I CANALI DI SBOCCO DELLA PRODUZIONE DELLE AZIENDE … · Le aziende inviano in media il 13% della...
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I CANALI DI SBOCCO
DELLA PRODUZIONE
DELLE AZIENDE AGRICOLE
Indagine Panel ISMEA
Roma, Settembre 2016
2
Sommario
L’INDAGINE E IL PANEL ...................................................................................................................... 3
DESTINAZIONE GEOGRAFICA ........................................................................................................... 4
CANALI DI SBOCCO .......................................................................................................................... 5
CONTRATTI E PREZZI DI VENDITA ....................................................................................................... 7
FOCUS VENDITA DIRETTA ................................................................................................................... 8
Ismea
Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale
Unità Operativa Studi e Analisi
Redazione a cura di Cecilia Spanò e Giovanna Maria Ferrari
3
L’INDAGINE E IL PANEL
L’Ismea ha condotto un’indagine sui principali canali di sbocco delle aziende agricole
italiane, sottoponendo a un Panel di circa mille operatori del settore domande relative alla
destinazione finale della loro produzione aziendale. Le interviste sono state somministrate
nel mese di luglio 2016.
L’indagine si è focalizzata sulle aree geografiche di destinazione e sui canali di sbocco
utilizzati dalle aziende, nonché sulle forme contrattuali in uso per le negoziazioni e sulle
modalità di definizione del prezzo. Una particolare attenzione è stata poi dedicata alla
vendita diretta, alle modalità con cui viene praticata e alle motivazioni che spingono gli
agricoltori a ricorrere o meno a tale canale di commercializzazione.
Le risposte qualitative e quantitative acquisite sono state rielaborate per fornire un dato
medio per ciascun comparto di appartenenza degli intervistati (seminativi, legnose, olive
per olio, vite per vino, zootecnia da carne e zootecnia da latte) e un risultato di sintesi per
il settore agricolo nel suo complesso.
La struttura del Panel per comparto di appartenenza viene illustrata nella tabella sotto
riportata:
Composizione del Panel per comparto produttivo
Numerosità operatori nel panel
Agricoltura 930
Seminativi 358
Legnose 146
Olive per olio 60
Vite per vino 117
Zootecnia da carne 121
Zootecnia da latte 128 * Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
Relativamente alla distribuzione regionale degli operatori del Panel che hanno partecipato
all’indagine, questa riflette la specializzazione produttiva delle varie aree geografiche
italiane.
Composizione percentuale del Panel per area geografica
Fonte: Panel Ismea
-5
5
15
25
35Abbruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli
Lazio
Liguria
Lombardia
MarcheMolise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino
Umbria
Valle Aosta
Veneto
Seminativi
Legnose*
Olive per olio
Vite per vino
Zootecnia da carne
Zootecnia da latte
4
Le regioni con un maggiore numero di operatori intervistati sono quindi l’Emilia Romagna,
la Lombardia, il Lazio, la Sicilia e il Veneto, che coprono complessivamente il 55% del Panel
in termini di numerosità.
In riferimento ai singoli comparti, gli allevamenti da carne del Panel sono particolarmente
concentrati nel Veneto (36%), mentre quelli da latte in Lombardia (36%). Il 33% dei viticoltori
intervistati è in Veneto, mentre la Puglia rappresenta una quota pari al 27% delle aziende
olivicole. Le altre legnose invece si distribuiscono prevalentemente tra Emilia Romagna e
Sicilia. I seminativi, tra Emilia Romagna e Veneto.
DESTINAZIONE GEOGRAFICA
Dall’analisi dei risultati, emerge che la produzione aziendale agricola ha come destinazione
geografica principale la provincia stessa di localizzazione dell’azienda, dove viene esitata
una quota pari al 74% del totale commercializzato dalle aziende nell’ultima campagna
commerciale.
Le aziende inviano in media il 13% della produzione alle provincie limitrofe alla propria e
circa il 9% in altre zone d’Italia. Il restante 4% viene destinato al mercato estero (3% Paesi
europei e 1% Paesi Extra-Ue).
Le percentuali sono analoghe per tutti i comparti, ad eccezione delle aziende olivicole e
vitivinicole, per le quali la quota estera sul totale commercializzato ha un’incidenza più
rilevante (rispettivamente, 7% e 13%).
