I BARNABITI E LA “LORO” MADONNA: MARIA, MADRE DELLA … · Maria mai può essere separato...

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IL CULTO DELLA MADONNA DEI BARNABITI Eco dei Barnabiti 2/2014 41 M aria Madre della Divi- na Provvidenza! E qua- le più grande provvi- denza ci elargì la Vergine Maria se non quella di donarci il Fi- glio di Dio, che in Lei si fece umana carne? Non c’è bisogno di alcuna elu- cubrazione teologica per comprendere: Maria prov- vede all’umanità il dono dell’Unigenito Figlio. Maria è fatta Ella stessa Provvidenza poiché, di- cendo il suo “sì” a Dio, ci provvede del suo dolcissi- mo Figlio. Ella entra nel- l’economia salvifica a pie- no titolo: per accettazione del piano di Dio e per ac- coglienza del Verbo che Ella concepì prima nella mente e poi nel suo grem- bo, donandolo a tutta l’umanità. Possiamo dire che il ve- nerato titolo di Madre del- la Divina Provvidenza rac- chiude in sé quanto Dio mise in atto in ordine alla nostra salvezza. Ma come è sorto il titolo e il culto di Maria, Madre della Divina Provvidenza, tra i Barnabiti? A questo quesito vuole rispondere questa rifles- sione che andiamo svol- gendo. culto mariano tra i barnabiti Fin dall’inizio la nostra famiglia religiosa nutrì verso la Vergine Maria una tenera devozione. Il Padre Lu- dovico Marracci dei Chierici della Madre di Dio, che ha raccolto le memorie mariane, mette i nostri tre Fondatori tra i cultori della devozio- ne mariana. Sono certe le testimo- nianze che dicono quanta devozio- ne avesse S.Antonio Maria Zaccaria, nostro Padre e Fondatore, verso la Madre di Dio. In verità, negli scritti del Santo Fondatore non troviamo molto sulla Madonna, solo qualche accenno. Le nostre antiche Cronache però attesta- no la tenera devozione di Antonio Maria alla Vergi- ne Santissima. Ora diamo qualche cen- no storico su come giunse a noi la venerata effigie, stupenda anche artistica- mente, e come iniziarono culto e venerazione. Nella chiesa dei ss. Bia- gio e Carlo ai Catinari, in Roma, diventata poi san- tuario della Madonna della Divina Provvidenza e sede dell’Arciconfraternita omo- nima, durante i lavori di fi- nitura del sacro edificio, volendo i Padri collocare un affresco che raffigurava la Madre di Dio, prove- niente dalla nostra chiesa di S. Paolo alla Colonna, in demolizione, per disavven- tura, l’affresco andò in pez- zi irrecuperabilmente. Ov- viamente all’epoca non si conosceva la tecnica mo- derna dello “strappo” degli affreschi! Davanti a questa caduta rovinosa, l’architet- to che sovrintendeva ai la- vori, si vide perso e comin- ciò a scusarsi con i Religio- si giustamente contrariati dall’accaduto. Le scuse fu- rono accettate, ma il buon architetto volle risarcire i Padri per il danno e la perdita subita e donò loro, dalla sua pinacoteca privata, una tela, di scuola raffaelliana, dipinta dal pitto- re Pulzone Scipione da Gaeta. La tela I BARNABITI E LA “LORO” MADONNA: MARIA, MADRE DELLA DIVINA PROVVIDENZA I Chierici Regolari di San Paolo venerano, con culto speciale e filiale devozione, la Madre di Gesù, con il titolo di Madre della Divina Provvidenza. Questa icona mariana venne associata da S. Giovanni Paolo II al titolo di «Regina della famiglia» che egli stesso aggiunse alle Litanie lauretane. Madre della Divina Provvidenza

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  • IL CULTO DELLA MADONNA DEI BARNABITI

    Eco dei Barnabiti 2/2014 41

    Maria Madre della Divi-na Provvidenza! E qua-le più grande provvi-

    denza ci elargì la Vergine Maria senon quella di donarci il Fi-glio di Dio, che in Lei sifece umana carne? Nonc’è bisogno di alcuna elu-cubrazione teologica percomprendere: Maria prov-vede all’umanità il donodell’Unigenito Figlio.Maria è fatta Ella stessa

