H2540 LA STELLA DEL DESERTO

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u n Regno , una coRona , QuattRo audaci pRincipi deL deseRto . Cosa accadrà quando Xavian, re del Qusay, scoprirà di stare vivendo la vita sbagliata? E chi reclamerà il trono del Qusay, quando infine la verità sarà svelata? PIÙ CONVENIENZA € Sei ancora in tempo per provare l’esclusivo formato estate 2 in 1, a prezzo SPECIALE Lo trovi in vendita dall’1 settembre, ma affrettati è l’ultimo mese! Scopri tutte le storie su www.eHarmony.it solo a luglio, agosto e settembre LA STELLA DEL DESERTO Carol Marinelli

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Molti anni fa, Aristo e Calista, due perle nel cuore del

Mediterraneo, erano governate come un unico sta-

to. Aspre lotte intestine lacerarono però il regno di

Adamas, spingendo le due isole a percorrere stra-

de diverse: da quel momento, i Karedes regnarono

incontrastati sulla scintillante e modaiola Aristo e gli

Al’Farisi sulla desertica Calista.

Alla morte dell’ultimo sovrano di Aristo, si scoprì che

la vera erede al trono dei Karedes era Stefania, sua

figlia illegittima. Come se ciò non bastasse, Zakari

Al’Farisi, sceicco di Calista, la convinse a sposarlo,

così da riuscire, finalmente, a riportare entrambe

le isole sotto il potere di un’unica famiglia. La sua.

Ma un’oscura nube incombe sugli Al’Farisi: il giorno

dell’incoronazione di Stefania, uno straniero arriva a

renderle omaggio dal vicino regno del Qusay. Uno

straniero che non conosce il proprio passato, ma

solo il proprio futuro di re.

Cosa accadrà quando Xavian, re del Qusay, scoprirà

di stare vivendo la vita sbagliata? E chi reclamerà il

trono del Qusay, quando infine la verità sarà svelata?

La FamigLia ReaLe deL Qusay

un Regno, una coRona,QuattRo audaci pRincipi deL deseRto.

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PIÙ PAGINE, PIÙ CONVENIENZAsolo

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Carol Marinelli

LA STELLA DEL DESERTO

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Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Wedlocked: Banished Sheikh, Untouched Queen

Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2010 Harlequin Books S.A.

Special thanks and acknowledgement are given to Carol Marinelli for her contribution to The Dark-Hearted Desert Men series

Traduzione di Velia De Magistris

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma.

Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

Harmony è un marchio registrato di proprietà

Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

© 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony

settembre 2010

Questo volume è stato impresso nell'agosto 2010 presso la Rotolito Lombarda - Milano

COLLEZIONE HARMONY

ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 2540 del 24/9/2010 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 22 DEL 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione

Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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Prologo

Mentre le sue damigelle la vestivano, Layla guardò la sua immagine riflessa allo specchio: il generoso seno, le gambe lunghe e snelle, i delicati tatuaggi all'henné sparire sotto metri di velo dell'abito d'oro sontuosamen-te ricamato. Infine anche i capelli folti e lucenti, neri come l'ala del corvo, e il viso sapientemente truccato – le labbra rosse e piene e le gote sfumate con la cipria – scomparirono a loro volta, finché tutto quello che di lei rimase in evidenza furono gli occhi, due zaffiri viola e splendenti. Sbatté le palpebre con fare nervoso mentre pensava che, quando quei veli sarebbero stati rimossi, lei non avrebbe provato l'usuale sensazione di sollievo. L'ope-razione non avrebbe significato che era a casa, nel Pa-lazzo di Haydar, dove poteva rilassarsi in tutta tranquil-lità. No, quando quei veli sarebbero stati rimossi, a-vrebbe avuto di fronte il suo neo marito, nel deserto del Qusay, per la sua prima notte di nozze. Il re Xavian Al'Ramiz, l'uomo a cui era stata promes-sa in sposa sin da bambina, dopo tutti quegli anni aveva deciso di fare il suo dovere e di portarla all'altare. L'aveva fatta aspettare a lungo e, cosa a suo parere più importante, aveva fatto aspettare il suo paese. La sua vita era stata, ed era ancora, un'attesa conti-nua. Layla era la maggiore di sette sorelle. Sua madre era morta nel tentativo di dare alla luce un erede maschio,

