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I L VALORE DELLO STUD I Oa laurea è un. irvestimer lo/ vero

«Lo sraddoppia col Mastei:»Luigi Serra (Luiss): l'Italia deve imparare a puntare sull'istruzione

Alessia GozziROMA

«STUD IARE conviene, ma menoche altrove». Colpa anche di unasorta di «sfiducia collettiva» se-condo Luigi Serra, vice presiden-te esecutivo dell'Università Luisse presidente dei sistemi formatividi Confindustria. Un doppio ruo-lo che gli consente di analizzare ilfenomeno da due punti di vista:la domanda di lavoro da parte del-le aziende e l'offerta di laureatisfornata dalle università italiane.

Secondo l ' cse, l laurea inIta lia rende il 9% nell'arcodella vita lavorativa contro il14% della media di arco. Co-sa non funziona?

«Queste statistiche riflettono unasfiducia collettiva nei confrontidell'istruzione superiore e univer-sitaria: siamo al penultimo postoin Europa per numero di laureatitra i 25 e i 34 anni, al 27% contro

Uno studente su dueabbandona g li atenei:spesso c'è poca chiarezzasug li sbocchi finali

Chi ha fatto l' ras usha il 70% di chance in piùdi trovare lavoro:le esperienze contano

U n dìptomato guadagnacirca 24.800 euro l'annoOltre i ita con u n aster

l'obiettivo europeo del 40%, ce lagiochiamo con la Romania. Sta-gnazione, mancanza di investi-menti, farraginosità del sistemahanno contribuito a questo che èil grande depauperamento delPaese».

Eppure la laurea rende anco-ra,,,

«Siamo a livelli bassissimi di inve-stimenti pubblici in istruzione, in-vece con la laurea si mangia ecco-me. Basti pensare che un diploma-to ha una retribuzione media an-nua di 24.800 euro, con la laureatriennale sale a 29.000 e, se si ag-giunge una laurea specialistica oun master, si va oltre i 40mila».

Cosa cerca un azienda in unneolu ato?

«Nell'analisi di un curriculum sicercano esperienze significativeparallele al corso di studi, tuttociò che contribuisce a formareuna mente aperta e capacità di ri-solvere i problemi. Ad esempio,uno studente che fa l'Erasmus hail 70% di possibilità in più di tro-vare un lavoro dopo la laurea».

Eppure gli abbandoni duran-te l'università sono ancamolto alti : quasi la metà de listudenti molla prima delalaurea,

«Questo significa che c'è un acces-so all'università non sufficiente-mente orientato, sia per quanto ri-guarda le proprie capacità sia pergli sbocchi pratici. Poi, natural-mente ci sono università d'eccel-

lenza a numero chiuso dove il tas-so di abbandono si riduce drasti-camente. Alla Luiss, ad esempio,è sotto il 5%, e circa quattro stu-denti su cinque trovano lavoro aun anno dalla laurea, con puntedel 90% per i laureati in econo-mia».

Offerta universitaria e do-manda delle imprese non so-no allingate?

«In parte. E anche vero che in Ita-lia non riusciamo a pagare adegua-tamente i giovani laureati, sotto lamedia Ue e molto meno dei tede-schi».

Quali corsi di laurea sono più,redditizi?

«E difficile dirlo, perché il merca-to è in continuo movimento e pro-duce sempre nuove figure profes-sionali. Chi punta sull'internetdelle cose e sua big data parte sicu-ramente avvantaggiato, perché so-no i settori di futura espansione.Guardando a settori più tradizio-nali come giurisprudenza, il ta-glio europeo e internazionale of-fre sicuramente più possibilità».

1 AULA Studenti impegnati nel test di ammissione a Medicina

UN ANNO SUI LIBRI VALE IL 9%, PIÙ DI BOT E IONI

Ingegneria ed economiaLe facoltà . più redditizie

ROMAINVESTIRE nella laurea rende intermini di ritorno finanziario. Piùdi un investimento azionario, figu-rarsi di un Bot. Secondo uno stu-dio di Banca d'Italia, un anno diistruzione corrisponde a un rendi-mento medio privato pariall'8,9%, contro il 5,2% lordo di uninvestimento azionario. Nell'arcodella vita lavorativa, un laureatoha un ritorno finanziario netto del9%, 233mila dollari in più (circa207mila euro) rispetto a un diplo-mato. Con un distinguo di genere- le donne laureate hanno un ren-dimento inferiore di un terzo aquello di un uomo con un'analogaqualifica - e un ritardo sulla mediadell'area Ocse che viaggia attornoal 14% di ritorno economico perl'agognato pezzo di carta (per con-seguire il quale, in Italia, si spendo-no circa 45.000 euro).

IL NOSTRO Paese ha una quota diabbandono universitario attornoal 45% e una percentuale di laurea-ti tra i 25 e i 34 anni tra le più bassed'Europa (25% contro il 42% dellamedia Ocse). Un fenomeno irra-zionale se si considera che il valoredella laurea è cresciuto nel tempo:nel 1979 un uomo di 25-34 annicon una laurea guadagnava il 22%in più di una persona senza titolo,oggi questo valore è schizzato al30%. Il tasso di occupazione deilaureati in Italia è il 73% contro il64% dei diplomati.

Naturalmente, maggiori sono glianni dedicati allo studio, più eleva-ta è la retribuzione media, si va dai24.812 con la scuola dell'obbligo ai4lmila con un master di primo li-vello o una laurea magistrale e ol-tre 46mila con un master di secon-do livello o un dottorato di ricerca.

MA quali sono le facoltà più reddi-tizie in termini di stipendio? Il 18°rapporto Almalaurea fotografa lasituazione nel mercato del lavorodei giovani usciti da 71 atenei ita-liani ad uno, tre e cinque anni didistanza dal conseguimento del ti-tolo di studio. Ingegneri, profilieconomici e medici sono sul po-dio, mentre tra i più poveri trovia-mo psicologi e laureati in lettere.Alcuni esempi di stipendio nettomensile a cinque anni dalla laureatriennale: ingegneria 1.585 euro,economico-statistico 1.467 euro,scientifico 1.445, medico 1.396,giuridico 1.359, geo-biologico1.354, agraria e veterinaria 1.347,politico-sociale 1.301, linguistico1.245, architettura 1.205, psicologi-co 1.161, letterario 1.135, insegna-mento 1.017. Stesso schema per lelauree specialistiche: si va dai1.705 euro di un ingegnere ai 980di uno psicologo. Medie molto piùbasse rispetto all'estero, ecco per-ché tra il 2011 e il 2015 il fenome-no della fuga all'estero di giovani èquasi raddoppiato.

Alessia Gozzi

LE LEGGI della dinamica, l'analisi mate-matica, la biologia molecolare e il cal-colo delle probabilità. Possono spaven-

tare, ma anche divertire se raccontate inmodo innovativo. È la scommessa de I man-ga delle scienze, un'iniziativa di RepubblicaeLe Scienze. Un viaggio tra astronomia, bio-logia e Relatività, animato da fumetti in sti-le giapponese, i manga appunto. Da oggi èin edicola Fisica, il primo degli otto volumidella collana che usciranno con cadenza set-timanale. Ciascuna pubblicazione potrà es-sere acquistata a 9,90 euro oltre al prezzodel quotidiano o del mensile.

Questa serie, nata in Giappone, ha riscos-so un grande successo di pubblico, non ne-cessariamente appassionati di scienza, e diaddetti ai lavori, in tutti i paesi in cui è stata

SCENDE I CAMPOFISI

Forza, velocitàe accelerazionein una partita di tennis.Alla scoperta della meccanicaclassica grazie agli oggettidi uso quotidiano

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I MANGA DELLE SCIENZEÈ una iniziativa di Repubblicae Le Scienze. Esce oggi il primo degli 8 volumi,in edicola con cadenza settimanalea 9,90 euro in più oltre al prezzodel quotidiano o della rivista

ANALISI MATEMATI CAE GIORNALISMOL'avventura di una reporterche deve interpretare i datieconomici: chiederà aiutoa un esperto. Scoprirà il calcolodi funzioni e integralie le loro applicazioninel mondo reale

pubblicata. Ogni episodio ha protagonisti lecui avventure (dal torneo di tennis, all'in-chiesta giornalistica) hanno un risvoltoscientifico. La cui soluzione è affidata a pagi-ne senza fumetti che accompagnano la nar-razione, spiegando con formule e grafici iconcetti chiave del racconto. Uno stile cherende ciascun volume un sostegno validoper i libri di testo destinati a scuole superio-ri e corsi universitari.

Disegnatori diversi si sono alternati all'il-lustrazione. Accanto a loro, per i testi, do-centi universitari che garantiscono la bon-tà scientifica delle avventure. «I fumetti»spiega Hideo Nitta, fisico alla Tokyo Gaku-gei University e coautore del primo volu-me, «possono trasformare leggi apparente-mente aride in cose familiari e comprensibi-li». Buona lettura.

©RIPROOUZIONE RISERVATA

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Fare sinergia tra mondoaccademico e imprese,inserendo ricercatori nelleaziende per fare innovazione eaccorciare la distanzaformazione-lavoro. E loscopodel progetto Faber ideato epromosso da Ente Cassa diRisparmio di Firenze conConfindustria Firenze eFondazione per la ricerca el'innovazione, partecipata daUniversità di Firenze e CittàMetropolitana. Il progetto èspalmato su tre anni (2016/18)e il bando rivolto alle aziendesi chiude il 4 novembre. Ilcontributo dell'Ente Cassa e

Confindustria (170 mila europer ïl primo anno) coprirà lespese del ricercatore inazienda, con un contratto diun anno rinnovabile per altridue. Gabriele Gori, direttoregenerale dell'Ente CaRiFirenze,il presidente di ConfindustriaFirenze Luigi Salvadori, ilpresidente Fondazione per laricerca e l'innovazione AndreaArpone, hanno spiegato che ibandi sono rivolti ai settoritraino per l'economiafiorentina: moda,agroalimentare, meccanica eindustria turistica.

