I CAMPI DI CONCENTRAMENTO IN ITALIA (1940-1945) Linternamento civile durante il regime fascista.

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I CAMPI DI CONCENTRAMENTO IN ITALIA (1940-1945) L’internamento civile durante il regime fascista

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L’internamento

• Deciso dal fascismo già a metà degli anni trenta si diffuse a macchia d’olio nel corso della seconda guerra mondiale

• Utilizzato anche come mezzo per annientare gli avversari politici

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Due forme di internamento

• Internamento «libero»: in comuni diversi e lontani dalla residenza abituale

• Per elementi meno pericolosi

• Internamento nei campi di concentramento• Per elementi più pericolosi

• Per i sospetti di spionaggio era previsto il confino in località insulari

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Ubicazione dei campi• Località dell’Italia centro-meridionale, perché militarmente

meno importanti• Fattori che influenzarono la scelta: • maggiore impervietà dei luoghi; • scarsa concentrazione abitativa; • lontananza dalle principali vie di comunicazione; • minore politicizzazione della popolazione locale

• Circa 40 campi allestiti nei primi mesi di guerra• 22 in Abruzzo, Marche e Molise• Utilizzati edifici già esistenti, di proprietà demaniale o

presi in affitto• Gli internati liberi in pensioni o camere ammobiliate

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Gestione dei campi

• Fase organizzativa diretta e gestita dal Ministero dell’Interno.• Direzione dei campi di maggiore importanza affidata a commissari di

pubblica sicurezza e agenti addetti ai servizi amministrativi e di polizia.

• Direzione campi di piccola dimensione affidata al podestà.• Servizi di vigilanza esterna svolti dalla Milizia volontaria per la

Sicurezza nazionale e/o da carabinieri.

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Vita nei campi• Condizioni di vita degli internati diverse a seconda della dislocazione dei campi,

dell’atteggiamento dei direttori e dei sorveglianti, dai rapporti con la popolazione locale. In generale, crescente carenza di cibo, diffusa precarietà degli alloggiamenti, sovraffollamento, privazione della libertà.

• Il ritmo delle giornate scandito dalle disposizioni del regolamento interno e dagli appuntamenti tipici delle comunità segregate: gli appelli, il pranzo, la distribuzione della posta, la presa in carico dei nuovi arrivati, la partenza dei trasferiti, il coprifuoco.

• Nei campi di maggiori dimensioni, vietato intrattenere rapporti con la popolazione locale; occuparsi di politica, leggere pubblicazioni non autorizzate, possedere apparecchi radio, tenere con sé passaporti o documenti personali. Gli internati potevano uscire soltanto, sotto scorta, per motivi speciali (visite mediche specialistiche o ricovero in ospedale). Gli evasi, come altri trasgressori del regolamento, puniti con la segregazione in camere di sicurezza, con la carcerazione, o il trasferimento in campi di regime più duro, sulle isole.

• Nei campi più piccoli prescrizioni minori. Gli internati potevano lasciare i loro alloggiamenti e circolare nell’ambito di un’area loro assegnata.

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La macchina burocraticaLe prime disposizioni del regime fascista• 8 giugno 1925: con l’approvazione del piano di mobilitazione generale,

in caso di guerra, vengono introdotte le prime disposizioni per regolare l’applicazione dell’internamento.

• 1930: il ministero della guerra inizia il lavoro preparatorio dei provvedimenti nei confronti di italiani e stranieri ritenuti pericolosi nelle contingenza belliche. (Spionaggio, propaganda anti-italiana, ecc,).

• 6 marzo 1932: circolare ministeriale relativa ai «servizi straordinari di vigilanza e prevenzione».

• Ottobre 1935: definizione dei provvedimenti circa l’internamento. Viene istituito lo «Schedario M» (schede di colore diverse per italiani e stranieri, cartella biografica, fascicolo personale) e rubrica alfabetica degli agenti italiani e stranieri sospetti o presunti di spionaggio.

