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I FATTORI ESTERNI DETERMINANTI L’INCIDENZA DELLE MCNT Fattori socio economici e organizzativi Nicola Pinelli Bologna, 11 ottobre 2013

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I FATTORI ESTERNI DETERMINANTI

L’INCIDENZA DELLE MCNT

Fattori socio economici e organizzativi

Nicola Pinelli

Bologna, 11 ottobre 2013

quadro di sintesi SSN

Fonte: elaborazione FIASO su dati OECD Health Data 2012

Spesa procapite

(pubblica e privata, anno 2010)

Dati espressi in $

Italia 2964

Inghilterra ( U.K.) 3433 + 27 %

Francia 3974 + 34 %

Germania 4338 + 46 %

Svizzera 5270 + 78 %

U.S.A. 8233 + 178 %

Italia 2.964

Inghilterra ( U.K.) 3.433 + 27 %

Francia 3.974 + 34 %

Germania 4.338 + 46 %

Svizzera 5.270 + 78 %

U.S.A. 8.233 + 178 %

sistema di welfare: spesa in % su entrate

e spesa procapite in euro (anno 2011)

Capitolo Italia

(%)

UE 12

(%)

Spesa

procapite

Italia

Spesa

procapite UE

12

Sanità 15,95 16,80 1.916,57 2.151,58

Protezione Sociale 44,39 44,51 5.333,12 5.700,39

Istruzione 9,19 11,80 1.103,89 1.511,04

Spesa totale (% entrate) 69,53 73,11

Fonte = ns elaborazione su dati Eurostat

Gap PIL pro-capite Italia vs. altri Paesi

Europei – Valori % anni 2000-2012

Fonte = IX Rapporto Sanità – Elaborazione CREA Sanità sui dati OECD 2013

paradosso dell’efficienza

EFFICIENZA (costi bassi, outcomes ottimi)

+

TAGLI

2014 vs 2009

2014 vs 2011

INSOSTENIBILITA’

=

- 31 miliardi € (CdC)

- 14,5 miliardi € (manovre)

- 18,4 miliardi ( RGS !!)2014 finanziamento vs fabbisogno

Fonte: FIASO, Indagine effetti applicativi Spending Review (dicembre 2012)

Opinione delle Aziende SSN sull’esito dei Tagli sui servizi ai cittadini (Totale)

Ricerca FIASO sulla Spending Review:

opinione sugli esiti dei tagli

Proiezione della spesa sanitaria pubblica

(2011-2030)

Fo

nte

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lazio

ne C

arl

o C

ott

are

lli(I

MF

no

v. 2011)

Misure di invecchiamento della

popolazione italiana- Valori % - Anni

2011- 2061

Fonte = IX Rapporto Sanità - Elaborazione CREA Sanità su dati ISTAT

Prevalenza delle malattie croniche in

Italia, per classi di età (dati 2010)

Fonte = Rapporto OASI 2012 capitolo 9 – dati ISTAT Annuario statistico italiano 2011

Prevalenza delle malattie croniche in

Italia, per regione

Fonte = ISTAT Indagine annuale “Aspetti della vita quotidiana”

Andamento della spesa per le principali

patologie croniche

Questo quadro epidemiologico determinerà inevitabilmente un aumento

dei costi legati alla cura delle malattie croniche, la cui stima è

importante per disegnare e implementare forme organizzative costo-

efficaci e massimizzare l’allocazione delle risorse.

� Un recente studio di Fondazione Farmafactoring, che utilizza i

principali dati di spesa territoriale forniti dalla Società Italiana di

Medicina Generale (SIMG) evidenzia che:

a fronte di una spesa media procapite annuale di 278 euro,

i pazienti cronici si collochino a livelli molto più elevati (un

paziente iperteso registra consumi sanitari per un ammontare medio

di 626 euro, un diabetico di 846 euro, uno scompensato di ben 980

euro)

Andamento della spesa per le principali

patologie croniche

Fonte = Farmafactoring – Indagine CERGAS 2012

Andamento della spesa per le principali

patologie croniche

Una Ricerca condotta da Regione Lombardia nel 2009 rafforza questi

dati di spesa:

la spesa procapite dei cronici è circa quattro volte quella dei

non cronici

Fonte = Rapporto OASI 2012 – DDG Sanità 4383 del 15/05/2011

Costi sociali delle malattie croniche

Fonte = 46 ° Rapporto Censis – INDAGINI CENSIS 2007,2008, 2010 e 2011

I costi a carico delle famiglie rappresentano un fattore dal peso spesso

insostenibile quando si tratta di malattie gravi e/o croniche.