0 RIPRODUZIONE RISERVA'A

Il direttoregeneraledell'Ente Cassa,Gabriele Gori

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LAVORANOINSIE

di Luca De Biase

01 ministro dello Sviluppoeconomico, CarloCalenda, è oggi a PadovaNòva, all'aula magna

dell'Università, per spiegare lastrategia "industria 4.o" el'idea della concentrazionedegli investimenti pubblici inun numero limitato di poli diricerca per supportarel'innovazione del sistemaproduttivo. Troverà unanotizia. I grandi atenei dellaregione Veneto, del TrentinoAlto Adige e del Friuli VeneziaGiulia si sono incontrati ieri aPadova per avviare unacollaborazione percontribuire all'innovazione ealla modernizzazione dellamanifattura. L'occasionedell'arrivo del ministro è statala causa scatenantedell'accelerazione di unaccordo del quale l'ecosistemadell'innovazione delle treVenezie aveva forte bisogno.

Un territorio, in effetti, deveconvincere il resto del mondodi poter sostenere unecosistema dell'innovazioneattraente: non basta chefunzioni - e non c'è dubbioche la manifattura del NordEst funzioni - deve anche faremassa critica per attrarretalenti e capitali in modo dasostenere una strategia disviluppo adatta alla scalaglobale dell'economia. E in unterritorio che non è centratosu una grande città, ma è unarete di centri, tutti dotati diuna forte identità e di unagrandissima tradizioneeconomica e culturale, lasoluzione non può certoessere quella di rinunciare allamassa critica: deve esserequella di costruire un sistemadi collaborazioni autentiche,non formali, orientate alrisultato. Se l'università riescein questo compito, in unterritorio come quello delNord Est, ci può riuscireanche il resto della società. Laleadership culturale dellaricerca e dell'alta educazionedimostra così la sua funzionedirigente. Il governo puòcertamente pensare aconcentrare i suoiinvestimenti in pochi poli: mauna rete di centri può e deveessere pensata come uno diquesti poli. Se l'occasionedella presenza del ministro aPadova Nòva ha contribuitoad accelerare il processo, gliOpen Innovation Days hannoavuto l'impatto sociale edeconomico per il quale eranostati progettati: non un eventoma un'occasione per lavorareinsieme.

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTEENRICO F CESCHII

C'è qualcosa di eroiconella scienza? La Commissioneeuropea, con il programma Ma-rie Curie, dunque nel nome dellagrande scienziata due volte pre-mio Nobel, ritiene di sì e per popo-larizzare il concetto organizza og-gi la European Resear-chers'Night, un evento in cui250 università di tutta Europa ce-lebrano gli "eroi della scienza"contemporanea: scienziati, ricer-catori, medici, che lavorano,spesso oscuramente, verso nuo-ve conquiste dell'umanità. Tra diloro, uno scienziato italiano, Pie-tro Roversi, 48enne biologo dellaOxford University, specialista diricerche sulle terapie genetiche,laurea e dottorato in Chimicaall'Università di Milano, davent'anni in Inghilterra fra Cani-bridge e Oxford. «Veramente pre-ferisco definirmi un fante dellascienza, o al massimo, nella circo-stanza attuale, un eroe per ca-so», si schernisce lui, mentre pre-para il video intervento che faràall'ateneo di Parma, in una sera-ta a cui prenderanno parte an-che la fisica Fabiola Gianotti, di-rettrice del Cern, e l'astronautaSamantha Cristoforetti, primaitaliana nello spazio.

Dottor Roversi, come è statoselezionato?«Un po' per caso: due anni fa

ho scritto con due colleghi, Massi-mo Moret e Simona Galli, un li-

bro divulgativo sulla cristallogra-fia, la tecnica ai raggi X che con-sente di vedere come sono fattele molecole, troppo piccole per es-sere visualizzate al microscopio,e la professoressa Alessia Bacchi,che ha coordinato quel progettoinsieme ad altri in Italia per l'An-no Internazionale della Cristallo-grafia e studia anche lei in que-sto campo, mi ha proposto all'ate-neo di Parma, una delle universi-tà partecipanti all'evento. Ma discienziati italiani che fanno ricer-ca, in Italia o all'estero, ce ne so-no tanti».

Per caso o no, i suoi sono studiimportanti: in che consistono?«Nelle malattie virali, i virus si

riproducono usando il nostro cor-po, approfittando del meccani-smo di maturazione delle protei-ne che le cellule umane usanoper le proprie proteine. Io faccioricerca su farmaci che interferi-

Pietro Roversibiologo a Oxford, è tra i selezionatiper la Notte europea dei ricercatori

44 5T T eL ue rni proclamaaeroe della scienza

ma son.- -- solu un fantedella guerra ai vìrus"scono per bloccare il meccani-smo, in modo che le proteine vira-li non si riproducano e l'infezionevirale si fermi».

Quali pazienti potrebberotrarre giovamento da questatecnica?«Potenzialmente, pazienti in-

fetti da epatite B e C, influenza,Hiv, Dengue, per citare solo alcu-ni dei virus che sfruttano le no-stre cellule in tal modo».

Vincerà il Nobel, se riuscirànell'intento?«Non credo, ma sarebbe un im-

portante passo avanti».È una nuova frontiera dellamedicina?«Lo sviluppo di antivirali ad

ampio spettro potrebbe sicura-mente aiutare milioni di perso-ne, perché usare come bersagliouna proteina umana di cui i virushanno bisogno impedisce loro dievadere il farmaco - cosa chepurtroppo succede quando un an-tivirale è diretto contro una pro-teina virale. In altre parole, nuo-vi farmaci antivirali ad ampiospettro possono eliminare l'insor-genza della resistenza virale aifarmaci».

È più facile fare ricerca all'e-stero, in particolare in GranBretagna, che in Italia?«Vedo ricerca di ottima quali-

tà in Italia, anche se immaginofatta con grandi sforzi. Qui c'èunapolicymigliore: si pensa a co-me fare una cosa, si trovano i fon-di e si fa. In Italia ci sono forsemaggiori problemi nella raccoltadei fondi e nel modo in cui sonoamministrati. Ma neanche qui ètutto perfetto».

Brexit avrà un impatto sulla ri-cerca scientifica britannica?«Dipende dagli accordi che il

governo prenderà con la Ue. Ox-ford e altre università premeran-

no per dire la loro al tavolo dellatrattativa e non perdere i finan-ziamenti europei. Meno coopera-zione scientifica sarebbe un dan-no per tutti».

I cervelli italiani fuggono all'e-stero, e spesso non riescono arientrare nel nostro Paese,per il noto fenomeno delle rac-comandazioni accademiche.Lei tornerebbe a fare ricercain Italia?«Non lo escludo. Fra un paio

d'anni penso che lascerò Oxforde mi piacerebbe lavorare con i col-leghi del Cnr a Lecce, con i qualiho già collaborato».

Da bambino voleva fare loscienziato?«No, volevo fare il droghiere.

Ma poi mi sono innamorato dellabiologia, attirato dal mistero del-la vita sulla terra e dalla magnifi-cenza della natura».

Che consiglio darebbe ai ra-gazzi italiani affascinati dallascienza?«Di dedicarsi alle domande

senza risposta che trovano affa-scinanti e seguire i propri interes-si».

Tra i suoi interessi , però, c'èanche la poesia.«E vero, ne ho sempre scritte e

ho pubblicato un paio di libri. Loscienziato ama l'esattezza e que-sta è anche una caratteristica del-la poesia, in cui bisogna usare illinguaggio con accuratezza. So-no due aspetti della medesimapassione».

Studio persviluppare fa aci

antiviraliDall'epatite all'Hiv

molte malattie sipossono indebolire

In Italia c'è ricerca diottima qualità ma quiin Uk c'è una miglioreorganizzazione.ione. Non

escludo peròdi tornare

Più di 200 universitàe eventi in tutta ItaliaEsplorare la scienzadivertendosi. E il fil rougedell'undicesima edizionedella Notte Europea deiRicercatori: 370 eventi cheanimeranno 250 universitàeuropee, tra cui anche 52città italiane, da Nord a Sud.Grandi e piccoli, da questopomeriggio fino a nottefonda, potranno lasciarsiaffascinare dalle scopertescientifiche e dal lavoro deiricercatori, dialogandodirettamente con loro. Si puòscegliere tra la direttastreaming della sondaRosetta che atterra sullacometa 67P e i tanti spettacoliinterattivi, gli esperimenti ole visite guidate neilaboratori. In sintesi, lascienza incontra i cittadini.

