I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici...

296
Agenzia Umbria Ricerche I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro della Formazione Continua Rapporto di ricerca 2009

Transcript of I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici...

Page 1: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

Agenzia Umbria Ricerche

I Fondi Paritetici Interprofessionali

nel sistema umbro della Formazione Continua

Rapporto di ricerca

2009

Page 2: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

AGENZIA UMBRIA RICERCHE L’Aur, Agenzia di ricerca della Regione Umbria, in riferimento alla realtà regionale svolge le seguenti funzioni: ► cura la raccolta, l’osservazione e l’analisi dei dati riferiti alle principali grandezze economiche, sociali e territoriali; ► svolge studi e ricerche sulle trasformazioni e gli andamenti congiunturali della struttura economica; ► predispone i dati conoscitivi a supporto della elaborazione delle politiche territoriali ed economico-finanziarie della Regione; ► redige un rapporto sull’andamento economico e sociale della regione. Presidente: Claudio Carnieri

Direttore: Anna Ascani

Comitato Scientifico Istituzionale: Giovanni Bellini, Simone Budelli, Elvira Lussana, Paolo Raffaelli, Tommaso Sediari, Alvaro Tacchini

Area Socio Economica: Elisabetta Tondini

Area Sviluppo Locale e Innovazione: Mauro Casavecchia Area Amministrativa Contabile: Nadia Versiglioni Area Documentazione: Giuseppe Velardi Comunicazione: Nicoletta Moretti

Responsabile editoriale: Giuseppe Coco

Responsabile editing: Fabrizio Lena

Agenzia Umbria Ricerche - Via Mario Angeloni, 80/A - 06124 Perugia Tel. 075.5045805 - Fax 075.5002905 - www.aur-umbria.it © 2009 - Tutti i diritti riservati - L’utilizzo, anche parziale, è consentito a condizione che venga citata la fonte

Page 3: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

PROGETTO: I FONDI PARITETICI INTERPROFESSIONALI NEL SISTEMA REGIONALE DELLA FORMAZIONE CONTINUA Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato dall’Agenzia Umbria Ricerche su incarico della Regione Umbria e finanziato nell’ambito della Misura D1 del Programma Operativo Regionale Ob. 3 2000-2006, della L. 236/93 e della L. 53/2000. Il progetto costituisce un arricchimento della ricerca precedentemente svolta dall’Aur in merito alla Formazione Continua in Umbria.

L’obiettivo generale del progetto è stato quello di fornire all’Amministrazione regionale un contributo fattivo finalizzato a favorire il percorso di integrazione e coordinamento del complesso degli interventi di Formazione Continua sia di derivazione pubblica che privata. In sintesi, il progetto si è sviluppato: - da un lato, attraverso lo studio della genesi, dei meccanismi di funzionamento, del ruolo e delle attività dei Fondi Paritetici Interprofessionali, nonché degli strumenti di governance della formazione messi in atto da altre realtà regionali a seguito dell’Accordo tripartito tra Ministero del Lavoro, Regioni e Parti Sociali dell’aprile 2007; - dall’altro, attraverso un’attività di relazione che ha facilitato il confronto ed il raccordo tra gli attori dello scenario umbro - Istituzioni e Parti Sociali - in merito alla costruzione di un sistema coordinato e coerente di formazione continua.

Oltre al lavoro di ricerca, costituisce output del progetto l’Accordo per il coordinamento, la programmazione e l’integrazione delle attività di Formazione Continua, firmato tra Regione Umbria e Parti Sociali il 25 giugno 2009. GRUPPO DI LAVORO Coordinamento generale: Mauro Casavecchia Esperto: Franco Frigo Ricercatori: Stefano Fanini, Davide Ficola, Giacomo Frau, Elisa Fuschi, Enza Galluzzo.

RINGRAZIAMENTI Si desidera ringraziare i rappresentanti delle Istituzioni, delle Parti Sociali e dei Fondi Paritetici Interprofessionali, nonché i funzionari delle altre Regioni coinvolte, per il prezioso apporto di informazioni, dati e suggerimenti fornito, attraverso l’ampia adesione alle interviste individuali e agli incontri collettivi, alla finalizzazione della ricerca e all’elaborazione del testo dell’Accordo.

Page 4: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato
Page 5: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro della Formazione Continua INDICE

Il punto sulla Formazione Continua 7

Il ruolo dei Fondi Paritetici Interprofessionali 33

Sistemi di gestione dei Fondi Paritetici Interprofessionali: elementi di specificità rispetto al Fondo Sociale Europeo 75

I Fondi Paritetici Interprofessionali in Umbria: il monitoraggio quantitativo 133

Il raccordo della Formazione Continua 149

Fondi Paritetici Interprofessionali e Formazione Continua in Umbria: considerazioni conclusive 193

Appendici 199

Riferimenti Bibliografici 287

Page 6: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato
Page 7: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

7

IL PUNTO SULLA FORMAZIONE CONTINUA1 Tredici anni di Formazione Continua in Italia: un bilancio sintetico Il “sistema nazionale di Formazione Continua” ha cominciato a configurarsi a partire dal 1996. In quell’anno le Regioni del Centro Nord hanno iniziato a raccogliere i primi frutti della Programmazione del DOCUP dell’Obiettivo 4 dei Fondi Strutturali e il Ministero del Lavoro, con l’apporto determinante delle Regioni e delle Parti sociali, ha messo a punto la prima Circolare attuativa di quanto disposto dal comma 3 dell’articolo 9 della legge 236 del 1993. Per la prima volta nel nostro Paese, a partire dalla riforma dei Fondi Strutturali del 1985 che aveva reso il sistema formativo italiano “dipendente” dal FSE al 90% circa, venivano messe a disposizione delle imprese e dei lavoratori risorse per progetti formativi non cofinanziate dal FSE. Si trattava di una novità estremamente significativa perché con la legge 236/93 si apriva un capitolo nuovo nel panorama delle politiche formative, uno spazio destinato a costituire il terreno favorevole alla ri-costruzione dell’intero sistema sulla base di rapporti rivisti tra centro e periferia e tra istituzioni pubbliche e rappresentanze delle forze economiche e sociali. La formazione professionale italiana, nata nel secondo dopoguerra per coniugare lavoro e formazione degli adulti che avevano perso il lavoro a causa del conflitto bellico, negli anni ‘60 e all’inizio degli anni ‘70 si era trasformata in un sistema para-scolastico cui, di fatto, veniva affidato allo Stato il compito di recupero dei drop-outs dalla scuola dell’obbligo e di prima formazione professionale di base per i giovani disoccupati appartenenti alla generazione del cosiddetto “baby boom”. La svolta “giovanilista” della Formazione Professionale ha trovato alimento nella attenzione della politica per i quasi due milioni di persone in cerca di prima occupazione che in quegli anni avevano riempito gli Uffici di Collocamento alla ricerca di una qualche opportunità di impiego. Lo spostamento di enormi quantità di risorse per la formazione verso i fabbisogni dei giovani ha cominciato a creare una situazione di “disagio” nell’Amministrazioni pubbliche negli anni ’80, quando le Associazioni di categoria dei datori di lavoro cominciarono a premere per ottenere un

1 I primi tre paragrafi del presente capitolo sono stati curati da Franco Frigo, il quarto paragrafo da Enza Galluzzo e il quinto da Giacomo Frau.

Page 8: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

8

sostegno alla modernizzazione delle Piccole e Medie Imprese e per poter completare i processi di riconversione delle grandi imprese dei settori industriali più esposti alla competizione industriale (auto, siderurgia, cantieristica, chimica, etc.). Da queste spinte sono giunti a maturazione i processi concertativi che hanno portato nel 1992 e nel 1993 ad Accordi sulle politiche sociali e sulle politiche contrattuali che solo in questi giorni sono stati oggetto di revisione. La legge 236 del 1993 propone all’articolo 9 norme che portano a ridefinire l’utilizzo del contributo delle imprese per la formazione (lo 0,30% del monte salari versato all’INPS dalle imprese private come prevede l’articolo 25 della legge quadro della Formazione Professionale 845 del 1978) e, soprattutto, prevede che il Ministero del Lavoro e le Regioni possano finanziare attività di aggiornamento e di qualificazione per alcune categorie di lavoratori: i lavoratori degli enti nazionali di formazione, i lavoratori delle imprese che contribuiscono alle spese della formazione almeno nella misura del 20%, i lavoratori in Cassa Integrazione e i lavoratori già impegnati nei Lavori Socialmente Utili. La Circolare del Ministero del Lavoro 174 del dicembre 1996 ha previsto per la prima volta l’utilizzo delle risorse disponibili presso il Ministero del Lavoro, dopo l’impegno del cofinanziamento dei programmi del FSE, per la totalità dei potenziali destinatari dei commi 3 e 3 bis dell’articolo 9 della legge citata. Le Parti sociali, che avevano partecipato attivamente alla costruzione dello strumento, nel senso che avevano contribuito fortemente a indirizzare la stesura del testo della Circolare ministeriale, ottengono che siano considerati “prioritari” i progetti presentati con l’accordo delle parti sociali. Per la prima volta nell’intero sistema formativo italiano viene affermato il principio del valore della concertazione ai fini della priorità nel finanziamento pubblico di un progetto (formativo) e, in via subordinata, per la prima volta viene affermato il principio del valore “generale” di una azione, quella che porta all’accordo tra le parti, che viene espressa da due soggetti che tutelano interessi particolari, ovvero interessi di una parte del tutto. Un sistema di Formazione Continua come quello che si costruisce attorno all’esperienza della legge 236/93 è un sistema che nasce dalla concertazione, si consolida con l’emanazione di norme (da ricordare che la legge 236/93 non è altro che la legge di conversione del Decreto Legge 148/93, ovvero di una norma che presenta misure urgenti per lo sviluppo dell’occupazione) e si dipana attraverso atti a carattere regolamentativi non di particolare rilievo dell’Amministrazione (il Ministero del Lavoro), come le Circolari (in una prima fase) e i Decreti Direttoriali (nella fase più recente).

Page 9: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

9

Per costruire il sistema di Formazione Continua che ora riconosciamo dalla vasta pratica diffusa nei nostri territori si è scelto negli anni ‘90 di seguire, forse in modo allora non del tutto consapevole, allora alcune direttrici: - basso profilo istituzionale dello strumento normativo (Circolari e Decreti Direttoriali); - basso profilo istituzionale nella governance (un Gruppo di lavoro Ministero, Regioni e Parti sociali, poi trasformato nel novembre 1997 in Comitato di Indirizzo per la Formazione Continua ex legge 236/93, con la stessa composizione e in più con la presenza dell’Isfol); - sperimentalità delle soluzioni proposte; - governo tecnico dei processi attraverso l’affidamento all’Isfol del compito di elaborazione, monitoraggio e supporto tecnico-scientifico; - gradualità nella proposizione delle soluzioni a carattere più innovativo (dai progetti ai piani, dai progetti interaziendali e aziendali ai progetti a domanda individuale come i voucher, dall’apertura a tutte le imprese a priorità per le imprese minori); - valutabilità delle esperienze realizzate (dal 2002 l’Isfol viene incaricato dal Ministero del Lavoro di redigere un Rapporto annuale sulla Formazione Continua); - esportabilità delle soluzioni proposte (già nella Programmazione 2000-2006 del FSE sono presenti quali proposte di buone pratiche modalità di Formazione Continua sperimentate all’interno dei finanziamenti ex lege 236/93, in particolare per quanto attiene all’aspetto dell’individualizzazione dei bisogni formativi e della risposta sulla base della domanda individuale, etc.). In base a quanto ora detto, è nei Rapporti annuali sulla Formazione Continua (Rapporti del Ministero del lavoro al Parlamento previsti dall’Articolo 66 della legge 144 del 1999 e predisposti con il supporto tecnico-scientifico dell’Isfol) che si dispiega, tra cronaca e storia, lo sviluppo di quella che abbiamo chiamato, ad un certo punto, “la via italiana alla Formazione Continua”. L’enfasi posta sugli aspetti peculiari e sui caratteri distintivi dell’esperienza italiana si giustifica forse per la lunga, e per certi versi inspiegabile, assenza di una vera e originale modalità di risposta delle autorità italiane alle esigenze di competenza di lavoratori e imprese. Per troppo tempo l’Italia ha presentato nel panorama europeo un’eccezione, in negativo, ovvero l’assenza di un sistema di regole e di un reale sistema di Formazione Continua e questo ha certamente contribuito a trasformare molti degli attori istituzionali e sociali in soggetti poco sensibili a questa problematica. Ci sono voluti anni e anni di pratica, e non necessariamente di “buone pratiche” formative, per affermare

Page 10: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

10

il valore, ai fini dello sviluppo delle imprese e del miglioramento delle condizioni dei lavoratori, degli investimenti in conoscenza. Sono state solo le decisioni assunte in sede europea che hanno dato l’abbrivio a nuove scelte (in primo luogo, come detto, con l’introduzione dell’Obiettivo 4 della Programmazione 1994-1999) e solo successivamente le Parti sociali e il Ministero del Lavoro si sono attivati per tradurre la concertazione già effettuata in materia di politiche formative in opzioni concrete. E’ stata però la massa dei progetti e dei piani formativi finanziati dal Ministero del Lavoro e dalle Regioni e sono stati gli accordi (resi “obbligatori” per legge) che hanno accompagnato i piani che hanno a poco a poco trasformato anche gli scettici in favorevoli alla pratica formativa per i lavoratori occupati. Ora il sistema c’è, è visibile ed è maggiormente intercettabile da parte degli operatori economici da quando sono nati, a partire dal 2001, i Fondi Paritetici Interprofessionali. Il sistema della formazione professionale rappresenta domanda ed offerta, rappresenta i fabbisogni espressi ed è alla ricerca di soluzioni migliorative sia sul fronte della emersione dei bisogni di conoscenze e di competenze da trasformare in risposta formativa, sia sul fronte di un diverso approccio per quanto riguarda l’insieme delle proposte formative da mettere in gioco. Se le Università italiane si stanno domandando come costruire un rapporto di scambio con le imprese e con i lavoratori in materia di alta formazione, lo si deve anche alla consapevolezza che vi sono attori sociali importanti, ad esempio i Fondi Paritetici Paritetici Interprofessionali, che finanziano piani formativi sia per operai e impiegati che per dirigenti e quadri. Il sistema esistente va monitorato nelle sue espressioni concrete (il sostegno alle imprese e ai lavoratori) e va sviluppato, nel senso che va preparato e “allenato”, ai necessari cambiamenti che vengono resi indispensabili dall’evolversi dell’economia sia in tempi di crescita che in tempi, come quelli attuali, di recessione. In questi tredici anni lo Stato centrale ha perso molte delle proprie competenze in materia di formazione professionale attraverso un processo di devoluzione verso le Regioni (e verso le Province per quanto riguarda l’incontro tra domanda e offerta di lavoro), ma ha mantenuto un ruolo rilevante per quanto attiene la formazione dei lavoratori occupati. L’arricchimento dell’articolazione del sistema di FC che è dovuto alla nascita dei Fondi Interprofessionali ha anche segnato questa ri-centralizzazione dei momenti decisionali. Questa svolta, che sa di ritorno all’antico si spiega con il fatto che il contributo delle imprese alla formazione (lo 0,30% del monte salari che fa parte, dal 1978 ad oggi, dell’1,61% dell’”assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria”) è riversato, per ora,

Page 11: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

11

almeno fino a nuovi stadi del processo avviato con il “federalismo fiscale”, nelle casse centrali dell’INPS e dal 1978 rappresenta il fondamento finanziario e normativo di tutto il nostro sistema di tutela dei lavoratori. Il contributo dello 0,30% del monte salari viene utilizzato per le politiche formative ed il restante 1,31% è a disposizione per i trattamenti di disoccupazione posti in essere soprattutto in caso di chiusura d’impresa. Per i primi 10 anni (a partire dal 1978) i contributi delle imprese per la formazione sono serviti a cofinanziare i progetti formativi che venivano presentati a Bruxelles da enti di formazione e da imprese o loro raggruppamenti (venivano finanziati all’incirca 1000 progetti all’anno). Nei dieci anni successivi lo 0,30% è servito al Ministero del Tesoro-IGRUE per cofinanziare i piani di formazione professionale delle regioni italiane oggetto di approvazione da parte della Commissione europea (piani che prevedevano interventi soprattutto in favore di giovani e di persone in cerca di prima occupazione). Solo da tredici anni a questa parte lo 0,30% del monte salari è destinato prevalentemente, anche se non ancora esclusivamente - come invece era stato richiesto dalle Parti sociali nelle varie fasi del processo concertativo degli anni ‘90 - per finanziare la Formazione Continua dei lavoratori (dipendenti) occupati o temporaneamente disoccupati. Con queste risorse l’Italia riesce a favorire la formazione di circa il 3% dei lavoratori occupati, in un contesto nel quale ogni anno circa il 28% dei lavoratori del settore privato dell’economia partecipa ad una iniziativa. Il risultato non sembra estremamente positivo, ma va detto che gli interventi sostenuti dai vari attori del sistema pubblico hanno creato le condizioni culturali e infrastrutturali per lo sviluppo di iniziative a carattere del tutto privato sia sul fronte della domanda (aziende che con il supporto delle proprie strutture interne o di consulenti cercano soluzioni sul mercato per i propri fabbisogni di competenze) che dell’offerta (sono nate tante nuove società che si sono lanciate nel business della formazione degli occupati). Il sistema si è sviluppato e si è rafforzato, pur mantenendo all’interno diverse contraddizioni, anche attraverso le cosiddette “Azioni di sistema” realizzate sia nell’ambito dei Piani nazionali o regionali cofinanziati dal FSE, sia nelle azioni ex lege 236/93 e sia con le Azioni propedeutiche dei programmi Operativi d’Azione (POA) elaborati dai Fondi Paritetici nella loro fase di start up e approvati dal Ministero del Lavoro. La Formazione Continua in Italia nel 2008 Le osservazioni dei fenomeni, condotte nell’anno appena trascorso in occasione della stesura del Rapporto 2008 al Parlamento sulla Formazione

Page 12: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

12

Continua, fanno riferimento ad uno scenario di difficoltà crescenti nell’economia italiana, ma non ancora di crisi conclamata e ad una fase che precede di poco la dichiarazione da parte dell’Istat dello stato di “recessione tecnica” anche per l’Italia, dopo che la recessione era stata già dichiarata in altri grandi paesi europei e dell’area Ocse. In questo periodo si è assistito, da una parte, alla sostanziale tenuta di alcuni “fondamentali” della Formazione Continua quali l’operatività di Regioni e Fondi Interprofessionali e, dall’altra, alla crescita del numero delle imprese (in particolare delle Unità Locali Produttive-ULP) che, rispondendo alle domande dell’indagine Excelsior, hanno dichiarato di aver svolto attività di formazione nell’anno 2007. In particolare si è assistito ad un incremento netto del 2% ascrivibile in toto al miglioramento della propensione formativa delle micro e delle piccole imprese. L’andamento generale del trend, indicato dalle percentuali delle ULP che avevano coinvolto nelle attività formativa proprio personale almeno una volta nell’anno è, statisticamente, una precisa rappresentazione di quanto avviene nelle imprese minori anche perché, in questo caso, le unità locali coincidono con l’impresa nel suo insieme. Mentre non sorprende che le ULP delle Medie e Grandi Imprese segnino un aumento, dal momento che il dato fornito dal Centro Studi Unioncamere risultava negli anni scorsi decisamente inferiore al dato ricavato dalle indagini italiane realizzate dall’Isfol (mi riferisco alle indagini INDACO-Imprese Indagini sulla conoscenza nelle imprese) e dall’Istat, nell’ambito del programma Eurostat (Continuing Vocational Training Survey – CVTS), il dato riferibile alle imprese minori non può non richiedere un esame attento e un tentativo di interpretazione. L’analisi dei comportamenti delle Regioni e delle Province autonome che gestiscono le risorse dei Programmi Operativi cofinanziati dal FSE, le risorse ex lege 236/93 per la Formazione Continua e le risorse del comma 4 dell’articolo 6 della legge 53 del 2000 non spiega e non giustifica un miglioramento di tali performances dal momento che ci sono abbondanti ritardi nell’erogazione dei finanziamenti da parte di molte Amministrazioni e anche perché non è sempre evidenziata una priorità in favore delle imprese minori. Il miglioramento che si è verificato nel numero delle piccole imprese che hanno promosso o reso possibile la formazione dei loro dipendenti, a questo punto, probabilmente è imputabile in grande misura alla accresciuta capacità dei Fondi Paritetici Interprofessionali (FPI) di elaborare Avvisi con l’indicazione di target legati sia a specifici territori che ai settori prevalenti di attività economica rappresentati nei Fondi stessi. In quasi tutti i Fondi sono presenti notevoli percentuali di imprese minori. Uno degli obiettivi espliciti della scelta fatta a suo tempo di dar vita anche in Italia a Fondi gestiti in

Page 13: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

13

forma paritetica dalle Parti sociali era quello di favorire il passaggio di molte imprese dal segmento delle “non formative” a quello delle “formative”. E’ stato segnalato a più riprese negli studi e nei Rapporti sullo stato della formazione che in Italia si vive in modo molto dicotomico l’approccio alla formazione: poche imprese fanno tanta formazione (nel senso che i lavoratori di alcune imprese hanno l’opportunità di partecipare a più iniziative formative anche nel corso di uno stesso anno solare) e moltissime imprese non solo non creano esse stesse opportunità formative per i propri dipendenti, ma neppure permettono loro di partecipare ad iniziative individuate dagli stessi lavoratori come attività di loro interesse. Tanti fattori hanno contribuito a creare questa situazione di un sistema economico estremamente frammentato: in primo luogo la dimensione di impresa e, di seguito, la localizzazione e il settore di attività. Prevale, quale fattore condizionante la sottovalutazione del valore della formazione, in ogni caso, la variabile dimensionale anche perché nel caso delle micro imprese cresce il peso della proprietà all’interno del totale degli addetti; sia nel caso della produzione manifatturiera che nel caso dei servizi tradizionali, il profilo degli addetti (titolari, coadiuvanti, famigliari, dipendenti e apprendisti) è praticamente lo stesso ed è assimilabile a quello delle figure operaie e impiegatizie di livello medio e medio-basso, ovvero figure segnate da un livello di scolarizzazione inferiore alla media nazionale e con una preparazione e una competenza professionale che è cresciuta solamente attraverso le dirette esperienze lavorative. Un “assetto” di impresa che rende, a breve, erogabile una buona prestazione ma che difficilmente saprebbe reggere un cambiamento che non fosse di carattere incrementale. In questo quadro, la “scoperta” di un innalzamento di due punti percentuali del numero delle imprese che fanno formazione, da 19,9 a 21,9, rappresenta indubbiamente un segnale molto positivo soprattutto per le piccole imprese del settore terziario e un segnale di preoccupazione per l’industria in senso stretto (sette punti sotto la media) e ancor più per l’industria tessile (bloccato a un terzo della media nazionale). Sopra la media, il settore delle costruzioni che sembra riuscire a coniugare al meglio e a valorizzare la propria esperienza di bilateralità contrattuale (espressa dalla rete capillare delle Casse Edili e delle Scuole Edili gestite pariteticamente dalle Parti sociali del settore) con le opportunità offerte dai Fondi Paritetici e dalle Regioni per aumentare la formazione tecnica e la formazione sulla sicurezza e sulla salute nei luoghi di lavoro. Oltre ai dati dell’Indagine Excelsior, per esaminare la situazione della Formazione Continua nelle imprese italiane, nel corso del 2008 si sono resi disponili i dati dell’indagine europea CVTS 3 (realizzata, nell’ambito della

Page 14: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

14

ricerca Eurostat, dall’Istat e, per la prima volta anche dall’Isfol) che, pur riferendosi all’anno 2005, permettono di commentare i comportamenti delle imprese italiane con 10 o più addetti per vederne orientamenti e strategie più o meno consolidati. Nel Rapporto 2007 al Parlamento sulla Formazione Continua erano già state anticipate alcune tabelle tratte da una prima pubblicazione Istat - Statistiche in breve e in quella sede, sulla base dei primi indicatori, si segnalava come l’Italia fosse rimasta al terz’ultimo posto in Europa per il numero di imprese formatrici, come era già successo nel 1999, (in occasione dell’Indagine CVTS 2) con la differenza di una platea allargata ora ai nuovi Paesi entrati nell’Unione Europea (i dati si riferiscono a 27 Paesi). Si segnalava, sempre nel 2007, che la percentuale delle imprese che facevano formazione era passata dal 24% al 32% e che la distanza con l’Europa si era un po’ ridotta rimanendo però l’Italia a una percentuale di poco superiore alla metà della media europea (pari al 60%). Quello che aveva stupito nell’esame dei dati della CVTS2 era stato il constatare che su un solo indice l’Italia “eccelleva” ed era il costo orario della formazione, organizzata in proprio o acquistata, così come indicato dalle imprese: un’ora di formazione era costata nel 1999 all’incirca 67 Euro (il valore in lire è stato trasformato prima in ECU e poi in Euro). Scomponendo il valore tra costi diretti e costi indiretti risultava una quota prevalente di costi diretti per i servizi formativi a fronte di un costo del lavoro elevato ma inferiore alla metà del costo totale. Confrontando ora i dati 1999 con i dati 2005 emerge che i costi globali sostenuti dall’insieme delle imprese (si ricorda che dall’indagine europea sono escluse le micro imprese) sono rimasti sostanzialmente stabili a distanza di sei anni (si tratta di circa tre miliardi e ottocento milioni di euro) e questo pur in presenza di un aumento significativo del numero di imprese formatrici (dal 24% al 32%). Il fenomeno che si è verificato è questo: - nel 1999 il 24% delle imprese contribuiva alla formazione dei propri dipendenti e la formazione aveva una durata media di 32 ore e un costo orario “tutto compreso” di 67 euro; - nel 2005 i dati si invertono e abbiamo il 32% di imprese formatrici che organizzano la formazione dei propri dipendenti e queste iniziative hanno una durata media per lavoratore pari a 24 ore ed un costo orario “tutto compreso” di circa 60 euro. Si può affermare che i fattori cambino nel tempo ma che il prodotto della loro moltiplicazione non muta in termini di valore complessivo. Il dato sembra interessante e sufficiente per poter ipotizzare l’esistenza di uno “zoccolo duro” o di una “soglia di disponibilità e di compatibilità” del

Page 15: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

15

sistema economico in cui sono presenti le imprese maggiori (delle micro). Esiste probabilmente un mix di fattori che favoriscono e rendono possibili comportamenti interessanti e positivi per l’evoluzione del sistema economico e sociale. Si potrebbe pensare quindi a una qualche forma di compatibilità economica e allo stesso tempo di una compatibilità “culturale”, almeno nel senso che la pratica formativa risulta utile nella percezione di una quota significativa dei responsabili dell’economia reale e dell’amministrazione. Il tetto alla spesa in formazione individuabile nei dati delle indagini CVTS potrebbe anche significare che il nostro sistema economico, nato dalla “cultura del fare”, esprime qualche imbarazzo e si trova in difficoltà quando si tratta di assegnare alle pratiche apprenditive un valore maggiore rispetto a quello evidenziato.

Il divenire del sistema di Formazione Continua in Italia La parte prevalente della Formazione Continua dei lavoratori in Italia è una formazione a carattere adattivo, nel senso che viene utilizzata per adeguare le competenze dei dipendenti delle imprese a condizioni tecnologiche e organizzative che sono già mutate. Scarsa, o assente, è la formazione per il cambiamento, a carattere anticipatorio e la formazione in contesti di crisi aziendale o settoriale. La prospettiva della chiusura di numerose imprese e della crisi di alcuni settori economici - già interessati da difficoltà nel passato o nuovi a questa esperienza - mette il mondo della formazione nella condizione, ancora una volta, di rispondere a situazioni già problematiche e a una condizione lavorativa mutata con la perdita della relazione di dipendenza dall’impresa. Molti di coloro che rischiano il posto di lavoro in questi mesi sono soprattutto coloro che hanno rapporti di lavoro “flessibili” e che sono meno tutelati dai contratti e dalle norme che finora hanno privilegiato significativamente le imprese maggiori e i loro dipendenti. I dati ci dicono che non sono stati rinnovati migliaia di contratti di lavoro intermittente, o interinale, e migliaia di collaborazioni a progetto. Formare i lavoratori che hanno perso il lavoro, che sono in mobilità “involontaria”, è sempre stata una situazione difficile da gestire, soprattutto quando a rendere ancor più complessa la situazione è non solo la perdita di posti di lavoro ma anche la chiusura dell’azienda e soprattutto la scomparsa di in numero consistente di piccole e micro imprese che con la loro presenza creavano il tessuto economico di un dato territorio. “Anticipare il cambiamento” non è un obiettivo definito in anni recenti, era l’oggetto dell’Asse 2 dell’Obiettivo 4 della Programmazione 1994-99 del

Page 16: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

16

Fondo Sociale Europeo. Allora la Commissione europea cercò di stimolare i diversi paesi dell’Unione affinché mettessero a punto esperienze e modelli e sperimentassero buone pratiche. Buone pratiche non solo formative, ma anche di consulenza direzionale alle imprese, di analisi e di check up aziendali, di ridisegno organizzativo, di preparazione di quadri e tecnici attenti all’innovazione, di rafforzamento del “terziario formativo”. La problematica dell’anticipazione del cambiamento (industriale ma non solo) non è quindi estranea alla nostra pratica programmatoria, è semmai, estranea alla nostra pratica attuativa e gestionale perché ben pochi di quegli stimoli si sono tradotti in esperienze concrete. Val la pena ricordare questa fase della storia della Formazione Continua nel momento in cui si riparla di lanciare politiche “preventive”. Anticipare è prevenire. I soggetti che più debbono essere coinvolti in queste attività formative, che si rivelano centrali in fase di crisi sono sicuramente i titolari delle micro e piccole imprese i quali, in genere, non hanno gli strumenti né economici né culturali per affrontare la crisi e spesso condividono le stesse condizioni professionali dei loro dipendenti. Se i cambiamenti che si realizzeranno in coincidenza con la crisi e con il suo superamento porteranno alla nascita di nuove attività economiche, più solide e più competitive, va da sé che non è con la formazione aziendale di stampo tradizionale che si favorirà la mobilità e la sopravvivenza del bagaglio professionale per l’occupabilità di cui tutti i lavoratori hanno bisogno. Dalle indagini condotte in questi anni sui lavoratori e sul loro sistema di conoscenze e competenze esce un profilo del lavoratore italiano che ha più bisogno di ri-costituire un sistema solido di conoscenze di base, che non un ulteriore quadro di competenze specialistiche di tipo tecnico-professionale e di stampo operativo. I lavoratori italiani, in linea con il profilo della nostra popolazione adulta, hanno una debolezza strutturale intrinseca per quanto riguarda la capacità di utilizzare al meglio le competenze chiave e strategiche dell’analisi ed elaborazione linguistica, dell’analisi matematica, della capacità di fare elaborazioni logiche complesse. Tutte queste competenze afferiscono alla preparazione di base spesso carente nei soggetti adulti occupati; l’intervento formativo più adeguato deve quindi far riferimento non solo alla Formazione Continua di stampo professionale, ma anche a dosi massicce di “educazione permanente” per creare dal nulla una nuova piattaforma di conoscenze e competenze utili per essere protagonisti e non succubi dei processi di cambiamento presenti nell’economia e nella società. Oggi la Formazione Continua si fa soprattutto in aula e con il supporto di enti di formazione che si sono sviluppati grazie ai finanziamenti per la formazione iniziale. Anche la formazione progettata e realizzata all’interno

Page 17: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

17

delle imprese, salvo rare eccezioni, segue lo schema tipico della formazione esterna, con la differenza che nella formazione esterna interaziendale si privilegiano anche tematiche di interesse collettivo, riferibili al settore economico e al territorio, mentre nella formazione interna aziendale a volte si tiene conto solo delle esigenze produttive a breve. Migliorare l’efficienza dei processi produttivi attraverso investimenti sul capitale umano è sempre una scelta positiva ma appare sempre più urgente mettere in calendario una formazione - o favorire contesti che rendano possibili processi apprenditivi - che privilegi l’acquisizione di conoscenze del tutto nuove piuttosto che il semplice aggiornamento delle (limitate) conoscenze già possedute. In vista dei mutamenti di scenario che ci attendono, più che nuove e ulteriori risorse finanziarie per la Formazione Continua (come troppo spesso si invoca) si sente l’esigenza di nuove regole di governance che favoriscano maggiore efficacia degli investimenti operati e di strategia condivisa tra le Istituzioni pubbliche e le Parti sociali. Tratti della Formazione Continua in Umbria Nell’ottobre del 2008 l’Aur ha pubblicato una prima ricerca sugli interventi formativi attuati nella regione nel periodo 2000-2006 avendo a riferimento i finanziamenti del FSE, della L. 236/1993 e della L. 53/2000. Si riprenderanno in questo paragrafo i risultati emersi in tale studio2 perché forniscono un quadro complessivo del sistema della Formazione Continua in Umbria ed un punto di partenza per l’analisi che verrà fatta nei capitoli successivi sulle attività formative originate dai FPI. Le principali linee di tendenza che emergono dalla ricerca del 2008 sono state desunte dalla disamina dei bandi emessi e dall’esame dei dati statistici raccolti presso la Regione Umbria al momento della realizzazione della ricerca. Ma soprattutto sono risultate di interesse le evidenze emerse a seguito dell’attività di animazione realizzata con la collaborazione dei principali stakeholders locali, che costituiscono la parte più originale del progetto. Per quanto riguarda i bandi esaminati, emessi nel periodo della precedente programmazione da Regione e Province, si è andati a ricercare le direzioni che sono state assunte via via nel tempo. In particolare sono stati evidenziati gli elementi significativi e le logiche rintracciabili nella messa a bando, nelle

2 Il contenuto del presente paragrafo è stato ripreso dal volume “La Formazione Continua in Umbria” a cura di Pellegrini AUR, novembre 2008, ed in particolare dai capitoli La Formazione Continua in Umbria di Enza Galluzzo e Veronica Contili e Le questioni poste dagli attori di Pellegrini.

Page 18: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

18

intenzionalità sottese alle modalità di offerta delle risorse, nonché nella definizione delle caratteristiche dei destinatari e degli attuatori. In generale, si evidenzia una dicotomia territoriale tra gli strumenti utilizzati, da un lato, dalla Regione e dalla Provincia di Perugia e, dall’altro, dalla Provincia di Terni. Nei bandi emessi da Regione e Provincia di Perugia si coglie un progressivo affinamento degli strumenti nel tempo ed un maggior grado di complessità degli interventi: si è progressivamente passati da progetti con un basso livello di articolazione degli interventi, a progetti che richiedono azioni integrate anche in riferimento a reti di imprese. Fin dai primi bandi, vi è stato anche l’utilizzo dei voucher variamente finalizzati. Nella formazione collettiva vi è stata una progressiva sperimentazione di nuovi strumenti: stage, FAD, work experience, ecc.. L’analisi dei fabbisogni formativi, di cui si riconosce l’importanza, viene rinviata ai soggetti attuatori. Per quanto riguarda in particolare la Provincia di Perugia si evidenzia che negli ultimi bandi si passa a piani formativi complessi, ovvero a progetti quadro che costituiscono una cornice di riferimento da definire in una successiva fase di progettazione esecutiva. In relazione ai destinatari, specialmente nella seconda generazione dei bandi, vi è l’inclusione tra i destinatari di lavoratori diversi da quelli tipici e vi è una rinnovata attenzione alle figure dei quadri e dei dirigenti. La logica seguita nella costruzione dei bandi dalla Provincia di Terni, invece, sembra essere di tipo generalista, sia sul piano delle finalità, sia su quello degli interventi finanziabili e dei destinatari. Sembra che non vi sia un indirizzo del flusso dei finanziamenti da parte della Provincia, ma venga privilegiato l’intervento verso l’intera popolazione purché all’interno di regole minime chiare e condivise. L’obiettivo che si è posta la Provincia sembra essere stato quello di soddisfare la domanda formativa del tessuto produttivo già esistente nel suo complesso (costituito da PMI), senza intervenire in settori specifici - soltanto con qualche eccezione - puntando soprattutto sull’autolettura dei fabbisogni da parte dei soggetti coinvolti (imprese e lavoratori) e sulla integrazione delle risorse. Per quanto concerne poi l’esame dei dati analizzati, si evidenziano alcuni elementi caratteristici delle direzioni intraprese dalla formazione in Umbria complessivamente intesa. Tra le attività formative realizzate, la maggior parte è costituita da progetti a partecipazione collettiva che rappresentano più della metà dell’universo considerato, mentre i progetti individuali costituiscono il 33% e i progetti non andati a buon fine, ovvero quelli chiusi anticipatamente, il 14%.

Page 19: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

19

La percentuale più alta delle attività formative collettive è stata realizzata dalla Provincia di Perugia e corrisponde a ben oltre la metà della totalità dei progetti. La situazione si capovolge per la formazione individuale, dove la prevalenza dei corsi è stata svolta dalla Provincia di Terni. Il canale finanziario a cui fa riferimento la maggior parte dei progetti, sia di formazione collettiva sia individuale, è la misura D1 del POR. Per quanto concerne i soggetti gestori, per i progetti di formazione a partecipazione collettiva l’insieme dei fornitori risulta diversificato e senza una specifica prevalenza. I progetti individuali, invece, sono stati gestiti prevalentemente da agenzie private accreditate. Per quanto riguarda le tematiche oggetto di formazione, si evidenzia che la maggior dei progetti collettivi (un po’ meno di un terzo) ha riguardato la gestione aziendale e amministrazione, seguita dalle tecniche di produzione e dall’informatica. La tematica con maggiore capacità attrattiva nell’ambito della della formazione individuale è stata invece l’informatica seguita dalle lingue. Per quanto concerne gli allievi, si rileva che la Provincia di Perugia ha formato circa 3/4 degli allievi registrati nella banca dati regionale. Le classi d’età degli allievi che sono state maggiormente coinvolte nelle attività formative sono quelle centrali dei 25-34enni e dei 35-44enni. I due terzi della formazione realizzata è stata rivolta a diplomati e circa il 12% a laureati: pertanto complessivamente oltre il 77% degli allievi ha un livello di scolarizzazione medio alto. In relazione alla differenziazione di genere, la maggior parte dei formati sono uomini e sono concentrati maggiormente su tematiche quali gestione aziendale e amministrativa e tecniche di produzione; le donne, invece, sono state più presenti in corsi dell’area dei servizi alle persone, trasporto e vigilanza, sviluppo delle abilità personali, vendita e marketing. Dalle occasioni di incontro e confronto con gli stakeholder (provenienti dalla Regione e delle Province, dalle Agenzie formative, dalle imprese e dalle organizzazioni di rappresentanza) sono poi emerse alcune interessanti evidenze relative al sistema organizzativo e relazionale. Si tratta di ambiti di migliorabilità del sistema di cui ci sembra importante richiamarne almeno alcuni in questa sede. La criticità più significativa rilevata dalle agenzie ma anche dalle imprese riguarda la tempistica della messa a bando e dell’approvazione delle proposte formative. Una tempistica diluita tra il momento dell’individuazione del fabbisogno, della presentazione della proposta e dell’erogazione della attività formativa crea un fenomeno di dispersione di attenzione e di risorse ed in alcuni casi è la causa per cui le aziende decidono di non utilizzare le opportunità offerte dal sistema pubblico della FC. Occorrerebbe pertanto individuare meccanismi per una risposta più immediata alle esigenze.

Page 20: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

20

Un’altra area critica riguarda la necessità di de-burocratizzare l’intero processo. Viene lamentata da parte delle aziende la mole di strumenti e regole che si è obbligati a conoscere per accedere adeguatamente all’offerta di risorse pubbliche, tanto che molte aziende sono obbligate a rivolgersi alle agenzie o a consulenti specializzati. Da parte delle agenzie si evidenzia poi il carico amministrativo dell’attività che, unito alla limitatezza dei margini finanziari di impresa, può rendere le attività messe in cantiere tendenzialmente antieconomiche. La parte amministrativa/ burocratica comporta un notevole dispendio di energie e può configurarsi come una barriera all’accesso per alcuni fornitori. Inoltre risulta problematico anche il sistema di monitoraggio in essere, la cui complessità induce le agenzie alla mancata compilazione di alcuni dati, impedendo una esaustiva ricognizione delle attività. Un’altra questione riguarda la necessità di flessibilità nelle modalità di erogazione della formazione che risponde a esigenze di una migliore efficacia dell’attività. Questo si scontra con la difficoltà di rendicontare le attività di formazione meno tradizionali (coaching, mentoring, tutoring, FAD, ecc.) e conseguentemente produce una evidente contraddizione in quanto, da una parte, viene enfatizzato il processo di personalizzazione dell’offerta, e, dall’altra, non si consentono cambiamenti sostanziali delle regole di accertamento e di rendicontazione. Esiste quindi nei fatti una supremazia dell’aula sia per motivi burocratici, che per una mentalità ancora ancorata alla teoria. Si evidenzia poi l’assenza di una sensibilità nei confronti delle attività valutative connesse al sistema formativo. Non tanto le attività valutative del corso in quanto tali (contenuti, apprendimenti, conoscenze), quanto le attività relative alla valutazione di impatto. Questa rappresenterebbe il vero valore aggiunto del sistema, in quanto in grado di evidenziare se l’investimento formativo ha avuto gli effetti previsti. Per quanto riguarda la promozione di reti di impresa in un’ottica formativa, si è rilevata la differenza esistente tra le reti costituite da gruppi di aziende con dipendenti interessati allo stesso tipo di formazione, funzionali alla costituzione dell’aula, e le reti di imprese nate attorno a piani di sviluppo o innovazioni tipiche dello schema distrettualistico. Su quest’ultima modalità di azione, è stato evidenziato un certo ritardo da parte delle imprese che non appaiono investire sistematicamente sforzi e risorse in questa direzione. I progetti approvati costituiscono ancora una soluzione sporadica e non sono in grado di promuovere in maniera visibile e continuativa questo approccio. Viene poi complessivamente ribadita l’importanza di un sistema organico di analisi dei fabbisogni formativi di cui la maggior parte delle aziende non si può far carico direttamente. L’utilizzo sistematico di un tale strumento dovrebbe

Page 21: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

21

contribuire a far superare la logica della formazione per esigenze estemporanee e necessità contingenti. In relazione, infine, alla governance del sistema si evidenzia l’assenza all’interno dei tavoli negoziali di un dibattito significativo sulla formazione intesa come volano di sviluppo. Si auspica un cambiamento volto alla costruzione di occasioni stabili di confronto strategico (ad esempio dando nuovo impulso all’attività della Commissione Regionale Tripartita) che consentano una rilevazione delle esigenze delle varie parti sociali. Una governance forte del fenomeno favorirebbe uno sviluppo armonico del sistema e una integrazione e un coordinamento degli strumenti e delle risorse, che evitando sovrapposizioni e concentrazioni solo su alcuni segmenti contribuirebbe a creare maggiore efficacia ed equilibrio. Percorsi normativi e risorse pubbliche per la Formazione Continua in Umbria A seguito delle leggi di riforma della pubblica amministrazione volute dall’allora Ministro Bassanini alla fine degli anni ‘90 (Legge 59/97 e Decreto Legislativo 112/98), sono state varate dal Consiglio regionale dell’Umbria la legge regionale 41/98, con la quale la Regione indica le regole di esercizio dei compiti in materia di politiche e di servizi per l'impiego e di funzionamento degli organismi creati al fine di favorire l'occupazione, facilitare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, favorire il reimpiego di lavoratori in mobilità e l'attivazione di lavori socialmente utili, tirocini e borse di lavoro, e la legge regionale 34/98 che definisce il sistema regionale delle autonomie e stabilisce i criteri e le regole per il conferimento di funzioni amministrative agli Enti locali. La legge regionale 3/99 riordina le funzioni e i compiti amministrativi del sistema regionale e locale delle Autonomie dell’Umbria. In particolare, in materia di formazione professionale, la legge stabilisce che sono riservate alla Regione le funzioni e i compiti amministrativi relativi: alla programmazione pluriennale e annuale della formazione professionale, compresa quella del servizio sanitario nazionale, dell’orientamento professionale e della promozione educativa ed educazione permanente; agli adempimenti, avvalendosi anche delle Province, connessi all’attività di alta formazione di interesse interregionale o che richiedono una gestione unitaria a livello regionale; agli adempimenti connessi ai rapporti con l’Unione europea e all’attuazione e controllo della realizzazione dei programmi comunitari, con riferimento al monitoraggio, al controllo di gestione, alla valutazione dell’efficacia, agli adempimenti finalizzati ai saldi contabili, ai certificati di

Page 22: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

22

esecuzione e alla rendicontazione; alla programmazione, in raccordo con le Province, delle iniziative volte a realizzare l’integrazione tra i sistemi educativi-formativi e quello produttivo; all’osservazione del mercato del lavoro e delle professioni per il miglioramento delle politiche del lavoro e all’indicazione alle Province sulle tendenze del mercato del lavoro e dei relativi fabbisogni formativi. Sempre in base alla suddetta legge sono trasferite alle Province le funzioni amministrative in materia di: formazione, orientamento professionale, promozione educativa e educazione permanente. E’ inoltre stabilito che le Province organizzano e attuano i servizi di orientamento professionale collocati all’interno dei centri dell’impiego distribuiti territorialmente sulla base di bacini provinciali con utenza non inferiore a 100.000 abitanti, in forma integrata agli altri servizi per le politiche del lavoro e in raccordo con gli altri enti locali. La legge regionale 11/2003, “Interventi a sostegno delle politiche attive del lavoro”, ha lo scopo di promuovere la riduzione della disoccupazione, la qualificazione dell’occupazione e il superamento dei fenomeni di precarietà nei rapporti di lavoro, specie a favore dei soggetti svantaggiati e nelle aree a rilevante squilibrio tra domanda ed offerta di lavoro. La legge inoltre stabilisce che: il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, previa concertazione e partenariato istituzionale e sociale, ai sensi degli articoli 4 e 5 della legge regionale 28 febbraio 2000, n.13, e secondo le modalità previste dagli accordi stipulati dalla Regione con le Parti sociali, approva il Piano triennale per le politiche del lavoro, in coerenza con le politiche formative ed educative. Il Piano triennale per le politiche del lavoro, secondo le modalità previste dall’articolo 6, comma 3 della legge regionale 13/2000, individua gli obiettivi strategici, i macro settori di intervento, le azioni di interesse interregionale, regionale e provinciale, i tempi di realizzazione e le risorse economiche della programmazione regionale in materia di politiche del lavoro, secondo gli indirizzi del Piano regionale di sviluppo ed in raccordo operativo con le attività programmate nell’ambito del sistema integrato della formazione professionale e dell’istruzione, in coerenza con gli obiettivi del Documento Annuale di Programmazione (DAP). Le Province, secondo quanto previsto dalla legge regionale 11/2003, esercitano le funzioni loro attribuite sulla base del Programma annuale regionale per le politiche attive del lavoro; esse possono dotarsi di un programma provinciale annuale il quale contiene specifiche indicazioni in attuazione della programmazione regionale. La Giunta regionale approva ogni anno, il Programma annuale regionale delle politiche del lavoro, in attuazione del Piano triennale, con il concorso delle Province. Il Programma annuale regionale determina in particolare:

Page 23: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

23

a) le priorità relative a tali tipologie di interventi: - affiancare le azioni di sostegno ai Centri per l’impiego, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi dedicati ai soggetti svantaggiati sul mercato del lavoro, agli inoccupati e ai disoccupati di lunga durata; - promuovere, assistere e rafforzare, sulla base di progetti condivisi dai lavoratori, percorsi di transizione e/o reingresso nella vita attiva, anche attraverso interventi di formazione permanente, orientamento e sostegno al reddito; - sperimentare progetti pilota rivolti a specifiche fasce di disoccupati, che prevedono contributi mediante i quali si integrano il sostegno al reddito, la formazione e l’aiuto all’occupazione; - conferire aiuti all’occupazione a favore delle imprese, anche cooperative, che ampliano la base occupazionale con l’impiego di soggetti in posizione di svantaggio sul mercato del lavoro, con particolare riferimento ai soggetti svantaggiati, ai disoccupati e agli inoccupati di età superiore ai trentadue anni, ai lavoratori iscritti all’apposita gestione separata istituita presso l’INPS, ai lavoratori occupati con contratto a termine, nonché alle problematiche di genere, utilizzando anche, nell’ambito di accordi sindacali, l’istituto del part-time a tempo indeterminato e del tele-lavoro, realizzato nelle forme del rapporto di lavoro subordinato, inclusa la copertura delle spese per la formazione professionale; - favorire e incentivare il processo di stabilizzazione dei lavoratori precari, a partire dai lavoratori socialmente utili; - rafforzare, attraverso ulteriori incentivi economici e il sostegno all’attuazione degli obblighi formativi, l’utilizzo dei contratti a causa mista e in particolare dell’apprendistato e dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, operando in raccordo con i centri per l’impiego; - sostenere, sulla base degli accordi sindacali aziendali e/o territoriali, sperimentazioni e progetti di incremento degli organici, utilizzando la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e interventi di riorganizzazione aziendale, specie quelli prodotti da innovazioni tecnologiche, privilegiando i progetti mirati a coniugare tali processi con lo sviluppo professionale e culturale dei lavoratori; - sostenere il percorso di emersione e di contrasto del lavoro nero, attraverso attività di assistenza tecnica e consulenza alle imprese per l’utilizzo dei benefici previsti dalle normative nazionali e/o regionali e promuovendo la realizzazione di accordi tra le parti sociali, da sostenere anche attraverso il ricorso a progetti mirati di formazione; - sostenere le esperienze di lavoro, quali tirocini, borse di lavoro, piani d’inserimento professionale;

Page 24: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

24

- sostenere la creazione di nuove imprese, anche cooperative, e del lavoro autonomo, specie nell’ambito di progetti destinati a favorire l’occupazione dei soggetti svantaggiati sul mercato del lavoro, degli inoccupati e dei disoccupati di lunga durata; b) le risorse economiche da assegnare a ciascuna tipologia, su base percentuale; c) la ripartizione delle risorse tra Regione e Province, tenendo conto di indicatori rilevanti ai fini della determinazione delle priorità territoriali d’intervento, definiti d’intesa con le Province; d) le finalità specifiche dei finanziamenti; e) gli ambiti territoriali prioritari; f) gli indicatori di efficienza e di efficacia delle iniziative e dei progetti promossi; g) la natura e i requisiti dei soggetti proponenti e dei beneficiari finali delle iniziative; h) i criteri generali inerenti la disciplina dei procedimenti amministrativi di attribuzione dei benefici finanziari; i) gli eventuali tetti massimi di finanziamento attribuibili a ciascuna iniziativa e le relative spese ammissibili. La Regione Umbria, attraverso la legge regionale 7/2009, disciplina la costituzione di un Sistema Formativo Integrato Regionale che, in attuazione dei principi previsti dal titolo V della Costituzione, si propone di realizzare: - azioni qualificate per sostenere il conseguimento del successo scolastico e formativo; - favorire l'inserimento nel mondo del lavoro; - sostenere il diritto all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e contrastare la dispersione scolastica; - favorire l'orientamento delle persone nell'assunzione delle scelte relative alla costruzione e gestione dei propri percorsi di istruzione, formazione e lavoro; - favorire l'articolazione adeguata degli istituti scolastici e formativi nell'intero territorio regionale con particolare attenzione per le aree montane e le zone a rischio di disagio culturale e sociale; - sostenere la costituzione di reti tra le istituzioni scolastiche, le università e gli organismi di formazione professionale accreditati; - favorire i percorsi di accompagnamento delle persone disabili o in condizioni di disagio; - sostenere la collaborazione al compito educativo delle famiglie; - favorire il recupero di competenze chiave per l'alfabetizzazione funzionale, la costruzione della coscienza civica del cittadino e la cultura del lavoro e dell'impresa.

Page 25: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

25

Il Sistema Formativo si realizza mediante un processo di integrazione, inteso come processo attraverso il quale i soggetti coinvolti (le istituzioni scolastiche autonome; gli organismi scolastici territoriali; le università; il sistema della formazione professionale; gli enti locali) collaborano per qualificare ed arricchire l'offerta formativa, riconoscendo il valore dell'educazione formale, non formale ed informale, anche attraverso un sistema di crediti e certificazioni che consente al soggetto che apprende di valorizzare le competenze acquisite nei diversi ambiti o settori, favorire i passaggi tra i diversi tipi ed indirizzi e promuovere l'integrazione fra i sistemi. Partecipano al processo di integrazione il sistema delle imprese, delle associazioni datoriali, dell'educazione formale e non formale, le organizzazioni sindacali, le associazioni sociali, culturali, assistenziali e di volontariato che operano nel territorio regionale. Con l’art. 7 della medesima legge, inoltre, la Regione Umbria, attraverso il nuovo Programma triennale di attuazione e coordinamento degli interventi rivolti alle attività formative, in raccordo con il precedente Piano triennale e il Programma annuale per le politiche del lavoro di cui alla legge regionale 11 del 2003, pone anche le basi per il decollo del sistema regionale di Formazione Continua. Il Piano triennale infatti contiene: a) gli obiettivi e le modalità di raccordo tra le attività di orientamento e le attività di istruzione, formazione e lavoro; b) gli strumenti a supporto del coordinamento delle attività di Formazione Continua, finalizzati anche a favorire il raccordo delle stesse con i Fondi interprofessionali; c) i protocolli di definizione dei crediti con valore a priori, mutuamente riconosciuti dai diversi soggetti del sistema integrato; d) le modalità di scambio e valorizzazione delle buone prassi, dei sussidi e delle metodologie formative; e) le modalità di realizzazione di azioni positive per il coinvolgimento delle famiglie nelle attività di orientamento; f) le modalità di scambio delle esperienze tra progettisti, docenti e formatori, nonché di realizzazione di esperienze comuni di aggiornamento delle competenze; g) la messa in comune di standard di qualità per quanto concerne la progettazione, l'attuazione e la verifica degli interventi, compresi i dispositivi di tutoring; h) le risorse finanziarie destinate agli interventi. Il programma triennale è attuato mediante programmi attuativi annuali adottati dalla Giunta regionale. Il programma attuativo annuale contiene: 1) gli obiettivi da conseguire, gli interventi da attuare e le risorse da impiegare nell'anno di riferimento;

Page 26: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

26

2) le modalità di assegnazione delle provvidenze e gli investimenti con l'indicazione delle relative risorse finanziarie. Attraverso la legge regionale 7/2009 sono promossi progetti pluriennali ma anche interventi brevi a sostegno della competitività delle imprese, in particolare delle PMI, ed azioni di supporto alle attività di Formazione Continua finalizzate alla formazione degli esperti delle Parti sociali, dei funzionari regionali e provinciali, dei responsabili di strutture formative, dei formatori e dei responsabili aziendali dell’area risorse umane. Per quel che riguarda la programmazione 2000 – 2006 organismi attuatori della misura D1 del POR Obiettivo 3, sono la Regione insieme alle Province. Da anni le Province di Perugia e Terni hanno, infatti, come sottolineato da più parti, nelle materie della formazione e del lavoro, un ruolo importante stimolato dalle riforme statali nell’ordinamento degli enti locali, ma soprattutto sviluppato grazie alla programmazione e gestione delle risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE). L’Umbria integra le risorse provenienti dalle leggi 236/93 e 53/00 con quelle della misura D1 del POR Ob. 3, ripartendole tra diverse tipologie di lavoratori. L’integrazione proveniente da diverse normative, da un lato apporta benefici dal punto di vista gestionale e organizzativo, dall’altro rischia, tuttavia, di indebolirne le specificità soprattutto per quanto riguarda i target3. Le risorse vengono ripartite tra interventi formativi che comprendono: - piani formativi individuali, aziendali, settoriali e territoriali concordati tra le Parti sociali; - inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro; - sviluppo della Formazione Continua, della flessibilità del mercato del lavoro e della competitività delle imprese pubbliche e private; - percorsi individuali di orientamento e formazione elaborati e presentati dai singoli lavoratori; - promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro. Per quanto riguarda la Formazione Continua nella programmazione 2000-2006, gli interventi della legge 236/93 sono programmati dalla Regione (ovvero la Regione pubblica il bando e valuta le proposte progettuali) e sono gestiti dalle Province. I dati dell’attività di formazione in Umbria nel settennio 2000 – 2006 sono desumibili desunti dalla rendicontazione per il Fondo Sociale Europeo, dai RAE (Rapporti Annuali di Esecuzione) del POR obiettivo 3, dai rapporti di valutazione intermedia del POR, dal Rapporto annuale Isfol sulla Formazione Continua. In questo periodo di programmazione la spesa pubblica per la

3 Cfr. MLPS-ISFOL, Rapporto sulla Formazione Continua, 2006

Page 27: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

27

Formazione Continua in Umbria, misura D1 POR Obiettivo 3, legge 236/93 e 53/00, è stata complessivamente di 22,8 milioni di euro (tab. 1). Con il POR Obiettivo 3 attraverso la misura D1 sono stati spesi 20,7 milioni di euro, suddivisi tra Regione (5,8 milioni), Provincia di Perugia (13,6 milioni), Provincia di Terni (1,2 milioni); 1,6 milioni di euro sono stati spesi con la legge 236/93, 500 mila euro con la legge 53/00. Tab. 1 - Spesa pubblica certificata al 31.12.2008 per la Formazione Continua - Programmazione 2000 - 2006 – Misura D1, Legge 236/93, Legge 53/00 - Regione e Province Milioni di euro

D1 l.236/93 l.53/2000 TOT Regione Umbria 5,8 0,00 0,00 5,8 Provincia di Perugia 13,6 1,58 0,49 15,7 Provincia di Terni 1,2 0,06 0,04 1,3 Totale 20,7 1,6 0,5 22,8

Fonte: Regione Umbria – Banca dati SIRU Alcune informazioni sulla legge 236/93 A partire dal 2003 (con il Decreto 296/03), le Regioni inviano con cadenza semestrale e dal 2006 annuale, un rapporto di monitoraggio sullo stato di avanzamento delle iniziative di formazione finanziate attraverso le risorse della legge 236/93. Le risorse stanziate dal Ministero del Lavoro attraverso i provvedimenti della legge 236/93 non hanno subito flessioni negli ultimi anni nonostante l’entrata in scena dei Fondi Interprofessionali nel 2004, anzi il loro meccanismo di finanziamento ha permesso di incrementare le risorse disponibili nei vari territori. Come si può notare dalla tabella sottostante (tab. 2), considerando il quinquennio 2004-2008, la quantità di risorse messe a bando dalle Regioni ammonta a 385 milioni di euro (per quel che riguarda l’Umbria 6,3 milioni), a fronte di una disponibilità del Ministero di 464 milioni4.

4 Cfr. MLPS-ISFOL, Rapporto sulla Formazione Continua, 2008.

Page 28: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

28

Tab. 2 - Quadriennio 2004-2008: i decreti 236/93 delle Regioni e relative risorse messe a bando in base all’anno di pubblicazione dei decreti

Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Risorse totali

Dec

reti

Riso

rse

in

mili

oni

Dec

reti

Riso

rse

in

mili

oni

Dec

reti

Riso

rse

in m

ilion

i

Dec

reti

Riso

rse

in

mili

oni

Dec

reti

Riso

rse

in

mili

oni

243/04 1,001

Umbria 296/03 0,775 107/06 1,857 40/07 2,754 6,387

Italia 50,474 48,704 46,442 108,146 132,451 385,857 Fonte: elaborazione Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Tab. 3 - Legge 236/93: somme impegnate e erogate relative al D.D. 243/V/20045 Impegnato Da erogare Erogato Umbria 1.001.802,89 1.001.802,89 Totale regioni 62.676.542,61 635.394,51 60.684.976,98 Fonte: elaborazione Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Tab. 4 - Legge 236/93: somme impegnate e erogate relative al D.D. 107/segr/06 Impegnato Da erogare Erogato Umbria 1.857.583,13 1.857.289,58* Totale regioni 143.657.019,99 48.365.833,36 85.413.416,05

*Per quanto concerne alcune regioni, come la nostra, il Ministero ha erogato solo il I anticipo Fonte: elaborazione Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Tab. 5 - Legge 236/93: somme impegnate e erogate relative al D.D. 40/cont/07 Impegnato Da erogare Erogato Umbria 2.754.393,25 2.754.393,25 Totale regioni 207.576.000,01 130.775.409,66 63.751.621,16 Fonte: elaborazione Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

5 Per quel che riguarda le somme impegnate e erogate relative al D.D. 296/03 non sono presenti, nei Rapporti sulla Formazione Continua, i dati relativi alla nostra Regione.

Page 29: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

29

Tab. 6 - Scelta della Regione riguardo l’impiego delle risorse relative alla Legge 236/93 (decreti 296/03 e 243/04) tra Piani formativi e iniziative a domanda individuale – Dati a novembre 2006

D.D. 296/03 D.D 243/04

Piani formativi

concordati

Formazione a domanda

individuale

Piani formativi

concordati

Formazione a domanda

individuale Umbria 70% 30% 70% 30%

Fonte: elaborazione Isfol – Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua - su dati regionali, 2006 Tab. 7 - Scelta della Regione riguardo l’impiego delle risorse relative alla Legge 236/93 (decreti 107/06 e 40/2007) tra Piani formativi e iniziative a domanda individuale – Dati al 20 novembre 2008

D.D. 107/V/2006 D.D 40/V/2007

Piani formativi

concordati

Formazione a domanda

individuale

Piani formativi

concordati

Formazione a domanda

individuale Umbria 100% 100%

Fonte: elaborazione Isfol – Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua - su dati regionali, 2008 Con gli ultimi due decreti 107/06 e 40/2007 (tab. 7), a differenza dei decreti 296/03 e 243/04 in cui l’Umbria ha riservato un 30% di risorse per la formazione a domanda individuale (tab. 6), sono state stanziate tutte le risorse relative alla legge 236/93 per i piani settoriali, territoriali e aziendali; nessuna risorsa è stata stanziata per la formazione a domanda individuale (tab. 7) che rimane soprattutto una prerogativa di quelle regioni e territori che hanno strutturato da tempo servizi di supporto come i cataloghi dell’offerta e servizi di orientamento, che hanno consentito, non solo una maggiore qualifica e professionalizzazione dei lavoratori, ma anche una maggiore efficienza nell’assorbimento delle risorse. In tale direzione, sottolinea l’Isfol nel Rapporto sulla Formazione Continua, il processo di integrazione delle politiche di Formazione Continua – favorito anche dall’Accordo Tripartito tra Ministero del Lavoro, Parti sociali, Regioni e Province autonome, stipulato ad aprile 2007 - sta apportando risultati importanti se prendiamo in considerazione:

Page 30: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

30

- gli Accordi di integrazione di livello regionale, formalizzati in sette regioni, che prevedono organismi in grado di orientare le strategie e le modalità di impegno delle differenti forme di finanziamento come la legge 236/93; - l’individuazione condivisa tra le Regioni e le Parti sociali di finalità, target e strumenti di incontro tra domanda e offerta di formazione che orientano obiettivi e indirizzi contenuti negli avvisi della legge 236/93. Alcune informazioni sulla legge 53/2000 Per quel che riguarda la legge 53/2000 nel quadriennio 2004-2007 sono stati emanati 4 provvedimenti per circa 77 milioni di euro destinati alle due tipologie previste dalla legge: a) Progetti di formazione presentati dalle imprese che sulla base di accordi contrattuali prevedono quote di riduzione dell’orario di lavoro; b) Progetti di formazione presentati direttamente dai singoli lavoratori6.

Tab. 8 - Quadriennio 2004-2007: provvedimenti emanati relativi alla legge 53/2000 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007

Decreti

Risorse in

milioniDecreti

Risorse in

milioni Decreti Risorse

in milioni DecretiRisorse

in milioni

D.I. 136/04 0,483 Umbria D.I. 349/04 0,246

D.I. 62/07 0,233 D.I.

110/07 0,231

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 2008 Tab. 9 - Legge 53/00: impegnato e erogato relativo al D.I. 136/V/04

Impegnato Da erogare Erogato Umbria 480.304,91 480.304,91 Totale regioni

30.987.413,75 4.090.338,62 26.897.075,13

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 2008 Tab. 10 - Legge 53/00: impegnato e erogato relativo al D.I. 349/V/04 (annualità 2004)

Impegnato Da erogare Erogato Umbria 246.904,33 246.904,33 Totale regioni 15.493.706,97 2.149.435,77 13.344.271,20

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 2008

6 Cfr. MLPS-ISFOL, Rapporto sulla Formazione Continua, 2008.

Page 31: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

31

Tab. 11 - Legge 53/00: impegnato e erogato relativo al D.I. 62/V/07 (annualità 2005)

Impegnato Da erogare Erogato Umbria 233.458,57 233.458,57 Totale regioni 15.493.706,97 13.597.325,20 2.437.118,85

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 2008 Tab. 12 - Legge 53/00: impegnato e erogato relativo al D.I. 110/cont/V/07 (annualità 2006) Impegnato Da erogare Erogato Umbria 231.220,84 231.220,84 Totale regioni 15.493.707,01 15.113.174,14 380.532,87

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 2008 Tab. 13 - La scelta della Regione riguardo l’impiego delle risorse relative alla legge 53/00 (decreti 136/04, 349/2004)

D.I. 136/V/2004 D.I. 349/V/2004

Piani formativi

concordati

Formazione a domanda individuale

Attività di infor-mazione

Piani formativi

concordati

Formazione a domanda individuale

Attività di infor- mazione

Umbria 76% 19% 5% 76% 19% 5% Fonte: elaborazione Isfol – Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua, 2007 Tab. 14 - La scelta della Regione riguardo l’impiego delle risorse relative alla legge 53/00 (decreti 62/07, 110/07)

D.I. 62/V/2007 D.I. 110/V/2007

Piani formativi

concordati

Formazione a domanda individuale

Attività di infor-mazione

Piani formativi

concordati

Formazione a domanda individuale

Attività di infor-

mazione Umbria 100%

Fonte: elaborazione Isfol – Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua, 2008 Il dato rilevante è la difficoltà di spesa: sono appena 43 i milioni erogati dal Ministero del Lavoro alle Regioni a fronte degli oltre 77 milioni impegnati. Questo è causato dalle diverse politiche di supporto alla Formazione Continua, comportamento diverso tra Regioni del Centro – Nord e del Sud. Per quel che riguarda la nostra Regione il Ministero del Lavoro non ha ancora erogato le risorse relative alle annualità 2005 e 2006.

Page 32: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

32

Per quanto concerne le due tipologie di formazione previste dalla normativa, con i primi due decreti 136/04 e 349/04 (tab. 13), l’intervento dell’Umbria si è concentrato sul finanziamento della formazione relativo alla tipologia a) Progetti di formazione presentati dalle imprese che, sulla base di accordi contrattuali, prevedono quote di riduzione dell’orario di lavoro (76% delle risorse) e destinando il 19% a favore della tipologia b) - Progetti di formazione presentati direttamente dai singoli lavoratori; con il decreto 62/07 (tab. 14), la Regione ha impegnato tutte le risorse relative alla legge 53/00 a favore della formazione a domanda individuale (tipologia b).

Page 33: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

33

IL RUOLO DEI FONDI PARITETICI INTERPROFESSIONALI7 Life Long Learning, Formazione Continua e Fondi Paritetici Interprofessionali Da qualche decennio, le società industriali più avanzate sono alle prese con una trasformazione di portata comparabile a quella della rivoluzione industriale con il loro processo di transizione verso la così detta Società della Conoscenza (Knowledge Society). Il nuovo sistema economico, incentrato sulla creazione e lo scambio di beni e servizi immateriali (cfr. Commissione Europea, Memorandum sull’Istruzione e la Formazione Permanente, 2000), utilizza la leva della conoscenza come mai hanno fatto fino ad oggi le società storiche e l’innalzamento della produttività e il miglioramento della competitività si basano ora su una materia prima per eccellenza: la competenza (cfr. Fiorentino P., 2006). In questo tipo di universo sociale, l’investimento in capitale umano8 e l’aggiornamento delle sue conoscenze divengono un elemento cruciale per rispondere agli incessanti cambiamenti degli assetti economici, sociali e culturali in atto. In un sistema economico di questo tipo, la Formazione Continua (FC), intesa come anello fondamentale di un più ampio sistema di Life Long Learning (forma-zione e apprendimento permanente), assume quasi naturalmente un ruolo strategico per la competitività e la crescita (cfr. Fiorentino P., 2006). La FC viene definita come quel complesso di interventi successivi alla formazione iniziale e che interessano prevalentemente gli individui occupati e/o che hanno perso il proprio lavoro (cfr. Frigo F., 2000), con lo scopo di aggiornare le competenze professionali in un quadro coerente con le strategie d’impresa (cfr. Grelli, Nobili, Premutico, 2005). La FC, infatti, è quella che consente ai lavoratori già inseriti nel mercato del lavoro, di accrescere le

7 I primi cinque paragrafi del presente capitolo sono stati curati da Elisa Fuschi, il sesto paragrafo da Franco Frigo. 8 Il paradigma centrale della teoria del capitale umano è che un lavoratore con un grado di istruzione più elevato, paragonato ad uno meno istruito, possiede maggiori capacità e quindi realizza un miglior rendimento sul lavoro. In tale prospettiva, l’essere umano viene considerato come capitale, per cui la spesa sostenuta per la sua istruzione e per la sua formazione professionale è a tutti gli effetti da considerare un tipo di investimento (cfr. Delsen L., 2007).

Page 34: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

34

proprie skill per far fronte alle mutate esigenze di un contesto produttivo in rapido cambiamento9. Già a partire dai primi anni ’90, il tema della Formazione Permanente e, in particolare, della formazione rivolta agli occupati diviene un aspetto sempre più centrale delle politiche pubbliche sia a livello europeo che a livello nazionale. Il Libro Bianco su “Crescita, Competitività ed Occupazione” (1993) di Jacques Delors definisce la formazione professionale quale “cardine per la strategia di incremento dell’occupazione che a sua volta è la chiave per la crescita economica”. Nell’ambito della politica europea per l’occupazione, i pilastri dell’occupabilità e dell’adattabilità costringono la Comunità e gli Stati membri ad adoperarsi per la promozione dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita lavorativa al fine di migliorare la competitività delle imprese europee con una forza lavoro competente e qualificata. Sempre in ambito europeo, la crucialità della FC sarà ribadita, in tempi più recenti, nella Strategia di Lisbona (2000)10 nella quale si auspica che l’Europa diventi, entro il 2010, “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile, con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Queste nuove esigenze obbligano i sistemi economico-produttivi a supportare i lavoratori nel processo di adeguamento delle proprie professionalità e delle proprie competenze alle mutate caratteristiche del mercato del lavoro. Ciò a vantaggio degli stessi lavoratori, a cui vengono garantite, in tal modo, maggiori opportunità di employability, ossia maggiori opportunità di una favorevole collocazione nel mercato del lavoro da cui, altrimenti, avrebbero rischiato di finire esclusi (cfr. Delsen L., 2007). L’accesso alla FC diviene, pertanto, un diritto fondamentale per assicurare la crescita individuale, l’occupabilità dei lavoratori e la competitività delle imprese e, di conseguenza, diviene anche garanzia di inclusione sociale. In questo scenario si delinea una nuova funzione sociale della formazione professionale che da elemento strumentale diviene un elemento essenziale, al

9 La FC e la formazione permanente presentano stretti legami. La prima è rivolta agli occupati e riguarda principalmente la professionalizzazione, la carriera e l’aggiornamento ed è una parte importante della formazione per tutta la vita, che ingloba anche la formazione iniziale, la formazione per l’occupabilità e per la cittadinanza attiva pre e post lavoro. In altre parole, la Formazione Continua si occupa del soggetto in quanto lavoratore; la formazione permanente abbraccia, invece, le prospettive personali, civiche, sociali e di occupabilità degli individui in una accezione molto più ampia che riguarda il progetto sia personale che professionale del soggetto (cfr. Fiorentino, 2006). 10 Cfr. il punto 29 delle conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo del 2000.

Page 35: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

35

pari di altri più strettamente economici, alla crescita e allo sviluppo ed alla competitività delle società. In linea con quanto avviene nel panorama europeo, a partire dai primi anni 90, il problema della formazione dei lavoratori entra nell’agenda politica italiana e il sistema italiano di FC viene investito da un ampio ed articolato processo di cambiamento realizzatosi sia attraverso provvedimenti normativi sia attraverso accordi fra le Parti sociali, che hanno portato alla creazione di un vero e proprio sistema nazionale di FC con regole e caratteristiche sue proprie (cfr. Angotti R., Frigo F., 2004). Fino a tale momento, l’intervento pubblico non aiutava né le imprese né i lavoratori ad avvicinarsi all’offerta formativa perché il nostro sistema di formazione, per più di 30 anni, non ha riconosciuto la piena centralità del problema della formazione dei lavoratori occupati, avendo assunto come target di riferimento quasi esclusivamente disoccupati e giovani in cerca di prima occupazione. Le risposte formative e il diritto alla formazione dei lavoratori venivano indirizzate verso la contrattazione collettiva che, però, presentava una scarsa diffusione della pratica negoziale a livello aziendale. Il risultato è che l’offerta formativa delle imprese italiane vanta, a tutt’oggi, gli ultimi posti in Europa (cfr. MLPS-Isfol, Rapporto sulla Formazione Continua, 2008 )11. Attualmente, il sistema italiano di FC si avvale di quattro strumenti di policy attraverso cui vengono erogate risorse per la realizzazione degli interventi formativi (cfr. MLPS - Isfol, Rapporto sulla Formazione Continua, 2001): la legge 236 del 1993, la legge 53 del 2000, il Fondo Sociale Europeo (FSE) e i Fondi Paritetici Interprofessionali. Questi strumenti di sostegno alla formazione, da un punto di vista di assetto istituzionale, possono essere suddivisi in due grandi gruppi: 1. quelli gestiti dalle amministrazioni regionali, fra cui rientrano la legge 236, la legge 53 e il FSE. Tra questi, assume particolare rilevanza la legge 236, storicamente il primo esperimento di sostegno finanziario alla FC. Le Regioni gestiscono e distribuiscono le risorse disponibili sulla base di periodici decreti del MLPS. Recentemente12, il MLPS ha inteso favorire una programmazione triennale degli interventi da parte delle Regioni. Queste risorse, come quelle dei Fondi Paritetici, sono erogate per il finanziamento di Piani settoriali, territoriali, aziendali e individuali concordati fra le Parti sociali, ma possono riguardare anche lavoratori coinvolti in processi di mobilità o in cassa integrazione. Con la legge 53, invece, il 11 L’Italia si trova agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda l’offerta formativa delle imprese: nel 2005, la media di imprese formatrici nel nostro paese era pari al 32 %, contro una media europea del 60%. Questo indicatore ci colloca al terz’ultimo posto in Europa (Fonte: Eurostat, CVTS3; elaborazioni Isfol su dati New cronos - provisional 11/08). 12 Con il D.D. 40/cont/V/2007.

Page 36: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

36

MLPS ripartisce ogni anno tra le Regioni 15 milioni di euro per il finanziamento di iniziative formative, riconoscendo il diritto del lavoratore (occupato e non occupato) alla formazione lungo tutto l’arco della vita al fine di accrescere le proprie competenze professionali. A tale scopo, la legge istituisce i congedi per la FC (art. 6) che consentono la sperimentazione di percorsi di formazione in un contesto di riduzione contrattata degli orari di lavoro. La formazione può corrispondere ad una scelta autonoma del lavoratore, ovvero essere predisposta dall’azienda attraverso Piani formativi concordati tra le Parti sociali. In genere, le Regioni utilizzano tali risorse per i voucher individuali. Le Regioni gestiscono, infine, le risorse del FSE. In tal caso, gli interventi di FC sono oggetto di programmazione dettagliata da parte di Stato e Regioni e vengono definiti volta per volta dei target quali destinatari degli interventi, si opera nell’ambito di parametri di costo definiti, si procede all’approvazione dei progetti a seguito di bandi pubblici e si opera in regime di concessione amministrativa. La gestione amministrativa risulta onerosa sia per le richieste dell’autorità di gestione del FSE, sia per le necessità di rispettare regole complesse di natura nazionale e regionale13. 2. quelli gestiti dalle Parti sociali attraverso i Fondi Paritetici Interprofessionali per la FC (art. 118 della legge 388/2000). I Fondi Interprofessionali sono organismi di natura privatistica gestiti dalle Parti sociali secondo il criterio della pariteticità e diretti a finanziare Piani formativi aziendali, territoriali, settoriali ed individuali concordati fra le stesse Parti sociali, a cui le imprese possono liberamente aderire. L’attività di sostegno alle iniziative formative delle imprese aderenti si è avviata a partire dal secondo semestre del 2004 con l’emanazione dei primi avvisi pubblici che hanno finanziato i Piani formativi. In Italia, l’art. 118 della Legge 388/2000 ha apportato cambiamenti rilevanti nel sistema della FC, introducendo i Fondi Interprofessionali come nuovi soggetti titolari di risorse, competenze e ruoli in materia di programmazione e realizzazione di interventi di formazione professionale. Si tratta di un cambiamento di policy rilevante in quanto, per la prima volta, ingenti risorse pubbliche vengono affidate a soggetti privati ed, in particolare, alle Parti sociali nella loro espressione bilaterale, che, in accordo con Ministero e Regioni, sono chiamati a definire un nuovo sistema di regole per l’accesso alla formazione con caratteristiche proprie anche diverse da quanto sperimentato sino a quel momento per il FSE e per la legge 236/93 (cfr. MLPS, 2004). Come ha osservato Aviana Bulgarelli (2004), le Parti sociali

13 Il FSE ha finanziato la FC del settore privato nel periodo di programmazione 2000-2006 attraverso il POR Obiettivo 3, misura D1, ma si ricorda che una parte consistente dei Fondi è rivolta anche ai dipendenti pubblici tramite la misura D2. Per ciò che riguarda il ciclo di programmazione 2007-2013, il POR-FSE finanzia la FC attraverso l’asse adattabilità.

Page 37: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

37

hanno assunto, negli ultimi anni, un ruolo crescente nella definizione delle politiche formative ed oggi sono chiamate in prima persona alla gestione della parte più consistente delle risorse finora destinate al finanziamento delle politiche pubbliche di FC attraverso i Fondi Interprofessionali. Si pensi infatti che, dal 2004 ad oggi, le risorse stanziate per la FC da parte della legge 236 sono state 351,2 milioni di euro14, quelle della legge 53 sono state 46,4 milioni di euro15, mentre quelle stanziate per i Fondi sono state pari a circa 1,5416 miliardi di euro. Risulta evidente, quindi, la maggiore quantità di risorse messe a disposizione dai Fondi negli ultimi anni rispetto agli altri strumenti di finanziamento della FC. Il legislatore sembra, infatti, introdurre questo nuovo istituto, che ha per fulcro la bilateralità, con l’intento di migliorare le sorti della FC in Italia, che, come già detto, si trova ancora agli ultimi posti della graduatoria europea. Da questo excursus sul sistema italiano di FC, si rileva la presenza di diversi attori sia di tipo pubblico (il MLPS, le Regioni e in alcuni casi le Province) sia di tipo privato (le Parti sociali e le aziende). Le Regioni rappresentano l’attore pubblico fondamentale nella regia dei molteplici strumenti a sostegno della formazione professionale, strumenti molto diversi fra loro nella natura e nella ratio sottostante, oltre che nelle procedure di implementazione. D’altra parte, la riforma del titolo V della Costituzione riconosce a questi Enti Territoriali una competenza esclusiva in materia di formazione professionale (art. 117). Con la nascita dei Fondi Interprofessionali, a questo sistema già complesso, si aggiungono le Parti sociali. Diventa quindi di primaria importanza realizzare un raccordo fra questi attori delle politiche formative al fine di realizzare un sistema integrato di FC, un desiderio espresso anche nell’Accordo tripartito sulla Formazione Continua del 17 aprile 2007. In tale documento, MLPS, Regioni e Parti sociali convengono sulla necessità di costruire, come avviene in gran parte dei paesi europei, “un sistema nazionale, progressivamente ordinato, non concorrenziale ma integrato”. L’obiettivo è quello di definire un approccio di sistema tra i diversi strumenti di intervento per la formazione dei lavoratori (FSE, leggi di finanziamento nazionale e Fondi interprofessionali), sistema che potrà comporre in un disegno unitario quelli che sono ancora frammenti slegati e permettere quindi

14 Le risorse sono state stanziate con due Decreti Direttoriali: d.d. 107/06 che per le annualità 2004-2005 ha stanziato 143.657.020; d.d. 40/07 che per le annualità 2006 e 2007 ha stanziato 207.576.000. 15 Le risorse sono state stanziate con 3 Decreti Interministeriali che per le annualità 2004, 2005 e 2006 hanno ripartito la medesima somma di 15.493.706. 16 Cfr. MLPS-ISFOL, Rapporto sulla Formazione Continua, 2008.

Page 38: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

38

il coordinamento e la programmazione congiunta delle iniziative17. È indispensabile, infatti, che non vengano emarginate dalla FC le categorie contrattualmente deboli (lavoratori parasubordinati o a tempo determinato) o i target maggiormente a rischio di esclusione dal mercato del lavoro (donne, lavoratori over 45, portatori di handicap, ecc.). Il cammino verso i Fondi Paritetici Interprofessionali Gli anni ’90 La nascita dei Fondi Interprofessionali avviene dopo un lungo periodo di gestazione (quasi dieci anni) e nei commi dell’art. 118 si ritrovano i temi delle disposizioni legislative che si sono susseguite in tema di Formazione Continua e del confronto tra le Parti sociali degli anni 1993, 1996 e 1998 (cfr. Pellegrini C., Vaccaro S., 2006). È con l’inizio degli anni ’90, in occasione della stagione degli accordi a carattere concertativo che viene posto, nell’ambito della più generale riforma della formazione professionale italiana, il tema della creazione di un sistema nazionale di FC alimentato con le risorse derivanti dal contributo che le imprese private versano all’Inps per l’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria, ponendo le basi per la nascita dei Fondi Paritetici Interprofessionali. A partire dal 1993, si è sviluppata un’importante iniziativa congiunta fra Governo e Parti sociali seguita da altrettanti interventi legislativi che hanno posto le basi per la nascita dei Fondi Interprofessionali. Si tratta di tre accordi in particolare: 1. Protocollo tripartito sul costo del lavoro del 23 luglio 1993 che all’art. 4, comma 2, lettera h, prevede l’avvio di un sistema di formazione dei lavoratori da finanziare con le risorse dello 0,30% a carico delle imprese (legge n. 845/78). La risposta del legislatore nazionale alle indicazioni previste nell’Accordo è contenuta nella legge 236/93, il cui art. 9 ha previsto la destinazione di tale contributo al Fondo per la Formazione Professionale attraverso il quale sono stati finanziati interventi di formazione aziendale e anche la sperimentazione di percorsi di formazione individuale e il finanziamento di Piani formativi concordati dalle Parti sociali a livello aziendale, settoriale e territoriale. 2. L’accordo tripartito del 24 settembre 1996, c.d. “Patto per il Lavoro”, in cui si ribadisce la necessità di “sviluppare la Formazione Continua con

17 All’accordo nazionale sono poi seguiti accordi di tipo regionale in Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Campania, Marche e Lazio e Umbria. Per un approfondimento sulla governance degli accordi regionali, vedi infra.

Page 39: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

39

l’attribuzione graduale ed integrale del contributo dello 0,30% con la partecipazione delle Parti sociali”. Questo documento rappresenta un capitolo fondamentale per il nuovo sistema di formazione in quanto individua nella FC e permanente la nuova prospettiva strategica, riconoscendo anche un diritto del cittadino alla qualificazione e all’arricchimento della propria professionalità. Gli orientamenti contenuti in questo accordo e in quello del 1993 sono stati recepiti dalla legge 196/97 “Norme in materia di promozione dell’occupazione” (c.d. Pacchetto Treu) che sancisce la progressiva destinazione del gettito del contributo dello 0,30% al finanziamento della FC dei lavoratori nell’ambito di Piani formativi concordati fra le Parti sociali: “Tali risorse confluiranno in uno o più Fondi nazionali, articolati regionalmente o territorialmente aventi configurazione giuridica di tipo privatistico e gestiti con la partecipazione delle Parti sociali” (art. 17, lettera d). Questa legge ha portato all’istituzione dei Fondi Paritetici Interprofessionali e all’attribuzione alle stesse Parti sociali della responsabilità di gestire direttamente il contributo dello 0,30% versato dalle imprese (cfr. Pellegrini C., Vaccaro S., 2006). Il Governo però riuscirà a disciplinare in via regolamentare i Fondi Paritetici Interprofessionali solo con la Finanziaria del 2001 (legge 388/2000, art. 118). 3. L’accordo del 22 dicembre 1998 “Patto Sociale per lo sviluppo e l’occupazione” (c.d. Patto di Natale) in cui il Governo si impegna alla rapida “costituzione del Fondo interprofessionale per la Formazione Continua, secondo le modalità definite dal regolamento di attuazione della legge 196/97. Il fondo sosterrà la realizzazione di interventi di Formazione Continua, previsti da piani formativi aziendali e territoriali concordati fra le Parti sociali (…)”. Le successive norme di legge che hanno consentito l’effettiva costituzione dei Fondi sono state coerenti con i contenuti degli accordi originari, affidando alle Parti sociali una reale e diretta responsabilità politica, giuridica e gestionale alle Parti sociali. In materia di Fondi, la legge ha infatti imposto alle Parti sociali due responsabilità: che la costituzione dei Fondi avvenga da uno specifico accordo fra loro e dal relativo riconoscimento del Ministero del Lavoro con apposito decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e che il finanziamento dei Fondi sia destinato esclusivamente ai Piani formativi condivisi fra le Parti sociali costituenti i Fondi stessi. Dal primo punto viene implicitamente adottato dal legislatore nazionale il principio di sussidiarietà previsto dall’art. 137 del Trattato UE, lì dove si rimarca di affidare alla libera autonomia delle Parti la possibilità di definire, nell’ambito delle materie di loro esplicita competenza (come quella in esame), regole e modalità di attuazione dei loro accordi. Principio e regole attuative che trovano un’ulteriore conferma grazie al riconoscimento formale dei

Page 40: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

40

Fondi con il Decreto Ministeriale che, in tal modo, assume valore anche nei confronti di terzi attraverso la pubblicità sulla Gazzetta. Dal secondo punto nascono due diversi livelli di responsabilità per le Parti sociali: uno di carattere oggettivo e l’altro di tipo giuridico. Non vi è dubbio che la condivisione presuppone una diretta assunzione di responsabilità da parte di coloro che hanno generato l’iniziativa. Gli stessi soggetti hanno altresì una diretta responsabilità giuridica, quando, attraverso i propri rappresentanti, siedono negli organi decisionali dei Fondi. Inoltre, non si può escludere un’altra responsabilità delle Parti nella gestione dell’intervento formativo, proprio per il loro diretto coinvolgimento in tutte le fasi della sua realizzazione, affinché sia garantito il rispetto da parte della singola impresa e del lavoratore di tutte le regole imposte dai Fondi (cfr. Fiorentino P., 2006). Un ulteriore slancio alla partecipazione delle Parti sociali è dato dalla riforma del titolo V della Costituzione operata nel 2001, che accanto al principio di sussidiarietà verticale riconosce quello di sussidiarietà orizzontale (art. 118, comma 4, della Costituzione): il soddisfacimento di interessi generali è ora possibile anche grazie all’intervento di soggetti privati (singoli o associazioni). Le Parti sociali si sono impegnate nell’avvio e nella gestione dei Fondi interprofessionali con l’obiettivo dichiarato di contribuire alla promozione di un sistema di Formazione Continua più efficiente e di qualità (cfr. Pellegrini C., Vaccaro S., 2006). La legge 23 dicembre del 2000 n. 388 e la disciplina dei Fondi Interprofessionali All’inizio del nuovo millennio, con l’approvazione della legge finanziaria, il legislatore istituisce i Fondi Paritetici interprofessionali per la Formazione Continua (art. 118 della legge n. 388/200018) dando concretamente attuazione alle previsioni dell’art. 17 della legge n. 196/9719, là dove si

18 La disciplina dei Fondi Interprofessionali è stata posta, per la prima volta, dall’art. 118 della legge 388/2000 (Finanziaria 2001) e successivamente modificata a più riprese al fine di precisarne meglio la disciplina ed incrementare le risorse disponibili. L’art. 118, infatti, è stato successivamente novellato dall’art. 48 della legge 289/2002 (Finanziaria 2003), dall’art. 1, commi 151 e 156, della legge 311/2004 (Finanziaria 2005) e dall’art. 13, co. 13, del decreto legge 35/2005 "Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale", convertito con legge 80/2005. 19 Nell’art.17, co. 1, lett. d, della legge n. 196/1997 “Norme in materia di promozione dell’occupazione” (cd. Pacchetto Treu) si prospettava la confluenza delle risorse di cui all’art. 9, co. 5, della legge n. 236/93 “in uno o più Fondi nazionali, articolati regionalmente e territorialmente aventi configurazione giuridica di tipo privatistico e gestiti con partecipazione delle Parti sociali”. In tale disposizione, emergeva già la volontà del legislatore di coinvolgere più direttamente le Parti sociali nella gestione e nel finanziamento della Formazione Continua. Il Governo, però, non è

Page 41: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

41

prevede la costituzione di uno o più Fondi di natura privatistica gestiti con la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori e delle imprese e finalizzati a finanziare la formazione dei lavoratori del settore privato. La normativa relativa ai Fondi Paritetici Interprofessionali è entrata in vigore il primo gennaio del 2001 e, ad oggi, i Fondi esistenti ed autorizzati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS) sono 17 (Tab. 1). Tab. 1 - I Fondi paritetici Interprofessionali autorizzati dal Ministero del Lavoro e le organizzazioni sindacali promotrici

Fondi paritetici Interprofessionali

Organizzazioni datoriali e sindacali promotrici

Autorizzazione Ministero del Lavoro

Fondo Artigianato Formazione Fondo per la FC imprese artigiane

Confartigianato; Cna; Casartigiani; Cgil; Cisl;Uil; Claai decreto 31 ottobre 2001

Fon.coop Fondo per la FC imprese cooperative

A.G.C.I.;Confcooperative; Legacoop; Cgil; Cisl; Uil decreto 10 maggio 2002

For.Te. Fondo per la FC terziario

Confcommercio;Abi; Ania; Confetra; Cgil ;Cisl; Uil decreto 31 ottobre 2002

Fondimpresa Fondo per la FC imprese associate a Confindustria

Confindustria: Cgil;Cisl; Uil decreto 28 novembre 2002

Fondo Formazione PMI Fondo per la FC nelle PMI

Confapi; Cgil; Cisl; Uil decreto 21 gennaio 2003

Fon.Ter Fondo per la FC nel terziario

Confapi; Cgil; Cisl; Uil decreto 24 febbraio 2003

Fondir Fondo per la FC dei dirigenti del terziario

Confcommercio; Abi; Ania; Confetra; Fendac;

Federdirigenticredito; Sinfub; Fidia

decreto 6 marzo 2003

Fondirigenti Fondo per la FC dei dirigenti delle aziende produttrici di beni e servizi

Confindustria; Federmanager decreto 6 marzo 2003

Fondo Dirigenti PMI Fondo per la FC dei dirigenti delle piccole e medie imprese industriali

Confapi; Federmanager decreto 10 giugno 2003

-------segue

riuscito a disciplinare in via regolamentare i Fondi come era previsto dal suddetto art. 117 e la normativa sarà successivamente posta solo con la finanziaria del 2001.

