

impresa”), • di attrazione di investimenti stranieri.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 42

3.2.5. Area culturale.

Istruzione e ricerca, produzione culturale, siti ed insediamenti.

Bisogni Risorse

Istruzione e ricerca Incrementare le attività di ricerca (a partire dall’Università di Novi Sad) sugli elementi e le caratteristiche della cultura e della biodiversità locale per • la tutela e la valorizzazione della tipicità rurale della regione,• la promozione e il supporto alle creatività locali.

Istruzione e ricerca Esistenza, a Novi Sad • dell’Istituto per la Cerealicoltura e l’Orticoltura (cui afferisce

il Dipartimento per i Cereali), impegnato nel miglioramento delle produzioni agricole locali,

• di una Stazione Agricola impegnata nella ricerca e nell’accompagnamento ai produttori locali,

• dell’Accademia di Belle Arti, che ha sezioni dedicate a tutte le espressioni artistiche (arti figurative, musica, etc.)

• di un Conservatorio musicale, impegnato nella ricerca etnomusicologica e etnocoreutica (ritrovate finora 7 danze balcaniche).

Produzione culturale Stimolare la sensibilità pubblica ai temi culturali per promuovere la formulazione, ai vari livelli Istituzionali, di una strategia efficace e credibile per l’intero sistema culturale. Incrementare la disponibilità di risorse finanziarie per la produzione culturale, attualmente di fatto non considerata una possibile risorsa per lo sviluppo. Arrestare il progressivo impoverimento culturale dei villaggi supportando gli operatori culturali attivi nei piccoli centri (da sempre molto fertili, in questo senso) e prevenendone l’esodo. Promuovere la ricerca degli “oggetti culturali” identitari della regione e della Vojvodina.

Produzione culturale Musica: • il Festival “Exit” di Novi Sad è un evento musicale dedicato

a molti generi (rock, pop, folk, etc.) ed ha assunto una posizione di rilievo nel circuito europeo dei festival musicali;

• la cultura popolare della Vojvodina trova nella regione un’espressione altissima, ad esempio in termini musicali (tamburaši, gruppi locali di musica etnica), rinnovata, tra l’altro, dal Festival dei Tamburaši di Begeč

Teatro • Novi Sad è sede

- del Teatro Nazionale Serbo, appartenente alla Comunione Europea dei Teatri;

- dell’Ente per il teatro Sterijino Pozorje. Letteratura: • Titel è sede

- della Biblioteca Nazionale “Stojan Trumić”; - di un’iniziativa di ”alfabetismo cirillico” per gli studenti

delle scuole inferiori, - di iniziative di promozione per Isidora Sekulić, scrittrice

locale. Arte folk e contemporanea: • il villaggio di Begeč, nella Municipalità di Novi Sad, è la

sede della “Colonia di Riciclaggio”, una sperimentazione dedicata alla produzione artistica a partire dai materiali di scarto e rifiuto;

• la Scuola speciale ”Milan Petrović” di Novi Sad promuove la produzione artistica (arti figurative, musica, teatro, etc.) dei diversamente abili;

• Titel è sede di laboratori di teatro, scrittura, balletto, musica, etc;

• si contano, nella regione, circa 30 etnie di forte valenza culturale (multiculturalismo).

Disponibilità, da parte degli attori culturali, ad instaurare un dibattito permanente, allo scopo di definire una strategia dinamica di sviluppo culturale per la regione, i cui obiettivi principali siano • la conoscenza dello stato locale della cultura, mediante

ricerca ed analisi permanente, • la promozione della produzione di oggetti culturali in ogni

ambito, • la distribuzione culturale nei confronti dei territori

marginalizzati, • l’identificazione di un’immagine identitaria corretta e

condivisa della regione, cui ispirare lo sviluppo socioeconomico territoriale.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 43

Siti ed insediamenti Incrementare l’attrattività e la fruibilità dei siti ed insediamenti di interesse culturale della regione.

Siti ed insediamenti Vicinanza con i monasteri di Fruška Gora, il “Monte Athos” serbo. Esistenza del Museo della Vojvodina e della fortezza di Petrovaradin a Novi Sad. Esistenza di siti di valore archeologico a Bač, Titel e Begeč (Novi Sad).