• In ogni prefettura venne attivato il servizio schedario con i nomi delle persone da arrestare e le questure avevano il compito di aggiornarli e di tenere sotto stretto controllo tutte le categorie di persone «sospette in linea politica».

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La macchina burocraticaL’applicazione delle norme di sicurezza

• Maggio 1938: viaggio di Hitler in Italia: numerosi stranieri, soprattutto ebrei tedeschi, austriaci e polacchi emigrati in Italia dopo il 1933, arrestati e sorvegliati dalla polizia italiana con la collaborazione della Gestapo.

• 8 Luglio 1938: regio decreto per l’applicazione dell’internamento dei sudditi nemici.

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La Macchina burocraticacriteri per l’istituzione dei campi di concentramento

• Maggio 1936: circolare n. 441/0407 del Ministero della Guerra sui criteri per l’istituzione dei campi di concentramento e su quali elementi internare. In particolare si prevedeva:

1. Campi di concentramento nelle province di Perugia, Macerata, Ascoli Piceno, Aquila, Avellino;

2. Costituzione di un numero limitato di campi nei quali concentrare: a) i sospetti politici già confinati; b) i sospetti politici «da fermare»; C) gli elementi di accertata attività informativa militare.

3. In ogni campo al massimo 1000, 1500 persone.

4. l’internamento rientrava nelle competenze del Ministero dell’Interno.

• i lavori per la costruzioni del primo campo iniziarono nel 1938, a Pisticci, in provincia di Matera, dove furono inviati dei confinati politici per bonificare il territorio.

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La Macchina BurocraticaUltime disposizioni • 1 giugno 1940: circolare n. 442/38954, norme sulla procedura da attuare

nei confronti delle persone da arrestare e internare:

«Appena dichiarato lo stato di guerra dovranno essere arrestate et tradotte in carcere le persone pericolosissime sia italiane che straniere di qualsiasi razza, capaci di turbare ordine pubblico aut commettere sabotaggi o attentati nonché le persone italiane aut straniere segnalate dai centri di controspionaggio per l’immediato internamento».

• 8 giugno 1940: circolare ministeriale n. 44212267, prescrizioni per i campi di concentramento e le località di internamento: obbligo di effettuare tre appelli al giorno, tenere registri e fascicoli personali degli internati, stabilire il perimetro entro il quale potevano circolare durante la libera uscita .

• Decreto legge 4 settembre 1940: la circolare viene convertita in legge. • Decreto legge 17 settembre 1940: la circolare del 1 giugno viene

convertita in legge. Si stabiliva che i provvedimenti previsti per i sudditi nemici fossero applicabili anche alle persone per le quali era prevista l’assegnazione al confino.

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La Macchina BurocraticaL’ufficio Internati

• Ufficio Internati diviso in due sezioni separate, una per gli internati italiani pericolosi, l’altra per gli stranieri.

• Funzioni dell’Ufficio Internati: assegnazione ai campi di concentramento o alle località di internamento; revoca dei provvedimenti di internamento; costituzione dei fascicoli personali per gli internati.

• Elenchi dei sovversivi di I° e II° Categoria divisi in cinque gruppi: a) persone pericolosissime; b) persone pericolose perché capaci di turbare il tranquillo svolgimento di cerimonie; c) persone pericolose in caso di turbamento dell’ordine pubblico; d) squilibrati mentali; e) pericolosi per delitti comuni.

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Categorie di internati

• Internati per motivi di guerra: i civili stranieri appartenenti a stati nemici (inglesi, francesi, greci); stranieri di altra nazionalità, libici, cinesi, indiani, irakeni, russi, statunitensi, jugoslavi, belgi, estoni, lettoni, norvegesi, olandesi, iraniani, egiziani, montenegrini, albanesi, latino-americani e apolidi. Il maggior numero di stranieri internati costituito da slavi che subirono le condizioni più dure dell’internamento fascista.

• Internati per motivi di polizia: in gran parte italiani.