Page 42: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

42

Fondi paritetici Interprofessionali

Organizzazioni datoriali e sindacali promotrici

Autorizzazione Ministero del Lavoro

Fondo Professioni Fondo per la FC negli studi professionali e nelle aziende ad esse collegati

Consilp; Confprofessioni; Confedertecnica; Cipa; Cgil; Cisl; Uil decreto 7 novembre 2003

Fon.E.R Fondo per la FC negli enti ecclesiastici, associazioni, fondazioni, cooperative, imprese ed aziende di ispirazione religiosa

Agidae; Cgil; Cisl; Uil decreto 1 settembre 2005

Fon.Ar.Com Fondo per la FC nel comparto del terziario, dell’artigianato e delle piccole e medie imprese

Cifa; Confusa decreto 6 marzo 2006

For.Agri Fondo per la FC in agricoltura

Confagricoltura; Coldiretti; CIA; Cgil; Cisl; Uil; Confederdia decreto 28 febbraio 2007

Fondazienda Fondo per la FC dei quadri e dei dipendenti dei comparti del commercio-turismo-servizi, artigianato e piccola e media impresa

Confterziario; Ciu; Conflavoratori decreto 28 febbraio 2008

Fondo Banche e Assicurazioni * Fondo per la FC dei dipendenti nei settori del credito e delle assicurazioni

Abi; Ania; Cgil; Cisl; Uil decreto 16 aprile 2008

Formazienda Fondo per la FC nei comparti del commercio, del turismo, dei servizi e delle PMI.

Sistema Commercio e Impresa; Confsal decreto 31 ottobre 2008

Fonditalia Fondo per la FC nei settori economici dell'industria e delle pmi

Federterziario; Claai; Ugl decreto 19 febbraio 2009

* Il Fondo Banche e Assicurazioni nasce dalla scissione del grande Fondo del terziario For.Te che raccoglieva ed integrava i comparti del commercio, dei servizi, del credito, delle assicurazioni e dei trasporti. Tale divisione risulta funzionale ad una strategia di progressiva specializzazione settoriale nella gestione delle risorse ed apre lo spazio ad un nuovo organismo che sarà costituito, in massima parte, da una platea di grandi e grandissime imprese (cfr. Isfol, Rapporto 2008). Nell’introdurre la disciplina dei Fondi paritetici interprofessionali, il legislatore afferma che lo sviluppo della formazione professionale è funzionale sia alla “competitività delle imprese” che alla “garanzia di occupabilità dei lavoratori ” (art. 118, comma 1). In tale incipit, vi è un chiaro riferimento non solo alle categorie ben note della strategia comunitaria dell’occupazione, ma anche alla consape-

Page 43: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

43

volezza ormai maturata delle Parti sociali in merito alla natura di interesse condiviso della FC dei lavoratori. L’istituzione dei Fondi interprofessionali avviene mediante la sigla di accordi interconfederali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Quanto alla forma giuridica, i Fondi possono presentarsi alternativamente come soggetto giuridico di natura associativa (ai sensi dell’art. 36 del Codice Civile) o come soggetto dotato di personalità giuridica (ai sensi del D.P.R. n. 361/2000) concessa con decreto del MLPS (art. 118, co. 1 e 6). Per conseguenza, i Fondi potranno assumere la veste dell’associazione non riconosciuta, dell’asso-ciazione o di altra istituzione a carattere privato dotata di personalità giuridica e della fondazione. Si tratta di una forma giuridica idonea a garantire l’assenza dello scopo di lucro, la funzione mutualistica, la destinazione del patrimonio al fine determinato dal legislatore e la sua intangibilità da parte dei singoli associati/fondatori. Si tratta di soggetti senza fini di lucro, il cui ambito di intervento si rivolge, in via generale, alle imprese aderenti (cfr. Fiorentino P., 2006). I Fondi Paritetici Interprofessionali sono organizzati secondo il criterio della bilateralità20 e devono, essere gestiti congiuntamente dalle Parti sociali in modo paritetico (art.118, co. 1), quindi ogni loro organo dovrà essere composto da un numero pari di rappresentanti delle associazioni datoriali e dei sindacati dei lavoratori (cfr. il punto 2 della circolare INPS n.71/2003). I Fondi devono avere carattere interprofessionale e possono essere istituiti nei settori economici dell’industria, dell’agricoltura, del terziario e dell’artigianato, senza tuttavia escludere che gli accordi interconfederali possano prevedere l’istituzione di Fondi anche per settori diversi (art. 118, co. 1). Per ciò che riguarda i dirigenti, la normativa prevede due opzioni: la costituzione di Fondi ad hoc sulla base di accordi stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei dirigenti comparativamente più rappresentative oppure l’istituzione di sezioni loro riservate all’interno dei Fondi interprofessionali nazionali (art. 118, co.1)21.

20 Per un approfondimento sul tema della bilateralità, vedi Appendice 1. 21 Per i dirigenti, la disciplina originaria prevedeva la sola opzione della costituzione di Fondi ad hoc, ma, l’art 48 della Finanziaria 2003, con l’intento di agevolare la FC di tale categoria, introduce anche la possibilità di costituire sezioni a loro dedicate all’interno dei Fondi Interprofessionali nazionali.

Page 44: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

44

In considerazione della rilevanza sociale dell’attività di sostegno dei Fondi alla FC dei lavoratori, la normativa attribuisce al MLPS diverse ed importanti funzioni in materia (art. 118, co.2)22: - compiti di autorizzazione all’inizio della loro attività: l’attivazione di ciascun Fondo, infatti, è subordinata al rilascio dell’autorizzazione da parte del MLPS previa verifica che organi, strutture, criteri di funzionamento e professionalità dei gestori del Fondo siano conformi alle finalità stabilite dalla normativa stessa; - compiti di vigilanza e di monitoraggio sulla gestione di tali organismi, tanto che, in caso di irregolarità o di inadempimenti, il MLPS può disporne la sospensione dell’operatività o il commissariamento; - attività di valutazione dei risultati conseguiti dai Fondi. Per lo svolgimento di questo ruolo, la normativa istituisce un organo ausiliario al Ministero: l’Osservatorio per la Formazione Continua. L’Osservatorio avrà il compito di elaborare proposte di indirizzo attraverso la predisposizione di linee guida e di esprimere pareri e valutazioni in ordine alle attività svolte dai Fondi, anche in relazione all’applicazione delle suddette linee guida. In base a quanto stabilito dalla normativa, l’Osservatorio è costituito da due rappresentanti del Ministero, dal Consigliere di Parità presso la Commissione centrale per l’impiego, da quattro rappresentanti delle Regioni designati dalla Conferenza Permanente Stato-Regioni, da un rappresentante di ciascuna delle confederazioni delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale. L’Osservatorio, inoltre, si avvarrà dell’assistenza tecnica dell’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori (ISFOL). I Fondi Interprofessionali agiscono nell’ambito di una cornice comune che si declina fondamentalmente nelle funzioni di vigilanza e monitoraggio esercitate dal Ministero del Lavoro e nelle linee guida espresse dall’Osservatorio. L’intervento del Ministero, direttamente ed attraverso l’Osservatorio, trova la sua legittimazione oltre che nelle norme istitutive, anche nella rilevanza che assumono per la collettività gli interventi diretti alla riqualificazione e all’aggiornamento della forza lavoro e dalla netta preponderanza dell’attività dei Fondi Paritetici in tale ambito (cfr. Nobili D., Premutico D., 2006). La normativa (art. 118 co. 1) attribuisce ai Fondi il “compito” principale di finanziare i “Piani Formativi aziendali, territoriali, settoriali o individuali concordati fra le Parti sociali, nonché eventuali ulteriori iniziative propedeutiche e comunque direttamente

22 Riguardo alle funzioni del MLPS in materia di Fondi, interviene l’art. 48 della legge 289/2002 che rafforza il ruolo del Ministero che, accanto alle consuete attività di autorizzazione e vigilanza, è chiamato a svolgere una strategica funzione di monitoraggio sull’attività di tali organismi.

Page 45: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

45

connesse a detti Piani sempre concordate fra le Parti23”. La normativa prevede, inoltre, che “i Piani aziendali, territoriali o settoriali sono stabiliti sentite le Regioni e le Province autonome territorialmente interessate. I progetti relativi ai Piani individuali ed alle iniziative propedeutiche e connesse ai medesimi sono trasmessi alle Regioni e alle Province autonome territorialmente interessate affinché ne possano tenere conto nelle rispettive programmazioni24”. La finanziaria del 2005 introduce un emendamento all’art. 118 nel quale statuisce che “nel finanziare i Piani formativi (…) i Fondi si attengono al criterio della redistribuzione delle risorse versate dalle aziende aderenti a ciascuno di essi”. La novella sembra in tal modo depotenziare la capacità dei Fondi di condurre politiche formative autonome e tende a ridurre il loro ruolo a quello di “banche” depositarie di conti vincolati a scopi di formazione. In riferimento all’immagine del conto aziendale accesso idealmente presso il Fondo, si sono espressi criticamente Nobili D. e Premutico D. (2006): “L’idea del conto aziendale (…) pone alcuni interrogativi rispetto al venir meno del carattere mutualistico dei Fondi Paritetici (…) indispensabile per il soddisfacimento della domanda delle piccole e piccolissime imprese, il cui contributo annuo non permetterebbe certamente di costituire un conto aziendale di dimensioni tali da essere concretamente spendibile in attività formative” (p. 98). Secondo gli autori, l’idea del “conto” potrebbe essere adeguata per quei Fondi, ad esempio per i dirigenti, in cui la maggiore disponibilità di risorse per singolo lavoratore potrebbe dar luogo ad una sorta di “conto individuale”, in un contesto di diffusione dei piani individuali finalizzati attraverso il voucher. È importante sottolineare che, accanto alle attività di finanziamento dei Piani formativi, i Fondi sono chiamati a svolgere anche un’importante funzione di assistenza tecnica (esame preliminare o supporto conoscitivo) alle imprese aderenti per l’elaborazione dei Piani stessi. Ciò, anche in considerazione del fatto che i Piani vanno approvati con la condivisione delle Parti Sociali (cfr. 23 Ab origine, la normativa prevedeva il finanziamento dei soli Piani aziendali, territoriali e settoriali, ma, dopo soli due anni, l’art.48 della finanziaria 2003 innova la disciplina consentendo il finanziamento anche dei Piani formativi individuali e delle c.d. iniziative propedeutiche. In questo modo, la gamma prevista dal legislatore comprende l’intero ambito del “possibile” relativamente alle modalità con cui può essere organizzata la domanda formativa, non privilegiandone una in particolare (cfr. Nobili D., Premutico D., 2006). 24 In seguito ad un ricorso della Regione Emilia Romagna, la Corte Costituzionale ha emanato la sentenza n. 51 del 2005 dichiarando l’illegittimità dell’art. 48 della legge n. 289/2002, là dove non prevede strumenti idonei a garantire una reale collaborazione fra Stato e Regioni in tema di Fondi Interprofessionali. Secondo la Corte, la norma indica un “generico intento di coerenza con la programmazione regionale” e pertanto richiama la necessità di rispettare la competenza legislativa delle Regioni in materia di formazione professionale (art. 117 Cost.). Il governo risponde a tale sentenza attraverso il c.d. Decreto Competitività (legge n. 80/2005) che introduce i necessari correttivi all’art. 13, co.13, (per un approfondimento dell’argomento si veda Scagliarini S., 2005, La formazione professionale fra Stato e Regioni: alcuni importanti chiarimenti, in Diritto delle Relazioni Industriali n. 3, pp. 822 e seguenti).

Page 46: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

46

Emanuele M., 2006). Per ciò che riguarda l’articolazione territoriale dei Fondi, questi sono generalmente nazionali, ma previo accordo fra le parti possono articolarsi regionalmente o territorialmente (art. 118, co. 7). Il meccanismo di finanziamento dei Fondi Interprofessionali è incentrato sulle contribuzioni effettuate su base volontaria dai datori di lavoro del settore privato. In particolare, la normativa (art 118, co.1) identifica tali risorse nel contributo dello 0,30% della massa salariale versata da tutte le imprese all’INPS e istituito con la legge n. 845/78 (art. 25, co. 4). In pratica, lo 0,30% corrisponde a quella parte della contribuzione presente in busta paga che imprese e lavoratori versano all’Inps per poi, attraverso i Fondi interprofessionali, tornare alle imprese per finanziare la formazione. L’adesione ai Fondi non implica alcun maggior esborso per i datori di lavoro che sarebbero comunque tenuti al versamento di tale contributo in favore del Fondo per la Formazione Professionale (ex legge n. 236/93, art. 9, co. 5) anche nel caso in cui decidessero di rimanere al di fuori del sistema dei Fondi interprofessionali. In caso di omissione anche parziale del contributo integrativo, il datore di lavoro è tenuto a corrispondere il contributo omesso e le relative sanzioni, che vengono versate dall’Inps al Fondo prescelto. L’adesione ai Fondi Paritetici Interprofessionali avviene mediante il versamento dello 0,30% all’Inps che provvede a trasferirlo con acconti bimestrali al fondo indicato dal datore di lavoro “per intero, una volta dedotti i meri costi amministrativi” (art. 118, co. 3)25. L’adesione (o la revoca) ai Fondi è fissata entro il 31 ottobre di ogni anno con effetti finanziari e contributivi a partire dal primo gennaio successivo. L’atto di adesione al fondo e la sua revoca viene espresso e comunicato dall’azienda direttamente all’Inps, attraverso il modello di denuncia contributiva DM10/2.

25 Il comma 3 dell’art 118 è stato novellato sia dall’art. 48 della legge 289/2002 sia dall’art. 1, co. 151, della legge 311/2004 che stabilisce la disciplina definitiva con l’intento prioritario di definire con chiarezza l’esatto ammontare dello 0,30. Prima della nascita dei Fondi Interprofessionali, lo 0,30 era diviso in uno 0,10 gestito dal MLPS per finanziare interventi di formazione e in uno 0,20 di competenza del Ministero del Tesoro per finanziare il Fondo di rotazione per le politiche comunitarie. Con la nascita dei Fondi Interprofessionali, il Governo si trova a gestire la problematica dei finanziamenti per il Fondo di rotazione ed interviene con la legge 289 che limita i finanziamenti ai Fondi paritetici tutelando i fondi previgenti. La nuova regola è la seguente: se lo 0,10 del welfare confluisce interamente nei Fondi, lo 0,20 del Tesoro può affluirvi solo fino ad una quota massima pari a 103 milioni. In questo modo però, come afferma il direttore generale di Fondimpresa (Michele Lignola), il valore reale dello 0,30 si riduce di un terzo (cfr. Uccello S., 2004). La finanziaria del 2005 interviene su tale questione, ripristinando ipso facto il valore effettivo dello 0,30 attribuendolo per intero ai Fondi interprofessionali.

Page 47: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

47

La normativa stabilisce che sia lo stesso Istituto di Previdenza a disciplinare le modalità di adesione26. È bene ricordare che l’Inps non fornisce alcuna indicazione sulle modalità e l’uso delle risorse, ma si occupa soltanto di procedere alla raccolta delle adesioni e al loro trasferimento al singolo fondo, imponendo per questo servizio un onere pari allo 0,80% delle somme ricevute da ciascun Fondo (cfr. Fiorentino P., 2006). L’Inps, inoltre, entro il 31 gennaio di ogni anno (a decorrere dal 2005), è tenuto a comunicare al MLPS e ai Fondi tutti i dati relativi alle imprese aderenti ed ai contributi da esse versati, a formulare la previsione annuale del gettito del contributo integrativo, nonché quella relativa al contributo versato dai datori di lavoro non aderenti da destinare al Fondo per la Formazione Professionale e per l’accesso al FSE. Per ciò che riguarda i destinatari a cui si rivolgono i Fondi Paritetici Interprofessionali, si può affermare che i destinatari ultimi degli interventi formativi di tali organismi sono i lavoratori delle imprese che vi hanno aderito. La circolare Inps n. 67 del 2005 ribadisce che, dato l’impianto della disciplina sui Fondi, questa non può trovare applicazione per i datori di lavoro e/o lavoratori non tenuti al versamento del contributo ex legge n. 845/78. Tali risorse sembrano perciò destinate al sostegno della FC dei lavoratori dipendenti (cioè per coloro i quali le imprese versano il contributo dello 0,30% della massa salariale). Ciò significa che i Fondi non potranno essere costituiti per quei settori economici in cui i datori di lavoro non sono tenuti al versamento del contributo integrativo dovuto per l’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione. Si tratta, in particolare, dell’area del pubblico impiego27, delle imprese pubbliche e delle imprese private che garantiscono stabilità di impiego. Inoltre, anche nei settori economici in cui vige l’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria, la legislazione previdenziale esonera i datori di lavoro dal versamento dei relativi contributi per alcune tipologie di lavoratori: apprendisti28, personale artistico, teatrale e cinematografico29, giornalisti30, lavoratori extracomunitari stagionali31.

26 Per ciò che riguarda le modalità di adesione e revoca ai Fondi Interprofessionali, l’Inps ha emanato due circolari la n. 71 del 2 aprile 2003 e la n. 67 del 24 maggio 2005. 27 La FC dei dipendenti è disciplinata in modo peculiare rispetto al settore privato. L’art. 7 del Decreto Legislativo 165/2001 stabilisce un obbligo di FC a carico delle pubbliche amministrazioni, precisando che esse “curano la formazione e l’aggiornamento del personale, ivi compreso quello con qualifica dirigenziale”. L’art 7 bis, inoltre, prescrive alle pubbliche amministrazioni di predisporre con cadenza annuale “un piano di formazione del personale”. Su tale argomento v. Frigo F., Vaccaro S. (a cura di), 2002, La Formazione Continua nella Contrattazione collettiva. 28 Art. 21 legge n. 25/1955. 29 Art. 40, co.1, n. 5, r.d.l. n.1827/1935. 30 Categoria assicurata presso l’INPGI anche per la disoccupazione.

Page 48: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

48

Inoltre, ai sensi dell’art. 25, co. 2 del Decreto legislativo n. 276/2003, il somministratore non è tenuto al versamento del contributo dello 0,30% per i lavoratori somministrati32. È da sottolineare, però, che nella disciplina dei Fondi ex L. 388/2000 non esiste alcuna disposizione che impedisca di finanziare Piani Formativi che coinvolgano anche quei lavoratori per i quali non è dovuto il contributo dello 0,30% (cfr. Cinelli M, 2008; Persiani M., 2007). Le risorse finanziarie dei FPI: la fase di start-up e la fase a regime33 Il finanziamento dei Fondi Paritetici Interprofessionali si basa sul gettito derivante dal contributo dello 0,30% della massa salariale versata da tutte le imprese private all’Inps (fase a regime), ma il legislatore, al fine di sostenere economicamente i Fondi, al momento della loro nascita, ha previsto anche una fase transitoria (fase di start-up) in cui ha stanziato risorse per il loro avvio. Al termine del 2004, l’ammontare complessivo delle risorse di start-up è risultato pari a circa 192 milioni euro34. A tale somma va aggiunto l’importo per lo start-up (circa 10 milioni di euro) definito dal MLPS a seguito di un’analisi delle previsioni di attività formulate attraverso i Programmi Operativi di Attività (POA)35 per quei Fondi che si sono costituiti dopo la suddivisione dello stanziamento iniziale (For.Agri, Fon.Ar.Com e Fonder). A partire dal 2004 (momento in cui era previsto l’inizio della fase a regime in cui i Fondi si sarebbero alimentati solo attraverso il gettito del contributo integrativo), l’INPS ha iniziato a trasferire le risorse raccolte direttamente ai Fondi in ragione delle adesioni manifestate dalle imprese. Le aziende possono scegliere uno qualsiasi dei Fondi, anche se, di fatto, assume

31 Cfr. Cinelli M., 2008. 32 L’esonero si giustifica in relazione al contributo del 4% sulla retribuzione che i soggetti autorizzati alla somministrazione devono versare ai fini di Formazione Continua e sostegno al reddito di tale categoria di lavoratori. Le risorse vengono convogliate in appositi Fondi costituiti dalla contrattazione collettiva nazionale delle imprese di somministrazione di lavoro, anche nell’ambito degli enti bilaterali. La disciplina di questi Fondi richiama in alcune parti quella dei Fondi interprofessionali (cfr. art 12 del D.Lgs. n. 276/2003). 33 Gran parte delle informazioni contenute in questo paragrafo sono di fonte MLPS-ISFOL, Rapporto sulla Formazione Continua, 2008. 34 Le risorse di start-up sono state ripartite fra i diversi Fondi Interprofessionali attraverso 3 Decreti Direttoriali del MLPS: D.D. n.148 del 24 giugno 2003, D.D. n.351 del 25 novembre 2003 e D.D. n. 133 del 26 maggio 2004. 35 I POA sono documenti di durata biennale che i Fondi devono presentare ai sensi del D.D. 148/2003 in cui vengono illustrate le attività che ciascun fondo intende realizzare nell’arco temporale di riferimento. Per ulteriori dettagli sui POA vedi infra.

Page 49: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

49

importanza la collocazione settoriale e la tipologia di impresa (cfr. MLPS-Isfol, Rapporto sulla Formazione Continua, 2008). Complessivamente, i Fondi avrebbero ricevuto da gennaio 2004 ad oggi circa 1,54 miliardi di euro (di cui 1.34 miliardi erogati dall’Inps e 203 milioni dal MLPS). La tabella 2 illustra nel dettaglio i trasferimenti di risorse a favore di ciascun Fondo Paritetico sia per quanto riguarda lo start-up, sia per quanto riguarda i trasferimenti dell’Inps. In particolare, gli importi di provenienza Inps fanno riferimento ai contributi totali accertati dall’Istituto di Previdenza, per periodi di competenza fino a giugno 2008 e per periodi di ripartizione sino ad agosto 2008; gli importi dello start-up sono quelli decretati dal MLPS. Tab. 2 - Risorse finanziarie assorbite dai Fondi Paritetici Interprofessionali da gennaio 2004 ad oggi (valori assoluti in euro)

Fondi paritetici Interprofessionali

MLPS Risorse

di Start-Up

INPS Contributo 0,30% Risorse Ordinarie

Totale

Fondo Artigianato Formazione 14.857.420 100.922.207,92 115.779.628 Fon.coop 8.764.854,07 53.993.440,04 62.758.294 Fot.Te. 46.066.865,80 313.499.275,11 359.566.141 Fondimpresa 77.498.371,82 605.769.371,53 683.267.743 Fondo Formazione PMI 21.224.886,39 81.280.280,72 102.505.167 Fon.Ter 5.109.183,91 49.312.200,75 54.421.385 Fondir 2.142.184,60 26.402.468,81 28.544.653 Fondirigenti 6.466.972,39 77.034.006,99 83.500.979 Fondo Dirigenti PMI 421.808,27 928.192,79 1.350.001 Fondo Professioni 9.960.801,95 13.747.464,39 23.708.266 Fond.E.R 2.000.000,00 7.164.813,69 9.164.814 Fon.Ar.Com 2.000.000,00 4.008.505,43 6.008.505 For.Agri 6.500.000,00 297.708,45 6.797.708 Fondazienda 0,00 83.429,36 83.429 Totale 203.013.350 1.334.443.365,98 1.537.456.716

N.B. I dati relativi ai 3 Fondi di più recente costituzione (Fondo Banche e Assicurazioni, Formazienda e Fonditalia) non sono ancora disponibili nella banca dati dell’Inps. Fonte: elaborazioni Isfol- Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS/INPS I tempi per l’attivazione dei Fondi hanno comportato “una sovrapposizione inevitabile tra le risorse di start-up distribuite dal Ministero del Lavoro e le risorse che i Fondi otterranno direttamente dall’Inps in ragione delle adesioni delle imprese” (MLPS-ISFOL, Rapporto sulla Formazione Continua in Italia, 2004, p. 35). Quasi tutti i Fondi hanno pertanto tenuto in considerazione entrambi gli strumenti finanziari, stimando le risorse dello 0,30% sulla base dei dati forniti dall’Inps e sulla base di un valore medio procapite di versamento contributivo,

Page 50: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

50

comportando disagi organizzativi e gestionali. Tale sovrapposizione ha prodotto ritardi anche per l’avvio a regime determinando difficoltà di tipo interpretativo da parte delle aziende che, pur avendo potuto aderire ai Fondi, non avevano ancora la possibilità di ricorrere al concreto utilizzo delle loro risorse accantonate dall’Inps (cfr. Fiorentino P., 2006). L’iter per l’avvio dei nuovi organismi, infatti, si è protratto fino a tutto il 2003 e la loro partenza operativa è collocabile nel secondo semestre del 2004 con l’emanazione dei primi Avvisi pubblici (cfr. MLPS - Isfol, Rapporto sulla Formazione Continua, 2006). Proviamo ad analizzare separatamente la fase di start-up finanziata con risorse stanziate dal MLPS e la fase a regime finanziata dallo 0,30%. Fase di start - up La fase di start up è stata prevista dalla legge per consentire ai Fondi di usufruire di un primo periodo di costruzione e avviamento del proprio impianto organizzativo (cfr. Fiorentino, 2006). Le risorse di start-up sono previste nella normativa istitutiva dei Fondi e menzionate ai commi 10 e 12 dell’art.118 della legge 388/2000. Le risorse previste sono le seguenti: - la quota di gettito a valere su un terzo dello 0,30% che era destinata, negli anni dal 1999 al 2003, al Fondo di Rotazione e al Fondo per la Formazione Professionale. Tale quota è stabilita al 20% per il 2001, al 30% per il 2002 e al 50% per il 2003; - gli importi previsti, per il 1999 e il 2000, dall’art. 66 della legge n.144/99. Si tratta di una somma pari a 200 miliardi di lire l’anno (circa 104 milioni di euro) che saranno, per il 75%, assegnate al Fondo della Formazione Professionale per finanziare in via prioritaria i Piani Formativi aziendali, territoriali e settoriali concordati fra le Parti sociali; per il restante 25% accantonate per essere destinate ai Fondi Interprofessionali in seguito alla loro istituzione. La prima regolazione di questa fase di avvio dei Fondi inizia con il Decreto Interministeriale (Ministro del Lavoro e Ministro dell’Economia) del 23 Aprile 2003 dove si definiscono i criteri di riparto delle risorse stanziate per lo start-up. Il Decreto prevede che le risorse vengano ripartite dal MLPS tra i Fondi secondo il criterio della rappresentatività percentuale delle associazioni e degli organismi proponenti i Fondi, sulla base del numero dei dipendenti e

Page 51: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

51

del numero dei dirigenti delle imprese associate agli organismi datoriali proponenti i Fondi36. Il meccanismo dello start-up prevede, per la liquidazione delle risorse suddette, il seguente sistema: un primo acconto del 20% del totale attribuito a ciascun Fondo erogabile su richiesta del Fondo stesso, un successivo acconto, pari al 40%, erogabile dal Ministero a seguito della presentazione da parte del Fondo Paritetico del POA e, infine, un saldo pari al restante 40% erogabile a seguito della presentazione da parte del Fondo di una relazione rendicontante l’avvenuta spesa del 70% di quanto già ricevuto. Lo stesso Decreto stabilisce che le spese relative alla gestione del Fondo non possono superare la quota annua dell’8% del contributo erogato per i primi due anni di attività, la quota annua del 6% per il terzo e quarto anno e del 4% a decorrere dal quinto anno. Si intuisce la chiara volontà del Governo di fissare un limite alla dimensione organizzativa di ciascun Fondo, anche in funzione della loro origine bilaterale. Una scelta che richiede strumenti di capacità e controllo in grado di evitare il rischio del trasferimento degli oneri organizzativi verso altri soggetti ed in particolare verso i gestori dell’offerta formativa. Una preoccupazione che nasce dalla propensione del finanziamento pubblico ad incentivare l’offerta piuttosto che promuovere e motivare la domanda, cui i Fondi dovrebbe indirizzarsi in via prioritaria (cfr. Fiorentino, 2006). Per quanto riguarda la quantificazione delle spese effettuabili dai Fondi, il MLPS interviene in questa prima fase, stante la natura pubblica delle risorse trasferite, con la circolare n. 36 del 18 novembre 2003, individuando tre tipologie di spesa: le spese di gestione, le spese per iniziative propedeutiche e le spese dirette alla realizzazione dei Piani formativi

37. Questa terza voce rappresenta la parte di gran lunga più rilevante della spesa effettuata dai Fondi Interpro-fessionali (Cfr. MLPS-Isfol, Rapporto sulla Formazione Continua, 2008). Di fatto i Fondi, nonostante siano ormai pienamente nella fase a regime, fanno ancora riferimento a queste regole. Fase a regime Le origini del contributo dello 0,30%, alla base del finanziamento dei Fondi Interprofessionali, risalgono agli anni ’70 ed, in particolare, si devono alla legge n. 845/1978 “Legge quadro in materia di formazione professionale”. Come già

36 Lo stesso decreto salva una quota del 10% delle risorse necessarie a garantire adeguate disponibilità finanziarie per i Fondi che si costituiranno entro la data del 31 dicembre 2003. 37 Per una descrizione delle tre tipologie di spesa vedi infra.

Page 52: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

52

detto in precedenza, all’art. 25, comma 4, per la prima volta, si prevede che una quota pari allo 0,30% del contributo per l’assicurazione contro la disoccupazione involontaria (in genere pari all’1,61% del monte salari dei lavoratori), versata da tutte le imprese del settore privato all’Inps, fosse destinata al finanziamento della formazione dei lavoratori. Inizialmente, tale quota aggiuntiva aveva lo scopo di finanziare il Fondo di Rotazione al fine di consentire l’accesso delle imprese al Fondo Sociale Europeo attraverso la garanzia del cofinanziamento. Con la legge 236/93, vengono riviste le finalità originali della legge 845 stabilendo che le risorse dello 0,30% siano attribuite per un terzo al MLPS per il finanziamento della FC e, per due terzi, indirizzate al Ministero dell’Economia sempre per assicurare il co-finanziamento nazionale dei Fondi strutturali. Nel 1997, con la legge 196, si modifica in maniera radicale la destinazione delle risorse raccolte attraverso lo 0,30%, riservandole alla FC dei lavoratori attraverso fondi di natura privatistica promossi dalle Parti sociali. Le previsioni della legge 196 si realizzeranno solo all’inizio del nuovo millennio con la legge 388/2000 che all’art. 118 istituisce i Fondi Paritetici Interprofessionali per la FC e prevede la destinazione del contributo integrativo dello 0,30% al finanziamento di tali organismi (cfr. Fiorentino P., 2006). L’entità delle risorse a disposizione dei Fondi interprofessionali, quindi, dipende dal reale valore dello 0,30. Va precisato che non esiste un valore costante di tale contributo. Esistono piuttosto due variabili interdipendenti che lo determinano nel tempo. La prima coincide con il numero totale dei lavoratori dipendenti iscritti ai Fondi che varia in relazione alle adesioni delle imprese. La seconda è costituita dal volume del gettito contributivo dello 0,30% che varia in funzione della variazione del monte salari. Questa duplice relazione rende difficoltosa la definizione dell’esatto ammontare delle risorse ordinarie negli anni. Per tale motivo, la Finanziaria 2005 (legge 311/2004) prevede che l’Inps, entro il 31 gennaio di ogni anno, comunichi al MLPS e ai Fondi la previsione del gettito del contributo integrativo sulla base delle adesioni pervenute. Ciò al fine di consentire a ciascun Fondo la programmazione delle proprie attività. Di solito, le previsioni sull’ammontare dello 0,30% si basano sul calcolo del valore medio procapite dello 0,30% fornito dall’Inps cui va moltiplicato il numero dei lavoratori dipendenti del settore privato. Il finanziamento della FC attraverso i Fondi interprofessionali si basa, quindi, sul prelievo di un contributo obbligatorio proporzionale alla massa salariale pagata dalle imprese. La caratteristica distintiva di tale contributo, a carico dell’impresa ma proporzionale al salario, implica, di fatto, una distribuzione

Page 53: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

53

dei costi di formazione fra impresa e lavoratori in quanto l’introduzione del contributo, per valori normali delle elasticità di domanda e offerta di lavoro, genera una riduzione del surplus sia degli uni che degli altri. Il finanziamento della FC è quindi alimentato da risorse di imprese e lavoratori. Tale cofinanziamento giustifica, dal punto di vista economico, la natura paritetica dei Fondi, nei quali le Parti sociali gestiscono congiuntamente le politiche formative. La compartecipazione dei lavoratori al finanziamento della formazione sembra implicare una politica diretta a garantire la possibilità di accesso di tutti i lavoratori alla formazione, sulla base della convinzione che per tutti essa sia potenzialmente vantaggiosa in termini di reddito e di sviluppo professionale. Il timore del persistere di una selezione dei bene-ficiari che emargina i c.d. segmenti deboli ha spinto il MLPS a destinare risorse a vantaggio di quest’ultimi attraverso la legge 236/93 (cfr. Croce A., Montanino A., 2006). Appare utile ribadire che la disposizione non trova applicazione relativamente ai datori di lavoro e/o lavoratori non tenuti al versamento del contributo integrativo ex legge 845/78 (cfr. Circolare Inps n.67 del 24 maggio 2005). I Piani Formativi Aziendali, Territoriali, Settoriali e Individuali Vi è un legame strettissimo tra Fondi Interprofessionali e Piani Formativi: come previsto dalla normativa, infatti, i Fondi non finanziano altro che Piani formativi. Il legislatore ne ha fatto il vero core business del nuovo istituto per la FC (cfr. Meo V., 2002). Nella seconda metà degli anni ’90, il crescente interesse per la FC e la crescente complessità dei bisogni cui doveva far fronte hanno favorito l’introduzione di un nuovo dispositivo per la formazione dei lavoratori: il Piano Formativo. Fin dal 1996, il Governo e le Parti sociali, nel “Patto per il Lavoro” (capitolo formazione, paragrafo IV), auspicavano la creazione di nuove opportunità di aggiornamento attraverso la predisposizione di Piani annuali sia a livello di impresa che di territorio, contrattati tra le Parti sociali. L’anno seguente, la legge Treu (legge n.196/97, art. 17) sancisce che gli interventi di formazione dei lavoratori devono avvenire nell’ambito di Piani formativi aziendali o territoriali stabiliti dalle Parti sociali. Il 22 dicembre 1998, nel “Patto Sociale per lo Sviluppo e l’occupazione” (capitolo 3, punto 26) Governo e Parti sociali ribadiscono la volontà di sostenere la “realizzazione di interventi di Formazione Continua, previsti da Piani formativi aziendali e territoriali concordati fra le Parti sociali”.

Page 54: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

54

Il Piano Formativo viene definito come “un programma organico di azioni formative concordato tra le Parti sociali e rispondente alle esigenze aziendali, settoriali o territoriali”38. Questo strumento presenta due elementi caratterizzanti che lo contraddistinguono dagli ordinari progetti formativi (cfr. Pellegrini C., Vaccaro S., 2006): l’organicità e l’accordo fra le Parti sociali coinvolte. L’organicità del Piano formativo indica che esso non rappresenta una risposta sporadica a problematiche contingenti, ma diviene un elemento costitutivo della prassi aziendale per la crescita economica e produttiva dell’impresa, del territorio e del settore di riferimento, volto a fortificare la relazione tra sistemi produttivi e quelli formativi sempre più interdipendenti; l’accordo fra le Parti sociali (sindacati e organizzazioni datoriali maggiormente rappresentative nel caso di Piani settoriali e territoriali; azienda e sindacato aziendale nel caso di Piani aziendali), che deve obbligatoriamente accompagnare il Piano, rimanda al concetto di bilateralità, criterio organizzativo di riferimento per i Fondi Paritetici Interprofessionali (cfr. art. 118, co. 1 e il punto 2 della circolare Inps n. 71/2003). La bilateralità, infatti, in quanto luogo al di fuori della contrattazione in cui le Parti sociali gestiscono congiuntamente questioni oggetto di confronto “costituisce il terreno più vicino e più coerente all’intercettazione e identificazione della domanda di Formazione Continua e può determinare soluzioni innovative nella gestione delle risorse e dei Piani formativi” (Bulgarelli A., 2004, p.10). Anche nel Piano, infatti “la doppia natura delle Parti, imprese e lavoratori, crea un conflitto organizzativo utile per l’introduzione o il riconoscimento dei cambiamenti strutturali a cui segue la FC” (cfr. Leon P., 2004). Al Piano, inoltre, possono afferire uno o più progetti formativi (azione formativa o intervento formativo). Il progetto formativo può essere definito come “una componente indivisibile che identifica un complesso di attività programmate, delimitate in termini temporali e finanziari, orientate al raggiungimento di determinati obiettivi che fanno riferimento alle finalità perseguite dal Piano formativo” 39. La disciplina dei Fondi identifica quattro tipologie di piano formativo: aziendale (relativo ad una singola impresa), territoriale (come quelli potenzialmente afferenti a distretti industriali), settoriale (connessi ad uno

38 Questa definizione è stata adottata dalla Circolare del MLPS n. 65 del 5 agosto 1999 “Sperimentazione dei Piani formativi aziendali settoriali e territoriali” di attuazione della legge 236/93. La circolare aggiunge alle due tipologie di Piani citate dalla legge 196/97, aziendale e territoriale, una terza quella settoriale. I Piani settoriali e territoriali si prestano a sfruttare il valore aggiunto di economie di scala consentite dalle impostazioni di interventi in ambiti territoriali o settoriali omogenei (cfr. Meo V., 2002). 39 MLPS, Linee Guida del sistema di monitoraggio dei Fondi paritetici interprofessionali per la Formazione Continua, 2 aprile 2004.

Page 55: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

55

specifico comparto) ed individuale (in favore di uno o più lavoratori). È importante sottolineare che le Parti sociali rappresentano i soggetti gestori della parte delle risorse pubbliche a loro versata per la FC ed hanno come missione fondamentale la programmazione l’indirizzo ed il controllo dei relativi processi; mentre per quanto attiene la gestione dei Piani formativi, i soggetti deputati sono i diversi enti di formazione che debbono essere accreditati dalle Regioni per garantire il livello qualitativo, la trasparenza e l’efficacia. Alcune informazioni a livello nazionale sui Fondi Paritetici Interprofessionali40 Adesioni Sulla base dei dati contenuti nel Rapporto al Parlamento sulla Formazione Continua nel 2008, redatto dall’Isfol su incarico del Ministero del Lavoro, sappiamo che nel luglio del 2008, le imprese aderenti ad un Fondo Interprofessionale erano circa 482 mila, coinvolgendo un numero di lavoratori pari a circa 6,2 milioni. Come si può vedere nella tabella 3, da novembre 2007 a luglio 2008, le adesioni ai Fondi Interprofessionali hanno registrato una sensibile crescita sia in termini di imprese, con un incremento del 7,8% (circa 35 mila imprese), sia in termini di lavoratori, con un incremento dell’8,4% (circa 482 mila lavoratori). L’aumento delle adesioni in termini di lavoratori (e quindi di massa contributiva), è attribuibile principalmente a tre Fondi che possiamo definire “storici”, ossia Fondimpresa, For.te e Foncoop che insieme (in termini assoluti) rappresentano il 67% circa di tale incremento. In termini percentuali (sempre relativamente al numero dei lavoratori), significativa è la crescita di Fond.E.R (19%), di Fon.coop (16%) e di Fondoprofessioni (13%), mentre, fra i nuovissimi Fondi, Fon.AR.Com (entrato nel computo Inps a partire dal 2007 ) è quello che registra la crescita più significativa con un incremento, rispetto al 2007, di circa il 39% dei lavoratori. Per ciò che riguarda i Fondi dei dirigenti, Fondirigenti è quello contraddistinto dall’incremento maggiore (sempre in termini di lavoratori) con il 9%, seguito dagli altri due, Fondir e Fondo Dirigenti PMI che rispettivamente registrano una crescita pari al 4% e 5 %.

40 La maggior parte delle informazioni contenute in questo paragrafo sono state tratte dal Rapporto Isfol sulla Formazione Continua, 2008.

Page 56: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

56

In estrema sintesi, circa il 40% delle imprese private italiane e il 59% dei lavoratori aderisce ad un Fondo Paritetico Interprofessionale. Tab. 3 - Adesioni espresse e lavoratori in forza presso le imprese aderenti al netto delle cessazioni (valori assoluti al netto delle revoche-Novembre 2007 e Luglio 2008)

Fondo Novembre 2007 Luglio 2008 Incrementi

Adesioni Lavoratori Adesioni Lavoratori Adesioni Lavoratori Fondo Artigianato Formazione

162.516 646.455 168.773 668.035 6.257 21.580

Fon.coop 9.627 359.315 11.420 415.594 1.793 56.279

For.Te. 88.419 1.344.466 92.739 1.429.385 4.320 84.919

Fondimpresa 42.257 2.272.980 48.518 2.456.146 6.261 183.166 Fondo Formazione PMI

36.709 417.356 38.300 442.469 1.591 25.113

Fon.Ter 44.712 329.486 47.154 366.904 2.442 37.418

Fondo Professioni 27.851 111.075 31.374 125.625 3.523 14.550

Fond.E.R 7.329 84.611 7.842 100.650 513 16.039

Fon.Ar.Com 13.213 63.133 18.262 87.583 5.049 24.450

For.Agri - - 1.349 10.048 1.349 10.048

Fondazienda - - 1.091 4.437 1.091 4.437

subtotale 432.633 5.628.877 466.822 6.106.876 34.189 477.999

Fondir 3.141 24.114 3.322 24.997 181 833

Fondirigenti 10.376 62.675 11.017 65.517 641 2.842 Fondo Dirigenti PMI 521 1.497 538 1.625 17 128

Totale Fondi dirigenti 14.038 88.286 14.877 92.139 839 3.803

Totale 446.671 5.717.163 481.699 6.199.015 35.028 481.802

N.B. il numero di adesioni espresse non coincide con il numero delle imprese aderenti: una stessa impresa può avere infatti più posizioni Inps espresse in differenti matricole presso l'Istituto di Previdenza e conteggiate come adesioni unitarie. Nel trattamento delle informazioni contenute nella banca dati dell'Inps è stato considerato il numero dei lavoratori registrato nel campo "dipendenti ultimo DM", tranne nel caso dei Fondi per dirigenti per i quali è stato utilizzato il campo "dipendenti DM adesione". I dati di adesione di Fondazienda e For.Agri vengono considerati nel sistema Inps a partire dal 2008 e pertanto non sono presenti i dati per l'anno 2007. Per i tre ultimi Fondi costituiti (Fondo Banche e Assicurazioni, Formazienda e Fonditalia) ancora non sono disponibili le informazioni nella banca dati Inps. Fonte: elaborazioni Isfol-Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS/INPS.

Page 57: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

57

Dimensione media delle imprese aderenti Il grafico 1 illustra la dimensione media (in termini di numero di dipendenti) delle imprese aderenti ai diversi Fondi, operando un raffronto fra le annualità 2007 e 2008. Mediamente, le imprese che fanno parte di un Fondo Interprofessionale sono costituite da 13 dipendenti. Rispetto al 2007, la dimensione media delle aziende aderenti è caratterizzata da una sostanziale stabilità, se si esclude l’aumento della dimensione media in Fon.coop e in Fondimpresa e una leggera diminuzione in Fond.E.R. Sostanzialmente, dalla lettura del grafico, le imprese aderenti ai Fondi sembrano essere principalmente di piccola e piccolissima dimensione, se si escludono Fon.coop, Forte (e in seguito questo varrà per Fondo Banche e Assicurazioni) e Fondimpresa che invece raccolgono anche aziende di dimensioni più importanti. Graf. 1 - Dimensione media delle imprese aderenti ai Fondi (elaborazioni realizzate su dati relativi alle posizioni contributive Inps - Novembre 2007)

4,0

36,4

50,6

11,6

7,8

4,0

12,8

4,8

4,0

37,3

15,2

53,8

11,4

7,4

4,0

11,6

4,8 7,

4

4,1

15,4

media 2008 (13,1)

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Fond

oA

rtig

iana

toFo

rmaz

ione

Fon.

coop

For.

Te.

Fond

impr

esa

Fond

oFo

rmaz

ione

PMI

Fon.

Ter

Fond

oPr

ofes

sioni

Fond

.E.R

Fon.

Ar.

Com

For.

Agr

i

Fond

azie

nda

Novembre 2007 Luglio 2008

Fonte: elaborazioni Isfol-Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS/INPS Il dato sembra essere confermato nelle analisi seguenti. Nella tabella 4 possiamo osservare la ripartizione percentuale della composizione interna dei Fondi per ciò che riguarda la dimensione delle imprese aderenti. Dalla lettura dei dati emerge, infatti, che Fondimpresa e Fon.coop sono i Fondi con le percentuali più significative di imprese di grande e media dimensione ed, inoltre, sono gli unici due organismi in cui è riscontrabile una maggiore eterogeneità, ossia al loro interno si trovano quote significative di imprese

Page 58: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

58

appartenenti ad ognuna delle classi dimensionali considerate. Negli altri Fondi, invece, con gradi ed intensità differenti, vi è un’assoluta predominanza della piccola dimensione. In effetti, se si sommano le percentuali delle imprese aderenti ai Fondi che si configurano come micro imprese (1-9 dipendenti) e piccole imprese (10-49 dipendenti), si osserva che queste raggiungono il 96,5% del totale delle imprese aderenti. In particolare, si osserva una decisa polarizzazione per la piccolissima dimensione produttiva in Fondo Artigianato e Formazione, in Fondo Professioni, Fon.Ar.Com e Fondazienda; in altri, la preponderanza delle piccole imprese, che pur sussiste, è temperata dalla presenza influente di grandi realtà produttive (come in For.TE, dove le grandi imprese del com-mercio, del credito e delle assicurazioni hanno un’importanza fondamentale) o da una significativa presenza di realtà produttive di medie dimensioni (come in Fondo Formazione PMI). Tab. 4 - Ripartizioni percentuali degli aderenti ai Fondi per Classi dimensionali, esclusi i Fondi per dirigenti (elaborazioni realizzate su dati relative alle posizioni Inps al netto delle cessazioni Luglio 2008)

Fondo micro

(1-9 dip.)piccole

(10-49 dip.)

medie (50-249

dip.)

grandi (250 dip. e

oltre) Totale

Fondo Artigianato Formazione 90,68 9,05 0,26 0,01 100 Fon.coop 56,64 30,37 10,95 2,04 100 For.Te. 84,70 12,46 2,17 0,68 100 Fondimpresa 46,27 36,34 14,24 3,15 100 Fondo Formazione PMI 70,37 25,65 3,79 0,19 100 Fon.Ter 87,86 10,06 1,78 0,3 100 Fondo Professioni 92,8 6,58 0,58 0,04 100 Fond.E.R 66,51 29,83 3,48 0,18 100 Fon.Ar.Com 90,63 8,51 0,8 0,06 100 For.Agri 82,21 15,27 2,45 0,07 100 Fondazienda 91,29 8,43 0,18 0,09 100 Totale Fondi 81,80 14,73 2,9 0,57 100 Totale nazionale 84,99 12,85 1,85 0,31 100

Fonte: elaborazioni Isfol-Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS/INPS Se si va ad analizzare la stessa tabella considerando, però, la distribuzione dei lavoratori (Tab. 5), si può osservare che comunque i lavoratori delle grandi (39%) e medie imprese (22,2%) sono presenti all’interno dei Fondi, nel complesso, in misura molto maggiore rispetto a quanto registrato nell’universo di riferimento a livello nazionale (rispettivamente il 30,5% e il 18,4%). Il contrario avviene per le piccole e micro-imprese, dove invece le

Page 59: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

59

percentuali di lavoratori aderenti ai diversi Fondi risultano pressoché equiparati rispetto a quanto registrato a livello nazionale. Si può osservare, tra l’altro, che alcuni Fondi, apparentemente orientati alla piccola dimensione produttiva (come Fon.Ter, Fond.E.R. e il Fondo Formazione PMI) hanno al loro interno percentuali più che significative di lavoratori provenienti dalla media e grande dimensione. In ultima analisi, gli organismi concentrati quasi esclusivamente sulle piccole e micro-imprese sono Fondo Artigianato e Formazione, Fondazienda e Fondo Professioni. Tab. 5 - Ripartizioni percentuali dei lavoratori delle imprese aderenti ai Fondi per classi dimensionali, esclusi i Fondi per dirigenti (elaborazioni realizzate su dati relativi alle posizioni Inps al netto delle cessazioni Luglio 2008)

Fondo micro

(1-9 dip.) piccole

(10-49 dip.) medie

(50-249 dip.) grandi

(250 dip e oltre)Totale

Fondo Artigianato Formazione

57,6 35,6 5,4 1,4 100

Fon.coop 5,3 18,7 30,3 45,7 100 For.Te. 14,4 15,4 14,2 56,0 100 Fondimpresa 3,4 16,3 29,4 50,8 100 Fondo Formazione PMI

18,4 44,9 29,8 7,0 100

Fon.Ter 27,4 24,2 22,7 25,7 100 Fondo Professioni 54,4 28,4 13,5 3,7 100 Fond.E.R 23,2 42,9 23,1 10,8 100 Fon.Ar.Com 45,2 31,5 14,8 8,5 100 For.Agri 26,9 43,4 26,8 2,9 100 Fondazienda 53,0 36,0 4,9 6,1 100 Totale Fondi 16,6 21,9 22,2 39,3 100 Totale nazionale 26,1 25,0 18,4 30,5 100

Fonte: elaborazioni Isfol-Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS/INPS Distribuzione settoriale delle adesioni La distribuzione settoriale delle imprese aderenti ai Fondi Interprofessionali (Tab. 6) rispecchia, con poche e trascurabili differenze, la distribuzione settoriale del totale delle imprese italiane con dipendenti (così come rilevata nel 2004). Nessuno dei settori sembra essere sovra o sotto rappresentato ad eccezione del Manifatturiero e del settore Altri servizi (che raccoglie la sanità, i servizi alla persona e le strutture private di istruzione e formazione) presenti nei Fondi rispettivamente per un 2,5% e per un 2,7% in più, mentre nei settori del Commercio e in quello aggregato piuttosto eterogeneo relativo a

Page 60: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

60

Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese si può osservare una sensibile sottorappresentazione (rispettivamente il 2,1% e l’1,9% in meno). Per ciò che riguarda i settori economici maggiormente rappresentati all’interno dei Fondi (tasso settoriale di incidenza), la penetrazione maggiore si osserva nel settore Altri servizi (53,9%). A seguire, i settori in cui si riscontra una buona penetrazione sono il Manifatturiero (45,7%) e l’Estrattivo (44,8%). Un dato interessante riguarda la buona penetrazione dei settori dell’Alberghiero (40,1%) come anche in quello delle Costruzioni (40,4%) e dei Trasporti e delle telecomunicazioni (39,7%), in quanto settori caratterizzati da un elevato livello di depressione. Se andiamo a vedere la ripartizione settoriale dei Fondi considerando, come fatto in precedenza, la distribuzione dei lavoratori (Tab. 7), vediamo che si conferma quanto affermato per il settore Altri servizi, per l’Estrattivo e il Manifatturiero che mantengono elevati tassi di incidenza settoriale, mentre si ridimensionano i dati relativi a settori tradizionalmente più critici come le Costruzioni, i Trasporti e le telecomunicazioni. Tab. 6 - Distribuzione settoriale delle adesioni a confronto con la composizione dell'universo di riferimento (elaborazioni realizzate su dati relativi alle posizioni Inps - Luglio 2008)

Settore (ATECO) Adesioni Rip.%

(A)

Totale imprese con dipendenti

(ASIA 2004 )

Rip.% (B)

Tasso settoriale di incidenza

Estrattivo 1.055 0,23 2.353 0,21 44,8 Manifatturiero 119.305 26,04 261.137 23,62 45,7 Energia, gas, acqua 466 0,10 1.182 0,11 39,4 Costruzioni 71.265 15,56 176.493 15,97 40,4 Commercio 96.542 21,07 256.310 23,19 37,7 Alberghiero-ristorazione 40.131 8,76 100.067 9,05 40,1 Trasporti e telecominicazioni 17.479 3,82 44.035 3,98 39,7

Finanza e assicurazioni 6.305 1,38 18.429 1,67 34,2 Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese

52.076 11,37 146.244 13,23 35,6

Altri servizi 53.477 11,67 99.240 8,98 53,9 Totale 458.101 100,00 - 100,0 - Non indicato 4.962 - - - - Totale adesioni 463.063 1.105.490 41,9

Fonte: elaborazioni Isfol-Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS/INPS (Asia 2004)

Page 61: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

61

Tab. 7 - Distribuzione settoriale dei lavoratori delle imprese aderenti e confronto con la composizione dell'universo di riferimento (elaborazioni realizzati su dati relativi alle posizioni Inps-Luglio 2008)

Settore (ATECO) lavoratori delle

imprese aderenti

Rip.% (A)

Totale dei lavoratori (ASIA 2004)

Rip.% (B)

Tasso settoriale

di incidenza

Estrattivo 32.228 0,53 37.271 0,4 86,5 Manifatturiero 2.442.668 40,06 3.882.321 37,6 62,9 Energia, gas, acqua 38.834 0,64 115.374 1,10 33,7 Costruzioni 365.842 6,00 1.000.336 9,7 36,6 Commercio 849.955 13,94 1.622.047 15,7 52,4 Alberghiero-ristorazione 320.638 5,26 591.618 5,7 54,2

Trasporti e telecomunicazioni 410.192 6,73 992.509 9,6 41,3

Finanza e assicurazioni 497.717 8,16 n.d. n.d. n.d. Immobiliari, noleggio,informa-tica, ricerca, servizi alle imprese

527.884 8,66 1.399.293 13,5 37,7

Altri servizi 577.936 9,48 693.898 6,7 83,3 Totale 6.063.894 99,46 100,00 non indicato 9.258 Totale lavoratori 6.073.152,00 10.334.667 58,80

Fonte: elaborazioni Isfol-Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS/INPS e ISTAT (Asia 2004) La composizione settoriale interna a ciascun Fondo è un elemento di grande rilevanza, soprattutto in relazione alle concrete strategie perseguibili. I Fondi Paritetici Italiani (a differenza di quelli francesi41, olandesi e belgi) non hanno un carattere settoriale, ossia non esistono vincoli all’adesione legati all’appartenenza settoriale delle imprese. Ciò comporta un quadro complesso all’interno dei Fondi. Infatti, come si può osservare nella tabella 8, pur potendo identificare peculiarità distintive in termini settoriali, alcuni comparti produttivi (di una certa importanza strategica e di rilevante peso occupazionale) si collocano, in realtà, trasversalmente. Ciò comporta una sostanziale difficoltà di specializzazione dei Fondi Paritetici su determinate tipologie professionali, su particolari tematiche formative e su linee specifiche di fabbisogno (cfr. Nobili D., 2008). Fra i diversi Fondi Interprofessionali, ve ne sono solo alcuni che possono essere definiti come maggiormente settorializzati. Fra questi, citiamo For.agri (in cui il peso del settore agricolo raggiunge il 78,1%), Fond. E.R. (con una presenza del settore

41 Per una sintetica descrizione dei Fondi Interprofessionali francesi (OPCA), vedi Appendice 2.

Page 62: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

62

dell’istruzione del 67,3%) e il recente Fondo Banche e Assicurazioni nato dalla scissione del grande fondo del terziario (Fon.Ter.) proprio con l’intento di definire una progressiva strategia di specializzazione settoriale. Tab. 8 - Distribuzione territoriale delle adesioni ai Fondi Paritetici, esclusi quelli per soli dirigenti (valori percentuali - Luglio 2008)

Fondi Paritetici Interprofessionali

Settori

Fon

.Ar.

Com

Fon

.Coo

p.

Fon

.Ter

Fon

d.E

.R.

Fon

daz

ien

da

Fon

dim

pre

sa

For

.Agr

i

Fon

do

arti

gi

maz

ion

e F

ond

o F

orm

azio

ne

PM

I F

ond

o

p

rofe

ssio

ni

For

te

Tot

ale

agricoltura 0,4 11,1 0,5 0,1 0,1 0,4 78,1 0,3 0,5 0,3 0,2 0,8

estrattivo 0,2 0,1 0,1 0,0 0,2 1,0 0,0 0,2 0,5 0,1 0,0 0,2

manifatturiero 16,9 6,5 10,1 0,9 22,3 51,5 0,4 39,2 39,4 7,9 2,8 25,8

energia, gas, acqua 0,1 0,1 0,0 0,0 0,0 0,6 0,0 0,0 0,1 0,0 0,1 0,1

costruzioni 18,9 4,9 6,9 0,6 17,4 20,2 0,3 27,5 15,4 5,4 0,7 15,4

commercio 25,8 8,1 34,5 1,0 22,3 7,1 0,9 11,5 17,4 12,0 45,6 20,9

alberghi, ristoranti 8,5 3,9 20,5 3,9 8,2 1,6 0,9 1,8 4,3 3,1 23,9 8,7

trasporti, telecomunicazioni 4,3 5,0 2,9 0,2 4,0 4,2 0,0 4,5 3,2 2,0 3,8 3,8

finanza, assicurazioni 1,5 3,5 1,6 0,2 0,9 0,7 0,4 0,3 1,0 1,7 3,5 1,4

immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese

12,4 21,8 12,2 2,0 14,0 8,9 8,0 4,6 11,7 42,9 12,8 11,3

istruzione 0,9 3,0 0,8 67,3 1,1 0,4 0,5 0,3 0,6 0,4 0,8 1,7

sanità 4,6 17,0 4,5 14,1 2,5 1,0 0,5 0,6 2,4 21,6 2,3 3,7

altri servizi 5,4 15,0 5,5 9,6 7,1 2,3 9,9 9,3 3,4 2,8 3,6 6,1

Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: elaborazioni Isfol-Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS/INPS e ISTAT Distribuzione territoriale delle adesioni La distribuzione regionale delle adesioni e dei lavoratori ai Fondi Interpro-fessionali (Tab. 9) mostra un’assoluta prevalenza delle regioni del Nord con circa 319 mila imprese aderenti (66%) e con circa 4,3 milioni di lavoratori coinvolti (69%) contro valori sensibilmente più bassi del Centro Italia con 76 mila imprese

Page 63: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

63

(16%) e 1, 2 milioni di lavoratori (19%) e del Sud Italia con 87 mila imprese (18,1%) e 745 mila lavoratori (12%). Al Nord, le quattro regioni dove è più denso il tessuto produttivo (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte) sono anche quelle che raccolgono da sole il 62% dei lavoratori delle imprese aderenti. Per quanto riguarda la situazione delle regioni centrali, il Lazio è quello che coinvolge il numero più elevato di lavoratori (circa 497 mila). L’elevato numero di lavoratori aderenti in questa regione potrebbe essere spiegato dal fatto che è proprio in quest’area che si concentrano maggiormente le grandi imprese (cfr. MLPS-Isfol, Rapporto sulla Formazione Continua, 2006). In Umbria, hanno aderito ai Fondi Paritetici circa 76 mila lavoratori42. Tab. 9 - Distribuzione regionale delle adesioni e dei lavoratori delle imprese aderenti (valori assoluti e percentuali - Luglio 2008)

Regione Adesioni Rip.% Lavoratori Rip.% Valle D'Aosta 1.320 0,3 13.507 0,2 Piemonte 38.358 8 569.487 9,2 Liguria 9.399 2 109.643 1,8 Lombardia 104.730 21,7 1.779.199 28,7 Trentino Alto Adige 18.336 3,8 149.095 2,4 Veneto 67.470 14 751.368 12,1 Friuli Venezia Giulia 13.804 2,9 157.161 2,5 Emilia Romagna 65.136 13,5 750.551 12,1 NORD 318.553 66,2 4.280.011 69,0 Toscana 32.985 6,8 360.890 5,8 Umbria 6.950 1,4 76.366 1,2 Marche 16.283 3,4 165.266 2,7 Lazio 15.130 3,1 497.503 8,0 Abruzzo 4.897 1,0 73.899 1,2 CENTRO 76.245 16 1.173.924 19 Molise 1.488 0,3 10.396 0,2 Basilicata 3.739 0,8 36.315 0,6 Calabria 7.073 1,5 49.753 0,8 Campania 16.447 3,4 196.195 3,2 Puglia 19.535 4,1 166.442 2,7 Sardegna 15.374 3,2 94.698 1,5 Sicilia 23.139 4,8 190.920 3,1 SUD 86.795 18,1 744.719 12,1 non attribuibili 106 361 ITALIA 481.593 100 6.199.015

Fonte: elaborazioni ISFOL - Area Politiche e Offerte per la FC su dati MLPS/ISTAT 42 Per un approfondimento sulle caratteristiche e la diffusione dei Fondi Interprofessionali in Umbria, vedi infra.

Page 64: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

64

I risultati operativi A partire dal primo semestre del 2008, con l’attivazione del sistema permanente di monitoraggio, Sistema Nexus43, realizzato dall’Isfol e da Italia Lavoro S.p.A., i Fondi hanno iniziato a fornire i dati di dettaglio relativi alle caratteristiche dei Piani Formativi, dei singoli Progetti costituenti i Piani, dei lavoratori e delle imprese coinvolte. Di seguito, si riporta una ricostruzione sintetica delle attività realizzate dal secondo semestre 2004 (data della partenza operativa con l’emanazione dei primi Avvisi pubblici) sino al 31 dicembre 2007. I Fondi, in questo arco di tempo, hanno approvato 6.125 Piani formativi, coinvolgendo più di 34 mila imprese e quasi 764 mila lavoratori. Mediamente, in ogni Piano, sono state coinvolte 5,6 imprese e 125 lavoratori (Tab. 10). Il dettaglio relativo al numero di imprese per Piano Formativo è un buon indicatore delle strategie seguite dai Fondi per raccogliere la domanda, ma anche della risposta stessa dei territori. Al 31 dicembre 2007, come detto, le imprese coinvolte sono state mediamente 5,6 con un forte calo rispetto allo stesso valore registrato al 30 giugno 2006, pari a 7,8 imprese per Piano. Ciò è spiegabile dal fatto che, nella fase di avvio, vi era una massiccia tendenza a finanziare Piani sperimentali di grandi dimensioni di natura settoriale e territoriale, aggregando, in tal modo, numerose imprese di diversa dimensione. Nell’ultimo anno, si registra, invece, un’inversione di tendenza legata allo sviluppo progressivo del Conto Aziendale, in genere basato sul finanziamento di piani monoaziendali. Alla fine del 2007, è stato raggiunto mediamente il 12,5% dei lavoratori delle imprese aderenti ai Fondi Interprofessionali, raddoppiando lo stesso dato rispetto al giugno del 2006, in cui tale percentuale si attestava intorno al 6% (Tab. 11). Le percentuali di coinvolgimento dei lavoratori, però, rimangono comunque basse e sono probabilmente legate al ridotto valore dell’importo procapite del contributo versato dalle imprese per ciascun lavoratore, che è compreso fra i 35 e i 60 euro per i lavoratori dipendenti e tra i 200 e i 250 euro per i dirigenti. Valori molto bassi se confrontati con gli altri Paesi europei, come ad esempio la Francia e la Spagna44.

43 Per ulteriori approfondimenti sulle caratteristiche principali del Sistema Nexus, vedi infra. 44 Per un approfondimento sui sistemi di FC di Francia e Spagna, vedi Appendice 2.

Page 65: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

65

Tab. 10 - Piani formativi approvati, imprese e lavoratori in essi coinvolti dall'avvio dell'attività al 31 dicembre 2007

Fondi

Piani

formativi

finanziati

(A)

Imprese

coinvolte

(B)

Imprese

per Piano

(B/A)

Lavoratori

coinvolti

(C)

Lavoratori

per piano

(C/A)

Lavoratori

per

impresa

(C/B)

Fondo

Artigianato

Formazione

941 7.221 7,7 34.630 36,8 4,8

Fon.coop 737 2.690 3,6 26.417 35,8 9,8

For.Te. 1.102 3.170 2,9 443.368 402,3 139,9

Fondimpresa 624 10.804 17,3 172.203 276,0 15,9

Fondo

Formazione

PMI

900 3.339 3,7 23.902 26,6 7,2

Fon.Ter* 707 1.783 2,5 30.647 43,3 17,2

Fondo

Professioni * 383 1.722 4,5 8.814 23,0 5,1

Fond.E.R 21 440 21,0 2.268 108,0 5,2

Fondir 381 596 1,6 8.544 22,4 14,3

Fondirigenti 304 2.350 7,7 12.739 41,9 5,4

Fondo

Dirigenti

PMI*

25 37 1,5 87 3,5 2,4

Totale 6.125 34.152 5,6 763.619 124,7 22,4

N.B. I dati riportati sono di diversa natura: alcuni Fondi hanno avuto modo di fornire dati relativi ad attività effettivamente avviate o concluse, altri hanno potuto fornire dati di "approvazione", relativi cioè a quanto previsto nei Piani formativi. Fonte: elaborazioni Isfol- Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS

Page 66: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

66

Tab. 11 - Percentuali di coinvolgimento delle imprese aderenti ai Fondi e dei loro lavoratori nei piani formativi finanziati (aggiornamento al dicembre 2007)

Fondi Adesioni espresse

Imprese coinvolte

% Lavoratori aderenti

Lavoratori coinvolti

%

Fondo Artigianato Formazione 168.773,0 7.221,0 4,3 668.035 34.630 5,2 Fon.coop 11.420,0 2.690,0 23,6 415.594 26.417 6,4 For.Te. 92.739,0 3.170,0 3,4 1.429.385 443.368 31,0 Fondimpresa 48.518,0 10.804,0 22,3 2.456.146 172.203 7,0 Fondo Formazione PMI 38.300,0 3.339,0 8,7 442.469 23.902 5,4 Fon.Ter* 47.154,0 1.783,0 3,8 366.904 30.647 8,4 Fondo Professioni * 31.374,0 1.722,0 5,5 125.625 8.814 7,0 Fond.E.R 7.842,0 440,0 5,6 100.650 2.268 2,3 Fondir 3.322,0 596,0 17,9 24.997 8.544 34,2 Fondirigenti 12.739,0 2.350,0 18,4 65.517 11.572 17,7 Fondo Dirigenti PMI* 538,0 37,0 6,9 1.625 87 5,4 Totale 462.719,0 34.152,0 7,4 6.096.947 762.452 12,5

* dati aggiornati al 30 giugno 2007 Fonte: elaborazioni Isfo l- Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua su dati MLPS.

I Fondi Paritetici Interprofessionali alla prova I diversi fondi hanno un’anzianità di servizio molto eterogenea: il primo Fondo, quello degli Artigiani, è stato creato con un Accordo tra le parti nel 2001, l’ultimo, Fonditalia, ha solo pochi giorni di vita. I primi Fondi sono il frutto di accordi tra le Confederazioni sindacali dei lavoratori CGIL, CISL e UIL con Confindustria, Confcommercio, Confapi, le Confederazioni dell’Artigianato, della Cooperazione, del Terziario e così via, mentre gli ultimi, in ordine di tempo, sono la risultanza di accordi tra espressioni dell’associazionismo sia della imprenditoria minore, che del sindacalismo autonomo. Complessivamente sono stati creati 17 Fondi e a questi (dal 2004 ad oggi) sono stati messi a disposizione dall’INPS (e dal Ministero del Lavoro per la sola fase di Start Up quasi ovunque conclusa) circa 1500 milioni di euro per permettere, o per favorire, a seconda della lettura e dell’analisi del fenomeno ancora molto recente, la formazione professionale di oltre 6 milioni di

Page 67: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

67

lavoratori che risultano essere dipendenti delle quasi 500 mila imprese che hanno aderito ai Fondi. Con le risorse finora impegnate, sulla base dei dati parziali di monitoraggio forniti al Ministero del Lavoro dagli uffici dei Fondi medesimi, si è dato risposta finora alla domanda di formazione di 850 mila lavoratori, pari al 14% dell’utenza potenziale, dipendenti di circa 40 mila imprese. Al momento della riforma legislativa del 2000 che ha attribuito alle Parti sociali la responsabilità di gestire una quota significativa delle risorse (pubbliche) destinate alla formazione dei lavoratori, gli osservatori si ponevano, principalmente, questi quesiti: a. i Fondi Paritetici Interprofessionali quando avrebbero raggiunto un (buon) grado di efficienza gestionale e attuativa assimilabile a quello di una amministrazione regionale (discretamente capace)? b. la ricerca dell’efficacia dell’azione formativa sarebbe stata una priorità per i Fondi e la loro azione si sarebbe improntata alla ricerca di una maggiore qualità dei programmi e dei progetti formativi? c. i Fondi sarebbero stati in grado di avvicinare alla pratica formativa imprese non appartenenti già in passato alla categoria delle “formative” e anche gruppi e categorie di lavoratori tradizionalmente esclusi anch’essi dalla pratica formativa? d. alla gestione bilaterale delle risorse (propria dei FPI) e dalla presenza “obbligata” dei rappresentanti dei lavoratori nelle organizzazioni, sarebbe derivata una spinta sufficiente ad integrare la platea dei diversi target con quelle figure finora poco presenti tra i destinatari della Formazione Continua come gli operai comuni, i commessi, gli impiegati esecutivi e in generale i lavoratori meno scolarizzati? In attesa di migliorare la nostra capacità di raccogliere dati di dettaglio sulle reali performances dei Fondi, sulla base degli studi e delle analisi effettuate dall’Isfol a partire dal 2001 per conto del Ministero del Lavoro si può dare una prima risposta ad alcuni di questi quesiti.

a. L’efficienza gestionale, la capacità attuativa, le risorse umane e le competenze coinvolte nei Fondi Paritetici Pur con alcune differenziazioni e con la ovvia difficoltà operativa dei nuovi Fondi ancora in fase di avvio, essi hanno dimostrato di essere in grado di: - dar vita ad Avvisi articolati e ben fatti; - di predisporre cataloghi per la Formazione Continua; - di valutare le proposte progettuali con dei tempi abbastanza ristretti;

Page 68: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

68

- di erogare risorse con modalità del tutto comparabili con quanto era nella tradizione di molte amministrazioni regionali italiane considerate “mediamente” efficienti. La costruzione delle infrastrutture tecnico-operative ha potuto “sfruttare” la preesistenza di competenze tecniche afferenti soprattutto a quella parte dell’organizzazione delle Confederazioni che si è occupata di formazione e di mercato del lavoro. Si tratta di una realtà articolata e non omogenea sul territorio nazionale ma che si è rafforzata da quando in tutte le regioni si sono aperti tavoli di concertazione in materia di formazione e di lavoro e da quando la Formazione Continua è divenuta oggetto di linee specifiche di finanziamenti. Per le regioni italiane del Centro Nord ciò ha coinciso con il periodo di Programmazione degli interventi del Fondo Sociale Europeo 1994-1999, in particolare con l’attuazione delle azioni previste nel Documento unico di Programmazione (DOCUP) per l’Obiettivo 4, mentre per l’insieme delle regioni una spinta allo sviluppo di competenze in materia di Formazione Continua anche all’interno delle Parti sociali è venuta dalla attuazione degli interventi ex lege 239/93, articolo 9, comma 3. Gli interventi che hanno dato vita a quella che abbiamo chiamato “la via italiana alla Formazione Continua” hanno costruito nuove professionalità sia al Centro che nelle “periferie” perché non sono stati pochi i progetti facenti parte delle “Azioni di sistema” che hanno avuto come obiettivo quello di sperimentare nuove modalità di accordo tra le parti per dar vita a Piani formativi condivisi. Nella scelta della composizione dei Comitati di valutazione dei piani formativi proposti, i Fondi hanno oscillato tra affidamenti esterni a comitati di “indipendenti” e la valorizzazione di capacità interne. In questa ricerca del migliore equilibrio gestionale non è mai mancata la cautela e la valorizzazione della affidabilità dei Comitati, oltre che della competenza. Una parte dell’efficienza gestionale è legata alla possibilità di poter far capo, nei territori regionali, alla preesistente rete di organismi bilaterali regionali confederali o di categoria. Gli Enti bilaterali già organizzati localmente sono divenuti il “braccio operativo” per parecchi Fondi e si sono dimostrati così preziosi al punto di portare, nel volgere di tre anni, al sostanziale rafforzamento della rete bilaterale e alla sua ulteriore estensione. Va segnalato a questo punto che il panorama della bilateralità contrattuale in Italia è tale da presentare un numero ridotto di Organismi che vengono alimentati da contributi provenienti dalle imprese aderenti (alle quali si applicano i contratti di categoria che prevedono i contributi alla bilateralità), mentre nella maggioranza di casi la norma contrattuale che prevede il sostegno alla bilateralità non crea di fatto obblighi contributivi. La nascita di un Fondo Interprofessionale che diventa, nei fatti, il Fondo di riferimento per quella

Page 69: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

69

categoria produttiva offre alle Parti sociali rappresentanti delle imprese e dei lavoratori di una data regione la possibilità di vedere finalmente all’opera Organismi ed Enti che possono contare sia sull’affermazione di una funzione operativa (fondamentale per rafforzare il ruolo degli attori sociali), sia su contributi economici, anche se questi si rivelano spesso di piccola entità nelle regioni minori. Se comprendiamo all’interno della categoria dell’efficienza anche la rispondenza puntuale e “immediata” ai fabbisogni di competenza, tema comune anche all’efficacia delle azioni, va segnalato che non tutti i Fondi mettono a disposizione le risorse predisponendo più Avvisi nell’arco dell’anno. In alcuni casi, tra un Avviso e un altro passa anche molto tempo e allora ci si chiede se, in questo caso, le reali esigenze delle imprese (“che debbono trovare risposte immediate”, si diceva nella negoziazione con le Regioni per tutti gli anni ’90) possano essere effettivamente prese in considerazione dal Fondo così come richiesto e preteso.

b. La ricerca della maggiore efficacia e della qualità. Dai progetti ai piani formativi. Diverso il discorso sulla efficacia della formazione e sulla ricerca della qualità nei piani formativi. In quasi tutti i Fondi la qualità viene identificata, per ora, nella “qualità progettuale” e, in subordine, nella risposta positiva ai questionari sottoposti ai partecipanti alla fine dei corsi, in genere in chiave di customer satisfaction. Più recentemente, le Parti sociali firmatarie degli accordi che hanno dato vita ai Fondi tendono ad identificare un indicatore di qualità dell’agire formativo anche nella possibilità di valorizzare gli esiti della formazione attraverso la certificazione delle competenze acquisite. Questo orientamento è di grande rilevanza perché implica il dialogo tra i Fondi e le Amministrazioni regionali competenti e rende evidente e del tutto visibile uno dei terreni dell’integrazione sistemica di cui parlano sia l’Accordo nazionale del 17 aprile 2007 che i successivi Accordi siglati regionalmente. A livello nazionale da tempo è attivo un “Tavolo” sulle competenze che vede la partecipazione di ministeri, Regioni e Parti sociali ed è il confronto che si sviluppa in quella sede che dovrà portare a risultati validi su tutto il territorio nazionale, in coerenza con quanto stabilito dalla commissione europea in materia. Le inerzie e i ritardi hanno spinto molte amministrazioni ad accelerare i processi in atto ma la presenza dei Fondi Paritetici operanti su base nazionale costringono a cercare al più presto soluzioni condivise e valide per l’intero paese. Il tema della trasparenza, del riconoscimento e della certificazione delle competenze trova nei FPI un terreno ideale di sperimentazione soprattutto se pensiamo alla opportunità di trasporre nelle regole di

Page 70: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

70

funzionamento delle organizzazioni private (nel caso dei Fondi) gli esiti dei processi di riconoscimento e valorizzazione delle competenze in qualsiasi modo acquisite. Tra la qualità del Piano formativo concordato tra le Parti e la qualità del Progetto i Fondi hanno finora privilegiato la ricerca della qualità “interna” dell’intervento formativo attraverso l’esame della dimensione “didattica”, almeno tutte le volte che si era in presenza di un Piano coincidente con un singolo Progetto e hanno invece privilegiato l’esame delle motivazioni, e quindi la dimensione di Piano, quando si sono trovati di fronte a piani complessi con decine, e a volte centinaia, di interventi formativi al loro interno. Seguendo una strada che è stata a suo tempo tracciata dalle Regioni, i Fondi Interprofessionali a seguito dei loro Avvisi mettono in concorrenza tra loro i Piani formativi presentati. A volte si tratta di metter in concorrenza tra loro proposte avanzate a livello nazionale, oppure in ambito regionale o, ancora, in specifici contesti di comparto o di settore produttivo (questo accade al di fuori della modalità del “conto aziendale” di Fondimpresa e di Foncoop). Il tema della “valutabilità” correlata alla “comparabilità” delle proposte è noto, la regola aurea dice che sono comparabili solo i progetti che nascono da un medesimo “ceppo” di richieste e che tendono a rispondere a bisogni che sono assimilabili. Più la platea è vasta e meno sono presenti gli elementi che permettono di esaminare e di comparare senza correre il rischio di mettere in gioco criteri poco trasparenti. Mettere in concorrenza tra loro le proposte progettuali in alcuni casi promuove la qualità e favorisce la messa disposizione di risorse aggiuntive a soggetti che ne hanno realmente bisogno ma, a volte, la competizione tra diverse proposte potrebbe essere sostituita da un mix tra regole derivanti dalla concorrenza “di mercato dell’offerta di servizi” e regole basate sulla collaborazione e sulla cooperazione di chi è disponibile ad investire per sperimentare il miglioramento qualitativo dei piani formativi stessi. Se uno degli obiettivi centrali dei Fondi è quello di favorire il passaggio "dai progetti ai piani”, ovvero dalle proposte elaborate ad hoc in occasione della messa disposizione di nuove opportunità di finanziamento, come accade spesso nel nostro contesto, alle proposte a carattere strategico (i piani formativi di impresa, per l’appunto), la concorrenza tra le proposte e la competitività tra i presentatori può non essere la scelta più opportuna per migliorare l’efficacia della formazione finanziata. Tutti i documenti e le prese di posizione della Commissione europea in materia di Formazione Continua partono dal presupposto dell’esistenza, nei paesi dell’Unione Europea, di imprese che, elaborando piani aziendali (piani

Page 71: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

71

generali di sviluppo della propria organizzazione produttiva) annuali o pluriannuali, elaborano nel contempo alcuni capitoli, e quindi dei piani, dedicati allo sviluppo delle risorse umane e alla formazione dei propri dipendenti. Se questo è riscontrabile in parte dei paesi europei, nel sistema economico italiano questo rappresenta una rara eccezione e la prassi della elaborazione di piani formativi è pressoché inesistente al di fuori del segmento delle grandi imprese del terziario e della manifattura innovativa e globalizzata. Tale mancanza è l’elemento connotativo del sistema economico italiano, almeno sul fronte di quella che viene chiamata l’“economia della conoscenza” ed è assai significativo il fatto della generale sottovalutazione, ai fini delle politiche di sviluppo economico e sociale anche nella sua dimensione micro, ovvero aziendale, delle problematiche connesse al “knowledge management”.

c. L’aumento del numero delle “imprese formative” e la partecipazione alla formazione dei lavoratori tradizionalmente esclusi Se l’efficacia dell’azione formativa è legata alla correlazione tra valore del Piano e valore del Progetto (intreccio tra strategia e capacità d’azione) in un contesto dove vi sono molti progettisti e pochi operatori ed esperti impegnati a produrre piani, dal momento che la legge impone ai Fondi di finanziare solo piani concordati tra le Parti sociali, dovrebbero moltiplicarsi le iniziative per favorire la “produzione” di piani di Formazione Continua. Si dovrebbero cioè creare le condizioni perché i Fondi, ma contestualmente anche le Regioni, mettessero in calendario “azioni di sistema” (o “azioni propedeutiche”, secondo il linguaggio dei Fondi) per “infrastrutturare” il territorio con competenze specifiche utili alla costruzione e alla elaborazione di piani formativi in contesti nei quali non sono disponibili, ad oggi, piani di impresa. Nel commentare più avanti i risultati dell’indagine Excelsior si attribuisce ai Fondi Paritetici il merito, almeno parziale, dell’incremento della percentuale delle Unità Locali Produttive che hanno favorito la formazione dei loro lavoratori. Trattandosi di Unità di piccole dimensioni che hanno avuto accesso alle opportunità formative per i propri dipendenti, si può affermare che l’impegno congiunto delle Parti sociali sta producendo dei primi risultati positivi in termini di “inclusione” di nuove imprese, piccole e micro, nel sottogruppo delle “imprese formative”. In questi casi importante è stato il ruolo delle associazioni di rappresentanza delle imprese minori che hanno costruito le reti che hanno permesso anche a soggetti meno culturalmente

Page 72: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

72

attrezzati di trovare attenzione e disponibilità da parte di intermediatori dei fabbisogni e di tecnici del settore formativo. In questo caso il piano formativo non viene elaborato dall’impresa ma “fa riferimento” all’impresa o a un gruppo di imprese. Il titolare di impresa condivide il progetto e permette al suo dipendente di partecipare alle attività che vengono organizzate da organismi formativi spesso legati alle associazioni di rappresentanza. Se si assiste a primi segnali positivi sul fronte delle imprese formative, vi è ancora una giustificata preoccupazione che riguarda la categoria dei lavoratori perché questi rimangono ancora molto discriminati dalla mancanza di titoli di studio elevati, dai bassi livelli di inquadramento, dall’operare in organizzazioni di piccole dimensioni, dall’essere inseriti in imprese manifatturiere, soprattutto in quelle tipiche del made in Italy, dall’abitare lontano dai capoluoghi e da fattori quali l’età e il genere. Nei confronti dei lavoratori con le caratteristiche sopra indicate si assiste a timidi miglioramenti solo in presenza di dinamiche innovative, ovvero quando l’impresa è molto consapevole dell’apporto di tutte le singole componenti aziendali al risultato finale oppure quando l’azienda è impegnata massicciamente nella formazione sui temi della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro, unica tematica formativa a carattere veramente orizzontale. A creare ostacoli alla partecipazione di milioni di operai alla formazione continua finanziata dai Fondi c’è anche lo scarso appeal di questo target per l’apparato formativo presente in Italia che ha da tempo privilegiato la formazione per i partecipanti più scolarizzati ai quali proporre attività corsuali basate quasi esclusivamente su due modalità ancora lontane dall’essere integrate (come richiesto nel modello “blended”): lezioni d’aula, in modo prevalente, e formazione a distanza tramite PC (Internet piuttosto che Intranet), in misura più ridotta. Il venir meno di una rete territoriale diffusa di Centri di Formazione Professionale con offerta di corsi a carattere teorico/pratico ha reso sempre più difficile accogliere la domanda di nuove conoscenze di nuove competenze da parte dei soggetti meno scolarizzati. La domanda riguarda soprattutto “conoscenze di base” alle quali potrebbero dar risposta positivamente Scuole e Università, organizzate per insegnamenti e attrezzate con Laboratori ed Officine ma, al momento, si nota soprattutto l’assenza, nel panorama dell’offerta di FC, delle istituzioni formative pubbliche.

Page 73: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

73

d. La valorizzazione della bilateralità contrattuale nell’esperienza dei Fondi Paritetici Interprofessionali Quello che è avvenuto nella storia dei Fondi Paritetici Interprofessionali è coerente con i punti di forza e con i punti di debolezza della rappresentanza sindacale e con l’esperienza della bilateralità contrattuale che, nel nostro Paese, ad esclusione, praticamente, delle esperienze dell’artigianato, del turismo, del settore grafico e di quello delle costruzioni, è stata, fino alle novità dei primi anni 2000 in materia di previdenza e di salute, una bilateralità senza risorse finanziarie. Con la nascita dei Fondi alcune Confederazioni hanno fatto per la prima volta esperienza di bilateralità e sicuramente alcune di esse per la prima volta si sono confrontate con la necessità di dare risposte a tutti i livelli dell’organizzazione: quello nazionale, quello regionale, quello locale, quello settoriale e quello aziendale. Molte organizzazioni di rappresentanza sono poco presenti in determinati settori e territori e la gran parte delle organizzazioni che hanno dato vita ai Fondi non ha proprie specifiche rappresentanze nella maggioranza delle imprese. In molte imprese ci sono iscritti ai sindacati ma manca una vera e propria organizzazione, suppliscono le organizzazioni territoriali di settore. La peculiarità dei Fondi Interprofessionali italiani che gestiscono un contributo obbligatoriamente già versato all’INPS, fa sì che aderiscano ai Fondi anche imprese che non avevano aderito in precedenza alle Confederazioni firmatarie dell’accordo che ha approvato lo Statuto e il Regolamento del Fondo stesso e va anche sottolineato il fatto che il rapporto tra l’impresa aderente e il Fondo stesso (in quanto “Associazione di Confederazioni nazionali di rappresentanza”) è ancora tutto da scoprire come insieme articolato di diritti/doveri. Chi si aspettava il raggiungimento di una complementarietà tra i Fondi e gli Organismi bilaterali contrattuali può essere rimasto deluso perché, al di là del coinvolgimento dei singoli operatori e delle singole capacità operative territoriali, non si è in alcun caso (ad esclusione del Fondirigenti creato da Confindustria con Federmanager sulla struttura della preesistente Fondazione Tagliercio) creata una integrazione di risorse finanziarie e di regole contrattuali di supporto. Nell’esperienza francese, gli Organisme Paritarie Collecteur Agree (OPCA) sono organizzati sia con una infrastruttura tecnico gestionale (i gestori delle risorse finanziarie e delle funzioni di monitoraggio), sia con una organizzazione che promuove la prassi dei piani formativi; i rappresentanti delle Parti sociali interpretano la bilateralità non solo nella gestione paritetica delle risorse ma anche nel fornire assistenza, attraverso equipe miste delle due diverse rappresentanze di interessi, alle singole imprese o a gruppi di imprese per l’elaborazione dei piani formativi.