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lei ricordava bene la disperazione e i singhiozzi che a-vevano accompagnato ogni nascita, e a ogni nascita il popolo di Haydar, profondamente tradizionale, aveva manifestato in modo sempre più eclatante il disagio che provava alla prospettiva di essere governato da un so-vrano donna. Ah, ma suo padre era stato saggio, e lungimirante. Aveva combinato il suo matrimonio con l'unico figlio de re del Qusay, un principe ereditario. Xavian avrebbe regnato anche sull'Haydar, e un giorno il loro primoge-nito – un maschio, ovviamente – avrebbe riunito sotto una sola corona i due Paesi. Ma poiché la data del matrimonio non era stata pre-cisata, con la morte di suo padre Layla era diventata re-gina. Gli Anziani avevano tentato di trasformarla in una figura meramente rappresentativa, e di consigliarla su ogni passo da intraprendere, ogni mossa da fare. Lei in-vece aveva dato al suo ruolo una grande importanza. Si era dedicata ai suoi compiti con passione e dedizione, rifiutando di dare il suo assenso a tutto ciò della cui va-lidità non fosse assolutamente convinta. E per quello che riguardava il suo fidanzato... Xavian apparentemente era stato troppo felice del suo stile di vita da scapolo per rinunciarci. Solo dopo la morte di entrambi i genitori aveva deciso di onorare l'accordo in-tercorso fra suo padre e il compianto re di Haydar, ma intanto Layla aveva continuato a crescere, governando il paese a modo suo, diventando più saggia. Xavian a-veva indugiato troppo a lungo per poter ancora sperare in un atto di obbedienza da parte della sua sposa, e lei non aveva più alcuna intenzione di consegnare passi-vamente le redini del suo regno a un uomo che non a-veva alcun interesse né per l'Haydar, né per lei. La morte dei sovrani del Qusay aveva costretto il principe playboy a rientrare in tutta fretta dall'Europa per salire al trono. Un condottiero nato, nonostante il suo lutto, stava affrontando e superando con successo

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anche momenti molto difficili per il suo popolo. Layla lo sapeva, perché Layla lo aveva osservato. Non aveva mai parlato con lui, lo aveva visto una sola volta, e da lontano, ed era vagamente al corrente della vita dissolu-ta che il suo futuro sposo aveva condotto sino a poco prima. Di recente aveva trovato un po' di tempo fra i suoi numerosi impegni per studiarlo. Aveva registrato e riascoltato innumerevoli volte i suoi discorsi, eloquenti e volitivi, e capito che il giovane e spensierato dongio-vanni si era trasformato in un vero re. E un re aveva bisogno di una regina. Una transazione di affari, nulla di più. Layla ne era sempre stata consapevole, tuttavia quando aveva osservato a distanza l'uomo destinato a diventare suo marito trascorrere la sua esistenza fra scorribande sessuali e lussi sfrenati, aveva provato ge-losia piuttosto che sdegno. Gelosia perché a Xavian era concesso avere amanti e libertà, mentre per lei c'era so-lo l'attesa. Aveva ventisei anni. E quella sera, finalmente, era il suo turno. Quella sera, anche se si trattava di un accordo politi-co, anche se il loro era un matrimonio organizzato, e se avrebbero vissuto praticamente separati, quella sera Xavian l'avrebbe portata nel deserto del Qusay. Quella sera si sarebbe ritrovata faccia a faccia con suo marito, Layla pensò, le gote in fiamme. Quella sera il re Xavian Al'Ramiz sarebbe diventato il suo amante. Il suo primo e unico amante. Bizzarro da parte sua, ma per qualche motivo deside-rava che il suo futuro sposo fosse meno attraente, che quel viso che aveva visto sui giornali, in televisione, su Internet, fosse dotato di minore fascino. Aveva scrutato i lineamenti del suo volto, trattenendo il fiato quando le era sembrato che quegli occhi scuri, dalle pagine dei ro-tocalchi, le restituissero gli stessi sguardi interessati. Xavian aveva un aspetto regale, dal naso dritto e aristo-

