I nonni scrigno di sapienza 1° parte

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Scuola dell’infanzia “a. sabin” Copertino 1° polo Anno scolastico 2009/2010 www.primocomprensivocopertino.it

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Istituto Comprensivo I° Polo - CopertinoScuola dell'Infanzia "A. Sabin"A.s. 2009-2010

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Scuola dell’infanzia “a. sabin”Copertino 1° polo

Anno scolastico 2009/2010

www.primocomprensivocopertino.it

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OBIETTIVI:

Osservare e conoscere la relazione nonni – nipoti

Approfondire la conoscenza del ruolo dei nonni.

Individuare gli elementi fisici che caratterizzano i nonni

Manifestare sentimenti.

Intuire i concetti di prima – adesso – dopo.

Partecipare insieme ad un momento di festa.

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ATTIVITÀ: Conversazioni: I nonni chi sono? Cosa fanno? Quale lavoro facevano? Se lavorano ancora? Cosa fanno per i nipotini? Quali caratteristiche hanno.intervista: “Come immagini i tuoi nonni tanto tempo fa?”Invitare alcuni nonni a scuola per raccontare un po’ della loro vita: episodi, storie, filastrocche, conte, i giochi che facevano da piccoli.Rappresentazioni grafiche dei racconti dei nonni.Attività di cucina: a scuola, con le nonne facciamo i biscotti. Realizzazione del cartellone: <una storia che non finisce mai> i racconti dei nonni diventano una canzone.Mettere in sequenza la storia della vita dei nonniRealizzazione dell’albero dei nonni che ha dato vita alla nostra famiglia.Scriviamo una lettera ai nonni per dire loro grazie.Far festa con i nonni; organizzazione di una festa alla fine del percorso con canti e balli

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I NONNI RACCONTAN

O …

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LA STORIA DI NONNA NORMA

Nonna Norma quando era piccola non aveva nessun giocattolo. La sua mamma andava in campagna tutto il giorno e la sera quando tornava era stanca e non aveva tempo per giocare con lei o per cucirle una bambola di pezza. Norma si divertiva a guardare le altre bambine che giocavano con le bambole di pezza.

Quando la nonna era piccola non veniva babbo natale a portare i regali, ma solo la befana. La befana però era povera e nella calza metteva solo arance, mandarini e qualche caramella.

Quando è diventata grande si è sposata con nonno Gaetano e ha avuto 4 bambini e si divertiva con i loro giocattoli. Adesso cuce le Pigotte per i bambini poveri.

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LA STORIA DI NONNO PIPPI

Nonno Pippi quando era piccolo giocava con il cavallo a dondolo e con la bicicletta. Con gli amici per la strada giocava con le noci.

Quando è diventato giovanotto ha iniziato a lavorare e faceva il falegname.

Un giorno ha incontrato una signorina che si chiamava Adriana, era molto bella e nonno Pippi le chiese se quella sera la poteva vedere. Adriana disse di si e così si fidanzarono e poi si sposarono e dopo molto tempo nacque Francesca, che diventerà la mamma di Giorgia e poi Antonio.

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LA STORIA DI NONNO UCCIO

Nonno Uccio da piccolo per giocare si costruiva le palle con le carte o con gli stracci che non servivano, legati da uno spago

A 20 anni è andato a fare il militare in un paese vicino Roma. Quando la sera i soldati dovevano uscire dalla caserma bisognava pulirsi bene gli scarponi, pettinarsi, farsi la barba, insomma essere tutti bene ordinati ed in divisa; se qualcuno aveva qualcosa fuori posto non solo non usciva, ma veniva anche punito.

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LA STORIA DI NONNO FRANCESCO

Nonno Francesco è nato in un paese che si chiama Alberobello, perché c’è un albero di quercia molto grande e bello.

In questo paese le case sono diverse dalle nostre, si chiamano trulli e hanno una forma rotonda con il tetto come il cono di un gelato.

Quando nonno Francesco era piccolo e faceva qualche marachella, il suo papà si arrabbiava e lo voleva picchiare con i ceppi della vite che si usavano per il fuoco, lui scappava e si metteva sotto il letto. Il suo papà gli tirava la legna per farlo uscire, ma lui scappava dall’altro lato del letto, finché il papà finiva la legna e lui era salvo.