Page 74: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato
Page 75: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

75

SISTEMI DI GESTIONE DEI FONDI PARITETICI INTERPROFESSIONALI: ELEMENTI DI SPECIFICITÀ RISPETTO AL FONDO SOCIALE EUROPEO45 Struttura e sistemi di gestione dei FPI Nella prospettiva di rafforzare e, nel caso di specie, costruire un sistema più integrato di Formazione Continua che sia in grado di proporre e realizzare interventi funzionali alle esigenze e bisogni formativi delle imprese coniugando come fattore sinergico le risorse operanti a livello di Fondo Sociale europeo e le dotazioni finanziarie dei vari Fondi Paritetici Interprofessionali descritti nei capitoli precedenti, in questa sezione saranno esaminati alcuni elementi attinenti ai sistemi di gestione delle attività promosse dai Fondi interprofessionali nei confronti delle imprese aderenti e dei lavoratori interessati dalle diverse azioni di formazione. Taluni elementi sono già stati evidenziati in riferimento a quelle disposizioni di legge che hanno istituito, a livello nazionale, il sistema dei FPI prevedendo una serie di adempimenti e strutture gestionali comuni a tutti i FPI che hanno definito alcuni principi generali di gestione lasciando, comunque, alla responsabilità dei singoli Fondi il compito di gestire in autonomia le modalità di costruzione dei piani formativi, della selezione e valutazione dei progetti formativi, della gestione in itinere di questi e di controllo sulle attività realizzate ed il quadro delle relazioni con i diversi soggetti attuatori siano essi le stesse imprese, enti di formazione o il singolo lavoratore. Considerando, in prima analisi, l’organizzazione e la strutturazione operativa di ogni singolo Fondo, è possibile illustrarne alcuni elementi maggiormente caratterizzanti così come sono stati evidenziati nel corso di questi ultimi anni dall’Isfol all’interno dei Rapporti al Parlamento sulla Formazione Continua. Ogni Fondo è dotato di uno specifico Regolamento e di uno Statuto che ne disciplinano il funzionamento e la definizione dell’impianto dispositivo relativo alle finalità da perseguire, all’articolazione organizzativa e territoriale, alla ripartizione delle risorse finanziarie a disposizione, al funzionamento operativo e alle procedure di finanziamento dei progetti. Negli statuti, in primo luogo, si riafferma la natura dei Fondi, costituiti come soggetto giuridico di natura associativa (ai sensi del capo II titolo II Libro I

45 I paragrafi del presente capitolo sono stati curati da Davide Ficola.

Page 76: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

76

del C.C.) ad eccezione di Fondirigenti, Fondo DirigentiPMI e Fondoprofessioni costituitisi come soggetti dotati di personalità giuridica (ai sensi del DPR n. 361/2000). Tutti gli statuti prevedono il perseguimento delle finalità previste dalla legge, ossia la promozione e la realizzazione di piani formativi aziendali, settoriali, territoriali e individuali concordati tra le parti sociali. Non vengono stabilite limitazioni nella possibilità di avvalersi di fonti di finanziamento diverse da quelle provenienti dal gettito dello 0,30%. Alcuni Fondi individuano altre tipologie di risorse definendone la natura: alcuni inseriscono tra le fonti di finanziamento i proventi derivanti da iniziative sociali o indicano finanziamenti pubblici destinati al Fondo in virtù di provvedimenti normativi. Gli organi di indirizzo e gestione dei fondi comprendono l’Assemblea dei soci, il Consiglio di Amministrazione, il Presidente, il Vice Presidente e il Collegio dei Revisori dei Conti. Fondirigenti prevede al posto dell’Assemblea un Comitato promotore, mentre Fondimpresa prevede due organi aggiuntivi: un Comitato d’indirizzo per la formazione e un Comitato per l’igiene e la sicurezza sul lavoro, che affiancano l’Assemblea svolgendo alcune delle funzioni ad essa generalmente attribuite. All’interno degli organi collegiali viene assicurata una composizione paritetica fra organizzazioni imprenditoriali e sindacali. Vengono individuate altresì le caratteristiche dei vari organi, definendone per ciascuno la composizione e la durata in carica dei membri, i compiti, la periodicità, i meccanismi di validità e di adozione delle deliberazioni delle riunioni. Per l’Assemblea, ogni Fondo prevede una composizione diversa che varia da un massimo di 60 membri (Forte) ad un minimo di 6 (Fondo dirigenti PMI), con una durata in carica di ciascun membro che varia dai tre ai quattro anni. Tra i vari compiti, all’Assemblea spetta di: - nominare il Consiglio di Amministrazione, il Presidente e il Vice Presidente del Fqondo che sono anche Presidente e Vice Presidente dell’Assemblea e del Consiglio di Amministrazione (ad eccezione di Fondir, Fonter, Forte e Fondoprofessioni, il cui Presidente e Vice Presidente sono nominati dal Consiglio di Amministrazione); - deliberare in ordine all’eventuale compenso per gli amministratori e revisori dei conti, approvare i bilanci preventivi e consuntivi; - deliberare sull’ammissione di nuovi soci e sulla cessazione dello stato di socio; - approvare le modifiche allo statuto e al regolamento proposte dal Consiglio di Amministrazione, sentite le organizzazioni che costituiscono il Fondo.

Page 77: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

77

Per la validità delle adunanze e per l’approvazione di gran parte delle delibere assembleari, nella quasi totalità degli statuti, è richiesta la presenza di almeno due terzi dei suoi componenti. Il Presidente e il Vicepresidente (che coadiuva il Presidente nell'espletamento delle sue funzioni e lo sostituisce in caso di sua assenza) sono i rappresentanti legali del Fondo. Il primo è designato dalle associazioni datoriali e il secondo dalle organizzazioni sindacali. In alcuni casi sono nominati entrambi dall'Assemblea, mentre in Fondir, Fondoprofessioni, Forte, Fondirigenti, Fonter questa funzione spetta al Consiglio di Amministrazione. Quest’ultimo è l'organo esecutivo dei Fondi, la cui composizione varia da ventiquattro a sei membri. Esercita i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione ed in particolare: - vigila sul funzionamento delle iniziative promosse dal Fondo e sul funzionamento dei servizi tecnici e amministrativi; - predispone il modello organizzativo e definisce gli organici necessari al conseguimento degli obiettivi; - predispone i regolamenti interni; - approva i costi di amministrazione e funzionamento; - provvede alla redazione dei bilanci preventivi e consuntivi da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea (ad eccezione di Fondirigenti i cui bilanci vengono approvati dal Consiglio); - nomina il Direttore stabilendone i poteri; - approva le linee strategiche delle attività annuali; - approva le procedure di valutazione dei Piani formativi da finanziare, tempi ed erogazione del finanziamento e modalità del rendiconto (Fonter, Fondir, Forte, Fondo Dirigenti PMI, Fondoprofessioni). Al Collegio dei revisori dei conti, composto da tre membri di cui uno designato dalle organizzazioni dei datori di lavoro, uno dalle organizzazioni dei lavoratori e uno in rappresentanza del Ministero del Lavoro con funzioni di presidente, sono affidate invece le funzioni di controllo dell’amministrazione. Ogni Fondo Interprofessionale si è dotato di un Regolamento che ne disciplina il funzionamento. In esso vengono esplicitate le funzioni del Direttore, (ad eccezione di Fondirigenti, Fondo Dirigenti PMI e Fondoprofessioni dove tale figura è disciplinata nello statuto) al quale è affidata la responsabilità operativa della struttura e l’esercizio dei compiti e delle mansioni a lui assegnati dal Consiglio di Amministrazione. Uno degli aspetti che viene qui maggiormente approfondito è la previsione dell’articolazione dei fondi sul territorio, in relazione alla quale vengono precisate caratteristiche, funzioni e distribuzione delle risorse a livello

Page 78: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

78

regionale. Sulla base della possibilità accordata ai fondi di potersi articolare territorialmente, in alcuni regolamenti si individuano nella rete degli organismi bilaterali presenti nel territorio i soggetti che forniranno il supporto logistico, tecnico e istruttorio necessario alla promozione, al vaglio e al monitoraggio dei piani formativi da realizzare. La maggior parte dei fondi si è dotata quindi di un meccanismo che possa rendere possibile un'equa distribuzione delle risorse sul piano nazionale. Ad esempio Foncoop in merito alla ripartizione delle risorse annue stabilisce che: - non meno del 70% dell’ammontare annuo venga messo a disposizione per contribuire a finanziare, sulla base di specifici piani formativi aziendali, territoriali e settoriali di e tra imprese cooperative concordati tra le parti, raggruppati su base intersettoriale e regionale, che versano i contributi al Fondo Nazionale; - fino al 10% dell’ammontare annuo venga invece impiegato per il finanziamento di progetti nazionali intesi come azioni di sistema a sostegno delle politiche di formazione professionale continua; - fino al 20% dell’ammontare venga infine utilizzato per progetti di formazione professionale continua privilegiando scelte di solidarietà verso imprese, settori e territori a scarso sviluppo cooperativo. - Fondimpresa fissa invece nel suo regolamento la seguente ripartizione finanziaria: - il 70% per il finanziamento dei piani formativi aziendali concordati; - il 7% destinato al rispetto dei criteri solidaristici di riequilibrio tra territori; - L'1% sarà utilizzato direttamente da FONDIMPRESA per il funzionamento e attività strumentali alla promozione e allo sviluppo della Formazione Continua. - Il restante 22% sarà destinato dalle articolazioni territoriali regionali per il proprio funzionamento e per la realizzazione di piani formativi che non rientrano nel meccanismo basato sulla richiesta di aziende singole o associate. - In altri Fondi (Fonter, Forte, Fondir e Fondoprofessioni) si affianca una articolazione di tipo funzionale collegata alla costituzione di specifici Comitati di Comparto/Area, che rappresentano organi paritetici con proprie funzioni. Ad essi sono affidati in particolare la valutazione delle richieste di finanziamento e l’attribuzione delle risorse corrisposte al fondo dalle imprese dei rispettivi comparti secondo le finalità dello statuto. In ambito regolamentare si offrono infine indicazioni importanti per quanto riguarda le procedure di finanziamento dei piani, con la descrizione dell’iter

Page 79: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

79

da seguire per ottenere le risorse e l’indicazione dei parametri finanziari che delimitano l’accesso al finanziamento. A tal proposito possono essere individuati alcuni orientamenti comuni. Ad esempio, Foncoop e Fondartigianato prevedono la costituzione di un Gruppo Tecnico di Assistenza, Valutazione (per Foncoop) e anche di Monitoraggio (per Fondo Artigianato), composto da un minimo di sei membri con specifiche competenze in materia di formazione, al quale viene demandata la valutazione delle richieste di finanziamento. Per Fondir, Fonter, Forte e Fondoprofessioni le proposte verranno invece esaminate dal relativo Comitato di Comparto (Comitato d’area per Fondoprofessioni) che ne propone l’approvazione o il rigetto. In Appendice (all. 8) si propone una scheda descrittiva per ciascun Fondo fino ad oggi costituito che ne evidenzia le principali caratteristiche e modalità organizzative. Come è stato osservato, con la nascita dei Fondi Interprofessionali si intendeva dare corpo ad un sistema che non fosse limitato a colmare una lacuna (quella relativa alla “formazione professionale che non c’è”, secondo una fortunata espressione degli anni novanta46), ma che fosse in grado di perseguire l’ambizioso obiettivo di offrire risposte coerenti, capillari e tempestive alla crescente domanda di Formazione Continua. Si noti che, come è stato osservato, che l’evoluzione della normativa in esame ha consentito di svincolare l’attività di Formazione Continua presa in considerazione al fine della concessione dei finanziamenti da parte dei Fondi, dalle sole esigenze aziendali, riconoscendo rilevanza anche alla domanda di crescita professionale espressa autonomamente dai lavoratori, in coerenza con il proprio progetto di vita e non necessariamente con le prospettive aziendali.47 Rispetto ai processi di gestione delle risorse finanziarie, dal 2004, anno di effettiva operatività dei Fondi, le modalità di utilizzo sono state regolate dalla circolare ministeriale n. 36/2003 e sono state ispirate ad un duplice criterio: di efficienza, con la previsione di un sistema automatico e semplificato di erogazione delle risorse e di efficacia, indicando ai Fondi i criteri essenziali sia per la predisposizione dei Piani operativi di attività, sia

46 Cfr. Comitato nazionale di concertazione per la formazione professionale, Proposte per un nuovo sistema di formazione professionale, in Cisem- informazioni, Cisem, Milano, nn. 15-16-17-18, sett. – ott. 1996. 47 Cfr. P. R. Varesi, I Fondi Interprofessionali per la Formazione Continua. Il presente contributo riprende, sviluppa ed aggiorna considerazioni svolte nell’introduzione al volume S. Cortellazzi (a cura di), La Formazione Continua, Angeli, Milano, 2007.

Page 80: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

80

per la definizione del sistema di monitoraggio degli interventi. In particolare con la Circolare 36/2003 furono definiti a livello comune : 1. le modalità per l’elaborazione e la presentazione dei Piani Operativi di Attività dei Fondi; 2. le categorie di attività e le tipologie delle spese ammissibili: 3. le procedure per la liquidazione delle risorse e la rendicontazione delle spese; 4. il sistema dei controlli sulla gestione dei Fondi; 5. le attività di monitoraggio.

In particolare, in questa sede, illustreremo i punti 1, 2, e 448 in quanto il Punto 3 ha regolato principalmente la liquidazione delle risorse finanziarie iniziali destinate ai Fondi dal MLPS nella fase di start up ormai conclusa per la stragrande maggioranza dei Fondi49. Riguardo al punto 1 relativo ai Piani operativi, previsti dall’art. 3 del Decreto Direttoriale n.148 del 24 giugno 2003 essi dovevano contenere i seguenti elementi: - gli obiettivi generali e specifici che i Fondi intendevano conseguire, debitamente quantificati in termini di imprese coinvolte e di lavoratori formati; - le attività che i Fondi intendevano realizzare per conseguire gli obiettivi, articolate secondo le diverse tipologie: informazione e pubblicità per la promozione delle opportunità offerte dai Fondi; assistenza tecnica ai soggetti responsabili dei progetti formativi; analisi della domanda e dei fabbisogni formativi; monitoraggio; raccolta, valutazione e selezione dei progetti; sistemi di controllo (sistema di controllo interno di gestione del singolo Fondo e sistema di controllo sui Piani formativi finanziati); - un piano finanziario di durata biennale che distinguesse tra le spese di gestione, le spese per iniziative propedeutiche e connesse alla realizzazione dei Piani formativi e le spese dirette alla realizzazione dei Piani formativi; - i criteri per l’individuazione dei soggetti che avrebbero realizzato i piani formativi; - le modalità organizzative del Fondo, in particolare l’eventuale articolazione regionale o territoriale;

48 Per il sistema di monitoraggio vds § 4.1 49 Si prevedeva, in sintesi, una sistema di erogazione di acconti per ciascun Fondo allora costituito regolato da una serie di adempimenti in capo ai singoli Fondi, nonché l’obbligo di stipula di apposite garanzie fidejussorie a favore del MLPS ai fini dell’erogazione degli acconti ad eccezione del primo.

Page 81: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

81

- le procedure interne per la presentazione, valutazione e finan-ziamento dei Piani formativi; - il sistema per il controllo di gestione e dei Piani formativi. - Così configurati i POA hanno assunto i caratteri di un atto fondamentale che definiva e precisava strategie e programmi, organizzazione interna e meccanismi procedurali. Essi sono stati intesi, quindi, come i documenti di base con cui i fondi hanno comunicato alle amministrazioni regionali i loro intenti, rendendo possibile di fatto la ricerca di armonizzazione tra gli strumenti di intervento auspicata dal Ministero del Lavoro in occasione dell’ultima distribuzione regionale delle risorse della legge 236/93: i Fondi furono tenuti, infatti, ad inviare copia dei POA a tutte le Regioni (e alle Province Autonome di Trento e Bolzano) perché potessero tenerne conto nella formulazione della loro programmazione. Riguardo al Punto 2 relativo alle attività e spese ammissibili la normativa prevedeva tre tipologie generali di spesa: - spese di gestione: comprendevano tutte le spese relative alla costituzione, all’organizzazione e alla gestione, sostenute dalle sedi nazionali e regionali/territoriali dei Fondi, nei limiti finanziari previsti dall’art. 3, comma 2, del Decreto Interministeriale del 23 aprile 2003; - spese per iniziative propedeutiche connesse alla realizzazione dei Piani formativi: si riferivano alle spese connesse a ulteriori attività di natura propedeutica svolte dalle sedi nazionali e regionali/territoriali dei Fondi ed in particolare: informazione e pubblicità per la promozione delle opportunità offerte dai Fondi; assistenza tecnica a vario titolo offerta ai soggetti responsabili dei progetti formativi; analisi della domanda e dei fabbisogni formativi; raccolta, valutazione e selezione dei progetti; predisposizione dei sistemi di controllo; predisposizione dei sistemi di monitoraggio fisico, finanziario e procedurale. - spese dirette alla realizzazione dei Piani formativi: si riferivano alle attività finalizzate alla realizzazione dei Piani formativi, che possono essere svolte: direttamente dalle aziende beneficiarie per i propri dipendenti; da organismi accreditati secondo le normative regionali; da soggetti individuati sulla base dei criteri a tale scopo definiti dai Fondi nell’ambito dei Piani Operativi di Attività; ed in particolare: progettazione degli interventi; preparazione ed elaborazione dei materiali didattici; personale docente; formazione (anche forma-zione a distanza); orientamento e selezione dei partecipanti; certificazione finale delle competenze; spese allievi;. - Sul Punto 4, poi, la Circolare 36/2003 prevedeva l’istituzione di un sistema di controlli articolato su un duplice livello: a. il controllo sui soggetti responsabili dei progetti formativi veniva posto a carico dei Fondi, i quali dovevano a tale scopo predisporre un proprio sistema

Page 82: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

82

interno di verifica e controllo sui Piani Formativi da essi finanziati, i cui contenuti e modalità di funzionamento dovevano risultare nel Piano Operativo di Attività; b. era invece a carico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’esercizio del controllo sull’utilizzo delle risorse erogate a favore dei Fondi, effettuato sulla base delle relazioni rendicontuali nonché delle risultanze delle verifiche amministrativo-contabili disposte presso i Fondi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Tutti i Fondi hanno dedicato, in questa fase, molta attenzione alle procedure operative di raccolta, selezione e valutazione delle proposte formative definendo i compiti degli organismi responsabili e le fasi procedurali. I meccanismi ricalcano da vicino la prassi solitamente seguita dalle amministrazioni regionali e provinciali e cioè: emanazione di avvisi (pubblicati sui quotidiani, nei siti Internet dei fondi, e soprattutto sui bollettini periodici di informazione delle organizzazioni datoriali che raggiungono in modo diretto le imprese associate); raccolta delle proposte formative, valutazione (solitamente ad opera di comitati sia centrali che locali, secondo la natura e l’organizzazione del singolo fondo), finanzia-mento e successivo monitoraggio delle attività. La tipologia di piani formativi finanziabili considerata è stata ampia fin dal principio: dai piani territoriali e settoriali rivolti a intere filiere o sistemi di impresa, ai piani aziendali o settoriali indirizzati a specifici comparti, o ai piani aziendali distinti a loro volta tra standard ed innovativi a seconda che possiedano o meno determinate caratteristiche (es. Fon.Coop). In alcuni provvedimenti è stato preso in considerazione anche il sostegno ai piani formativi individuali attraverso il finanziamento di voucher. Ampia è stata anche la gamma dei soggetti attuatori previsti per la realizzazione delle attività: quasi sempre vengono inclusi, in elenchi più o meno ampi, diversi soggetti tra cui le stesse imprese beneficiarie, i consorzi di imprese, le ATI o ATS, gli enti pubblici e privati, le università, gli enti bilaterali e gli enti di formazione che devono essere accreditati presso una delle Regioni italiane o possedere la certificazione di qualità o, ancora, essere accreditati direttamente presso il Fondo.50 In primo luogo, tutti i Fondi hanno identificato i beneficiari delle attività formative nei lavoratori per i quali le imprese versano il contributo dello 0,30%. A volte è stata specificata un’anzianità minima per i lavoratori a tempo determinato (Fondo Artigianato Formazione e Fondo Formazione

50 Per un dettaglio e caratteristiche degli Avvisi finanziati nella fase operativa vds., Rapporto 2004, sulla Formazione Continua, op. cit pagg. 36 e segg.

Page 83: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

83

PMI) e, in due soli casi, (Fon.Ter e For.Te)51 sono stati introdotti anche i lavoratori stagionali, tenendo conto, quindi, di alcune specificità settoriali. Il dato maggiormente difforme riguarda le tipologie di Piani formativi finanziabili. Le scelte operate sono probabilmente indicative della strategia seguita da ciascun organismo: si va dalla forte aggregazione compiuta da Fondimpresa con la decisione di ammettere a contributo Piani di grande dimensione con importo minimo elevato, a scelte di carattere più diffusivo e frammentato. Fon.Coop ha inteso premiare, inoltre, Piani formativi di tipo innovativo (specificando le caratteristiche richieste). Lo strumento del voucher, utilizzabile con il ricorso ai Piani formativi individuali, è stato previsto da Fon.Coop, Fon.Ter, Fondir, Fondo Artigianato, Fondi Dirigenti pmi e For.Te, fissando limiti di contributo variabili ma comunque compresi tra 1.330 e 3.500 euro (mediamente più elevato è il contributo per il voucher dei dirigenti). I limiti di contributo sono stati fissati in modo variabile: alcuni Fondi li hanno commisurati alla dimensione dell’impresa beneficiaria, altri alla tipologia di Piano formativo (con un contributo crescente all’aumentare delle imprese coinvolte), altri ancora a secondo della natura dell’attività prevista (ad esempio nel caso dei seminari vengono concessi contributi minori). Alcuni organismi hanno proceduto ad una suddivisione preventiva del budget dell’Avviso tra i diversi comparti produttivi presenti al loro interno (come nel caso di For.Te) o tra aree territoriali (regionali o più ampie), come nel caso del Fondo Artigianato o del Fondo Formazione pmi. Non molto spesso viene specificato un limite ammissibile per il costo ora/allievo, che, comunque, varia tra chi lo ha precisato, in dipendenza dalla natura delle attività (10 euro per le attività seminariali di Fon.Ter), dalla tipologia di Piano (20 euro per i Piani innovativi di Fon.Coop a fronte dei 17 per i non innovativi), dalla natura dei soggetti in formazione (80 euro per i dirigenti di Fondir). Le disposizioni circa la durata della formazione sono in linea con le pratiche correnti di Formazione Continua sperimentate dalla aziende del Paese e prevedono un minimo di 4-8 ore per le attività di tipo seminariale fino ad un massimo di 80 ore per l’attività di formazione vera e propria.

51 Si fa riferimento agli Avvisi pubblicati rispettivamente il 15 novembre 2004 (For.TE) e il 3 novembre 2004 (Fon.Ter). In essi, in considerazione delle caratteristiche strutturali del comparto commercio turismo servizi, (For.Te) furono già inclusi tra i destinatari dell'attività formativa anche i lavoratori stagionali che nell'ambito dei 12 mesi precedenti la presentazione del Piano avessero lavorato alle dipendenze di imprese assoggettate al contributo di cui sopra ed iscritte al Fondo. Nel caso di Fonder erano inclusi i lavoratori stagionali purché la formazione avvenga entro un anno dalla cessazione del rapporto.

Page 84: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

84

Raramente viene fissato un numero minimo per la composizione delle aule (da 5 a 8 partecipanti) o un numero massimo (tra i 10 e i 20).52 Con l’emanazione degli Avvisi i Fondi Paritetici hanno avuto modo di formulare una gamma piuttosto variegata di priorità operative e di direttrici di intervento, tra le quali ricorrono con una certa frequenza: - la qualificazione/ riqualificazione dei lavoratori o dei dirigenti; - l’ adeguamento e aggiornamento delle competenze; - i processi di innovazione nelle imprese; - la sicurezza sui luoghi di lavoro. Alcuni organismi53, già a partire da questa fase, si sono orientati verso un arricchimento della loro strumentazione, ad esempio, con il varo di procedure per la raccolta di proposte finalizzate alla creazione di cataloghi dell’offerta da utilizzare, in particolare per l’accesso individuale o con il finanziamento di iniziative propedeutiche alla formazione vera e propria (si tratta di modalità di sostegno alle scelte del lavoratore nella forma di assesment, orientamento o bilancio delle competenze) realizzate da enti accreditati, oppure, ove convenzionati, anche dai Centri per l’Impiego. Come è stato illustrato è stata anche rilevata una certa uniformità di comportamento relativamente ai parametri di costo ora/allievo e durata della formazione. I soggetti presentatori dei Piani formativi sono in genere le aziende, sia in forma singola che associata, agenzie formative e Università (per conto delle imprese) e, naturalmente, associazioni temporanee costituite tra di essi. Nel rispetto delle regole vigenti, gli organismi attuatori devono essere accreditati presso le Regioni. Alcuni Fondi, inoltre, hanno previsto, in aggiunta all’accreditamento regionale, delle proprie procedure interne per la formazione di short list. La logica dell’accreditamento interno non contrasta con quella dell’accreditamento regionale ma risponde allo scopo di creare gruppi di “attuatori/fornitori” della formazione specializzati nei confronti di specifiche utenze o di specifiche tematiche formative.54 52 Cfr. Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - Isfol, Rapporto 2005 sulla Formazione Continua, Edizioni Rubettino, Roma, pagg. 94 - 107. In particolare per un’analisi dettagliata degli Avvisi pubblicati al 30 settembre 2005. 53 Ad esempio Fon. Coop, Fondir, Fondo Dirigenti PMI, Fonte: elaborazioni isfol - Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua 54 Cfr. Accordo tripartito nazionale sul sistema di Formazione Continua. Così si dispone al punto 7: “tenuto conto che la responsabilità in tema di accreditamento dei soggetti che erogano formazione professionale è in capo alle Regioni e alle Province Autonome, le parti si impegnano a collaborare, in una logica di costruzione del sistema nazionale di FC coerente e integrato. Le parti, coerentemente con i principi comunitari ispiratori del sistema di accreditamento basati sulla qualità dell’offerta e la trasparenza del mercato, si impegnano a

Page 85: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

85

Tra i Piani approvati in questa fase, come ovvio, esiste una certa eterogeneità. Si passa, infatti, da Piani formativi aziendali di piccolissima dimensione o da Piani individuali con i quali è stato assegnato un singolo voucher a Piani Territoriali e settoriali di grandissima dimensione (frequenti questi ultimi soprattutto proprio nella fase di start-up)55. Con l’inizio della fase di regime e avendo dato avvio ad una strategia molto diversa (ci riferisce al conto aziendale che sarà trattato più avanti) si può assistere ad un ridimensionamento del numero d’imprese coinvolte in un singolo Piano formativo. Probabilmente si delinea una tendenza a privilegiare di gran lunga i Piani formativi monoaziendali. Per quanto riguarda il Conto Aziendale (utilizzato da Fondimpresa, Fon.Coop e Fondirigenti) l’ammontare di risorse spese può essere stimato con un buon margine di attendibilità in una cifra compresa tra i 40 e i 50 milioni di euro. Si determina quindi una spesa complessiva, per il finanziamento di attività formative, pari a circa 810 milioni di euro. 56 Sulla base di elaborazioni sperimentali condotte dal gruppo congiunto Isfol – Italia Lavoro pubblicate sul Rapporto 2008 sulla Formazione Continua aventi come oggetto di analisi i Piani formativi finanziati nel corso del primo semestre 2008, per ciò che concerne le risorse finanziarie, esse si polarizzano naturalmente sui piani aziendali, il cui costo (oltre 41 milioni di euro) rappresenta circa l’80% del totale. Rilevante è il contributo privato delle imprese che raggiunge quasi la metà del costo, soprattutto per i piani aziendali: si tratta di una indicazione importante della capacità dei Fondi di moltiplicare risorse proprie delle imprese e allargare significativamente il livello di investimento in formazione. La distribuzione dei Piani per le classi di costo si concentra essenzialmente su due dimensioni finanziarie: da una parte si rileva una prevalenza di Piani

rivedere congiuntamente l’insieme dei sistemi di accreditamento con particolare riferimento alla Formazione Continua, individuando criteri di qualità e modalità di informa-zione utilizzabili dalle imprese e dalle persone per la scelta dell’offerta formativa più adeguata. 55 Per maggiori dettagli sulle caratteristiche degli Avvisi pubblici emanati dai FPI da periodo 2004 al 30 giugno 2007, cfr. Rapporto sulla Formazione Continua 2006, pagg. 168- 177 e Rapporto 2007 pagg. 138 – 154. 56 Cfr. Rapporto sulla Formazione Continua 2008. Dati aggiornati a novembre 2008. Da novembre 2008 opera anche il Conto Individuale Aziendale (CIA) previsto dal Regolamento di For.Te approvato in data 27 novembre 2008. È dedicato alle aziende che occupano complessivamente più di 250 dipendenti che ne hanno fatto esplicita richiesta. Le aziende possono infatti richiedere al Fondo di attivare il Conto Individuale entro il 31 gennaio di ogni anno. Con il CIA l’azienda può accumulare il 70% di quanto versato a For.Te. a partire dalla data di attivazione.

Page 86: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

86

che hanno un costo contenuto, compreso tra i 2.500 e i 5.000 euro, evidentemente relazionati alla tipologia dei Piani individuali; dall’altra, vi è una quota altrettanto rilevante di Piani con un costo di oltre 100.000 euro (oltre il 35%). In questo caso si tratta di grandi Piani articolati in numerosi progetti che coinvolgono il 95% dei lavoratori e oltre il 65% delle imprese; tra di essi sono presenti senz’altro i settoriali e i territoriali ma, soprattutto, i Piani delle grandi imprese. I costi unitari per singolo partecipante sono effettivamente contenuti. La maggior parte dei partecipanti è stata coinvolta in attività di breve respiro (circa il 62% in iniziative di durata inferiore alle 40 ore). Il costo orario (ottenuto dal rapporto tra il costo totale dei Piani e il monte ore di formazione) è pari a 6,6 euro; anch’esso, quindi, molto contenuto rispetto a quanto riscontrato tradizionalmente. Tab. 1 - Dimensione finanziaria per Piano, impresa, partecipante (euro)

per Piano per Impresa per Partecipante Costo unitario totale 138.089,6 65.889,5 361,1 Costo unitario fondo 73.825,9 35.226,1 193,1 Costo unitario privato 64.263,8 30.663,5 168,1

Fonte: elaborazioni ISFOL - Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua – Italia lavoro S..p.A. su dati del Sistema permanente di monitoraggio delle attività finanziate dai FPI Sistema Nexus L’analisi delle finalità dei Piani (così come dichiarate dai proponenti) offre una chiave di lettura centrale circa i contenuti e gli obiettivi dell’azione formativa: ed è inoltre una di quelle dimensioni che può fornire informa-zioni strategiche a tutti quei soggetti impegnati nella programmazione e gestione delle politiche di sostegno alla Formazione Continua a livello territoriale e settoriale. Ogni singolo Piano formativo può avere più finalità. Per quanto riguarda le tematiche formative si registra una estrema varietà tra i diversi Progetti. Le più frequenti incidono sui diversi ambiti di competenza relativi alle funzioni vitali caratteristiche delle imprese del terziario (oggetto prevalente del test condotto), come la gestione aziendale, la vendita e il marketing, l’amministrazione e le abilità personali. Accanto ad esse spiccano anche tematiche trasversali come le lingue e soprattutto la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Per ciò che concerne le metodologie formative si conferma fin troppo l’impronta tradizionale. Gli indicatori pongono in evidenza come l’aula sia di fatto la metodologia presente in tutti i progetti e marginalmente siano presenti il training on the job e la partecipazione a convegni, workshop ed attività outdoor.

Page 87: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

87

L’estensione delle singole iniziative è, ovviamente, una variabile di fondamentale importanza. Emerge una forte polarizzazione tra iniziative di brevissima durata (fino ad 8 ore), nelle quali è stato coinvolto circa un terzo dei destinatari, accanto ad iniziative più lunghe, superiori alle 80 ore, che coinvolgono un significativo 21%. In sintesi, la maggioranza delle iniziative ha una durata inferiore alla 40 ore.57 Alcune esperienze di programmazione Nell’ambito della loro programmazione annuale, come è stato osservato, i Fondi Paritetici Interprofessionali definiscono criteri e modalità per la raccolta, la valutazione ed il finanziamento delle proposte formative provenienti dalle imprese che aderiscono ai Fondi. L’adesione al Fondo e il relativo contributo non determinano un diritto individuale dell’impresa ad utilizzare tali risorse per interventi formativi, ma definiscono, piuttosto una finalità mutualistica dei contributi tra le imprese. A titolo puramente esemplificativo si richiama lo schema dei Soggetti del sistema della formazione professionale continua nei Fondi: - il Ministero del Lavoro con funzioni di indirizzo e di vigilanza sulle attività svolte e sulla gestione delle risorse finanziarie (fase di start up); - Organizzazioni datoriali; - Organizzazioni sindacali; - INPS: certifica le adesioni(DM10/2) trattenendo una commissione per la sua attività di raccolta e redistribuzione delle risorse da esse derivanti; - Datore di lavoro: azienda o gruppi di aziende;Soggetto attuatore dell’attività formativa; - Soggetto proponente dell’attività formativa - Soggetto beneficiario: generalmente il lavoratore assunto con contratto di lavoro subordinato (tipologie diverse possono essere previste nelle disposizioni contenute nei singoli bandi emessi dagli organi dei Fondi)58 .

57 Cfr. Rapporto sulla FC 2008, op.cit. pagg. 94 -102. Qui è possibile consultare le stime e proiezioni frutto del lavoro del gruppo congiunto Isfol ed Italia Lavoro che cura il sistema permanente di monitoraggio delle attività formative finanziate dai Fondi Paritetici Interprofessionali i cui risultati sono stati riportati nelle loro conclusioni essenziali. 58 In linea generale i destinatari dell’attività formativa sono i lavoratori e le lavoratrici delle imprese tenute a versare il contributo di cui all’art. 12 della legge n. 160/1975, così come modificato dall’art. 25 della legge quadro sulla formazione professionale n. 845/1978 e successive modificazioni. Sono inclusi tra i destinatari dell’attività formativa anche i lavoratori stagionali che nell’ambito dei 12 mesi precedenti la presentazione del piano abbiano lavorato alle dipendenze d'imprese assoggettate al contributo di cui sopra e iscritte al fondo.

Page 88: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

88

Le comunicazioni dei Fondi vengono adeguatamente pubblicizzate presso le imprese aderenti attraverso le procedure e con l’utilizzo degli strumenti che ciascun Fondo riterrà più opportuni (es. informative sul bollettino periodico delle organizzazioni, comunicazioni dirette alle imprese aderenti, campagne pubblicitarie sulla stampa locale o nazionale, pubblicazione sul sito, etc.). Una volta pubblicato l’avviso, l’azienda (o in proprio o avvalendosi della consulenza di Soggetti Attuatori59 incaricati di elaborare il Piano Formativo) stilerà il progetto da presentare direttamente al Fondo. I Piani Formativi da finanziare saranno poi valutati e selezionati dagli organi del Fondo che provvederanno a stilare e rendere pubblica la graduatoria di aggiudicazione. Alcuni Fondi utilizzano anche un metodo diverso da quello dell’Avviso per mettere a disposizione delle aziende le risorse accantonate. È il caso ad esempio, come sarà più dettagliatamente descritto, di Fondimpresa e Foncoop rispettivamente con il Conto Formazione e il Conto Formativo Aziendale. In sostanza si tratta di una procedura più agevole e diretta di finanziamento per le aziende. Il fondo provvede ad accantonare una percentuale sostanziosa dello 0.30% che l’impresa versa al fondo tramite l’INPS su un conto che rimane disponibile per l’azienda che può utilizzarlo per la formazione dei propri dipendenti, sempre attraverso la presentazione dei Piani Formativi, nei modi e nei tempi che ritiene più opportuni senza quindi dover attendere la pubblicazione dell’Avviso. Prima di elaborare il vero e proprio Progetto da presentare sono necessarie una serie di azioni preliminari, oltre naturalmente l’aver provveduto ad iscriversi al Fondo prescelto. Fra queste, individuare un Ente (generalmente definito Soggetto Attuatore) a cui affidare l’incarico di elaborare un Piano formativo tarato sulle esigenze della singola azienda; molte imprese infatti (soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni) non hanno al loro interno le risorse e le competenze necessarie per definire e realizzare tutte le azioni che un piano formativo efficace richiede. Per far ciò è quindi necessario affidare formalmente l’incarico ad un Ente o Agenzia formativa specializzata. Per far sì che il Piano che si elaborerà sia effettivamente tagliato sulle esigenze dell’azienda e risulti quindi efficace per la formazione dei propri

59 A parte il caso in cui la formazione venga svolta dall’impresa stessa che si avvale di proprie strutture per soggetto attuatore si intendono: università, pubbliche o private, o strutture ad esse collegate; soggetti accreditati per lo svolgimento di attività di formazione finanziata presso una delle regioni italiane;c) soggetti accreditati presso i fondi, secondo il Regolamento stesso; soggetti in possesso della certificazione di qualità in base alla norma Uni En Iso 9001:2000 settore Ea 37

Page 89: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

89

dipendenti dovrebbe essere cura del Soggetto Attuatore rilevare i reali fabbisogni formativi dell’azienda. Dopo aver rilevato i fabbisogni dell’azienda e definito gli obiettivi da raggiungere con il piano formativo, si provvederà a stilare un primo studio che servirà per poter avviare il confronto con le Parti Sociali da cui poi scaturirà la vera e propria proposta progettuale. A questo punto è necessario il coinvolgimento delle Parti Sociali per la presentazione e approvazione da parte dei Fondi del progetto. Bisognerà stilare un accordo che dovrà essere sottoscritto tra l’azienda e le Parti Sociali che dovrà contenere obiettivi e metodologie che verranno impiegati nello svolgimento del Piano Formativo. Alcuni bandi emessi dai Fondi possono prevedere l’Assistenza Tecnica e il supporto da parte degli Enti Bilaterali Territoriali e/o settoriali.60 A questo punto si può procedere all’elaborazione della vera e propria proposta progettuale da presentare, contenente tutte le informazioni necessarie. In genere i vari Fondi mettono a disposizione delle aziende un formulario da compilare. Una volta preparato il Piano formativo, come ultima procedura, bisognerà allegare al progetto una serie di documenti a supporto della proposta. La procedura per costruire i piani formativi aziendali, settoriale, territoriali vede al centro della sua struttura la collaborazione e la concertazione fra le parti sociali che devono insieme definire i fabbisogni formativi dei lavoratori delle aziende coinvolte. Schematicamente tale elemento (in presenza o anche in assenza di avvisi) è possibile rappresentarlo secondo la seguente tabella che rappresenta una sorta di modello ideale, elaborata nell’ambito di un documento unitario delle Segreterie regionali di CGIL, CISL e UIL dell’Emilia Romagna61.

60 I principali Enti Bilaterali nazionali sono: AGRIFORM Ente Bilaterale Nazionale per la formazione in agricoltura; COOP-FORM Ente Bilaterale Nazionale Formazione Ambiente; EBIT Ente Bilaterale Industria Turistica; EBITEMP Ente Bilaterale Nazionale per il Lavoro Temporaneo; EBITEV Ente Bilaterale Territoriale della Vigilanza Privata; EBINTER Ente Bilaterale Nazionale del Terziario; EBNA Ente Bilaterale Nazionale Artigianato; EBNT Ente Bilaterale Nazionale del Turismo; ENBICREDITO Ente Bilaterale Nazionale per il settore del Credito; ENFEA Ente Nazionale per la Formazione e l'Ambiente; ENIPG Ente Nazionale Istruzione Professionale Grafica; FORMEDIL Ente Nazionale per l'adde-stramento professionale nell'edilizia; QUADRIFOR Istituto per la Formazione dei Quadri del Terziario. 61 Documento CGIL CISL UIL Emilia Romagna, Formazione Continua e Fondi Interprofessionali, luglio 2003, pag. 6.

Page 90: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

90

Cosa si fa Chi deve farlo A chi va trasmesso

Piattaforma RSU oppure i tre sindacati di categoria congressuale

Accordo aziendale/ territoriale

L’azienda ed la RSU oppure l’azienda e i tre sindacati di categoria provinciali

Ai sindacati di categoria confederali – Associazioni dei datori di lavoro – articolazioni del fondo nazionali e regionali.

Progetto formativo L’ente di formazione All’azienda ed alla RSU oppure ai tre Sindacati confederali di categoria provinciali.

Piano formativo L’ente di formazione All’azienda ed alla RSU oppure ai tre Sindacati confederali di categoria provinciali prima dell’invio al Fondo nazionale.

Inizio delle attività L’ente di formazione

Verifica e valutazione delle attività

L’azienda ed la RSU oppure l’azienda e i tre sindacati di categoria provinciali

Fondo nazionale, ai sindacati provinciali di categoria.

Le imprese che presentano i Piani debbono cofinanziarli, in quanto gli interventi di Formazione Continua da realizzare nel quadro dei bandi dei fondi si configurano come aiuti di Stato e devono quindi rispettare le normative comunitarie in materia.62 Per co-finanziamento si intende che la formazione dovrà avvenire in orario di lavoro, fatto salvo per gli stagionali che potrà effettuarsi anche prima o alla scadenza del periodo di lavoro. Altra forma di co-finanziamento può essere la messa a disposizione di strutture aziendali e/o di esperti aziendali. I Fondi Paritetici Interprofessionali, oltre alle modalità descritte utilizzano anche altri sistemi di programmazione e gestione. Tali procedure rappresentano la vera novità nel panorama generale delle attività di Formazione Continua svolte all’interno del quadro normativo e finanziario nazionale. Attualmente, tali processi di gestione sono utilizzati da quattro Fondi (Fondimpresa, Fondirigenti, Foncoop e For.Te) e sono rispettivamente denominati: Conto formazione, Conto Formativo aziendale e Conto individuale. Nell’ambito del presente lavoro prenderemo in 62 Gli interventi di Formazione Continua si configurano come aiuti di Stato e devono quindi rispettare le normative comunitarie in materia. Le imprese dovranno scegliere per quale regime optare tra: − Regolamento CE n. 800/2008 del 6 agosto 2008 relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti destinati alla formazione; Regolamento CE n. 69/2001 e successivo n. 1998/2006 del 15 dicembre 2006 relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti d’importanza minore (“de minimis”).

Page 91: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

91

considerazione le modalità gestionali riferite a Fondimpresa e Foncoop che, per numero di aziende aderenti, numero lavoratori e presenza sul territorio, in particolare in Umbria, possono rappresentare un utile esempio esemplificativo. Per ciò che riguarda il funzionamento e le modalità di gestione del Conto Formazione è possibile delinearne le seguenti principali caratteristiche, in particolare in riferimento a Fondimpresa. Secondo dati pubblicati dallo stesso Fondo63, sono oltre 225.000 i lavoratori formati dall'inizio del 2007, con 2.679 piani, per un finanziamento di Fondimpresa oltre i 105 milioni di euro. Fondimpresa accantona nel conto individuale di ciascuna azienda aderente, una quota pari al 70% del contributo obbligatorio dello 0,30% sulle retribuzioni dei propri dipendenti versato al Fondo tramite l'INPS. Le risorse finanziarie che affluiscono nel "Conto formazione" sono a completa disposizione dell'azienda titolare, che può utilizzarle per fare formazione ai propri dipendenti nei tempi e con le modalità che ritiene più opportuni, sulla base di Piani formativi aziendali o interaziendali condivisi dalle rappresentanze delle parti sociali. A titolo esemplificativo si riporta nel box alcune informazioni di base riferite alle modalità di presentazione dei Piani formativi pubblicate sul sito internet di Fondimpresa desunte dalla Guida alla gestione e rendicontazione dei Piani Formativi Aziendali “Conto Formazione” Aggiornamento dell’ 8 aprile 2009.

Il Piano formativo aziendale finanziato con il "conto formazione" consiste in un progetto che contiene le motivazioni, gli obiettivi e l'articolazione delle azioni formative che l'impresa intende svolgere per soddisfare i fabbisogni di adeguamento o sviluppo delle competenze e delle professionalità dei propri lavoratori, con esclusione dei dirigenti, in tutte le principali aree di attività aziendale. Il Piano formativo può avere una durata massima di 12 mesi della data di avvio della attività formative, deve esporre il preventivo dei costi da sostenere per la realizzazione delle attività e deve essere condiviso con un accordo sottoscritto dalle rappresentanze delle parti sociali, a livello aziendale, territoriale, o di categoria. Più imprese aggregate possono partecipare ad un Piano formativo di carattere interaziendale, individuando tra loro una impresa capofila alla quale conferiscono un mandato alla gestione con contestuale procura all'incasso.

63 Trattasi di dati presentati sul sito di Fondimpresa.

Page 92: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

92

La presentazione del Piano I Piani formativi finanziati con il "conto formazione" devono essere presentati dalle imprese aderenti, in forma singola o associata, con le modalità indicate nella Guida alla gestione e rendicontazione dei Piani Formativi Aziendali - Conto Formazione. L'attivazione e la presentazione del Piano formativo avvengono utilizzando l'applicazione informatica di Fondimpresa all'indirizzo http://pf.fondimpresa.it, una volta effettuata la registrazione dell'azienda interessata. Dopo avere compilato "on line", anche in più sessioni di lavoro, le voci previste per la descrizione del Piano e delle azioni formative, e aver acquisito il relativo accordo con le organizzazioni sindacali, l'azienda può inviare il Piano a Fondimpresa direttamente tramite il sistema informatico. Il Piano stampato e sottoscritto dal legale rappresentante dell'impresa, con i suoi allegati in originale, deve essere poi spedito all'indirizzo di Fondimpresa. Il Piano Formativo può essere presentato in qualunque momento dell’anno. I piani formativi aziendali presentati a valere sul “Conto Formazione” di Fondimpresa devono prevedere un finanziamento minimo di Fondimpresa pari a 4.000 euro ed avere un valore minimo complessivo, comprensivo della quota a carico dell’impresa proponente, almeno pari a 6.000 euro. I piani del “Conto Formazione” che prevedono l’utilizzo esclusivo del voucher formativo, devono prevedere un finanziamento minimo di Fondimpresa pari a 800 euro ed avere un valore minimo complessivo, comprensivo della quota a carico dell’impresa proponente, almeno pari a 1.200 euro. Istruttoria e valutazione dei piani L'istruttoria del Piano formativo presentato consiste nella verifica della sua conformità ai criteri previsti nella "Guida alla gestione e rendicontazione dei Piani Formativi Aziendali - Conto Formazione" e viene effettuata da Fondimpresa con le proprie Articolazioni Territoriali (Organismi Bilaterali Regionali) entro 30 giorni dalla loro trasmissione tramite il sistema informatico. In caso di esito positivo della verifica, anche in ordine ai requisiti di adesione ed alla regolarità contributiva dell'impresa, Fondimpresa comunica all'azienda interessata l'autorizzazione a dare corso alle attività. Il finanziamento del Piano a valere sul "conto formazione" dell'azienda viene determinato con delibera del Consiglio di Amministrazione di Fondimpresa.

64 Vds per maggiori dettagli, Guida alla gestione e rendicontazione dei Piani Formativi Aziendali “Conto Formazione” Aggiornamento dell’ 8 aprile 2009.

Page 93: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

93

Il finanziamento Ciascuna impresa aderente può richiedere il finanziamento del Piano formativo condiviso con le rappresentanze sindacali fino ad un massimo dei due terzi del costo complessivo preventivato, e comunque nei limiti delle disponibilità finanziarie risultanti sul proprio "conto formazione" al momento della presentazione del Piano a Fondimpresa. In caso di presentazione di un Piano formativo interaziendale, ciascuna impresa partecipante indica il finanziamento richiesto per le attività formative di suo interesse a valere sul proprio "conto formazione" e conferisce per tale importo un mandato alla gestione con contestuale procura all'incasso all'azienda capofila del Piano. In ogni caso l'azienda proponente deve concorrere al costo totale del Piano con un importo almeno pari ad un terzo. L'erogazione del finanziamento da parte di Fondimpresa avviene con bonifico bancario sul conto corrente comunicato dall'azienda, a seguito dell'approvazione del rendiconto finale delle spese sostenute per il Piano formativo, che deve essere inviato al Fondo entro 12 mesi dalla presentazione del Piano formativo, con le modalità indicate nella "Guida"64 alla gestione e rendicontazione dei Piani Formativi Aziendali - Conto Formazione". L'impostazione dei piani formativi condivisi In concomitanza con l'avvio della fase a regime del Fondo, Confindustria Cgil Cisl e Uil, hanno concordato le linee guida per un'omogenea impostazione dei piani formativi condivisi. Il protocollo d 'intesa, stipulato il 14.02.08, indica il livello appropriato di stipulazione degli accordi sindacali.

Le risorse del “Conto formazione” possono finanziare fino ai due terzi della spesa complessiva di ciascun Piano formativo, mentre il restante terzo resta a carico dell'impresa titolare e può essere coperto con la spesa sostenuta per i propri dipendenti in relazione alle ore di partecipazione alle attività di formazione. Secondo il Nuovo Regolamento, conseguente al Nuovo Accordo interconfederale del novembre 2008, per gli anni 2009 e 2010 questa possibilità è applicabile anche ai dipendenti in cig. Il Nuovo Regolamento prevede anche il passaggio da 4 a 2 anni della durata del periodo nel quale le risorse trasferite dall'Inps per ciascuna azienda aderente rimangono a disposizione esclusiva della medesima nel rispettivo Conto Formazione. A partire dal 2009, le risorse accantonate, non utilizzate dalle rispettive aziende nei due anni successivi al loro trasferimento, possono essere destinate al finanziamento delle attività formative, e di quelle ad esse propedeutiche, promosse direttamente dal Fondo in favore del complesso delle aziende

Page 94: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

94

aderenti, tramite il Conto di Sistema. Questa modifica ha lo scopo di consentire un impiego efficace delle risorse, evitando l'accumulo di residui finanziari e mettendo le risorse non utilizzate più rapidamente a disposizione. In Appendice (all. 7) riportiamo a titolo esemplificativo le principali comunicazioni tra Fondimpresa e l’azienda utilizzatrice. Tali schemi sono tratti dalla Guida alla gestione rendicontazione disponibile sul sito internet del Fondo65. Nel caso del Conto formativo aziendale utilizzato da Foncoop, alcuni elementi che ne caratterizzano il funzionamento soggiacciono alle medesime regole già illustrate in riferimento a Fondimpresa quali ad esempio: la disponibilità aziendale,66 i soggetti abilitati a presentare i piani67, l’accordo fra le parti sociali, la valutazione per l’ammissibilità dei piani formativi. Più in dettaglio, come indicato nei documenti di gestione del Fondo e relativi allegati, i soggetti beneficiari sono le imprese che abbiano aderito a Fon.Coop ed in possesso di una disponibilità aziendale pari o superiore a € 3.000 e che alla data di presentazione del piano sono ancora aderenti o, in caso di revoca, hanno reiterato l’adesione al Fondo e che si impegnino a rimanere aderenti per il tempo di realizzazione e rendicontazione del piano Oppure le imprese che, pur non raggiungendo da sole la soglia dei 3.000 €, si aggregano tra loro e raggiungono insieme la disponibilità richiesta, ovvero “quota 3.000” e che alla data di presentazione del piano sono ancora aderenti o, in caso di revoca, hanno reiterato l’adesione al Fondo e che si impegnino a rimanere aderenti per il tempo di realizzazione e rendicon-tazione del piano.

65 http://www.fondimpresa.it/Come_funziona/Il_conto_formazione/info702875036.html 66 La disponibilità aziendale corrisponde ai versamenti annui effettuati da ogni impresa (0,30%) all’Inps (e quindi al Fondo) al netto degli impieghi attualmente previsti sia in applicazione del Regolamento Fon.Coop che di specifiche determinazioni del Consiglio d’Amministrazione. La disponibilità aziendale per l’anno di competenza è determinata da Fon.Coop sulla base dei dati di versamento che comunica l’Inps al Fondo per ogni impresa aderente. 67 singole imprese aderenti a Fon.Coop;consorzi di imprese aderenti per i propri lavoratori e per i lavoratori delle imprese consorziate aderenti; società capogruppo aderenti per i propri lavoratori e per i lavoratori delle società controllate o partecipate aderenti; Ati o Ats di più imprese aderenti anche da costituire formalmente dopo l’approvazione del contributo; Enti di formazione su incarico di imprese aderenti anche in Ati o Ats fra di loro. Gli Enti o società di formazione devono essere accreditati presso la Regione territorialmente competente per le attività previste dal piano. Gli organismi di formazione non accreditati presso la Regione competente devono essere accreditati presso il Fondo secondo le modalità previste nel Regolamento di accreditamento delle strutture formative presso Fon.Coop.

Page 95: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

95

Come già nel caso di Fondimpresa, il Conto formativo aziendale finanzia i cd. Piani formativi aziendali concordati con i rappresentanti sindacali dei lavoratori. Il Fondo richiede che il piano68 sia concordato con tutte le organizzazioni sindacali afferenti CGIL-CISL-UIL in quanto socie del Fondo. I principali vincoli sono: - prevedere l’accordo di concertazione del piano tra le parti sociali; - contenere l’indicazione della scelta sul regime d’aiuti alla formazione dell’impresa beneficiaria; - prevedere un minimo di 16 ore formative per partecipante ad eccezione di quanto previsto per i seminari e per i voucher; - prevedere 1 solo voucher a favore di un singolo lavoratore e un massimo di 5 voucher aventi ad oggetto lo stesso percorso formativo da realizzarsi nel medesimo arco temporale; - prevedere un massimo del 35% di spese per attività propedeutiche e attività non formative in itinere e finali; - prevedere l’utilizzo di modalità formative quali l’affiancamento, il training on the job e il coaching: ma tali attività non possono assorbire più del 35% del tempo di formazione fruito da ogni singolo partecipante; - le imprese beneficiarie devono impegnarsi a rimanere aderenti per il tempo di realizzazione e rendicontazione del piano; Le azioni previste dal piano formativo devono essere avviate entro 30 giorni dalla data di comunicazione dell’approvazione del contributo e previa sottoscrizione della Convenzione e concludersi entro i 12 mesi dalla data di inizio attività salvo proroghe autorizzate dal Fondo. Le imprese che hanno una disponibilità pari o superiore ad € 3.000, non hanno termini di scadenza, le imprese possono presentare i piani quando hanno necessità di svolgere la formazione. Le imprese che hanno, invece una disponibilità inferiore ai € 3.000 e che decidono di aggregarsi devono

68 Ciascun piano può prevedere le seguenti attività: Attività propedeutiche: ricerca (es: rilievo di fabbisogni formativi), orientamento, selezione dei partecipanti, bilanci di competenze, formazione formatori; Attività formative: corsi di formazione in presenza, sostegno all’utenza svantaggiata, action learning, stage, e-learning, corsi in modalità Fad on line e off line, formazione individuale, voucher, ecc. E’ considerato ammissibile l’uso di modalità formative quali l’affiancamento, il training on the job e il coaching: ma tali attività non possono assorbire più del 35% del tempo di formazione fruito da ogni singolo partecipante; Attività in itinere e finali non formative: certificazione delle competenze acquisite, attività di monitoraggio in itinere, attività di valutazione in itinere e finale, attività di comunicazione e diffusione di risultati, etc. Sono ammissibili al contributo, oltre alle attività sopra descritte, uno o più voucher individuali di formazione.

Page 96: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

96

obbligatoriamente rispettare la scadenza di volta in volta indicata per la presentazione dei piani formativi aziendali69. Le risorse a valere sul Conto Formativo delle imprese sopra la soglia di disponibilità di 3000 euro non utilizzate vengono accantonate e cumulate per un massimo di 5 anni. Le imprese nell’arco dei 5 anni possono utilizzare in tutto o in parte le risorse disponibili quando sorge una specifica necessità formativa. Se entro i 5 anni di accumulo consentiti l’impresa non utilizza in alcun modo la disponibilità accumulata il valore del primo anno viene sottratto alla disponibilità dell’impresa e assegnato da Fon.Coop al Fondo di Rotazione con il quale Fon.Coop, mediante Avvisi, finanzia altre tipologie di Piani. Le imprese sotto la soglia dei 3.000 euro di disponibilità che non si aggregano e non utilizzano il proprio conto formativo presentando un piano formativo concordato entro la data di scadenza indicata perdono la propria disponibilità. Inoltre le imprese con una disponibilità inferiore ai 3.000 euro non cumulano le risorse come nel caso delle imprese con disponibilità pari o superiore ai 3.000 euro. Le imprese che singolarmente o in forma aggregata utilizzano il proprio Conto Formativo non possono ottenere contributi sul Fondo di Rotazione relativo alle risorse dello stesso anno di competenza del Conto Formativo. Le imprese che utilizzano il proprio Conto Formativo non potranno ottenere contributi a valere sul Fondo di Rotazione. Una impresa che abbia una disponibilità pari o superiore a euro 3.000 che decide di concorrere, singolarmente o in forma associata, al Fondo di Rotazione e ne ottiene un contributo perde la disponibilità sul proprio conto formativo per due annualità. Oltre all’esame di ammissibilità i piani aziendali sono sottoposti ad esame di “conformità” dal Fondo secondo i seguenti criteri: - coerenza del piano formativo con i fabbisogni organizzativi, professionali, formativi; - coerenza della struttura progettuale e delle modalità formative con gli obiettivi formativi; - rispetto nella scelta dei partecipanti del principio di pari opportunità in coerenza con l’organico aziendale; - sistema di monitoraggio e valutazione; - congruità del preventivo rispetto agli obiettivi, alle azioni e al numero dei partecipanti previsti.

69 Cfr., Linee guida per la presentazione di piani formativi aziendali concordati a valere sul Conto formativo del 2009, Foncoop.

Page 97: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

97

E’ facoltà del Consiglio d’Amministrazione del Fondo proporre, sulla base di valutazioni tecniche, la riparametrazione del contributo richiesto da parte del proponente. Per le domande presentate il Fondo si impegna a comunicare al soggetto proponente l’esito dell’istruttoria entro trenta giorni lavorativi dal ricevimento della domanda di contributo. Gli obblighi del soggetto attuatore sono: - inviare a Fon.Coop la Convenzione firmata entro i 30 giorni dalla data di comunicazione dell’approvazione del contributo; - iniziare le attività previste dal piano previa comunicazione al Fondo, non oltre il 30esimo giorno dalla data di comunicazione dell’approvazione del contributo; - realizzare il piano formativo nei tempi previsti dal presente Avviso; - realizzare il piano nelle modalità approvate dal Fondo ed indicate nel formulario di presentazione; - rispettare il preventivo economico presentato e approvato salvo quanto diversamente disposto nel Manuale di gestione dei piani; - inviare il rendiconto finale dei piani entro e non oltre 45 giorni dalla fine delle attività. Inoltre, nell’accettare il contributo il soggetto attuatore si impegna incondizionatamente a sottoporsi ai controlli in itinere ed ex post disposti dal Fondo; inoltre si impegna a fornire i dati di monitoraggio in itinere del piano ogni qual volta ne sia richiesto dal Fondo o dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Gli avvisi pubblici per la raccolta delle proposte formative Nelle pagine seguenti viene fornita una schematizzazione delle principali caratteristiche degli Avvisi pubblici dei Fondi Paritetici Interprofessionali, considerando quelli attualmente aperti70. In particolare sarà data evidenza di quelli emanati da Fondimpresa71, Foncoop72, Fondo Artigianato Forma-

70 Per quelli emanati negli anni precedenti, vds. I Rapporti al Parlamento sulla FC, op. cit. 71 Nel 2008 Fondimpresa ha promosso quattro Avvisi. L'Avviso 1/2008 ha stanziato finanziamenti per piani formativi dedicati alle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro. L'Avviso 2/2008 ha messo a disposizione 60 milioni di euro per attività formative di ogni tipo. L'Avviso 3/2008 è stato rivolto a stimolare l'uso del Conto Formazione da parte delle imprese che, per fattori dimensionali, non accantonano risorse sufficienti a fare formazione. E' a disposizione 1 milione di euro per contributi aggiuntivi, che finanziano piani formativi presentati dalle imprese aderenti, che abbiano valore fino a 8.000 euro. L'impresa mette le risorse che ha accantonato, Fondimpresa copre la parte mancante. L'Avviso 4/2008 è stato rivolto a incentivare il ricorso a metodologie innovative di erogazione della formazione. E

Page 98: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

98

zione (FART)73, For.te74, Fondo Formazione Pmi (FAPI)75, Fondo Professioni76 e Fon.Dir77 in quanto offrono una sufficiente descrizione di

stato di carattere sperimentale, e come tale è stato circoscritto a 6 regioni. Sono stati messi a disposizione 2 milioni di euro 72 Le Parti Sociali hanno deciso di costituire un Fondo specifico per le imprese cooperative in ragione dell’importanza della cooperazione nell’economia italiana presente in tutti i settori produttivi e in particolar modo in quelli ad alto valore sociale e al servizio di tutti i cittadini; della specificità di questa forma d’impresa che coniuga: crescita imprenditoriale, gestione democratica, equità distributiva, sviluppo delle persone che in essa lavorano. La mission di Fon.Coop è promuovere pratiche di Formazione Continua concordate presso le imprese cooperative assegnando, con specifiche modalità,(Conto formativo aziendale, Fondo di Rotazione, Piani settoriali e territoriali, Iniziative speciali) contributi per:piani formativi aziendali e individuali, settoriali e territoriali; azioni di sviluppo del sistema bilaterale della Formazione Continua: analisi del fabbisogno formativo; formazione formatori; servizi formativi alle piccole e medie imprese. 73 Fondartigianato compie la sua missione tramite le sue articolazioni dislocate sull’intero territorio nazionale. Per venire incontro alle necessità delle aziende e dei lavoratori tramite un contatto immediato siamo presenti nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome italiane.Le Articolazioni Regionali sono articolazioni interne del Fondo, sono costituite dal Comitato Paritetico e dal Gruppo Tecnico di Valutazione e svolgono attività di indagine, orientamento, promozione degli interventi formativi; valutano e predispongono la graduatoria dei progetti e realizzano il monitoraggio secondo le modalità e le indicazioni del Fondo; sono di supporto al Fondo nella definizione degli indirizzi e nella programmazione periodica delle attività; si rapportano con le istituzioni regionali e con i livelli regionali e territoriali delle parti sociali costituenti il Fondo. 74 For.Te. è il Fondo paritetico per la Formazione Continua dei dipendenti delle imprese che operano nel Terziario: Commercio, Turismo, Servizi, Logistica, Spedizioni, Trasporti. Possono aderire al Fondo le imprese italiane che operano in tutti i settori economici. La principale attività del Fondo è quella di mettere a disposizione delle aziende e dei lavoratori risorse per il finanziamento di piani formativi aziendali, territoriali, settoriali e individuali.” Il successo delle aziende e dei lavoratori, nel raggiungimento dei rispettivi obiettivi, è anche il successo di For.Te. Dal 2009, For.Te. finanzia i Piani formativi con modalità differenziate. Per le aziende che occupano complessivamente più di 250 dipendenti, può essere istituito, a richiesta, un conto individuale che consente l’accumulo del 70% di quanto versato dall’azienda, successivamente alla data di istituzione del conto e trasferito dall’INPS al Fondo (art. 5 Regolamento Forte). Le aziende che occupano fino a 250 dipendenti e le aziende che, pur avendone irequisiti, non abbiano richiesto l’istituzione del con to individuale possono accedere al finanziamento dei Piani formativi a valere sulle risorse messe a disposizione nel conto generale, mediante Avvisi (art. 6 Regolamento For.Te.). Le aziende aderenti a Forte, che abbiano dichiarato nel DM10/2 un numero di dipendenti superiore a 250, entro il 31 gennaio di ogni anno possono richiedere al Fondo l’attivazione del Conto Individuale. Tale conto individuale resta attivo, salvo espresso recesso da parte dell’azienda stessa. L’adesione ed il recesso dal Conto Formazione sono volontari. Fermo restando il contributo alle spese di gestione del Fondo e alle spese propedeutiche, sarà accantonata, sul Conto Individuale attivato, una quota pari al70% di quanto versato annualmente dall’azienda medesima, per la realizzazione di Piani Formativi. Le risorse potranno essere accumulate sul CIA per un periodo massimo pari a 36 mesi, allo scadere del quale, in caso di mancato utilizzo, il Fondo

Page 99: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

99

alcune modalità operative di finanziamento e gestione di attività di Formazione Continua promosse da quei Fondi che per tipologia di imprese aderenti, destinatari, settori produttivi di riferimento hanno, come è noto, un particolare e cospicuo impatto sul tessuto socio-economico dell’Umbria.

destinerà al conto generale il primo anno di versamento inutilizzato. I Piani Formativi possono essere presentati a For.Te. con cadenza bimestrale. I Comitati di Comparto procedono alla valutazione dei Piani Formativi, al massimo entro 30 giorni dalla data di presentazione I Piani Formativi non possono superare i 12 mesi dalla data di avvio delle attività, indicata nel Piano. La presentazione dei Piani avviene on line, attraverso la Piattaforma dedicata al CIA. Per ogni Piano Formativo presentato, l’azienda dovrà inviare in formato cartaceo al Fondo la richiesta di finanziamento, l’accordo sindacale e la dichiarazione di scelta del Regime di aiuti di Stato, ai fini del calcolo del co-finanziamento obbligatorio. Se il Piano consiste in un “voucher formativo” dovranno essere indicati: Profilo del/i lavoratore/i, programma didattico e calendario del corso, nonché il soggetto erogatore della formazione. 75 Il modello generale di funzionamento del Fondo è stato definito nelle sue linee fondamentali nello Statuto. Uno degli aspetti più rilevanti riguarda la relazione tra la struttura nazionale del Fondo e le sue articolazioni regionali. Il Fondo è infatti basato su un modello organizzativo decentrato a livello regionale che faciliterà la definizione della politica e degli interventi di Formazione Continua in un rapporto più stretto con le Imprese e, quindi, più rispondente ai bisogni specifici delle realtà lavorative, aziendali e produttive. Le parti sociali costituenti il Fondo hanno espresso l’intenzione di voler sviluppare le politiche formative attraverso il metodo della negoziazione e con l’obiettivo di finanziare piani formativi aziendali – territoriali, settoriali, regionali, interregionali e nazionali – in coerenza con la programmazione regionale e: In accordo con la politica comunitaria e nazionale orientata allo sviluppo della formazione professionale e della Formazione Continua; In considerazione del fatto che le parti sociali possano svolgere un ruolo importante nell’ambito della Formazione Continua; In considerazione della specificità e della rilevanza delle Pmi nel sistema economico italiano; In considerazione della necessità di valorizzare i lavoratori nel corso della vita e dell’importanza del loro aggiornamento in relazione all’introduzione di nuove tecnologie e di nuovi metodi di produzione 76 Fondoprofessioni promuove e finanzia piani/progetti formativi aziendali, territoriali, settoriali ed individuali, finalizzati al consolidamento e allo sviluppo delle competenze delle/dei lavoratrici/lavoratori, per rispondere in maniera adeguata alle esigenze di occupabilità e per accrescere la capacità competitiva degli studi professionali e delle aziende collegate. L’impegno assunto da Confprofessioni, Confedertecnica, Cipa e Filcams CGIL, Fisascat CISL, UILTuCS UIL ha permesso di dotare il mondo delle professioni di un importante strumento diretto e consapevole per la crescita degli studi professionali e dell’intero comparto. Con l’adesione al Fondo ogni professionista potrà finanziare la formazione dei propri dipendenti sulla base delle effettive esigenze e senza alcun costo aggiuntivo, scegliendo di destinare a Fondoprofessioni il contributo già comunque obbligatorio mensile dello 0,30% e segnalando tale scelta nel modello DM10. 77 FONDIR promuove e finanzia Piani di Formazione Continua, concordati tra le Parti sociali, per i Dirigenti che operano nel settore del terziario qualificando, così, la presenza sul mercato delle aziende e la professionalità dei dirigenti. Opera attraverso l’emanazione di avvisi per la presentazione di Piani formativi e per l’assegnazione di voucher per iniziative formative

Page 100: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

100

Di tali Avvisi sarà data evidenza agli elementi salienti: le eventuali priorità; la tipologia dei lavoratori coinvolti; la tipologia e modalità d’intervento; i contributi unitari concessi; i vincoli relativi alle durate degli interventi, al costo ora allievo.

Page 101: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

101

Gli avvisi pubblici dei dei Fondi Paritetici Interprofessionali

Fon.Coop Avviso n. 9 2009 Fondo di rotazione risorse 2007 Piani formativi aziendali concordati Priorità Finanziamento di Piani di Formazione Continua, aziendali e pluriaziendali, concordati tra le imprese e le OO.SS a favore di

imprese aderenti al Fondo e di soci lavoratori/lavoratrici e di lavoratori/lavoratrici in esse occupati Soggetti beneficiari Imprese ed altri organismi che siano:

- aderenti a Fon Coop alla data di presentazione del Piano - si impegnino a rimanere aderenti a Fon.Coop per almeno il tempo di realizzazione e rendicontazione del piano

formativo; - non abbiano utilizzato il Conto Formativo sulle risorse 2007; - non siano beneficiari di contributi a valere sull’Avviso 8 del 1 aprile 2008; - dichiarino di non aver presentato domanda per l’accesso agli ammortizzatori sociali (ordinari o in deroga) e di non

fruire di ammortizzatori sociali (ordinari o in deroga) per i propri lavoratori al momento della presentazione del piano

Tipologia di lavoratori coinvolti

Soci lavoratori/lavoratrici dei suddetti soggetti beneficiari; lavoratori/lavoratrici, comprendenti dipendenti a qualsiasi titolo e, in deroga alla normativa vigente, apprendisti e titolari di contratti a progetto, dei suddetti soggetti beneficiari

Tipologia e modalità d’intervento

Piani aziendali standard (attività formative) Piani aziendali complessi (il piano ripercorre l’intero cicli formativo e possono prevedere metodologie formative innovative) Le azioni considerate ammissibili possono essere: 1. attività propedeutiche; 2. attività formative. Anche seminari (destinati ad un gruppo ristretto di persone con finalità di perfezionamento su un tema specifico, minimo 8 ore). Affiancamento, training on the job e coaching (max 35% del tempo previsto per una attività formativa. Nel caso di paini complessi questo percentuale può essere elevata al 50%) 3. Voucher individuali di formazione (Nell’ambito del medesimo piano formativo max 1 voucher per singolo lavoratore e max 5 voucher per lo stesso percorso formativo da realizzarsi nel medesimo arco temporale 4. Attività in itinere e finali non formative (certificazione delle competenze, attività di monitoraggi in itinere etc…

Durata in ore degli interventi

Devono essere previste minimo 16 ore di formazione per partecipante

Contributi unitari ll contributo non può eccedere l’importo messo a bando per l’area territoriale e per la tipologia di piano. Ogni impresa può beneficiare di un contributo massimo correlato alla sua dimensione (da un max di 50.000 euro ad un min. di 6.000) Per i voucher individuali max 1.500 € Nel caso di piani formativi in cui siano previste solo azioni formative con modalità voucher la percentuale degli altri costi ammissibili deve essere max il 35%

Page 102: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

102

Nel caso di Piani complessi la quota massima per attività propedeutiche può passare dal 35% al 50% a fronte di specifiche motivazioni

Costo/ora allievo Il costo varia da 16 € a 24 € per numero di imprese beneficiarie E’ escluso il costo dei lavoratori in formazione

Fon.Coop Avviso n. 10 del 6 maggio 2009 Piani formativi settoriali concordati Priorità Finanziamento di Piani di Formazione Continua settoriali, (agro-alimentare e pesca; commercio, consumo e distribuzione;

industria, credito, assicurazioni e mutue; settore socio-sanitario assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo; trasporti e servizi) concordati con le Organizzazione di Rappresentanza delle imprese e le OO.SS, a favore di imprese aderenti al Fondo e di soci lavoratori/lavoratrici e di lavoratori/lavoratrici in esse occupati Alto valore strategico sarà assegnato ai Piani settoriali che includano più Regioni ed abbiano un alto livello di partenariato e per i quali l’accordo sia sottoscritto dagli organismi nazionali di settore Formazione sulla sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro

Soggetti beneficiari Imprese ed altri organismi che siano: - aderenti a Fon Coop alla data di presentazione del Piano - si impegnino a rimanere aderenti a Fon.Coop per almeno il tempo di realizzazione e rendicontazione del piano formativo; - dichiarino di non aver presentato domanda per l’accesso agli ammortizzatori sociali (ordinari o in deroga) e di non fruire di ammortizzatori sociali (ordinari o in deroga) per i propri lavoratori al momento della presentazione del piano

Tipologia di lavoratori coinvolti

Soci lavoratori/lavoratrici dei suddetti soggetti beneficiari e lavoratori/lavoratrici, comprendenti dipendenti a qualsiasi titolo e, in deroga alla normativa vigente, apprendisti e titolari di contratti a progetto, dei suddetti soggetti beneficiari che non stiano fruendo o abbiano presentato domanda, al momento della presentazione del piano, di ammortizzatori sociali anche in deroga.

Tipologia e modalità d’intervento

Piani settoriali (il piano ripercorre l’intero cicli formativo e possono prevedere metodologie formative innovative ed il coinvolgimento nella realizzazione del piano di Università, Enti ed Istituzioni di ricerca qualificate) Il monitoraggio sarà svolto dall’Ente Bilaterale nazionale Coop-Form Le azioni considerate ammissibili possono essere: 1. attività propedeutiche; 2. attività formative. Anche seminari (destinati ad un gruppo ristretto di persone con finalità di perfezionamento su un

tema specifico, minimo 8 ore). Affiancamento, training on the job e coaching (max 35% del tempo previsto per una attività formativa. Nel caso di paini complessi questo percentuale può essere elevata al 50%)

3. Voucher individuali di formazione (Nell’ambito del medesimo piano formativo max 1 voucher per singolo lavoratore e max 5 voucher per lo stesso percorso formativo da realizzarsi nel medesimo arco temporale

4. Attività in itinere e finali non formative (certificazione delle competenze, attività di monitoraggi in itinere etc… Durata in ore degli interventi

Devono essere previste minimo 16 ore di formazione per partecipante

Page 103: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

103

Contributi unitari Ogni singolo piano settoriale deve prevedere un contributo miniimo di 100.000 € e dentro i limiti previsti da ciascun settore. Ogni impresa può beneficiare di un contributo massimo correlato alla sua dimensione (da un max di 50.000 euro ad un min. di 6.000 - Per i voucher individuali max 1.500 € la quota massima per attività propedeutiche e le attività in itinere non può superare il 35% del costo totale del piano.

Costo/ora allievo Il costo varia da 24 € a 28 € correlato al numero di imprese beneficiarie E’ escluso il costo dei lavoratori in formazione

Fon.Coop Avviso n. 11 del 6 maggio 2009. Piani concordati per interventi formativi di sostegno a imprese e lavoratori colpiti dalla crisi economica

Priorità Piani formativi concordati tra le imprese.le Organizzazioni di rappresentanza delle imprese e le OO.SS a favore di imprese aderenti al Fondo colpite dalla crisi economica

Soggetti beneficiari Imprese ed altri organismi che siano: - aderenti a Fon Coop alla data di presentazione del Piano - si impegnino a rimanere aderenti a Fon.Coop per almeno il tempo di realizzazione e rendicontazione del piano

formativo; - dichiarino di fruire di ammortizzatori sociali anche in deroga per i propri lavoratori o abbiano presentato domanda

di ammortizzatori sociali, al momento della presentazione del piano Tipologia di lavoratori coinvolti

Soci lavoratori/lavoratrici dei suddetti soggetti beneficiari e lavoratori/lavoratrici, comprendenti dipendenti a qualsiasi titolo e, in deroga alla normativa vigente, apprendisti e titolari di contratti a progetto, dei suddetti soggetti beneficiari che stiano fruendo o abbiano presentato domanda, al momento della presentazione del piano, di ammortizzatori sociali anche in deroga.

Tipologia e modalità d’intervento

Piani Formativi di tipo A: piani aziendali o pluriaziendali per lavoratori che stiano fruendo o per i quali sia stata effettuata domanda di ammortizzatori sociali in deroga. Un piano può essere considerato ammissibile anche se presentato da una singola impresa. Le attività devono prevedere esclusivamente attività formative. Piani Formativi di tipo B: piani pluriaziendali per politiche attive di sostegno all’occupazione. Il piano deve essere pluriaziendale. Per questa tipologia è possibile prevedere la partecipazione nella misura massima del 50% di destinatari che non siano nelle condizioni previste dalla tipologia A. Il piano ripercorre l’intero ciclo formativo e possono prevedere metodologie formative innovative ed il coinvolgimento nella realizzazione del piano di Università, Enti ed Istituzioni di ricerca qualificate) Il monitoraggio sarà svolto dall’Ente Bilaterale nazionale Coop-Form Le attività ammissibili sono: 1. individuazione di un eventuale partenariato di imprese interessate all’assorbimento dei lavoratori in esubero; 2. attività propedeutiche per l’occupabilità (ricerca, partenariato per la riconversione, ristrutturazione ed il rilancio delle

imprese e aggiornamento, riqualificazione ed occupabiilità dei lavoratori) 3. attività propedeutiche per la formazione; 4. attività formative Anche seminari (destinati ad un gruppo ristretto di persone con finalità di perfezionamento su un tema

Page 104: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

104

specifico, minimo 8 ore). Affiancamento, training on the job e coaching (max 35% del tempo previsto per una attività formativa. Questa percentuale può essere elevata al 50% a fronte di specifiche motivazioni;

5. Voucher individuali di formazione (Nell’ambito del medesimo piano formativo max 1 voucher per singolo lavoratore e max 5 voucher per lo stesso percorso formativo da realizzarsi nel medesimo arco temporale

6. Attività in itinere e finali non formative (certificazione delle competenze, attività di monitoraggi in itinere etc Le risorse per i Piani di tipo A sono ripartite su aree territoriali Le risorse per i Piani di tipo B sono assegnate per ogni scadenza secondo una lista unica nazionale

Costo/ora allievo Devono essere previste minimo 16 ore di formazione per partecipante Contributi unitari Ogni impresa può beneficiare di un contributo massimo correlato alla dimensione (min. 12.000 € max 100.00 €)

Per i voucher individuali max 1.500 € la quota massima per attività di individuazione di un eventuale partenariato di imprese e le attività propedeutiche per l’occupabilità non può superare il 15% del costo totale del piano Le attività propedeutiche ad iniziative formative e le attività in itinere e finali non formative non possono eccedere il 30% del costo totale del piano presentato Nel caso di un paino formativo in cui siano previste esclusivamente azioni formative con modalità voucher la percentuale degli altri costi ammissibili non può superare il 35% del costo totale (escluso il costo dei lavoratori in formazione)

Costo/ora allievo Piani di tipo A: contributo max 20 € ora/allievo Piani di tipo B Contributo max 26 € ora/allievo E’ escluso il costo dei lavoratori in formazione

FONDIR Avviso 1/09 del 9 dicembre 2008 Interventi per la promozione di Formazione Continua per i dirigenti delle imprese

del tarziario Priorità Piani formativi, rispondenti ad esigenze aziendali, settoriali, territoriali e individuali. Soggetti beneficiari I Piani formativi individuali e aziendali sono presentati ed attuati da:

a) Imprese che aderiscono a FONDIR, esclusivamente per i propri dirigenti, o in caso di Gruppo, per quelli di altre imprese dello stesso Gruppo; in caso di gruppo di imprese, il presentatore può essere l’impresa capogruppo o una delle imprese del gruppo8; b) Consorzi di imprese che aderiscono a FONDIR costituite ai sensi dell’art. 2602 del codice civile, per i propri dirigenti o per quelli delle aziende consorziate; c) Associazioni Temporanee di Impresa e/o Associazioni Temporanee di Scopo. Relativamente alle Associazioni Temporanee di Impresa e/o Associazioni Temporanee di Scopo, il capogruppo dovrà essere uno dei soggetti di cui al punto a) o b). I soggetti di cui ai punti a), b), c), potranno affidare la realizzazione dell’attività formativa ad un organismo di formazione, accreditato per lo svolgimento di attività di formazione finanziata presso una delle regioni italiane, oppure in possesso della certificazione di qualità in base alla norma UNI EN ISO 9001:2000 I Piani settoriali o territoriali, che riguardano esclusivamente il Comparto Commercio-turismo-servizi e Logistica-spedizioni-trasporto,

Page 105: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

105

possono essere presentati ed attuati, oltre che dai soggetti di cui ai punti a), b) e c) anche dalle Associazioni territoriali e di categoria aderenti alle organizzazioni costituenti il Fondo, nonché dagli organismi bilaterali partecipati dalle associazioni costituenti il Fondo e/o dalle organizzazioni alle stesse aderenti/affiliate Questi soggetti, possono essere individuati come “Soggetto Responsabile del Piano formativo” e/o come soggetti attuatori solo qualora siano strutture accreditate per lo svolgimento di attività di formazione finanziata presso una delle regioni italiane, oppure in possesso della certificazione di qualità in base alla norma UNI EN ISO 9001:2000 settore EA 37 Per i Piani che prevedono solo percorsi individuali, il Soggetto presentatore dovrà essere anche Soggetto Responsabile del Piano e dovrà coincidere con l’impresa beneficiaria della formazione. I Piani saranno singolarmente esaminati, approvati e finanziati, in ordine cronologico di presentazione a FONDIR, fino ad esaurimento delle risorse.

Tipologia di lavoratori coinvolti

I destinatari dell’attività formativa sono i dirigenti delle imprese che hanno aderito a FONDIR al 31 ottobre 20082. Il requisito di iscrizione al Fondo, da parte delle aziende beneficiare della formazione, deve essere mantenuto fino al termine previsto per la rendicontazione del Piano.

Tipologia e modalità d’intervento

Le attività formative devono configurarsi come interventi di alta formazione. Solo per i Piani settoriali e territoriali possono essere previste attività propedeutiche alla formazione. I Piani formativi finanziabili, per il Comparto Commercio-turismo-servizi e Logistica-spedizioni-trasporto, possono essere individuali, aziendali, settoriali o territoriali I Piani formativi finanziabili per il Comparto Creditizio-finanziario e Assicurativo possono essere Piani individuali e aziendali Il Piano aziendale può riguardare più aziende dello stesso Gruppo, inclusa o meno, l’azienda capogruppo. Il Piano aziendale, settoriale, territoriale può comprendere progetti, in cui il percorso formativo coinvolge più di un partecipante (progetti collettivi), e uno o più progetti individuali. Solo per i Piani formativi settoriali o territoriali del Comparto Commercio-turismo-servizi e Logistica-spedizioni-trasporto dovrà essere indicato almeno il 50% del numero dei partecipanti individuando le loro aziende, mentre il restante 50% dei partecipanti potrà essere individuato solo numericamente, e quindi non indicando le loro aziende. Il Piano individuale può comprendere esclusivamente uno o più progetti individuali. Le imprese dovranno individuare i corsi sulla base di cataloghi formativi di: università, pubbliche o private organismi di formazione, accreditati per lo svolgimento di attività di formazione finanziata presso una delle regioni italiane, oppure in possesso della certificazione del Sistema di Gestione per la Qualità per il settore EA 37 rilasciato in base alla norma UNI EN ISO 9001:2000, Le attività propedeutiche previste per i Piani settoriali e territoriali possono essere finanziate dal Fondo fino ad un massimo del 20% del contributo richiesto a Fondir per l’intero Piano. Le attività propedeutiche possono prevedere azioni di promozione, ricerche, analisi dei fabbisogni, formazione dei formatori e pubblicazione dei risultati; tali azioni non rappresentano attività di formazione a favore di aziende; pertanto le risorse che le finanziano non costituiscono aiuti di Stato ai sensi degli artt. 87 e 88 del Trattato CE e quindi su detti importi non sarà richiesto il cofinanziamento privato previsto dal Reg (CE) 800/2008.

Durata in ore Non viene indicato un numero minimo di ore di formazione

Page 106: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

106

degli interventi Contributi unitari

Per il Comparto Creditizio-Finanziario e Assicurativo, il contributo concesso da FONDIR per ogni singolo Piano non potrà superare l’importo di Euro 100.000,00. Se la formazione è rivolta ad un numero di dirigenti superiore a 16 il massimale del Piano formativo è fissato in Euro 200.000,00 Per il Comparto Commercio, servizi, turismo e Logistica, spedizioni, trasporto il contributo concesso da FONDIR per ogni singolo Piano individuale o aziendale non potrà superare l’importo di Euro 80.000,00 e per ogni singolo Piano settoriale o territoriale non potrà superare l’importo di Euro 100.000,00 Il contributo massimo per ogni singolo dirigente in formazione non potrà superare € 6.000,00, anche se il dirigente partecipa a più Piani presentati su questo Avviso. contributi saranno erogati dal Fondo in un’unica soluzione alla chiusura delle attività previste dal Piano, previa giustificazione e rendicontazione delle spese sostenute. Il soggetto responsabile del Piano dovrà predisporre, entro 30 giorni dalla fine delle attività, il rendiconto delle spese sostenute e la relazione finale sulle attività svolte. FONDIR provvederà ad inviare controlli sulle spese sostenute e rendicontate.

Costo/ora allievo

Il parametro massimo di contributo erogato da FONDIR per un’ora di formazione per allievo (costo ora/allievo) è fissato in € 90,00, escluso il costo del lavoro dei dirigenti in formazione che potrà costituire la quota di cofinanziamento delle imprese al Piano. Il contributo per i progetti individuali per un’ora di formazione per allievo (costo ora/allievo) è fissato in € 100,00 fermo restando i massimali per ogni singolo dirigente precedentemente evidenziati. Gli importi indicati sono comprensivi di IVA, se dovuta.

FONDIR Avviso 2/09 del 23 febbraio 2009 - Modalità per la richiesta dei voucher formativi per i dirigenti delle imprese iscritte a Fondir

Priorità Iniziative di formazione individuale Soggetti beneficiari Tipologia di lavoratori coinvolti

I destinatari dei voucher sono i dirigenti delle imprese che hanno aderito a FONDIR Il requisito di iscrizione al Fondo, da parte delle aziende beneficiare della formazione, deve essere mantenuto fino al termine previsto per la rendicontazione del Piano individuale

Tipologia e modalità d’intervento

Iniziative scelte dalla Bacheca Fondir (Inziative di FC la cui realizzazione è a cura di Università, enti o organismi operanti nel campo della formazione manageriale e dell’alta formazione) Nella Bacheca sono inserite le seguenti tipologie formative: seminari (iniziative formative di approfondimento tematico); corsi (iniziative formative articolate su diversi argomenti specialistici) laboratori (iniziative di apprendimento guidato e assistito, es. outdoor training, animazione teatrale La Bacheca è articolata nelle seguenti aree tematiche: gestione aziendale, amministrazione qualità; informatica; tecniche di produzione; impatto ambientale; marketing e vendite; lingue; contabilità, finanza

Page 107: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

107

Le iniziative non presenti in bacheca: le imprese possono indicare le iniziative a cui intendono partecipare specificando: struttura, tipologia del voucher, area tematica, durata, costo

Durata in ore degli interventi

I seminari devono essere di durata non superiore alle 24 ore I corsi hanno una durata compresa fra le 8 ore ed un massimo di 60 ore; I Laboratori hanno una durata non superiore alle 40 ore

Contributi unitari

Per ogni dirigente l’impresa potrà beneficiare di un voucher massimo di € 6.000 Il voucher è erogato all’impresa richiedente a conclusione delle attività previste La domanda per richiedere il/i voucher con i realtivi allegati dovrà essere presentata dall’impresa on-line nell’apposita area dedicata. I rapporti saranno regolati nella Convenzione che sarà sottoscritta tra Fondir e l’impresa dopo la pubblicazione della lista dei Piani individuali ammessi a finanziamento Il singolo voucher coprirà esclusivamente il costo della dell’iniziativa/e di formazione. Altre eventuali spese non saranno riconosciute.

