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I metodi di valutazione dell’avviamento e dei beni
immateriali nell’ambito delle aziende in crisi
Commissione di studio della Fondazione dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Firenze
Area societaria
L’AVVIAMENTO
Dott. Matteo Mancaruso
L’avviamento
L’avviamento può essere definito come:
“… attitudine di un’azienda nel suo complesso o di un suo
ramo a generare un extra – profitto per effetto
dell’organizzazione dei fattori produttivi e di una serie
eterogenea di elementi immateriali che, in maniera
indistinta, tendono ad esprimere la capacità competitiva
dell’impresa”.
L’ avviamento nel C.C.
Avviamento:
elemento patrimoniale
attività
L’art. 2426 del c.c. afferma che l’avviamento:
◦ può essere iscritto nell’attivo di bilancio con il consenso del
collegio sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del
costo sostenuto;
◦ deve essere ammortizzato entro un periodo di cinque anni.
Caso particolare: è consentito l’ammortamento sistematico su
un periodo limitato maggiore di cinque anni, a condizione che:
◦ esso non superi la durata per l’utilizzo di questo attivo e
◦ che sia adeguatamente motivato in NI.
L’avviamento per l’OIC
Il principio contabile n. 24 dell’OIC definisce l’avviamento
come:
“… la capacità di un’azienda di conseguire utili in misura
superiore a quella ordinaria, che derivi:
◦ da fattori specifici che, pur concorrendo positivamente
alla produzione del reddito ed essendosi formati in modo
oneroso nel tempo, non hanno un valore autonomo o
◦ da incrementi di valore che il complesso dei beni
aziendali acquisisce rispetto alla somma dei valori dei
singoli beni, in virtù dell’organizzazione dei beni in un
sistema efficace ed idoneo a produrre utili”.
Tipologie di avviamento
L’OIC individua due diversi tipi di avviamento
Internamente generato o
avviamento originario: è
frutto di una gestione
aziendale efficiente
nell’organizzazione sia del
complesso dei beni
aziendali che delle risorse
umane.
◦ No capitalizzazione ed
iscrizione nel bilancio
d’esercizio
Acquisito a titolo oneroso o
avviamento derivativo (o
derivato): legato
all’acquisizione, anche in
permuta, di un’azienda o
di una partecipazione,
oppure ad un’operazione di
conferimento d’azienda, di
fusione o di una scissione.
L’avviamento negli IAS
L’IFRS 3 definisce l’avviamento come:
“… insieme dei futuri benefici economici derivanti dagli
asset che non è possibile identificare individualmente ed
iscrivere separatamente”.
Avviamento = costo di acquisto – quota parte del fair
value degli elementi patrimoniali acquistati
Se costo di acquisto > fair value delle attività e delle
passività dell’azienda acquisita
◦ Avviamento positivo (goodwill)
Se costo di acquisto < fair value delle attività e delle
passività dell’azienda acquisita
◦ Avviamento negativo (badwill)
L’avviamento negli IAS
L’avviamento quindi:
◦ non rappresenta più una posta da sottoporre ad un
processo di ammortamento sistematico nel tempo ma
◦ un valore differenziale assoggettato ogni anno ad
impairment test, secondo quanto indicato nello IAS 36
(vedi slide 25 IAS 36: l’Impairment test).
L’avviamento nelle aziende in crisi
Per la valutazione di aziende in crisi, con redditività
negativa o inferiore a quella normale, è opportuno
distinguere tra:
situazioni di crisi
strutturale ed
irreversibile.
situazioni di crisi
occasionale in
cui, attraverso un
processo di
risanamento, la
società potrà
tornare in bonis.
