Historia Della Repubica Venetta

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REPVBLICA VENETA Di B ATTIST\A NANIVEA.

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Procuratore di San MarcoS:E onda

IM'F\ESSI0 UE..

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iiare

il

IN VEN.E1IA..Per Combi;,Con Licenza

M.

DC

LXIII

& Ea Nou

de' Superiori ,(^: Priuiieiiio.

ADAWSI7S.W

f-

i

f

non

haueffi trouato anche

modo

di con

tinuare

dopo morte i miei coftantiflmi oflTe qui/^lafciando vn monumento a' Cictadini.f

al

Mondo

delie actioni celebri

infigne di cos

e del meritc Eccelfa Republica E' nata^.

quell'Opera trailealtri

fatiche.,

e

i

fudori di molti

impieghi

5

e in pi Legationi pellegrinai

perJeCorfi^ e

Paefifb"anierij guafi prima,per-

che concepita, hauerebbecorforifchio diderli tra le diftrattioniyCi

maneggi, fe/toplien-

do Ishoi^ aMa quiete^ementepera'

Ja quiete a

me ftcflo,final-

nonhaueffi trauagliato^perprefentarlapiedi di Voftra Serenit,.

Ella dee

giuftitia gradirla

perche Th comanda-

ta , e per benignit compatirla ,

potendo le fue

colpefettij

riufcire innocenti.;,

& ifcuiabili molti di-

mentre , in vece dellotio honefto yC del,

la tranquillit

chedchiedeualoftudio, mie

conuenuro folpendere tante volte Ja penna, quante ha voluto la Patria efjgere da me in

^

varie occafioni T vfufrutto della vita, e dell'epe-

,

Opere

.

Ho prefa per ifcorta la Verit

y

come

anima deirMifloria., e come debito ^ftjpulato da ogniScrittoreconOio, e Gongliiiuomini. Certamente non mie mancato cuoreper dirla , n mezzi perxJifcernerla perche^ot;

tre allo {ritto

da tanti

(

febene alcuni , non

egualmente illuminati dalle notitiei immiinidalle pafloni,

hanno aratepofta

la

menzognadelle

alfilenti)d'accefl0 a' Principi

, il

negotiar co'

Miniftri ocofe pi

-il

difcorrere

con gli efecutori

infigni:,il

vederci ftti.ei luoghi^ m'han-

no informato

dell'

ocasrrenzeftr-aniere

/S co-

me

delle

domeftiche ho io potuto inftruirmi1*

noniTol per

ingreiTo ne' publici Archiuij

,

e

le' pifegreti

Configli 5 ma per eiTere ftate in^.

3U(i>nai

parte maneggiate da' miei Maggiori

da' miei Congiunti

,& alcuna da me ftdToil

Nlon ho tuttauia lafciato contaminarmi dapartialit;

anzi che, trafcurato

priuilegio

^ella venerabilecia di

Antichit , che

all'

vna

fac-

Verit portaua vnita

l'altra di

Fauolaho

,

I

h preferito d'cfpoErni al cimento, e forf a riraproucri /e per rendere vn telHmonio piautoreuole.alia Poflerit,

fcriuere del Secolo

prefence alSeclo ftelToiacra

.

So ,

ch'

vna cofa

comporre l'Hiftorie^da non trattarfi che coiranimo pum , e con le mani intatte y e che perci f nec:onfegnauano :le memorie ne' Tempi) fottola cuilodia fedele de' Pontefici, e de'

Sacerdoti

,

come

depofito de

gli

Antenati ,etheforo de'Difcendenti , da nonmaneggiarfigelofia.

,

che con religione

,

e quafi

con

In fatti l'Hiftorico , alTumendo Dit-

tatura afloluta^anzi autorit pi che

humana,l'inten-

fopraalla

i

tempiale perfoncele attioni/prefiede,

Fama,i

mifura

il

merito , penetra

tioni

fuela

gh arcani ^ e con arbitrio indifbini

to fopracorfi j e

R .,&

pie3ei

,

Giudice de' Secoli

ftiga

;

Maeftro deli'auucnire , aflbluc , cainganna , inftruifce Onde non fen.

za ragionegonarfi a

pu la penna

degli Scrittori para-

q uel fulmine, che ycol togliere vnalette-

'Jtterafola al

nome di "^ Cefare Augufro ^:;

h

CMSAKA'iT che in lngua antica f\^niricaua

qualific per

vn Dio perche cos dilicata lacenfura del

Dio.Suetjn Vi

lode^ chepa;,

vn tratto Tilluflra^, e vn neo la deturla

e cosi feuerariefce

Mondo

^

che^ confacra all'Eternit^ profcriue allln-

famia

.

Per me^Sereniffimo Principe^ io non

faprei altro

augurarmi^ f

non;,

che ognuno

s

accoftafse a legger quef:^ Opera con quell'ani modifinterefrato^ e

innocente 3 col quale Yla

ho

fcritta^ a

qucfto folo riftringendofi

miacos

confidenza^che l'Et prefente noningiufta^

mi fia

n ingrata la Pofterit^ che mi.nieghiconcetto di fincerit,e'I

almeno

il

merito d'

obbedienza. Nelreilo ilNomcAuguftodiVoftraSjerenit^ che far tra' principaliroggetti

delle

mie venturafatichc^ quando potr de-

corarle con gli anni^fegnatidalfuo Principato

gloriofo^llaIra.

fcetoperMumeTutelaTe di quePrima Parte^affinche al preferite fiaFOpelei

difefa dall'ombra, della di

ProEcttione,

comafarilluftratabeo

p/refto daj^lif|3lendo^^delle

.

.

delle fue H'eroicheVirt^le quali

,

riconofciute

dalla;nofcra.Et

pendoni fpeciali del CieJoialla

Patria, faranno veneratene!

tempo

auuenire,

come efmplari

in Riepublica libera di.

gmni

Cittadino,e di grandiffimo Principe

Non ar.

difco tra' publici riguardi di debito inferire

miei priuati olTequi; verfo ^oftra Serenit So-

lamente:imploro vn benignoautoreuole approuatione ,fico dit>j

riflefso

delk fua

come raggio b^enee cuon la Pru-

quellaFoituna con cui Voftra Serenigli aufpieij;,

prefiedendo con

denza ( dopo conciliatane' pericoli-di s lunga

Guerra la gloria^

ftabilirf con vittorie;

e quie-

te^perpetuif > eilcurezza alla Patria. .

Di -Yoftra SereDiti

Mmilirs..oeDiiotifs.' Seruitore 'Battfla Nar;i

H I SDI

T O RIA DELLAMRepublicadi Venetiaj

REPVBLIGA VENETA

BATTISTA NANICAVALIERE,A

E

Procuratore di San Marco. L 1 "B 'B^O P \I 0,Republica Veneta , confecrata fino dalla fiia prima Origine alla Religione, & alla Libert , nacque con lieti aufpicinel quinto Secolo di noftra Salute. Se pu dirfij che l'et de gli Stati, con le forze pi lmifurijche col tempo, la fualnfontia dur

gine^

I

,

per pi iecoli 5 ne' quali con incorrotti coftuini nella ficurezia del fito deludeua la fierezza de' BarbarijC Fambitione de' Princifue prime Anni fi portarono aufiliarie alla Piet ,&: alla fie prime Giuftitia : poi Tadopr contra quelli, che inuidi della fiia Liber- ^4rmi ir. mmo delta tjtentarono furbare la fiiaquiete Cosi nelle fauci Canali, ReiigtGnepi.. i Miniftri fopra tali emergenti fetto graui , e in fine , non tanto- per le fodisfattioni della Francia , e per le inftanze de' Principi Italiani, quanto per l'antica auerfione del fauorito a Carlo, fu efpedito a Milano il Secretano Vargas con ordine breue, ma fuftantiofo, che Carlo reftituifse,.. e non efeguendlo prontamente ^ vi fofse aftretto coll'Armi. A Vittorio , che in Catalogna sbarcaua y fu comandato di non auanzarfi,fe prima non giugnefsero auuifi dell'obbidientia del Padre. Tali la famapublic effere le commilTloni ad efaltate per la Vargas , attefe , come vn deftino dell'Itaha , Giuftitia, e rettitudioe dell' intentioni Reali. Alcuni per dalla ^condotta de' Miniftri Spagnuoli,e dalle cofej^ che fuccederono , vollero argomentare 5 che vi fflero ordini pi fcreti di profittare della congiuntura degli affari 5 tuttauia di tali arcani i Principi foli hauendo notitia del vero, refta alpefato della natione

Madrid , conforme

&

Pop-

\

Popolo

la

^_i_ congettura de* Configli, e'I credito degli euenti, MDCXIil

LIBRO PRIM q^

Carlo per diuertire l'effetto di conTmiiT}oni cosi feuerc , tenta-j u d'allettare il Couernatore, cshibendo, pur che gli yc\2:&' 'ff^^^'^^^^ Tacquifto , f fteffb ^ gli Stati, e le forze alla fortuna del R con- prorara^ [tra qualunque il folle , In fine offeriuadi rtflituire ogni co- fimarfi jfa, vn luogo folo tenendo per pegno delle fuc ragioni, fino' U caufa decifa^ms. Tlnoiofa grinuioFraiTcercoPadiglia5Ge" jnerale deirArtiglieria , huomo di graue fuRiego , che con jbreui parole 5 e fopracigiio feuero gl'intimo la reftitutione di tutto, prefentando lettere del R al Duca fteilb dirette 5 con ile quali pure con periodi concili g'ordinauad'efeguirequanjto folle dal Gouernatore di Milano prefcritto. Freiiieua Carlo di fpinti elati 5 tocco nel cuore della fua dignit, ma, derelitto da tutti, non poteua, che cedere al pi potente. Senza dare precifa rifpofta al Padiglia , efpedi il Conte Luigi Cri- ZtUU velli con alcuni Capitoli al Gouernatore , che pareuano por-!^^/"''''^^'^^ tare lunghezza Ripudiati per tanto,di nuouo gli fu intimato y^chegUriche tutto reftituilfe , altrimenti il Principe d'Afcoli con 1 Efer- getta, citofotto Trino s'hauerebbe portato, in cafodi refiftenza, il Gouernatore medefimo , con rifolutione di fare v'anderebbe impiccare chiunque ardiffe di foftener la difefa Dunque Carlo eshibi la confegna i ma per riceuerla inforfe tr'l Prencipe di ^def{lTa Caftiglione, e'I Gouernatore puntiglio^ ognVno volendo , che di SamU il nome folo del fuo Signore v'interueniffcj ma f vnononifff.I^/^' , ^ tenendo , che l'autorit , e l'altro hauendo la forza , s'accord tHmm che concorreffero entrambi Trino perci al Caftiglione fu dato j all' Afcoli Alba,e aGiouanniBrauo,Maftro di Campo Spagnuolo Moncaluo, che furono iubko confegnati a' Deputati di Ferdinando , rimoffi in oltre da Ponteftura , e de Nizza i Prefi\] con grande applaufo alia Corona di Spagna , le qui fermar! ??n/^i '''^^ li potelfe il fucceifo , ci periodo delle calamit dell'Italia So-i'^'''' pra quefta reftitutione s'haueua trai Prencipe, e'I Marchele''^''"''''^'"* i a Spaformata vna tumultuaria fcrittura , affiftendoui per Sauoi:^' zila, il Criuc 111, Annibale Chieppio perMantoua; nella quale, parlatofi folamente della confegna , non era caduta mentione delle reciproche pretenfioni , n del rifarcimento de'danni , richieftodaMantoua, del perdono de' Monferrini , da Carloi

.