Costo/ora allievo

Non viene indicato un costo orario, ma un contributo massimo per ogni singola iniziativa a secondo del Comparto, della durata e della tipologia Comparto commercio-turismo-servizi, Logistica-spedizioni – trasporto e settori diversi Seminari da 8 ore Max €2.000 Seminari fra le 8 e le 16 ore: max € 3.000 Oltre 16 ore max 24 ore € 4.000 Corsi oltre 8 ore fino a 16 ore: € 3.000 Corsi oltre 16 ore fino 24 ore: max €4.000 Corsi oltre le 24 ore fino a 40 ore: max €5.000 Corsi oltre 40 ore fino ad un max di 60 ore max € 6.000 Laboratori Fino ad 8 ore: max € 2.000 Oltre 8 ore fino a 16 ore max. €3.000 Oltre 16 ore fino a24 ore max. € 4.000 Oltre 24 ore fino a 40 ore max €4.000 Comparto creditizio – finanziario , Assicurativo Seminari Fino ad 8 ore max € 3.000 Oltre 8 ore e fino a 16 ore max. € 4.000 Oltre 16 ore fino a 24 ore max. € 5.000 Corsi Oltre 8 ore fino a 16 ore max. € 4.000 Oltre 16 ore fino a 24 ore max. € 5.000 Oltre 24 ore max. € 6.000 Laboratori

Page 108: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

108

Fino ad 8 ore € 3.000 Oltre 8 ore fino a 16 ore max. 4€ 4.000 Oltre 16 ore fino a 24 ore max. € 5.000 Oltre 24 ore max. €6.000

Fondimpresa78 Avviso n. 1/2009 Sicurezza e sul lavoro e tutela della salute dei lavoratori Priorità Piani formativi condivisi tra le parti sociali riconducibili a Fondimpresa, rivolti alla formazione per l’innalzamento dei livelli di

sicurezza sul lavoro e di salute dei lavoratori e delle lavoratrici delle imprese aderenti a Fondimpresa, ai sensi dell’art. 118 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, nonché dell’art. 6, comma 2, lettera b), del Regolamento di Fondimpresa. Il finanziamento di Fondimpresa è finalizzato alla realizzazione dei Piani formativi in ambiti aziendali, territoriali e settoriali, anche multi regionali. Presenza di lavoratori maggiormente soggetti al rischio di infortunio sul lavoro: lavoratori non italiani, lavoratori di età inferiore a 32

anni, lavoratori assunti da meno di 12 mesi. II) Presenza, in misura superiore al 30%, di aziende appartenenti ai settori di attività economica con maggiore frequenza infortunistica:

lavorazione metalli, lavorazione di minerali non metalliferi, legno e prodotti in legno, costruzioni, estrazione di minerali, articoli in gomma e materie plastiche, fabbricazione mezzi di trasporto, trasporti, magazzinaggio e comunicazioni, macchine ed apparecchi meccanici.

III) Presenza, in misura superiore al 30%, di lavoratori provenienti da imprese aderenti con meno di 150 dipendenti. IV) Presenza di iniziative che coinvolgano in modo significativo lavoratrici. V) Presenza di percorsi di sviluppo integrato delle competenze gestionali, di processo e comportamentali in materia di tutele della

salute e prevenzione e protezione dai rischi sui luoghi di lavoro. VI) Presenza di obiettivi e di interventi volti a:

- promuovere l’assunzione di comportamenti adeguati nell’ambito di una corretta e sistemica gestione della salute e sicurezza in azienda;

- favorire l’analisi degli infortuni accaduti e degli infortuni mancati, per la conseguente progettazione della formazione dei lavoratori;

- promuovere la comunicazione aziendale finalizzata a favorire l’assunzione di un ruolo attivo da parte dei lavoratori; - promuovere la progettazione, la realizzazione e l’utilizzo di materiali informativi e di supporto alla formazione, privilegiando la

multimedialità, con un linguaggio positivo e basato sull’esperienza. VII) Condivisione del Piano formativo a livello territoriale nonché a livello delle categorie competenti.

78 Per le principali fasi che regolano i rapporti fra Fondimpresa e Soggetto Attuatore vds. Linee Guida alla gestione e rendicontazione del Piano formativo Avviso n. 1/2009 Sicurezza sul lavoro e tutela della salute dei lavoratori. In Appendice (all. 8) , ne riportiamo uno schema esemplificativo tratto dal documento citato disponibile sul sito di Fondimpresa.

Page 109: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

109

VIII) Cantierabilità del Piano, con particolare riferimento a: - presenza di lettere di manifestazione di interesse di imprese già aderenti a Fondimpresa indicanti un numero di lavoratori

destinatari delle azioni formative superiore al 60% dei partecipanti coinvolti; - Soggetto Proponente già costituito alla data di presentazione del Programma.

Soggetti beneficiari a) le imprese beneficiarie dell’attività di formazione oggetto della presente procedura per i propri dipendenti; b) gli enti di cui all’art. 1 della legge 40/87 riconosciuti dal Ministero del Lavoro e P.S.; c) gli enti accreditati per attività di formazione secondo le normative regionali, oppure in possesso della certificazione di qualità in

base alla norma UNI EN ISO 9001:2000, settore EA 37, per le sedi di svolgimento delle attività formative; d) le Università pubbliche e private riconosciute; e) gli Istituti tecnici che rilasciano titoli di istruzione secondaria superiore; f) altri soggetti, pubblici o privati, legittimati a svolgere le attività oggetto della presente procedura.

Fondimpresa si riserva di escludere dal finanziamento i Piani formativi presentati da Soggetti che si siano resi gravemente inadempienti nei confronti del Fondo nell’ambito dei precedenti Avvisi. Rientrano tra le gravi inadempienze, se sussistenti alla data di presentazione della domanda di finanziamento, ove scaduti i relativi termini, il mancato avvio delle attività formative o la mancata presentazione della documentazione completa di rendiconto, in relazione a Piani finanziati con gli Avvisi precedenti.

Tipologia di lavoratori coinvolti

I lavoratori, occupati in imprese che hanno aderito a Fondimpresa prima dell’avvio dell’azione formativa alla quale partecipano, per i quali esista l’obbligo del versamento del contributo integrativo di cui all’art. 25 della legge n. 845/1978.

Tipologia e modalità d’intervento

I Piani formativi possono riguardare esclusivamente le seguenti tipologie ed aree tematiche, anche in forma integrata: a. Salute e Sicurezza Interventi formativi finalizzati all’incremento della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro,

in una logica di sistema, e al miglioramento dei livelli di prevenzione e protezione contro gli infortuni e le malattie professionali.

b. Gestione ambientale e sicurezza

Azioni formative inerenti ad aspetti di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, direttamente connessi al Sistema di Gestione Ambientale.

c. Sistemi di gestione integrati

Sviluppo delle competenze in materia di sicurezza e di tutela della salute nell’ambito di interventi per la introduzione di sistemi di gestione della sicurezza o di sistemi di gestione integrata qualità, ambiente, sicurezza.

Tutte le azioni e le attività relative a ciascun Piano formativo devono concludersi entro 7 (sette) mesi dalla data di ricevimento della comunicazione di finanziamento del Piano stesso da parte di Fondimpresa Un Piano formativo si identifica in un piano organico di azioni, nel quale devono essere previste: a) Attività preparatorie, di accompagnamento e attività non formative, il cui costo non deve superare il 15% del valore complessivo del Piano.

Nell’ambito di tali attività possono essere sviluppate le seguenti tipologie di intervento, rivolte alle imprese aderenti a Fondimpresa che manifestano l’interesse a partecipare al Piano, sia inizialmente che nel corso della sua esecuzione: a.1) Attività preparatorie e di accompagnamento

I. analisi della domanda;

Page 110: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

110

II. diagnosi e rilevazione dei bisogni formativi delle aziende beneficiarie, in coerenza con il documento di valutazione dei rischi.

III. definizione di competenze critiche o emergenti; IV. predisposizione di programmi operativi per la formazione del personale delle imprese beneficiarie, a livello

aziendale o interaziendale, territoriale o settoriale; V. definizione di metodologie e modelli di Formazione Continua in materia di sicurezza.

a.2) Attività non formative I. progettazione delle attività del Piano; II. promozione delle attività e delle azioni del Piano; III. individuazione, selezione ed orientamento dei partecipanti; IV. monitoraggio e valutazione delle attività e delle azioni del Piano; V. diffusione e trasferimento dei risultati; VI. altre attività idonee a garantire la migliore riuscita delle azioni formative.

Le attività preparatorie e di accompagnamento e le attività non formative possono riguardare l’individuazione di panel di destinatari dell’intervento, significativi e rappresentativi dei fattori di rischio dei diversi settori produttivi considerati; il monitoraggio in itinere e la valutazione ex post per la messa a punto e la definizione di metodi, strumenti e procedure replicabili in altri interventi.

b) Attività di erogazione della formazione, sulla base delle modalità definite nei progetti esecutivi presentati a Fondimpresa. Le modalità di erogazione della formazione ammissibili sono: Aula: Sessioni di formazione in ambiente strutturato (interno o esterno all’impresa). Seminari: Organizzazione di seminari o partecipazione a seminari o ad eventi di aggiornamento e scambio professionale, aziendali, interaziendali o esterni all’azienda. Action learning: Sessioni di apprendimento programmate centrate sui processi di lavoro FAD:Attività di FADoL o di autoformazione assistita anche da prodotti FAD Affiancamento, training on the job, coaching: Attività formative che abbiano particolare attenzione ai comportamenti da tenere nel rispetto della prevenzione, protezione e tutela della salute e sicurezza sul lavoro, utilizzando anche nuovi metodi di apprendimento:

Le attività di FAD, affiancamento, training on the job, coaching, non possono assorbire più del 40% del tempo di formazione, a meno che il maggiore utilizzo non sia adeguatamente motivato in relazione alla natura delle azioni ed alla tipologia di destinatari. Le organizzazioni firmatarie dell’accordo corrispondente al Piano formativo devono nominare, prima della presentazione del medesimo Piano, un Comitato di Pilotaggio composto pariteticamente dai propri rappresentanti. Il Comitato ha funzioni di indirizzo attuativo e di supervisione. Inoltre, detto Comitato fornisce a Fondimpresa le informazioni a supporto dell’avvenuta formazione in coerenza con il Piano condiviso e con le sue eventuali modificazioni. Il Comitato deve definire le proprie modalità di funzionamento ed iniziare i propri lavori prima dell’avvio delle attività del Piano.

Durata in ore degli interventi

Le azioni formative devono avere una durata non inferiore alle 8 ore e non superiore alle 80 ore. Azioni formative di durata inferiore alle 8 ore o superiore alle 80 ore possono essere contemplate solo se giustificate nel Piano formativo e previste dal relativo accordo fra le Parti Sociali o se ritenute necessarie e validate dal Comitato Paritetico di Pilotaggio.

Page 111: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

111

Contributi unitari

Ciascun Piano formativo deve prevedere, a pena di inammissibilità, un finanziamento di Fondimpresa non inferiore ad euro 70.000,00 (settantamila/00) e non superiore ad euro 200.000,00 (duecentomila/00). L’erogazione del finanziamento concesso avviene con le seguenti modalità:

- un anticipo pari al 65% dell’importo del finanziamento, da richiedere entro 60 giorni dalla data di comunicazione di ammissione al finanziamento. L’anticipo è erogato, a condizione che siano state formalizzate le condizioni di finanziamento ed avviate le attività formative del Piano, entro 20 giorni dalla presentazione di una fideiussione bancaria o di compagnia assicurativa, redatta secondo lo schema riportato nell’Allegato n. 4 del presente Avviso, a copertura dell’intera somma anticipata;

- il saldo dell’importo del finanziamento concesso, se dovuto, entro 90 giorni dall’approvazione della rendicontazione finale da parte di Fondimpresa.

La validità di ciascuna azione formativa viene riconosciuta da FONDIMPRESA solo se i partecipanti effettivi, cioè i lavoratori che hanno frequentato almeno il 65% delle ore di formazione programmate, sono almeno pari a 4 (quattro). Con un numero di partecipanti inferiore a 4 (quattro) l’azione formativa non viene considerata valida e nessun costo è riconosciuto da parte di FONDIMPRESA.

Costo/ora allievo

Ciascun Piano deve rispettare un parametro di costo massimo, al netto del costo dei partecipanti alla formazione, pari a 165,00 (centosessantacinque/00) euro per ora di corso svolta.

FONDO ARTIGIANATO SVILUPPO TERRITORIALE

Invito 1/09 per la realizzazione di attività di Formazione Continua per lo sviluppo territoriale nell’ambito di processi di riorganizzazione e/o ristrutturazione di aziende in crisi a sostegno del Mezzogiorno

Priorità a) sostenere e diffondere la cultura della Formazione Continua, particolarmente nelle piccole e nelle micro-imprese; b) rafforzare il sistema delle competenze e la competitività delle imprese in funzione dello sviluppo dei territori, dei settori

e degli specifici contesti produttivi locali. Ciò anche alla luce delle politiche e delle azioni poste in essere, in presenza di andamenti congiunturali negativi, a sostegno e difesa della capacità economica e produttiva dei contesti locali e della relativa occupazione;

c) offrire opportunità formative in ambito lavorativo, che favoriscano la valorizzazione del capitale umano, con priorità rivolta alla formazione professionalizzante;

d) favorire l’ampliamento della base dei beneficiari e degli utenti coinvolti nella formazione, consentendo così una più ampia diffusione dell’attività del Fondo;

e) realizzare modelli di riferimento condivisi di approccio metodologico, strumentale e di contenuti, per la diffusione di buone prassi;

f) sperimentare e rendere disponibile un modello di dichiarazione delle competenze acquisite durante l’esperienza formativa e spendibili sul mercato del lavoro regionale e interregionale;

g) favorire la messa a disposizione di imprese e lavoratori delle competenze ed esperienze formative utili a rispondere al fabbisogno formativo e alla realizzazione degli obiettivi declinati nel Piano e nel Progetto di riferimento, ovvero

Page 112: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

112

verificare la congruità di competenza ed esperienza in capo al soggetto presentatore e/o al partner di progetto di formazione;

h) favorire la predisposizione e realizzazione di interventi di Formazione Continua che, impiegando contestualmente sia i contributi del Fondo che le risorse individuate e rese disponibili dai soggetti pubblici e/o privati a livello regionale, integrino la platea dei destinatari creando più solide opportunità di crescita per il sistema “impresa

Soggetti beneficiari I soggetti beneficiari degli interventi previsti nei Progetti possono essere esclusivamente gli aderenti al Fondo che, alla data di presentazione del Progetto, abbiano provveduto a presentare all’INPS il mod. DM10/2 contenente il codice FART di adesione al Fondo ed il numero dei dipendenti interessati. Nel caso di Progetti che coinvolgano più soggetti beneficiari, la condizione di adesione alla data di presentazione del Progetto deve essere assolta per almeno il 50% dei soggetti dei quali viene allegata lettera di interesse al Progetto (come da successivo punto 3.). Per il restante 50%, l’adesione può essere effettuata anche successivamente ma, in ogni caso, prima dell’avvio delle attività formative. Gli stessi soggetti beneficiari non possono essere coinvolti in più di due Progetti presentati a valere sulla Linea di intervento A del presente Invito, ovvero in non più di un Progetto per linea di finanziamento I soggetti presentatori dei Progetti di formazione sono i titolari responsabili dei Progetti di Formazione e devono essere in regola con l’applicazione delle norme in materia di ambiente, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Essi possono essere:

• aziende aderenti (nei termini di cui al punto b. 1), sia in forma singola che associata, per i propri dipendenti; • parti sociali, in forma singola o associata, per la formazione dei propri dipendenti, ovvero per i lavoratori di cui al

punto b. 3); • enti di formazione e/o agenzie formative comunque accreditate presso le Regioni territorialmente competenti.

L’accreditamento dovrà essere adeguatamente documentato, anche a mezzo di dichiarazione sostitutiva resa ai sensi del D.P.R. n. 445/2000;

associazioni temporanee fra i predetti soggetti, alle quali possono partecipare inoltre le Università, gli istituti di Istruzione Superiore, istituti di ricerca con competenze comprovate e pertinenti alla realizzazione degli obiettivi formativi, fermo restando che i soggetti presentatori e titolari dei Progetti di formazione sono quelli sopra riportati. Il Fondo si riserva la facoltà di dichiarare non ammissibili i Progetti presentati da soggetti che, in relazione a precedenti interventi formativi finanziati dal Fondo, si siano resi gravemente inadempienti agli obblighi assunti nella presentazione o nello svolgimento degli interventi o nella fase di rendicontazione degli stessi

Tipologia di lavoratori coinvolti

− lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato, esclusi gli apprendisti; − lavoratori assunti con contratto di prestazione a tempo determinato. Per i lavoratori assunti a tempo indeterminato sono finanziabili iniziative formative:

a) da realizzare durante l’orario di lavoro, nei limiti previsti dalle leggi vigenti e dalla contrattazione collettiva;

b) da realizzare al di fuori dell’orario lavorativo, nei limiti previsti dalle leggi vigenti e dalla contrattazione collettiva tra le parti;

Page 113: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

113

Per i lavoratori con contratto a tempo determinato sono finanziabili iniziative formative, da realizzare in orario o fuori dell’orario di lavoro, purché il cumulo tra orario normale di lavoro e formazione non superi il limite di 48 ore settimanali.

Tipologia e modalità d’intervento

Sono ammessi a finanziamento soltanto i Progetti di formazione riferiti a specifici Piani Formativi finalizzati allo sviluppo territoriale, i quali dovranno essere predisposti sulla base degli indirizzi concordati tra le Parti Sociali costituenti il e delle priorità che, in relazione ai predetti indirizzi ed alle finalità generali dell’Invito, dovranno essere individuate a livello regionale dalle stesse Parti Sociali I Piani Formativi si possono articolare: - Settoriale: rivolti a tutte le aziende di un settore definito, in un qualunque ambito territoriale; - Territoriale: si rivolgono a tutte le aziende presenti su di un territorio circoscritto. Una specifica

dimensione dei Piani Formativi territoriali, di particolare interesse, può essere quella distrettuale, od ancora, di filiera: • Distrettuale: coinvolgono la rete delle aziende di più settori tra loro correlate nella filiera produttiva

integrata, si collocano in uno spazio territoriale circoscritto • Filiera: aziende collegate tra loro da un comune interesse merceologico – produttivo. Il Piano agisce su

tutto o parte del processo lavorativo del prodotto si può anche collocare in uno spazio territoriale di ampie dimensioni

- Intersettoriale: interessano più settori; - Interaziendale: interessano più aziende; - Aziendale : interessano una singola azienda e sono declinati quando il fabbisogno specifico non risulta essere compreso

all’interno del Piano formativo regionale per lo sviluppo territoriale; Individuale: interessano una pluralità di lavoratori con progetti di formazione individuali In presenza di Articolazioni Regionali costituite ed operanti alla scadenza di presentazione delle proposte progettuali, i Progetti sono ritenuti ammissibili e valutati dal Gruppo Tecnico di Valutazione istituito presso ciascuna Articolazione

Durata in ore degli interventi

La durata degli interventi formativi va da un minimo di 8 ore ad un massimo 40 ore per ciascun percorso e, laddove il Progetto preveda un solo percorso, i limiti orari dello stesso sono fissati in un minimo di 16 ore ed in un massimo di 80 ore. Il singolo specifico percorso può ripetersi in una o più edizioni.

Contributi unitari

Il budget finanziario, che non potrà prevedere un contributo complessivo da parte del Fondo superiore a 70.000 euro per ciascun Progetto, sarà:

1. specifico per singolo percorso 2. riassuntivo dell’insieme dei percorsi

Entro 30 giorni dalla ricezione da parte del Fondo della comunicazione di avvio delle attività e dell’accensione di apposita fideiussione a garanzia dell’80% del contributo concesso, il Fondo eroga la prima quota, pari all’80% del finanziamento globale. Entro 30 giorni dalla conclusione delle attività deve essere trasmessa la scheda di rendiconto riepilogativa delle spese sostenute (Allegato B3), completa di una dichiarazione redatta ai sensi del D.P.R. n. 445/2000 dal Legale Rappresentante del soggetto presentatore, attestante la veridicità dei dati contenuti nel rendiconto, oltre a:

• la scheda anagrafica dei destinatari: nome e cognome, Regione di residenza, ore di partecipazione all’iniziativa, motivi

Page 114: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

114

dell’eventuale abbandono (la scheda anagrafica dovrà prevedere i soli effettivi partecipanti, anche se parziali, all’azione formativa);

• la relazione finale, contenente tutti gli elementi caratterizzanti l’iniziativa e le eventuali competenze acquisite in uscita. A consuntivo possono essere ammessi spostamenti, rispetto al budget preventivo approvato, solo all’interno delle singole macrovoci, nella misura massima del 20%. Eventuali modifiche al budget approvato potranno essere richieste ed autorizzate dal Fondo Viene riconosciuto il 100% dei costi finanziabili solo a condizione che almeno il 66% dei destinatari, indicati nella scheda anagrafica, abbia partecipato ad almeno il 66% del totale delle ore previste; in caso contrario i rimborsi saranno riconosciuti in misura proporzionale alle ore allievo effettivamente realizzate

Costo/ora allievo

I limiti dei costi rimborsabili e, conseguentemente il contributo massimo erogabile per ogni intervento formativo devono essere coerenti con i seguenti parametri di costo

N° PARTECIPANTI COSTO GIORNATA FORMATIVA (*) PER PARTECIPANTE (€)

Min – Max FINO A 6 240 – 270 DA 7 A 12 180 – 210 DA 13 A 18 150 – 170 0LTRE I 18 130 – 150 Interventi trasversali: Informatica e Inglese di base – fino a 12 partecipanti 140 – 160 Interventi trasversali: Informatica e Inglese di base – oltre 12 partecipanti 120 – 135 Altri Interventi trasversali - fino a 12 partecipanti 150 – 170 Altri Interventi trasversali - oltre 12 partecipanti 130 – 150 (*) La durata della giornata formativa è commisurata in 8 ore

Per tutti i Progetti/percorsi professionalizzanti che utilizzino metodologie formative di coaching e/o studio di caso, gli importi minimo e massimo del parametro giornata formativa per partecipante sono incrementati di € 30. Per i singoli percorsi è possibile l’impiego di non più di due unità metodologiche tra loro abbinate e a scelta tra coaching, studio di caso, FAD e/o Project work: non è comunque possibile superare il 40% del totale delle ore di formazione previste complessivamente dal Progetto.

FONDO ARTIGIANATO Processi di riorganizzazione e/o ristrutturazione di aziende in crisi

Invito 1/09 per la realizzazione di attività di Formazione Continua per lo sviluppo territoriale nell’ambito di processi di riorganizzazione e/o ristrutturazione di aziende in crisi a sostegno del Mezzogiorno

Priorità a) sostenere e diffondere la cultura della Formazione Continua, particolarmente nelle piccole e nelle micro-

Page 115: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

115

imprese b) offrire opportunità formative in ambito lavorativo, che favoriscano la valorizzazione del capitale umano; c) rafforzare il sistema delle competenze e la competitività delle imprese per sostenere lo sviluppo dei territori, dei

settori e degli specifici contesti produttivi locali; d) realizzare modelli di riferimento condivisi di approccio metodologico, strumentale e di contenuti, per la diffusione di

buone prassi; e) sperimentare e rendere disponibile un modello di dichiarazione delle competenze acquisite durante l’esperienza

formativa e spendibili sul mercato del lavoro regionale e interregionale; f) favorire la messa a disposizione di imprese e lavoratori delle competenze ed esperienze formative utili a rispondere al

fabbisogno formativo e alla realizzazione degli obiettivi declinati nel Piano e nel Progetto di riferimento, ovvero verificare la congruità di competenza ed esperienza in capo al soggetto presentatore e/o al partner di progetto di formazione;

g) favorire la predisposizione e realizzazione di interventi di Formazione Continua che, impiegando contestualmente sia i contributi del Fondo che le risorse individuate e rese disponibili dai soggetti pubblici e/o privati a livello regionale, integrino la platea dei destinatari creando più solide opportunità di crescita per il sistema “impresa”.

Finalità Specifiche: • mettere a disposizione strumenti e risorse per fare fronte alle situazioni di crisi • contribuire al sostegno e al riposizionamento di settori produttivi e dei territori • creare sinergie tra i vari soggetti preposti alla realizzazione di azioni/interventi di politiche del lavoro e della formazione

Integrazione delle politiche e degli interventi: • promuovere e sostenere l’integrazione delle politiche del lavoro e della formazione, dello sviluppo economico/produttivo dei contesti locali, le azioni

e le risorse finanziarie ad esse mirate in applicazione dell’Accordo Stato - Regioni e Parti Sociali sottoscritto nel 2007: in tale ambito si collocano possibili forme di sostegno ad interventi di Formazione Continua destinati agli apprendisti ed agli imprenditori artigiani, anche attraverso eventuali intese con le Regioni finalizzate all’integrazione di politiche, azioni e risorse e/o eventuali ulteriori opportunità che potranno essere individuate per il tramite della bilateralità territoriale

Soggetti beneficiari I soggetti beneficiari degli interventi previsti nei Progetti possono essere esclusivamente gli aderenti al Fondo che, alla data di presentazione del Progetto, abbiano provveduto a presentare all’INPS il mod. DM10/2 contenente il codice FART di adesione al Fondo ed il numero dei dipendenti interessati e che si trovino in una delle condizioni di ricorso ad ammortizzatori sociali di natura pubblica e/o contrattuale, ovvero:

- riduzione dell’orario di lavoro con integrazione a carico degli Enti Bilaterali; - sospensione e/o contratti di solidarietà con trattamento integrativo a carico degli Enti Bilaterali; - sospensioni coperte da CIGS in deroga; - imprese artigiane rientranti nel campo di applicazione del trattamento straordinario di integrazione salariale (art. 12 della L.

223/91); - CIGO;

Page 116: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

116

- CIGS e riduzioni dell’orario di lavoro (contratti di solidarietà) senza integrazione a carico degli Enti Bilaterali. I soggetti che possono presentare i Progetti di formazione I soggetti presentatori dei Progetti di formazione sono i titolari responsabili dei Progetti di Formazione e devono essere in regola con l’applicazione delle norme in materia di ambiente, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Essi possono essere:

• aziende aderenti (nei termini di cui al punto a. 1), sia in forma singola che associata, per i propri dipendenti; • parti sociali, in forma singola o associata, per la formazione dei lavoratori di cui al punto a. 3); • enti di formazione e/o agenzie formative comunque accreditate presso le Regioni territorialmente competenti.

L’accreditamento dovrà essere adeguatamente documentato, anche a mezzo di dichiarazione sostitutiva resa ai sensi del D.P.R. n. 445/2000;

• associazioni temporanee fra i predetti soggetti, alle quali possono partecipare inoltre le Università, gli istituti di Istruzione Superiore, istituti di ricerca con competenze comprovate e pertinenti alla realizzazione degli obiettivi formativi, fermo restando che i soggetti presentatori e titolari dei Progetti di formazione sono quelli sopra riportati.

Il Fondo si riserva la facoltà di dichiarare non ammissibili i Progetti presentati da soggetti che, in relazione a precedenti interventi formativi finanziati dal Fondo, si siano resi gravemente inadempienti agli obblighi assunti nella presentazione o nello svolgimento degli interventi o nella fase di rendicontazione degli stessi

Tipologia di lavoratori coinvolti

Destinatari degli interventi formativi sono i lavoratori temporaneamente sospesi per crisi congiunturale, riorganizzazione e riduzione temporanea di attività, che si trovano in una delle condizioni di ricorso ad ammortizzatori sociali di natura pubblica e/o contrattuale

Tipologia e modalità d’intervento

Sono ammessi a finanziamento soltanto i Progetti di formazione riferiti alla intesa raggiunta tra le Parti Sociali costituenti il Fondo il 16 aprile 2009 Il predetto Accordo e l’Invito, infatti, regolano le fattispecie e le casistiche delle situazioni di crisi aziendali e gli obiettivi degli interventi formativi, consentendo la presentazione immediata (a sportello), dei Progetti. Ai fini della presentazione del Progetto di formazione, l’accordo per l’attivazione degli ammortizzatori sociali deve prevedere l’impegno a sviluppare interventi formativi mirati a realizzare le finalità specifiche e gli obiettivi del presente Invito

Durata in ore degli interventi

La durata degli interventi formativi va da un minimo di 8 ore ad un massimo 40 ore per ciascun percorso e, laddove il Progetto preveda un solo percorso, i limiti orari dello stesso sono fissati in un minimo di 16 ore ed in un massimo di 80 ore. Il singolo specifico percorso può ripetersi in una o più edizioni

Contributi unitari

Il budget finanziario sarà: 1. specifico per singolo percorso 2. riassuntivo dell’insieme dei percorsi

Entro 30 giorni dalla ricezione da parte del Fondo della comunicazione di avvio delle attività e dell’accensione di apposita fideiussione a garanzia dell’80% del contributo concesso, il Fondo eroga la prima quota, pari all’80% del finanziamento globale. Entro 30 giorni dalla conclusione delle attività deve essere trasmessa la scheda di rendiconto riepilogativa delle spese sostenute (Allegato B3), completa di una dichiarazione redatta ai sensi del D.P.R. n. 445/2000 dal Legale Rappresentante del soggetto

Page 117: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

117

presentatore, attestante la veridicità dei dati contenuti nel rendiconto Viene riconosciuto il 100% dei costi finanziabili solo a condizione che almeno il 66% dei destinatari, indicati nella scheda anagrafica, abbia partecipato ad almeno il 66% del totale delle ore previste; in caso contrario i rimborsi saranno riconosciuti in misura proporzionale alle ore allievo effettivamente realizzate Per tutti i soggetti beneficiari il Fondo riconoscerà fino al 100% del contributo richiesto non essendo applicabile per nessuno di essi l’obbligatorietà del cofinanziamento I contributi saranno concessi come aiuto di importo limitato, ai sensi della Comunicazione della Commissione del 17 dicembre 2008. Il contributo non potrà superare i 500.000 €, tenuto conto di tutti gli aiuti ottenuti dalla medesima impresa allo stesso titolo e degli aiuti in regime “de minimis” ottenuti a partire dal 1° gennaio 2008. L’’impresa rilascerà idonea dichiarazione in tal senso

Costo/ora allievo

I limiti dei costi rimborsabili e, conseguentemente il contributo massimo erogabile per ogni intervento formativo devono essere coerenti con i seguenti parametri di costo

N° PARTECIPANTI COSTO GIORNATA FORMATIVA (*) PER PARTECIPANTE (€)

FINO A 6 250 – 280 DA 7 A 12 190 – 230 DA 13 A 18 160 – 180 0LTRE I 18 140 – 160 Interventi trasversali: Informatica e Inglese di base – fino a 12 partecipanti 150 – 170 Interventi trasversali: Informatica e Inglese di base – oltre 12 partecipanti 130 – 145 Altri Interventi trasversali – fino a 12 partecipanti 160 – 180 Altri Interventi trasversali –oltre 12 partecipanti 140 – 160 (*) La durata della giornata formativa è commisurata in 8 ore

Per tutti i Progetti/percorsi professionalizzanti che utilizzino metodologie formative di coaching e/o studio di caso, gli importi minimo e massimo del parametro giornata formativa per partecipante sono incrementati di € 30. Per i singoli percorsi è possibile l’impiego di non più di due unità metodologiche tra loro abbinate e a scelta tra coaching, studio di caso, FAD e/o Project work: non è comunque possibile superare il 40% del totale delle ore di formazione previste complessivamente dal Progetto. Laddove i Progetti con percorsi professionalizzanti prevedano l’utilizzo di materiali di consumo al fine di svolgere attività pratiche di formazione (come ad esempio la saldatura), è possibile richiedere un contributo fuori parametro, a condizione che – in fase di presentazione del Progetto – vengano esplicitamente dettagliate, negli appositi riquadri della modulistica, le motivazioni, le quantità ed il costo unitario dei materiali utilizzati, fino ad un massimo di € 1.000,00 a Progetto

Page 118: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

118

FONDO ARTIGIANATO Sostegno al Mezzogiorno

Invito 1/09 per la realizzazione di attività di Formazione Continua per lo sviluppo territoriale nell’ambito di processi di riorganizzazione e/o ristrutturazione di aziende in crisi a sostegno del Mezzogiorno

Priorità a) sostenere e diffondere la cultura della Formazione Continua, particolarmente nelle piccole e nelle micro-imprese;

b) rafforzare e mettere a sistema le reti di collaborazione tra le aziende per lo sviluppo formativo delle risorse umane, nell’ottica dello sviluppo economico, produttivo e sociale dei territori del Mezzogiorno;

c) rafforzare il sistema delle competenze e la competitività delle imprese in funzione dello sviluppo dei territori, dei settori e degli specifici contesti produttivi del Mezzogiorno. Ciò anche alla luce delle politiche e delle azioni poste in essere, in presenza di andamenti congiunturali negativi, a sostegno e difesa della capacità economica e produttiva dei contesti locali e della relativa occupazione;

d) offrire opportunità formative in ambito lavorativo, che favoriscano la valorizzazione del capitale umano, con priorità alla formazione professionalizzante;

e) favorire l’ampliamento della base dei beneficiari e degli utenti coinvolti nella formazione, consentendo così una più ampia diffusione dell’attività del Fondo;

f) favorire la messa a disposizione di imprese e lavoratori delle competenze ed esperienze formative utili a rispondere al fabbisogno formativo e alla realizzazione degli obiettivi declinati nel Piano e nel Progetto di riferimento, ovvero verificare la congruità di competenza ed esperienza in capo al soggetto presentatore e/o al partner di progetto di formazione;

g) realizzare modelli di riferimento condivisi di approccio metodologico, strumentale e di contenuti, per la diffusione di buone prassi;

h) sperimentare e rendere disponibile un modello di dichiarazione delle competenze acquisite durante l’esperienza formativa e spendibili sul mercato del lavoro regionale e interregionale;

i) favorire la predisposizione e realizzazione di interventi di Formazione Continua che, impiegando contestualmente sia i contributi del Fondo che le risorse individuate e rese disponibili dai soggetti pubblici e/o privati a livello regionale, integrino la platea dei destinatari creando più solide opportunità di crescita per il sistema “impresa”.

Ambiti, priorità specifiche ed obiettivi degli interventi Il presente Invito è riservato ad interventi di Formazione Continua finalizzati alla realizzazione di azioni a sostegno dello sviluppo locale dei territori delle regioni meridionali. Nel merito, le priorità specifiche sono: o favorire interventi mirati allo sviluppo locale o accompagnare la creazione di reti di sviluppo industriale o sostenere i processi di innovazione organizzativa e di prodotto o promuovere azioni per la occupabilità o creare e/o implementare le competenze distintive per lo sviluppo dei territori

Page 119: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

119

In relazione alle suddette priorità specifiche, per ciascuna delle aree di intervento sono rilevabili le seguenti finalizzazioni per obiettivi: ▪ mettere a disposizione attività di Formazione Continua mirata ▪ rafforzare e migliorare le competenze professionali ▪ favorire il trasferimento di conoscenze e di esperienze utili alle migliori performance e successo competitivo

Soggetti beneficiari I soggetti beneficiari degli interventi previsti nei Progetti possono essere esclusivamente gli aderenti al Fondo che, alla data di presentazione del Progetto, abbiano provveduto a presentare all’INPS il mod. DM10/2 contenente il codice FART di adesione al Fondo ed il numero dei dipendenti interessati. Nel caso di Progetti che coinvolgano più soggetti beneficiari, la condizione di adesione alla data di presentazione del Progetto deve essere assolta per almeno il 50% dei soggetti dei quali viene allegata lettera di interesse al Progetto (come da successivo punto 3.). Per il restante 50%, l’adesione può essere effettuata anche successivamente ma, in ogni caso, prima dell’avvio delle attività formative. Gli stessi soggetti beneficiari non possono essere coinvolti in più di due Progetti presentati a valere sulla Linea di intervento C del presente Invito, ovvero in non più di un Progetto per linea di finanziamento I soggetti che possono presentare i Progetti di formazione I soggetti presentatori dei Progetti di formazione sono i titolari responsabili dei Progetti di Formazione e devono essere in regola con l’applicazione delle norme in materia di ambiente, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Essi possono essere:

• aziende aderenti (nei termini di cui al punto b. 1), sia in forma singola che associata, per i propri dipendenti; • parti sociali, in forma singola o associata, per la formazione dei propri dipendenti, ovvero per i lavoratori di cui al punto b. 3); • enti di formazione e/o agenzie formative comunque accreditate presso le Regioni territorialmente competenti.

L’accreditamento dovrà essere adeguatamente documentato, anche a mezzo di dichiarazione sostitutiva resa ai sensi del D.P.R. n. 445/2000;

• associazioni temporanee fra i predetti soggetti, alle quali possono partecipare inoltre le Università, gli istituti di Istruzione Superiore, istituti di ricerca con competenze comprovate e pertinenti alla realizzazione degli obiettivi formativi, fermo restando che i soggetti presentatori e titolari dei Progetti di formazione sono quelli sopra riportati

Il Fondo si riserva la facoltà di dichiarare non ammissibili i Progetti presentati da soggetti che, in relazione a precedenti interventi formativi finanziati dal Fondo, si siano resi gravemente inadempienti agli obblighi assunti nella presentazione o nello svolgimento degli interventi o nella fase di rendicontazione degli stessi.

Tipologia di lavoratori coinvolti

− lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato, esclusi gli apprendisti; − lavoratori assunti con contratto di prestazione a tempo determinato. Per i lavoratori assunti a tempo indeterminato sono finanziabili iniziative formative:

a) da realizzare durante l’orario di lavoro, nei limiti previsti dalle leggi vigenti e dalla contrattazione collettiva; c) da realizzare al di fuori dell’orario lavorativo, nei limiti previsti dalle leggi vigenti e dalla contrattazione collettiva

tra le parti; Per i lavoratori con contratto a tempo determinato sono finanziabili iniziative formative, da realizzare in orario o fuori dell’orario di lavoro, purché il cumulo tra orario normale di lavoro e formazione non superi il limite di 48 ore settimanali.

Page 120: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

120

I destinatari dei Progetti di formazione potranno partecipare ad una sola iniziativa formativa presentata a valere sul presente Invito. Tipologia e modalità d’intervento

I Progetti di formazione riferiti a specifici Piani Formativi, predisposti a sostegno dello sviluppo del Mezzogiorno, sulla base delle priorità specifiche che dovranno essere individuate a livello regionale dalle Parti Sociali Tipologia Ai fini del presente Invito i Piani Formativi si possono articolare in: - Settoriale: rivolti a tutte le aziende di un settore definito, in un qualunque ambito territoriale; - Territoriale: si rivolgono a tutte le aziende presenti su di un territorio circoscritto. Una specifica

dimensione dei Piani Formativi territoriali, di particolare interesse, può essere quella distrettuale, od ancora, di filiera:

• Distrettuale: coinvolgono la rete delle aziende di più settori tra loro correlate nella filiera produttiva integrata, si collocano in uno spazio territoriale circoscritto

• Filiera: aziende collegate tra loro da un comune interesse merceologico – produttivo. Il Piano agisce su tutto o parte del processo lavorativo del prodotto si può anche collocare in uno spazio territoriale di ampie dimensioni

- Intersettoriale: interessano più settori; - Interaziendale: interessano più aziende; - Aziendale : interessano una singola azienda e sono declinati quando il fabbisogno specifico non risulta essere compreso

all’interno del Piano formativo regionale per lo sviluppo territoriale; Individuale: interessano una pluralità di lavoratori con progetti di formazione individuali

Durata in ore degli interventi

La durata degli interventi formativi va da un minimo di 8 ore ad un massimo 40 ore per ciascun percorso e, laddove il Progetto preveda un solo percorso, i limiti orari dello stesso sono fissati in un minimo di 16 ore ed in un massimo di 80 ore. Il singolo specifico percorso può ripetersi in una o più edizioni

Contributi unitari

Il budget finanziario, che non potrà prevedere un contributo complessivo da parte del Fondo superiore a 70.000 euro per ciascun Progetto, sarà:

1. specifico per singolo percorso 2. riassuntivo dell’insieme dei percorsi

Entro 30 giorni dalla ricezione da parte del Fondo della comunicazione di avvio delle attività e dell’accensione di apposita fideiussione a garanzia dell’80% del contributo concesso, il Fondo eroga la prima quota, pari all’80% del finanziamento globale. Entro 30 giorni dalla conclusione delle attività deve essere trasmessa la scheda di rendiconto riepilogativa delle spese sostenute (Allegato B3), completa di una dichiarazione redatta ai sensi del D.P.R. n. 445/2000 dal Legale Rappresentante del soggetto presentatore, attestante la veridicità dei dati contenuti nel rendiconto Eventuali modifiche al budget approvato potranno essere richieste ed autorizzate dal Fondo. Viene riconosciuto il 100% dei costi finanziabili solo a condizione che almeno il 66% dei destinatari, indicati nella scheda anagrafica, abbia partecipato ad almeno il 66% del totale delle ore previste; in caso contrario i rimborsi saranno riconosciuti in misura

Page 121: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

121

proporzionale alle ore allievo effettivamente realizzate Costo/ora allievo

I limiti dei costi rimborsabili e, conseguentemente il contributo massimo erogabile per ogni intervento formativo devono essere coerenti con i seguenti parametri di costo

N° PARTECIPANTI COSTO GIORNATA FORMATIVA (*) PER PARTECIPANTE (€)

Min – Max FINO A 6 240 – 270 DA 7 A 12 180 – 210 DA 13 A 18 150 – 170 OLTRE I 18 130 – 150 Interventi trasversali: Informatica e Inglese di base – fino a 12 partecipanti 140 – 160 Interventi trasversali: Informatica e Inglese di base – oltre 12 partecipanti 120 – 135 Altri Interventi trasversali – fino a 12 partecipanti 150 – 170 Altri Interventi trasversali – oltre 12 partecipanti 130 – 150 (*) La durata della giornata formativa è commisurata in 8 ore

Per tutti i Progetti/percorsi professionalizzanti che utilizzino metodologie formative di coaching e/o studio di caso, gli importi minimo e massimo del parametro giornata formativa per partecipante sono incrementati di € 30. Per i singoli percorsi è possibile l’impiego di non più di due unità metodologiche tra loro abbinate e a scelta tra coaching, studio di caso, FAD e/o Project work. Non è comunque possibile superare il 40% del totale delle ore di formazione previste complessivamente dal Progetto.

For.Te Avviso 1/09

Promozione di Piani Aziendali, Settoriali e Territoriali di Formazione Continua Priorità Piani formativi Aziendali, Settoriali e Territoriali in favore delle imprese già aderenti al Fondo

Sono finanziabili Piani relativi ai Comparti Commercio, Turismo e Servizi, Logistica, Spedizioni e Trasporti, nonché i Piani riferiti ad Altri Settori Economici

Soggetti beneficiari Imprese già aderenti al Fondo o che vi abbiano aderito entro la data di pubblicazione del presente Avviso. I Soggetti Presentatori dei Piani e le Imprese Beneficiarie, devono risultare aderenti a For.Te. per tutta la durata del Piano, fino alla conclusione della rendicontazione. Piani aziendali Possono presentare i piani aziendali i seguenti soggetti, comunque aderenti a For.Te.: a) Datori di lavoro per i propri dipendenti; b) Consorzi di imprese costituite ai sensi dell’art. 2602 del codice civile, per i propri lavoratori/lavoratrici o per quelli/e delle imprese consorziate; c) Gruppi di imprese: la Capogruppo per i propri lavoratori/lavoratrici o per quelli dell’intero Gruppo ovvero per una delle società

Page 122: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

122

costituenti il Gruppo; d) ATI o ATS; da costituire nel caso in cui si tratti di due o più soggetti rientranti nella lettera a) non vincolati da legami societari. In tal caso, il soggetto capofila dovrà essere individuato all’interno dell’ATI/ATS e, comunque, tutti i soggetti devono essere in possesso del requisito di cui al Punto 2, (1° paragrafo) del presente Avviso. La formazione dovrà riguardare i dipendenti di queste imprese. Possono attuare i Piani aziendali: a) Strutture interne alle imprese, ove esistenti; b) Soggetti accreditati per lo svolgimento di attività di formazione finanziata presso una delle Regioni italiane; c) Soggetti accreditati presso For.Te. sulla base dell’apposito Regolamento; d) Soggetti in possesso della certificazione di qualità in base alla norma UNI EN ISO 9001:2000 settore EA 37; e) Società di consulenza e formazione con almeno 5 anni di presenza sul mercato e con un fatturato di almeno 1 milione di euro nell’ultimo bilancio approvato; f) ATI o ATS; in tal caso, il soggetto capofila dovrà essere uno di quelli indicati alle precedenti lettere. Piani settoriali e territoriali Possono presentare i Piani settoriali e territoriali i seguenti soggetti: a) Parti Sociali costituenti il Fondo e Associazioni territoriali e di categoria alle stesse aderenti e/o affiliate; b) Enti Bilaterali nazionali e territoriali; c) ATI o ATS tra i soggetti di cui alle precedenti lettere a) e b). Il Soggetto Presentatore del Piano deve essere delegato dalle imprese beneficiarie. Possono attuare i Piani settoriali e territoriali: a) Soggetti accreditati per lo svolgimento di attività di formazione finanziata presso una delle Regioni italiane; b) Soggetti in possesso della certificazione di qualità in base alla norma UNI EN ISO 9001:2000 settore EA 37; c) Società di consulenza e formazione con almeno 5 anni di presenza sul mercato e con un fatturato di almeno 1 milione di euro nell’ultimo bilancio approvato; d) Soggetti accreditati presso For.Te. sulla base dell’apposito Regolamento; e) ATI o ATS; in tal caso, il soggetto capofila dovrà essere uno di quelli indicati alle precedenti lettere.

Tipologia di lavoratori coinvolti

I destinatari dell’attività formativa sono i lavoratori/lavoratrici dipendenti per i quali i datori di lavoro sono tenuti a versare il contributo di cui all’art. 12 della legge n. 160/1975, così come modificato dall’art. 25 della legge n. 845/1978 e successive modificazioni. Sono inclusi tra i destinatari dell’attività formativa anche i lavoratori stagionali che, nell’ambito dei 12 mesi precedenti la presentazione del Piano, abbiano lavorato alle dipendenze di imprese assoggettate al contributo di cui sopra ed aderenti al Fondo.

Tipologia e modalità d’intervento

Le azioni formative ammesse a finanziamento (devono essere finalizzate: • all’aggiornamento continuo; • alla riqualificazione professionale; • all’adeguamento e alla riconversione delle competenze professionali; • alla promozione delle pari opportunità;

Page 123: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

123

• alla promozione della salute e sicurezza sul lavoro. I Piani formativi non possono prevedere più del 40% delle ore di formazione obbligatoria per legge, sul totale delle ore di formazione previste nel Piano. L’avviso finanzia un massimo di Piani secondo la seguente ripartizione Piani Aziendali, a valere sull’intero Avviso Settori Economici N. Piani per Presentatore N. Piani per Imprese Beneficiarie Commercio, Turismo e Servizi 3 2 Logistica, Spedizioni e Trasporti 1 2 Altri Settori Economici 1 2 Piani Settoriali / Territoriali, a valere per ognuna delle due scadenze fissate Settori Economici N. Piani per Presentatore N. Piani per Imprese Beneficiarie Commercio, Turismo e Servizi 3 2 Logistica, Spedizioni e Trasporti 1 1 Altri Settori Economici 1 1

Durata in ore degli interventi

Non viene indicato un minimo ed un massimo

Contributi unitari

Il finanziamento concesso per ogni singolo lavoratore in formazione è di € 1.100,00, anche se partecipa a più progetti, all’interno di un unico Piano, o di Piani formativi diversi. Il finanziamento massimo concesso per ogni Piano Aziendale, Settoriale e Territoriale, non potrà superare gli importi di seguito dettagliati, per settore economico: Commercio, Turismo e Servizi € 300.000; Logistica, Spedizioni e Trasporti € 300.000;Altri Settori Economici € 300.000 For.Te. non finanzia il costo dei lavoratori/lavoratrici in formazione, che potrà tuttavia costituire quota di cofinanziamento delle imprese al Piano La valutazione è effettuata trimestralmente dai Comitati di Comparto. Il CdA, nella prima riunione utile, approva l’erogazione dei finanziamenti a favore dei Piani che abbiano superato la valutazione ad opera dei Comitati di Comparto. II finanziamento di For.Te. potrà essere erogato in un’unica soluzione allachiusura delle attività previste dal Piano. In tal senso il Soggetto Presentatore, entro 60 giorni di calendario dalla data di fine attività, presenterà il rendiconto finale delle spese sostenute, nel rispetto del piano finanziario presentato e dei criteri di ammissibilità e conformità previsti dal Vademecum. Il rendiconto finale a For.Te. II finanziamento di For.Te. potrà essere erogato in parte dopo la stipula della Convenzione ed entro la data di conclusione di fine attività. In tal senso For.Te. può erogare fino ad un massimo del 70% del finanziamento concesso, previa la predisposizione obbligatoria del rendiconto parziale da parte del Soggetto Presentatore. Nel caso in cui il rimborso richiesto a fronte del rendiconto parziale sia inferiore al 70% del finanziamento For.Te., è possibile richiedere un anticipo per la rimanente differenza. Il Soggetto Presentatore, dovrà produrre apposita polizza fideiussoria bancaria o assicurativa e accrediterà il finanziamento richiesto in un Conto Corrente dedicato. Il saldo finale verrà erogato dietro presentazione della rendicontazione finale.

Page 124: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

124

Costo/ora allievo

Nel caso dei Piani Aziendali, il parametro massimo di contributo erogato da For.Te. per un’ora di formazione per lavoratore (costo ora/allievo) è fissato in € 24,00. Nel caso dei Piani Settoriali e Territoriali, i soggetti Presentatori potranno optare tra: - parametro massimo di contributo erogato da For.Te. per un’ora di formazione per lavoratore (costo ora/allievo) pari a € 24,00; - parametro massimo di contributo erogato da For.Te. per un’ora di formazione a corso (costo ora/corso), pari a € 240,00. In questo caso, i partecipanti alla formazione non potranno essere inferiori a 6.

Fapi79 Avviso 1/09 Finanziamento di Piani di Formazione Continua a domanda regionale a sostegno di imprese e lavoratori

nell’ambito della crisi socio-economica in atto Delibera CDA FAPI n . 10 del 08/04/2009 Priorità Supportare le imprese ed i lavoratori nell’attuale crisi economica finanziando interventi di sviluppo delle competenze a sostegno della

competitività e dell’innovazione, del lavoro e dell’occupazione. sviluppare la qualità e l’innovazione di processo e di prodotto. mantenere e sviluppare i saperi dei lavoratori/trici e delle aziende come capitale Le azioni formative previste dai Piani, volte all’aggiornamento delle conoscenze e delle professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, potranno avere, a scopo indicativo e non esaustivo, le seguenti finalità: - miglioramento delle produzioni; - riduzione di fenomeni di espulsione dal mondo del lavoro; - creazione di nuove opportunità per l’occupabilità; - prevenzione dei rischi di infortuni sul lavoro; - introduzione e utilizzo in azienda di tecnologie per l’innovazione di processo e di prodotto; - trasferimento nelle aziende dei risultati di progetti di ricerca e sviluppo precompetitivo; - aggiornamento delle competenze a fronte di acquisto di nuovi macchinari; - competitività e accompagnamento al cambiamento; - internazionalizzazione delle imprese; - integrazione linguistica.

Soggetti beneficiari Soggetti beneficiari Imprese iscritte al Fondo. Le aziende beneficiarie degli interventi dovranno dimostrare di essere aderenti al FAPI al momento della presentazione della domanda di contributo e mantenere l’iscrizione al FAPI per almeno 12 (dodici) mesi a far data dalla dichiarazione stessa, unitamente alla copia del Modulo DM 10 attestante l’adesione al FAPI. Soggetti proponenti a)Le Imprese o Consorzi di Imprese che alla data di presentazione del Piano siano aderenti cioè iscritte al FAPI e che si impegnino a mantenere l’iscrizione per almeno 12 mesi pena la revoca del contributo. Le aziende che si candidano per la presentazione e gestione

79 Per maggiori dettagli relativi alle modalità tecnico gestionale delle attività cfr. il Manuale per la Gestione tecnico amministrativa rendicontale di cui è possibile consultare un estratto in Appendice (all. 9)

Page 125: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

125

dei Piani e dei Progetti rivolti ai propri dipendenti dovranno possedere i necessari requisiti minimi relativi a locali, attrezzature e personale qualificato per l’erogazione della formazione. b) Enti di formazione e/o agenzie formative accreditate presso la Regione di pertinenza del Piano, su incarico formale delle Aziende beneficiarie. L’accreditamento dovrà essere documentato a mezzo di dichiarazione sostitutiva resa ai sensi del D.P.R.445/2000. c) Associazioni temporanee di impresa (ATI) o di scopo (ATS) fra i predetti soggetti, alle quali possono aderire le Università pubbliche e private, gli Istituti di Istruzione Superiore. In tal caso il titolare responsabile del Piano e del contributo finanziario Fapi è il capofila dell’ATI/ATS che dovrà essere accreditato presso la Regione di pertinenza del Piano. In tal caso il Soggetto proponente, capofila della costituenda ATI/ATS, dovrà allegare alla domanda di ammissione a contributo una dichiarazione di intenti a costituirsi in Associazione sottoscritta in originale dai legali rappresentanti dei componenti la medesima ATI/ATS con l’indicazione del soggetto capofila (su modulo predisposto dal Fapi e disponibile sul sito del Fondo). L’ Azienda, in qualità di beneficiario, può: • Essere titolare e interamente realizzatrice del proprio Piano Formativo, ossia: a) Presentare il Piano e i Progetti in esso contenuti; b) Gestire direttamente la realizzazione dei Piani e dei Progetti. In questo caso l’Azienda è titolare del contributo finanziario del Piano, quindi è responsabile della gestione complessiva (tecnica, didattica e amministrativa) della realizzazione del Piano e dei Progetti nei confronti del FAPI. Quindi l’Azienda è, al contempo, Proponente e Attuatore.

Tipologia di lavoratori coinvolti

• Lavoratori/trici assunti con contratto a tempo indeterminato; • Lavoratori/trici assunti con contratto a tempo determinato, • Lavoratori/trici temporaneamente sospesi per crisi congiunturale, riorganizzazione aziendale e/o riduzione temporanea di attività. • Lavoratori/trici con contratti a progetto a rischio di perdita del posto di lavoro. Tali lavoratori/trici sono ammessi esclusivamente per una quota massima del 20% del totale di Progetto solo per le attività formative con un minimo di 6 partecipanti,. La situazione di rischio di perdita del posto di lavoro deve essere espressamente indicata nella dichiarazione di condivisione e approvazione del Piano sottoscritta tra le parti sociali.

Tipologia e modalità d’intervento

Ciascun Piano Formativo è costituito da uno o più Progetti di formazione, che dovranno essere specificati e dettagliatamente descritti dal soggetto proponente secondo linee che assicurino modalità e indirizzi coerenti con le misure indicate dal presente Avviso, favorendo, quando possibile, momenti di collaborazione con l’offerta formativa delle regioni Piani Aziendali Sono costituiti da uno o più Progetti che riguardano una sola azienda e i suoi lavoratori/trici. Il contributo massimo erogabile dal FAPI, è fissato nella misura massima di Euro 50.000,00 (cinquantamila). • Piani Territoriali Interaziendali Sono Piani interaziendali costituiti da uno o più Progetti che coinvolgono più aziende e i loro lavoratori/trici. Il contributo massimo erogabile dal FAPI è fissato nella misura massima di Euro 100.000,00 (centomila). • Piani settoriali

Page 126: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

126

Sono costituiti da Progetti che riguardano aziende di un settore definito e i suoi lavoratori/trici in un ambito territoriale individuato. Il contributo massimo erogabile dal FAPI, è fissato nella misura massima di Euro 150.000,00 (centocinquantamila). Il numero massimo di partecipanti per progetto è di 20 lavoratori/trici, esteso a 40 lavoratori/trici limitatamente alla modalità didattica “seminari” e nei limiti percentuali per cui questa modalità può essere utilizzata rispetto al monte ore totale delle attività; Ogni Piano può contenere sino ad un numero massimo di 20 progetti In ogni Piano sono ammesse più modalità di erogazione della formazione, opportunamente integrate tra di loro, come ad esempio: a) Aula : Moduli realizzati in ambienti didatticamente strutturati interni o esterni all’impresa. b) Seminari: Momenti di approfondimento, di aggiornamento, di scambio professionale, di autodiagnosi in azienda, interaziendali e/o esterni all’azienda. c) FAD, comunità di pratiche: Attività di FAD on line o di autoformazione assistita da strumenti FAD. Le tecniche e le metodologie devono essere opportunamente dettagliate con analisi di sostenibilità delle infrastrutture informatiche e contenere dettagliate procedure di monitoraggio e verifica. d) Affiancamento, training on the job, coaching: Moduli di apprendimento basati su esercitazioni guidate di processi di lavoro e approfondimenti con autodiagnosi assistita. e) Project work: Moduli di apprendimento in autoformazione guidata e assistita basati su attività programmate finalizzate alla realizzazione di un elaborato. Le attività di cui ai precedenti punti b), c), d), e), non possono superare complessivamente il 30% delle ore di formazione previste. f) Attività propedeutiche: preparatorie, di autodiagnosi, di sostegno, di accompagnamento e di diffusione/valorizzazione. Attività di studio e di ricerca; analisi organizzativa; analisi dei fabbisogni; assessment; seminari/convegni di sensibilizzazione - approfondimento e diffusione; work-shop; focus group; attività di audit con diverse finalizzazioni; studio ed elaborazione di materiali coerenti con le caratteristiche e gli obiettivi degli interventi, a supporto dell’intervento. Tali attività, e comunque tutto ciò che non può essere ricondotto ad attività formativa in senso stretto sono ammesse nel limite massimo del 30% del costo totale del Piano.

Durata in ore degli interventi

La durata minima di ciascun progetto è di 8 ore;

Contributi unitari

La disponibilità finanziaria complessiva è ripartita per regione Il massimo del contributo finanziario erogabile, a carico del FAPI, per ciascun Progetto è pari a Euro 20.000,00(ventimila) Il Soggetto proponente (Agenzia formativa o Azienda beneficiaria), in quanto attuatore nonché titolare del Piano o come capofila di ATI/ATS può, indipendentemente dal numero e dalla tipologia dei Piani, presentare richiesta di contributo per un ammontare complessivo non superiore al 35% della dotazione finanziaria della regione di appartenenza. Gli interventi che si configurano come aiuti di Stato alle imprese possono rientrare: nel regime di “de minimis” (Reg. CE 1998/2006) nel regime di “esenzione” (Reg. CE 800/2008 del 6 Agosto 2008) In tal caso la quota di contributo finanziario erogabile dal FAPI risulta diversificata in funzione della tipologia di formazione erogata, della tipologia e della localizzazione dell’impresa e della presenza di partecipanti appartenenti alla categoria “lavoratore svantaggiato”. La dimensione minima di tale quota deve essere calcolata sull’intero costo dell’intervento, secondo le percentuali della seguente tabella in funzione della tipologia di aziende beneficiarie e della tipologia di formazione dell’intervento:

Page 127: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

127

Quota massima contributo Fapi Formazione specifica Formazione generale GRANDI IMPRESE 25 % 60 % MEDIE IMPRESE 35 % 70 % PICCOLE IMPRESE 45 % 80 % L’intensità di aiuto può essere aumentata, a concorrenza di un’intensità massima dell’80% dei costi ammissibili, nei seguenti casi: a) di 10 punti percentuali se la formazione è destinata a lavoratori svantaggiati o disabili; b) di 10 punti percentuali per gli aiuti concessi alle medie imprese e di 20 punti percentuali per gli aiuti concessi alle piccole imprese L’importo del contributo finanziario concesso verrà erogato dal Fondo in tre tranche, secondo le seguenti modalità: a. primo svincolo pari al 50% del finanziamento concesso b. secondo svincolo pari al 30% del finanziamento concesso c. saldo alla conclusione delle attività ovvero al termine della verifica rendicontale effettuata dagli Organi di controllo del Fapi secondo quanto stabilito nel Manuale di gestione del Fapi Ogni singolo Progetto costituente il Piano si intende completamente realizzato ad il valore del Contributo finanziario maturato coincide con il valore approvato quando il numero dei partecipanti effettivi risulta almeno pari al 70% dei partecipanti iniziali. In ogni caso il Fondo non riconosce alcun costo sostenuto per Progetti per i quali sia stato svolto un numero di ore di formazione inferiore al 30% delle ore previste.

Costo/ora allievo

Il costo di ogni singolo progetto formativo va definito sulla base del miglior rapporto possibile fra finanziamento richiesto e qualità/obiettivi dell’attività che si intende realizzare. Pertanto il contributo massimo erogabile dal FAPI per ogni intervento formativo deve corrispondere ai seguenti parametri di costo: a. max € 30,00 (trenta) ora/allievo fino a 5 lavoratori; b. max € 24,00 (ventiquattro) ora/allievo per un minimo di 6 ed un massimo di 14 lavoratori; c. max € 20,00 (venti) ora/allievo per un minimo di 15 ed un massimo di 20 lavoratori.

Fondo Professioni Avviso 01/09 Attività corsuali e seminariali Priorità Fondoprofessioni intende promuovere piani/progetti formativi concordati tra le parti sociali in favore degli studi professionali e delle

aziende collegate che hanno già aderito a Fondoprofessioni. Finanziamento di piani/progetti corsuali e seminariali.

Soggetti beneficiari ENTI PROPONENTI Il piano/progetto formativo è presentato da: a. Le Associazioni di categoria dei Liberi Professionisti aderenti alle Confederazioni socie del Fondo o comunque ritenute significative a livello nazionale, le Associazioni di categorie di aziende collegate, le OO.SS. dei lavoratori e le Confederazioni datoriali,

Page 128: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

128

secondo le modalità di cui agli art. 1 e 2 del C.C.N.L. degli Studi professionali, sottoscritto in data 28 luglio 2004 e successive modificazioni ed integrazioni; b. Associazioni Temporanee di Scopo (ATS) tra i soggetti di cui ai punti a. e c.; c. Studi/Aziende in cui si applichi il CCNL di riferimento. Il Piano/progetto formativo corsuale e seminariale dovrà essere attuato da soggetti accreditati presso Fondoprofessioni,

Tipologia di lavoratori coinvolti

I destinatari dell’attività formativa sono le/i lavoratrici/lavoratori dipendenti per le/i quali gli studi professionali e le aziende collegate sono tenute a versare il contributo di cui all’art. 12 della legge n. 160/1975, così come modificato dall’art. 25 della legge quadro sulla formazione professionale n. 845/1978 e successive modificazioni, anche nelle forme agevolate, e che hanno provveduto all’adesione, certificabile attraverso DM10, a Fondoprofessioni. Nell’ottica dell’integrazione delle competenze e del complessivo sviluppo qualitativo dell’organizzazione dello Studio/Azienda, si auspica, in qualità di uditori affiancatori, la partecipazione all’attività formativa anche di altre figure professionali presenti nella struttura dove lavorano i partecipanti; per l’attività corsuale fino ad un massimo pari al 50%; per l’attività seminariale al 100% del numero dei dipendenti partecipanti, senza alcun incremento di spesa.

Tipologia e modalità d’intervento

Attività corsuali Attività seminariali L’attività seminariale potrà avere come proponenti esclusivamente le Associazioni di categoria

Durata in ore degli interventi

Attività corsuale La composizione del gruppo d’aula nell’attività corsuale prevede un minimo di 4 ed un massimo di 16 persone; la durata minima dell’attività formativa è fissata in 16h e quella massima in 40 h per progetto; Attività seminariale: prevede una durata dell’intervento di 4 o di 8 ore ed un minimo di 20 dipendenti partecipanti; nel caso di un Piano che presenti più seminari, tale valore deve essere assicurato quale numero medio dei partecipanti nel complesso delle edizioni, garantendo comunque non meno di 14 partecipanti ad edizione

Contributi unitari

Il contributo concesso per ogni singolo Piano/progetto non potrà superare l’importo di € 50.000. Gli studi professionali e le aziende collegate presso le quali le/i lavoratrici/lavoratori destinatari delle azioni sono occupati devono garantire, complessivamente, il finanziamento di almeno il 20% del costo del progetto al quale partecipano I contributi saranno erogati in un’unica soluzione alla chiusura delle attività previste dal piano/progetto, previa rendicontazione e giustificazione delle spese effettivamente sostenute, nel rispetto del preventivo approvato. In caso di richiesta di anticipo per l’avvio dell’attività, erogabile in due tranche come previsto dal Manuale di gestione, fino ad un massimo pari al 90% del finanziamento concesso, si dovrà produrre apposita polizza fideiussoria, a carico dell’Ente attuatore, stipulata con primari Istituti bancari o assicurativi.

Costo/ora allievo

Attività corsuale: il parametro massimo di contributo erogato da Fondoprofessioni per un’ora di formazione corsuale per lavoratore (costo ora/allievo) è fissato in € 25,00, (che diventano € 24,00 in caso di presenza nel Piano di progetti iterati), escluso il costo delle/dei lavoratrici/lavoratori in formazione, che potrà costituire quota di cofinanziamento delle imprese al progetto. Attività seminariale Il Fondo riconosce un contributo pari all’80% del costo rendicontato, fino ad un contributo massimo di € 3.000,00 (seminario di 4 ore) e di € 5.000,00 (seminario di 8 ore) (rispettivamente € 2.500,00 ed € 4.500,00 se iterato); il costo delle/dei lavoratrici/lavoratori in formazione potrà costituire quota di cofinanziamento al progetto.

Page 129: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

129

Considerazioni Conclusive Alla luce di quanto descritto è possibile svolgere alcune riflessioni di sintesi riguardo alle procedure e prassi utilizzate dai Fondi Interprofessionali nell’ambito dei processi di gestione messi in atto per la programmazione, selezione, valutazione, finanziamento e gestione dei Piani formativi presentati dalle Aziende aderenti ai singoli Fondi nella prospettiva di coglierne meglio quegli elementi specifici, ma anche le possibili integrazioni con il Fondo sociale europeo. In particolare, come è stato osservato più volte80, schematicamente si possono individuare i seguenti punti che discendono da alcuni aspetti di natura più generale ad altri più specifici riferiti, talvolta, alle indicazioni di volta in volta contenute nei singoli Avvisi laddove venga utilizzato tale sistema di raccolta delle proposte: 1. le risorse utilizzate dai Fondi, ad eccezione della fase di avvio, provengono dal contributo diretto delle imprese mediante il versamento dello 0,30%. Il finanziamento della formazione è quindi alimentato da risorse di imprese e lavoratori. Tale cofinanziamento giustifica, dal punto di vista economico, la natura paritetica dei Fondi, nei quali le parti sociali gestiscono congiuntamente le politiche formative. La natura “privata” delle risorse utilizzate “a regime” fa si, come è stato osservato, che vi sia la percezione da parte dei Fondi stessi di un uso per certi versi “esclusivo” di tali risorse sebbene tale approccio, in considerazione delle mutevoli condizioni del mercato del lavoro e la necessità di rispondere in modo più incisivo alle esigenze di aggiornamento ed adattamento di una più ampia tipologia di lavoratori, determina la volontà di trovare forme di collaborazione e maggiore integrazione con la program-mazione regionale caratterizzata dall’uso preponderante delle risorse del Fondo Sociale europeo. 2. Le finalità generali dei Fondi sono di natura più circoscritta in quanto essi hanno come principali destinatari, al di là della natura più o meno ampia dei comparti produttivi e professionali coperti dal Fondo ed al numero di aziende aderenti e lavoratori coinvolti, esclusivamente il personale dipendente di qualunque livello per i quali l’Azienda versa il contributo dello 0.30%.81. Ciò esclude, quindi, tutta quella categoria di 80 Si fa riferimento ai Rapporti sulla Formazione Continua elaborati dall’Isfol e agli studi condotti in questi anni sul tema trattato di cui si rimanda alla Bibliografia. 81 A parziale modifica di quanto, in linea generale, affermato, Fon.Coop ha emanato nel corso del 2009 tre avvisi in cui sono previsti fra i destinatari dei Piani formativi anche gli apprendisti e titolari di contratti a progetto. Lo stessa considerazione può essere rilevata nel caso dell’Avviso 1/09 emesso dal FAPI che prevede, anche fra i destinatari, i lavoratori a progetto

Page 130: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

130

lavoratori il cui rapporto di lavoro sia regolato da altre forme contrattuali che non prevedono tale versamento oltre ad escludere gli stessi titolari d’impresa in un contesto come quello nazionale ed in particolare umbro in cui, fra l’altro, è elevatissima la presenza di micro e piccole imprese soprattutto nel settore dell’artigianato in cui il numero dei dipendenti è molto ridotto e l’aggiornamento delle competenze risulta di carattere strategico a partire già dal titolare dell’impresa stessa. Tale elemento opportunamente valutato potrebbe rappresentare un utile sperimentazione di una possibile integrazione intesa come definizione di una ipotetica suddivisione dei ruoli e della mission istituzionale fra Fondi Interprofessionali e Fondo sociale europeo al fine di ridurre il rischio di inutili sovrapposizioni con conseguente dispersione di risorse ed energie da destinare, diversamente, ad un più ampio e mirato ventaglio d’interventi con maggiore e reciproca efficacia ed efficienza; 3. La programmazione degli interventi promossi dai FPI, in linea teorica, considerata la natura bilaterale dei Fondi fondata sul metodo della concertazione, dovrebbe garantire una effettiva corrispondenza fra obiettivi, strumenti e risultati da conseguire in termini di aggiornamento e consolidamento delle competenze dei lavoratori al fine di favorirne una continua adattabilità ai mutamenti del Mdl e dei processi tecnologici-produttivi nei quali essi operano. La presentazione del Piano Formativo (di qualunque tipologia si tratti) prevede la sottoscrizione di uno specifico Accordo con le Parti sociali. In assenza di tale condivisione degli obiettivi e degli strumenti più adeguati da porre in atto, il Piano formativo non può essere presentato o comunque sarebbe giudicato non ammissibile dagli organi del Fondo che lo indicano come requisito obbligatorio.82 In ambito Fse, come è noto, l’intervento della Parti sociali e la condivisione degli obiettivi avviene a monte durante la fase di predisposizione dei documenti programmatori (es. Por) e certamente non è previsto nelle specifiche dei Bandi o Avvisi pubblici riferiti alle attività di Formazione Continua; 4. Le procedure di raccolta, valutazione e finanziamento dei Piani formativi finanziati mediante il ricorso a procedure di Avviso pubblico hanno ricalcato da vicino le regole e le prassi solitamente seguita dalle amministrazioni regionali e provinciali: pubblicazione di Avvisi mediante il a rischio di perdita del posto di lavoro. Comunque, in questo ultimo caso, se ne ammette una quota massima del 20% e solo per attività formative con un minimo di 6 partecipanti. 82 Fapi prevede che qualora il Piano formativo non riceva la sottoscrizione di tutte le Parti sociali entro dieci giorni dall’invio del progetto alle rappresentanze sindacali, esso possa comunque essere presentato agli organismi del Fondo unitamente alla documentazione che attesti l’invio alle parti non firmatarie per la richiesta del loro consenso.

Page 131: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

131

ricorso a diverse tipologie di canali informativi; raccolta delle proposte formative; valutazione (solitamente ad opera di comitati sia centrali che locali, secondo la natura e l’organizzazione del singolo fondo)83, finanziamento e successivo monitoraggio delle attività84. Da questo punto di vista, a parte la previsione, in certi casi (es. Fondartigianato) di un puntuale timing delle diverse fasi di acquisizione, istruttoria e valutazione dei Piani formativi e finanziamento – rispetto al campione analizzato – si può concludere abbastanza agevolmente che non si rilevano sostanziali differenze con le modalità utilizzate dal Fondo sociale europeo. Tale elemento, opportunamente valorizzato, potrebbe deporre a favore di una collaborazione fra i due sistemi in considerazione dell’uso di un’architettura procedurale simile nelle sue linee essenziali. A questo, si può anche aggiungere che i Fondi richiedono ai Soggetti attuatori il requisito di essere accreditati presso le Regioni85. 5. I vari Fondi esaminati applicano la normativa in materia di Aiuti di Stato così come avviene nell’ambito degli interventi di Formazione Continua finanziati dal Fse oltre ad applicare la normativa nazionale (es. costi ammissibili e sistema dei controlli elaborata inspirandosi all’esperienza ed ai documenti elaborati in ambito Fse). Molto spesso, oltre che negli Avvisi stessi, il riferimento e l’applicazione di tali disposizioni si ritrova nei Manuali di gestione o Vademecum elaborati dai singoli Fondi a supporto delle attività di gestione dei Piani formativi a carico dei Soggetti attuatori in cui vengono descritti i rapporti intercorrenti fra gli organi gestori del Fondo e i beneficiari del contributo e tutti gli adempimenti connessi che ne derivano. 6. Il finanziamento dei Piani formativi ammessi al contributo dei Fondi avviene utilizzando sia la modalità di erogazione di acconti dietro

83 Ad esempio: Fondimpresa, Fon.Coop, FondArtigianato, Fapi e Fondo Professioni prevedono la nomina di appositi Comitati di valutazione che si differenziano nella denominazione, ma svolgono di fatto le stesse funzioni assegnate. Tali organi operano in base a criteri e punteggi descritti nei propri Avvisi. Nel caso di For.Te tale attività è assegnata al Comitato di comparto che valuta l’aspetto qualitativo dei progetti. Fon.Dir prevede un Comitato di valutazione per le iniziative non presenti nella propria Bacheca contenente diverse tipologie formative. 84 I Fondi sono tenuti ad inviare i dati di attuazione degli interventi finanziati che sono rielaborati dal Sistema Nexus. Sul sistema di monitoraggio vds. infra § 4.1 85 Alcuni Fondi hanno previsto, in aggiunta all’accreditamento regionale, delle proprie procedure interne per la formazione di short list. La logica dell’accreditamento interno non contrasta con quella dell’accreditamento regionale ma risponde allo scopo di creare gruppi di “attuatori/fornitori” della formazione specializzati nei confronti di specifiche utenze o di specifiche tematiche formative;

Page 132: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

132

presentazione di polizza fidejussoria. In questo caso è possibile rilevare una certa differenza rispetto alla prassi del Fondo sociale europeo in quanto in certi casi sono previste percentuali più elevate (Fondartigia-nato eroga immediatamente un importo pari a l’80% del contributo, Fondimpresa il 65% ) o ancora il caso che l’erogazione del contributo, soprattutto per i piani formativi più semplici, avvenga solo alla fine delle attività a fronte della presentazione del rendiconto finale (Fondo Professioni, Fondir, For.Te). 7. Rispetto ai parametri di costo ora/allievo, in generale è possibile evidenziare come, in generale esso sia più elevato rispetto ai parametri del Fse. Esiste una modulazione che si articola principalmente in base alla tipologia dei Piani formativi finanziati (da quelli individuali a quelli territoriali o settoriali di natura più complessa), al numero di aziende coinvolte e alla tipologia e durata delle attività formative (si va da un minimo di 16 Euro, Fon.Coop ad un massimo di 30 Euro, Fapi). Nel caso di voucher individuali (Fondir) si va da un minimo di 2000 Euro ad un massimo di 6.000 Euro in base alla durata del percorso formativo (min. 8 ore o oltre le 24 ore). Per le attività formative di natura seminariale Fondo Professioni prevede un contributo massimo di 3.000 Euro (4 ore) e di 5.000 Euro (8 ore). 8. Un forte elemento di differenziazione è dato dall’uso di modalità di finanziamento diverse dall’Avviso pubblico, quali il Conto Formativo o Conto formativo Aziendale o ancora Conto Individuale (secondo la diversa denominazione utilizzata dai Fondi che lo hanno previsto) che realizza una sorta di sportello permanente per la presentazione, valutazione e attuazione dei Piani formativi aziendali proporzionato a quanto l’azienda aderente stessa versa a questa specifica sezione del Fondo di appartenenza.

Page 133: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

133

I FPI IN UMBRIA: IL MONITORAGGIO QUANTITATIVO86 Il sistema nazionale di monitoraggio I Fondi Paritetici Interprofessionali, così come tutti gli altri strumenti messi in campo negli ultimi anni a sostegno della FC, richiedono un grosso sforzo non solo in termini di programmazione e di disegno delle politiche, ma anche in termini di implementazione di adeguati sistemi di monitoraggio e valutazione87, quali strumenti strategici per la governance delle politiche stesse (cfr. De Lellis A., Lion C., 2006). Nel caso specifico dei Fondi Interprofessionali, l’esigenza di assicurare una produzione sistematica di informazioni appare partico-larmente rilevante data la loro portata innovativa nel campo delle politiche di formazione, favorendo in tal modo una gestione più efficace delle politiche, anche attraverso un’eventuale riprogrammazione degli interventi. La disciplina relativa ai Fondi interprofessionali (art. 48 della legge n. 289/2002), proprio con l’intento di rendere possibile un’adeguata conoscenza sull’attuazione degli interventi e sui risultati conseguiti, attribuisce al MLPS il compito di esercitare il “monitoraggio sulla gestione dei Fondi” e di “effettuare una valutazione dei risultati conseguiti dagli stessi”, entro tre anni dalla loro entrata a regime. Per l’espletamento di tale compito, lo stesso Dicastero ha affidato all’Isfol e ad Italia Lavoro la realizzazione di un “Sistema permanente di monitoraggio delle attività formative finanziate dai Fondi Paritetici Interprofessionali”. Tale sistema, entrato a regime nel gennaio del 2009, è stato realizzato con il concorso degli stessi Fondi e sulla base di un assetto generale condiviso con le Parti sociali (cfr. MLPS-Isfol, Rapporto sulla Formazione Continua, 2008). Il monitoraggio dei Fondi focalizza la propria attenzione su tre ambiti principali di informazioni, rispetto alle quali raccoglie dati di dettaglio in

86 Il primo paragrafo del presente capitolo è stato curato da Elisa Fuschi, il secondo e terzo paragrafo da Giacomo Frau. 87 Il monitoraggio e la valutazione sono due processi fondamentali che si svolgono all’interno dei percorsi di apprendimento. Il monitoraggio è specificatamente finalizzato all’acquisizione di dati (sulla base di indicatori prestabiliti), che consentono la rilevazione dello stato di fatto della situazione, per poter compiere una valutazione valida ed attendibile. La valutazione, invece, descrive il passaggio successivo al monitoraggio e attiene principalmente agli esiti del percorso di apprendimento. (Cfr. “Il glossario e-learning per gli operatori del sistema formativo integrato. Uno strumento per l’apprendimento in rete, 2007; Glossario Multimediale ISFOL: www.isfol.it/Glossario/index.scm).

Page 134: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

134

modo sistematico (Cfr. MLPS, “Linee Guida del sistema di Monitoraggio”, 200488): 1. le risorse finanziarie complessivamente utilizzate dai Fondi per le tre categorie principali di spesa (attività di gestione, attività propedeutiche e attività finalizzate alla realizzazione dei Piani formativi); 2. le attività realizzate attraverso i Piani formativi finanziati dai Fondi, tenendo conto delle diverse tipologie di intervento, delle caratteristiche dell’attività realizzata e del soggetto attuatore/impresa; 3. i destinatari della formazione (le imprese ed i lavoratori coinvolti) anche tenendo conto dell’articolazione tipologica dei Piani formativi. La disponibilità di tali informazioni sull’attività dei Fondi saranno, tra l’altro, un importante supporto per le amministrazioni regionali e provinciali, in quanto consentirà una programmazione degli interventi di FC di propria competenza, in un’ottica di integrazione e di complementarietà, sia per quanto riguarda i lavoratori beneficiari, sia per quanto concerne i territori ed i settori. In effetti, un contesto, come quello della formazione professionale, caratterizzato dalla presenza di una molteplicità di attori e di molteplici canali finanziari che insistono sulla stessa platea di destinatari (come quello italiano), risulta evidente la necessità di costituire un sistema di monitoraggio in un’ottica di benchmarking. In tal senso, il MLPS ha costituito un gruppo per la definizione di un sistema statistico nazionale della FC ed ha affidato all’Isfol il compito di realizzarlo. Tale sistema ha la funzione di assimilare le informazioni relative ai fondi comunitari (Monitoweb), di dialogare con il sistema di monitoraggio dei Fondi interprofessionali e di inglobare il monitoraggio della legge 236/93 e della legge 53/2000 (cfr. De Lellis A., Lion C., op. cit.). Ritornando all’oggetto della presente analisi, il sistema di monitoraggio dei Fondi Interprofessionali (Sistema Nexus) si configura come una procedura web e potrà essere consultato dai soggetti direttamente interessati alla gestione o alla programmazione degli interventi di sostegno alla FC 88 Il MLPS ha emanato le “Linee Guida del Sistema di Monitoraggio” con l’intento di garantire una maggiore omogeneità ed efficienza dei sistemi di monitoraggio che saranno predisposti a livello centrale e dai singoli Fondi. Le prime linee guida sono state emanate con la circolare n. 36/2003 e corrispondevano alla c.d. “prima fase” di monitoraggio in cui i Fondi provvedevano alla raccolta ed elaborazione di un set minimo di variabili da trasmettere in forma aggregata al Ministero. Le linee guida della “seconda fase” (descritte nel presente paragrafo) sono state elaborate, nel 2004, dal MLPS nell’ambito del Comitato di Coordinamento delle attività di monitoraggio, tenendo conto anche delle indicazioni formulate dai Fondi. In questa fase, si è predisposto un sistema di monitoraggio di tipo telematico e molto più dettagliato in cui i Fondi saranno in condizione di trasferire al Ministero micro - dati.

Page 135: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

135

(Amministrazioni regionali o provinciali, Fondi, Parti sociali) ma anche da studiosi, lavoratori e imprese. L’ipotesi di funzionamento prevede la creazione di un sistema informativo (banca dati) presso il Ministero che verrà alimentato dalle informazioni raccolte dai Fondi presso i soggetti attuatori/imprese e inviati con cadenza semestrale (30 giugno e 30 dicembre) al sistema centrale del MLPS. Il passaggio dei dati sarà realizzato attraverso l’impiego di un sistema telematico di collegamento tra Fondi e Ministero, che consentirà di trasmettere in modo sistematico i dati relativi allo stato di avanzamento delle attività. A ciò si aggiungeranno le informazioni prodotte dall’Inps sulle imprese aderenti e non aderenti che dovranno essere inviate al Ministero con la stessa cadenza temporale. La rilevazione periodica, oltre a rispondere ad una logica di sistematicità, permetterà un’analisi diacronica delle attività finanziate dai Fondi. Il sistema di monitoraggio prefigurato è alimentato dalle informazioni prodotte da tre soggetti in particolare: 1. l’Inps che raccoglie le adesioni (e le eventuali revoche) mediante le denunce contributive aziendali ed è in grado di fornire informazioni relative alle risorse finanziarie disponibili e alla platea dei potenziali beneficiari (in termini di imprese e lavoratori); 2. i Fondi nazionali e le loro articolazioni territoriali che producono informazioni di natura finanziaria e fisica relative alle risorse impegnate, spese e rendicontate, sia destinate al finanziamento dei Piani formativi, che utilizzate direttamente dai Fondi per attività propedeutiche e gestionali; 3. gli stessi soggetti attuatori che presentano ai Fondi i Piani formativi e che producono le informazioni di natura fisica e finanziaria relative all’attuazione dei Piani e dei progetti formativi realizzati, nonché i dati sui destinatari degli interventi (lavoratori ed imprese). L’obbiettivo principale del sistema di monitoraggio dei Fondi è quello di assicurare un flusso minimo di informazioni sullo stato di attuazione e la produzione di un sistema di indicatori fisici, finanziari e procedurali utilizzabili in una logica di comparabilità. A tal fine è stato predisposto un modello comune ed omogeneo tra tutti i fondi relativamente a due aspetti: l’unità minima di rilevazione e il relativo set di variabili. L’unità di base del sistema di monitoraggio è stata individuata nel progetto formativo in quanto componente singola del più ampio Piano formativo in cui è inserito e rappresenta pertanto l’unità minima di rilevazione dal punto di vista informatico. Al progetto formativo dovranno essere agganciate le informazioni relative al Piano formativo di riferimento, ai lavoratori e alle imprese beneficiarie dell’intervento.

Page 136: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

136

Schema 1 - Unità minima di rilevazione del sistema di monitoraggio

Fonte: MLPS, Linee Guida del Sistema di Monitoraggio dei Fondi Paritetici Interprofessionali per FC, 2004. Ciascun Fondo dovrà pertanto predisporre la raccolta delle informazioni relative ai tre ambiti rappresentati dal progetto, dal lavoratore e dall’impresa. Un primo set di variabili si riferisce quindi al progetto formativo di cui si dovranno rilevare le seguenti caratteristiche (cfr. allegato 1): - numero progressivo identificativo del progetto; - titolo; - soggetto proponente; - soggetto attuatore/impresa; - tipologia progetto; - settore dell’intervento formativo; - tematica formativa; - modalità formativa; - collocazione temporale della formazione; - durata; - destinatari; - certificazione delle competenze. Un secondo set di variabili, da rilevare sempre a livello di progetto fa invece riferimento al Piano Formativo che rappresenta il documento-quadro di programmazione in cui si inserisce il progetto. Il piano dovrà essere identificato dai seguenti elementi (cfr. allegato 1): - tipologia; - finalità; - firmatari dell’accordo;

Page 137: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

137

- livello dell’accordo; - durata complessiva. Con riferimento ai destinatari della formazione, un terzo set di variabili rileverà le caratteristiche dei lavoratori coinvolti nella formazione e delle imprese di appartenenza, secondo la seguente articolazione (appendici 4 e 5): - dati sul lavoratore relativi a: nome, cognome, codice fiscale, luogo e data di nascita e classe di età, cittadinanza, sesso, titolo di studio, tipologia contrattuale, contratto collettivo di riferimento, inquadramento, domicilio, anno di assunzione, assunzione ai sensi della l. 68/99. - dati sull’impresa relativi a: denominazione e ragione sociale, numero di dipendenti e classe dimensionale, codice fiscale, settore di attività economica, natura giuridica, contratti collettivi di riferimento, localizzazione (con riferimento alla sede in cui operano i lavoratori coinvolti nella formazione), anno di costituzione. Infine, il progetto verrà monitorato anche sotto il profilo procedurale e finanziario (appendice 6). Nel primo caso, si tratta di registrare lo stato di avanzamento delle attività con riferimento ad una scansione temporale definita da: la data del bando/avviso, la data di approvazione del progetto, la data di avvio, la data di conclusione e la data di rendicontazione. Dal punto di vista finanziario le risorse verranno monitorate con riferimento al costo del progetto presentato, approvato e rendicontato. Come già detto, il sistema di monitoraggio consente di fornire elementi conoscitivi riferibili a tre categorie principali: le risorse finanziarie, le attività svolte e i destinatari coinvolti. Per ciascuna categoria, il sistema consente di calcolare una serie di indicatori articolati in tre macro-tipologie: 1. gli indicatori finanziari (di input e output) consentono di monitorare i flussi di risorse finanziarie che interessano ciascun Fondo registrando: a) le risorse trasferite, ossia la dotazione di risorse finanziarie di ciascun Fondo; b) le risorse approvate/erogate da ciascun Fondo (a livello nazionale e regionale/territoriale), distinte tra le risorse approvate/erogate ai soggetti attuatori/imprese per l’attuazione dei Piani e quelle spese dai Fondi per la realizzazione delle attività propedeutiche e di gestione; c) le risorse rendicontate, ovvero quelle risultanti dalle relazioni rendicontuali presentate dai Fondi per le tre tipologie di spesa (gestione, attività propedeutiche e realizzazione); 2. gli indicatori fisici (di realizzazione e di risultato) consentono di monitorare le attività finanziate dai Fondi attraverso la rilevazione delle variabili relative: a) ai piani formativi e ai progetti finanziati; b) alle imprese che hanno avuto accesso ai Fondi; c) ai lavoratori coinvolti nella formazione; 3. gli indicatori procedurali si distinguono in a) indicatori di processo che hanno l’obiettivo di monitorare l’avanzamento della spesa nelle varie fasi che

Page 138: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

138

caratterizzano il processo di implementazione, registrando i tempi di attuazione e calcolando gli eventuali scostamenti rispetto alle previsioni iniziali; b) indicatori per i tempi di attuazione che sono finalizzati a quantificare i tempi medi di attuazione degli interventi formativi, attraverso la rilevazione temporale delle erogazioni finanziarie (cfr. appendice 7). I dati del Rapporto sulla Formazione Continua in Umbria Scopo del presente paragrafo è quello di fornire un quadro sul monitoraggio quantitativo relativo ai Fondi Paritetici Interprofessionali in Umbria, con particolare attenzione all’adesione delle imprese e dei lavoratori e ai principali risultati operativi. Le tabelle sono state costruite in base ai dati del “Sistema permanente di monitoraggio sulle attività formative finanziate dai Fondi Paritetici”, realizzato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali con l’assistenza tecnica di Isfol e Italia Lavoro S.p.A. e sono contenute nel Rapporto sulla Formazione Continua 2008. Occupati di 18 anni e più per frequenza di corsi di studio e/o formazione e/o autoformazione

Per quanto attiene alla nostra Regione, dai dati desumibili dal Rapporto sulla Formazione Continua 2008, nel 2006 per ogni 100 occupati con più di 18 anni di età, il 55,9% ha svolto almeno un’attività di formazione (tab. 1). Il 29% ha frequentato corsi di studio (3,7%) o di formazione (25,3%). Nei corsi di studio rientrano tutti i corsi, dalla scuola elementare al dottorato di ricerca, ossia quei corsi che permettono il conseguimento di un titolo di studio riconosciuto dal sistema nazionale delle qualificazioni; per corsi di formazione si intendono invece attività strutturate e organizzate che danno eventualmente diritto ad un attestato ma non permettono di modificare il titolo di studio di chi le pratica; infine il 49,8% ha svolto attività di autoformazione, attività cioè non strutturate e praticate autonomamente con l’intenzione di aumentare e migliorare le proprie conoscenze. L’Umbria si attesta al di sopra della media nazionale, ma sotto la media di altre due regioni dell’Italia centrale come la Toscana e l’Emilia Romagna.