    Provvidenza poiché, di-cendo il suo “sì” a Dio, ciprovvede del suo dolcissi-mo Figlio. Ella entra nel-l’economia salvifica a pie-no titolo: per accettazionedel piano di Dio e per ac-coglienza del Verbo cheElla concepì prima nellamente e poi nel suo grem-bo, donandolo a tuttal’umanità.Possiamo dire che il ve-

    nerato titolo di Madre del-la Divina Provvidenza rac-chiude in sé quanto Diomise in atto in ordine allanostra salvezza.Ma come è sorto il titolo

    e il culto di Maria, Madredella Divina Provvidenza,tra i Barnabiti?A questo quesito vuole

    rispondere questa rifles-sione che andiamo svol-gendo.

    culto mariano tra i barnabiti

    Fin dall’inizio la nostra famigliareligiosa nutrì verso la Vergine Mariauna tenera devozione. Il Padre Lu-

    dovico Marracci dei Chierici dellaMadre di Dio, che ha raccolto lememorie mariane, mette i nostri treFondatori tra i cultori della devozio-

    ne mariana. Sono certe le testimo-nianze che dicono quanta devozio-ne avesse S.Antonio Maria Zaccaria,nostro Padre e Fondatore, verso laMadre di Dio.

    In verità, negli scritti del SantoFondatore non troviamo molto sullaMadonna, solo qualche accenno. Lenostre antiche Cronache però attesta-

    no la tenera devozione diAntonio Maria alla Vergi-ne Santissima.Ora diamo qualche cen-

    no storico su come giunsea noi la venerata effigie,stupenda anche artistica-mente, e come iniziaronoculto e venerazione.Nella chiesa dei ss. Bia-

    gio e Carlo ai Catinari, inRoma, diventata poi san-tuario della Madonna dellaDivina Provvidenza e sededell’Arciconfraternita omo-nima, durante i lavori di fi-nitura del sacro edificio,volendo i Padri collocareun affresco che raffiguravala Madre di Dio, prove-niente dalla nostra chiesadi S. Paolo alla Colonna, indemolizione, per disavven-tura, l’affresco andò in pez-zi irrecuperabilmente. Ov-viamente all’epoca non siconosceva la tecnica mo-derna dello “strappo” degliaffreschi! Davanti a questacaduta rovinosa, l’architet-to che sovrintendeva ai la-vori, si vide perso e comin-ciò a scusarsi con i Religio-si giustamente contrariatidall’accaduto. Le scuse fu-rono accettate, ma il buon

    architetto volle risarcire i Padri per ildanno e la perdita subita e donò loro,dalla sua pinacoteca privata, una tela,di scuola raffaelliana, dipinta dal pitto-re Pulzone Scipione da Gaeta. La tela

    I BARNABITI E LA “LORO” MADONNA:MARIA, MADRE DELLA DIVINA

    PROVVIDENZAI Chierici Regolari di San Paolo venerano, con culto speciale e filiale devozione, la Madre di Gesù,con il titolo di Madre della Divina Provvidenza. Questa icona mariana venne associata da S. Giovanni Paolo II al titolo di «Regina della famiglia» che egli stesso aggiunse alle Litanie lauretane.

    Madre della Divina Provvidenza

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  • donata, e per la preziosità e peril pregio artistico, conquistò su-bito il favore dei Religiosi, chevollero mettere in venerazionel’immagine ricevuta. Fu postanel corridoietto di passaggioche dalla Chiesa introducevanella casa religiosa. Un lumene richiamava l’attenzione, tan-to che presto il popolo romanocominciò a frequentare assi-duamente quell’andito e a ve-nerare con filiale affetto la “ca-ra immagine materna”, comevolle chiamarla il grande bar-nabita, il Servo di Dio GiovanniSemeria.Il quadro presenta una dol-

