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I FISICI E IL RISORGIMENTO Nadia Robotti Dipartimento di Fisica - Università di Genova XCVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Fisica XCVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Fisica L’Aquila, 26-30 settembre 2011

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I FISICI E IL RISORGIMENTO

Nadia RobottiDipartimento di Fisica - Università di Genova

XCVII Congresso Nazionale della Società Italiana di FisicaXCVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Fisica L’Aquila, 26-30 settembre 2011

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Quest’anno ricorre il 150° anniversario dell’Unità d’Italia

Come contributo alle celebrazioni di questa data importante,nell’ambito del Congresso della Società Italiana di Fisica,nell ambito del Congresso della Società Italiana di Fisica,parleremo dei rapporti intercorsi tra i Fisici Italianidell’Ottocento e il Risorgimento.

Infatti vi è stato, seppur in modi e in tempi diversi, uncoinvolgimento generale dei nostri Fisici nelle vicendecoinvolgimento generale dei nostri Fisici nelle vicendeRisorgimentali, che ha riguardato l’insieme degli Stati in cuiera allora suddivisa l’Italia.

In questa relazione, sulla base di documenti d’archivio, oltreche di testi d’epoca cercheremo di ricostr ire le linee generaliche di testi d’epoca, cercheremo di ricostruire le linee generalidi questi rapporti nel periodo tra il 1815 (Congresso diVienna) e il 1861 (Regno d’Italia).Vienna) e il 1861 (Regno d Italia).

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In particolare, affronteremo i seguenti temi * :

1. La Fisica Italiana nell’Ottocento2 I Fisici patrioti2. I Fisici patrioti3. Le Riunioni degli Scienziati Italiani (1839-1847)4. I Fisici alla Guerra (1848-1859)( )5. I Fisici in Parlamento (1860-1861)6. Conclusioni

* M.Leone, A.Paoletti, N.Robotti, “I Fisici e il Risorgimento”, Il Nuovo Saggiatore, 27, 2011.

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1. La Fisica Italiana nell’Ottocento

Nell’Ottocento la figura del Fisico appare ben definita dalpunto di vista istituzionale. In genere si trattava di Professoriuniversitari su cattedre di Fisica la cui denominazione primauniversitari, su cattedre di Fisica, la cui denominazione, primadell’Unità d’Italia, variava fortemente a seconda dello Stato (da“Fisica Sublime”, “Fisica teorico-sperimentale”, a “Fisicas c Sub e , s c eo co spe e e , s cSperimentale” e analoghe)

Questa figura era invece molto meno definita dal punto diQuesta figura era, invece, molto meno definita dal punto divista della formazione: oltre che “Fisici” (laureati), spesso eranoArchitetti, Medici, Ingegneri o addirittura autodidatti., , g g

La comunità dei Fisici (alcune decine di persone su unapopolazione di circa 26 milioni di abitanti per lo più contadini)popolazione di circa 26 milioni di abitanti, per lo più contadini)era distribuita pressappoco su tutte le Università dei sette Statiin cui all’epoca era suddivisa l’Italia, oltre che all’”ImperialRegio Museo di Fisica e Storia Naturale” di Firenze.

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Le cattedre più significative:p g

Torino, Genova e Cagliari(Regno di Sardegna)

Pavia e Padova(Regno Lombardo Veneto),

Parma e Modena(relativi Ducati)

Pi SiPisa e Siena(Granducato di Toscana)

Ferrara Bologna UrbinoFerrara, Bologna, Urbino, Roma

(Stato Pontificio)

Napoli, Palermo e Catania(Regno delle due Sicilie).

Cartina dell’Italia, suddivisa in Stati (1815)

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La fisica italiana, nel periodo di cui ci stiamo occupando, ha, p p ,prodotto risultati di grande valore e con impatto internazionale.Non era cioè una Fisica di “provincia”.(D h l M i l Fi i(Da tener conto che, eccetto la Meccanica, la Fisica era ancoratutta da “scoprire”)

Inoltre, molti nostri fisici furono membri delle più importantiAccademie scientifiche europee (Royal Society di Londra,p ( y y ,Academie des Sciences di Parigi, Akademie der Wissenschaftendi Berlino, e altre).

I principali risultati ottenuti dai Fisici italiani riguardavano prevalentemente l’Elettromagnetismo l’Ottica l’Astronomiaprevalentemente l Elettromagnetismo, l Ottica, l Astronomia, la Teoria atomica-molecolare.

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Com’è noto, le grandi scoperte fatte nell’Ottocento in Elettromagnetismo non sono state realizzate in Italia. Tuttavia, sono invece italiane alcune loro importanti applicazioni.

Nel 1825, ad esempio, Leopoldo Nobili (1784-1835) inventò uno strumento fondamentale nella storiauno strumento fondamentale nella storia dell’Elettromagnetismo:

il “Galvanometro astatico” che era lo strumento peril Galvanometro astatico , che era lo strumento per misurare le correnti elettriche più sensibile mai costruito.

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Galvanometro astatico di Nobili (1827)(Museo di Fisica “Giovanni Boato”, Università di Genova)

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Leopoldo Nobili( Trasilico in Garfagnana 1784,Firenze 1835)

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Una grande realizzazione, anch’essa tutta italiana, èla macchina dinamo-elettrica, ideata dal pisanoAntonio Pacinotti (1841 1912) a partire dal 1859 cheAntonio Pacinotti (1841-1912) a partire dal 1859, chesarà alla base della dinamo, (poi brevettata e prodottaindustrialmente da Zénobie Gramme a Parigi neldus e e d é ob e G e g e1870).

Per questa invenzione Pacinotti, nel 1901, venivanominato Membro Onorario della prestigiosaInstitution of Electrical Engineers di LondraInstitution of Electrical Engineers di Londra,(onorificenza, questa, assegnata all’epoca a soli altritre scienziati, tra i quali Lord Kelvin)., q )

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Antonio Pacinotti

fotografato nel 1901 con la sua “macchinetta”

“Descrizione di una macchinetta elettro-magnetica del dott. Antonio Pacinotti”, Il Nuovo Cimento, 19 (1863)

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La “macchinetta” di Pacinotti (Università di Pisa)

(Per gentile concessione di Claudio Luperini )

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Importanti furono anche i dispositivi ottici di precisione(quali l’Obiettivo ad immersione, il Prisma a visione diretta,(q , ,il Microscopio catottrico) ideati dal fisico modeneseGiovanni Battista Amici (1786-1863).