Page 139: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

139

Tab. 1 - Occupati di 18 anni e più per frequenza di corsi di studio, e/o formazione e/o autoformazione, regione, ripartizione geografica e tipo di comune - Anno 2006 (per 100 occupati di 18 anni e più della stessa zona)

Frequenta corsi di studio, e/o formazione, e/o autoformazione di cui

No Si Corsi di

studio Corsi di

formazione Corsi di

autoformazione Umbria 44,1 55,9 3,7 25,3 49,8 Toscana 42,7 57,3 4,5 26,5 49,0 Emilia Romagna

40,4 59,6 4,3 30,1 51,3

Italia 45,4 54,6 4,1 26,1 47,6

Fonte: Istat – AES (Adult Education Survey) Italia 2007 Distribuzione regionale delle adesioni e dei lavoratori per fondo in Umbria

L’intensa attività dei Fondi si è sviluppata con modalità articolate viste le differenti missioni di ciascun Fondo. E’ chiaro che il Fondo Artigianato Formazione la cui missione si concentra nel mondo artigiano, ha svolto azioni rivolte in prevalenza a micro e piccole imprese, mentre ad esempio Fondimpresa, che si rivolge prevalentemente a aziende associate a Confindustria, ha svolto anche attività rivolte a imprese di dimensioni più grandi. Le adesioni ai diversi Fondi in Umbria sono 6.950 per un totale di 75.837 lavoratori. La maggior parte delle imprese che aderiscono ai Fondi Interprofessionali sono concentrate nel Fondo Artigianato Formazione, 3.078, For.te 1.296, Fondimpresa 733 (tab. 2). Il 73,3% delle imprese che aderiscono ai Fondi è concentrata all’interno di questi tre Fondi. Per quanto attiene invece al numero di lavoratori, il maggior numero di questi è raccolto all’interno dei tre Fondi “storici”, in linea con quanto succede a livello nazionale: Fondimpresa, 30.355, For.te 13.174, Fon.coop 10.960 (tab. 3). Fondimpresa, For.te, Fon.coop, rappresentano quindi, in valore assoluto, i Fondi che raccolgono il maggior numero di lavoratori aderenti, 54.489, il 71,3% del totale.

Page 140: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

140

Tab. 2 - Adesioni per Fondo in Umbria - Luglio 2008

Fondi Adesioni per fondo Fon.Ar.Com 21 Fon.Coop. 226 Fon.Ter. 585 Fond.E.R. 55 Fondazienda / Fondimpresa 733 For.Agri 41 Fondo Artigianato Formazione 3.078 Fondo Formazione PMI 460 Fondo Professioni 301 For.Te 1.296 Fondir 31 Fondirigenti 112 Fondo Dirigenti PMI 11 Fondo Banche e Assicurazioni nuovo Formazienda nuovo Fonditalia nuovo Totale 6.950 Fonte: elaborazioni ISFOL – Area P.O. Formazione Continua su dati INPS/MLPS Tab. 3 - Dipendenti delle imprese aderenti per Fondo - solo Fondi per dipendenti – Luglio 2008

Fondi Dipendenti delle imprese aderenti per

fondo Fon.Ar.Com 401 Fon.Coop. 10.960 Fon.Ter. 2.836 Fond.E.R. 605 Fondazienda / Fondimpresa 30.355 For.Agri 206 Fondo Artigianato Formazione 10.640 Fondo Formazione PMI 5.965 Fondo Professioni 695 For.te 13.174 Fondir / Fondirigenti / Fondo Dirigenti PMI / Fondo Banche e Assicurazioni nuovo Formazienda nuovo Fonditalia nuovo Totale 75.837

Fonte: elaborazioni ISFOL – Area P.O. Formazione Continua su dati INPS/MLPS

Page 141: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

141

Tab. 4 - Percentuale di imprese aderenti ai Fondi sul totale imprese attive con dipendenti - Luglio 2008

Adesioni Aziende

(anno 2008) Aziende (2004)

Tasso di adesione

Umbria 6.796 18.605 36,5% Toscana 32.326 86.015 37,6%

Emilia Romagna 63.467 97.965 64,8% Totale Italia 466.718 1.107.541 42,1%

Fonte: elaborazioni ISFOL – Area P.O. Formazione Continua – GIS BENEVENTO su dati MPLS/INPS e ISTAT, ASIA 2004 Come si evince dall’indagine ISFOL nel Rapporto sulla Formazione Continua 2008, l’adesione delle imprese aderenti ai Fondi sul totale delle imprese attive con dipendenti in Umbria è più basso della media nazionale (tab. 4). Il maggior numero di imprese che hanno aderito ai vari Fondi interprofessionali in Umbria si trova nella Provincia di Perugia con un numero di aziende aderenti pari a 5.042 su un totale di 14.481, ma, come vedremo in seguito, la percentuale di esse è minore rispetto alla Provincia di Terni che vede 1.754 aziende che aderiscono ai Fondi interprofessionali su un totale di 4.124. Infatti per la Provincia di Terni in percentuale il numero delle adesioni è pari al 42,5%, per la Provincia di Perugia al 34,8%. Lo stesso vale, in percentuale, per l’adesione dei lavoratori delle aziende aderenti ai Fondi in Umbria sul totale dei dipendenti del settore privato. Il numero maggiore di lavoratori aderenti è posto nella Provincia di Perugia, 57.650 su un totale di 111.491, contro i 18.187 lavoratori della Provincia di Terni su un totale di 33.558. In percentuale però è la Provincia di Terni ad avere il numero maggiore di dipendenti aderenti ai Fondi sul totale dei dipendenti delle imprese private della provincia: 54,2%, contro il 51,7% della Provincia di Perugia. A livello nazionale permangono forti squilibri tra Regioni del Nord, che hanno tassi di adesione maggiormente elevati, del Centro e del Sud che ha la minor percentuale di aziende aderenti ai Fondi. Le quattro regioni che si caratterizzano per un più forte tessuto produttivo, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, raccolgono ovviamente il 62% dei lavoratori delle imprese aderenti. Per quel che concerne alcune regioni del Centro Italia come la Toscana e l’Emilia Romagna, l’Umbria e la Toscana sono notevolmente al di sotto sia nel numero di adesioni delle imprese ai Fondi sia nel numero di lavoratori rispetto all’Emilia Romagna. In Toscana le adesioni delle imprese ai Fondi

Page 142: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

142

sono 32.326, il 37,6% del totale delle imprese private (tab. 4), per un totale di 357.367 lavoratori, il 53,4% dei lavoratori del settore privato, (tab. 5). Assai rilevante invece il dato dell’altra regione considerata. Al 2008, in Emilia Romagna, 63.467 imprese con 742.471 lavoratori hanno aderito ad almeno un Fondo paritetico interprofessionale. Ciò significa che in questa Regione quasi il 65% delle imprese private (tab. 4) e il 71% dei lavoratori (tab. 5) aderisce ad almeno uno dei Fondi. La penetrazione al Sud appare ancora insufficiente nonostante molti progressi abbiano fatto la Sicilia e la Sardegna. Tab. 5 - Percentuale di dipendenti delle imprese aderenti ai fondi sul totale dipendenti del settore privato in Umbria - Luglio 2008

Dipendenti aziende aderenti (anno 2008)

Totale dipendenti

Tasso di adesione

Umbria 75.837 145.049 52,3% Toscana 357.367 668.820 53,4% Emilia Romagna 742.471 1.045.151 71,0% Totale Italia 6.106.520 10.824.598 56,4%

Fonte: elaborazioni ISFOL – Area P.O. Formazione Continua – GIS BENEVENTO su dati MPLS/INPS e ISTAT, ASIA 2004 In estrema sintesi, il 36,5% delle imprese private umbre (tab. 4) e il 52,3% dei lavoratori (tab. 5) aderisce attualmente ad un Fondo Paritetico Interprofessionale. Se vogliamo fare una relazione tra propensione delle imprese alla formazione e adesione ai Fondi interprofessionali, rileviamo che circa il 23% delle imprese private umbre che aderiscono ai Fondi paritetici, ha risposto positivamente all’azione promozionale dei Fondi stessi, cercando in questa adesione un sostegno per gestire ed organizzare attività di formazione per i propri addetti. La situazione di partenza da cui parte l’Isfol è l’ipotesi per cui l’adesione delle imprese ai Fondi potrebbe svolgere un ruolo di traino per la partecipazione alla Formazione Continua delle stesse imprese. Il dato dell’Umbria però è interessante da questo punto di vista: si registrano valori positivi della “Domanda potenziale” di formazione da parte delle imprese (propensione alla formazione), in forte aumento rispetto al 2007 e sopra la media nazionale che è del 20%, ma valori di adesione ai Fondi inferiori alla media italiana89.

89 Cfr. MLPS-ISFOL, Rapporto sulla Formazione Continua, 2008.

Page 143: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

143

Tab. 6 - Contributo delle imprese alla realizzazione dei Piani formativi (val.%) Costo totale Contributo Fondo Contributo privato Umbria 100 53,4 46,6

Fonte: elaborazioni ISFOL – Area P.O. Formazione Continua – Italia Lavoro S.p.A. su dati del sistema permanente di monitoraggio delle attività finanziate dai FPI (Sistema Nexus) Non si riscontrano differenze territoriali nei contributi finanziari delle imprese alla realizzazione dei Piani. Emerge, comunque un valore molto elevato pari in media al 50% non solo nella nostra Regione ma in quasi tutte le regioni italiane. Alcuni aggiornamenti sul panorama umbro

I dati sui Fondi Paritetici Interprofessionali che riportiamo ed elenchiamo di seguito riguardano la nostra regione e sono i più aggiornati possibili relativamente a: numero degli aderenti al Fondo (aziende e rispettivi lavoratori), progetti presentati nel corso degli anni, il numero di corsi di formazione organizzati, il numero di ore erogate di formazione, il numero di aziende coinvolte nei progetti, il numero di lavoratori che hanno partecipato alla formazione, le risorse impegnate da ciascun fondo per la loro attività90. I dati sono disomogenei ma completi circa le informazioni che abbiamo richiesto. Tali dati infatti non sono stati ricondotti nel precedente paragrafo proprio per la loro diversità e perché la data di aggiornamento del monitoraggio e le informazioni sulla formazione inviateci sono diverse da Fondo a Fondo. Alcuni Fondi non hanno ancora avviato attività formative. Nel precedente paragrafo, quindi, abbiamo conservato le due tabelle sulle adesioni delle imprese e dei lavoratori a ciascun Fondo con i dati del Rapporto sulla Formazione Continua 2008 (luglio 2008); in questo modo abbiamo una visione più omogenea possibile sul monitoraggio quantitativo dei FPI in Umbria, ed è stato possibile confrontare in maniera più uniforme i dati della nostra Regione con la media italiana e di altre due regioni del

90 I dati sono disponibili perché messi a disposizione da Presidenti, Direttori, Responsabili dell’area formazione di alcuni dei Fondi Paritetici Interprofessionali. Le informazioni che ci hanno trasmesso i Fondi provengono dalle loro banche dati, che sono alimentate dai flussi ufficiali dell’INPS e sono più aggiornate rispetto a quelle contenute nel Rapporto sulla Formazione Continua 2008. Il dato che fornisce l’INPS è un dato “storico” ovvero dentro ci sono imprese che hanno aderito ad es. nel 2003, nel 2004 ecc. sino al 2009, al netto delle imprese che hanno lasciato (per qualsiasi motivo) i singoli Fondi.

Page 144: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

144

Centro, Emilia Romagna e Toscana, per le quali i soli che conosciamo sono quelli relativi a luglio 2008 e contenuti nel Rapporto sopra citato. Analizzeremo la crescita delle adesioni e del numero di lavoratori ai Fondi rispetto ai dati del Rapporto ISFOL 2008. Rispetto al dato del Rapporto sulla Formazione Continua (luglio 2008), dai dati che ci sono pervenuti, segnaliamo la forte crescita di Fondimpresa a novembre 2008 (tab. 7), sia nel numero di adesioni delle imprese al Fondo (+134), sia nel numero di lavoratori (+1.531); significativa la crescita del Fondo Formazione PMI (tab. 11), che a dicembre 2008 ha visto un incremento, rispetto a luglio dello stesso anno, sia nel numero di adesioni delle imprese (+ 137) che nel numero di lavoratori (+1.239) e di Fon.ter (tab. 10), 63 imprese e 509 lavoratori in più a novembre 2008. Il Fondo Artigianato Formazione (tab. 9) a aprile 2009 ha registrato una sensibile crescita sia nel numero di adesioni al Fondo (+136) che nel numero dei lavoratori (+ 496); significativa anche la crescita di Fondoprofessioni (tab. 12), 34 imprese e 26 lavoratori aderenti in più a aprile 2009 rispetto a luglio 2008. Fon.coop (tab. 8) ha incrementato notevolmente, negli ultimi 9 mesi, il numero dei lavoratori (+ 3.376). Dei Fondi che ci hanno inviato i dati di monitoraggio aggiornati si consolidano Fon.ar.com (tab. 14) e For.agri (tab. 13), che non hanno ancora avviato attività formative, ma che hanno visto un aumento notevole del numero di lavoratori e di imprese aderenti al Fondo rispetto a luglio 2008, rispettivamente 55 imprese in più e 325 lavoratori per il primo dei due Fondi, addirittura 1.733 adesioni di imprese per 12.357 lavoratori in più per For.agri. Quattro le adesioni di imprese in più invece per Fon.dir (tab. 15) a aprile 2009 rispetto a luglio 2008: sempre per il medesimo Fondo ci è stato comunicato anche il numero di dirigenti aderenti in Umbria (68), dato non presente nel Rapporto sulla Formazione Continua in quanto i dati dei lavoratori aderenti riguardavano solo i Fondi per dipendenti. Fondo Formazione PMI, Fondo Artigianato Formazione, Fon.Coop, Fondimpresa, sono in ordine i Fondi che hanno realizzato il maggior numero di progetti formativi, erogato il maggior numero di ore di formazione e coinvolto il maggior numero di aziende e lavoratori partecipanti alla formazione. Possiamo dunque dire che nella nostra Regione l’adesione ai Fondi si concentra prevalentemente verso quelli in cui si osserva una forte e decisa polarizzazione verso la micro e piccola dimensione produttiva, come il Fondo Artigianato Formazione, o da quelli caratterizzati da una significativa presenza della dimensione piccola e medio piccola, come il Fondo Formazione PMI e Fon.ter. L’adesione ai Fondi è notevole anche in Fon.coop e Fondimpresa nei quali non si nota quella predominanza numerica della piccolissima

Page 145: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

145

dimensione che si rinviene in tutti gli altri fondi e si osserva invece una eterogeneità spiccata. I Fondi paritetici italiani non hanno carattere settoriale come quelli francesi, olandesi e belgi, alcuni comparti produttivi infatti si collocano tra-sversalmente, per cui vi è la sostanziale impraticabilità di una specializzazione dei Fondi paritetici su determinate tipologie professionali, su determinate tematiche formative e su linee specifiche di fabbisogno (ISFOL, 2008). Tab. 7 - Fondimpresa

N° aziende attualmente aderenti 867 N° lavoratori 31.886 N° di lavoratori che hanno partecipato alla formazione 6.686 Aziende coinvolte nei progetti 66 N° progetti presentati nei vari anni sul Conto di Sistema 8 N° progetti presentati nei vari anni sul Conto Formazione 14 N° progetti in corso nel 2009 9 Risorse impegnate (finanziamenti Fondimpresa) € 1.952.979

Dati di monitoraggio a novembre 2008 - Fondimpresa Tab. 8 - Fon.Coop

N° aziende attualmente aderenti 221 N° lavoratori 14.736 N° di lavoratori che hanno partecipato alla formazione 1.390 Aziende coinvolte nei progetti 46 Organico delle imprese beneficiarie 8.064 Piani finanziati 66 Monte ore previsto 357.993 Contributo approvato € 889.363

Dati di monitoraggio a aprile 2009 – Fon.Coop Tab. 9 - Fondo Artigianato Formazione

N° aziende attualmente aderenti 3.214 N° lavoratori 11.136 N° di lavoratori che hanno partecipato alla formazione 570 Aziende coinvolte nei progetti 120 N° di progetti organizzati e di corsi formativi 116 N° ore erogate di formazione 1.390

Risorse impegnate (Finanziamenti Fondo Artigianato Formazione) €

645.000

Dati di monitoraggio a aprile 2009 – Fondo Artigianato Formazione

Page 146: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

146

Tab. 10 - FON.TER

N° aziende attualmente aderenti 648 N° lavoratori 3.345 N° di lavoratori che hanno partecipato alla formazione 180 Aziende coinvolte nei progetti 5 N° progetti organizzati e di corsi formativi 11 Settore di Riferimento dei progetti approvati Socio Sanitario Durata Progetti (ore) 180 N° ore erogate di formazione 8.202 Contributo Approvato € 46.596

Dati di monitoraggio a novembre 2008 – Fon.Ter Tab. 11 - FONDO FORMAZIONE PMI

N° aziende attualmente aderenti 597 N° lavoratori 7.204 N° di lavoratori che hanno partecipato alla formazione 1.550 Aziende coinvolte nei progetti 290 N° progetti presentati nei vari anni sul Conto di Sistema circa 200 N° progetti in corso nel 2009 50 Risorse impegnate (Finanziamenti FAPI) € 1.650.000.00 Risorse, in base alle aziende aderenti, che dall'Umbria vanno a favore di FAPI circa € 360.200

Dati di monitoraggio a dicembre 2008 – Fondo Formazione PMI Tab. 12 - FONDOPROFESSIONI

N° aziende attualmente aderenti 335 N° lavoratori 721 N° di lavoratori che hanno partecipato alla formazione 51 Aziende coinvolte nei progetti 35 Piani presentati 2 N° di progetti organizzati e di corsi formativi 4 N° ore erogate di formazione 168 Risorse impegnate (Finanziamenti Fondoprofessioni) € 43.000

Dati di monitoraggio a aprile 2009 – Fondoprofessioni Tab. 13 - FOR.AGRI

N° aziende attualmente aderenti 1.774 N° lavoratori 12.563

Dati di monitoraggio a aprile 2009 – For.Agri

Page 147: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

147

Tab. 14 - FON.AR.COM

N° aziende attualmente aderenti 76

N° lavoratori 726 Dati di monitoraggio a aprile 2009 – Fon.Ar.Com Tab. 15 - FON.DIR

N° aziende attualmente aderenti 35 N° dirigenti 68

Dati di monitoraggio a aprile 2009 – Fon.Dir

Page 148: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato
Page 149: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

149

IL RACCORDO DELLA FORMAZIONE CONTINUA91 L’integrazione dei sistemi Il sistema di Formazione Continua in Italia si compone di almeno tre macro sottosistemi: quello relativo ai dipendenti delle imprese private, e qui prevale il ruolo dei Fondi Paritetici Interprofessionali, quello relativo ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, e qui prevale il ruolo delle singole Amministrazioni con il controllo da parte dei sindacati dei lavoratori, e un terzo segmento costituito dalla realtà composita del lavoro autonomo e degli Ordini professionali. In assenza di regole comuni, l’unico strumento che unifica, sia pur in minima parte, i tre sottosistemi è costituito dal Fondo Sociale Europeo che supporta la pianificazione regionale di sviluppo delle risorse umane valorizzando il capitale umano presente nei diversi territori e nei diversi sistemi di impresa. Essendo uno strumento finanziario, non può essere ascritto in modo particolare al FSE il compito di unificare o integrare i sistemi; il contributo che questo strumento può dare è limitato alla possibilità di monitorare l’insieme delle attività cofinanziate al di là della diversità del contratto di lavoro in essere e della natura del datore di lavoro (pubblico o privato, impresa o studio associato o singolo professionista, etc.). Nel confronto aperto tra Governo e Parti sociali negli anni ‘90 (Accordi del 1992, 1996, 1998) che si è concluso con la scelta di dar vita ai Fondi Paritetici Interprofessionali (legge Treu 196/97 e legge finanziaria per il 2001) le Regioni non sono state protagoniste. Mentre tutta l’esperienza della legge 236/93, articolo 9 comma 3, era stata condivisa tra i tre soggetti, la scelta di far nascere un nuovo sottosistema formativo gestito dalle Parti sociali ha destato preoccupazioni e per alcuni anni ha costituito una parziale barriera nelle relazioni tra le Amministrazioni titolari dei POR e le Parti sociali impegnate nella raccolta di adesioni presso le imprese. Le Regioni avevano soprattutto due ordini di preoccupazioni: - il venir meno del contributo delle imprese (lo 0,30% del monte salari) per il confinanziamento dei loro POR; - la creazione di condizioni di disparità di trattamento e di opportunità tra impresa e impresa, tra lavoratore e lavoratore.

91 Il primo paragrafo del presente capitolo è stato curato da Franco Frigo, il secondo e terzo paragrafo da Stefano Fanini e il quarto e quinto paragrafo da Enza Galluzzo.

Page 150: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

150

Nei primi tre anni di attività i FPI hanno operato all’interno dei confini stabiliti dal Piano Operativo di Azione che indicava come sarebbero state spese le risorse messe a disposizione dal Ministero del Lavoro; le norme ministeriali precisavano i limiti dell’azione dei Fondi e le risorse erano chiaramente definite come risorse pubbliche. Si trattava infatti delle stesse risorse della legge 236/93 che venivano in parte “sottratte” alle Regioni per essere messe a disposizione dei Fondi. La situazione che si è venuta a creare nella prima fase della vita dei Fondi è abbastanza paradossale perché questi sono stati trattati dal Ministero come un nuovo soggetto gestore delle risorse ministeriali, quasi si trattasse di “contratto quadro” avente la finalità di promuovere la Formazione Continua tra le imprese e tra i lavoratori. In relazione alla prima preoccupazione delle Regioni si può dire che il Governo (ovvero i vari governi che si sono succeduti) ha mantenuto l’impegno di cofinanziare gli interventi del FSE anche in assenza di massicci proventi dallo 0,30%, mentre, per la seconda preoccupazione, va detto che la crescita del peso finanziario di taluni Fondi - in primo luogo Fondimpresa che raccoglie circa il 50% dell’intero gettito dei 17 Fondi - ha fatto sì che in alcune Regioni il volume degli interventi di competenza regionale e quelli di competenza dei Fondi si equivalessero. Gli stessi soggetti, come le imprese, i lavoratori ma soprattutto gli operatori di formazione, in questi anni, hanno cominciato a rivolgersi indif-ferentemente alle Amministrazioni pubbliche e alle Parti sociali che gesti-scono i Fondi trovando situazioni diverse ma a volte anche contradditorie, soluzioni migliorative da una parte piuttosto che dall’altra, ma anche tanti ostacoli. Essendo la domanda esplicita di formazione oggetto di attenzione da parte sia delle Istituzioni pubbliche che delle Parti sociali, nel volgere di poco tempo, si sono verificati episodi di sovra rappresentazione di problemi e casi di convogliamento di risorse verso pochi soggetti creando, come effetto dell’azione contestuale, forti disparità. Anche se si è assistito a qualche miglioramento, la situazione della Formazione Continua in Italia continua ad essere di grande arretratezza e di difficoltà nonostante lo sforzo di Istituzioni e Parti sociali; anche da tutto questo, ovvero dalla consapevolezza che gli sforzi non hanno prodotto gli effetti sperati, è nata la necessità di giungere ad un Accordo quadro sulle politiche della Formazione Continua. Se nella fase della nascita dei Fondi le Regioni si erano trovate defilate, sono invece loro che hanno spinto per un Accordo che è stato ricercato e costruito per mesi e mesi con un gruppo di lavoro bilaterale, senza la presenza del Ministero del Lavoro che invece ha partecipato a partire

Page 151: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

151

dall’inizio del 2006, in presenza di un testo non solo già ben strutturato, ma in buona parte già condiviso da Regioni e Parti sociali. L’Accordo diviene un Accordo tripartito a livello nazionale e assume oggi la forma conosciuta nell’autunno del 2006. Al suo interno si trovano i temi caldi legati alla creazione di regole per addivenire ad una prassi condivisa di scambio informativo dei dati di monitoraggio, la condivisione delle problematiche sulle quali operare congiuntamente come la certificazione e l’accreditamento e la scelta di creare un “tavolo tecnico”. Per mesi non risulta chiaro se questo tavolo coincida con l’Osservatorio nazionale previsto per legge o lo affianchi, fino alla decisione di interpretare questo passaggio importante dell’Accordo come una delle modalità operative, tra il tecnico e il politico, dell’Osservatorio nazionale che, essendo previsto per legge, ha un profilo giuridico che può rafforzare quanto indicato in sede concertativa. La tematica della costruzione delle condizioni per una programmazione coerente delle risorse è alla base dell’Accordo e ne costituisce la trama, anche se non sempre ben visibile; vi sono però al fondo elementi intrinseci che rendono difficile se non impossibile il raggiungimento di questo rilevante obiettivo. Gli strumenti finanziari che sostengono la Formazione Continua, ovvero le diverse linee di finanziamento, se rispondono a norme con caratteristiche diverse non lo debbono solo al momento storico in cui esse sono state varate. Vi sono ragioni storiche e motivi di orientamento “politico” che fanno sì che le finalità delle norme scaturite dalle diverse stagioni della concertazione, susseguitesi nel tempo, siano diverse e pertanto non coincidenti, pur all’interno di una generale finalità di promozione della formazione. In particolare gli interventi della programmazione regionale cofinanziata dal FSE sono l’espressione concreta della programmazione regionale in senso stretto (coniugata in piani triennali e piani annuali collocati all’interno dei periodi “comunitari”, oggi indicati in sette anni) e rispondono alla domanda di occupabilità di tutta la cittadinanza: giovani, adulti, disoccupati, occupati, donne, etc. Gli interventi ex legge 236/93 sono un aiuto alle imprese per permettere loro di fare formazione con una copertura solo parziale dei costi sostenuti (contributo delle imprese almeno del 20%). Il sostegno finanziario previsto dalla legge 53 del 2000, articolo 6 (Congedi per la Formazione Continua), comma 4, è destinato a quei progetti che prevedono la riduzione concordata (tra le Parti) del tempo di lavoro o la formazione a domanda individuale. L’interpretazione prevalente che se ne è data in questi anni è stata quella del sostegno a quelle imprese che

Page 152: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

152

necessitano di formazione per cambiamenti che intervengono nell’impresa e che sono d’accordo con il sindacato a realizzare la formazione in orario di lavoro. I Fondi Paritetici Interprofessionali sostengono la formazione dei lavoratori dipendenti di quelle imprese che hanno aderito ai Fondi. Sta ai Fondi decidere, in sede di autonoma scelta dei propri Consigli di Amministrazione, come utilizzare le risorse conferite dall’INPS. I Fondi che presentano la modalità del “conto formazione aziendale” hanno scelto di non interferire in alcun modo nelle scelte fatte dalle imprese in accordo con le rappresentanze dei lavoratori. Negli Avvisi “pubblici” dei Fondi, le priorità sono decise dai Fondi stessi in assenza di Programmi Operativi. Dopo la fase di Start-Up, i Fondi non sono obbligati ad elaborare Piani e a darsi strumenti di indirizzo; gli unici obblighi sono quelli legati alle forme di controllo di carattere amministrativo e legale. Raggiungere un obiettivo come quello di una programmazione più coerente delle risorse per la FC è possibile solo se si dimostra realizzabile un confronto a partire dalla lettura di documenti che presentino obiettivi qualitativi sviluppati anche in termini quantitativi, strumenti, regole e così via. Questo è certamente realizzabile per tutte le azioni che vengono deliberate dalle Amministrazioni pubbliche perché non solo tutti gli atti sono pubblici, ma anche perché il processo decisionale (in genere abbastanza lungo) coinvolge non solo le direzioni e gli uffici pubblici ma anche i rappresentanti delle Parti Sociali più rappresentative (a livello regionale o territoriale). I processi decisionali dei Fondi Paritetici e i percorsi per giungere alle decisioni finali sull’uso delle risorse sono quelli di una associazione privata che riunisce due o più soggetti sulla base di un accordo che ha dato vita ad uno Statuto e ad un Regolamento. L’unica presenza di un soggetto terzo è costituita dalla presenza di alcune regole dettate dalle leggi nazionali e dalla presenza di un Presidente del Collegio dei Revisori nominato dal Ministro del Lavoro. I Fondi programmano le proprie modalità di finanziamento dei piani formativi sulla base delle scelte operate all’interno di un Consiglio di Amministrazione che tiene conto del confronto tra le sue componenti interne e decide, volta per volta, di dare informazione, più o meno dettagliata, sui motivi e sui criteri che hanno portato a quelle scelte. È a carico delle singole componenti, ovvero delle organizzazioni che hanno dato vita al Fondo stesso, esplicitare alle articolazioni settoriali e/o territoriali della propria organizzazione quanto è stato deciso e questo può essere fatto per ottenere consenso (se susseguente alle decisioni) o per accogliere suggerimenti (se fatto come azione preliminare).

Page 153: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

153

Dopo la fase di Start-Up i Fondi non hanno più elaborato dei Piani Operativi comparabili con quanto predisposto per i primi tre anni di attività e questa assenza oggi rappresenta la principale “asimmetria” tra Regioni e Fondi Paritetici in tema di prassi programmatoria. La formazione pubblica e quella dei Fondi hanno in comune la necessità di fare ricorso a una base informativa sufficientemente ricca da poter rappresentare, soprattutto all’inizio del processo decisionale, l’insieme dei bisogni formativi (espliciti ma anche quelli non ancora espressi ma latenti) e dei propri target di riferimento (diversi ma in parte coincidenti tra Fondi e Regioni) alla luce dei risultati degli interventi già realizzati. L’analisi ricorrente dei dati risulta essenziale sia per la Regione che per il Fondo che deve operare certamente con scelte decise a livello nazionale, ma pur sempre riferibili a interventi localmente rilevanti. Uno dei risultati più rilevanti dell’Accordo tripartito firmato il 17 aprile 2007 è costituito dalla decisione di giungere al più presto ad un sistema integrato di monitoraggio dei dati relativi alla Formazione Continua. I Fondi Interprofessionali, a partire dall’annualità 2008, stanno testando, con il supporto dell’Isfol e di ItaliaLavoro, una modalità di raccolta e di elaborazione dati che verranno messi a disposizione in modo aggregato, ma che sono il risultato di una raccolta di microdati relativi alle caratteristiche dei soggetti che vengono formati, delle imprese di cui sono dipendenti, del singolo corso e del piano nel quale è inserito il progetto. Le Amministrazioni regionali hanno un proprio sistema di monitoraggio costruito sulla base delle esigenze informative espresse nel periodo della programmazione del FSE 1994-1999. In quell’impianto informativo si è poi inserito il monitoraggio degli interventi ex lege 236/93 ed ex lege 53/2000, così come definito dalle Circolari del Ministero del Lavoro. Il primo impegno operativo conseguente all’Accordo Tripartito Nazionale del 2007 e agli Accordi regionali che si sono susseguiti non può che essere quello di rendere comunicanti i vari sistemi informativi e quello di rendere il più possibile sovrapponibili i dati raccolti. La raccolta delle informazioni relative agli esiti dei finanziamenti erogati dalle Regioni e dai Fondi non è però sufficiente a creare una base utile per impostare programmi condivisi perché, come abbiamo visto, gli interventi non toccano se non una minima parte dei lavoratori occupati del nostro Paese e una parte minoritaria anche di coloro che dichiarano di essersi formati, con modalità poco strutturate. Lo scambio informativo non può prescindere da indagini statistiche su campioni significativi di imprese e di lavoratori, per cogliere il significato degli investimenti “privati” e della ricerca spontanea di nuove occasioni di

Page 154: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

154

apprendimento, nonché di studi più a carattere qualitativo che permettano di comprendere come si evolvono gli atteggiamenti nei confronti degli investimenti in conoscenza. L’integrazione tra i sottosistemi di Formazione Continua necessita di un quadro unitario delle politiche formative nonché dei sistemi dei diritti e dei doveri di tutti i 24 milioni di lavoratori e dei 5 milioni di imprese. Forse solo il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, il CNEL, ha il profilo istituzionale adeguato per avviare una riflessione che porti ad una proposta legislativa per delle regole condivise. Questa riflessione nasce anche dalla considerazione che la formazione dei lavoratori, e il correlato impianto di diritti e di doveri, ha a che fare sia con le norme nazionali e regionali, che con gli assetti contrattuali. Negli ultimi anni si sono avuti dei miglioramenti nei contratti collettivi di lavoro (CCNL), ma in genere si è trattato di prendere atto delle novità della legge 53/2000 in materia di congedi formativi per l’istruzione e per la Formazione Continua e di prendere atto della nascita dei Fondi Paritetici. Per quanto riguarda l’evoluzione del quadro normativo nazionale, invece, per un intero anno, il 2007, si è assistito all’annuncio, all’elaborazione e quindi all’approvazione della proposta legislativa da parte del Consiglio dei Ministri (in due fasi, il 3 agosto prima e poi a dicembre) in tema di diritto all’apprendimento lungo tutta la vita. La fine prematura della legislatura nella primavera del 2008 ha portato all’interruzione del percorso parlamentare, ma la proposta aveva incontrato anche molte difficoltà nella maggioranza di allora perché non si era riusciti a trovare su tale tema un’ampia convergenza. In quella proposta, l’unica finora ad esser stata oggetto di un’approvazione collegiale da parte di un CdM, erano presenti vari articoli i cui testi risultavano importanti per poter costruire un sistema formativo integrato, quali: il diritto a un numero minimo di ore di formazione per i lavoratori (come in Francia), il ruolo dell’impresa formativa, la necessità di una regia comune per tutte le politiche attinenti al lifelong learning, il tema del riconoscimento e della certificazione delle competenze acquisite sul lavoro, e così via. In assenza di questa nuova “sponda” legislativa, la norma che tutela il diritto del lavoratore ad accedere alla formazione è quella definita negli articoli 5 e 6 della legge 53 del 2000 sui congedi parentali e formativi che è una delle leggi meno conosciute del nostro Paese, così come rivelano le indagini ricorrenti dell’Isfol sugli atteggiamenti e sui comportamenti delle imprese e dei lavoratori. Sul fronte invece della creazione di sistemi formativi integrati sono invece interessanti le scelte operate da talune Regioni che hanno emanato leggi in

Page 155: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

155

materia di istruzione, formazione e lavoro le quali possono creare le motivazioni per ripensare il supporto pubblico allo sviluppo dei processi apprenditivi che, per i cittadini adulti e per i lavoratori, rimarranno pur sempre un impegno prevalentemente (in termini di tempo e di risorse finanziarie) a loro carico. Questo dovrebbe portare le Amministrazioni pubbliche e le Parti sociali a rivedere le modalità di sostegno differenziando ulteriormente e approfondendo, con l’analisi, i caratteri distintivi dei diversi target. Soprattutto in questa fase storica si dovrebbero prevedere meccanismi che “costringano” i lavoratori “a professionalità bloccata” a prendere congedi per riqualificarsi in vista dei cambiamenti produttivi; si dovrebbero invece progettare “modalità premiali” (anche di tipo fiscale) per tutti coloro, lavoratori e imprese, che hanno comportamenti virtuosi e investono tempo e denaro per il proprio aggiornamento. L’accordo nazionale del 2007 L’Accordo Tripartito Nazionale sulla Formazione Continua tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Regioni/Province Autonome e Parti Sociali è stato condiviso a livello tecnico nel marzo 2006 e approvato formalmente il 17 aprile 2007. L’obiettivo generale dell’Accordo è quello di costruire un “sistema nazionale di Formazione Continua, progressivamente ordinato, non concorrenziale ma integrato” in grado di raccogliere e coordinare strategicamente soggetti, compiti e azioni al fine di rispondere su tutto il territorio nazionale alle esigenze formative dei lavoratori e delle imprese. Il sistema di Formazione Continua delineato ha come finalità quelle di garantire l’occupabilità di tutti i lavoratori e la competitività delle imprese: nella realizzazione di questi obiettivi soggetti pubblici e privati, pur partendo da impostazioni autonome differenziate, devono convergere verso il comune obiettivo di innalzamento delle conoscenze e delle competenze delle persone. Per il coordinamento e la programmazione unitaria degli interventi l’Accordo prospetta un utilizzo mirato dei diversi strumenti finanziari disponibili (FSE, Leggi 236/93 e 53/2000 e Fondi interprofessionali), in coerenza con le politiche di sviluppo concertate tra Regione e Parti sociali. Sul versante degli strumenti l’Accordo, oltre al rafforzamento della dimensione tecnica e operativa dell’Osservatorio nazionale sulla FC, punta a favorire lo scambio delle informazioni individuando modalità operative idonee e attiva un Tavolo tecnico di coordinamento con le seguenti funzioni:

Page 156: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

156

realizzazione dell’interlocuzione finalizzata ad individuare e definire procedure che raccordino le scelte dei singoli Fondi con la programmazione regionale; analisi ed approfondimento delle tematiche maggiormente rilevanti; elaborazione di proposte - frutto di posizioni comuni - atte a migliorare le attività dei vari soggetti coinvolti. L’Accordo richiama la necessità di costruire un sistema di certificazione delle competenze concordato a livello nazionale e in questo impegna le parti contraenti a rivedere l’insieme delle procedure di accreditamento dei soggetti che erogano Formazione Continua, per arrivare a un sistema di regole efficaci in tutto il territorio nazionale più impostato su criteri di qualità. Auspicando un decentramento a livello regionale dei Fondi Interprofessionali, l’Accordo prevede che le parti si impegnino per favorire la presenza in ogni Regione e Provincia Autonoma di referenti di ciascun Fondo interprofessionale, nell’ambito delle scelte definite dal Fondo stesso e nel rispetto del proprio Statuto e Regolamento.

Le esperienze regionali di Governance della Formazione Continua L’Accordo Nazionale prevede, come elemento necessario alla costruzione di un sistema integrato, che vi sia “coerenza tra quanto predisposto e attuato dalle Regioni e dai singoli Fondi in materia di FC e quanto convenuto” 92 nell’Accordo stesso. In risposta alla necessità appena affermata alcune Regioni, elencate nel quadro sinottico che segue, hanno provveduto alla stipula di Accordi93 con le Parti sociali o alla elaborazione di atti finalizzati alla governance della FC. Nel presente paragrafo si analizzano gli Accordi tra Regioni e Parti sociali per il coordinamento e l’integrazione delle attività di Formazione Continua. 92 Accordo tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Regioni - Province Autonome e Parti Sociali del 17/04/2007, punto 9. 93 Gli Accordi/Atti di coordinamento degli interventi di FC assumono nei vari contesti regionali denominazioni diverse (Protocollo d’intesa, Accordo, Documento congiunto d’intenti). Nel prosieguo si utilizzerà l’espressione generica “Accordo” anche per fare riferimento a documenti che presentano altre denominazioni. Nella Regione Marche non è stato siglato un Accordo, ma è stata emanata la D.G.R. 778 del 11/06/2008 avente ad oggetto: “Coordinamento degli interventi di Formazione Continua. Istituzione del Comitato di indirizzo”. D’ora in avanti ogni volta che si farà riferimento a tale provvedimento normativo si userà l’espressione “Atto Marche”.

Page 157: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

157

Data di stipula, Regione e tipo di atto emanato per la governance della FC

Data di stipula

Regione Tipo di atto per la governance della FC

12/05/2006 Campania

Giunta Regionale - Seduta del 12 maggio 2006 - Deliberazione N. 587 – Area Generale di Coordinamento N. 17 - Istruzione - Educazione - Formazione Professionale Politica Giovanile del Forum Regionale Ormel - Presa d’atto del documento congiunto di intenti in materia di Formazione Continua tra Regione Campania e Parti sociali.

10/01/2007 Toscana

Protocollo d'intesa tra Regione Toscana e Parti Sociali Regionali per la programmazione e l’integrazione delle attività di Formazione Continua

09/10/2007 Veneto Accordo tra Regione Veneto e Parti Sociali Regionali per il Coordinamento della Programmazione delle attività finalizzate al Sostegno della Formazione Continua

24/01/2008 Emilia Romagna

Accordo tra Regione Emilia – Romagna e Parti Sociali

11/06/2008 Marche D.G.R. 778 del 11/06/2008 avente ad oggetto: “Coordinamento degli interventi di Formazione Continua. Istituzione del Comitato di indirizzo”

22/09/2008 Liguria Protocollo d’Intesa tra Regione Liguria, Province e Parti Sociali regionali per la programmazione e l’integrazione delle attività di Formazione Continua

29/09/2008 Lazio Accordo per la programmazione ed integrazione delle attività di Formazione Continua.

Fonte: accordi e documenti regionali per la governance degli interventi di FC. Elaborazione AUR

Page 158: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

158

Seguono schede degli Accordi sopra elencati: ACCORDO CAMPANIA La Delibera regionale n. 587 del 12 maggio 2006 recepisce le finalità generali contenute nel Documento congiunto di intenti sottoscritto il 2 dicembre 2005 che entra nel dettaglio degli obiettivi che si intendono conseguire nel merito della FC. Con i Fondi Interprofessionali si vuole innanzitutto andare verso un sistema della Formazione Continua in cui un rilevante ruolo è affidato ai soggetti privati. Il protocollo prevede che gli Organismi Bilaterali svolgano, nell’ambito della sperimentazione, azioni di monitoraggio e valutazione qualitativa degli impatti sui lavoratori e sulle aziende, nonché attività di assistenza tecnica alle imprese per la elaborazione di piani formativi aziendali, pluriaziendali e settoriali ed azioni di indirizzo per la certificazione delle competenze. L’Accordo istituisce un Forum che ha compiti di consultazione, confronto e verifica delle programmazioni attivate con risorse pubbliche e private al fine di utilizzare in maniera ottimale le risorse finanziarie stesse e le diverse modalità di accesso e di facilitare e semplificare le procedure per il ricorso alla Formazione Continua. La delibera della Giunta Regionale della Campania n. 587 del 12 maggio 2006 specifica ulteriormente alcune previsioni del documento congiunto d’intenti ed, in questo, autorizza il dirigente pro-tempore del Settore Orientamento Professionale a porre in essere tutti gli atti amministrativi consequenziali per dare concreta attuazione all’Accordo sottoscritto ed alla sperimentazione delle collaborazioni previste per l’attuazione di piani formativi aziendali e pluriaziendali.

ACCORDO TOSCANA L’Accordo ha le seguenti finalità: 1) sperimentare, già dal 2007, forme di coordinamento tali da promuovere il più ampio ricorso da parte delle imprese agli strumenti di Formazione Continua disponibili a livello regionale e nazionale; 2) realizzare interventi formativi a favore dei soggetti non coperti (imprenditori, lavoratori atipici e lavoratori inoccupati da formare per l’assunzione) dalla attività dei fondi interprofessionali, a condizione che si realizzi in quelle aziende un intervento formativo, finanziato dai fondi interprofessionali, per i lavoratori dipendenti. L’accordo istituisce un tavolo di lavoro quale sede periodica permanente e avente i seguenti compiti: a) garantire politiche coerenti per la costruzione di un sistema integrato di Formazione Continua; b) consentire un utilizzo ottimale delle risorse e sviluppare una strategia comune per garantire uno sviluppo in termini di qualità e di possibilità di accesso alla Formazione Continua; c) realizzare una programmazione efficace che consenta di armonizzare le rispettive strategie nella logica di trovare risposte in termini di competenza, competitività e capacità di innovazione. Fermo restando il principio del rispetto delle reciproche competenze, l’Accordo mira alla realizzazione di una relazione tra Regione e singoli Fondi che dia luogo, nell'ambito del sistema di Formazione Continua, a sinergie che connettano lo sviluppo del territorio con la programmazione della formazione professionale regionale.

Page 159: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

159

L’Accordo sottolinea quindi la necessità di instaurare un rapporto di collaborazione al fine di integrare le politiche regionali esistenti sul territorio con gli interventi dei Fondi Paritetici Interprofessionali per individuare le azioni e le iniziative da intraprendere in relazione: a) alle modifiche apportate al sistema della formazione con la riforma del mercato del lavoro e con la riforma del sistema scolastico; b) ai cambiamenti che si prevedono in relazione alla programmazione dei Fondi Strutturali 2007/1013; c) ai cambiamenti resi necessari dall'innovazione organizzativa e produttiva delle imprese e dall'esigenza di adeguamento delle capacità professionali dei lavoratori. ACCORDO VENETO Le Parti concordano di sostenere la Regione del Veneto nella realizzazione di modalità operative per la definizione di Accordi con i singoli Fondi Paritetici Interprofessionali nazionali – in raccordo con le politiche dell’Osservatorio Nazionale per la Formazione Continua - al fine di realizzare un sistema integrato e coordinato di Formazione Continua che aumenti le competenze delle persone, delle imprese e delle organizzazioni. Per tale scopo si avvalgono dell’assistenza tecnica dell’ISFOL già impegnato sul livello nazionale. L’Accordo assegna sempre all’ISFOL il compito di interfacciarsi tra le azioni svolte dai Fondi e le azioni programmate dalla Regione del Veneto al fine di suggerire proposte. Si istituisce un Osservatorio Regionale permanente per l’indirizzo, l’integrazione, il monitoraggio e la valutazione del “sistema regionale di Formazione Continua” che potrà anche articolarsi in Gruppi di lavoro su singole tematiche di particolare rilevanza. L’Osservatorio esercita le sue funzioni: 1) proponendo e promuovendo la realizzazione di iniziative sperimentali di coordinamento tra le programmazioni dei diversi soggetti, da avviare entro il 2007; 2) proponendo percorsi di integrazione annuali o pluriennali tra le diverse programmazioni (in termini di tipologie di destinatari e di tipologie e forme di intervento); 3) avviando processi di condivisione degli strumenti regionali di accreditamento e certificazione dei percorsi formativi ed elaborando ipotesi per una loro evoluzione; 4) proponendo e attivando strumenti di raccolta e condivisione di informazioni utili per il monitoraggio e la valutazione degli interventi realizzati dai diversi soggetti, anche al fine di elaborare rapporti periodici; 5) promuovendo specifiche indagini sulle caratteristiche della domanda e dell’offerta di Formazione Continua nel territorio regionale; 6) promuovendo e sostenendo iniziative mirate a carattere informativo/formativo dirette ai diversi attori del sistema regionale di Formazione Continua.

Page 160: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

160

ACCORDO EMILIA ROMAGNA L’Accordo istituisce un Tavolo chiamato a svolgere la propria azione mantenendo forme di raccordo con l’Osservatorio nazionale della Formazione Continua e il relativo Tavolo Tecnico di Coordinamento. Spetta al Tavolo individuare le variabili quantitative e qualitative rilevanti per ricostruire un quadro conoscitivo della Formazione Continua, da restituire in report periodici, e attivare procedure e strumenti per la raccolta e condivisione delle informazione relative alla programmazione delle diverse risorse da parte dei differenti soggetti, e alla realizzazione delle azioni (monitoraggio quantitativo e qualitativo degli interventi, dei lavoratori e delle imprese coinvolte, delle risorse pubbliche e private). Sulla base dell’analisi dei report periodici il Tavolo propone, ai diversi soggetti coinvolti nella programmazione della formazione, nel rispetto delle competenze e dell’autonomia di ciascuno e tenuto conto del sistema di regole, delle procedure e delle prassi organizzative e gestionali: a) opportunità di integrazione nell’utilizzo delle diverse risorse con riferimento alle tipologie di destinatari, alle tipologie di intervento e agli obiettivi specifici da conseguire; b) eventuali temi e/o priorità condivisi sui quali far convergere le differenti programmazioni, compatibilmente con il sistema di regole proprie di ciascuna fonte di finanziamento, anche attraverso strategie di intervento congiunte che, nella complementarietà dei soggetti di programmazione e di parte delle risorse disponibili, possano trovare elementi di maggiore efficacia ed efficienza. Il Tavolo si occupa inoltre della valutazione elaborando e restituendo annualmente al Sistema Rapporti sulla Formazione Continua regionale al fine di rendere possibile la verifica del raggiungimento congiunto degli obiettivi posti e il necessario aggiornamento nonché l’eventuale ridefinizione degli stessi. Spetta al Tavolo promuovere la qualificazione degli interventi: a) favorendo la progettazione delle azioni - ove possibile, in coerenza con gli obiettivi formativi dei percorsi e compatibilmente con il sistema di regole proprie di ciascuna fonte di finanziamento - verso una strutturazione per unità di competenze/figure professionali, individuando nel Sistema Regionale delle Qualifiche e nel Sistema Regionale di Formalizzazione e Certificazione un impianto condiviso a partire dal quale promuovere un sistema di certificazione delle competenze acquisite nei diversi percorsi. L’obiettivo è porre le condizioni per la costruzione di percorsi formativi che valorizzino e integrino gli apprendimenti in contesto lavorativo, assicurino la rispondenza tra l’offerta formativa e la domanda di professionalità di imprese e lavoratori, favoriscano il riconoscimento delle competenze acquisite in contesti differenti; b) sostenendo la prassi dei piani formativi quale modalità capace di migliorare gli interventi di Formazione Continua aziendali, interaziendali, settoriali e territoriali;

Page 161: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

161

c) promuovendo, nelle procedure di evidenza pubblica per il finanziamento dell’offerta formativa, la condivisione di un Sistema di Accreditamento Regionale, in linea con le regole nazionali, e dei relativi standard di efficienza e di efficacia; d) promuovendo il miglioramento, la condivisione e la messa a disposizione di strumenti e supporti, quali il catalogo regionale dell’offerta formativa, per promuovere, nelle diverse forme, l’accesso alla formazione dei lavoratori; e) sostenendo il miglioramento, la condivisione e la messa a disposizione dei diversi dispositivi informativi e le metodologie e le prassi di valutazione a partire da quanto già sviluppato dai diversi soggetti. ATTO MARCHE La Regione Marche, con D.G.R. 778 del 11/06/2008, istituisce il Comitato di Indirizzo per la Formazione Continua che svolge la propria azione mantenendo forme di raccordo con l'Osservatorio Nazionale della Formazione Continua e il relativo Tavolo Tecnico di Coordinamento. Le funzioni del Comitato sono: 1) promuovere e orientare l’attuazione delle azioni di Formazione Continua; 2) impostare gli interventi di Formazione Continua elaborando strategie e orientamenti in coerenza con le politiche nazionali e comunitarie di formazione e di lavoro; 3) garantire politiche coerenti per la costruzione di un sistema integrato di Formazione Continua; 4) consentire un utilizzo ottimale delle risorse e sviluppare una strategia comune per garantire uno sviluppo in termini di qualità e di possibilità di accesso alla Formazione Continua; 5) realizzare una programmazione efficace che consenta di armonizzare le rispettive strategie di intervento; 6) elaborare proposte relative al coordinamento della programmazione tra i vari fondi della Formazione Continua; 7) promuovere un eventuale accordo nel quale i soggetti del Comitato si impegnano al miglioramento qualitativo e quantitativo dell’offerta di formazione per l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese che viene programmata e realizzata nel territorio regionale, attraverso i fondi comunitari, nazionali, regionali e interprofessionali. II Comitato può avvalersi dell'Assistenza Tecnica dell’Isfol che, già impegnato nell'Assistenza Tecnica all’Osservatorio Nazionale per la Formazione Continua, ha il compito di garantire il raccordo con quanto sviluppato nelle sedi nazionali. ACCORDO LAZIO L’obiettivo principale dell’Accordo è quello di prefigurare un sistema regionale di Formazione Continua che, in coerenza con le nuove strategie di programmazione regionale, si contraddistingua per: a) la centralità degli obiettivi e dei risultati attesi; b) un modello di governance allargata; c) l’integrazione delle risorse disponibili; d) la centralità della domanda; e) l’aumento della quantità e della qualità dell’offerta formativa anche in raccordo con i servizi pubblici per l’orientamento e l’occupazione. Quale condizione preliminare all’individuazione di strategie di sviluppo e qualificazione dell’offerta formativa l’Accordo pone la ricostruzione di un quadro conoscitivo d’insieme, quantitativo e qualitativo, periodicamente aggiornabile sul quale fondare un processo di valutazione congiunto del raggiungimento degli

Page 162: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

162

obiettivi condivisi. La conoscenza dell’insieme delle azioni che ricadono sul territorio regionale deve avvenire anche tramite il rafforzamento e l’integrazione dei sistemi di monitoraggio. L’Accordo istituisce il Tavolo regionale per la Formazione Continua con le seguenti funzioni: a) proporre e promuovere la realizzazione di iniziative sperimentali di coordinamento tra le programmazioni dei diversi soggetti (comprendendo anche le Province per la quota di risorse per la Formazione Continua loro delegate); b) proporre percorsi di integrazione tra le diverse programmazioni (in termini di tipologie di destinatari e di tipologie e forme di intervento); c) proporre eventuali temi e/o priorità sui quali far convergere le differenti programmazioni, compatibilmente con il sistema di regole proprie di ciascuna fonte di finanziamento, anche attraverso strategie di intervento congiunte che, nella complementarietà dei soggetti di programmazione e di parte delle risorse disponibili, possano trovare elementi di maggiore efficacia ed efficienza; d) avviare processi di condivisione degli strumenti regionali di accreditamento e certificazione dei percorsi formativi ed elaborando ipotesi per una loro evoluzione; e) contribuire alla istituzione di un Osservatorio permanente regionale sulla Formazione Continua con compiti di: divulgazione, informazione, servizi specialistici sia a livello individuale che collettivo, e monitoraggio. L’Osservatorio in particolare: a) propone e attiva strumenti di raccolta e condivisione di informazioni relative alla programmazione delle diverse risorse utili per il monitoraggio e la valutazione degli interventi realizzati dai diversi soggetti, anche al fine di elaborare rapporti periodici; b) promuove specifiche indagini sulle caratteristiche della domanda e dell’offerta di Formazione Continua nel territorio regionale; c) promuove e sostiene iniziative mirate a carattere informativo/formativo dirette ai diversi attori del sistema regionale di Formazione Continua. ACCORDO LIGURIA Il protocollo ligure sulla Formazione Continua pone come prioritario l’obiettivo di incrementare la Formazione Continua dei lavoratori per sostenere la competitività, la crescita e il miglioramento organizzativo delle imprese e per l’occupabilità e l’adeguamento delle competenze dei lavoratori. L’integrazione fra le risorse di provenienza europea e nazionale è finalizzata a delineare nel sistema indirizzi operativi e percorsi che consentano a ciascun soggetto, sia esso pubblico o privato, la piena esplicazione del proprio ruolo e la valorizzazione delle proprie caratteristiche. L’obiettivo è quello di programmare in maniera coerente iniziative di FC allo scopo di rispondere sul territorio regionale alle esigenze dei lavoratori e delle imprese e, al fine di facilitare e rendere più efficace il processo di innovazione di FC. Un ruolo di tutto rilievo viene riconosciuto al partenariato istituzionale e sociale per la rilevazione dei fabbisogni formativi e delle priorità del territorio. L’Accordo istituisce un tavolo di lavoro, con la partecipazione dei soggetti sottoscrittori, quale sede periodica permanente a cui sono affidate le seguenti funzioni: a) garantire politiche coerenti per la costruzione di un sistema integrato di Formazione Continua; b) consentire un utilizzo ottimale delle risorse e sviluppare

Page 163: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

163

una strategia comune per garantire uno sviluppo in termini di qualità e di possibilità di accesso alla Formazione Continua attivando procedure che consentano una semplificazione delle modalità di accesso nei limiti e nel rispetto delle disposizioni comunitarie, nazionali e regionali; c) realizzare una programmazione efficace che consenta di armonizzare le rispettive strategie nella logica di trovare risposte in termini di competenza, competitività e capacità di innovazione; d) realizzare un'azione di monitoraggio sulle iniziative promosse nella FC che consenta di formulare osservazioni e procedere ad eventuali azioni correttive nelle modalità di intervento nonché di assicurare un aggiornamento sui fabbisogni formativi delle imprese e del sistema produttivo; e) realizzare, periodicamente, un monitoraggio sui fabbisogni formativi e professionali delle imprese, avvalendosi del sistema della bilateralità; f) definire strumenti innovativi che possano essere condivisi da tutti gli attori del sistema; g) definire un set di indicatori di risultato con la duplice funzione di fornire informazioni utili sia a valutare l'efficacia e l'efficienza degli interventi promossi ed attuati sia per la programmazione futura. Oltre all’analisi documentale operata sugli Accordi94 sono state realizzate una serie di interviste telefoniche ai referenti95 di alcune Regioni in cui è stato stipulato l’Accordo - o elaborato un atto per il coordinamento degli interventi di FC - al fine di acquisire elementi conoscitivi in relazione ai nodi problematici e alle attività “pre” (iter, contributo specifico delle parti, ecc.) e “post” Accordo (attivazione degli strumenti previsti dall’accordo, bandi, atti, ecc.). Si illustrano di seguito le principali risultanze. Dagli approfondimenti svolti emerge che tutti gli Accordi nascono dalla necessità di dare risposte alle questioni aperte dall’Accordo Nazionale. In tale documento si afferma che il Sistema nazionale di FC, nella sua attuale configurazione, “si esplica in un insieme di iniziative plurime, spesso 94 L’analisi documentale è stata realizzata sulla base del code book che segue: data di stipula; soggetti firmatari l’Accordo; finalità generali; presenza di strumenti conoscitivi/valutativi; presenza di un organismo di coordinamento della FC (Tavolo, Osservatorio, Forum, Comitato); composizione dell’organismo di coordinamento della FC; ruolo, compiti e attività dell’organismo di coordinamento della FC. 95 Si ringraziano al riguardo: il referente per la “formazione Continua e i Fondi Interprofessionali” della Regione Marche Dott. Fabio Ramazzotti; il responsabile del settore “F.S.E. e Sistema della formazione e orientamento” della Regione Toscana Dott. Marco Matteucci; il responsabile della posizione organizzativa “Programmazione Interventi settore Formazione” della Regione Toscana Dott. Gabriele Grondoni; la responsabile del Servizio “Programmazione e valutazione progetti” (Direzione generale Cultura formazione e lavoro) della Regione Emilia Romagna Dott.ssa Francesca Bergamini; il funzionario del “Sistema Regionale della Formazione e dell’Orientamento” della regione Liguria Dott. Erminio Grazioso; il funzionario del settore “Orientamento professionale, ricerca, sperimentazione e consulenza nella formazione professionale” della Regione Campania Dott.ssa Lucia Accardo.

Page 164: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

164

disgiunte e concorrenti che abbisognano di un coordinamento e di una programmazione unitaria, a cui partecipino tutti i soggetti interessati: le Regioni e le Province Autonome, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le Parti Sociali”. Conseguentemente nella loro articolazione interna gli Accordi prevedono, tra le finalità generali, di realizzare una riorganizzazione generale, anche in vista di dare maggiore operatività ai Fondi Paritetici Interprofessionali, e di creare un contesto di governance che raccolga e coordini strategicamente soggetti, compiti e azioni. A monte di una condivisione delle linee di intervento al fine di perseguire obiettivi sia in termini qualitativi che quantitativi viene sancito il rispetto delle autonomie, delle competenze e degli obiettivi propri dei diversi soggetti di programmazione, compatibilmente con il sistema di regole proprie di ciascuna fonte di finanziamento e nel rispetto dell’autonomia organizzativa e gestionale dei soggetti gestori. Quest’ultima previsione se da un lato assicura il rispetto delle regole, delle attività e delle dinamiche interne dei vari soggetti dall’altro rappresenta la problematica maggiore nella programmazione unitaria degli interventi. Una difficoltà che accomuna molte delle Regioni che hanno siglato l’Accordo riguarda infatti le forme di raccordo con i Fondi Interprofessionali. Quest’ultimi hanno un’organizzazione tale per cui esiste una forte centralizzazione a livello nazionale dei processi decisionali. Ciò determina talvolta o un’inoperatività degli strumenti attivati dagli Accordi o una scarsa presenza di momenti di programmazione unitaria. A fronte della necessità appena affermata di un collegamento, di un’integrazione dei vari soggetti che operano nel sistema di FC, va rilevato che in merito al rapporto con i Fondi Interprofessionali gli Accordi analizzati prevedono una strutturazione debole delle forme di raccordo e lasciano ai Tavoli di Coordinamento degli interventi di FC il compito di scegliere le modalità più appropriate con cui instaurare rapporti di collaborazione con i Fondi. Al riguardo si rileva che solo la Regione Marche ha specificato in maniera puntuale e incluso i rappresentanti dei Fondi nel Tavolo di Coordinamento degli interventi di FC. Sempre sul fronte delle relazioni con i FPI va messo in evidenza il fatto che nessuna Regione, ad eccezione della Campania, ha fatto partecipare i singoli Fondi Interprofessionali alla firma dell’Accordo Regionale: tale scelta lascia desumere che si è preferito coinvolgere le Parti sociali lasciando poi a queste ultime il compito di raccordarsi con i singoli Fondi.

Page 165: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

165

Oltre alla Campania una forma di “allargamento” sul fronte dei soggetti firmatari si rileva anche in Liguria: se in Campania alla firma dell’Accordo è intervenuto il Direttore generale di Fondimpresa, in Liguria sono intervenute le Province: tale scelta è stata dettata dal fatto che in tale ultima Regione, come rilevato in sede di intervista al referente della Regione Liguria, le Province gestiscono tutte le risorse destinate alla Formazione Continua. In Campania il coinvolgimento di Fondimpresa è dovuto al fatto che il Protocollo è nato proprio a partire dalle sollecitazioni provenienti dai Fondi stessi che, per dare una risposta alle esigenze, non soddisfatte, di formazione provenienti dal mondo delle micro e piccole imprese chiedevano di attivare canali complementari di finanziamento. Nello schema che segue si indicano i Soggetti firmatari degli Accordi.

Accordi Soggetti Firmatari Accordo

Campania Regione Campania, Confindustria Campania, Direttore Generale di Fondimpresa, C.G.I.L. C.I.S.L. e U.I.L. di livello regionale.

Accordo Toscana

Regione Toscana, C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L., Confindustria Toscana, Confartigianato Toscana, CNA Toscana, Confcommercio Toscana, Confesercenti Toscana, Confcooperative Toscana, Legacoop Toscana.

Accordo Veneto

Regione Veneto, Confindustria Veneto F.I.V., Confapi Veneto, Federmanager Veneto, Confederazione Nazionale Artigiana C.N.A., Confederazione Regionale del Veneto, Confartigianato del Veneto F.R.A.V., Casartigiani – Federazione Regionale, Artigianato del Veneto, Federclaai Veneto, Confcommercio Veneto, Confesercenti Veneto, ConfProfessioni Veneto, Confcooperative Veneto, Legacooperative Veneto, Confsal.Veneto, A.G.C.I. Veneto, C.G.I.L. Veneto, C.I.S.L. Veneto, U.I.L. Veneto.

Accordo Emilia

Romagna

Regione Emilia Romagna, ABI, AGCI, ANIA, Casartigiani, C.G.I.L., C.I.A., C.I.S.L., C.L.A.A.I., C.N.A., Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confetra, Confindustria, Conservizi, Lega Cooperative, U.G.L., U.I.L., Unionapi.

Accordo Liguria

Regione Liguria; Province di Genova, Imperia, La Spezia, Savona; CGIL Regionale, CISL Regionale, UIL Regionale, UGL Regionale, Confsal Regionale, Confindustria Liguria, Confartigianato, Lega Ligure delle Mutue Cooperative, Confcooperative, Confcommercio, Confesercenti, Confederazione Italiana Agricoltori, Conf.Agricoltura, Coldiretti, CNA Liguria, Confapi Liguria, Associazioni Industriali.

Accordo Lazio

Regione Lazio, Agci, C.G.I.L. Roma Lazio, C.I.A. Lazio, C.I.S.L. Roma Lazio, CLAAI Lazio, C.N.A. Lazio, Confagricoltura Lazio, Confcommercio Lazio, Confcooperative Lazio, Confesercenti Lazio, Confetra Lazio, Federlazio, U.I.L. Roma Lazio, UGL.

Page 166: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

166

Gli Accordi prefigurano un Sistema integrato di FC a partire da una riconsiderazione complessiva degli strumenti finanziari che consenta di giungere da un lato alla formulazione di un’offerta formativa ampia e dall’altro allo sviluppo della competitività del sistema economico in un’ottica che contribuisca anche a rafforzare il diritto di accesso alla formazione di tutti i cittadini. Il risultato finale delle attività delineate negli Accordi è di soddisfare le richieste dei sistemi economici regionali, sia relativamente al consolidamento e all’aggiornamento delle professionalità già presenti nelle organizzazioni e nelle imprese, sia relativamente alle competenze necessarie per promuovere e sostenere i processi di sviluppo e innovazione. Gli Accordi inoltre prefigurano interventi formativi per tutti i lavoratori - imprenditori, lavoratori dipendenti, lavoratori atipici, liberi professionisti, soci di imprese cooperative etc. – sia che siano garantiti dai finanziamenti dei Fondi Interprofessionali, sia che non lo siano prevedendo in questo caso l’intervento di altri fondi pubblici al fine di sostenere parità di accesso a tutte le iniziative di Formazione Continua. Il sistema di FC disegnato dai vari Accordi regionali per raggiungere le finalità prefissate deve dotarsi di strumenti che consentano la conoscenza, il monitoraggio e la valutazione del contesto per poi procedere alla programmazione degli interventi. Tutti gli Accordi, fatta eccezione per quello della Toscana, prevedono strumenti finalizzati alla ricostruzione di un quadro conoscitivo d’insieme, quantitativo e qualitativo, del sistema di Formazione Continua regionale, periodicamente aggiornato, che consenta di individuare strategie di sviluppo e qualificazione dell’offerta formativa e che costituisca l’elemento sul quale fondare un processo di valutazione congiunto del raggiungimento degli obiettivi condivisi. Tuttavia su tale versante le attività e gli output ad oggi prodotti dalle singole Regioni dove è stato stipulato l’Accordo sono alquanto limitati fatta eccezione per la Regione Emilia Romagna dove vengono prodotti rapporti, elaborati da una società esterna alla Regione, che tuttavia non hanno una periodicità fissa e si sostanziano essenzialmente in schede di approfondimento tematico. Tutti gli Accordi prevedono la presenza di un organismo direttamente deputato al coordinamento degli interventi di Formazione Continua e, fatta eccezione per gli Accordi di Toscana e Veneto, ne definiscono la composizione.

Page 167: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

167

Accordi Composizione dei Tavoli di Coordinamento degli interventi di FC

Accordo Campania

Il Forum è presieduto dal Dirigente pro-tempore del Settore Orientamento Professionale, composto da un rappresentante di ciascun organismo bilaterale aderente all’accordo, dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e firmatarie di accordi nazionali e da un funzionario del Settore Orientamento Professionale, con funzioni di segretario

Accordo Toscana Non specifica

Accordo Veneto Non specifica

Accordo Emilia Romagna

Regione, Parti Sociali, Rappresentanti delle amministrazioni provinciali

Atto Marche

Assessore regionale competente in materia di lavoro e formazione professionale o suo delegato che lo presiede; Assessori provinciali al lavoro e alla formazione professionale o loro delegati; un rappresentante delle organizzazioni degli industriali; un rappresentante delle organizzazioni degli artigiani; un rappresentante delle centrali cooperative; un rappresentante delle organizzazioni del settore agricolo; un rappresentante delle organizzazioni del settore commercio e turismo; tre rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti maggiormente rappresentative; un rappresentante Fondartigianato; un rappresentante FAPI — Fondo Formazione PMI; un rappresentante Fondimpresa; un rappresentante fondo For.Te (Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua per le imprese del terziario); un rappresentante Fon.Coop. (Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua nelle imprese cooperative); un rappresentante Fon.Ter (Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua del terziario).

Accordo Liguria

Regione Liguria, Province di Genova, Imperia, La Spezia e Savona e Parti Sociali Regionali

Accordo Lazio

Regione Lazio Dipartimento Sociale Direzione Regionale Formazione Professionale, FSE ed altri interventi cofinanziati; Parti Sociali

I compiti e le attività dei tavoli di coordinamento sono essenzialmente finalizzati alla garanzia sia di politiche coerenti per la costruzione di un sistema integrato di Formazione Continua che di un utilizzo ottimale delle risorse. I tavoli hanno il compito di produrre una strategia per garantire uno sviluppo in termini di qualità e di possibilità di accesso alla Formazione Continua tramite una programmazione efficace che consenta di armonizzare le azioni

Page 168: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

168

in una logica finalizzata a dare risposte in termini di competenza, competitività e capacità di innovazione. L’impostazione degli interventi di Formazione Continua deve essere elaborata in linea con le strategie e gli orientamenti propri delle politiche nazionali e comunitarie di formazione e di lavoro. Altra attività contemplata dagli Accordi inerisce la costruzione di un sistema regionale di certificazione delle competenze che, nel rispetto del sistema nazionale, garantisca la reale spendibilità dei percorsi formativi sia nel lavoro sia in successive fasi di formazione. Le attività post-Accordo Se da un lato gli Accordi hanno contribuito a rafforzare il sistema di relazioni tra Regioni e Parti sociali dall’altro va rilevato che a fronte di previsioni qualitativamente e quantitativamente consistenti in relazione ai compiti spettanti ai Tavoli di coordinamento, le attività consecutive alla stipula effettivamente realizzate sono assai limitate. La causa principale di tale stato di cose va rinvenuta nel fatto che la stipula degli Accordi risulta essere relativamente recente. Solo in rari casi si sono riuniti i Tavoli di coordinamento previsti e solo la Regione Toscana ha emanato un bando a valere in forma integrata su FSE e Fondi interprofessionali. Le difficoltà maggiori emerse nell’implementazione delle azioni previste da tale bando si sono incontrate nel far convergere l’operatività, anche temporale, dei diversi Fondi. Inoltre, a fronte di un congruo numero di progetti presentati in risposta al bando da parte degli Artigiani, non sono stati presentati progetti da parte di imprese aderenti all’Unione degli Industriali in quanto è mancato l’accordo preliminare richiesto dal bando con le organizzazioni sindacali dei lavoratori. In sede d’intervista al referente della Regione Toscana è emerso che le difficoltà di programmazione maggiori sono connesse ai diversi livelli in cui operano Regione e FPI. Questi ultimi infatti hanno una programmazione a livello nazionale che difficilmente si concilia con la programmazione regionale. Tale questione è stata manifestata anche dal referente regionale della Regione Campania. In quest’ultima Regione sono stati fatti bandi a valere sulle risorse della legge 236/1993 e si è proceduto alla prassi concertativa: va tuttavia rilevato che nella Regione Campania l’Accordo è stato siglato nel 2006 e a differenza di altre Regioni, che hanno stipulato l’Accordo in data molto più recente, il vantaggio temporale non ha effettivamente dato luogo ad una maggiore attività.

Page 169: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

169

Anche in Liguria sono stati emanati recentemente dei bandi a valere sulle risorse della legge 236/1993, la concertazione tuttavia è stata fatta soprattutto a livello istituzionale con le Province. Oltre alla relativamente limitata operatività temporale degli Accordi, alcuni referenti regionali hanno sottolineato che ad incidere negativamente sullo svolgimento delle attività dei Tavoli e sull’attivazione degli altri strumenti previsti dagli Accordi sono motivi contingenti: al centro dell’attenzione dei policy makers e dei programmatori in questo momento ci sono altre questioni legate alla crisi che sta interessando i mercati finanziari e che sta ora dispiegando i propri effetti anche sull’economia reale e che ha imposto una riflessione e un lavoro approfondito in merito alle risorse del FSE per far fronte alle difficoltà dei lavoratori che vengono espulsi da un numero di aziende in crisi sempre più in crescita. Inoltre, come ha messo in evidenza la referente della Regione Campania, esistono una serie di nodi critici e di temi complessi che devono essere risolti su più livelli istituzionali e che richiedono tempi sicuramente non brevi per essere sciolti: ci si riferisce, da un lato, alla complessa materia dell’accredi-tamento nella quale è tuttora vivo il dibattito in merito alla necessità di evitare la costruzione di sistemi paralleli e concorrenti nel quale i Fondi fissano criteri e procedure unilateralmente definiti – e dall’altro alla definizione degli standard formativi e alla certificazione delle competenze acquisite anche attraverso la formazione finanziata dai Fondi Interpro-fessionali. Sempre in merito alle attività post-Accordo un discorso a parte merita la Regione Emilia Romagna dove a dare attuazione all’Accordo è intervenuto il “Piano di attività regionale 2008”, a seguito del quale è stato emanato l’“Invito a presentare operazioni da realizzare con il contributo FSE Ob. 2 e fondi nazionali di cui alle Leggi 236/93 e 266/97. Anno 2008”, che all’azione Azione 2 prevede “Piani formativi settoriali o territoriali volti a dare attuazione in modo sperimentale agli obiettivi di qualificazione della formazione per l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese in un’ottica di valorizzazione delle specificità e di complementarietà delle diverse risorse pubbliche e private”. L’obiettivo del bando è quello di avviare progetti pilota fondati sulla valorizzazione delle relazioni sindacali e della bilateralità come elementi qualificanti il sistema della formazione per occupati. Potevano essere presentati piani complessi di sviluppo di competenze che, incidendo sulle diverse professionalità (in termini di profili, contratti, organizzazioni di riferimento) potessero essere supportati da accordi bilaterali.

Page 170: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

170

Il Piano doveva specificare, quale condizione di ammissibilità, le diverse risorse pubbliche e/o private che dovevano consentire, in tempi anche diversi, la realizzazione dei diversi progetti che compongono il Piano nonché le modalità e gli strumenti che dovevano essere messi in atto per monitorare, valutare e restituire il raggiungimento degli obiettivi di realizzazione e di risultato del Piano nel suo insieme. L’iter di elaborazione e di approvazione degli Accordi Altro ambito sul quale si sono condotti approfondimenti inerisce l’iter che ha condotto alla stipula degli Accordi. Nella Regione Liguria l’Accordo è nato su input della Regione che ha coinvolto le Province e poi le Parti sociali. Le criticità riscontrate nell’iter che ha condotto alla stipula hanno riguardato, da un lato, i tempi lunghi per il coinvolgimento delle Parti sociali e dall’altro, la designazione dei partecipanti al tavolo di coordinamento. Nella Regione Marche l’attivazione del Comitato di indirizzo è stata dettata dall’esigenza di rispondere ai problemi connessi alla FC in maniera maggiormente operativa/deliberativa di quanto stesse facendo il già esistente Laboratorio sulla FC che ora si trasforma e si consolida attraverso il riconoscimento da parte della Giunta Regionale e che acquisisce una funzione stabile di orientamento delle scelte in materia di Formazione Continua. Il Comitato di indirizzo sulla FC è stato voluto sia dalle associazioni imprenditoriali che dalle organizzazioni sindacali; tuttavia sono state soprattutto queste ultime a richiederlo perché auspicavano un maggiore indirizzo e un migliore coordinamento di risorse e di attività. L’unica titubanza nell’attribuzione di un ruolo forte alla Regione era dettata dalla radicata idea che i FPI, operando in maniera autonoma, riescano a rispondere alla domanda di formazione in maniera più veloce di quanto non sia capace la Regione. Era, in altri termini, avvertito il timore che con tale provvedimento si sarebbe potuto trasferire il problema dei tempi lenti tipici dell’erogazione degli interventi formativi gestiti dalla Regione all’intero sistema regionale della FC. Nell’iter che ha condotto alla firma dell’Accordo, alcuni problemi sono stati incontrati nella designazione del rappresentante del settore agricolo per il mancato accordo tra le varie associazioni rappresentanti il settore. Inizialmente si era deciso di designare un rappresentante delle associazioni del settore agricolo sulla base del numero degli iscritti. Poi, in seguito alla verifica dei dati sul numero di associati e in mancanza di dati puntuali sulle iscrizioni alle associazioni, si è deciso di dare spazio al rappresentante

Page 171: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

171

designato congiuntamente da tre delle quattro organizzazioni di rappre-sentanza. Nella Regione Toscana l’idea dell’Accordo è stata maturata in sede politica con l’intento di dare una mission agli strumenti finanziari e di non lasciare scoperte alcune categorie di lavoratori. Si è pensato quindi di utilizzare le risorse della legge 236/1993, del FSE e dei FPI per coprire le varie tipologie di lavoratori evitando duplicazioni e cercando di non lasciare alcuni profili di occupati (imprenditori, atipici, ecc.) privi di formazione. L’elaborazione dell’Accordo è stata quindi voluta dalla Regione che poi si è impegnata per far comprendere alle Parti Sociali l’importanza di un coordinamento e di un indirizzo della FC. Le organizzazioni di rappresentanza che hanno giocato un ruolo maggiormente attivo sono state quelle degli Artigiani che, a differenza di quelle degli agricoltori, commercianti e industriali, hanno giocato un ruolo attivo e propositivo anche nella fase operativa impegnandosi per far pervenire un buon numero di progetti in risposta al bando uscito immediatamente dopo la firma dell’Accordo. In Emilia Romagna l’Accordo tra Regione e Parti sociali del 24 Gennaio 2008 ha fatto proprie le diverse finalità strategiche e alcune priorità fissate nei documenti di programmazione e negli Accordi precedenti per quanto attiene la FC. Nel POR FSE 2007/2013 il programmatore si era proposto di realizzare forme di integrazione tra le diverse fonti di finanziamento che concorressero a sostenere il sistema della Formazione Continua a livello regionale, sviluppando elementi di complementarietà nella programmazione formativa, in particolar modo rispetto ai Fondi Interprofessionali e alle risorse di provenienza nazionale (ad es. legge 236/93). Nelle Linee di programmazione e indirizzi per il sistema formativo e per il lavoro 2007/2010 (proposta della Giunta regionale in data 16 aprile 2007, n. 503) - Delibera dell’Assemblea Legislativa n. 117 del 16 maggio 2007 si precisa non solo che risulta strategico, per accompagnare le politiche regionali di sviluppo, l’investimento nelle azioni finalizzate all’innalzamento delle competenze di tutti i cittadini e i lavoratori, ma anche che le politiche formative devono essere programmate a partire dalla sintesi della lettura dei bisogni espressi dai singoli lavoratori, dalle singole imprese, dai sistemi d’impresa, così da configurarsi come politiche di sviluppo economico sostenibile. Nell’Accordo fra Regione e Province dell’Emilia-Romagna per il coordinamento della Programmazione 2007/2009 per il sistema formativo e per il lavoro (L.r.12/2003 - L.r. 17/2005), attuativo delle D.G.R. n. 503/2007 e n. 680 del 14 maggio 2007, si stabilisce che Regione e Province

Page 172: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

172

programmano le diverse azioni – formazione interaziendale, formazione aziendale, formazione ad accesso individuale - finanziate attraverso le differenti risorse (fondi strutturali, fondi ministeriali, fondi regionali) con l’obiettivo di creare un sistema integrato e complementare di Formazione Continua e permanente che si completa con gli interventi finanziati dai Fondi paritetici interprofessionali. Tale obiettivo è perseguito attraverso l’implementazione di adeguati strumenti di coordinamento finalizzati alla definizione di un’offerta articolata, senza sovrapposizioni, diversificata e in grado di rispondere in modo coerente ai bisogni di imprese e lavoratori. Nella Regione Campania, come accennato sopra, il Protocollo d’Intesa firmato tra Regione, Parti Sociali e Fondimpresa ha avuto un momento di forte condivisione iniziale in quanto l’istanza era partita dai Fondi che, per dare una risposta alle esigenze di formazione provenienti dal mondo delle imprese, composto per la maggior parte da micro e piccole imprese, chiedevano di attivare canali complementari di finanziamento. In conseguenza dell’istanza rivendicata dai Fondi è nata anche l’ulteriore esigenza di un coordinamento complessivo degli interventi di FC. Alcuni indirizzi caratterizzanti della Formazione in Umbria: concertazione e integrazione Nelle pagine che seguono si svolgerà una riflessione sugli indirizzi e sulle linee di governo adottate dalla Regione Umbria negli ultimi anni, che possano costituire premessa e quindi favorire la realizzazione di un sistema di Formazione Continua (FC). Tra gli aspetti caratterizzanti il sistema umbro, quelli che si porranno di seguito in evidenza sono le politiche di concertazione e di integrazione seguite negli ultimi anni. Si ritiene infatti che un possibile accordo in materia di coordinamento, programmazione ed integrazione in materia di politiche di sostegno della Formazione Continua perchè possa realizzarsi e avere efficacia, debba svilupparsi in una Regione che presenti vocazioni verso la concertazione e l’integrazione. Queste, infatti, da un lato, costituiscono gli elementi facilitatori e quindi i presupposti per arrivare all’elaborazione di un percorso di accordo e, dall’altro, gli elementi fondanti per pervenire alla realizzazione di un sistema regionale di FC. L’esistenza in Umbria di una “vocazione” alla concertazione, a nostro avviso, ha favorito nel tempo il realizzarsi di percorsi concordati tra istituzioni e parti sociali; a questo si è accompagnato l’impegno dei governi regionali basato su

Page 173: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

173

una visione strategica, non parcellizzata e pertanto favorevole ad una gestione integrata degli strumenti. L’esistenza di propensione sia alla concertazione che all’integrazione non sorprende in quanto esse rappresentano sostanzialmente le due facce della stessa medaglia, ovvero di un pensiero e di un agire partecipato. La concertazione esplica i suoi effetti soprattutto nelle relazioni tra soggetti, mentre l’integrazione riguarda l’interazione degli strumenti. E’ pertanto consueto di trovarli accostati perché sono sostanzialmente esplicazione di una combinazione tra volontà al dialogo e apertura alla pluralità. La vocazione alla concertazione La concertazione è una pratica di governo, ovvero una modalità di gestione delle relazioni industriali, basata sul confronto e sulla partecipazione alle decisioni politiche in forma triangolare. Gli attori sono le autorità pubbliche, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le organizzazioni dei datori di lavoro. Il modello della concertazione s'è affermato in Italia negli anni '90, in particolare a seguito degli accordi interconfederali che hanno contribuito in maniera significativa al risanamento dell'economia nazionale. Il documento di riferimento è il protocollo d'intesa del 23 luglio 1993 tra governo, sindacati e imprenditori. Al protocollo si arriva sotto la stretta, da un lato, dei vincoli comunitari (Trattato di Maastricht) e, dall’altro, della pressante necessità di contrastare la crisi finanziaria ed il declino del paese. Con il Protocollo si instaura un nuovo sistema di relazioni triangolari sulla concertazione che viene strutturata su livelli territoriali e aziendali. In questo modo viene istituzionalizzato il modello della concertazione sociale. Dal 1993 ad oggi il ricorso alla concertazione come strumento di formazione delle scelte politiche di rilievo generale ha subito cicliche battute di arresto e momenti di vitalità spesso connessi al sistema di relazioni ed anche agli indirizzi politici. In questo clima sviluppatosi in ambito nazionale si inserisce il dibattito e l’agire in ambito locale. A livello regionale l’impulso è venuto, da un lato, dal decentramento delle funzioni seguito all’affermazione del principio di sussidiarietà, e, dall’altro, dall’introduzione di una metodologia di intervento, definita “programmazione negoziata”, che individua nella localizzazione geografica degli interventi i rimedi alle disfunzioni delle politiche pubbliche per il risanamento strutturale degli squilibri territoriali. In particolare la programmazione negoziata indica un processo di “decisione dal basso” che utilizza come strumento la concertazione tra i Soggetti pubblici e le Parti sociali interessate alla gestione coordinata delle risorse

Page 174: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

174

finanziarie, al fine di conseguire lo sviluppo economico di un determinato territorio. E’ la legge 662/96 (art. 2 comma 203), resa operativa dalla delibera del CIPE del 21/3/97, che definisce complessivamente gli strumenti di program-mazione negoziata, ovvero le “intese istituzionali di programma” tra Stato e Enti Locali e a seguire gli “accordi di programma quadro”, i “patti territoriali”, i “contratti di programma” e i “contratti d'area”. A seguito della definizione normativa, vi è stato un fiorire, nelle regioni italiane, di tali strumentazioni. Per quanto riguarda la Regione Umbria, a seguito dell’Intesa istituzionale di programma, sono stati stipulati numerosi Accordi di programma quadro (APQ), seguiti da Patti territoriali e Contratti d’Area nelle materie previste dalla normativa. Importante al riguardo è la Legge 13/2000 «Disciplina generale della programmazione, del bilancio, dell’ordinamento contabile e dei controlli interni della Regione dell’Umbria». La Legge introduce in maniera decisa il concetto di concertazione nell’art. 5 intitolato “Concertazione e partenariato istituzionale e sociale” che recita: “La Giunta regionale promuove le più ampie forme di concertazione-partenariato istituzionale e sociale ai fini della predisposizione delle proposte di atti di programmazione regionale. Il partenariato sociale si attua, anche con riferimento a esperienze nazionali e comunitarie, attraverso l’istituzione di un tavolo di concertazione … Entro tre mesi dall’inizio di ogni legislatura, la Giunta regionale definisce la composizione del tavolo di concertazione e gli ambiti di attività.”. Nel dettaglio la legge definisce all’art. 4 i soggetti che partecipano al tavolo di concertazione, ovvero: “gli Enti locali, le associazioni rappresentative delle varie forme e settori di impresa, le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e autonomi, gli organismi rappresentativi degli interessi sociali, professionali, ambientali, culturali, del terzo settore e delle pari opportunità”. In questo quadro normativo nasce il “Patto per lo sviluppo” che rappresenta il documento di concertazione per eccellenza della Regione Umbria. Il Patto rappresenta la “cornice strategica e unitaria” di tutti gli atti di programmazione regionale con particolare riferimento ai programmi a valere sui fondi comunitari e agli strumenti di programmazione negoziata. Rappresenta anche un metodo di lavoro che definisce la responsabilità delle parti e quindi uno strumento per creare necessarie convergenze, integrazioni, sinergie. Nel Patto sono previsti specifici obiettivi, sui quali viene convogliato l’impegno di tutte le Parti, definiti “azioni strategiche”. In particolare le azioni strategiche sono costituite dall’insieme di politiche integrate che rappresentano le priorità di intervento e le direttrici sui quali si deve concentrare l’azione.

Page 175: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

175

Nell’ambito del Patto le parti hanno deciso di dedicare alla concertazione, intesa come luogo di “prezioso confronto e proposta”, un Protocollo specifico, aggiornando un precedente Accordo risalente al 1998. Nel Protocollo sulla concertazione del 2002 le parti ribadiscono l’importanza della concertazione e si impegnano a lavorare ad una “evoluzione della concertazione che a partire dalla condivisione di analisi e giudizi conduca alla definizione di azioni concrete e dei conseguenti impegni da porre in campo.. … superando il momento della sola negoziazione delle risorse per giungere alla definizione quindi di comportamenti coerenti in capo a tutti i soggetti.”. Le finalità attese da tale nuova metodologia di lavoro sono: - un aumento dell’informazione, - una maggiore efficacia degli investimenti, - una più elevata capacità di monitorare i processi ed i loro esiti. Nel Protocollo vengono poi individuate alcune tipologie di confronto e cooperazione che possono essere attivate in riferimento ai diversi atti o situazioni: - l’informazione e il confronto con riferimento alle proposte di atti di programmazione per i quali è prevista l’approvazione con legge regionale; - il confronto preventivo, per l’acquisizione di un parere obbligatorio non vincolante, con eventuali proposte modificative, in ordine alle proposte di Piani e Programmi di intervento; - il confronto per accordi su temi congiuntamente individuati in sede di tavolo generale, dove si definiscono gli impegni reciproci. Il Patto, la cui durata coincideva con la VII legislatura, ha vissuto una fase di rinnovamento a fine del 2006. Il 27 dicembre 2006 le parti hanno infatti firmato il “Patto per lo sviluppo seconda fase”. Nel documento le Parti hanno concordato nel ritenere che l’esperienza compiuta abbia consentito di “consolidare il metodo della concertazione già da tempo praticato dalla Regione, metodo da sviluppare e migliorare ulteriormente nella seconda fase”. Riconoscendo che il Patto ha creato un clima che ha facilitato i rapporti, le relazioni, gli scambi tra le componenti della società regionale e ha favorito lo sviluppo di approcci integrati alla programmazione, le Parti hanno riconfermato la validità dello stesso e la volontà di proseguire nella strada della concertazione, quale “metodo di confronto strutturato e di partenariato operativo”. Nella seconda fase del Patto le Parti hanno convenuto di concentrarsi sul miglioramento del metodo del partenariato e, in termini di contenuti, su quegli assi strategici sui quali si sono registrati ritardi durante l’attuazione della prima fase. In particolare hanno ridefinito le azioni strategiche ed individuato a fronte di ciascuna di esse, uno o due “Progetti caratterizzanti”, ovvero obiettivi strategici per promuovere e sostenere lo sviluppo, su cui concentrare gli impegni di ogni Parte contraente.