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 44

3.2.6. Area sociale.

Dal senso di cittadinanza all’inclusione sociale

Bisogni Risorse

Accelerare il processo di realizzazione dello Stato sociale. Mitigare le conseguenze sociali determinate dal passaggio alla ”economia di mercato”. Creare e diffondere il senso della cittadinanza attiva, solidale e responsabile. Ricostituire il tessuto sociale rurale, soprattutto arrestando la migrazione dei giovani dalle aree rurali verso le città, mediante • l’adeguata valorizzazione economica delle attività rurali, • il riconoscimento di dignità e prestigio al mondo rurale, per ridurre, nei villaggi, il calo delle energie fisiche, delle capacità imprenditoriali e della creatività necessarie per assicurare un livello accettabile di qualità della vita. Includere nei processi di determinazione delle scelte strategiche territoriali • i diversamente abili psicofisici, privi di ogni assistenza a

partire dai 26 anni di età, e portatori di risorse finora del tutto ignorate,

• i profughi, in maggioranza Serbi di Bosnia, risorsa territoriale notevole e non sufficientemente considerata in quanto tale, malgrado l’evidente esigenza di una loro integrazione definitiva,

• gli appartenenti alla minoranza Rom, che registra da sempre difficoltà di integrazione nei confronti degli stanziali,

prevenendone così l’esclusione sociale.

Sensibilizzazione e fermento crescenti, da parte istituzionale, nei confronti dell’esigenza di promuovere l’inclusione sociale: • il Segretariato Provinciale al Lavoro della Vojvodina è

impegnato nell’elaborazione di programmi in grado di determinare prospettive di lavoro per i diversamente abili;

• la Municipalità di Novi Sad ha la rete più avanzata per la protezione sociale e degli invalidi, e sta studiando le ipotesi di diversificazione dei servizi, nonché le possibilità di promozione di cooperative sociali;

• la Municipalità di Bač ha affrontato e risolto il problema dei profughi nel proprio territorio, assegnando loro abitazioni non più occupate e promuovendo il loro lavoro rurale, determinando un buon livello di integrazione culturale e l’inizio del ritorno nei villaggi dei giovani;

• la Municipalità di Bačka Palanka dispone di un Centro per il lavoro sociale.

Disponibilità di “Scuole Speciali”: • la Scuola Speciale ”Milan Petrović” di Novi Sad è

probabilmente il punto di riferimento più significativo per le famiglie dei bambini e dei giovani di diversa abilità psicofisica;

• la Scuola Speciale ”Bratstvo” di Bečej è riuscita ad organizzare un laboratorio protetto, ed opera “condividendo il destino del territorio”. Ha realizzato un database dei bambini con “multiproblemi”;

• la Scuola ”Stevan Divnin Beba” di Žabalj ha una classe per bambini diversamente abili;

Esistenza di aggregazioni sociali: • a Novi Sad si è costituito il Comitato della Cura delle

Persone Disabili, presieduto da Slavica Marković, la direttrice della locale Scuola Speciale; il Comitato agisce documentando il quadro bisogni – risorse e gestendo un database in proposito ai fenomeni di esclusione relativi alla Città;

• a Srbobran è attiva l’Associazione per l’Assistenza MNRO , una ONG costituita da 70 famiglie di persone affette da problemi relativi al ritardo mentale;

• l’ARCI di Novi Sad è un’associazione costituita sul modello di quelle italiane omonime, e lavora per promuovere l’inclusione sociale e culturale a vario titolo.

• l’Associazione delle Tessitrici di Beočin opera nell’intento di utilizzare il lavoro come principale strumento di inclusione sociale, in un ambito, quello del tessile, particolarmente connesso ad ipotesi innovative di sviluppo rurale.

Le minoranze “escluse” (particolarmente profughi serbo - bosniaci e Rom) costituiscono in sé una risorsa territoriale: • l’esperienza di Bač mostra come sia possibile risolvere un

problema trasformandone le cause stesse in risorsa; • il patrimonio di cultura detenuto dai Rom costituisce un

prezioso fattore di attrazione sia turistica che culturale, che deve essere opportunamente valorizzato e promosso.