Crisi strutturale ed irreversibile
Nel caso in cui la situazione di una società sia di crisi
strutturale ed irreversibile:
◦ la valutazione d’azienda verrà effettuata considerando il
complesso aziendale come un insieme disaggregato di
beni suscettibili di vendita separata (e non come entità
unica ed indivisibile);
◦ adozione del criterio valutativo “di liquidazione”;
◦ di conseguenza la stima dell’avviamento non assume
nessun rilievo perché il valore dell’azienda è uguale alla
somma dei valori dei singoli beni facenti parte del
patrimonio aziendale, al netto degli eventuali costi di
liquidazione.
Crisi occasionale e risanabile
Nel caso in cui la situazione di una società sia di crisi
occasionale (quindi sanabile), si delineano due diverse
alternative:
◦ la cessione dell’azienda o del ramo/i d’azienda o
◦ l’attuazione di una strategia di risanamento per riportare
in bonis l’impresa.
Valore azienda come sistema unitario e coordinato di
elementi organizzati in vista del raggiungimento di un
obiettivo.
Valutazione utilizzando il criterio del going concern
Metodi misto patrimoniale-
reddituale Il modello misto patrimoniale-reddituale è considerato il più
idoneo per la valutazione delle aziende che operano con
prospettive di redditività inferiore a quella normale o
sistematicamente negativa (in quanto quello reddituale o
patrimoniale “puro” risulta essere di difficile applicazione).
dove:
◦ R = reddito medio atteso per il futuro;
◦ i’ = tasso di interesse normale rispetto al tipo di
investimento considerato;
◦ K = patrimonio netto rettificato
Avviamento (G) = R – i’K
Metodi misto patrimoniale-
reddituale Quindi:
◦ se R > i’K allora avviamento positivo o goodwill (aziende
redditizie);
◦ se R < i’K allora avviamento negativo o badwill (aziende
non redditizie o in perdita);
◦ K’+G = capitale netto rettificato comprensivo degli
intangibles maggiorato del valore dell’avviamento
positivo.
◦ KL = capitale netto rettificato diminuito dell’avviamento
negativo.
Intangibili valore al
specifici crescere di R
KL C K K' K'+G
Badwill Goodwill
Badwi l l control lato Goodwi l l control lato
Goodwill
La relazione tra il
valore economico,
badwill/goodwill e
redditività
Un particolare metodo misto
patrimoniale-reddituale Il metodo misto patrimoniale-reddituale con stima
autonoma dell’avviamento si posiziona tra:
◦ quelli misti perché in grado di considerare sia la
dimensione reddituale che quella patrimoniale e
◦ quelli analitici in quanto si fonda sulla puntuale rettifica
degli elementi dell’attivo e del passivo dello stato
patrimoniale, compreso l’avviamento.
La formula “base” di tale modello è la seguente:
dove:
◦ K = PN rettificato
◦ G = avviamento risultante da autonoma valutazione.
W = K + G
Come si stima l’avviamento
Di conseguenza l’avviamento viene definito nel seguente
modo:
dove:
◦ R = reddito medio – normale atteso per il futuro;
◦ n = numero definito e limitato di anni;
◦ i’ = tasso di redditività normale;
◦ i = tasso di attualizzazione del profitto o sovra-reddito.
G = an┐i (R – i’K)
Come si stima l’avviamento
Il valore dell’avviamento viene determinato attraverso
l’attualizzazione del sovra-reddito, ossia del surplus di
reddito che l’azienda consegue rispetto al rendimento
normale del capitale.
dove:
◦ K = capitale netto rettificato (o K’ = capitale netto
comprensivo dei valori degli intangibili specifici);
◦ R = reddito medio – normale atteso per il futuro;
◦ n = numero definito e limitato di anni;
◦ i’ = tasso di redditività normale;
◦ i = tasso di attualizzazione del profitto o sovra-reddito.
W = K + an┐i (R – i’K)
La determinazione del badwill
L’adozione del metodo misto patrimoniale con stima
autonoma dell’avviamento fa emergere un avviamento
negativo:
◦ sia nel caso di perdite attese;
◦ sia nel caso di redditi futuri attesi (R) positivi ma inferiori
al reddito normale (i’K).
