I Diarii Tomo III · 2020. 10. 6. · Questo e-book è stato realizzato anche grazie al so-stegno...

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  • Marino SanutoI Diarii

    Tomo III

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    QUESTO E-BOOK:

    TITOLO: I Diarii. Tomo IIIAUTORE: Sanudo, Marino TRADUTTORE: CURATORE: Fulin, RinaldoNOTE: Direzione scientifica dell’edizione elettroni-ca: Emanuela Brusegan (Venezia). Coordinamento: Vit-torio Volpi (Iseo). I volontari sono riuniti e coor-dinati mediante il gruppo “Sanuto elettronico”:http://it.groups.yahoo.com/group/sanuto/L’edizione elettronica dei Diarii di Marino Sanuto èsostenuta dalla Comunità Montana di Valle Camonica,dal Consorzio BIM di Valle Camonica.CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

    DIRITTI D'AUTORE: no

    LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze

    COPERTINA: n. d.

    TRATTO DA: I Diarii / di Marino Sanuto:. Venezia: F.Visentini, 1879-1902. - 58 v.; 29 cm. - Vol. Il..: IDiarii / di Marino Sanuto: Tomo XIX; Venezia: a spe-

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  • se degli editori, 1880 - 1876 col. 31 cm.

    CODICE ISBN FONTE: n. d.

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 6 ottobre 2020

    INDICE DI AFFIDABILITÀ: 10: affidabilità bassa1: affidabilità standard2: affidabilità buona3: affidabilità ottima

    SOGGETTO:FIC004000 FICTION / Classici

    DIGITALIZZAZIONE:Vittorio Volpi, [email protected]

    REVISIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

    IMPAGINAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

    PUBBLICAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

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    se degli editori, 1880 - 1876 col. 31 cm.

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  • I DIARIIDI

    MARINO SANUTO

    TOMO IIIPUBBLICATO PER CURA DIRINALDO FULIN

    VENEZIAA SPESE DEGLI EDITORI

    MDCCCLXXX

    5

    I DIARIIDI

    MARINO SANUTO

    TOMO IIIPUBBLICATO PER CURA DIRINALDO FULIN

    VENEZIAA SPESE DEGLI EDITORI

    MDCCCLXXX

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  • [5]

    I DIARII

    I OTTOBRE MCCCCLXXXXVIIII - XXXI MARZOMCCCCCI.

    [5] MARINI SANUTI LEONARDI FILII PATRICII VENETI, DE SUCCESSURERUM ITALIAE ANNO DOMINI MCCCCLXXXXVIIII, INCIPIENTE PRIMADIE MENSIS OCTOBRIS, DUCANTE AUGUSTINO BARBADICO,VENETORUM DUCE, QUASI EPHIMERIDA INCIPIT.

    Tanto è stà despiazevole a tutta la cità nostra el governo de sierAntonio Grimani, considerando la quantità di homeni peridi; elgrandissimo numero di l'armada nostra, za molti e molti anni nonaudito sì grande e più mazor legni; e il perder di Lepanto, che iputi andavano cridando per la terra:

    Antonio Grimani,Ruinà de' cristianiRebello de' venitiani,Puòstu esser manzà da' canni,Da' canni, da' cagnolli,Ti e toi fiulli!

    E su molte botege, su' muri, vidi Jo scritto:

    Antonio Grimani,

    6

    [5]

    I DIARII

    I OTTOBRE MCCCCLXXXXVIIII - XXXI MARZOMCCCCCI.

    [5] MARINI SANUTI LEONARDI FILII PATRICII VENETI, DE SUCCESSURERUM ITALIAE ANNO DOMINI MCCCCLXXXXVIIII, INCIPIENTE PRIMADIE MENSIS OCTOBRIS, DUCANTE AUGUSTINO BARBADICO,VENETORUM DUCE, QUASI EPHIMERIDA INCIPIT.

    Tanto è stà despiazevole a tutta la cità nostra el governo de sierAntonio Grimani, considerando la quantità di homeni peridi; elgrandissimo numero di l'armada nostra, za molti e molti anni nonaudito sì grande e più mazor legni; e il perder di Lepanto, che iputi andavano cridando per la terra:

    Antonio Grimani,Ruinà de' cristianiRebello de' venitiani,Puòstu esser manzà da' canni,Da' canni, da' cagnolli,Ti e toi fiulli!

    E su molte botege, su' muri, vidi Jo scritto:

    Antonio Grimani,

    6

  • Rebello de' venitiani!

    Et i fioli, temendo esser sacomanati a furor de populo, tretenotute specie e haver sotil di caxa, et mandati a' monestieri e in altriluogi, nè venivano fuor di caxa. Et il suo sarasin, stato gram tem-po in caxa, fo bastonato sul campo di Santa Maria Formosa da liputi. Et, concludendo, quasi tutti li parenti lo abandonoe, salvosecrete andavano a caxa. Et li Grimani non venivano a consejo,licet non havesseno colpa. Quel nome era in odio a la terra.

    [6] E quanto sia stato grato el conseglio nostro grande verssola famegia de do zenthilomeni morti per defender la patria, zoèsier Andrea Loredam et sier Albam d'Armer, nominati di sopra,qualli erano, come si crede, brusati o morti combatendo con tur-chi, uno su la nave Pandora, e l'altro su la sua nave sua (sic), che,facendossi provedadori al sal, più conseglij niun non passò, e poitolto sier Antonio Loredam, era stà soracomito con titolo, fradelloche fu di sier Andrea Loredam etc., rimase da molti vechij eranostà de pregadi, et have poche ballote di no. Et poi, fato etiam pro-vedador al sal, non passava; tanto che fu tolto sier Alvixed'Armer, fo provedador a Peschiera, fradello che fo di sier Albamd'Armer, che fu morto da' turchi etc. Et rimase da sier AndreaCorner, era di la zonta, vechio, et have balote 1150. Li qualli do,per esser zoveni, non sariano romasi a tal officio de qui anni X in15, e tal forssi mal Et è da creder, questo medemo si farà in bene-fitiar tutti quelli si harano portato ben, che perhò pochi sono.Etiam sier Jacomo Polani, padre di sier Vicenzo, che investìl'armata turchescha, rimase di la zonta ordinaria, che, ben che fus-se vechio, mai saria rimasto. Et haec satis.

    [1499 10 01]A dì primo octubrio. È da saper, prima si have como tre squa-

    droni de turchi, cavali 7 in X milia, capetanio Scander bassà, ha-veano sotto Goricia im più luogi vadato el fiume de l'Izonzo, et

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    Rebello de' venitiani!

    Et i fioli, temendo esser sacomanati a furor de populo, tretenotute specie e haver sotil di caxa, et mandati a' monestieri e in altriluogi, nè venivano fuor di caxa. Et il suo sarasin, stato gram tem-po in caxa, fo bastonato sul campo di Santa Maria Formosa da liputi. Et, concludendo, quasi tutti li parenti lo abandonoe, salvosecrete andavano a caxa. Et li Grimani non venivano a consejo,licet non havesseno colpa. Quel nome era in odio a la terra.

    [6] E quanto sia stato grato el conseglio nostro grande verssola famegia de do zenthilomeni morti per defender la patria, zoèsier Andrea Loredam et sier Albam d'Armer, nominati di sopra,qualli erano, come si crede, brusati o morti combatendo con tur-chi, uno su la nave Pandora, e l'altro su la sua nave sua (sic), che,facendossi provedadori al sal, più conseglij niun non passò, e poitolto sier Antonio Loredam, era stà soracomito con titolo, fradelloche fu di sier Andrea Loredam etc., rimase da molti vechij eranostà de pregadi, et have poche ballote di no. Et poi, fato etiam pro-vedador al sal, non passava; tanto che fu tolto sier Alvixed'Armer, fo provedador a Peschiera, fradello che fo di sier Albamd'Armer, che fu morto da' turchi etc. Et rimase da sier AndreaCorner, era di la zonta, vechio, et have balote 1150. Li qualli do,per esser zoveni, non sariano romasi a tal officio de qui anni X in15, e tal forssi mal Et è da creder, questo medemo si farà in bene-fitiar tutti quelli si harano portato ben, che perhò pochi sono.Etiam sier Jacomo Polani, padre di sier Vicenzo, che investìl'armata turchescha, rimase di la zonta ordinaria, che, ben che fus-se vechio, mai saria rimasto. Et haec satis.

    [1499 10 01]A dì primo octubrio. È da saper, prima si have como tre squa-

    droni de turchi, cavali 7 in X milia, capetanio Scander bassà, ha-veano sotto Goricia im più luogi vadato el fiume de l'Izonzo, et

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  • aspetano altre gente e pedoni 5000; e sono firmati su la piana traGradischa e Udene, per modo che l'è serata la strada di Friul, e devegnir qui da Udene per la via [7] di Porto Gruer; et in Gradischaera sier Andrea Zanchani, provedador nostro, con el sig. CarloOrssini; et che 40 stratioti erano ussiti di Gradischa a sora veder,e introno in 300 turchi, adeo li messeno in fuga; e stratioti, te-mendo de insidie, ritornorono in Gradischa: per le qual cosse tuttala terra fu spaventada, di haver turchi tanto propinqui in Friol.

    Et a dì primo dillo. Vene nova, dicti turchi esser acampati traUdene e Porto Bufalè, et esser passato il Taiamento per numero2000, metando a fuogo e fiama ville, caxe, bestiame, et anime in-finite menando via: et questo se intese per letere di sier Domene-go Bolani, luogo tenente in la Patria, da Udene; di sier Piero Ba-doer, podestà et capetanio a Zazil; e di Gradischa e di Porto Bufo-lè, di sier Francesco Querini, podestà. Et praecipue una letera diuno citadim, chiamato domino ..., la qual fu leta im pregadi, cometurchi erano stati a una badia di San Zuanne de ..., dove haveanofato gran mal, cavato li ochij a li santi depenti, e di la chiesia fattostalla per disprecio.

    Et per colegio fu scritto a sier Domenego Contarini, capetaniodi Vicenza, et li fo mandato ducati 5000, acciò subito si partisseda Vicenza, et andasse con 5000 cernide; et scrito a Padoa, man-dasse cernide in gran numero; a Feltre 300, a Cividal 300, a Bas-san e Treviso assa' numero. Et ordinato a dito capetanio di Vicen-za andasse di sora via a Zazil, et li fosse fato la massa di le zentenostre. Et in questo zorno zonse a Chioza domino Zuan BatistaCarazolo, capetanio di le fantarie, venuto di cremonese con 1000provisionati, et con barche passono in Livenza, dando a cadauno6 marzelli, el resto, zonti sarano in Friul. Etiam tutavia veniva perterra le zente d'arme, era in cremonese; zoè Zuan Paulo Manfrom,Jacomazo da Venecia et Colla suo fiol, Tuzo di Costanza, et altri,zoè cavali 2000.

    Ancora fo parlato in colegio di mandar barche e barbote in

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    aspetano altre gente e pedoni 5000; e sono firmati su la piana traGradischa e Udene, per modo che l'è serata la strada di Friul, e devegnir qui da Udene per la via [7] di Porto Gruer; et in Gradischaera sier Andrea Zanchani, provedador nostro, con el sig. CarloOrssini; et che 40 stratioti erano ussiti di Gradischa a sora veder,e introno in 300 turchi, adeo li messeno in fuga; e stratioti, te-mendo de insidie, ritornorono in Gradischa: per le qual cosse tuttala terra fu spaventada, di haver turchi tanto propinqui in Friol.

    Et a dì primo dillo. Vene nova, dicti turchi esser acampati traUdene e Porto Bufalè, et esser passato il Taiamento per numero2000, metando a fuogo e fiama ville, caxe, bestiame, et anime in-finite menando via: et questo se intese per letere di sier Domene-go Bolani, luogo tenente in la Patria, da Udene; di sier Piero Ba-doer, podestà et capetanio a Zazil; e di Gradischa e di Porto Bufo-lè, di sier Francesco Querini, podestà. Et praecipue una letera diuno citadim, chiamato domino ..., la qual fu leta im pregadi, cometurchi erano stati a una badia di San Zuanne de ..., dove haveanofato gran mal, cavato li ochij a li santi depenti, e di la chiesia fattostalla per disprecio.