Inoltre, gli imprenditori agricoli di questi due comparti sono propensi ad accrescere, nei
prossimi anni, la parte di produzione aziendale orientata ai mercati esteri, mentre la
stragrande maggioranza degli imprenditori agricoli intervistati (95%) non prevede a breve
di modificare la geografia di destinazione delle proprie produzioni.
Destinazione geografica delle produzioni agricole aziendali
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
78%
73%
73%
81%
66%
76%
74%
18%
14%
7%
5%
13%
14%
13%
4%
12%
8%
7%
13%
8%
9%
1%
8%
4%
7%
2%
3%
5%
3%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Zootecnia da latte
Zootecnia da carne
Vite per vino
Olive per olio
Legnose*
Seminativi
Agricoltura
Stessa provincia
Provincie Limitrofe
Altre zone d'Italia
Paesi Ue
Paesi Extra-Ue
5
CANALI DI SBOCCO
La situazione dei comparti relativamente alla distribuzione della produzione aziendale tra i
vari canali di sbocco è molto eterogenea.
Il dato generale per il settore agricolo indica che in media il 32% del totale
commercializzato dalle aziende è destinato ad una cooperativa/
associazione/OP/consorzio, il 21% agli intermediari commerciali (ossia raccoglitori, grossisti,
importatori esteri o esportatori nazionali, centri di stoccaggio, etc.), il 19% all’industria di
prima trasformazione e il 15% alla vendita diretta.
Discostandosi dal dato medio e guardando ai singoli comparti, a seconda della natura del
prodotto, varia la scelta del canale di commercializzazione preferenziale: per le aziende di
allevamento di capi da carne, questo è l’industria di prima trasformazione (macelli e
stabilimenti di sezionamento), a cui destinano il 43% degli animali allevati; mentre per le
aziende della zootecnia da latte è più rilevante la quota indirizzata agli organismi associativi
(cooperative/associazioni/OP/consorzi), pari al 46%; come anche nel caso dei viticoltori
(39%), degli operatori specializzati in seminativi (38%) e legnose (31%).
Questi ultimi due settori destinano una quota altrettanto significativa della produzione agli
intermediari commerciali.
Dalle risposte fornite, risulta che per i produttori di olive da olio, il canale di sbocco principale
è la vendita diretta (che intercetta il 35% della produzione), seguita dagli organismi
associativi e dall’industria di prima trasformazione (per entrambi i canali il 24%). In
particolare, dai dati si evince che circa un terzo delle aziende olivicole intervistate destina
oltre il 90% della produzione alla vendita diretta; solo un 10% vi ricorre non in modo esclusivo;
mentre la parte restante, maggioritaria, non vi ricorre affatto.
Canali di sbocco delle produzioni agricole aziendali
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
46%
16%
39%
24%
31%
38%
32%
18%
43%
17%
24%
2%
11%
19%
18%
1%
0%
0%
1%
3%
4%
4%
18%
12%
8%
32%
26%
21%
8%
12%
20%
35%
21%
14%
15%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Zootecnia da latte
Zootecnia da carne
Vite per vino
Olive per olio
Legnose*
Seminativi
Agricoltura Cooperativa/Associazione/OP/Consorzio
Industria di prima trasformazione
Industria di seconda trasformazione
Intermediari commerciali
GDO
Dettaglio tradizionale/ specializzato
Ho.re.ca
Vendita diretta
Altri
6
La scelta del canale di commercializzazione è chiaramente determinata, oltre che dalla
natura del prodotto, dall’appartenenza o meno ad un organismo associativo
(cooperativa, associazione, organizzazione di produttori, consorzio) e dalle garanzie di
conseguire così un prezzo in linea con quello del mercato di riferimento.
Fattori che hanno influito nella scelta dei canali di sbocco (ripartizione percentuale delle
risposte)
Agricoltura
(ponderata)
Seminativi Legnose* Olive
per
olio
Vite
per
vino
Zoot.
da
carne
Zoote.