La condizione per l’emersione di un sovra-reddito (S)
negativo (ed anche di un avviamento negativo) è che:
dove:
◦ K = patrimonio netto rettificato;
◦ R = reddito medio prospettico;
◦ i’ = tasso di redditività normale.
S = (R – i’K) < 0, cioè R < i’K
La determinazione del badwill
Perciò, il valore dell’azienda si ottiene sommando il
capitale netto rettificato (K) con il valore negativo
rappresentato dal badwill (B), ossia il valore derivante dalla
capitalizzazione del sovra-reddito negativo.
Precisazione: nel calcolo del valore dell’azienda è
opportuno tenere in considerazione la possibilità di scelta
tra il valore K (patrimonio netto rettificato), già affrontato in
precedenza, e il Kp (patrimonio netto parzialmente
rettificato, con rivalutazione limitata ai beni non soggetti ad
ammortamento).
W = K + B
L’utilizzo del Kp nel calcolo del W
L’utilizzo di Kp è finalizzato a contenere la dimensione del
badwill, riducendo di contro il valore patrimoniale di
partenza. Quindi la logica alla base di ciò è:
◦ in aziende con redditi non congrui o in perdita, la
rivalutazione di tutti i cespiti con conseguente maggior
valore del PN va a determinare anche maggiori
ammortamenti e conseguentemente un maggiore
badwill.
◦ in quest’ottica è preferibile controllare e, se necessario,
limitare la rivalutazione dei beni soggetti ad
ammortamento.
L’utilizzo del Kp nel calcolo del W
L’adozione di Kp come valore patrimoniale di partenza è la
scelta migliore in quanto evita una sovrastima del valore W
dell’azienda oggetto di valutazione, nel caso in cui la
durata media dell’ammortamento sia superiore alla durata
individuata per la stima dell’avviamento negativo.
Infatti questa impostazione, nota come rivalutazione
controllata dei cespiti soggetti ad ammortamento,
consente:
◦ in caso di aziende in perdita, inibisce qualsiasi
rivalutazione dei cespiti ammortizzabili;
◦ in caso di risultati economici positivi, ma non significativi
e comunque insufficienti rispetto alla copertura integrale
degli ammortamenti, rivalutazioni parziali.
L’Impairment test nelle crisi
temporanee d’azienda La necessità di una revisione nel tempo (annuale) del
valore dell’avviamento, attraverso l’Impairment test, è
legata al fatto che esso è:
◦ considerato un’attività immateriale generica (non
identificata individualmente e né separabile dall’azienda
stessa);
◦ caratterizzato da una vita utile indefinita, a cui non è
applicabile la nozione di ammortamento sistemico (x %
all’anno), ma quella di ammortamento economico che
rifletta la reale dinamica del valore:
corrispondente alla riduzione intervenuta nel valore
corrente;
non contabilizzando gli aumenti intervenuti, salvo che
per nuove acquisizioni.
Gli indicatori di perdita di valore
(IAS 36): fattori esterni Significative riduzioni del valore di mercato dei
beni, superiori a quelle prevedibili per effetto del
trascorrere del tempo o dell'uso normale;
Significativi cambiamenti con effetto negativo
che si sono verificati nel periodo, o che si
verificheranno, nell'ambiente tecnologico, di
mercato, economico o normativo nel quale
l'impresa opera o nel mercato cui l'attività è
rivolta;
Incrementi significativi dei tassi di interesse o
del tasso di remunerazione degli Incrementi
significativi dei tassi di interesse o del tasso di
remunerazione degli investimenti che possono
influenzare la determinazione del tasso di
sconto utilizzato per il calcolo del valore d'uso
dell'attività;
Valore contabile del PN superiore alla
capitalizzazione di mercato.