    cissima figura di madre chestringe al seno un pargoletto,con una viva corrispondenzadi amorosi sensi: la Madre fig-ge le pupille nel Figlio e il Fi-glio si bea del volto della Ma-dre. Diremmo che è una reci-proca contemplazione!Non c’è in quella madre ap-

    prensione o tristezza, quasi apresagire il crudele destinodel Figlio; Ella è serena, indolce contemplazione di quelFiglio, che è Suo, ma che sa dinon essere Suo. Ella lo sostie-ne e lo avvolge con le suebraccia e una manina del pic-colo si posa dolcemente suquella della Madre.Forse la Vergine Maria ci vuo-

    le ricordare che unico oggettodi contemplazione e di amoreper noi deve essere il suo FiglioGesù: «Guardate a Lui e sareteluminosi, il vostro volto non ar-rossirà», sembra volerci dire!San Carlo ai Catinari è cen-

    tro propulsore, ancora oggi,della devozione a Maria, Ma-dre della Divina Provvidenza.Prima Confraternita, poi Arci-confraternita, quella della Ma-donna della Provvidenza, ap-provata dai Sommi Pontefici earricchita di insigni favori spi-rituali per tutti gli associati.Il popolo cristiano e i barna-

    biti, a Maria, Madre della Di-vina Provvidenza, si affidano esotto il suo patrocinio mettonotutta la loro azione pastorale.Visitando il prezioso sacello

    dove è venerata la sacra effi-gie, lo vediamo incorniciato da

    centinaia di fiocchi, rosa e az-zurri: sono il segno della grati-tudine di tante madri che han-no impetrato da Maria Provvi-da il dono della maternità esono state esaudite. Ancora atutt’oggi, fiocco si aggiunge afiocco, come dire che Marianon è mai stanca di ascoltarele suppliche e di esaudirle.Ma soprattutto i Barnabi ti,

    nella preghiera a Maria, Madredella Divina Provvidenza, chie-dono fervore sincero e vittoriasulla tiepidezza «questa pestife-ra e maggiore nemica di Cristocrocifisso», come la chiamava ilSanto Fondatore. Antonio Mariasempre esortò i suoi figli a com-battere la tiepidezza e a sparge-re dappertutto la «vivezza dellospirito e lo spirito vivo». Mariaci accompagna nella riforma dinoi stessi, per essere veri e au-tentici riformatori nella Chiesa.Fin dai primi anni, ogni bar-

    nabita, si abitua a contempla-re la cara effigie della Madon-na nostra: al capezzale delgiaciglio, negli ambienti co-munitari, nelle cappelle, nellenostre Chiese: ovunque puoiincontrare Maria Provvida.Ovunque c’è un barnabita, c’èla Madonna della Provvidenzae ognuno di noi si premura didiffondere la devozione allanostra “cara immagine mater-na”. Un dono di nozze, undono per un battesimo: eccol’icona di Maria, Madre dellaDivina Provvidenza.Se pensiamo poi a quante

    Congregazioni e Famiglie Re-ligiose, maschile e femminili,che si denominano con il tito-lo della Madonna della Prov-videnza! Basta scorre l’annua-rio pontificio!

    la dimensione trinitarianella spiritualità mariana

    Dio è l’oggetto esclusivo delculto cristiano; solo a Lui sideve il culto religioso. Ognialtra scelta è contraria alladottrina cristiana. Il cristianosa che, anche quando onora iSanti e la stessa Madre di Dio,onora e contempla la santitàstessa di Dio.

    IL CULTO DELLA MADONNA DEI BARNABITI

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    Roma - chiesa di s. Carlo ai Catinari dov’è custodita

    tracce di devozione extra barnabitiche alla Madredella Divina Provvidenza: edicola che si trovaa Piazza Monte Gennaro, in zona Roma Nord

