I nomi del Signore
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8/6/2019 I nomi del Signore
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I N O M I D E L S I G N O R E
Questa riflessione per aiutarci a capire la persona di Ges e di conseguenza il volto di
Dio, del Padre, per essere sempre pi felici, perch, pi conosciamo Dio e pi siamo felici.
Ma quale Dio? Il Dio dei Vangeli, quello che ci ha rivelato Ges.
Purtroppo, il Dio che ci stato fatto conoscere o addirittura imposto, non il Dio dei
vangeli ma un dio che mette paura, un dio da temere.
Nel vangelo di Giovanni le autorit religiose stanno allerta. Si insospettiscono di
qualunque minima novit e, appena appare Giovani il Battista, gli mandano subito la
polizia del tempio per un eventuale arresto se avesse dichiarato di essere il Messia.
Giovanni risponde a quelli che sono andai da lui: In mezzo a voi sta colui che voi non
conoscete( Gv 1,26).
La denuncia che fa levangelista un monito per lacomunit cristiana: in mezzo a noi c
una persona che possiamo non conoscere.
Ges, nella polemica con i farisei dir: voi non conoscete n me n il Padre mio; se
conosceste me, conoscereste anche il padre mio(Gv 8,19).Levangelista poi insiste nel dire che la conoscenza di Ges che ci fa conoscere Dio, ed
nella misura in cui si conosce Ges che si conosce il volto del Padre.
A Filippo che gli chiede: Mostraci ilPadre e ci basta Ges risponde: chi ha visto me
ha visto il Padre (Gv 14, 8-9). Poi gli d un criterio per riconoscerlo se no altro, credete
a causa delle opere stesse (Gv 14,11).
Ci che conferma la pienezza della condizione divina di Ges sono le opere e tutte le sue
opere sono a favore del bene degli uomini.
Il Padre che Ges ci presenta un Padre innamorato dellumanit, un Padre che vuole
innalzare lumanit al suo stesso livello, un Padre che desidera che gli uomini siano felici. Per questo nel prologo del suo vangelo, Giovanni conclude con lespressione:
Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che nel seno del Padre, quello che l'ha
fatto conoscere (Gv 1,18).
Siamo cos invitati ad abbandonare ogni idea, ogni immagine che abbiamo di Dio per
fissarci unicamente su Ges. Nella misura in cui si conosce Ges si conosce il vero volto di
Dio.
Il Dio che emerge dai Vangeli, un Dio-Amore, liberatore e salvatore con queste
caratteristiche:
- un Padre e, come ogni padre non cerca dei fedeli ma dei figli e un rapporto damore
filiale;
- un Padre che al servizio degli uomini smentendo lidea che sono gli uomini a servizio
di Dio: Dio un signore che si fa servo perch quelli che sono considerati servi si ritengano
essi stessi signori;
- un Dio che non esclude nessuno dal suo amore.
E tipico della religione discriminare tra meritevoli e non, tra accetti e non, tra puri ed
impuri, allontanando gli uomini da Dio.
Il Padre di Ges non esclude nessuno dal suo amore; non c neanche una persona che perla sua situazione possa essere esclusa dalla pienezza damore di Dio.
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E un Dio che perdona tutti; il suo amore una offerta incessante, un Dio che non
diminuisce luomo ma lo potenzia e, soprattutto, vuole fondersi con luomo, finch
nelluomo, realizzano il progetto del creatore, diventi Dio.
Svilupperemo questi temi attraverso i titoli con i quali la Chiesa primitiva ha riconosciuto
Ges.
PRIMO NOME:IL CRISTO (Lc. 4, 16-30)
Il primo dei titoli che incontriamo quello pi popolare, pi famoso tanto che
addirittura diventato il cognome di Ges: Cristo.
Approfondiamo questo titolo scegliendo, tra i tanti brani dei Vangeli, quello pi
significativo: il brano in cui Ges stesso si rivela come il Cristo (Lc 4, 16-30).
Leggiamo questa pagina preziosa ricordando sempre che quanto raccontano i Vangeli non
sono fatti storici ma teologici.
Si rec a Nazaret, dov'era stato allevato e, com'era solito, entr in giorno di sabato nellasinagoga. Alzatosi per leggere, gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trov
quel passo dov'era scritto: Lo Spirito del Signore sopra di me; perci mi ha unto per
evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai
ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libert gli oppressi, e a proclamare l'anno
accetto del Signore.
Nazaret, sulla montagna della Galilea, era, al tempo di ges, un luogo malfamato.
Ges non nasce bene. Nasce in uno sperduto villaggio. Gli archeologi dai reperti
deducono che Nazaret doveva contare circa 300 abitanti. Era un borgo selvaggio abitato
soprattutto da gente esasperata sia dal dominio dei romani sia allimposizione delle tasse
da parte di Erode. Era gente che cercava di trovare, attraverso la violenza, la liberazione.