Page 176: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

176

Per quanto riguarda specificamente il metodo del partenariato, le parti contraenti hanno provveduto ad un aggiornamento anche del Protocollo di concertazione. Alla luce dell’esperienza intercorsa e della conseguente analisi critica effettuata, le parti riprendono l’impianto definitorio del 2002 ponendo però l’accento sulla necessità di rendere effettivo “il coinvolgimento delle forze economiche e sociali nelle attività programmatorie della regione” e sull’importanza di rispettare gli “impegni che ognuno dei sottoscrittori, nell’ambito del proprio ruolo, si assume al fine di raggiungere gli obiettivi concordati”. La concertazione nella formazione L’accordo interconfederale del 20/1/1993, inizialmente firmato dalle OOSS e da Confindustria e successivamente da altre parti, rappresenta il documento che inserisce la formazione professionale tra gli strumenti della concertazione. A seguito delle indicazioni contenute nell’Accordo, sono stati infatti attivati dalle parti sociali organismi bilaterali (centrali e regionali) la cui funzione era di guida dell’utilizzo concertato di questa importante leva di gestione del mercato del lavoro. Negli anni che seguono possono essere citati ameno altri tre momenti di valorizzazione e di promozione della concertazione di carattere nazionale. Innanzitutto la predisposizione del testo della Circolare 92/2000 del Ministero del Lavoro in riferimento all’utilizzo delle risorse della legge 236/93 per la Formazione Continua con il supporto essenziale del Comitato di Indirizzo, nel quale sono presenti anche Regioni e Parti sociali, che ha modificato le modalità incentivanti dei progetti formativi concertati, rafforzandole e rendendo necessario, ai fini dell’accesso i finanziamenti, l’"accordo" tra le parti piuttosto che un semplice "parere favorevole". Sempre nel 2000, la legge 388 (come ampliamente detto) crea le premesse normative per la nascita dei Fondi Paritetici Interprofessionali, ovvero prevede che le imprese possano destinare la quota dello 0,30% dei contributi versati all’INPS (il “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”) alla formazione dei propri dipendenti, attraverso l’adesione ad uno dei Fondi costituiti. Altro passaggio di rilievo è costituito dall’Accordo Interconfederale del 19/6/2003 in cui le parti hanno condiviso una serie di obiettivi prioritari in materia formativa. A partire dagli ultimi anni 90, in attuazione del decreto legislativo del 23 dicembre 1997, n. 469, la materia della formazione, insieme a quella delle politiche attive del lavoro, acquista particolare risalto anche nella legiferazione regionale.

Page 177: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

177

In Umbria, in attuazione del D.lgs. 469/1997, la Legge 41/98 “Norme in materia di politiche regionali del lavoro e di servizi per l'impiego” interviene a regolamentare, tra le tante materie disciplinate, le sedi decisionali delle politiche attive. Viene quindi istituita la Commissione regionale tripartita “sede concertativa di progettazione, proposta, verifica e valutazione delle linee programmatiche e delle politiche del lavoro e della formazione di competenza regionale”. Tra i compiti della Commissione Regionale Tripartita stabiliti dalla Giunta Regionale rientra anche la materia della formazione. Tra i documenti di maggior rilievo in materia di formazione elaborati dalla Commissione, occorre citare in particolare quello esaminato nella seduta del 24/5/2004 ed approvato con la delibera n. 781 del 9/6/2004. Nel documento sono contenute le “Linee guida per il sistema della Formazione Continua in Umbria”. In particolare, dopo un preambolo conoscitivo sulle diverse normative e fonti di finanziamento della formazione pubbliche e non, si evidenzia il deciso intento della Regione e delle sue istituzioni di dar vita ad un vero e proprio sistema di FC sia in riferimento agli aspetti operativi, che alle diverse fonti di finanziamento. Si riconosce che la Forma-zione Continua, assieme a quella aziendale ed individuale, costituisce “un volano fondamentale per la crescita e lo sviluppo”, grazie alla sua capacità di adattamento ed aggiornamento delle competenze. Pertanto, in linea con il Tavolo tematico sulle politiche attive del lavoro del Patto per lo sviluppo, la Commissione Tripartita ha individuato le priorità strategiche che sono state assunte dalla Giunta esecutiva come linee guida per i provvedimenti e le iniziative programmatiche in merito alle attività di Formazione Continua. Le linee strategiche delineate sono state le seguenti: 1. Sostegno ad iniziative formative destinate agli occupati di gruppi di imprese

nell’ambito di progetti di filiera e/o di settore tra quelli individuati come strategici per l’Umbria, anche al fine di favorire processi di integrazione e/o aggregazione di imprese attraverso l’assunzione di modelli organizzativi di sistema e strutture di rete;

2. Individuazione di attività di intervento settoriali connesse a situazioni di crisi aziendale. Dall’analisi degli indicatori socio-economici della Regione risulta che i settori che vivono un momento di particolare difficoltà sono il tessile/l’abbigliamento, il siderurgico, la ceramica ed, in parte, anche il meccanico;

3. Sostegno allo sviluppo attraverso il supporto all’innovazione nelle imprese mediante la predisposizione di piani formativi complementari e coerenti con le politiche di sviluppo aziendale e territoriale;

Page 178: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

178

4. Utilizzo dello strumento del bonus formativo collegato con piani aziendali settoriali o territoriali (ad esempio progetti integrati di area, di filiera e/o di settore);

5. Parziale impiego delle risorse della misura D1 del POR a vantaggio della formazione degli imprenditori e dei dirigenti di azienda.

Parallelamente all’attività della Commissione Regionale Tripartita, nell’ambito del Patto per lo sviluppo, di cui si è già parlato, sono poi previste ulteriori sedi di concertazione anche in materia formativa, ovvero nell’ambito dall’azione strategica “Sviluppo del sistema integrato di istruzione formazione e ricerca” e dell’azione “Politiche attive del Lavoro”. Ulteriore sede di confronto è prevista poi nella legge regionale n. 7 del 15 aprile 2009 intitolata “Sistema Formativo Integrato Regionale (SFIR)”, di cui si è parlato nel capitolo 1, che nel disciplinare la creazione del sistema formativo regionale, prevede tra l’altro quale organo di indirizzo la Conferenza del Sistema Formativo Integrato, costituita da rappresentanti di istituzioni e parti sociali. Si è utilizzato anche in questo ambito una modalità di coinvolgimento e partecipazione di tipo concertativo. La Conferenza infatti ha una funzione di governo avendo quali finalità quelle di fornire “linee e indirizzi per la predisposizione del Piano triennale e del Programma attuativo annuale nonché di determinare gli obiettivi relativi al raccordo, alla pari dignità tra i diversi sistemi e al mutuo riconoscimento dei crediti in essi maturati.” Il processo di integrazione nella formazione Al fine di perseguire l’obiettivo di sostenere e promuovere le trasformazioni del mondo del lavoro e le ristrutturazioni dei processi produttivi e rispondendo agli stimoli rivenienti dagli indirizzi comunitari, la Regione negli ultimi anni si è orientata verso una modalità di progettare la formazione di tipo integrato. Per integrazione non si è inteso solo l’accostamento delle diverse modalità, ma soprattutto la loro combinazione e relazione. Per quanto riguarda la formazione, a titolo esplicativo più che esaustivo, l’orientamento verso l’integrazione si coglie sia nell’ambito degli indirizzi programmatici regionali, sia nel concreto sviluppo della articolazione dei Bandi emanati dall’Amministrazione regionale. Per quanto concerne gli indirizzi normativi e programmatici, innanzitutto la L.R. 41/1998 dispone tra le sue finalità generali “la realizzazione di un governo integrato delle politiche del lavoro e delle politiche formative e dell’educazione”. Sulla scorta di tale principio, il Patto per lo sviluppo del 2002 individua tra i propri obiettivi strategici lo “sviluppo di un sistema integrato di istruzione, formazione e lavoro”. La finalità generale di tale azione strategica è quella di “promuovere e sostenere la qualità e l’integrazione tra istruzione e formazione per la realizzazione di un sistema regionale orientato alla diffusione e alla crescita delle

Page 179: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

179

conoscenze e delle competenze (società dei saperi), anche per una collocazione forte e qualificata nel mercato del lavoro”. In particolare si vuole incentivare la creazione di sinergie tra i diversi ambiti dell’orientamento, dell’istruzione, della formazione e del lavoro per combattere la dispersione scolastica, per promuovere un’offerta formativa adeguata al mutamento degli assetti produttivi, che favorisca un connubio tra cultura e lavoro, e per valorizzare le specificità dei singoli sistemi di istruzione e formazione professionale. A fronte di tale azione strategica, nel Patto sono stati individuati obiettivi ed interventi. In particolare le finalità che sono state inizialmente individuate riguardano: - “miglioramento della coerenza e del raccordo tra processi formativi e mondo del lavoro tramite la rilevazione dei fabbisogni formativi ed il monitoraggio e valutazione permanenti dei risultati, avvalendosi a tal fine anche degli enti bilaterali; - potenziamento degli strumenti dell’alternanza e sviluppo del sistema della Formazione Continua e della formazione permanente, mediante l’individualizzazione e la differenziazione dei percorsi formativi; - potenziamento di infrastrutture e servizi per il diritto allo studio universitario,anche tramite il coinvolgimento di autonomie locali ed operatori economici per i servizi abitativi in relazione alla scelta di attivare il progetto Ateneo Multicampus; - introduzione di standard di qualità nel sistema regionale della formazione e dell’orientamento; - sviluppo di un sistema di formazione superiore basato sull’integrazione dell’Università e della ricerca scientifica con la formazione professionale e con il mondo delle imprese”. Tali obiettivi sono stati declinati ed arricchiti nei Documenti Annuali di Programmazione (DAP) che si sono succeduti negli anni. Ponendosi in linea con quanto già sperimentato, i Programmi Operativi Regionali finanziati dai fondi FESR e FSE prevedono il consolidamento dell’approccio integrato nell’impostazione delle politiche, in particolare di quelle industriali, formative e del lavoro. Indicazioni in tal senso si trovano nelle direttive annuali approvate con delibere di Giunta. L’indirizzo integrato presente nella programmazione ha trovato poi risposta nelle “Azioni integrate” che sono state attivate dall’autorità regionale. In particolare, fin dal 2004, è stata effettuata la sperimentazione di bandi, che hanno promosso un modello di programmazione integrata di risorse, soggetti e azioni, frutto comunque di una procedura di concertazione. La costruzione di bandi integrati è indice, da un lato, della ricerca di una nuova forma organizzativa per la gestione dei finanziamenti. Dall’altro, segna l’avvio di un nuovo percorso di attuazione della strategia di programmazione regionale prevista dal Patto per lo Sviluppo.

Page 180: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

180

Tra i vari bandi emessi nella programmazione 2000-2006, possono essere citati in particolare due esempi. Innanzitutto occorre richiamare il bando per il settore turismo-ambiente-cultura e il bando industria, entrambi del 2004, che sono stati rivolti ad imprese che potevano accedere ad una pluralità di azioni a loro favore, che trovavano copertura finanziaria sia nelle risorse FESR del DOCUP Ob. 2 (Investimenti, servizi, certificazioni, ecc.), che nelle risorse FSE del POR Ob. 3 (Formazione). Nei bandi sono state poi inserite misure e linee di finanziamento riferite anche al POR Ob. 3 e alla legge 236/93 riguardante “interventi urgenti in materia di occupazione”. L’integrazione attuata con tali bandi, oltre che finanziaria, è stata sia di tipo verticale (ovvero ha riguardato le tematiche), che orizzontale (in relazione all’ambito territoriale). Per quanto riguarda la “filiera industria”, particolarmente interessanti risultano il bando multimisura integrato per la presentazione di proposte per la promozione di progetti integrati da parte di pool di piccole e medie imprese appartenenti alle filiere produttive ed il bando per la presentazione di domande di contributo per pacchetti integrati di agevolazioni (PIA). Per quanto riguarda invece la filiera TAC, occorre menzionare il bando multimisura integrato per la realizzazione di progetti nella filiera turismo, ambiente, cultura. Tali bandi, predisposti negli anni 2004-2005, hanno visto una larga risposta da parte del mondo imprenditoriale umbro. Successivamente, con Determinazione Dirigenziale del 31 maggio 2006 n. 4661, la Regione Umbria ha approvato il bando “POR Ob. 3 2000-2006 Misure A2-D1-E1, L. 236/1993, L. 53/2000. Interventi di politiche attive del lavoro anche in forma integrata, finalizzati alla promozione di un sistema regionale di Formazione Continua per lo sviluppo del mercato del lavoro e della competitività delle imprese e dei lavoratori”. Il bando ha voluto realizzare l’integrazione di differenti azioni e coinvolgere gruppi di imprese interessate a realizzare l’approfondimento di tematiche settoriali o locali comuni. In particolare la finalità che si voluta raggiungere è stata anche quella di fare in modo che le imprese e le parti sociali cooperassero unitamente nei confronti di una tematica comune, acquisendo esse stesse un ruolo di programmazione dello sviluppo locale o settoriale destinato a durare oltre il periodo del finanziamento pubblico. Altro fattore di rilievo riguarda la possibilità fornita alle aziende di attivare percorsi formativi individuali personalizzati coinvolgendo una pluralità di tipologie di destinatari (lavoratori, dirigenti e imprenditori).

Page 181: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

181

Per quanto riguarda le tipologie di azioni, è stata prevista la seguente articolazione: - analisi dei fabbisogni formativi, professionali e di consulenza; - complesso di interventi formativi (in aula o tramite l’attivazione di voucher formativi individuali) in grado di soddisfare efficacemente le differenti esigenze; - misure di accompagnamento (attività di consulenza in affiancamento specialistico) connesse alle esigenze organizzative e di riposizionamento strategico. Gli interventi di tipo integrato per reti di imprese della programmazione 2000-2006 hanno rappresentato una anticipazione degli obiettivi e delle priorità previste nel POR FSE per il periodo di programmazione 2007-2013. Nell’Asse Adattabilità, infatti, viene ribadita l’importanza della persona-lizzazione dei percorsi formativi, del loro orientamento verso il riposizio-namento strategico delle imprese e dell’integrazione degli interventi in un’ottica di filiera e di rete ed è stata prevista una sinergia tra le risorse comunitarie e nazionali disponibili per la formazione. Il percorso umbro di integrazione e coordinamento della FC La Regione Umbria ha affidato all’Aur, parallelamente allo studio della genesi, dei meccanismi di funzionamento e del ruolo dei Fondi Paritetici Interprofessionali, la verifica delle condizioni per la stipula nella regione di un protocollo d’intesa che, sulla base delle indicazioni rivenienti dall’Accordo Nazionale del 2007, fosse finalizzato alla costruzione di un sistema coordinato e coerente degli strumenti di sostegno alla FC in Umbria. Come evidenziato nei documenti programmatici regionali, la necessità di un sistema integrato e coordinato di FC che origini e comporti l’interazione di strumenti, risorse, soggetti viene considerato una condizione necessaria all’acquisizione di un’alta efficienza ed efficacia del sistema formativo. Peraltro, come evidenziato nel paragrafo precedente, tale esigenza si pone in linea con la vocazione concertazione ed alla integrazione della Regione Umbria. Il percorso seguito dall’Aur si è sviluppato, da un lato, raccogliendo informazioni direttamente dai principali attori locali dei FPI e, dall’altro, organizzando una serie di incontri tra Istituzioni e Parti Sociali per giungere a definire insieme una base condivisa di principi e di linee di azione. In particolare, il primo passo compiuto è stato quello di organizzare incontri con alcuni dei principali referenti umbri dei Fondi con i quali sono state ricostruite le logiche di funzionamento dei Fondi stessi, le esperienze e le

Page 182: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

182

esigenze del sistema formativo umbro. Tali incontri hanno avuto una finalità non soltanto conoscitiva, ma soprattutto esplorativa in merito alla necessità avvertita dalle parti di un ulteriore momento di raccordo del sistema formativo umbro. Si è voluto in qualche modo verificare se ci fosse una disponibilità e un’esigenza in tal senso e, conseguentemente, se i tempi fossero maturi per individuare nuovi strumenti di coordinamento ed integrazione delle attività di Formazione Continua. Dagli incontri sono emersi interessanti indicazioni e di seguito si presentano le espressioni più significative. Innanzitutto gli interlocutori locali ritengono la tematica dei Fondi

interprofessionali scarsamente nota, sia in senso generale, sia in relazione alle opportunità che offre; questo riguarda sicuramente parte del tessuto imprenditoriale e del mondo delle consulenze, ma anche il mondo delle Agenzie formative; conseguentemente la prima opera ritenuta necessaria, sulla quale già alcuni Fondi stanno impiegando risorse ed energie, è quella della corretta e diffusa informazione che offra consapevolezza, da un lato, sul meccanismo di contribuzione a carattere obbligatorio per i settori coinvolti e, dall’altro, sulle opportunità e i vantaggi in termini di formazione. La mancanza di consapevolezza si esplicita a due livelli: in primo

luogo, in riferimento all’adesione ai Fondi che costituisce una prima possibilità per l’impresa e conseguentemente per i lavoratori, fermo restando l’obbligatorietà della contribuzione; in secondo luogo, in rapporto alla opportunità di “usufruire” in formazione del contributo versato. Manca ancora un coinvolgimento ampio non solo nella fase di adesione, ma anche nel momento di utilizzo. Quest’ultimo aspetto risulta paradossalmente più rilevante e quindi si configura come elemento di maggior debolezza del sistema, in quanto vi sono aziende che pur avendo contribuito non si attivano per usufruire delle possibili opportunità formative. Si rileva da più parti la necessità di un’analisi dei fabbisogni effettuata

in forma sistematica e ricorrente. Un impulso in tal senso peraltro è stato dato dai bandi pubblici emanati negli ultimi anni in cui si richiede ai soggetti attuatori la formalizzazione dell’analisi dei fabbisogni che pertanto viene finanziata. In particolare si condivide il valore di realizzare un esame delle necessità formative che vada oltre le specifiche esigenze o occasioni; a tale proposito, le parti hanno dichiarato una disponibilità a collaborare in questo senso nella consapevolezza che l’analisi dei fabbisogni sia il primo ineliminabile scalino del percorso formativo. Per quanto concerne i destinatari della formazione, emerge che molti

Fondi rivolgono la loro attività, secondo le norme statutarie che li governano, esclusivamente ai lavoratori dipendenti in senso stretto. Vi è, di

Page 183: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

183

massima, una coincidenza tra i lavoratori per cui viene effettuato il pagamento del contributo dello 0,30% e i destinatari della formazione. Ne consegue che alcune categorie di lavoratori tra cui apprendisti, atipici, coadiutori, ecc. non sono ricompresi nel novero dei lavoratori beneficiari delle attività formative, sebbene qualche Fondo ammetta la partecipazione di tali tipologie come uditori. - Vi è un panorama ancora molto variegato per quanto riguarda l’attivazione dei FPI. Accanto a settori in cui i Fondi operano ormai da anni, ve ne sono altri che stanno iniziando la propria attività in questo periodo e quindi scontano un ovvio ritardo nell’operosità e nel dinamismo che andrà a regime nei prossimi anni. - Un aspetto di eccellenza dei Fondi consiste nell’aver messo in atto procedure gestionali, affinate negli ultimi anni per i Fondi più datati, che consentono un percorso snello e meno burocratico. Tale procedure hanno valore in se stesse come esempio di efficienza gestionale, ma soprattutto si dimostrano maggiormente in grado di rispondere alle esigenze delle aziende, obiettivo prioritario della formazione. - Un problema consistente riguarda le piccole e micro aziende che rappresentano vive gran parte del tessuto imprenditoriale umbro, se non la quasi totalità di alcuni ambiti settoriali. In tale tipologia di imprese la formazione risulta difficilmente realizzabile. Ciò costituisce un problema sia per le agenzie formative dal punto di vista organizzativo, sia per le aziende che essendo di piccola dimensione sono difficilmente coinvolgibili in attività che distolgano i pochi addetti dal lavoro. - Si ravvisa generalmente una condivisa necessità di scambi conoscitivi sulle attività delle diverse linee di finanziamento, al fine del loro coordinamento e, laddove possibile, integrazione. Un raccordo viene auspicato come necessario per evitare non solo sovrapposizioni su settori o categorie di lavoratori, ma soprattutto la concentrazione delle risorse su determinati segmenti, per giungere ad una copertura il più ampia possibile dei benefici formativi. - Un ostacolo al realizzarsi del coordinamento tra le risorse destinate alla formazione è rappresentato dalla strutturazione dei Fondi che è generalmente accentrata nella sede nazionale. A livello locale vi è, in alcuni casi, la presenza di referenti (come peraltro auspicato dall’Accordo Nazionale del 2007), e, in pochi altri, di strutture, comunque esigue. In ogni caso il centro decisionale rimane il Fondo, ovvero l’organismo centrale a livello nazionale. In questo modo emerge una contraddizione tra le potestà decisionali dei possibili soggetti deputati alla firma all’interno dell’Accordo. Vi è pertanto una discrasia tra la capacità piena della Regione e quella delle

Page 184: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

184

parti sociali locali che invece sono vincolate, per quanto riguarda i FPI, alle decisioni delle strutture nazionali. A seguito di questa prima ricognizione delle esigenze degli interlocutori locali e assodato che vi era in generale una buona disposizione verso un raccordo tra i vari interlocutori del sistema formativo umbro, sono stati organizzati, di comune accordo ed alla presenza della Regione, una serie di incontri a cui sono state invitate le parti sociali regionali e nazionali, ovvero i soggetti che hanno dato origine ai Fondi, nonché esperti e rappresentanti di Istituzioni (Province, Isfol, Tecnostruttura, Ministero del Lavoro, ecc). La partecipazione agli incontri è stata particolarmente ampia e questo a testimonianza del valore riconosciuto universalmente nei confronti di momenti di incontro e scambio tra le Parti sociali, in particolare in materia di tematiche formative. Nel primo degli incontri organizzati, l’Aur ha chiarito gli obiettivi del progetto commissionato dalla Regione: in primo luogo la realizzazione di un’attività di ricerca avente finalità conoscitive e ricognitive; in secondo luogo una attività di animazione con i principali stakeholders per giungere alla definizione di una possibile base di accordo sulla Formazione Continua. La Regione ha ribadito, a sua volta, che l’incontro aveva natura di sede tecnica per la verifica di fattibilità di un possibile accordo sulla FC. E’ stato poi evidenziato che la condizione per la realizzazione di un percorso negoziale di tale tipo è una seria e convinta consapevolezza da parte di tutti i soggetti coinvolti che un possibile accordo costituisca un arricchimento e un punto di partenza per una più ampia condivisione strategica. I traguardi preconfigurati dalla Regione riguardano: - un più diffuso ed istituzionalizzato scambio di informazioni tra soggetti promotori della formazione che vada anche a colmare l’asimmetria conoscitiva esistente tra le scelte della Regione, la cui informazione è dovuta all’interno delle apposite sedi, e le scelte dei FPI che per loro natura agiscono in autonomia; - la costruzione di un dispositivo di coordinamento, condivisione di obiettivi ed esperienze per la realizzazione di un sistema formativo coerente e razionale che permetta di utilizzare le risorse al meglio. Da parte loro, i Fondi e le Parti Sociali hanno manifestato un corale assenso nei confronti di un accordo di secondo livello rispetto a quello nazionale del 2007. Da più parti sono stati ribaditi quali obiettivi quelli di sviluppare sinergie comuni e di evitare, da un lato, sovrapposizioni di interventi formativi e, dall’altro, concentrazioni solo su alcuni ambiti, lasciandone scoperti altri. E’ stato comunque ribadito che il coordinamento sarebbe dovuto avvenire nel rispetto dell’autonomia delle scelte, anche se a tale

Page 185: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

185

riguardo è stata evidenziata una generale asimmetria tra le scelte di tipo centralizzato dei Fondi e quelle delle istituzioni regionali. Alla luce di tali consensi la Regione, con l’apporto dell’Aur, si è impegnata ad elaborare una prima bozza di accordo da sottoporre all’attenzione delle parti. Sulla bozza di accordo, pre-adottata dalla G.E. con la delibera n. 521 del 14 aprile 2009, è stato chiesto ai componenti del tavolo la formulazione di osservazioni. Le principali osservazioni emerse sono le seguenti: - è stato evidenziato che scopo dell’accordo non dovrebbe essere quello di creare un ulteriore sede di concertazione sulla FC, la cui discussione ha la propria competenza nei tavoli già esistenti (Commissione Regionale Tripartita, tavoli del patto); - è stata ribadita l’esistenza di una asimmetria, nella facoltà di azione, tra l’ambito di attività dei Fondi e quello delle parti regionali; con la conseguenza che le parti sociali locali non hanno specificamente la possibilità di determinare le scelte dei Fondi, ma solo quella di influire su di esse; - è stata concordemente evidenziata la necessità, nella costruzione dell’accordo, di lavorare soprattutto sulle opportunità di collaborazione, concentrandosi sugli elementi che uniscono, più che sulle specificità; - è stata auspicata un’attiva presenza e coinvolgimento delle Parti Sociali nella realizzazione dell’accordo e negli organismi che ne possano derivare; - è stato evidenziato che le parti abilitate alla firma dell’accordo sono le parti sociali locali e non i Fondi; - è stata evidenziata l’importanza di dare vita a strumenti conoscitivi sull’intera materia con l’apporto delle Parti sociali; - è stata riconfermata unanimemente la volontà di lavorare in materia di Formazione Continua; - nella stesura del testo, si farà riferimento all’Accordo nazionale che costituirà punto di partenza e riferimento. A seguito delle osservazioni e dei suggerimenti esposti, l’Aur ha presentato una nuova bozza di accordo che è stato nuovamente sottoposto alle parti sociali. Tenendo in considerazione le osservazioni presentate, nella riunione del 3 giugno 2009 si è addivenuti ad una bozza con il consenso delle parti sociali. In particolare l’accordo al quale si è pervenuti è strutturato nelle parti di seguito descritte. Nella parte delle premesse sono ovviamente citati i riferimenti giuridici che costituiscono i presupposti dell’accordo; in particolare si richiamano i documenti fondanti a livello nazionale, ovvero la legge istitutiva dei Fondi e l’accordo tra Ministero, regioni e Parti Sociali del 2007; a livello regionale, si

Page 186: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

186

menzionano i contenuti del POR FSE 2007-2013 e le disposizioni della Legge Regionale sul Sistema Formativo Integrato Regionale. Nelle premesse viene poi ribadita l’esigenza di interventi progressivi di coordinamento delle di politiche della FC anche alla luce della crisi economica che attraversa il Paese. A seguire sono stati evidenziati una serie di principi condivisi dalle parti sociali che costituiscono, accanto alle premesse giuridiche, il terreno sul quale sviluppare l’accordo. Si condivide innanzitutto la necessità di strutturare un’offerta regionale di formazione finalizzata ad accrescere le conoscenze e le competenze dei lavoratori che si avvalga di una programmazione efficace delle risorse. In particolare si richiama l’opportunità di potenziare l’integrazione e la ricerca di sinergie tra le varie fonti di finanziamento della Formazione Continua, promuovendo elementi di complementarietà nella programmazione formativa, e rafforzando la connessione tra lo sviluppo economico e la programmazione della formazione regionale. Tra le strumentazioni citate vi è il costituendo sistema regionale di certificazione delle competenze ed il sistema di accreditamento che deve essere fondato sui principi della qualità e della trasparenza del mercato. Tra gli elementi facilitatori di tale impianto le parti concordano innanzitutto sulla necessità di valorizzare il dialogo sociale, le relazioni industriali e la bilateralità come elementi qualificanti del sistema della formazione in Umbria, auspicando la presenza in regione di referenti di ciascun Fondo Paritetico Interprofessionale. Inoltre si cercherà di favorire la prassi dei piani formativi condivisi tra le Parti Sociali e la semplificazione delle procedure. Per quanto concerne i destinatari, nell’accordo si evidenzia in generale la necessità di garantire pari opportunità di accesso alla formazione, con l’impegno però a programmare e realizzare interventi formativi, a valere sui finanziamenti pubblici, anche a favore di quei soggetti che non risultano avere una copertura formativa da parte dei FPI, ovvero titolari di organizzazione produttiva, artigiani, commercianti, atipici, soci di cooperativa, ecc.. Infine, ma non ultimo di importanza, viene chiarito e ribadito dalle parti che l’accordo non ha alcuna velleità di precostituire nuovi strumenti di indirizzo politico in materia di Formazione Continua che pertanto continuano ad avere la propria sede nelle articolazioni della concertazione regionale. Nella parte centrale dell’accordo vengono quindi definite le esigenze alle quali l’accordo deve rispondere.

Page 187: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

187

In primo luogo viene ritenuta prioritaria la ricostruzione di un quadro conoscitivo d’insieme, quantitativo e qualitativo, del sistema regionale di Formazione Continua aggiornabile periodicamente, funzionale all’elabo-razione delle politiche regionali. Si auspica a tale scopo l’attivazione di un’attività di monitoraggio, valutazione, indagine, studio e ricerca, scambio permanente, informazione e divulgazione da realizzarsi con l’apporto di tutti i soggetti e della bilateralità. In particolare viene individuato quale strumento finalizzato a tale scopo un Osservatorio permanente sulla Formazione Continua, la cui attività sia orientata da un Comitato di indirizzo. In particolare, si prevede che il Comitato di indirizzo dell’Osservatorio, composto dalle Parti firmatarie, provveda ad orientare le attività svolte dall’Osservatorio; a promuovere e sostenere iniziative mirate, a carattere informativo/formativo, dirette ai diversi attori del sistema regionale di Formazione Continua; a diffondere il Rapporto Annuale sulla Formazione Continua elaborato dall’Osservatorio ed a elaborare eventuali proposte da avanzare nelle sedi di concertazione preposte alla Formazione Continua (iniziative sperimentali di coordinamento e di integrazione tra le programmazioni dei diversi soggetti e eventuali temi e/o soggetti e/o priorità sui quali favorire la convergenza delle differenti iniziative). Conseguentemente, l’Osservatorio - affidato all’AUR che comunque si impegnerà a valorizzare i contributi informativi e le elaborazioni che perverranno dalle Parti Sociali e dagli Enti Bilaterali - favorirà lo scambio informativo tra gli attori del sistema attraverso la ricostruzione di un quadro conoscitivo d’insieme, quantitativo e qualitativo, sulla Formazione Continua in Umbria; proporrà e attiverà strumenti di raccolta e condivisione di informazioni utili per il monitoraggio e la valutazione degli interventi formativi realizzati dai diversi soggetti, anche al fine di elaborare rapporti periodici; elaborerà un Rapporto Annuale sulla Formazione Continua da presentare in sede di Comitato; realizzerà annualmente un monitoraggio sui fabbisogni formativi delle organizzazioni produttive, avvalendosi tra l’altro dell’apporto del sistema della bilateralità; promuoverà specifiche indagini su impulso del Comitato. Infine nel dispositivo dell’accordo si dà attuazione alle esigenze rilevate, attribuendo alla Regione l’iniziativa della costituzione dell’Osservatorio e del conseguente Comitato di indirizzo ed alle parti l’impegno a cooperare all’attuazione attraverso una partecipazione fattiva nel rispetto delle reciproche competenze.

Page 188: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

188

ACCORDO TRA REGIONE UMBRIA E PARTI SOCIALI PER IL COORDINAMENTO, LA PROGRAMMAZIONE E

L’INTEGRAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI FORMAZIONE CONTINUA

(adottato con DGR 845 del 15/6/2009 e firmato dalle Parti Sociali in data 25 giugno 2009)

Premesso che:

- l’art. 118 della Legge n. 388/2000 (così come modificato dall’art. 48 della Legge n. 289/2002) ha previsto l’istituzione dei Fondi Paritetici Interprofessionali, costituiti sulla base di accordi interconfederali, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale;

- l’Accordo tripartito tra Ministero del Lavoro, Regioni e Parti Sociali dell’aprile 2007 prevede la promozione di un “sistema di Formazione Continua progressivamente ordinato, non concorrenziale ma integrato” ed auspica che i soggetti pubblici e privati, pur partendo da impostazioni autonome differenziate, convergano verso il comune obiettivo di innalzamento delle competenze delle persone e delle organizzazioni e, dunque, dei/delle lavoratori/lavoratrici e delle organizzazioni produttive;

- il sostegno alla Formazione Continua nel nostro Paese, nella sua attuale configurazione, si esplica in un insieme di strumenti che necessitano di interverventi progressivi di coordinamento nel rispetto e nella valorizzazione delle rispettive specificità;

- il POR FSE 2007-2013 della Regione Umbria - in linea con i precedenti documenti programmatori e strategici ed in particolare con il Patto per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Umbria - nell’ambito dell’asse Adattabilità e dell’obiettivo specifico “Sviluppare sistemi di Formazione Continua e sostenere l'adattabilità dei lavoratori”, prevede un orientamento volto alla “utilizzazione sinergica di tutti i fondi disponibili per la Formazione Continua a livello nazionale, locale e comunitario, per massimizzare le opportunità di formazione per l'intera durata della vita di ciascun cittadino”;

- è stata recentemente approvata la Legge Regionale n. 7 del 15/04/2009 (BURU n. 18 del 22/04/2009) che prevede la realizzazione del Sistema Formativo Integrato Regionale (SFIR);

- la fase di crisi economica che il Paese sta attraversando rende opportuna l’individuazione di nuove modalità di utilizzo degli strumenti, anche attraverso la costruzione a livello locale di un quadro coerente di politiche formative volte al rafforzamento del capitale umano ed alla valorizzazione delle risorse umane.

Tutto ciò premesso

Page 189: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

189

Le parti condividono la necessità di: - strutturare un’offerta regionale di formazione lungo tutto l’arco della vita

finalizzata ad accrescere le conoscenze e le competenze dei lavoratori e delle lavoratrici e la competitività delle organizzazioni produttive, che permetta di concorrere a perseguire sia gli obiettivi definiti nel Programma Operativo Regionale FSE 2007-2013, che quelli cui tendono le disposizioni e gli atti normativi in materia di Formazione Continua, valorizzandone le specificità: i fondi strutturali (FSE e FEASR), i fondi nazionali (ex legge 236/93 art. 9 comma 3, ex lege 53/2000, art. 6 comma 4), i fondi regionali, le risorse gestite dai Fondi Paritetici Interprofessionali;

- promuovere una programmazione efficace delle risorse che consenta un loro utilizzo ottimale al fine di potenziare l’integrazione e la ricerca di sinergie tra le varie fonti di finanziamento della Formazione Continua, promuovendo elementi di complementarietà nella programmazione formativa, rafforzando la connessione tra lo sviluppo economico e la programmazione della formazione regionale;

- valorizzare il dialogo sociale, le relazioni industriali e la bilateralità come elementi qualificanti del sistema della formazione in Umbria;

- valorizzare il costituendo sistema di certificazione delle competenze per tutte le attività formative, incluse quelle in capo ai Fondi Paritetici Interprofessionali;

- promuovere un’offerta formativa e un sistema di accreditamento fondato sui principi della qualità e della trasparenza del mercato, che permettano alle organizzazioni produttive e alle persone di effettuare le scelte più adeguate;

- favorire la prassi dei piani formativi condivisi tra le Parti Sociali quale modalità capace di migliorare gli interventi di Formazione Continua (individuali, aziendali, interaziendali, settoriali e territoriali);

- garantire pari opportunità di accesso, intercettando e rispondendo adeguatamente ai diversi bisogni formativi, alle differenti aspettative e agli specifici vincoli e disponibilità individuali, strutturando adeguati dispositivi di conciliazione, adottando metodi, modalità organizzative e strumenti efficaci per favorire l’apprendimento, valorizzando anche la modalità del congedo formativo previsto dalla Legge 53/00 e dalla contrattazione collettiva;

- favorire la presenza nella regione di referenti di ciascun Fondo Paritetico Interprofessionale, di cui al comma 1, art. 118 Legge 388/00, nell’ambito delle scelte definite dal Fondo stesso, in base al proprio Statuto e Regolamento, così come auspicato dal punto 6 dell’Accordo siglato in sede nazionale il 17 aprile 2007;

- programmare e realizzare interventi formativi, a valere sui finanziamenti pubblici, anche a favore dei titolari di organizzazione produttiva, degli artigiani, dei commercianti, dei/delle lavoratori/lavoratrici atipici, dei soci di cooperativa, ecc., oltre che per i/le lavoratori/lavoratrici dipendenti;

- favorire una semplificazione delle procedure di accesso dei/delle lavoratori/lavoratrici e delle organizzazioni produttive alle iniziative di Formazione Continua.

Page 190: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

190

Riconoscendo che l’individuazione di indirizzi condivisi in materia di Formazione Continua ha la propria sede nelle articolazioni della concertazione regionale

Le parti concordano inoltre sulla esigenza di: - realizzare, con l’apporto attivo di tutti i soggetti coinvolti, uno scambio

informativo per la ricostruzione di un quadro conoscitivo d’insieme, quantitativo e qualitativo, del sistema regionale di Formazione Continua (domanda, offerta, iniziative di formazione, etc.) periodicamente aggiornabile, che costituisca una fonte di conoscenza per l’individuazione delle strategie di sviluppo e la qualificazione dell’offerta formativa e per l’elaborazione delle politiche regionali;

- avviare a tale scopo un’attività di monitoraggio, valutazione, indagine, studio e ricerca, scambio permanente, informazione e divulgazione da realizzare attraverso l’attivazione di un OSSERVATORIO PERMA-NENTE SULLA FORMAZIONE CONTINUA (di seguito “Osservatorio”), la cui attività sarà orientata da un Comitato di indirizzo, composto dalle Parti firmatarie del presente accordo, e sarà realizzata attraverso l’AUR – Agenzia Umbria Ricerche, che si impegnerà a valorizzare i contributi informativi e le elaborazioni che perverranno dalle Parti Sociali e dagli Enti Bilaterali. In particolare, il Comitato di indirizzo dell’Osservatorio: provvederà ad orientare le attività svolte dall’Osservatorio; promuoverà e sosterrà iniziative mirate, a carattere informativo/formativo,

dirette ai diversi attori del sistema regionale di Formazione Continua; provvederà alla diffusione nelle apposite sedi del Rapporto Annuale sulla

Formazione Continua elaborato dall’Osservatorio; potrà elaborare eventuali proposte - da avanzare nelle sedi di concertazione

preposte alla Formazione Continua, presso la Regione e presso le Parti Sociali costitutive dei Fondi – su: o iniziative sperimentali di coordinamento tra le programmazioni dei

diversi soggetti e di percorsi di integrazione tra le diverse programmazioni;

o eventuali temi e/o soggetti e/o priorità sui quali favorire la convergenza delle differenti programmazioni, compatibilmente con il sistema di regole proprio di ciascuna fonte di finanziamento, anche attraverso strategie di intervento congiunte che, nella complementarietà dei soggetti di programmazione e di parte delle risorse disponibili, possano trovare elementi di maggiore efficacia ed efficienza.

Conseguentemente l’Osservatorio: favorirà lo scambio informativo tra gli attori del sistema attraverso la

ricostruzione di un quadro conoscitivo d’insieme, quantitativo e qualitativo, sulla Formazione Continua in Umbria;

proporrà e attiverà strumenti di raccolta e condivisione di informazioni utili per il monitoraggio e la valutazione degli interventi formativi realizzati dai diversi soggetti, anche al fine di elaborare rapporti periodici;

Page 191: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

191

elaborerà un Rapporto Annuale sulla Formazione Continua da presentare in sede di Comitato;

realizzerà annualmente un monitoraggio sui fabbisogni formativi delle organizzazioni produttive, avvalendosi tra l’altro dell’apporto del sistema della bilateralità;

promuoverà specifiche indagini su impulso del Comitato.

Le parti si impegnano come segue: - la Regione Umbria si impegna a promuovere l’attivazione del Comitato di

Indirizzo dell’Osservatorio Permanente sulla Formazione Continua e conseguentemente dell’Osservatorio Permanente sulla Formazione Continua;

- le parti sociali firmatarie si impegnano a cooperare all’attuazione operativa del presente accordo attraverso una partecipazione fattiva, nel rispetto delle reciproche competenze.

Page 192: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato
Page 193: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

193

FONDI PARITETICI INTERPROFESSIONALI E FORMAZIONE CONTINUA IN UMBRIA: CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE96 La ricerca-intervento affidata dalla Regione dell’Umbria all’AUR aveva un obiettivo esplicito: verificare come il fenomeno costituito dalla nascita e dalla operatività dei Fondi Paritetici Interprofessionali avesse influito sulla evoluzione del sistema di Formazione Continua presente nel territorio della regione. Un obiettivo importante, ma non secondario, correlato al primo, era anche quello di verificare la “permeabilità” dei diversi sottosistemi della Formazione Continua e la disponibilità degli attori sociali e istituzionali ad operare per una maggiore e migliore integrazione soprattutto in vista delle stagioni presenti e future di programmazione degli interventi di sostegno ai lavoratori e alle imprese. Il percorso di ricerca, che ha visto azioni e contatti sia a livello nazionale che a livello regionale, ha permesso di confermare che il territorio dell’Umbria si comporta alla stregua di altre regioni dell’Italia centro-settentrionale, connotandosi come un luogo nel quale si incontrano difficoltà sia a utilizzare al meglio le risorse pubbliche che a rendere partecipi le imprese della nuova realtà dei Fondi Paritetici. Questo dato, che si può esprimere come una relativamente scarsa propensione dei soggetti alla partecipazione alle attività di formazione per gli occupati nelle imprese private (diverso è il contesto e i comportamenti formativi dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni), è certamente da porre in relazione con il prevalere delle imprese di piccola o piccolissima dimensione, ma probabilmente è il risultato di altre concause ancora da approfondire con studi ed analisi più in profondità. Sommando gli interventi della Regione, e delle Province, con quelli dei Fondi Paritetici Interprofessionali si arriva a sostenere la formazione di una quota di lavoratori occupati nella regione che è inferiore al 10%. Se è veritiero il dato che emerge dalle indagini campionarie italiane che dice che circa il 29% dei lavoratori italiani (non dipendenti dalla Pubblica Amministrazione) ogni anno partecipa ad almeno una occasione formativa (quasi sempre si tratta di apprendimento in contesti informali) si evince che solo uno su tre di coloro che si forma lo fa all’interno di un progetto finanziato (in realtà sempre co-finanziato) e che la maggioranza dei lavoratori rimane estranea ai processi di apprendimento permanente. Va anche detto che il prevalere dell’apprendimento in contesti informali e non-formali fa sì che i lavoratori

96 Il capitolo conclusivo è stato curato da Franco Frigo.

Page 194: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

194

che si aggiornano non possano avere alcun riconoscimento dei livelli di conoscenza e di competenza raggiunti attraverso il proprio impegno perché viene a mancare la dimensione di progetto e, senza un sistema articolato e organico di servizi territoriali vocati al riconoscimento e alla certificazione delle competenze, l’investimento dei singoli non è utilizzabile per i processi di mobilità professionale, soprattutto per quelli subiti in periodi di crisi. Ritrovare comunque le medesime frequenze e i medesimi problemi nelle regioni confinanti fa pensare che vi sia un problema di atteggiamenti e orientamenti culturali che rendono scarsa la credibilità, in termini di utilità per le imprese e per i lavoratori, degli investimenti realizzati sul “capitale umano”. Oltre ad un problema culturale, nella regione occorre affrontare anche la questione dei soggetti coinvolti o coinvolgibili nel sistema della Formazione Continua, gli stakeholders. La regione dell’Umbria ha una tradizione importante e positiva di programmazione degli interventi di sostegno all’economia e alla società e la prassi prevede che le rappresentanze delle forze economiche e sociali siano partecipi sia della costruzione degli orientamenti generali, che debbono essere condivisi, sia della messa a punto dei dispositivi di intervento, che debbono rispondere al criterio della fattibilità. In questo contesto partecipativo si inserisce la necessità di rendere partecipata, e quindi più coerente ed economica, la programmazione delle azioni in favore della formazione dei lavoratori. La differenza che salta agli occhi fra la prassi concertativa che attiene ai temi della programmazione territoriale, e la concertazione necessaria nel capo specifico della Formazione Continua è la presenza di un numero molto elevato di attori sociali tra i soggetti collettivi che hanno dato vita ai Fondi Interprofessionali. Nel senso che non c’è specularità e quindi sovrapponibilità tra i soggetti che partecipano ai tavoli regionali con quello che accade nello specifico della Formazione Continua. Per avviare un confronto con le Parti Sociali che hanno dato vita ai Fondi la Regione, con il supporto dell’AUR, si è trovata nella necessità di estendere l’invito a partecipare al confronto a tutte le confederazioni nazionali riconosciute dal Ministero del Lavoro come soggetti più rappresentativi a livello nazionale. Una situazione analoga si è vissuta a livello nazionale con l’allargamento, avvenuto nel 2007, dei partecipanti all’Osservatorio nazionale per la Formazione Continua previsto dalla legge e in quel caso si è affermato il principio che partecipano al tavolo dell’Osservatorio tutte le organizzazioni di rappresentanza autorizzate a gestire un Fondo Paritetico. Nella prassi concertativa regionale umbra, all’allargamento si è pervenuti per il tramite dei Fondi stessi, ai quali la

Page 195: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

195

Regione e l’AUR hanno chiesto di estendere gli inviti a tutte le componenti presenti nel Consiglio di Amministrazione. I rappresentanti locali delle Parti sociali e i rappresentanti dei Fondi Interprofessionali si sono confrontati in occasione di diversi incontri che hanno avuto come obiettivo la messa a punto di un Protocollo di accordo sull’integrazione tra i sottosistemi della Formazione Continua. Come detto, uno dei problemi incontrati nel corso del confronto - questo accade in Umbria come in tutti gli altri contesti regionali - è rappresentato dal fatto che alcuni Fondi non hanno affidato a rappresentanti regionali delle Parti sociali compiti operativi o compiti di supporto e/o rappresentanza. L’integrazione a livello regionale dei diversi interventi programmati non può che partire dal riconoscimento della centralità del livello territoriale. E questo crea difficoltà per taluni Fondi che sono o di minore dimensione e presenza su territorio umbro o che rappresentano interessi solo di imprese a rete di carattere nazionale. Infine, procedere verso una programmazione integrata e condivisa comporta anche la messa a disposizione e lo scambio di informazioni precise e puntuali sulle scelte strategiche e sulle modalità di individuazione dei beneficiari degli interventi. I Fondi finanziano piani formativi concordati tra le Parti sociali (che hanno dato vita ai Fondi stessi), la Regione finanzia soprattutto progetti formativi. Il passaggio dai “progetti” ai “piani” doveva significare il passaggio da interventi spot e costruiti attorno alle opportunità create dai bandi pubblici ad azioni a carattere strategico, frutto di un’analisi di fabbisogni formativi realizzata dall’impresa con il supporto del sindacato dei lavoratori. La pianificazione regionale necessita di una analisi dei fabbisogni di medio e lungo termine, di carattere “macro”, la predisposizione di piani formativi da parte delle imprese implica un’analisi delle necessità specifiche di carattere “micro”. Per migliorare la programmazione e per renderla integrata occorre che i due livelli dialoghino e che si riesca a mettere in comune il lavoro di imprese, di organismi di formazione, di rappresentanze sindacali, di gruppi di lavoratori o di singoli lavoratori. Quali sono gli ostacoli e come si possono superare? Dal lavoro di ricerca e dal confronto con le Parti sociali sono emerse delle indicazioni, di cui si è tenuto conto nella stesura del testo dell’Accordo proposto alle Parti e ai Fondi. In particolare, non si può programmare in modo coerente senza avere un volume sufficiente di informazioni, servono pertanto: o dati sull’evoluzione dell’economia e della società regionale, e questo è compito generale della Amministrazione, ma servono in modo specifico

Page 196: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

196

dati sul capitale intellettuale e sul capitale umano presente nel territorio. Più facile è parlare del sistema di conoscenze formalizzate presenti, più difficile e complesso il percorso che porta a leggere i “bacini di competenze” costituiti dalle organizzazioni produttive (imprese, settori, filiere, distretti, organizzazioni in genere) e dai singoli lavoratori; o dati sulla propensione dei lavoratori e delle imprese a partecipare ai processi formativi (e questo non può non essere il risultato di indagini campionarie; esiste un modello utile nell’impianto delle indagini INDACO Lavoratori e INDACO Imprese dell’Isfol); o dati di monitoraggio sugli esiti dei finanziamenti pubblici e dei Fondi Paritetici per la Formazione Continua; o piani formativi frutto di un impegno diffuso e condiviso delle Parti sociali. La prassi dei piani formativi non è diffusa, ne fa fede il numero limitato di piani aziendali presentati in questi anni ai Fondi, e un ostacolo è costituito dalla dimensione ridotta delle imprese; o “quadri” preparati sia tra i funzionari della Pubblica amministrazione che presso le imprese. Sono poco preparati i rappresentanti dei lavoratori a livello di impresa (non ci sono iniziative per formare i lavoratori delle RSU), ma si trovano in difficoltà anche i titolari delle piccole imprese quando debbono affrontare il tema delle competenze da sviluppare presso i propri dipendenti; o occasioni ricorrenti di incontro anche nei singoli territori in cui è suddivisa le regione, per rendere più familiare il tema dell’economia della conoscenza; o nuovi modelli formativi per rendere possibile l’apprendimento efficace nella formazione finanziata. Oggi non ci sono garanzie di imparare quanto serve in occasione dei corsi di formazione che si frequentano; o occasioni di allontanamento temporaneo dall’usuale posto di lavoro per apprendere le conoscenze da trasformare successivamente in competenze agite nel proprio contesto lavorativo. La contrattazione sindacale non ha prodotto sinora un miglioramento significativo nel sistema dei diritti/doveri alla formazione lungo tutto l’arco della vita e pertanto si tratterà di muoversi nell’ambito del diritto ai congedi formativi statuito dalle norme nazionali; o collegamenti tra le diverse agenzie formative e avvicinamento tra imprese e università e centri di ricerca. In contesti di innovazione a carattere incrementale la formazione professionale aziendale è in grado di dare risposte positive ogniqualvolta si pone l’obiettivo di diffondere il sapere professionale relegato solo in alcune parti dell’organizzazione. Quando l’innovazione deve includere anche la modifica della mission aziendale, come

Page 197: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

197

nei contesti di crisi più profonda, le risposte non sono necessariamente già presenti nell’impresa ma vanno cercate altrove, soprattutto in contesti “culturalmente” lontani, per questo risulta essenziale la costruzione di legami forti con coloro che operano nei settori della ricerca e sviluppo. Il percorso che può scaturire dall’attuazione dell’Accordo e quindi dalla operatività dell’Osservatorio può fornire un contributo alla soluzione delle problematiche culturali, partecipative e di scambio informativo sopra evidenziate.

Page 198: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato
Page 199: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

199

APPENDICI 1. Bilateralità e Fondi Interprofessionali

2. La Formazione Continua in Europa: l’esempio della Francia e della Spagna

3. Informazioni e modalità di rilevazione relative alle caratteristiche del progetto formativo

4. Informazioni e modalità di rilevazione relative alle caratteristiche dei lavoratori coinvolti

5. Informazioni e modalità di rilevazione relative alle caratteristiche delle imprese coinvolte nella Formazione

6. Informazioni procedurali e finanziarie relative al progetto

7. Lista degli indicatori fisici, finanziari e procedurali (prima e seconda fase)

8. Schede di sintesi sui Fondi Paritetici Interprofessionali

9. Estratto da Guida alla gestione e rendicontazione di Fondimpresa riferita al Conto Formativo

10. Le principali comunicazioni tra il soggetto attuatore e Fondimpresa nell’ambito dell’avviso 1/09

11. Estratto dal Manuale per la Gestione tecnico amministrativa rendicontuale delle attività previste dai piani di F.C. finanziate dal Fondo Formazione PMI

Page 200: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato
Page 201: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

201

Appendice n. 1 - Bilateralità e Fondi Interprofessionali In materia di formazione professionale, gli enti bilaterali rivestono da tempo una posizione di primo piano per le competenze ad essi riconosciute dalla contrattazione collettiva e dalla legislazione sia statale che regionale. A partire dal 1993, si sono susseguiti una serie di accordi interconfederali fra Governo e Parti sociali in cui si fa largamente riferimento al tema della formazione professionale e all’opportunità di coinvolgere le Parti sociali nella predi-sposizione di policy su questo nuovo ed importante strumento di politica attiva del lavoro, rendendolo un terreno privilegiato per l’azione degli enti bilaterali quale loro diretta emanazione (cfr. Timi M.97). In particolare, il “Protocollo d’Intesa su formazione e organismi paritetici bilaterali” (gennaio 1993) auspicava una revisione normativa della formazione professionale in direzione di un riconoscimento più incisivo del ruolo delle Parti sociali all’interno dei processi decisionali degli organismi pubblici a livello centrale e regionale e quello degli organismi bilaterali quale snodo operativo mediante il quale le parti stesse offrono il loro contributo continuativo ed organizzato alle politiche di formazione professionale98. Anche il legislatore guarda con crescente attenzione alla bilateralità attraverso una serie di azioni: prevedendo incentivi finanziari per la realizzazione di interventi formativi promossi e/o progettati ad iniziativa o con la partecipazione degli enti bilateri99; promuovendo la collaborazione fra questi e le Regioni per lo svolgimento di attività di monitoraggio e di analisi delle situazioni occupazionali e dei fabbisogni formativi locali100; favorendo l’istituzione di fondi bilaterali per la FC destinati a finanziare Piani formativi, tra cui rientrano anche i Fondi Paritetici Interprofessionali (art. 118, legge 388/2000), che a noi interessano ai fini della presente ricerca. Dopo il 1993, le Parti sociali iniziarono a costituire, categoria per categoria, un

97 Timi M., Formazione Professionale. Lo sviluppo della bilateralità, in www.uil.it/quadri/D7_mietta-timi.pdf. 98 In particolare si disse nell’intesa: “Le parti concordano che gli Organismi paritetici bilaterali da essi promossi costituiscono lo snodo operativo mediante il quale le parti stesse offrono congiuntamente al sistema formativo, in modo non episodico ma continuativo ed organizzato, il proprio contributo di indicazioni e proposte nel campo della formazione, dell’orientamento e della riqualificazione per agevolare il reimpiego. È a tal fine necessaria una revisione normativa che riconosca pienamente il ruolo di tali organismi che, in quanto emanazione diretta e congiunta delle Parti sociali, sono in grado di offrire tutta una gamma di apporti dei quali il sistema formativo può utilmente avvalersi per far corrispondere sempre più e sempre meglio le dinamiche formative ai reali bisogni delle imprese e dei lavoratori. A questo scopo, le Parti concordano sull’esigenza che il sistema della formazione professionale interagisca permanentemente con la rete di organismi paritetici bilaterali sul territorio cui affidare funzioni di conoscenza, valutazione ed indirizzo nel campo della formazione”. 99 Cfr. art. 2, comma 2, art .4, comma 2 e 4, art. 5, comma 2, art. 9, comma 2, art. 10, comma 2, lett. b) L. R. Emilia Romagna 25 novembre 1996, n. 45; art. 5, comma 2, art. 7, comma 2, L.R. Marche 20 maggio 1997, n. 31; art. 3, comma 2, L.R. Molise 21 marzo 2001, n. 6. 100 Cfr. art 9 della legge n. 236/1993. A livello regionale, art. 43, comma 1, L.R. Abruzzo 12 agosto 1998, n. 72; art. 31, comma 1 e art. 42, comma 2, L.R. Emilia Romagna 30 giugno 2003, n. 12; art. 12, comma 3, lettera f), L.R. Marche 20 maggio 1997, n. 31.

Page 202: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

202

organismo centrale e organismi regionali bilaterali per la formazione, la cui funzione era di guida dell’utilizzo concertato della formazione. A livello centrale, l’Organismo Bilaterale Nazionale ebbe il compito di rendere esecutiva l’iniziativa, promuoverla e diffonderla a tutti i livelli attraverso esami periodici dello stato di attuazione e di amministrare le risorse finanziarie. A livello regionale, gli organismi bilaterali ebbero la responsabilità di realizzare l’analisi dei fabbisogni sulla base del modello messo a punto a livello centrale e di orientare le amministrazioni regionali verso l’uso dei risultati delle analisi dei fabbisogni, amministrando le scarse risorse finanziare affidate dall’organismo nazionale. Possono essere menzionate alcune positive esperienze territoriali di “presidi di bilateralità formativa” (Cugini A., 2004, p.18) proposti nel settore artigianale sia nazionale (Enba) che regionale (Ebav - Veneto ed Eber - Emilia Romagna), ma anche nel settore industriale sia nazionale (Obn) che regionale (O.B. Regionali della Lombardia, del Piemonte e della Campania), come della piccola impresa (Milanolavora in Lombardia e Ebla nel Lazio). La creazione degli enti bilaterali ha costituito una specifica modalità di intendere la compartecipazione diretta delle Parti sociali alla costituzione di un sistema di formazione professionale attento ai fabbisogni dei lavoratori dipendenti ed alle esigenze delle imprese (cfr. Frigo F., Lindo W., 1999). Gli enti bilaterali possono essere definiti come un sottosistema del sistema delle relazioni industriali (cfr. Lai M., 2006) dove i sindacati e le organizzazioni datoriali si incontrano per dialogare e per risolvere problemi al fine di favorire una maggiore collaborazione in ambiti tematici vari, fra cui anche quello della formazione. Tali organismi si caratterizzano per essere preposti allo svolgimento di un’attività diretta a soddisfare interessi condivisi, pur essendo costituiti da soggetti controparti nel sistema di relazioni industriali. In effetti, il presupposto per l’affermarsi della cultura della bilateralità è il superamento della dimensione conflittuale e negoziale, considerata come esclusiva per l’organizzazione sindacale, mediante l’affermazione della cultura della partecipazione (Cfr. Lai M., 2006): “la collaborazione (sia pure da posizioni diverse) sta, in fondo, nel Dna degli enti bilaterali (…)” (Cester C., 2003, p. 212). Rispetto alle normali associazioni riconosciute, gli organismi bilaterali si caratterizzano per la regola della pariteticità, che vale sia ai fini della composizione dell’ente (gli organi direttivi sono composti equamente dalle Parti sociali) sia per l’assunzione di decisioni che vanno prese con il consenso di entrambe le parti (cfr. Lai M., 2006). Questa realtà organizzativa trae ispirazione dai modelli partecipativi e cooperativi multistakeholder nord-europei, improntati ad attivare processi di dialogo e cooperazione fra organizzazioni sindacali e datoriali e, più in generale, fra tutti i portatori di interesse. Questa modalità relazionale può determinare un rallentamento dei processi decisionali con un aumento dei costi di transazione, ma, sul medio e lungo periodo, genera effetti positivi grazie alla compartecipazione collettiva ai processi di costruzione. Si tratta di un modus operandi che rispecchia, tra l’altro, la filosofia europea del dialogo sociale, quale policy parallela e trasversale a tutte le politiche europee, finalizzata a dare un forte impulso alle strategie di partenariato. In tale quadro, si inserisce la problematica dell’importanza della concertazione delle politiche per la formazione. Un contributo fondamentale in questa direzione è la scelta

Page 203: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

203

di individuare nel Piano formativo e nell’accordo fra le Parti sociali (che deve obbligatoriamente accompagnare il Piano) lo strumento privilegiato di pianificazione della FC. Il processo negoziale che porta all’accordo consente, infatti, alle Parti sociali di utilizzare la propria conoscenza delle realtà aziendali e territoriali al fine di conciliare gli interessi dell’azienda con il diritto individuale del lavoratore alla formazione permanente, di creare un effettivo raccordo tra sviluppo e formazione e di sottrarre la pianificazione dei Piani formativi alla scelta esclusiva o prevalenti degli organismi di formazione (cfr. Pellegrini C., Vaccaro S., 2006). È bene precisare che concertazione della formazione non significa meccanica sovrapposizione rispetto alla bilateralità, tanto meno rispetto alla contrattazione della formazione, che è piuttosto un prius senza cui la pratica partecipativa, priva di regole, è come destrutturata e difficilmente in grado di decollare seriamente (cfr. Timi M, op cit.). Il modello partecipativo, infatti, non esclude il modello conflittuale/contrattuale e ciò perché gli spazi e i ruoli di gestione che competono agli enti bilaterali sono nettamente distinti da quelli che sono i compiti di rappresentanza e contrattazione che competono alle Parti sociali. Infatti, se l’approccio conflittuale è finalizzato a definire le migliori condizioni possibili nel rapporto di lavoro, l’approccio partecipativo è finalizzato a condizionare l’impresa nell’individuazione e nella gestione di azioni che mirano a perseguire l’interesse comune. La normativa più recente in materia di mercato del lavoro (legge n. 30/2003 e decreto legislativo n. 276/2003) valorizza il ruolo degli enti bilaterali affidando ad essi funzioni che possono essere definite pubbliche o parapubbliche101, fra cui è compresa quella della formazione professionale. La bilateralità si presenta, quindi, come alternativa alla gestione pubblica e si fonda sull’autonomia dei soggetti della società civile portatori di interessi collettivi. Con l’avvertenza che alternativa non significa “concorrenziale ed antagonista ma complementare e sinergica”, tanto è vero che nella disciplina dei Fondi essa è vocata alla collaborazione e all’integrazione con le politiche dell’attore istituzionale. Le stesse funzioni c.d. pubbliche attribuite agli enti bilaterali non sono altro che attività finalizzate alla realizzazione di interessi collettivi socialmente rilevanti, che trovano una loro legittimazione nell’ultimo comma dell’art. 118 che favorisce “l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. In tale contesto, gli enti bilaterali possono operare per assicurare alcuni servizi e prestazioni che, in un tessuto produttivo caratterizzato dalla prevalenza della piccola e media impresa, come quello 101 Le attribuzioni sono elencate nella definizione di enti bilaterali posta dall’art. 2, comma 1, lettera h) del decreto legislativo n. 276/2003 che li definisce quali sedi privilegiate per la regolazione del mercato del lavoro attraverso: la promozione di un’occupazione regolare e di qualità; l’intermediazione dell’incontro fra domanda e offerta di lavoro; la programmazione di attività formative e la determinazione di modalità di attuazione della formazione professionale in azienda; la promozione di buone pratiche contro la discriminazione e per l’inclusione dei soggetti più svantaggiati; la gestione mutualistica di Fondi per la formazione e l’integrazione del reddito; la certificazione dei contratti di lavoro e di regolarità o congruità contributiva; lo sviluppo di azioni inerenti la salute e la sicurezza sul lavoro; ogni altra attività o funzione assegnata loro dalla legge o dai contratti collettivi di riferimento.

Page 204: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

204

italiano, risultano più efficaci se forniti a livello locale. Si realizza, in tal modo, una sorta di welfare in senso locale, settoriale ed autofinanziato, affidandosi la realizzazione della tutela da una parte ai Fondi bilaterali e dall’altra alle Regioni, con una combinazione di sussidiarietà orizzontale e verticale (cfr. Garofalo D., 2008) 102. Da questo punto di vista, un modello di utilizzo spinto dell’Ente Bilaterale, nel campo della formazione professionale, si ha proprio con i Fondi Paritetici Interprofessionali la cui disciplina normativa affida il contributo obbligatorio dello 0,30 versato dalle imprese all’Inps ad un fondo bilaterale costituito mediante accordo interconfederale. In tal caso, si realizza un affidamento di risorse reperite dai poteri pubblici alle Parti sociali per la gestione, secondo criteri e responsabilità condivise (cfr. Lai M., 2006). Con la messa a regime dei Fondi Interprofessionali si sono messe in moto aspettative di grande scommessa perché, contrariamente alle letture riduttive che spesso emergono, le funzioni loro proprie non dovranno limitarsi alla mera erogazione di risorse, ma, in raccordo con gli organismi bilaterali territoriali esistenti, dovranno dare un contributo essenziale a strutturare e rafforzare il modello partecipativo di FC, capace di interagire con gli altri attori sociali e istituzionali del territorio realizzando un’effettiva concertazione delle politiche formative (cfr Timi M. op. cit.). Resta da dire che la bilateralità è un principio e non una certezza, nel senso che il novero di accordi e normative solo in parte realizzate dimostra la scarsa capacità di incidenza che fino ad ora ha avuto l’impianto della bilateralità, ossia la scarsa capacità di trasformare le relazioni sindacali conflittuali tradizionali, superandole nell’ottica della gestione concertata in materia formativa in Italia (cfr. Cugini A., 2004). In effetti, mentre il processo di rafforzamento della bilateralità contrattuale procede a ritmi serrati e interessa praticamente tutti i CCNL, meno diffusa risulta la tendenza a disciplinare i rapporti fra la bilateralità contrattuale e i Fondi Paritetici Interprofessionali. Solo una parte dei CCNL sottoscritti definiscono e regolano le reciproche relazioni fra gli Organismi bilaterali previsti ed i Fondi richiamati nei Contratti stessi103 (cfr. MLPS-Isfol, Rapporto sulla Formazione Continua, 2006).

102 La dottrina giuridica presenta pareri contrastanti in merito al ruolo attribuito agli enti bilaterali dalla riforma del mercato del lavoro. Accanto a chi vede nella bilateralità la nuova frontiera dell’azione sindacale, vi sono altri che denunciano pericoli di deriva neo-istituzionalista e di snaturamento delle tradizionali funzioni sindacali. Secondo quest’ultimi, l’attribuzione agli enti bilaterali di molteplici competenze di natura pubblicistica determinerebbe la loro istituzionalizzazione, ossia la loro attrazione nel sistema politico-amministrativo dello Stato, snaturando così la loro identità. In realtà, questi timori sono stati notevolmente ridimensionati rilevando la natura pubblicistica delle attività svolte dagli enti bilaterali già prima dell’intervento legislativo di riforma, benché da quest’ultima siano state notevolmente rafforzate (Cfr. Lai M., 2006). 103 Tra i CCNL in vigore, quelli che contengono una disciplina più dettagliata dei rapporti fra bilateralità contrattuale e Fondi Interprofessionali sono i settori delle aziende grafiche e dell’industria chimica gomma e plastica, il settore dell’energia e petrolio e dell’Industria Metalmeccanica (cfr. MLPS-Isfol, Rapporto sulla Formazione Continua, 2006).

Page 205: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

205

Appendice n. 2 - La Formazione Continua in Europa: l’esempio della Francia e della Spagna La centralità della FC, quale strumento privilegiato per il mantenimento di un buon livello di competitività dei sistemi produttivi e garanzia di inclusione sociale per i lavoratori, è ormai da anni una tematica emergente dei documenti programmatici e di policy delle istituzioni comunitarie. Su questo impulso, la maggior parte dei paesi europei hanno avviato importanti interventi di riforma degli “strumenti” a sostegno dello sviluppo della formazione professionale, soprattutto dopo gli obiettivi fissati al Consiglio Europeo di Lisbona per il 2010. La Francia e la Spagna, ad esempio, hanno avviato, nel corso del 2004, importanti interventi di “rinnovamento” dei rispettivi sistemi di FC, che sembrano convergere su alcuni punti (Cfr. Grelli, Nobili, Premutico, 2005): - un importante incremento delle risorse finanziarie da investire nella FC, soprattutto a carico delle imprese, anche di media o piccola dimensione; - l’integrazione della FC all’interno del più generale sistema rivolto all’educazione degli adulti; - strumenti di supporto e garanzia delle scelte individuali ed autonome dei cittadini lavoratori; - l’estensione delle pratiche della FC nel tessuto delle piccole e piccolissime imprese, nel lavoro autonomo e nel lavoro atipico. Proviamo ad analizzare, nei due Paesi presi in considerazione, sia l’assetto istituzionale sia i meccanismi di finanziamento degli interventi di FC, così come si sono andati delineando nel corso delle rispettive riforme. Il sistema francese di Formazione Continua In Francia, il sistema nazionale di FC si basa tuttora sulla legge Delors del 1971 “La formazione professionale continua nel quadro dell’educazione permanente”, che sancisce la FC come obbligo giuridico (ibidem). Questa legge introduce una serie di strumenti a sostegno della formazione professionale tutt’ora utilizzati (cfr. Vaccaro, Richini, 2006): - l’obbligo per tutte le imprese di versare annualmente una contribuzione per la formazione dei lavoratori calcolata sulla massa salariale; - gli OPCA (Organismes Paritaires Collecteurs Agrées): organismi bilaterali incaricati della raccolta delle risorse provenienti dai contributi delle imprese e del finanziamento dei Piani formativi concordati fra le Parti sociali; - il diritto dei lavoratori di usufruire di attività formative per la realizzazione di un progetto individuale di professionalizzazione attraverso il Congedo Individuale di Formazione (CIF). L’attuale sistema, successivo alla legge di riforma n. 391 del 4 maggio 2004, conferma i dispositivi precedenti (il Piano di Formazione e il CIF) e aggiunge altri due strumenti (ibidem): - il Diritto Individuale di Formazione (DIF) che si sostanzia nella possibilità per il lavoratore di disporre di 20 ore l’anno per la propria professionalizzazione, con la

Page 206: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

206

possibilità di cumulare le ore in un arco di 6 anni. Il diritto può essere fruito su iniziativa del lavoratore e con l’accordo del datore di lavoro; - i Dispositivi di Professionalizzazione consistenti in: a) periodi di professionalizzazione attraverso i quali specifiche categorie di lavoratori (over 45, portatori di handicap, lavoratori con anzianità superiore a 20 anni, lavoratrici dopo un congedo per maternità, aspiranti imprenditori) possono accedere alla formazione per una durata non inferiore alle 150 ore, attraverso l’impiego dei DIF o nell’ambito di un Piano formativo b) Contratti di professionalizzazione che sostituiscono i precedenti Contratti di Inserimento per i giovani dai 16 ai 25 anni o per gli adulti in cerca di lavoro. La durata minima del contratto è compresa fra i 6 e i 12 mesi e prevede come obbligatoria un’azione formativa non inferiore a 150 ore ed estensibile fino al 25% del periodo contrattuale. Le regole di organizzazione del sistema vengono definite sulla base di accordi interprofessionali conclusi fra le Parti sociali e recepiti dal Codice del Lavoro. Gli attori principali del sistema formativo francese sono (Grelli, Nobili, Premutico, op. cit.): - lo Stato, tramite il Ministero del Lavoro che finanzia con Fondi propri e dell’Unione Europea le azioni rivolte ai soggetti deboli (disoccupati, soggetti svantaggiati o che operano in ambiti particolari) e le azioni di sistema; - le Regioni che finanziano la formazione dei giovani dai 16 ai 25 anni soprattutto attraverso l’apprendistato; - le Imprese che svolgono un ruolo centrale nella realizzazione delle iniziative rivolte alla FC; - le Parti sociali che contribuiscono, insieme al legislatore, all’elaborazione delle norme attraverso il negoziato e soprattutto attraverso la gestione degli OPCA. Vale la pena riservare un breve accenno agli OPCA in quanto organismi di stampo mutualistico (ossia di condivisione dei contributi raccolti) molto simili ai nostri Fondi Paritetici Interprofessionali, anzi si può affermare che il nostro paese abbia istituito quest’ultimi inspirandosi all’esperienza degli organismi collettori francesi. Gli OPCA, infatti, sono organismi bilaterali di natura settoriale e intersettoriale, con funzioni di raccolta dei contributi delle imprese e di servizio ed assistenza alle iniziative formative. Gli OPCA, come i nostri Fondi, sono istituiti tramite accordi fra le Parti sociali e sono autorizzati ad operare attraverso un decreto ministeriale emanato con parere favorevole della Commissione Permanete per la Formazione Professionale. I mezzi finanziari degli organismi francesi consistono principalmente nei contributi delle imprese integrati, eventualmente, dal contributo finanziario pubblico (in particolare dal FSE). Ogni settore di attività, però, ha la possibilità di aumentare il contributo attraverso delle obbligazioni pattizie, definite in accordi collettivi approvati dalla Commissione per la Formazione Professionale, nei quali devono essere indicati sia la destinazione di tale contributo sia l’Organismo collettore beneficiario. In pratica, con la nascita degli OPCA, le imprese francesi possono assolvere l’obbligo di finanziamento della FC anche attraverso il versamento dei contributi

Page 207: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

207

dovuti a questi organismi collettori, versamento che diviene addirittura obbligatorio per le imprese con meno di 10 dipendenti. Il regime attualmente in vigore per gli OPCA prevede alcune regole principali: - devono essere realizzati prioritariamente a livello nazionale; - devono basarsi sulla rappresentanza paritetica; - deve esserci una separazione netta tra attività di raccolta dei Fondi e attività formativa in senso stretto. Esistono due fondamentali tipologie di OPCA: 1. una filiera principale costituita dagli OPCA di settore previsti espressamente nei

contratti collettivi di settore; 2. una filiera sussidiaria composta dagli OPACREG di tipo interprofessionale su

base regionale, dalla rete AGEFOS-PME di tipo interprofessionale, riservata alle piccole e medie imprese e l’OPACIF, fondo nazionale cui è riservata la gestione di quella parte dei versamenti obbligatori delle imprese che vanno a finanziare il CIF.

Attualmente operano: - 41 OPCA nazionali di natura settoriale (analoghi ai nostri Fondi Interprofessionali; - 24 OPACREG appartenenti ad un’unica rete; - La rete nazionale AGEFOS-PME riservata alle PMI; - 26 FONGECIF che gestiscono i Fondi per il CIF; - 5 associazioni sempre dedicate alla gestione del congedo AGECIF; - 12 organismi settoriali di diversa natura Nel tempo, si è decisamente consolidata la tendenza a privilegiare gli OPCA come mezzo per adempiere l’obbligo di finanziamento della FC. Va segnalato che il finanziamento degli OPCA avviene prevalentemente ad opera delle piccole e medie imprese, mentre i versamenti delle grandi imprese non raggiungono neanche un quinto della raccolta complessiva (pur garantendo autonomamente la formazione a 2,2 milioni di lavoratori su un totale nazionale di circa 3,5 milioni). Di fatto, gli OPCA, proprio come i Fondi Interprofessionali, assumono una funzione strategica e di sostegno soprattutto per la formazione delle PMI. OPCA e Fondi Interprofessionali presentano, però, alcuni elementi di differenziazione, nonostante i secondi si siano modellati sui primi. Innanzitutto, il sistema francese degli OPCA è caratterizzato da una elevata specializzazione settoriale che garantisce una maggiore corrispondenza delle iniziative formative alle specificità delle imprese e una presenza strutturale degli stessi all’interno della relativa contrattazione settoriale. Ciò favorisce il consolidamento del ruolo e delle disponibilità finanziarie di questi organismi. In Italia, invece, i FPI non sono stati modellati su specifici settori produttivi ma sulla base degli ambiti di rappresentatività delle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Si configura, in tal modo, un sistema costituito da un numero molto ristretto di grandi organismi di natura prevalentemente intersettoriale. A ciò si aggiunge la presenza di meccanismi di attivazione delle risorse che seguono procedure di evidenza pubblica (attraverso l’emanazione periodica di Bandi e

Page 208: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

208

Avvisi). In tal senso, i FPI sembrano aver modellato le loro procedure di distribuzione delle risorse su quelle che le Regioni utilizzano ordinariamente per il FSE e per l’attivazione delle risorse della legge 236/93, notoriamente complesse (cfr. Grelli, Nobili, Premutico, op.cit). Il Sistema Spagnolo di FC Il sistema di FC spagnolo è stato regolamentato, a partire dal 1992, attraverso gli Accordi Nazionali di Formazione Continua (ANCF) sottoscritti, ogni 4 anni, dalle organizzazioni imprenditoriali e sindacali più rappresentative e dal Governo. I tre accordi firmati dalle Parti (nel 1992, nel 1996 e nel 2000) hanno consentito di dotare il sistema di risorse finanziarie a disposizione delle imprese e dei lavoratori e di sviluppare un modello di gestione basato sulla concertazione sociale e sullo sviluppo di istituzioni paritarie, settoriali e territoriali. L’attuale sistema di formazione è regolato del Regio Decreto n. 1046 del 2004, entrato in vigore nel gennaio del 2006 e prevede (Cfr. Vaccaro, Richini, op.cit): - un sistema progressivo di sgravi contributivi secondo la dimensione d’impresa; - programmi quadro per la formazione dei lavoratori che permettono di finanziare, attraverso l’emanazione di bandi, piani formativi intersettoriali o settoriali e piani formativi che riguardano le imprese cooperative e i lavoratori autonomi; - azioni complementari e di accompagnamento alla formazione (ricerche sul mercato del lavoro, studi di carattere settoriale e multi settoriale in materia di FC, valorizzazione di prodotti e strumenti didattici innovativi). Attualmente, i principali attori del sistema spagnolo di formazione sono (ibidem): - la Fondazione Statale per la formazione al lavoro che si occupa di promuovere lo sviluppo della cultura della FC, di coordinare e valutare le politiche di FC, di svolgere compiti di gestione ed assistenza tecnica, di elaborare studi e rapporti sulla FC e partecipare a seminari europei ed internazionali. La fondazione opera sotto il controllo del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ed è costituita dalle organizzazioni datoriali e sindacali, dalle Regioni e dall’Amministrazione centrale; - le imprese che versano i contributi per la formazione professionale ed organizzano interventi di formazione per i propri dipendenti, usufruendo di quello che viene definito nel sistema spagnolo, come credito per la formazione; - l’Amministrazione Centrale, soprattutto attraverso l’INEM (Istituto Nazionale per l’Impiego) che, in accordo con il Patronato della Fondazione Statale104, emana bandi (Convocatorias) per finanziare i Piani Formativi, mediante la sottoscrizione di programmi-quadro. I piani devono riguardare un ambito più ampio di quello di una singola regione. L’INEM finanzia sempre attraverso l’emanazione di bandi, anche le azioni complementari di accompagnamento alla formazione; - Le Regioni che fanno parte degli organismi di governo della Fondazione Statale e finanziano, attraverso bandi, interventi di FC di interesse regionale (programmi-quadro e azioni complementari).

104 Il patronato è l’organismo direttivo della Fondazione costituito pariteticamente da organizzazioni sindacai e datoriali, dall’INEM e da rappresentanti delle Comunità Autonome.

Page 209: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

209

Come si può osservare da questa breve analisi dei sistemi di FC della Francia e della Spagna, come di quello italiano, emerge in tutti la necessità di realizzare quell’attività che abbiamo denominato di concertazione della formazione, necessaria per avvicinare la formazione professionale alle reali esigenze delle imprese e dei lavoratori. In tutti e tre i Paesi presi in considerazione è ravvisabile, infatti, il coinvolgimento di diversi attori: lo Stato, gli Enti Territoriali, le organizzazioni sindacali e datoriali, le imprese e gli individui. Il ruolo e il diverso peso riconosciuto ai diversi soggetti, all’interno del sistema di formazione, dipendono dalle tradizioni giuridico-amministrative proprie di ciascun Paese. Da diversi anni, gli orientamenti comunitari sollecitano le Parti sociali a svolgere un ruolo attivo in materia di formazione dei lavoratori, sostenendo forme di intervento basate sulla compartecipazione finanziaria e la collaborazione di tutti i soggetti interessati, pubblici e privati. In Francia, in Italia ed in Spagna gli interventi di riforma dei rispettivi sistemi formativi si sono orientati proprio verso la realizzazione di sistemi multistakeholder. Negli ultimi anni, infatti, i sistemi di FC di questi tre paesi hanno visto l’ampliarsi del numero degli attori coinvolti con il conseguente aumento del grado di complessità dei meccanismi di funzionamento e di governo generale delle politiche. In Francia ed in Spagna, ad esempio, la recente legislazione ha assegnato alle Regioni ampie competenze in materia di formazione professionale, attribuendo a questi enti una responsabilità generale in materia di formazione degli adulti. In Francia, si è realizzato quindi un sistema a tre attori: gli OPCA, lo Stato e le Regioni. In Spagna, la Corte Costituzionale ha obbligato il governo a coinvolgere le Regioni nella programmazione e nella gestione della FC. Con la riforma del 2004, le Regioni diventano componenti dell’organo di governo della Fondazione Statale per la formazione al lavoro (il Patronato). Si tratta di un modello che si basa sulla concertazione, all’interno del Patronato della Fondazione, fra tre soggetti: l’Amministrazione Centrale, le Regioni e le Parti sociali. In Italia, il sistema di FC prevede il coinvolgimento principale di due attori: le Regioni e le Parti sociali. Ad entrambi sono attribuite funzioni di programmazione e di gestione delle risorse destinate alla FC, mentre il Ministero svolge prevalentemente un ruolo di vigilanza, di coordinamento e di sostegno allo sviluppo complessivo del sistema (Cfr. Vaccaro, Richini, op. cit.).

I meccanismi di finanziamento della Formazione Continua: un confronto fra la Francia, la Spagna e l’Italia Nel confronto fra i sistemi di finanziamento della FC in Francia, in Spagna e in Italia emerge immediatamente un elemento comune: tutti e tre i Paesi, per legge, impongono alle imprese la destinazione di un certo ammontare di risorse (calcolato sulla massa salariale lorda dei propri lavoratori) per sostenere la formazione professionale. Come vedremo, fra i tre Paesi presi in considerazione, l’Italia è quella che presenta il volume più basso di risorse finanziarie impegnate nella FC. In Francia, la legge obbliga le imprese con più di nove dipendenti di riservare alla formazione professionale l’1,6% della massa salariale. Questa quota viene suddivisa

Page 210: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

210

in più parti a seconda della sua specifica destinazione. I datori di lavoro devono obbligatoriamente versare (Grelli, Nobili, Premutico, op. cit.): - lo 0,20% della massa salariale ad un OPCA per il finanziamento dei CIF; - lo 0.50 della massa salariale sempre ad un OPCA per il finanziamento dei Dispositivi di Professionalizzazione e dei DIF. Il residuo di questo contributo obbligatorio (pari allo 0.90%) può essere utilizzato: - direttamente dalle imprese, finanziando direttamente Piani Formativi per i loro dipendenti, con l’obbligo di dimostrare all’amministrazione pubblica che le risorse sono state effettivamente destinate a tale scopo; - effettuando un versamento ad un OPCA; - versando tale quota allo Stato. Per ciò che riguarda le imprese con meno di dieci dipendenti, il legislatore impone un contributo pari allo 0,55%, che si suddivide in due quote: - uno 0,15 da versare presso un OPCA per il finanziamento dei contratti e periodi di professionalizzazione e del DIF; - la quota rimanente va versata sempre a favore di un OPCA per il finanziamento dei Piani di formazione.

In pratica, la Francia consente alle imprese con più di nove dipendenti di adempiere autonomamente l’obbligo giuridico della formazione finanziando direttamente i Piani formativi, mentre obbliga le aziende con meno di dieci lavoratori ad effettuare obbligatoriamente il versamento ad un OPCA. Questo meccanismo permette alle imprese di maggiori dimensioni, solitamente dotate di strutture e di un’organizzazione adeguata, di gestire autonomamente una parte delle risorse destinate alla formazione, mentre per le imprese di minori dimensioni, che incontrano difficoltà di governo delle attività formative, gli OPCA offrono una serie di servizi personalizzati per accompagnare ciascuna impresa nella gestione di un paino formativo. È da sottolineare che le imprese francesi nelle pratiche correnti superano di gran lunga i limiti contributivi posti dalla legge per il finanziamento della Formazione Continua destinando annualmente alle attività formative circa il 3,02% della massa salariale (secondo i dati del 2002) (cfr. Grelli, Nobili, Premutico, op. cit.). Il sistema spagnolo prevede un’interessante modalità di finanziamento della FC che si basa sulla concessione alle imprese di un credito per la FC pari ad una quota variabile (secondo la dimensione dell’impresa e annualmente stabilita dalla legge finanziaria) dello 0,70% della massa salariale versata dalle imprese e dai lavoratori (le imprese versano lo 0,6 e i lavoratori lo 0,1). Per le imprese con meno di 5 dipendenti, invece, viene previsto un credito con un importo determinato. I contributi vengono raccolti dall’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) e ripartiti annualmente tra i diversi canali formativi (formazione iniziale, continua, ecc.). Le imprese potranno impiegare annualmente e autonomamente l’importo del credito ricevuto e dovranno versare all’Istituto di Previdenza il residuo dovuto. Le azioni formative dovranno essere realizzate dalle imprese con propri mezzi o avvalendosi di strutture esterne. Nel caso in cui non vengano finanziate ed organizzate iniziative formative, le imprese versano all’ISS l’intero ammontare

Page 211: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

211

dello 0,70%. È prevista, inoltre, una quota obbligatoria di cofinanziamento privato (anch’essa variabile annualmente e modulata secondo la dimensione d’impresa) all’interno della quale potrà essere compreso il costo dei lavoratori in formazione. Nella tabella seguente si riporta un esempio dell’ammontare delle quote del credito a favore delle imprese e del cofinanziamento a cui sono obbligate, relativo all’anno 2006. Quote di credito e quote di cofinanziamento delle imprese per interventi di FC nel 2006

Numero dipendenti

Credito (% clacolata sullo 0,70 %

della massa salariale)

Cofinanziamento dell’Impresa

1-5 420 euro quota fissa 0% 6-9 100% 5%

10-49 75% 10% 50-249 60% 20% >= 250 50% 40%

Fonte: Isfol, Area Politiche e Offerte per la Formazione Continua In sostanza, un’impresa con 60 dipendenti, nel corso del 2006, aveva a sua disposizione il 60% dello 0,70, per finanziare la formazione dei propri dipendenti. Con il meccanismo del credito, inoltre, sarà possibile finanziare i Permessi Individuali di Formazione (PIF), che dovranno essere accordati dall’impresa al lavoratore per favorire la partecipazione ad attività formative finalizzate al miglioramento della qualificazione professionale. I permessi non potranno superare le 200 ore annue e dovranno concludersi con una certificazione riconosciuta. La modalità di finanziamento del credito introdotta dalla riforma spagnola può essere considerata una “buona pratica” rispetto a due punti: quale meccanismo snello e veloce di finanziamento rispetto alle complesse procedure dei bandi e, in secondo luogo, introduce un sistema di calcolo del credito per la formazione che consente alle piccolissime imprese di ottenere risorse che permettono di finanziare l’attività formativa per un proprio dipendente (cfr. Vaccaro, Richini, op. cit.). Al termine di questa breve analisi del sistema di finanziamento della FC in Francia ed in Spagna, salta agli occhi la disparità esistente nelle quote di contribuzione stabilite dalla legge francese e da quella spagnola rispetto a quelle previste in Italia. In Francia, la quota varia dallo 0,55% all’1,6% della massa salariale, in Spagna dallo 0,35% allo 0,70%, l’Italia invece si attesta su un valore del contributo pari allo 0,30% della massa salariale. Tale disparità si traduce in una elevata differenza nei volumi di risorse disponibili per la formazione, rendendo l’Italia un paese a rischio di perdita di competitività (cfr. Grelli, Nobili, Premutico, op. cit.). Un altro elemento che distingue (negativamente) il sistema di finanziamento italiano rispetto a quello francese e spagnolo è la mancata previsione di modalità di

Page 212: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

212

finanziamento differenziate fra grandi e piccole imprese. In effetti, sia in Francia che in Spagna sono state introdotti dei meccanismi differenziali con l’intento di favorire le piccole imprese, tradizionalmente più restie a realizzare attività formative per i propri lavoratori. L’Italia, che secondo le indagini più recenti mostra un crescente divario fra la propensione alla formazione fra grandi e piccole imprese105, potrebbe esaminare la possibilità di introdurre dei meccanismi di finanziamento differenziato in relazione alla dimensione aziendale. Attualmente, in Italia non sono previste diversificazioni né per i contributi da versare sia per le grandi che per le piccole imprese che ammonta allo 0,30 del monte salari, né per ciò che concerne i canali di finanziamento, nessuno dei quali prevede sistemi differenziati di accesso alle risorse o agevolazioni mirate per le piccole imprese (cfr. Vaccaro, Richini, op. cit.).

105 I risultati della terza indagine Eurostat Continuing Vocational Training Survey (CVTS) confermano per l’Italia, nel 2005, una forte correlazione tra dimensione di impresa e propensione alla formazione: in parallelo alla dimensione cresce anche la percentuale di imprese formatrici, passando dal 25,6% nella fascia con 10-19 addetti al 97,6% in quella con almeno mille dipendenti. La ridotta struttura dimensionale delle imprese italiane viene indicata, già da tempo, come la causa principale della minore propensione all’investimento in formazione rispetto a quelle degli altri paesi europei. (Cfr. Rapporto Isfol, 2008).