    Et per colegio fu scritto a sier Domenego Contarini, capetaniodi Vicenza, et li fo mandato ducati 5000, acciò subito si partisseda Vicenza, et andasse con 5000 cernide; et scrito a Padoa, man-dasse cernide in gran numero; a Feltre 300, a Cividal 300, a Bas-san e Treviso assa' numero. Et ordinato a dito capetanio di Vicen-za andasse di sora via a Zazil, et li fosse fato la massa di le zentenostre. Et in questo zorno zonse a Chioza domino Zuan BatistaCarazolo, capetanio di le fantarie, venuto di cremonese con 1000provisionati, et con barche passono in Livenza, dando a cadauno6 marzelli, el resto, zonti sarano in Friul. Etiam tutavia veniva perterra le zente d'arme, era in cremonese; zoè Zuan Paulo Manfrom,Jacomazo da Venecia et Colla suo fiol, Tuzo di Costanza, et altri,zoè cavali 2000.

    Ancora fo parlato in colegio di mandar barche e barbote in

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  • l'Izonso, et in voce fu aricordato capetanio sier Alvixe Loredam,fo a Monopoli. Et cussi fu mandato per lui, et armato ... barche,andoe; el qual si partì de qui a dì ... di questo. Etiam fo mandà perterra sier Vetor da Leze, patricio nostro, qual si oferse andar con100 valenti homeni di questa terra, et si partite, et andoe a Mon-falcon.

    Da Roma, di sier Polo Capelo, orator, di 28, venute in horre48. Scrive haver da Napoli, di l'orator, di 26, come havia per unanave venuta a Otranto, partì a dì 9 septembrio, dice l'armata tur-chescha esser stà totaliter destruta in colfo di Lepanto. Tamen dit-ta nova qui non fu credita; et nihil fuit verum.

    [8] Da la Mota, Porto Bufolè e altri lochi di trivixana. Cometurchi erano venuti lì propinquo, et passato il Taiamento, tutto elpaese è in fuga; dimandano socorso; fano assa' crudeltà. Et è dasaper, la terra è stata fida nel scriver di sier Andrea Zanchani, pro-vedador, lo qual scriveva, haver 15 milia pedoni di Friul, deputati,a 5000 per volta ogni quarto dì, a vardar Gradischa, dandose cam-bio di 8 di in 8 dì; et le taie di li castelani esser in hordine; etquando turchi comparseno, li deputati non volseno venir a far lasua guardia, dicendo voler vardar caxa sua, et fuzer via al meglioche potevano in li castelli.

    Da Novara, di sier Antonio Loredam, el cavalier, orator no-stro. Come ivi se ritrovava con il re, andavano a Vegevene, poi aPavia, et demum a Milan, e dovea intrar a dì 3; el de coloquij abu-ti col re.

    Di Brexa, di 4 oratori nostri, vano al re. Come solicitaveno illhoro cavalchar, e sperano esser in Milan avanti il re.

    Da Cremona, di sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, etsier Nicolò Foscarini, qual non era intrato ne l'officio suo di ca-petanio. Scriveno di quelle cosse etc.; et sier Vido Morexini, pa-gador in campo, era lì, facea l'oficio dil camerlengo; et dil partirdi oratori lhoro.

    Da poi disnar fo pregadi, et si redusse el conseio di X. Erano

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    l'Izonso, et in voce fu aricordato capetanio sier Alvixe Loredam,fo a Monopoli. Et cussi fu mandato per lui, et armato ... barche,andoe; el qual si partì de qui a dì ... di questo. Etiam fo mandà perterra sier Vetor da Leze, patricio nostro, qual si oferse andar con100 valenti homeni di questa terra, et si partite, et andoe a Mon-falcon.

    Da Roma, di sier Polo Capelo, orator, di 28, venute in horre48. Scrive haver da Napoli, di l'orator, di 26, come havia per unanave venuta a Otranto, partì a dì 9 septembrio, dice l'armata tur-chescha esser stà totaliter destruta in colfo di Lepanto. Tamen dit-ta nova qui non fu credita; et nihil fuit verum.

    [8] Da la Mota, Porto Bufolè e altri lochi di trivixana. Cometurchi erano venuti lì propinquo, et passato il Taiamento, tutto elpaese è in fuga; dimandano socorso; fano assa' crudeltà. Et è dasaper, la terra è stata fida nel scriver di sier Andrea Zanchani, pro-vedador, lo qual scriveva, haver 15 milia pedoni di Friul, deputati,a 5000 per volta ogni quarto dì, a vardar Gradischa, dandose cam-bio di 8 di in 8 dì; et le taie di li castelani esser in hordine; etquando turchi comparseno, li deputati non volseno venir a far lasua guardia, dicendo voler vardar caxa sua, et fuzer via al meglioche potevano in li castelli.

    Da Novara, di sier Antonio Loredam, el cavalier, orator no-stro. Come ivi se ritrovava con il re, andavano a Vegevene, poi aPavia, et demum a Milan, e dovea intrar a dì 3; el de coloquij abu-ti col re.

    Di Brexa, di 4 oratori nostri, vano al re. Come solicitaveno illhoro cavalchar, e sperano esser in Milan avanti il re.

    Da Cremona, di sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, etsier Nicolò Foscarini, qual non era intrato ne l'officio suo di ca-petanio. Scriveno di quelle cosse etc.; et sier Vido Morexini, pa-gador in campo, era lì, facea l'oficio dil camerlengo; et dil partirdi oratori lhoro.

    Da poi disnar fo pregadi, et si redusse el conseio di X. Erano

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  • capi sier Hironimo Zorzi, el cavalier, sier Domenego Beneto etsier Antonio Trum. Et non fo fato im pregadi altro, solum leto le-tere, et electiom di scurtinio, atento una parte che fu messa di ele-zer cinque savij, qualli dovesseno aldir li oratori di Cremona,come Verona, et venir con lhoro opinion in colegio; et cussì di al-tri lochi aquistati di novo, potendo meter parte etc. Et rimasenotutti cinque procuratori: sier Nicolò Mozenigo, sier DomenegoMorexini, sier Marin Lion, sier Filippo Trum e sier Alvixe Braga-dim. Item, fono eletti 7 di diexe savij a tansar, in locho di alcuni,chi erano intrati consieri, chi savij in colegio; et rimaseno sierZorzi Corner, el cavalier, sier Francesco Trum, sier Piero Contari-ni, sier Beneto da cha' da Pexaro, sier Bortolo Vituri, sier CosmaPasqualigo el sier Troylo Malipiero, qualli erano electi in Cypro,et, judicio meo, non doveano esser balotadi. Et atento non veniva-no im pregadi, fo terminà per la Signoria venisseno non metandobalota.

    [1499 10 02]A di 2 octubrio. Si have aviso, turchi danizava in trivisana, el

    X di lhoro passò la Livenza, propinquo a Porto Bufolè, et tornonoindriedo da li altri, qualli meteano a fuogo e fiama il Friol e trivi-xan; [9] e le cernide erano in fuga. Et che a Pordenon, loco dil'imperador, todeschi, e de quelli habita zercha 800, ussiteno,adeo ne fono morti molti di lhoro da' turchi. E il bassà, qual haviasuo fiol con lui, è homo vechio, corsse altre fiate qui in Friol, limandò a dir a quelli di Pordenon, havia bona intelligentia con ilre di romani; pur volse ducati 1000, e li daria le anime tolte. Etcussì li fono dati. Et par, alcuni di Strasoldo, castelani, con certistratioti, fono a le man con turchi, et de dicti turchi fono amazatialcuni; tamen tutavia andavano brusando, non havendo a l'incon-tro. E il Zanchani, provedador, con le zente si stava in Gradischa.A Zazil si facea l'altra massa di le nostre zente, et za era zontoMeleagro da Forlì e Jacomazo. E le altre di campo veniva via.

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    capi sier Hironimo Zorzi, el cavalier, sier Domenego Beneto etsier Antonio Trum. Et non fo fato im pregadi altro, solum leto le-tere, et electiom di scurtinio, atento una parte che fu messa di ele-zer cinque savij, qualli dovesseno aldir li oratori di Cremona,come Verona, et venir con lhoro opinion in colegio; et cussì di al-tri lochi aquistati di novo, potendo meter parte etc. Et rimasenotutti cinque procuratori: sier Nicolò Mozenigo, sier DomenegoMorexini, sier Marin Lion, sier Filippo Trum e sier Alvixe Braga-dim. Item, fono eletti 7 di diexe savij a tansar, in locho di alcuni,chi erano intrati consieri, chi savij in colegio; et rimaseno sierZorzi Corner, el cavalier, sier Francesco Trum, sier Piero Contari-ni, sier Beneto da cha' da Pexaro, sier Bortolo Vituri, sier CosmaPasqualigo el sier Troylo Malipiero, qualli erano electi in Cypro,et, judicio meo, non doveano esser balotadi. Et atento non veniva-no im pregadi, fo terminà per la Signoria venisseno non metandobalota.

    [1499 10 02]A di 2 octubrio. Si have aviso, turchi danizava in trivisana, el

    X di lhoro passò la Livenza, propinquo a Porto Bufolè, et tornonoindriedo da li altri, qualli meteano a fuogo e fiama il Friol e trivi-xan; [9] e le cernide erano in fuga. Et che a Pordenon, loco dil'imperador, todeschi, e de quelli habita zercha 800, ussiteno,adeo ne fono morti molti di lhoro da' turchi. E il bassà, qual haviasuo fiol con lui, è homo vechio, corsse altre fiate qui in Friol, limandò a dir a quelli di Pordenon, havia bona intelligentia con ilre di romani; pur volse ducati 1000, e li daria le anime tolte. Etcussì li fono dati. Et par, alcuni di Strasoldo, castelani, con certistratioti, fono a le man con turchi, et de dicti turchi fono amazatialcuni; tamen tutavia andavano brusando, non havendo a l'incon-tro. E il Zanchani, provedador, con le zente si stava in Gradischa.A Zazil si facea l'altra massa di le nostre zente, et za era zontoMeleagro da Forlì e Jacomazo. E le altre di campo veniva via.

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  • Da poi disnar fo conseio di X. Et il colegio se reduse.

    [1499 10 03]A dì 3 ditto. Gionse in questa terra Hironimo Zenoa, vien di

    Cremona con molti provisionati, e fo mandato in Friul.Item, vene Gorlim, contestabele, era con pisani, oferendossi

    etc. Et vedendo non esser expedito ad vota, ritornò a Pisa.Et da Monopoli, di sier Thomà Liom, provedador, l'altro zorno

    vene letere di 16. Come havia da do fuste di Malta, licentiate dala nostra armada, come fin a dì XI el castello di Nepanto si teni-va; tamen non fu vero, et si havia reso.

    Et fo nonciato, el capetanio di Vicenza con 3000 cernide, fra iqual sono 500 cavali, erano zonti a Sazil, et che in la Patria eraadunato 6000 homeni verso Gradischa; e da Bassan, Feltre, Civi-dal di Belun e Conegian, era zonto 1000 cernide, et che 400 cer-nide di Conegiam fo asaltade da' turchi verso Porto Bufolè, di lequal 200 si messe in fuga, e fo no uccisi da' turchi, et 200 chefece testa, se salvorono. Da poi, alcuni stratioti, 150 in zercha, us-siti di Gradischa, arsaltono turchi 500, et quelli messe in rota, ereportono 100 teste e tre vivi. Da li qual si intese esser in tutto9000 turchi, i qual doveano partir, e non poteano per le fiumareingrossade. Li qual turchi, presi, fono examinati a Udene. Et è dasaper, fono in questi zorni grandissime pioze, adeo il Taiamento el'Izonso cresseteno, sì che turchi stanno mal in mezo; tamen nonhaveno mal niuno. Et horra se troverà tre adunation di zente inFriul nostre, i qualli, havendo insieme intelligentia, potrano serarturchi di mezo, zoè li nostri de Gradischa, sì zente d'arme, stratio-ti, fanti e cernide non picol numero; poi quelli si reducano a Sa-zil; et sier Alvixe Loredan, mandato capetanio di 40 barche arma-de e fanti [10] 1000, venuti da Cremona per la via di Po. Et a lebarche pizole fo dato 6 homeni, a le mezane 8, a le grosse di pe-dota 12; e al patron fo dato ducati 4, et a li altri ducati 3 al mexe;el fono expedite. Tamen fu butà via li soldi; et restò a dar danari a

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    Da poi disnar fo conseio di X. Et il colegio se reduse.