da
latte
L'azienda è socia della
cooperativa/associazione/OP a cui
conferisce
22 23 23 11 28 13 33
La produzione dell'azienda è di
grandi dimensioni 2 2 1 3 2 5 1
La produzione dell'azienda è limitata 7 8 8 11 7 5 3
Assenza di canali alternativi a livello
territoriale 6 5 5 5 8 6 7
Canale tipico e più diffuso nel
territorio in cui opera l'impresa 9 7 11 8 5 11 9
La tipologia del prodotto 28 29 22 28 26 32 28
Prodotti offerti di elevata qualità 3 2 5 8 6 3 3
Scarsa qualità dei prodotti offerti 0 0 1 0 0 0 0
Affidabilità del cliente 4 5 2 5 3 5 1
Garanzia di conseguire un livello di
prezzo in linea con il mercato 11 9 15 13 9 12 7
Garanzia di continuità di
assorbimento dei quantitativi prodotti 4 5 5 5 3 2 4
Altro 4 3 4 5 3 5 3
Totale risposte 100 100 100 100 100 100 100
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
Allo stato attuale, tali scelte commerciali risultano abbastanza consolidate tra gli agricoltori
del Panel: il 96% non prevede infatti di avvalersi di nuovi canali di sbocco nell’immediato
futuro.
Anche in termini di integrazione verticale, le previsioni future aziendali sono di fissità: la quasi
totalità del campione si è detta non interessata da un processo di concentrazione di una
o più fasi della filiera produttiva.
7
CONTRATTI E PREZZI DI VENDITA
Nella cornice delle attuali disposizioni normative1, il contratto scritto annuale o per periodi
inferiori all’anno sembra prevalere su quello pluriennale. Quello di durata superiore ai 12
mesi risulta maggiormente praticato dalle imprese zootecniche che vi ricorrono
mediamente nel 7% dei casi (versus il dato medio complessivo del 2%). Sembrano ancora
abbastanza diffusi gli accordi verbali, in alcuni casi giustificati dal fatto che riguardano
prodotti agricoli ceduti nell’ambito di un contesto associativo o societario, in talaltri perché
relativi a forme di vendita diretta o ad abboccamenti che possono precedere e quindi
sfociare nella formalizzazione di un contratto scritto.
Per più della metà degli operatori, il prezzo viene fissato sulla base di quello praticato dai
principali mercati di riferimento, al momento della stipula del contratto, ma con
aggiustamenti alla consegna in base alla qualità. Le aziende che aderiscono ad una
cooperativa, si basano sul prezzo di liquidazione fissato da questa.
Prezzo di vendita (ripartizione percentuale delle risposte)
In base al prezzo
di liquidazione
della
cooperativa/
associazione
In base al
prezzo dei
principali
mercati di
riferimento
Da accordi
interprofessionali
In base a
trattative tra
le parti
Altro Totale
Agricoltura (ponderata) 23 58 2 14 3 100
Seminativi 24 60 2 13 2 100
Legnose* 25 53 2 17 3 100
Olive per olio 17 62 2 15 5 100
Vite per vino 31 48 4 15 2 100
Zootecnia da carne 12 61 1 20 6 100
Zootecnia da latte 34 54 1 9 2 100
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
Quando viene fissato il prezzo di vendita (percentuale di risposte di chi fissa il prezzo in base
al prezzo di mercato o in base a trattativa tra le parti)
Prima della
produzione
Al momento
del contratto
Al momento del contratto
con aggiustamento alla
consegna in base alla
qualità
Altro Totale
Agricoltura (ponderata) 14 17 62 7 100
Seminativi 13 17 63 8 100
Legnose* 14 15 59 12 100
Olive per olio 14 14 70 2 100
Vite per vino 25 12 60 3 100
Zootecnia da carne 13 24 60 3 100
Zootecnia da latte 15 15 63 6 100
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
1 Si ricorda che l’art. 62 del D.L n.1/2012 convertito in legge con la L.n.27/2012 e s.m. e i., dispone la forma contrattuale scritta
nelle cessioni di prodotti agricoli e alimentari eccetto che in taluni casi, tra i quali la vendita diretta, i conferimenti effettuati
dall’imprenditore agricolo ad organismi di cui è socio o a cui è associato (quali, ad esempio, i conferimenti alle cooperative
agricole o alle organizzazioni di produttori effettuati dall’imprenditore agricolo-socio) e in generale tutte le cessioni fra
imprenditori agricoli.
8
FOCUS VENDITA DIRETTA
La vendita diretta rappresenta per l’11% del totale delle aziende agricole intervistate il
canale di commercializzazione assolutamente prevalente: ovvero viene scelta come
canale di sbocco per la vendita di quasi tutta la produzione aziendale (90-100% della
produzione destinata alla vendita diretta).
Le aziende che maggiormente ricorrono a questa tipologia di vendita sono quelle olivicole,
vinicole e frutticole.