Grazie ad essi, interi campi della Fisica (Spettroscopiastellare) e della Biologia (Istologia e Batteriologia) hannostellare) e della Biologia (Istologia e Batteriologia) hannopotuto crescere ed affermarsi.

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Mi i i di A i i (1834)Microscopio catottrico di Amici (1834)(Museo di Fisica “Giovanni Boato”, Università di Genova)

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Da ricordare assolutamente i risultati ottenuti, nel 1832, dalDa ricordare assolutamente i risultati ottenuti, nel 1832, dal parmense Macedonio Melloni (1798-1854) nel campo della Fisica dei raggi infrarossi ( “calore radiante”), che dimostravano l’identità tra questi raggi e la luce.

A ti i lt ti M ll i i t tili dA questi risultati Melloni era giunto utilizzando un nuovo strumento, il “termomoltiplicatore”, (formato dall’accoppiamento tra un nuovo tipo di pila termo-elettrica edall accoppiamento tra un nuovo tipo di pila termo elettrica e il galvanometro astatico di Nobili) da lui ideato assieme a Nobili.

Per queste sue scoperte Melloni riceveva nel 1834 la Medaglia Rumford della Royal SocietyRumford della Royal Society.

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Banco di Melloni per lo studio del calore raggiante

(Ruhmkorff , Parigi 1840) (Museo di Fisica “Giovanni Boato”, Università di Genova)

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Altri grandi risultati che vanno ricordati sono quelli di Carlo Matteucci (1811-1868) riguardo ai meccanismi di funzionamento del nervo e all’elettricità animale chefunzionamento del nervo e all’elettricità animale, che posero le basi di un nuovo settore della scienza, ora noto come Elettrofisiologia.co e e o s o og

Matteucci fu premiato dall’Academie des Sciences di Parigi nel 1842, e dalla Royal Society di Londra nel 1844.

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Carlo MatteucciCarlo Matteucci(Forlì 1811-Livorno 1868)

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Altre figure di risonanza internazionale furono quelle dell’Altre figure di risonanza internazionale furono quelle dell astronomo Reale del Regno di Sardegna Giovanni Plana(1781-1864) , premiato con la Medaglia Copley della Royal Society di Londra (1834) e con la Medaglia d’oro della Royal Astronomical Society (1840), del piemontese Amedeo A d (1776 1856) i i d l f “l ” d lAvogadro (1776-1856), a cui si deve la famosa “legge” e del novarese Ottaviano Fabrizio Mossotti (1791-1863).

Mossotti, va ricordato, oltre che come famoso astronomo (fu membro, dal 1832, della Royal Astronomical Society di Londra) anche come grande fisico teorico, in particolare per la suateoria sulle forze intermolecolari, (che fu alla base di importanti la ori di Farada )importanti lavori di Faraday).

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Pubblicata durante l’esilio e dedicata al “suo caro amico” Plana(“Archivio Mossotti” , Biblioteca Universitaria, Pisa)

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Giovanni PlanaGiovanni Plana

(Voghera, 1781 – Torino, 1864)

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Amedeo Avogadrog(Torino 1776-Torino 1856)

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2. I Fisici patrioti

Dopo questa carrellata, passiamo ora ad analizzare quali sono stati i Fisici maggiormente coinvolti nelle vicendestati i Fisici maggiormente coinvolti nelle vicende risorgimentali e quale è stato il loro ruolo.

Un dato emerso è che i Fisici più famosi a livello internazionale, e non solo loro, hanno tutti contribuito alle vicende risorgimentali, pagando, in molti casi, il loro impegno politico non solo con l’allontanamento dall’insegnamento, ma anche con l’esilioanche con l esilio.

Questo fenomeno ha riguardato pressoché tutte le più Q g p pimportanti Università italiane.

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Ricordiamo ad esempio, dopo i moti del 1821:

•Amedeo Avogadro, che, a Torino, per aver manifestato “scarso attaccamento” al governo del Regno di Sardegna, nel 1822 videg g g ,soppressa la sua cattedra e soltanto nel 1834 poté ritornare all’insegnamento;

• Ottaviano Fabrizio Mossotti, che, nel 1823, per “sospette frequentazioni sovversive” dovette abbandonare Milano (primofrequentazioni sovversive dovette abbandonare Milano (primo astronomo alla Specola) e fu costretto a un lungo periodo di esilio(Londra, Buenos Aires, Torino, Corfù), durato fino al 1840.( , , , ),

• Giovanni Plana, che a Torino pur avendo appoggiato i moti delGiovanni Plana, che a Torino pur avendo appoggiato i moti del 1821, grazie alla sua autorevolezza scientifica, non subì alcuna conseguenza.

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Nota della “Alta Polizia” sulla “Condotta politica e religiosa” di Plana durante i moti del 1821 in Piemonte : “AMBIGUA”.“il Professore Plana non è certamente affetto al R. governo: tale puranco si dimostrò co’ suoi discorsi nei passati trambusti. La Giunta, attesi li rari di lui p G ,talenti, il poco numero di scolari, la difficoltà di rimpiazzarlo degnamente, ha già proposto di conservarlo, previa una seria rimostranza dal governo, e sotto vigilanza” (Archivio di Stato di Torino Alta Polizia Deliberazioni dellavigilanza (Archivio di Stato di Torino, Alta Polizia, Deliberazioni della

Commissione Superiore di Scrutinio).

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Dopo i moti del 1830-31 pagarono per il loro impegno politico:

• Macedonio Melloni: che, nel marzo 1831, “per aver fatto parte del Governo Provvisorio” di Parma” fu costretto a lasciaredel Governo Provvisorio” di Parma”, fu costretto a lasciare Parma e andare in esilio all’estero (Dole, Ginevra, Parigi)

• Leopoldo Nobili: che, nel 1831, per aver partecipato ai moti di Modena, fu costretto a lasciare Reggio Emilia e trasferirsi a Firenze, presso l’“Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale”

• Francesco Orioli (1785-1856), che, nell’aprile del 1831, per essere stato “Ministro della Pubblica Istruzione nello Stato delle Province Unite” dovette abbandonare Bologna ed andare in esilio a Parigi

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• Giovanni Battista Amici, che, per essere stato Prefetto della Pubblica Istruzione”, nel Governo provvisorio di Modena “fuPubblica Istruzione , nel Governo provvisorio di Modena , fu costretto a lasciare Modena e trasferirsi a Firenze presso l’I.R.Museo di Fisica e Storia Naturale.

