I libri dei re di giulia de benedittis i d

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TESTI SACRI: I LIBRI DEI RE

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TESTI SACRI:

I LIBRI DEI

RE

Introduzione Molte religioni e movimenti spirituali ritengono sacri certi testi scritti (o serie di racconti orali

tradizionalmente non annotati). Ritenendo spesso che i loro testi sacri (o sacre scritture) siano interamente divini o parzialmente ispirati in origine, in alcune religioni i fedeli usano titoli come Parola di Dio per indicare le sacre scritture, in altre, come nel Buddhismo, questi scritti spesso iniziano con un’invocazione. Malgrado le antiche civiltà abbiano prodotto testi manoscritti per molti secoli, la prima scrittura stampata per un'ampia diffusione è stata il Sutra del Diamante, un testo buddhista di origine indiana, stampato in Cina nell'anno 868.

Storicamente i testi sacri hanno assunto caratteri vari, ma la mitologia fondamentale riguarda per lo più l'origine del mondo (cosmogonia), quella dell'uomo o di un suo capostipite mitico e divinizzato. Un altro tipo di libri sacri riguarda i riti e i cerimoniali, un terzo le regole o le leggi divine. Gli atteggiamenti riguardo ai testi sacri differiscono da religione a religione: alcune religioni rendono disponibili i propri testi scritti con la massima libertà, mentre altre sostengono che i segreti sacri devono rimanere nascosti a tutti tranne che al leale e all'iniziato (esoterismo); altre ancora fanno entrambe le cose, rendendo pubblici alcuni testi e riservandone altri ad una cerchia ristretta di iniziati.

La maggioranza delle religioni promulgano norme che definiscono i limiti dei testi sacri e che controllano o impediscono cambiamenti e aggiunte. Le traduzioni dei testi devono ricevere il benestare ufficiale, ma la lingua originale con cui era stato compilato il testo sacro ha spesso la preminenza assoluta.

IL 1° LIBRO DEI RE

I due libri dei Re (ebraico sèferספר מלכים malchìm, "libro dei re"; greco A'-B' o Γ'-Δ' Βασιλέων 1-2 o 3-4

basiléon, "1-2 o 3-4 re"; latino 1-2 Regum) sono due testi contenuti nella Bibbia ebraica (Tanakh, dove sono

contati come un testo unico) e cristiana.

Sono scritti in ebraico e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la loro redazione

definitiva, ad opera di autori ignoti, è collocata al VI-V secolo a.C. in Giudea, sulla base di precedenti

tradizioni orali e scritte, in particolare della cosiddetta fonte deuteronomista del VII secolo a.C. (vedi Ipotesi

documentale), integrata da tradizioni successive.

Il primo libro è composto da 22 capitoli descriventi la morte di Davide, Salomone, la scissione del Regno di Israele dal Regno di Giuda, il ministero del profeta Elia (nel nord) e i vari re di Israele e

Giuda, eventi datati attorno al 970-850 a.C. Il secondo libro è composto da 25 capitoli descriventi il ministero dei profeti Eliseo (nel nord) e Isaia (nel sud), vari re di Israele e Giuda, la distruzione e

deportazione del Regno di Israele e del Regno di Giuda, eventi datati attorno al 850-587 a.C. Il Primo e il Secondo libro dei Re originariamente formavano un unico libro. Essi fanno parte dei Libri storici per il canone cristiano e dei profeti anteriori per il canone ebraico. Nella versione greca dei Settanta essi

costituiscono il III e IV libro dei Regni (Basileion) e nella Vulgata il III e IV libro dei Re dopo i libri di Samuele, in essa indicati come I e II libro dei Re.

La redazione

La redazione finale è collocata dalla maggior parte degli studiosi intorno al VI

secolo a.C. L'autore biblico appartiene all'ambito religioso che ha prodotto il

libro del Deuteronomio; per questo lo si definisce autore Deuteronomista.

Per ricostruire le vicende dei due regni di Israele, egli attinge a materiali

d'archivio oggi non più in nostro possesso, tra cui il perduto Libro degli Annali

dei Re di Giuda, oltre alle tradizioni orali e alla memoria storica del suo popolo.

