i Concerti · Antonio Vivaldi Sposa son disprezzata 1678-1741 Gabriel Faurè Après un rêve 1845...

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i Concerti primavera estate 2019 10 aprile 2019 ore 20.30 Sala Tartini Sinead Nava – violino Pier Luigi Maestri – flauto Pietro Serafin – violoncello Daniele Proni – clavicembalo musiche di Johann Sebastian Bach 14 aprile 2019 ore 20.30 Sala Victor de Sabata, Ridotto Teatro “G. Verdi” – Trieste Orchestra d'archi del Conservatorio "G. Tartini" di Trieste Fabio Pirona – Docente preparatore “INTORNO A BELJAEV” musiche di autori russi 17 aprile 2019 ore 20.30 Sala Tartini Matteo Alfonso – pianoforte Giovanni Maier – contrabbasso musica di Charles Mingus 2 maggio 2019 ore 20.30 Sala Tartini Stefano Sciascia – contrabbasso Yoshihiro Utsumi – contrabbasso David Giovanni Leonardi – pianoforte

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i Concerti primaveraestate 2019

10 aprile 2019 ore 20.30Sala Tartini

Sinead Nava – violinoPier Luigi Maestri – flautoPietro Serafin – violoncelloDaniele Proni – clavicembalo

musiche di Johann Sebastian Bach

14 aprile 2019 ore 20.30Sala Victor de Sabata, Ridotto Teatro “G. Verdi” – Trieste

Orchestra d'archi del Conservatorio "G. Tartini" di TriesteFabio Pirona – Docente preparatore

“INTORNO A BELJAEV” musiche di autori russi

17 aprile 2019 ore 20.30Sala Tartini

Matteo Alfonso – pianoforteGiovanni Maier – contrabbasso

musica di Charles Mingus

2 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Stefano Sciascia – contrabbassoYoshihiro Utsumi – contrabbassoDavid Giovanni Leonardi – pianoforte

i Concerti del Conservatorio | primavera_estate 2019

i Concerti primaveraestate 2019

Sala Tartini Conservatorio di Musica "Giuseppe Tartini"

Via Carlo Ghega, 12 – Trieste

8 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Premio "Lilian Caraian"XXXIII Edizione – Pianoforte

Concerto dei vincitori

15 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Mario Perestegi – organoin collaborazione con Akademija za glasbo Univerze Ljubljana

musiche di J.S.Bach, C. Franck, F. Dugan, C. Debussy, J. Alain

22 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Leonardo da Vinci musicistaOdhecatonPaolo Da Col – direzione

27 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Gruppo Percussioni TriesteFabián Pérez Tedesco – direzione

29 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Giada Visentin – violinoPaola Possamai – pianoforte

musiche di J. Brahms, A. Dvorák, S. Prokof’ev

5 giugno 2019 ore 20.30Sala Tartini

Manuel Staropoli – flauto dolce e traversiereDaniele Proni – maestro al cembaloHarmonicus Concentus

musiche di Giuseppe Tartini

12 giugno 2019 ore 20.30Sala Tartini

Federico De Stefani – pianoforte

musiche di D. Šostakovič, A. Skrjabin, C. Debussy

19 giugno 2019 ore 20.30Sala Tartini

Tartini Nova Ensemble

musiche di A. Pärt, K. Jarret, J. Zorn, P. Glass, D. Romano

28 giugno 2019 ore 20.30Sala Tartini

Premio “Roberto Di Cecco” 2019III Edizione

Concerto dei vincitori

i Concerti del Conservatorio | primavera_estate 2019

10 aprile 2019 ore 20.30Sala Tartini

Queste Trio Sonate di Johann Sebastian Bach, composte in periodi diversi, sottolineano molte-plici aspetti della sua ricerca spirituale e visione sugli affetti del mondo. Rappresentano comples-se forme architettoniche, in cui vivono strutture continuamente crescenti che realizzano davanti ai nostri occhi una visione quasi materica della ricerca della tonalità. Nel 1747, Bach visita Federico il grande. Dal tema donato dal grande Re al vecchio Maestro, nascerà l’“Offerta musicale”. Alla fine del mirabile capolavoro, egli introduce una sonata a trio per flauto, violino e cembalo. Questa meravigliosa opera appare come ulteriore ringraziamento verso l’illuminato Re, egli stesso flautista e compositore. La Trio Sonata in do minore, nei movi-menti Largo, Allegro, Andante e Allegro, si sviluppa in ampiezza e complessità armonica di grandi proporzioni; la sua struttura lascia al contempo trasparire una molteplicità di affetti ed emozioni.La Trio Sonata in sol minore è una trascrizione per due flauti (o due violini) e clavicembalo dalla sonata per viola da gamba e basso continuo; esiste un’ulteriore sonata per due flauti e cembalo - composta dallo stesso Bach - identica ad una delle sonate per viola da gamba che induce a presumere siano state tutte composte, in un primo momento, per due flauti e cembalo e suc-cessivamente per viola da gamba. Questa è la ragione che supporta la trascrizione delle altre due sonate per viola da gamba. Il risultato è sicuramente più elaborato e articolato rispetto alle originali, ma l'intima struttura ne è rispettata.La Trio Sonata in sol maggiore, delicata e breve nei quattro movimenti, inizia con un Largo che contrappone il primo tema più legato ad un secondo di ritmo sereno e puntato, seguito da un Vivace molto scorrevole; il meraviglioso Adagio in cui un semplicissimo tema passa da uno stru-mento all’altro con trasparenza precede il Presto, in forma di fuga, che inizia con colori chiari ma allontana le voci fino a raggiungere proporzioni sempre più ricche.

Pier Luigi Maestri, Sinead Nava, Pietro Serafin e Daniele Proni, docenti di questo Con-servatorio, hanno frequentato J.S. Bach in momenti diversi della loro vita; questo importante incontro nel percorso di un musicista solleva numerosi quesiti, problematiche e stupori. Nell’ese-guire Bach ci si sente come davanti ad una montagna o improvvisamente in un bosco, ma spes-so come accanto ad un ruscello. L’acqua scorre continuamente come le note di questa musica, dalla prima tutto fluisce come se non dovesse mai aver fine.

Sinead Nava – violinoPier Luigi Maestri – flautoPietro Serafin – violoncelloDaniele Proni – clavicembalo

Johann Sebastian Bach da Musikalisches Opfer BWV 1079:1685 – 1750 Sonata in trio sopra il Soggetto Reale per flauto, violino e basso continuo Largo Allegro Andante Allegro

Sonata per flauto, violino e continuo in sol maggiore BWV 1038 Largo Vivace Adagio Presto

Sonata per viola da gamba in sol minore BWV 1029 Vivace Adagio Allegro

i Concerti del Conservatorio | primavera_estate 2019

14 aprile 2019 ore 20.30Sala Victor de Sabata, Ridotto Teatro “G. Verdi” – Trieste

Orchestra d'archi del Conservatorio "G. Tartini" di TriesteFabio Pirona – Docente preparatore

L'Orchestra d'archi del Conservatorio "G. Tartini", suona senza l'ausilio di un di-rettore perché il lavoro svolto in sede di preparazione mira ad una concezione del quartetto d'archi esteso all'orchestra in-tera. L'Orchestra ha già eseguito un vasto repertorio, dal barocco al '900 storico e, oltre che in Regione, ha eseguito nume-rosi concerti anche in Austria, Slovenia e Bielorussia.

Nel 2012 e nel 2013 è stata invitata al Quirinale a Roma dove ha eseguito due concerti alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana.Nell’estate del 2017 è stata invitata ad eseguire un programma vivaldiano al Fe-stival di Minsk in Bielorussia.

Mitrofan Petrović Beljaev (1836 – 1904), ricco commerciante di legname, con una grande pas-sione per la musica, fu il grande mecenate dei compositori russi della seconda metà dell’ 800. Čajkovskij, Borodin, Skrjabin, Rimskij-Korsakov, Glazunov, Balakirev ed innumerevoli altri compo-sitori minori, gli devono il successo di numerose loro opere, lavori sinfonici e musica da camera commissionate dal grande mecenate. Nel 1885 fondò la casa editrice “Belaieff “ con un impor-tante filiale a Lipsia, ottenendo così la diffusione in occidente della musica russa. Creò inoltre la prima stagione di concerti sinfonici a S. Pietroburgo, formando così l’Orchestra Filarmonica, an-cora oggi fra le più prestigiose orchestre nel mondo. Per il suo 50° compleanno Rimskij-Korsakov, Ljadov, Borodin e Glazunov gli dedicarono un quartetto per archi sul suo nome B-La-F (sib-la-fa).

“INTORNO A BELJAEV”Variazioni su un tema popolare russoTema (Adagio)

Nikolaj V. Arcˇybusev Variazione I - AllegrettoAleksandr N. Skrjabin Variazione II - AllegrettoAleksandr K. Glazunov Variazione III - AndantinoNikolaj Rimskij-Korsakov Variazione IV - AllegroAnatolij K. Ljadov Variazione V - Canone - AdagioJazeps Vıtols Variazione VI - AllegrettoFeliks M. Blumenfel’d Variazione VII - AllegroViktor Eval’d Variazione VIII - Andante cantabileAlexandèr A. Vinkler Variazione IX - Fugato - AllegroNikolaj Sokolov Variazione X - Finale - Allegro

Nikolaj Rimskij-Korsakov Canto Indiano dall' Opera Sadko 1844 - 1908 trascrizione di Lorenzo Visintini Giada Visentin - violino

Vasilij Sergeevič Kalinnikov Serenata 1866 – 1901

Quartetto sul nome di Belaieff (Beljaev) (B-la-F)Versione per orchestra d’archi

Nikolaj Rimskij-Korsakov Sostenuto assai - Allegro

Anatolij K. Ljadov Scherzo - Vivace1855 - 1914

Aleksandr P. Borodin Serenata alla spagnola - Allegretto1833 - 1887

Aleksandr K. Glazunov Finale – Allegro1865 – 1936

Orchestra d'archi del Conservatorio "G. Tartini" di Trieste

i Concerti del Conservatorio | primavera_estate 2019

17 aprile 2019 ore 20.30Sala Tartini

Matteo Alfonso – pianoforteGiovanni Maier – contrabbasso

musica di Charles Mingusarrangiamenti di Giovanni Maier e Matteo Alfonso

Mingus low_resLa musica di Charles Mingus a bassa risoluzione, ovvero ciò che rimane dei grandi capolavori firmati dal grande compositore e contrabbassista afroamericano dopo la “scrematura armonica” a cui li hanno sottoposti Matteo Alfonso e Giovanni Maier. La strategia con la quale è stato deciso di personalizzare il repertorio mingusiano infatti è la stessa che Mingus ha adottato nella versione originale del brano “Pithe-cantropus Erectus”: dopo un tema che si snoda attraverso diverse sezioni armonica-mente difformi, l’improvvisazione viene sviluppata su una struttura armonica molto semplice e scarna, di poche battute; questo approccio permette maggiore libertà d’azione e possibilità di “fuga” da un contesto musicale tradizionale per inserire in-vece all’interno del flusso musicale tutte le tecniche interpretative originali che i due musicisti hanno sviluppato con la loro attività di ricerca sullo strumento.Questo omaggio a Mingus prende spunto dalla ricorrenza del quarantesimo anni-versario della sua morte (avvenuta a Cuernavaca in Messico, identica sorte spettata ad un altro grande contrabbassista dei nostri giorni, Stefano Scodanibbio...) ed è il proseguimento ideale del percorso artistico del duo formato da Matteo Alfonso e Giovanni Maier, dopo la pubblicazione del loro CD “Naked Songs”, uscito nel 2014 per l’etichetta Palomar Records.

