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CONOSCERE I PERICOLI DELL'AMIANTO PER VIVERE LIBERI DALL'AMIANTO I circoli territoriali Legambiente della Provincia di Pavia

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CONOSCERE I PERICOLI DELL'AMIANTO

PER VIVERE LIBERI

DALL'AMIANTO

I circoli territoriali Legambiente della Provincia di Pavia

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L'amianto

L'asbesto (o amianto) è un insieme di minerali del gruppo dei silicati,

appartenente alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli.

L'amianto è un minerale con struttura fibrosa utilizzato fin da tempi

remoti per le sue particolari caratteristiche di resistenza al fuoco e al

calore. È presente naturalmente in molte parti del globo terrestre e si

ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e

arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto. Le caratteristiche

dell'amianto ed il basso costo di lavorazione ne hanno favorito

l'impiego in numerosi campi e in oltre 3000 prodotti differenti.

L'amianto è stato utilizzato massicciamente nell'industria, nell'edilizia e

nei trasporti. L'uso più massiccio dell'amianto è avvenuto in edilizia,

soprattutto nel periodo 1950-1983 come cemento-amianto (eternit).

In particolar modo per le discariche che sono la forma più diffusa per

smaltire in sicurezza l'eternit e i manufatti in cemento-amianto

elementi di sostenibilità ambientale suggeriscono che si debbono

rispettare precise condizioni localizzative, che non debbano essere

megadiscariche a bacino nazionale, ma impianti il più vicino possibile

alla presenza dell'amianto sul territorio (bacini provinciali), che

assicurino garanzie nella costruzione, nell'esercizio dell'interramento e

sopratutto nel trasporto delle lastre di amianto; infine in sede di

autorizzazione è fondamentale che vengano stabiliti i parametri e la

periodicità dei controlli sia da parte del gestore che da parte degli Enti

Competenti pubblici da rendere disponibili e verificabili dai cittadini.

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Come smaltire l'amianto

La questione di liberare il territorio dall’amianto con la necessità di

pretendere il ciclo completo per eliminarlo in sicurezza, dal censimento,

alla bonifica di siti e manufatti fino allo smaltimento definitivo è

prioritaria. E lo smaltimento rappresenta un problema che va affrontato

nel modo migliore possibile, chiedendo anche che si favorisca da parte

della Regione l’uso e la sperimentazione di sistemi alternativi alle

discariche, che solo attraverso l’interessamento diretto del pubblico

possono decollare. Attualmente l'amianto e a maggior ragione l'eternit

e i manufatti in cemento-amianto, infatti, vengono smaltiti in discarica

riponendo questo materiale nella sua sede naturale. Negli ultimi tempi

si parla molto anche di trattamenti termici di inertizzazione (processi di

vetrificazione, incenerimento/trattamento al plasma e comunque ad

alte temperature) finalizzati alla trasformazione cristallo-chimica delle

fibre da cui ricavare materiali a bassa pericolosità riutilizzabili

dall'industria. Le esperienze di questo tipo in Italia e nel mondo sono

limitatissime e ancora sperimentali. Comunque di là da discariche e/o

impianti di trattamento termico di inertizzazione il problema rimane

inalterato; va realizzata al più presto l'eliminazione dell'amianto

incontrollato dalle nostre comunità e dal nostro territorio e questo va

attuato con tutte le misure necessarie per rendere minimi i rischi per la

salute e per l'ambiente.

I rischi per la salute

I rischi per la salute dovuti all'uso dell'amianto derivano dal possibile

rilascio di fibre microscopiche dai materiali all'ambiente. Queste fibre,

disperse in aria, possono essere inalate dall'uomo e le malattie che ne

conseguono sono dunque associate all'apparato respiratorio. L'amianto

può entrare in profondità negli alveoli polmonari, pertanto è stato

riconosciuto come un cancerogeno certo per l'essere umano.

I materiali più pericolosi sono quelli che rilasciano facilmente le fibre in

aria e cioè quelli friabili, mentre solo il deterioramento causa la

cessione di fibre dai materiali compatti. Pertanto il cemento-amianto

(eternit), essendo un materiale compatto, è molto meno pericoloso dei

materiali friabili. I maggiori livelli di rischio si sono riscontrati negli

ambienti di lavoro dove l'amianto veniva manipolato (produzione di

cemento-amianto, spruzzatura di edifici o di mezzi di trasporto come

treni e navi, produzione di tessuti, ecc.) e negli ambienti di vita dove è

presente amianto spruzzato in cattivo stato di conservazione. I

materiali contenenti amianto compatto possono diventare un rischio se

abrasi o danneggiati.