Una delle caratteristiche dell'autore Deuteronomista è il continuo ricorso a

formule fisse per delineare i regni dei vari sovrani che, dalla successione al

trono di Davide fino alla distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte dei

Babilonesi di re Nabucodonosor e quindi dalla vecchiaia di Davide fino a

Sedecia, si sono succeduti sul trono di Giuda e sul regno settentrionale

d'Israele.

Contenuto

Suddivisione del testo

Il primo libro dei Re rappresenta la continuazione ideale dei due Libri di Samuele, descrivendo la vicenda del popolo ebraico dal X alla metà del IX secolo a.C., cioè dalla fine del regno di Davide (circa 970 a.C.) fino al termine del regno di Acab nell'852 a.C.

In tutto comprende 22 capitoli che si possono suddividere in diverse parti:

La successione a Davide 1-2;

Il regno di Salomone con la costruzione e dedicazione del Tempio di Gerusalemme 3-10;

I peccati di Salomone e la sua morte 11;

Lo scisma e la nascita dei due stati di Giuda e di Israele 12-13;

La storia dei due regni fino al ciclo del profeta Elia 14-16;

Il ciclo del profeta Elia 17-22, che continua poi nel secondo libro dei Re.

Eventi più importanti

Il libro si apre con la difficile successione al trono di Davide, che vede imporsi la grande figura di suo figlio Salomone. Questi si sbarazza in modo spiccio del fratello Adonia, che mirava contemporaneamente al trono avendo sposato l'ultima concubina del padre, Abisag di Sunem; successivamente però ottiene da JHWH la Sapienza in un dialogo notturno divenuto giustamente celeberrimo (1 Re 3,1-15).

Egli dà prova di grande giustizia (vedi l'episodio del figlio conteso dalle due prostitute: 1 Re 3,16-28), tanto che persino la mitica regina di Saba giunge dal suo paese per interrogarlo (si discute ancor oggi se Saba fosse posta in Arabia o in Etiopia; a tal proposito, il negus Menelik IIasseriva di discendere da Salomone e dalla mitologica regina).

Il punto di svolta del libro è rappresentato dalla netta frattura causata, alla morte di Salomone, dall'inettitudine del suo successore Roboamo, il quale attizza le mai sopite tensioni tribali tra il nord e il sud, imponendo tasse gravosissime:

« Mio padre vi ha imposto un giogo pesante; io renderò ancora più grave il vostro giogo. Mio padre vi ha castigati con fruste, io vi castigherò con flagelli! » (1 Re 12,14)

La rivolta che ne scaturisce costringe Roboamo a fuggire ignominiosamente sopra un carro verso Gerusalemme.

Questo episodio è stato reso celebre da Dante Alighieri nel suo Purgatorio:

« O Roboàm, già non par che minacci

quivi 'l tuo segno; ma pien di spavento

nel porta un carro, sanza ch'altri il cacci. »

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio XII, 46-48)

Le vicende dei Re dei due stati, narrate parallelamente da qui in poi, sono interrotte da quelle che un biblista ha definito delle "oasi letterarie", cioè inserti narrativi di particolare bellezza, tra cui spicca il grande ciclo del profeta Elia.

Contenuto del secondo libro

Suddivisione del testo

Il Secondo libro dei Re rappresenta la continuazione ideale del Primo, descrivendo la vicenda del popolo ebraico dal IX al VI secolo a.C., cioè dalla fine del regno di Acazia (circa 852 a.C.) fino alla distruzione del regno di Giuda nel 587 a.C.

In tutto comprende 25 capitoli che si possono suddividere in diverse parti:

Il rapimento in Cielo di Elia 1-2;

Il ciclo del profeta Eliseo 3-13, comprendente la misera fine di Gezabele 9e la vicenda dell'usurpatrice Atalia 11;

La decadenza e la fine del Regno d'Israele 14-18;

Il ciclo del profeta Isaia e i regni di Ezechia e Manasse 19-21;

La riforma religiosa di re Giosia 22-23;

Le invasioni dei Caldei e la fine del regno di Giuda 24-25.