Mediante le attività di welfare del Programma Città – Città, UNOPS è riuscita a supportare gli Enti, le esperienze e i progetti per l’inclusione sociale. Disponibilità, da parte degli attori sociali, ad instaurare un dibattito permanente, allo scopo di definire una strategia dinamica di inclusione sociale per la regione, da integrare nella strategia di sviluppo socioeconomico territoriale, mediante l’istituzione di un Tavolo Sociale.

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 45

3.3. L’orientamento strategico. 3.3.1. Connessione tra ruralità, turismo e servizi. La forza motrice per lo sviluppo

La concertazione ha evidenziato l’intento, molto diffuso tra gli attori locali, di puntare sulla promozione dello sviluppo turistico della regione. Dal punto di vista strettamente tecnico, in Bačka Meridionale sussistono i presupposti per un’azione locale di sviluppo ispirata alle dinamiche proprie dei Sistemi Turistici Locali, così come previsti dalla Legge Quadro italiana sul turismo (L.135/2001), per la quale tali Sistemi sono contesti territoriali caratterizzati dall’offerta integrata di “attrattori” turistici (beni culturali, ambientali, paesaggistici, etc.) e di prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato locale (tra cui quelli “tipici”, che sono anch’essi attrattori turistici a pieno titolo). Va, però, specificato che il contesto territoriale della Bačka Meridionale è caratterizzato dalla prevalenza delle risorse rurali rispetto a quelle del settore turistico (attrattori, ospitalità, servizi), per cui l’azione di sviluppo • non può che individuare nei settori primario – rurale (cui, tra l’altro, è strettamente connesso il principale

attrattore turistico della regione, quello rurale – ambientale) e secondario - agroalimentare le proprie forze motrici,

• può individuare nel turismo, opportunamente ottimizzato, il proprio settore principale di supporto strategico,

• in tal caso, deve adeguare il opportunamente l’offerta e le reti locali dei servizi. La dinamica strategica

La ruralità è, per la regione, la risorsa economica di primaria importanza. Sarebbe impensabile l’approccio all’economia della regione (e di tutta la Vojvodina) a prescindere da un opportuno orientamento strategico delle attività rurali e, confondendo un programma di sviluppo rurale con un mero “programma di investimenti”, si compirebbe il fatale errore di confondere “economia” con “finanza”. Anche il settore turistico detiene una funzione strategica, a patto che vengano individuate, realizzate e sviluppate tutte le sue connessioni con gli altri settori, principalmente con quello rurale.

E’ un dato di fatto che il principale attrattore della regione sia costituito dall’insieme delle valenze produttive e culturali legate al mondo rurale, e che la potenza di tale attrattore cresca in maniera direttamente proporzionale • all’incremento di qualità, tipicità, e biologicità dei prodotti rurali, • alla valorizzazione della cultura e dei saperi rurali locali, • all’incremento dello stato generale del territorio, in favore anzitutto della qualità della vita dei cittadini. I termini di riferimento per queste azioni sono descritti da tutte le tabelle di I.3.2.

Il processo condiviso da perseguire è rappresentato dall’interazione tra turismo e ruralità, in base alla considerazione che i due settori sono in grado di amplificarsi reciprocamente. Infatti • da un lato, incrementare le potenzialità espressive del mondo rurale (produttive e culturali) significa

incrementare quelle che sono le capacità attrattive per eccellenza della regione; significa, cioè, arricchire quell’insieme di ragioni che permettono realisticamente di ipotizzare la creazione e l’incremento di un flusso turistico;

• dall’altro, organizzare opportunamente un turismo basato sugli attrattori rurali significa porre le principali basi per l’incremento del mercato delle produzioni rurali, dapprima localmente e poi su scala nazionale ed internazionale.