Matteo AlfonsoMatteo Alfonso è un pianista le cui doti si distinguono per qualità del suono e ricer-catezza interpretativa. Nato a Venezia nel 1976 si avvicina da subito alla musica Jazz per poi completare la sua formazione pres-so il Conservatorio di Castelfranco Veneto, dove consegue i diplomi di Pianoforte e Composizione, e in quello di Venezia dove ottiene il Master in Musica Jazz con il mas-simo dei voti e la lode. Con un ingaggio di un mese presso la Rainbow Room, storico locale all’ultimo piano del Rockefeller di New York, inaugura la sua attività profes-sionale poco più che ventenne, ed inizia la collaborazione con grandi musicisti come Bobby Watson, Ray Mantilla, Toquinho, Francisco Mela, Jack Walrath, Fabrizio Bosso, Pietro Tonolo, Roberto Gatto e molti altri.Ha suonato in numerosi festival in Italia ma anche in Europa, Russia, Canada e Ameri-ca Latina. Count your blessings, il suo pri-mo lavoro discografico, lo vede alla guida di un formidabile quartetto impreziosito dalla presenza di Eliot Zigmund, leggen-dario batterista già al fianco di Bill Evans e Michel Petrucciani. Dal 2009 è docente di Pianoforte Jazz presso il Conservatorio"Giuseppe Tartini" di Trieste.

Giovanni MaierNel 1988 si diploma in Contrabbasso pres-so il Conservatorio "G. Tartini" di Trieste. Dal 1989 ad oggi ha partecipato (anche con gruppi guidati da lui stesso o in solo) a svariati jazz festivals in tutto il mondo (Francia, Yugoslavia, Cecoslovacchia, Gre-cia, Macedonia, Germania, Austria, Belgio, Slovenia, Finlandia, Croazia, Svizzera, Tuni-sia, Spagna, Inghilterra, Canada, Giappo-ne, Olanda, Danimarca, Norvegia, Turchia, Stati Uniti, Giordania, Brasile). Ha suonato con molti musicisti di fama internazionale: E. Rava, G. Trovesi, C. Taylor, A. Braxton, K. Tippett, J. Tippett, R. Rudd, H. Bennink, F. D’Andrea e molti altri.È stato votato dai critici della rivista "Musi-ca Jazz" come uno dei dieci migliori nuovi talenti dell’anno 1996. Nell’ambito dello stesso referendum, per l’anno 2001, il suo CD "Mosaic Orchestra vol. 1" è stato segna-lato come uno tra i dieci migliori dischi di Jazz italiano, ed il suo gruppo, la Mosaic Orchestra, si è classificato al quinto posto tra i migliori gruppi italiani. Nell’anno 2007 è stato premiato con il secondo posto nella categoria comprendente i contrabbassisti.Ha inciso per diverse importanti etichet-te discografiche: ECM (Germania), ENJA (Germania), Clean Feed (Portogallo), Fonit Cetra (Italia), Soul Note (Italia), Black Saint (Italia), Venus (Giappone), CAM Jazz (Ita-lia), Label Bleu (Francia), BMG Ricordi (Ita-lia), Symphonia (Italia), Wide Sound (Italia), Splasch (Italia), Long Song Records (Italia) ecc..

i Concerti del Conservatorio | primavera_estate 2019

2 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Stefano Sciascia – contrabbassoYoshihiro Utsumi – contrabbassoDavid Giovanni Leonardi – pianoforte

Tradizionale (Spagna) Cancion de Amor

Georg Friedrich Händel Lascia ch’io pianga1685 – 1759

Giovan Battista Pergolesi Se tu m’ami1710 – 1736

Antonio Vivaldi Sposa son disprezzata1678-1741

Gabriel Faurè Après un rêve1845 – 1924

Maurice Ravel Pavane pour une infante défunte1875 – 1937

Pietro Mascagni Intermezzo1863 – 1945

Yoshihiro Utsumi Aijyou (italian way)1966

Rentaro Taki Kojo no Tsuki1879-1903

Tradizionale (Giappone) Oboro Tsukiyo

Tarou Hakase Jyo NeTsu Tairiku 1968

Yoshihiro Utsumi Aijyou (japanese way)

La storia di un’Amicizia che corre su un filo d’oro che lega avvenimenti casuali e fantastici, che portano questa sera a Trieste Yoshihiro Utsumi come portarono nel 2004 Stefano Sciascia in Giappone.

Yoshihiro Utsumi AutobiografiaHo ascoltato mille volte il CD “Quella Fiamma” di Stefano Sciascia e D. G. Leo-nardi nel 1998 quando lo trovai, per caso, in un negozio di dischi della mia città, Kobe. Ho pensato così di proporre questo disco alla Casa Discografica King Record Japan di Tokyo che ha deciso di pubbli-care 3 CD di Stefano Sciascia tra cui “The King of Bass”, una raccolta che compren-de, tra gli Artisti presenti, il grande capo-scuola della Scuola di Contrabbasso Rus-sa Sergej Koussevitzky. Da quel momento ho fondato e mi sono imposto come pro-duttore di SEJ “Sciascia Ensemble Japan” nel 2002 a Kobe. Ho tenuto molti concerti

a Kobe, Kochi-Pref, Fukuoka Pref, Tokyo, Osaka e nel 2017 abbiamo tenuto un con-certo a Hong Kong in Cina. Nel Natale del 2018 abbiamo suonato alla Steinway&-Sons Hall di Kobe nell’anniversario della sua fondazione. Ho tenuto diverse Master Class sulla qualità e bellezza del Suono alla Osaka University, Kobe University, Konan University e Kobe Gakuin Universi-ty. Ho composto il brano Aijyou nel 2001, brano che dà il titolo al Concerto di que-sta sera. Sono responsabile del settore del branding presso il Ministero dell’Economia e del Commercio, Industry (METI Japan).

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Stefano SciasciaInizia lo studio del contrabbasso all’età di sedici anni. Molto presto comincia a collaborare con le orchestre della Rai di Torino, con i Solisti Veneti di Claudio Sci-mone, con l’Orchestra da Camera di Pa-dova e del Veneto, con le quali suona nelle maggiori capitali europee e del mondo. Contemporaneamente si dedica alla ri-cerca di nuova musica trascrivendola per contrabbasso ed arricchendo così il re-pertorio solistico per il suo strumento. Ha registrato, come solista, numerosi CD per le case discografiche Rivo Alto di Vene-zia e la King Records Japan di Tokyo. La Newton Classics ha deciso di ripubblicare i suoi primi CD con distribuzione Naxos Records. Dal giugno 2001 è invitato alle Conventions organizzate dalla ISB (Inter-national Society of Bassist) U.S.A.: Butler University – Indianapolis - 2001, Rich-mond University Virginia – 2003, Western Michigan University Kalamazoo – 2005, Oklahoma City University – 2007, Penn State University Philadelphia – 2009, San Francisco University – 2011. Nel 2004 in Giappone ha tenuto una serie di master classes e concerti a Tokyo, Osaka e Kobe. Ha tenuto master classes in Italia, Nor-vegia (Oslo Academy), Finlandia (Sibelius Academy),Svezia (Gothenburg Academy), Copenhagen (Opera House), Londra (Tri-nity College), Riga (Latvian Academy), Zagabria (Zagreb Academy), Salisburgo (Mozarteum University), Gerusalemme (Jerusalem Music Academy), Vienna (Uni-versität für Musik und darstellende Kunst). Ha pubblicato musica inedita per Ludwin Music U.S.A.. Nell’agosto 2012 ha tenuto un recital alla Copenhagen Opera Hou-se durante la European Bass 2012 Con-vention e nell’ottobre dello stesso anno ha suonato la sua composizione Mantra 22.22 al Mozarteum di Salisburgo. Nel giugno del 2013 ha suonato il contrab-

basso appartenuto a Sergej Koussevitzky in un recital alla Rochester New York Uni-versity durante la ISB Convention 2013. Il suo ultimo lavoro discografico è “Soli Deo Gloria”, un CD per Contrabbasso Solo con Suite e Partite di J. S. Bach. Nel settem-bre 2016 ha tenuto un recital solistico alla Praga Bass 2016 Convention presso l’HAMU Academy. Ha recentemente suo-nato in duo con D. G. Leonardi al Teatro del Giglio nell’ambito del Bass2018 Lucca European Festival 30 Luglio – 5Agosto. Ha composto la colonna sonora del pluripre-miato film “Across the River” di Lorenzo Bianchini proiettato in anteprima al Fe-stival di Taormina nel giugno del 2013. È docente di Contrabbasso al Conservatorio di Musica “G. Tartini” di Trieste. Suona un Contrabbasso Ruggeri del 1700.

David Giovanni Leonardi È nato a Udine nel 1966, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio di Udine e laureato in Musicologia alla Scuola di Pa-leografia e Filologia Musicale di Cremona ed è titolare della cattedra di Storia della Musica presso il Conservatorio “J. Toma-dini” di Udine. Svolge attività di pianista nel settore cameristico vocale e strumen-tale e ha partecipato alla produzione e registrazione di dieci Compact Disc, cin-que dei quali in duo con il contrabbassista Stefano Sciascia. Dal 1996 svolge il ruolo di pianista accompagnatore ufficiale del Concorso Internazionale di Canto da Ca-mera “C. A. Seghizzi” di Gorizia. Si dedica all’approfondimento del Novecento musi-cale friulano, cura catalogazioni, edizioni

critiche ed ha pubblicato contributi musi-cologici su incarico della Società Italiana di Musicologia, della Società Filologica Friulana e dell’Associazione Corale Gori-ziana “C. A. Seghizzi”. Partecipa a confe-renze, programmi radiofonici e convegni di studio, pubblicando, quale critico e sto-rico musicale, su quotidiani, settimanali e periodici specializzati. Più volte membro di giuria in concorsi di esecuzione stru-mentale e vocale e di composizione, col-labora a livello pianistico e di consulenza musicologica con i più noti assiemi orche-strali e corali della regione Friuli Venezia Giulia e con le case discografiche Bongio-vanni, Nota, RealSound, RivoAlto.

