I genocidi del Congo

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Genocidio del Congo

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I genocidi del Congo, a cura di Giacomo Colaneri, IIIA, a.s. 2013-2014, Istituto Comprensivo "San Vito", San Vito Romano (Rm). Per far memoria e ricordo oggi. Nell'ambito dell'approfondimento dei genocidi africani. L'attività in cui è inserito il lavoro è al link: http://arringo.wordpress.com/2014/04/06/memoria-e-ricordo-oggi-i-genocidi-dimenticati_africa_iiia/

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Genocidio del Congo

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Dove

Il Congo è uno stato situato nel centro dell’Africa, uno stato ricco di risorse, dai minerali

agli alberi di gomma.

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Il Congo subì due invasioni, una

verso la metà del 1800 da parte

di Leopoldo II, l’altra negli

ultimi anni del 1900 ad opera di

alcuni stati confinanti.

Quando

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Prima invasione

Verso la metà del 1800, l’Africa fu portata di nuovo alla ribalta europea dagli esploratori che vi si

addentrarono per curiosità scientifica, scopi umanitari e missionari. I loro resoconti rivelarono pure le

ingenti risorse naturali di cui era ricco il continente, scatenando tra le potenze europee, grandi e

piccole, la corsa all’Africa.

Ne è un esempio il giornalista Henry Morton Stanley che, tra il 1874 e 1877, diresse la prima

spedizione africana da est a ovest, da Zanzibar all’Atlantico, discendendo tutto il corso Vi posso provare

che la potenza che possiederà il Congo potrà assorbire in se stessa il commercio di tutto il suo enorme bacino. Il

fiume è e sarà la grande autostrada per i traffici dell’Africa occidentale».

Era proprio quello che cercava re Leopoldo II per realizzare le sue ambizioni coloniali. Per aggirare il

governo belga, che non mostrava interesse né aveva risorse economiche e militari per un’avventura

imperialista, nel 1876 il sovrano fondò l’Associazione internazionale dell’Africa (poi

Associazione internazionale del Congo); nel 1878 prese Stanley al suo servizio e lo inviò nella

regione congolese per stipulare contratti commerciali e diplomatici con le popolazioni dislocate nel

bacino del fiume Zaire, ribattezzato Congo.

In pochi anni l’agente Stanley firmò oltre 400 trattati di commercio o protettorato con i

capi locali; con il sostegno dello schiavista arabo Tippu Tip fondò diversi empori, tra cui Stanleyville

e Léopoldville e avviò lo sfruttamento sistematico del paese.

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L’esempio di Leopoldo fu imitato dal cancelliere Bismarck, che si precipitò a

procurare un posto al sole per la Germania. Ma la comparsa sulla scena di due nuove

potenze coloniali, provocò le reazioni della Francia, Gran Bretagna e Portogallo, i cui interessi

nella regione risalivano a un periodo molto anteriore.

Per appianare le divergenze, fu convocata la Conferenza dell’Africa Occidentale, meglio

conosciuta come Conferenza di Berlino, in cui parteciparono quasi tutti i paesi europei, più

Turchia e Stati Uniti. Dal novembre 1884 al febbraio 1885, l’Africa fu spartita in zone

di influenza, con confini che resistono a tutt’oggi. Le rivalità tra le varie potenze

favorirono le mire di Leopoldo, sostenute dal Bismarck e l’antico regno del Congo fu diviso in

tre parti: al Portogallo toccò l’Angola e Cabinda; alla Francia la fetta a nord del

fiume Zaire; al monarca belga le terre esplorate da Stanley, cioè tutto il bacino

del grande fiume e zone circostanti. Nasceva il Libero stato del Congo che il

parlamento belga riconobbe come proprietà «esclusiva» di Leopoldo II, senza

gravami sui contribuenti belgi.