Ges che ha iniziato il suo cammino in Galilea a Cafarnao torna al suo paese.
La sottolineatura e, com'era solito, entr in giorno di sabato nella sinagoga non
significa che di solito Ges di sabato entra in sinagoga ma che quando entra in sinagoga,
di solito legge e quando lui legge succede il conflitto, come in questo caso.
E questa la prima volta che Ges mette piede in modo ufficiale in un luogo di culto e
lindicazione che levangelista ci d la seguente: le sinagoghe, come il tempio, simboli
della istituzione religiosa, sono e saranno, sempre luoghi a rischio per Ges, il Figlio diDio.
Quando in Ges Dio si manifesta, i luoghi religiosi, di culto, sacri e frequentati dalle
persone pie, diventano i luoghi pi a rischio e pi pericolosi.
Ges non avr nulla da temere frequentando la feccia della societ, mentre dovr sempre
guardarsi le spalle ogni volta che si incontra con le persone pie e con le persone religiose
perch non accettano il nuovo rapporto con Dio proposto da Ges e il nuovo volto di Dio
che Ges ha indicato.
Nel vangelo di Luca, 4 volte, Ges, entra nella sinagoga e ogni volta si crea una situazione
di conflitto. Tra il Dio che si manifesta in Ges e il Dio che viene venerato e pregato nellasinagoga non c alcuna possibilit di compatibilit.
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Sono due divinit completamente diverse: Ges si muove nella linea dellamore del Padre,
nella religione ci si muove nella linea della legge di Dio.
Non c possibilit alcuna di conciliazione tra la legge divina e lamore del Padre.
La legge di Dio pu causare sofferenza alle persone, lamore del Padre lo pu soltanto
alleviare.
Ges, entrato nella sinagoga, gli fu dato il libro del profeta Isaia, aperto il libro cerc il
passo dove era scritto
Nel mondo giudaico, nella sinagoga, cera un ciclo triennale di letture, per cui ad ogni
sabato, corrispondeva esattamente una lettura.
Cera una lettura tratta dai libri della legge, una dei profeti, poi una preghiera o
benedizione.
Ogni sabato era prescritta la lettura da fare. Ges compie la prima trasgressione.
Ges non legge quello che era prescritto quel sabato, ma cerc
La traduzione trov esatta, ma un trovare che frutto di una ricerca.
Ges non legge la liturgia del giorno, ma va in cerca di un passo particolare.
Sono indicazioni preziose per la comunit cristiana: levangelista ci fa comprendere cheGes, mosso dallo Spirito, non pu adattarsi alle prescrizioni della liturgia. La liturgia
pu paralizzare lazione dello Spirito.
Per liturgia si intende un rito dove tutto prescritto: come muoversi, cosa fare, in che
maniera agire, cosa si deve dire, cosa devono rispondere gli altri, quindi un rito surgelato.
Se in una liturgia lo Spirito Santo di Dio vuole parlare, non gli concesso previsto perch,
dallinizio alla fine, gi tutto prescritto quello che si deve fare.
Un po come capitato al povero Zaccaria, il sacerdote: entrato nel tempio, gli si presenta
il Signore e lui non gli crede perch nel suo libro non cera scritto che si doveva
presentare il Signore (Lc 1,8-20).E preziosa lindicazione che ci d levangelista: la liturgia, quando non un trampolino
per fare lesperienza del Signore ma si trasforma in una gabbia dove tutto inquadrato e
incatenato, impedisce lazione dello Spirito.
Ges non daccordo: non legge il brano previsto, ma va in cerca di un brano particolare.
Un brano molto conosciuto.
Il capitolo 61 di Isaia era un testo molto popolare, riguardava la venuta dellinviato da Dio
che doveva liberare il popolo dalla dominazione pagana e inaugurare il regno di Israele,
sottomettendo tutti gli altri popoli (Is 61, 1-2).
Ges legge: Lo Spirito del Signore sopra di me. Lo Spirito del Signore la forza stessa,
la vita stessa di Dio. Ges cita Isaia 61, ma si riferisce allesperienza che ha avuto in
precedenza quando, al momento del Battesimo, lo Spirito di Dio sceso su di lui. Per
questo mi ha consacrato con lunzione, lespressione che noi traduciamo con consacrato
con lunzione in ebraico si dice mashi da cui deriva la parola Messia e il termine Messia,
tradotto in greco con Cristo, significa unto, da intendere come consacrato.
Questa unzione che veniva data ai re e a particolari personaggi, indicava un cambio di
stato, di condizione e, come segno della scelta divina, indicava che la persona consacrata,
unta, diventava inviolabile perch era la figura stessa dellimmagine di Dio fatto uomo.Questo era il Messia: un individuo che il Signore ha scelto e a cui ha dato delle capacit
particolari per essere suo rappresentante nellumanit.
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Allepoca di Ges cera lattesa di questo Messia, di questo consacrato di Dio e la
tradi