    [1499 10 03]A dì 3 ditto. Gionse in questa terra Hironimo Zenoa, vien di

    Cremona con molti provisionati, e fo mandato in Friul.Item, vene Gorlim, contestabele, era con pisani, oferendossi

    etc. Et vedendo non esser expedito ad vota, ritornò a Pisa.Et da Monopoli, di sier Thomà Liom, provedador, l'altro zorno

    vene letere di 16. Come havia da do fuste di Malta, licentiate dala nostra armada, come fin a dì XI el castello di Nepanto si teni-va; tamen non fu vero, et si havia reso.

    Et fo nonciato, el capetanio di Vicenza con 3000 cernide, fra iqual sono 500 cavali, erano zonti a Sazil, et che in la Patria eraadunato 6000 homeni verso Gradischa; e da Bassan, Feltre, Civi-dal di Belun e Conegian, era zonto 1000 cernide, et che 400 cer-nide di Conegiam fo asaltade da' turchi verso Porto Bufolè, di lequal 200 si messe in fuga, e fo no uccisi da' turchi, et 200 chefece testa, se salvorono. Da poi, alcuni stratioti, 150 in zercha, us-siti di Gradischa, arsaltono turchi 500, et quelli messe in rota, ereportono 100 teste e tre vivi. Da li qual si intese esser in tutto9000 turchi, i qual doveano partir, e non poteano per le fiumareingrossade. Li qual turchi, presi, fono examinati a Udene. Et è dasaper, fono in questi zorni grandissime pioze, adeo il Taiamento el'Izonso cresseteno, sì che turchi stanno mal in mezo; tamen nonhaveno mal niuno. Et horra se troverà tre adunation di zente inFriul nostre, i qualli, havendo insieme intelligentia, potrano serarturchi di mezo, zoè li nostri de Gradischa, sì zente d'arme, stratio-ti, fanti e cernide non picol numero; poi quelli si reducano a Sa-zil; et sier Alvixe Loredan, mandato capetanio di 40 barche arma-de e fanti [10] 1000, venuti da Cremona per la via di Po. Et a lebarche pizole fo dato 6 homeni, a le mezane 8, a le grosse di pe-dota 12; e al patron fo dato ducati 4, et a li altri ducati 3 al mexe;el fono expedite. Tamen fu butà via li soldi; et restò a dar danari a

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  • X barche, che non fono mandate.È da saper, cossa assa' notanda, che sier Andrea Foscarini, de

    sier Bernardo, da San Pollo, era podestà et capetanio a Mestre, in-teso turchi esser in trivisana, butoe zoso li ponti, e andò a dormirin rocha. E le zente, erano a le ville di trivixana, maxime zenthilo-meni nostri, veneno in questa terra batando; e pur li nostri di Gra-discha ni de altrove 0 facea. E la Patria se ruinava.

    Da Vegevene, di sier Antonio Loredam, el cavalier, orator no-stro. Come era zonto lì col re, va a Pavia, poi a Milan. Et è da sa-per, il marchexe di Mantoa era za andato a Milan contra lì, et unofiol di missier Zuane Bentivoy, credo sia missier Hannibal. Il du-cha di Ferrara ancora non era partito; mostrava haver mal: pur an-doe. Et il cardinal legato, nepote dil papa, era zonto a Cremona,honorato da li nostri provedadori; et stato a Mantoa, va di longo aMilam e più avanti, a trovar il re.

    In questa sera acadete un caso stranio: che sier Andrea Barba-rigo, fo luogo tenente in Cypri, fo dil serenissimo, era rimasto ca-petanio a Verona, cadete d'apocresia, et dete di la testa su uno for-zier in la sua camera, adeo più non parlò; et a dì 5 da matina mo-rite, laudato da tutti di uno homo molto da ben: morite con bona eoptima fama. Et in suo loco fono tolti sier Beneto Zustignam, eraorator al re (di) Franza, sier Marco Sanudo, l'avogador, et sierBaldisera Trivixan, et questo quarto non si provò. Et nium nonpassò; manchò X balote a passar a sier Marco Sanudo. Et poi unoaltro conseio, fu fato sier Hironimo Zorzi, el cavalier, era saviodil conseio, qual passoe di 6 balote, et andoe.

    [1499 10 04]A dì 4 octubrio, fo San Francisco. Fu fato conseio. Et la mati-

    na vene letere di sier Marchiò Trivixan, capetanio zeneral, di Pa-renzo, advisava el Saracho, arziepiscopo di Nepanto, esser zontolì, qual partì a dì 14, vien con licentia dil bassà, à letere di creden-za; et cussì zonse questa serra, e fo dal principe, et la matina se-

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    X barche, che non fono mandate.È da saper, cossa assa' notanda, che sier Andrea Foscarini, de

    sier Bernardo, da San Pollo, era podestà et capetanio a Mestre, in-teso turchi esser in trivisana, butoe zoso li ponti, e andò a dormirin rocha. E le zente, erano a le ville di trivixana, maxime zenthilo-meni nostri, veneno in questa terra batando; e pur li nostri di Gra-discha ni de altrove 0 facea. E la Patria se ruinava.

    Da Vegevene, di sier Antonio Loredam, el cavalier, orator no-stro. Come era zonto lì col re, va a Pavia, poi a Milan. Et è da sa-per, il marchexe di Mantoa era za andato a Milan contra lì, et unofiol di missier Zuane Bentivoy, credo sia missier Hannibal. Il du-cha di Ferrara ancora non era partito; mostrava haver mal: pur an-doe. Et il cardinal legato, nepote dil papa, era zonto a Cremona,honorato da li nostri provedadori; et stato a Mantoa, va di longo aMilam e più avanti, a trovar il re.

    In questa sera acadete un caso stranio: che sier Andrea Barba-rigo, fo luogo tenente in Cypri, fo dil serenissimo, era rimasto ca-petanio a Verona, cadete d'apocresia, et dete di la testa su uno for-zier in la sua camera, adeo più non parlò; et a dì 5 da matina mo-rite, laudato da tutti di uno homo molto da ben: morite con bona eoptima fama. Et in suo loco fono tolti sier Beneto Zustignam, eraorator al re (di) Franza, sier Marco Sanudo, l'avogador, et sierBaldisera Trivixan, et questo quarto non si provò. Et nium nonpassò; manchò X balote a passar a sier Marco Sanudo. Et poi unoaltro conseio, fu fato sier Hironimo Zorzi, el cavalier, era saviodil conseio, qual passoe di 6 balote, et andoe.

    [1499 10 04]A dì 4 octubrio, fo San Francisco. Fu fato conseio. Et la mati-

    na vene letere di sier Marchiò Trivixan, capetanio zeneral, di Pa-renzo, advisava el Saracho, arziepiscopo di Nepanto, esser zontolì, qual partì a dì 14, vien con licentia dil bassà, à letere di creden-za; et cussì zonse questa serra, e fo dal principe, et la matina se-

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  • quente in colegio, con li capi di X referite, mandati tutti fuora. Eta dì 4, poi disnar, im pregadi fo leto la sua relatione: zoè da poiconseio fu fato pregadi; la qual relation sarà qui.

    Da Gradischa, di sier Andrea Zanchani, di 3, vidi una letera asuo fradello, sier Zuan Capello, fata a horre 6 di note. Come vo-leva andar con le zente [11] al Monte di Medea, e dovea venir daUdene 4 capi con cernide 4000 et 1000 cavali; et erano venutiassa' pocho numero; et Paulo Albanese, contestabele, missier Tri-stan da Sovergnan, missier Alvixe da la Torre, missier Guarientode Optimo; et che stratioti fono a le man con turchi, et ne amazo-no alcuni. Item, sono solum 8000, et come quel zorno, lì a Gradi-scha, fè uno consulto di 17 condutieri et 8 contestabele 5 di qualnon havea compagnia. Item, era lì solum cavali 1500; et haveanoterminato non ussir, maxime el sig. Carlo Orssini; conclude nonussirano fuori etc.

    Et se intese, turchi erano passà il Taiamento, e tornavano insoa malora. Et per letere dil podestà e capetanio di Cao d'Istria,sier Alvise da Mula, scrive haver paura nel ritorno turchi non fazidanno in l'Histria; et è ditto, esser tal turcho che hanno 4 presoniper uno, et che stavano in campo con pocha guardia.

    In questo pregadi fu posto parte per li savij, di rafermar perl'anno di rispeto el signor Bortolo d'Alviano, che compiva; e avetutto il conseio.

    Item, di far tre savij di zonta al colegio per mexi tre, zoè dilconseio, et uno ordinario che non passoe. Et fato il scurtinio, ri-mase sollo sier Costantin di Prioli, fo savio dil conseio, et sierMarco Antonio Morexini, el cavalier, qual havia titolo, non passòdi do balote, ni niun altri. Et questo fo, perchè la terra si tenivamal serviti di ditto sier Marco Antonio, maxime in l'acordo fececol castelana di Cremona.

    È da saper, el re di Franza, inteso per relation de molti delpoco animo nostro, in armata e in Friul, habiamo contra turchi,have a dir a l'ambassador nostro, sier Antonio Loredan, el cava-

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    quente in colegio, con li capi di X referite, mandati tutti fuora. Eta dì 4, poi disnar, im pregadi fo leto la sua relatione: zoè da poiconseio fu fato pregadi; la qual relation sarà qui.

    Da Gradischa, di sier Andrea Zanchani, di 3, vidi una letera asuo fradello, sier Zuan Capello, fata a horre 6 di note. Come vo-leva andar con le zente [11] al Monte di Medea, e dovea venir daUdene 4 capi con cernide 4000 et 1000 cavali; et erano venutiassa' pocho numero; et Paulo Albanese, contestabele, missier Tri-stan da Sovergnan, missier Alvixe da la Torre, missier Guarientode Optimo; et che stratioti fono a le man con turchi, et ne amazo-no alcuni. Item, sono solum 8000, et come quel zorno, lì a Gradi-scha, fè uno consulto di 17 condutieri et 8 contestabele 5 di qualnon havea compagnia. Item, era lì solum cavali 1500; et haveanoterminato non ussir, maxime el sig. Carlo Orssini; conclude nonussirano fuori etc.

    Et se intese, turchi erano passà il Taiamento, e tornavano insoa malora. Et per letere dil podestà e capetanio di Cao d'Istria,sier Alvise da Mula, scrive haver paura nel ritorno turchi non fazidanno in l'Histria; et è ditto, esser tal turcho che hanno 4 presoniper uno, et che stavano in campo con pocha guardia.

    In questo pregadi fu posto parte per li savij, di rafermar perl'anno di rispeto el signor Bortolo d'Alviano, che compiva; e avetutto il conseio.

    Item, di far tre savij di zonta al colegio per mexi tre, zoè dilconseio, et uno ordinario che non passoe. Et fato il scurtinio, ri-mase sollo sier Costantin di Prioli, fo savio dil conseio, et sierMarco Antonio Morexini, el cavalier, qual havia titolo, non passòdi do balote, ni niun altri. Et questo fo, perchè la terra si tenivamal serviti di ditto sier Marco Antonio, maxime in l'acordo fececol castelana di Cremona.