Il super manager di Amazon diventaCommissario straordinario per il Digitale: "Una startup a Palazzo ChigC

uo padre era arrivato a Milano dallabassa bresciana per fare il muratoree con orgoglio aveva guardato a quel

figlio che a 17 anni, grazie a una borsa distudio del programma Intercultura, ave-va preso per la prima volta l'aereo per an-dare dall'altra parte del mondo, in una cit-tadina rurale a 50 chilometri da Seattle.Quel figlio che dopo essersi laureato allaBocconi, primo della famiglia ad andareall'università, lo aveva reso orgoglioso la-vorando alla Apple in Europa per poi tor-nare sulla Costa del Pacifico e salire fino aivertici della prima azienda di commerciodigitale del mondo. Ma l'ultima decisionedel suo ragazzo, ormai cresciuto e con i ca-pelli grigi, proprio non l'aveva capita: tor-nare in Italia, a Roma per giunta, per lavo-rare nella pubblica amministrazione. Die-go Piacentini, 55 anni, di cui 13 in Apple e16 ad Amazon, è stato nominato ieri dalgoverno Commissario straordinario per ildigitale.

Quella di Piacentini è una scelta rivolu-zionaria, un super cervello che torna, unodei massimi esperti di architetture digita-li che scommette su una missione di sem-plificazione massima: «Rendere i servizipubblici per i cittadini accessibili nel mo-do più semplice possibile attraverso i di-spositivi mobili». Ma anche una scelta cheha sollevato a sinistra perplessità e malu-mori, in chi vede in questo incarico un con-flitto d'interessi e si interroga su cosa pos-sa aver spinto uno dei manager più presti-giosi del mondo ad accettare un incaricogovernativo a Roma e a prendere due an-ni di aspettativa da Amazon.

Partiamo dalle contestazioni : i criticisostengono che lei, il secondo più gran-de azionista di Amazon dopo il fondato-re Jeff Bezos , non possa occupare un po-sto pubblico.«Prima di tutto smentiamo immediata-

mente che io sia il secondo azionista, vistoche non lo sono: io sono il secondo dipen-dente con più azioni. Sono un manager diAmazon che nel tempo ha accumulato84mila azioni. Che significa 0,000017 percento».

Come ha accumulato queste azioni?«La filosofia di Amazon è di dare uno sti-

pendio base con un massimo di 170miladollari annui, poi a seconda del ruolo e del-la performance vengono assegnate azioniperiodicamente».

Due giorni prima di andare in aspettati-va da Amazon ha esercitato un dirittomaturato comprando e vendendo unpacchetto di azioni , continuerà a farlodurante il suo incarico italiano?«Ogni trimestre abbiamo un piano di

vendita predeterminato e regolamentatodella Sec (la Consob americana), in cui sidefinisce in anticipo la data di vendita del-le azioni e questo per evitare insider tra-ding. In questi due anni sarò in congedo ecosì sono sospese anche le azioni che avreidovuto ricevere. Allo stesso modo ho so-speso ogni piano di vendita».

Il suo incarico dice che lei lavorerà gra-tis.«Sì, senza alcun tipo di stipendio, pro

bono, zero. Ho rinunciato anche ai rimbor-si spese, niente vitto e alloggio, pago tuttocon la mia carta di credito personale».

Perché?«Nei miei sedici anni negli Stati Uniti so-

no stato contagiato da un'idea forte, quel-la di restituire al proprio Paese, alla pro-pria scuola, alla propria università. E' ilconcetto del "Give back". Appena arrivatoa Seattle nel 2000 venni invitato ad unacena di beneficenza organizzata dallascuola elementare pubblica in cui aveva-mo iscritto il figlio più grande. Mia mo-glie, che a Milano l'anno prima aveva rac-colto 800mila lire per l'asilo, era molto cu-riosa. Restammo sconvolti quando sotto inostri occhi vennero raccolti 170mila dol-lari per finanziare le attività scolastiche.Uno dei commensali ci disse: è quasi un ob-bligo morale: hai avuto successo e restitui-sci a chi ti ha formato».

Certo è difficile credere che uno lasciAmazon per venire qui e per giunta gra-tis.«Capisco, perché quando l'ho detto ai

miei genitori anche loro erano perplessi,mi aspettavo una reazione di entusiasmoe invece hanno cominciato a chiedermi:"Davvero? Ma in che cosa ti stai andandoa cacciare? In un mare di guai, tanto nonsi riesce a cambiare niente...". Quando poigli ho detto che non avrei guadagnato nul-la allora la perplessità si è trasformataquasi in fastidio e scetticismo. Hannoscrollato la testa e bofonchiato: "Sicura-mente ti daranno qualcos'altro"».

Se fa fatica a capire sua madre, allorane hanno diritto anche i parlamentariche hanno presentato un'interrogazio-ne sulla sua nomina.«Infatti non mi irrito più per la cultura

del sospetto, perché l'ho visto fare ai mieigenitori... Ho capito che l'idea di restituirenon appartiene al nostro dna, ma forse ilmio caso può aiutare l'Italia a cambiarementalità».

Qualche altro sospetto: Bezos l'ha la-sciata andare perché aiuterà gli affaridi Amazon in Italia.«Con tutto rispetto per il nostro Paese e

per la bravura di chi ci lavora, Amazon inItalia esiste solo da 6 anni ed è una quotadavvero molto piccola del fatturato mon-diale, la mia presenza non ha proprio nes-sun impatto».

Ma i possibili conflitti d'interesse resta-no.«Il mio ruolo non ha a che vedere con le-

gislazioni e politiche e nemmeno con le

centrali di acquisto, non devo fare contrat-ti di forniture. Non vedo dove possano es-sere i conflitti d'interesse».

E quindi cosa è venuto qui a fare?«Sono venuto con l'obiettivo di rendere

la vita più semplice ai cittadini, semplifi-cando il rapporto con le Istituzioni, e perfar sì che la macchina dello Stato sia in gra-do di usare le tecnologie come accade inGran Bretagna o negli Stati Uniti. Un rap-porto semplice tra Stato e cittadino è con-dizione necessaria per sviluppo economi-co, perché stimola gli investimenti anzi-ché frenarli».

Come è nata l'idea di venire a Roma?«Da un incontro con Matteo Renzi nel

settembre 2014. Era venuto a visitare laSilicon Valley e mi disse: "Vorrei aiutare ilPaese a non perdere il treno dell'innova-zione e del digitale, saresti disposto a tor-nare per un periodo in Italia?" Ringraziaie declinai e per me era finita lì. Dopo qual-che mese mi telefonò e tornò alla carica,nel frattempo il dubbio si era insinuato inme. Così ho cominciato a parlarne con miamoglie e con Bezos, con il quale ho un rap-porto non solo di lavoro ma di lealtà e ami-cizia. Allora mi sono fatto una sola doman-da: "Cosa rimpiangerò di non aver fattotra 10 anni?". Ho capito che mi sarei porta-to dietro il rimpianto di non averci prova-to».

Quanto tempo si è dato?«Due anni. Non per terminare un pro-

getto ma per creare un sistema che per-metta il cambiamento e duri nel tempo eper provare a far nascere una nuova men-talità».

E se Renzi cadesse prima?«Complicherebbe un po' la situazione,

ma il sistema che si deve creare è indipen-dente da chi è il primo ministro: è per ilPaese non per il premier anche se è Renziche mi ha convinto a venire».

Primi passi?«Da due o tre anni è avviato un cammi-

no: c'è il codice dell'amministrazione digi-tale, l'agenda europea digitale ma soprat-tutto una nuova consapevolezza. Si è co-minciato a creare l'identità digitale del cit-

tadino, con la quale poter accedere allecentinaia di servizi dello Stato. È da mi-

gliorare, da distribuire, si devono co-struire tutti i servizi dove usarla ela maggior parte della popolazio-ne ancora non lo sa, ma è un passofondamentale».

In cosa consiste?«Ognuno di noi avrà un'identità

sempre aggiornata. Non ho bisognodi dimostrare che esisto, sono nato,sono sposato o dove abito. Oggi devicertificare o autocertificare ancoratroppe cose, ma se l'anagrafe è co-;truita con tecnologie che tutte le am-ninistrazioni pubbliche condividono,

allora non devi più certificare di esiste-re e tutto diventa accessibile e aperto».

Come ha trovato la pubblica ammini-strazione italiana?«Le leggo cosa ho scritto nel bando per

reclutare talenti informatici che venganoa lavorare con noi: "Bisogna sapere che citroveremo di fronte a burocrazie, regolecomplicate a tecnologie obsolete e a unamancanza di coordinamento, ma anche aisole di eccellenza in grado di otteneremolto con poche risorse».

Dove sono queste isole di eccellenza?«Per me è stata una sorpresa positiva

trovare gruppi di alto livello tecnologiconella pubblica amministrazione italiana,penso alla Sogei o al Poligrafico dello Sta-to, per fare due esempi. Ho incontrato ra-gazzi che troverebbero subito posto nell aSilicon Valley e che avrebbero successo inun batter d'occhio».

Che squadra vuole costruire?«Un gruppo di una ventina di persone

di altissima competenza tecnologica, unasorta di startup all'interno di una macchi-na antica come l'amministrazione stata-le. Il nostro ufficio sarà a Palazzo Chigi».

Quanto pagherete gli esperti digitaliper convincerli a venire a Roma?«Abbiamo un tetto massimo di

150.000 euro l'anno per le posizioni tecni-che più esperte ma la maggior parte deiruoli saranno remunerati tra i 40 e120.000 euro».

1 Perché nel bando ha scritto che "occa-gionalmente si dovrà essere eleganti

i ma normalmente ci si può vestire an-i ahe in modo sportivo"?<Perché uno sviluppatore nemmeno si

avi vicina se pensa di dover lavorare in giac-ca e cravatta, allora deve sapere che puòvei aire con le scarpe da tennis, certo nonin c ;iabatte come in California... Siamo pursei npre a Palazzo Chigi».