Eventi più importanti

Quattro sono gli eventi più importanti descritti da questo libro.

Il primo è certamente la caduta di Samaria in mani assire, dopo un lungo periodo di decadenza del regno settentrionale, segnato dal turbinoso susseguirsi di cinque re in quattordici anni, tutti morti ammazzati in seguito a congiure. Le dieci tribù settentrionali vengono di conseguenza deportate dai vincitori, com'era loro costume per sradicare i popoli e sottometterli meglio, e sostituite da altri popoli pagani, a loro volta deportati da altri angoli del vasto impero. Ha così origine la stirpe dei Samaritani, che si convertono al culto di JHWH, ma realizzano un sincretismo pagano-giudaico ed adorano Dio sul monte Garizim anziché a Gerusalemme. Ciò spiega l'odio razziale manifestato dai Giudei nei loro confronti, e testimoniato ancora dal Vangelo di Giovanni:

« I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. » (Giovanni 4,9)

Nasce così anche il mito delle Tribù Perdute d'Israele, che storici di ogni tempo hanno voluto fantasiosamente identificare con vari popoli, e perfino con i Maya.

Il secondo episodio è la riforma religiosa voluta dal re Giosia, dopo aver rinvenuto il « Libro della Legge » durante lavori di restauro del Tempio di Salomone (2 Re 22,8-13). Questo testo è stato identificato dai biblisti con la prima stesura del Deuteronomio, o meglio della sua parte normativa (i capitoli dal 12 al 26), perché, leggendola, il re si straccia le vesti e decide di tornare alla purezza del culto di JHWH, eliminando ogni traccia di paganesimo. Per questo Giosia è particolarmente lodato dalla Bibbia.

Lo stesso re è protagonista subito dopo della battaglia di Megiddo (609 a.C.). Il re dei Medi Ciassare ed i re di Babilonia Nabupolassar nel 612 a.C. avevano espugnato Ninive, e così il faraone Necao, volendo contrastare il dominio babilonese sulla Mesopotamia, che avrebbe minacciato anche l'Egitto, entra in guerra contro di loro. Per raggiungere la Mesopotamia deve attraversare il regno di Giuda, ma Giosia gli sbarra il passo con le sue truppe. Il re di Giuda non sa fare calcoli politici, per lui gli Assiri sono nemici mortali, e gli amici dei suoi nemici sono suoi nemici. Giosia viene ucciso in battaglia presso Megiddo, e quel luogo diventa simbolo di sconfitta rovinosa per il Popolo di Dio, tanto che nell'Apocalisse il luogo dello scontro escatologico tra Bene e Male è indicato come "Armageddon", in ebraico la montagna di Megiddo. Necaosarà comunque definitivamente sconfitto da Nabucodonosor presso Karkemish, in Siria, nel 605 a.C.

Infine, il libro si chiude con la duplice invasione del regno di Giuda da parte dello stesso Nabucodonosor. La prima ha luogo nel 597 a.C., e re Ioiakim è sul suo letto di morte mentre le truppe straniere assediano la città; Nabucodonosor depone allora suo figlio Ioiachin (nome equivalente al nostro Gioacchino) dopo appena tre mesi di regno, e lo sostituisce con suo zio Mattania, cui cambia nome in Sedecia: un nome ironico, dal momento che significa giustizia di JHWH, mentre il coltello dalla parte del manico ce l'aveva il re caldeo. Sedecia tuttavia ignora gli avvertimenti del profeta Geremia e cerca di stringere alleanza con l'Egitto contro i Caldei.

Nabucodonosor non glielo perdona, nel 587 a.C. Gerusalemme è conquistata e rasa al suolo, ed i maggiorenti della nazione giudaica deportati a Babilonia. Sedecia fa una brutta fine: prima è costretto ad assistere all'esecuzione dei suoi figli, poi è accecato. Questa è la fine del glorioso Tempio di Salomone e dell'antico Regno d'Israele fondato da Saul e Davide. Al ritorno da Babilonia nel 539 a.C., i Giudei non parleranno più ebraico ma aramaico.

LABORATORIO DIDATTICO IRC a.s. 2013-14

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