I dati mettono in luce come l’impatto economico che le famiglie devono sostenere,

quando si imbattono in questo genere di patologie, sia assolutamente rilevante, ed

in alcuni (come nel caso dell’Alzheimer) possano essere insostenibili.

Quelle prese in considerazione, di seguito, (l’ictus, il tumore, l’ Alzheimer) sono

patologie molto differenti tra loro, ma che risultano accomunate da carico

assistenziale che rimane in gran parte appannaggio esclusivo delle famiglie.

Stima dei costi sociali diretti a carico delle famiglie per alcune patologie croniche e a forte impatto sulla

qualità di vita (val. medi in euro 2011)

Il settore sociosanitario italiano

Se da un punto di vista legislativo il settore sociosanitario risulta abbastanza definito,

delimitare nel concreto il perimetro della spesa sociosanitaria è operazione ben più

complessa

L’analisi delle risorse impegnate per il settore sociosanitario, infatti, non risulta agevole in

virtù delle numerose sovrapposizioni tra attori e relative funzioni nel sistema welfare

complessivo

Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, le risorse pubbliche

impiegate per l’assistenza sociosanitaria per invalidità e non autosufficienza (due grandi

capitoli di spesa sociosanitaria) in Italia nel 2009 ammonterebbero complessivamente a 47

miliardi. Tale considerevole cifra è frutto della sommatoria di numerose prestazioni

differenti per natura e valore economico all’interno del complessivo sistema pubblico.

• Di queste risorse una prima quota di 11,6 miliardi proviene dai Fondi Sanitari

Regionali e costituisce la quasi totalità della spesa sociosanitaria finanziata dal

Fondo Sanitario Nazionale (FSN) che è impiegata per finanziare assistenza

domiciliare, semiresidenziale, residenziale e protesica.

• 34,3 miliardi finanziano trasferimenti monetari in forma di indennità, pensioni,

assegni e rendite concesse per invalidità di diversa natura

• 11,6 miliardi di spesa per la non autosufficienza e 2 miliardi relativi per una metà

all’area materno infantile e per l’altra metà all’area dipendenze

Spesa sanitaria out of pocket: alcuni dati

Essendo il sistema italiano Universalistico una quota di spesa sanitaria

tutt’altro che irrilevante rimane in capo alle famiglie

�L’ISTAT stima che la spesa sanitaria out of pocket sia pari a 28

miliardi di euro (per il 2011), pari all’1,76% del PIL,

� Secondo quanto pubblicato dall’OCSE, in Italia la spesa out of pocket

rappresenta nel 2010 il 17,8% della spesa sanitaria complessiva, dato

che pone il nostro Paese al di sotto della media degli altri aderenti

all’organizzazione (pari a 20,1%) ma che nel confronto con gli altri Paesi

europeo risulta piuttosto alto: in Francia infatti il valore al 7,3%, nel Regno

Unito all’8,9% e in Germania al 13,2%, mentre risulta più alto il dato

spagnolo (20,1%)

Consumi sanitari – Composizione per

quintile di consumo – Valori % anno 2010

Fonte = IX Rapporto Sanità – Elaborazione CREA su dati ISTAT

Famiglie con spese socio-sanitarie OOP-

Variazione media annua – Valori %, anni

2011/2008

Fonte = IX Rapporto Sanità – Elaborazione CREA Sanità su dati ISTAT

Variazione famiglie con spese OOP,

impoverite e catastrofiche – Andamento

rispetto alla variazione media nazionale,

anni 2011/ 2008

Fonte = IX Rapporto Sanità – Elaborazione CREA Sanità su dati ISTAT

Disuguaglianze nella qualità dei servizi

sanitari� Nel 2010 il Servizio Sanitario Nazionale ha speso 111.168 milioni di euro, pari a

1.833 euro pro capite.