Le polveri di amianto, respirate, provocano, infatti, l'asbestosi, nonché

tumori della pleura, ovvero il mesotelioma pleurico e dei bronchi, ed il

carcinoma polmonare.

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Una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano. Non

esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di

fibre di amianto nell'aria non sia pericolosa: teoricamente l'inalazione

anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie

mortali, tuttavia un'esposizione prolungata nel tempo o ad elevate

quantità aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarle.

L'amianto è stato utilizzato fino agli anni '80 per produrre la miscela

cemento-amianto (il cui nome commerciale era Eternit) per la

coibentazione di edifici, tetti, soffitti, pavimenti (linoleum), navi, treni;

come materiale per l'edilizia (es.: tegole, pavimenti, tubazioni, vernici,

canne fumarie, serbatoi acqua), nelle tute dei vigili del fuoco, nelle

auto (pastiglie dei freni, vernici, parti meccaniche), ma anche per la

fabbricazione di corde, plastica e cartoni. Inoltre, la polvere di amianto

è stata largamente utilizzata come coadiuvante nella filtrazione dei

vini.

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Il confinamento consiste nell’installazione di una barriera a tenuta che

separi l’amianto dalle aree occupate dell’edificio. Se non viene

associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua

all’interno del confinamento. Rispetto all’incapsulamento, presenta il

vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti.

E’ indicato nel caso di materiali facilmente accessibili, in particolare per

bonifica di aree circoscritte (ad es. una colonna). Non è indicato

quando sia necessario accedere frequentemente nello spazio

confinato. Il costo è contenuto, se l’intervento non comporta lo

spostamento dell’impianto elettrico, termoidraulico, di ventilazione, ecc.

Occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, poiché

l’amianto rimane nell’edificio; inoltre la barriera installata per il

confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni.

Indicativamente il costo della bonifica e smaltimento di manufatti in eternit e cemento/amianto (esclusa la sostituzione del manufatto con materiali ecologici comunque non pericolosi) si aggira su un costo medio di 15 € al mq con un costo minimo di 12 € e un massimo di 20€. Sempre di più, soprattutto per ragioni economiche e di risparmio sui

costi, si sta diffondendo la pratica di bonifica dei tetti di amianto e loro

sostituzione con tetti fotovoltaici beneficiando degli incentivi destinati a

questi interventi.

Dove si trova, come si riconosce

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Come rimuovere l'amianto Proprio la pericolosità dell'amianto rende necessario affidarsi a ditte

specializzate che operano in sicurezza sia per i lavoratori sia per

l'ambiente circostante e quindi per la salute pubblica; il principio

ispiratore delle bonifiche di manufatti contenenti amianto è quello di

agire senza disperdere fibre di amianto nell'aria. Ecco perché prima di

rimuovere, trasportare, o comunque prima di agire su lastre di amianto

e a maggior ragione in casi in cui l'amianto è in forma friabile, si agisce

con particolari prodotti che fissano, incollano i manufatti in tutte le loro

superfici che a loro volta sono poi ulteriormente impacchettati in

sicurezza impedendo la liberazione di fibre nell'aria.

Dal 1994 non vengono più prodotti e commercializzati materiali con

amianto; i manufatti presenti nel territorio sono quindi stati prodotti

antecedentemente alla fine degli anni 80. Specie i tetti in eternit sono

stati esposti agli agenti climatici per parecchi anni creando condizioni

di degrado delle lastre stesse che non possono che peggiorare nel

tempo e determinare sempre più gravi

problemi per la salute pubblica.

Esistono tre metodi: la rimozione, l’incapsulamento ed il

confinamento. La rimozione deve essere effettuata da personale

competente con le adeguate protezioni; l’asportazione in sicurezza

delle lastre in eternit risolve per sempre il problema amianto.