1 E questo Palazzo com'è?

«È il primo posto che ha bisogno di unatrasformazione tecnologica. Come in mol-ti uffici e luoghi pubblici italiani c'è un pro-blema di wi-fi, mi sono reso conto in que-ste prime settimane quanto sia penaliz-zante per chi lavora in Italia non avere ac-cesso alla banda larga in modo continuati-vo e quotidiano».

Lei ha lavorato con Steve Jobs, cosa haimparato da lui?«La capacità di individuare le cose im-

portanti, focalizzarci sui punti fondamen-tali all'interno di un sistema complesso».

E dal fondatore di Amazon Jeff Bezos?«Che non esiste nulla che non si può

cambiare. Per riuscirci bisogna creare lecondizioni: assumere le persone più prepa-rate, fare gli investimenti giusti, guarda-re sempre avanti, diffondere una culturanuova anche nei gesti quotidiani e nonperdere tempo a fare convegni».

C'è qualcosa che accomunava Jobs e Be-zos?«Sì, ho imparato da entrambi l'impor-

tanza di essere diretti con le persone, di di-re davvero quello che si pensa, senza fin-zioni. Anche se Bezos è più gentile. Steve avolte era davvero duro e, diciamo, pocoeducato. Ma era un autentico genio».

Ha detto che questa squadra digitaleche sta nascendo è come una startup,che percentuali di successo vede?«Le percentuali di successo di una star-

tup sono tra l'uno e il cinque per cento, miauguro di avere qualche possibilità in più,perché se ci riusciamo allora il cambia-mento per l'Italia sarà davvero notevole».

Momenti di pentimento in queste pri-me settimane romane?Piacentini si toglie gli occhiali e strizza

gli occhi da miope, ci pensa un pó e sospi-ra: «A Seattle mi sarei sicuramente diver-tito a inventare cose nuove, ma un giornomi sarei guardato allo specchio e avrei det-to: "Ma perché non ci ho provato?". Me-glio correre il rischio di non farcela cherimpiangere di non aver avuto il corag-gio».

Suo padre ora c'è più, ma probabilmen-te sarebbe stato di nuovo d'accordo.

I miei Da lui ho Mi hanon imparato insegnatovolevano a vedere che noncredere le cose esisteche che nulla chevenissi a contano non silavorare in un cambiagratis progetto

I'A15TEß TLtti2ILOGIADiego Piacentiniè Stato nominatoieri Commissarioper il digitale

Ricerca d'eccellenza Genomica Parla Ilaria Capua

«Voglio una vita a color i ,da scienz iata alla Harry Potter»«C'è qualcosa di magico,anche i poteri oscuri... Mala sfida è appassionante»

diGuido Romeo

Voglio una vita acolori, unavita da scienziato.Chipensachefare ricercasiaentrare tutte le mat-tine un in grigio laboratorio, tra provette e mi-croscopi, e parlare di fenomeni incomprensibilie sconosciuti ai più deve ricredersi difronte a Ila-ria Capua. Se la sua vitanon è come quelladi Ste-ve McQueen poco ci manca. «Ma no, piuttostocome Harry Potter», si schernisce la ricercatrice,richiamando il titolo del keynote che terrà sta-mattinaall'Università di Padova. «Ho scelto l'ac-costamento a Harry Potter perché la scopertascientifica ha molto di magico, ma non solo.Contano moltissimo imaestri come Albus Silen-te e spesso ci si confronta con Voldemort, chepuò assumere diverse forme, daquelladellacen-trifuga che si rompe ad avversari più o menograndi e potenti».

Di incarnazioni del mago oscuro Capua, cheoggi è direttrice del centro di eccellenza dell'Uni-versità della Florida, ne ha incontrate diverse.Dimessasi mercoledì da parlamentare, a giugnoera stata prosciolta dall'accusa di traffico inter-nazionale di virus e dal tentativo di causata epi-demia punibile con l'ergastolo. Un'assoluzionearrivata «perché il fatto non sussiste» e che hasmontato pezzo per pezzo il pesantissimo ca-stello accusatorio che per due anni ha stravoltolasuavita. Anniprima, nel2oo6, Capuaavevacon-quistato laprima prima paginadel NewYork Ti-mes per aver deciso di non rispettare i rigidi pro-tocollidell'Organizzazione mondiale della sani-tàdivulgandoin open source le sequenze geneti-che delvirus responsabile dell'influenzaaviaria.La scienziata, che ha al suo attivo oltre 200 pub-

Sfida rinnovata . llaria Capua si è dimessa dallaCamera dei Deputati, «ma non dall'Italia»

blicazioni peer reviewed, allora all'Istituto Zoo-profilattico delle Venezie, era stata la prima aidentificare il virus sul territorio africano.

«Quella dello scienziato è una vita tutt'altroche noiosa, macertamente nonè facile e, soprat-tutto, poco conosciuta anche da chi oggi studia inuna facoltà scientifica. Come a Hogwarts, sonocruciali non solo la struttura in cui cresci, i men-tori, ma anche il gruppo che ti circonda e la capa-cità di continuare a imparare nuove abilità pertrasformarti e affrontare nuove sfide». E con

questo spirito che Capua ha infatti detto addio aMontecitorio, spiegando che la sua missione èquella di ricercatrice e, per rispetto a se stessa e atutti quelli che hanno investito su di lei, torna aGainesville, dove sta lavorando alla nuovavisio-ne strategica per il One Health Center of Excel-lence, un centro di ricerca creato su sua propostadall'Università della Florida per affrontare inmaniera olistica e multidisciplinare la saluteumana, animale dell'ambiente. «Con Marco Sa-lemivogliamocreare uncentro dipunta nella ge-nomica che abbia un approccio completamenteinnovativo, tridimensionale».

La parabola di Capua è un tassello in più di unproblema che sta diventando paradigma del-l'Italiacontemporanea, un paese chevvole rilan-ciare la ricerca di punta con progetti ambiziosicome lo Human Technopole, ma dove il respon-sabile dell'anticorruzione Raffaele Cantone sot-tolinea la correlazione tra corruzione nelle uni-versitàe fugadei cervelli. Un paradossocostossi-mo, sia sul piano umano che economico. Secon-do il Country report Ue, ogni anno circa 3milaPhD italiani (il 16,3%) se ne vanno all'estero,mentre la nostra capacità di attrarre ricercatoririmane bassissima (3%). Per molti paesi europeicome Gran Bretagna e Germania le percentualisono invertite. Dal 2010 al 2020 l'Italia perderà3omila ricercatori (in gran parte formati a spesedelle casse pubbliche) e 5 miliardi di giuro di fi-nanziamenti, che andranno ad altri stati. «Io misono dimessa dalla Camera dai Deputati, nondall'Italia - avverte Capua -: proprio in questigiorni ho discusso molto di come continuare erafforzare la collaborazione tra il One HealthCenter e diversi laboratori italiani. Il nostro pae-se fa bene a scommettere su progetti ambiziosicome Human Technopole, ma bisogna pensareaessereattrattiviperiricercatori stranieriinma-nierapragmatica. Magari portando anche maritie mogli o offrendo benefit come all'estero. Perattirare ilbioinformatico Roy Curtiss, l'Universi-tà della Florida non ha esitato a offrire una posi-zione a lui e a tutta la sua équipe di 12 persone.

©RIPRODUZIONEPISEFVAiA

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Indice I Better Life I Ocse

Il fattore benesserea dimensione urbanadi AlessiaMaccaferri

IEW «Le città come i sogni sono costruite didesideri e di paure», scriveva italo Calvino,più di qo anni fa. Oggi più che mai, la dimen-sione urbana fatta di grandi sollecitazioni -dai migranti alla sostenibilità ambientale -si espande fino ad accogliere una dimensio-ne vasta, metropolitana e quindi regionale.«Ciao città, come stai?» si chiederà oggi a Pa-dova, Anthony Gooch, direttore Affari pub-blici e Comunicazione dell'Organizzazioneper la Cooperazione e lo Sviluppo Economi-co. L'istituzione elabora e fornisce ogni an-no milioni di dati sui paesi. Dati che poi di-ventano la base su cui i singoli governi e altreorganizzazioni prendono importanti deci-sioni politiche ed economiche che hannoimpatto sulla vita di tutti.

L'Ocse ha scelto come interlocutore privi-legiato proprio i cittadini, misurando il be-nessere di 38 Paesi. Il Better Life Index nascenel 2011 con l'intenzione di andare oltre ilcalcolo del prodotto interno lordo, cioè laricchezza economica di uno Stato. Un datosignificativo, ma che non racconta altre di-mensioni di un paese. Così accanto a indica-tori materiali come il reddito, l'occupazio-ne, l'abitazione ha aggiunto dimensioni piùimmateriali e intangibili come le relazionisociali, l'equilibrio lavoro-vita privata,l'ambiente, la sicurezza, l'impegno civile, lasoddisfazione personale, l'educazione, lostato di salute.

Ma l'indice non è dei più classici. AnthonyGooch ha voluto misurare la qualità della vi-ta aprendo l'Ocse all'ascolto dei cittadini,coloro a cui le policy saranno indirizzate.Ognuno può dare online (www.oecdbetter-lifein dex.org/) e assegnare una scala dipriorità a ciascuno degli il indicatori moni-torati con statistiche ufficiali. Se, per esem-pio, il parametro più importante per me è il

reddito apparirà in cima alla classifica gliStati Uniti, seconda la Svizzera; se, invece,prediligo la sicurezza vedrò la Norvegia, sescelgo l'impegno civile sarà in testa l'Austra-lia. Oltre ioomila persone a livello mondialehanno usato questo simulatore, fornendoallo stesso tempo dati interessanti all'Ocse.Così si scopre che soddisfazione personale,salute e istruzione sono le priorità di benes-sere, secondo le oltre 4mila persone chehanno consultato il simulatore dall'Italia.