Va, quindi, sottolineata esplicitamente la sostanziale inefficacia nel procedere separatamente al potenziamento delle capacità produttive rurali e all’incremento delle potenzialità dell’ospitalità turistica: in

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I – Obiettivi, metodologia, animazione territoriale, linee strategiche - 46

tal caso, infatti, ad entrambe mancherebbe, su scala regionale, un un’adeguata ottimizzazione del mercato di riferimento. Una corretta interazione tra organizzazione turistica e ruralità potrebbe costituire, invece la principale dinamica di sviluppo regionale. Infatti, amplificandosi reciprocamente, i due settori, in maniera ordinata ed efficace • consentirebbero la promozione di altri attrattori turistici oltre a quelli rurali, • costituirebbero il bacino di utenza di altre attività secondarie e terziarie, • conseguentemente, fornirebbero alle Piccole e Medie Imprese di ogni settore (esistenti e future)

un’efficace e stabile collocazione strategica e funzionale, con evidenti benefici anche dal punto di vista occupazionale.

L’induzione della dinamica strategica condivisa prevede opportuni adeguamenti ed innovazioni che interessano e coinvolgono tutte le Aree Tematiche del territorio (Amministrativa- Istituzionale, Economica, Culturale e Sociale). Tra queste, quella Economica riveste un interesse primario ai fini dell’articolazione del Progetto. Si riportano, di seguito, quelli che tra gli adeguamenti e le innovazioni necessari rivestono una valenza strategica primaria o, addirittura, propedeutica. 3.3.2. Gli adeguamenti. Qualità, tipicità, biologicità

E’ emersa l’esigenza condivisa di procedere in direzione della creazione di un “marchio” della Bačka Meridionale, identificativo del territorio e destinato alla caratterizzazione e alla tutela di tutti i suoi prodotti materiali ed immateriali; conseguentemente, è stata riconosciuta l’esigenza dell’elaborazione dei disciplinari relativi ai prodotti rurali, coerenti con le procedure di certificazione, con gli standard europei di attività, prodotto e processo (qualità), e tali da definire le caratteristiche di tipicità. Si è, inoltre, convenuto sull’intento di perseguire l’incremento di opportune produzioni secondo le regole della biologicità. Il flusso qualità – tipicità – biologicità necessita di conseguire • la conoscenza dei prodotti e delle loro caratteristiche, • la conoscenza e la diffusione delle norme e delle procedure definite in Vojvodina, Serbia ed Europa per

l’incremento della qualità e il riconoscimento della biologicità, • la valutazione di fattibilità dell’adozione delle norme e delle procedure, e del relativo adeguamento

tecnologico.

Per tutti i prodotti va progressivamente introdotta la tracciabilità.

Circa le produzioni tipiche, in direzione di un marchio di qualità, bisogna procedere • nella definizione genetica dei prodotti, a partire da quelli di maggior valore competitivo, • nella definizione dei disciplinari di produzione. Il “sistema di accoglienza”

Il modus vivendi locale rende la regione un’esemplificazione concreta del concetto europeo di “sistema di accoglienza”.

Il salaš, la fattoria tradizionale della Vojvodina, che costituisce ancora oggi il nucleo di un sistema produttivo complesso, è probabilmente il più potente strumento locale di sviluppo rurale. Esso, infatti può’ essere individuato quale • “stazione” per la sperimentazione di processi e buone pratiche in relazione alla produzione (anche

biologica), • anello di congiunzione tra sviluppo rurale e sviluppo turistico. Vanno, pertanto, supportate e potenziate le attività, già in corso • di mappatura dei salaši, • della loro riqualificazione ai fini dell’ospitalità.

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Va, inoltre, promosso l’incremento di qualità del settore turistico e dei servizi (cfr. I.3.2.4). Il supporto agli attori rurali

Le attività rurali, in Bačka Meridionale, vengono svolte dalle seguenti tipologie di attori: • attori rurali individuali, • società cooperative, • piccole e medie imprese, • grandi imprese, • kombinat agricoli.

Nei loro confronti • va promosso lo stimolo all’innovazione sostenibile dei processi (operatori “anziani” e cooperative di più

vecchia costituzione); • vanno agevolati gli investimenti relativi all’introduzione sostenibile delle innovazioni (attori individuali

“giovani”, cooperative di recente costituzione, piccole e medie imprese); • va promossa la riduzione dell’utilizzo della chimica (grandi imprese del settore delle piante industriali).