• Silvestro Gherardi (1802-1879), che a Bologna, nel 1831, per f tt t d l G P i i i lità di M iaver fatto parte del Governo Provvisorio, in qualità di Maggiore

della Guardia Civica e colonnello comandante della Legione Studentesca, fu sospeso dall’insegnamento.Studentesca, fu sospeso dall insegnamento.

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Dopo i moti del 1848 e la prima Guerra d’Indipendenzap p ppagarono nuovamente:

• Macedonio Melloni, che, una volta tornato dall’esilio in Francia (1837), e diventato Direttore dell’Osservatorio Vesuviano di Napoli a causa della sua attività patriotticaVesuviano di Napoli, a causa della sua attività patriottica, nel 1849 fu destituito da tutte le cariche pubbliche.

Morirà dopo pochi anni a Napoli, di colera, senza aver mai più ricevuto nessun incarico.più ricevuto nessun incarico.

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Memorandum della Polizia Borbonica i P f i U i it i (1849)sui Professori Universitari (1849):

“Cavaliere D. Macedonio Melloni. Notabilità europea di ultraliberalismo, amico intimo e corrispondente de’ più famosi radicali, e cospiratori pcontemporanei; egli, nelle ultime sovversioni del Regno, comunque non abbia trasmodato in atti di manifestaabbia trasmodato in atti di manifesta fellonia, pure fece parte del Circolo Costituzionale, propugnò e diffuse i principi della Giovine Italia feceprincipi della Giovine Italia, fece proposta nel Consiglio di Pubblica Istruzione per l’ordinamento di un B tt li U i it i h bbBattaglione Universitario, che avrebbe avuto per destino la guerra di Lombardia; ⇒(Archivio di Stato di Napoli)

“Cattivo”(Archivio di Stato di Napoli)

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Decreto di Ferdinando II(Caserta 6 novembre 1849)

con cui Melloni viene “dimesso” da Direttore dell’Osservatorio V i di N liVesuviano di Napoli

(Archivio di Stato di Napoli)

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Anche Silvestro Gherardi pagò nuovamente per il suo impegno politicoimpegno politico.

Per aver fatto parte della Repubblica Romana comePer aver fatto parte della Repubblica Romana come Ministro della Pubblica Istruzione, nel luglio del 1849, dovette emigrare dallo Stato Pontificio e rifugiarsi a Genova.

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Repubblica Romana,p ,7 aprile 1849

Nomina del “Cittadino Gherardi” a

“Ministro interino ’ i i ”dell’Istruzione pubblica”

firmata, per il Triumvirato, dafirmata, per il Triumvirato, da Aurelio Saffi

(Archivio di Stato di Roma)

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Repubblica Romana

Decreto (2 maggio 1849) del Triumviratodel Triumvirato(G.Armellini-G.Mazzini-A. Saffi),A. Saffi),

della cui esecuzione “è incaricato il Ministro della pubblica istruzione”,

con cui venivano abolite le tasse universitarie, definite ,“vera multa messa sull’ingegno”

(Archivio di Stato di Roma)

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Nei fatti del 1848-49 furono anche coinvolti :

• Giovanni Cantoni (1818-1897) che per aver partecipato alle i i di Mil d i if i i i Ccinque giornate di Milano, dovette poi rifugiarsi in Canton

Ticino

• Gilberto Govi (1826-1889) che, per aver fatto parte del Governo Provvisorio Veneto e aver combattuto nella battaglia gdi Sorio contro gli Austriaci, riparò, esule, in Francia.

Gi i Al d M j hi (1795 1854) h l• Giovanni Alessandro Majocchi (1795-1854) che, per le sue attività di patriota, dovette fuggire dalla Lombardia e riparare in Piemonteriparare in Piemonte.

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Ricordiamo infine la partecipazione alla prima Guerra d’Indipendenza di molti “Fisici toscani”p(Battaglione Universitario Toscano) che comunque non ebbe alcuna conseguenza sulle loro vicende personali, data la nota posizione di sostegno espressa inizialmente dal Granduca Leopoldo II di Toscana.

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Dunque, a seguito dei coinvolgimenti politici, a partire dal 1830, si assiste sia all’emigrazione di alcuni Fisici da uno1830, si assiste sia all emigrazione di alcuni Fisici da uno Stato ad un altro della Penisola, in particolare, verso la Toscana (Firenze e Pisa), al riparo del tollerante governo di Leopoldo II, sia alla loro emigrazione all’estero.

T tti ti t ti d i diffi ltàTutti questi spostamenti, pur creando gravi difficoltà personali, ebbero, molto spesso, risvolti positivi sia nel rafforzamento o nella creazione di Istituzioni scientifiche,rafforzamento o nella creazione di Istituzioni scientifiche, sia nello sviluppo della Fisica stessa.

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Ad esempio, con la loro emigrazione a Firenze, dopo i moti del 1831, Nobili e Amici contribuirono in modo ,determinante allo sviluppo scientifico e tecnico dell’I.R. Museo di Fisica e Storia Naturale, diretto dal fisico Vincenzo Antinori (1792-1865).

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I.R. Museo di Fisica e di Storia Naturale (palazzo Torrigiani)

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Altrettanto importante fu per l’Università di Pisa, dove era già presente il fisico-patriota Luigi Pacinotti (padre del più famoso Antonio) l’arrivo di Mossotti e Matteucci, che portò alla formazione di una comunità di fisici di altissimo livelloalla formazione di una comunità di fisici di altissimo livello e all’aggregazione di un non comune centro motore patriottico.patriottico.

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( Inaugurazione Congresso Nazionale S.I.F. 2007 )

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Riguardo all’emigrazione forzata all’estero, questo nuovo stato di “esule”, in cui molti dei nostri Fisici si sono ritrovati, in alcuni casi, ha favorito il raggiungimento di grandi risultati.

E’ il caso di Macedonio Melloni e dei suoi studi sul “calore radiante”.radiante .

Melloni, quando, a seguito dei moti del 1830-31, dovette abbandonare Parma, portò con sé il “suo termomoltiplicatore”(con il quale aveva appena iniziato i suoi esperimenti sulla trasmissione del calore radiante) e si trasferì (dopo un brevetrasmissione del calore radiante) e si trasferì, (dopo un breve periodo passato nella piccola cittadina francese di Dole), a Ginevra, dove risiedeva il fisico ginevrino Pierre Prévost, , g ,famoso proprio per i suoi studi sul calore radiante.

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La scelta di Ginevra fu per Melloni una scelta formidabile.