&

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Tkfi:^

,

54MDCXIII

DELL'HISTORIA VENETAAnche,,

defiderato.di

Cannoni ,fi

oltre Fhauerefpogliato i poffi d'Armi , e di viiieri , neirvfcire di Trino il Conte di Ver-

proteft che farebbe acerrimamente vendicato da Carlo tutto ci, che di moleftia s'inferilFc al San Giorgio; perche fapeuafi, che contra di lui ardeua implacabile lo fdegno dirua

Ferdinando, onde profcritto con altri come ribelle, glifi era mn infuY" fpianata la cafii. Tnli radici, non ifijeke a tempo, pullula^ononuoiii\jf^^(^

prcfto geloficfi

,

f^^'^fo^l^talaihfao1/.ne dell'Ita

che

Pace il Gouernatore^

vedeuajio

tutti in Italia

e poi hoftilitcon nuouidifaftri. N di contenti; perche pareua,

affrettate le rifokitioni per vfcir d' di

impe-

'

VenetUniAfsolana.-

'

Gente \

OppreJJJo.\T)tcieiMo''jcrraco.

non il ftaccafle finceramenCarlo, anz,i quafi che colludeflero infiemead occulti, e incogniti oggetti, ilDuca nel tempo, che rendeua le Piazze, fi rinforraua, e il Gouernatore s'armaua.Ferdinando, pollo in mezzo dall' arti dell' vno, e dalle forze deir altro , grandemente temeua ; Onde i Venetiani gii continuarono a pagare i tremilafoldati, e munendo fc ftelli con altri due mila fanti , procurauano nell'Heluetia pafli , e leuate, fermando a quefto effetto in Zurich qualche tempo Gregorio Barbarigo, che andana Ambafciatore al R d'Inghilterra., . Fu il primo intoppo alla quiete la redintegratione de' danni e'I perdono a' ribelli ; perche diiTcntiua Ferdinando dallVno amaua di tener viua l'altra, per contraporla a qualche pretenfione di Carlo. Da queftoalF incontro fi publicaua in voce, e alle fl:ampe,che il Gonernatore gli hauele promeffodi rimetter gli efuli nel poifedb della grat!a,e de'beni, abolita ogni mentione de' danni; anzi,, che folle d'accordo di far condurre a Milano laPrincipella fanciulla. In effetto il Gouernatore con Ferdinando vliua minaccie, eprotefti, feadherir non voleife alla fua volont, con tal vehemenza , che horamai tutti i Principi accortifi, che fotto l'habito di lunga pace la feruit s' era intrufa , vdiuano con moleftia le voci , xhe proferiua d'obbedienza, e d'imperio Il Monferrato principalmente gemeua, e per frequenti incurfioni di Carlo, e per alloggi, che a titolo d Prefidio vi teneuano gli Spaglinoli; Onde fi credeua vniuerfalmente , che il Gouernatore di Milano haueffe ridotto le cofe allo ftato c he fen zag^o

c per faluare Fapparenia,

te dalle

Confidente

,-

&

.

,

Pace

,

LIBRO PRIMO.i

3S

MDCXIII Pace, e fenza Guerra forf pi ripiitaua complirle quella Corona. Da gli altri Principi fi ftringeua il negotio per fopire in particolare per nome Cefareo i difgufti; e'I Caftiglione ammoniuail Marchefe a procedere verfo Principi con pia; ceuo]ez.za^ Onde dalle minaccie riuolto alle preghiere, e a gli Eshibitio^ vfficij, ne fegui, che Ferdinando, anche da' Configli della_. ni di Per" Republica indotto, eshibife di rimettere le ragioni fue nel dwattdc Pontefice, nell' Imperatore, e nel R j Ma Tlnoiofa, non, approuando di dare al Rio R nella preminenz^a, e nel negotio compagni, in vece della rilpoila, che s'attendeua, inui a f]on vi' Mantoua Alcflandro Pimentelli, Generale de' Caualli leggie- te da Spa L'ordine veniua di Spa- gna. ri, a ricercare di niiouo la Principeifa che vm-^ gna, e'I Gouernatore, che fuggerito l'haueua, l'efeguiua., le a tutti i con tale infiften/.a , che pareua voleife anche per forza rapir- modi la Pimentelli feriofiimente dimcftraua a Ferdinando , Princpef^ la 11 fa. Che 7 2{e fi -prendeua giufia cura delt cduc attorie della Ni-pote : a-p- prJa/tS'j

.

\

I

!

.

\1

non folo per [angue , ma per Autorit interejfe Parentela e dell' affetto ^eale potere , come nella Decorata della Sauoia non folo non 'voler Cafa propria , alleuarft in Adilanopartenerglifi>,

^

tiidel Pi-i

,

mentelli

a

.

A

Ferdinan-

confegnarla y ma douuto rtfpetto , Confluendo nella Fanciullad' Italiafi:odey

le wcur Scotto ne jioni degli Anco in quello di Monfalcone il Conte Ferdinando fug cinquecento, che tentauano depredarlo, oWigandoii a latvir/j tefciar'il bottino. Par allargare la Ih ada a'viueri Francefco GiJai ni nel ,fliniano, figliuolo di Pompeo, voleua tentar Vipolzano; ma da triulipoca genie aflRflito, trouati pi numcrofi i difenfori, fi ritir fenza impegno Daniello Antonino con trecento Caualli repreffe vna paititadi Nemici verfo Dob r , cho. fcorreua, e Thauere bber accordo. Eshibiuano tutta via>

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**dcxvi fpcnte dis Citta 5 s'haueffe tenuto feco fantaria per isforzare vna Cafa forte, nella quale fi ritirarono, ma poco appreffo colf ini

Campagna

pi aperta Daniel Francol Trieftino, vno'

de Princi-j

'fall turbatori deli'Iilriaj che fortito di Gradifca

con trecento

modo, che dopo braua difefa cadde elbnto con lamaG;?;ior parte de'iiioi. Il General Barbarigo, giunto in Friuli, riroiic per aprirli vn guado del Lifonzo, occupare ChiauorettOjdoue appreffo il fuo fonte il Fiume tra Monti riiftretto. MaEttore Sauorgnano, che a tentarlo fu comandato , Ijntefo per camino dalla fama, pi che dal vero, che folle troppo jmunico, ritorn fen// altro effetto, f non che gli Arciducali , 'eompref il difgno, e importanza od pofto, lo prefidiarono ipi validamente. Il Trautmeftorf, in quefto mentre ingroffato piant vn Forte tra Goritia, e Gradi/ca, per vnire la communi'catione d qielle due Piazze, e vn' altro poi detto della Trinit l'alz foprai Colli di Lucinis^; obligando i Veneti a contraporad alloggiare pi riliretti. Per fecondare idifie vno a Medea, fegni nel Friuli, vicito ncirilhiail Generale Loredano con due fRla trecento Fanti, cento cinquanta Cau.\lli, e due Cannoni ^ lacquift Antignana , Terra groffa del Contado di Pifno^e la tafci prefidiata. Per Mare Giouan Giacomo Zane, accoftatoiMoi-chettieri, fu cinto dil'

,.

&

ei?*

nelt-;!

I/Irta,.

Moichenizza, Thebbe dopo due giorni d reiifl:enza,epoioccu Barzech con la forza Ma nel Friuli Pompeo Giufti iano, ft;to Maeftro di Campo Generale, s'eshibiua d'efpugna re Gradifca jcon molta facilit, oifgnando conIetriaGCrc5& approcci entraj# nelfoiTo, poi con batterie, e mine rid urla alla refa, nonoftanf, chelereftaffe aperto il foccorfo per li Colli del Carfo, cheol-rirohoo treilFiunie le Iranno dirimpetto, e chefopra il laffo fondata p- '^,lr^r^cT cohaueffe a ter\5iere da palle, e da zappe i danni, e l'offere. De- C'^adi/ca.:a:|).

liberaroli

con

irpran?:a, m.iglior del^ Configlio, di tentarla

cir-^

ca'e

cinis, e

dalla parte fu periore tra Lt^ Giadifca ficc appreffo il Lifonzo, con due mila fanti, cinquecenro Caualli. Di poi, abbandonatala per lafciare de'il

mezzo Febraio occup 3 Fara, che

fuofdifegni incertof

Nemico,^ ^

riconofciiita la,

Piazza,

viricor-

d'improuifo col groil

e trinceratofi

vr

mun ilquartieri

prin-

cipale,dicla

che impediua per

il

Fiumefi

linea,

mamokobrga ^

Piazza foccorii. Il redo fcrmaua di qua dal fiume da Coralla

mons.

mSo

DELL' HISTORIA

VENETA

MDC

XVI

fion

csK-

traftatida'.t'

Ini-

mico,

eh

con

leggieri

Combataumenti*

e Meriano con interpone guardie di gente a CaConftauadi dodici mila huomini TEfercitOj diftratto 5 Liallo. lungo giro, & in molti pofti, ma non tutti poteuano diri Soldati, in vn Secolo, nel quale pi rollo che fceglerfi , la militiafi compra. Dentro la Piazza, oltre il Gouernatore Strafoldo,^ trouaua Giouanni Ferino Vallone con prefidio di mille ducento huomiiiijquali moftrando di far poca ftima di queir attacco ^laicia'jano, che fnza difturbo da' Venetiani negli approcci fi pr grediffe. Solo il Trautmeftorf con Caualleria infeftaua il Campo frequentemente; ma procede nano le fcaram uccie del pari fenza porger momento ali efito delle col . e fenza rifleffo, f non V haueffe meritato la m.orte, da colpo di Cannone, di Daniello Antonino, prode foldato Al dolore comune per quello accidente il Senato aggiunfe teflinaonij rfhonore a' fratelli, e per ec citare la pofterit, fece ergergli nella Catedrale d'Vdine hono-

mons, A/kdea,

.

I

innalzaM9 Batterie^

\

. Perfettionati certi lauori, s'alzarono nel ventiquattro Cannoni quattro Batterie, alcuni percuotendo la Porta terrapienata, e i Baftioni, altri ruinando le Cafe. Qualche Artiglieria de' nemici reft fmontata, yn ca-

reuole

monumento

Campo con

&

ualiere ij^ianato.