Page 213: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

213

Appendice n. 3 - Informazioni e modalità di rilevazione relative alle caratteristiche del progetto formativo Progetto n. • Numero progressivo Titolo • Titolo Soggetto proponente • Impresa (con o senza fini di lucro) • Consorzio di imprese •

ATI o ATS • Ente bilaterale • Associazioni datoriali • Associazioni sindacali • Lavoratore • Enti di formazione, agenzie formative e soggetti accreditati

Soggetto attuatore • Impresa/organismo formativo interno • Istituto scolastico pubblico o privato • Università • Enti di formazione • Società di consulenza e/o formazione • Imprese controllanti o appartenenti allo stesso gruppo • Strutture sindacali, nazionali o territoriali • Enti bilaterali • Camere di commercio, organizzazioni imprenditoriali • Altro (specificare)

Tipologia del progetto • Semplice (solo formazione) • Integrato (bilancio di competenze, orientamento, consulenza etc.)

Settore dell’intervento formativo: (Vedi classificazione)

• Classificazione ORFEO/MURST

Tematica formativa: (Indicare massimo due tematiche formative)

• Abilità personali • Gestione aziendale, amministrazione • Qualità • Informatica • Tecniche di produzione • Impatto ambientale • Sicurezza sul luogo di lavoro • Marketing e vendite • Lavoro di ufficio e attività di segreteria • Lingue • Contabilità, finanza • Altro

Modalità formativa (n. ore per modalità formativa)

• Aula-corsi interni • Aula-corsi esterni • Affiancamento • Autoapprendimento con formazione a distanza (Cd Rom, Fad, manuali, e-learning)• Partecipazione a convegni, seminari, workshop altro

Collocazione temporale della formazione

• durante l’orario di lavoro • al di fuori dell’orario di lavoro • parte durante e parte al di fuori dell’orario di lavoro

Durata complessiva • N. ore di formazione • N. ore attività connesse al progetto formativo

Destinatari • N. destinatari • N. imprese Certificazione delle competenze

• Prevista • Non prevista

Tipologia del piano formativo di riferimento

• aziendale • individuale • settoriale • territoriale

Finalità • Riconversione • Riqualificazione • Specializzazione • Mantenimento occupazione • Mobilità

Firmatari dell’accordo • RSU • RSA • Associazioni imprenditoriali • Imprese • Enti bilaterali

Livello dell’accordo • Nazionale • Decentrato • Settoriale Durata complessiva del Piano

• N. mesi

Page 214: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

214

Appendice n. 4 - Informazioni e modalità di rilevazione relative alle caratteristiche dei lavoratori coinvolti

106 Lavoro a tempo parziale = ex part-time 107 Contratto di inserimento = ex Contratto di formazione-lavoro 108 Lavoro intermittente = ex lavoro interinale 109 Lavoro ripartito o a coppia = nuovo 110 Lavoro a progetto o occasionale = ex co.co.co.

Nome Da rilevare e sostituire con codice identificativo

Cognome Da rilevare e sostituire con codice identificativo

Codice Fiscale Da rilevare e sostituire con codice identificativo

Luogo e data di nascita

• Provincia • Comune • Stato • gg/mm/aaaa

Cittadinanza • Italia • Altri paesi UE • Paesi europei non UE • Africa • Asia • America

Classe di età • 15-19 • 20-24 • 25-29 • 30-34 • 35-44 • 45-49 • 50-54 • +55

Sesso • Maschio/Femmina Titolo di studio • Nessun titolo/licenza elementare • Licenza media • Qualifica

professionale (tramite Istituto professionale) • Qualifica professionale regionale • Qualifica tramite apprendistato • Diploma di media superiore • Specializzazione tecnica superiore (IFTS) • Diploma universitario • Laurea triennale • Master post-laurea triennale • Laurea 4/5 anni • Dottorato di ricerca, master o specializzazione post-laurea 4/5 anni

Tipologia contrattuale

• Contratto a tempo determinato • Contratto a tempo indeterminato • Contratto di lavoro a tempo parziale106 • Cassa integrazione guadagni • Contratto di inserimento107 Altre eventuali tipologie contrattuali: • Contratto di lavoro intermittente108• Contratto di lavoro ripartito109 • Contratto di apprendistato • Tipologia contrattuali a progetto e occasionali110

Contratto collettivo di riferimento

• Classificazione CNEL

Inquadramento • Dirigenti • Quadri • Impiegati direttivi • Impiegati amministrativi e tecnici • Operai qualificati • Operai generici • Altro personale generico

Anno di assunzione • Anno

Assunzione ai sensi della L 68/99

• si/no

Page 215: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

215

Appendice n. 5 - Informazioni e modalità di rilevazione relative alle caratteristiche delle imprese coinvolte nella formazione Denominazione e Ragione Sociale

Da rilevare e sostituire con codice identificativo

Codice Fiscale Da rilevare e sostituire con codice identificativo Numero dipendenti • Numero Classe dimensionale • 10-49

• 50-249 • 250-499 • + 500

Settore di attività economica

• Agricoltura, caccia, silvicoltura • Pesca, piscicoltura e servizi connessi • Estrazione di minerali • Attività manifatturiere • Prod. e distrib. energia elettrica, gas e acqua • Costruzioni

• Commercio ingrosso e dettaglio, ripar. di autoveicoli, motocicli e beni pers. e per la casa

• Alberghi e ristoranti • Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni • Attività finanziarie • Attività immobiliare, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese

• Istruzione • Sanità e assistenza sociale • Altri servizi pubblici, sociali e personali • Altro

Natura giuridica • Impresa individuale e familiare • Società di persone • Società di capitale • Cooperativa • Consorzio • Istituzione sociale privata • Altro

Contratti collettivi di riferimento

• Classificazione CNEL

Localizzazione • Provincia • Comune

Anno di costituzione • Anno

Page 216: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

216

Appendice n. 6 - Informazioni procedurali e finanziarie relative al progetto Data del bando/avviso/altro • gg/mm/aa

Data approvazione Progetto • gg/mm/aa

Data avvio Progetto • gg/mm/aa

Data conclusione Progetto • gg/mm/aa

Data rendicontazione Progetto • gg/mm/aa

Costo del Progetto presentato • € …………………….

Costo del Progetto approvato

• •

€ ……………………… di cui € ………………..cofinanziamento dell’impresa costo del lavoro di cui ………………….. altro cofinanziamento dell’impresa

Costo del Progetto rendicontato • € …………………….

Page 217: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

217

Appendice n. 7 - Lista degli indicatori fisici, finanziari e procedurali (prima e seconda fase) Lista indicatori Fisici

Variabili Indicatori di realizzazione Fasi di rilevazione N. Piani formativi per tipologia di piano Piani formativi N. Piani formativi per finalità e tipologia di Piano Progetti N. Piani formativi per tipologia firmatari dell’accordo

Imprese N. Piani formativi per tipologia di livello di accordo

Se il Piano non è sottoposto ad approvazione si fa riferimento alla fase di presentazione

Lavoratori N. progetti per tipologia di piano Approvato, concluso Ore di

formazione N. progetti per soggetto proponente Approvato, concluso

Risorse erogate per N. progetti per soggetto attuatore Approvato, concluso

formazione N. progetti per settore e tipologia di Piano Approvato, concluso Risorse

proprie N. progetti per tematica formativa e tipologia di Piano Approvato, concluso

N. progetti per modalità formativa e tipologia di Piano Approvato, concluso N. progetti per collocazione temporale della formazione e tipologia di Piano

Approvato, concluso

N. progetti che prevedono la certificazione delle competenze

Approvato, concluso

N. imprese per tipologia di piano Approvato concluso N. lavoratori per tipologia di piano Approvato, concluso N. Imprese per classe dimensionale e tipologia di piano Concluso N. imprese per settore di attività economica e tipologia di piano

Concluso

N. imprese per natura giuridica e tipologia di piano Concluso N. lavoratori per classi di età, tipologia di piano Concluso N. lavoratori per genere e tipologia di piano Concluso N. lavoratori per tipologia contrattuale e tipologia di piano

Concluso

N. lavoratori per inquadramento e tipologia di piano Concluso N. lavoratori per titolo di studio e tipologia di piano Concluso N. lavoratori per cittadinanza e tipologia di piano Concluso N. ore di formazione per tipologia di piano Approvato, concluso Durata media dei progetti e tipologia di piano Concluso Costo medio per lavoratore formato e tipologia di piano

Approvato, concluso/rendicontato

Costo medio dei piani e tipologia di piano Approvato, concluso/rendicontato

imprese beneficiarie

Costo medio dei progetti e tipologia di piano Approvato, concluso/rendicontato

Page 218: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

218

Lista degli Indicatori Finanziari Variabili Indicatore Risorse trasferite dal MLPS/INPS ai Fondi

Ammontare complessivo risorse trasferite

Risorse attività di formazione Ammontare complessivo risorse erogate per attività di formazione

Ammontare complessivo risorse rendicontate per attività di formazione

Risorse attività di gestione Ammontare complessivo risorse spese per attività gestione

Ammontare complessivo risorse rendicontate per attività gestione Ammontare complessivo risorse spese attività propedeutiche Risorse attività propedeutiche Ammontare complessivo risorse rendicontate per attività propedeutiche

Lista degli Indicatori Procedurali (processo e tempi di attuazione) Variabili Indicatori Data approvazione progetto Tempo medio per progetto approvazione/erogazione Data erogazione risorse Tempo medio per progetto erogazione/rendicontazione Data rendicontazione Data acquisizione risorse

(prima erogazione) Delta temporale tra acquisizione risorse (1°) e presentazione POA

Data presentazione POA al MLPS

Delta temporale tra acquisizione risorse (2°) e presentazione Rapporto di esecuzione

Data acquisizione risorse (seconda erogazione)

Delta temporale tra acquisizione (3°) e presentazione relazione rendicontuale

Data di presentazione del Rapporto di esecuzione

Data acquisizione risorse (seconda erogazione)

Data di presentazione della relazione rendicontuale

Page 219: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

219

Appendice n. 8 - Schede di sintesi sui Fondi Paritetici Interprofessionali

Fondo Artigianato Formazione FART

CONFARTIGIANATO, CNA, CASARTIGIANI, CLAAI - CGIL, CISL, UIL

SEDE Via di Santa Croce in Gerusalemme, 63 00185 Roma Tel: 06/70454100 Fax: 06/77260374 E-mail: [email protected]

SETTORI INTERESSATI

Imprese artigiane

DURATA Tempo indeterminato ENTRATE • Contributo integrativo IV comma art.25 l.845/78

• eventuali finanziamenti pubblici e privati • eventuali proventi derivanti da iniziative sociali

SCOPI Promuovere e finanziare piani formativi aziendali, territoriali, settoriali, regionali, interregionali e nazionali di e tra imprese concordati tra le parti.

ATTIVITA’ Il Fondo Nazionale, sulla base delle conoscenze acquisite dalle parti sociali nell’ambito dei fabbisogni formativi e professionali, imposta annualmente programmi di lavoro deliberati dal Consiglio di Amministrazione dopo aver sentito e acquisito il parere delle articolazioni regionali.

• Svolge funzioni di indirizzo, coordinamento, monitoraggio e verifica per lo sviluppo della Formazione Continua sull’intero territorio nazionale

• favorisce le pari opportunità, promuovendo e finanziando la formazione volta alla valorizzazione del lavoro femminile, alla diffusione di azioni positive

• promuove e finanzia la sperimentazione di modelli formativi di riqualificazione mirati a ridurre il rischio di esclusione dal mercato del lavoro

• promuove e finanzia programmi di formazione professionale continua in tema di sicurezza sul lavoro non disciplinati e finanziati dal complesso delle normative in materia

• promuove e finanzia azioni individuali di Formazione Continua dei lavoratori dipendenti • individua politiche di qualità nella formazione professionale continua e premia esperienze e modelli di eccellenza

L’ammontare dei progetti finanziati corrisponde per ogni singola regione alle risorse versate dalle imprese nella regione stessa con la seguente distribuzione: non meno del 90% dell’ammontare annuo destinato ai piani formativi aziendali, territoriali, settoriali, regionali e concordati tra le parti della regione in questione.

ORGANI, COMPOSIZIONE

• ASSEMBLEA: 24 membri, di cui 12 nominati dalle Organizzazioni Imprenditoriali firmatarie dell’accordo interconfederale sul Fondo e 12 nominati dalle associazioni sindacali dei lavoratori firmatarie del medesimo accordo. I

Page 220: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

220

E DURATA membri durano in carica 3 anni e possono essere rinominati. • PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: 1 per ogni singola carica, entrambe eletti dall’assemblea rispettivamente il

Presidente, su nomina delle Organizzazioni Imprenditoriali, e il Vice Presidente su nomina delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica tre anni e sono rieleggibili.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Presidente e Vice Presidente più 10 membri eletti dall’Assemblea, 5 designati dalle Organizzazioni Imprenditoriali e 5 designati dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica tre anni e sono rieleggibili.

• COLLEGIO DEI SIDACI: 3 sindaci. 1 nominato dalle Organizzazioni Imprenditoriali; 1 nominato dalle Organizzazioni Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente.(ognuno dei sindaci deve essere iscritto all’Albo dei revisori dei Conti). Durano in carica tre anni e possono essere riconfermati

STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE Nominato dal Consiglio di Amministrazione, che, nel regolamento interno, stabilisce la durata della carica. GRUPPO TECNICO DI VALUTAZIONE E MONITORAGGIO Composto da 6 membri esperti di formazione professionale continua di cui 3 di nomina delle Organizzazioni Imprenditoriali e 3 di nomina delle Organizzazioni Sindacali *[non è indicato il criterio di nomina né la durata della carica].

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina il Presidente e il Vice; nomina i 10 membri del Consiglio di Amministrazione; delibera: l’eventuale compenso per amministratori e sindaci, le ammissioni e le variazioni dello stato di associato; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo deliberati dal C.di A., i regolamenti interni da inviare al vaglio del MLPS; decide sull’approvazione delle linee strategiche di attività annuali del Fondo. L’assemblea delibera con maggioranza qualificata in misura di 9/10 dei presenti e le sue riunioni si ritengono valide se vi partecipano almeno i 2/3 dei sui componenti

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio, presiede il Consiglio, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi e sulle iniziative promosse dal Fondo, predispone e sottopone all’approvazione dell’Assemblea i modelli organizzativi e gli organici funzionali al raggiungimento degli obbiettivi, i regolamenti interni del Fondo e i bilanci preventivi e consuntivi, approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo, i progetti di formazione e i verbali delle proprie riunioni, accede e accetta i finanziamenti pubblici destinati alle attività di competenza del Fondo, regola il rapporto di lavoro con il personale del Fondo in ogni aspetto.

• COLLEGIO DEI SINDACI: i sindaci esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403, 2404 e 2407

Page 221: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

221

del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni. FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE ha la responsabilità operativa del fondo, è nominato dal Consiglio di Amministrazione e svolge le mansioni a lui affidategli dal Consiglio medesimo, coordina i lavori del Comitato Tecnico di Indirizzo, predispone i bilanci e i rapporti tecnici da presentare al Consiglio. GRUPPO TECNICO DI VALUTAZIONE E MONITORAGGIO aiuta il Consiglio di Amministrazione a stabilire i criteri di assegnazione e gestione dei finanziamenti e le modalità di rendicontazione; esamina, sulla base delle procedure e dei criteri stabiliti dal Consiglio di Amministrazione, i progetti presentati, ne propone l’approvazione o il rigetto del finanziamento con apposito verbale e ne dà apposita comunicazione al Direttore.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Ripartizione delle risorse: L’ammontare dei progetti finanziati corrisponde, per ogni singola regione, alle risorse versate dalle imprese nella regione stessa con la seguente distribuzione: non meno del 90% dell’ammontare annuo destinato ai piani formativi aziendali, territoriali, settoriali, regionali e concordati tra le parti della regione in questione. Il 10% dell’ammo ntare annuo è messo a disposizione per contribuire a finanziare progetti finalizzati alla valorizzazione e al riequilibrio territoriale e settoriale, alle spese di gestione del Fondo e a svolgere azioni di promozione e sostegno delle attività del Fondo stesso. Procedura di finanziamento: Il Direttore, entro quindici giorni dal ricevimento del progetto deve, sentito il Gruppo tecnico, istruire il progetto medesimo e sottoporlo al Consiglio di Amministrazione che dovrà deliberare entro i successivi quindici giorni.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Il Fondo nazionale si articola a livello regionale, così come previsto dal comma settimo dell’art. 118, della Legge n. 388/2000. Per lo svolgimento dei propri compiti le articolazioni regionali potranno avvalersi delle strutture logistiche e delle attività degli Enti Bilaterali Regionali. Le articolazioni regionali del Fondo sono istituite dalle parti sociali regionali che ne individueranno i componenti dandone tempestiva comunicazione al Consiglio di Amministrazione del Fondo nazionale. Le articolazioni regionali del Fondo si avvarranno di un Gruppo tecnico per la valutazione dei progetti di formazione che li valuterà sulla base dei criteri stabiliti a livello nazionale ed integrati da eventuali specificità locali. Le articolazioni regionali si rapporteranno con le Amministrazioni regionali al fine di concordare modalità di raccordo fra la programmazione dei finanziamenti pubblici regionali per la Formazione Continua e le attività formative da finanziare regionalmente da parte del Fondo. Fino al 10% dell’ammontare dei progetti approvati per singola Regione dal Consiglio di Amministrazione del Fondo nazionale può essere utilizzato per lo svolgimento dei compiti delle articolazioni regionali e le attività di sostegno dei progetti (indagine, orientamento, promozione, valutazione e monitoraggio).

FoN. Coop AGCI Confcooperative e Lega Nazionale Cooperative e Mutue CGIL, CISL, UIL SEDE Via Treviso, 21 00161 Roma

Page 222: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

222

Tel: 06/44292819 – 06/44202671 Fax: 06/99704921 E-mail: [email protected] SETTORI INTERESSATI

Imprese cooperative

DURATA Tempo indeterminato ENTRATE Contributo integrativo IV comma art.25 l.845/78

eventuali finanziamenti pubblici e privati eventuali proventi derivanti da iniziative sociali

SCOPI Concertare politiche formative per le imprese cooperative, nel quadro di politiche di relazioni industriali coerenti con gli obiettivi di sviluppo della competitività delle imprese cooperative; promuovere e finanziare i piani formativi aziendali, territoriali e settoriali, interregionali e nazionali di e tra imprese cooperative, concordati fra le parti; promuovere e finanziare azioni individuali di Formazione Continua; promuovere e finanziare la formazione volta alla valorizzazione del lavoro femminile; sono prioritari i temi riguardanti:

l’adeguamento delle professionalità dei soci-lavoratori e dei lavoratori dipendenti alle nuove tecnologie introdotte nelle aziende,

l’adeguamento alle strategie organizzative finalizzate ad una nuova qualità dei prodotti e dei servizi, la formazione professionale continua in tema di sicurezza del lavoro e di attuazione del complesso delle

normative in materia; i destinatari della formazione sono:

i soci-lavoratori, i lavoratori dipendenti delle imprese cooperative e di imprese da loro partecipate, gli operatori delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di rappresentanza cooperativa firmatarie.

ATTIVITA’ • Il Fondo Nazionale opera sulla base di programmi annuali decisi dal Consiglio di Amministrazione sentito e acquisito il parere degli Enti Bilaterali Regionali per le attività di propria competenza e l’Ente Bilaterale Nazionale CoopForm per i progetti di rilievo nazionale.

SEZIONI APPOSITE

Il Fondo ha attivato una sezione apposita denominata “Fon.coop-dirigenti” per la promozione di piani formativi aziendali, territoriali e settoriali o individuali, regionali, interregionali e nazionali, concordati tra le parti, per i dirigenti delle imprese cooperative. Tale sezione prevede capitoli contabili separati sia per quanto riguarda il rinvenimento dei contributi dei dirigenti versati dall’INPS, sia per quanto riguarda il loro impiego.

ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 12 membri, di cui 6 delle associazioni cooperative firmatarie dell’accordo interconfederale sul Fondo e 6 delle associazioni sindacali dei lavoratori firmatarie del medesimo accordo

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: 1 per ogni singola carica, entrambe eletti dall’assemblea rispettivamente il Presidente, su nomina delle associazioni cooperative, e il Vice Presidente su nomina delle Organizzazioni Sindacali dei

Page 223: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

223

lavoratori. Durano in carica tre anni e sono rieleggibili. • CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Presidente e Vice Presidente più 4 membri eletti dall’Assemblea, 2 designati

dalle Associazioni Cooperative e 2 designati dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica tre anni e sono rieleggibili.

• COLLEGIO DEI SIDACI: 3 sindaci. 1 nominato dalle associazioni cooperative; 1 nominato dalle Organizzazioni Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente.(ognuno dei sindaci deve essere iscritto all’Albo dei revisori dei Conti). Durano in carica tre anni e possono essere riconfermati.

STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE GENERALE nominato dal Consiglio di Amministrazione sulla base di un ventaglio di candidature di professionalità di comprovata esperienza maturata nella progettazione, programmazione e direzione di programmi formativi complessi e nella gestione amministrativa e rendicontuale.

GRUPPO TECNICO DI ASSISTENZA, VALUTAZIONE E MONITORAGGIO è composto da almeno 6 membri esperti di formazione professionale: · 3 di nomina delle organizzazioni cooperative, · 3 di nomina delle organizzazioni sindacali. Si tratta, di norma, di collaboratori esterni del Fondo.

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina il Presidente e il Vice; nomina i 4 membri del Consiglio di Amministrazione; delibera: l’eventuale compenso per amministratori e sindaci, le ammissioni e le variazioni dello stato di associato; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo deliberati dal C.di A., i regolamenti interni da inviare al vaglio del MLPS; decide all’unanimità delle componenti cooperative e sindacali, sull’approvazione delle linee strategiche di attività annuali del Fondo L’assemblea delibera con maggioranza qualificata in misura di 9/10 dei presenti e le sue riunioni si ritengono valide se vi partecipano almeno i 2/3 dei sui componenti.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio, presiede il Consiglio, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi e sulle iniziative promosse dal Fondo, predispone e sottopone all’approvazione dell’Assemblea i modelli organizzativi e gli organici funzionali al raggiungimento degli obbiettivi, i regolamenti interni del Fondo e i bilanci preventivi e consuntivi, approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo, accede e accetta i finanziamenti pubblici destinati alle attività di competenza del Fondo, regola il rapporto di lavoro con il personale del Fondo in ogni aspetto.

• COLLEGIO DEI SINDACI: i sindaci esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2404 e 2407 del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni

FUNZIONI DIRETTORE GENERALE

Page 224: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

224

DELLA STRUTTURA OPERATIVA

Ha la responsabilità operativa del Fondo e in particolare: svolge tutti i compiti e le missioni specificamente a lui assegnate dal Consiglio di Amministrazione; predispone il bilancio preventivo e consuntivo del Fondo da sottoporre al Consiglio di Amministrazione; predispone mensilmente, e lo presenta al Consiglio di Amministrazione, un rapporto tecnico economicoche evidenzi

le attività svolte. Il Direttore risponde al Consiglio di Amministrazione e, per esso, al Presidente e al Vice Presidente GRUPPO TECNICO DI ASSISTENZA E VALUTAZIONE Valuta le richieste di finanziamento dei progetti formativi nazionali di formazione professionale continua. Dopo aver esaminato i progetti presentati, propone l’approvazione o il rigetto del finanziamento attraverso apposito verbale e ne dà comunicazione al Direttore Generale che, a sua volta presenta la documentazione al C.di A. per l’approvazione finale.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

• Il Fondo utilizza le risorse per contribuire a finanziare piani formativi aziendali, territoriali e settoriali di e tra imprese cooperative concordati tra le parti , ripartendo le risorse in questo modo: non meno del 70% dell’ammontare annuo per piani formativi aziendali, territoriali e settoriali, di e tra imprese cooperative, raggruppati su base intersettoriale e regionale; fino al 10% dell’ammontare annuo per progetti nazionali intesi come azioni di sistema a sostegno delle politiche di formazione professionale continua; fino al 20% per progetti di formazione professionale continua, privilegiando scelte di solidarietà cooperativa verso imprese, settori e territori a scarso sviluppo cooperativo

• Per le aziende cooperative con più di 50 soci-lavoratori il finanziamento del progetto non potrà essere superiore al 70% del contributo che la stessa impresa versa al Fondo. L’ammontare del finanziamento per ogni singolo progetto territoriale e settoriale non potrà superare i 258.228 di Euro.

• Il Fondo provvede al monitoraggio dell’effettivo svolgimento della formazione. • Il fondo può revocare o diminuire il finanziamento per inadempienze.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

La valutazione dei progetti formativi che su base intersettoriale e regionale saranno finanziati dal Fondo Nazionale è demandata ad un Gruppo tecnico regionale di valutazione dei progetti che esplicherà in autonomia la propria attività avvalendosi della sede degli Enti Bilaterali regionali. Compiti delle strutture regionali:

I COOPFORM Regionali presentano al C.di A. del fondo COOPFORM nazionale le richieste di finanziamento delle attività formative a livello regionale.

Nell’esplicare le attività di valutazione il gruppo tecnico richiede la presenza delle Amministrazioni Regionali al fine di concordare modalità di raccordo fra la programmazione dei finanziamenti pubblici regionali e le attività formative da finanziarie regionalmente da parte del Fondo.

Page 225: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

225

FoR.TE CONFCOMMERCIO, ABI, ANIA, CONFETRA - CGIL, CISL, UIL SEDE Via Nazionale, 89/a 00184 Roma Tel. 06.46.84.51 Fax 06.46.84.59 E-mail [email protected] SETTORI INTERESSATI

Commercio, turismo, servizi, credito, assicurazioni, trasporti

DURATA illimitata ENTRATE • Contributo integrativo IV comma art.25 l.845/78

• eventuali finanziamenti pubblici e privati • eventuali proventi derivanti da iniziative sociali • i Fondi comunitari destinati alle finalità perseguite dal fondo

SCOPI Il Fondo è articolato al suo interno in quattro Comitati di comparto: 1- commercio-turismo-servizi; 2- creditizio-finanziario; 3- assicurativo; 4- logistica-spedizioni-trasporto; promuove e finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali, regionali, interregionali e nazionali di e tra imprese concordati tra le Parti sociali.

ATTIVITA’ E’ affidata all’ Assemblea l’individuazione delle linee guida per l’attuazione degli scopi del fondo. Un ruolo fondamentale lo rivestono i quattro Comitati di comparto che individuano le priorità per ciascun settore.

• Promuove e finanzia attività di qualificazione e riqualificazione per figure professionali di specifico interesse dei rispettivi comparti, nonché per lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro

• favorisce le pari opportunità, promuovendo e finanziando la formazione volta alla valorizzazione del lavoro femminile, alla diffusione di azioni positive

• promuove e finanzia programmi di formazione professionale continua in tema di sicurezza sul lavoro non disciplinati e finanziati dal complesso delle normative in materia

• promuove e finanzia attività di ricerca e studio su tematiche di particolare rilevanza per i singoli comparti ovvero di interesse comune

• promuove e finanzia anche azioni individuali di Formazione Continua dei lavoratori dipendenti ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 60 membri, di cui 30 in rappresentanza della Associazioni dei datori di lavoro e 30 in rappresentanza delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori. durata della carica 4 anni e possono essere rinominati e sostituiti previa comunicazione scritta

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: 1 per ogni singola carica, entrambe eletti dal Consiglio rispettivamente, il Presidente su nomina delle Associazionidatoriali, e il Vice Presidente su nomina delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica 4 anni e sono rieleggibili.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: 24 membri eletti dall’Assemblea, 12 designati dalle Associazioni datoriali e 12 designati dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica 4 anni e sono rieleggibili.

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: 3 revisori. 1 nominato dalle Associazioni datoriali ; 1 nominato dalle Organizzazioni Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente, .(ognuno dei componenti deve essere

Page 226: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

226

iscritto all’Albo dei revisori dei Conti). Durano in carica 4 anni e possono essere riconfermati. STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE: nominato dal C.D.A La durata della sua carica è regolata dallo stesso C.di A.

4 COMITATI DI COMPARTO, ciascuno dei quali composto da un minimo di 6 ad un massimo di 10 membri, di cui:

da 3 a 5 designati dalle Associazioni dei datori di lavoro da 3 a 5 designati dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori.

Durano in carica 4 anni e i membri possono essere riconfermati. FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina Il Consiglio di Amministrazione; nomina il Collegio dei revisori dei conti; delibera: l’eventuale compenso per amministratori e revisori dei conti, le ammissioni e le variazioni dello stato di associato; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo deliberati dal C.di A.,le variazioni allo Statuto e al Regolamento da inviare al vaglio del MLPS; definisce le linee strategiche di attività annuali del Fondo;approva il modello organizzativo e gli organici del Fondo e le attività proposte dal Consiglio e dai Comitati di comparto; delega al Consiglio e ai Consiglieri il compimento di specifici atti. Le riunioni dell’Assemblea si ritengono valide se vi partecipano almeno i 2/3 dei componenti e le delibere sono valide a maggioranza.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio, presiede il Consiglio, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dallo Statuto, dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi e sulle iniziative promosse da FOR.TE, predispone e sottopone all’approvazione dell’Assemblea i modelli organizzativi e gli organici funzionali al raggiungimento degli obbiettivi, i regolamenti interni del Fondo e i bilanci preventivi e consuntivi, approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo e i verbali delle proprie riunioni, accede e accetta i finanziamenti pubblici destinati alle attività di competenza del Fondo, regola il rapporto di lavoro con il personale di FOR.TE in ogni aspetto;delibera in ordine all’assunzione e al licenziamento del personale necessario al funzionamento del Fondo; compie ogni ulteriore atto delegato dall’Assemblea; esamina i ricorsi delle imprese alle quali non è stato concesso finanziamento; sottopone all’Assemblea le proposte di nuove attività avanzate dai vari Comitati di comparto. Le riunioni del consiglio si ritengono valide se vi partecipano almeno i 2/3 dei componenti e le decisioni vengono prese con almeno i 2/3 dei voti favorevoli

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2404 e 2407 del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

• Direttore: ha la responsabilità amministrativa, contabile e operativa del fondo, è nominato dal Consiglio di Amministrazione e svolge le mansioni a lui affidategli dal Consiglio medesimo, ha la responsabilità della gestione amministrativo-contabile del Fondo, predispone i bilanci e i rapporti tecnici da presentare al Consiglio

• Comitati di comparto: sono quattro (commercio / turismo-servizi / creditizio-finanziario-assicurativo / logistica-

Page 227: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

227

spedizione-trasporti) ciascuno è composto da un minimo di 6 ad un massimo di 10 membri aventi competenze in ambito formativo. Ogni singolo comitato esamina e propone l’eventuale approvazione o rigetto della richiesta di finanziamento dei progetti per il proprio comparto

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Il Fondo ripartisce le risorse disponibili nel seguente modo: Il finanziamento dei Piani formativi può avvenire con modalità differenziate in base ai requisiti dimensionali delle aziende. Per le aziende che occupano complessivamente più di 250 dipendenti, così come individuatenel Vademecum operativo, può essere istituito a richiesta, un conto individuale che consentirà l’accumulo del 70% di quanto versato annualmente dall’azienda e trasferito dall’INPS al Fondo. Le aziende che occupano fino a 250 dipendenti e le aziende che non abbiano richiesto l’istituzione del conto individuale, pur avendone i requisiti, possono accedere al finanziamento dei Piani formativi a valere sulle risorse messe a disposizione nel conto generale, secondo le procedure indicate all’articolo 6 del Regolamento. Le aziende di cui al secondo comma potranno avvalersi, altresì, delle procedure indicate all’articolo 6 del Regolamento, nei limiti precisati dal comma 10 del predetto articolo.

viene attribuita a ciascun Comitato di comparto una quota parte non superiore al 92% delle risorse finanziarie assegnate annualmente al Fondo in riferimento alle imprese del rispettivo comparto. Di tale percentuale, nell'ambito di ciascun comparto, una quota non superiore al 5% viene messa a disposizione per finanziare progetti che, privilegiando scelte di solidarietà, siano finalizzati alla valorizzazione e al riequilibrio settoriale;

una quota non superiore complessivamente all'8% delle risorse per le spese relative al funzionamento di FOR.TE. e dei Comitati di comparto nonché per il finanziamento di attività di tipo trasversale;

La procedura per il finanziamento mediante avvisi è la seguente: Le singole richieste di finanziamento devono essere inoltrate dalle imprese a FOR.TE., presso la sede sociale. I progetti da finanziare devono essere presentati secondo gli schemi e/o indicazioni fornite da FOR.TE. e devono

contenere l'indicazione del nominativo del responsabile del progetto L'esame delle richieste viene effettuato inizialmente dal personale addetto del Fondo, che verifica la completezza della

documentazione richiesta. Il progetto presentato viene infine esaminato dal Comitato di comparto che ne propone l'approvazione, o il rigetto Il Direttore, sulla base della proposta del Comitato di comparto, autorizza, o meno, l'impresa a realizzare l'intervento

formativo. Il Consiglio di Amministrazione, su istanza dei soggetti interessati, riesamina i progetti per i quali non sia stata

concessa l'autorizzazione Il finanziamento di ogni singolo progetto avviene sull'ammontare dei contributi effettivamente versati dalla singola

impresa. (Nell'ipotesi in cui una impresa non utilizzi interamente la quota annuale a sua disposizione entro 18 mesi dalla data di effettiva costituzione del Fondo, la parte residua sarà destinata ad altre attività secondo le modalità che saranno determinate dal Consiglio su proposta del rispettivo Comitato di comparto).

Le imprese che inoltrano i progetti formativi ammessi al finanziamento, entro 60 (sessanta) giorni dalla conclusione

Page 228: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

228

dell'attività formativa predispongono un rendiconto del progetto realizzato. L'erogazione dei finanziamenti previsti da parte del Fondo avverrà entro 30 (trenta) giorni dalla consegna del

rendiconto. La procedura mediante Conto individuale aziendale avviene secondo il seguente schema: Il conto individuale permette l’accumulo delle risorse per un periodo massimo pari a 36 mesi.In caso di omessa volontaria presentazione di piani formativi a valere sulle risorse accumulate entro il predetto termine il Fondo destinerà al conto generale di cui all’articolo 5, comma 3 del Regolamento, il primo anno di versamento non utilizzato. Le risorse accumulate sul conto individuale possono essere utilizzate dall’azienda, in forma singola od aggregata, per la realizzazione di Piani formativi aziendali, settoriali, territoriali od individuali, concordati tra le parti. Le singole richieste di finanziamento devono essere inoltrate dai soggetti interessati a FOR.TE., presso la sede sociale. I piani da finanziare devono essere presentati secondo gli schemi e/o indicazioni fornite da FOR.TE. e devono contenere l’indicazione del nominativo del responsabile del progetto. Tali piani possono essere presentati a sportello di norma ogni bimestre, entro le scadenze indicate dal fondo, che entro i 60 giorni successivi completerà l’esame per l’ammissione al finanziamento e provvederà a comunicarne l’esito. La struttura del Fondo provvede ad effettuare un primo esame delle richieste, verificando la completezza della documentazione prodotta. Qualora sia riscontrata l’incompletezza, l’inesattezza o, comunque, l’irregolarità della documentazione, ne viene data tempestiva comunicazione al soggetto interessato, che deve integrarla nel termine fissato per consentire al fondo di completare l’iter complessivo di valutazione nel rispetto dei tempi indica ti al comma precedente Il piano presentato viene successivamente esaminato dal Comitato di comparto che ne verifica la rispondenza ai criteri ed ai requisiti di qualità e di coerenza predefiniti dal Fondo, redigendo verbale indirizzato al Consiglio d’Amministrazione. I piani presentati dalle imprese non afferenti a uno dei due comparti del Fondo (di cui alle lettere a-b dell’art. 2, comma 1, dello Statuto), saranno esaminati, sempre in conformità delle procedure ordinarie previste, da un nucleo di valutazione composto dai coordinatori e vice coordinatori, o loro delegati, dei due Comitati di comparto. Tale nucleo, composto da 4 membri, sarà presieduto dal Coordinatore del Comitato di comparto del commercio-turismo e servizi, coadiuvato dal Vice Coordinatore indicato dalle organizzazioni sindacali.

Il Consiglio d’Amministrazione, ricevuto il parere di cui ai precedenti commi, delibera sull’approvazione o il rigetto del finanziamento. In caso di rigetto, il piano riadeguato potrà essere ripresentato nella successiva scadenza e verrà nuovamente verificato.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Sono previste articolazioni territoriali per i comitati di comparto, che si avvalgono, ove presenti, degli Enti Bilaterali o di altre costituite fra le parti sociali per la promozione e la realizzazione di attività formative. Tali organismi sono facoltativi e dipendono dalle specificità di ciascun singolo comparto.

Page 229: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

229

FONDIMPRESA CONFINDUSTRIA - CGIL, CISL, UIL SEDE Via del Traforo, 146 00187 Roma Tel.: 06 695421 Fax.: 06 69542214 E-mail: [email protected] SETTORI INTERESSATI

Imprese industriali

DURATA Tempo indeterminato ENTRATE • Contributo integrativo IV comma art.25 l.845/78

• eventuali finanziamenti pubblici e privati • eventuali proventi derivanti da iniziative sociali

SCOPI Finanziare piani formativi aziendali,territoriali,settoriali compresi quelli in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro in coerenza con la programmazione regione e con le funzioni di indirizzo attribuite in materia dal MLPS

ATTIVITA’ I compiti di programmazione e di verifica dell'andamento delle attività dell'Associazione sono affidati al C.di A. che approva le linee strategiche delle attività annuali dell'Associazione. La programmazione avviene sulla base delle indicazioni fornite dai Comitati di indirizzo, inoltre le articolazioni territoriali si rapportano con le amministrazioni regionali per un raccordo tra programmazione regionale e programmazione nazionale di FONDIMPRESA

• Promuovere e finanziare piani formativi aziendali, territoriali, settoriali, regionali, interregionali e nazionali di e tra imprese concordati tra le parti.

• promuove e finanzia programmi di formazione professionale continua in tema di sicurezza sul lavoro non disciplinati e finanziati dal complesso delle normative in materia

• finanziare, in maniera diretta, attività di studi e ricerche strumentali all'organizzazione e al funzionamento dei piani formativi;

• finanziare piani formativi di natura nazionale, di particolare rilevanza per l'innovazione delle competenze in determinati settori in funzione di innovazioni tecnologiche sopravvenute.

• il finanziamento del progetto non potrà essere superiore al 70% del contributo che la stessa impresa versa al Fondo. • i progetti presentati possono richiedere l’utilizzazione delle risorse disponibili accumulate nei 4 anni precedenti • svolgere funzioni di indirizzo, coordinamento, monitoraggio e verifica per lo sviluppo della Formazione Continua

sull'intero territorio nazionale. ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 18 membri, di cui 9 nominati da Confindustria e 9 delle associazioni sindacali dei lavoratori firmatarie. I membri durano in carica 3 anni e possono essere rinominati.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: 1 per ogni singola carica, entrambe eletti dall’assemblea rispettivamente il Presidente, su nomina di Confindustria, e il Vice Presidente su nomina delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica tre anni e sono rieleggibili.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Presidente e Vice Presidente più 4 membri eletti dall’Assemblea, 2 designati dalle Associazioni Cooperative e 2 designati dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica tre anni e

Page 230: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

230

sono rieleggibili. • COMITATI DI INDIRIZZO: 6 membri ciascuno, 3 nominati da Confindustria e 3 nominati dalle organizzazioni

sindacali. Ogni comitato elegge al suo interno un Presidente e un Vice Presidente. I membri durano in carica 3 anni e possono essere rinominati

• COLLEGIO DEI SIDACI: 3 sindaci. 1 nominato dalle associazioni cooperative; 1 nominato dalle Organizzazioni Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente.(ognuno dei sindaci deve essere iscritto all’Albo dei revisori dei Conti). Durano in carica tre anni e possono essere riconfermati.

STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE: scelto tra soggetti di comprovata esperienza professionale negli ambiti di attività del Fondo. E’ nominato dal Consiglio d'Amministrazione su proposta del Presidente.

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina il Presidente e il Vice; nomina il Consiglio di Amministrazione; delibera: l’eventuale compenso per amministratori e sindaci; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo deliberati dal C.di A. L’assemblea delibera con maggioranza qualificata in misura di 9/10 dei presenti e le sue riunioni si ritengono valide se vi partecipano almeno i 2/3 dei sui componenti.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio, presiede il Consiglio, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dall’Assemblea o dal Consiglio; propone al C di A il Direttore; sovrintende all’attività svolta dal Direttore. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi e sulle iniziative promosse dal Fondo, predispone e sottopone all’approvazione dell’Assemblea i modelli organizzativi e gli organici funzionali al raggiungimento degli obbiettivi, i regolamenti interni del Fondo e i bilanci preventivi e consuntivi, approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo, nomina il Direttore su proposta del Presidente, riferisce all’assemblea in merito alle proprie attività, delibera sull’articolazione territoriale dell’associazione, approva le linee strategiche del Fondo.

• COMITATI DI INDIRIZZO:propongono le linee strategiche delle attività formative annuali di rispettiva competenza, individuano le risorse finanziarie per raggiungere gli scopi prefissati, propongono i criteri per l’articolazione territoriale.Le decisioni vengono prese all’unanimità.

• COLLEGIO DEI SINDACI: i sindaci esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2404 e 2407 del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE: ha la responsabilità amministrativa, contabile e operativa del fondo, in particolare: svolge i compiti e le mansioni a lui assegnati dal presidente e, per esso, dal Consiglio di Amministrazione; istruisce i progetti formativi di natura nazionale, per le relative proposte al Consiglio d'Amministrazione; ha la responsabilità operativa di tutta la struttura del Fondo e risponde al Presidente e, per esso, al Consiglio di

Amministrazione; predispone il bilancio preventivo e consuntivo del Fondo da sottoporre al Consiglio d'Amministrazione;

Page 231: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

231

predispone trimestralmente, e lo presenta al Consiglio d'Amministrazione, un rapporto tecnico economico che evidenzi le attività svolte.

Per l'espletamento dei propri compiti istituzionali si avvarrà di un NUCLEO TECNICO composto da personale del Fondo, nonché da collaborazioni esterne, che dovranno essere preventivamente autorizzate dal Presidente.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Criterio di ripartizione delle risorse: alle articolazioni territoriali avverrà sulla base della effettiva partecipazione delle aziende del territorio al Fondo secondo il seguenti criteri: Il 70% verrà utilizzato per il finanziamento dei piani formativi concordati (il finanziamento del progetto non potrà

essere superiore al 70% del contributo che la stessa impresa versa al Fondo). I progetti presentati possono richiedere l’utilizzazione delle risorse disponibili accumulate nei 4 anni precedenti.

Il 7% delle risorse verrà destinato al rispetto dei criteri solidaristici di riequilibrio tra territori. L'1% sarà utilizzato direttamente da FONDIMPRESA per il funzionamento e attività strumentali alla promozione e

allo sviluppo della Formazione Continua. Il restante 22% sarà destinato dalle articolazioni territoriali regionali per la realizzazione di piani formativi che non

rientrano nel meccanismo basato sulla richiesta di aziende singole o associate. Le procedure di finanziamento: per la richiesta e l’erogazione del finanziamento sono stabilite dal C.diA. Fondamentale il ruolo attribuito alle articolazioni regionali (vedi), che hanno il compito di esaminare e valutare le domande provenienti dal territorio di competenza, proponendo alla struttura nazionale l’approvazione o il rigetto del finanziamento tramite apposito verbale.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

FONDIMPRESA, si articola a livello territoriale così come previsto dal comma settimo dell'art. 118 della Legge n. 388/2000, secondo quanto deliberato dal Consiglio d'Amministrazione. In base al regolamento le articolazioni regionali:

sono individuate nella rete degli organismi bilaterali già esistenti, o da costituire; avranno la funzione di promuovere, verificare la conformità ai requisiti di ammissibilità stabiliti dal Consiglio d'Amministrazione e monitorare i piani formativi finanziati, fornendo a FONDIMPRESA un rapporto trimestrale delle attività svolte si rapportano con le amministrazioni regionali per un raccordo tra programmazione regionale e programmazione del Fondo; trasmettono trimestralmente il risultato delle proprie attività a al Fondo; istruisce il progetto entro quindici giorni dal ricevimento della domanda di finanziamento deliberando entro i successivi 15 giorni; effettua visite a campione, finalizzate a monitorare lo svolgimento della formazione effettuata, sulla base di modalità e criteri definiti dal C.diA.; richiama i soggetti attuatori al corretto svolgimento delle attività autorizzate, potendo decidere di richiedere a Fondimpresa una diminuzione del finanziamento concesso o della sua revoca.

FONDO CONFAPI - CGIL, CISL, UIL

Page 232: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

232

FORMAZIONE PMI SEDE Via Colonna Antonina,52 00100 Roma Fax: 06/6791488 Sede operativa Via del Gesù 62 - RM 00186 Roma Tel +39 6 697.708.1

Fax +39 6 69925420 SETTORI INTERESSATI

Piccole e medie imprese industriali

DURATA Tempo indeterminato ENTRATE • Contributo integrativo IV comma art.25 l.845/78

• eventuali finanziamenti pubblici e privati • eventuali proventi derivanti da iniziative sociali • i Fondi comunitari

SCOPI Promuove e finanzia piani formativi aziendali territoriali, settoriali, regionali, interregionali e nazionali di e tra imprese concordati tra le parti; svolge funzioni di indirizzo, coordinamento, controllo, monitoraggio e verifica per lo sviluppo della Formazione Continua sull’intero territorio nazionale

ATTIVITA’ Il Fondo opera sulla base di programmi annuali decisi dal Consiglio di Amministrazione, che devono essere coerenti con la programmazione regionale e con le funzioni di indirizzo attribuite in materia al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Le articolazioni regionali si devono pertanto rapportare con le Amministrazioni regionali, al fine di individuare modalità di raccordo fra la programmazione dei finanziamenti pubblici regionali per la Formazione Continua e le attività formative da finanziare regionalmente da parte del Fondo.

• l’ammontare dei progetti finanziati dal Fondo viene rapportato, per ogni singola regione, alle risorse versate dalle imprese nella regione stessa.

• Il fondo si articola a livello regionale e le articolazioni regionali provvederanno a: promuovere l’adesione al fondo da parte delle imprese; pubblicizzare nel territorio di competenza le iniziative formative promosse dal Fondo; istruire ed approvare le domande proposte sulla base degli indirizzi forniti dal Consiglio; verificare la corretta realizzazione delle attività formative finanziate; effettuare controlli sulle rendicontazioni presentate dai beneficiari; produrre un rendiconto annuale delle attività svolte.

ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 12 membri, di cui 6 nominati dalla CONFAPI e 6 nominati da CGIL, CISL, UIL. durata della carica 3 anni e possono essere rinominati e sostituiti previa comunicazione scritta

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: 1 per ogni singola carica, entrambe eletti dall’assemblea rispettivamente, il Presidente su nomina della CONFAPI, e il Vice Presidente su nomina delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica tre anni e sono rieleggibili.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Presidente e Vice Presidente più 4 membri eletti dall’Assemblea, 2 designati dalla CONFAPI e 2 designati dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica tre anni e sono rieleggibili.

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: 3 revisori. 1 nominato dalla CONFAPI; 1 nominato dalle Organizzazioni

Page 233: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

233

Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente, quest’ultimo deve essere iscritto all’Albo dei revisori dei Conti Durano in carica tre anni e possono essere riconfermati.

STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE: nominato dal Consiglio di Amministrazione. COMITATO TECNICO DI INDIRIZZO: composto da 6 membri con specifiche competenze in materia di formazione, nominati attraverso la designazione paritetica delle Organizzazioni firmatarie.

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina il Presidente e il Vice e fissa i loro limiti di spesa; nomina i 4 membri del Consiglio di Amministrazione; delibera: l’eventuale compenso per amministratori e revisori dei conti, le ammissioni e le variazioni dello stato di associato; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo deliberati dal C.di A., i regolamenti interni da inviare al vaglio del MLPS; definisce le linee strategiche di attività annuali del Fondo; ratifica e revoca il riconoscimento delle articolazioni regionali su proposta del C di A; delibera l’assunzione del Direttore. Le riunioni dell’Assemblea si ritengono valide se vi partecipano almeno i 7/12 dei componenti.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio, presiede il Consiglio, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi e sulle iniziative promosse dal Fondo, predispone e sottopone all’approvazione dell’Assemblea i modelli organizzativi e gli organici funzionali al raggiungimento degli obbiettivi, i regolamenti interni del Fondo e i bilanci preventivi e consuntivi, approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo e i verbali delle proprie riunioni, accede e accetta i finanziamenti pubblici destinati alle attività di competenza del Fondo, regola il rapporto di lavoro con il personale del Fondo in ogni aspetto; assume il Direttore del Fondo; definisce i criteri di e le modalità di costituzione delle articolazioni regionali del Fondo. Le riunioni del consiglio si ritengono valide se vi partecipano almeno i 2/3 dei componenti e le decisioni vengono prese con almeno i 2/3 dei voti favorevoli

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2404 e 2407 del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE, ha la responsabilità operativa del fondo e in particolare: svolge le mansioni a lui affidategli dal C.diA.; coordina i lavori del Comitato Tecnico di Indirizzo; predispone i bilanci presenta al C.diA. periodici rapporti tecnico-economici che evidenzino le attività svolte nelle diverse regioni, collaborando con i responsabili delle Articolazioni Regionali del Fondo. • COMITATO TECNICO DI INDIRIZZO: ha specifiche competenze in materia di formazione e pertanto coadiuva il

Consiglio di Amministrazione a stabilire i criteri di assegnazione e gestione dei finanziamenti e le modalità di rendicontazione ce ne sono 2, uno per la formazione e l’altro per l’igiene e la sicurezza.

Page 234: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

234

• Comitato di Gestione: organo paritetico composto da 6 persone nominate dal Consiglio di Amministrazione, dirige le Articolazioni Regionali.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Ripartizione delle risorse: Il 92% per finanziare piani formativi concordati tra le parti nell’ambito della regione di competenza per le imprese

che versano contributi al Fondo. Nell’ambito di questa quota il 5% dell’ammontare dei finanziamenti per singola regione è destinato alle articolazioni regionali, ove esistenti, per lo svolgimento dei loro compiti e per le attività di sostegno dei progetti (indagini, orientamento, promozione, valutazione e monitoraggio).

L’8% alle spese di gestione del Fondo, alle spese di promozione e sostegno delle attività del Fondo, nonché per finanziare progetti finalizzati al riequilibrio territoriale e settoriale.

L’ammontare dei progetti finanziati dal Fondo viene rapportato, per ogni singola regione, alle risorse versate dalle imprese nella regione stessa. Le procedure di finanziamento:

Le richieste di finanziamento al Fondo vengono presentate dalle imprese o loro consorzi e/o dai Centri accreditati, alle articolazioni regionali, sulla base di una apposita modulistica, che assicuri la possibilità di una valutazione oggettiva dei progetti. N.B.: I progetti debbono necessariamente indicare le strutture formative di cui si avvale il proponente per la realizzazione dei progetti stessi.

I soggetti predispongono, entro 60 giorni dalla conclusione dell’attività di formazione, un rendiconto della formazione redatto con modalità predefinite (deliberate dal C.di A.) contenete la relazione del responsabile del progetto.

L’erogazione dei finanziamenti del Fondo attribuiti ai progetti avverrà in due tempi: all’inizio effettivo delle attività formative verrà erogato il 50% del finanziamento, entro 30 giorni dalla consegna del rendiconto, verrà erogato il saldo.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Il C.di A. stabilisce i criteri secondo i quali dovranno essere costituite le articolazioni regionali del Fondo. Le Articolazioni Regionali sono rette da:

COMITATO DI GESTIONE: formato da 6 persone nominate dal Consiglio di Amministrazione del Fondo in modo paritetico. Il Comitato nomina fra i suoi componenti:

Presidente su designazione della CONFAPI Vice Presidente su designazione unitaria di CGIL, CISL e UIL.

I Comitati di gestione regionali hanno i seguenti compiti: promuovere l’adesione al Fondo da parte delle Imprese; pubblicizzare nel loro territorio di competenza le iniziative formative promosse dal Fondo; istruire ed approvare le domande di finanziamento proposte sulla base degli indirizzi definiti annualmente dal

Consiglio di Amministrazione del Fondo; verificare la corretta realizzazione delle attività formative finanziate e realizzate nei territori di loro competenza; effettuare i controlli sulle rendicontazioni presentate dai beneficiari dei finanziamenti; produrre annualmente al Direttore del fondo il rendiconto delle attività svolte.

Per lo svolgimento dei propri compiti il Fondo potrà appoggiarsi alle strutture logistiche e dei servizi degli Enti

Page 235: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

235

Bilaterali Regionali e dell’Ente Bilaterale Nazionale, inoltre potrà avvalersi di: una struttura operativa, assumendo eventualmente il personale necessario; un nucleo tecnico di valutazione dei progetti; collaborazioni esterne.

Nei Territori in cui non sussistano i requisiti minimi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione per procedere alla costituzione delle Articolazioni regionali, il Fondo opererà direttamente con propri interventi, assumendo i compiti e le funzioni previste per le stesse articolazioni regionali.

Page 236: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

236

FON. TER CONFESERCENTI - CGIL, CISL, UIL SEDE Via Nazionale, 60 00184 Roma Tel: 06/4725514 Fax: 06/4246556

E-mail: [email protected] SETTORI INTERESSATI

Imprese del settore terziario: comparti turismo e distribuzione-servizi

DURATA Illimitata ENTRATE • Contributo integrativo IV comma art.25 l.845/78

• eventuali finanziamenti pubblic SCOPI Promuovere e finanziare piani formativi aziendali, territoriali o settoriali, concordati tra le Parti Sociali finalizzati ad una maggiore

competitività delle imprese e ad una migliore occupabilità dei lavoratori. ATTIVITA’ Le linee-guida per il raggiungimento degli obiettivi del Fondo sono decise dall’Assemblea e sono attuate dal

C.diA. • Promuove e finanzia attività di qualificazione e riqualificazione per figure professionali di specifico interesse dei

rispettivi comparti, nonché per lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro • promuove e finanzia programmi di formazione professionale continua in tema di sicurezza sul lavoro non disciplinati e

finanziati dal complesso delle normative in materia • promuove e finanzia anche azioni individuali di Formazione Continua dei lavoratori dipendenti promuove e finanzia

attività di sostegno ai piani per la Formazione Continua ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 24 membri, di cui 12 nominati da Confesercenti e 12 nominati dalle Organizzazioni sindacali dei lavoratori firmatarie dell’ accordo. I membri durano in carica 4 anni e possono essere rinominati.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE:. Durano in carica 4 anni e sono rieleggibili. • CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: 12 membri eletti dall’Assemblea, 6 designati da Confesercenti e 6 designati

dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica 4 anni e sono rieleggibili. • COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: 3 revisori. 1 nominato da Confesercenti; 1 nominato dalle Organizzazioni

Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente, tutti devono essere iscritti all’Albo dei revisori dei Conti Durano in carica 4anni e possono essere riconfermati

STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE, nominato dal C.diA. COMITATI DI COMPARTO, due strutture a carattere tecnico-scientifico con competenze nei settori del commercio e turismo ciascuna delle quali è composta da 6 membri.

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina Il Consiglio di Amministrazione; nomina il Collegio dei revisori dei conti; delibera: l’eventuale compenso per amministratori e revisori dei conti, le ammissioni e le variazioni dello stato di associato; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo deliberati dal C. di A., le variazioni allo Statuto e al Regolamento da inviare al vaglio del MLPS; definisce le linee strategiche di attività annuali del Fondo delega al Consiglio e ai Consiglieri il

Page 237: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

237

compimento di specifici atti. Le riunioni dell’Assemblea si ritengono valide se vi partecipa almeno la 1/2 dei componenti e le delibere sono valide a maggioranza.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio, presiede il Consiglio, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dallo Statuto, dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi e sulle iniziative promosse da FON.TER, predispone e sottopone all’approvazione dell’Assemblea i modelli organizzativi e gli organici funzionali al raggiungimento degli obbiettivi, i regolamenti interni del Fondo e i bilanci preventivi e consuntivi, approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo e i verbali delle proprie riunioni, accede e accetta i finanziamenti pubblici destinati alle attività di competenza del Fondo, regola il rapporto di lavoro con il personale di FON.TER in ogni aspetto;delibera in ordine all’assunzione e al licenziamento del personale necessario al funzionamento del Fondo; compie ogni ulteriore atto delegato dall’Assemblea; nomina Comitati di Comparto a carattere tecnico scientifico;nomina e revoca il Direttore di FON.TER; riferisce all’Assemblea in merito alle proprie delibere. Le riunioni del consiglio si ritengono valide se vi partecipa almeno la metà più uno dei componenti e le decisioni vengono prese con almeno i 2/3 dei voti favorevoli

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2404 e 2407 del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

• Direttore: ha la responsabilità amministrativa, contabile e operativa del fondo, è nominato dal Consiglio di Amministrazione e svolge le mansioni a lui affidategli dal Consiglio medesimo, ha la responsabilità della gestione amministrativo-contabile del Fondo, predispone i bilanci e i rapporti tecnici da presentare al Consiglio

• Comitati di comparto: il C.d.A. può provvedere alla nomina di comitati di comparto (Commercio e turismo) con competenze tecnico scientifiche. Ogni comparto è composto da sei membri e svolge le seguenti funzioni: precisazione delle indicazioni tecniche da fornire alle imprese, necessarie per l’approvazione dei progetti; valutazione ed esame delle richieste di finanziamento; altre funzioni demandategli dal Consiglio.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Le risorse finanziarie disponibili, provenienti dai finanziamenti ex art.118 della legge 388/2000, sono contabilizzate con evidenza separata in riferimento a ciascun comparto.

Ripartizione delle risorse: non più del 90% delle risorse di ciascun comparto per il finanziamento di progetti formativi, di tale

percentuale il 5% viene destinato a progetti che privilegiano il principio della solidarietà, finalizzati al riequilibrio settoriale.

Non più del 10% delle risorse per il funzionamento della struttura del Fondo. L’ammontare dei finanziamenti avviene, di norma, sull’ammontare dei contributi effettivamente versati da ogni azienda. La procedura di finanziamento È definita in dettaglio dal C.di A. tuttavia il Regolamento la delinea nel seguente modo:

Page 238: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

238

Le richieste di finanziamento devono essere inoltrate al Fondo da parte delle imprese e delle agenzie formative accreditate coinvolte.

Viene verificata la completezza della doculemtazione. Esame di merito da parte del Comitato di Comparto competente, che propone l’approvazione o il rigetto del

progetto. Il Presidente (o il Vice) approvano o respingono la domanda sulla base di quanto indicato dal Comitato di Comparto. Il C.d.A. riesamina i progetti non approvati. I titolari del progetto inviano al Fondo un rendiconto delle attività e delle spese entro 60 giorni dalla conclusione. E’ tuttavia prevista l’erogazione di acconti. L’erogazione del finanziamento avviene entro 30 giorni dalla consegna del rendiconto.

Il Fondo si riserva di monitorare le attività finanziate. ARTICOLAZIONI REGIONALI

Non è descritta in dettaglio forma di organizzazione regionale. Lo Statuto recita però che: “Il Fondo articola la propria attività su base regionale o territoriale, secondo le specificità dei singoli comparti”.

Page 239: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

239

Fondirigenti CONFINDUSTRIA - FEDERMANAGER SEDE Viale Pasteur,10 – 00144 Roma - Tel. 06 5903910 - Fax 06 5903912 - email: [email protected] SETTORI INTERESSATI

Dirigenti industriali

DURATA Illimitata ENTRATE • Rendite dal patrimonio (dotazione di 2.000.000 € come patrimonio iniziale)

• Contributo integrativo IV comma art.25 l.845/78 • eventuali finanziamenti pubblici e privati • eventuali proventi derivanti da iniziative sociali • La fondazione dispone inoltre di € 11.000.000 destinati alla realizzazione delle azioni sperimentali propedeutiche alle

iniziative di Formazione Continua previste da Confindustria-Federmanager del 23 maggio 2002 SCOPI Finanziare i piani formativi dei dirigenti effettuati dalle aziende associate a Confindustria e di tutte quelle che decidano di versare il

loro contributo a Fondirigenti. Favorire il consolidamento e lo sviluppo di una cultura manageriale congrua con le specificità del sistema industriale italiano e attenta alle sfide poste alle imprese e ai dirigenti dalla competizione globale, dall’innovazione tecnologica e dalla complessità sociale

ATTIVITA’ • Promuove e finanzia piani formativi aziendali territoriali e settoriali concordati tra le parti • finanzia attraverso risorse differenti da quelle di cui all’art. 118 della l.388/2000 iniziative di natura sperimentale o

propedeutiche al migliore funzionamento del fondo • provvede alla costituzione di una banca dati on line con le caratteristiche anagrafiche ed i profili professionali dei

dirigenti, per migliorarne le competenze e la coseguente ricollocazione • Il 70% delle risorse verrà utilizzato per il finanziamento dei piani concordati secondo le modalità dell’accordo; il 30%

delle risorse verrà destinato alle altre finalità secondo le decisioni del C.d.A. ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• COMITATO PROMOTORE: composto da 6 membri, 3 nominati da Confindustria e 3 nominati da Federmanager, durano in carica tre anni

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE:. Durano in carica 3 anni e sono rieleggibili. • CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: 6 membri, 3 designati da Confindustria e 3 designati da Federmanager.

Durano in carica 3 anni e sono rieleggibili. • COLLEGIO DEI SINDACI: 3 revisori. 1 nominato da Confindustria; 1 nominato da Federmanager; 1 nominato dal

MLPS con funzioni di presidente, tutti devono essere iscritti all’Albo dei revisori dei Conti Durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati

STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE: è nominato dal C.di A. su proposta del Presidente. Ha la responsabilità amministrativa, contabile e operativa del fondo, svolge le mansioni a lui affidategli dal Consiglio di Amministrazione, ha la responsabilità della gestione amministrativo-contabile del Fondo, predispone i bilanci e i rapporti tecnici da presentare al Consiglio

Page 240: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

240

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• COMITATO PROMOTORE: delibera: l’eventuale compenso per amministratori e sindaci, le ammissioni e le variazioni dello stato di associato; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo deliberati dal C. di A., le variazioni allo Statuto e al Regolamento da inviare al vaglio del MLPS; definisce le linee strategiche di attività annuali; per la validità delle riunioni e delle deliberazioni è necessaria la maggioranza dei suoi componenti.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie del Comitato Promotore e del Consiglio, presiede il Consiglio, sovrintende all’applicazione dello statuto, controlla che il Direttore dia esecuzione alle deliberazioni degli organi collegiali, nomina il direttore, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dallo Statuto, o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi, predispone i regolamenti interni del Fondo e i bilanci preventivi e consuntivi, approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo e i verbali delle proprie riunioni, accede e accetta i finanziamenti pubblici destinati alle attività di competenza del Fondo; nomina e revoca il Direttore . Le riunioni del consiglio si ritengono valide se vi partecipano almeno i 2/3 dei componenti e le decisioni vengono prese con almeno i 2/3 dei voti favorevoli

• COLLEGIO DEI SINDACI: esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2404 e 2407 del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

Direttore: ha la responsabilità amministrativa, contabile e operativa del fondo, svolge le mansioni a lui affidategli dal Consiglio di Amministrazione, ha la responsabilità della gestione amministrativo-contabile del Fondo, predispone i bilanci e i rapporti tecnici da presentare al Consiglio Il Direttore si avvale di una struttura operativa costituita da risorse professionali adeguate al raggiungimento degli scopi dell’ente.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Le regole generali per il finanziamento dei piani formativi sono le seguenti: Il Fondo finanzia attività formative nel limite massimo del 70% del contributo annualmente versato dalle aziende

richiedenti. Il valore del progetto deve superare almeno del 50% la quota di cui si chiede il finanziamento. Le aziende possono presentare piani formativi che utilizzino le risorse disponibili accumulate nei quattro anni precedenti. Dopo tale periodo le risorse accantonate e non spese possono essere utilizzate per le iniziative che tengano conto di

necessità redistributive in base a criteri solidaristici. Le modalità operative per l’invio delle domande, la selezione dei piani da finanziare, il loro monitoraggio, valutazione e

rendicontazione devono essere definite dagli organi deliberati della Fondazione. ARTICOLAZIONI REGIONALI

Page 241: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

241

FON. DIR CNFCOMMERCIO, ABI, ANIA, CONFETRA - FENDAC, FEDERDIRIGENTICREDITO, SINFUB, FIDIA SEDE Piazza Belli, 2 00153 Roma Tel. 06 5866475 Fax 06 5812442 E-mail: [email protected] SETTORI INTERESSATI

Dirigenti del terziario

DURATA Illimitata ENTRATE • Contributo integrativo IV comma art.25 l.845/78

• finanziamenti pubblici destinati alle finalità del Fondo in forza di provvedimenti normativi o determinazioni ministeriali • eventuali finanziamenti pubblici o privati • apporti finanziari che, a qualsiasi titolo, vengano destinati al Fondo

SCOPI Promuove e finanzia piani formativi aziendali, territoria li, settoriali di e tra imprese, secondo quanto previsto dall’art. 118 della legge 388 del 2000. Le attività del Fondo si realizzano soprattutto mediante i Comitati di comparto. Il regolamento evidenzia in particolare:

promozione e finanziamento di attività di qualificazione e di riqualificazione di specifico interesse dei rispettivi comparti, nonché per i dirigenti a rischio di esclusione dal mercato del lavoro;

promozione e finanziamento di azioni propedeutiche ai piani formativi. ATTIVITA’ Le linee-guida sono definite annualmente dall’Assemblea e sono attuate dal C.di A. Un ruolo determinante è rivestito dai Comitati

di Comparto che definiscono le iniziative concrete per l’attuazione degli scopi statutari. ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 16 membri, di cui 8 in rappresentanza delle Associazioni dei datori di lavoro e 8 in rappresentanza delle Organizzazioni sindacali firmatarie dell’ accordo. Dei 16 membri 3 sono designati dalla CONFCOMMERCIO, 3 dall’ABI,1 dall’ANIA, 1 dalla CONFETRA, inoltre 4 sono designati dalla FENDAC, 2 dalla FEDERDIRIGENTICREDITO, 1 dal SINFUB e 1 dalla FIDIA. I membri durano in carica 4 anni e possono essere rinominati.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE:. Durano in carica 4 anni e sono rieleggibili. • CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: 12 membri eletti dall’Assemblea, dei quali: 2 designati dalla

CONFCOMMERCIO, 2 designati dall’ABI, 1 dall’ANIA, 1 dalla CONFETRA, inoltre, 3 designati dalla FENDAC, 1 dalla FEDERDIRIGENTICREDITO, 1 dalla SINFUB e 1 dalla FIDIA. Durano in carica 4 anni e sono rieleggibili.

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: 3 revisori. 1 nominato da Confesercenti; 1 nominato dalle Organizzazioni Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente, tutti devono essere iscritti all’Albo dei revisori dei Conti Durano in carica 4anni e possono essere riconfermati

STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE è nominato dal C.di A. 2 COMITATI DI COMPARTO: Ogni comparto è composto da 8 membri aventi specifiche competenze in materia di formazione. In particolare:

C.di C. commercio-turismo/logistica-spedizioni-trasporto:

Page 242: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

242

3 nominati da CONFCOMMERCIO; 1 nominato da CONFETRA; 4 nominati da FENDAC; C.di C. creditizio-finanziario/assicurativo: 3 nominati da ABI; 1 nominato da ANIA; 2 nominati da FEDERDIRIGENTICREDITO; 1 nominato da SINFUB; 1 nominato da FIDIA.

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina Il Consiglio di Amministrazione; nomina il Collegio dei revisori dei conti; delibera: l’eventuale compenso per amministratori, revisori dei conti e i componenti i Comitati di Comparto, e le ammissioni e le variazioni dello stato di associato; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo deliberati dal C. di A., le variazioni allo Statuto e al Regolamento da inviare al vaglio del MLPS,eventuali altre attività proposte all’Assemblea dal C.d.A. su proposta dei Comitati di Comparto; definisce le linee strategiche di attività annuali del Fondo delega al Consiglio e ai Consiglieri il compimento di specifici atti. Le riunioni dell’Assemblea si ritengono valide se vi partecipano almeno i 2/3 dei componenti e le delibere sono valide a maggioranza.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio, presiede le riunioni del Consiglio e del’Assemblea, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dallo Statuto, dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, da attuazione agli indirizzi dell’Assemblea; vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi e sulle iniziative promosse da FONDIR; approva i modelli organizzativi e gli organici funzionali al raggiungimento degli obbiettivi, i regolamenti interni del Fondo; redige i bilanci preventivi e consuntivi, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea; approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo, accede e accetta i finanziamenti pubblici destinati alle attività di competenza del Fondo, regola il rapporto di lavoro con il personale di FONDIR in ogni aspetto;delibera in ordine all’assunzione e al licenziamento del personale necessario al funzionamento del Fondo e riguardo alla nomina e alla revoca del Direttore; compie ogni ulteriore atto delegato dall’Assemblea;predispone le modifiche allo Statuto e al regolamento da proporre all’Assemblea; definisce la regolamentazione delle procedure riguardanti: valutazione, tempi, assegnazione del finanziamento e modalità di rendiconto, restituzione delle risorse in caso di mancato utilizzo e ogni altro aspetto relativo alle procedure da seguire; esamina i ricorsi per i progetti ai quali non è stato accordato il finanziamento da parte del rispettivo Comitato di Comparto; sottopone all’approvazione dell’Assemblea le proposte di eventuali nuove attività proposte dai Comitati di Comparto; riferisce all’Assemblea in merito alle proprie delibere. Le riunioni del consiglio si ritengono valide se vi partecipa almeno la metà più uno dei componenti e le decisioni vengono

Page 243: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

243

prese con almeno i 2/3 dei voti favorevoli • COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2404 e

2407 del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioniFUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

• Direttore: ha la responsabilità amministrativa, contabile e operativa del fondo, è nominato dal Consiglio di Amministrazione e svolge le mansioni a lui affidategli dal Consiglio medesimo, ha la responsabilità della gestione amministrativo-contabile del Fondo, predispone i bilanci e i rapporti tecnici da presentare al Consiglio e all’approvazione dell’Assemblea.

• Comitati di comparto: Ogni comparto è composto da 8 membri aventi specifiche competenze in materia di formazione e svolge le seguenti funzioni: definizione delle iniziative da assumere per l’attuazione degli scopi che si intende raggiungere; precisazione delle indicazioni tecniche da fornire alle imprese, necessarie per l’approvazione dei progetti; valutazione ed esame delle richieste di finanziamento; può elevare la percentuale (dal 5% al 10%) delle risorse disponibili da destinarsi al finanziamento di progetti che privilegiano scelte di solidarietà e/o finalizzati al riequilibrio settoriale e/o territoriale; altre funzioni demandategli dal Consiglio

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Ripartizione delle risorse: L’ammontare delle risorse disponibili per il finanziamento dei progetti formativi è pari al 95% dei finanziamenti ricevuti,

in quanto il 5% è destinato alle spese di gestione del fondo. Del 95% delle risorse disponibili per ciascun comparto dal 5% al 10% può essere destinato a progetti solidaristici o/o di

riequilibrio settoriale/territoriale. Procedura di finanziamento:

La domanda di finanziamento deve essere inviata dalle aziende presso la sede sociale del Fondo con ricevuta; viene effettuato un primo esame formale sulla completezza della documentazione presentata da parte del personale del

Fondo; il Comitato di comparto analizza la domanda e ne promuove il finanziamento al Direttore; Il Direttore autorizza o nega il finanziamento a seguito dei rilievi forniti dal Comitato di comparto competente; Il C.di A. riesamina, su istanza dei richiedenti, i progetti di formazione per i quali è stato respinto il finanziamento; Il rendiconto delle attività finanziate deve essere redatto e inviato entro 60 giorni dal termine del progetto; L’erogazione del saldo avviene dopo 30 giorni dal ricevimento del rendiconto; Il Fondo può effettuare il monitoraggio dei progetti finanziati attraverso personale proprio o mediante esperti esterni.

Ulteriori indicazioni sulla procedura (valutazione, tempi di assegnazione del finanziamento, modalità di rendiconto, restituzione delle somme rogate per mancato utilizzo, ecc.) sono definite dal C.di A.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Non contemplate da Statuto e Regolamento.

Page 244: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

244

FONDO PROFESSIONI

Consilp Confprofessioni, Confedertecnica, Cipa - CGIL, CISL, UIL

SEDE viale Pasteur 65 – 00144 ROMA tel. 06 54210661 fax. 06 54210664 www.fondoprofessioni.it e-mail : [email protected]

SETTORI INTERESSATI

Studi Professionali e aziende ad essi collegate

DURATA Tempo indeterminato ENTRATE • dal contributo integrativo, stabilito dall'art. 25, quarto comma, della legge 29.12.78, n. 845 e successive modificazioni ed

integrazioni, a carico degli Studi Professionali e delle Aziende che aderiscono al Fondo; • da finanziamenti pubblici destinati alle finalità del Fondo in forza di provvedimenti normativi o determinazioni

ministeriali; • da apporti finanziari che, a qualsiasi titolo, vengano destinati al Fondo.

SCOPI Promuove e finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali, o individuali di e tra Studi Professionali, nonché di e tra le Aziende, concordati tra le parti; il Fondo non ha fini di lucro ed opera a favore degli aderenti, nonché dei relativi dipendenti, in una logica di relazioni sindacali ispirate alla qualificazione professionale, allo sviluppo occupazionale ed all'incremento qualitativo dei servizi formativi offerti

ATTIVITA’ • Promuove e finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali, o individuali di e tra Studi Professionali, nonché di e tra le Aziende, concordati tra le parti

• Il Fondo è attualmente articolato al suo interno in 4 (quattro) Comitati d'area: 1) area economico contabile; 2) area giuridica; 3) area tecnica; 4) area sanitaria e sociale.

• Il fondo si può articolare a livello territoriale secondo quanto previsto dal CdA • promuovere e finanziare attività di qualificazione e di riqualificazione per figure professionali di specifico interesse delle

rispettive aree, nonché per lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro; • promuovere e finanziare anche azioni individuali di Formazione Continua dei lavoratori dipendenti e comunque

propedeutiche ai piani formativi; • promuovere e finanziare attività di ricerca e studio su tematiche di particolare rilevanza per le singole aree ovvero di

interesse comune; • favorire le pari opportunità promuovendo e finanziando la formazione volta alla realizzazione di azioni positive; • promuovere interventi formativi sulla sicurezza per gli aspetti non disciplinati e finanziati dalle specifiche disposizioni in

materia. ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 24 membri, di cui 12 in rappresentanza degli enti datoriali e 12 in rappresentanza delle organizzazioni sindacali dei lavoratori. durata della carica 3 anni e possono essere rinominati per un solo ulteriore triennio

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: Il Consiglio nomina fra i suoi componenti il Presidente ed il Vice Presidente, che durano in carica un triennio, su designazione il primo delle Associazioni datoriali ed il secondo delle OO.SS.LL.

Page 245: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

245

Qualora nel corso del mandato il Presidente o il Vice Presidente vengano motivatamente sostituiti, i loro sostituti, nominati dal Consiglio, durano in carica fino alla scadenza del triennio in corso.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: è costituito in maniera paritetica da 12 membri, dei quali: 4 designati dalla Consilp Confprofessioni, 1 dalla Confedertecnica, 1 dalla Cipa, inoltre, 2 da Cgil, 2 da Cisl, 2 da Uil. I componenti il Consiglio sono nominati dall'Assemblea, durano in carica tre anni e sono rieleggibili consecutivamente per un solo ulteriore triennio.

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: 3 revisori. 1 nominato dalla CONFAPI; 1 nominato dalle Organizzazioni Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente, tutti e tre devono essere iscritti all’Albo dei revisori dei Conti Durano in carica tre anni e sono rieleggibili per un solo ulteriore triennio.

STRUTTURA OPERATIVA

Direttore: ha la responsabilità operativa, nonché tecnico-amministrativa del fondo, è nominato dal Consiglio di Amministrazione Comitati d’area: 4 comitati d’area: - area economico contabile; - area giuridica; - area tecnica; - area sanitaria e sociale. ciascun comitato è un organo paritetico composto da 6 persone con specifiche competenze in materia di formazione;

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina il Consiglio di Amministrazione; nomina il Collegio dei Revisori Contabili; nomina i componenti dei Comitati d'area definisce le linee guida per l'attuazione degli scopi di cui all'art. 2 dello Statuto; delibera in ordine all'eventuale compenso per gli amministratori ed i Revisori Contabili; delibera l'ammissione di nuovi soci; approva le modifiche dello Statuto e del Regolamento proposte dal Consiglio di Amministrazione, sentite le Organizzazioni di cui all'art. 1 e quindi sottoposte al vaglio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; delega al Consiglio o a singoli Consiglieri il compimento di specifici atti e l'esercizio di determinate funzioni; provvede alla approvazione dei bilanci consuntivi e preventivi redatti dal Consiglio di Amministrazione; delibera la cessazione dello stato di socio; approva il modello organizzativo e gli organici del Fondo proposti dal Consiglio di Amministrazione; approva ogni altra attività proposta all'Assemblea dal Consiglio di Amministrazione su richiesta dei Comitati d'area; delibera in merito alla sostituzione dei componenti del Consiglio di Amministrazione, delibera sull'articolazione regionale o territoriale del Fondo

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio, presiede le riunioni del Consiglio, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, svolge i compiti affidatigli dallo statuto e dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, da attuazione agli indirizzi dell'Assemblea; vigila sul funzionamento dei servizi tecnici e amministrativi del Fondo; predispone il modello organizzativo e gli organici che riterrà necessari al conseguimento degli obiettivi sottoponendoli all'approvazione dell'Assemblea; approva i costi di amministrazione e di funzionamento dell'Associazione nella misura massima del 5% del bilancio annuale; redige i bilanci preventivi e consuntivi del Fondo; regola il rapporto di lavoro con il personale del Fondo in ogni sua fase ed aspetto, e ne fissa il trattamento economico, incluso quello del Direttore, nell'ambito dei

Page 246: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

246

bilanci preventivi approvati dall'Assemblea; delibera in ordine all'assunzione e al licenziamento del personale necessario per il funzionamento del Fondo nonché in ordine alla nomina e alla revoca del Direttore; approva le modifiche dello Statuto e del Regolamento da sottoporre all'Assemblea e quindi al vaglio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;relaziona semestralmente all'Assemblea in merito alle proprie attività; definisce, tenuto conto delle indicazioni dei Comitati di area, nel rispetto comunque dei principi di trasparenza gestionale, la regolamentazione delle procedure riguardanti: - valutazione, termini,assegnazione del finanziamento e modalità di rendiconto delle attività- restituzione delle risorse da parte dei soggetti interessati in caso di mancato utilizzo delle stesse e ogni altro aspetto relativo alle procedure da seguire;esamina i reclami dei soggetti interessati per progetti non ammessi a finanziamento; adotta le delibere per l'attuazione di quanto previsto al terzo comma dell'art. 2.

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2404 e 2407 del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni; esamina i bilanci consuntivi dell'Associazione per controllare la corrispondenza delle relative voci alle scritture dei registri contabili.

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

• Direttore: ha la responsabilità operativa, nonché tecnico-amministrativa del fondo, è nominato dal Consiglio di Amministrazione e svolge le mansioni a lui affidategli dal Consiglio medesimo, coordina i lavori del Comitato Tecnico di Indirizzo, predispone i bilanci e i rapporti tecnici da presentare al Consiglio.

• Comitati d’area: 4 comitati d’area: - area economico contabile; - area giuridica; - area tecnica; - area sanitaria e sociale. ciascun comitato è un organo paritetico composto da 6 persone con specifiche competenze in materia di formazione; ciascun comitato assolve le seguenti funzioni: attribuzione delle risorse corrisposte al Fondo dagli Studi Professionali appartenenti alla rispettiva area e dalle Aziende, salvo la quota percentuale da riservare al funzionamento e alle attività di tipo trasversale dell'Associazione, secondo le finalità stabilite dallo Statuto; la definizione delle iniziative da assumere per l'attuazione degli scopi di cui all'art. 2 dello Statuto, nell'ambito degli indirizzi dell'Assemblea; la precisazione delle indicazioni tecniche da fornire agli Studi Professionali ed alle Aziende, necessarie per l'approvazione dei progetti; l'esame conclusivo e la valutazione delle richieste di finanziamento (per i progetti formativi, ecc.) relative alle risorse del comparto; ogni altra funzione demandata ai Comitati d'area dal Consiglio di Amministrazione

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Procedura di finanziamento 1. Il Fondo provvede a fornire agli Studi Professionali e alle Aziende ogni informativa necessaria in merito alla forme, contenuti, modalità e procedure da seguire per l'inoltro delle richieste di finanziamento, anche in relazione alle indicazioni dei Comitati d'area. 2. Le singole richieste di finanziamento devono essere inoltrate dagli Studi Professionali e dalle Aziende al Fondo, presso la sede sociale, con Raccomandata A.R. o mediante consegna a mano documentata. Le richieste stesse vengono protocollate secondo l'ordine di arrivo. I progetti da finanziare devono essere presentati secondo gli schemi e/o indicazioni fornite dal Fondo e devono contenere l'indicazione del nominativo del responsabile del progetto. 3. L'esame delle richieste viene effettuato inizialmente dal personale addetto del Fondo, che verifica la completezza della documentazione richiesta. Qualora sia riscontrata l'incompletezza della documentazione ne viene data tempestiva comunicazione

Page 247: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

247

al soggetto interessato, che deve integrarla nel termine fissato, pena la decadenza del progetto presentato. 4. Il progetto presentato viene infine esaminato dal Comitato d'area che ne propone l'approvazione, o il rigetto del finanziamento, con apposito verbale al Direttore. 5. Il Direttore, sulla base della proposta del Comitato d'area, autorizza, o meno,lo Studio a realizzare l'intervento formativo. 6. Il Consiglio di Amministrazione, su istanza dei soggetti interessati, riesamina i progetti per i quali non sia stata concessa l'autorizzazione. 7. Gli Studi Professionali e le Aziende che inoltrano i progetti formativi ammessi al finanziamento, entro 60 (sessanta) giorni dalla conclusione dell'attività formativa predispongono un rendiconto del progetto realizzato, da redigere secondo modalità predefinite e contenente la relazione del responsabile del progetto. L'erogazione dei finanziamenti previsti da parte dell'Associazione avverrà entro 30 (trenta) giorni dalla consegna del rendiconto. 8. Il Consiglio di Amministrazione sottopone all'Assemblea, per l'approvazione, la regolamentazione della procedura riguardante: valutazione, termini, assegnazione del finanziamento e modalità di rendiconto. 9. Per il finanziamento delle attività del Fondo riguardanti le singole aree, con esclusione quindi delle attività di tipo trasversale richiamate all'art. 1, viene attribuita a ciascun Comitato d'area una quota parte totale non superiore al 95% delle risorse finanziarie assegnate annualmente all'Associazione in riferimento percentuale agli Studi Professionali e alle Aziende della rispettiva area. 10. Di tale percentuale, nell'ambito di ciascuna area, una quota non superiore al 3% viene messa a disposizione per finanziare progetti che, privilegiando scelte di solidarietà, siano finalizzati alla valorizzazione e al riequilibrio settoriale

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Il Fondo si può articolare a livello territoriale così come previsto dall'art. 118 della L. 388/2000 come modificato dall'art. 18 della L. 298/2002, secondo quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione. Una efficace articolazione territoriale regionale è da considerare modello di riferimento per il sistema organizzativo e strutturale di Fondoprofessioni. La necessaria centralizzazione della prima fase di sperimentazione sarà seguita dall'individuazione e formazione di referenti territoriali dei Soci e delle Organizzazioni agli stessi aderenti o affiliate (già definiti "Facilitatori"), in grado di garantire una sensibile e competente funzione di analisi, promozione, accompagnamento, assistenza tecnica e monitoraggio locale. La loro attivazione anticiperà la costituzione dei "Comitati paritetici regionali" di Fondoprofessioni, la cui realtà operativa verrà riconosciuta con la messa a regime del Fondo.

FONDO DIRIGENTI PMI

CONFAPI - FEDERMANAGER

SEDE 1.1.1 Sede Legale Via Nazionale, 66 - 00184 ROMA Sede Operativa Viale Brenta, 29 - 20139 MILANO Tel. 02.54.12.38.79 Fax. 02.54.05.94.05

SETTORI INTERESSATI

Dirigenti delle aziende associate alla CONFAPI, nonché di tutte le aziende, a qualunque settore economico esse appartengano, che scelgano di versare al Fondo il contributo dello 0,30%

DURATA Tempo indeterminato ENTRATE • contributo relativo ai Dirigenti versato dall’INPS al Fondo secondo le modalità previste dal comma 1 e seguenti dell’art.

Page 248: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

248

118 della Legge n. 388/2000 e successive modifiche e integrazioni, corrispondente alle adesioni delle aziende associate alla CONFAPI, nonché di tutte le aziende, a qualunque settore economico esse appartengano, che decidano di versare al Fondo il contributo di cui all’art. 25, quarto comma, della legge 21 dicembre 1978, n. 845, e successive modificazioni;

• interessi e rendimenti delle disponibilità amministrate; • eventuali finanziamenti pubblici e privati, purché compatibili con le finalità del Fondo; • entrate derivanti da altre iniziative sociali; • ogni altro provento che spetti o affluisca al Fondo a qualsiasi titolo.

SCOPI Il Fondo promuove e finanzia i piani formativi per dirigenti effettuati dalle aziende associate alla CONFAPI, nonché da tutte le aziende, a qualunque settore economico esse appartengano, che scelgano di versare al Fondo il contributo dello 0,30%. Il Fondo ha infine lo scopo di favorire il consolidamento e lo sviluppo di una cultura manageriale congrua con le specificità del sistema industriale italiano e attenta alle sfide poste alle imprese e ai dirigenti dalla competizione globale, dalla innovazione tecnologica e dalla complessità sociale.

ATTIVITA’ • promuove e finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali o individuali, concordati tra le parti sociali, nonché eventuali ulteriori iniziative propedeutiche e comunque direttamente connesse a detti piani concordate tra le parti;

• provvede alla costituzione di un’apposita Banca Dati On Line, con le caratteristiche anagrafiche ed i profili professionali dei dirigenti, per favorirne la conseguente ricollocazione.

ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

1. ASSEMBLEA: è composta in maniera paritetica da 6 (sei) membri, di cui 3 (tre) nominati dalla CONFAPI e 3 (tre) nominati dalla FEDERMANAGER. Essi durano in carica 3 anni e possono essere rinominati

2. PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: l’assemblea nomina il Presidente ed il Vice Presidente del Fondo. Il Presidente ed il Vice Presidente del Fondo sono anche, rispettivamente, Presidente e Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione, durano in carica un triennio. Qualora nel corso del mandato il Presidente o il Vice Presidente vengano motivatamente sostituiti, i loro sostituti, nominati dal Consiglio, durano in carica fino alla scadenza del triennio in corso.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: è costituito in maniera paritetica da 6 membri, dei quali: 3 designati dalla Confapi, e tre nominati dalla Federmanager. I componenti il Consiglio sono nominati dall'Assemblea, durano in carica tre anni e sono rieleggibili.

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: 3 revisori. 1 nominato dalla CONFAPI; 1 nominato dalla Federmanager; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente, il presidente deve essere iscritto all’Albo dei revisori dei Conti Durano in carica tre anni e sono rieleggibili .

STRUTTURA OPERATIVA

Direttore: ha la responsabilità operativa, nonché tecnico-amministrativa del fondo, è nominato dal Consiglio di Amministrazione

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: definisce le linee strategiche delle attività annuali;vigila, sulla base delle relazioni periodiche predisposte dal Consiglio di Amministrazione, in merito al loro andamento disponendo eventuali integrazioni ed aggiornamenti; approva i bilanci preventivi e consuntivi redatti dal Consiglio di Amministrazione; Approva le modifiche da apportare

Page 249: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

249

allo Statuto proposte dal Consiglio di Amministrazione, nel rispetto di quanto disposto dal successivo art. 19; nomina il Presidente ed il Vice Presidente del Fondo. Il Presidente ed il Vice Presidente del Fondo sono anche, rispettivamente, Presidente e Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione; nomina i componenti del Consiglio di Amministrazione; nomina i componenti del Collegio dei Revisori dei Conti; stabilisce la misura dell’eventuale compenso per gli amministratori nonché la misura del compenso per i revisori; decide in ordine alla gestione straordinaria del patrimonio del Fondo.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi; promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio; presiede le riunioni del Consiglio; sovrintende all’applicazione dello statuto; propone al Consiglio di Amministrazione la nomina del Direttore; controlla l’esecuzione, da parte del Direttore, delle deliberazioni degli Organi collegiali; svolge i compiti affidatigli dallo statuto e dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza o impedimento.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: attua le linee strategiche delle attività annuali e predispone delle relazioni periodiche sulle attività svolte che presenta all’Assemblea; definisce il modello organizzativo e le risorse professionali ritenute necessarie al conseguimento degli scopi di cui all’art. 2 dello Statuto; definisce e approva il Regolamento interno e le successive modifiche; vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici sia amministrativi; definisce annualmente la quota di risorse da destinare alla copertura dei costi di funzionamento del Fondo e al finanziamento delle attività istituzionali, nell’ambito dei limiti stabiliti dalle norme di legge; definisce i requisiti e le procedure per l’esame, l’approvazione e il finanziamento dei piani formativi di cui all’art. 2 del Regolamento, fermo restando che le imprese beneficiarie degli stessi piani formativi siano in regola con i versamenti previsti; provvede alla redazione dei bilanci preventivi e consuntivi del Fondo, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea; nomina il Direttore su proposta del Presidente, definendone compiti, responsabilità e compenso; decide in ordine alla gestione ordinaria del patrimonio; propone all’Assemblea le eventuali modifiche da apportare allo Statuto; definisce i criteri e le modalità di costituzione e funzionamento delle Articolazioni Regionali del Fondo e propone all’Assemblea il riconoscimento delle stesse.