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8 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Alla versatile, originalissima e benemerita artista Lilian Caraian è intitolato il Concorso musicale, dedicato quest'anno alla Musica da camera e giunto alla XXXII edizione. Il concerto dei vincitori renderà dunque omaggio alla polivalente artista, nata a Trieste nel 1914, capace di eccellere nelle arti figurative, in campo musicale e nella poesia, ottenendo significativi risultati e riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Diplomata in pianoforte a Trieste nel 1934, Lilian Caraian perfezionò i suoi studi a Roma e a Parigi e fino al 1954 fu insigne con-certista a livello internazionale. Dal 1952 iniziò ad insegnare Pianoforte presso il Conservatorio di musica "G. Tartini" di Trieste, impegno che si protrasse fino al 1979.Fu un lascito testamentario di Lilian Caraian a disporre la costituzione, dopo la sua scomparsa, della Fondazione, che ha tuttora lo scopo di incoraggiare e premiare quei giovani che si dimo-strino particolarmente meritevoli nelle arti figurative e nella musica.La Fondazione "Lilian Caraian" fu costituita nell'ottobre 1984 e la sua presidenza venne affidata, nel primo ventennio di attività, a Bianca De Rosa Di Giorgio, attualmente è presieduta da Anna Rosa Rugliano e promuove concorsi dedicati sia alla musica che alle arti figurative fin dal 1986.Molti sono stati gli artisti e i musicisti di valore che hanno partecipato alle varie commissioni giu-dicatrici e numerosissimi i giovani concorrenti premiati dalla Fondazione nel corso dei suoi anni di attività, molti dei quali ormai affermati in campo artistico. Nell'ambito musicale la Fondazione Caraian ha indetto concorsi per pianoforte, flauto, composizione, musica da camera, canto, direzione d'orchestra, pianisti collaboratori e maestri di palcoscenico, chitarra, violino, oboe, cla-rinetto, fagotto, organo, jazz, percussioni, ottoni, contrabbasso e violoncello.

Premio "Lilian Caraian" XXXIII Edizione – Pianoforte

Concerto dei vincitori

Interpreti e programma saranno resi noti nello specifico programma di sala

i Concerti del Conservatorio | primavera_estate 2019

15 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Mario Perestegi – organoin collaborazione con Akademija za glasbo Univerze Ljubljana

Johann Sebastian Bach Fantasia super: 1685 – 1750 Komm’, Heiliger Geist, Herre Gott BWV 651

Concerto in sol maggiore BWV 592 Allegro – Grave – Presto

Fantasia e fuga in sol minore BWV 542

César Franck Prélude, Fugue et Variation op. 181822 – 1890

Franjo Dugan Toccata in sol minore1874 – 1948 Fuga (Cromatica) in do minore

Claude Debussy da Preludi, Libro I:1862 – 1918 La Cathédrale engloutie (trascrizione)

Jean Alain Litanies JA 1191911 – 1940

«Das ist kein Bach, das ist ein Meer!». Con questo curioso Witz verbale, il grande Beethoven espri-meva nella maniera più sincera l’entusiasmo per la creatività bachiana. Vero e proprio Alpha et Omega della storia della musica, Johann Sebastian Bach ha legato il meglio della propria pro-duzione al “Re degli strumenti”. E da allora, è prassi consolidata per ogni organista “santificare” il proprio concerto con un gesto di riverenza al Grande di Eisenach. Questa sera ben tre saranno i brani che renderanno ragione del suo genio: la Fantasia sul Corale Komm’ Heiliger Geist – para-frasi luterana della Sequenza Veni Sancte Spiritus – con la sua polifonia «giosamente disordina-ta» (M. Radulescu), ci introdurrà al fragoroso mistero del giorno di Pentecoste, mentre il Concerto in sol maggiore e la fuga in sol minore parleranno i profani accenti delle corti di Weimar e Cöthen, un omaggio alla tradizione tutta italiana del Conserto. Trattazione a parte merita la titanica Fantasia in sol minore, in cui elementi dello Stylus Phantasticus nordico e consonanze stravaganti di derivazione italica si fondono in un monumentale tombeau, che la musicologia moderna ha ipotizzato essere stato ispirato a Bach dalla morte della sua prima moglie, Maria Barbara.Il Meer bachiano inonda e impregna di sé tutta la stagione romantica. Il sognante Prelude,

Fugue et Variation di César Franck, se da una parte esprime già un lessico tipicamente ottocen-tesco, dall’altra, nelle forme, nella severa e essenziale conduzione delle parti, si configura come una creazione ove la lezione dei secoli precedenti continua a vivere. Questo si può dire a maggior ragione per Franjo Dugan. Il cosiddetto “Reger croato” ha preservato in pieno XIX secolo la cultu-ra della scrittura in polifonia, rivissuta questa volta con élan brahmsiano.Il concerto evapora infine nella mistica impressionista ed espressionista. Ad una curiosa versione organistica della Cathédrale engloutie, preludio concepito originariamente per pianoforte da Claude Debussy, succederà il brano per organo forse più grandiosamente tragico e presagioso del repertorio moderno: le Litanies (1937) del compositore e organista francese Jehan Alain, pre-maturamente abbattuto dalle armi naziste nel 1940. Il brano è percorso da cima a fondo da un breve motivo ripetuto fino all’ossessione, per culminare in un cluster che sembra volere raccogliere e lanciare al cielo le urla atterrite dell’umanità, ostaggio di una guerra che si preannunciava terribile. In molti hanno ravvisato in questo brano il parallelo musicale del celebre Urlo di Munch.

Wladimir Matesic

Mario Perestegi Nato a Zagabria nel 1971, Mario Pereste-gi ha iniziato la sua carriera concertistica in giovane età, già prima del compimento degli studi musicali di base a Zagabria, sot-to la guida di Anđelko Klobučar. Laureatosi in Organo e Musica Sacra, ha proseguito i suoi studi conseguendo un dottorato sotto la guida di Hubert Bergasnt presso l’Acca-demia di Musica di Lubiana. Il suo interesse per la musica francese lo ha portato a Pari-gi, per lavorare all’approfondimento di tale repertorio con la leggendaria organista Marie – Claire Alain. Tra il 2002 e il 2003, ha inoltre seguito un corso di interpreta-zione sui Corali dell’autografo di Lipsia di J. S. Bach, tenuto dal prof. Mario Penzar,

presso l’Accademia di musica di Zagabria. A oggi, Mario Perestegi ha tenuto oltre 450 concerti in 4 continenti. Tra le sedi più prestigiose che lo hanno ospitato, si cita-no la Sala da Concerto Vatroslaw Lisinski di Zagabria e la Janáček Hall di Brno, così come le cattedrali di Parigi Notre – Dame), Salisburgo, Berlino, Zagabria, Bruxelles, Riga, Liublijana, Maribor, Olomuc, Helsinki, Trieste, Frombork, Melbourne, Sidney, Wa-shington, Boston, New York e Praga. Mario Perestegi è oggi Professore di Organo pres-so l’Accademia di Musica di Lubiana, dove, attraverso le sue lezioni, cerca di trasmet-tere le sue conoscenze e il suo entusiasmo per la musica alle future generazioni.

i Concerti del Conservatorio | primavera_estate 2019

22 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

ODHECATONAlessandro Carmignani – controtenoreGianluigi Ghiringhelli – controtenoreAlberto Allegrezza – tenore, flauto dolceMassimo Altieri – tenoreMarco Scavazza – baritonoDavide Benetti – bassoElisa La Marca – liuto

Paolo Da Col – direzione

con la partecipazione di:

Giovanni Cantarini – tenoreGabriele Russo – lira da braccio

Firenze 1469, imago Virginis

Anonimo Lauda di Nostra Donna, a 2

Agnolo Poliziano O trionfante sopra ogni altra bella 1454 – 1494 rispetto XXVII, aria per strambotti

Milano 1482, Academia Leonardi Vinci

Gaspar van Weerbecke Ave, stella matutina ca 1445 – post 1516 Christi mater, ave

Giovanni Ambrogio Dalza Tastar de Corde e Ricercare liuto fl. 1508

Gasparo Visconti Nel tempo de la guerra sarà un Julio 1461 – 1499 a Ludovico il Moro, aria per ottave E a Milano che si fa? aria per ottave

Franchino Gaffurio Adoramus te, Christe 1451 – 1522

Bernardo Bellincioni Di che ti adiri? 1452 – 1492 Sonetto «Sopra il ritratto di Madonna Cecilia, qual fece Leonardo»

Mantova 1499, Isabella d’Este

Johannes Martini Fortuna desperata 1430/40 – 1497 ms. Roma, Casanatense 2856, omaggio a Isabella d’Este

Bartolomeo Tromboncino Poi che’l ciel contrario e adversoca 1470 – post 1535

Giovanni Ambrogio Dalza Poi che’l ciel contrario e adverso liuto

Marco Cara O mia cieca e dura sorte ca 1470 – 1525 Dolce mal, dolce guerra «aer de capitoli», testo di P. Bembo

De divina proportione

Josquin Desprez Ut Phoebi radiisca 1450 – 1521 Salve Regina, a 5

Venezia, 1500

Vincenzo Capirola Padoana, ala francese bella, e aierosa liuto 1474 – post 1548

Anonimo El piove? Mo lassa piovere!

i Concerti del Conservatorio | primavera_estate 2019

Bartolomeo Tromboncino Ala guerra, ala guerra Hor che’l ciel e la terra «aer de sonetti», testo di F. Petrarca

Urbino 1502, Cesare Borgia

Filippo de Lurano Donna contro la mia voglia ca 1470 – ca 1520 «Questa canzone era la favorita del duca Valentino»

Roma, 1514

Giovanni Ambrogio Dalza Ricercare Calata alla Spagnola liuto

Michele Pesenti O Dio che la brunetta mia ca 1470 – post 1524 Dal lecto me levava

Amboise, 1517

Jean Mouton Nesciens Mater, a 8 ca 1459 – 1522

Leonardo da Vinci musicistaCome molti altri pittori e scultori del Rinascimento, Leonardo da Vinci fu un eccellente musicista, noto ai suoi contemporanei per il suo eccezionale talento d’interprete. Cantava versi improvvisati e si accompagnava con la lira da braccio, uno strumento presente in Italia fra 1450 e 1550. La pratica del canto monodico accompagnato con la lira da braccio era una moda che attraver-sava ambiti sociali molto diversi, dalle popolari piazze alle corti principesche. Il programma di questo concerto propone di far scoprire il mondo musicale di Leonardo, mostrando sia la pra-tica musicale da lui stesso esercitata sia quella dei contesti frequentati da Leonardo a Firenze, quando lavorava nella bottega del Verrocchio e per Lorenzo il Magnifico, a Milano, nell’ambito dell’Accademia Leonardi Vinci e della corte di Ludovico il Moro, e poi negli anni di viaggio fra Mantova, Venezia, Firenze, Roma e, infine, ad Amboise, in Francia. Il programma prevede aeri per cantare ottave, capitoli e sonetti, brani per liuto e altri strumenti, composizioni polifoniche (mottetti e frottole) di autori italiani, fiamminghi e francesi che sono stati in relazione con Leo-nardo o che hanno animato la vita musicale dei centri nei quali Leonardo risiedette o transitò nel corso della sua vita.