I casi aziendali in cui si integra la vendita diretta ad altre strategie distributive rappresentano
una quota dell’11%.
Non si avvale, invece, della vendita diretta il 78% degli operatori del settore agricolo.
Distribuzione delle aziende per percentuale del totale commercializzato destinato alla
vendita diretta (ripartizione percentuale delle risposte)
Quota della produzione aziendale
commercializzata attraverso la vendita diretta
0% 0-50 % 50-90% 90-100 % Totale
Agricoltura (ponderata) 78 9 2 11 100
Seminativi 79 8 3 10 100
Legnose* 69 11 4 16 100
Olive per olio 57 12 0 32 100
Vite per vino 66 17 3 14 100
Zootecnia da carne 83 6 2 9 100
Zootecnia da latte 85 8 0 6 100
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
La vendita in azienda è la modalità di vendita diretta assolutamente prevalente, praticata
dal 70% delle aziende agricole intervistate che utilizzano questo canale di
commercializzazione. Tra le aziende olivicole che si avvalgono della vendita diretta la
modalità della vendita in azienda è pressoché esclusiva: il 90% degli olivicoltori rispondenti
che vendono direttamente al consumatore la utilizzano.
Seppur in maniera molto meno significativa rispetto alla vendita in azienda, la seconda
tipologia di vendita diretta più praticata dagli agricoltori italiani è la vendita nei mercati
rionali.
L’e-commerce rappresenta un canale ancora poco praticato a livello generale, e gli
operatori del comparto viticolo e olivicolo sono quelli che più se ne avvalgono,
destinandovi, in entrambi i casi, in media l’8% del totale commercializzato tramite vendita
diretta.
9
Modalità di vendita diretta (percentuale sul totale commercializzato dalle aziende del
settore che praticano la vendita diretta)
Incidenza vendita diretta su totale canali di sbocco (%)
Agricoltura (ponderata) 15
Seminativi 14
Legnose* 21
Olive per olio 35
Vite per vino 20
Zootecnia da carne 12
Zootecnia da latte 8
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
I motivi per cui gli imprenditori agricoli decidono di destinare parte della produzione
aziendale alla vendita diretta sono prevalentemente di natura economica. Coloro che si
avvalgono di questo canale di commercializzazione sono motivati dai vantaggi che
comporta la filiera corta senza intermediari in termini di possibilità di spuntare un prezzo di
vendita più elevato.
Dall’analisi emerge inoltre che sono rilevanti nella decisione di fare ricorso alla vendita
diretta anche gli aspetti di comunicazione e promozione del prodotto da parte
dell’azienda, grazie al contatto diretto con il consumatore finale che questa modalità offre.
Per quali motivi si è deciso di ricorrere alla vendita diretta (ripartizione percentuale delle
risposte)
Per spuntare un
prezzo di vendita
più elevato
Per avere un
contatto diretto
col consumatore
finale
Per far
conoscere
l'azienda e i
servizi che offre
Altro Totale
Agricoltura (ponderata) 62 29 7 3 100
Seminativi 61 31 5 3 100
Legnose* 69 23 8 0 100
Olive per olio 58 21 12 9 100
Vite per vino 55 29 12 4 100
Zootecnia da carne 57 32 11 0 100
Zootecnia da latte 68 14 9 9 100
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
68%
84%
74%
91%
70%
60%
70%
9%
7%
6%
8%
6%
23%
8%
7%
18%
20%
16%
8%
8%
4%
10%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Zootecnia da latte
Zootecnia da carne
Vite per vino
Olive per olio
Legnose*
Seminativi
Agricoltura
Vendita in azienda
Farmer's market
Mercati rionali
GAS
E-commerce
Pick up
10
Queste motivazioni economiche e promozionali nelle valutazioni di chi intraprende la
vendita diretta, trovano riscontro anche nelle risposte relative all’organizzazione di tale
pratica commerciale nelle aziende agricole del panel.
Infatti a detta di quasi il 90% dei rispondenti, e tale quota è omogenea per tutti i settori, alla
gestione dell’attività di vendita diretta provvede l’agricoltore stesso o al più il suo nucleo
familiare.
La rete con le aziende agricole locali o l’assunzione di una persona dedicata sono delle
soluzioni alternative che non risultano essere prese in considerazione, se non in misura
minima nel settore vitivinicolo e olivicolo.