    È da saper, el re di Franza, inteso per relation de molti delpoco animo nostro, in armata e in Friul, habiamo contra turchi,have a dir a l'ambassador nostro, sier Antonio Loredan, el cava-

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  • lier: Vui, venitiani, seti sapienti in le vostre deliberation, habon-danti de richeze, et poveri de animo e virilità in le vostre guerre;tanto timor haveti di la morte! E nui tolemo le imprese di guerracon animo de morir o vencer.

    Relatione di l'arziepiscopo di Nepanto venuto.

    Questa è la relatione di domino Marco Saracho, venitian, ar-ziepiscopo di Nepanto, lo qual in Histria stete mezo di con sierMarchiò Trivixan, capetanio zeneral nostro, e da lui have infor-mation di le cosse di Lepanto e di l'armata; le qual, poste in nota,le mandoe a la Signoria. E prima dice che, da che turchi have Le-panto, Fait bassà lo lassò libero andar per terra e, per via da laParga, è venuto a Corfù. [12] Et dice, che Lepanto per sete voltese defese in bataia contra l'exercito de' turchi, con fermeza de ha-ver auxilio da la nostra armata; et una matina veteno vegnir moltegalie a vuoga ranchada versso Lepanto; unde lepantini, credendofusse l'armata venitiana, feceno gran festa de campane e cridori;e, aproximati, cognobeno quella esser armata turchescha, e perse-no l'animo tutti. Unde albanesi mandono, el dì sequente, sete am-bassadori in campo a capitolar e darse al turco, salvo l'aver e lepersone, con libertà ogniun andasse con suo beni dove i volesse,facendoli exempti per X anni. E l'armata turchescha, per timor dila nostra, vene con la fuga a investir in terra; e una galeaza cargade polvere deserò una bombarda grossa verso Lepanto, e se avers-se per modo che se afondò, scapolato li homeni con faticha; etche turchi aceptono l'oferta de' lepantini, e remandò li 7 ambassa-dori con veste d'oro. El seguente dì, visto i provisionati del castel-lo, per numero 200, la terra esser data a' turchi, tutti desesseno dilcastello, digando a sier Zuan Moro, retor nostro, non volevano es-ser morti. Solo resto in rocha, dove era castelan sier HironimoTrum, Agustin Delifia, contestabele con 30 page, e visto el caste-lan non haver homeni da defesa, nè speranza de haver soccorsso

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    lier: Vui, venitiani, seti sapienti in le vostre deliberation, habon-danti de richeze, et poveri de animo e virilità in le vostre guerre;tanto timor haveti di la morte! E nui tolemo le imprese di guerracon animo de morir o vencer.

    Relatione di l'arziepiscopo di Nepanto venuto.

    Questa è la relatione di domino Marco Saracho, venitian, ar-ziepiscopo di Nepanto, lo qual in Histria stete mezo di con sierMarchiò Trivixan, capetanio zeneral nostro, e da lui have infor-mation di le cosse di Lepanto e di l'armata; le qual, poste in nota,le mandoe a la Signoria. E prima dice che, da che turchi have Le-panto, Fait bassà lo lassò libero andar per terra e, per via da laParga, è venuto a Corfù. [12] Et dice, che Lepanto per sete voltese defese in bataia contra l'exercito de' turchi, con fermeza de ha-ver auxilio da la nostra armata; et una matina veteno vegnir moltegalie a vuoga ranchada versso Lepanto; unde lepantini, credendofusse l'armata venitiana, feceno gran festa de campane e cridori;e, aproximati, cognobeno quella esser armata turchescha, e perse-no l'animo tutti. Unde albanesi mandono, el dì sequente, sete am-bassadori in campo a capitolar e darse al turco, salvo l'aver e lepersone, con libertà ogniun andasse con suo beni dove i volesse,facendoli exempti per X anni. E l'armata turchescha, per timor dila nostra, vene con la fuga a investir in terra; e una galeaza cargade polvere deserò una bombarda grossa verso Lepanto, e se avers-se per modo che se afondò, scapolato li homeni con faticha; etche turchi aceptono l'oferta de' lepantini, e remandò li 7 ambassa-dori con veste d'oro. El seguente dì, visto i provisionati del castel-lo, per numero 200, la terra esser data a' turchi, tutti desesseno dilcastello, digando a sier Zuan Moro, retor nostro, non volevano es-ser morti. Solo resto in rocha, dove era castelan sier HironimoTrum, Agustin Delifia, contestabele con 30 page, e visto el caste-lan non haver homeni da defesa, nè speranza de haver soccorsso

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  • de l'armata nostra, se rendete libere; tamen poteva renderse a pati,se fin 8 dì non havea socorsso, di rendersse; sì che in quel dìetiam el castello si rese, et per haver abuto turchi la terra e il ca-stello, feno leticia. Item, come era stà a parlamento esso arziepi-scopo con el bassà molte horre, el qual ge disse in secreto: El miosignor à persuasion del ducha de Milam, e Maximian è induto aromper guera a la Signoria, prometando a quello, che per 24 mazotuta Italia insieme con lui romperia a la Signoria, e che lui etiamdebia romper in quel zorno; et che esso ducha di Milan, Ferara,Fiorenza, Bologna, Mantoa et il re di Napoli romperia, e questo,perchè la Signoria cerchava de ligarsse con il re di Franza a dan-no de Milam e dil turco; ideo non aspectemo la nostra ruina, ecussì como la Signoria con liga de Italia fu potente a cazar re Car-lo, cussì con el papa e Franza sarano potenti a ruinar el turco eMilan. Et el suo signor, temendo tal cossa, promesse a ditto si-gnor Lodovico che, in tempo limitado, saria presto e preparato aromper. In questo tempo mezo, vene nova di la liga sigilata conFranza, e fata la publication; alhora il ducha, dovendo romper,messe el pensier a proveder de salvarse, e mandò nuovo legato alturcho, che l'è per romper a dì 24 zugno, e che non puol far tanta[13] cossa avanti. El turco sorastà a trazer l'armada, ma mandaScander bassà con 20 milia cavali, per Bossina, a romper inSchiavonia su quel di Zara, e sorastete alguni dì senza far novità;dove intese, el re di Franza descendeva in Italia, e comenzava atuor dil stato di Milam. Alhora turchi scorsizoe su quel di Zara,metendo tutto a sacho. El signor, inteso che 'l ducha di Milan ècazado per il re di Franza e venitiani di Milam, vedendosse deli-zado da ditto duca, perhò che lui nè altri italici rompe a la Signo-ria, salvo esso signor turco, fece retegnir e decapitar l'ambassadordi Milan, e non voleva trazer fuora la sua armada. Tandem, a per-suasiom de Embrain bassà, trasse l'armata, digando: Signor, pertuo honor, trazila, aziò non para che temi de algun, perchè quellaopererà e per uno luogo e per uno altro. E cussì feze, e subito us-

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    de l'armata nostra, se rendete libere; tamen poteva renderse a pati,se fin 8 dì non havea socorsso, di rendersse; sì che in quel dìetiam el castello si rese, et per haver abuto turchi la terra e il ca-stello, feno leticia. Item, come era stà a parlamento esso arziepi-scopo con el bassà molte horre, el qual ge disse in secreto: El miosignor à persuasion del ducha de Milam, e Maximian è induto aromper guera a la Signoria, prometando a quello, che per 24 mazotuta Italia insieme con lui romperia a la Signoria, e che lui etiamdebia romper in quel zorno; et che esso ducha di Milan, Ferara,Fiorenza, Bologna, Mantoa et il re di Napoli romperia, e questo,perchè la Signoria cerchava de ligarsse con il re di Franza a dan-no de Milam e dil turco; ideo non aspectemo la nostra ruina, ecussì como la Signoria con liga de Italia fu potente a cazar re Car-lo, cussì con el papa e Franza sarano potenti a ruinar el turco eMilan. Et el suo signor, temendo tal cossa, promesse a ditto si-gnor Lodovico che, in tempo limitado, saria presto e preparato aromper. In questo tempo mezo, vene nova di la liga sigilata conFranza, e fata la publication; alhora il ducha, dovendo romper,messe el pensier a proveder de salvarse, e mandò nuovo legato alturcho, che l'è per romper a dì 24 zugno, e che non puol far tanta[13] cossa avanti. El turco sorastà a trazer l'armada, ma mandaScander bassà con 20 milia cavali, per Bossina, a romper inSchiavonia su quel di Zara, e sorastete alguni dì senza far novità;dove intese, el re di Franza descendeva in Italia, e comenzava atuor dil stato di Milam. Alhora turchi scorsizoe su quel di Zara,metendo tutto a sacho. El signor, inteso che 'l ducha di Milan ècazado per il re di Franza e venitiani di Milam, vedendosse deli-zado da ditto duca, perhò che lui nè altri italici rompe a la Signo-ria, salvo esso signor turco, fece retegnir e decapitar l'ambassadordi Milan, e non voleva trazer fuora la sua armada. Tandem, a per-suasiom de Embrain bassà, trasse l'armata, digando: Signor, pertuo honor, trazila, aziò non para che temi de algun, perchè quellaopererà e per uno luogo e per uno altro. E cussì feze, e subito us-

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  • sita, per fortuna perse 30 navilij sora Cavo Colona, e vene poi dilongo in colfo de Coron. E turchi, vedendo l'armada venizianamostrarge la prova, fuziteno im Portolongo. E, saputo el bassà talnova, temendo esser morto dal signor, perchè vedeva l'armata ob-sessa in dito porto, se acorò da meninconia, e morite; zoè quelEmbrain bassà vechio. El signor etiam, inteso di l'armata obsessa,have gran dolor, come per molte vie se intese, nè sperava mai piùquella haver in suo dominio; tamen, cum astuzia de Camalì et al-tri, l'armata ussite per tre volte di Portolongo, e tre volte, da paurad'esser rota da' nostri, ritornò. E pur a la fin ussite, quando sape lanostra esser im porto al prodo, e vene a terra via im porto Zon-chio, e levati dal Zonchio per tre volte fo a le man; e investita dala nostra, in la prima, la nave Pandora e l'Armera, sì che con lanave mazor turchescha, tutte tre se brusono in mar, e turchi recu-pera, non solum suo homeni con le fuste, ma preseno et amazononostri in mar; e i vivi fono menati al bassà, e il dì sequente deca-pitati. E dicono, la note sora i corpi morti fu visto candele accese,e fu trovato uno olivaro nasudo. Si è vero, è miracolo grande. EAndrea Loredan e Marco di Santi, suo secretario, con San Marcoabrazado, invocando Dio li perdonasse e San Marco el scapolas-se, se abrusono in nave. Et in le bataglie apizade, mai el zeneralvolse investir nè aproximarse, anzi pre' Hironimo Cesoto, suo ca-pelan, diceva: Magnifico capetanio, le bombarde vola per tutto;andò da basso, che una non ve azonza. E Marco Bevazam, secre-tario, lo represe aperte: Scomunichà, se te aldo dir tal parole, teamazarò. E ditto capelan disse: Le manaze al capetanio? Qual lodisse al secretario. E lui rispose: Me agrieva che non li desse deun cortello. Et essendo [14] a l'altra bataia, iterum el capelam sua-se el zeneral andasse da basso, e non stesse su la pope, che lebombarde non l'azonzesse. Et il secretario alhora li dete un bufe-to. Et il capetanio lo riprese. Et il secretario disse: Li darò de uncortello, se più l'aldo dirve tal parole. Costui serà caxon de la rui-na del stado de la Signoria e del vostro honor; como è stato. Hor