22 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Ensemble OdhecatonSin dal suo esordio nel 1998, ha ottenuto alcuni dei più prestigiosi premi discografici e il riconoscimento, da parte della critica, di aver inaugurato nel campo dell’esecu-zione polifonica un nuovo atteggiamento interpretativo, che fonda sulla declama-zione della parola la sua lettura mobile ed espressiva della polifonia. L’ensemble vo-cale deriva il suo nome da Harmonice Mu-sices Odhecaton, il primo libro a stampa di musica polifonica (Venezia, O. Petrucci 1501). Il suo repertorio d’elezione è rappre-sentato dalla produzione musicale euro-pea tra Quattro e Settecento. Odhecaton riunisce alcune delle più scelte voci maschili italiane specializzate nell’esecuzione della musica rinascimentale e preclassica sotto la direzione di Paolo Da Col. L’ensemble ha registrato una quindicina di CD, dedica-ti rispettivamente a musiche di Gombert, Isaac, Josquin, Peñalosa, ai maestri della Picardie, ai compositori spagnoli e porto-ghesi attivi nel Seicento nelle isole Canarie, a Palestrina, Monteverdi, Carlo Gesualdo, Orlando di Lasso, Alessandro Scarlatti e Loyset Compère. Con questi programmi Odhecaton è ospite nelle principali ras

segne in Europa e America e ha ottenu-to i maggiori riconoscimenti discografici: Grand prix international de l’Académie du disque lyrique, 2 diapason d’or de l’année, 5 diapason (Diapason), choc (Classica), di-sco del mese (Amadeus e CD Classics), cd of the Year (Goldberg), Editor’s choice (Gra-mophone). Negli ultimi anni Odhecaton ha rivolto grande parte del proprio impegno interpretativo alla musica sacra di Claudio Monteverdi e al repertorio contemporaneo (Sciarrino, Scelsi, Pärt, Rihm, de Pablo, de Stefani). Per le celebrazioni monteverdiane del 2017 Odhecaton ha partecipato all’e-secuzione del film documentario per la televisione ARTE «Monteverdi, aux sources de l’Opéra» con regia di Philippe Béziat e ha realizzato una nuova registrazione dedicata alla produzione sacra della ma-turità del compositore cremonese (Monte-verdi in San Marco, Arcana). A Odhecaton è stato conferito nel 2018 il Premio Abbiati della critica musicale italiana per le sue esecuzioni, che la giuria ha indicato quale «paradigma di stile, chiarezza espositiva e nobilitazione degli spazi sonori nei quali risuonano».

in collaborazione con

Si ringrazia Camilla Cavicchi (Tours, Centre d’Études Supérieures de la Renaissance) per la consulenza musicologica

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Giovanni Cantarini È un rinomato esecutore di musica antica, soprattutto al di fuori dei confini nazionali, con una carriera che lo ha portato a esi-birsi nei migliori festival europei e in venues esclusive (Bervely Hills, Daitoku-ji Temple di Kyoto, Santuario del Quince Ecuador etc…) nel resto del mondo; ha eseguito musiche dalla Grecia antica, al medioe-vo e al barocco con i migliori gruppi della early music (Huelgas Ensemble, Ensemble Gilles Binchois, La Venexiana, Micrologus, Melpomen, Le Miroir de Musique, La Mor-ra, Leones, Perlaro, Cantar lontano) con i quali ha fatto premiate incisioni fra cui si segnalano: Monteverdi, Ottavo Libro dei Madrigali, ens. La Venexiana; Sulla lira, ens. Miroir de Musique e ora Fons luminis, ens. Gilles Binchois che toccano alcuni fra i più bei repertori della musica occidentale. For-matosi con Dominique Vellard e Gerd Türk presso la Schola Cantorum Basilienis, con-tinua a trattenere rapporti professionali con l’istituzione tenendo workshops spe-cializzati e portando avanti la sua forma-zione dottorale presso l’Università di Basi-lea. I progetti più recenti, vedono Giovanni Cantarini impegnato in repertori dove po-esia e pratiche di improvvisazione musica-le sono più legate. Con Conrad Steinmann (ens. Melpomen) performa su testi lirici e epici antichi, musiche scritte per lui sulla Ki-thàra, mentre con Baptiste Romain (Miroir de Musique), riporta in scena il repertorio umanistico e rinascimentale per lira da braccio; in duo con il liutista Ariel Abramo-vich esplora il mondo del primo madrigale e della frottola e infine con il tiorbista Ju-lian Behr si dedica alla riscoperta della mo-nodia barocca di Francesco Rasi.

Paolo Da ColHa compiuto studi musicali al Conservato-rio di Bologna e musicologici all’Università di Venezia. Sin da giovanissimo ha orienta-to i propri interessi al repertorio della mu-sica rinascimentale e preclassica, unendo costantemente ricerca ed esecuzione. Ha fatto parte per oltre vent’anni di numero-se formazioni vocali italiane, tra le quali la Cappella di S. Petronio di Bologna e l’En-semble Istitutioni Harmoniche. È bibliote-cario del Conservatorio di Trieste. Dal 1998 dirige l’ensemble vocale Odhecaton. Ha collaborato con Luigi Ferdinando Tagliavi-ni alla redazione della rivista L’Organo e in qualità di critico musicale con varie riviste specializzate, ha diretto il catalogo di mu-sica dell’editore Arnaldo Forni di Bologna, è curatore di edizioni di musica strumentale e vocale, autore di cataloghi di fondi mu-sicali e di saggi sulla storia della vocalità. Collabora all’edizione critica delle opere di C. Gesualdo da Venosa, G. Tartini e G. Ros-sini. Attualmente svolge un lavoro di ricer-ca sulla vocalità del Rinascimento presso il Centre d’Études Supérieures de la Renais-sance di Tours.

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27 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Gruppo Percussioni Trieste Ivan Boaro, Marko Bulajich, Mila Comel, Pierluigi Corvaglia, Lorenzo Dari, Lorenzo Elia, Luca Gobbato, Karlo Kralj, Marco Mauri, Sebastiano Micheli, Alessio Morpurgo, Vito Muznevic, Francesco Neri, Francesco Pandolfo, Nicola Pisano, Luca Vidonis, Marco VielFabián Pérez Tedesco – direzione

Siegfried Fink Kanonade1928 – 2006

Thierry De Mey Musique de Table1956

Alexandre Esperet Ceci n’est pas une balle1987

Manfred Menke Eine kleine Tischmusik1993

Steve Reich Music for pieces of wood1936

Dennis Kuhn Gegenstandlich: Mein Name ist...1957

Thierry De Mey Silence must be prima esecuzione assoluta1956

Alessio Morpurgo Give me five1997

Ed Argenziano Stinkin’ Garbage1958

Ernst Toch 1930 Geografical Fugue1887 – 1964

Fabián Pérez Tedesco Pingpong Machine prima esecuzione assoluta1963

Il programma di questa sera è composto da 11 brani “diversamente percussivi”. Un’esperienza dove appaiono in primo piano tecniche e approcci molto diversificati, nei quali il gesto e la spa-zialità hanno pari importanza rispetto al suono.

Gruppo Percussioni Trieste Il Gruppo Percussioni Trieste è formato da-gli allievi degli anni superiori del Conser-vatorio “G. Tartini” di Trieste delle classi di percussione di Giorgio Ziraldo e di Fabián Pérez Tedesco. Nasce sotto la guida di Fa-bián Pérez Tedesco nell’ambito della pro-grammazione del corso di Musica d’insie-me per strumenti a percussione, dall’anno 2002 inclusa nel Triennio Superiore. Il GPT si pone come obbiettivo l’ampliamento degli orizzonti musicali degli allievi for-nendo loro l’occasione di approfondire il repertorio d’insieme. In questi anni il re-pertorio si è arricchito con numerosissimi brani originali e arrangiamenti. Ha inoltre

al suo attivo diverse prime esecuzioni as solute di vari compositori. Si è presenta-to in pubblico a Buttrio, per l’Erdisu e per l’Università di Trieste e in varie sedi: Piaz-za della Borsa di Trieste, Teatro Savoia di Campobasso, Palazzo Jacopo Peri di Reggio Emilia, Teatro Romano di Trieste, Sala Consiliare di Venzone, Teatro Mode-na di Palmanova, Sala Grande del Teatro Verdi di Trieste (per il ciclo ”Concerti aperi-tivo”), Sagrado, Asolo, Gorizia, Sala Tripco-vich di Trieste, Piazza del Popolo di Sacile, Biennale d’arte FVG presso il Magazzino 26 del Porto Vecchio, Teatro Miela ecc.