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cratico agli zigomi sporgenti, ai capelli neri e folti per-fettamente tagliati. E c'era un'aura che lo circondava, un atteggiamento di naturale fiducia in se stesso che non lo abbandonava mai. Lei ne era stata testimone quando gli impegni uffi-ciali li avevano condotti a presenziare alle stesse fun-zioni. Celata dal velo, aveva tenuto gli occhi fissi sul suo futuro marito, sperando in un segno da parte sua, magari un sorriso, un cenno del capo, un qualsiasi gesto teso a manifestare anche solo curiosità nei confronti della donna che avrebbe sposato. Xavian non aveva lasciato trapelare niente. Meno di niente. Era stato accanto a lei l'anno precedente durante la cerimonia per l'incoronazione della regina Stefania di Aristo, e non l'aveva degnata di uno sguardo. L'umiliazione a cui l'aveva sottoposta quel giorno le bruciava ancora, resa più cocente dall'ostentato ignorare la loro futura unione. «Altezza.» Layla chiuse gli occhi irritata mentre Imran, uno dei suoi tanti consiglieri, entrava nella stanza per fare il punto su alcune situazioni e chiederle istruzioni finali con la sua voce sgradevole e nasale. «Ho bisogno urgentemente di una sua firma sulla nuova proposta per la miniera di zaffiri.» Diavolo, era il giorno del suo matrimonio! Ma il dovere veniva sempre al primo posto, e la re-gina di Haydar ne aveva molti di doveri. Parte del suo entourage l'aveva seguita in Qusay per le nozze, una intera squadra di avvocati, le sue cameriere personali, e Baja, dama di compagnia e migliore amica. Oh, quanto quegli avvocati, quei consiglieri, si e-rano rammaricati quando la loro regina aveva comin-ciato a esprimere la sua opinione senza timore, rifiu-tando di lasciar loro carta bianca! Per il loro sconfor-to, Layla si era imposta, e questo comportava ram-mentare agli Anziani di continuo che, per ogni que-

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stione, la decisione finale spettava a lei. Era stancante controllare costantemente ogni reso-conto, ogni calcolo, consapevole che i suoi cosiddetti aiutanti non aspettavano altro se non un segno della sua debolezza, per approfittare di quel momento e far scivolare fra gli altri un documento in modo che lei non notasse la piccola clausola apposta in calce... De-sideravano che l'Haydar rimanesse ancorato ai modi del passato, invece di sfruttare le tante opportunità che quel paese così ricco offriva ai suoi abitanti. «Può aspettare» replicò Layla guardando Imran negli occhi. «Oggi non firmerò niente. Mi occuperò di tutto al mio ritorno, fra una settimana.» L'uomo strinse le labbra. «Gli scavi devono comin-ciare subito» sottolineò. «Cominceranno al mio ritorno!» sbottò Layla. «Quando avrò letto gli emendamenti e se li avrò appro-vati!» Tuttavia, nonostante il tono imperioso che aveva usato, sentì le lacrime bruciarle gli occhi, lacrime che non avrebbe mai permesso che Imran vedesse, così si girò verso la finestra e fissò il mare. Era il giorno del suo matrimonio. Di sicuro, di sicuro, aveva il diritto per quell'unica giornata di essere solo una donna? Apparentemente no. «Dobbiamo anche discutere della possibilità di e-stendere la visita del re in Haydar» provò ancora Imran. «Al momento non discuteremo di niente» ribadì La-yla, continuando a dargli le spalle, sapendo che se l'uomo avesse notato la sua debolezza, avrebbe insistito con le sue richieste. «Ora, se gentilmente mi permette-rai di occuparmi del piccolo problema costituito dal mio matrimonio, presto sarò in grado di dedicare di nuovo e completamente la mia attenzione al nostro pae-se. E voglio sottolinearlo per l'ennesima volta» aggiun-se, «niente, e intendo niente, dovrà essere approvato durante la mia assenza.»

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«Naturalmente» replicò l'uomo con fare accondi-scendente. «Anche se, altrettanto naturalmente, nel caso di urgenze lei dovrà fidarsi del giudizio del Consiglio degli Anziani.» «Imran.» Ormai le lacrime si erano asciugate e gli occhi brillavano di una luce decisa mentre Layla si vol-tava per guardarlo. «Porterò il computer con me e, se per un qualsiasi caso tu non dovessi riuscire a contat-tarmi via e-mail, salirai su un elicottero e mi raggiunge-rai nel deserto.» «Pensavo che non volesse essere disturbata» obbiettò il consigliere. «Come ti ho già detto diverse volte, non presumere mai di conoscere i miei pensieri.» «Certo, Altezza» concluse lui prima di congedarsi. E, anche se mancavano minuti al momento delle nozze, la tensione che aggredì lo stomaco di Layla era causata solo dall'atteggiamento indisponente di Imran. «Respira, Layla» suggerì Baja con gentilezza. Cara, dolce Baja, che assisteva in silenzio a ogni riu-nione ma che ascoltava tutto. Baja, l'unica testimone dei suoi pianti notturni. Baja, la sola persona al mondo davvero consapevole dell'enorme fardello che le grava-va sulle spalle. «Approfitterà della mia assenza per sca-valcarmi» ipotizzò Layla. «Sarebbe un folle. I tuoi ordini sono stati chiari.» «Distorcerà il senso delle mie parole.» «Allora metti tutto nero su bianco.» La presenza di Baja era un tale conforto per lei... Le era grata per la sua saggezza, per la sua pazienza, per quelle qualità che la rendevano quasi degna di una completa fiducia. Quasi, perché da tempo Layla aveva imparato che l'unica persona al mondo della quale po-tesse fidarsi ciecamente era lei stessa. «Lo farò» replicò annuendo. «Prima, però, devi sposarti.» Layla fu scortata lungo i corridoi del Palazzo del Qu-