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    sita, per fortuna perse 30 navilij sora Cavo Colona, e vene poi dilongo in colfo de Coron. E turchi, vedendo l'armada venizianamostrarge la prova, fuziteno im Portolongo. E, saputo el bassà talnova, temendo esser morto dal signor, perchè vedeva l'armata ob-sessa in dito porto, se acorò da meninconia, e morite; zoè quelEmbrain bassà vechio. El signor etiam, inteso di l'armata obsessa,have gran dolor, come per molte vie se intese, nè sperava mai piùquella haver in suo dominio; tamen, cum astuzia de Camalì et al-tri, l'armata ussite per tre volte di Portolongo, e tre volte, da paurad'esser rota da' nostri, ritornò. E pur a la fin ussite, quando sape lanostra esser im porto al prodo, e vene a terra via im porto Zon-chio, e levati dal Zonchio per tre volte fo a le man; e investita dala nostra, in la prima, la nave Pandora e l'Armera, sì che con lanave mazor turchescha, tutte tre se brusono in mar, e turchi recu-pera, non solum suo homeni con le fuste, ma preseno et amazononostri in mar; e i vivi fono menati al bassà, e il dì sequente deca-pitati. E dicono, la note sora i corpi morti fu visto candele accese,e fu trovato uno olivaro nasudo. Si è vero, è miracolo grande. EAndrea Loredan e Marco di Santi, suo secretario, con San Marcoabrazado, invocando Dio li perdonasse e San Marco el scapolas-se, se abrusono in nave. Et in le bataglie apizade, mai el zeneralvolse investir nè aproximarse, anzi pre' Hironimo Cesoto, suo ca-pelan, diceva: Magnifico capetanio, le bombarde vola per tutto;andò da basso, che una non ve azonza. E Marco Bevazam, secre-tario, lo represe aperte: Scomunichà, se te aldo dir tal parole, teamazarò. E ditto capelan disse: Le manaze al capetanio? Qual lodisse al secretario. E lui rispose: Me agrieva che non li desse deun cortello. Et essendo [14] a l'altra bataia, iterum el capelam sua-se el zeneral andasse da basso, e non stesse su la pope, che lebombarde non l'azonzesse. Et il secretario alhora li dete un bufe-to. Et il capetanio lo riprese. Et il secretario disse: Li darò de uncortello, se più l'aldo dirve tal parole. Costui serà caxon de la rui-na del stado de la Signoria e del vostro honor; como è stato. Hor

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  • ho fato un poco, alla relation torniamo.Item, disse dito arziepiscopo, che a dì 28 avosto l'armata dil

    turco, di velle 204, intrò in colpho, et, di ditto numero, 90 velle epiù disarma; e la galeaza di polvere si rupe, e altri navilij al nu-mero di X. Item, ha galie sotil numero 55, e manchava di l'armadahomeni XV milia; et che, quando fo per ussir la dita armada, el si-gnor non voleva. Et Embraim, ch'era nimicho nostro, e il fiol fodi Chazergo, secondo bassà, disseno: Signor, falla ussir ad ognimodo e va a Corfù. Item, havia hordine, si la nostra armadal'investiva, dar in terra a le Xemiglie, e lì smontar li homeni e fu-zer. Item, el signor è do zornate lontan di Nepanto, et lui arziepi-scopo col castelan, che a dì 29 si rese, haveno licentia di vegnirvia, e uno da cha' da Canal era lì, e li costò ducati 100 per uno. E,partiti, il bassà mandò a dir al castelan e l'altro, non venisse; e luilassò venir. Et che 'l provedador era in un navilio con le fantarie,qual il bassà volea licentiar, poi li mandò a tuor le velle e timon.Item, par esso arziepiscopo habi letere di Fait bassà, di credenza,et di uno altro voria adatar le cosse. Et è dito, sier Alban d'Armersi abrazò con uno frate, e tutti do erano morti insieme. Et è ditto,sier Andrea Loredam per alcuni esser prexon di Camallì. Item fodito la testa di l'Armer esser stà trovà a Modon da Hironimo Via-nello, era su le galie di Barbaria, e, conosuta, l'havia fata sopelir.Item, disse dito arziepiscopo, turchi non facea mal a niuno in Le-panto; e la sua armata esser mal in hordine. Et conclude dicendo:L'ultimo di pessi (sic) che il Saraco vi dice: le cosse di la Signoriava mal. Item, che Fait bassà non li piaceva di l'aquisto di Lepanto,perhò che trazeva più utilità quando era di la Signoria, che trazeràal presente. Et par, il signor turco ge lo habbi donato; qual è zene-ro di esso signor. Item disse, li parloe come el signor ha roto lapace confirmata per sier Andrea Zanchani noviter; et, fazandoladi novo, non la mantenirà. E lui rispose: El signor mai scrisse al-cuna letera, ni confirmò pace; ma quando l'ambassador si partì,fuzite da Constantinopoli, e lassò do ancore per ochio; et si el si-

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    ho fato un poco, alla relation torniamo.Item, disse dito arziepiscopo, che a dì 28 avosto l'armata dil

    turco, di velle 204, intrò in colpho, et, di ditto numero, 90 velle epiù disarma; e la galeaza di polvere si rupe, e altri navilij al nu-mero di X. Item, ha galie sotil numero 55, e manchava di l'armadahomeni XV milia; et che, quando fo per ussir la dita armada, el si-gnor non voleva. Et Embraim, ch'era nimicho nostro, e il fiol fodi Chazergo, secondo bassà, disseno: Signor, falla ussir ad ognimodo e va a Corfù. Item, havia hordine, si la nostra armadal'investiva, dar in terra a le Xemiglie, e lì smontar li homeni e fu-zer. Item, el signor è do zornate lontan di Nepanto, et lui arziepi-scopo col castelan, che a dì 29 si rese, haveno licentia di vegnirvia, e uno da cha' da Canal era lì, e li costò ducati 100 per uno. E,partiti, il bassà mandò a dir al castelan e l'altro, non venisse; e luilassò venir. Et che 'l provedador era in un navilio con le fantarie,qual il bassà volea licentiar, poi li mandò a tuor le velle e timon.Item, par esso arziepiscopo habi letere di Fait bassà, di credenza,et di uno altro voria adatar le cosse. Et è dito, sier Alban d'Armersi abrazò con uno frate, e tutti do erano morti insieme. Et è ditto,sier Andrea Loredam per alcuni esser prexon di Camallì. Item fodito la testa di l'Armer esser stà trovà a Modon da Hironimo Via-nello, era su le galie di Barbaria, e, conosuta, l'havia fata sopelir.Item, disse dito arziepiscopo, turchi non facea mal a niuno in Le-panto; e la sua armata esser mal in hordine. Et conclude dicendo:L'ultimo di pessi (sic) che il Saraco vi dice: le cosse di la Signoriava mal. Item, che Fait bassà non li piaceva di l'aquisto di Lepanto,perhò che trazeva più utilità quando era di la Signoria, che trazeràal presente. Et par, il signor turco ge lo habbi donato; qual è zene-ro di esso signor. Item disse, li parloe come el signor ha roto lapace confirmata per sier Andrea Zanchani noviter; et, fazandoladi novo, non la mantenirà. E lui rispose: El signor mai scrisse al-cuna letera, ni confirmò pace; ma quando l'ambassador si partì,fuzite da Constantinopoli, e lassò do ancore per ochio; et si el si-

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  • gnor havesse promesso la pace a la Signoria, l'aria mantenuta.[15] Da Syo, di Zuam di Tabia, consolo nostro, di 8 et 19 avo-

    sto, vidi una letera scrita a sier Piero Dolfim, fo di sier Zorzi.Come havia eri da Pera de 27 dil passato, che nostri merchadantivenitiani, trovandosse con grande pensamento in Constantinopoli,haveano pensato trazer parte de lhor beni, et fate de arquantesome una charavana, e havevala messa in camin, per la via di ter-ra, a la volta de Ragusi, pensando anche lhoro per quella via le-varssi; e quando fono per cavalchar, sentito questo lo bassà, rima-so luogo tenente dil signor in Constantinopoli, li ha retenuti, emandati corieri ad far ritornar tutte dite some. E questo è stà fatosenza comandamento dil signor. Poi a dì 15 di l'instante scrive, haper letere di Pera, di 6, chome era zonto uno olacho, a dì 3, al bas-sà, mandato per el signor turco con comandamento, che 'l debiaretenir Andrea Griti, cussì nominando, con tutti i altri merchadan-ti venitiani s'atrovano de lì, e far scriver tuti lhoro beni e meterliin cauto. La qual cossa statim ditto bassà ha messo ad execution,e fato scriver quel dì medemo tutti lhoro beni; poi, a dì 5 avosto,li mandoe a Castelnovo de la bocha de Mar Mazor, posti in unatorre. La causa di tar ato a Syo, ni im Pera, non se intende, et es-ser nova. L'armada a dì quindeze del passato, zoè di luio, era soraCao Malio, zoè la turchescha.

    Qui sarà posto el sumario di do letere venute da Modon, diZuan Foscari, scrite al prefato sier Piero Dolfim, una di 2 sep-tembrio, l'altra di XV ditto. Primo, come era in grande affannoper le cosse seguide, et se atrovavano in grande angustie per limalli portamenti di la nostra armada, et che la nave Brocheta, dibote 700, andò a fondi per colpi di bombarde, più di le nostre chadi turchi, volendo trar quelle a' turchi. Et si duol di la morte diquel magnifico e magnanimo sier Andrea Loredan, del qual tre-mava tutta la Turchia, nè altra dimanda faceano turchi, salvo se lapersona del ditto era su questa armada; e la fortuna permesse, chein quel horra zonse, montò su la Pandora, e senza arme, e non fo

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    gnor havesse promesso la pace a la Signoria, l'aria mantenuta.[15] Da Syo, di Zuam di Tabia, consolo nostro, di 8 et 19 avo-

    sto, vidi una letera scrita a sier Piero Dolfim, fo di sier Zorzi.Come havia eri da Pera de 27 dil passato, che nostri merchadantivenitiani, trovandosse con grande pensamento in Constantinopoli,haveano pensato trazer parte de lhor beni, et fate de arquantesome una charavana, e havevala messa in camin, per la via di ter-ra, a la volta de Ragusi, pensando anche lhoro per quella via le-varssi; e quando fono per cavalchar, sentito questo lo bassà, rima-so luogo tenente dil signor in Constantinopoli, li ha retenuti, emandati corieri ad far ritornar tutte dite some. E questo è stà fatosenza comandamento dil signor. Poi a dì 15 di l'instante scrive, haper letere di Pera, di 6, chome era zonto uno olacho, a dì 3, al bas-sà, mandato per el signor turco con comandamento, che 'l debiaretenir Andrea Griti, cussì nominando, con tutti i altri merchadan-ti venitiani s'atrovano de lì, e far scriver tuti lhoro beni e meterliin cauto. La qual cossa statim ditto bassà ha messo ad execution,e fato scriver quel dì medemo tutti lhoro beni; poi, a dì 5 avosto,li mandoe a Castelnovo de la bocha de Mar Mazor, posti in unatorre. La causa di tar ato a Syo, ni im Pera, non se intende, et es-ser nova. L'armada a dì quindeze del passato, zoè di luio, era soraCao Malio, zoè la turchescha.