Con gli amici giocava in mezzo alla strada ,perché prima non c’erano macchine e giocavano con i soldi, i tappi delle bottiglie e al gioco della settimana

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LA STORIA DI NONNA TERESA

Nonna Teresa ha avuto la prima bambola della festa di San Giuseppe, infatti prima insieme alle giostre arrivava anche un camion grande con tante bambole. E si faceva una lotteria; nonna Teresa ha comprato un biglietto ed è stata sorteggiata ed ha vinto una bellissima bambola con i capelli neri e ricci e un vestito rosa a balze grande, grande. L’ha portata a casa e l’ha messa sul letto.

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LA STORIA DI NONNO FRANCO E NONNA PINUCCIA

Quando Nonno Franco era piccolo c’era la guerra e c’erano dei soldati che stavano nascosti per non essere catturati, lui andava di nascosto a portargli l’acqua e qualcosa da mangiare.

Poi andava all’asilo dalle suore di sant’Anna e aveva il grembiulino con il nome scritto sopra

Quando è diventato più grande andava a giocare a pallone in un campo della chiesa che si chiamava oratorio.

Un giorno andando all’ospedale ha incontrato una ragazza che si chiamava Pinuccia e faceva l’infermiera. Si sono sposati e hanno avuto due figlie e adesso hanno 4 nipotine.

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LA STORIA DI NONNA LUCIA E NONNA DORA

Nonna Lucia e nonna Dora quando erano piccole non avevano giocattoli e per giocare si costruivano I topolini con i fazzoletti e le bambole con gli asciugamani o gli strofinacci .

Facevano finta di essere le mamme e di battezzare le bambole, invitavano le amiche e facevano la “festa”, preparavano il caffè d’orzo e il liquore con “li candellini” rossi messi nell’acqua.

Poi giocavano anche con le pietre, “li tuddri”, e con un filo, ma bisognava essere per forza in due per poter giocare.

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LA STORIA DI NONNA SEVERINA E NONNO UCCIO

Quando nonno Uccio era piccolo non aveva giocattoli. Quando andava alla scuola elementare era molto bravo e faceva il capoclasse.Quando suonava il campanello metteva in fila per due i suoi compagni e uscivano tutti ordinati. Avevano tutti il grembiule nero con il fiocco azzurro e il colletto bianco.

A volte con gli amici giocavano con “lu ruddru”, la trottola, ed era un vero campione. Era molto bravo anche a costruire aquiloni e si divertiva con gli amici a farli volare.

Nonna Severina quando aveva 7 anni lavava i panni nella pila, ma sbagliava a strizzarli perche usava la mano sinistra, finché lo zio non le insegnò come doveva fare.Con le compagne giocava con le bambole, con la corda, a nascondino a “staccia”

Anche se era bravo a dodici anni suo padre lo mandò a lavorare. Faceva il carrettiere, con il cavallo e il carretto, andava a Leverano a prendere i tufi per costruire le case. Quando è diventato più grande trasportava sempre i tufi, che prendeva dall’Avetrana, ma con il camion e guadagnava 33 mila lire a viaggio.

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LA STORIA DI NONNO RONZINO E NONNA PINA

Quando nonno Ronzino era piccolo giocava a saltabanco, “a mazza e pizzarieddru”.

Nonna Pina invece giocava a “staccia” (campana) e anche a tutti i giochi che facevano i maschi, con le figurine dei calciatori, con i bottoni ecc.

Nonno Ronzino e nonna Pina vivono a Lecce, hanno una figlia Katia che si è sposata con Antonio, un giovane di Copertino, per questo ogni tanto vengono a Copertino a trovare il loro nipotino Marco e a volte Marco va a Lecce dai nonni. Marco si diverte molto con nonno Ronzino

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LA STORIA DI NONNA MELINA

Dopo la quinta Melina non è andata più a scuola ma ha imparato a ricamare, tagliare e cucire vestiti.A casa si parlava in dialetto e conosce molti sunetti e filastrocche dialettali.Un giorno ha incontrato , Giuseppe, un ragazzo di Copertino che andava a scuola a Galatina; si sono fidanzati, si sono sposati e sono venuti a vivere a Copertino. Ha avuto 5 figli, la più piccola è la mamma di Agnese.

Nonna Melina è nata a Galatina, quando era piccola viveva in campagna e giocava con la corda;

Andava alla scuola di campagna in una pluriclasse. C’era una sola maestra che insegnava ai bambini di 1° ,2°, 3°,4°,5°, che stavano tutti in una classe .