Ospitato nei Laboratori del fisico Auguste De La Rive, presso l’Académie de Genève, Melloni giunse nel giro di meno di un anno a risultati strepitosi, di cui abbiamo detto.

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Macedonio Melloni (1798-1854)( )

E.Capocci, “Necrologia. Macedonio Melloni”. Reale Tipografia Militare. s.d..p g

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Il termomoltiplicatore che ha viaggiato con Melloni(Parma Dole Ginevra) e che poi è arrivato a Napoli(Parma, Dole, Ginevra) e che poi… è arrivato a Napoli

Museo di Fisica-Università Federico II di Napolip(dal Sito Web del Museo)

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“Termomoltiplicatore di Melloni” (Ruhmkorff , Parigi 1840)e o o t p cato e d e o ( u o , a g 8 0)(Museo di Fisica “Giovanni Boato”, Università di Genova)

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In altri casi, l’esilio all’estero, in particolare in paesi ancora in , , p pvia di sviluppo, favorì significativamente la crescita scientifica e culturale di questi stessi paesi.

E’ il caso di Ottaviano Mossotti che nel novembre del 1827, dopo essersi rifugiato prima in Svizzera e poi a Londra sidopo essersi rifugiato prima in Svizzera e poi a Londra, si trasferì in Argentina, dove ricoprì la cattedra di “Fisica Esperimental” all’Università di Buenos Aires. p

Mossotti rimase in questo paese per ben sette anni.

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Ottaviano Fabrizio MossottiMossotti

(Novara 1791- Pisa 1863)

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L’influenza di Mossotti sulla nascita della Fisica in Argentina fuL influenza di Mossotti sulla nascita della Fisica in Argentina fu determinante.

N l f dò l di Fi i f d lidNon solo fondò una scuola di Fisica, formando un valido gruppo di studenti argentini che si distingueranno, poi, nel portare avanti la Fisica in Argentinaavanti la Fisica in Argentina.

Ma realizzò, anche, un Osservatorio astronomico, con annessa i i ( ff ò i i i isezione meteorologica, (dove effettuò una serie di osservazioni,

pubblicate poi su importanti riviste internazionali) gettando così le basi dell’Astronomia e della Meteorologia in Argentinale basi dell Astronomia e della Meteorologia in Argentina

Bellissima la documentazione nell’” Archivio Mossotti“(Biblioteca Universitaria di Pisa), ordinata da Giovanni Polvani negli anni ‘40 e che testimonia la vita di grande scienziato di Mossotti “esule”Mossotti esule .

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Nel 1835, quando aveva ormai raggiunto in Argentina una posizione di grandissimo prestigio scientifico e anche politico, di fronte all’offerta, ricevuta grazie all’interessamento di Plana, della Direzione della Pontificia Specola di Bologna, Mossotti lasciò l’Argentina alla olta dell’ItaliaMossotti lasciò l’Argentina, alla volta dell’Italia.

Purtroppo l’offerta non venne mantenuta e quindi dovettePurtroppo l offerta non venne mantenuta e quindi dovette riprendere la sua vita di esule (Torino e Corfù).

Soltanto nel 1840 Mossotti trovò finalmente una sistemazione in Italia, come Professore di Fisica dell’Università di Pisa e come tale lo ritroveremo a capo del Battaglione Universitariocome tale lo ritroveremo a capo del Battaglione Universitario Toscano.

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3. Le Riunioni degli Scienziati Italiani (1839-1847)g ( )

Il Risorgimento dei Fisici italiani non fu esclusivamente una storia di esuli o di battaglioni universitari.

Almeno in parte l’unità politica della patria fu anche costruitaAlmeno in parte, l’unità politica della patria fu anche costruita cercando di far nascere l’idea di una scienza nazionale, che andasse oltre i vari stati e staterelli in cui era suddivisa l’Italiaandasse oltre i vari stati e staterelli in cui era suddivisa l Italia

Il primo e più importante tentativo in questo senso, e che vide i Fisici tra i principali protagonisti, fu l’organizzazione delle nove Riunioni degli Scienziati Italiani.

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Queste Riunioni, si tennero annualmente tra il 1839 e il 1847 i ittà di lt i i i li St ti It li i d1847 in città diverse, scelte nei principali Stati Italiani, ad eccezione dello Stato Pontificio, apertamente ostile all’iniziativa per motivi politiciall iniziativa, per motivi politici.

(Il papa Gregorio VII non solo proibì “agl’impiegati p p g p g p gpontifici,” di partecipare alle Riunioni “sotto pena di perdere l’impiego”, ma addirittura vietò la celebrazione di

“M S l ” ll’ t d ll Ri i i)una “Messa Solenne”, all’apertura delle Riunioni).

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Ideatore e promotore delle Riunioni fu il naturalista pCarlo Luciano Bonaparte (Principe di Canino e di Musignano, nipote di Napoleone) che, nell’ottobre del

i i i i i Gi i1838, con l’appoggio fondamentale dei fisici Giovanni Battista Amici e Vincenzo Antinori, ottenne dal Granduca Leopoldo II di Toscana l’autorizzazione adGranduca Leopoldo II di Toscana l autorizzazione ad organizzare una prima “Riunione” , da tenersi a Pisa nel 1839, tra il primo e il 15 settembre., p

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Giovanni Battista Amici(Modena, 1786- Firenze 1863)

Vincenzo Antinori(Firenze, 1792- Firenze 1865)

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P i Ci lPrima Circolare

⇐⇐

“Prima Lettera Circolare”, (Firenze 28 marzo 1839) per la convocazione della ( ) pRiunione di Pisa (Archivio Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL)

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Le Riunioni successive si tennero rispettivamente a Torino, Firenze Padova Lucca Milano Napoli Genova e Venezia e laFirenze, Padova, Lucca, Milano, Napoli, Genova e Venezia e la loro organizzazione venne affidata di anno in anno a comitati locali, in cui spiccava la presenza dei fisici italiani., p p

Alle Riunioni erano invitati, oltre che i professori universitari, anche “i cultori delle scienze matematiche e naturali gli ufficialianche “i cultori delle scienze matematiche e naturali, gli ufficiali civili o militari del Genio, gli ingegneri delle miniere e i membri delle principali società scientifiche italiane”.delle principali società scientifiche italiane .

Le “Riunioni” ebbero un’ adesione veramente massiccia : ad i Pi i bb 421 i itti N li 1666 V iesempio, a Pisa si ebbero 421 iscritti , a Napoli 1666, a Venezia

1300.

