I disturbi evolutivi nell’apprendimento...I Disturbi dell’Apprendimento DSM-5 (Diagnostic and...
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I disturbi evolutivi nell’apprendimento della lettura e della scrittura: dai modelli neuropsicologici alle indicazioni di intervento
Daniela Traficante
Dipartimento di Psicologia
Università Cattolica di Milano
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I Disturbi dell’Apprendimento
DSM-5
(Diagnostic and statistical manual of mental disorders.
Fifth edition, 2013)
Il livello raggiunto nelle abilità scolastiche carenti è al di sotto di quello che ci si aspetta data l’età cronologica e interferisce in modo significativo con prestazioni scolastiche o di vita quotidiana, così come indicato da misure standardizzate dell’apprendimento e da una completa valutazione clinica.
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A- Difficoltà nell’apprendere e usare abilità scolastiche
• Sintomi persistenti da almeno 6 mesi:
• 1. Lettura di parole scorretta, lenta o che richiede molta attenzione
• 2. Difficoltà a comprendere il significato di ciò che viene letto
• 3. Difficoltà con l’ortografia
• 4. Difficoltà con la produzione del testo scritto
• 5. Difficoltà a padroneggiare il senso del numero, i fatti aritmetici, o il calcolo
• 6. Difficoltà con il ragionamento aritmetico
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➢Livello inferiore a quanto atteso dall’età cronologica
➢Il disturbo interferisce in modo significativo con prestazioni scolastiche o di vita quotidiana
➢Utilizzo di misure standardizzate dell’apprendimento e da una completa valutazione clinica
B - Criteri di valutazione
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➢Iniziano in età scolare
➢Possono manifestarsi in modo chiaro solo quando le richieste scolastiche che coinvolgono le abilità carenti vanno oltre un certo livello di capacità individuale
C – Età di insorgenza
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Non possono essere spiegati da:
➢Disabilità intellettiva
➢Deficit sensoriali, mentali o neurologici
➢Fattori di natura psicosociale
➢Scarsa padronanza del linguaggio usato a scuola
➢Istruzione scolastica inadeguata
D – Criteri di esclusione
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Disturbi associati
A questi disturbi si associano frequentemente:
* Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI)
* Disgrafia
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Semiologia del disturbo
Fin dalla nascita:
• Lentezza nell’acquisizione delle fasi dello sviluppo psico -motorio (parlare, camminare…)
• Iperattività
• Difficoltà a concentrarsi
• Difficoltà di coordinazione motoria
• Uso indifferente delle mani
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Lateralizzazione
• Impaccio nei movimenti e scarsa coordinazione
• Lateralizzazione incerta
• Confusione nella localizzazione spaziale e temporale (sopra-sotto, dx-sx, prima-dopo)
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Tempo• Difficoltà nella consapevolezza del tempo,
nella gestione, nella puntualità
Memoria• Difficoltà nella Memoria a Breve Termine (MBT)• Eccellente Memoria e Lungo Termine (MLT) e
memoria visiva• Elaborazione dei pensieri per immagini• Difficoltà a memorizzare poesie
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Nella lettura:• Lentezza• Elevato numero di errori: inversione di lettere,
confusione di lettere graficamente simili come b-d, p-q o fonologicamente simili come d-t. f-v, aggiunta o omissione di lettere, errore di accento
• Mal di testa, percezione di cose in movimento o distorte
• Particolari difficoltà nel leggere o nel pronunciare• Lettura di una parola e poi assenza di
riconoscimento in seguito nella pagina• Brevi tempi di concentrazione per lettura e
scrittura
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Nella scrittura:
• Difficoltà progressive che si manifestano fin dal momento dell’acquisizione della scrittura
• Difficoltà nella riproduzione di configurazioni grafiche (es. lettere, disegni) e nel loro orientamento
• Difficoltà di associazione fonema-grafema, anche nei digrammi sc, gn, gl
• Confusione di lettere speculari (d-b; p-q) e fonologicamente simili (f-v; d-t)