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29 maggio 2019 ore 20.30Sala Tartini

Giada Visentin – violinoPaola Possamai – pianoforte

Johannes Brahms Sonata per violino e pianoforte 1833 – 1897 in La maggiore n. 2 op. 100 Allegro amabile Andante tranquillo, Vivace Allegretto grazioso (quasi Andante)

Antonín Dvorák 4 Pezzi Romantici op. 751841 – 1904 Allegro moderato Allegro maestoso Allegro appassionato Larghetto

Sergej Prokof’ev Sonata per violino e pianoforte n. 1 op. 801891 – 1953 Andante assai Allegro brusco Andante Allegrissimo – Andante assai, come prima

Composta nel 1886 tra le suggestive montagne svizzere di Thun, la Sonata op. 100 di Johannes Brahms, detta anche Thunersonate, trova la propria ispirazione nel liederismo nostalgico e sen-timentale caratteristico del Romanticismo tedesco. Infatti nel primo tempo, Allegro amabile, si possono cogliere citazioni di Lieder brahmsiani, proposte in un rapporto sempre ben stretto tra violino e pianoforte. L’Andante si articola in due variazioni di cui la seconda dalla tessitura più leggera. Il tutto realizzato con naturalezza e freschezza. Il finale Allegretto grazioso è strutturato su due momenti psicologici intrecciati tra loro in un clima da rondò, di disincantata Stimmung tardo-romantica.Il Romanticismo di Antonín Dvoràk si traduce essenzialmente nella ricerca di un linguaggio ar-monico che ripropone gli aspetti più brillanti e immediati dell’elemento popolare. Testimonianza lo sono i Quattro pezzi romantici op. 75, quattro miniature per violino e pianoforte, risalenti al 1887 e originariamente scritte per due violini e viola. Nell’Allegro moderato il canto è affidato al violino; l’Allegro maestoso richiama l’eco di una danza popolare; il terzo movimento, Allegro appassionato, è caratterizzato da un partecipato lirismo che nel Larghetto conclusivo assume un carattere dolente.Di gusto neoclassico invece, la Sonata in fa minore n. 1 op. 80 di Sergej Prokofiev, fu composta tra il 1938 e il 1946 in collaborazione con David Oistrach. Il linguaggio del compositore appare melodioso e chiaro, sensibile ed eloquente e contornato da quegli slanci e scabrosità armoni-

Giada Visentin Nata nel 1998, Giada Visentin si è diplo-mata in violino al Conservatorio “G. Tarti-ni” di Trieste con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore sotto la guida del prof. Giancarlo Nadai e attualmente frequenta il Biennio Specialistico presso il medesimo Conservatorio con il prof. Massimo Belli. Ha vinto numerosi Concorsi nazionali ed internazionali e ha tenuto diversi concerti anche in qualità di solista per prestigiose istituzioni musicali in Italia all’estero come “I Solisti Veneti” e la Nuova Orchestra da Camera “Ferruccio Busoni”. Nel 2015 è sta-ta selezionata per partecipare alla Ma-sterclass dell’Accademia dei Solisti Veneti diretta da Claudio Scimone e ha vinto una borsa di studio assegnatale dal Rotary Club di Padova come migliore allieva. Nel 2017 ha debuttato alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice con il Concerto di Mozart in Sol maggiore KV 216. Nel 2018 ha par-tecipato ad una tournée organizzata dal CIDIM come solista con la Nuova Orche-stra da Camera “F. Busoni” con la quale ha recentemente inciso per Bam Music. Nell’estate 2018 ha ricevuto il Diploma di Merito ai corsi di perfezionamento all’Ac

cademia Musicale Chigiana tenuti da Sal-vatore Accardo e sotto la sua guida fre-quenta il corso di alto perfezionamento all’Accademia “W. Stauffer” di Cremona.

Paola Possamai Nata nel 1998, Paola Possamai inizia lo studio del pianoforte all’età di sei anni presso la Fondazione musicale “Santa Ce-cilia” di Portogruaro sotto la guida dappri-ma di Claudia Dazzan e successivamente di Lucrezia De Vecchi, concludendo nel 2016 il percorso interno con il massimo dei voti e la lode. Ha partecipato a numerosi concorsi pianistici nazionali ed internazio-nali riportando lusinghiere affermazioni in quelli di Albenga, Piove di Sacco, “Thomaz Holmar”, “Riviera della Versilia”, “Musica Insieme” di Musile di Piave ed è destina-taria di molte borse di studio offerte dal Rotary Club di Portogruaro. Ha frequenta-to masterclass tenute da Giorgio Lovato e Alberto Miodini. Attualmente studia pres-so il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste nella classe di Massimo Gon.

che e melodiche tipici del suo stile. Il primo movimento, Andante Assai, è caratterizzato da una melodia presente nelle armonie del pianoforte e in procinto di sbocciare nel violino, che sembra rimanga in una posizione di attesa, per poi sfociare in brevi sprazzi affidati al violino. L’Allegro bru-sco è risoluto e spigliato in un dialogo più libero ma comunque frammentato fra i due strumenti. L’Andante ha carattere di studio per la tecnica e l’espressione, ornato di preziosità timbriche e armoniche però cesellate attorno a ritmi ostinati. L’Allegrissimo, fortemente ritmato e popola-resco, riconduce all’inizio della Sonata in segno di un atteggiamento quasi di raccoglimento e meditazione.

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5 giugno 2019 ore 20.30Sala Tartini

Manuel Staropoli – flauto dolce e traversiereDaniele Proni – maestro al cembalo

Harmonicus ConcentusGabriele Raspanti, Manuel Vignoli – violiniFrancesca Camagni – violaVincenzo De Franco – violoncelloGiovanni Valgimigli – violonePedro Alcacer – arciliuto

Progetto tARTiniTurismo culturale all’insegna di Giuseppe Tartini Kulturni turizem v znamenju Giuseppeja TartinijaFinanziato dal programma Interreg V-A Italia – Slovenia 2014 – 2020

Giuseppe Tartini Sonata in Re maggiore per due violini e basso continuo 1692 – 1770 (Brainard D 2) Allegro Andante Allegro assai

Concertino in Fa maggiore per flauto dolce, due violini e basso continuo (n.3, MS. 9937) Andante Largo assai Presto

Sonata in Do maggiore per due violini e basso continuo (Brainard C 3) Largo Allegro assai

Concerto in Sol Maggiore per flauto traversiere, archi e basso continuo Gro 383 Allegro non molto Andante Allegro

Sonata in Re minore per due violini e basso continuo (Brainard D 2) Allegro Largo Andante Presto

Concerto in Sol Maggiore per flauto traversiere, archi e basso continuo Gimo 293 Allegro Largo andante Allegro

tARTini

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Nella vasta produzione strumentale di Giuseppe Tartini, si collocano in una posizione numeri-camente abbastanza rilevante i concerti genericamente denominati per “Flauto”. In mancanza di un catalogo definitivo di tutta l’opera omnia del compositore Istriano, e alla luce di continue e nuove scoperte, non vi è ancora la certezza sull’originalità di tutte le opere e in alcuni casi nemmeno della loro precisa destinazione strumentale. In particolare, dopo un attento esame dei manoscritti dei 7 concerti per Flauto va subito notato che in 6 concerti la denominazione è pre-cisamente “Flauto Traversiero” (nel caso dei 4 concerti conservati presso la Universitetbiblioteket di Uppsala S-Uu Gimo 291, 292, 293, 294), “Flauto Traverso” nel caso di Gro.384 e “Flauto Tra-versiere” nel caso di Gro.383 (ambedue conservati presso la Statens Musikbibliotek di Stoccolma. Caso a parte invece è il concerto in Fa maggiore conservato presso la biblioteca del Conserva-torio di Napoli in cui lo strumento è denominato semplicemente “Flauto”. Anche se a prima vista potrebbe risultare sottintesa la destinazione per Flauto Traverso, è caratteristica fondamentale dei compositori soprattutto della prima metà del Settecento, sottintendere al termine “Flauto” il “Flauto Dolce” o Flute a Bec nella sua terminologia più frequente in area francese. Molti elementi rinforzano la destinazione di questo concerto verso il flauto dolce contralto in fa, la tonalità d’impianto del concerto (in Fa maggiore) e l’estensione che delimita il range strumentale tra il fa’ e il fa’’’, assolutamente calzante con l’estensione del flauto dolce in questione; il che rinforza l’ipotesi che il concerto non sia (come ipotizzato da alcuni musicologi) stato scritto per Federico II di Prussia, che come ben sappiamo era un grande virtuoso di flauto traverso e non di flauto. Recentemente sono venute alla luce alcune fonti che potrebbero far ripensare alla paternità tar-tiniana di questo lavoro (attribuito forse ad un allievo), che verrà eseguito in questo programma di concerto, che comunque rimane con molta probabilità per flauto diritto.Gli altri due concerti in programma sono Gimo 293 (conservato a Uppsala) e Gro 383 (conservato a Stoccolma). Il primo concerto “Gimo 293” contiene concordanze con un concerto per violino (sempre in Sol maggiore) le cui partiture autografe si trovano nell’Archivio Musicale della Cap-pella Antoniana di Padova (ms.1902/n.59) e alla Bibliothèque National de Paris (ms. 11227/34). Il secondo “Gro 383” in sol maggiore riporta l’indicazione manoscritta di “Concerto a 5 - Del sig. N.N.”, indicazione successivamente modificata con l’aggiunta del nome Giuseppe Tartini, ma a quanto sembra dallo stesso copista che l’ha eseguito. Ambedue i concerti sono indubbiamente per flauto traversiere, strumento in 4 pezzi con una sola chiave, e sfruttano una estensione diversa dal precedente concerto in fa maggiore, utilizzando in questo caso anche le note più gravi fino al Re’ ma mantenendo una estensione in acuto capace di sfruttare tutte le possibilità del flauto dell’epoca. Il flauto traverso infatti attorno alla prima metà del Settecento si afferma sempre più come strumento prediletto da amatori e compositori (certamente grazie anche alla sua flessibilità ed estensione) a discapito del flauto diritto che vedrà il suo declino dopo la metà del secolo.