L'Ocse non fornisce una classifica assolu-ta ma se si dà la stessa importanza agli il in-dicatori l'Italia appare 25esima su 38 paesi,secondo ultima rilevazione al maggio scor-so. Ci penalizzano il livello di soddisfazionedella vita, il reddito e le condizioni abitative.Vanno meglio la salute (quasi 83 anni diaspettativa di vita), la sicurezza e le relazionisociali (il 91% degli italiani dichiara di averequalcuno di cui potersi fidare nel momentodel bisogno, contro la media Ocse dell'88%).

Nella consapevolezza che il benessere di-pende in parte da temi locali l'Ocse ha elabo-rato il Regional Well-Being Index. L'interat-tività, in questo caso, sta nella possibilità diconfrontare la propria regione di prove-nienza con altre che hanno performance si-mili negli il indicatori. Molte delle grandisfide future si giocano però nelle città, doveormai si concentra buona parte della popo-lazione a livello mondiale. L'Ocse ha in pro-gramma di monitorare il benessere in 281aree metropolitane (più di 5oomila abitan-ti), in regioni più piccole (sarebbero 2.197) ein regioni e città, fuori dai Paesi Ocse.

L'Italia che sa innovare / 6

II tessuto che ntraDDolapolveri sottili e smogNegli spazi chiusi come all'aperto, siamo da agentiinquinanti. All'Università Politecnica delle Marche hanno elaboratodei pannelli capaci di adsorbirli riducendo a concentrazione di batteridi Andrea Milanesi

I 1 campanello d'allarme è ormai suonato da tem- ze e ingegneria della materia, dell'ambiente e urbani-po, ma i dati rilasciati nel 2015 dall'Organizzazio- stica dell'Università Politecnica delle Marche, che hane sanitaria mondiale sono ancora alquanto pre- concentrato da anni la propria attività intorno a que-occupanti: si stima infatti intorno ai 4,3 milioni w „ . ste tematiche delicate e urgenti, costantemente al

il numero di persone morte ogni anno a causa v ú°.~a 11 ñ° 2,1 4 centro dell'attenzione della comunità scientifica

1 la

4i N',

Polveri sottilismo ed elmissioniundustrialati. ß ri ú 74 k. 9 minrcam o socio sanitariot ed econoemico. < Se.ahdh d dt a, ÿ ri v4 r ;;ma ance resiui cimiciieersivi, sapo- a tß; , ;ì , 9 ,

ni e profumi; tutto questo fa parte dell'aria .2che respiriamo non solo per strada, maanche in casa, a scuola o in ufficio, il Piùdelle volte senza rendercene conto. Ossidi b5 ndi azoto, di carbonio e di zolfo, benzenee idrocarburi aromatici, ma anche com-posti organici volatili, formaldeide e fumodi tabacco contribuiscono a creare la misce-

INN 34vi v%

-,L la

la (quasi esplosiva) di un cocktail da togliere ak # vletteralmente il fiato. E se la risoluzione dovessearrivare da un semplice pannello ad alta efficienza e v I.

a impatto zero, da appendere alle pareti come un qua-dro, realizzato con un tessuto in grado di purificare l'a-ria che respiriamo, al chiuso come all'aperto?E proprio questo il principale campo d'azione del teamdi ricerca che fa riferimento al Dipartimento di scien-

IL COMMENTO

da una parte la consapevolezza del rischioassociato all'inquinamento atmosfericoesterno è oggigiorno patrimonio comunee diffuso, dall'altra è invece meno diffusala coscienza che anche una cattiva qualitàdell'aria negli ambienti interni, pubblici odomestici, possa essere causa di rischi per

la salute», ci ha raccontato Gabriele Fava,professore di Tecnologie per il controllo

I principali sono di originechimica, fisica o biologica e si presentano comegas, vapore , radiazioni elettromagnetichee panicolato organico o inorganico

Case e uffici,

d i Francesco Bertolini

serve fare un tagliando

i

5

chiama "Sick building syndrome", sin-drome da edificio malato. Secondo stimedell'Organizzazione mondiale della sanità,

circa il 20% della popolazione occidentale è colpitada questa sindrome, che si manifesta sotto formadi sonnolenza, allergie, emicranie, infiammazionirespiratorie fino in alcuni casi ad arrivare a pato-

logie molto più gravi. La cosa più sorprendente,quando si parla d'inquinamento indoor, è probabil-mente la quasi totale mancanza di consapevolezzadel problema. Chiusa la porta si è spesso convintidi lasciar fuori la pessima aria delle nostre città,e tutti i problemi a essa collegati; purtroppo nonè così. È altrettanto vero che il cittadino comuneha poche armi con cui combattere questa guerra,quando la sua abitazione è stata realizzata conmateriali non idonei intervenire è complesso ecostoso. Si ritorna anche qui al problema del patri-monio immobiliare italiano, costruito in larga per-centuale in tempi in cui, non solo il rischio sismico,

dell'inquinamento e qualità dell'aria negliambienti di vita. «I principali nemici dell'a-ria che respiriamo sono di origine chimica,fisica o biologica e possono presentarsi informa di gas, vapore, radiazioni elettroma-gnetiche e particolato organico o inorgani-co. Gli inquinanti chimici provengono dall'a-ria esterna, soprattutto in condizioni di elevatoinquinamento ambientale, ma possono avere an-che origine negli stessi ambienti di vita e pregiudi-care in modo diretto la qualità dell'aria che respiriamoall'interno dei locali in cui viviamo».Coordinatore del lavoro del gruppo Materiali e ambien-te, che svolge attività di ricerca nei campi della diffusio-ne degli inquinanti nelle diverse matrici ambientali, delcontrollo della qualità dell'aria indoor e dei sistemi difiltrazione, il professor Fava ha le idee ben chiare sul-le modalità con cui dobbiamo combattere il comunenemico: «Le strategie convenzionali in uso per ridurrel'inquinamento dell'aria sono di solito raggruppate intre grandi categorie: abbattimento alla fonte, diluizio-ne per ventilazione e adozione di sistemi di controllo

ma anche la conoscenza e l'attenzione all'inqui-namento indoor non erano priorità. I nuovi edificioggi sono spesso caratterizzati da certificazioniecologiche di vario tipo, sono realizzati con atten-zione ai materiali e rispondono a una coscienzaambientale del mercato in costante crescita. Mamilioni di immobili avrebbero necessità di un ta-gliando verde. Un piano Marshall per la salute degliedifici e di chili vive, molto più utile e necessario dialcune grandi opere che vanno a migliorare solola situazione di chi le realizza. È un auspicio che miauguro possa trovare spazio nel piano casa di cuitanto si parla in questo periodo.

Totalmenteenergy freeIn alto da sinistra,le operazioniin laboratorioper elaborareil materialeadsorbente;un'applicazione inuna scuola dellatecnologia Thebreath. Sopra, unpannello adsorbenteapplicato sul fiancodi un edificio.Nell'altra pagina, neltondo, il materialeutilizzato per ipannelli.

Esistono soluzioni eterogenee:abbattimento alladiluizione per ventilazione,adozione di sistemi di controlloattivo

attivo. Evidentemente si tratta di soluzionieterogenee, con diverse caratteristiche d'azio-

ne così come anche differenti ricadute a livel-lo di consumi energetici (con conseguenti spese

maggiorate nel caso di utilizzo di ventilatori e impiantidi condizionamento termico), ma proprio la crescenteattenzione rivolta alla qualità dell'ambiente, unitamen-te alla contestuale necessità di garantire una maggioresostenibilità energetica, hanno appunto stimolato il ri-corso a strategie innovative di controllo».

La riduzione diretta dei fattori inqui-nanti, quando e dove possibile, è sempre da considerar-si una scelta da privilegiare rispetto alle altre; tuttavia,in condizioni indoor, le emissioni associate alla presen-za degli occupanti non possono essere evitate in alcunmodo. Ed è qui che entra in gioco l'attività del gruppo dilavoro coordinato dal professor Fava: «Le ricerche svoltenei nostri laboratori, ma anche attraverso indagini sulcampo, sono mirate allo studio dei materiali ad altacapacità di adsorbimento (processo attraverso il qualeun gas viene fissato sulla superficie di un solido o piùraramente di un liquido, ndr) e a possibili soluzioni tec-niche innovative basate sulla conoscenza dei processi diformazione e dispersione degli inquinanti atmosferici.In particolare, il nostro dipartimento ha collaborato allosviluppo di una innovativa soluzione di barriere filtrantianti-inquinamento basate su matrici passive, cioè senzarichiesta di energia elettrica, curando i test di laborato-rio sui materiali impiegati e conducendo sperimenta-zioni in ambienti di vita indoor e outdoor».Si tratta di "The Breath", una tecnologia firmata dallastartup Anemotech in grado di adsorbire e rimuoverele molecole delle sostanze inquinanti presenti nell'aria

II gruppo di lavoro Materiali eambiente che lavora pressoil Dipartimento di scienzee ingegneria della materia,dell'ambiente e urbanisticadell'Università Politecnicadelle Marche è coordinato dalprofessor Gabriele Fava, giàordinario di Tecnologie per ilcontrollo dell'inquinamento eattualmente docente a con-tratto nello stesso diparti-mento. Dei team fanno partela dottoressa Maria LetiziaRuello, ricercatrice che si oc-

e di ridurre la concentrazione di batteri. E unastruttura semplice, a basso impatto ambienta- n, +l lm nt n r fr r bil rt t ttgye e o a e e e e ee, p oge a e pe j.