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say, ed era più facile per lei focalizzare la sua attenzio-ne sui tanti ritratti appesi alle pareti, o sul fruscio che lo strascico del suo vestito produceva mentre camminava, piuttosto che sul fatto che, ancora pochi istanti, e sareb-be diventata la moglie di Xavian. Il vento del deserto, caldo e soffocante, la investì non appena uscì dalla reggia. Attraversò il fantastico giardi-no, fino all'altare, dove si fermò per aspettare il suo sposo. Sarebbe stata una cerimonia in forma privata. La set-timana seguente, come voleva la tradizione dell'Haydar, da donna sposata avrebbe evitato di portare il velo, e sarebbe stata presentata a dignitari e regnanti durante un ricevimento formale, ma quel giorno gli unici pre-senti erano gli Anziani di corte di entrambi i Paesi. Rimase in piedi all'ombra di un grande albero, per-cepì il profumo dei fiori ancora in boccio, sentì il gor-goglio dell'acqua nelle fontane, e continuò ad aspettare. D'altra parte, Xavian aveva rimandato il loro matri-monio per dieci anni, Layla ragionò. Quale differenza potevano fare altri dieci minuti? O ancora dieci? Qualcuno le portò una sedia. Layla rifiutò e rimase con la schiena ben dritta, lo sguardo fisso davanti a sé, bruciante per l'umiliazione, perché quell'uomo non a-vrebbe potuto scegliere un modo più chiaro per farle capire quanto poco tenesse a lei. Avrebbe voluto andare via. Girare le spalle alla tradizione, esigere immediata-mente un mezzo di trasporto che la riportasse a casa, di-re a Xavian cosa poteva farne del suo contratto... «Il re sarà qui a breve.» Layla si guardò le mani, e fu costretta a piantare fisicamente i piedi per terra per impedirsi di allon-tanarsi, oltre che a serrare le labbra in una linea sottile per soffocare quelle parole di cui lei e il suo popolo si sarebbero sicuramente pentiti nel caso

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davvero fossero state pronunciate. «Forse Sua Altezza dovrebbe sedersi.» Di nuovo, le fu indicata la sedia. Gli Anziani si facevano vento con le mani. Forse ora avrebbero servito qualcosa di fresco da bere, pensò Layla, e poi i componenti del suo seguito si sarebbero riuniti con quelli del seguito di Xavian per decidere insie-me quale strategia adottare nel caso in cui il re non si fosse presentato affatto. Ma quello era il suo dovere, pensò Layla. Restare lì. Accettare una pubblica umiliazione. Aspettare. Avrebbe sopportato tutto per il bene della sua gente, si sarebbe sposata se questo era ciò che la tradizione e-sigeva, ma mentre vacillava sotto i raggi cocenti del so-le, pallida, vicina allo svenimento, Layla giurò a se stessa che il suo futuro marito avrebbe pagato per tutto quello. Se Xavian pensava davvero di poterla trattare in mo-do così assurdo, se pensava che lei avrebbe chinato la testa e obbedito a tutti i suoi ordini, se pensava di trova-re in lei una moglie mansueta e pronta ad accontentarlo, ecco, quella sarebbe stata la sua condanna. Il re Xavian avrebbe dovuto condurre le sue ricerche più accuratamente. Avrebbe dovuto sapere che il velo celava una donna testarda e orgogliosa, una regina forte che sapeva prendere decisioni importanti. Quella sera gli avrebbe detto senza mezzi termini co-sa pensava di lui, decise. Xavian non aveva idea di cosa lo aspettava, pensò mentre un sorriso soddisfatto le in-curvava le labbra. Ma poi, mentre i minuti continuavano a passare e nulla accadeva, anche quel sorriso svanì.