I partecipanti provenivano da tutti gli Stati d’Italia (escluso lo Stato Pontificio)

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Riunioni strutturate in Sezioni: tra cui “ Chimica Fisica e Scienze Matematiche”“ Chimica, Fisica e Scienze Matematiche”

Biblioteca Universitaria. Pisa

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“Regolamento Generale”, approvato a Pisa, (15 ottobre 1839)

Biblioteca Universitaria. Pisa

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Fissata la durata delle Riunioni:Riunioni:”…non dovrà mai oltrepassare i quindici giorni”

Tutte le Riunioni (settembre-ottobre) mediamente 14-15 giorni : tempo lunghissimo

Pisa 1-15 ottobre 1839Torino 16-30 settembre 1840Firenze, 15-30 settembre 1841Padova 15-29 settembre 1842Padova 15 29 settembre 1842Lucca 15-30 settembre 1843Milano 12-27 settembre 1844Napoli 20 settembre 5 ottobre 1845Napoli 20 settembre-5 ottobre 1845Genova 14-29 settembre 1846Venezia 14-24 settembre 1847 ( hi i i i i i(chiusa in anticipo per motivi politici )Biblioteca Universitaria. Pisa

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Le nove Riunioni degli Scienziati Italiani rappresentarono un evento straordinario per l’Italia.

Come commenterà un Congressista (1843) :“Per la prima olta si afferma a solennemente l’ nità della“Per la prima volta si affermava solennemente l’unità della patria, comparivano Piemonte e Sicilia, Napoli e Toscana, per confondersi nel nome sacro d’Italia.”confondersi nel nome sacro d Italia.

E questo, ricordiamolo, fu dovuto anche ai Fisici Italiani

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Le Riunioni degli Scienziati Italiani, grazie alla partecipazione di pressoché tutti i principali Fisici italiani dell’epocadi pressoché tutti i principali Fisici italiani dell’epoca, rappresentarono la prima occasione importante per pensare alla Fisica su scala nazionale, superando “quelle gare e quelli , p q g qodi municipali che furono sempre la peste della nostra Italia” (Pareto 1847)

Di questo spirito nuovo testimoniano, ad esempio, alcuni progetti spiccatamente unitari discussi durante le sezioni diprogetti, spiccatamente unitari, discussi durante le sezioni di Fisica.

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Progetto di un nuovo “Corso di Studi”

Questo progetto (nato a Firenze, 1841) mirava a costruire un “nuovo corso di studi di Fisica” affiancato da “un testo

” h f di i d t tti i Fi i i It li icomune”, che fosse condiviso da tutti i Fisici Italiani.

Per la realizzazione del progetto venne istituita (Genova 1846) una Commissione rappresentativa di tutti gli Stati Italiani, compreso lo Stato Pontificio (non presente) , che annullava di f tt i b i t i i St ti i li i tfatto ogni barriera tra i vari Stati e assomigliava curiosamente a un “Parlamento scientifico” da Italia unita.

“Regno di Napoli: Melloni e Palmieri; Stati Romani: Gherardi e Pianciani; Stati di Toscana: Mossotti, Matteucci, Amici, Antinori e Luigi Pacinotti; Stati Estensi: Marianini; Stati di Parma: Cassiani; Stati Sardi: Botto e Bancalari;Estensi: Marianini; Stati di Parma: Cassiani; Stati Sardi: Botto e Bancalari;Regno Lombardo-Veneto: Belli, Perego, Majocchi, Magrini, Zantedeschi e Bellani.”

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“Un piano nazionale per la Fisica terrestre ed atmosferica”

Questo progetto, che andava al di là dei confini tra gli Stati d’Italia, prevedeva “un piano di osservazioni metereologiched Italia, prevedeva un piano di osservazioni metereologiche contemporanee, fatte in vari punti della penisola con istrumenti comparabili e descritte con un linguaggio comune”(Pisa 1839)

Per la sua realizzazione venne istituita per iniziativa diPer la sua realizzazione venne istituita, per iniziativa di Antinori (Padova, 1842) una Commissione “nazionale”.

I risultati furono presentati al Congresso di Milano (1844) sotto forma di “Archivio meteorologico centrale italiano”.

Ancora non si era fatta l’Italia ma, grazie alle Riunioni , e ad Antinori, era nato un primo “Archivio italiano”.

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Un piano per una “metrologia italiana”

(Milano, 1844) In una “Sezione Riunita di Agronometria e Tecnologia, e di Fisica e Matematica”, veniva sollevata, g , , ,soprattutto dai Fisici, la necessità di avere “un sistema di pesi e misure, uniforme per tutta l’Italia, che potesse tendere a

i i ”diventare universale”.Questo problema verrà risolto al Congresso di Napoli (1845).

Dopo un confronto tra i vari sistemi in uso negli Stati d’Italia, alla fine, “il sistema metrico detto francese” (quello decimale)

i i di “ iù di i l i ” iveniva giudicato “come più di ogni altro conveniente” e veniva scelto all’unanimità come “il sistema metrico nazionale”, da adottarsi nei futuri Congressiadottarsi nei futuri Congressi.

E così, attraverso “l’unità dei pesi e delle misure”, un’altra ità i t bilit t li St ti d’It liunità veniva stabilita tra gli Stati d’Italia.

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La scelta del sistema metrico decimale come sistema nazionale si t f à i d lltrasformerà in una delle prime leggi del Regno d’Italia (28 luglio 1861)d Italia (28 luglio 1861)

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Il progetto di creare un’Italia unita, almeno culturalmente eIl progetto di creare un Italia unita, almeno culturalmente e scientificamente, venne affrontato dai Fisici italiani durante le Riunioni, anche in riferimento al problema delle Riviste e delle Accademie scientifiche.

La frammenta ione politica dell’Italia a e a fatto sì che nonLa frammentazione politica dell’Italia aveva fatto sì che non esistesse né un agile canale di pubblicazione di memorie di Fisica e di altre scienze naturali, che andasse oltre i confiniFisica e di altre scienze naturali, che andasse oltre i confini dei vari Stati d’Italia, né un’Accademia delle Scienze “Nazionale”, del tipo di quelle esistenti in Francia o in Germania.

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L’esigenza di avere a disposizione “un giornale” di respiroL esigenza di avere a disposizione un giornale di respiro nazionale trovò un primo sbocco negli “Annali di Chimica, Fisica e Matematica”, pubblicati per iniziativa del fisico Giovanni Alessandro Majocchi a partire già dal 1841.

