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I mestieri dell’Arte: IL PITTORE Pellegrino Munari e la sua bottega

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I mestieri dell’Arte:

IL PITTOREPellegrino Munari e la sua bottega

schede elementari pittore esecutivo:elementari 10-06-2009 21:27 Pagina 1

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PELLEGRINO MUNARI E LA TEMPERA ALL’UOVO

Pellegrino Munari nasce a Modena intorno all’anno 1460. Nonabbiamo notizie precise sulla sua vita, sappiamo però che nel1513 si reca a Roma dove collabora con Raffaello alla pitturadelle Logge Vaticane, opera architettonica commissionata dapapa Leone X durante il suo pontificato. Alla morte di Raffa-ello, avvenuta a Roma nel 1520, Pellegrino Munari rientra aModena dove muore assassinato il 21 dicembre 1523, nel ten-tativo di salvare il figlio che, partecipando ad una rissa, si erareso responsabile di un delitto.L’influenza dell’esperienza romana si riflette in tutti i dipintidel pittore modenese successivi al 1520, comprese le tavolettedel Museo: San Geminiano salva Modena da Attila e San Gemi-niano salva il bambino caduto dalla torre.In queste due piccole tavole eseguite a tempera, Munari rac-conta due miracoli di san Geminiano, vescovo e patrono di Mo-dena. Nell’episodio del cosiddetto miracolo di Attila rappresenta ilsanto che, affacciato ad una finestra del camminamento dellemura della città, esorta il re degli Unni, già pronto ad attaccareModena, a proseguire, salvando così la città.Nell’altra tavoletta si narra di un bambino che, per essersisporto imprudentemente da una delle finestre della Ghirlan-dina, sta precipitando; ma l’intervento del Santo lo salva damorte sicura. Secondo la tradizione è lo stesso bambino a rac-contare ai presenti attoniti che un vecchio riccamente vestitolo ha afferrato per i capelli e depositato dolcemente a terra.Quel vecchio era per l’appunto san Geminiano che protegge isingoli abitanti della città e la città stessa, rappresentata dallatorre della cattedrale, simbolo civico per eccellenza, dalle casedipinte nei tipici colori che tuttora caratterizzano il centro sto-rico, il rosso e il giallo, e dal profilo del monte Cimone.

Le due opere di Pellegrino Munari sono state dipinte con latecnica della tempera all’uovo su tavola di legno.La tempera è una tecnica di pittura molto antica e deriva il suonome dal verbo temperare, cioè mescolare. E’ diffusa soprat-tutto nel Medioevo fino a buona parte del Quattrocento. Sonoconsiderati tempere i preparati in cui i pigmenti vengono me-scolati con sostanze solubili in acqua, come nel caso della tem-pera al rosso d’uovo.Il tuorlo d’uovo aggrega perfettamente i pigmenti coloratidando consistenza e compattezza; dopo l’essiccazione ha unafunzione plastificante e stabilizza il colore, cioè lo assorbe evi-tando che si separi dalle altre sostanze.Le tavole di legno per la pittura sono preparate, dopo lungastagionatura, con molte mani di colla di coniglio e di gesso.Quando la superficie della tavola risulta perfettamente liscia eomogenea è pronta a ricevere il disegno preparatorio e il colore.

Pellegrino Munari, (Modena, 1460 circa-1523),San Geminiano sorregge un fanciullo caduto dalla Ghirlandina. Modena, Museo Civico d’Arte

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Ai tempi di Pellegrino Munari imparare l’artedella pittura richiedeva lunghi anni di ap-prendistato presso un maestro già affermato.Si iniziava da ragazzi e si rimaneva a bottegaper molto tempo per imparare a preparare icolori pestando terre e pigmenti nei mortai epredisporre col gesso le tavole su cui poi il pit-tore dipingeva. Prima di poter realizzareun’opera, i garzoni dovevano conoscere i se-greti e saper mettere in pratica tutti gli aspettitecnici della pittura appresi dai loro maestri. Cennino Cennini, pittore del Trecento, nelLibro dell’arte o trattato della pittura, descrivecon dovizia di particolari le mansioni che unapprendista, o garzone, svolge all’internodella bottega: …sappi che non vorrebbe essermen tempo a imparare: come, prima studiare dapiccino un anno a usare il disegno della tavoletta;poi stare con maestro a bottega..; e stare e inco-minciare a triare de’ colori; e imparare a cuoceredelle colle, e triar de’gessi; e pigliare la pratica del-l’ingessare le ancone, e rilevarle, e raderle; mettered’oro; granare bene; per tempo di sei anni. E poi, inpraticare a colorire, ad ornare di mordenti, fardrappi d’oro, usare di lavorare di muro, per altrisei anni, sempre disegnando, non abbandonandomai né in dì di lavorare…

Maso Finiguerra (Firenze, 1426-1464),Giovane artigiano al lavoroFirenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi

Maso Finiguerra (Firenze, 1426-1464),Giovane seduto intento a disegnareFirenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi

Anche tu hai potuto sperimentare alcuni momenti dell’attività del garzone; hai preparato la colla e il gesso per l’imprimitura dellatavola, hai tritato i colori nel mortaio, li hai stemperati con altre sostanze e, infine, hai provato a realizzare la tua opera.

Prova a ricordare le azioni che hai compiuto per preparare la tavola di legno:

Ricordi la “ricetta” per preparare i colori?Quali ingredienti hai usato e in che quantità?

Sai descrivere la procedura?

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LA BOTTEGA

A BOTTEGA PER UN GIORNO...

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I DIPINTIDEL MUSEO CIVICO

Museo Civico d’Arte, Sala d’Arte Sacra

Progetto e coordinamentoLuana Ponzoni

TestiAlessandra Canepari

LaboratorioAlessandra Canepari, Christian Capirossi, Eva Ori

ImpaginazioneMirella Rotolo

StampaStamperia comunale, maggio 2009

Antonio Begarelli, Madonna di Piazza, 1522Modena, Museo Civico d’Arte

La sala destinata all’arte sacra illustra le vicende della produ-zione figurativa a Modena e nel suo territorio dal Medioevo alSettecento.Si tratta in gran parte di oggetti che appartengono all’anticotessuto culturale ed artistico della città e che trovarono rico-vero in Museo nei primi decenni successivi alla fondazione,Nella seconda metà del Quattrocento, Modena acquista una fi-sionomia peculiare tra i centri del Rinascimento dell’Italia pa-dana.Il Rinascimento maturo trova il suo interprete più conseguentein Antonio Begarelli, autore del grande gruppo in terracottanoto come Madonna di Piazza. In quest’opera Begarelli attingeall’esperienza diretta dell’ambiente romano e soprattutto delleopere di Raffaello, esperienza che segue, con diversa misura,anche il percorso del più anziano Pellegrino Munari.

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