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Categorie di internatiEbrei stranieri

• Settembre 1939: primi provvedimenti nei confronti di elementi ebraici.

• 20 maggio 1940: inclusione degli ebrei stranieri nell’elenco delle persone da internare.

• 26 maggio 1940: ebrei stranieri residenti in Italia considerati appartenenti a stati nemici.

• 15 giugno 1940: ordine di arresto di tutti gli ebrei stranieri, «appartenenti a stati che fanno politica razziale» e per gli apolidi compresi tra i 18 e i 60 anni.

• 3800 ebrei stranieri furono sottoposti a provvedimento di internamento.

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Ebrei stranieri ad Argegno• Verbale delle prescrizioni per gli internati civili Blau Rodolfo, Gotticle Matilda e Bau

Paolo assegnati al comune di Argegno:

1. Perimetro entro il quale gli internati possono circolare, stabilito coi comandi dei RR. CC. di Argegno, nei comuni di Carate Urio, Laglio, Brienno ed Argegno;

2. Divieto, salvo motivi giustificati da speciali autorizzazioni, di uscire prima dell’alba e di rincasare dopo l’Ave Maria;

3. Obbligo di presentarsi quotidianamente all’ufficio di P.S. locale;

4. Obbligo di serbare buona condotta, non dar luogo a sospetti, non frequentare esercizi pubblici, non avere dimestichezza e contatti con pregiudicati e persone comunque sospette;

5. Divieto di tenere passaporti e documenti equipollenti;

6. Divieto di possedere denaro a meno che non si tratti di piccole somme non eccedenti le 100 lire;

7. Divieto di tenere gioielli di valore né titoli che dovranno essere depositati in cassette di sicurezza;

8. Divieto di tenere la radio e leggere giornali in lingua straniera;

9. Divieto di tenere armi o strumenti comunque ad atti ad offendere.

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Categorie di internatiEbrei Italiani

• 26 maggio 1940: Buffarini Guidi comunica al capo della polizia, Arturo Bocchini, il desiderio del duce di preparare campi di concentramento anche per gli ebrei in caso di guerra.

• 27 maggio 1940: le prefetture sono sollecitate a inviare gli elenchi di ebrei italiani pericolosi da internare.

• 6 giugno 1940: dispaccio telegrafico ai prefetti e al questore di Roma: la pericolosità degli ebrei italiani da internare esaminata anche «nei riguardi loro capacità propaganda disfattistica et attività spionistica».

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Categorie di internatiZingari stranieri e italiani

• prima metà del 1938: numerosi rastrellamenti di nomadi nell’Italia nord-orientale, con espulsioni e deportazioni.

• 11 settembre 1940: deciso internamento degli zingari di nazionalità italiana e respingimento all’estero degli stranieri. I primi zingari internati in Sardegna; con l’occupazione italiana della Slovenia e della Dalmazia, internati nei campi di Agnone (Isernia), Boiano (Campobasso) e Tossicia (Teramo).

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Categorie di internatiAntifascisti

• Tre sottocategorie:

1. Antifascisti schedati: antifascisti già condannati dal Tribunale speciale, ex confinati politici, ex ammoniti, militanti dei partiti disciolti dal regime;

2. Antifascisti trattenuti come internati: categoria più politicizzata, antifascisti già in carcere o al confino allo scoppio della guerra, che furono automaticamente internati;

3. Antifascisti in atto, cioè coloro che avevano dato luogo a sporadiche manifestazioni di dissenso.

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Categorie di internatiAllogeni

• Giugno 1940: la polizia colpisce le associazioni clandestine slave, numerosi arresti. Buona parte dei fermati sottoposta a internamento; una sessantina di essi deferita al Tribunale speciale.

• 6 aprile 1941: l’internamento delle comunità slave diventa un fenomeno di massa, con l’evacuazione di tutta la popolazione abitante nelle vicinanze del confine. Incendi di villaggi, internamento dei familiari o dei presunti collaboratori dei partigiani slavi;

• Tre campi: Cairo Montenotte (Savona); Fossalon(Gorizia); Poggio Terzarmata (Gorizia).