Gli “Annali” di Majocchi t tta ia non si ri elarono naGli “Annali” di Majocchi, tuttavia, non si rivelarono una soluzione duratura, in quanto interruppero le pubblicazioni nel 1845.nel 1845.

Nel frattempo, però, era sorta, una Rivista destinata a maggior fortuna.

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Nel 1844 Matteucci e il chimico Raffaele Piria riuscirono a far pubblicare il mensile “Il Cimento”, che uscì fino al 1847, per riprendere definitivamente le pubblicazioni nel 1855 colriprendere definitivamente le pubblicazioni nel 1855, col titolo di “Il Nuovo Cimento”.

L’elenco degli autori del primo Volume della nuova rivista comprendeva Fisici praticamente di tutti gli Stati d’Italia, e mostrava quanto l’esigenza di avere un giornale nazionale fosse particolarmente sentita da questa comunità.

Di fatto, la nuova rivista si trasformerà gradualmente in una pubblicazione esclusivamente di Fisica, tanto da diventare nel p ,1897 organo della Società Italiana di Fisica, fondata nello stesso anno.

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Confluito nella serie”The European Physical J l”Journal”A, B, C, D, E, AP, ST, H, PlusPlus.

Primo numero (1855)

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Riguardo al problema delle Accademie in Italia, (caratterizzate da una natura essenzialmente (“provinciale” ) poco dopo la Riunione di Venezia (1847) emerse la proposta di Matteucci di trasformare la “Società Italiana delle Scienze di Modena” in una qualificata Accademia Nazionale delle Scienze, competitiva con le maggiori Accademie Europee a cuicompetitiva con le maggiori Accademie Europee, a cui sarebbero state associate, come sue sezioni locali, le Accademie scientifiche sparse nei vari Stati Italiani.p

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Progetto di Matteucci (Archivio Accademia dei XL)

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Conclusione del documento:

“Mi dorrei acerbamente, se stimato il mio progetto quale io lo considero do essiio lo considero, dovessi vederlo perduto per non sapere una volta, noi che cisapere una volta, noi che ci diciamo Italiani, spogliarci delle piccole glorie provinciali, facendone il sacrifizio ad una grande, stabile vera nazionale”stabile, vera nazionale” (dicembre 1847)

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Inviato alla Società Italiana delle Scienze di Modena, questo progetto venne affossato.

Q ll h M tt i d fi i l “ i l l iQuelle che Matteucci definiva le “piccole glorie provinciali” non riuscirono a essere superate.

Comunque l’appello all’unità scientifica, lanciato da Matteucci, fu un vero Manifesto per l’”unità d’Italia”.

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T l h d ll’ lti Ri i di V i

4. I Fisici alla Guerra (1848-1859)

Trascorso qualche mese dall’ultima Riunione di Venezia, caratterizzata da un’atmosfera “già percorsa dai fremiti rivoluzionari ed unitari” del Risorgimento si giunse all’annorivoluzionari ed unitari del Risorgimento, si giunse all anno 1848, e anche i Fisici italiani imbracciarono le armi.

Comunque non era la prima volta che ciò accadeva.

Già l 1831 l’ l i d i ti i E ili RGià nel 1831, con l’esplosione dei moti in Emilia Romagna, venne istituita la legione studentesca “Pallade”, con Gherardi nominato colonnello. Artefice dell’iniziativa era Orioli.nominato colonnello. Artefice dell iniziativa era Orioli.

Durante il Governo provvisorio, la Pallade riuscì a riprendere il controllo di una cittadina, Argenta, che era stata ricondotta sotto l’ordine pontificio.

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Silvestro Gherardi(L 1802 Fi 1879)

Francesco Orioli(V ll 1785 R 1856)(Lugo 1802 – Firenze 1879) (Vallerano 1785 – Roma1856)

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L’esperienza dei Battaglioni Universitari e il ruolo centrale che in essi ebbero i Fisici furono particolarmente significativi inin essi ebbero i Fisici, furono particolarmente significativi in occasione dei moti del 1848, e in relazione al Battaglione UniversitarioToscano.

Con decreto del Granduca di Toscana, il 10 novembre 1847 i tit it l G di U i it i t d t tti ivenne istituita la Guardia Universitaria, composta da tutti i

professori e gli studenti (“ad eccezione degli ecclesiastici, dei malati e dei minori di sedici anni”) delle Università di Siena emalati e dei minori di sedici anni ) delle Università di Siena e di Pisa e della Scuola Medica di Firenze.

Secondo il Regolamento, “i professori diventavano capitani, gli aiuti tenenti e gli studenti militi”.

L’addestramento alle tattiche militari fu affidato a un veterano delle guerre napoleoniche, Enrico Molinari, nominato Aiutante Maggiore.

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Divisa della Guardia Universitaria ToscanaDivisa della Guardia Universitaria Toscana ( Gherardo Nerucci, “Ricordi Storici del Battaglione Universitario Toscano.”)

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Allo scoppio della prima guerra di Indipendenza, il 9 marzo 1848 un gruppo di volontari di questa Guardia, (complessivamente 308 uomini su un totale di 800 effettivi) si costituì a Pietrasanta in 6 compagnie “di cui 4 di pisani esi costituì a Pietrasanta in 6 compagnie, “di cui 4 di pisani e 2 di senesi”, e prese il nome di Battaglione Universitario Toscano.Toscano.

Comandante del Battaglione era Mossotti (all’epoca cinquantasettenne).

Oltre a Mossotti facevano parte del Battaglione ancheOltre a Mossotti, facevano parte del Battaglione anche Luigi Pacinotti, col grado di Capitano, e Riccardo Felici(1819-1902), brillante allievo di Mossotti, col grado di ( ), , gTenente. Matteucci era invece Commissario civile.

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Ottaviano Fabrizio Mossotti

Comandante del Battaglione Universitario Toscano.

(( Gherardo Nerucci, “Ricordi Storici del Battaglione Universitario Toscano alla Guerra d ll’I di d It li d ldell’Indipendenza Italiana del 1848” (Prato, 1891))

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Il 22 marzo del 1848 il Battaglione, con alla testa Mossotti, sidirigeva verso i campi di battaglia in Lombardia, per unirsi alletruppe toscane. A Reggio Emilia, però, arrivava l’ordinegranducale di tornare indietrogranducale di tornare indietro.I volontari si rifiutarono di ripiegare e si congiunsero ai regolaripiemontesi e napoletani, e così il mattino del 29 maggio ilp p , ggBattaglione partecipò ad un’azione militare presso il ponte diCurtatone contro l’esercito austriaco (maresciallo Radetzky).