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o ,_poog a e e, e o e es e r •';v. =mr + . : .•.••+ R '". R+ 4' !' f.,.IW . `/ ' T+

e antibatterico e da uno strato intermedio in fi . j r k-" • c" oppure ancora impiegati come barriere anti-

per poi rimetterla in circolo più pulita e re M+. 1". ,^spirabile. «L'aria passa infatti attraverso le zazione di poster, manifesti e affissioni per'.7F 4S Y' P}maglie di uno speciale materiale di nuova ! tZ ::.A, una comunicazione pubblicitaria ecologi--

ci ha spiegato Fava, «composto le ca, alla copertura di ponteggi per restauri,da due strati esterni in tessuto idrorepellente rinnovo facciate e manutenzione ordinaria

sfrutta il naturale movimento dellana per r'z agi._

purificarla in modo ecologico e naturale,

bra assorbente a base di carbone attivo attivata da rumore di autostrade o percorsi viabili ad alta per-nano-materiali, in grado di separare, intrappolare e correnza, sia cittadini sia extra urbani.disgregare i micro inquinanti presenti nell'atmosfera L'efficacia del sistema dipende ovviamente dal posizio-come gli ossidi di azoto, l'ozono e i composti organici e O

ssidi dioi ko

azotonamento e dalla disposizione dei vari pannelli, come

volatili, trattenendoli all'interno della propria struttura Sopra, un anche dalle condizioni in cui si trovano a operare, mafibrosa senza possibilità di rilascio nell'ambiente». Oltre particolare del prendendo a riferimento i dati rilasciati dalla ricercaalla funzione adsorbente, il pannello svolge anche un materiale utilizzato realizzata in laboratorio dal gruppo Materiali e am-ruolo di mitigazione, lavorando sulla carica batterica, per adsorbire biente dell'Università Politecnica delle Marche i valorisulle polveri e sulle muffe che vengono a contatto con gli inquinanti di adsorbimento in un contesto di microcosmo indooril tessuto, non limitandosi a coprire gli odori, ma assor- gassosi. si attestano a oltre l'8o° per il biossido di azoto (N02) ebendoli e disgregandone le molecole, purificando l'ariadalle emissioni moleste.

L'utilizzo di questotipo di pannelli adsorbenti, destinato agliambienti di vita a uso pubblico e privatoper neutralizzare emissioni indoor, aller-geni, prodotti chimici e polveri sottili, puòservire anche come supporto di stampa perla segnaletica, come materiale informativoo didattico in locali pubblici come ospedali,uffici e scuole. Sul versante outdoor sonoinvece previste applicazioni perla riduzionedi precursori inquinanti di smog in ambi-to urbano, flessibili e personalizzabili a se-conda del contesto. Gli strati frontali e po-steriori dei pannelli possono essere infattistampati tramite un sistema automatizzatodi colorazione con inchiostro ecologico adacqua e possono essere destinati alla realiz-

cupa delle tematiche afferentialla Scienza e tecnologia deimateriali, l'assegnista di ricercaAlessandra Mobili (Materialiper ambienti di vita domesticisostenibili, confortevoli e sicu-ri), i dottorandi di ricerca ChiaraGiosuè (Scienza e tecnologiadei materiali), Mattia Pierpaoli(Scienza e tecnologia dei ma-teriali) e Vladimir Bondarenl<o(dottorato internazionale incollaborazione con la Lipetsl<state tech n ica l UniversityRussian federation).

L'aria passa attraverso le magliedi uno speciale , di nuovaconcezione , che trattiene le impurità

intorno al 5o° sia per i composti organici volatili (Cov)che per l'ozono (03). Di sicuro interesse diventa per-tanto anche l'ipotesi di adsorbimento outdoor: ipotiz-

FK7

AWARa5 2016LA NUOVA FORMULA

Quest'anno i Sette Green Awardssi rivolgeranno ai centri di ricercaitaliani di eccellenza. Al terminedel nostro viaggio nell'Italia che sainnovare in maniera sostenibile,assegneremo delle borse di studio aquegli istituti che, a nostro giudizio,hanno raggiunto vette di eccellenza.

zando l'installazione di cartelloni di grandidimensioni all'interno di un'area cittadinaa intenso traffico e a elevati tassi di riscal-damento domestico, possono essere infattirimosse significative quantità di ozono ebiossido di azoto. «Quindi di due tra i prin-cipali precursori degli episodi di inquina-mento fotochimico ambientale», concludeFava, «entrambi associati alla formazionedi polveri ultrafini e aerosoli organici se-condari prodotti da foto-ossidazione didiversi idrocarburi sotto l'azione della lucedel sole». Pubblicità e progresso, dunque,finalmente insieme per una comunicazio-ne davvero sostenibile.

(6 - continua)RIPRODUZIONE RISERVATA

UN TEAM DI SCIENZIATI DELLA MATERIAL i

La mappa del 150" di Marlin Waldseemiiller che ne cerlirica la nascila e conservaLa a Was ' glonapproda sul web grazie al Museo Galileo. Galluzzi: «Navigheremo con Vespucci in alla definizione»

d i Edoardo Semmola

Esploratori a portata di cii-ck. Viaggiatori del tempo chehanno montato il flusso cana-lizzatore della DeLorean diMarty McFly nel corpo di unmouse. Ma anche storici, car-tografi, appassionati d'avven-ture per mare. La «bussola»che il Museo Galileo di Firenzeha appena creato è una mera-viglia tecnologica e filologicaalla portata di tutti: un sitoweb che si sviluppa in un in-treccio di archivio storico ecartografico, ma che è anche asuo modo un «gioco» tridi-mensionale, nel senso più altodel termine, con cui anche unprofano tanto di storia quantodi scienze può divertirsi a«scoprire l'America» da solo.

Si chiama «Una terra oltre lestelle» in omaggio a un passodel sesto capitolo dell'Eneidedi Virgilio che narra di «unaterra oltre le stelle, oltre le viedell'anno e del sole, dove At-lante, portatore del cielo, reg-ge sulle spallel'asse ornatodi stellesplendenti»riferendosi al-l'orizzonteche appare ol-tre il Tropicodel Capricor-no dove nes-suno sapevacosa ci fosse.E ci porta aconoscere «ilcertificato dinascita del-l'America»: lacartina delmondo creatanel 1507 daltedesco Mar-tin Waldse-ermüller, con-servata alla Li-brary of Con-gress dellacapitale statu-nitense, che per prima nellastoria riportava la scritta«America» come nome uffi-ciale del nuovo mondo in

omaggio al navigatore fioren-tino Amerigo Vespucci che perprimo si rese conto che le terrescoperte da Cristoforo Colom-bo oltre oceano non facevanoparte «delle Indie» ma appar-tenevano a un nuovo conti-nente. O per dirla con le sueparole: «La terra ritrovata ciparve non isola, ma terra fer-ma, percioché si estendeva larghissimamente e non si vede-va termine alcuno...».

Il programma andrà on-linesul sito www.museogalileo.itdal 7 ottobre in occasione del-le giornate di studio per ilquinto centenario della CartaMarina di Waldseezniiller chemandò definitivamente «inpensione» Tolomeo e il suo«disegno» del globo visto dal-l'acqua. Da quel momento lavisione del mondo - almenoquella che possiamo leggeresulle carte - non è stata più lastessa: «Amerigo Vespucci hascoperto la quarta parte [delmondo] che non vedo perchénon possa prendere il nomedal suo scopritore Amerigo,uomo di acuto ingegno -scriveva il cartografo tedesconella sua Cosmographiae in-troductio - ed essere chiama-ta Amerige, cioè terra di Ame-rico, o America, così comel'Europa e l'Asia che hannopreso il nome da donne».

Due anni di lavoro finanziatidall'Ente Cassa di Risparmio diFirenze e diretti dall'architettoe storico della scienza FilippoCamerota, vicedirettore delMuseo Galileo hanno prodotto(digitalizzato e «animato»)una serie di documenti in lati-no, italiano e inglese, di im-magini, cartine geografiche,mappe del cielo, e soprattuttovideo capaci (per chi ha la for-za e le competenze per seguirele istruzioni dei maestri Tolo-meo, Marco Polo, dell'umani-sta, poeta e cartografo Mat-thias Ringmann) di insegnareall'utente non solo a navigarecome gli avventurieri del maredi mezzo millennio fa, ma an-che di disegnare e creare una

Gallery

Prima di ColomboLa mappa dei mondo disegnata daEnrico Martello Germano nel 1475

L'astrolabio nauticoPer stabilire la posizione tramitel'altezza degli astri sull'orizzonte

Il mondo anticoCome Tolomeo immaginavaforma e dimensioni della terra

La rottaIl primo viaggio di AmerigoVespucci nel 1597-1498

propria mappa. Con un siste-ma di esplorazione ad altissi-ma definizione di dettaglio at-traverso un motore di ricercasul modello di Google Earth

per seguire passo passo tutti iviaggi di Vespucci in America enon solo. «E un'enciclopediadella geografia antica e pre-moderna» come la definiscePaolo Galluzzi, direttore delmuseo di piazza de' Giudici.Accompagnata da un ricco vo-lume e da una chiavetta usbche consente di esplorare icontenuti digitali anche inmodalità off-line (con l'ecce-zione della funzione esplorati-va che necessita di connessio-ne). L'impatto visivo è di estre-mo coinvolgimento. E rendecomprensibile teorie - e prati-che - altrimenti alla portatasolo degli addetti ai lavori.