Non pago dell’immenso territorio, grande come l’Europa, re Leopoldo, con pretesti più o

meno «scientifici», organizzò spedizioni per impadronirsi, a nord, delle regioni del Sudan

orientale e, a sud, delle province del Kasai e Baluba: quasi 2,5 milioni di chilometri quadrati.

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Il Libero stato del Congo non fu mai né libero né uno stato, ma un privato

dominio che il monarca gestì senza alcun controllo, neppure da parte del

governo belga.

Tutta la terra non coltivata fu dichiarata proprietà dello stato (cioè del re), che

aveva il monopolio assoluto sulle sue risorse di valore immediato (avorio e

caucciù) e sui minerali del sottosuolo, il cui sfruttamento fu concesso a varie

compagnie, con accordi di affitto per 99 anni.

La scoperta del processo di vulcanizzazione della gomma e il suo impiego industriale fecero di

quella colonia uno dei più grandi serbatoi mondiali di questo prodotto fondamentale per

l’industrializzazione dell’Occidente. Ma occorreva mano d’opera per raccoglierlo e

trasportarlo fino al mare.

Il problema fu subito risolto: tutti gli africani (ironicamente chiamati «cittadini»)

furono obbligati a raccogliere il caucciù senza alcun compenso e ogni villaggio

doveva consegnare agli emissari del re-proprietario una certa quota del prezioso

prodotto vegetale: chi si rifiutava, o consegnava quantità minori di quelle

richieste, era punito duramente, fino alla mutilazione: a chi non produceva la

quota di caucciù veniva tagliata una mano o un piede; alle donne le mammelle.

Contro i ribelli si ricorreva all’assassinio, a spedizioni punitive, distruzioni di

villaggi, presa in ostaggio delle donne.

Cause e modalità

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In alto a sinistra: albero di caucciù con incisione e

versamento.

In alto a destra: bambini mutilati.

A destra: l’asciugatura del caucciù

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A fare il lavoro sporco erano circa 2.000 agenti bianchi,

disseminati nei punti più importanti del paese: molti di essi erano

malfamati in patria e malpagati in Congo. Ogni agente comandava

un certo numero di nativi armati (capitani), presi da etnie diverse

e dislocati nei singoli villaggi, per assicurare che la gente facesse il

proprio dovere. Se la quota era inferiore a quella stabilita, anche i

«capitani» subivano fustigazioni o mutilazioni. Era il metodo del

terrore, tanto efficace quanto diabolico.

In 23 anni di esistenza, nel libero stato del Congo

morirono circa 10 milioni di persone, direttamente per

la repressione o indirettamente per epidemie o fame,

dovuta alla distruzione punitiva dei raccolti. Fu un vero

genocidio, in cui perì quasi metà della popolazione congolese,

stimata a circa 20-25 milioni di abitanti nel 1880.

A ciò si aggiunga la caduta del tasso di natalità: un missionario

giunto in Congo nel 1910 fu stupito dall’assenza quasi totale di

bambini tra i 7 e i 14 anni, nati cioè tra il 1896 e il 1903, periodo

in cui la raccolta di caucciù raggiunse il suo apice. In seguito nel

1908 il Congo venne annesso al Belgio.

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Seconda invasione

Nel 1996, due anni dopo gli omicidi di massa avvenuti in Rwanda, sorse un nuovo conflitto

che è tuttora in corso e che ha portato in questi ultimi 12 anni a milioni di morti.