Il processo di privatizzazione dei grandi kombinat agricoli può rivelarsi una risposta efficace alle esigenze di ammodernamento e di ottimizzazione del sistema produttivo rurale serbo, in generale, e regionale, in particolare, se: • avviene nel rispetto della conservazione delle filiere sottese dal kombinat, onde evitare al territorio il

trauma improvviso dell’”esplosione” dei sistemi produttivi locali, • prevede l’accompagnamento alla creazione di nuove imprese, introdotte nel programma di sviluppo

regionale (adeguamenti ed innovazioni), in grado di ricollocare efficacemente la forza lavoro ridondante.

Va migliorata l’organizzazione e la gestione delle aziende cooperative, per le quali coesistono condizioni di eccellenza (in buona parte sono multifunzionali) e problematiche strutturali.

Il capitale relazionale sotteso dagli attori rurali è caratterizzato da un buon livello di associazionismo, ma non è possibile rilevare l’esistenza di una massa critica coesa. E’, questa, una conseguenza del frequente fraintendimento delle ragioni dell’attivazione dei processi di privatizzazione e di apertura e liberalizzazione dei mercati, che ha finora determinato, in Serbia, politiche economiche fortemente orientate alla promozione della nascita di imprese (particolarmente piccole e medie), ma poco attente nei confronti delle realtà aggregative dei produttori in ogni settore. Le principali conseguenze di ciò si manifestano sotto forma di preoccupanti segnali di frammentazione del sistema produttivo, e il rischio che ne deriva è che il patrimonio di imprese in via di costituzione sia costituito da una miriade di piccole realtà non sistematizzate e, pertanto, sostanzialmente incapaci di competere sia localmente che globalmente con realtà straniere moto più forti e strutturate. L’istituzione dei Partenariati Locale e Transnazionale in grado di costruire propri programmi può risolvere questo problema. L’analisi dei mercati

Il passaggio da un sistema economico fortemente statalizzato all’economia di mercato ha generato problemi anzitutto nelle relazioni tra produttori e trasformatori. Dai tempi in cui lo Stato comprava tutto si è, oggi, passati ad un mercato dominato dalle industrie private di trasformazione, che determinano i prezzi e non sempre acquisiscono tutta la produzione. I prezzi riconosciuti ai prodotti dai trasformatori vengono considerati troppo bassi dai produttori, e tali da costituire potenziale causa di insostenibilità di gestione del lavoro agricolo. Inoltre, il prezzo al pubblico del prodotto trasformato è relativamente elevato, rispetto a quanto riconosciuto ai produttori. Come, del resto, accade anche in Europa, si è pertanto di fronte ad un mercato fortemente condizionato da oligopoli, che finisce con lo strozzare sé stesso a svantaggio reale di tutti: produttori, trasformatori, consumatori.

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La sostanziale impossibilità, da parte dei produttori, sia piccoli che grandi, di accedere a mercati che non siano locali, è naturalmente la principale causa di questo stato di cose.

Va, allora, ripensato e ricostituito il mercato - operando per azioni di sistema anche in relazione al mercato, in quanto le azioni di singoli attori sono

territorialmente poco efficaci, - attivando, per le ragioni già diffusamente descritte, l’interazione turismo – ruralità, - organizzando un’opportuna promozione territoriale, mediante comunicazione e marketing basati sui

contenuti identitari del territorio, - attribuendo ai territori partners anche le caratteristiche di interlocutori commerciali.

Ci si attende, pertanto, che l’introduzione della dinamica strategica condivisa si riverberi positivamente sulla posizione, nei mercati, dei prodotti materiali ed immateriali della Bačka Meridionale. Va, però, messo in luce un aspetto di carattere problematico, riguardante il mercato interno. Il tenore di vita serbo, infatti, non è molto elevato, e l’apprezzamento dei prodotti derivante dal loro incremento generale di qualità potrebbe renderli proibitivi rispetto al potere d’acquisto dei consumatori locali. Per assicurare sostenibilità ed efficacia alla strategia, allora, ed evitare di favorire localmente fenomeni inflativi (allo stato attuale decisamente indesiderabili) o, peggio, indurre sovrapproduzione, si impongono • l’analisi dell’impatto di nuovi prodotti sui mercati tradizionali (locale ed est-europeo), • l’analisi delle possibilità di penetrazione dei prodotti regionali sui nuovi mercati (Unione Europea). 3.3.3. Le innovazioni. La comunicazione