• Dopo l’8 settembre 1943, molti degli allogeni ancora internati caddero nelle mani dei tedeschi. I reclusi del campo Cairo Montenotte (Savona), per esempio, tutti deportati in Germania.

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Categorie di internatiL’internamento civile «parallelo»

• Internati dalle autorità militari durante la guerra con la Jugoslavia nel 1941.

• Campi di concentramento solo per internati civili slavi sottoposti all’Autorità militare: Gonars e Visco (Udine), Monigo (Treviso), Chiesanuova (Padova), Renicci (Arezzo), Colfiorito e Pietrafitta (Perugia).

• Di questi campi Renicci fu utilizzato dalla Repubblica sociale italiana come campo di concentramento per internati politici.

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La fine del regime fascista

• 27 luglio 1945: dispaccio telegrafico di Senise, capo della polizia, che richiedeva gli elenchi dei confinati da liberare , tranne comunisti e anarchici;

• 14 agosto 1943: Senise dispone liberazione dei condannati, detenuti, confinati e internati politici anche ai comunisti.

• Esclusi individui responsabili di attività anarchica, spionistica e gli allogeni della Venezia Giulia e dei territori occupati.

• 10 settembre 1943: revoca del provvedimento d’internamento per gli ebrei. Liberi gli ebrei nel territorio occupato dagli Alleati per quelli nel territorio occupato dai nazisti nuova e più violenta persecuzione.

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I campi di concentramento dopo l’8 settembre 1943

• Fine 1943- inizio 1944: approntati nuovi campi di concentramento (10) per esigenze di polizia, dipendenti dal Ministero dell’Interno.

• Campi per internati civili dipendenti dalle autorità militari: Servigliano (Ascoli Piceno), Sforzacosta (Macerata), Fossoli di Carpi (Modena).

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La persecuzione degli ebrei

• 14-16 novembre 1943: «Carta di Verona», art. 7: «gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica».

• Ordine di polizia n. 5, 30 novembre 1943:

1. Tutti gli ebrei debbono essere inviati in appositi campi di concentramento. Tutti i loro beni mobili e immobili devono essere sottoposti a immediato sequestro in attesa di essere confiscati per interesse della RSI;

2. Tutti coloro che nati da matrimonio misto, ebbero in applicazione delle leggi razziali, il riconoscimento di appartenenza alla razza ariana, debbono essere sottoposti a speciale vigilanza dagli organi di polizia;

3. Siano pertanto concentrati gli ebrei in campo di concentramento provinciale in attesa di essere riuniti in campi di concentramento speciali appositamente attrezzati.

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«Le anticamere dello sterminio»• Dicembre 1943: ebrei rinchiusi nelle locali carceri e nei campi

provinciali di Aosta, Asti, Bagni di Lucca, Calvari di Chiavari (Genova), Ferrara, Forlì, Senigallia (Ancona), Mantova, Terme di Monticelli, Perugia, Reggio Emilia, Sondrio, Vercelli, Verona, Piani di Tonezza (Vicenza), Como.

• «Le anticamere dello sterminio»: Borgo San Dalmazzo (Cuneo), attivo fin dal 18 settembre 1943, campo di raccolta e transito; Fossoli di Carpi (Modena), da campo per prigionieri di guerra, nel dicembre del’43, a centro di raccolta e di transito per la deportazione politica e razziale più grande d’Italia; Bolzano –Gries, il campo, gestito dalle SS di Verona, attivato dopo lo smantellamento di quello di Fossoli, nell’agosto del’44, fino alla fine dell’aprile ‘45; Risiera di San Sabba (Trieste), unico campo di sterminio in Italia. Funzionò come campo misto: di transito per gli ebrei destinati ai lager nazisti e di detenzione fino alla loro eliminazione di partigiani e altri oppositori politici. Uccise dalle 3000 alle 4000 persone.