Fattori
esterni
Gli indicatori di perdita di valore
(IAS 36): fattori interni
Evidenza di obsolescenza o danni fisici subiti
dall'attività, se non altrimenti coperti (ad
esempio, da assicurazione);
Significativi cambiamenti avvenuti, o previsti,
relativi all'utilizzo del bene che possono avere
un impatto negativo (ad esempio previsione di
dismissione del cespite prima del previsto,
programmi di sospensione dell'attività, …);
Evidenza, da rendicontazione interna, che la
performance del bene è inferiore a quanto
previsto, o sarà inferiore nel futuro.
Fattori
interni
Gli indicatori di perdita di valore
(IAS 36): altri fattori
Nel caso di partecipazioni in controllate, in
entità a controllo congiunto e in società
collegate, l'investitore rileva un dividendo
ottenuto dall'investimento e sussistono prove
che:
◦ il valore contabile della partecipazione nel
bilancio separato supera i valori contabili nel
bilancio consolidato dell'attivo netto della
partecipata, incluso il relativo
ammortamento o
◦ il dividendo supera il totale conto economico
complessivo della controllata, dell'entità a
controllo congiunto o della società collegata
nell'esercizio in cui lo si dichiara.
Altri
fattori
Le immobilizzazioni nel C.C.
Secondo il punto 3 dell’art. 2426 c.c. “… l’immobilizzazione
che, alla data della chiusura dell’esercizio, risulti
durevolmente di valore inferiore a quello determinato
secondo i numeri 1) e 2) deve essere iscritta a tale minore
valore; questo non può essere mantenuto nei successivi
bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata
…”.
Quindi anche le società dove non vengono applicati gli IAS
sono tenute alla verifica del mantenimento del valore
dell’avviamento.
La prassi fa riferimento per le procedure da adottare allo
IAS 36.
Le immobilizzazioni nel C.C.
Tale impostazione è confermata anche dalla Commissione
Principi Contabili dove, nella “Guida all’applicazione
dell’Impairment test dello IAS 36”, febbraio 2006, afferma
che “un procedimento di calcolo come quello previsto dallo
IAS 36 venga oggi richiesto a tutte le imprese che non
sono obbligate a redigere il bilancio con gli IAS-IFRS, dal
n.3 bis dell’art. 2427 CC”.
Perciò il valore delle immobilizzazioni immateriali iscritto in
bilancio non deve superare quello recuperabile, inteso
come il maggiore tra il valore realizzabile dall’alienazione e
quello effettivo d’uso:
◦ se valore contabile scende sotto quello recuperabile
occorre effettuare una svalutazione.
IAS 36: l’Impairment test
L’applicazione dell’Impairment test dello IAS 36 richiede
l’introduzione di una serie di misure organizzative cui
numerose imprese italiane di dimensioni medio-piccole
non sono abituate.
◦ L’impresa deve essere dotata di una sufficiente
sperienza in materia di formulazione di previsioni
economiche e finanziarie ai fini del controllo di gestione
e, quindi, di redazione di budget e di piani pluriennali e
di esame e valutazione dei risultati periodici della
gestione per aree strategiche di affari o business units.
◦ Applicazione dell’Impairment test per la definizione del
valore recuperabile di un’attività: il maggiore tra il fair
value al netto dei costi di vendita ed il valore d’uso (tale
necessità non sussiste quando la valutazione di uno dei
due risulta superiore al valore contabile).
Fasi di determinazione ed
allocazione delle perdite di valore Il processo si articola nelle seguenti fasi:
◦ identificazione di un’attività che possa aver subito una perdita di valore;
◦ determinazione del valore recuperabile, considerato come il maggiore fra il fair value al netto dei costi di vendita e il valore d’uso;
◦ criteri per il calcolo del valore d’uso: flussi finanziari futuri e tasso di attualizzazione;
◦ configurazione della “cash-generating unit” (unità generatrice di flussi finanziari);
◦ allocazione dell’avviamento e delle corporate assets ad uno o più cash generating units e determinazione del valore recuperabile;
◦ determinazione della perdita per riduzione di valore di singole attività o di cash-generating units. Allocazione della perdita all’avviamento ai restanti componenti.