Il Congo, che precedentemente portava il nome di Zaire, fu invaso nel 1996 dalle

truppe ruandesi agli ordini del presidente Tutsi Paul Kagame. Egli disse che “gli Hutu

oltre confine ponevano una minaccia alla sicurezza ruandese”. L'esercito di Kagame “massacrò migliaia

di Hutu non combattenti che avevano preso rifugio in Congo quando Kagame era salito al

potere” in Rwanda. Il Burundi, che anche aveva un governo Tutsi, e l'Uganda, mandarono nel

1997 truppe per aiutare il gruppo ribelle congolese di Laurent Kabila, che stava cercando

di rovesciare il dittatore dello Zaire Mobutu Sese Seko. Mobutu fu rovesciato nel

1997, e ciò portò Kabila, convinto alleato degli Usa, a diventare il nuovo leader dal

pugno di ferro. Nel 1998, Kabila ottenne che le truppe ruandesi e ugandesi lasciassero il

Congo, poi però il Rwanda compì una nuova invasione appoggiata anche dall’Uganda. Dal 1996

a oggi milioni di persone dovettero abbandonare le proprie case, la maggior parte

della popolazione venne usata per la raccolta del coltan, un minerale molto

abbondante in Congo.

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Cause

E' anche per mettere le mani sul forziere diamantifero congolese che dal 1998 è esplosa

la prima guerra africana che vede coinvolte più nazioni. Una società con sede nelle isole

Cayman - la Oryx - e una di proprietà del governo dello Zimbabwe - la Osleg - per lo sfruttamento di

una zona diamantifera nella Repubblica Democratica del Congo, il cui governo ha naturalmente una

parte nell'accordo. Dall'estrazione e dalla vendita di pietre preziose i due regimi alleati

sul campo militare e ora anche in quello minerario contano di ripagarsi quantomeno

delle altissime spese militari. Le miniere di Kisangani fanno gola a tutti. Lo fanno a tal punto che

due eserciti alleati, quelli di Uganda e Ruanda, per conquistare Kisangani si sono invece ferocemente

combattuti, finendo soprattutto con il distruggere la città. E la tregua appena raggiunta non ha ancora

dato prova di poter reggere davvero.

Come ha scritto il 'New York Times' i militari di Congo, Angola, Namibia, Zimbabwe - da una parte -

Ruanda, Burundi e Uganda - dall'altra - sono riusciti soprattutto a trasformare il maggior centro

dell'est congolese in una "orrenda rovina". Sono scomparse le auto, la manifattura è chiusa, il

porto fermo. Lavorano solo quelli che hanno qualcosa a che fare con i diamanti

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Estrazione dei diamanti

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Dopo anni di guerra civile, la Repubblica Democratica del Congo è un Paese attualmente in

transizione, dove persistono cause di insicurezza soprattutto nella parte orientale. La presenza dei

ribelli Hutu delle Fdlr (Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda) sostenute durante la guerra

dal governo congolese, è un ulteriore fattore di instabilità per il paese. Nel corso dell'ultimo anno

sono stati compiuti lenti progressi per garantire la sicurezza, la giustizia e il rispetto dei diritti umani

dopo quasi un decennio di guerra: decine di migliaia di persone sono morte a causa dei continui

conflitti, per la fame o per malattie prevenibili. In tutto il Paese sono pervenute notizie di esecuzioni

extragiudiziali e uccisioni illegali, arresti arbitrari, detenzioni illegali, tortura o maltrattamenti e

condizioni carcerarie tali da costituire un rischio per la vita stessa.

Oggi il Congo vive una nuova emergenza, legata all’estrazione del coltan.

Questo è il minerale utilizzato per costruire i circuiti dei cellulari e di altri apparecchi. Nei

territori di estrazione le milizie lottano per il controllo di queste zone e schiavizzano

la popolazione, obbligandola a lavorare nelle malsane miniere, in condizioni

disumane, e ad oggi è difficile fare una stima precisa dei morti, ma si sa che il numero è

molto alto. Il minerale estratto è comprato da intermediari delle multinazionali delle

comunicazioni, come Wipro, Hp e Nokia, che lasciano solo le briciole ai congolesi. Il paradosso

della ricchezza che genera miseria sembra non risolversi mai in Congo.

Oggi: il coltan

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Congolesi sfruttati nella raccolta del coltan

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Gli effetti della guerra civile

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Giacomo Colaneri

Classe 3A