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• Omissione o aggiunta di lettere e sillabe
• Frequenti errori ortografici, soprattutto nell’uso dell’h, accenti, doppie, apostrofo
• Fusione illegale di parole (non riconoscimento delle parole omofone ma non omografe come l’ago e lago)
• Pensiero creativo ma poco strutturato dal punto di vista sintattico e dell’organizzazione del testo
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In matematica:
• Difficoltà di lettura, scrittura e ripetizione di numeri
• Difficoltà di apprendimento delle tabelline
• Lentezza nel calcolo mentale (uso delle dita)
• Difficoltà nella risoluzione dei problemi (per problemi di linguaggio)
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Livelli di causalità(Morton e Frith, 1995; Pennington, 2002)
EZIOLOGIA
NEUROBIOLOGIA
NEUROPSICOLOGIA
COMPORTAMENTO
GENE 1 GENE 2 GENE 3
AREA F AREA T AREA P
FUNZ. M FUNZ. L FUNZ. P
DSL1 DSL2 DSA1
AREA O
FUNZ. V
DSA2
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• Elevata ricorrenza in alcune famiglie• Studi su gemelli omozigoti hanno confermato una base genetica• Regione DYX1: una variante del gene DYX1C1 è risultato un fattore di rischio per parlanti Tedesco e Inglese ed è risultato associato alla lettura nei normolettori• Regione DYX2: varianti dei geni DCDC2 e KIAA0319 sono risultate fattori di rischio per dislessici, ma anche correlati alla lettura in normolettori• Ultime ricerche: nella regione DYX8 ci sarebbe una variante del gene TNFRSF1B, associata alla dislessia
Studi in progress: dai geni al livello neurobiologico ???
Eziopatogenesi genetica(Brkanac et al., 2007; Carrion-Castillo et al., 2013;
Cicchini et al., 2015; Marino et al., 2004)
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Il cervello NON è fatto per leggere
➢ Non esistono geni specifici per la lettura
➢ Non esiste un “centro della lettura”
➢ Ogni individuo che impara a leggere deve costruire nuovi circuiti associativi, che mettono in collegamento tra loro aree deputate a funzioni diverse
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Nuove connessioni tra strutture esistenti
Circuiti neuronali deputati a➢ Linguaggio (ricettivo e produttivo)➢ Percezione visiva➢ Pensiero➢ Memoria➢ Attenzione➢ Coordinazione motoria➢ …
devono integrarsi in un sistema complesso:
1. Neuronal recycling hypothesis (Dehaene, 2014; Dehaene & Cohen,
2007, 2011; Dehaene et al., 2010)
2. Functional coordination approach (Lachmann & van Leeuwen,
2014)
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Neuronal recycling hypothesis: Visual Word Form Area
Durante l’apprendimento della lettura, una specifica regione
della corteccia occipito-temporale ventrale sinistra viene
«riciclata» e specializzata per il riconoscimento delle
caratteristiche ortografiche delle lettere. Tale area è stata detta
Visual Word Form Area
- Adatta a discriminare le minute caratteristiche delle lettere
- Connessione con le aree temporali superiori e frontali
inferiori, centri del linguaggio
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Dehaene & Cohen, 2011
Caratteristiche della VWFA - E’ indipendente dalle caratteristiche delle lingue naturali
- Negli analfabeti quest’area è deputata al riconoscimento
di volti e di scacchiere: invarianza rispetto alla simmetria,
che si perde per le lettere, quando si impara a leggere
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Errori di simmetria nei dislessici: b / d
Il cervello ha un’elevata plasticità e si può trasformare con l’apprendimento della lettura, ma l’universalità della VWFA
manifesta vincoli genetici
Functional coordination approach1. Da una percezione olistica a una
analitica (cfr. Frith, 1985)
2. Dall’invarianza dell’orientamento alla sensibilità alla simmetria
3. Connessioni grafemi-fonemi, riconoscimento di morfemi, riconoscimento parole intere B
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Integrità dei circuiti implicati
Velocità di trasmissione dei dati
Automatizzazione dei processi
DISLESSIE EVOLUTIVE
Sequenza temporale di un lettore tipico
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Lettore tipicoLettore con
dislessia
Riconoscimentovisivo
0-100 MSEC
Attivazione parola
150 MSEC
Elaborazionefonologica
180-300 MSEC
Elaborazionesemantica