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nonno PIPPI legge una

storia

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“Li sunetti”Mamminieddru

mia ti core, famme, famme nu favore, ci ti tau na pittulicchia tu mi muesci la cicalicchia?

E sta bau allu mamminu e sta giru turnu, turnu cu ni portu na frittata, a capu mia aggiu sbagliatu strada, ci la sbagliu naura fiata, mi settu e mi la mangiu sta frittata

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Mamminieddru mia ti core, non mangiare chiu scalore ca ci ti ete lu tata Tore no ti porta chiu fore, ci ti ete la mamma Icenza ti chiute intra alla cretenzaSotta alla cantineddra ncete

mieru muscatieddru, mi ni beu nu ticitieddru, mi gira capu e cirieddru!

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Le filastrocche

La luna, li steddre, li sante picureddre, lu lupu ncatinatu, pigghia la mazza e dalle an capu. No’ dallire mutu forte ca ti sente lu scascia porte no dallire mutu chianu ca ti sente lu uardianu; lu uardianu fuciu, fuciu, tuppau alla petra e si citiu.Tammila a me biondina, tammila a me biondà.Mendula marendula, stocca stuccante,

fierru filante, cozza nuta stampagnata e lu noce e la nuceddra iessi fora ca sinti la chiu’ beddra.

Cuernimusa, cuernimusa sta faci la cuntinusa ci sali sobbra allu pizzulu ti lu tiru lu firrizzulu

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Tore, Tore, Tore pigghia li femmine e portale fore; ci no li sai purtare egnu iò cu lu margiale e ci no li sai nuscire egnu iò cu lu fucile

E na, e na, e na, comu lu puerti lu scialabbà e lu puerti senza rote comu faci a camminà.E na, e na, e na pesce frittu e baccallà la ricotta cu lu mele si la mangia lu papà

Allerta, allerta fimmine, ca sta ria lu conzalimmure, cu giusta piatti e limmure, allerta, allerta fimmine

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I RACCONTI DEI NONNI DIVENTANO

UNA CANZONE

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Poi grandi diventarono, quindi si sposarono mamma e papà diventarono.Nacque infatti una bambina, bella, buona e assai carina,la mia mamma diventerà, quando sposerà papà e con me questa storia continuerà e mai fine avrà!

A Natale regali non aveva, ma li “sunetti” a Gesù Bambino diceva.Solo la befana per lei arrivava e arance e mandarini nella calza portava.

Anche il mio nonnino era un bambino, un bambino come me, che giocava sai con che?Con le noci e i bottoni, con i tappi e gli aquiloni Con gli stracci e con le carte i palloni lui faceva e cu lu “ruddru” si sa era un campione di serie A.

UNA STORIA CHE NON FINISCE MAI

Tanti e tanti anni fa, la mia nonnina era una bambina, una bambina come me e costruiva le bambole da sé.Tanti giochi lei inventava e con le amiche giocava, cu li “tuddri” e cu lu “filu”, cu la corda e alla “staccia”, mamma mia che faticaccia!

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GRAZIE NONNI PERCHè SIETE VENUTI A SCUOLA A MOSTRARCI TUTTI I GIOCHI DI QUANDO ERAVATE PICCOLI.GRAZIE PERCHé CUCINATE SEMPRE PER NOI, CI PORTATE A PASSEGGIO, GIOCATE CON NOI, CI RACCONTATE LE FAVOLE E CI FATE TANTI REGALI.GRAZIE NONNI PERCHé SENZA LE VOSTRE COCCOLE LA NOSTRA VITA SAREBBE BRUTTA E NOI NON SAREMMO FELICI.

CARI NONNI VI VOGLIAMO TANTO BENE PERCHé GIOCATE SEMPRE CON NOI E CI FATE LE COCCOLE.NOI SIAMO FELICI PERCHé CI VOLETE BENECARA NONNA, MI PIACE QUANDO VIENI A MANGIARE A CASA MIA E MI FAI VEDERE I CARTONI.NONNA TU CUCINI BENE LA PASTINA CON IL FORMAGGINO E I RAVIOLI CHE SONO IL MIO PIATTO PREFERITO E HANNO LA FORMA DI UN QUADRATO.

LETTERA AI NONNI