� A livello regionale si osserva uno scarto di circa 500 euro pro capite tra la provincia

autonoma di Bolzano, che spende mediamente 2.191 per ogni residente e la Sicilia che

ne spende 1.690

� Il Patto per la Salute 2010-2012 aveva stabilito, come parametri di riferimento, una

quota pari al 5% delle risorse complessive da destinare all’assistenza collettiva in

ambiente di vita e di lavoro, una pari l 51% all’assistenza distrettuale e il restante 44%

per l’assistenza ospedaliera.

� Rispetto a questa ripartizione delle risorse, solo Piemonte, Emilia- Romagna e

Toscana presentano una distribuzione della spesa sanitaria molto prossima ai parametri

di riferimento, mentre per le altre regioni le risorse risultano ancora troppo spostate

verso l’assistenza ospedaliera (soprattutto Lazio, Abruzzo e Sicilia) a discapito delle

attività di promozione della salute e dell’assistenza distrettuale

I principali squilibri tra regioni si osservano per i servizi preposti alla presa in

carico di pazienti cronici e alla gestione delle post acuzie

Disuguaglianze nella qualità dei servizi

sanitari

Fonte = Elaborazione ISTAT su dati del Ministero della Salute (2012)

Indicatore

sintetico per le

principali

dimensioni della

qualità:

appropriatezza,

efficacia,

soddisfazione

dei servizi

ospedalieri

Cittadini con aumento della spesa OOP.

Confronto regioni con Piano di rientro e

Altre Regioni

Fonte = Farmafactoring – Indagine CENSIS sulla percezione della sanità da parte degli italiani, 2012

Voci della spesa privata per la salute

aumentate nell’ultimo anno. Confronto

tra Regioni con Piano di rientro e Altre

Regioni

Fonte = Farmafactoring – Indagine CENSIS sulla percezione della sanità da parte degli italiani, 2012

Le relazioni tra istruzione e mortalità:Mortalità generale e intervallo di confidenza per livello di

istruzione, classe di età e sesso – Anni 1999 - 2007

Fonte = Rapporto Annuale 2012 ISTAT

Conseguenze economiche delle malattie

croniche

Sul piano dell’economia del lavoro le malattie croniche possono causare bassa produttività,

basso tasso di occupazione, pensionamento precoce, limitazioni alla partecipazione al

mercato del lavoro e stigma sociale (e. g. salari e mansioni più basse).

Ad esempio, uno studio del 2002 ha evidenziato che in Irlanda gli uomini affetti da malattie

croniche hanno il 66% in meno di probabilità di lavorare, e donne il 42%. Un’altro studio,

condotto tra il 1997 e il 2004 negli Stati Uniti, afferma che per la popolazione bianca un

aumento del 10% del peso corporeo corrisponde ad una diminuzione del 12% delle

probabilità di avere un lavoro a tempo pieno, una diminuzione del 5,7% delle ore lavorate e

a uno stipendio più basso del 10%.

Per quanto riguarda l’educazione e l’accumulazione di capitale sociale, la morte di un

genitore influenza il tasso di scolarizzazione (Gertler et al 2004). Molti studi hanno

evidenziato una correlazione tra fumo materno e sviluppo deficitario delle capacità

cognitive e comportamentali (Ernst et al 2001).

I bambini sovrappeso hanno spesso una bassa autostima e sono vittime di stigmatizzazioni

sociali che possono portare a basse performance a all’assenza da scuola (Latner and

Stunkard 2003; Hayden-Wade et al. 2005).

osservatorio “reti cliniche”

laboratorio “comunicazione e

promozione della salute”

Promozione e coordinamento delle

politiche a livello intersettoriale

Gestione per processi trasversali delle

politiche aziendali

Vision

osservatorio “pratiche di Buona Sanità”

(filo rosso assistenza territoriale)

Tre modelli assistenziali regionali come

risposta efficace alla cronicità

Fonte = Rapporto OASI 2012

Grazie per l’attenzione

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