Manuel Staropoli Si è diplomato in Flauto Dolce al Conser-vatorio “G. Tartini” di Trieste con S. Casac-cia, perfezionandosi con L. Cavasanti e in Flauto Traversiere al Conservatorio “G. Verdi” di Torino con F. Odling; ha inoltre seguito seminari e masterclass con Kees Boeke, Walter Van Hauwe e Barthold Kui-jken. Ha collaborato inoltre con flautisti e

artisti di fama internazionale quali Do-rothee Oberlinger, Maurice Steger, Gu-drun Heyens, Dan Laurin, Pamela Thorby. Ha studiato anche Oboe barocco con G. Caviglia e P. Faldi, specializzandosi inoltre nell’esecuzione con strumenti a doppia ancia del rinascimento come cromorni e bombarde. Si è esibito come solista, in for-

mazioni cameristiche e orchestre, in oltre 800 concerti in Italia e all’estero parteci-pando a importanti rassegne concertisti-che e festivals internazionali (Festival van Vlaanderen; Teatro Alla Scala di Milano, Early Music Festival di Greenwich – Lon-don, ecc.) e per gli Istituti italiani di cultura all’estero (Londra, Amburgo, Wolfsburg, Madrid, Bratislava, Osaka). Solista dell’Ac-cademia del Ricercare, collabora con I Sonatori della Gioiosa Marca, l’Orchestra Montis Regalis, Collegium Pro Musica, l’Orchestra barocca e l’orchestra sinfonica dell’Orchestra Verdi di Milano. In qualità di flautista e recentemente di composi-tore ha partecipato alle registrazioni di tutti i CD della Heavy Metal Band Rhap-sody of Fire distribuiti in tutto il mondo. Ha inciso per le case discografiche Sony, Decca, Glossa, Erato, Stradivarius, Tactus, Amadeus, Brilliant Classic, Dinamic. Con le incisioni “Vivaldi, Sonate a Tre” e “R. de Visée, La Musique de la Chambre du Roy – Vol 1” si è aggiudicato 5 stelle sulla rivista Diapason, mentre ha ottenuto il Diapason D’or partecipando all’incisione “Il flauto Veneziano” per l’etichetta SONY, colla-

borando con Dorothee Oberlinger. Sem-pre per Brilliant ha registrato l’integrale della musica da camera di R. de Visée. Si occupa della rubrica intitolata “Flauto Dolce & Dintorni” sulla rivista trimestrale per Flauto FaLaUt. Ha tenuto Masterclass e seminari sul flauto dolce, il traversiere e l’interpretazione della musica antica presso la “MusikHockschule” di Mannheim e Duisburg-Essen (Germania), Royal Aca-demy of Music di Londra, l’Università “Béla-Bartòk” di Miskolc (Ungheria), la “Musikschule” di St Georgen im Attergau (Salisburgo), e presso la Landesmusikschu-le di Linz (Austria). Dal 2005 è direttore del “Corso Internazionale di Musica Antica” di Romano Canavese (TO), il quale da sva-riati anni ospita docenti tra i più qualifi-cati nel panorama della musica antica. È stato docente presso vari Conservatori e attualmente insegna Flauto Dolce pres-so il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste e Flauto Traversiere presso il Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza.

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Daniele Proni Ha tenuto concerti coi maggiori strumen-tisti e solisti di canto nelle più prestigiose sale europee. Con l’Ensemble Respighi ha inciso numerosi CD per Tactus con musiche di Vivaldi, Bononcini, Haim, Bellinzani, Tar-tini e Guarnieri. Ha suonato per le maggiori emittenti radiofoniche e televisive euro-pee. Ha registrato le opere strumentali di Giovanni Battista Martini in qualità di so-lista con l’Accademia degli Astrusi (concerti per clavicembalo) per Warner Classic. Per SONY-Deutsche Harmonia Mundi ha rea-lizzato il DVD “Don Chisciotte” e “Il Maestro di Musica” di Martini, coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna con scene tratte dai bozzetti originali di Dario Fo e il doppio cd “Semiramide”, vincitore degli International Opera Awards 2015. Per Con-certo Classics ha inciso musiche di Girola-mo Frescobaldi al clavicembalo e all’orga-no. È autore di scritti e curatore di edizioni critiche musicali (F. Margola, G. Tartini, G. B. Martini, edizione integrale della musica strumentale in 80 volumi e Intermezzi) e di atti di convegni. In ambito corale, ha tenu-to seminari e concerti con la Società Cora-le Euridice, è stato direttore della Cappella Musicale dei Servi di Bologna e del Coro Gaudeamus e ha diretto il Coro del Teatro Comunale di Bologna. Nel 2001 ha ideato

il Concorso Internazionale per Direttori di Coro “Mariele Ventre”. Tiene stage di mu-sica corale ed è chiamato in giuria in con-corsi nazionali ed internazionali. Ha tenuto masterclass per direttori di coro presso l’Ac-cademia Motive Planning di Seoul (Korea). Ha curato la creazione del Coro Giovanile Città di Bologna, progetto sperimentale dedicato alla formazione di giovani co-risti (2016). Iniziati gli studi musicali con il padre Walter, si è diplomato in pianoforte e quindi in clavicembalo sotto la guida di Annaberta Conti. Diplomato inoltre in mu-sica corale e direzione di coro ed in com-posizione ha studiato con Tito Gotti, Pier Paolo Scattolin e Francesco Carluccio. Ha studiato direzione d’orchestra con Paolo Arrivabeni e Luciano Acocella ed ha conse-guito la laurea in D.A.M.S. presso l’Univer-sità di Bologna. È stato direttore artistico di “Caleidoscopio Musicale”. Ha insegnato in vari Conservatori italiani e ora al “G. Tar-tini” di Trieste, dove insegna lettura della partitura, clavicembalo e musica d’insieme per strumenti antichi. Nel 2016 (350° anni-versario della fondazione dell’Accademia Filarmonica di Bologna) è stato direttore artistico e musicale dei corsi di alto perfe-zionamento di musica barocca, dirigendo inoltre l’ensemble Unitate Melos.

Harmonicus Concentus L’Harmonicus Concentus nasce a Bologna nel 2002 con l’obiettivo di valorizzare i tesori del Barocco, attraverso l’esecuzio-ne filologica e la scelta di un repertorio, per quando possibile, meno conosciuto. L’ensemble unisce le forze di musicisti che affrontano questo àmbito musicale in maniera più approfondita e consapevole, esplorando particolarmente i repertori ca-meristici e la letteratura sonatistica del Sei e Settecento. L’Harmonicus Concentus si è esibito nel 2007 a Milano nella prestigiosa rassegna “San Maurizio, musica e poesia” con un concerto a programma: “Il Furore e la Follia” e nello stesso anno con Diego Fasolis in un programma di musiche sam-martiniane. Ha tenuto nel 2008 il concer-to inaugurale dei restauri pittorici alla Ba-silica del Monte di Cesena, nel 2009 una tournée che è approdata a Salisburgo con

la Messa in si minore di J.S.Bach. Ha inol-tre inciso il Vespro della Beata Vergine di Pergolesi, per la rivista “Amadeus” e si è esibito nella stagione del Ravenna Festival e al MITO di Torino, ampliando il proprio orizzonte fino a produzioni operistiche ros-siniane e donizettiane. Dal 2015 partecipa ai concerti dell'Accademia Bizantina e ha inaugurato l'anno della lingua italiana del mondo al Teatro dell'Istituto Italiano di Cul-tura di Colonia.Nel 2017 si è esibito a Rimini nella stagione della Sagra Malatestiana e al Teatro del Giglio di Lucca con l’allesti-mento dell’opera di Antonio Vivaldi Orlando furioso. Negli ultimi anni ha dedicato parti-colare cura alla divulgazione della cultura musicale attraverso una serie di progetti a tema, che spaziano dalla letteratura alle arti figurative.

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12 giugno 2019 ore 20.30Sala Tartini

Federico De Stefani – pianoforte

Dmitrij Šostakovič Sonata in si minore op. 641906 – 1975 Allegretto Largo Moderato (con moto)

Aleksandr Skrjabin da 24 Preludi op. 111872 – 1915 Vivace Allegretto Vivo Lento Andante cantabile Allegro

Claude Debussy Valse romantique1862 – 1918 Berceuse heroïque Nocturne Danse bohémienne

Novecento decadentistaScritta quasi in concomitanza con la sua settima sinfonia, la cosiddetta “Sinfonia di Leningrado” op. 60, la sonata in si minore op. 64 di Dmitrij Šostakovič, dedicata al suo insegnante al Conser-vatorio di Leningrado Leonid Vladimirovich Nikolayev, venne eseguita per la prima volta a Mosca nel 1943. Essa rispecchiava pienamente gli eventi che si stavano verificando nell’Unione Sovie-tica durante la seconda guerra mondiale: Šostakovič descrive, attraverso un linguaggio a tratti ironico, a tratti militaresco e drammatico, quegli anni cruciali così determinanti per le sorti della guerra. Il compianto e il dolore, ma allo stesso tempo la voglia di riscatto e di ribellione, prendono vita con toni eroici e militareschi. Fino a questo momento Šostakovič non si era avvicinato all’i-dea di musica che più compiaceva il regime sovietico e la Lega dei compositori, capeggiata da Stalin. In quest’opera, invece, la patria e l’antifascismo venivano esaltati e lo stesso compositore incitava il popolo sovietico a resistere all’oppressione nemica, sia attraverso la musica sia serven-dosi di altri mezzi di comunicazione: Šostakovič esortava di persona i suoi compatrioti alla radio, facendo notare come la vita nella città di Leningrado procedesse normalmente; voleva inoltre far sapere ai suoi concittadini che stava ultimando la sua sinfonia: quest’ultima avrebbe contri-buito a sollevare gli animi del suo popolo. La Sonata op. 64 si articola in tre movimenti: il primo, di andamento moderato, è un fluire di temi ritmico-melodici tipici di Šostakovič (figure puntate, molto ritmate) nel quale emerge il tono militaresco ma anche l’ironia e l’amarezza del composi-tore stesso. Il secondo movimento (Largo) è una specie di “stasi” armonico-melodica, mediante la quale il compositore russo evoca un’atmosfera sofferente, sottolineata dalle dissonanze a tratti dure e a tratti morbide. Il terzo movimento è in forma di tema con variazioni: dalla cellula ini-ziale, quasi uno squillo di tromba che richiama alle armi, prende il via un susseguirsi di variazioni cariche di tensione. Il tema si ripresenta ora in forma ironica ora pieno di rabbia e di impotenza, riuscendo comunque ad esprimere la voglia di riscatto sia da parte del compositore nei confronti del regime sovietico che da parte del popolo sovietico stesso nei confronti dell’invasione tedesca.

Influenzati dal clima tardoromantico e da compositori quali Franz Liszt e Fryderyk Chopin, i 24 Preludi op. 11 per pianoforte di Alexander Skrjabin, scritti tra il 1888 ed il 1896, si ispirano aperta-mente ai 24 Preludi op. 28 del compositore polacco. Lo stile del giovane Skrjabin (nel 1888 ha solo sedici anni) non è per nulla banale. Compositore particolarmente controverso, usa nei suoi preludi un linguaggio armonico molto ricercato: egli infatti sorprende spesso l’ascoltatore per la sua ma-estria nelle modulazioni. Le opere di Skrjabin tuttavia non si distinguono solo per una tessitura ar-monica inusuale: i suoi Preludi op. 11, composti in tempi e luoghi diversi, si caratterizzano per una ricerca che sfiora l’astratto e la metafisica. Sono esempio di questa ricerca le indicazioni di tempo inusuali (4/2) combinate ad un fraseggio inedito, idea poco contemplata da altri compositori.