Chi aiuta nella vendita diretta (ripartizione percentuale delle risposte)
Provvedo io,
senza l'aiuto
di altre
persone
I miei
familiari
Abbiamo fatto
rete con le
aziende
agricole locali
Abbiamo assunto
una persona che
si occupa della
gestione degli
ordini
Altro Totale
Agricoltura (ponderata) 45 44 1 5 5 100
Seminativi 51 36 1 5 7 100
Legnose* 51 43 0 4 2 100
Olive per olio 25 61 4 11 0 100
Vite per vino 24 61 0 12 2 100
Zootecnia da carne 32 63 0 0 5 100
Zootecnia da latte 20 70 0 5 5 100
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
Cambiamenti aziendali apportati dalla vendita diretta (ripartizione percentuale delle
risposte)
Organizza-
zione
familiare
Numero dei
dipendenti /
collaboratori
dell'azienda
Utilizzo di
internet per
la
creazione
di un sito
dell'azienda
Ristrutturazione
di alcuni locali
aziendali
Rapporti
con
altre
aziende
vicine
Acquisto
di nuovi
mezzi di
trasporto
Altro
Agricoltura
(ponderata) 34 7 2 11 0 4 42
Seminativi 35 8 1 8 0 5 43
Legnose* 30 2 2 4 0 2 59
Olive per olio 23 7 13 20 0 3 33
Vite per vino 27 9 9 22 0 0 33
Zootecnia da carne 32 9 0 27 0 0 32
Zootecnia da latte 48 5 0 5 0 10 33
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
11
Le aziende che invece non praticano la vendita diretta adducono principalmente tale
scelta al fatto di essere associate a cooperative a cui destinano la produzione complessiva.
Un’altra motivazione rilevante, è quella di volersi concentrare esclusivamente alla
produzione agricola.
Sono disincentivanti alla vendita diretta, sempre a detta di coloro che non se ne
avvalgono, una produzione limitata e la concorrenza che si trova in questo tipo di canale.
Motivi per cui non si ricorre alla vendita diretta (ripartizione percentuale delle risposte)
L'azienda è
socia della
cooperativa
cui
conferisce la
produzione
complessiva
Preferiamo
concentrar
ci solo
sull'attività
agricola
Per motivi
di
trasporto
Per la
distanza
dai centri
abitati
Non
usiamo
Internet
La
produzione
dell'azienda
è limitata
Altro
Agricoltura (ponderata) 24 29 3 1 1 16 26
Seminativi 25 26 3 1 1 17 28
Legnose* 27 49 3 2 0 12 8
Olive per olio 24 51 3 0 3 8 11
Vite per vino 33 46 4 0 1 6 11
Zootecnia da carne 15 26 6 1 0 18 34
Zootecnia da latte 31 29 2 1 1 14 23
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
Sia che la vendita diretta venga praticata, sia che venga esclusa, per quasi la totalità degli
intervistati la partecipazione ad attività formative su questo argomento non è stata presa
in grande considerazione. Tale atteggiamento si riscontra in modo trasversale in tutti i settori
di analisi.
Partecipazione ad attività formative prima di avere intrapreso la vendita diretta
(percentuale di risposte sul totale dalle aziende del settore che praticano la vendita diretta)
No
Si
Totale Organizzate da
enti locali
Organizzate da
associazioni di
categoria
Organizzate da
altri enti
Agricoltura (ponderata) 84 6 9 0 100
Seminativi 86 4 9 0 100
Legnose* 87 7 4 2 100
Olive per olio 92 4 4 0 100
Vite per vino 68 10 20 3 100
Zootecnia da carne 79 16 5 0 100
Zootecnia da latte 78 11 11 0 100
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea
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Partecipazione ad attività formative sulla vendita diretta (percentuale di risposte sul totale
dalle aziende del settore che non praticano la vendita diretta)
No
Si
Totale Organizzate da
enti locali
Organizzate da
associazioni di
categoria
Organizzate da
altri enti
Agricoltura (ponderata) 92 4 4 0 100
Seminativi 91 4 4 0 100
Legnose* 91 5 4 0 100
Olive per olio 81 5 8 5 100
Vite per vino 96 3 1 0 100
Zootecnia da carne 94 2 4 0 100
Zootecnia da latte 94 2 4 1 100
* Esclusi: Olive per olio e vite per vino
Fonte: Panel Ismea