Per la promozione e diffusione del territorio va fatto ricorso ad un piano di comunicazione unitario, a partire dalla creazione del portale Internet della Bačka Meridionale. Il supporto strategico al turismo

Va costituita un’Agenzia consortile locale di marketing e front office – back office turistico (“Tour Operator locale”) operante in stretta connessione con Alma Mons. Il settore tessile

Va colta l’opportunità rappresentata dalle possibilità di creazione di un buon settore tessile, determinate • dall’alta potenzialità di produzione di lana di qualità, • dalla possibilità di reintroduzione della canapa, • dall’opportunità di introduzione del gelso, pianta idrofila antagonista della subsidenza idrica (Bečej), per

l’allevamento del baco da seta.. Le prospettive del tessile sono rappresentate dalle produzioni • di filati, • di materassi, • di tessuti anche ad alto valore aggiunto, grazie alla creazione di uno “stile” locale caratterizzato

- dalle valenze naturali delle materie prime, - da un design frutto dell’incontro tra le giovani creatività locali ed i valori rurali identitari, che può

portare alla definizione di vere e proprie linee di abbigliamento. La riqualificazione idrogeologica

La morfologia del terreno determina, in Vojvodina, il problema delle acque sotterranee, particolarmente evidente a Bečej, dove non esistono gli opportuni sistemi di drenaggio. Si manifesta la necessità di soluzioni naturali al problema, mediante sistemi di drenaggio alimentati da energie rinnovabili (solare o fotovoltaico), insieme all’impianto di alberi idrofili. Tra questi

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• il gelso, che potrebbe supportare la bachicoltura e, conseguentemente, la produzione di seta naturale, arricchendo le possibilità di un settore tessile tipico locale (v. punto precedente),

• la robinia pseudoacacia, particolarmente adatta per la produzione di legna da ardere, • i pioppi, impiegati nella produzione di pali.

La possibilità di individuare, in una caratteristica morfologica problematica, il contesto favorevole per attività alternative e sostenibili, appare particolarmente appetibile in una Municipalità “difficile”, quale quella di Bečej, date le esigenze di differenziazione economica e di innovazione determinate dalla privatizzazione del locale kombinat. 3.3.4. Gli interventi “di sistema”. Le risorse umane

Va necessariamente creato ed attivato (pena l’inconsistenza e l’inefficacia dell’azione di sviluppo) un programma di valorizzazione delle risorse umane, a partire dall’analisi dei fabbisogni formativi indotti dagli adeguamenti e dalle innovazioni, per garantire opportunamente • la formazione professionale, per i disoccupati, • la riqualificazione professionale, per le risorse umane a rischio di fuoriuscita dal mercato del lavoro, • la specializzazione professionale. La ristrutturazione di Alma Mons

Il programma di ristrutturazione di Alma Mons, così come stabilito dalla stessa Agenzia e da UNOPS Serbia, è totalmente coerente con le presenti linee strategiche. L’attuazione di tale programma renderà l’Agenzia una vera sorgente di “fermento” territoriale, impegnata • nella promozione dell’istituzione di un Partenariato Locale “di sistema” e non settoriale, da

accompagnare lungo le linee strategiche definite; • nella presentazione del territorio in forma unitaria, per aggiungere valore alle risorse relative ai singoli

territori municipali ed ai singoli settori, e renderle caratteristiche di tutto il Sistema Territoriale; • nell’accompagnamento all’istituzione del Partenariato Transnazionale, e quindi alla collaborazione tra

realtà differenti, che, oltre a permettere il reciproco scambio di esperienze, fornisce l’opportunità di creare i presupposti per scambi commerciali - caratterizzati da condizioni favorevoli per tutti i Sistemi partners, - mirati a soddisfare in maniera sistemica i rispettivi fabbisogni, - conseguentemente, tali sia da stimolare incrementi di produttività locali, sia da ridurre i rischi di

insostenibilità reciproche e di bassa efficacia territoriale spesso insiti nel mero business to business.