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  • Dio Padre, nel suo sovranoconsiglio, ha eletto Maria aMadre del suo Unigenito; ed èper questo che il culto maria-no trova il suo posto nel cam-mino che ci porta a Dio Padre,per mezzo di Gesù Cristo eper opera dello Spirito Santo.Maria certamente è mediatri-

    ce di grazia al punto che lamariologia la proclama «onni-potente per grazia», alludendoalla forza di intercessione dellaVergine santissima. Ma GesùCristo, avendo compiuto l’ope-ra della redenzione, è l’unicomediatore tra l’uomo e Dio.In Cristo Gesù, Dio Padre, ha

    rivelato il suo volto e si è fatto“famigliare” con l’umanità: noifatti figli nel Figlio! Ma siccomeall’inizio dell’economia dellasalvezza c’è il “Sì” di Maria,vuol dire che Ella, partecipe delmistero dell’Incarnazione, dellavita, della passione, e morte delFiglio, merita quella venerazio-ne che scaturisce proprio daquesta sua partecipazione allavita del Figlio, al quale Ella fuintimamente unita.La Madre di Dio è prima di

    tutto, come ogni essere uma-no, «il tempio dello SpiritoSanto» (cfr. 1 Cor, 6,9). Il suogrembo, reso fecondo dallaSpirito Santo, la rende capacedi generare il Verbo incarnatoe di generare la Chiesa.Maria, presente in mezzo ai

    discepoli, nel Cenacolo, in at-tesa dello Spirito Santo, com-pie in pienezza la sua mater-nità: quella stessa che Cristole affida dalla Croce e che ri-ceve il suggello dello Spiritoeffuso su di lei e gli apostoli,congregati nel Cenacolo.Non è quindi solo una im-

    magine pittorica quella di Ma-ria seduta alla destra del Figlioin atto di intercedere per noi,ma è una stupenda realtà dicui il popolo cristiano ha infi-nite e infinite prove.

    Maria nel progetto divinodi Provvidenza

    Se non si può paragonare lagrandezza di Maria con quelladi Dio, bisogna però dire che

    «Tutta la sua dignità, grandez-za e perfezione derivano dallaparticolare e più alta unionecon Dio» della Vergine Maria(Michael Van Balaert).Poteva agire il Sommo Iddio

    senza concorso alcuno, ma havoluto servirsi di Maria e perquesto l’ha preservata imma-colata e l’ha arricchita di ognidono perfetto, perché attraver-so Lei l’Unigenito del Padresarebbe entrato nel mondo.San Luigi Maria Grignon de

    Montfort paragona la Madredi Cristo a uno scrigno. Que-sto scrigno è proprietà di DioPadre. Il Padre ripone in Mariai più preziosi doni: fra tutti, ilpiù prezioso, è Cristo Salvato-re. È degna quindi di onore,dopo il Figlio, Colei che fu re-sa così «bella» dal Padre, co-me canta la Chiesa: «tota pul-chra es, Maria»!Ella è stata perciò elevata so-

    pra gli angeli e tutti i santi: San-ta maria, Figlia prediletta di Dioe Figlia prediletta del nostro po-polo. In ogni caso, l’amore perMaria mai può essere separatodall’amore di Dio, che ne è lascaturigine e la pura sorgente.Se possiamo menar vanto,

    noi Barnabiti, è quello di nonesserci mai discostati dalla ve-nerazione filiale e tenera diquesta Buona Madre.Ogni barnabita, rientrando a

    Roma, non può far a meno direcarsi a San Carlo ai Catinarie lì inginocchiarsi dinnanzi aquella “cara immagine mater-na” che ci accompagna lungotutto il nostro cammino, nellasperanza di andare a con -templarla nella beatitudine delcielo.

    “Madre di Dio, Madre di Gesù,Madre sei di Provvidenza,Madre nostra!Prega per noi, noi t’imploriamo,prega per noi peccatori.O Madre di Provvidenza,ascolta la nostra supplica,la luce della tua graziarisplenda nei nostri cuorioggi e sempre”.

    Przemek Sniegowski Giuseppe Ciliberti

    IL CULTO DELLA MADONNA DEI BARNABITI

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    conosciutissima variazione dell’immagine dellaMadonna della Provvidenza sedente in tronodello scultore Emilio Parma (1922) - chiesaS. Maria al Carrobiolo, Monza

    Madonna della Provvidenza - opera dello scultore brasiliano Lindomar Costa, ispirataalla precedente - Benevides, Seminario della Provincia Brasile Nord

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