Ad

ogni

modo

dal

Cannone

imitandofi

il

fui

fi affati-

i

I

I

I

copriuala muraglia, i Veneti, sboccati nel foffo, tentauanodi minarla j ma refillendo il faffo, mentre per e/cauarlo s'aifatiLuna, cauano, il tempo ferui a'difenfri per tagliarui /opra vna ritira^ ta^ ma vedendofi iiretti, fecero in fine vna fbrtita nello /puntare foprafat. del giorno con tre truppe, vna per tefta a gli approcci, l'altre tt da z'na da i lati, e fugate le prime guardie, che cuftodiuano con neglifonila de' Oifenfori. genza il lauoro , penetrarono ndk trincere, II Gudniano apalcuni fi punto vi fi trouaua prefentei ma dal terrore dtfuo) e dall'arpongono dire de' Nemici confalo ^ anzi oppreffo da chil'abbandonaua, e fuga. aJtri do- da chi rincalzaua,poco manc, che non reflaffe prigione MariricetsH. tiratofiin fine ad vn Forte vicino, i Tortiti non fi fermarono che IO qualche dnnr.o ,gli al primo ridotto della batteria, doue Lelio Martinengo fi ritroua(oflnngo- u col fuo Reggimento a'fuggitiui, e col j col quale dato cuore W'o a ritiCannone arrellato il Nemico, i'oblig a ritirarli. Quattro Comrarfi. Ipagnie de V eneti rcRarono disfatte, morti due Cap itani , &i vnominarla.

cano

mine, che con gran rumore non fa per lo pi, che picciolo colpo non corrifpondeua leffetto allo flrepito- Vna mezza Luna_>,

per

&

wez.z,a->

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L B R

"S E C O N D O

8i

prigione. Ciun/cro da Fara alcuni Corfi infoccorfoje fubintra-JMDcxv-r reno nella Trincea, Ja quale da gli affalitori hauerebbe potuto in

quel tumulto facilmente fpianarfi, efcrrarfi la mina, fnonfifof fero folamcnte applicati ad incalzare chi l'abbandonaua. Gli aP iedianti per rifarcirfi tentarono vna (calata. Orario Baglionc, che adrinf i difen^uidaua la prima fquadra, brauamente affali,

&

iori a ridurfi nella tagliata^

ma

ferito in faccia di fffo,

&

molti

de fuoi cadutigli appreffo, Frarccfco Giuli iniano, chen'haueuacura^ per caie priuate non foccorrendolo , faftretto di ritifacendo rarfi . In fine fatta volare la mina otto fbldati Francefi , indotti ]fo/^r "u da prcmij^ s'azzardarono alla tela d'alcuni altri di flire la brec- ^'^^^ eia, elicer iaiga a bafanza. Ma tre ( fottraffci o prima d'arriuare al cimento, e de i cinque, non fecondati da vna Truppa , che doueua fcguirli, due rim afero rrorti, vno prigione, gli altri dopo h\\ii fi ritirarono. Il Ciuftiniano vedendo, che ne il coraggio, n la fortuna fauoriua Timprefa, raccolto buon numero di Guaftatori, applic a ffringere pi da vicino la Piazza, a cam- Hrmgms biare luogo a gli attacchi. Alle prime voci dell' aggreffione di f^ ^^ Gradifca Ferdinando Arciduca tent pi che mai di commuo-,^''^^^'^* uere l'Imperatore^ ma non volendo quefti vfcire dalla mediatione, altro non kct^ che nominare in Italia due Commiflarij, 'i^coyf,^'-^^ che furono Cofimo, Gran Duca di Tofcana, e FerdinandOjDu- d^.rm ali ca d Mantoua, accioche procuraflero d'aggiuftarela quiete, ma ^^'peraio^ non v'impiegarono, chequalchevffitio,^ ilncme. IMiniftriSpa-j ^'^ichiagnuoli prendendo a pretefto, che del R loro foffe Y Aiduca^r^fidcfigH Cognato, ftimauano molto opportuna al difgno la congiuntu |^^^^''f''^' radiprcmuouerc la loro grandezza in Italia, chela Republica gu\^^^\ foffealtrcue implicata, e perci dichiararono in Madrid di non poter far di meno di non aflifeie a Ferdinando , ilGcuernaitore di Milano, efpedito aVenetiail Mnrchefe Andrea Manriinfam 'quezdi Lara, inftaua , che per dar luogo al negotio fi rimucuef-,^^^^-^^ f da Gradifca Tafiedio, il fuo R promettendo d interpol'-' U^^Jf^^ fi con Ferdinando per la fofpenfione dell' Armi, cshiben- cher,r^,uo do, che la Piazza rcfierebbe nello flato prcfente, fenza ri- ^f/^-^""" farcirfi, n migliorarfi. Qiief'vffitio ncn era fcompagnato da gelof e , perei e nel tempo mcccfmo il Gam.baloita, alloggiando nella Giara d'Adda, circondaua il Crela

&

1

&

&

mafco,

82

DELL' HISTORIA

VENETA.

MDC XVI mafcOjC montati in Pania ventiquattro Cannoni, fi diuulgau 5 e he fotto Sanchio Luna, Caieilan di Milano, fi fpinge]La quale rebbero a confini della Republica otto mila foldati Ella tenefi fonifica ua ben munite le frontiere da quella parte ; ad ogni modo re/ite fron-

tiere

dei

AdtUnefe.

fi-auapertaldiuerficne pi indebolito nel Friuli rEfercito , e per l'impegno delI'Efercito ftelFo la fi-ontiera {[ trouaua p efpoflia . 11 Nuntio del Pontefice , &: altri miniftri de' Principi in

tcrcedeuano dalla Republica , f non per trattato , almeno per conniuenza, quale he dilatione alle offefe, onde il Senato, ponderando Tinftanze di tanti, le difficolt dell'imprefa , le di*ftrattioni di

Lombardiale -pajfate

,

^

adhe-

'B^mmemorandotiti,

rifce

tnflame.

&le

rifpofe a tutti con fenfi vniformi, ponocationi , gl'infulti lungo tem-po pa^allontanarele

in fine

lafua dichiarar ione alla quiete \ a pruoua maggiore,

della quale fi contentaua di rallentare tajfedio latterie y fer dar tempo a mediatori medejimi ,fverfo/*

c!s^

CjST'

che

impegandaale^

Arciduca

i

loro

zelantifsimi,

offitij

,

fotej^ero indurlo

uareglirttkando i fi di^Gra-

caufe di quei rifentimentitali fenfi

che dipendeuano folamente da^

ritorn a Milano il Manriquez,& Veneti fi ritirarono da pofti pi vicini a Gradifca riducendofi a Meriano col groflTo, dopo quarantaquattro giorni d'at^ dijia. tacco, e venticinque di batteria. Pareua inquefti termini la negctiatione beri'inftradata^ ma poco tard a cambiare d'afpetto , perche dal Pontefice venne propofto , che fi depofi^^^^^^ ^ luoghi occupati j partito, che a Venetiani non agl7dtfvon gradiuaj perche, oltre il dubbio di ricadere nelle tepidezze, tefice. da E([t e dilationi pafiatejil depofitario non pareua facile a fcegliernon il Pontefice , aggrauato dagli anni , non poteiia ^^^^^fi , mentre dite. difponere della volont de' Succeffori , che portano per lo pi e interefiS : Cefare , e gli Spagnuoli, feco nuoue affettioni all'altra gclofi,i Principi mitroppo a vna parte congiunti, nori non cadendo in rifcifo , come di forze mancanti , e di,

Ffcocchi. Con

&

credito, per fofl:enere contrala forzala ragione, e'I diritto. Sopragiunto poi in Venetiavn altra volta il Manriquez , la-, negotiatione s'aren maggiormente ^ perche, perfuafo d'otdtlM^t tenere conia ilefta facilit ogni altra cofa propofe, Che data al Toledo parola da Ferdinando , che i Capi ^e gli Ffcocchi \pik federati fareltero certamente rimojsi Ja ^puUica fmio^-e^-,

tuijje

1tuf^e

I

B

R OSi

SECONDO.

85

Inoccupato nel Friuli, e nell*IJfria^ c^opo le quali cof Ferdinan\do efequilfe la remotione predetta , e dentro termine limitato saggiuflaljero le differente.

M DCXVi

dolfero i Venetiani grauemente alIterati, Che dal Gouernatorc ft peggioraffero lepropofe ,in 'vece di imigliorarle , a mifura della fi ima cerfogli '^ffittj fuoi dimofIrata e,

che pretendeffc d^ indurlaioy

alU

reftitutione fopra Tincertezj^ di quel-

pochi, per leuare il fomento a

che poi accordar ft poteffe, non baciando reftlio apparente d'alcuni numero grande di trifti. Ritornato

perci ien^a fodisfattione a Milano ilManriquez^lafci che eccitano dairAmbalciatore la (^eua nell'indanze li profeguiire ; & ^^{lefiemio ^'**^* le continu con ta!'infiftenz,a, &: inileme con tanta elatione, fo-,^ lo afcriuendo alla difficolt deirimprefa re/Terfi rallentato l'affedio, che ilSjnatocoaimoflb apertamente rigett le fueinIn Corte Cefarea con pi placidezza fi negotiaua 5 imiftanze |percioche,men:lio ftimandofi dall'Arciduca, che fenza parlare! e;^i/5;di forpenfione^fi procurale d'aggiuftare l'accordo, l'Ambafcia- '/?///?, leme^ itore diTofcanapropofe, Che per conciliare delle parti la difft- f^^ ^* *"-]*

.

s

denza^c'l puntiglio, le re^litutioni daWun canto dell' occupato , e l' la '^eua, jfnLf.S ^ r J n rr 1 I3 r rr cjecutWMi delle promefje aall altro /t pratica'jero a parte a parte al- Pro^ofitio,''

I

manutentore dell\^^ ^^^. Concetto, che per all'hora cadde inuano, ma fu poi il ie- dudiTo iminario di Pace, f bene con dilationc di tempo, perche fott'if^^. 'altro clima pii remoto conuenne^che imaturall. Agitando Ja Republica in tal modo coll'hoftilit, colle gelofie,ecolneoffe,

ternatamente onde 'vn articoloaltro;

f

per cos dire

,

I

^

j

Duca diSau^ia nonftaua molto pi quieto, ma verfando tra nonminorifofpettijneriufcijche gl'interefli di lui, con quelli della Republica s'intrecciarono, anzi s'mneftarono per maniera, che lacaufa diuenne comune, e perci trapofto ne dour cffere con pari efattezza il racconto Coprendo Car- ^ .^ ^. Ilo con diflimulatione profonda la diilidenza, che del ToXcAo' fiZnUu Iteneua, al di lui arriuo in Milano mand il Signor Ai Parela f^lont alle Militie, che numerof^-^ correuano alla prontezza del foldo 5 ma s'induffe d andategli

mano,

gli

auuenta

:^

,

,

,

:

.