Diviso in dodici sezioni, ilsito creato da Camerota e dallostaff del laboratorio multime-diale del museo apre una por-ta spazio-temporale che attra-verso le vite del navigatore fio-rentino, del cartografo tedescoe di altri protagonisti dell'in-dagine sul Nuovo Mondo scal-da le passioni dell'esploratoreche è dentro di noi tra nozionistoriche, quelle tecniche sullemappe e la navigazione, le teo-rie e disegni di Waldseemüllered Enrico Martello Germano,le lettere di Vespucci, Tolomeoe il mondo antico, Marco Poloe il «mappamondo» di FraMauro, l'esplorazione dellaterra, del mare e del cielo, lamisura del tempo e gli stru-menti per affrontare il mareanche senza Gps. E in qualchemodo «risponde» allo stessoAmerigo che nel suo MundusNovus scriveva: «Insegnai lorola carta da navigare e feci siche confessassero che i noc-chieri ordinarli, ignoranti del-la cosmografia, a mia compa-razione non avessero saputoniente». Ora possiamo sapere.E «navigare» con lui.

Info

L'edizioneweb dei«certificato dinascita»dell'America,la mappa di

idWa see° t, -. , / . „--. .::, ,. '_ % 1 Imunerlna B.'.._. ...,.., 1 i'fZ'... .. . Gt ¿,realizzata il

[1`11'11̀1",,

Museo Gallleo , ; a7 '" í. ° - r,p rrfdi Fir®ns® rnl r ', 11 - g,.'

determinantecontributodell'EnteCassa diRisparmio diFirenzee con lacollaborazionedella Libraryof Congressper farconoscere e al Kgrandepubblico lamappa delcartografotedesco MartinWaldseemüller(1470 ca. - 1.11 l'. ` . .. . . . ,, . 'ti. '--_21)5

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conservata alla La mappa di Martin Waldseemüller del 1507, la prima in cui compare il nome «America» in omaggio a Amerigo VespucciLibrary ofCongress diWashington.

II progetto,di grandeimpatto visivoe fortementeinnovativo , ds

$*saràpresentato il 6e 7 ottobre aWashington,nel luogo dovela mappa è Il direttore del Museo Galileo Paolo Galluzzi e il vice

conservata in direttore Filippo Camerota, ideatore del sito

occasione dellegiornate distudio per il 5°centenariodella Carta

Il laboratorio multimediale del Museo Galileo dove ènato il sito «Una terra oltre le stelle»

La vogliadi scommetteresu noi stessi

Federico Sarica

La comunicazione, si sa, ha lesue regole. Ma a volte sonoparecchio strane tanto chepuò capitare che ci spingano a

guardare il dito oscurandoci la Luna. Èsuccesso anche l'altro giorno a Milano.Tutti voltati a guardare l'imminenteavvio della costruzione del Ponte sulloStretto di Messina, cioè unalontanissima ipotesi, mentre davantiaccadeva un fatto, una notizia di cuinon ci si è accorti: il via ufficiale diHuman Technopole. Cioè di un polo diricerca che sarà fra i più avanzati delmondo nel campo delle scienzeumane e tecnologiche - si occuperàprincipalmente di genomica e datascience, due dei temi dirimenti delfuturo prossimo dell'umanità - e chesorgerà nell'area dell'Expo. Primapietra fra gennaio e febbraio 2017, callinternazionale per attrarre alcuni fra icervelli migliori in circolazione alivello globale, piena autonomiaoperativa dal 2019, primi fondi giàstanziati all'interno della legge distabilità, lavoro di squadra - fra glialtri, l'IIt di Genova, il Cnr, le universitàdi Milano, il governo - che quindi hagià dato, nei mesi dall'annuncio a oggi,i suoi frutti. Un momento davveroimportante per Milano e per l'Italia, diquelli che dovrebbero appuntoprendersi prime pagine e titoloni.

Segue a pag.11

La voglia di scommettere su noi stessiFedericoSaricaDIRETTORE DIRIVISTASTUDIO

SEGUE DALLA PRIMAe non fosse che ormai il raccontoquotidiano delle cose chesuccedono si esaurisce spesso inun cortocircuito di polemicheinutili, irrilevanti, autoreferenzialiquando non totalmente prive di

fondamento.Un momento importante, dicevamo, per più

motivi. Il più visibile è che Human Technopole èdavvero una di quelle cose che ti fa toccare conmano le opportunità che il futuro offre e lecarte che come Italia possiamo andare agiocarci in uno scenario incredibilmente fluido,pieno di insidie ma anche di grandiopportunità . «Per una volta non siamo arrivatiultimi su un tema così importante , anzi siamo

fra i tre o quattro attori principali a livelloglobale», ha detto proprio a Milano dal palco delteatro Grassi martedì il direttore dell'IIT diGenova, Roberto Cingolani.

Human Technopole non è un "wishfulthinking", una chimera da inseguire; è unarealtà, conseguenza di una scelta forte, delcoinvolgimento delle migliori competenze inmateria, di prontezza e serietà istituzionale, diconcretezza operativa impastata di slancioideale e, perché no, anche un po' di voglia distupire il mondo. Non sono forse questi alcunidei fattori di cui lamentiamo la mancanza dasvariati decenni?

Human Technopole è una sfida, certo, ma èanche una risposta. E tutti sappiamo quanto cisia bisogno di risposte concrete alla domandadi futuro diffusa, spesso pervasa di ansie, pauree insicurezze. Cos'abbia reso possibile la nascitain tempi così rapidi e in maniera così puntualedi un progetto di questa portata - e quiarriviamo al secondo punto che lo rendestoricamente rilevante - l'ha esplicitato lo stessopresidente del Consiglio martedì dal palco del

Teatro Grassi, quando ha parlato di Milano e delmomento magico che sta attraversando,chiedendo alla città, alla presenza del sindacoSala, di «prendere per mano il resto del Paese».È un concetto che il premier aveva già inqualche modo implicitamente espressoattraverso le numerose recenti visite nella cittàmeneghina, in occasione della firma del pattoper Milano - propedeutico all'investimento ininfrastrutture, della presentazione delprogramma industria 4.0, dell'inaugurazionedella settimana della moda - altro settoretrainante e strategico. Tutti puntini di un unicodisegno, di un modello Milano ormai oliato intutte le sue componenti, pubblica, privata,economica, culturale e amministrativa. La sfidache si apre adesso è tutta in quel «Milanoprenda per mano il resto del Paese». Nondipende solo da Milano, e non dipende solodalle altre città e regioni. Come non dipendesolo dalla politica. Passa da un ragionamento eda un percorso che va fatto insieme, senzapregiudizi, senza chiusure. Milano, Italia. Ilfuturo passa anche da qui.

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Nella Notte dei ricercatori, una luce contro l'oscurantismo antï OgmRoma. 11 rapporto dell'uomo con il cibo è

sempre stato regolato da divieti, tabù e fal-se credenze. Dopo l'introduzione dalle Ame-riche - e prima di diventare un ingredientefondamentale della "dieta mediterranea" -il pomodoro è stato a lungo solo una piantaornamentale, perché considerato velenoso.Allo stesso modo si riteneva che la melan-zana, a causa dell'annerimento della polpa,provocasse turbe psichiche e che addirittu-ra diffondesse la peste (da qui l'origine delnome "mela insana"). Molte volte è toccatoagli scienziati far superare le ingiustificatepaure della popolazione. E' il caso del far-macista e agronomo Antoine Parmentier(1737-1813), che ebbe un ruolo fondamenta-le nella diffusione della patata, anch'essaconsiderata a lungo venefica. Dopo averneapprezzato il gusto e le proprietà da prigio-niero in Germania, al suo ritorno Parmen-tier si impegnò - coinvolgendo Luigi XVI inpersona, che iniziò a mangiare piatti a basedi patata, e la regina, che prese a indossareun fiore di patata sulla parrucca --• per con-

vincere una popolazione alle prese con fre-quenti carestie a coltivare e mangiare il tu-bero. L'operazione ebbe successo e anche la,patata, oltre al pomodoro e alla melanzana,è diventata un elemento "tradizionale" del-la nostra cucina e alimentazione.