L’incapsulamento consiste nel trattamento dell’amianto con prodotti

penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato)

tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l’aderenza al

supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie

esposta. Costi e tempi dell’intervento risultano più contenuti. Non

richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e non

produce rifiuti tossici. Il principale inconveniente è rappresentato dalla

permanenza nell’edificio del materiale di amianto e dalla conseguente

necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione.

Occorre inoltre verificare periodicamente l’efficacia dell’incapsulamento,

che col tempo può alterarsi o essere danneggiato, ed eventualmente

ripetere il trattamento. L’eventuale rimozione di un materiale di amianto

precedentemente incapsulato è più complessa, per la difficoltà di

bagnare il materiale a causa dell’effetto impermeabilizzante del

trattamento. Inoltre, l’incapsulamento può alterare le proprietà

antifiamma e fonoassorbenti del rivestimento di amianto.

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Fax simile di Avviso alla Cittadinanza per censimento Amianto

Comune di ………………..

Avviso alla Cittadinanza

Campagna Censimento e Manutenzione Amianto

Il Sindaco rende noto che:

1. La Regione Lombardia con delibera della Giunta Regionale n. 8/1526/2005 ha dato inizio al “PRAL” – Piano Regionale Amianto Lombardia – Con la D.d.g. n. 13237 del 18 novembre 2008 si è approvato il protocollo per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto e contestuale abrogazione dell’algoritmo per la valutazione delle coperture esterne in cemento amianto di cui alla d.g.r. n. 7/1439 del 04 ottobre 2000, ora sostituito dall’Indice di degrado – ID .

2. Vista la Nota della Provincia di Pavia – Settore Tutela Ambientale del 7-12-2010 con oggetto Censimento Amianto, i proprietari di immobili sono tenuti tramite autonotifica a comunicare i dati relativi alla presenza di Amianto. La denuncia di presenza di amianto mediante auto-notifica deve essere presentata entro il 25 gennaio 2011 (tramite fax, raccomandata o a mano) presso il Comune di …….– ufficio tecnico – settore ecologia.

La documentazione per l’autonotifica/scheda tecnica è disponibile sul sito internet del Comune di………..e presso l’ufficio tecnico negli orari di apertura al pubblico.

METODI DI BONIFICA- NOTE TECNICHE

Per il monitoraggio dello stato di conservazione è d’obbligo provvedere alla valutazione del rischio. La valutazione dello stato di conservazione

delle coperture in cemento amianto è effettuata tramite l’applicazione dell’Indice di Degrado (ID), calcolato facendo riferimento all’allegato A della D.d.g. n. 13237 del 18 novembre 2008.Questa documentazione non è da inviare, ma serve al proprietario per monitorare lo stato del manufatto. Nel caso in cui il manufatto risulti ammalorato è auspicabile che si programmi la bonifica del manufatto al più presto.

I metodi di bonifica previsti dalla normativa sono: la sovracopertura, l'incapsulamento e la rimozione. La sovracopertura consiste nell'installare una nuova copertura al di sopra di quella esistente in eternit che verrà comunque lasciata se la struttura portante potrà sopportare un carico permanente aggiuntivo. L'incapsulamento prevede la pulizia della superficie della copertura da ricoprire e quindi l'utilizzo di appositi prodotti ricoprenti e fissanti. Il trattamento finale dovrà essere certificato dall'impresa esecutrice; nel caso dell'incapsulamento e della sovracopertura si rendono necessari controlli ambientali periodici e interventi di normale manutenzione per conservare l'efficacia e l'integrità dei trattamenti stessi; resta a carico del committente l'obbligo di verificare lo stato di conservazione. Infine la rimozione l'intervento più risolutivo che prevede la totale asportazione della copertura in eternit e la sostituzione con altra copertura non pericolosa.

SANZIONI

Si ritiene necessario richiamare l’attenzione sull’obbligo posto in capo ai proprietari di edifici civili, industriali e artigianali ed amministratori condominiali che per l’inosservanza degli obblighi di informazione e di autonotifica, le norme prevedono sanzioni amministrative e penali come da Legge 257/92.

L'Amministrazione utilizzerà ulteriori forme, quali le foto aeree già disponibili, per l'individuazione dei tetti/manufatti in cemento amianto e per ulteriori controlli sulla presenza di cemento amianto nel territorio comunale

Il Sindaco

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