Come riferito da Mossotti nel suo Rapporto al Conte DeLaugier, (Generale comandante delle truppe toscane), sebbeneLaugier, (Generale comandante delle truppe toscane), sebbene“tutti intrepidamente pugnarono”, il Battaglione, “per lagrande superiorità di forze del nemico”, subì gravi perdite ericevette l’ordine di ritirarsi su Goito.

L’esito, sanguinoso, dell’azione è riportato nello schema, g , pcontenuto nel rapporto di Mossotti (l’unico con una tabella!!)

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Cronaca della Battaglia (1854)

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Tabella: “5 morti, 3 feriti gravi, 12 feriti leggeri, 18 perduti”

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Leopoldo Pilla(Venafro 1805 - Curtatone 1848)(Venafro 1805 Curtatone 1848)

Professore di Geologia gdell’Università di Pisa, capitano della prima compagnia del Battaglione Universitario, caduto a CurtatoneCurtatone

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Pietro Senno “I Toscani a Curtatone” 1861Pietro Senno I Toscani a Curtatone , 1861(Collezione Ente Cassa di Risparmio di Firenze)

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Comunque, nonostante il risultato tragico, la coraggiosa resistenza del Battaglione Universitario Toscano, assieme

ll d i l i l i ì ll’ ia quella dei regolari napoletani, consentì all’esercito piemontese di riorganizzarsi e di vincere nella battaglia del giorno successivo a Goitodel giorno successivo a Goito.

Mossotti, “per aver guidato spontaneo ove maggiore era , p g p ggil bisogno e il pericolo” veniva insignito il 28 giugno 1848 della Medaglia d’Onore d’Argento.

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Significativo è quanto Carlo Matteucci, scriveva da Milano, il 6Significativo è quanto Carlo Matteucci, scriveva da Milano, il 6 giugno del 1848, al suo amico Michael Faraday a Londra:

“E’ da gran tempo che non ho vostre notizie; noi siamo alla guerra, ed io vi sono sino al collo. Per due mesi ho fatto il

i i d f il di l ti G id t i tt ticommissario, ed ora fo il diplomatico. Gridate ai quattro venti per l’Inghilterra, affinchè il vostro Governo faccia cessare questa ingiusta guerra. Pensate che tutti gli studenti dell’Università diingiusta guerra. Pensate che tutti gli studenti dell Università di Pisa coi loro professori si sono battuti come leoni il 29 maggio.Abbiamo perduto da quindici a venti studenti dei migliori con il povero Pilla. Pensate, amico mio, che Piria, Mossotti, i migliori amici vostri in Italia, possono da un istante all’altro essere uccisi da codesti orribili Croati So bene che voi potete rispondermi conda codesti orribili Croati. So bene che voi potete rispondermi con flemma troppo inglese: “ma lasciate fare la guerra ai soldati”. Sta bene, ma noi siamo e vogliamo essere tutti soldati”.bene, ma noi siamo e vogliamo essere tutti soldati .

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Il Battaglione Universitario Toscano non rappresentò l’unica esperienza in materia di partecipazione diretta ad azioni militariesperienza in materia di partecipazione diretta ad azioni militari da parte di Fisici nel Risorgimento.

L’8 aprile 1848, ad esempio, fu istituito il Battaglione Universitario Bolognese, comandato da Gherardi, che affrontò le t t i h h B ltruppe austriache che avanzavano su Bologna.

L’anno successivo, con decreto del 3 febbraio 1849, fu inveceL anno successivo, con decreto del 3 febbraio 1849, fu invece istituito il Battaglione Universitario Romano, in difesa della Repubblica Romana (Ministro della Pubblica Istruzione della Repubblica era lo stesso Gherardi, che nel frattempo si era spostato da Bologna a Roma)

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Nel decennio 1849-1859, successivo alla fine della Prima Guerra d’Indipendenza, furono poste le basi per una soluzione dellad Indipendenza, furono poste le basi per una soluzione della questione italiana, concertata a livello europeo, e fondata sull’alleanza tra Regno di Sardegna e Francia.

Si giunse così, nell’aprile del 1859 allo scoppio della Seconda G d’I di d h id t t l’ ll fGuerra d’Indipendenza che vide contrapposte l’alleanza franco-piemontese e l’Austria.

Anche a tale conflitto parteciparono alcuni Fisici, sebbene in numero minore che in precedenza. Ricordiamo in particolare Antonio Pacinotti.

Pacinotti che era studente di Fisica all’Università di PisaPacinotti, che era studente di Fisica all’Università di Pisa, interruppe gli studi e partecipò alla Guerra come sergente volontario a Goito, nelle vicinanze della battaglia di Solferino evolontario a Goito, nelle vicinanze della battaglia di Solferino e San Martino.

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Antonio PacinottiAntonio Pacinotti in divisa da sergente

G Marconi L PucciantiG.Marconi, L. Puccianti, G.Polvani,

“A t i P i tti L it“Antonio Pacinotti. La vita e l’opera” .

Onoranze nazionali ad A. Pacinotti a cura della Conf. Naz. Fascista Professionisti ed Artisti (1934)

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Secondo quanto da lui stesso raccontato in seguito, anche in q g ,queste circostanze ebbe modo di riflettere sulla sua macchina dinamo-elettrica (la “macchinetta”) che stava già

dprogettando.

In particolare la disposizione di un fascio di fucili vicino alIn particolare la disposizione di un fascio di fucili vicino al quale era seduto gli suggerì l’idea di aggiungere esternamente delle sporgenze al suo anello (noto poi come p g ( pl’anello di Pacinotti).

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Racconto di Pacinotti (1885):

“ero a Goito seduto sopra un ciglio vicino ai fasci dei fucili, quando pensai per la prima volta ad aumentare l’influenza magnetica della calamita fissa col fare nel ferro di esso (dell’anello) delle sporgenzeche riempissero gli intervalli che i rocchetti avrebber lasciato fra lororocchetti avrebber lasciato fra loro dal lato esterno dell’anello”

i d h “ ll ttprecisando che “nella notte stessa non avemmo battaglia, ma soltanto avemmo un falsoma soltanto avemmo un falso allarme”.

“Archivio Pacinotti”, Università di Pisa

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Negli anni 1859-60, che seguirono alla vittoria della g , gSeconda Guerra d’Indipendenza, la costruzione dell’unità d’Italia procedette spedita, anche attraverso l’intenso l i di l i i i l i Fi i ilavorio diplomatico a cui parteciparono alcuni Fisici.