1 tempi sono cambiati e i problemi ali-mentari sono per fortuna diversi, ma certimeccanismi e blocchi mentali restano ugua-li. E così, alla maniera di Parmentier, i ri-cercatori dell'università di Padova hannodeciso di incontrare la popolazione per farsuperare i pregiudizi sugli Ogni (organismigeneticamente modificati). Stasera, in occa-sione della "Notte europea dei ricercatori",gli studenti del corso di laurea in Biotecno-logie e l'Associazione italiana maiscoltorioffriranno un confronto tra diversi tipi di po-lente, tra le quali una a base di mais Bt, ov-vero geneticamente migliorato. Si tratta diun mais modificato per resistere ai parassi-ti, contenente un gene dei batterio Bacilluzsthurtngensis, lo stesso usato come insettici-da nell'agricoltura biologica. Lo scopo dell'i-

niziativa è quello di affiancare alla degusta-zione un po' di divulgazione scientifica, suun tema dominato dalla disinformazione.'Togliamo paragonare le coltivazioni dimais biologico, convenzionale e ogcn utiliz-zando i seguenti parametri: superficie colti-vata, consumo di acqua, energia consumatae gas serra prodotti, concimi e pesticidi usa-ti per la produzione e presenza del. fungoche produce micotossine - dice al FoglioPietro Benedetti, presidente del corso dilaurea in Biotecnologie a Padova - Mostre-remo che a parità di suolo coltivato, il maisogm ha una resa maggiore e consuma menocarburante e acqua del. biologico che inve-ce è nettamente meno amico dell'ambientee più caro sia del mais convenzionale sia diquello Bt". Oltre alle polente si potranno as-saggiare salumi e formaggi, le eccellenze delmade in ltaly che mangiamo abitualmente, eche come pochi sanno derivano da animalinutriti con mangimi ogm importati (a causadell'assurdo e illogico divieto che ne impe-disce la coltivazione in Italia). Per troppotempo la divulgazione è stata lasciata in ma-no a guru, sciamani e pseudo-ambientalistiche demonizzano gli ogm come secoli fa sifaceva con pomodori, patate e melanzane."Sulla divulgazione come ricercatori siamostati carenti - ammette Benedetti - ma è im-portante fare di più sul piano della comuni-cazione ora che siamo dentro alla rivoluzio-ne del genome editing, che permette modifi-che di estrema precisione e apre orizzontigiganteschi per la nostra economia e il be-nessere delle piante".

Qualcosa sta cambiando nell'opinionepubblica , sia in Italia per l'opera divulgati-va di scienziati come Elena Cattaneo (vediarticolo sotto), sia nel mondo. Pochi mesi fa110 premi Nobel per la medicina e la chimi-ca hanno scritto un appello per chiedere aGreenpeace e al fronte anti-Ogm di porre fi-ne alla loro battaglia retrograda: "L'opposi-zione basata sui dogmi e le emozioni deveessere fermata. Quanti poveri devono mori-re ancora?".

Luciano Capone

Qu i nascono i nuovi «Bill Gates»Al Luiss Enlabs di Roma si studia per trasformare le idee dei giovani in businessOspita 80 talenti. Per loro la nuova sfida è lo sviluppo della «cibersecurity»

Francesca Plzzolante

Archiviate l'idea del tycooncosì come ve la immaginate datrent'anni a questa parte: uo-mo che ha ottenuto successo esoldi grazie ad affari in campiredditizi come ilmattone o l'in-dustria. I miliardari di oggi so-no giovani e inventori. L'econo-mia digitale vale miliardi di dol-lari e ogni anno chiude il pro-prio bilancio inattivo con previ -

i® Ì

un'idea di business per costrui-re un'impresa che sia contrad-distinta da alcune caratteristi-che necessarie, come la ripeti-bilità, la scalabilità, la redditivi-tà e soprattutto la temporanei-tà: a differenza dell'imprendi-tore classico, lo startupper creauna società la cui crescita deveessere massima nel breve perio-do, per poter poi monetizzarecon la vendita della stessa tuttol'impegno speso (sia a livello di

investimentifinanziari chea livello di im-pegno lavora-

Ai progetti migliori 80 mila euro tivo).Officina

30 mila cash e 50 mila in servizisioni più che rosee. Precursoredi questo mondo è Bill Gates,da oltre dieci anni nella triadedegli uomini più ricchi sullaTerra secondo la rivista Forbes,creatore del sistema operativoWindows. Una finestra che si ètrasformata in un trampolinodi lancio per molti neo miliar-dari. Emblema del richman 3.0è Mark Zuckerberg ideatore diFacebook, social media che haletteralmente stravolto i tradi-zionali canali di comunicazio-ne. Zuckerb erg fa parte dei nuo-vi capitani d'impresa, gli star-tupper. Lo startupper parte da

di idee e fuci-na di talenti aRoma si chia-

ma Luiss Enlabs «La Fabbricadelle s tartup», natanel2013 dal-lajointventure tra la holding dipartecipazioni LVentureGroup e L'Università Luiss Gui-do Carli. La sede si trova in viaMarsala, oltre 5 rasila mq per ilnuovo spazio, inaugurato loscorso luglio, che arriverà adospitare fino a 80 startup, di-ventando così il più grande ac-celeratore d'Europa. Un gran-de open space su due piani, al-te pareti bianche e luminosedove startupin crescita e impre-se innovative già attive sul mer-cato potranno sviluppare i lorobusiness con la possibilità di ac-cogliere ancora più idee e pro-getti imprenditoriali ad altocontenuto tecnologico. Il nuo-vo acceleratore permetterà, in-fatti, di proseguire il notevoletrend di crescita che ha soste-nuto negli ultimi anni e realiz-zare ambiziosi piani di espan-sione per il futuro: ospitaresempre più startup, fino a 80,diventando così il tech hub diriferimento e favorire l'incon-tro e la contaminazione tra leneo attività imprenditoriali, lecorporate e tutti gli attori delmondo dell'innovazione. «Per-ché- come spiega Roberto Ma-gnifico, consigliere di LVentu-re Group e partner di InnovAc-

tionLab-b- i mestieri di oggi edi domani nascono e crescononel web. Abbiamo creato unhub per l'innovazione perchécrediamo nel suo valore e i risul-tati che stiamo ottenendo cidanno conferme. Questo non èun traguardo, ma un punto dipartenza: in questi nuovi spazipotremo continuare a cresce-re, facendo nascere sempre piùstartup e mettendole in contat-to sia con gli investitori che con

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al programma di LuissEnlab: ilprogetto deve svilupparsinell'ambito dell'economia digi-tale. Chiave d'accesso per en-trare in un mondo che vanta an-che importanti titoli quotati inborsa. Tra i trend in fortissimacrescita spiccala cibersecurity.I16 settembre scorso, presso lasede di Trento di EIT DigitalItaly, si è tenuto il primo eventodi presentazione del program-ma «Se curity Challenge» intera-

1mente dedica-to alla ciberse-curity. Lapro-posta, lancia-

Aiutare i giovani inventori tadalventurea incontrare gli investitorile aziende, che oggi hanno biso-gno di accesso all'Open Innova-tion». LuissEnlabs, attraversobandi semestrali, seleziona lemigliori idee che possono risul-tare vincenti sul mercato. Lasomma stanziata è di 80 milaeuro di cui 30 mila casti e 50 mi-la in servizi. Per cinque mesi of-fre un percorso formativo cheprepara e facilita anche l'intera-zione con potenziali investito-ri. Tra le grandi realtà protago-niste del nuovo incubatorespiccano Wind, Bnl eAccentu-re. La startup deve avere unasola caratteristica per accedere

capital LVen-ture Group inpartnership

con la filiale italiana di Cisco,leader mondiale del settore IT,e gestito dall'acceleratore distartup capitolino Luiss Enla-bs, si rivolge a startup e singolitalenti interessati a risponderealle crescenti sfide legate alla si-curezza online e all'hacking svi-luppando nuove soluzioni perproteggere i dati delle aziendee degli utenti. Quello della Cy-bersecurity è un mercato in ra-pida crescita che ha raggiunto75 miliardi di dollari nel 2015 eattirerà nei prossimi anni inve-stimenti per circa 1 triliardo didollari.

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convegno si parladi come gestff* e l'emerge/ PISA

Un convegno per parlare di or-ganizzazione dell'emergenzanell'Ictus iperacuto. Si terrà og-gi nell'auditorium del centro di-rezionale di via Cocchi a Pisa esarà l'occasione per presentareil lavoro del gruppo interazien-dale che ha operato in questimesi per uniformare strategiecliniche ed organizzative nelterritorio dell'area vasta nordovest nel percorso del pazientecon ictus, con particolare ri-guardo al trattamento fibrinoli-tico sistemico e loco regionalenell'ictus ischemico. Il conve-gno, organizzato dal direttoredell'Area omogenea patologie

cerebro e cardio vascolari dell'Asl Toscana nord ovest RenatoGalli, sarà articolato in 3 sessio-ni, dall'allertamento del 118 fi-no al trattamento intraospeda-liero, e vedrà la presenza di pro-fessionisti di varie aree (emer-genza urgenza, neurologia, ra-diologia) sia dell'Azienda ospe-daliero universitaria pisana chedell'Asl Toscana nord ovest, inuna logica di rete interazienda-le ed interdipartimentale chedeve necessariamente caratte-rizzare alcuni percorsi clinici diparticolare complessità. Ê desti-nato al personale medico e delcomparto delle discipline coin-volte ed ai medici di medicinagenerale: inizia alle 8.30.

il Y YSco erto potere antiossidantedeiY fiori ,

Ybuoni anche al palatoFiori belli e buoni da mangiare, che al sapore somigliano alla carota o al ravanello e

che fanno anche bene alla salute perché ricchissimi di antiossidanti.È quanto è emerso da uno studio di un gruppo di ricercatori deldipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell'Università di Pisa pubblicatosulla rivista Scientia Horticulturae. Laricerca ha preso in esame dodicispecie comunemente utilizzatecome piante ornamentali. Ilpotere antiossidante dei fiori èrisultato significativamentesuperiore a quello deicomuni ortaggi da fogliae, a eccezione dei bassivalori misurati nellaboraggine. Lo studio hacercato di valutare anchel'appetibilità dei fioriattraverso dei test di assaggio.A parte alcuni fiori non graditisoprattutto per l'eccessivaconsistenza come ad esempio lafucsia, la maggior parte sonostati apprezzati, come ilnasturzio il cui gusto ricorda ilravanello, la begonia cherichiama il limone o l'ageratumche sa di carota.