Il valore d’uso
Il valore d’uso (value in use)
Valore attuale dei
flussi finanziari futuri
netti che la singola
attività (o l’unità
generatrice di flussi
finanziari nella quale
è inserita) è in grado
di generare durante
la sua vita prevista
vita utile
Valore attuale del
flusso finanziario
netto derivante dalla
dismissione del
cespite (o della
cash-generating unit)
alla fine della vita
utile
Formula di attualizzazione dei FC
Caratteristiche dei flussi finanziari (FF):
◦ i FF analitici sono al lordo degli oneri finanziari e degli
oneri tributari coprono un orizzonte temporale massimo
di 5 anni;
◦ i FF possono essere espressi in moneta inflazionata o in
moneta reale: coerentemente i tassi attualizzati saranno
tassi nominali oppure tassi reali.
Dove:
◦ FC = flussi di cassa futuri
◦ VA= valore attuale
◦ i = tasso di attualizzazione (al lordo delle imposte)
◦ (1+i) = coefficiente di attualizzazione
VA = FC / (1+i)ⁿ ovvero VA = FC * (1+i)-n
Tasso di attualizzazione
Il tasso di interesse deve considerare il valore temporale
del denaro e vari elementi di rischio (come le aspettative di
possibili variazioni dell’importo e della tempistica dei FF, la
mancanza di liquidità, …).
Se non è disponibile direttamente dal mercato, è
opportuno utilizzare come punto di partenza per la sua
stima:
◦ il costo medio ponderato del capitale per l’impresa
(WACC) con l’uso della tecnica del C.A.P.M. (Capital
Asset Pricing Model) per la determinazione della
componente di rischio sul costo del capitale proprio
(metodo più utilizzato) o
◦ il tasso di finanziamento marginale dell’impresa o altri
tassi di finanziamento reperibili sul mercato.
Il valore terminale (VT)
Il VT assume il valore derivante dalla capitalizzazione dei
seguenti flussi finanziari netti (F(n)):
VT = F(n) / Wacc
l’ultimo F(n) del periodo
esplicito, quando tale
flusso esprime le condizioni
economiche normali che
esisteranno oltre l’orizzonte
di previsione esplicita.
un flusso finanziario netto
normalizzato, espressivo
delle condizioni (ragionevoli
e dimostrabili) prospettiche
oltre il periodo di previsione
esplicita.
VT = F(n) * (1+g) / (Wacc-g)
Valutazione dell’avviamento ed
impairment test: check list
METODO Obiettivi Variabili – Ipotesi Dati necessari Periodo di
riferimento
AVVIAMENTO
MISTO
PATRIMONIALE -
REDDITUALE
Valutazione
avviamento
Esistenza di stima
reddito medio atteso
futuro
Previsioni interne 3 -5 anni
Tasso di interesse
Patrimonio netto
rettificato Contabilità generale + perizie
di stima di singoli asset
Ultimo bilancio
approvato
AVVIAMENTO
MISTO
PATRIMONIALE-
REDDITUALE CON
STIMA AUTONOMA
DELL’AVVIAMENTO
Valutazione
avviamento
Esistenza di stima di
reddito prospettico
Previsioni interne coerenti
con PN rettificato 3 – 5 anni
Tasso di rendimento Cost of equity
Tasso di attualizzazione
Risk free rate se sotto-reddito
Risk free rate + rischio
specifico se sovra-reddito
PN rettificato Compreso il valore degli
intangibili
IMPAIRMENT-DCF
Sostenibilità
avviamento
iscritto in
bilancio
Esistenza di un piano
dei flussi di cassa
previsionali per CGU
Piano approvato dal CDA
dell’azienda (con eventuale
review esterna)
Normalmente 3
– 5 anni