Scritta a Parigi nell’inverno del 1914 e orchestrata dallo stesso compositore nell’anno successivo, la Berceuse Heroïque di Claude Debussy in mi bemolle minore viene donata, insieme ad altre opere di altri compositori, al re del Belgio Alberto I, impegnato nella resistenza all’invasione dell’Impero germanico. Nella sezione centrale viene citato l’inno belga che inizia con uno squillo di tromba. Sono più legati al tardoromanticismo il Nocturne (composto a Parigi nel 1892), il Valse romantique (1890) e la Danse bohémienne (1880). Essi esaltano il sentimentalismo romantico anche attraver-so reminiscenze chopiniane ma con il gusto e la ricercatezza timbrica e sonora che è presente in Debussy. Il tema centrale del Nocturne “dans le caractère d'une chanson populaire” è carat-teristico: esso risente già di quella futura contaminazione popolare nella musica che ha modo di dilagare nel corso del XX secolo: il Jazz. Più militaresca invece (prettamente tedesca), la Danse bohémienne, opera giovanile del compositore francese, scritta a diciott’anni.

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Federico De Stefani Nato nel 1992 a Vittorio Veneto (TV), si è appassionato al pianoforte all’età di 6 anni. Nel 2003 ha intrapreso gli studi mu-sicali presso l’Istituto “Arnaldo Benvenuti” di Conegliano (TV) sotto la guida dei ma-estri Giuseppe Borin, Paolo Pessina e Da-niele Zanettovich. Negli anni successivi ha iniziato a tenere le sue prime esibizioni in pubblico, sia come solista che in ensem-ble cameristici, partecipando anche al VII concorso pianistico internazionale “Musi-ca insieme” di Musile di Piave (VE), dove ha conseguito il terzo premio, categoria E. Ammesso al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste dall’a.a. 2012/2013, nel 2015 ha ot-tenuto una borsa di studio Erasmus+ che lo ha portato a soggiornare in Finlandia presso l’Accademia “Oamk” di Oulu se-guito da Jouko Totterstrøm e Outi Rahko. Successivamente all’esperienza nel Nord Europa, ha conseguito, sotto la guida del

prof. Flavio Zaccaria, la Laurea di I livello in Pianoforte approfondendo il reperto-rio russo e finlandese tardoromantico. Ha preso parte a diversi seminari e master-class di pianoforte e di musica da camera perfezionandosi con stimati maestri italia-ni ed europei. Si è esibito in alcuni teatri e sale da concerto della Finlandia e in Italia nelle Province di Treviso, Belluno, Padova, Gorizia e Trieste. Ha eseguito in anteprima alcune composizioni di A. Gentili. Federico De Stefani è attivo come pianista collabo-ratore e insegnante di pianoforte in alcuni Istituti Musicali privati nelle province di Treviso e Belluno. È inoltre appassionato di musica jazz e pop. Attualmente iscritto al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste, fre-quenta il Biennio Specialistico di II livello – Indirizzo Interpretativo nella classe del prof. Flavio Zaccaria.

i Concerti del Conservatorio | primavera_estate 2019

Tartini Nova EnsemblePierluigi Maestri – flauto e ottavinoPietro Milella – oboe, oboe d’amoreSergio Lazzeri – fagotto Sinead Nava – violinoDragana Gajić – violino Andrea Amendola – violaPietro Serafin – violoncelloNicoletta Sanzin – arpaDimitri Romano – pianoforte e direzione

Arvo Pärt Frates1935 per quartetto d’archi

Keith Jarret Tokio Encore 1945 rielaborazione per pianoforte e arpa di Dimitri Romano

Dimitri Romano Time Code…Lost1961 per flauto, oboe d’amore, fagotto, arpa e pianoforte Ipnotica per trio d’archi, flauto-ottavino, oboe, fagotto, arpa e pianoforte

John Zorn Kol Nidre 1953 per quartetto d’archi

Philip Glass Morning Passages 1937 rielaborazione per pianoforte arpa e quartetto archi di Dimitri Romano

Dimitri Romano Sufi per pianoforte, flauto, oboe, fagotto, due violini e viola

Ricerca e sperimentazione sono gli elementi che da sempre caratterizzano l’evoluzione del lin-guaggio musicale. Da questa premessa, per volontà di sette docenti, prende forma nel 2017 il Tartini Nova Ensemble. Formazione ampia e flessibile dedita alla divulgazione della musica moderna e contemporanea, propone rielaborazioni di opere conosciute e nuove composizioni.

19 giugno 2019 ore 20.30Sala Tartini

IPNOTICAFrates, scritto da Arvo Pärt nel 1977, è un esaustivo esempio di musica minimalista in cui espe-rienza e idiomi musicali convivono in una struttura armonica ridottissima che, evocando antiche sonorità, grazie anche all’uso della scordatura, sembra delineare un tratto dello spazio infinito, come uno sfondo, immutabile, sempre uguale.Kol Nidre per quartetto d’archi di John Zorn, scritto nel 1996, è un lavoro atipico nella produzione artistica dell’eclettico compositore americano e si può definire come un esempio di minimalismo “radicale”. Le parti interne del quartetto procedono per intervalli di quarta paralleli, suggerendo l’antichità del canto liturgico, le voci esterne invece, statiche, dure, trasmettono al brano dram-maticità e tensione. Eppure, una volta intuito che il brano è ispirato dalla melodia Kol Nidre propria della liturgia ebraica, le allusioni ai suoi motivi, per quanto frammentari, emergono da questa partitura in modo semplice ed affascinante.I brani Tokio Encore di Keith Jarret e Morning Passages di Philip Glass – colonna sonora del film “The Hours” tratto dal romanzo di Michael Cunningham – sono stati rielaborati per il Tartini Nova Ensemble da Dimitri Romano, autore anche dei brani originali in prima esecuzione Ipnotica, Time Code…Lost e Sufi.

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26 giugno 2019 ore 20.30Sala Tartini

Francia, Parigi, 1890: César Franck – capostipite della scuola organistica francese della seconda metà dell’Ottocento – si spegne, lasciando un’importante eredità musicale. La nuova genera-zione di organisti che lo seguiranno, tra cui Maurice Duruflé e Jean Langlais, continueranno la strada da lui tracciata, consolidando e arricchendo il nuovo prestigio dell’organo, entrato nell’era romantica e sinfonica sorretto dalle innovazioni costruttive dell'organaro Aristide Cavaillé–Coll. Tre artisti di una Parigi in fermento musicale, stimati e riconosciuti, collegati da luoghi, strumenti e persone: il Conservatorio di Parigi, dove sono stati allievi o professori; il grande organo Cavail-lé-Coll della Basilica di Santa Clotilde, dove Franck e e Langlais hanno ricoperto l’incarico di organista, e Duruflé di assistente; Charles Tournemire, il più giovane allievo di Franck, che ha dato lezioni di organo a Duruflé e di improvvisazione a Langlais. Il programma, proposto in ordine cro-nologico, vuole presentare queste tre grandi personalità, rappresentative della scuola organistica francese, che hanno saputo creare un patrimonio musicale immenso e in costante evoluzione: un percorso nella Parigi organistica dell’epoca, a partire dal 1890, anno in cui César Franck, morente, finì di scrivere il Choral n. 3, passando per il 1932, durante il quale Maurice Duruflé com-pose il Prélude dalla Suite op. 5., per arrivare al 1947, quando Jean Langlais scrisse la sua Suite Médiévale. La tradizione francese inaugurata da Franck, e proseguita dai suoi allievi più o meno diretti, ha assunto il carattere di una vera e propria “succession apostolique” (Ch.–M. Widor), dove i segreti della grande arte del re degli strumenti viene tramandata da docente ad allievo, per arrivare grandiosa ad illuminare anche il panorama musicale contemporaneo.

Michela Sabadin – organo

César Franck da Trois Chorals pour Grand Orgue: Choral n. 3 in la minore 1822 – 1890

Maurice Duruflé dalla Suite op. 51902 – 1986 Prélude

Jean Langlais Suite Médiévale 1907 – 1991 Prélude Tiento Improvisation Méditation Acclamations Carolingiennes

Michela Sabadin Nata a Trieste nel 1991, Michela Sabadin ha conseguito il diploma v.o. e il diploma accademico di secondo livello ad indirizzo interpretativo in Organo e Composizione Organistica, sotto la guida del prof. Wla-dimir Matesic, presso il Conservatorio “G. Tartini” della sua città. Ha studiato im-provvisazione organistica con Riccardo Cossi e studia composizione con il prof. Stefano Bellon. Ha frequentato master-class e corsi di perfezionamento in Italia e all’estero (Oxford, UK) con Guy Bovet, Fausto Caporali, Riccardo Cossi, Gabriele Damiani, Lorenzo Ghielmi, Ludger Loh-mann, Jean–Baptiste Robin, Wolfgang Seifen, Ben Van Oosten e Erwin Wiersinga. Si è esibita in manifestazioni in Italia e all’estero (Slovenia e Inghilterra), ed è so-cio fondatore dell’Accademia Organistica

Tergestina. Nel 2015 ha fatto parte dell’or-ganico dell’Orchestra Nazionale Sinfonica dei Conservatori Italiani, partecipando alla tournée autunnale Trieste-Serbia (Belgrado e Novi Sad).Nel 2016 è stata direttore della corale del-la Chiesa di S. Teresa del Bambin Gesù e, dal 2013 al 2017, è stata organista della parrocchia dei Ss. Andrea e Rita. Dal 2017 è organista titolare e responsabile dell’or-gano Mascioni op. 388 del 1927 nella Chiesa della Beata Vergine del Soccorso di Trieste. Collabora stabilmente come orga-nista con diversi cori della sua città, tra cui il Coro dell’Università degli Studi di Trieste e l’Associazione Corale Diapason, della quale è anche assistente alla direzione. Dirige, inoltre, il Coro “Dobrina” dell'Uni-versità della Terza Età di Trieste.