    Qui sarà posto el sumario di do letere venute da Modon, diZuan Foscari, scrite al prefato sier Piero Dolfim, una di 2 sep-tembrio, l'altra di XV ditto. Primo, come era in grande affannoper le cosse seguide, et se atrovavano in grande angustie per limalli portamenti di la nostra armada, et che la nave Brocheta, dibote 700, andò a fondi per colpi di bombarde, più di le nostre chadi turchi, volendo trar quelle a' turchi. Et si duol di la morte diquel magnifico e magnanimo sier Andrea Loredan, del qual tre-mava tutta la Turchia, nè altra dimanda faceano turchi, salvo se lapersona del ditto era su questa armada; e la fortuna permesse, chein quel horra zonse, montò su la Pandora, e senza arme, e non fo

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  • mandà pur una galia, quando se brusava le nave, a recuperar lihomeni, e si potea recuperar la Pandora, si 'l havea un poco di re-murchio. Ma, apizata la nave dil turco, essendo questa per pupade quella, quel fuogo brusò anche questa, e li nostri homeni fonorecuperà da certe fuste de' turchi, la mazor parte anegati, e quellirecuperati el sequente zorno, zonti in terra, fono taiati a pezi. In liquali da' nostri fu visto el corpo de un zovene con camisa biancasotil; se judicha, sia sier Alban d'Armer. Solo el Loredan si diceesser vivo, perchè si dice, che Camallì disse al bassà de l'armada,[16] che non se dia far morir sì excelente homo, el qual, insiemecon uno altro zovene, Agustin Foscolo, da Modom, prexo su l'iso-la Cavrera, pasando l'armada de lì, fono mandati al signor. Equando fo investida l'armada, si le galie grosse sole investiva, tut-ta se haria auto, perchè più di turchi 2000 de quella armada era interra per scampar, e cussì era deliberà di far tuto el resto. Ma altrinon investì cha la galia Polana, la qual, essendo in mezo di tantaarmada, ussite, foli ferito quasi tutti li homeni. Driedo questa,vene la nave capetania, con el trincheto mostrò di acostarse, e sal-tò a l'orza e scampò via. E per camin se inbatè in un schierazo de'turchi, e butoli e rampegon, e tirolo in mar, e brusolo; era cargo dirisi, farine, cebibi e caviari, robe de bazarioti per l'armata; sulqual era 16 homeni; e cussì si messe in mar quella note con tute lenave, e andò per fin a Strivali, e steno 4 zorni a trovarse con il re-sto di l'armada. Poi, essendo la turchescha a Chiarenza, essendola franzese con la nostra, fo investita, e preso 4 galie, e una fusta,e una nave francese grossa, dita la Chiaramonte, rimasa ultima,havea 700 homeni, di qual era 300 schiopetieri, et 50 galie turchela messe in mezo. E quella, diserato a una banda soto vento 200bombarde a un trato, fece gran frachasso de' turchi. Se judicha,l'amazasse 1600 homeni, come disse sier Zuan Francesco Venierera lì, e de' franzesi niun fo morti ni feridi. Quali tutti 700 eranoarmadi scoperti, e have tante freze, tuta la pope era piena, parevael tavolazo de Lio. E lhoro con balestre, schiopeti, saxi e palli di

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    mandà pur una galia, quando se brusava le nave, a recuperar lihomeni, e si potea recuperar la Pandora, si 'l havea un poco di re-murchio. Ma, apizata la nave dil turco, essendo questa per pupade quella, quel fuogo brusò anche questa, e li nostri homeni fonorecuperà da certe fuste de' turchi, la mazor parte anegati, e quellirecuperati el sequente zorno, zonti in terra, fono taiati a pezi. In liquali da' nostri fu visto el corpo de un zovene con camisa biancasotil; se judicha, sia sier Alban d'Armer. Solo el Loredan si diceesser vivo, perchè si dice, che Camallì disse al bassà de l'armada,[16] che non se dia far morir sì excelente homo, el qual, insiemecon uno altro zovene, Agustin Foscolo, da Modom, prexo su l'iso-la Cavrera, pasando l'armada de lì, fono mandati al signor. Equando fo investida l'armada, si le galie grosse sole investiva, tut-ta se haria auto, perchè più di turchi 2000 de quella armada era interra per scampar, e cussì era deliberà di far tuto el resto. Ma altrinon investì cha la galia Polana, la qual, essendo in mezo di tantaarmada, ussite, foli ferito quasi tutti li homeni. Driedo questa,vene la nave capetania, con el trincheto mostrò di acostarse, e sal-tò a l'orza e scampò via. E per camin se inbatè in un schierazo de'turchi, e butoli e rampegon, e tirolo in mar, e brusolo; era cargo dirisi, farine, cebibi e caviari, robe de bazarioti per l'armata; sulqual era 16 homeni; e cussì si messe in mar quella note con tute lenave, e andò per fin a Strivali, e steno 4 zorni a trovarse con il re-sto di l'armada. Poi, essendo la turchescha a Chiarenza, essendola franzese con la nostra, fo investita, e preso 4 galie, e una fusta,e una nave francese grossa, dita la Chiaramonte, rimasa ultima,havea 700 homeni, di qual era 300 schiopetieri, et 50 galie turchela messe in mezo. E quella, diserato a una banda soto vento 200bombarde a un trato, fece gran frachasso de' turchi. Se judicha,l'amazasse 1600 homeni, come disse sier Zuan Francesco Venierera lì, e de' franzesi niun fo morti ni feridi. Quali tutti 700 eranoarmadi scoperti, e have tante freze, tuta la pope era piena, parevael tavolazo de Lio. E lhoro con balestre, schiopeti, saxi e palli di

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  • ferro, trazevano. Et quel dì fu messo fuogo a 4 nave nostre, cargedi bruscha per brusar la nave dil turco; se brusono lontan di dittanave. Poi, a dì 25, sora Cao Papa, essendo rimaste 5 soe galie dadrio, fono prese da la nostra armata. Questo è quanto prodeza àfato. Poi sempre la fo acompagnata fino a Patras, essendo semprela nostra sora vento. Si dice, l'armata turcha esser velle 150 inzercha. Se zudega, le barche havia, havesse afondate ho mandatein colfo; havia galie 60; parandarie da bombarde 20, come galieaperte da pupa; do nave grosse, di le qual una fo brusata; tre ga-leaze; schierazi e barzoti 18 in 20; el resto fuste e bregantini ebarchete. Al presente è rimasta con 150 di le più grosse. E la no-stra con quella di Franza, ch' è nave 22 erodiane, prima nave 70;galie sotil 54, con 4 francese; galie grosse 16, non metando la Po-lana; e gripi e fuste più de 50. Saria sufiziente a far tremar il mon-do, e turchi havea tanto spavento, che tuti scampava in terra, sel'era investida. E horra, à conosuto turchi el poco animo [17] de'venitiani. Or bisognerà far queste terre di Levante castelli di guar-da, perchè da terra non si potrà haver le intrade; et è venuto iltempo di arcoglier le intrade de vin e oglio, e algun di nostri nonardisse ussir fuora di le porte, per dubito che turchi non corano, laqual l'aspetavano di zorno in zorno. Et de dì e di note li albanesidil contado meteno a sacho queste possession. La colpa è stà alcativo governo de chi governava, e al poco animo di sopra comiti:et si pol reputar cussì haver persa l'arma' dil turco come etc. Orbisogna la justicia castiga quelli sono stati caxon di la ruina di laSignoria e tuta la cristianità, e tal homeni dieno esser morti, si ha-vesseno 100 vite.

    Poi, per l'altra letera di 15. Nepanto si poteva socorer, da poiche lassono intrar l'armata in colpho. Al presente intendemo, tur-chi se tragetavano sopra la Morea, e l'armata si meteva in hordinea Nepanto de artilarie e vituarie, per insir e andar a Napoli di Ro-mania, o ver qui a Modon; e fu preso uno Bortolo Padoam, patrondi una nave, qual ha inzegno, e sa il sito di Modom per esser stato

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    ferro, trazevano. Et quel dì fu messo fuogo a 4 nave nostre, cargedi bruscha per brusar la nave dil turco; se brusono lontan di dittanave. Poi, a dì 25, sora Cao Papa, essendo rimaste 5 soe galie dadrio, fono prese da la nostra armata. Questo è quanto prodeza àfato. Poi sempre la fo acompagnata fino a Patras, essendo semprela nostra sora vento. Si dice, l'armata turcha esser velle 150 inzercha. Se zudega, le barche havia, havesse afondate ho mandatein colfo; havia galie 60; parandarie da bombarde 20, come galieaperte da pupa; do nave grosse, di le qual una fo brusata; tre ga-leaze; schierazi e barzoti 18 in 20; el resto fuste e bregantini ebarchete. Al presente è rimasta con 150 di le più grosse. E la no-stra con quella di Franza, ch' è nave 22 erodiane, prima nave 70;galie sotil 54, con 4 francese; galie grosse 16, non metando la Po-lana; e gripi e fuste più de 50. Saria sufiziente a far tremar il mon-do, e turchi havea tanto spavento, che tuti scampava in terra, sel'era investida. E horra, à conosuto turchi el poco animo [17] de'venitiani. Or bisognerà far queste terre di Levante castelli di guar-da, perchè da terra non si potrà haver le intrade; et è venuto iltempo di arcoglier le intrade de vin e oglio, e algun di nostri nonardisse ussir fuora di le porte, per dubito che turchi non corano, laqual l'aspetavano di zorno in zorno. Et de dì e di note li albanesidil contado meteno a sacho queste possession. La colpa è stà alcativo governo de chi governava, e al poco animo di sopra comiti:et si pol reputar cussì haver persa l'arma' dil turco come etc. Orbisogna la justicia castiga quelli sono stati caxon di la ruina di laSignoria e tuta la cristianità, e tal homeni dieno esser morti, si ha-vesseno 100 vite.

    Poi, per l'altra letera di 15. Nepanto si poteva socorer, da poiche lassono intrar l'armata in colpho. Al presente intendemo, tur-chi se tragetavano sopra la Morea, e l'armata si meteva in hordinea Nepanto de artilarie e vituarie, per insir e andar a Napoli di Ro-mania, o ver qui a Modon; e fu preso uno Bortolo Padoam, patrondi una nave, qual ha inzegno, e sa il sito di Modom per esser stato

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  • lungamente lì. Dubita etc. Lauda sier Marco Cabriel, castelan eprovedador nostro, tamen non è conbatanti, munition, vituarie eartilarie; et quelle haveano le galie e nave, le tolse. Voria legnamiper far la porporela, zoè palli de olmo o de rovere per far, da laparte di levante, ditta porporella, zoè da la porta del muolo fin a lazudecha; e, non fazando, questa tera è persa; perchè turchi puolimpiantar le bombarde in la spiaza, dove è la chiesia di Santa Ma-ria, e ruinar tutta quella cortina de la torre, che feze ruinar sierAntonio Grimani, per sin al portel nuovo. E da quella banda puolspianar i casamenti di la terra, per esser le mure debelissime, eparte amurate di terra, et, ruinada la cortina, puol vegnir per finsoto le mure con le prove di le galie e fuste, non essendo la por-porela fata, et essendo, non si potrà acostar: ruini si 'l sa. Intendo,se pur nostri voltava le prove di le nave e galie versso la turche-sca, tutti fuziva, e di quel colfo si trazeva 500 milia stera di for-mento segondo el dacio di Nepanto: sì che questo Levante moriràda fame, e perfin adesso non è in man de merchadanti un granelode formento, e pezo se potrà trovar da mo avanti. E se l'armadadil turco se rompeva, tuta l'Albania era nostra, Scutari e la Morea,perchè tutte le forteze haria dato le chiave, come ha fato tuto elbrazo de Maina, e si haria tolto Metelin, Stalimene, e forssi Ne-groponte: sì che, considerando tutto, non è da viver, ma morir.

    [1499 10 05]A dì 5 octubrio. In questa matina morite sier [18] Andrea Bar-

    barigo, come ho scrito di sopra, caduto apopletico; e più fu per labota, che si frantumò il cervello. El principe non vene in colegioni pregadi.