200-500 MSEC
Ritardo
Ritardo
Ritardo
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DSA e apprendimentoLimiti
• Lentezza nella lettura
• Difficoltà con le prove scritte
• Eventuali difficoltà nella produzione del testo scritto
• Vantaggio con ascolto, osservazione, supporti visivi
• Difficoltà a ricordare elenchi, nomi, date
• Difficoltà a seguire lunghe spiegazioni orali e a prendere appunti
Strumenti compensativi
• 30% di tempo in più
• Integrazione della valutazione con prove orali
• Valutazione del contenuto e non della forma
• Sintesi vocale/lettore, didattica laboratoriale
• Utilizzo di mappe concettuali
• Audioregistrazione delle lezioni
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DSA e apprendimento
Limiti
• Difficoltà con la lingua straniera
• Test di livello nella lingua inglese
Strumenti compensativi
• Dare priorità al valore funzionale della comunicazione
• Il tempo aggiuntivo si deve dare non solo per la comprensione del testo, ma anche per la comprensione dei dialoghi: le domande sono presentate in forma scritta!
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…in sintesi
• Pluralità di disturbi e di livelli di gravità
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• Differenze individuali per motivazione, consapevolezza metacognitiva, accettazione e adattamento emotivo
APPROPRIARSI DEL PROBLEMA
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Il modello a due vie: una lettura integrata di dislessie evolutive e acquisite
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A ≠ a / Es. calore > balore Es. clientela > lamentela
omaggio > maggio
Dislessie periferiche
Dislessie centrali
Letter Identity Neglect Dyslexia
Adattato da Friedmann e Coltheart (in press)
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Dislessie periferiche
Dislessie centrali
(es. bordo > brodo; testo > teso)
LPD: Letter position dyslexia
Adattato da Friedmann e Coltheart (in press)
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(es. belva sella > bella selva )
Dislessie periferiche
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AD: Attentional Dyslexia
Adattato da Friedmann e Coltheart (in press)
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Visual Dyslexia
Es. stupefatti > supefati
Dislessie periferiche
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Adattato da Friedmann e Coltheart (in press)
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Surface dyslexia
Es. macina > macìna
Dislessie periferiche
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Adattato da Friedmann e Coltheart (in press)
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Phonological and Vowel dyslexia
PD: es. asco > arco“non so”
Dislessie periferiche
Dislessie centrali
VD: es. coltena > caltena
Adattato da Friedmann e Coltheart (in press)
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Deep dyslexia
Dislessie periferiche
Dislessie centrali
Es. collana > collarebosco > alberoEppure > ancora
Adattato da Friedmann e Coltheart (in press)
Teoria fonologica
I dislessici hanno un deficit specifico
nella rappresentazione,
nell’immagazzinamento e nel
recupero dei suoni del linguaggio.
Tale deficit deriverebbe da una
disfunzione congenita delle aree
perisilviane dell’emisfero sinistro
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I deficit fonologici sono secondari
rispetto a un più generale deficit
uditivo, che riduce le capacità di
percepire i contrasti fonemici (/ta/
vs. /da/), i toni ecc.
Teoria dell’elaborazione uditiva rapida
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Si basa sulla distinzione del sistema visivo in due distinte vie:
quella magnocellulare e quella parvocellulare. La dislessia
deriverebbe da un deficit alla prima, legata alla visualizzazione
del testo
Teoria magnocellulare
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• Le disfunzioni magnocellulari comporterebbero deficit non solo visivi, ma anche uditivi e tattili. Esse, inoltre, inciderebbero sul funzionamento del cervelletto.
• Una moderata disfunzione a livello cerebellare comporta difficoltà motorie, di articolazione e di automatizzazione dei compiti
Teoria magnocellulare e cervelletto
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