&

&

.

flelTo

Liteflo in

I

B

RFerko,

SECONDONloi

91

perfona a

do

di conciliare 'gran

hi diabl^o, che Carlo, ftiipau-, %\'am. nput^ionc^ale fu forze, e a' configli, vepcrheil

lo tir

con

ia forgia dell'oro-:

Marefcialle, incanutito

nella Gloria, e nella militia, arrendendouiii facilmente^

haueua

confeguito da fcarl principi] pari lode, e opulenta. Il Duca, folito a Toftcnere le cofe, fubito tenne col Marefcialle ftrepitofo congrcflb , prefenti non iblo i figliuoli, &: i Miniilri fuoi , ma an-

AmbarciatoridiFranciaVd^nghilterra, e Venetia. 11 BeIthune, giunto in Italia coli' imprefloni di Corte, approuaua il idiJarmodel Duca; ma meglio difcufsilnegotio raffigurato de gli affari il profpctto, lo Itato ddk co(e correnti, moftrando il Dighieres non minore maturit ne' difcorfi.che afftto all'Italia, fu concordemente concliiufo, che col negotio prima, e poi, occorrendo, Icoll'Armi l fllenefle la dignit di Carlo, e Tintereffe comune, IaI fcruitio della Kepublica eshibi lo fteflb Dighieres, lotto il Conte di Sol iuo Nipote, due mila foldati, ma la difficolt d' jhauerne per la Rhetia il pa^Taggio , non lafciarono luogo allefFetto. Magnifica fu Teshibitione del Duca di Alena, che con intiero clrcito al foldo di d raccolto, offriua, calando nel Pie{chegliji

I

eshibitini del

Dt'1

!

ghierts.

edelDu,ca di

,

Me-

Stato na della Kepublica. Ma craponendofi grandi/lmi oracoli , ancorch il Duca fi vantafle coraggiofa mente di fuperarh, il Senato non gradi, chel'aifeto; filmando anche di profitto, eh' eghrifiedeffe alla Cortc^pcr far contrapoflo a quelli, chene difuantagsforiar'jl traniko nel Milanefe, e penetrare nello2,i

monte,

dell'Italia

non conofceuano

le iatture della fiiefla

Corona. Vo-

lendo per altroue procacciarfi (raniere militie, inui agli Suiiricorre a zeri collegati, per hauer quattro mila loldati, a Griioni, per gii Suiz-\ ottenere il pafiaggio, Giouanni Battifta Padauino Segretario , zeri peri che altre volte con quelli hauendo conchiufa la lega , gi pochi folditefcbet^ichie anni fpirata, riufciua molto grato tra quei Popoli, con parrico- dmd9 il lar lode d prudenza, e dellerit. Egli s'impieginfiemecon Ago- pajjagto ^'1 Grifoni.. ftino Dolce , Refidente in Zurich, con quei mezzi, che comporr la Rhetia, doue la pouert, difetto del Paefe, va del pari col vitio della natione, eh' l'auaritia. Di Francia, comprendendo la Corte, che la Republica non procuraua quei padi, che per falute fua, e per Tindemnit dell'Italia, vennero ordini al Chef fier di non opporfi ma gU Spagnuoli , inneftati n ella fattione

&

1

\

;

Fran-

,

.

91MDCxvi]pi.^ncefe,

'DLL'HI STORIAcome per.

VENETA

aufilianj , erano horamai crefciuti a fePrincipali jattrahendo a f gli affetti, e Tincligno defferei Per tanto il loro Miniftro , circuendo i P2aperfe\^^iQi;iQ di molti ^rT^'IComuni 5 conuocando Configli, feminando ibfpetti , ricor-

Imoi/.

tihm danni,Ites

patiti5

5

altre volte per^ rimili trattati dal Conte diFiienminacciaua d' interdire di nuouo il commeri

benefitij della vicinit, e della quiete , Se interponendo alle protefte doni , e promeiTe, giraua a Tuo piacere la plebe , imprimendola di fperania, di timore, di

cio

efaggeraiia

gelofia, paffioni folite del volgo ignorante. Perci alla moltitudine, che prefumendofi a tutti neceifaria , fi fingeua ogni

adhe, che che conofceuano la libert del iuano alle vecchie amicitie, e jgouerno neirequit pi tofto , che nelF info lenza confiftere. Onde in vnPittach( cos chiamato il Configlio generale delle tre Leghe ) congregato da'Miniftri de'Yenetiani , tanto fu lontano, che il pafso fi concedeffe, che anzi furono efpedite ^;Vfw-| guardie a luoghi opportuni per impedirloje riuocati tutti quelfedito Mili, che alla Republica militauano. Conuennero dunque lafciando, che sfogalfe quella niftri predetti vfcir del Paefe , popolare paffione , e fi diiTolueifero le conferenze di quei Fanno efifeditioi. Ma gh SpagnuoH , accordata ne gli Suizzeri Cat'leue con-tQ\[Q[ yna grofia leua , publicauano di voler' impiegarla^ ^''''^'*^^" appunto contra i Venetiani , a confini de' quali , hauendo penetrati i concerti col Duca , fpinfero molte Militie procuranIn Roma poi il Cardinal Borgia procuraua , ancorch vado di contrarle co- namente , di concitar contra di loro il Pontefice , ricerir ilVon- candolo di reftituire alla Spagna quelle afiSftenze, che nel tefce principio del fuo Pontificato gli erano fiate contra la Re// Vtce Re publica ftefla da gli Spagnuoli largamente eshibite. li Vi-cofa lecita,

non poteuano preualere quei pochi

i

I

I

.

Al JSIapliwgelofi' /ce per

V

Mare

Vafcelli profeffaua d* ingelofire il Duca di Sauoia dalla parte di Villa Franca , e contendere la Nauigatione alle leue de' Venetiani , e per fpargere in ogni parte V applicationi , e le forze , publicaua anche d* infettare l'Adriatico, parte alla Republica_, fommamente gelofa . Ella fpinfe a Cerili il Proueditore^

cer di Napoli

,

armando

deir

Armata

,

accioche IVniflc in quel porto doppo hauerdeua1

.

,

Lmunitii

I

B

R O SE C

dN DO

93

{Weuailate le Saline de Trieftini^ e quanto alla Terraferma, j^^^^;^^^

Confini 5 conucnne bentofto il Toledo richiamar le /,,^;/,,^ ^'Ccw///. iMilitie alla parte del Piemonte .-perche il Duca armato appa:jua nftato d'inferire 5 pi che di riceucr rofpetti. Dunque pertico lai Friuli applicarono i Venetiani l'animo pi fillamente, linuiarono al Campo Ferrante de RofT, e Francefco Marti- '^^[^/"/^l^ jiengOjlVno General del Cannone gl'altro de'Caualli leggieri; fog^etti d'etaauanzata^edi prouetta efperienza, accio-| chccoH'oncra^ccol Coniclio correggeffero ipailitifucceffi.; iV'and anche il Principe d'Efte, come Gouernatore Genera-, ile delle genti d'Armi^non oilante, che il Duca Tuo Padre, per 'compiacerla gli Auftriaci^feueramente lo yictafse; e perche contra i Capi maggiori il Foro in Venetia , che ne' difcorfi :hd le lue armi, tanto pi acute, quanto latenti, inuehiua con qualche rimprouero , fu inuiato per Proueditore Generale dell* lArmi, con iuprema autorit Antonio Friuli Caualiere , e Projcuratorcj&al Barbarigo fu poco apprelfo permeifo di ritorjnare alla Patria. Giouanni Battifta Fofcarini , e Francefco Eriz.z.0 s'aggiunfero per Proueditori,accioche col Generale, e con la confulta de' Capi da Guerra della fomma delle cofe 'delibcraffcroj ma vano riufcendo il coniigho , f nons'accreIfceua la forza , raccolto celeramente il pi , che fi pot , di miJitie, li particolare d'oltramanne, s'efpedirono al Campo. Anco al Trautmcftorf, nell' aprire della nuoua Campagna., giunfero d'Vngheria mille fanti, dz egli col denaro di Spagna eii vnPveggimcnto ditte mile, oltre cinquecetito Corazie, che fotto BaldafTar Marradas inuiarono gli itefFi S ^agnuoli in aiuto di Ferdinando Per tanto , accrefciuto d' Animo con quelli, e con altri fuffidij , pafs di qua dal Lifonzo , -f^ft-'^t^ch,^ accampatofi a Lucinis , hebbe penfiero non folo di co- p^^o ^f^' prire Gradifca , ma Ai contender' a' Venetiani il polleffo qf^ddu j^'^^*'' della Campagna quefti grandemente tal difegno premeu perche ycniuano aftretti a ridurfi forco la muraglia di Palma in difcfa del proprio Paefc , onde pollo il negotio n.^'^^^'^^ confulta , fu rifoluto di tentare per ogni modo di lloggiar-! ddoglfar lo per forza. Dunque difpofto l'Efercito, Y attacco per hgit ^i^ii'^ pianura fu affegnato al Buglione con Itwiliani , e Corfi ;'-^'^^ ^ .^''^

&

*

&

.

A

,

quello

, ,

I

^4

DELL' HISTORIA VENHTA.

MDCX7[ quello de Colli, fcanlndo per la parte pi erta, dou'era il forte, a Camillo Treuifano, Proucditore della Caualleria Croata e Albanel, con gli oltramarini II Giuftiniano feguitaua col groff, per accorrere doue roccaloneportafTe, 6c il Barbjrigo, non ancora partito, (i trouaua pure neirEfercito, afiiftito da! Koffi il Trautmeftorf e dalMartinengo. Segu la marchia di notte,

&

mAuraft*

ir-

u,'^ndorefu

nenz.art-

fu trouato nel fuo allogiamento con cinquemila fanti, e mille cinquecento Caualli, da confidenza, e dirprerio, pichcdaguardia, da ripari munito. II Baglione, forpicfa qualche fentinella, entr nel Quartiere, occupando la porr d'vn gran Cortile > che fcruiua airingreilo, ma non trouata T altra , coperta dal (ito, e dalle tenebre, cosi pronramente , per penetrare pi oltre, heb bero gli Alemanni tempo d^armarla, e di ibitencrla . Allretto perci ad vicirney attacc d'altra parte, e penetr in qualche Trincea, ma horamai eifendo gli Arciducali fuegliati, e battendo il Cannone dal forte, trou braua refiftenza per tutto. Il Treuifa ^o fopra ColH haucua occupati dueridotti; ma, non fucceduto d'altra parte il tentatiuoprofperamente, fu dal Giuftiniano co* mandata la ritirata dopo due hore di pugna, nella quale con poche miline caderono alcuni Ofhtiaii d'entrambe le parti, e tra' Veneti in particolare Lucio Richieri, di cui fu compiantala morte, dal Senato decorata con teftimonij d'honore alla Cafa. Gli

&li

affalitori

Ne, ridottii al groHo , sfidarono a fuono di trombe mici^ mail Trautmeftorf, contento d'hauer vinto a cafo, equai

dormendo, nondi

forti,

ami

s'applic a meglio munire

il

Qiar-

tiere.

Varie fcaramuccie, e incuriioni feguirono poi reciproca-

Mortalitocca/otjsi-

poco momento, la pi confi Jcrabile elTcndo quella del Triuifano nel Canal di Ron^ina, eh' nel fertrem ir uel Friuli appreffj il Lilnz.o, con Sacco d'alcuni Villaggi , & afporto d preda. Antonio fuo fratello, giouane di gran coraggio, e d'altemente.

iperanze, in

taper gr caldo ne '

peri, da colpo cafuale trafitto mentre nell'otio del 'Quartiere venutele Mflitiealle mani, egli era

Menano mifcramente

[

accorfo per acquietarle. Mafbpragiuntaconecce/Iuo caloreTE^l: ro Cam ibtc, le Malarie ne gli Eferciti progredirono in modo , clie morendo follati, e Caalli, conucnnero amenduele parti trattencrii eh arren qualche tempo fopra la fola difefa . S applic lolamente a tabricade o'o"om^it tieli.

_

\w^^r'f,.

[re certi F^orti

j

gli

ArciducaU

akandono^ a_Fai^,^efideao-|"'

min

I

1^

LIBRO SECONDOdi

.

San Pietro, & i Veneti a Foggiano, per coprire il torio di Monfalcone, e f detto il Friuli. A quefto, ch'era oltre} il Lifonio, il Traiitmcflorfn'oppof altro poco difcofto, chiamato la Stella, &a Gradifca fecelauorare vn riuellino, che la Porta vecchia copriua. Queft'vltimo forte dauafaftidio a* Vene^ tiani, perche impedire poteua il difegno d* alloggiare fulCarfb , al quale mirauano, quando foflero invigorite le forze ^ onde fu

min

^^ TerriTMDcxvi

comandato a Francefco Giuftiniano con alquante compagnie di Corfi, & al Baglionc, con altre d'Albanefi, che tentaiiero con ifcalata occuparlo, ma furono da difenforirefpinti , cdalfoccorche fi fcopriua venir alle /palle, pcrfuafi a ritirarfi. Pofc-ada ogni parte s* applic a maggiori attentati. Doue il Friuli con la Carinthia con^'na, s'apre vna delle principali ftradc, che fcendano in Italia dall' Alemagna , e la Ponteba , Terra grofla, e di traf fico, ft diuif da vn Ponte, la parte di l, Imperiale chiamandofi, e la part^di qua, Veneta. Caminaua ficuro a benefitio cofo,

Ponteba^ e

fmftto,

fotto la tacita Fede, e buona corrifJDondenza tanto pi, che le terre vicine , Se la Ponteba mcdefima fono giuridittione del Vefcouo Bambergenfe. Sipropofe- perdi l ro gli Arciducali di penetrare improuifmente nel Friuli per quel- gtt ^rdla parte, fperando di faccheggiare molti luoghi, arriuar'a Gemo- 1^^"^^^ '^^ mi dall aitra parte tmprouif* ina, e forf giungere nel paeie pui aperto, inoltrandofi il Trautmeftorf, fare la fede dell' Armi nello Stato p^^^gg^o "'^^''"'^*' della Kepiiblica , diuidere almeno con incomodo, e confufione diftfa, e TEfercito. Indotto il Vefcouo a preftaru confenfo, calarono alla Ponteba quattrocento de* fuoi foldati, per munire il confine fuo,e fecondare l'imprefa. Con altri quattrocento diil

mune

commercio,

de' confinanti

&

h

Ferdinando fguit Guglielmo Smit, che forprefe la Ponteba Ve- dromfcon della Vonneta con gli habitanti, nella ficurez.za, e nel fonno fepolti. Su tebarene-t biro v'ali due forti, vnodi qua dal Fiume, da lui cuitodito, Tua^ *^""f altro di l, che confegn aBambergenil. Volcua paffare pi ol- fortifica, tre, afpcttando anco maggiori rinforzi, ma trou, che i Pae/niJ j^^/^''^^"" nue particolarmente quei di Venzcne, occupate le cime de*Monti, e|ia

L

I

B

O

TER

Z O.

119

difefe il Vipao 1'^?^^^;'' |Rubia con mille Ibldati, mun quel lito, Parue all' bora, che quefto picciolo Fiume, che doue termi- p/////^! na la monragna va a sboccar nel Lifonzo, diuenifle vn'Ocea- muo dt il Bofco vn muro di bronzo, tanto fu dura la refiftenno, T^l^lln

&

&

za, tanto impoffibile il guado. Da due parti con batterie fopra i monti quefto bofco fi laceraua , e da vn' altra di l dal Fiume alla Mniniz.za. Ma Gradifca era in quel mentre cinta, fmpercioche a Fara vn' altro Ponte, gittato da' Veneti, anco dalla parte fu])eriorc le chiudcua ogni paflb. Tuttauia Qpntra il corfo della ftagione, ch'era nel mefe di Giugno, diluuiando per quaranta giorni pioggie inceflanti, non folo patinano grandemente i foldati ne' Pofti, ma inondando il Vipao, e molto pi ilLifonzo, ambidue i Ponti l fciolfero, onde a feconda Q\ Fiume fopra Zattare qualche prouifione entr nella .,fenaftf piazza. Veramente parue, che il tempo voleffe del Medici ^'^.("^^^ endere pi inefcufabili le lunghezze, facendo conofcere quan- dlfca, to importi perdere del Ciel fercno, e della fortuna propitia

*

vn folo momento. Furono tuttauia i Ponti rifatti, ma fempre con molta lunghezza; onde il Trautmeftorf hebbe tempo di Il TrAHt raccogliere in Rubia Efercito, e megho munire il Vipao. ,,^,,^ ntefltrf fi (;;uefta fu l'yltima delle fue attioni,- perche trauagliaua egli .^^^/^?^' appunto a/Tftendo alla fabrica d'vn Riuellino, quando da col/^^f'^^''* """ pao. p d'Artiglieria, tirata dalle Trincere de'Venetiani , lacerato, lafci infelicemente la vita su '1 Campo. Hauea veramen1

^^

Paefe dell'Arciduca^ con gran cuore, ancorch con debolifTime forze. Perci i Venetiani il diedero a credere, che, come auuiene negl'improuifi accidenti di guerra, foffero per vacillare gli animila

te foftenuta la

guerra, e

difcfa del

e vcctjff.

delle Militie, e diuiderfi i fentimenti de' Capi. il Marradas , affunto fubito in f l'affoluto comando dell'Armi, nonlafci rifentire al

Ma

Il

May,

rAdiiisaffi4,

Auftriaco la perdita del Trautme- me il Cdftorf, ioftencndo con vguale coraggio, e forf con miglio- manda. re, e pi fpintofi condotta, la direttione di tutta la guerra. gli Olandefi riufci veramente occupare il Parco, e al'loggiarui y ma volendo poi penetrare nel Bofco cinto di , muraglia in quadrato, d'vn miglio incirca per ogni part^^ , curua per, e di iito inuguale , furono rifpinti . Gradilca^

Campo

A

dad(

,

noMDCXVII da

DELL' HIST^RIA VENETA'^

douero, non oftante ilfoccorfo, cominciaua a patire^^

onde \o Strafoldo, tentaua di farne vfcire g' inutili , ma laj moderna militia, non conofcendo altra laude, che dei vincere, furono da Veneti obligati a rientrare nella Piazxa. PurForte Stella calauano alcuni di notte al Fiume non oftante, che le guardie ne faceflero alle volte prigioni^ dai CO'ft tenue fouueguo . Veramente VorteStelt portando a gli alediati qualche ierui'iaquel Forte, come di Cittaddla allaPiaiia, ilNaffau sUianena eshibito d'occuparlo, quando gli fi refero gli altri j ma era da alcuni flato prodotto in contrario, cheferuifle quelPrefidic ad afiamarla pi prefto, oltre il dubbio, che tenendo migliori difefe, refifteffe alle batterie, e gli affilitori, mancando il terreno , conueniireroefporfidifcoperti alFoifefe. Ma l'efito comnrou, che il numero de* voti pi torto, cheli pefo delle ragioni preualfe. In quefte fiTttioni del Friuli pallarono fette mefi, ne' quali prima con gelofie , poi con hoftilit grauemente nell'Adiiatico ancora trauagli laRepublica. L'iTuna, Vice R di NapoH, non tanto raccoglieua militie per foccorrere il Milanefe , quanto s'haueua propo ^A^/jpropofto con le forze Naual di mole/tare i Venetiani, fapentraMadiar do, che non poteua pi nel vino colpirli, che col turbare il Dope r mare minio del Mare, infeftare il commercio, romoer' il traffico , ia KepH bltca ancorch con grane danno de' Sudditi ftefl del R, che teneuano colla Citt diVenetia opulenta negotio . Ad ogni modo ai ogni altro riguardo preferenall'efclamationi di tutti, do ci, che alla Republicaaireccare a')prenfione,difturbo5 arreca vna Natte rotta la ficurt dc'Po^ti haueua riprefagliatolaNaue di Pellegrino de'Roff, e bench fopra Imftania del Ambafciatorefc d'.f^fi. |do il bifogno a parte, a parte andaflero armando Q^^^^jf ved enrifolutiffimi alla difcfa

&

&

.

V

j

LIBRO TERZO.vedendo, chegli

121

Vfcocchi haueuano perduti molti de' loro MDCVXII nidi , gli allett a ricouerarfi nel Regno con Porto francOjC con premi/, quelli pi accarezzando, che a* Venetiani riufcinano maggiormente molefti. Prefero perci fotto il calore dital

protettione quei Ladri

nctia con me ci ^ailaua do iotto lo ftjndard) del

laNaueDoria, chedaCorfa Vecon altri Nanilij minori venden>

Vice

R publicamente

le

Sooglie;egli

e f beneli,

i

Gabe-]iv:ri de' Porti principali deltraffico

Regno efclamal'entrate Rea-

nano, che col

mancherebbero iDatij, e

m4-

^h magri^enfiu'''

fijronn dall'OHun-i minacciati della Forca, f pi ardiffero' oftentando defiderio di Pace, poi afficurati,' che non cosi quieto fitrouaffe ilRegno, che nuoua crifi non haueffe ad attendcrfi in breae, anzi promouendola conartiv con amicitie , e danari, e conia fponda d'alcuni Principali con tutto miniftri, che difmclinauano dall' ngerirfi nelle cofe d'Italia, ciogliSpa pinoli nm progredirono neH'affedioyene'loro difegni. Veramente jfu- tralafiiabito fedato il primo bollore de' Francefi , trafpar Fintentionc nodiprofd] gtiirefotto pili fecreta, di non lafciar perder' l Piemonte , ma di non Fer celli, romper con Spagna. Cosi tra l'apparenze, lemoffe, e gli of- gi vicivO fitij, Vercelli cadeua , perche erano horamai pi mezze lune a render/i occupate ,-i Napolitani col loro attacco sboccati nel follo teneuano nel Bailionedi Sant'Andrea la breccia aperta,- e verfo il Fiume altra pure n'haueuano formata i Valloni Il prefidio dalle fattioni , e da' difagi appariuagrandcmeiite diminuito, e per mancanza dipoluere s*haueuainfin conuenuto leuarla_j dalla mina fotto il Baftione predetto . NcfTuna efperienza , per ^^ C tir lo riiiutrodurne furtiuamente al Duca^ ben riufciua , onde applicato Johedaf. jalla forza, s'accoft al Campa nemico di notte, e (tendendo ,M^^ ^\ 'lungo la Sefia-noue mila fanti , -con mille quattrocento Caualli , ^//^gfl' edieci piccioH pezzi. Tre mila fanti, e quattrocento Caual-j wmz a^^ li erano deilinatr al foccorfo, e ftauano nella retroguardia i ''"' Francefi fotto il Marchefe d' Vrf il Signor di Chiglie, il, Baron di Rairan, e gl'Italiani, condotti dal Sergente maggiore del Marchefe di Calufo, e dal- Signor di Parella. QuanreH.t f^do il Duca fece dare all' Armi, in pi parti fi diuife la retro- prafaito jguardia predetta, e. fVrf paffua laSefia, incontrato da vn nel prijj-ir delU ''SeIgrofo di Caualleria 3 aftretto a combattere j.reft con perfta. jdita di feicento disfatto. Ma mentre a quefta parte acudiua[no gli Spagnuoli, entrarono mille huomini in Vercelli dairaltra, con qualche poluere , f bene non pari al bifogno. Non iper quefto fi rallent dal Toledo l'attaccoj anzi, con altri venti cannoni rinforzata la batteria al Baftione di Sant'Andrea, fece dare vn'altro afsalro cosi vigorofo, che gli riufci veder' nndcnfuoi foprala breccia alloggiati . All'hora la Piaz^za capitol, dofi finale abbracciando fotto honoreuoli patti ladeditione della Citt, mente a e Cittadella Dur:!' aifedio du.e mefi 3 fi fpararono feflantafette putti in Piana V. mila tiri d' Artiglieria , e vi morirono degli aggreffori fei mila\\

.

|

&

\

;

.

i

.

,

^34MDCXVII foldaci,

DELLHISTORIA YENETa

\Teme

d'

Gon feffantafette Capitani, oltre alcuai (oggetti d] Giouan Brano con grofTo Prefidio v'entr per Goucrconto. natore. U Marchefe di Calufo , che n'era vfcito, non oftanteil fauore del Padre 5 conuenne per qualche tempo sfuiggire la faccia irata del Duca , ma non effendo reo 5 che di mala fortuna, fu Il Duca da quefta nella priftina gratia ben prefo rimefso per apprendeua confeguenze-jdita fifentiua colpito nel vino , peggiori 5 temendo, che A-fti fofle dal Toledo aflalita, onde

&

rinfoT"SoccorJ

e per diuertirne ilpenfierOjC per moftrare coraggio nella cattiua fortuna , trouandofi con diciotto mila Fanti , e tre mila Caualli 5 affai confortato dal Dighieres , che , con affenfo del R

I

FrAHcefi,I

[

haueua condotte alquante Militie al alcune Truppe, che teneuano Tlnfegnc^ foldo del Duca, rifilued' entrare nel Milanefe Lafciatifi addietro AnReali , deliber d inohrarfi nel MiU- none, la Rocca, la Rocchetta, inueftiFelizano, doueda'Franvenuto dinuouoin Italia5

&

.

nefe,

cefi rotte

,

& aperte

le

baricate

5

e trincero

,

reftarono infieme

done conI'

felicit di

progred'fitt&mettefl

molte,

Terre

cinquecento Alemanni tagliati con priacquifto dinoue Bandiere . Indi affagionia degli Oifitiali, Terra aperta, doue alloggiauano altri trecenlitaQLi^attordici, to, lafciate TArmi furono aftretti a promettere di non militare pi contra Carlo Da Renfracore , che pure s'a^rrefe , fi lafcia.rono partire ducentoSuizzeri,coirArmi,&Infegne inhonore dellaNationejCon la quale haueua il Duca alleanza. Il Toledo, che nelPaffedio di Vercelli haueua ftancate, e diminuite le forze , teneua alF hora le Militie ripartite in pi luoghi a

con

gli habitanti mille

&

.

rinfrefco;

ma commoffo

dall'ardire del

Duca, ammafs

ia-*

b^jeMoli a

ricomfen-

far la perdita.

di Veralli/entit

I

xtHamen>te;

dalla

I

Re^nhlica

Soleri TEfercito . Soffri ad ogni modo , che Annone fotto i fuoi occhi cadeffe 5 luogo debole, ma prefidiato da due mila foldati, che, dopo vnabreue batteria di fei pezzi, vfcirono, faine le vite , e l'Armi . Cederono ancoaRoccad'Araffo,ela Rocchetta con fpoglio di cinquecento foldati QuefU fucceffi feruiuano a grande riputatione di Carlo, che fem ore fuperiore alle difgratie appariua ; ma effetto dello flrepito eri_, compcnfauano la perdita di minore il vantaggio , perche non Vercelli, non folo dal Duca, ma da* Venetiaai fentita nel viuo . Ad ogni modo per foftenere la grauic nel negotio , vguale alla coitanza degli animi , il Senato con affenfo del.

m

Duca.

.

LIBRO TERZO.Duca dopole iniiafioni

135

MDCXVIIj delFOlfuna , la preda delle Galee, e che ritrat la refa di Vercelli, riuoc i poteri al Grittidi ncgotiare in.- tx in Sf4' gna le neSpagna la Pace. Sopra quefto maneggio, per efpedir'a Ma> goiiatieni drid le facolt neceflarie, s'era l'Arciduca portato in Corte della Padeiriniperatore Marthias, &iuihaueua pretto, che in faccia ce, Imperatf' fua r Aiibafciatorc della Republica non affiftefic alleCappelrenyuQl Je., 6: all'altre funtioni , Ma Tlmperatore , non amando dalla ijn\)edtre Ammediatione trafcorrere apartialit^volle fempre continuarne bafciator Finuito. Premeua lo fteffo Arciduca nell'Animo altri maggioVenete le ri intcred , perche tutta la difcendenza di Maffimiiiano Secon- pHbliche do, f bene numero fa, mancando fenia pofterit , la fortuna AffiftLCt bench t'e-\ deir Imperio doueua nella Cafa di lui trafportarfi , Per quefto tatone dal a gli Spagnuoli ftringeuafi co* Vincoli pi confidenti , ed effi C jlrctdtt, appunto lopromoueuano con certa fperanza di ridurre allo- cacheflrin^ ro arbitrio l'Imperio , quando in Ferdinando cadeffe Alber- g fi femto , e Madimiliano Arciduchi, Fratelli di Cefare , mancando di pre ptal' prole , gli cederono facilmente le loro pretenfioni, e fperanze, la Sfa* gnatmedi. ma non era facile indurui Matthias, che mal fentiua il difcorfo tando per di celebrarglifi ( viuendo ) i Funerali airautorit,&al coman- opera tiel.I

j

'

'

\

li'

'

.

j

.

j'

do Gli s'infinu tuttauia la ceflione del folo titolo di R di UflefJaU fiicceffions Bohcmia , a diuertimento di quegli accidenti , che alla Reli- all' Impegione, e alla Cafa, foprauenendo la morte d lui, poteuano ri, neir Interregno temerfi ; perche, non cffendo ben certo, s*elcttiuo fofle, hereditario, poteuano commuouerfi gli Animi, aflai pronti de' Popoli j e f nell'altrui mani cadelTe , in Principe Proteftante,portaua TElettione medefima d'Imperatore gran rifchio nella parit de gli altri fei Elettori, diuifi tra i Cattolici, egli Heretici ftefli. A cosi gagliardi motiui lafci Ce- Da Cefare eflarque ili fare finalmente indurfi amagli Spagnuoli, f bene con ogni ferTitolo di\ uore tendeuano all'efaltatione di Ferdinando , non lafciauano R di BgJ tuttauia i loro vantaggi d vifta j impercioche, parendo necef- hemia, richieden\ fario laflenfo del R Filippo, nato d'Anna, Figliuola diMaf- dsne gli fimiliano fecondo , richiedeuano per preftarlo grandillime ri- Spagnuoli compenfe A tal titolo fi diuulgaua , che le Terre delUftria per accoHfemirloi farebbero loro cedute, colla Contea diGoritia,ecoldipi, gran ricoche l'Arciduca poffedeua in Italia ; ma ci non miraua,che pen/e. a^jar gelofia a Venetiani , f bene in effet to tutta la Prouin.

.

I

4

eia

, ,

1^6MDCXVII eia f

deli;historia veneta

ne eommoueiui, per dubbio d'effcre ftretta in Terra e in Mare tra Fortiflmi ceppi. In fecreto poi tra TArciducanchiu^ca, ti Conte d'Ognate fu ftipulato l'accordo, che contene-

tamenuh ua la ccffione di Filippo delle ragioni fue fopragli Stati HeTM/r/?f(?.'reditarij di Grifoni, y

cinquemila Scudi, Difficilmente fidifcerneua, f in quefti patti fofTe ftata maggiore la violenza del Feria, la Yt de gli Ambafciatori , efcufabili folo in difponere della Libert, e delcon approftattonede'

ccmuni.

pi in loro potere. N i Comuni ardirono repugnarui, ma conuocati in Ilantz, fubornati dal timore, e dalla forza, ancorch incontrario proteftaffero i Miniftri Francefi, gli approuarono in tutte le parti . I Venetiani

Dominio, che non erano

onde i Venetianichianos'

Apparec-

fermando Adansfelt al fer.uitto.

pefodi redimere la hber, s' inuiluppauano ne trattati ma,ofieruando gli accidenti, e l'efito delle cofe, fi premuniuano con grandi apparati 5 onde il nome del Mansfelt, effendo celebre per l'ardire , e perlenumerofeMilitie, che lo feguiuano, l'accordarono con titolo di Generale d'01tramontani,e con annuo ftipendio di dodici mila Ducati, ancorch nonfoffe in attuale feruitio, ma con obligatione d portaruifi, quando lo chiedeflc l'vrgenza, fino con venticinque mila fanti, e cinque mila Caualh, che, pagati dalla Republica , doue/fero da lui condurfi per quei pa/Ti, e in quei luoghi, che fecondo l'opportunital

non voleuano

t de' Grifoni

foli foccombere mentre 1 Francefi

foffero concertati.tia,e

Ci feruiua come a deposito d'agguerita milidaccreditatifTimoCapo, per far diueriione, mentre, oppreflalaRhc-

LIBROla

CLV

I

NT

O.

235

Auftriaci la Rcpu- MDcxxn bica inuafa. Ma i fuccefl de' Grifoni prefero nuouo afpetto, ancorch non dureuole 5 come fuole accadere, tanto dalla vio- ale mi de* Comuni lenza indifcreta di chi opprime, quanto dalla fconfigliata li- della R/ft' cenza dVn Popolo, che fifolleua. Non potendo pi fofFerire tia taglia^ al furore n0 a pezzi la propria miferia, tumultuarono alcuni Comuni,

Rhetia5&

efclufi

i

foccorfi, fofle

dagK

&(

ogn*arme fcruendo)conbaftoni,econ fafli trucidarono iPredij de gli Auftriaci* In Sciers , doue fu il primo moto, centode' quali, rinforzatialtri trecento, con Tarmi Miolans, nVccifero pi numerofa partita. Al pafTo importante dello Steich verfo ilTirolo lafciari feicento huomini a guardia, gli altri auuiatifi a Maianfelt,& a Coir, diedero tale fomento a quegli habitan-

ij

Prefidi)

jiuflrtaci,

fanti reftarono tagliati,i

& in Grus

'

inoltrati'

,

folleuati a

dofi concifiont.

ve

ti,che collrinferorenderfifoldati

le

poco dopo

guarnigioni a ferrarfi ne' Camelli, con obligatione di rimettere libert

m

&

a

eforprefe.

al-

cuni Grifoni, che fi trouauano nelTirolo arredati. Trecento , ch'erano a Caftels , offeriuano di renderfi, falua la vita^ ma quei Popoli non vollero dar loro altri patti , che della ven[detta, tagliandoli a pezzi. Tentarono quei delTirolodi ricuIperare lo Steich, ma ributtati fi trincierarono in numero di feicento, vicino a quel pofto, altri da pi luoghi della Rhetia_^, dou erano a Prefidio, fortendo s' vnirono, per tener la Cam-

pagna, ma foprafatti per la peritiade'fiti da quei del Paefe, conuennero cedere, e ritirarfi condanno. A cosiprofperi principi), promofl da quel furore, che fuggeriua lo fpiritodi Libert, comparuero gli efuh5& ancorch il Feria impiegaffed'offitio, affinch gliSuizzeri Cattolici chiudeffero rinforzacerti paffi, che fono tra alcuni Cantoni di promifcuo domi- ti dagli

ogni fortenio,i

Proteftanti inuiarono fcopertamente foccorfi. Set Vcnetiani , perfuafi dall'Ambafciatore Francefe, con pi cautela

Stiizze^'i

ProteJAti.

fommmiftrarono qualche danaro, accioche d'armi, e di mimitioni fi prouedeffero . A tanto tumulto il Feria non applic altro riparo, che di ben munire i luoghi occupati; poi,hauendo .efperimentato pi volte i vantaggi del negotio,e del tempo, Jcredeua che la moltitudine, f bene con la forza preualeua, in fine a tratti d'ingegno facilmente doueffefoccombere. Infinu dunque vna fofpenfione d'Armi coirArciduca, il Ghe ffier,,

onde ti Ferta attende a farriftcarl'

occupato.tiftni'.a-

dovn t^egtiii

con t

Arcaica

fauo-

,

^^6

DELUHISTORIA VENETA

MDCxxiiJfauorendoIa,

non ancora lortito da quel Paefe, doueTTIiioi erano ftati pi volte fatali . Da alcuni partiali firparpeiia 'fenfi nel volgo , e nelle radunanze, doue i Popolari trionfauano con vari) difcorfi delle proprie prodezze, e della riacquiftatahausrfi da^to a ba^flanza ni [angue , alle ^eruantico njalor della, "MJoetia efer gloriofa?7jente rifurto da-W ignominia , e dalla fcruitk . Goder tutti con ap-plaufo la Gloria , e la

da alcuni. libert dette .

V

,

Horama

^

Liberta , con tanto merito -procacciata da -pochi . Ni? pik conppicuo a gli efieri , ne piU tremendo a micini poterji rendere 'vn Popolo , che col ridurre al pentimento Principi grandi , ^s^ indurli a giufii par^titi,

Nora, per adirli, e perj

accordarliil

,

ejfer neceffaria

"vnahreuifle

[ima tregua

che fedi alquanto

bollore degli

Animi, fofpenda.

Ifiercz^ dell'Armi, diuertifca gli accidenti , che potriano con preo-iuditio irritare gli affetti ,0 condanno alterare le cofe Conuenirfi ancora riordinar il gouerno , cotanto dalle pajfate commotioni confufo

E

i midiori fi and fep arati i Comuni, Compatrioti coWarmi alla mano di[per in pik pofii di che dunque fi temer[l efier horamai [cacciati gli Aufiriaci , ricuperata la Liber-

come poter

ci efeguirjt,

^

ta//

^

ne poterft

pi, oltre

pretendere

,

che di conferuarla con buoni or^,

dini y e con rimetter gli antichi Inftitutt

Perfiuaderla

l'Autunno,^

l

Ferno imminente

gione ,e dalla fede.

ma douer ejfier doppiamente ftcura dalla fio La propofia deriuar da Nemici ma ejfier ap^,

'

prouata dagli Amici.

i COTuhtt

'ita

da

Uru

Framefi Non dalla Pace l'infidie , Non tendere il di[egno degli Aufiriaci, che a traponer ^na remora aWArmi, Hauer a molte pr urne conoficiutoin

me defimi e creduta opportuna dal Aiinftro mancauano alcuni d' auuertirli a difcernere_>

Campagna

in fuper abile il potendo giauano gli Eferciti del Tilli, del Cordona, e di Leopoldo^e!^.^''''^'^'^ ^''''^'^' riflettendo ne gli Vgonotti mantenerfi vna fattione lacera pi tofto , che vno ftabile Principato , deliber di portarli in_. delle qit* Olanda. Conueniua per tenerne occulto il penfiero, in- ^^ j' imali gannar molti con varia fama, e con marchie diuerfe, come'^^^ al gli riufci 5 impercioche, hauendo con grande artifitio di/arma- j^'*'^'^''' to il l>uca di Lorena 5 che ogn'altra cofa attendeua, d'impro-j info s'intern ne' fuoi Stati, in vendetta d'hauergli l'imprefa di Zauerna Iturbata, v'apport si gran confufione , e fpauento aprda/ri con acerbidimi danni , che fu aftretto il Duca a permettergliTp'^^'^ per paflb, fornirgli viueri, &: incitarlo a sfogare altroue quella^ '^V'""" mihtare procella. N il Conte manc ^ perchc,fatiatainLo-i rena la licenza delle fue foldatefche , entr ne' Vefcouati di Verdun, e di Metz con tale apprenfionc delle vicine Prouincie^, t^tJ.A^' che Parigi medefimo trepid , mentre il R per la guerra dep" ^^'^ gh Vgonotti fi trouaua lontano. Il Duca di Niuers, Goaercon pr natore della Sciampagna, con ogni Ibrte di allettamenti, e r^;tffivnl promefle procur di fermarlo, egli veramente, trattene quel- ferrtia-o dal Du a [e licenze 3 eh' ad vn'Efercito, che no n finudnua,che di ra1

itjchi

m

"^

&

&

'''

&

di NiHers.

i

Q^, 2

pine

I

2 J^-44_MDCXXir pine,

le hoftilt "ad , potere. Penetraiia per tanto la paura nelle Pfounciedi ogni Fiandra, contra le quali horamai fi fcorgeua diretta la mar-

DELUHISTORIA ^ era inneceffit permettere VENE TA rifparmidi

2]~

chia, e l'Infanta con non minore follecitudine procuraua d* allontanarla , inuiando fin'aPont*a Moufon il DucadiBornoecoobU uilIe,Ghc conlarghiffiime offerte Io perfuadeffe a diuertirfi altiomuftta tioiii tenta todaii'/n^ltrovLC; a paflare fotto llnfegne di Spagna. Veramente riuff^'^^'jfrfcmz mirabile, che vn'Efercito collettitio, e Mercenario fent* Principi, fenta ricouero di Dominio, profugo d* /4 fi4.Aufpicij di -'''dra. Alemagna , dopo hauerla fcorfa , e deuaftata in gran parte,fot f hora il flagello della Lorena , il timor della Francia, il terror della Fiandra , pagato da molti , pregato da tutti , e defiderato in ogni parte con ardenti/limi voti. Ma, mentre quella furia dell'Armi in tante parti , deuaftaua , minacciaua , s*in^j^^'^'^'^itrufe nelle vifcere di lei la difcordia, Separando per grani dif^

rAlberftat,che lollecitato dal Duca diBuglion,inchinaua a {occorrere gli Vgonotti . Poco manc, che le milito-j, fecondo le gare de' Capi, anco tra loro ftefle difcordi,nonfi trucidaffero infieme, e con armi inteftinc efpiaffero il delitto , e gli eccedi fin'airhora commefl. Ma finalmente, riconofcendo nella difunione l'eccidio, e comprendendo , che le lufinghe , e le propofte del Niuers col guadagnar tempo, haueuano (eruito per armar la Frontiera a fegno di valida refiftenza , fi wafidA pacificarono infieme i Comandanti , e le truppe , e lafciato couff. me in depofito fotto la fede del Gouernatore della Piazza il Cannone nel Borgo di Mouffon , arfe molte Carrette, per metpro/gtie tere numero maggiore di gente a Cauallo, con celerit contamino. tinu la fua marchia. Appunto fi rendeua neceffiirio affrettarla, perche il Cordoua,folIecitato nonfolo dall'Infanta^, ma ancora da'Francefi, era giunto ad uoij nelLutzemburg,perfercZ 'IgtiftiattyMtit.fategli dal,

attrauerfargli la fl:rada,con forze per inferiori, non trapaffando dieci mila a piedi, e cinque mila a Cauallo^

ondo

(e

Alilitie

le.

ne' primi incontri dalla Caualleria del Mansfelt, chebaldanzofa fcorreua il Paefe, rileu qualche colpo Ma , prefto^rinforzato dal Colonnello Verdugo , che lo Spinola, fenz' abbandonare raffedio di Berp;opzoom , inai a fuo foccorfo (poftefi l'Armi inbilancia)h riftrinferofcambieuolmente i vi.

uen.

LIBROucri5

CLV

I

NT

O.

245

e la marchia in tal modo , che non pi poteuano sfuggirei ^^P^^'"' la battaglia. Dunque aFleurij nella Proumcia d'Enaut f la_.Le^ ,coi principali^^^^/^^^; prefentarono . Il Mansfelt, conuocati iCapi, Patria, e dal ri-W^^.^t' per incoraggiarli, parl. Se deir^Efercito bop} chan tratto -per tante Prouincie , tra infiniti -pericoli la gloria ,\fiim^iCQ.

&

ddU

cene rappre finta in quefla Campagna ^na\wandami me& abbondante Noi vindici della Liberta deW Europa ; Noi pro-\ uocatori de' Principi grandi ; Noi fprezj^tori de* patimenti y e de*\ feguitiamo per ogni clima la (iella della Aiilitare Fortuna rifchi Salili fin qua ^'ho io condotti coli' ingegno , e con la fior za tra gli odij de' Potentati maggiori , tra l' infidie di molti trattati, tra lefiauci Hora alle 'vofre deftre rimetto il recante Ecdi tanti fcreiti quel Capo da noi in Alemagna in tant* co il Cordona ci attende incontri delufo ; quell' Efercito nel Palatinato ^into e fiugato piU 'volte. Hora carico delle fipoglie di quel Paefie infelice pare, che f habbia per noi raccolte , perche noftre faranno f fapremo comAda che dico d' 'vn Armata , h d' e f 'vorremo sincere battere ^n Paefe le fpoglie f ci remeranno in preda le piU ricche , le piki

^

prcmij

,

l'occajtone.

,

.

.

.

,

,

,

,

,

.

,

copiofc Prouincie d' Europa

Tutte

le

obbedienti alla

Spagna

ci ri-

mangono cfpofle i ^artieri con la-,

ripofieremo le noftre ft anche zje ne' pik abbondanti gloria prefiente confioleremo le memorie de' pericoli

arricchirono la fteffa pouerta con l'opulente , e contributioni d ampi , e fiertiliffemi Stati . Dunque gli Olandefi ci manterranno i premij promeffii., gli Spagnuoli ci reft eranno in preda, ii:^ a fiaccorft,

co

,

Io

,

'voHro Generale nel nome

,

fion n' difiagi

compagno

,

ne"

cimenti faldato i ion mi rifiparmiero in qu-eft^ incontro opereranno d accordo il cuore , la 'voce , la mano Altra parte della Vittoria per me non pretendo , che la fiama , il merito , perche ad atro.

^

non afpiro ,fe non che la morte medefitma, che nel fiuo fieno raccoglie l'obliuione di tutto, mi lafici fiopra il fepolcro ^vna ricordanza di gloria Farei torto al ^vofiro coraggio ,fie 'v'addicafifit oltre opulentifi.

,

\fimi premi]

la neceffitta del combattere. "Ben 'voi lo ficorgete^che , \ftamo cinti da tutte le parti nel centro de' Paefit nemici , Doue potiamo hauere , la ritirata fitcura \ // ricoucro certo fienz^ Stati, fien!

zji

danari y in quefio filo Efiercito5

,

e nelle deftre

habbiamo,

i

l^e,

gni

e

i

Theforid'

Jpauento

Hora armati fitamo il flagello de' Princpi lo Europa ; 7//: in Bohemia fi praticaua 5 molti compatiuano alle calamita up.'r:or % ne nP-ft, del Palatino, air innocenza de* Figli 5 e non pochi precen- tonoi -^ro-] deuano di participare dello fpoglio Ma T oppofitione pi teff un autoreuole dagli Spagnuoli nafceua, che, irritati per T oc- e v' o/hi-^ no%liS.a-^ cupationc fatta dall' Armi del Bauaro d'yna parte del Bafso gii oliui dii\

&

/' 'e

.

li .

I

:

-

Pala-

,

2 52Mi>cxxiii

DELUHISTORIA VEN ETA

Palatinato, fcopertamente s*opponeuano airintentione di Fer^ dinando , e col pretefto , che non compiefle offendere cos apertamente il R d'Inghilterra , e con ragioni, che non coniieniffe tanto innalzare chi vn giorno potrebbe contendere a g' Auftriaci jfleffi l'Imperio ; ma che, douendofi foftenere queiVInueftitur^ coirArmi 5 era meglio venire agli eftremi, e conferendolo ad alcuno de' propri; congiunti aggrandire convn

^

Cefare, ar^hdando a ricuperare il J^^^^^^I fiio 5 e a trattenere quei d'amendue le Religioni , efped alSafrareie0 fonc Carlo Arciduca , Fratello fuo , a perfuaderlo , e placarlo, fcoitK' Se in Spagna Religiofi , per rapprefentare gli efficaci motiui, da' quali indotto fi trouaua, e quaf sforzato a rifoluere. Accadde in quello punto il viaggio improuifo di Carlo , Principe^:

voto Elettorale

la

Cafa

.

Ma

d'Inghilterra 5 alla Corte di Spagna, che rapi in ammiratione l'Europa , dubbiofa f foffe ftato maggiore l'artificio dei^'^^^ parte in follecitarlo dell'altra la facilit in efeguirlo. T^JIdid In. Madrid per lo R Giacomo rifiedeua Ambafciatore il [lr Icclf \/arft. Digbij 5 tanto inuaghito di tale maneggio , che prefummen[Priftcipe

\d' ffighU-

,

,

ampiflimi premij a mifura del defiderio , e del^ proprio intereffe , ne rapprefentaua di continuo faciht, e ficurezza . Il progetto verfaua in promeife per l'vna parte di rimettere il Palatino negli Stati, e nel Voto, in conniuenza dall'altra, anzi in fomento per opprimere le prouincie vnite d'Olanda. In Londra pel Cattolico fi ritrouaua il Conte di Gondomar, che con acutezza ftupenda d' ingegno conf fteffo,

done a

&

modo il ferio col giuoco , che non facilmente fi difcerneua, quando negotiaffe, quando fcherzaffe Eghhaueua marauigliofamente rapito l'animo del R, e l'inchnatione del Principe j onde, infinuatofi nelle fperanze, e nel geniofondeuadi.

d'ambiducjcon motti tronchi, e con facete propofte gl'inciuff da douero a rifoluere, che Carlo medefimo incognito fi portaffe d' improuifo a Madrid, per conchiudere il Matrimonio e condurre a Londra la Spofi Dunque con fonimo filentio.

attrauers fconcfciuto per le Pofte la_^ , Francia, accompagnato da pochiffimi altri, che dal Bocchingam, direttore ditale maneggio , e che con infolito efempioil

partitofi

Principe

godeua vguale fauore appreT__^

il

Regnante,

6^

il

Principe^fucj

LIBROI

C

LVINTO.

isr

che poche rifolutioni fi raccontano itrepi- ^^oTfup^yl tofcal pari di quefta. De* Principi chi s'affifaua con maraui- rodttma l'Europa A glia, chi s'adombraua con gelofiajdifcorrcuano i popoli, e ne Imormorauano pi di tutti gl'Inglefi; l'vnico Figlio del R, ^'opllftlf. iTHerede del Regno az:7.ardarfi al camino, portarfi oftaggio'^, pi to/^o, che Spofo ad vna Corte emula diRehgione, e di Si^to^ ad impetrare fupplicheuolmente la moglie. La magfucceflfore. Forf,

gior parte non volcua lalciarfi perfuadere,chenonfoffeil negotio conchiufo ^ perci fi faceuano molti difcorfi di pi fecrete alleanze , e le temeuano i Proteftanti j anzi con vguali fofpctti le apprendeuano alcuni de' Cattolici ftefl, ilBauaroj feminmin particolare dubbiofo,che gli Stati, e la Dignit, afauorej^o/'f^^^^del Matrimonio, fi rendelTero a Federico, e la Francia ingelo-! '^f//^^'** ttmort, fitajchcjfe a gli AuftriacilaGran Brettagna adherifie , refiaffe feni' equilibrio la loro potenza in Europa. In Inghilterra gh Heretici temeuano, che il R, inchinato a mutare credenza, per effettuarlo con maggior ficurezza, volefie appoggiarfi alle forze , e all'ombre de' Principi grandi, e gioiuano i Cattolici, da tali Nozze fperando alle confcienze libert, e ficurezza alle vite. In Ratisbona,doueia Dieta era congregata, pretendeua f Ambafciatore di Spagna, che, fenza difponere dell'Elet- imperato^ torato, l'Imperatore attendefie almeno l'efito di quefto viag- ^i^.^^f^^' i Bauari con in-l Rmsbona gio , e di s grand' emergente j ma i Pontificij, inceflanti premure lo fringeuano a dichiararfi, e finire ccnfenfce folite, il negotio . Dunque, non oftante, che la maggior parte dell'Imj.^foatBA perio fentiffe, a Cefare folo non competere in affare di tant'im-j naro

&

&

I

\

\

,

l'autorit difpoghar' vn' Elettore, a fuo arbitrio fceglierne vn'altro, Ferdinando, chiamati gfi Ecclefiaftici a_. jparte , e qualch' altro de' Principali Miniftri, efpreife loro la rifolutione fua , non chiedendo configlio 5 ma dimoftrando ,

portanza

&

Nonrio,

-poterji

dignite

s

grane

,

che partecipa delle cure dell'Impe.

tenere lungo,

tempo

*i.>acayite.

Indegno renderfcne Federico conil

la ribellione

tant altre colpe

JlderitarU altrettantola piet,

"Bauaro,

,

Ch'era della

Cafa mcdejtma Falatinu, per,

c^ iferuitij

all'

De' Pretendenti tra quali era il Duca di Neo'^hurgo dello flipite Ile([oy non poterji per hora ejjendo lontani ^ le ragioni difcutcre ma rimetterle ad altra Dieta In que^o mentre.Imperio prefiati.,.

con

254hiDc

DELL'HISTORIA VENETAautorit,fuoi Predeceffori efercitata in ftmili cafi affimi liano della Dignit Elettorale Alcuni con.

xxui\^o^fi irefi

l'

da

,

inue-^

Af

applau-

approuarono, altri con filentio sforzatamenreadherirono, in vano ruminando di rifentirfene i Proteftanti^ perche la potenza di Ferdinando, eia felicit dell'Armi Cattoliche coartauano le volont de'partiali, abbaflauano niente meno i penfieri de'contumaci. Il Bauaro, non cosi tolto confeguito l'intento, cominci a diuifare i modi, per confruare la dignit dall'arti di confguirla diuerfi, e fmpre memore della geiolia^ e dell' oppoiitione de gli Spagnuoli , cerc nuoui Preldij con-

&

rinuidia, e la forza. In Francia inuiaua frequenti, e fecremedi, per appoggiarli a quella Corona, eshibirfi parfiltfi!'}^^'^'^^ ,th\t a' fuoi Vantaggi, intere/Iij perche credeua, che al Parruvrren do ^g'-eta i\i^ ^ emulo degli Auftriaci, compieffe, ch'egli reftafle al pof^^' luoghi , al Rheno occupati, per impedire a gli SpaTrUm^a! S^^^ ,gnuoli l'internarli tanto nell* Imperio j onde, non fi fiaccando jnell'vnione dell'Armi da Ferdinando, col negotio nuoue, fornire viueri, appreftamentij e Cannoni* Il Duca Carlo era poi defiderato parti ale pel corrag^ioj e riputatione fua, pe'l iitodc gli Stati , oltre T vtilit di leuarlo all'altro partito, ben fapendofi, che non hauercbbe fofferto d' otiofi mente mirare vna guerra vicina fnz adherir* ad alcunch cauarne profitto. Dunque fu ftabilito, Che duraffe due anni la Lega, h quel piUy che ricercaffe il hifogno , -per far reftituir r occupato nella Valtellina e ne Grifoni diuifandofi di formar 'vn Corpo d' Armata di trenta in quade' Venetiani,

che

foli

>

>

mila a Cauallo , queji con 'vn terzo per ogn 'vno de' Principi 'vniti gtu(a portione ripartiti ma di quelli aj^egnandofene quindici in diciotto mila alla Francia, otto mila a Sauoia da racdieci in dodici mila alla 2{epuUica , e fpingergli alle proprie Frontiere * D^' cogliergli quanto prima pik 'vicini doueua fornrfiH Cannone a fpefe comuni ^ fecondo il compartimento delle forze Si concert in oltre Di procurare dal Alansfelt "vna diuerftone a gli Auflriaci , dandoglift trecento mila feudi per anno la meta della Francia // rimanente per dueranta mila huomini a piedij

,

e di fei

^

,

.

,

,

terzi dalla 2(eptit?lica

,

^

,

il

foprauanzo da Sauoia*

Nel

cafo d'

inuaftone

,

doueua,

delle genti

in aiuto dell' affa lito inuarft da gli altri alle quali il trattato obligaua , e non t'olendo^

lametai

ColleLHePteiiuy imu,

gati far apparire , che dejidcrio di Pace e di fola difefa^ rimetteuano ad altro trattato diuifar de gli acquifli^ quando ( sforzatiall'

f f

) accadejfe di

farne

.

entrar' in queft' alleanza;ta

ma,

Gli Suizzeri furono inuitati ad preucnuti in vna particolare Die-

tata non v^adherifce.

i Cattolici da gli offiti) del Nurtio^ e dell' Ambafciarore di Spagna, apportarono n?lla gene; ale di tutto il corpo Heluetico tante difficult, che, f bene alcuni conofceuano trattarfi di loro importante inrereifc, ad oc^nl modo nelle foh'te dilationi

Sauoiaper1 10

ferrti-

delle Li

ueafJe^na-\tele,

lafciarono cadere il prog tto. cosi tolto fu il trattato conchiufoj che il Duca Carlo, alla liberalit della Republica auuez'loj

Non

chcA

dedatiarojalla RefH' hi tea.)

la ric erc

con

eificaciffime iilanze per

mezzo

del

Marchefedi

.

DELL* 5^ r tefce , Chiefa, dolendoli deli' inopportuno difpendio, ma non tro// qii4(L^ sforzata. uaua la via di fortirne, fortemente ftrettoli dal Lodouifio il minte fi nodo del negotio , e del decoro 5 che , f bene Vi bano per trotiAwm.^ gl'impieghi hauuti apprefb quella Corona , fi crcdcua in^^ Irippatone tmps- chinato alla Francia, e quafi partiale, conueniua.nondiiTie-'