    Da poi disnar fu pregadi; et prima noterò le nove fu ditto.Da Pavia, di sier Antonio Loredan, el cavalier, orator. De co-

    loquij abuti col re e il cardinal Roam, qual dice, il re vol lassar1000 lanze in Italia, et voria che la Signoria insieme se ajutasse-no, si el signor Lodovico facesse muover Maximian; et che a dì 6

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    lungamente lì. Dubita etc. Lauda sier Marco Cabriel, castelan eprovedador nostro, tamen non è conbatanti, munition, vituarie eartilarie; et quelle haveano le galie e nave, le tolse. Voria legnamiper far la porporela, zoè palli de olmo o de rovere per far, da laparte di levante, ditta porporella, zoè da la porta del muolo fin a lazudecha; e, non fazando, questa tera è persa; perchè turchi puolimpiantar le bombarde in la spiaza, dove è la chiesia di Santa Ma-ria, e ruinar tutta quella cortina de la torre, che feze ruinar sierAntonio Grimani, per sin al portel nuovo. E da quella banda puolspianar i casamenti di la terra, per esser le mure debelissime, eparte amurate di terra, et, ruinada la cortina, puol vegnir per finsoto le mure con le prove di le galie e fuste, non essendo la por-porela fata, et essendo, non si potrà acostar: ruini si 'l sa. Intendo,se pur nostri voltava le prove di le nave e galie versso la turche-sca, tutti fuziva, e di quel colfo si trazeva 500 milia stera di for-mento segondo el dacio di Nepanto: sì che questo Levante moriràda fame, e perfin adesso non è in man de merchadanti un granelode formento, e pezo se potrà trovar da mo avanti. E se l'armadadil turco se rompeva, tuta l'Albania era nostra, Scutari e la Morea,perchè tutte le forteze haria dato le chiave, come ha fato tuto elbrazo de Maina, e si haria tolto Metelin, Stalimene, e forssi Ne-groponte: sì che, considerando tutto, non è da viver, ma morir.

    [1499 10 05]A dì 5 octubrio. In questa matina morite sier [18] Andrea Bar-

    barigo, come ho scrito di sopra, caduto apopletico; e più fu per labota, che si frantumò il cervello. El principe non vene in colegioni pregadi.

    Da poi disnar fu pregadi; et prima noterò le nove fu ditto.Da Pavia, di sier Antonio Loredan, el cavalier, orator. De co-

    loquij abuti col re e il cardinal Roam, qual dice, il re vol lassar1000 lanze in Italia, et voria che la Signoria insieme se ajutasse-no, si el signor Lodovico facesse muover Maximian; et che a dì 6

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  • l'intreria in Milan con gran pompa.Da Milam, di 4, di quatro oratori nostri. Come quel zorno era-

    vano ivi intrati assa' honorati, et che monsignor di Lignì li venecontra, et trovò Zuam Dolze, secretario nostro, qual restarà conlhoro; anderano a Pavia contra il re per intrar con la pompa, e sifacea gran preparamenti, el che 'l marchexe di Mantoa era partitode lì per andar a trovar il re. Et è da saper, molti zenthilomeni no-stri andono con dicti oratori, et altri a lhoro posta, et altri, come fusier Vicenzo Capello e sier Vetor Capello, mio collega, andoe colcollar fu dil re di romani, li sta per ducati 25 milia, per venderloal re. Lo qual lo mostroe, et nulla fece.

    Da Cremona. Sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, di-manda licentia, et sier Nicolò Foscarini, provedador, scrive, voriala resolutiom di l'exercito et altre cosse, qual acadeva a quellecosse de lì.

    Da Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexaro, podestà, daRiva, Bassam e Feltre, tutti in consonantia. Come el signor Lodo-vico era a Yspurch, aspectava il re di romani che dovea zonzer, etera di malla voia, per non aversi tenuto li castelli di Milan et Cre-mona, et praecipue quel da Milan, e in Bernardin da Corte, caste-lan, molto si havia fidato, sì che deva più danari a le zente, nè sa-pea che farssi. Li tre cardinali era con lui et altri soi cortesani.

    Da Ferara, di sier Hironimo Donato, dotor, vicedomino no-stro. Come el ducha era partido, va contra il re a Milan, e va perbarcha per Po a Pavia, et iterum li era venuto uno parasismo di fe-bre.

    Fo divulgato per letere in fiorentini, private, etiam poi se inteseper publice, e di bocha di l'orator fiorentino, come marti, a dì 2 diquesto, a l'aurora fiorentini feno decapitar Paulo Vitelli, lhoro ca-petanio, el qual el luni introe in Fiorenza; era alozato di fuor di lacità, et intrato la note, fo examinato da li diexe, e, tormentado,non confessò; et dicitur, li feno tre oposition: primo, che havendoel ducha di Urbin obsesso im Bibiena, quello lassò ussir con [19]

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    l'intreria in Milan con gran pompa.Da Milam, di 4, di quatro oratori nostri. Come quel zorno era-

    vano ivi intrati assa' honorati, et che monsignor di Lignì li venecontra, et trovò Zuam Dolze, secretario nostro, qual restarà conlhoro; anderano a Pavia contra il re per intrar con la pompa, e sifacea gran preparamenti, el che 'l marchexe di Mantoa era partitode lì per andar a trovar il re. Et è da saper, molti zenthilomeni no-stri andono con dicti oratori, et altri a lhoro posta, et altri, come fusier Vicenzo Capello e sier Vetor Capello, mio collega, andoe colcollar fu dil re di romani, li sta per ducati 25 milia, per venderloal re. Lo qual lo mostroe, et nulla fece.

    Da Cremona. Sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, di-manda licentia, et sier Nicolò Foscarini, provedador, scrive, voriala resolutiom di l'exercito et altre cosse, qual acadeva a quellecosse de lì.

    Da Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexaro, podestà, daRiva, Bassam e Feltre, tutti in consonantia. Come el signor Lodo-vico era a Yspurch, aspectava il re di romani che dovea zonzer, etera di malla voia, per non aversi tenuto li castelli di Milan et Cre-mona, et praecipue quel da Milan, e in Bernardin da Corte, caste-lan, molto si havia fidato, sì che deva più danari a le zente, nè sa-pea che farssi. Li tre cardinali era con lui et altri soi cortesani.

    Da Ferara, di sier Hironimo Donato, dotor, vicedomino no-stro. Come el ducha era partido, va contra il re a Milan, e va perbarcha per Po a Pavia, et iterum li era venuto uno parasismo di fe-bre.

    Fo divulgato per letere in fiorentini, private, etiam poi se inteseper publice, e di bocha di l'orator fiorentino, come marti, a dì 2 diquesto, a l'aurora fiorentini feno decapitar Paulo Vitelli, lhoro ca-petanio, el qual el luni introe in Fiorenza; era alozato di fuor di lacità, et intrato la note, fo examinato da li diexe, e, tormentado,non confessò; et dicitur, li feno tre oposition: primo, che havendoel ducha di Urbin obsesso im Bibiena, quello lassò ussir con [19]

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  • salvo conduto, senza lhoro saputa, e andò a Urbin; secundo, cheessendo a campo, e preso el borgo di Pisa, con facilità potendohaver la terra, a dì X aveste, sive prece, sive coropto di danari, seretrasse e non andò più avanti; tertio, che fense esser graviteramalado, e levossi da l'impresa, lassando le artilarie abandonate;le qual poi veneno im podestà de' pisani, e fu disciolto tutto loexercito. Et un'altra più grande, judicio meo, che havia pratichà diacordarssi con la Signoria nostra. Or li fo tagliato nel palazo la te-sta; e, come intisi, stete tre dì nel palazo a la examination, primafusse decapitato. E poi li fo fato solenne exequio, per fiorentini,nel qual speseno da ducati 1000. Et par, per Pisa morise di le per-sone 5000, dil campo di fiorentini; et a ditta impresa morse 20proveditori, tra li qual in questi giorni Paulo Anton Soderini eBrazo Martelli. Item, a Roma era orrator di fiorentini uno AntonioCaxe Mille.

    Da Gradischa, di sier Andrea Zanchani, di 4. Come Francodal Borgo, capo di balestreri a Spilinbergo, si portò ben, amazòcon li soi molti turchi; et che 250 stratioti solli ha fato il dover, sìche si tutti, che erano 550, fusseno ussiti, saria sequito gran utele;et che li condutieri, maxime Carlo Orssino, terminò non ussir, mastar in li stechadi a Gradisca. Et la verità è, turchi esser stati cava-li 4000, zoè 2000 boni el 2000 altri paesani di Bossina, et nonpiù, e à fato tanto danno. E Scander bassà, anni 65, è in personacon suo fiol. Poi dice dil partir lhoro, e passar l'Izonzo.

    Di Udene, di sier Domenego Bolani, luogo tenente, di 4. Comein quella matina turchi, 6 horre avanti zorno, erano passati il Taia-mento, vanno via in la malora; et nel passar sopra la riva taglionola lesta a mille tra homeni e done vechie, et il resto menono viaassa' numero, et maxime tutti li homeni da anni 14 in zoso, el ledone. Et crede, quel dì passerà l'Izonso, qual perhò era ingrossato,e lui mandava a Gradischa 3000 cernide etc. Et per relation di tur-chi, par dormivano la note, el campo senza alcuna guardia, sì chenostri potevano romperli, se li fusseno stati a l'incontro. Et par, 12

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    salvo conduto, senza lhoro saputa, e andò a Urbin; secundo, cheessendo a campo, e preso el borgo di Pisa, con facilità potendohaver la terra, a dì X aveste, sive prece, sive coropto di danari, seretrasse e non andò più avanti; tertio, che fense esser graviteramalado, e levossi da l'impresa, lassando le artilarie abandonate;le qual poi veneno im podestà de' pisani, e fu disciolto tutto loexercito. Et un'altra più grande, judicio meo, che havia pratichà diacordarssi con la Signoria nostra. Or li fo tagliato nel palazo la te-sta; e, come intisi, stete tre dì nel palazo a la examination, primafusse decapitato. E poi li fo fato solenne exequio, per fiorentini,nel qual speseno da ducati 1000. Et par, per Pisa morise di le per-sone 5000, dil campo di fiorentini; et a ditta impresa morse 20proveditori, tra li qual in questi giorni Paulo Anton Soderini eBrazo Martelli. Item, a Roma era orrator di fiorentini uno AntonioCaxe Mille.

    Da Gradischa, di sier Andrea Zanchani, di 4. Come Francodal Borgo, capo di balestreri a Spilinbergo, si portò ben, amazòcon li soi molti turchi; et che 250 stratioti solli ha fato il dover, sìche si tutti, che erano 550, fusseno ussiti, saria sequito gran utele;et che li condutieri, maxime Carlo Orssino, terminò non ussir, mastar in li stechadi a Gradisca. Et la verità è, turchi esser stati cava-li 4000, zoè 2000 boni el 2000 altri paesani di Bossina, et nonpiù, e à fato tanto danno. E Scander bassà, anni 65, è in personacon suo fiol. Poi dice dil partir lhoro, e passar l'Izonzo.

    Di Udene, di sier Domenego Bolani, luogo tenente, di 4. Comein quella matina turchi, 6 horre avanti zorno, erano passati il Taia-mento, vanno via in la malora; et nel passar sopra la riva taglionola lesta a mille tra homeni e done vechie, et il resto menono viaassa' numero, et maxime tutti li homeni da anni 14 in zoso, el ledone. Et crede, quel dì passerà l'Izonso, qual perhò era ingrossato,e lui mandava a Gradischa 3000 cernide etc. Et per relation di tur-chi, par dormivano la note, el campo senza alcuna guardia, sì chenostri potevano romperli, se li fusseno stati a l'incontro. Et par, 12

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  • nostri tene un vilazo, e feze testa contra turchi, adeo non fo brusa-to; e tuta la terra diceva mal dil Zanchani, provedador, che mal neserviva.

    Da la Mota e Porto Bufolè. Avisi di le crudeltà fate per turchi.Da Sazil, di sier Domenego Contarini, capetanio di Vicenza.

    Come era lì con le zente, et dimandava hordine di quello havessea far, et se ritrovava haver forssi 4000 persone, e tutavia ne venia.

    [20] Di sier Alvixe Loredam, andato capetanio con barche diChioza e di peota numero 40, e di le contrade versso l'Izonzo.Come anderà, e, judicio de tutti, fo spesa butà via. E poi li fo scri-to, andasse versso l'Histria, perchè si dubitava non facesse dannode lì.