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28 giugno 2019 ore 20.30Sala Tartini

Roberto Di CeccoNato a Bologna nel 1977 e prematu-ramente scomparso nel 2015, è stato compositore, musicologo e docente di Armonia. Diplomatosi in Chitarra classi-ca presso il Conservatorio "G. B. Martini" di Bologna con Armando Cristini, ha stu-diato Composizione presso il medesimo Istituto inizialmente con Bianca Maria Furgeri e successivamente con Adriano Guarnieri ottenendo il Diploma. Si è inoltre diplomato in Musica corale e Direzione di coro e in Strumentazione per banda. Dal 2004 al 2005 ha intrapreso il Biennio di tirocinio nello stesso Conservatorio parte-cipando anche al corso di specializzazio-ne in Composizione con live-electronics di Alvise Vidolin.Sue composizioni sono state eseguite in diversi paesi europei (Italia, Germa-nia, Francia, Spagna, Belgio ecc..) ed ha collaborato, in ambito concertistico, con specialisti nel campo della musica an-tica (Francesco Tasini, Luigi Ferdinando Tagliavini, Hilliard Ensemble, ecc..) e del

la musica contemporanea (Annamaria Morini, Enzo Porta, Riccardo Piacentini, Alessandro Solbiati, ecc..). All'estero ha affiancato sempre in ambito compo-sitivo l'attività musicologico-didattica di studiosi quali Susan F. Weiss (Johns Hopkins University - Maryland), Russell E. Murray (University of Delaware), Joel Hoffmann (Cincinnati University) ed altri. Ha collaborato con riviste musicologiche e filosofiche su temi storici e contemporanei dell'estetica, della filosofia della musica, della filosofia della scienza e delle scienze dell'arte. Ha collaborato in campo con-certistico e musicologico con l'Accademia Filarmonica e la Fondazione CARISBO di Bologna, il Ravenna Festival, il Teatro dell'Opera di Roma e varie altre associa-zioni concertistiche e centri di studio.È stato docente di Armonia presso il Con-servatorio "O. Respighi" di Latina, l'I.S.S.M. "G. Verdi" di Ravenna ed il Conservatorio "G. Tartini" di Trieste.

Premio "Roberto Di Cecco" 2019III Edizione

Concerto dei vincitoriIn collaborazione con l'Associazione Culturale "Roberto Di Cecco"

Interpreti e programma saranno resi noti nello specifico programma di sala

Un estratto dalla prefazione di un volume di Armonia scritto da Roberto Di Cecco per i suoi allievi:«...quando una dissonanza si manifesta (momento cosiddetto della "percussione"), il senso d'in-stabilità dato da questo urto spinge il nostro intelletto a cercare un appoggio, una distensione. Tutto ciò mette in luce dunque la dimensione dinamica della musica: un moto in avanti in at-tesa del momento della risoluzione della tensione, una dissonanza che ricerca la consonanza, un'instabilità che ricerca stabilità e distensione. È la dissonanza dunque la forza propulsiva del discorso musicale: una successione di consonanze sarebbe insopportabilmente statica e priva d'ogni interesse intellettuale, poiché priva di qualsiasi aspettativa. Sono questwe aspettative che devono essere rese palesi alla coscienza, alla vostra coscienza: in quel momento le note assume-ranno movimento autonomo ed il fluire musicale la massima naturalezza. Pare illuminante il parallelo: Perché il comfort sfugge ogni moto, senza con questo iniziare la ricerca. [...] poco importa che si parta dal moto per giungere alla ricerca o viceversa: perché solo il moto produce ciò che potremmo davvero chiamare "educazione", istruzione completa, insom-ma cultura».

(Roberto Di Cecco)

Il Conservatorio "G. Tartini" di Trieste, in collaborazione con l'Associazione Culturale "Roberto Di Cecco", ha indetto un Concorso di esecuzione strumentale riservato a tutti gli studenti dell'Isti-tuto, dedicato alla valorizzazione dei repertori strumentali composti a partire dal secondo '900 sino alla contemporaneità e finalizzato all'assegnazione di una borsa di studio offerta dall'As-sociazione Culturale "Roberto Di Cecco", che verrà assegnata durante la serata in occasione del concerto dei vincitori.

OrganigrammaDIRETTORE Roberto Turrin

DIRETTORE VICARIOTeresa Trevisan

CONSIGLIO ACCADEMICO

Componenti designati dal Collegio dei professoriMassimo BelliNicola BusoMargherita Canale Pier Luigi CoronaCristina FedrigoMassimo GonGiuseppina MascherettiWladimir Matesic

COORDINATORI DEI DIPARTIMENTI

Canto, coralità e teatro musicaleRita Susovsky

Didattica della musica e dello strumentoCristina Fedrigo

Direzione d'orchestra, musica da camera e d'insiemeRomolo Gessi

Strumenti a fiatoMassimiliano Morosini

Strumenti ad arcoSinead Nava

Strumenti armoniciDimitri Romano

Nuovi linguaggi, percussioni e tecnologie musicaliPietro Polotti

Teoria della musica, armonia, analisi, musicologiaEnrico Perrini

DELEGATI DALLA DIREZIONE PER LE ATTIVITÀ DEL CONSERVATORIO

Coordinamento della didattica e servizi agli studentiPierluigi Maestri

Coordinamento e programmazione delle attività di produzione artisticaAndrea Amendola

Realizzazione e organizzazione delle attività di produzione artisticaPaolo Da Col

Coordinamento e realizzazione del programma "Erasmus+" e relazioni internazionaliNicoletta Sanzin

Coordinamento, aggiornamento e sviluppo dei servizi informatici d'istitutoMassimo Parovel

PRESIDENTE Lorenzo Capaldo

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Direttore amministrativoFrancesco Gabrielli

Componenti del Consilgio di AmministrazioneBenito Torretta esperto designato dal Ministero

Marco Maria Tosolini componente designato dal Consiglio Accademico

Serena Arnò componente designato dalla Consulta degli studenti

Direttore di ragioneriaFrancesca Salvo

Comitato Unico di GaranziaRossella LucchiniSerena TroccaMartina MarinFrancesco GabrielliPietro PolottiKatia Salvato RotaFabrizio Del BiancoWladimir MatesicElisabetta Tigani SavaMichela Urdido

CollaboratoriRossella Lucchini Serena Trocca

AssistentiMassimo BiancoGiovanna Bordin Federica CecottiMartina Furlanich Nausicaa Peric Katia Salvato Rota Paola TrevisanAlessio Vanzelli

Personale tecnicoAnnunziatina Carbone, Isabella Cecotti, Cristina Costanzo, Filomena Mangiafave, Martina Marin, Salvatore Napolano, Marzia Opassich, Sabrina Penzo, Lucia Prato, Claudia Radivo, Vittorio Rizzian, Fulvio Salvetat, Boris Suspize, Maurizio Wallner

Collegio dei revisori Antonella ConiPaolo Musacchio

Consulta degli studentiSerena ArnòIvan BoaroMatteo BragagnoloMichela SabadinNiccolò Zampiron

RSUMassimiliano MorosiniAlessandro PaparoMichela Urdido

* a contratto

DOCENTI PER SETTORE ARTISTICO-DISCIPLINARE (al 10 gennaio 2019)

Accompagnamento pianistico Fabrizio Del BiancoSilvio SirsenSilvano ZabeoArpaNicoletta Sanzin

Batteria e percussioni jazz Stefano Peretto

Bibliografia e biblioteconomia musicale Paolo Da Col

CantoCinzia De Mola Rita Susovsky

Canto jazzSabina Meyer *

Chitarra Pier Luigi Corona Lucio DossoSandro Torlontano

Chitarra jazz Riccardo Chiarion

ClarinettoElena FerrofinoDomenico Foschini

Clavicembalo e tastiere storichePaola Erdas *

ComposizioneFabio Nieder

Composizione musicale elettroacusticaPaolo Pachini

Contrabbasso Stefano Sciascia

Contrabbasso jazz Giovanni Maier

CornoNilo Caracristi

Direzione di coro e composizione corale Adriano Martinolli

Direzione d'orchestra Marco Angius

Direzione di coro e repertorio corale per Didattica della musicaRomano Vettori

Elementi di composizione per Didattica della musicaStefano Bellon

Esecuzione e interpretazione della musica elettroacusticaNicola Buso

Esercitazioni corali Gualtiero Lo Nigro

Esercitazioni orchestrali Stojan Kuret

Fagotto Sergio Lazzeri

FisarmonicaCorrado RojacMassimo Signorini *

FlautoPierluigi MaestriGiuseppina MascherettiLuisa Sello

Flauto dolce Manuel Staropoli

Informatica musicalePietro Polotti

Lettura della partitura Daniele Proni

Multimedialità Stefano Bonetti

Musica d'insieme per strumenti a fiatoGiuseppe Falco

Musica d'insieme per strumenti ad arco Fabio Pirona

Musica da cameraAlessandra CaraniFedra FloritRomolo GessiPaola La Raja

OboePietro Milella

OrganoWladimir Matesic Manuel Tomadin

Pedagogia musicale per Didattica della musica Cristina Fedrigo

PianoforteGiuseppe AlbanesePaolo BidoliTiziana BortolinClaudio Crismani Massimo GonAlessandro PaparoAndrea Rucli Alessandro TavernaTeresa Maria TrevisanMaria Rita VerardiFlavio Zaccaria

Pianoforte jazz Matteo Alfonso

Pratica della lettura vocale e pianistica per Didattica della musica Patrizia Tirindelli

Pratica e lettura pianisticaSaskia GiorginiDimitri RomanoMichela UrdidoRoberto Radassao

SaxofonoMassimiliano Donninelli

Saxofono jazz Klaus Gesing

Storia della musicaGiulio Aldo D'AngeloMarco Maria Tosolini

Storia della musica per Didattica della musica Margherita Canale

Strumenti a percussioneIvan MancinelliGiorgio ZiraldoAndres Fabián Tedesco

Tecniche di consapevolezzaed espressione corporeaDomenica Di Vittorio *

Teoria dell'armonia e analisi Massimo ParovelFilippo PeroccoDario Regattin

Teoria e tecnica dell'interpretazione scenicaRosalba Trevisan

Teoria, ritmica e percezione musicaleRoberto De NicolòMarco FeruglioEnrico PerriniVittoriano Vinciguerra

TrombaMassimiliano Morosini

Tromba jazzMassimo Greco *

Trombone Mauro Ferrari

ViolaAndrea AmendolaMaurizio Malaridotti

ViolinoMassimo BelliDiana MusteaGiancarlo NadaiSinead NavaPaolo Rodda

VioloncelloPietro Serafin

Accesso ai concerti

La serie di manifestazioni di cui al presente programma, rientra nell'attività didattica del Conservatorio e costituisce parte integrante del Progetto d'Istituto.

Alle manifestazioni possono accedere, con ingresso libero, docenti e allievi del Conservatorio, e contestualmente anche il pubblico esterno, previa prenotazione dal giorno precedente il concerto presso la portineria del Conservatorio.

T. +39 040 6724911 Info: www.conts.it

Le registrazioni dei concerti sono effettuate per uso didattico e di documentazione dagli studenti della Scuola di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio.