HABITAT E SPECIE AL LAGO TRASIMENO

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Venanzoni R., Gigante D., Montagnoli L., Frattegiani M. (Eds.), 2006. Habitat e Specie della Direttiva 92/43/CEE ed altri aspetti di rilevanza naturalistica al Lago Trasimeno. Perugia. AP&elle, 96 pp.

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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PERUGIA

HABITAT E SPECIE DELLA DIRETTIVA 92/43/CEEED ALTRI ASPETTI DI RILEVANZA NATURALISTICA AL LAGO TRASIMENO

a cura di Venanzoni R., Gigante D., Montagnoli L., Frattegiani M.PROGETTO LIFE NATURA Ripristino habitat e conservazione ardeidi sul Lago Trasimeno LIFE02NAT/IT/8556

Composizione e impaginazione a cura di Gigante D. e Venanzoni R. presso il Dip. Biologia vegetale e Biotecnologie agroambientali e zootecniche dellUniversit degli Studi di Perugia. Progetto grafico della copertina e stampa a cura di AP&elle s.r.l. Autori: aspetti floristico-vegetazionali: Gigante D., Venanzoni R. (con la collaborazione di Apruzzese A., Brunelli M., Ficola M., Maneli F., Pedini A., Pimpinelli S., Rotondi M., Segantini F., ); aspetti faunistici: Carletti S., Chiappini M., Muzzatti M., Spilinga C., Velatta F. (con la collaborazione di Bencivenga G., Cucchia L., Lancioni T., Lancioni H., Lombardi G., Montefameglio M., Paci A.M., Romano C.). Le foto sono di Brunelli M., Gigante D. e Venanzoni R. Finito di stampare nel mese di febbraio 2006

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Per una buona politica del territorio, non sono sufficienti le leggi di tutela ambientale se parallelamente non intervengono iniziative di educazione dellambiente basate su una conoscenza tecnico-scientifica del patrimonio ambientale su cui i regolamenti si applicano. Questa pubblicazione, avente per argomento gli habitat e le specie della Direttiva 92/43/CEE ed altri aspetti di rilevanza naturalistica presenti al Lago Trasimeno, stata curata dagli esperti che, oltre a svolgere da anni indagini floristicovegetazionali e faunistiche allinterno del territorio considerato, hanno direttamente preso parte alle attivit di monitoraggio nellambito del Progetto Life Natura Ripristino habitat e conservazioni ardeidi sul Lago Trasimeno LIFE02NAT/IT/8556 coordinato dalla Comunit Montana associazione dei Comuni TrasimenoMedio Tevere.

P

Il Presidente Comunit Montana Associazione dei Comuni Trasimeno-Medio Tevere

Massimo Bianchi

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uesta pubblicazione uno principali prodotti divulgativi realizzati allinterno del progetto Life Natura Ripristino habitat e conservazione ardeidi sul Lago Trasimeno. Le informazioni scaturiscono dal lavoro dellUniversit degli Studi Dipartimento di Biologia vegetale e dallattivit di monitoraggio realizzato nellambito del progetto. Lampia ed articolata presentazione degli habitat e delle specie vegetali e faunistiche, presenti allinterno della ZPS con particolare riguardo a quelle di interesse comunitario, rappresenta un utile strumento conoscitivo per le successive fasi di predisposizione dei piani di gestione delle aree della Rete Natura 2000. In qualit di responsabile del progetto LIFE Natura e di responsabile delle attivit di monitoraggio vogliamo esprimere il nostro sincero apprezzamento per il lavoro svolto da tutti gli operatori che hanno collaborato ai monitoraggi ed alla stesura di questo lavoro. Allinterno della pubblicazione sono segnalati tutti gli habitat di interesse comunitario di cui allallegato I della direttiva Habitat, tutte le specie animali e vegetali dellallegato II e le specie ornitiche dellAllegato I Direttiva Uccelli. Si ricorda che il progetto Life Natura Ripristino Habitat e conservazione ardeidi sul Lago Trasimeno ha come obiettivi principali la realizzazione di boschi igrofili ripariali e di bacini di alimentazione per gli ardeidi. Le opere sono state eseguite in localit Castiglione del Lago zona ex aeroporto e Magione zone di S. Arcangelo ed Oasi La Valle. Per ulteriori informazioni sulle attivit e le caratteristiche del progetto possibile consultare il sito internet www.lifenaturatrasimeno.it, visitare lOasi

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La Valle (tel. 075 8476007), contattare la Comunit Montana Associazione dei Comuni Trasimeno-Medio Tevere (tel. 075 847411 - fax 075 8474120), anche per ricevere altre pubblicazioni e brochure legate al progetto LIFE Natura. Limportanza della conoscenza tecnico scientifica del patrimonio naturale da parte degli Enti locali fornisce una buona base di partenza per attivare politiche di salvaguardia, conservazione e progettazione sostenibile del territorio. La presentazione di dati scientifici in chiave didattico-divulgativa permette la conoscenza delle risorse naturali da parte di tutti e non solo dagli addetti ai lavori: questo pu solo favorire la comprensione dellimportanza della conservazione del patrimonio ambientale e la formazione di una coscienza di rispetto e di uso sostenibile delle risorse. Louis Montagnoli - Responsabile del Progetto Life Natura Mauro Frattegiani Responsabile attivit di monitoraggio Legambiente Umbria

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1. AREA DI STUDIO (Chiappini M., Gigante D., Muzzatti M., Velatta F.) ........................... 9 1.1. IDROGRAFIA ....................................................................................................................... 9 1.2. CLIMA ............................................................................................................................ 10 1.3. GEOLOGIA ....................................................................................................................... 11 1.4. USO DEL SUOLO ............................................................................................................... 11

2. HABITAT DELLALLEGATO I DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE ED ALTRE TIPOLOGIE DI HABITAT PRESENTI (Venanzoni R., Gigante D.) ................................ 14 2.1. INTRODUZIONE ................................................................................................................. 14 2.2. HABITAT DELLALLEGATO I DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE PRESENTI NEL SITO ...................... 16 2.2.1. Habitat 3140: Acque oligomesotrofe calcaree, con vegetazione bentonica di Chara spp. ................................................................................................................................... 16 2.2.2. Habitat 3150: Laghi naturali eutrofici con vegetazione delle alleanze Magnopotamion e Hydrocharition .............................................................................................................. 17 2.2.3. Habitat 3170: Pozze temporanee mediterranee ...................................................... 22 2.2.4. Habitat 3270: fiumi e sponde fangose con vegetazione delle alleanze Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p. ................................................................................................ 23 2.2.5. Habitat 5130: formazioni a Juniperus communis su brughiere o praterie calcaree 24 2.2.6. Habitat 6220: pseudo-steppe con graminacee ed erbe annuali della classe TheroBrachypodietea ................................................................................................................ 25 2.2.7. Habitat 6420: praterie umide mediterranee di taglia elevata dellalleanza MolinioHoloschoenion ................................................................................................................. 26 2.2.8. Habitat 6430: vegetazione igrofila di orlo a dominanza di megaforbie ................. 27 2.2.9. Habitat 91H0: boschi pannonici di Quercus pubescens ......................................... 28 2.2.10. Habitat 92A0: boschi a galleria di Salix alba e Populus alba ............................. 29 2.2.11. Habitat 9340: foreste di Quercus ilex e Q. rotundifolia ....................................... 34 2.2.12. Habitat I050: vegetazione delle paludi a dominanza di Cyperaceae (Magnocaricion elatae) .............................................................................................................................. 36 2.3. ALTRE TIPOLOGIE DI HABITAT PRESENTI NEL SITO ................................................................ 40 2.3.1. Habitat: comunit elofitiche semisommerse .......................................................... 40 2.3.2. Habitat: comunit terofitiche legate al calpestio .................................................... 45 2.3.3. Habitat: praterie perenni di transizione .................................................................. 46 2.3.4. Habitat: vegetazione nitrofila sinantropica annuale ............................................... 48 2.3.5. Habitat: vegetazione nitrofila sinantropica perenne .............................................. 49 2.3.6. Habitat: vegetazione forestale palustre .................................................................. 50

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2.4. SCHEMA SINTASSONOMICO ................................................................................................ 51

3. SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO ED ALTRE SPECIE DI PARTICOLARE RILEVANZA PRESENTI NEL SITO ................................................................................. 56 3.1. FLORA (Venanzoni R., Gigante D.) ............................................................................. 56 3.1.1. SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO E/O DI PARTICOLARE RILEVANZA NATURALISTICA PRESENTI NEL SITO ............................................................................................................................. 56 3.1.2. SPECIE DA RITENERSI PROBABILMENTE O CERTAMENTE ESTINTE ...................................... 64 3.2. FAUNA (Carletti S., Chiappini M., Muzzatti M., Spilinga C., Velatta F.) ................... 74 3.2.1. PESCI ....................................................................................................................... 74 3.2.2. ANFIBI ...................................................................................................................... 75 3.2.3. RETTILI .................................................................................................................... 76 3.2.4. UCCELLI ................................................................................................................... 76 3.2.5. MAMMIFERI .............................................................................................................. 80

4. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE .............................................................................. 82 4.1. ASPETTI FLORISTICO-VEGETAZIONALI (Venanzoni R., Gigante D.) ..................................... 82 4.2. ASPETTI FAUNISTICI (Chiappini M., Muzzatti M., Velatta F.) .......................................... 83

5. BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................... 85

6. ALLEGATI ........................................................................................................................ 91 SCHEDA S.I.C. LAGO TRASIMENO ................................................................................... 91 SCHEDA Z.P.S. LAGO TRASIMENO ................................................................................... 93 SCHEDA Lago Trasimeno ...................................................................................................... 95

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1. AREA DI STUDIO (Chiappini M., Gigante D., Muzzatti M., Velatta F.)

La Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.) Lago Trasimeno, istituita dal Ministero dellAmbiente con D.M. 3 aprile 2000, ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409/CEE, occupa una vasta porzione del settore centro-occidentale dellUmbria, sulla destra idrografica del medio corso del Tevere. La Z.P.S. situata interamente in provincia di Perugia e ricade nei comuni di Castiglione del Lago, Tuoro sul Trasimeno, Passignano sul Trasimeno, Magione, Panicale. Ha unestensione pari a 14.607 ettari, di cui circa 12.000 occupati dallo specchio lacustre, il pi vasto dellItalia peninsulare; oltre allo specchio lacustre la Z.P.S. comprende piccole porzioni di aree residenziali, le pi importanti delle quali corrispondono a parte dei centri abitati di Castiglione del lago, Passignano e San Feliciano. Inizialmente quasi del tutto sprovvisto di aree sottoposte a divieto venatorio, il Trasimeno si andato arricchendo negli anni di aree protette fino a raggiungere, con listituzione del Parco Regionale avvenuta nel Marzo del 1995, la proibizione della caccia sullintero perimetro dello specchio lacustre. 1.1. IDROGRAFIA Il Lago Trasimeno ha un perimetro di km 53,1 e forma quasi circolare, resa irregolare da due insenature (una posta tra Passignano sul Trasimeno e Monte del Lago; laltra, detta la Valle, in corrispondenza di San Savino) e da due promontori principali, quello di Castiglione del lago ad ovest, cui si contrappone ad est quello di Monte del lago. Dalle sue acque emergono tre isole: la Polvese (ha 64,4), la Maggiore (ha 23,2) e la Minore (ha 6,4). Il lago un raro esempio di bacino di tipo laminare, caratterizzato cio da una modesta profondit, che lo rende per certi versi assimilabile ad un enorme stagno: con riferimento allo zero idrometrico (257,33 m s.l.m.) ha una profondit massima di poco superiore ai 6 m e media di 4,5 m. Lorigine del bacino lacustre si deve a fenomeni tettonici verificatesi nel Quaternario, collegati alle fasi finali dellorogenesi appenninica: inizialmente le acque del Trasimeno defluivano a sud-ovest verso lattuale solco del torrente Chiani e, da qui, nel fiume Tevere. Nel Quaternario superiore, in seguito ai suddetti fenomeni di orogenesi, il margine occidentale del bacino si sollev impedendo il deflusso delle acque e trasformando larea in un lago chiuso. Privo di emissari naturali, il Trasimeno provvisto di uno scolmatore artificiale, la cui soglia di sfioro posta a 257,33 m s.l.m., quota che costituisce appunto il cosiddetto zero idrometrico. Attraverso lemissario le acque in eccesso raggiungono il torrente Caina, di qui il fiume Nestore ed infine il Tevere. Altra peculiarit del Trasimeno la modesta estensione del bacino imbrifero: soltanto 30.900 ettari. Ci fa si che il lago risenta fortemente delle variazioni della quantit di precipitazioni che si verificano localmente, che si traducono nel volgere di pochi anni in escursioni di livello accentuate.AREA DI STUDIO 9

1.2. CLIMA Per linquadramento climatico dellarea di studio si fatto riferimento alla stazione termopluviometrica di Monte del Lago, per la quale sono disponibili i dati rilevati dal Ministero ai Lavori Pubblici (bacino del Tevere) per il periodo 1956-1991 (35 anni). Si riporta il Diagramma di Walter e Lieth, nel quale evidenziato landamento delle medie mensili di temperature e precipitazioni. Attraverso questo tipo di rappresentazione, in cui la scala dellasse P (precipitazioni) doppia rispetto a quella dellasse T (temperature), vengono evidenziati gli eventuali periodi di aridit in corrispondenza dei quali la curva delle precipitazioni scende al di sotto di quella delle temperature. Il valore delle precipitazioni annuali rilevate nella stazione di Monte del Lago pari a 754 mm; esse presentano un massimo principale in autunno ed uno secondario in primavera. La temperatura media annuale pari a 14C ed il valore massimo si registra nel mese di luglio (Venanzoni et al., 1998, 1999). Sono stati inoltre calcolati alcuni indici bioclimatici (Rivas-Martnez, 1987, 1993, 1995; Rivas-Martnez et al., 1999), sulla base dei quali stato possibile definire il tipo bioclimatico secondo la classificazione proposta da Rivas-Martnez (1996). Larea rientra nel Tipo bioclimatico Mesomediterraneo superiore Subumido inferiore.Parametri climatici e Indici bioclimatici per la stazione di Monte del Lago. P T Tp It Itc Ic Io Ios1 Ios2 754 14 1664 233 236 18,6 4,5 1,14 1,47 Ios3 1,81 Ios4 2,21

P = precipitazioni annuali; T = temperatura media annuale; Tp = temperatura positiva annuale; It = Indice di Termicit; Itc = Indice di Termicit compensato;Ic = Indice di continentalit; Io = Indice Ombrotermico annuale; Ios1 = Indice Ombrotermico estivo mensile; Ios2 = Indice Ombrotermico estivo bimestrale;Ios3 = Indice Ombrotermico estivo trimestrale; Ios4 = Indice Ombrotermico estivo quadrimestrale.

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1.3. GEOLOGIA Sono presenti nella Z.P.S. le seguenti formazioni (Ambrosetti et al., 1991): - Sedimenti alluvionali e depositi palustri del Pleistocene superiore e Olocene; - Formazioni Villafranchiane, sabbie e argille, talora con ligniti e conglomerati, con frequenti resti di mammiferi continentali del Pleistocene inferiore; - Formazioni marnoso arenacee e Macigno del Trasimeno: arenarie prevalenti con marne ed intercalazioni argillose di calcari e brecciole calcaree del Miocene inferiore e medio; - Calcareniti di Castiglione del lago: arenarie e cemento calcareo con intercalazioni di marne argillose del Miocene medio. 1.4. USO DEL SUOLO Il territorio della ZPS costituito quasi esclusivamente dallo specchio lacustre per cui nella trattazione delluso del suolo faremo riferimento al territorio del Comprensorio del Trasimeno (superficie dei comuni di Tuoro sul Trasimeno, Passignano sul Trasimeno, Magione, Castiglione del lago, Panicale, Citt della Pieve, Piegaro), che coincide, approssimativamente, con il bacino imbrifero del lago. Secondo la carta geobotanica dellUmbria (Orsomando et al., 1998) nellarea di studio sono identificabili 16 diverse categorie di uso del suolo.CATEGORIE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Boschi di sclerofille sempreverdi Boschi di caducifoglie planiziali Boschi di caducifoglie collinari e submontane Boschi e boscaglie di caducifoglie ripariali Rimboschimenti a conifere Brughiere planiziali e collinari Arbusteti collinari e montani Praterie secondarie submediterranee, collinari, montane delle aree di fondovalle e calanchive Acque aperte (con eventuali aggruppamenti idrofitici) Popolamenti terofitici, praterie umide e morbose ed aggruppamenti elofitici) Vegetazione delle pareti rocciose e delle rupi Campi coltivati e abbandonati oliveti vigneti Aree con vegetazione scarsa o nulla Aree urbanizzate TOTALEAREA DI STUDIO

Kmq 14,9 9,7 171,6 2,6 4,9 1,0 1,3 18,2 120,6 5,7 0,1 338,3 48,3 9,1 2,2 18,8 767,3

% 1,9 1,3 22,4 0,3 0,6 0,1 0,2 2,4 15,7 0,7 0,0 44,1 6,3 1,2 0,3 2,5

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Le categorie sopra descritte raggruppate in pi ampie tipologie fisionomiche danno luogo alla seguente ripartizione per ambienti:TIPOLOGIE FISIONOMICHE Boschi Vegetazione arbustiva Praterie secondarie Ambienti umidi e lacustri Coltivi Aree urbanizzate Altro % 26,5 0,3 2,4 16,5 51,6 2,5 0,3

Le aree urbanizzate interessano appena il 2,5 del territorio; circa la met di esso occupata da coltivazioni, in prevalenza seminativi. Le formazioni forestali (per lo pi dislocate nelle aree collinari e basso montane) ricoprono un ulteriore quarto della superficie comprensoriale. Notevole importanza hanno pure gli ambienti umidi e lacustri. Principalmente si tratta di acque aperte, in cui si sviluppa vegetazione idrofitica. Molto pi ridotto lambiente palustre vero e proprio identificabile con la fascia di vegetazione elofitica che orla il lago Trasimeno. Sono infine presenti, su una parte ridotta ma non trascurabile della superficie, praterie secondarie ed arbusteti di varia composizione floristica.

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2. HABITAT DELLALLEGATO I DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE ED ALTRE TIPOLOGIE DI HABITAT PRESENTI (Venanzoni R., Gigante D.)

2.1. INTRODUZIONE Il presente lavoro il frutto delle ricerche di carattere floristico-vegetazionale svolte dagli Autori nel corso degli anni 1996-2004, con la collaborazione di Apruzzese A., Brunelli M., Ficola M., Maneli F., Pedini A., Pimpinelli S., Rotondi M., Segantini F., articolatasi anche attraverso la realizzazione di numerose Tesi di Laurea. La vegetazione delle rive dei laghi tipicamente caratterizzata dalla disposizione in fasce concentriche, parallele alla sponda, nelle quali le diverse cenosi si distribuiscono in base alla maggiore o minore igrofilia. Il fattore che maggiormente influenza la distribuzione delle diverse comunit infatti lacqua, la cui presenza legata alla profondit della falda, allacclivit delle sponde, alle oscillazioni di livello del bacino. Altri aspetti connessi al ricoprimento vegetale sono la chimica delle acque, il substrato fisico e leventuale azione esercitata dalluomo sia direttamente che indirettamente. Il clima, contrariamente a quanto si verifica in altri tipi di habitat, non un fattore determinante tanto che la vegetazione degli ambienti umidi pu essere definita azonale ovvero indipendente dal macroclima dellarea in cui si sviluppa. In funzione del gradiente di umidit, possono essere distinte alcune fasce principali di vegetazione. A. Fascia delle idrofite sommerse o galleggianti La vegetazione idrofitica si sviluppa allinterno dello specchio dacqua. Essa costituita da specie adattate a svolgere del tutto o in parte il proprio ciclo vitale nellacqua. Queste tipologie di vegetazione possono essere ancorate al fondale, nel caso delle idrofite radicanti, o liberamente flottanti; posono essere natanti, se danno origine a formazioni laminari galleggianti sul pelo dellacqua, o sommerse, se vegetano interamente al di sotto della superficie. Generalmente la vegetazione a dominanza di idrofite radicanti limitata ad una fascia prossima alle sponde, pi o meno ampia in relazione allacclivit dei fondali; al contrario, la vegetazione flottante pu svilupparsi anche ad una certa distanza dalla riva. Comunit idrofitiche sono presenti anche allinterno di radure e chiarie delle cenosi elofitiche, con le quali formano talora un articolato mosaico. B. Fascia delle elofite semisommerse La vegetazione elofitica occupa generalmente il tratto di sponda sommerso da acque di profondit variabile da pochi dm a pochi m. Si tratta generalmente di cenosi di taglia elevata. Le entit tipiche di questi ambienti sono diverse specie dei generi Scirpus, Typha, Schoenoplectus. La specie pi rappresentativa e anche la pi diffusa Phragmites australis che talora, grazie al possente apparato radicale, pu dare origine a tappeti galleggianti detti aggallati o gallonaie, costituiti da fitti intrecci di radici e rizomi.14 HABITAT

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C. Fascia dei prati umidi In posizione esterna e sollevata rispetto alla fascia delle elofite si sviluppano i cosiddetti prati umidi, legati ad habitat sommersi per ampia parte dellanno. Si tratta di vegetazione erbacea di taglia medio-alta caratterizzata dalla dominanza di grandi carici (da cui il nome comune di magnocariceti), rappresentati da numerose specie del genere Carex accompagnate da entit dei generi Iris, Bolboschoenus, Cyperus. In assenza di disturbo, i prati umidi tendono ad evolvere in formazioni arbustive e/o arboree a dominanza di specie dei generi Salix, Populus, Alnus. D. Fascia delle praterie di transizione La fascia pi esterna del sistema spondicolo occupata dalle praterie di transizione, che costituiscono la cerniera tra la vegetazione igrofila azonale e quella mesofila/xerofila, da edafofila a climatofila, della valle e dei versanti. Questo habitat ecotonale caratterizzato da suoli umidi ed inondati per parte dellanno, soggetti a periodi di emersione e inaridimento pi o meno prolungati. Lalternanza di fasi aride e fasi umide quindi il fattore determinante in questi ambienti. La vegetazione erbacea, secondaria, rappresentata da praterie emicriptofitiche a dominanza di graminacee (Agrostis, Festuca, Arrhenatherum e altre) e/o giunchi (Juncus, Holoschoenus). La vegetazione arbustiva che tende a svilupparsi in assenza di attivit di mantenimento dei prati caratterizzata dalla dominanza di specie dei generi Salix, Populus, Alnus, Ulmus, Fraxinus. E. Fascia delle sponde in emersione Nei bacini caratterizzati da marcate oscillazioni di livello, come il Trasimeno, alcuni tratti di sponda vanno periodicamente soggetti a fenomeni di prosciugamento. Di conseguenza si verifica stagionalmente lemersione di estese superfici lasciate libere dalle acque, oggetto di colonizzazione da parte di cenosi fortemente specializzate. Le specie protagoniste di tali insediamenti a carattere pioniero e stagionale possono essere entit annuali di taglia media dei generi Bidens e Polygonum, se sul substrato affiorante sono presenti i resti vegetali di preesistenti cenosi (nitrificazione naturale del substrato), oppure entit annuali di piccola taglia dei generi Cyperus e Juncus, nel caso di superfici nude. La vegetazione spondicola del Lago Trasimeno rientra in questo schema interpretativo e si presenta abbastanza articolata e differenziata. Grande rilevanza purtroppo presenta la componente antropica, che attraverso lintenso utilizzo del territorio ha prodotto sostanziali modifiche nellassetto della vegetazione. Questa si presenta attualmente molto compromessa dal punto di vista della composizione floristica, della diversit fitocenotica, della complessit strutturale e dellestensione. Lintero sistema della vegetazione e degli habitat spondicoli appare attualmente minacciato dal forte impatto antropico che insiste nei terreni circostanti e in particolare dalla progressiva sottrazione di spazi che impedisce lo sviluppo e la sopravvivenza delle specie e delle comunit tipiche di questi ambienti.HABITAT 15

2.2. HABITAT DELLALLEGATO I ALLA DIRETTIVA 92/43/CEE PRESENTI NEL SITO Vengono di seguito descritti gli habitat prioritari e di importanza comunitaria inclusi nellAllegato I alla Direttiva Habitat 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 e segnalati per il territorio del S.I.C. e della Z.P.S. Lago Trasimeno. Sono indicati anche ulteriori habitat inclusi nellAllegato I e presenti nellarea indagata ma non menzionati nelle fonti ufficiali (Schede Habitat della Regione Umbria; Orsomando et al., 2004). Sono inoltre illustrate le altre tipologie di vegetazione presenti, alcune delle quali senzaltro meritevoli di salvaguardia bench non riconosciute a livello europeo e non menzionate nellAllegato I. Gli habitat vengono descritti a partire dalle informazioni fornite nel Manuale interpretativo degli Habitat dellUnione Europea (European Commission, 1999); in particolare, alla voce Specie caratteristiche, delle specie indicate come tali in detta pubblicazione si riportano soltanto quelle effettivamente o potenzialmente presenti nel S.I.C. e nella Z.P.S. Non vengono quindi citate quelle entit che, per ragioni biogeografiche, sono assenti dal contesto territoriale del Lago Trasimeno. A seguire, si approfondiscono gli aspetti floristici, fisionomici e strutturali e le caratteristiche locali che tali habitat presentano nel territorio del lago. In conformit con lapproccio proposto dalla Direttiva 92/43/CEE, fondato sulle categorie fitosociologiche per lindividuazione e la caratterizzazione degli habitat, i diversi contesti vegetazionali vengono descritti avvalendosi delle tipologie fitosociologiche. Per ciascun habitat vengono pertanto elencate e descritte le associazioni fitosociologiche presenti.

2.2.1. Habitat: Acque oligomesotrofe calcaree, con vegetazione bentonica di Chara spp. Codice: 3140 Riferimento fitosociologico: Specie caratteristiche: Chara spp., Nitella spp. DESCRIZIONE. Le macroalghe del genere Chara, dette anche alghe a candelabro, appartengono alla famiglia delle Characeae. Si sviluppano in acque piuttosto ricche di basi, spesso stagnanti, nelle risaie e nelle lagune. Crescono fino a unaltezza di 20-60 cm e sono ancorate al fondale, dove danno origine a praterie sommerse. A causa delle dimensioni piuttosto grandi, si presentano simili a vere e proprie piante acquatiche, con talli sottili striscianti sui bassi fondali ben illuminati, molto ramificati e muniti di strutture di ancoraggio al substrato. La loro abbondanza pu essere generalmente collegata allelevato contenuto di calcio delle acque, necessario a queste specie per dare robustezza alle strutture. Dal punto di vista fitosociologico queste comunit algali sommerse vengono riferite genericamente alla classe Charetea fragilis, allordine Charetalia hispidae e allaggruppamento a Chara spp.16 HABITAT

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2.2.2. Habitat: Laghi naturali eutrofici con vegetazione delle alleanze Magnopotamion e Hydrocharition Codice: 3150 Riferimento fitosociologico: Magnopotamion, Hydrocharition Specie caratteristiche: Lemna spp., Spirodela spp., Wollfia spp., Hydrocharis morsusranae, Utricularia australis, U. vulgaris, Azolla spp., Riccia spp., Ricciocarpus spp., Potamogeton lucens, P. perfoliatus. DESCRIZIONE. La vegetazione ad idrofite sommerse o natanti necessita di suoli di tipo melmoso-limoso coperti da acque pi o meno limpide e profonde, generalmente ricche di basi. Il Lago Trasimeno rappresenta un habitat ideale per lo sviluppo di queste cenosi. Dal punto di vista della struttura e della taglia delle fitocenosi, si distinguono due principali tipologie: comunit radicanti, sommerse o natanti, di taglia generalmente media, riferibili alla classe Potametea; comunit non radicanti, pleustofitiche o flottanti, di taglia generalmente piccola, riferibili alla classe Lemnetea. La classe Potametea, a distribuzione oloartica, riunisce le associazioni di idrofite radicanti legate ad acque dolci o anche debolmente salate, moderatamente esposte al moto ondoso, da ferme a moderatamente fluenti. Nel territorio del Lago Trasimeno le specie pi frequenti allinterno di queste fitocenosi sono Potamogeton natans, P. pectinatus, P. perfoliatus P. lucens, Ceratophyllum demersum, Najas marina, Najas minor, Utricularia australis, U. minor. La sintassonomia di questi tipi vegetazionali stata oggetto di successive revisioni da parte di alcuni Autori (Den Hartog e Segal 1964, Segal 1968, Den Hartog, 1983) che hanno individuato diverse classi basandosi soprattutto su criteri fisionomico-strutturali pi che floristici. Tale classificazione non accettata per intero da altri, quali Oberdorfer (1977) e Grabherr e Mucina (1993), secondo i quali andrebbe mantenuta ununica classe, Potametea, comprendente tutti gli aspetti vegetazionali ad idrofite radicanti. Per le finalit del presente lavoro si scelto di seguire questultima interpretazione. La vegetazione della classe Lemnetea diffusa in acque protette dal moto ondoso, allinterno di canali o nelle chiarie delle cenosi elofitiche, ove forma caratteristici densi tappeti galleggianti sul pelo dellacqua. Un contributo significativo alla conoscenza della vegetazione della classe Lemnetea presente al Lago Trasimeno stato dato da Liberman Cruz (1988). La composizione floristica di queste comunit vede la compresenza di Lemnacee di piccole dimensioni, quali Lemna minor, L. gibba, Spirodela polyrhiza, accanto a piccole pteridofite quali Azolla filiculoides e Salvinia natans. Al Lago Trasimeno sono presenti numerose fitocenosi riferibili allHabitat 3150, alcune direttamente inquadrabili nelle alleanze Magnopotamion e Hydrocharition, altre individuabili sulla base della presenza delle specie indicate nel Manuale di interpretazione (European Commission, 1999); esse vengono di seguito dettagliatamente descritte.HABITAT 17

2.2.2.1. Ceratophylletum demersi COMPOSIZIONE FLORISTICA: Questa comunit, generalmente paucispecifica, caratterizzata dalla dominanza di Ceratophyllum demersum. In acque poco profonde essa risulta spesso associata ad altre specie quali Myriophyllum spicatum, Vallisneria spiralis, Potamogeton perfoliatus, Najas marina e N. minor. ECOLOGIA: La vegetazione a Ceratophyllum demersum si spinge spesso in acque profonde (fino a 4 m), su suoli melmoso-limosi con acque pi o meno torbide, ma pu localizzarsi anche nella fascia antistante la sponda. La specie Ceratophyllum demersum forma generalmente dei popolamenti sommersi monospecifici assai compatti, soprattutto nelle acque pi profonde delle darsene e dei grossi canali; qui si adagia sul fondo formando un denso strato di vegetazione, da cui il nome volgare di erba pesa o erba grassa. Questa fitocenosi pu svilupparsi anche in ambienti eutrofici e con acque inquinate. D ISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI : Al Lago Trasimeno presente con popolamenti moderatamente estesi, diffusi anche ad elevata distanza dalla sponda. Alcuni Autori hanno in passato riferito la vegetazione a dominanza di Ceratophyllum demersum allassociazione Potamogetono-Ceratophylletum demersi (Granetti, 1965b; Pedrotti e Orsomando, 1977; Orsomando e Catorci, 1991; Orsomando, 1993, 1995); un inquadramento pi recente fa riferimento allassociazione Ceratophylletum demersi (Venanzoni e Gigante, 2000). 2.2.2.2. Potametum pectinato-perfoliati COMPOSIZIONE FLORISTICA: Oltre alle due entit dominanti, essa presenta di solito un numero molto limitato di specie, tra le quali sono pi diffuse Najas marina e N. minor; la situazione pi frequente quella di popolamenti molto poveri dal punto di vista floristico, composti esclusivamente da P. pectinatus e P. perfoliatus. ECOLOGIA: La vegetazione a dominanza di Potamogeton perfoliatus e P. pectinatus si sviluppa a profondit anche piuttosto elevate (fino a 4 m), completamente sommersa nelle acque del Lago se non per le infiorescenze e le infruttescenze che periodicamente emergono dal pelo dellacqua, permettendo limpollinazione anemofila. La presenza di tali dense masse vegetali contribuisce a smorzare il moto ondoso e a consolidare il fondale, per cui lacqua appare molto limpida. Lassociazione trova condizioni ottimali in acque ricche di basi, azoto e nutrienti. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: In base alle osservazioni degli Autori, questa fitocenosi attualmente presente in vari punti del lago e presenta un notevole sviluppo; spesso si originano popolamenti talmente fitti da creare notevoli difficolt per la navigazione. Lassociazione stata indicata per il L. Trasimeno da Venanzoni e Gigante (2000). 2.2.2.3. Potamo-Vallisnerietum spiralis COMPOSIZIONE FLORISTICA: Lassociazione caratterizzata dalla dominanza di Vallisneria spiralis, accompagnata da Myriophyllum spicatum, Potamogeton perfoliatus e P.18 HABITAT

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pectinatus. ECOLOGIA: Generalmente si sviluppa in acque poco profonde; nella zona pelagica Vallisneria spiralis tende a costituire facies monospecifiche, estendendosi per molte centinaia di m2 e spingendosi fino alle zone centrali del Lago, formando una fitta prateria sommersa. Lacqua in questi ambienti si presenta poco limpida, in relazione alleffetto dei venti che innescano un forte moto ondoso. La fitocenosi ha una grande ampiezza ecologica e riesce a vegetare anche in condizioni che risentono di una pi marcata attivit umana, come porti e canali. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Sulla base delle nostre indagini sul campo, lassociazione attualmente molto abbondante lungo le sponde sia del lago che delle isole. Non ci sono riferimenti bibliografici. 2.2.2.4. Potametum lucentis COMPOSIZIONE FLORISTICA: Questa cenosi idrofitica generalmente costituita da folte comunit paucispecifiche; oltre alla specie dominante Potamogeton lucens sono spesso presenti Potamogeton pectinatus, P. perfoliatus, Ceratophyllum demersum, Najas marina, N. minor. ECOLOGIA: La vegetazione sommersa a dominanza di Potamogeton lucens si sviluppa in acque ferme o lentamente fluenti, da meso ad eutrofiche, a profondit comprese tra 0,5 e 3-4 m. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Lassociazione, attualmente non molto diffusa, indicata per il Trasimeno da Orsomando e Catorci (1991). Diversi Autori (Granetti, 1965b; Pedrotti e Orsomando,1977; Orsomando e Catorci, 1991; Orsomando, 1993, 1995) segnalano anche la presenza della subassociazione nymphaeetosum albae, cenosi non pi rinvenuta nelle successive indagini (Venanzoni e Gigante, 2000), a causa della forte rarefazione della specie Nymphaea alba, ormai quasi del tutto scomparsa. 2.2.2.5. Najadetum marinae COMPOSIZIONE FLORISTICA: La comunit a dominanza di Najas marina tipicamente povera di specie. Le entit pi frequenti oltre a quella citata sono Najas minor (talora sub-dominante), Potamogeton perfoliatus, P. pectinatus, Ceratophyllum demersum, Myriophyllum spicatum. Nelle stazioni a maggiore profondit Najas minor tende a prendere il sopravvento. ECOLOGIA: Generalmente legata ad habitat ricchi di nutrienti, questa comunit tende ad insediarsi in acque con profondit da 30-40 cm a 1,5 m. La presenza dellassociazione solitamente correlata a livelli elevati di alcalinit e ad una certa ricchezza di sali nellacqua; probabilmente il suo sviluppo stato favorito dallabbassamento di livello delle acque che si verificato negli ultimi anni. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: La cenosi, molto diffusa nelle acque del lago, stata indicata da Pedrotti e Orsomando (1977). Sulla base delle nostre osservazioni, allo stato attuale essa abbondante soprattutto nel settore sud-orientale del lago, doveHABITAT 19

forma fitti tappeti. 2.2.2.6. Potametum natantis COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico, questa comunit caratterizzata dalla presenza di diverse idrofite tra le quali sono pi frequenti Ceratophyllum demersum, Potamogeton pectinatus, P. pusillus, Najas marina. ECOLOGIA: La vegetazione a dominanza di Potamogeton natans si distribuisce sul pelo dellacqua dando origine a fitti lamineti; la specie infatti unidrofita natante. Generalmente si rinviene in acque calme, a basse profondit (0,5-1,8 m), anche povere di nutrienti. Si tratta di fitocenosi a carattere pioniero. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Sulla base delle nostre indagini sul campo, attualmente lestensione di questa comunit appare abbastanza ridotta, in relazione allelevato livello di eutrofizzazione. Non ci sono riferimenti bibliografici. 2.2.2.7. Hydrocharitetum morsus-ranae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Accanto alla specie dominante, che forma fitti tappeti galleggianti, sono spesso presenti Azolla filiculoides, Spirodela polyrhiza, Potamogeton pectinatus. ECOLOGIA: Il lamineto a dominanza di Hydrocharis morsus-ranae si sviluppa in acque poco profonde anche debolmente eutrofe. Tende a prediligere ambienti con acque tranquille, prive del tutto o quasi di moto ondoso, che possono anche riscaldarsi notevolmente durante la giornata. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: La comunit non allo stato attuale molto diffusa lungo le sponde del lago, probabilmente in conseguenza delleccessiva diminuzione di livello delle acque che, non arrivando pi a bagnare la fascia di Phragmitetum, non consentono la formazione di ampie chiarie e radure al suo interno, tipico habitat di questa associazione. A differenza di quanto riportato da Granetti (1965b), il quale indicava la presenza di ampie superfici occupate da tale cenosi, in alcuni casi estese fino a 50-60 m, Orsomando e Catorci (1991) segnalano una tendenza alla rarefazione di questa comunit, confermata dalle nostre osservazioni sul campo. Lassociazione stata indicata anche da Orsomando (1993, 1995). 2.2.2.8. Lemnetum minoris COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico, la vegetazione a dominanza di Lemna minor presenta al suo interno poche altre entit quali Azolla filiculoides, Spirodela polyrhiza, Lemna gibba. ECOLOGIA: La specie Lemna minor presenta una grande ampiezza ecologica per quanto riguarda il contenuto in nutrienti e la temperatura dellacqua. In generale questa cenosi predilige acque fresche, anche ombreggiate, da calme a leggermente fluenti. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Lassociazione Lemnetum minoris una comunit di pleustofite ad ampia diffusione, con distribuzione cosmopolita. Essa pu formare ampi lamineti galleggianti monospecifici, situazione che si rinviene spesso al20 HABITAT

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L. Trasimeno, soprattutto nelle stazioni pi riparate dal moto ondoso, quali i vecchi canali o le darsene. Sulla base delle indagini svolte, questa cenosi presenta una discreta diffusione allinterno delle chiarie del canneto. Gi indicata da Orsomando e Catorci (1991) e da Orsomando (1995). 2.2.2.9. Lemnetum gibbae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Anche questa cenosi pu risultare monospecifica, ma in molti casi la specie dominante accompagnata da Lemna minor e Spirodela polyrhiza. ECOLOGIA: Il Lemnetum gibbae una comunit pleustofitica che si sviluppa in acque aperte, da eutrofe a ipertrofiche, anche inquinate, generalmente in piena luce. Scoppola (1982), in una monografia sulla vegetazione idrofitica dellItalia centrale, descrive lhabitat di questa associazione come caratterizzato da acque calde, calme, poco profonde, spesso legate alla presenza di fossi o canali con il fondale ricoperto da detriti torbosi. Si tratta spesso di ambienti eutrofi, ricchi di azoto e generalmente poveri di ossigeno. Per tali caratteristiche, questa comunit rappresenta un buon indicatore di acque eutrofe, relativamente a bicarbonato, fosfati, nitrati. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Al Lago Trasimeno la sua presenza limitata alla localit La Frusta (Orsomando e Catorci, 1991); sulla base delle ricerche svolte, tale stazione viene confermata. Indicata anche da Orsomando (1995). 2.2.2.10. Salvinio-Spirodeletum polyrhizae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico, accanto alla specie dominante Spirodela polyrhiza sono presenti altre piccole idrofite come Salvinia natans (talora con valori di copertura molto elevati) e Lemna minor. Spirodela polyrhiza, rinvenuta al Trasimeno da Danzetta-Alfani (Danzetta-Alfani, 1882; Barsali, 1929-33), non pi stata in seguito osservata fino al 1982, quando la segnalano di nuovo Pedrotti e Orsomando (1982). Liberman Cruz (1988) la descrive come specie comune e ad ampia distribuzione al L. Trasimeno. ECOLOGIA: Anche questa associazione indica la presenza di acque eutrofe; essa mostra una grande ampiezza ecologica e pu svilupparsi in ambienti con concentrazioni variabili di sali minerali. Ha un areale sud-Europeo. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Lassociazione Salvinio-Spirodeletum polyrhizae viene indicata da Liberman Cruz (1988), Orsomando e Catorci (1991), Orsomando (1995) che ne sottolineano labbondante diffusione nelle acque del L. Trasimeno. Nel corso delle attuali ricerche tale fitocenosi apparsa in forte rarefazione; essa stata osservata solo allinterno di un canale a Castiglione del Lago. 2.2.2.11. Lemno-Spirodeletum polyrhizae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico, prendono parte alla composizione di questassociazione altre piccole pleustofite quali Lemna minor e Lemna trisulca. ECOLOGIA: La cenosi a dominanza di Lemna minor e Spirodela polyrhiza si sviluppa in acque meno eutrofiche rispetto allassociazione precedente. Si tratta di una comunit aHABITAT 21

carattere termofilo. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Questa comunit stata gi osservata da Pedrotti e Orsomando (1982) e in seguito da Liberman Cruz (1988), Orsomando e Catorci (1991), Orsomando (1995). Rispetto a quanto precedentemente indicato dai suddetti Autori, stata constatata una netta riduzione nella distribuzione di tale cenosi. 2.2.2.12. Riccietum fluitantis COMPOSIZIONE FLORISTICA: La specie dominante, Riccia fluitans, una piccola epatica natante, generalmente accompagnata da pochissime altre specie idrofitiche, tra le quali la pi frequente Lemna minor. ECOLOGIA: Lassociazione si sviluppa nelle chiarie del canneto, con acque stagnanti profonde poche decine di cm, piuttosto eutrofizzate. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Segnalata per il L. Trasimeno da Liberman Cruz (1988), Orsomando e Catorci (1991), Orsomando (1995). Indicata in passato come diffusissima (Liberman Cruz, 1988), ma allo stato attuale la sua presenza appare piuttosto rarefatta. 2.2.2.13. Utricularietum neglectae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico, accanto alla specie dominante possono essere presenti alcune piccole idrofite quali Lemna minor e Riccia fluitans, oltre ad Utricularia minor. Le specie del genere Utricularia sono caratterizzate dal fatto di presentare piccole vescicole sullapparato radicale, per mezzo delle quali catturano insetti e crostacei di cui si nutrono. ECOLOGIA: La vegetazione sommersa a dominanza di Utricularia australis (= U. neglecta) si sviluppa nelle acque del Lago Trasimeno, negli specchi dacqua riparati allinterno del canneto. Le acque in cui vegeta sono generalmente meso-eutrofe. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Sulla base delle ricerche svolte, la sua diffusione appare attualmente piuttosto limitata. Lassociazione stata indicata per il Lago Trasimeno da Venanzoni e Gigante (2000). Nota: Pedrotti e Orsomando (1977) riportano per il Lago Trasimeno la presenza del Myriophyllo verticillati-Nupharetum lutei, cenosi laminare a dominanza di ninfea gialla (Nuphar lutea), specie oggi scomparsa dalle acque del lago. Diversi Autori (Granetti, 1965b; Orsomando e Catorci, 1991; Orsomando, 1993) sottolineano lassenza di questa comunit vegetale, che a tuttoggi pu ritenersi estinta dal territorio della Z.P.S.

2.2.3. Habitat: pozze temporanee mediterranee Codice: 3170 Riferimento fitosociologico: Nanocyperion flavescentis Specie caratteristiche: Cyperus flavescens, Cyperus fuscus, Juncus bufonius22 HABITAT

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NOTE: non indicato nelle Schede Habitat n in Orsomando et al. (2004) DESCRIZIONE. Lalleanza Nanocyperion flavescentis raggruppa la vegetazione terofitica di piccola taglia con sviluppo tardo-estivo o autunnale, legata ad habitat nei quali il periodo di inondazione si protrae fino allestate. A causa della prolungata sommersione del substrato su cui si sviluppano, queste cenosi presentano un blando carattere nitrofilo correlato alla presenza della sostanza organica accumulata. Lalleanza si inquadra allinterno dellordine Nanocyperetalia e della classe Isoto-Nanojuncetea. 2.2.3.1. Aggr. a Cyperus fuscus COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico si tratta di comunit estremamente povere, spesso monospecifiche; frequente la presenza di Mentha aquatica e Samolus valerandi. ECOLOGIA: La vegetazione anuale a dominanza di Cyperus fuscus si sviluppa lungo le sponde del Lago Trasimeno in concomitanza con il ritiro delle acque e lemersione di ampi tratti di sponda, fenomeni che si verificano con maggiore evidenza nella stagione estiva. La cenosi ha carattere pioniero e colonizza i fondali melmosi privi di vegetazione. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Aspetti vegetazionali molto simili sono stati indicati da Pedrotti e Orsomando (1977) ed in seguito da Venanzoni e Gigante (2000). A causa della grave crisi idrica cui il lago andato soggetto negli ultimi anni, si assistito ad una forte espansione di queste tipologie vegetazionali che allo stato attuale, nella stagione estiva, danno origine ad estesi popolamenti localizzati soprattutto lungo le sponde occidentali e meridionali.

2.2.4. Habitat: fiumi e sponde fangose con vegetazione delle alleanze Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p. Codice: 3270 Riferimento fitosociologico: Bidention tripartitae, Chenopodion rubri Specie caratteristiche: Bidens frondosa, Chenopodium rubrum, Xanthium sp., Polygonum lapathifolium NOTE: non indicato nelle Schede Habitat n in Orsomando et al. (2004) DESCRIZIONE. Lalleanza Bidention tripartitae raggruppa la vegetazione nitrofila che si sviluppa sui sedimenti fangosi a tessitura fine che, con labbassamento di livello delle acque che si verifica nella stagione arida, emergono lungo le sponde di laghi e corsi dacqua. Questi habitat sono caratterizzati dallaccumulo di sostanze azotate e di conseguenza la vegetazione che ospitano presenta un carattere blandamente nitrofilo, non sempre correlabile a condizioni di disturbo antropogeno ma piuttosto al naturale accumulo di sostanza organica derivante dai sedimenti e dai resti vegetali. La loro abbonHABITAT 23

danza pu comunque indicare un eccessivo apporto di nutrienti da parte dei sistemi agricoli che circondano spesso le zone umide. La fenologia tipicamente tardo-estiva. 2.2.4.1. Bidenti-Polygonetum miti COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico, tra le entit pi frequenti ci sono Bidens tripartita, B. cernua, B. frondosa, Persicaria maculosa, P. hydropiper, P. lapathifolia. Le diverse specie possono di volta in volta svolgere un ruolo dominante, dando origine a facies diverse della stessa associazione. Queste cenosi contengono tipicamente numerose entit esotiche, come nel caso di Bidens frondosa, avventizia di origine Nord-Americana. ECOLOGIA: Lassociazione, a sviluppo tardo-estivo, ha un carattere pioniero e si sviluppa generalmente in contatto con il canneto, anche allinterno di radure, ove si verifichi laffioramento di fondali ricoperti di resti vegetali. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Generalmente non occupa aree molto estese ma stata osservata lungo tutto il perimetro del lago. Lassociazione BidentiPolygonetum miti stata indicata per il Trasimeno da Venanzoni e Gigante (2000). Comunit simili sono state indicate da Pedrotti e Orsomando (1977) senza riferimento allassociazione.

2.2.5. Habitat: formazioni a Juniperus communis su brughiere o praterie calcaree Codice: 5130 Riferimento fitosociologico: Specie caratteristiche: Juniperus communis, Rosa spp., Crataegus spp., Prunus spinosa DESCRIZIONE. Lhabitat 5130 comprende le cenosi arbustive a dominanza di Juniperus communis incluse nella categoria degli arbusteti submediterranei e temperati. Si tratta di formazioni diffuse dal piano basale a quello montano che generalmente corrispondono alle tappe dinamiche di ricolonizzazione arbustiva su pascoli e terreni abbandonati, ad opera delle specie eliofile. Si sviluppano su suoli poveri, sia calcarei che silicei. Il ginepro comune generalmente accompagnato da Prunus spinosa e da diverse specie dei generi Rosa e Crataegus. Nel Manuale interpretativo (European Commission, 1999) non vengono forniti riferimenti fitosociologici; queste tipologie di vegetazione possono essere inquadrate nella classe Rhamno-Prunetea, nellordine Prunetalia spinosae e nelle alleanze Pruno-Rubion ulmifolii e Cytision sessilifolii. Nella prima stesura delle schede relative al Lago Trasimeno, le formazioni a ginepro erano state inquadrate allinterno dellhabitat 5210, afferente alla categoria delle formazioni arbustive mediterranee e submediterranee sempreverdi che si sviluppano attorno ad individui arborescenti di Juniperus sp.24 HABITAT

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2.2.5.1. Aggr. a Juniperus communis COMPOSIZIONE FLORISTICA: Queste tipologie di vegetazione sono generalmente poverissime di specie, talora monospecifiche. Accanto al ginepro comune, specie dominante, possono essere presenti pochissime altre entit quali Rosa canina, Smilax aspera, Spartium junceum. ECOLOGIA: Si tratta di cenosi xerofile che tendono a costituire un complesso mosaico con la vegetazione emicriptofitica delle praterie. Dal punto di vista fitosociologico queste comunit possono essere inquadrate nellalleanza submediterranea Pruno-Rubion ulmifolii. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: La vegetazione a prevalenza di Juniperus communis viene indicata in Orsomando et al. (2004), ma in base alle pi recenti ricerche la sua presenza allinterno della Z.P.S. non viene qui confermata.

2.2.6. Habitat: pseudo-steppe con graminacee ed erbe annuali della classe TheroBrachypodietea Codice: 6220 Riferimento fitosociologico: Thero-Brachypodietea, Thero-Brachypodietalia, TheroBrachypodion, Poetea bulbosae, Tuberarietea guttatae, Trachynietalia distachyae, Trachinion distachyae Specie caratteristiche: Brachypodium distachyum, B. retusum DESCRIZIONE. Lhabitat 6220 comprende le praterie annuali di piccola taglia, xerofile, meso- e termo-mediterranee, sia silicicole che basifile, con cotico erboso discontinuo ed aperto, diffuse su suoli sottili e scarsamente evoluti, riferibili alla classe Tuberarietea guttatae. Rientrano in questa categoria le comunit effimere a sviluppo primaverile, che si insediano in corrispondenza di affioramenti rocciosi ed aree in erosione. Per larea del Lago Trasimeno, tra gli aspetti di particolare valore geobotanico riferibili allhabitat 6220 vengono segnalati i pascoli terofitici a Trifolium cherleri. 2.2.6.1. Aggr. a Trifolium cherleri COMPOSIZIONE FLORISTICA: Oltre alla specie dominante possono essere presenti numerose altre terofite di piccole dimensioni a carattere silicicolo. ECOLOGIA: Dallanalisi della letteratura disponibile, Trifolium cherleri risulta essere una terofita scaposa eurimediterranea, a carattere silicicolo. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: La vegetazione a dominanza di Trifolium cherleri, indicata per le isole del Lago Trasimeno (Orsomando et al., 1998, 2004), non mai stata oggetto di studi specifici ma sempre stata menzionata in modo generico, senza indicazione delle specie che partecipano alla cenosi e accompagnano lentit dominante. Nel corso di approfondite indagini floristico-vegetazionali, la specie Trifolium cherleri non stata rinvenuta sullIsola Polvese (Venanzoni e Gigante, inHABITAT 25

prep.). Da sottolineare che in un recente aggiornamento delle conoscenze floristiche in Umbria (Ballelli, 2003) vengono indicate alcune stazioni di T. cherleri prossime al L. Trasimeno (Paciano, Panicale, M. Castiglione), tutte esterne al perimetro della Z.P.S.

2.2.7. Habitat: praterie umide mediterranee di taglia elevata dellalleanza MolinioHoloschoenion Codice: 6420 Riferimento fitosociologico: Molinio-Holoschoenion Specie caratteristiche: Scirpus holoschoenus (Holoschoenus vulgaris), Agrostis stolonifera, Galium debile, Briza minor, Cyperus longus, Trifolium resupinatum, Juncus acutus, Hypericum tetrapterum, Inula viscosa, Oenanthe pimpinelloides, Eupatorium cannabinum, Prunella vulgaris, Pulicaria dysenterica. DESCRIZIONE. La vegetazione a dominanza di giunchi si sviluppa nei climi mediterranei, su suoli profondi e umidi che vanno soggetti ad un certo disseccamento estivo, almeno negli orizzonti superiori. Queste formazioni sono generalmente legate alla presenza di falda freatica prossima alla superficie. Dal punto di vista fisionomico si tratta di praterie perenni di taglia medio-alta.

Holoschoenetum vulgaris26 HABITAT

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2.2.7.1. Holoschoenetum vulgaris COMPOSIZIONE FLORISTICA: Questa cenosi caratterizzata da una certa povert floristica; le specie che pi frequentemente si rinvengono, oltre a Holoschoenus vulgaris, sono Holoschoenus australis e H. romanus (talora dominanti), Lythrum salicaria, Galium palustre, Cyperus longus, Juncus articulatus. ECOLOGIA: Le praterie perenni a dominanza di Holoschoenus vulgaris si localizzano nella fascia di transizione tra le cenosi elofitiche e gli ambienti asciutti. Si tratta di comunit igrofile in grado di tollerare una fase di aridit estiva durante la quale gli orizzonti superficiali del suolo vanno soggetti a fenomeni di disseccamento. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Dalle indagini condotte emerso che tali formazioni sono presenti in modo molto frammentario; generalmente esse sono rappresentate da nuclei di piccole dimensioni, ubicate nei pressi della sponda su substrato prevalentemente ciottoloso. Pi raramente si rinvengono anche in corrispondenza dei fossi interpoderali. Sono state indicate da diversi Autori (Pedrotti e Orsomando, 1977; Orsomando e Catorci, 1991; Orsomando, 1993, 1995). 2.2.7.2. Aggr. a Juncus articulatus COMPOSIZIONE FLORISTICA: Oltre alla specie dominante sono presenti poche altre entit quali Agrostis stolonifera, Mentha acquatica, M. spicata, Holcus lanatus. ECOLOGIA: Juncus articulatus una specie con areale molto ampio, la cui ecologia legata ad acque ricche di calcio ed eutrofiche; essa presenta unampia diffusione sia nei territori mediterranei che temperati. In ambiti mediterranei Juncus articulatus d origine a cenosi inquadrabili nellordine dei giuncheti mediterranei Holoschonetalia e nellalleanza Molinio-Holoschoenion. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: La vegetazione a dominanza di Juncus articulatus, gi indicata da diversi Autori (Orsomando e Catorci, 1991; Orsomando, 1993), abbastanza diffusa nellarea della Z.P.S. ma non d mai origine a cenosi di grandi dimensioni. In base alle ricerche effettuate emerso che si tratta generalmente di frammenti che si sviluppano in contatto con i prati di transizione e i prati umidi. Sembra che in passato questa tipologia di vegetazione fosse pi sviluppata lungo le sponde del Lago; Granetti (1965a) ne segnala la presenza. Essa stata drasticamente ridotta dalle pratiche agricole che frequentemente si spingono fino ad entrare in contatto con il canneto; gi Pedrotti e Orsomando (1977) indicano la forte rarefazione e compressione di questa cenosi.

2.2.8. Habitat: vegetazione igrofila di orlo a dominanza di megaforbie, delle pianure e dei piani da montano ad alpino Codice: 6430 Riferimento fitosociologico: Convolvuletalia sepium Specie caratteristiche: Epilobium hirsutum, Petasites hybridus, Alliaria petiolata,HABITAT 27

Silene dioica, Lythrum salicaria NOTE: non indicato nelle Schede Habitat n in Orsomando et al. (2004) DESCRIZIONE. La classe Galio-Urticetea ed, al suo interno, lordine Convolvuletalia sepium, riuniscono le comunit perenni nitrofile che si sviluppano in stazioni umide anche molto disturbate, con suoli non o poco soggetti ad inaridimento estivo. La vegetazione che afferisce a questo gruppo caratterizzata da taglia medio-elevata e dalla presenza di diverse specie emicriptofite e lianose. 2.2.8.1. Convolvulo-Eupatorietum cannabini COMPOSIZIONE FLORISTICA: La composizione floristica, dominata da Eupatorium cannabinum, vede la presenza di Calystegia sepium, Galium aparine, Urtica dioica, Mentha longifolia. ECOLOGIA: Questa associazione si sviluppa generalmente a ridosso del canneto, a monte di questo, su substrati vegetali spesso derivanti dallaccumulo degli scarti della lavorazione dei campi. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Comune lungo le sponde del lago e delle isole ma rappresentata da popolamenti di piccole dimensioni. Non sono noti riferimenti bibliografici. 2.2.8.2. Convolvulo-Epilobietum hirsuti COMPOSIZIONE FLORISTICA: Tra le specie pi frequenti, accanto ad Epilobium hirsutum ci sono Calystegia sepium, Cirsium arvense, Stachys palustris, Solanum dulcamara. ECOLOGIA: La vegetazione a dominanza di Epilobium hirsutum colonizza le aree disturbate in contatto con le cenosi dellassociazione Bidenti-Polygonetum miti. Essa richiede suoli sommersi per gran parte dellanno ed generalmente collegata alla presenza di materiale organico accumulatosi sul suolo. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Abbastanza comune nellarea di studio ma anchessa sempre in popolamenti di modeste dimensioni. Non sono noti riferimenti bibliografici.

2.2.9. Habitat: boschi pannonici di Quercus pubescens Codice: 91H0 Riferimento fitosociologico: Specie caratteristiche: Quercus pubescens, Q. cerris, Fraxinus ornus, Sorbus domestica, S. torminalis, Colutea arborescens, Cornus mas, Pyrus pyraster, Buglossoides purpurocaerulea, Limodorum abortivum, Melittis melissophyllum, Orchis purpurea, P. micrantha, Tanacetum corymbosum, Viola suavis. DESCRIZIONE. Lhabitat 91H0 comprende le formazioni forestali xerofile a dominanza28 HABITAT

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di Quercus pubescens che si sviluppano su suoli calcarei molto sottili o in stazioni esposte a sud. Proprio a causa delle condizioni stazionali piuttosto povere dal punto di vista edafico, si tratta spesso di cenosi frammentate e di taglia ridotta, spesso ridotte a boscaglie arbustate. Data la presenza di frequenti discontinuit nella copertura arborea, che danno origine a complessi mosaici di vegetazione, lo strato erbaceo generalmente ricco di specie tipiche di ambienti aperti quali radure, orli forestali e praterie xeriche. Tali formazioni hanno il loro centro di distribuzione nei settori meridionali dellEuropa orientale. Nel Manuale interpretativo (European Commission, 1999) non vengono forniti riferimenti fitosociologici; lassociazione presente al Lago Trasimeno pu essere inquadrata nellassociazione Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis. 2.2.9.1. Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis COMPOSIZIONE FLORISTICA: Si tratta di boscaglie a dominanza di roverella, spesso accompagnata nello strato arboreo da Quercus ilex, Laurus nobilis, Fraxinus ornus, talora Ulmus minor. Tra gli arbusti sono frequenti Rhamnus alaternus, Acer monspessulanum, Viburnum tinus, Crataegus monogyna, Coronilla emerus ssp. emeroides, Prunus spinosa. Tra le liane sempre molto abbondante Hedera helix, e si rinvengono con frequenza Rosa sempervirens, Rubia peregrina e Smilax aspera. Nello strato erbaceo sono generalmente presenti Brachypodium rupestre e Carex flacca, che danno origine a densi tappeti erbacei; altre specie frequenti sono Asparagus acutifolius, Ruscus aculeatus, Viola alba ssp. dehnhardtii. ECOLOGIA: Si tratta di cenosi miste decidue termoxerofile neutrobasifile. Dal punto di vista fitosociologico queste formazioni possono essere riferite allordine Quercetalia pubescentis-petraeae, allalleanza Carpinion orientalis e alla suballeanza submediterranea Lauro nobilis-Quercenion pubescentis. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Le boscaglie a roverella sono scarsamente rappresentate allinterno della Z.P.S.; nel corso delle indagini sul campo esse sono state osservate solo in piccoli lembi sulle isole, in particolare sullIsola Polvese, come indicato anche da Venanzoni e Gigante (in prep.). Non sono noti altri riferimenti bibliograci.

2.2.10. Habitat: boschi a galleria di Salix alba e Populus alba Codice: 92A0 Riferimento fitosociologico: Specie caratteristiche: Populus spp., Ulmus spp., Salix spp., Alnus spp., Acer spp., DESCRIZIONE. Lhabitat 92A0 comprende le foreste ripariali pluristratificate, mediterranee ed eurasiatiche, a dominanza di Salix spp. e Populus spp. Nel Manuale interpretativo (European Commission, 1999) non vengono forniti riferimenti fitosociologici; questeHABITAT 29

Salicetum albae

Aggr. a Ulmus minor30 HABITAT

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tipologie di vegetazione possono essere inquadrate nella classe Salici purpureaePopuletea nigrae e negli ordini Salicetalia purpureae e Populetalia albae. Si tratta di formazioni forestali arboree o talora arbustive legate alle sponde di fiumi e laghi. Si differenziano sulla base della minore o maggiore esigenza idrica, della tolleranza alla sommersione ed alla presenza di falda superficiale. La vegetazione ripariale presente sulle sponde del Lago Trasimeno stata in passato riferita in parte allalleanza Alno-Ulmion (Pedrotti e Orsomando, 1977; Orsomando e Catorci, 1991; Orsomando, 1993, 1995) ed in parte allalleanza Salicion albae (Orsomando e Catorci, 1991; Orsomando, 1993, 1995). 2.2.10.1. Salicetum purpureo-albae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Oltre a Salix purpurea, specie dominante, sporadicamente presente Salix alba. Il sottobosco molto povero, trattandosi di boscaglie fitte e impenetrabili. Tra le entit pi frequenti possono essere ricordate Solanum dulcamara, Rubus ulmifolius, Carex riparia. ECOLOGIA: Le boscaglie a dominanza di Salix purpurea presentano un forte carattere pioniero e tendono a colonizzare le aree aperte non pi soggette a coltivazione n sfalcio. La specie, molto frugale e tollerante rispetto ai fenomeni di sommersione anche prolungata, d origine a fitti arbusteti di taglia medio-bassa, paucispecifici e a dinamismo molto rapido. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Allo stato attuale, cenosi di questo tipo sono particolarmente abbondanti nellarea dellex Idroscalo di Castiglion del Lago, dove hanno colonizzato ampie superfici a monte del canneto localizzandosi soprattutto lungo i canali di drenaggio delle acque superficiali. Pedrotti e Orsomando (1977) indicano la presenza nel territorio di cenosi a Salix purpurea, per le quali sottolineano una certa somiglianza con lassociazione centro-europea Saponario-Salicetum purpureae; non ci sono altri riferimenti bibliografici. 2.2.10.2. Salicetum albae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Lo strato arbustivo generalmente costituito da Sambucus nigra, Rubus ulmifolius e R. caesius; fra le lianee dominano Humulus lupulus, Solanum dulcamara, Hedera helix, Clematis vitalba e Calystegia sepium. Tra le erbacee sono generalmente presenti Carex pendula, C. acutiformis, Urtica dioica, Sambucus ebulus, Phragmites australis. ECOLOGIA: Si tratta di una associazione a carattere pioniero che si insedia preferenzialmente sulle rive sabbiose, in ambienti frequentemente inondati. Allo stato attuale, le cenosi presenti lungo le sponde del L. Trasimeno sono rappresentate da boschetti residuali che si caratterizzano per la marcata presenza di specie nitrofile e sinantropiche, indicatrici del generale stato di degrado e dellelevato livello di disturbo. Si tratta di comunit piuttosto povere floristicamente, nelle quali spesso Rubus ulmifolius d origine a cortine impenetrabili che tendono a rarefare lo strato erbaceo. La proliferazione del rovo da porre in relazione alla presenza di detriti, macerie e materiali residualiHABITAT 31

Salici-Populetum nigrae

Aggr. a Populus canescens32 HABITAT

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delle vicine lavorazioni agricole che, oltre a modificare il naturale profilo della sponda, contribuiscono ad elevare il livello di eutrofizzazione del suolo. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Le formazioni a dominanza di Salix alba, gi indicate da vari Autori (Orsomando e Catorci, 1991; Orsomando, 1993), si sviluppano in prossimit delle sponde lacustri. Questa associazione allo stato attuale la pi diffusa tra le formazioni arboree presenti nellarea, pur essendo limitata a frammenti discontinui ed in alcuni casi a strette fasce a ridosso dei campi coltivati. 2.2.10.3. Salici-Populetum nigrae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico, le specie pi frequenti nello strato erbaceo sono Carex riparia, Cyperus longus, Galium mollugo, Ballota nigra, Agrostis stolonifera, Brachypodium sylvaticum, Holcus lanatus. Tra gli arbusti i pi frequenti sono Rubus ulmifolius, R. caesius, Euonymus europaeus, Prunus spinosa. Si tratta anche in questo caso di cenosi molto povere di specie, generalmente soggette a forte disturbo per la vicinanza di aree intensamente coltivate. ECOLOGIA: La vegetazione a dominanza di Populus nigra si sviluppa in posizione pi arretrata rispetto al saliceto, dove minore la frequenza dei periodi di inondazione. Essa generalmente legata alle sponde ciottolose e ciottoloso-sabbiose. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Sulla base delle osservazioni effettuate, come nel caso dei saliceti a Salix alba anche queste cenosi non riescono a costituire una fascia continua ma sono rappresentate da piccolissimi lembi frammentati ed intercalati ai campi coltivati, talora ridotti ad individui isolati. Non ci sono riferimenti bibliografici. 2.2.10.4. Aggr. a Populus canescens COMPOSIZIONE FLORISTICA: La specie dominante generalmente accompagnata da Cornus sanguinea, Ligustrum vulgare, Rubus ulmifolius, Euonymus europaeus, Hedera helix, Humulus lupulus, Agropyron repens, Eupatorium cannabinum. ECOLOGIA: Populus canescens un ibrido risultante dallincrocio di P. alba con P. tremula. Esso presenta caratteri intermedi tra le due specie dalle quali deriva ma generalmente considerato specie a se stante (Pignatti, 1982; Gellini e Grossoni, 1997). Si localizza preferibilmente su substrati a tessitura fine ed occupa in genere il terrazzo pi esterno, non soggetto ad inondazioni, a contatto con le cenosi ad olmo. In Italia centrale piuttosto diffuso ma la sua ecologia poco conosciuta. Probabilmente vicaria P. alba, specie a carattere mediterraneo, nelle aree submediterranee. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: I popolamenti presenti al L. Trasimeno danno origine a picccoli lembi boscati in contatto con i pioppeti a pioppo nero, rispetto ai quali appaiono allo stato attuale molto pi frequenti. Non ci sono riferimenti bibliografici. 2.2.10.5. Aggr. a Ulmus minor COMPOSIZIONE FLORISTICA: In condizioni di naturalit, i boshi submediterranei con Ulmus minor ospitano altre essenze arboree quali Acer campestre e Fraxinus oxycarpa. AltreHABITAT 33

entit caratteristiche sono Cornus sanguinea, Euonymus europaeus, Clematis vitalba, Arum italicum, Ranunculus ficaria. ECOLOGIA: La fascia pi esterna ed asciutta del sistema spondicolo presenta la potenzialit per la vegetazione forestale a dominanza Ulmus minor, della quale restano attualmente solo scarsissime tracce. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Le formazioni a dominanza di olmo, sulla base delle nostre osservazioni, non sono attualmente molto rappresentata nellarea; pur essendo presente in siepi e filari, la specie non d origine a veri e propri boschi. Nellarea del Lago Trasimeno gli ambienti potenziali per questo tipo di vegetazione sono attualmente quasi del tutto privi di cenosi forestali spontanee, che sono state soppiantate da impianti di agricoltura intensiva. Purtroppo questo problema interessa tutte le principali pianure della regione Umbria, dove le colture e gli insediamenti hanno completamente soppiantato la vegetazione naturale, relegando le specie spontanee in habitat marginali come filari, siepi e fossi interpoderali. Non ci sono riferimenti bibliografici.

2.2.11. Habitat: foreste di Quercus ilex Codice: 9340 Riferimento fitosociologico: Specie caratteristiche: Quercus ilex DESCRIZIONE. Lhabitat 9340 si riferisce, per quanto riguarda la penisola italiana, alle foreste a dominanza di Quercus ilex diffuse nei Piani bioclimatici Meso-, Supra- e Termo-Mediterraneo e localmente Temperato Submediterraneo. Si tratta di cenosi arboree sempreverdi a dominanza di sclerofille, talora degradate a formazioni arbustive chiuse con la struttura tipica della macchia mediterranea. Nel Manuale interpretativo (European Commission, 1999) non vengono forniti riferimenti fitosociologici. Le foreste a dominanza di leccio sono inquadrabili nellordine Quercetalia ilicis; per i territori del Mediterraneo centro-orientale stata recentemente descritta lalleanza Fraxino orni-Quercion ilicis (Biondi et al., 2003). Nella scheda relativa al Lago Trasimeno riportata in Orsomando et al. (2004) la vegetazione a dominanza di leccio e sclerofille mediterranee viene riferita alle associazioni Orno-Quercetum ilicis e Viburno-Quercetum ilicis, syntaxa che da recenti revisioni non risultano presenti in Italia peninsulare (Biondi et al., 2003). Viene qui seguito il pi recente inquadramento di tali tipologie di vegetazione. 2.2.11.1. Cyclamino repandi-Quercetum ilicis COMPOSIZIONE FLORISTICA: Si tratta di formazioni forestali a dominanza di leccio, caratterizzate dalla pressoch totale assenza di caducifoglie. Tra gli arbusti sono molto frequenti Viburnum tinus, Phillyrea latifolia e Erica arborea. Tra le lianose abbondante34 HABITAT

HABITAT E SPECIE DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE ED ALTRI ASPETTI DI RILEVANZA NATURALISTICA AL LAGO TRASIMENO

Rusco aculeati-Quercetum ilicis Smilax aspera. Il sottobosco erbaceo sempre molto povero a causa della scarsa quantit di luce che nellarco dellanno penetra la cortina arborea, tra le specie pi tipiche possono essere menzionate Cyclamen repandum, Carex distachya, Limodorum abortivum, Asparagus acutifolius. ECOLOGIA: Lassociazione Cyclamino repandi-Quercetum ilicis si riferisce alla lecceta mesomediterranea termofila che si sviluppa su substrati decarbonatati. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Nellarea interna alla Z.P.S. lassociazione presente solo in frammenti puntiformi sulle pendici dei versanti collinari a sud della sponda meridionale, sulle arenarie della Formazione del Macigno del Trasimeno. Non sono noti riferimenti bibliografici. 2.2.11.2. Rusco aculeati-Quercetum ilicis COMPOSIZIONE FLORISTICA: Accanto al leccio dominante, tra le specie che si rinvengono con frequenza in questo tipo di boschi si possono ricordare Laurus nobilis, Fraxinus ornus, talora Quercus pubescens, Coronilla emerus ssp. emeroides, Crataegus monogyna, Ligustrum vulgare, Rubus ulmifolius, Phillyrea latifolia. Molto abbondanti sono le specie lianose, in particolare Rubia peregrina, Rosa sempervirens, Smilax aspera, Hedera helix. Il sottobosco erbaceo molto povero; tra le specie pi frequenti possono essere menzionate Ruscus aculeatus, Asparagus acutifolius, Asplenium onopteris.HABITAT 35

ECOLOGIA: Lassociazione Rusco aculeati-Quercetum ilicis si riferisce alla lecceta centro-italica interna, meso- e submeso-mediterranea, neutrobasifila. Si tratta di boschi mesofili di leccio con abbondante presenza di alloro, con composizione prevalentemente sclerofillica, a carattere subatlantico. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Questa tipologia forestale presente solo sullIsola Polvese (Venanzoni e Gigante, in prep.), dove costituisce la Lecceta di San Leonardo, precedentemente riferita alle associazioni Quercetum ilicis galloprovinciale (Pedrotti e Orsomando, 1977) e Orno-Quercetum ilicis (Orsomando e Catorci, 1990).

2.2.12. Habitat: vegetazione delle paludi a dominanza di Cyperaceae (Magnocaricion elatae) Codice: I050 Riferimento fitosociologico: Magnocaricion elatae Specie caratteristiche: DESCRIZIONE. LHabitat I050 non incluso nellAllegato I alla Dir. 92/43/CEE ma stato proposto successivamente alla Comunit Europea dal Comitato Scientifico Nazionale, per essere inserito nei prossimi aggiornamenti alla Direttiva (Orsomando et al., 2004). La codifica provvisoriamente utilizzata stata comunicata dal Ministero dellAmbiente alla Regione dellUmbria il 22.12.1995. Lhabitat definito come ve-

Mentho aquaticae-Caricetum pseudocyperi36 HABITAT

HABITAT E SPECIE DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE ED ALTRI ASPETTI DI RILEVANZA NATURALISTICA AL LAGO TRASIMENO

getazione delle paludi a dominanza di Cyperaceae e viene riferito dal punto di vista fitosociologico allalleanza Magnocaricion elatae. Nella descrizione si fa riferimento esclusivamente agli aggallati dellassociazione Mentho aquaticae-Caricetum pseudocyperi (Orsomando et al., 2004), ma va considerato che lalleanza include numerose altre tipologie di vegetazione altrettanto interessanti, aventi unampia distribuzione eurosiberiana ma piuttosto rare per il territorio italiano. In questo syntaxon viene infatti riunita la vegetazione dominata dalle cosiddette grandi carici, quali Carex elata, C. riparia, C. acutiformis, C. pseudocyperus, C. paniculata, etc. La vegetazione dellalleanza Magnocaricion elatae si colloca, in condizioni ottimali, nella fascia ubicata a monte delle cenosi elofitiche riferibili allalleanza Phragmition. Essa predilige superfici inondate che possono andare soggette a brevi periodi di prosciugamento. In condizioni naturali, i magnocariceti si sviluppano in territori ove le inondazioni non consentono lo sviluppo della vegetazione forestale; secondariamente si sviluppano anche come tappe di sostituzione delle foreste ripariali. I processi di interrimento e lassenza di gestione (in particolare lo sfalcio) portano alla sostituzione di queste comunit da parte di saliceti a Salix cinerea nelle zone paludose, e di saliceti a Salix alba in quelle ripariali. 2.2.12.1. Mentho aquaticae-Caricetum pseudocyperi COMPOSIZIONE FLORISTICA: Accanto alla specie dominante Carex pseudocyperus sono generalmente presenti nellassociazione Mentha aquatica, Scutellaria galericulata, Lycopus europaeus, Galium palustre, Typha angustifolia, Phragmites australis, Oenanthe aquatica. In passato questi ambienti costituivano un habitat ottimale per Thelypteris palustris, specie ormai scomparsa dal Lago (Pedrotti e Orsomando, 1977). ECOLOGIA: Le praterie galleggianti a Carex pseudocyperus si sviluppano tipicamente (ma non solo) sui cosiddetti aggallati o gallonaie, strutture galleggianti costituite dai frammenti dei rizomi di cannuccia e di altre specie elofitiche misti a detrito vegetale, che rappresentano un substrato idoneo per lo sviluppo di fitocenosi specializzate. Spesso tali strutture si staccano e galleggiano liberamente sullo specchio dacqua, trascinate dal vento. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Al Lago Trasimeno queste particolari tipologie di vegetazione sono state osservate per la prima volta da Orsomando e Pedrotti (1986) ed in seguito da Orsomando e Catorci (1991), Orsomando (1993, 1995), Venanzoni e Gigante (2000); allo stato attuale esse mostrano una forte riduzione probabilmente da collegare allabbassamento del livello del lago verificatosi negli ultimi anni. Frammenti di Mentho aquaticae-Caricetum pseudocyperi si possono osservare anche in diretto contatto con il canneto, nelle situazioni in cui Phragmites australis si presenta pi rarefatta e lascia ampi spazi aperti, in particolare lungo la sponda meridionale. 2.2.12.2. Caricetum acutiformis COMPOSIZIONE FLORISTICA: Lassociazione Caricetum acutiformis si riferisce a una prateria umida perenne a dominanza di Carex acutiformis, specie non molto diffusa al LagoHABITAT 37

Trasimeno. Essa d origine a popolamenti poveri di specie ed generalmente accompagnata da entit quali Lysimachia vulgaris, Lycopus europaeus, Galium palustre. ECOLOGIA: Carex acutiformis presenta unecologia piuttosto ampia e pu sopravvivere sia in ambienti aperti che nel sottobosco delle foreste palustri e ripariali. Dal punto di vista ecologico sopporta frequenti inondazioni e predilige suoli umidi ricchi di nutrienti, anche debolmente acidi. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Sulla base delle nostre osservazioni, lassociazione attualmente rappresentata da frammenti di piccola estensione, talora relegati ad ambienti piuttosto antropizzati quali fossi e canali, data la generale riduzione di habitat naturali che caratterizza il territorio in esame. Non ci sono riferimenti bibliografici. 2.2.12.3. Galio palustris-Caricetum ripariae COMPOSIZIONE FLORISTICA: La specie dominante Carex riparia, che tende a formare praterie paucispecifiche che ospitano poche altre entit quali Carex hirta, Iris pseudacorus, Lysimachia vulgaris, Agrostis stolonifera. ECOLOGIA: Lassociazione Galio palustris-Caricetum ripariae tipica degli ambienti palustri ricchi di azoto su substrati carbonatici; pu svilupparsi come vegetazione di sostituzione, in conseguenza della distruzione dei boschi palustri e ripariali. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: I diversi Autori che in passato si sono occupati della vegetazione del Lago Trasimeno hanno riferito le cenosi a dominanza di Carex riparia allassociazione Caricetum ripariae (Granetti, 1965a; Pedrotti e Orsomando, 1977; Orsomando e Catorci, 1991; Orsomando, 1993, 1995). In passato, secondo quanto osservato da Granetti (1965a), tale tipologia vegetazionale era molto diffusa; una certa contrazione veniva rilevata gi da Pedrotti e Orsomando (1977) ed in seguito da Orsomando e Catorci (1991). Recentemente stato proposto un nuovo inquadramento fitosociologico nellassociazione Galio palustris-Caricetum ripariae (Venanzoni e Gigante, 2000). Sulla base delle nostre osservazioni, sono attualmente evidenti i segni di una forte riduzione a seguito delle alterazioni ambientali di origine antropica. Lassociazione risulta compressa nella stretta fascia tra i campi coltivati ed il canneto, sua naturale ubicazione; lavanzata delle colture verso valle e la progressiva sottrazione di spazi hanno provocato in molti casi la scomparsa di questa tipologia vegetazionale. Per la stessa ragione, si verifica spesso una competizione per lo spazio da parte delle diverse cenosi che risultano compresse in ambiti ristretti; dato il forte potenziale di colonizzazione della cannuccia, questa spesso tende ad espandersi a danno dei cariceti. 2.2.12.4. Phalaridetum arundinaceae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico, oltre a Phalaris arundinacea sono presenti poche altre specie tra le quali sono frequenti Carex riparia e Iris pseudacorus. ECOLOGIA: Lassociazione Phalaridetum arundinaceae tipica di acque stagnanti o38 HABITAT

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fluenti, generalmente eutrofiche e ricche di basi, caratterizzate da grandi oscillazioni di livello. Si sviluppa in ambienti molto diversi, anche disturbati. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Al Lago Trasimeno lassociazione, indicata da Venanzoni e Gigante (2000), stata osservata solo in rare stazioni puntiformi. 2.2.12.5. Cyperetum longi COMPOSIZIONE FLORISTICA: Le cenosi presenti al Trasimeno si presentano come densi popolamenti a dominanza di Cyperus longus, talora accompagnato da Carex otrubae e poche altre entit quali Agrostis stolonifera, Carex hirta, Galium mollugo. ECOLOGIA: Questa associazione si sviluppa spesso a margine dei cariceti e in tutte quelle zone ove il terreno intriso di acqua, ma emerge allasciutto almeno per parte dellanno. diffusa lungo le rive, mai in superfici molto estese. Talora colonizza piccole aree depresse e canaletti artificiali dove rappresenta un vero e proprio serbatoio di biodiversit, anche se spesso fortemente alterato nella composizione floristica. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Lassociazione Cyperetum longi stata segnalata da Venanzoni e Gigante (2000). Le osservazioni effettuate confermano la presenza di questa cenosi allinterno dellarea dellex Idroscalo e sporadicamente allinterno dei fossetti interpoderali lungo il perimetro del lago. Piccoli frammenti sono stati rinvenuti anche allIsola Polvese. 2.2.12.6. Cypero-Caricetum otrubae COMPOSIZIONE FLORISTICA: Oltre alla specie dominante sono spesso presenti Agrostis stolonifera, Mentha longifolia, Festuca arundinacea, Potentilla reptans, Carex distans, C. hirta. ECOLOGIA: Dal punto di vista ecologico, questa comunit occupa una posizione intermedia tra i prati umidi e le praterie di transizione. Tale collocazione ecotonale si esprime anche nella composizione floristica attraverso la presenza di entit trasgressive dellordine Plantaginetalia majoris. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Lassociazione, con ampia diffusione nella penisola iberica, stata segnalata per il Lago Trasimeno da Venanzoni e Gigante (2000); tali Autori indicano la presenza di questa fitocenosi in piccole aree depresse e allinterno di canaletti artificiali adiacenti ai prati permanenti dellassociazione DactylidoFestucetum arundinaceae, ubicati prevalentemente allinterno dellex Idroscalo di Castiglion del Lago. Sulla base delle indagini svolte si conferma tale stazione, cui vanno aggiunti diversi piccoli popolamenti allinterno dei fossi interpoderali che circondano il lago. 2.2.12.7. Equiseto palustris-Juncetum effusi COMPOSIZIONE FLORISTICA: Tra le specie presenti, oltre a Juncus effusus si possono menzionare Equisetum palustre, Scutellaria galericulata, Lythrum salicaria, Agrostis stolonifera, Galium palustre. ECOLOGIA: Juncus effusus presenta una grande ampiezza ecologica; i suoi densiHABITAT 39

popolamenti sono spesso monospecifici. Lassociazione Equiseto palustris-Juncetum effusi si rinviene in diversi ambienti umidi meso- o eutrofici su torba o argilla, anche danneggiati o modificati dalluomo, come sentieri, viottoli, pascoli o rive di pozze, stagni, torbiere e paludi eutrofizzate. La specie presenta una particolare tolleranza al calpestio e vegeta su suoli anche fortemente compattati. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Le cenosi presenti al Trasimeno si sviluppano nellarea di transizione interposta tra i prati palustri dellalleanza Magnocaricion e quelli di transizione dellordine Plantaginetalia majoris. Lassociazione stata segnalata da Venanzoni e Gigante (2000). Sulla base delle ricerche svolte questa tipologia di vegetazione diffusa sulle sponde del lago, con popolamenti di dimensioni sempre molto modeste, spesso puntiformi.

2.3. ALTRE TIPOLOGIE DI HABITAT PRESENTI NEL SITO Vengono di seguito illustrate le altre tipologie di vegetazione presenti lungo le sponde del Lago Trasimeno, molte delle quali senzaltro meritevoli di salvaguardia bench non riconosciute a livello europeo e non incluse nellAllegato I. Anche in questo caso i diversi habitat vengono descritti sulla base del contesto vegetazionale avvalendosi delle tipologie fitosociologiche.

2.3.1. Habitat: comunit elofitiche semisommerse Riferimento fitosociologico: Phragmition communis DESCRIZIONE. Queste tipologie di vegetazione, tipiche delle stazioni sommerse per tutto larco dellanno o quasi, includono le cenosi a grandi elofite che si sviluppano sulle sponde di laghi e fiumi con acque da dolci a leggermente salate. Si tratta di associazioni a distribuzione subcosmopolita e cosmopolita, a carattere azonale, generalmente paucispecifiche. La loro attuale diffusione in Italia peninsulare fortemente ridotta e frammentata, dato il generale stato di degrado in cui versano gli ambienti umidi cui tali comunit sono strettamente legate. In molti casi si tratta di popolamenti relitti, floristicamente impoveriti ed a rischio di scomparsa. Al contrario, in Europa centrale e settentrionale la loro diffusione molto pi ampia anche in relazione alle condizioni climatiche pi favorevoli, contraddistinte da precipitazioni pi elevate, e ad un uso del suolo pi razionale. Questo stato di cose ha fatto s che le comunit elofitiche semisommerse non venissero prese in considerazione come habitat di rilevanza comunitaria; non si tenuto in considerazione limportante ruolo biogeografico ed ecologico che tali cenosi svolgono in territori, quale quello italiano, caratterizzati da contesti climatici mediterranei e submediterranei. Alla luce di queste considerazioni sembra opportuno sottolineare leffettiva rarit e lelevato valore naturalistico di queste tipologie40 HABITAT

HABITAT E SPECIE DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE ED ALTRI ASPETTI DI RILEVANZA NATURALISTICA AL LAGO TRASIMENO

Phragmitetum vulgaris

Phragmitetum vulgarisHABITAT 41

vegetazionali e di questi habitat, caratterizzati da una peculiarit floristica, cenotica ed ecosistemica che li rende senzaltro meritevoli di tutela. 2.3.1.1. Phragmitetum vulgaris COMPOSIZIONE FLORISTICA: Dal punto di vista floristico accanto a Phragmites australis sono presenti pochissime altre specie tra cui Galium palustre, Solanum dulcamara, Scutellaria galericulata, Typha latifolia, Iris pseudacorus, Lycopus europaeus, Lythrum salicaria. ECOLOGIA: Il canneto rappresenta forse lelemento pi caratterizzante del paesaggio lacustre. Esso si sviluppa generalmente sulle rive di laghi e zone palustri, in acque meso- o eutrofiche a profondit molto variabile, su substrato fangoso. La specie tollera anche una certa salinit delle acque e una discreta presenza di composti azotati. Lassociazione ha unamplissima distribuzione geografica, grazie alle scarse esigenze ecologiche di Phragmites australis ed alla sua elevata capacit di colonizzare gli ambienti pi disparati. Particolari adattamenti morfologici ed un potente apparato stolonifero consentono infatti alla specie di insediarsi in stazioni anche fortemente antropizzate (margini dei campi) o inospitali (fanghi e melme di ambienti asfittici). Lassociazione partecipa ai processi di interrimento delle sponde. Le cenosi a cannuccia presenti lungo le sponde del Lago Trasimeno appaiono allo stato attuale fortemente disturbate dalla vicinanza dei campi ed in generale delle attivit antropiche. Il fenomeno di avanzato degrado testimoniato dalla frequente presenza, allinterno del canneto, di numerose specie nitrofile e sinantropiche quali Urtica dioica, Conyza canadensis, Bromus sterilis, Galium aparine, Chenopodium album. In condizioni di naturalit loscillazione del livello delle acque del lago comporterebbe il periodico arretramento/avanzamento del fronte del canneto, fenomeno che al Lago Trasimeno, a causa della debole pendenza delle sponde, potrebbe avere una notevole portata. In realt i limiti della vegetazione palustre risultano rigidamente fissati dal limite dei campi coltivati che, negli anni, sono avanzati verso valle fino ad occupare le aree proprie della vegetazione palustre e di transizione, provocando la quasi totale scomparsa dei cariceti. DISTRIBUZIONE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI: Allo stato attuale la distribuzione del canneto lungo le sponde del Lago appare piuttosto eterogenea; nel settore sud-orientale in localit