    Adoncha turchi corse in Friul, partino a dì 4, e feze do squa-droni, e passono per la Calalta de Udene fin a l'Isonzo, dove han-no brusato 132 ville; poi passono l'Izonzo, e in mezo messenotuta la preda e presoni luntam di Gradisca mezo mio, cridandoquelle anime: Misericordia! San Lunardo, venite ajutarne! E mainullo se mosse de la citadella, imo alcuni stratioti, contra el volerdi sier Andrea Zanchani, provedador, el qual mai volse ussir, di-cendo: Non voglio farme amazar; e alcuni voleano saltar zoso peri muri, per rescatar quelle anime, et non fono lassati andar. E dahore 16 fin 18 passò un squadrom, l'altro passò da hore 20 fin 24,sì che compino da passar con la preda senza obstaculo alcuno. Etpar, che missier Nicolò Sovergnan invitò el provedador Zanchani,che con gente e stratioti ussisse a recuperar la preda. El qual, di-citur, fu vilanizà dal dito provedador, e pocho manchò non si feri-teno; unde, vene de qui a lamentarsi di esso provedador, che,come traditor, havea lassà ruinar quella Patria, la qual, per esserdepopulata, si conviem abandonarla; e tien habi auto subornation,perchè poteva ajutar e non volsse. Et queste letere zonseno a dì 6.Quello seguite scriverò di soto.

    Et im pregadi, a dì 5, fu posto parte di rescriver a sier AntonioLoredam, el cavalier, orator nostro, come eramo contenti lassar le

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    nostri tene un vilazo, e feze testa contra turchi, adeo non fo brusa-to; e tuta la terra diceva mal dil Zanchani, provedador, che mal neserviva.

    Da la Mota e Porto Bufolè. Avisi di le crudeltà fate per turchi.Da Sazil, di sier Domenego Contarini, capetanio di Vicenza.

    Come era lì con le zente, et dimandava hordine di quello havessea far, et se ritrovava haver forssi 4000 persone, e tutavia ne venia.

    [20] Di sier Alvixe Loredam, andato capetanio con barche diChioza e di peota numero 40, e di le contrade versso l'Izonzo.Come anderà, e, judicio de tutti, fo spesa butà via. E poi li fo scri-to, andasse versso l'Histria, perchè si dubitava non facesse dannode lì.

    Adoncha turchi corse in Friul, partino a dì 4, e feze do squa-droni, e passono per la Calalta de Udene fin a l'Isonzo, dove han-no brusato 132 ville; poi passono l'Izonzo, e in mezo messenotuta la preda e presoni luntam di Gradisca mezo mio, cridandoquelle anime: Misericordia! San Lunardo, venite ajutarne! E mainullo se mosse de la citadella, imo alcuni stratioti, contra el volerdi sier Andrea Zanchani, provedador, el qual mai volse ussir, di-cendo: Non voglio farme amazar; e alcuni voleano saltar zoso peri muri, per rescatar quelle anime, et non fono lassati andar. E dahore 16 fin 18 passò un squadrom, l'altro passò da hore 20 fin 24,sì che compino da passar con la preda senza obstaculo alcuno. Etpar, che missier Nicolò Sovergnan invitò el provedador Zanchani,che con gente e stratioti ussisse a recuperar la preda. El qual, di-citur, fu vilanizà dal dito provedador, e pocho manchò non si feri-teno; unde, vene de qui a lamentarsi di esso provedador, che,come traditor, havea lassà ruinar quella Patria, la qual, per esserdepopulata, si conviem abandonarla; e tien habi auto subornation,perchè poteva ajutar e non volsse. Et queste letere zonseno a dì 6.Quello seguite scriverò di soto.

    Et im pregadi, a dì 5, fu posto parte di rescriver a sier AntonioLoredam, el cavalier, orator nostro, come eramo contenti lassar le

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  • zente; e, in caso el re di romani rompesse guerra a Milam, di darajuto a soa majestà, e, versa vice, quella dagi a nui.

    Item, fu posto di levar lo exercito di cremonese, et che 'l contedi Pitiano, governador nostro, vadi a Gedi a le stanzie, el il restodi le zente debino alozar tra cremasco e bergamasco, e in cremo-nese rimangi 500 homeni d'arme è im brexana alozati; et che sierNicolò Foscarini, provedador in campo, dovesse intrar per capeta-nio in Cremona, et sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, fazil'oficio di podestà fino verà sier Domenego Trivixan, el cavalier,el qual, soto pena, sia ubligà partirse per tuta quest'altra setimana.E questo fu fato, perchè la terra non si contentava dil Morexini.

    Item, fo messo certa parte, zercha le cosse da mar, di scriver asier Marchiò Trivixan, capetanio zeneral; e li savij a i ordeni vo-lea indusiar. Parlò sier Francesco Foscarini, savio dil conseio;etiam sier [21] Francesco Bolani, cao di 40, volse parlar: tandemd'acordo rimaseno indusiar, fino si intendeva la relation dil Sara-cho, arziepiscopo di Nepanto, la qual ancora non era stà leta alpregadi.

    Et accadete che sier Polo Pixani, el cavalier, avogador, averseel pregadi, e lassò andar molti zozo; e sier Antonio Trun, cao diX, li fè un gran rebuffo, dicendo non oservava le leze etc.

    Et fato il scurtinio di tre savij dil conseio, di zonta al colegio,sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, fo savio dil conseio, foprimo balotado e passò di do balote; per la qual cossa poi rimasetre nuovi, zoè sier Antonio Trun, fo consier, sier Antonio Lore-dam, el cavalier, ambassador al re di Franza, e sier Hironimo Zor-zi, el cavalier, fo ambassador in Franza. Et il Zorzi e Trun eranocai di X, e introno. Et fu fato in loco lhoro, e rimase poi sier Za-charia Dolfim, con titolo e provedador sora le cosse da mar; dasier Alvise Mudazo, fo governador, et za per avanti di ordenarijsuo compagno sier Anzolo Trivixam era rimaso; et cussì etiam inluogo di sier Domenego Beneto. Fono fati poi cai dil consejo diX, sier Bortolo Vituri, sier Anzolo Trivixan et sier Zacharia Dol-

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    zente; e, in caso el re di romani rompesse guerra a Milam, di darajuto a soa majestà, e, versa vice, quella dagi a nui.

    Item, fu posto di levar lo exercito di cremonese, et che 'l contedi Pitiano, governador nostro, vadi a Gedi a le stanzie, el il restodi le zente debino alozar tra cremasco e bergamasco, e in cremo-nese rimangi 500 homeni d'arme è im brexana alozati; et che sierNicolò Foscarini, provedador in campo, dovesse intrar per capeta-nio in Cremona, et sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, fazil'oficio di podestà fino verà sier Domenego Trivixan, el cavalier,el qual, soto pena, sia ubligà partirse per tuta quest'altra setimana.E questo fu fato, perchè la terra non si contentava dil Morexini.

    Item, fo messo certa parte, zercha le cosse da mar, di scriver asier Marchiò Trivixan, capetanio zeneral; e li savij a i ordeni vo-lea indusiar. Parlò sier Francesco Foscarini, savio dil conseio;etiam sier [21] Francesco Bolani, cao di 40, volse parlar: tandemd'acordo rimaseno indusiar, fino si intendeva la relation dil Sara-cho, arziepiscopo di Nepanto, la qual ancora non era stà leta alpregadi.

    Et accadete che sier Polo Pixani, el cavalier, avogador, averseel pregadi, e lassò andar molti zozo; e sier Antonio Trun, cao diX, li fè un gran rebuffo, dicendo non oservava le leze etc.

    Et fato il scurtinio di tre savij dil conseio, di zonta al colegio,sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, fo savio dil conseio, foprimo balotado e passò di do balote; per la qual cossa poi rimasetre nuovi, zoè sier Antonio Trun, fo consier, sier Antonio Lore-dam, el cavalier, ambassador al re di Franza, e sier Hironimo Zor-zi, el cavalier, fo ambassador in Franza. Et il Zorzi e Trun eranocai di X, e introno. Et fu fato in loco lhoro, e rimase poi sier Za-charia Dolfim, con titolo e provedador sora le cosse da mar; dasier Alvise Mudazo, fo governador, et za per avanti di ordenarijsuo compagno sier Anzolo Trivixam era rimaso; et cussì etiam inluogo di sier Domenego Beneto. Fono fati poi cai dil consejo diX, sier Bortolo Vituri, sier Anzolo Trivixan et sier Zacharia Dol-

    25

  • fim.

    [1499 10 06]A dì 6 octubrio. Fo gran conseio, et sier Polo Pixani, el cava-

    lier, avogador, con mantello negro per coroto di sier Andrea Bar-barigo, andoe a la bancha, e contò ballote, e fo publichà una con-danasom, fata il mexe di avosto in quarantia criminal per dittosier Polo Pixani, avogador, e sier Hironimo Capello, provedadorsora le camere, contra Renier Venier, scodeva le decime dil cleroa Padoa, di haver tolto lire 6000 di danari spectanti a la Signoria,et preso, fu condanà a restituir questo e la mità più per pena, enon ensi di l'Armamento fin non paga, e sia publichà ogni annoper ladro.

    In questa matina l'orator di Franza e quel di Monferà, etiamquel di Rimano, fono a la Signoria; ad quid, nescio.

    E in questo zorno, a gran conseio fo chiamà a la Signoria lioficiali a le raxon vechie, e ordinato, preparasseno una caxa perdo ambassadori yspani, vieneno di Roma, vano in Hungaria, e do-man sarano qui. E fo chiamati sier Francesco Capelo, el cavalier,sier Zuan Badoer, el dotor, sier Marin Zorzi, el dotor, sier AntonioZustignan, el dotor, sier Nicolò Michiel, el dotor, e sier Piero Pa-squaligo, el dotor, li vadino doman contra. Qualli vieneno per viadi Chioza, e poi venuti, andono a la Signoria.

    In questo zorno zonse qui sier Almorò Pisani dal bancho, fo disier Zuane, venuto da Londra per [22] terra, et zonto a Yspurch,par trovasse el re di romani lì e il signor Lodovico Sforza, el qualge tochò la man, digando: Dio à voluto che perda el mio stato; etche volea esser amico di la Signoria nostra; et che de lì se diceva,erano in acordo con sguizari; e questo referite in colegio.

    [1499 10 07]A dì 7 ditto. Fo pregadi per proveder a le cosse di la Patria di

    Friul, per il mal portamento dil Zanchani, e leto le letere, et quel-

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    fim.

    [1499 10 06]A dì 6 octubrio. Fo gran conseio, et sier Polo Pixani, el cava-

    lier, avogador, con mantello negro per coroto di sier Andrea Bar-barigo, andoe a la bancha, e contò ballote, e fo publichà una con-danasom, fata il mexe di avosto in quarantia criminal per dittosier Polo Pixani, avogador, e sier Hironimo Capello, provedadorsora le camere, contra Renier Venier, scodeva le decime dil cleroa Padoa, di haver tolto lire 6000 di danari spectanti a la Signoria,et preso, fu condanà a restituir questo e la mità più per pena, enon ensi di l'Armamento fin non paga, e sia publichà ogni annoper ladro.

    In questa matina l'orator di Franza e quel di Monferà, etiamquel di Rimano, fono a la Signoria; ad quid, nescio.

    E in questo zorno, a gran conseio fo chiamà a la Signoria lioficiali a le raxon vechie, e ordinato, preparasseno una caxa perdo ambassadori yspani, vieneno di Roma, vano in Hungaria, e do-man sarano qui. E fo chiamati sier Francesco Capelo, el cavalier,sier Zuan Badoer, el dotor, sier Marin Zorzi, el dotor, sier AntonioZustignan, el dotor, sier Nicolò Michiel, el dotor, e sier Piero Pa-squaligo, el dotor, li vadino doman contra. Qualli vieneno per viadi Chioza, e poi venuti, andono a la Signoria.

    In questo zorno zonse qui sier Almorò Pisani dal bancho, fo disier Zuane, venuto da Londra per [22] terra, et zonto a Yspurch,par trovasse el re di romani lì e il signor L