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2404 e 2407 del codice civile, riferiscono al Consiglio d’Amministrazione e ai soci fondatori le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni;

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

Direttore: ha la responsabilità operativa, nonché tecnico-amministrativa del fondo, è nominato dal Consiglio di Amministrazione e svolge le mansioni a lui affidategli dal Consiglio medesimo, predispone i bilanci e i rapporti tecnici da presentare al Consiglio

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Nell’ambito dei limiti stabiliti dalle norme di legge: 1. il 70% delle risorse di cui all’art. 118, verrà utilizzato per il finanziamento dei piani concordati secondo le modalità di cui al

punto 8, lettera a) dell’accordo del 10 giugno 2003, comprensivo delle iniziative formative che facilitano la mobilità esterna all’azienda;

2. il 30% delle risorse verrà destinato alle altre finalità di cui al citato accordo del 10 giugno 2003, comprensive delle iniziative

Page 250: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

250

di natura sperimentale o propedeutiche al migliore funzionamento del Fondo, secondo la ripartizione decisa dal Consiglio di Amministrazione.

3. Entro un anno dalla chiusura del primo esercizio finanziario, il Consiglio di Amministrazione procederà, ai fini di una eventuale revisione, alla verifica della congruità della distribuzione delle risorse di cui al precedente comma 2. Successive verifiche potranno effettuarsi con cadenza biennale.

4. Il Fondo provvede all’esame, approvazione e finanziamento dei piani formativi di cui all’art. 2, comma 2, sulla base dei requisiti e delle procedure stabiliti dal Consiglio di Amministrazione, anche sulla base delle eventuali valutazioni effettuate dalle Articolazioni Regionali, ove esistenti, con apposito verbale e dandone comunicazione al proponente.

5. Il Fondo, sulla base dei criteri, delle procedure di valutazione e dei termini fissati dal Consiglio di Amministrazione procede all’assegnazione del finanziamenti.

6. I progetti debbono indicare il responsabile e le eventuali strutture formative di cui si avvale il proponente per la realizzazione dei progetti stessi.

7. Il finanziamento dei piani approvati avverrà sulla base delle domande presentate, fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

8. Le modalità di erogazione del finanziamento e di documentazione delle spese saranno definite nel rispetto dei criteri di massima rapidità, semplicità e uniformità su tutto il territorio nazionale, sulla base di una apposita modulistica.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Il Fondo dopo la fase di avvio potrà articolarsi regionalmente. Le articolazioni regionali avranno la funzione di promozione, raccolta e valutazione dei progetti, verificando la conformità ai requisiti di ammissibilità stabiliti dal Consiglio d’Amministrazione. Provvederanno, inoltre, a monitorare i piani formativi, fornendo al Fondo un rapporto trimestrale delle attività svolte. Le Articolazioni Regionali si rapporteranno con le amministrazioni regionali per un raccordo tra programmazione regionale in materia di formazione e programmazione del Fondo. Le Articolazioni Regionali presenteranno annualmente al Consiglio di Amministrazione del Fondo le proprie linee programmatiche e un bilancio preventivo per l’approvazione e la relativa assegnazione delle risorse, nonché un bilancio consuntivo entro quattro mesi dalla fine dell’esercizio. Le Articolazioni Regionali trasmetteranno trimestralmente il risultato delle proprie attività al Fondo. Entro 15 (quindici) giorni dal ricevimento, il progetto viene istruito dall’Articolazione Regionale, che dovrà deliberare entro i successivi 15 (quindici) giorni, proponendo poi al Fondo l’approvazione o il rigetto del finanziamento con apposito verbale. La distribuzione delle risorse alle Articolazioni Regionali, ove costituite, avverrà sulla base dell’effettiva partecipazione delle aziende del territorio al Fondo Dirigenti PMI.

Fon. AR. COM C.I.F.A. (Confederazione Italiana Federazioni Autonome) - CONF.S.A.L. (Confederazione Sindacati Autonomi

Lavoratori) SEDE Via di Vigna Iacobini, 5 - 00149 Roma; Tel.: 06 55301819 - Fax: 06 55307445 - Mail: [email protected] SETTORI INTERESSATI

Terziario, artigianato, piccole e medie imprese

DURATA Illimitata ENTRATE • Contributo integrativo IV comma art.25 L. 845/78

Page 251: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

251

• eventuali finanziamenti pubblici o privati SCOPI Il Fondo non ha fini di lucro ed opera a favore delle imprese, nonché dei relativi dipendenti dei settori economici del terziario e

dell’artigianato e piccole e medie imprese, in una logica di relazioni sindacali ispirata alla qualificazione professionale, allo sviluppo occupazionale ed alla competitività imprenditoriale nel quadro delle politiche stabilite dai contratti collettivi sottoscritti e/o firmati per adesione. All’interno del Fondo potrà essere prevista un’apposita sezione relativa ai dirigenti. Il Fondo articola la propria attività su base regionale o territoriale, secondo le specificità dei singoli comparti.

ATTIVITA’ Promuove e finanzia – secondo le modalità fissate dall’art. 118 della L. 388/00 – in tutte le imprese che aderiscono al Fondo, piani formativi aziendali, territoriali o settoriali, concordati con le Parti sociali incoerenza con la programmazione regionale e con le funzioni d’indirizzo attribuite in materia al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 8 membri, di cui 4 in rappresentanza delle Associazioni dei datori di lavoro e 4 in rappresentanza delle Organizzazioni sindacali firmatarie dell’ accordo. I membri durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati consecutivamente per un solo ulteriore triennio.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE:. Durano in carica 4 anni. Il Presidente è scelto tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro mentre il Vice Presidente è scelto tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: 6 membri eletti dall’Assemblea, dei quali: 3 designati dalle associazioni dei datori di lavoro e 3 designati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti. Durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati più volte.

• COLLEGIO DEI SINDACI: 3 membri effettivi. 1 nominato dalle associazioni dei datori di lavoro; 1 nominato dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti il terzo settore; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente. Tutti devono essere iscritti all’Albo dei revisori dei Conti. Durano in carica 4anni e possono essere riconfermati più volte.

STRUTTURA OPERATIVA

Direttore: la responsabilità operativa del Fondo è affidata ad un Direttore, appositamente nominato dal Consiglio, o a un consigliere appositamente delegato dal Consiglio stesso

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina Il Consiglio di Amministrazione; nomina il Collegio dei Sindaci; delibera: l’eventuale compenso per amministratori; stabilisce : il compenso per i componenti del Collegio Sindacale per l’itero periodo di durata del mandato ; definisce : le linee guida per l’attuazione degli scopi di cui all’art. 2 dello Statuto; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo deliberati dal C. di A., le variazioni allo Statuto e al Regolamento da inviare al vaglio del MLPS; delega : al Consiglio e ai Consiglieri il compimento di specifici atti e l’esercizio di determinate funzioni. Le riunioni dell’Assemblea si ritengono valide se vi partecipano almeno la metà più uno dei suoi componenti e le delibere sono valide se ricevono il voto favorevole dei 2/3 dei presenti.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo di fronte a terzi, promuove le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’assemblea e del Consiglio, presiede le riunioni del Consiglio, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dallo Statuto, dall’Assemblea o dal Consiglio. Di concerto con il Vice Presidente sovrintende all’applicazione dello

Page 252: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

252

statuto e da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, da attuazione agli indirizzi dell’Assemblea; vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi e sulle iniziative promosse da FON.AR.COM; delibera i modelli organizzativi e gli organici funzionali al raggiungimento degli obbiettivi, i regolamenti interni del Fondo; redige i bilanci preventivi e consuntivi, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea; approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo, regola il rapporto di lavoro con il personale di FON.AR.COM in ogni aspetto; delibera in ordine all’assunzione e al licenziamento del personale necessario al funzionamento del Fondo; compie ogni ulteriore atto delegato dall’Assemblea; predispone le modifiche allo Statuto e al regolamento da proporre all’Assemblea; approva le procedure di: valutazione, tempi, assegnazione del finanziamento e modalità di rendiconto, procedure di monitoraggio; riferisce all’Assemblea in merito alle proprie delibere; nomina e revoca il Direttore.

• COLLEGIO DEISINDACI: esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui agli articoli 2403,2400 e 2407 del codice civile, riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

Direttore: la responsabilità operativa del Fondo potrà essere affidata ad un Direttore, appositamente nominato dal Consiglio, o a un consigliere appositamente delegato dal Consiglio stesso. Il Direttore svolge tutti i compiti e le funzioni che gli vengono assegnati da Consiglio di Amministrazione, per l’espletamento di tali compiti e funzioni può avvalersi di una struttura composta da lavoratori dipendenti, nonché del supporto di collaborazioni esterne; ha la responsabilità della struttura del Fondo e risponde al Consiglio di Amministrazione e, per esso al Presidente e Vice Presidente; predispone trimestralmente, per il Consiglio di Amministrazione, un rapporto tecnico-economico che evidenzi le attività svolte; predispone la bozza di bilancio preventivo e consuntivo del Fondo da sottoporre al Consiglio di Amministrazione e all’approvazione dell’Assemblea.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

FON.AR.COM provvede a fornire alle imprese ogni informativa necessaria in merito alla forme, contenuti, modalità e procedure da seguire per l’inoltro delle richieste di finanziamento, Le singole richieste di finanziamento devono essere inoltrate dalle imprese aderenti al fondo e, per incarico di queste ultime, dagli enti di formazione accreditati a FON.AR.COM o dalle strutture costituite dalle parti (per es. Enti Bilaterali), presso la sede sociale, con Raccomandata A.R. o mediante consegna a mano documentata. Le richieste stesse vengono protocollate secondo l’ordine di arrivo. I piani formativi ed i progetti da finanziare devono essere presentati secondo gli schemi e/o indicazioni fornite da FON.AR.COM e devono contenere l’indicazione del nominativo del responsabile del piano o del progetto. L’esame delle richieste viene effettuato inizialmente dal personale addetto del Fondo, che verifica la completezza della documentazione richiesta. Qualora sia riscontrata l’incompletezza della documentazione ne viene data tempestiva comunicazione al soggetto interessato, che deve integrarla nel termine fissato, pena la decadenza del progetto presentato. I piani formativi ed i progetti presentati vengono esaminati, tenendo conto degli indirizzi dell’Osservatorio per la Formazione Continua o del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sulla base di procedure definite dal Consiglio di Amministrazione, che provvede all’approvazione o al rigetto del finanziamento.

Page 253: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

253

Il Consiglio di Amministrazione, su istanza dei soggetti interessati, riesamina i piani formativi o i progetti per i quali non sia stata concessa l’autorizzazione. Le imprese che inoltrano i piani formativi o i progetti ammessi al finanziamento, entro 60 (sessanta) giorni dalla conclusione dell’attività formativa predispongono un rendiconto del piano formativo o del progetto realizzato, da redigere secondo modalità predefinite e contenute nella relazione del responsabile piano formativo o del progetto. L’erogazione dei finanziamenti previsti da parte del Fondo avverrà entro 30 (trenta) giorni dalla consegna del rendiconto. Il Consiglio di Amministrazione approva la regolamentazione della procedura riguardante: valutazione, tempi, assegnazione del finanziamento e modalità di rendiconto dei piani e dei progetti formativi.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Non previste

Page 254: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

254

FONDER AGIDAE – Associazione Gestori Istituti Dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica - CGIL, CISL, UIL SEDE Via Vincenzo Bellini, 10 00100 Roma eMail: [email protected] | Telefono: 06/85.45.74.01 | Fax: 06/85.35.46.00 SETTORI INTERESSATI Enti ecclesiastici, associazioni, fondazioni, cooperative, imprese con o senza scopo di lucro, aziende di ispirazione

religiosa, tutte le imprese che optano per l’adesione al fondo. DURATA Illimitata ENTRATE • Beni di proprietà del Fondo

• Apporti finanziari di qualsiasi genere, che l’assemblea riterrà utile destinare al patrimonio. • Essendo stato costituito dopo il 31 dicembre 2003, il Fondo non ha ricevuto risorse di start-up dal MLPS ma

riceverà fondi direttamente dall’INPS sulla base delle future adesioni. SCOPI Il Fondo è articolato al suo interno in due Comparti:

1. Scuola; 2. Socio-Sanitario-Assistenziale-Educativo.

Promuove e finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali o individuali negli enti ecclesiastici, associazioni, fondazioni, cooperative, imprese con o senza scopo di lucro e in tutte le imprese che aderiscono al Fondo.

ATTIVITA’ • Promuove e finanzia attività di qualificazione e riqualificazione per figure professionali di specifico interesse dei rispettivi comparti, nonché per lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro

• favorisce le pari opportunità, promuovendo e finanziando la formazione volta alla valorizzazione del lavoro femminile, alla diffusione di azioni positive

• promuove e finanzia programmi di formazione professionale continua in tema di sicurezza sul lavoro non disciplinati e finanziati dal complesso delle normative in materia

• promuove e finanzia attività di ricerca e studio su tematiche di particolare rilevanza per i singoli comparti ovvero di interesse comune

• promuove e finanzia anche azioni individuali di Formazione Continua dei lavoratori dipendenti • promuove e finanzia attività di monitoraggio dei fabbisogni formativi e delle attività realizzate

ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 12 membri, di cui 6 in rappresentanza della Associazioni dei datori di lavoro e 6 in rappresentanza delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori.

Durata della carica 4 anni e possono essere riconfermati. • PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: 1 per ogni singola carica. Il Presidente viene eletto dall’AGIDAE

tra i membri da essa designati nel CdA, e il Vice Presidente congiuntamente al Presidente viene eletto dalle Organizzazioni Sindacali tra i membri da esse designati nel CdA. Durano in carica 4 anni.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: 6 membri eletti dall’Assemblea, 3 designati dall’AGIDAE e 3 designati dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori. Durano in carica 4 anni e sono rieleggibili.

• COLLEGIO DEI SINDACI: 3 membri effettivi. 1 nominato dalle Associazioni datoriali ; 1 nominato dalle

Page 255: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

255

Organizzazioni Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente (ognuno dei componenti deve essere iscritto all’Albo dei revisori dei Conti). Durano in carica 4 anni e possono essere riconfermati.

STRUTTURA OPERATIVA Responsabile dell’area formativa Comitati di comparto: sono due (Scuola; Socio-Sanitario-Assistenziale-Educativo)

FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina Il Consiglio di Amministrazione; nomina il Collegio dei Sindaci; delibera: l’eventuale compenso per amministratori e Sindaci, le ammissioni e le variazioni dello stato di associato; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo predisposti dal CdA, le variazioni allo Statuto e al Regolamento proposte dal CdA e sentite le organizzazioni datoriali e sindacali; definisce le linee guida per l’attuazione degli scopi; approva il modello organizzativo e gli organici del Fondo e le attività proposte dal Consiglio e dai Comitati di comparto; delega al Consiglio e ai Consiglieri il compimento di specifici atti. Per la validità delle adunanze dell’Assemblea è necessaria, in prima convocazione la presenza di 2/3 dei suoi componenti; negli altri casi si richiede la maggioranza assoluta. Le delibere sono validamente assunte se ricevono il voto favorevole della maggioranza dei ¾ dei presenti.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo legalmente, convoca e presiede le riunioni ordinarie e straordinarie dell’Assemblea e del Consiglio, presiede all’ordinaria attività del fondo, provvedendo a tutti gli atti necessari per il funzionamento del medesimo, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dallo Statuto, dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza. Il Vice Presidente ha la firma congiunta con il Presidente per l’espletamento di tutte le operazioni bancarie del fondo.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione; da attuazione agli indirizzi dell’Assemblea; nomina il responsabile dell’area formativa e il responsabile amministrativo; vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi e sulle iniziative promosse da FOND.ER; predispone e sottopone all’approvazione dell’Assemblea i modelli organizzativi e gli organici funzionali al raggiungimento degli obbiettivi, le modifiche allo Statuto e al Regolamento del Fondo e i bilanci preventivi e consuntivi; approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo e i verbali delle proprie riunioni; regola il rapporto di lavoro con il personale di FOND.ER; compie ogni ulteriore atto delegato dall’Assemblea; esamina i ricorsi delle imprese alle quali non è stato concesso finanziamento; sottopone all’Assemblea le proposte di nuove attività avanzate dai vari Comitati di comparto; stabilisce, sentiti i Comitati di comparto, le procedure e i requisiti per la presentazione dei bandi; garantisce gli adempimenti richiesti dal MLPS per la gestione del Fondo; definisce i criteri per la gestione dei piani formativi; delibera il finanziamento dei piani formativi. Le riunioni del consiglio si ritengono valide se vi partecipano almeno la metà più uno dei suoi componenti e le decisioni vengono prese con almeno i ¾ dei voti favorevoli

• COLLEGIO DEI SINDACI: esercitano le attribuzioni e hanno i doveri di cui alle norme dettate dal codice

Page 256: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

256

civile per le società per azioni; riferiscono all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni.

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

• Responsabile dell’area formativa: esegue le deliberazioni degli organi sociali del Fondo; coordina le attività e i progetti dei due comparti sia in fase di progettazione che di rendicontazione finale.

• Comitati di comparto: sono due (Scuola; Socio-Sanitario-Assistenziale-Educativo) ciascuno è composto pariteticamente da 6 elementi aventi competenze specifiche in ambito formativo.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Le procedure di accesso ai finanziamenti del Fondo sono disciplinate nel Regolamento. FOND.E.R. provvede a fornire a tutti i soggetti aderenti al Fondo ogni informativa necessaria in merito alla forme, contenuti, modalità e procedure da seguire per l'inoltro delle richieste di finanziamento, anche in relazione alle indicazioni dei Comitati di comparto, esplicitate dal Responsabile dei Comparti. Si evidenzia che il Fondo si riserva di attuare, qualora lo ritenga utile per il conseguimento degli scopi statutari, direttamente piani formativi od anche di affidarne la realizzazione ad un’Associazione o un Ente di formazione organicamente collegato al Fondo stesso, benché dotato di una propria soggettività giuridica ed una autonomia statutaria, amministrativa e patrimoniale. In tal caso, i soggetti attuatori dovranno comunque rendicontare secondo le procedure stabilite e la normativa di riferimento. Per l’assegnazione dei contributi il Consiglio di Amministrazione emana un Avviso a presentare i piani formativi, concordati tra le Parti sociali, sulla base di una modulistica predefinita e rendendo noti i criteri di selezione, nonché i tempi per l’assegnazione delle risorse, le regole di rendicontazione e le procedure di monitoraggio e controllo, nel rispetto di quanto previsto dalla C.M. 36 del 18 novembre 2003. Le singole richieste di finanziamento devono essere inoltrate dai soggetti proponenti a FOND.E.R, presso la sede sociale, con raccomandata con avviso di ricevimento o mediante consegna a mano documentata, ovvero attraverso procedura informatizzata. Le richieste stesse vengono protocollate secondo l'ordine di arrivo. I progetti da finanziare devono essere presentati secondo gli schemi e/o le indicazioni fornite da FOND.E.R. e devono contenere l'indicazione del nominativo del responsabile del progetto. Una prima selezione dei Piani formativi presentati consisterà nella verifica di ammissibilità, che avverrà sulla base dei seguenti criteri: 1) le imprese per le quali si è inoltrato il Piano formativo, devono dimostrare di essere regolarmente iscritte al Fondo al momento della presentazione della richiesta di finanziamento; 2) completezza della documentazione richiesta dal bando, comprese le dichiarazioni in materia di “aiuto di Stato” o “de minimis”; 3) il Piano formativo, compreso il piano economico e finanziario, deve essere stato predisposto in osservanza di tutte le disposizioni previste dal bando. Qualora sia riscontrata il mancato rispetto dei suddetti criteri, ne viene data tempestiva comunicazione al soggetto interessato, che provvedere a sanare la richiesta di finanziamento nel termine fissato, pena la decadenza del Piano presentato

Page 257: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

257

Verificata l’ammissibilità, il Piano formativo verrà inserito in una lista ed assegnato all’esame del rispettivo Comitato di comparto. Qualora si tratti di Piani formativi, comprese le azioni di sistema, afferenti a più comparti, essi saranno analizzati congiuntamente dai due Comitati di comparto, secondo le modalità decise dal Consiglio di Amministrazione. Dopodichè, il Piano viene esaminato nel merito dal Comitato di comparto, tenendo conto dei criteri di valutazione esplicitati nell’AVVISO, nonché degli indirizzi dell’Osservatorio per la Formazione Continua e del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali. Il Comitato di comparto, con apposito verbale, assegna a ciascun Piano un punteggio. L’insieme dei Piani esaminati vanno a definire la graduatoria dei Piani analizzati, che è trasmessa dal Responsabile dei Comparti al Direttore. Il Direttore, sulla base della proposta del Comitato di comparto, richiede l’approvazione del finanziamento al Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione notificherà ai soggetti interessati l’avvenuta approvazione del Piano o la non ammissibilità al finanziamento. Entro 30 (trenta) giorni dall’avvenuta notifica il proponente è tenuto ad avviare le attività formative. In casi del tutto eccezionali e debitamente motivati, il soggetto proponente può richiedere al Responsabile dell’Area Formativa del Fondo la proroga di ulteriori 30 (trenta) giorni per l’avvio delle attività formative. Il Responsabile dell’Area Formativa, vista la richiesta, può autorizzare o meno la proroga.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

FOND.E.R. non avrà una articolazione territoriale, riservandosi di valutare e verificare tale possibilità dopo una prima fase di attività. Si sta progettando quindi una struttura centralizzata, organizzata per comparti, dotata di un efficiente sistema informativo, di monitoraggio, gestione e controllo delle attività amministrate direttamente e finanziate. L’esperienza in atto in alcune regioni italiane ha dimostrato come sia possibile, grazie alla rete Internet, informatizzare l’intera gestione della formazione professionale, collegando tutti gli operatori del sistema, ed offrendo on line servizi di:

pubblicazione degli avvisi; presentazione dei progetti sui singoli avvisi; compilazione on line della modulistica prevista; consultazione in tempo reale dello stato di avanzamento dei progetti presentati; monitoraggio in itinere; certificazione degli esiti; invio certificazioni intermedie e rendicontazioni finali.

In tal modo, la gestione del processo formativo avviene: - in tempo reale e con il minimo dispendio di energia di tutti gli operatori; - riducendo al minimo le possibilità di errore nei passaggi intermedi; - assistendo gli operatori in tutte le fasi del processo; - monitorando in progress la spesa nel rispetto del preventivo;

valutando la possibilità di intraprendere azioni correttive, anche in relazione all’obiettivo di utilizzare tutte le risorse disponibili.

Page 258: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

258

FONDAZIENDA Confterziario - Conf. Lavoratori, CIU SEDE Via Satrico, 47

00181 Roma Tel. 06.7003711 Fax 06.77256732

SETTORI INTERESSATI Lavoratori occupati delle imprese del terziario, del turismo, dell'artigianato e dei servizi. DURATA Illimitata ENTRATE • contributo integrativo, stabilito dall'art. 25, quarto comma della legge 29.12.78 n. 845 e successive

modificazioni ed integrazioni, a carico delle aziende che volontariamente aderiscono al Fondo; • finanziamenti pubblici destinati alle finalità del Fondo in forza dei provvedimenti normativi o determinazioni

ministeriali; • eventuali finanziamenti pubblici e privati; • apporti finanziari che, a qualsiasi titolo, vengono destinati al Fondo. • Essendo stato costituito dopo il 31 dicembre 2003, il Fondo non ha ricevuto risorse di start-up dal MLPS ma

riceverà fondi direttamente dall’INPS sulla base delle future adesioni. SCOPI L'associazione non ha fini di lucro ed opera a favore delle piccole imprese, nonché dei relativi dipendenti, in una logica

di relazioni sindacali ispirate alla qualificazione professionale, allo sviluppo occupazionale ed alla competitività imprenditoriale nel quadro delle politiche stabilite dai contratti collettivi sottoscritti. Il Fondo promuove e finanzia - secondo le modalità fissate dall'art. 118 della legge 388 del 2000 - piani formativi aziendali, territoriali e settoriali di e tra imprese, concordati tra le Parti sociali. L'attuazione dello scopo su indicato viene disciplinata dal Regolamento del Fondo. Il Fondo articola la propria attività su base territoriale o su base nazionale secondo le specificità dei singoli piani

ATTIVITA’ • promuove e finanzia, secondo le modalità fissate dall'art. 118 della Legge 388 del 2000 e successive modificazioni ed integrazioni, piani formativi aziendali, territoriali o settoriali, concordati tra le parti;

• promuovere e finanziare attività di qualificazione e di riqualificazione per le figure professionali di specifico interesse del settore terziario, nonchè per i lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro;

• promuovere e finanziarie anche azioni individuali di Formazione Continua dei lavoratori di pendenti; • promuovere e finanziare attività di sostegno ai piani per la Formazione Continua; • promuovere interventi di Formazione Continua sull'igiene e sicurezza nei luoghi di lavori per gli aspetti non

disciplinati e finanziati dalle specifiche disposizioni in materia. ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 12 membri, di cui 6 in rappresentanza di Confterziario e 6 in rappresentanza delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori.

Durata della carica 4 anni e possono essere riconfermati. • PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: 1 per ogni singola carica. Durano in carica 4 anni. Il presidente

Page 259: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

259

viene nominato dal CdA su designazione della Confterziario mentre il vice presidente viene nominato su proposta delle Organizzazioni dei Lavoratori.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Il Consiglio d'Amministrazione è composto da 8 (otto) membri, eletti dalla Assemblea dei Soci sulla base della designazione da effettuarsi in via paritetica dalla componente datoriale e dalla componente dei lavoratori. I componenti il Consiglio sono nominati dall'Assemblea, con la maggioranza dei 2/3 dei propri membri, durano in carica 4 (quattro) anni e possono essere riconfermati più volte.

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: 3 membri effettivi. 1 nominato da Confterziario; 1 nominato dalle Organizzazioni dei Lavoratori; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente (ognuno dei componenti deve essere iscritto all’Albo dei revisori dei Conti). Durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati.

STRUTTURA OPERATIVA Direttore nominato dal C.d.A FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina: Il Consiglio di Amministrazione, il Collegio dei Revisori dei Conti; delibera: in ordine al compenso degli Amministratori e dei Revisori dei Conti, le modifiche allo statuto e al regolamento del Fondo, l’ammissione di nuovi soci, la cessazione dello stato di socio; approva : le modifiche allo Statuto e al Regolamento, definisce le linee guida per il raggiungimento degli scopi e delle finalità del Fondo; provvede all’approvazione dei bilanci consuntivi e preventivi; approva il modello organizzativo e gli organici del Fondo. L’Assemblea si riunisce dietro convocazione del Presidente che ne dà debito avviso ai suoi componenti. L’Assemblea è validamente costituita con i 2/3 dei componenti e delibera con il voto favorevole dei 2/3 dei componenti.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo legalmente, convoca e presiede le riunioni ordinarie e straordinarie dell’Assemblea e del Consiglio e presiede quest’ultimo, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statutari, sovrintende all’applicazione dello statuto, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dallo Statuto, dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione; vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici sia amministrativi; vigila sul funzionamento delle iniziative promosse dal Fondo; predispone il modello organizzativo e gli organici che riterrà necessari al conseguimento degli obiettivi sottoposti all’approvazione dell’Assemblea; approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo; provvede alla redazione dei bilanci preventivi e consuntivi del Fondo; nomina e revoca il Direttore; regola il rapporto di lavoro con il personale del Fondo in ogni sua fase ed aspetto, e regola il trattamento economico nell’ambito dei bilanci preventivi approvati dall’Assemblea; definisce le procedure del Fondo per la valutazione dei progetti; riferisce all’Assemblea in merito alle proprie delibere; approva il verbale delle proprie riunioni; propone all’Assemblea le modifiche allo statuto ed al regolamento del Fondo. Per la validità delle riunioni del Consiglio di Amministrazione occorre la presenza di almeno la

Page 260: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

260

metà più uno dei suoi componenti. Le relative deliberazioni sono valide se ricevono il voto favorevole di almeno i 2/3 dei presenti.

• COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: esercita le attribuzioni ed ha i doveri di cui agli articoli 2403, 2404 e 2407 del Codice Civile. Deve comunicare immediatamente all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni. Il Collegio si riunisce ordinariamente una volta a trimestre ed ogni qualvolta il Presidente del Collegio lo ritenga opportuno o quando uno dei Revisori ne faccia richiesta. E’ convocato dal Presidente

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

DIRETTORE: • svolge tutti i compiti e le funzioni che gli vengono assegnati dagli organi sociali del Fondo; • ha la responsabilità della struttura del Fondo e risponde al Consiglio di Amministrazione; • ha la responsabilità della gestione amministrativo-contabile del Fondo;

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

L'associazione provvede a fornire alle imprese ogni informativa necessaria in merito alla forme, contenuti, modalità e procedure da seguire per l'inoltro delle richieste di finanziamento, anche in relazione alle indicazioni dei Comitati di Comparto. Le singole richieste di finanziamento devono essere inoltrate dalle imprese e, per incarico di queste ultime, dagli enti di formazione accreditati all'associazione, presso la sede sociale, con raccomandata A.R. o mediante consegna a mano documentata. Le richieste stesse vengono protocollate secondo l'ordine di arrivo. I piano formativi ed i progetti da finanziare devono essere presentati secondo gli schemi e/o indicazioni fornite dall'associazione e devono contenere l'indicazione del nominativo del responsabile del piano o del progetto. L'esame delle richieste viene effettuato inizialmente dal personale addetto del fondo, che verifica la completezza della documentazione richiesta. Qualora sia riscontrata l'incompletezza della documentazione ne viene data tempestiva comunicazione al soggetto interessato, che deve integrarla nel termine fissato, pena la decadenza del progetto presentato. I piani formativi ed i progetti presentati vengono esaminati dal Comitato di Comparto, qualora costituito, che ne propone al consiglio di Amministrazione l'approvazione o il rigetto del finanziamento. Il Consiglio di Amministrazione, su istanza dei soggetti interessati, riesamina i piani formativi o i progetti per i quali non sia stata concessa l'autorizzazione. Il finanziamento di ogni singolo piano formativo o progetto avviene di norma sull'ammontare dei contributi effettivamente versati dalla singola impresa. Nell'ipotesi in cui una impresa non utilizzi interamente la quota annuale a sua disposizione entro l'anno successivo, la parte residua sarà destinata ad altre attività secondo le modalità che saranno determinate dal Consiglio. Le imprese che inoltrano i piani formativi o i progetti ammessi al finanziamento, entro 60 (sessanta) giorni dalla conclusione dell'attività formativa predispongono un rendiconto del piano formativo o del progetto realizzato, da redigere secondo modalità predefinite e contenute nella relazione del responsabile piano formativo o del progetto.

Page 261: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

261

L'erogazione dei finanziamenti previsti da parte del Fondo avverrà entro 30 (trenta) giorni dalla consegna del rendiconto. Il Consiglio di Amministrazione approva la regolamentazione della procedura riguardante: valutazione, tempi, assegnazione del finanziamento e modalità di rendiconto dei piani e dei progetti formativi. Per il finanziamento delle attività del Fondo riguardanti i singoli comparti eventualmente costituiti ciascun comparto avrà una quota parte non superiore al 90% (novanta per cento) delle risorse finanziarie assegnate annualmente al Fondo in riferimento alle imprese del rispettivo comparto. Di tale percentuale, nell'ambito di ciascun comparto, una quota non superiore al 5% (cinque per cento) viene messa a disposizione per finanziare progetti che, privilegiando scelte di solidarietà, siano finalizzati alla valorizzazione e al riequilibrio settoriale.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

E’ prevista l’attivazione di una rete di punti informativi rivolti al mondo delle PMI e diffusi nel territorio, detti “Fondazienda point“ saranno attivi dall’01/01/2009, successivamente alla verifica dell’attuale layout operativo. Gli operatori di “Fondazienda point” saranno soggetti di uno specifico percorso formativo.

Page 262: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

262

FOR. AGRI Confagricoltura, Coldiretti, C.I.A., Confederdia - CGIL, CISL, UIL SEDE C.so Vittorio Emanuele II, 101 - 00186 Roma Tel. 06/6852377 Fax 06/68806397 - Email: [email protected] SETTORI INTERESSATI Imprese, singole ed associate, considerate agricole dalla legislazione vigente, nonché le imprese, gli enti e le associazioni,

a qualunque settore appartenenti, che decidano liberamente di aderire al fondo. DURATA Illimitata ENTRATE • contributo versato dall’INPS al Fondo secondo le modalità previste dal comma 1 e seguenti dell’art.118 della

legge 23 dicembre 2000 e successive modifiche e integrazioni; • eventuali finanziamenti pubblici e privati; • eventuali proventi derivanti da iniziative sociali. • Essendo stato costituito dopo il 31 dicembre 2003, il Fondo non ha ricevuto risorse di start-up dal MLPS ma

riceverà fondi direttamente dall’INPS sulla base delle future adesioni SCOPI FOR.AGRI ” non ha fini di lucro ed opera in favore delle imprese, e dei relativi dipendenti, del settore

agricolo, nonché di tutti i soggetti che hanno optato per l’adesione al Fondo ai sensi del comma 3, art. 118, legge n. 388/2000 e successive modificazioni. Il Fondo promuove e finanzia in tutto o in parte, nel rispetto delle modalità fissate dall’art. 118 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 e successive modifiche ed integrazioni, piani formativi aziendali, territoriali, settoriali o individuali concordati tra le parti sociali, nonché eventuali ulteriori iniziative propedeutiche e comunque direttamente connesse a detti piani concordate tra le parti.

ATTIVITA’ • promuove attività di qualificazione e di riqualificazione per figure professionali di specifico interesse del settore, nonché per lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro;

• sviluppa e favorisce le pari opportunità promuovendo e finanziando Formazione Continua volta alla valorizzazione del lavoro femminile ed alla diffusione di azioni positive;

• realizza progetti formativi sulla sicurezza del lavoro e sul complesso delle relative normative; • sviluppa azioni individuali di Formazione Continua del lavoro dipendente; • persegue politiche di qualità nella Formazione Continua e valorizza esperienze di eccellenza; • svolge nei confronti dei propri associati funzioni di indirizzo, coordinamento, monitoraggio e

verifica per lo sviluppo della Formazione Continua sull’intero territorio nazionale. ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

• ASSEMBLEA: 16 membri, di cui 8 in rappresentanza della Associazioni dei datori di lavoro e 8 in rappresentanza delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori.

Durata della carica 3 anni e possono essere riconfermati. • PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: 1 per ogni singola carica. Durano in carica 3 anni. • CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Presidente, Vicepresidente, 7 componenti nominati dalle

Page 263: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

263

Organizzazioni Imprenditoriali e 7 componenti nominati dalle Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori. Durano in carica 3 anni e sono rieleggibili.

• COLLEGIO DEI SINDACI: 3 membri effettivi. 1 nominato dalle Associazioni datoriali ; 1 nominato dalle Organizzazioni Sindacali; 1 nominato dal MLPS con funzioni di presidente (ognuno dei componenti deve essere iscritto all’Albo dei revisori dei Conti). Durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati.

STRUTTURA OPERATIVA Direttore nominato dal Consiglio di amministrazione FUNZIONI DEGLI ORGANI

• ASSEMBLEA: nomina Il Consiglio di Amministrazione; delibera: in ordine al compenso per i Sindaci e a quello eventuale per gli amministratori, le modifiche allo statuto e al regolamento del Fondo, le iniziative per l’attuazione degli scopi, l’eventuale scioglimento del Fondo e la nomina dei liquidatori; approva : i bilanci consuntivi e preventivi del Fondo predisposti dal CdA. L’Assemblea si riunisce ordinariamente due volte l’anno e, straordinariamente, ogni qualvolta sia richiesto da almeno due terzi dei componenti dell’Assemblea o dal Presidente o dal Collegio dei Sindaci. Per la validità delle adunanze dell’Assemblea e delle relative deliberazioni è necessaria la presenza di almeno 3/4 dei suoi componenti. L’Assemblea delibera con maggioranza semplice nei casi previsti dalle lettere a), b) e c) dell’art. 8, comma 4 dello Statuto e a maggioranza qualificata in misura di 3/4 dei presenti per la nomina del Presidente e del Vice Presidente e nei casi previsti dalle lettere d), e) ed f) dell’art.8, comma 4 dello Statuto.

• PRESIDENTE E VICE PRESIDENTE: rappresenta il fondo legalmente, convoca e presiede le riunioni ordinarie e straordinarie dell’Assemblea e del Consiglio, presiede all’ordinaria attività del fondo, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statutari, sovrintende all’applicazione dello statuto, da esecuzione alle deliberazioni degli organi statuari, è tenuto a svolgere i compiti affidatigli dallo Statuto, dall’Assemblea o dal Consiglio. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di sua assenza. In caso di urgenza il Presidente e il Vice-Presidente, in accordo tra loro, possono esercitare i poteri del Consiglio di Amministrazione, salvo successiva ratifica del Consiglio stesso.

• CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione; approvare le linee strategiche di attività annuali del Fondo; vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici sia amministrativi; vigila sul funzionamento delle iniziative promosse dal Fondo; predispone il modello organizzativo e gli organici che riterrà necessari al conseguimento degli obiettivi sottoposti all’approvazione dell’Assemblea; approva i costi di amministrazione e funzionamento del Fondo; approva i progetti di formazione; accede ed accetta i finanziamenti pubblici destinati alle attività di competenza del Fondo; provvede alla redazione dei bilanci preventivi e consuntivi del Fondo; nomina il Direttore; nomina il Comitato di Indirizzo; regola il rapporto di lavoro con il personale del Fondo in ogni sua fase ed aspetto, e regola il trattamento economico nell’ambito dei bilanci preventivi approvati dall’Assemblea; approva il regolamento interno del Fondo per la valutazione dei progetti; riferisce all’Assemblea in merito alle proprie delibere; approva il verbale delle proprie riunioni; propone all’Assemblea le modifiche allo statuto ed al regolamento del Fondo. Per la validità delle riunioni del Consiglio di Amministrazione occorre la presenza di

Page 264: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

264

almeno i 3/4 dei componenti. Le relative deliberazioni sono valide se ricevono il voto favorevole di almeno i 3/4 dei presenti.

• COLLEGIO DEI SINDACI: esercita le attribuzioni ed ha i doveri di cui agli articoli 2403, 2404 e 2407 del Codice Civile. Deve comunicare immediatamente all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni. Il Collegio si riunisce ordinariamente una volta a trimestre ed ogni qualvolta il Presidente del Collegio lo ritenga opportuno o quando uno dei Sindaci ne faccia richiesta.

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

Direttore: • svolge tutti i compiti e le funzioni che gli vengono assegnati dal Consiglio di Amministrazione, avvalendosi

all’occorrenza di una struttura composta da lavoratori dipendenti, nonché del supporto di collaborazioni esterne;

• ha la responsabilità della struttura del Fondo e risponde al Consiglio di Amministrazione e, per esso, al Presidente ed al Vice Presidente;

• ha la responsabilità della gestione amministrativo-contabile del Fondo; • predispone trimestralmente, per il Consiglio di Amministrazione, un rapporto tecnico-economico che

evidenzi le attività svolte; • predispone il bilancio preventivo e consuntivo del Fondo, da sottoporre al Consiglio di Amministrazione e

all'approvazione dell'Assemblea; • istruisce i progetti e li sottopone al Consiglio di Amministrazione.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

1. Il Fondo opera sulla base di programmi annuali decisi dal Consiglio di Amministrazione nel rispetto delle procedure previste dallo statuto e dal presente regolamento.

2. Il Consiglio di Amministrazione approva il regolamento concernente i tempi e le procedure per la valutazione dei progetti e l’assegnazione dei finanziamenti, nonché le modalità di rendicontazione e la disciplina degli eventuali cofinanziamenti. Tale regolamento deve essere inviato al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale per la verifica di conformità di cui al comma 2 dell’art.118, della legge 23 dicembre 2000, n.388 e successive modifiche ed integrazioni.

3. Il Fondo provvede a fornire alle imprese ogni informazione necessaria in merito alle forme, ai contenuti, alle modalità, ai tempi ed alle procedure da seguire per l’inoltro delle richieste di finanziamento.

4. Le singole richieste di finanziamento devono essere inoltrate al Fondo, presso la sede sociale, con raccomandata A.R. o mediante consegna a mano documentata. Le richieste sono protocollate secondo l’ordine cronologico di arrivo. I progetti da finanziare devono essere presentati conformemente agli schemi ed alle indicazioni fornite dal Fondo e devono contenere l’indicazione del nominativo del responsabile del progetto.

5. I progetti devono necessariamente indicare le strutture formative di cui si avvale il proponente per la realizzazione della Formazione Continua. Tali strutture devono essere accreditate presso i competenti uffici regionali o corrispondere ai criteri definiti dal Consiglio di Amministrazione, affinché sia garantita ai formandi

Page 265: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

265

la relativa certificazione. 6. Per l’istruttoria, l’esame e la valutazione dei progetti formativi il Consiglio di Amministrazione si avvale di

esperti che operano in collaborazione con la struttura del Fondo. 7. Qualora la documentazione a corredo della richiesta di finanziamento risulti incompleta, il soggetto

interessato viene invitato a provvedere alle necessarie integrazioni entro un congruo termine, pena l’inammissibilità del progetto presentato.

8. Entro 30 giorni dal ricevimento del progetto, i risultati della valutazione tecnica vengono sottoposti al Consiglio di Amministrazione, il quale entro i 15 giorni successivi autorizza o meno, con provvedimento motivato, il finanziamento dell’intervento formativo.

9. Una volta approvati i progetti, i soggetti promotori potranno dare corso alle attività formative, fermo rimanendo quanto previsto dal presente regolamento.

10. L’ammontare dei progetti finanziati corrisponderà, per ogni singolo territorio, alle risorse versate dalle imprese del territorio stesso nella misura di non meno dell’80% dell’ammontare annuo, fermo restando che il finanziamento di ogni singolo progetto dovrà avvenire tenendo conto dell’ammontare dei contributi effettivamente versati dalle singole imprese. Il restante 20% dell’ammontare annuo è destinato al finanziamento e/o al cofinanziamento di progetti finalizzati alla valorizzazione ed al riequilibrio territoriale, settoriale o di interesse strategico per il Fondo, al contributo per le spese di gestione del Fondo e allo svolgimento di azioni di promozione e sostegno delle attività del fondo stesso.

11. Nell’ipotesi in cui un’impresa non utilizzi o impegni interamente la quota annuale a sua disposizione entro 24 mesi, la parte non spesa viene destinata ad altre attività secondo modalità definite dal Consiglio di Amministrazione.

12. L’erogazione dei finanziamenti del Fondo attribuiti ai progetti avviene in due tempi: all’inizio effettivo delle attività formative nella misura del 50% ed il restante 50% entro 30 giorni dalla consegna del rendiconto, che sarà predisposto entro 60 giorni dalla conclusione delle attività formative, secondo modalità predefinite e comprendente una relazione curata dal responsabile del progetto.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Non previste

Page 266: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

266

FORMAZIENDA SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA (Confederazione Nazionale Autonoma Italiana del Commercio, del

Turismo, dei Servizi, delle Professioni e delle Piccole e Medie Imprese - - CONF.S.A.L. (Confederazione Generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori)

SEDE via Olivetti 17, 26013 Crema - tel.0373 472168 fax 0373 472163 SETTORI INTERESSATI lavoratori dipendenti nelle imprese dei comparti commercio, turismo, servizi, professioni e piccole e medie imprese DURATA Illimitata ENTRATE 1. dal contributo integrativo, stabilito dall’art. 25, quarto comma, della legge 21.12.78, n. 845 e successive

modificazioni ed integrazioni, a carico delle aziende che volontariamente aderiscono al Fondo; 2. da finanziamenti pubblici o privati destinati alle finalità del Fondo.

SCOPI FORMAZIENDA” non ha fini di lucro ed opera a favore delle imprese, nonché dei relativi dipendenti dei settori economici del commercio, turismo, servizi, professioni e PMI in una logica di relazioni sindacali ispirata alla qualificazione professionale, allo sviluppo occupazionale ed alla competitività imprenditoriale nel quadro delle politiche stabilite dai contratti collettivi sottoscritti e/o firmati per adesione. All’interno di “FORMAZIENDA” potrà essere prevista un’apposita sezione relativa ai dirigenti. Il Fondo promuove e finanzia – secondo le modalità fissate dall’art. 118 della legge n. 388 del 2000 e successive modificazioni e integrazioni – in tutte le imprese che aderiscono al Fondo piani formativi aziendali, territoriali o settoriali, concordati tra le Parti sociali in coerenza con la programmazione regionale e con le funzioni di indirizzo attribuite in materia al Ministero del Lavoro, della Salute e della Previdenza sociale

ATTIVITA’ Nell’ambito delle attività del Fondo vengono evidenziate, tra le altre, le seguenti priorità: - promuovere e finanziare attività di qualificazione e di riqualificazione per le figure professionali di specifico interesse dei comparti economici, nonché per lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro; - promuovere e finanziare anche azioni individuali di Formazione Continua dei lavoratori dipendenti; - promuovere e finanziare attività di monitoraggio dei fabbisogni formativi e delle attività realizzate; - promuovere e finanziare attività di sostegno ai piani per la Formazione Continua; - promuovere interventi di Formazione Continua sull’igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro per gli aspetti non disciplinati e finanziati dalle specifiche disposizioni in materia.

ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

L’Assemblea è composta in maniera paritetica da 8 membri; 4 in rappresentanza di SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA e 4 in rappresentanza della CONF.S.A.L., firmatari dell’accordo interconfederale. I membri dell’Assemblea durano in carica tre anni, possono essere riconfermati e sono revocabili in ogni momenti da parte dell'Organizzazione di cui sono espressione. Il Consiglio di Amministrazione è costituito da 4 membri, dei quali: 2 designati da SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA e 2 designati dalla CONF.S.A.L.. I componenti il Consiglio sono nominati dall’Assemblea, durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati più volte. Il Consiglio nomina fra i suoi componenti il Presidente e il Vice Presidente. Il Presidente è scelto per la durata in carica del Consiglio, tra i rappresentanti di SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA, su designazione di quest'ultima, mentre il Vice

Page 267: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

267

Presidente è scelto tra i rappresentanti della CONF.S.A.L., su designazione di quest'ultima. Qualora nel corso del mandato il Presidente o il Vice Presidente vengano a decadere, i loro sostituti, nominati dal Consiglio, rispettivamente su designazione delle parti costituenti, durano in carica fino alla scadenza del triennio in corso. Il Collegio dei Sindaci è composto da tre membri effettivi: uno designato da SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA e uno dalla CONF.S.A.L.; il terzo, con funzione di Presidente, è nominato dal Ministero del Lavoro, della Salute e della Previdenza Sociale I componenti del Collegio Sindacale devono essere iscritti all’Albo dei Revisori contabili. Le predette organizzazioni designano inoltre due Sindaci supplenti, uno designato da SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA e uno dalla CONF.S.A.L.. I Sindaci di designazione datoriale e sindacale, sia effettivi che supplenti, sono nominati dall’Assemblea, durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati più volte.

STRUTTURA OPERATIVA La responsabilità operativa del Fondo è affidata ad un Direttore, appositamente nominato dal Consiglio, o a un consigliere appositamente delegato dal Consiglio stesso Il Consiglio di Amministrazione nomina, su designazione delle Parti istitutive, un Comitato di Indirizzo composto da 4 componenti che abbiano specifiche e riconosciute competenze in materia di formazione. Essi durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati

FUNZIONI DEGLI ORGANI

Funzioni dell’Assemblea : - nominare il Consiglio di Amministrazione; - nominare il Collegio dei Sindaci; - definire le linee-guida per l’attuazione degli scopi di cui all’art. 2 dello Statuto; - deliberare in ordine agli eventuali compensi per i membri del Consiglio di amministrazione; - stabilire il compenso per i componenti del Collegio Sindacale per l’intero periodo di durata del mandato; - approvare le modifiche allo Statuto e al Regolamento su proposta unanime dei soci fondatori che dovranno comunque essere sottoposte alla verifica di conformità del Ministero del Lavoro (Legge 388/00 comma 2 art. 118 e successive modificazioni e integrazioni); - delegare al Consiglio o ai singoli Consiglieri il compimento di specifici atti e l’esercizio di determinate funzioni; - provvedere alla approvazione dei bilanci consuntivi e preventivi redatti dal Consiglio di Amministrazione; L’Assemblea si riunisce, di norma, due volte all’anno e, straordinariamente, ogni qualvolta sia richiesto da almeno due terzi dei membri dell’Assemblea o dal Presidente o dal Vice Presidente o dal Collegio Sindacale. La convocazione dell’Assemblea è effettuata dal Presidente mediante raccomandata o tramite fax – contenente luogo, data e ordine del giorno – da inviare a ciascun componente, presso il domicilio indicato, almeno 10 giorni prima della riunione. Nei casi di particolare urgenza la convocazione potrà essere effettuata anche con telegramma, e mail o via fax – da inviare almeno 5 giorni prima della riunione. Le riunioni sono presiedute dal Presidente di “FORMAZIENDA” o in sua assenza dal Vice Presidente. Per la validità delle adunanze dell’assemblea è necessaria la presenza della maggioranza assoluta dei componenti dell’assemblea e le delibere sono valide se ricevono il voto favorevole della maggioranza dei presenti. Per la validità delle adunanze dell’assemblea, per deliberazioni inerenti a nomine, bilanci e provvedimenti di straordinaria amministrazione, è necessaria la presenza di almeno 3 membri di SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA e 3 membri della CONF.S.A.L.. Le delibere sono valide, per materie inerenti a nomine, bilanci e provvedimenti di straordinaria amministrazione, se ricevono il voto favorevole della maggioranza dei presenti. E’ consentito esprimere il voto attraverso delega ad altro membro. Ciascun membro non può esercitare più di due deleghe Al Consiglio spettano i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione per il raggiungimento degli scopi di “FORMAZIENDA”. In particolare il Consiglio ha il compito di:

Page 268: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

268

1. dare attuazione agli indirizzi dell’Assemblea; 2. vigilare sul funzionamento dei servizi tecnici e amministrativi di “FORMAZIENDA”; 3. vigilare sul funzionamento delle iniziative promosse da “FORMAZIENDA”; 4. deliberare il modello organizzativo e gli organici che riterrà necessari al conseguimento degli obiettivi; 5. approvare i costi di amministrazione e di funzionamento del Fondo; 6. redigere i bilanci preventivi e consuntivi da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea; 7. regolare il rapporto di lavoro con il personale di “FORMAZIENDA” in ogni sua fase ed aspetto, e regolarne il

trattamento economico, nell’ambito dei bilanci preventivi approvati dall’Assemblea; 8. deliberare in ordine all’assunzione e al licenziamento del personale necessario per il funzionamento del Fondo; 9. predisporre le modifiche allo Statuto e al Regolamento da sottoporre all’Assemblea; 10. riferire all’Assemblea in merito alle proprie delibere; 11. approvare le procedure di valutazione, tempi ed erogazione del finanziamento e modalità di rendiconto e procedure

di monitoraggio, tenuto conto degli indirizzi dell’Osservatorio per la Formazione Continua e del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali;

12. compiere ogni ulteriore atto delegato dall’Assemblea; 13. adottare le delibere per l’attuazione di quanto previsto al terzo comma dell’art. 2; 14. nominare e revocare il direttore di “FORMAZIENDA”; 15. nominare il Comitato di indirizzo.

Le deliberazioni del Consiglio di Amministrazione saranno assunte con le modalità e le maggioranze Spetta al Presidente:

1. la legale rappresentanza del Fondo; 2. promuovere le convocazioni ordinarie e straordinarie dell’Assemblea e del Consiglio di Amministrazione; 3. presiedere le riunioni del Consiglio di Amministrazione; 4. svolgere gli altri compiti ad esso demandati dal presente Statuto o che gli siano affidati dall’Assemblea o dal

Consiglio di Amministrazione. Spetta al Presidente di concerto con il Vice Presidente:

1. sovrintendere all’applicazione del presente Statuto; 2. dare esecuzione alle deliberazioni degli organi statutari.

Il Vice Presidente affianca il Presidente nell’espletamento delle sue funzioni e lo sostituisce in caso di assenza o impedimento. In caso di urgenza il Presidente e il Vice Presidente in accordo tra loro possono esercitare i poteri del Consiglio di Amministrazione, salvo ratifica del Consiglio stesso che a tal fine deve essere convocato entro i trenta giorni successivi all’adozione dei suddetti provvedimenti. I Sindaci esercitano le attribuzioni ed hanno i doveri di cui agli articoli 2403, 2400 e 2407 del codice civile ed esercitano anche il controllo contabile. Essi devono riferire all’Assemblea le eventuali irregolarità riscontrate durante l’esercizio delle loro funzioni. Il Collegio dei Sindaci esamina i bilanci consuntivi di “FORMAZIENDA” per controllare la corrispondenza delle relative voci alle scritture dei registri contabili. Il Collegio dei Sindaci si riunisce ordinariamente una volta a trimestre ed ogni qualvolta il

Page 269: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

269

Presidente del Collegio stesso lo ritenga opportuno ovvero quando uno dei Sindaci ne faccia richiesta. La convocazione è effettuata dal Presidente del Collegio con avviso scritto almeno 5 giorni prima di quello fissato per la riunione. In caso di urgenza, il termine per la convocazione può essere ridotto e la convocazione stessa può avvenire anche telegraficamente o con qualsiasi altro mezzo. Gli avvisi devono contenere l’indicazione del luogo, giorno ed ora della riunione e gli argomenti da trattare.

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

Il Direttore in particolare: - svolge tutti i compiti e le funzioni che gli vengono assegnati dal Consiglio di Amministrazione; per l’espletamento di tali compiti e funzioni può avvalersi di una struttura composta da lavoratori dipendenti, nonché del supporto di collaborazioni esterne; - ha la responsabilità della struttura del Fondo e risponde al Consiglio di Amministrazione e, per esso al Presidente ed al Vice Presidente; - predispone trimestralmente, per il Consiglio di Amministrazione, un rapporto tecnico-economico che evidenzi le attività svolte; - predispone la bozza di bilancio preventivo e consuntivo del Fondo da sottoporre al Consiglio di Amministrazione e all’approvazione dell’Assemblea Il Comitato elegge al proprio interno un coordinatore che indice e presiede le riunioni e funge da raccordo con gli organi del Fondo e con il Direttore. Alle riunioni del Comitato possono partecipare il Presidente ed il Vice Presidente del Fondo, nonché il Direttore. Il Comitato di Indirizzo, in coerenza con la programmazione regionale e territoriale e con le funzioni di indirizzo esercitate dal Ministero del lavoro, della salute e della previdenza sociale in materia di Formazione Continua, propone al Consiglio di Amministrazione:

1. linee strategiche e programmi annuali di attività; 2. linee strategiche e programmi di ulteriori iniziative e progetti ritenuti utili al conseguimento degli scopi statutari del

Fondo. Il comitato si riunisce su iniziativa del coordinatore mediante convocazione scritta. Il Presidente, il Vice Presidente ed il Consiglio di Amministrazione possono richiedere la convocazione del Comitato.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

1. Il Fondo opera sulla base di programmi annuali decisi dal Consiglio di Amministrazione nel rispetto delle procedure previste dallo statuto e dal presente regolamento.

2. Il Consiglio di Amministrazione approva il regolamento concernente i tempi e le procedure per la valutazione dei progetti e l’assegnazione dei finanziamenti, nonché le modalità di rendicontazione e la disciplina degli eventuali cofinanziamenti. Tale regolamento deve essere inviato al Ministero del Lavoro, della Salute e della Previdenza sociale per la verifica di conformità di cui al comma 2 dell’art.118, della legge 23 dicembre 2000, n.388 e successive modifiche ed integrazioni.

3. Il Fondo provvede a fornire alle imprese ogni informazione necessaria in merito alle forme, ai contenuti, alle

Page 270: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

270

modalità, ai tempi ed alle procedure da seguire per l’inoltro delle richieste di finanziamento. 4. Le singole richieste di finanziamento devono essere inoltrate al Fondo, presso la sede sociale, con raccomandata

A.R. o mediante consegna a mano documentata. Le richieste sono protocollate secondo l’ordine cronologico di arrivo. I progetti da finanziare devono essere presentati conformemente agli schemi ed alle indicazioni fornite dal Fondo e devono contenere l’indicazione del nominativo del responsabile del progetto.

5. I progetti devono necessariamente indicare le strutture formative di cui si avvale il proponente per la realizzazione della Formazione Continua. Tali strutture devono essere accreditate presso i competenti uffici regionali o corrispondere ai criteri definiti dal Consiglio di Amministrazione, affinché sia garantita ai formandi la relativa certificazione.

6. Per l’istruttoria, l’esame e la valutazione dei progetti formativi il Consiglio di Amministrazione si può avvalere di esperti che operano in collaborazione con la struttura del Fondo.

7. Qualora la documentazione a corredo della richiesta di finanziamento risulti incompleta, il soggetto interessato viene invitato a provvedere alle necessarie integrazioni entro un congruo termine, pena l’inammissibilità del progetto presentato.

8. Entro 30 giorni dal ricevimento del progetto, i risultati della valutazione tecnica vengono sottoposti al Consiglio di Amministrazione, il quale entro i 15 giorni successivi autorizza o meno, con provvedimento motivato, il finanziamento dell’intervento formativo.

9. Una volta approvati i progetti, i soggetti promotori potranno dare corso alle attività formative, fermo rimanendo quanto previsto dal presente regolamento.

10. L’ammontare dei progetti finanziati corrisponderà, per ogni singolo territorio, alle risorse versate dalle imprese del territorio stesso nella misura di non meno dell’80% dell’ammontare annuo, fermo restando che il finanziamento di ogni singolo progetto dovrà avvenire tenendo conto dell’ammontare dei contributi effettivamente versati dalle singole imprese. Il restante 20% dell’ammontare annuo è destinato al finanziamento e/o al cofinanziamento di progetti finalizzati alla valorizzazione ed al riequilibrio territoriale, settoriale o di interesse strategico per il Fondo, al contributo per le spese di gestione del Fondo e allo svolgimento di azioni di promozione e sostegno delle attività del fondo stesso.

11. Nell’ipotesi in cui un’impresa non utilizzi o impegni interamente la quota annuale a sua disposizione entro 24 mesi, la parte non spesa viene destinata ad altre attività secondo modalità definite dal Consiglio di Amministrazione.

12. L’erogazione dei finanziamenti del Fondo attribuiti ai progetti avviene in due tempi: all’inizio effettivo delle attività formative nella misura del 50% ed il restante 50% entro 30 giorni dalla consegna del rendiconto, che sarà predisposto entro 60 giorni dalla conclusione delle attività formative, secondo modalità predefinite e comprendente una relazione curata dal responsabile del progetto

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Il Fondo può articolare la propria attività su base regionale o territoriale, secondo le specificità dei singoli comparti. E’ prevista nell’organigramma funzionale una specifica area Sviluppo articolazioni territoriali

Page 271: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

271

FONDO BANCHE ASSICURAZIONI

ABI –ANIA – CGIL –CISL - UIL

SEDE Lungotevere dei Mellini 17 - 00193 Roma Tel. 06 3264831 - Fax 06 3264838 [email protected] SETTORI INTERESSATI dipendenti dei datori di lavoro operanti nei settori del credito e delle assicurazioni, che aderiscono al Fondo ai sensi

dell’art. 4 del presente Statuto. Al Fondo possono altresì aderire i datori di lavoro operanti in altri settori economici. DURATA Illimitata ENTRATE il Fondo Banche Assicurazioni è finanziato:

a) dal contributo integrativo, stabilito dall'art. 25, quarto comma, della Legge 845 del 21 dicembre 1978 e successive modificazioni ed integrazioni, a carico delle aziende che volontariamente aderiscono al Fondo; b) da finanziamenti pubblici destinati alle finalità del Fondo in forza di provvedimenti normativi o determinazioni ministeriali; c) da eventuali altri finanziamenti pubblici e privati; d) da apporti finanziari che, a qualsiasi titolo, vengano destinati al Fondo.

SCOPI Il Fondo non ha fini di lucro e opera in favore delle imprese aderenti al Fondo e dei loro dipendenti, al fine di favorire la qualificazione professionale dei lavoratori, lo sviluppo occupazionale e la competitività delle imprese, nel quadro delle politiche stabilite dai contratti collettivi sottoscritti tra le Parti Sociali. All’interno del Fondo operano due Comitati di comparto, ciascuno per le attività tipiche relative ai settori: a) creditizio-finanziario; b) assicurativo. Potranno essere costituiti altri comparti. Il Fondo promuove e finanzia, secondo quanto stabilito dall' art. 118, Legge 388 del 23 dicembre 2000 e successive modificazioni ed integrazioni, piani formativi aziendali, territoriali, settoriali, individuali, concordati tra le Parti Sociali. Il funzionamento del Fondo è disciplinato dal Regolamento. Nel finanziare i piani formativi il Fondo si attiene a criteri mutualistici e di ridistribuzione alle aziende anche in relazione all’apporto contributivo da queste versate. Il Fondo promuove inoltre ogni altra attività necessaria allo sviluppo della formazione professionale continua, in coerenza con i propri compiti istituzionali. Il Fondo potrà altresì svolgere ulteriori compiti allo stesso affidati dalle Parti Sociali di riferimento.

ATTIVITA’ Il Fondo, nell’ambito delle proprie linee strategiche di programmazione formativa, promuove, approva e finanzia – in base a quanto stabilito all’art. 118 della legge 388 del 23.12.2000 e successive modifiche – piani formativi aziendali, territoriali, settoriali o individuali, concordati tra l e Parti. 2.- Nell’ambito delle attività del Fondo vengono evidenziate, tra le altre, le seguenti: a) promuovere, approvare e finanziare attività di qualificazione e di riqualificazione per figure professionali di specifico interesse dei datori di lavoro iscritti al Fondo e dei lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro; b) promuovere, approvare e finanziare anche azioni individuali di Formazione Continua dei lavoratori dipendenti; c) promuovere, approvare e finanziare azioni propedeutiche ai piani formativi;

Page 272: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

272

d) favorire le pari opportunità promuovendo, approvando e finanziando la formazione volta alla realizzazione di azioni positive; e) favorire interventi formativi volti alla qualificazione e riqualificazione dei lavoratori “over 45”.

ORGANI, COMPOSIZIONE E DURATA

L'Assemblea è composta in maniera paritetica da 18 membri; 9 in rappresentanza delle Associazioni dei datori di lavoro e 9 in rappresentanza delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori di cui all'art. 1, comma 1. Dei 18 membri, 6 sono designati da ABI, 3 dall'ANIA, e 3 dalla CGIL, 3 dalla CISL, 3 dalla UIL. I membri dell'Assemblea durano in carica cinque anni e possono essere riconfermati. Ciascuna Associazione e Organizzazione di cui sopra può sostituire i membri da essa designati – anche prima della scadenza del termine – per dimissioni, anche interne all’Associazione o all’Organizzazione, per revoca, oppure per giustificati motivi esplicitati dalla designante stessa e approvati dall'assemblea del Fondo; a tale scopo l’ente designante deve darne comunicazione scritta al Presidente del Fondo che provvede alla relativa convocazione dell'Assemblea. Il Consiglio d’Amministrazione è costituito da 12 membri, dei quali: 4 designati dall'ABI; 2 dall'ANIA; 2 da Cgil; 2 da Cisl; 2 da Uil. I componenti il Consiglio sono nominati dall'Assemblea, con la maggioranza dei due terzi dei propri membri, durano in carica 4 (quattro) anni e possono essere riconfermati più volte. Qualora venga revocato il mandato ad un membro del Consiglio d’Amministrazione da parte dell'Associazione o dell’Organizzazione che lo ha designato, quest'ultima ne darà comunicazione all'Assemblea per i conseguenti adempimenti. La stessa procedura si applica in caso di dimissioni. Il Consiglio nomina fra i suoi componenti il Presidente ed il Vice Presidente, che durano in carica un quadriennio, su designazione il primo delle Associazioni Datoriali (in alternanza tra ABI e ANIA) ed il secondo delle OO.SS.LL. Qualora nel corso del mandato il Presidente o il Vice Presidente vengano sostituiti, i loro sostituti, nominati dal Consiglio, durano in carica fino alla scadenza del quadriennio in corso. Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da tre membri effettivi: uno designato dalle Associazioni Datoriali e uno dalle OO.SS.LL. di cui all'art. 1; il terzo, con funzione di Presidente, è nominato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. I componenti del Collegio dei Revisori dei Conti devono essere iscritti all'Albo dei Revisori contabili. 3.- Le predette Organizzazioni Datoriali e Sindacali designano inoltre due Revisori dei Conti supplenti, uno per parte, destinati a sostituire i Revisori effettivi eventualmente assenti per cause di forza maggiore. 4.- I Revisori di designazione datoriale e sindacale, sia effettivi che supplenti, sono nominati dall'Assemblea con la maggioranza dei due terzi dei presenti, durano in carica 4 anni e possono essere riconfermati più volte.

STRUTTURA OPERATIVA All'attività del Fondo è preposto un Direttore, il quale esegue le deliberazioni degli organi sociali del Fondo ed ha la responsabilità di gestire l'attività amministrativa, contabile ed operativa dei servizi del Fondo, in coerenza con le disposizioni di legge e in attuazione delle direttive del Consiglio al quale risponde. Il Direttore esercita anche le funzioni previste dal Regolamento.

Page 273: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

273

Nell’ambito della struttura del Fondo, sono istituiti i Comitati di Comparto, organismi tecnico consultivi coadiuvanti – nell’analisi e nella valutazione dei piani formativi – l’attività del C.d.A.. Ciascun Comitato di Comparto è composto da sei membri aventi specifiche competenze in materia di formazione, la metà dei quali designati dall’Associazione datoriale del comparto e la restante metà dalle Organizzazioni Sindacali di categoria del comparto stesso, aderenti ai fondatori del Fondo. I Comitati di Comparto sono strutturati su base nazionale

FUNZIONI DEGLI ORGANI

Spetta all'Assemblea: a) nominare il Consiglio d’Amministrazione; b) nominare il Collegio dei Revisori dei Conti; c) definire le linee-guida per l'attuazione degli scopi di cui all'art. 2 dello Statuto; d) deliberare in ordine all'eventuale compenso per gli amministratori, i Revisori dei Conti, i componenti i Comitati di comparto; e) deliberare sull'ammissione di nuove Associazioni e Organizzazioni alla stregua dei fondatori; f) deliberare in merito alla cessazione dello stato di fondatore; g) approvare le modifiche allo Statuto e al Regolamento proposte dal Consiglio d’Amministrazione, sentito il parere dei fondatori; h) delegare al Consiglio o a singoli Consiglieri il compimento di specifici atti e l'esercizio di determinate funzioni; i) provvedere alla approvazione dei bilanci consuntivi e preventivi redatti dal Consiglio d’Amministrazione; j) deliberare sul modello organizzativo e gli organici del Fondo; k) deliberare su ogni altro oggetto sottoposto all'Assemblea dal Consiglio d’Amministrazione; l) deliberare in merito alla sostituzione dei componenti dell'Assemblea, in relazione a quanto previsto dall'art. 7, quarto comma, e dei componenti del Consiglio, secondo quanto previsto dall'art. 8, terzo comma. 7.- L'Assemblea si riunisce ordinariamente almeno due volte all'anno e, straordinariamente, ogni qualvolta sia necessario, mediante convocazione del Presidente o, in sua vece, del Vice Presidente, nei casi di assenza, impedimento o inerzia del primo. L’assemblea deve essere altresì convocata quando ne facciano richiesta almeno due terzi dei membri dell'Assemblea stessa o il Collegio dei Revisori dei Conti. 8.- La convocazione dell'Assemblea è effettuata dal Presidente mediante raccomandata, fax o e-mail, contenente luogo, data e ordine del giorno da inviare a ciascun componente, presso l’indirizzo dagli stessi indicato, almeno 20 (venti) giorni prima della riunione. Nei casi di particolare urgenza la convocazione potrà essere effettuata anche con telegramma, via fax o tramite e-mail, da inviare almeno 5 (cinque) giorni prima della riunione. 9.- Le riunioni sono presiedute dal Presidente del Fondo o in sua assenza o impedimento dal Vice Presidente. Per la validità delle adunanze dell'Assemblea è necessaria la presenza della metà più uno dei suoi componenti. 10 L’Assemblea può anche svolgersi per teleconferenza o videoconferenza, a condizione che sia rispettato il metodo collegiale e che le eventuali deleghe per la rappresentanza pervengano al Presidente prima dell’adunanza, anche a mezzo fax o posta elettronica. 11.- Le delibere dell’Assemblea sono valide se ricevono il voto favorevole della maggioranza semplice dei presenti. Per

Page 274: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

274

le delibere relative alle lettere a), b), e), f), g), i) e l) del sesto comma del presente articolo, si richiede la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti l'Assemblea, tanto per la costituzione che per la deliberazione; per le delibere di cui alla lett. g) è, altresì, necessaria la presenza di almeno un rappresentante di ciascuno degli associati fondatori ed il voto unanime dei partecipanti. 12.- In via eccezionale è consentito esprimere il voto attraverso delega ad altro membro. Ciascun membro non può esercitare più di due deleghe Al Consiglio spettano i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione per il raggiungimento degli scopi del Fondo. Il Consiglio ha il compito di: a) dare attuazione agli indirizzi formulati dall'Assemblea; b) vigilare sullo svolgimento dei servizi tecnici e amministrativi del Fondo; c) vigilare sul funzionamento delle iniziative promosse dal Fondo; d) predisporre il modello organizzativo e gli organici che riterrà necessari in ordine al conseguimento degli obiettivi sottoponendoli all'approvazione dell'Assemblea; e) deliberare sui costi di amministrazione e di funzionamento del Fondo; f) redigere i bilanci preventivi e consuntivi da sottoporre all'approvazione dell'Assemblea; g) regolare il rapporto di lavoro con il personale del Fondo in ogni sua fase ed aspetto e determinare il trattamento economico del medesimo personale, incluso il Direttore, nell'ambito dei bilanci preventivi approvati dall'Assemblea; h) deliberare in ordine all'assunzione e al licenziamento del personale necessario per il funzionamento del Fondo e riguardo alla nomina e alla revoca del Direttore; i) predisporre le modifiche dello Statuto e del Regolamento da sottoporre all'Assemblea; j) formulare indirizzi generali e linee guida relative alla valutazione, ripartizione e assegnazione dei finanziamenti e modalità di rendiconto, restituzione delle risorse da parte dei soggetti interessati in caso di mancato utilizzo delle stesse e ogni altro aspetto relativo alle procedure da seguire; k) deliberare sull’approvazione dei piani da finanziare previo parere del comitato di comparto di riferimento; l) riferire all'Assemblea in merito alle proprie delibere; m) approvare i verbali delle proprie riunioni; n) compiere ogni ulteriore atto delegato dall'Assemblea; o) sottoporre all'approvazione dell'Assemblea le proposte di nuove attività; p) esaminare i ricorsi inoltrati dai soggetti interessati riguardo ai piani per i quali non è stata concessa l'autorizzazione al finanziamento; q) adottare ogni altra delibera necessaria per l'attuazione di quanto previsto all’art. 2. 5.- Per lo svolgimento dei propri compiti il Consiglio potrà avvalersi di specifiche consulenze tecniche di esperti esterni al Fondo. Al Presidente spetta:

la legale rappresentanza del Fondo; promuovere le convocazioni ordinarie e straordinarie dell'Assemblea e del Consiglio d’Amministrazione;

Page 275: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

275

presiedere le riunioni del Consiglio d’Amministrazione; sovrintendere all'applicazione del presente Statuto; dare esecuzione alle deliberazioni degli organi statutari; svolgere gli altri compiti ad esso demandati dal presente Statuto o che gli sianoaffidati dall'Assemblea o dal

Consiglio d’Amministrazione. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente nell'espletamento delle sue funzioni e lo sostituisce in caso di

assenza, revoca, dimissioni, impedimento e in tutti i casi di temporanea vacanza della carica. In caso di urgenza il Presidente e il Vice Presidente in accordo tra loro possono esercitare i poteri del

Consiglio d’Amministrazione, salvo ratifica da parte diquest’ultimo degli atti provvisoriamente compiuti. A tal fine il Consiglio deve essere convocato entro i 30 (trenta) giorni successivi all'adozione dei suddettiprovvedimenti.

Il Collegio dei Revisori dei Conti esamina i bilanci consuntivi del Fondo per controllare la corrispondenza delle relative voci alle scritture dei registri contabili. Il Collegio si riunisce ordinariamente una volta a trimestre, ed ogni qual volta il Presidente del Collegio stesso lo ritenga opportuno ovvero quando uno dei Revisori ne faccia richiesta. La convocazione è effettuata dal Presidente del Collegio tramite raccomandata, fax o e-mail almeno 5 (cinque) giorni prima di quello fissato per la riunione. In caso di urgenza, il termine per la convocazione può essere ridotto e la convocazione stessa può avvenire con qualsiasi mezzo giuridicamente idoneo. Gli avvisi devono contenere l'indicazione del luogo, giorno ed ora della riunione e gli argomenti da trattare.

FUNZIONI DELLA STRUTTURA OPERATIVA

Il Direttore svolge tutti i compiti e le funzioni che gli vengono assegnati dal Consiglio d’Amministrazione; Per l’espletamento di tali compiti e funzioni può avvalersi del supporto di collaborazioni esterne; predispone trimestralmente per il Consiglio d’Amministrazione, un rapporto tecnico-economico che evidenzi le attività svolte; predispone il bilancio preventivo e consuntivo del Fondo da sottoporre al Consiglio d’Amministrazione e all’approvazione dell’Assemblea; assiste il Consiglio d’Amministrazione nello svolgimento delle sue funzioni. Nella sua attività il Direttore è coadiuvato da un Comitato di coordinamento composto dai responsabili dei settori nei quali si articola la struttura organizzativa del Fondo. Ciascun Comitato di Comparto si esprime su: a) la valutazione tecnica dei piani formativi presentati dai datori di lavoro iscritti al Fondo, ai sensi dell’articolo 8, comma 4, lettera k) dello Statuto; tale valutazione deve risultare da appositi verbali sottoscritti dal coordinatore riportanti le motivazioni analitiche delle valutazioni stesse; b) le procedure relative agli oggetti di cui all’art. 8, comma 4, lettera j) dello Statuto; c) ogni altra funzione demandata ai Comitati di Comparto dal Consiglio.

CRITERIO DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE E PROCEDURE

Il Fondo provvede a fornire alle imprese ogni informativa necessaria in merito a forme, contenuti, modalità e procedure da seguire per la presentazione dei piani formativi. 2.- Le modalità di erogazione del finanziamento sono definite, ai sensi dell’art. 2, quinto comma dello Statuto, anche in relazione all’apporto contributivo conferito da ciascun soggetto aderente. La documentazione delle spese è regolata nel

Page 276: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

276

rispetto di criteri che garantiscano pari condizioni d’accesso e massima rapidità e semplicità. 3.- I piani formativi devono esser fatti pervenire presso la sede del Fondo mediante sistemi di ricezione certa (raccomandata a.r., consegna a mano documentata, o altri equipollenti). I piani da finanziare devono essere presentati secondo gli schemi e/o indicazioni fornite dal Fondo e devono contenere l’indicazione del nominativo del responsabile del piano formativo. 4.- Il Fondo provvede ad effettuare l’esame formale delle richieste, verificando la completezza della documentazione inoltrata. Qualora sia riscontrata l’incompletezza, l’inesattezza o, comunque, l’irregolarità della documentazione, ne viene data tempestiva comunicazione al soggetto interessato, che deve integrarla nel termine di 30 giorni dalla comunicazione inviatagli. 5.- Il piano presentato viene successivamente esaminato dal Comitato di Comparto che esprime apposito parere tecnico sull’approvazione o sul rigetto del finanziamento, redigendo verbale indirizzato al Consiglio d’Amministrazione. 6.- I piani presentati dalle imprese non afferenti a uno dei due comparti del Fondo (di cui alle lettere a e b dell’art. 2, comma 3, dello Statuto), saranno esaminati, sempre in conformità delle procedure ordinarie previste, da un nucleo di valutazione composto dai coordinatori e vice coordinatori, o loro delegati, dei due Comitati di Comparto. Tale nucleo, composto da quattro membri, sarà presieduto dal Coordinatore del Comitato di Comparto del credito, coadiuvato dal Vice Coordinatore indicato dalle organizzazioni sindacali. 7.- Il Consiglio d’Amministrazione, sulla scorta delle attività di cui ai precedenti commi, delibera sul finanziamento. In caso di rigetto, i soggetti interessati possono proporre reclamo innanzi al Consiglio medesimo, con istanza motivata da inviare – nei modi di ricezione certa di cui al terzo comma – entro i 30 (trenta) giorni successivi al ricevimento della comunicazione di rigetto. Sull’istanza il Consiglio d’Amministrazione delibera a maggioranza qualificata dei due terzi. 8.- I presentatori che hanno ottenuto il finanziamento, entro 60 (sessanta) giorni dalla conclusione dell’attività formativa predispongono un rendiconto del progetto realizzato, da redigere secondo modalità predefinite e contenente la relazione del responsabile del progetto. L’erogazione a saldo dei finanziamenti previsti da parte del Fondo avverrà entro 30 (trenta) giorni dalla consegna del rendiconto. 9.- Per il finanziamento dei piani formativi, il Consiglio d’Amministrazione dispone di una quota di risorse destinate annualmente al Fondo al netto della quota per le spese di funzionamento del Fondo stesso, di cui al precedente art. 1, comma 4.

ARTICOLAZIONI REGIONALI

Non espressamente previste

Page 277: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

277

Appendice n. 9 - Estratto da Guida alla gestione e rendicontazione di Fondimpresa riferita al Conto Formativo

Page 278: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

278

Page 279: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

279

Page 280: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

280

Page 281: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

281

Appendice n. 10 - Le principali comunicazioni tra il soggetto attuatore e fondimpresa nell’ambito dell’avviso 1/09

Page 282: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

282

Page 283: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

283

Page 284: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

284

Appendice n. 11 - Estratto dal Manuale per la Gestione tecnico amministrativa rendicontuale delle attività previste dai piani di F.C. finanziate dal Fondo Formazione PMI

------- segue

Page 285: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

285

Page 286: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato
Page 287: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

287

Riferimenti Bibliografici Angotti R., Frigo F. 2004 Monitoraggio e valutazione degli investimenti pubblici e privati in Formazione

Continua, in Olivetti P., Tiraboschi M., “Il diritto del mercato del lavoro dopo la riforma Biagi. Intermediazione pubblica e privata, regimi di autorizzazione e accreditamento, borsa del lavoro, tutele del lavoratore sul mercato”, Giuffrè Editore, Milano.

Bulgarelli A. 2004 Verso una strategia di lifelong learning: stato dell’arte ed evoluzione delle politiche

di Formazione Continua in Italia, in Diritto delle Relazioni Industriali, numero 1/XIV-2004, Giuffrè Editore, Milano, pp.3-14.

Cester C. 2003 Il futuro degli Enti Bilaterali: collaborazione ed antagonismo alla prova della

riforma del mercato del lavoro, in Lavoro e Diritto, numero 2, pp. 221-218. Cinelli M. 2008 Diritto della previdenza Sociale, Giappichelli Editore. Commissione delle Comunità europee 2000 Memorandum sull’Istruzione e la Formazione Permanente, Bruxelles. Croce A., Montanino A. 2006 Selezione dei lavoratori nei processi formativi e ruolo delle politiche pubbliche, in

Montanino A. (a cura di), Temi e strumenti per la Formazione Continua, Rubettino Editore, Soveria Manelli.

Cugini A. 2004 Dalla concertazione alla bilateralità: i Fondi Interprofessionali e la Formazione

Continua, in Diritto delle Relazioni Industriali, n. 1/XIV, Giuffrè Editore, Milano.

De Lellis A., Lion C. 2006 La contrattazione della Formazione Continua, in Montanino A. (a cura di),

Temi e strumenti per la Formazione Continua, Rubettino Editore, Soveria Manelli.

Page 288: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

288

Delors J.(a cura di) 1993 Libro Bianco su Crescita competitività, occupazione: le sfide e le vie da percorrere

per entrare ne XXI secolo. Delsen L. 2007 Istruzione e formazione: da beni di Consumo a capitali di investimento, in Diritto

delle relazioni Industriali, numero 1/XVII, pp.21-30, Giuffrè Editore, Milano.

Emanuele M. 2006 Recenti profili di regolamentazione dei Fondi Interprofessionali, in Diritto delle

Relazioni Industriali, numero 2/XVI, pp. 516-523, Giuffrè Editore, Milano.

Fiorentino P. 2006 Il sistema di governance dei fondi interprofessionali tra stato e mercato, Il sole 24

ore Pirola. Frigo F. e Lindo W. 1999 Le "Buone Pratiche" nella Formazione Continua, Osservatorio Isfol, Anno

XX n. 4. Frigo F., 2000 La Formazione Continua, in C. Montedoro (a cura di) La Formazione verso

il terzo Millennio Finalità,strumenti e metodologie di intervento, SEAM, Roma. Frigo F., Vaccaro S. (a cura di) 2004 La Formazione Continua nella Contrattazione collettiva, Isfol, I Libri del

Fondo Sociale Europeo, Roma. Garofalo D. 2008 La riforma degli ammortizzatori sociali: l'ipotesi "neocostituzionalista”, in

Working Paper Adapt, n. 63. Grelli F., Nobili D., Premutico D. 2005 Spagna e Francia: due interventi di riforma degli strumenti di promozione e sostegno

della Formazione Continua, Osservatorio Isfol, Anno XXVI n.6.

Page 289: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

289

Isfol 2008 Rapporto Isfol 2008, Rubettino Editore. Lai M. 2006 Appunti sulla bilateralità, in Diritto delle Relazioni Industriali, numero

4/XVI, pp. 1020-1042, Giuffrè Editore, Milano. Leon P. 2004 Elementi di scenario macroeconomico e la domanda di Formazione Continua a

medio e lungo periodo, Convegno “I nuovi scenari di Programmazione della Formazione Continua per le Imprese e le Persone” 5-6 Febbraio, Modena.

Mattioli P. 2008 Uno sguardo d’insieme sulla Formazione Continua e l’apprendimento permanente

in Italia, in Formamente, anno 4, n.1, pp. 4-6. Meo V. 2002 Il piano formativo aziendale, settoriale e territoriale nelle politiche pubbliche di

promozione della Formazione Continua, Osservatorio Isfol, Anno XXIII n. 6 MLPS-Isfol 2008 La Formazione Continua in Italia, Rapporto 2006 La Formazione Continua in Italia, Rapporto 2004 La Formazione Continua in Italia, Rapporto 2001 La Formazione Continua in Italia, Rapporto MLPS 2004 Follow-Up della Risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea sul Lifelong

Learning, in Formazione ed Orientamento Professionale, anno 5, numero speciale 1-2.

Nobili D., Premutico D. 2006 Lo sviluppo degli elementi di concorrenzialità tra i Fondi Paritetici

Interprofessionali, in Montanino A. (a cura di), Temi e strumenti per la Formazione Continua, Rubettino Editore, Soveria Manelli.

Nobili D. 2008 Dallo start-up alla fase a regime: alcuni dati di sintesi sui Fondi

Paritetici Interprofessionali, in Formamente, anno 4, numero 1.

Page 290: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

290

Pellegrini C., Vaccaro S. 2006 La contrattazione della Formazione Continua, in A. Montanino (a cura di),

Temi e strumenti per la Formazione Continua, Rubettino Editore, Soveria Manelli.

Persiani M. 2007 Diritto della Previdenza Sociale, CEDAM Scagliarini S. 2005 La formazione professionale fra Stato e Regioni: alcuni importanti chiarimenti, in

Diritto delle Relazioni Industriali n. 3, pp. 822 e seguenti. Uccello S. 2004 Formazione: il rebus dei Fondi, in Il Sole 24 Ore del 28 settembre 2004, p. 25. Vaccaro S., Richini P. 2006 I sistemi di sviluppo delle competenze dei lavoratori in Francia, Spagna e

Inghilterra: un confronto con il sistema italiano di Formazione Continua , Osservatorio Isfol, Anno XXVII n. 1/2.

Frigo F.,Vaccaro F. (a cura di) 2002 La Formazione Continua nella Contrattazione collettiva, Collana i libri del

Fondo Sociale Europeo Bulgarelli A. 2004 Verso una strategia di Life Long Learning: stato dell’arte e evoluzione delle

politiche di Formazione Continua in Italia, Diritto delle Relazioni Industriali, n.1/XIV, 2004, Giuffrè editore, Milano.

Leon P. 2004 Elementi di scenario macro economico e la domanda di Formazione Continua a

medio e lungo periodo, Convegno “I nuovi scenari di Programmazione della Formazione Continua per Imprese e Lavoratori, 5-6 febbraio 2004, Modena.

Page 291: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

291

Riferimenti normativi Legge 21 dicembre 1978, n. 845, “Legge-quadro in materia di formazione professionale”. Legge 24 giugno 1997, n. 196, “Norme in materia di promozione dell’occupazione”. Legge 23 dicembre 2000, n. 388, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001). Legge 27 dicembre 2002, n. 289, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2003). Legge 30 dicembre 2004, n. 311, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005). Legge 8 marzo del 2000, n. 53, “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e il coordinamento dei tempi delle città Legge 19 luglio 1993, n. 236, “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, recante interventi urgenti a sostegno dell'occupazione”. Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, "Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche". Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276, “Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30”. Circolare del MLPS n. 36 del 18 novembre 2003, “Criteri e modalità per la gestione delle risorse finanziarie di cui ai commi 10 e 12 lettera b) dell’articolo 118 della legge 23 dicembre 2000 n. 388 (legge finanziaria 2001) e successive modificazioni”. MLPS, “Linee Guida per il sistema di monitoraggio dei Fondi paritetici interprofessionali per la Formazione Continua”, 2 aprile 2004.

Page 292: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

292

Decreto Interministeriale (MLPS e Ministero dell’Economia e delle Finanze) 23 aprile 2003. MLPS, Decreto Direttoriale n. 148 del 24 giugno 2003. MLPS, Decreto Direttoriale n. 351 del 25 novembre 2003. MLPS, Decreto Direttoriale n. 133 del 26 maggio 2004. Documento di lavoro del MLPS, “Indicazioni per l’elaborazione dei Piani Operativi di Attività dei Fondi Paritetici Interprofessionali”. Circolare Inps n. 71 del 2 aprile 2003, Fondi Interprofessionali per la Formazione Continua. Modifiche alla precedente disciplina. Istruzioni contabili. Variazioni al Piano dei Conti - Natura, caratteristiche e modalità di adesione ai Fondi istituiti ai sensi della legge n. 388/2000”. Circolare n. 67 del 24 maggio 2005, Sintesi delle principali innovazioni introdotte sulla materia delle disposizioni della legge finanziaria per l’anno 2005. Accordo Interconfederale 23 luglio 1993, “Politica dei redditi e dell’occupazione”. Accordo Interconfederale 24 settembre 1996, “Patto per il Lavoro”. Accordo Interconfederale 22 dicembre 1998, “Patto Sociale per lo Sviluppo e l’Occupazione”. Accordo Tripartito sulla Formazione Continua del 17 aprile 2007.

Page 293: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

NOTE

Page 294: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

NOTE

Page 295: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

NOTE

Page 296: I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema umbro ... · Il progetto “I Fondi Paritetici Interprofessionali nel sistema regionale della formazione continua” è stato realizzato

Agenzia Umbria RicercheVia Mario Angeloni, 80/A

Tel. 075.5045805 - Fax 075.5002905www.aur-umbria.it