Tra questi segnaliamo Matteucci inviato nel 1859 daTra questi, segnaliamo, Matteucci, inviato, nel 1859, da Bettino Ricasoli (Ministro dell’Interno del Governo provvisorio toscano), a trattare con Napoleone III e p ), pGherardi, che, fu inviato a trattare anch’egli con Napoleone III, affinché non ostacolasse l’annessione della R l Pi t h Vitt i E l IIRomagna al Piemonte, e anche con Vittorio Emanuele IIaffinché accettasse il voto di annessione delle popolazioni romagnoleromagnole.

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5. Fisici in Parlamento (1860-1861)( )

Il 17 marzo del 1861 veniva proclamato il Regno d’Italia.

Del Senato del Regno fecero parte, tra gli altri, Plana (già Senatore nel Regno di Sardegna dal 13 aprile 1848)Senatore nel Regno di Sardegna dal 13 aprile 1848), Matteucci (18 marzo 1860) e Mossotti (20 gennaio 1861).

Alla Camera dei Deputati, il 9 aprile 1860 venne nominato Gherardi.

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La presenza di Fisici nelle Istituzioni non si limitò tuttavia al Senato o alla Camera, ma arrivò anche al Governo, nella persona di Matteucci.

Matteucci, già il 5 giugno, come Senatore, aveva presentato un“progetto di legge per il riordinamento dell’istruzione p g gg psuperiore” che attribuiva al Governo ogni competenza in materia e prevedeva un accentramento di investimenti in

i i i à i “i f ”poche grandi Università, a scapito delle “imperfette” Università minori.

L’obiettivo di Matteucci era quello di creare

“pochi e completi centri d’istruzione superiore, nei quali siano raccolti i migliori elementi, cioè gli insegnanti più celebri, le

ll i i iù i h l d i i li iù i ”collezioni più ricche, le dotazioni annuali più ampie”

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Il 31 marzo 1862, Matteucci fu nominato Ministro della Pubblica Istruzione nel primo governo Rattazzi (che seguiva al Governo Cavour e a quello Ricasoli).

Le s e precedenti idee di ennero “legge del Regno”Le sue precedenti idee divennero “legge del Regno”.

Oltre ad alcuni provvedimenti quali l’istituzione delOltre ad alcuni provvedimenti quali l istituzione del Politecnico di Milano e il riordino della Scuola Normale Superiore di Pisa, il 14 settembre dello stesso anno Matteucci emanò per Regio Decreto un Regolamento generale sull’Università.

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Regio Decreto sul ”Regolamento universitario” (14 settembre 1862)

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Questo Regolamento prevedeva la suddivisione delle Università in due categorie (di Primo e di Secondo grado) e un loroin due categorie (di Primo e di Secondo grado) e un loro trattamento economico differenziato.

Le Università di Primo grado (sei in tutto: Torino, Pavia, Bologna, Pisa, Napoli, Palermo) erano le sole alle quali veniva i i t il di itt di tt ib i il tit l di l li t d tiriconosciuto il diritto di attribuire il titolo di laurea agli studenti.

L’8 dicembre 1862, tuttavia, cadeva il governo Rattazzi, e granL 8 dicembre 1862, tuttavia, cadeva il governo Rattazzi, e gran parte della riforma veniva vanificata dai governi successivi.

La presenza dei Fisici nelle istituzioni non finì, comunque, con l’Unità d’Italia, ma proseguì negli anni successivi: ricordiamo ad

i i S t i Pi t Bl A t i G b Oesempio, i Senatori Pietro Blaserna, Antonio Garbasso, Orso Mario Corbino (Ministro della Pubblica Istruzione e Ministro dell’Economia) e, infine, come ultimo, il nostro carissimo Giorgiodell Economia) e, infine, come ultimo, il nostro carissimo Giorgio Salvini (Ministro dell’Università e Ric. Sci. nel Governo Dini)

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La panoramica sino a qui presentata se ovviamente non esaurisce6. Conclusioni

La panoramica sino a qui presentata, se ovviamente non esaurisce il tema del rapporto tra Fisici e Risorgimento, dovrebbe però essere sufficiente, quanto meno, a trasmetterne lo spirito. Questi , q , p Qnostri Fisici dell’Ottocento, pur essendo immersi in una ricerca di alto livello scientifico, non hanno trascurato il loro impegno civile e morale, considerando un loro dovere la partecipazione alle sorti dell’italia. Due sono le conclusioni principali che emergono.

La prima è che la storia del Risorgimento sarebbe incompleta senza un’adeguata considerazione dei contributi che i Fisici, e più i l li i i ti di d i i li iin generale gli scienziati, diedero sia come singoli, sia come collettività alle vicende risorgimentali.

Come si è visto questi contributi andavano dalla partecipazione alla vita politica e istituzionale fino al tentativo di far nascere

n’Italia nita dal p nto di ista scientifico e c lt raleun’Italia unita dal punto di vista scientifico e culturale.

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U ’ lt l i h i t è hUn’altra conclusione che possiamo trarre è che una storia della Fisica nell’Italia dell’Ottocento, non sarebbe totalmente comprensibile se si prescindessesarebbe totalmente comprensibile se si prescindesse dalle vicende del Risorgimento.

Infatti solo andando a studiare le vicissitudini risorgimentali si riescono a mettere in piena luce fatti

il d il i tifi d ll’U i ità dicome il grande sviluppo scientifico dell’Università di Pisa o alcuni grandi risultati scientifici ottenuti dai nostri Fisici.nostri Fisici.

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Un’ultima considerazione, forse doverosa, riguarda l’impatto delle vicende risorgimentali sulle istituzioni religiose.delle vicende risorgimentali sulle istituzioni religiose.

In particolare, nel 1848 la Repubblica Romana espulse laCompagnia dei Padri Gesuiti, della quale faceva parte un Astronomo destinato a lasciare una traccia indelebile nella storia della Spettroscopia stellare:storia della Spettroscopia stellare:

Padre Angelo Secchi (1818-1878). Esule negli Stati Uniti, al mutare della situazione politica, g , p ,l’Astronomo gesuita poté tornare in Italia e assumere la carica di Direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano.

Riguardo a questa vicenda è significativo quanto scrisse il Cardinale e Astronomo Pietro Maffi: “forse senza l’esilio ilCardinale e Astronomo Pietro Maffi: forse senza l esilio il padre Secchi non sarebbe stato il padre Secchi”.

E anche questo fu il RisorgimentoE anche questo fu il Risorgimento.