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Il re Xavian Al'Ramiz lesse di nuovo il biglietto, uno dei tanti ricevuti per il suo imminente matrimonio. Lo inviava il re Zakari di Calista, che agli auguri aggiungeva di essere impaziente di incontrarlo perso-nalmente la settimana seguente, al ricevimento ufficia-le. Era la terza lettera. Con la prima, gli aveva porto le condoglianze per la scomparsa dei suoi genitori e lo aveva invitato al Pa-lazzo di Calista. Lui non aveva replicato. Anzi, aveva bruciato la missiva. Poi ne aveva ricevuta una seconda, un ringrazia-mento per il dono spedito dal popolo del Qusay in oc-casione della nascita del principe ereditario, Zafir. Ancora Xavian non aveva risposto, anche se aveva conservato il messaggio per qualche giorno prima di bruciare anche quello. E ora, l'ultima. Non c'era nulla di disdicevole in quelle poche righe, pensò mentre le leggeva forse per la centesima volta. Non sapeva con precisione cosa cercava fra quelle pa-role, generiche espressioni di felicitazioni, eppure non riusciva a controllare l'ansia che gli comunicavano. La sua futura moglie lo stava aspettando. Era già in un ritardo imperdonabile, ma continuava a leggere e a indugiare su quello che era solo un messaggio formale

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inviato dal re Zakari di Calista e da sua moglie, la re-gina Stefania di Aristo. Con il loro matrimonio aveva-no riunito le loro due isole nell'antico regno di Ada-mas, e allora perché, si chiese Xavian, avevano usato la carta con lo stemma della Famiglia Reale di Calista, e non con quello di Adamas? Passò un dito sull'em-blema, percependo di nuovo quella bizzarra sensazio-ne, come di turbamento pur se immotivato. Una sensazione che non lo aveva mai abbandonato dal giorno dell'incoronazione della regina Stefania, da quando lei lo aveva guardato negli occhi e sul suo viso si era dipinta un'espressione sconvolta. No, era stata addirittura sul punto di perdere i sensi, Xavian si corresse. E lui le aveva stretto una mano fra le sue, continuando a parlarle finché il marito non si era reso conto del problema e l'aveva condotta via. In seguito aveva saputo che la regina era stata già in attesa del suo primo figlio durante la cerimonia, il che avrebbe dovuto spiegare il suo malessere. Ma non spiegava però il suo, ragionò Xavian. Perché era stato inquieto già prima di rendere o-maggio a Stefania, esattamente da quando aveva visto il re Zakari fra gli altri sovrani. Il suo cuore aveva pre-so a battere all'impazzata, cosa che ancora gli accade-va di notte, e che gli stava accadendo anche in quel momento. «È tutto pronto, Altezza» annunciò Akmal, il suo visir, entrando nella stanza. «La sua sposa sta aspet-tando.» Xavian percepì una nota perplessa nella sua voce. In effetti la sua sposa, la regina Layla di Haydar, sta-va aspettando ormai già da tempo. Era la seconda vol-ta che Akmal entrava discretamente negli apparta-menti reali per controllare che non ci fossero proble-mi, e solo per trovare il suo re esattamente dove lo aveva trovato la prima volta, in piedi accanto alla fi-nestra, una lettera in mano, lo sguardo rivolto al ma-

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re. «Arriverò fra breve» replicò. «Altezza, posso suggerire...?» «Non hai sentito quello che ho detto?» sbottò Xa-vian, finalmente girandosi, gli occhi che praticamente mandavano fiamme, il tono deciso inteso a far capire chi era il re, e chi comandava. Con addosso l'uniforme militare del Qusay – la giacca verde oliva decorata da tante medaglie, stivaloni di cuoio nero, la spada d'ar-gento che gli penzolava a un fianco e la treccia dorata che reggeva il copricapo – senza dubbio aveva un a-spetto imponente, in qualche modo minaccioso. Ma, considerata la sua altezza, le spalle ampie, il fisico possente, in fin dei conti non aveva bisogno di meda-glie o spade per imporre se stesso e ottenere rispetto. «La regina potrà aspettare finché io non sarò pronto.» «Come desidera, sire.» Akmal, il quale sapeva quando era il momento di ritirarsi, chinò la testa e uscì dalla stanza. Di nuovo solo, Xavian riprese a guardare il mare. Layla avrebbe aspettato. Di quello ne era certo. D'altra parte aveva aspettato già a lungo. Fidanzato con lei sin dall'adolescenza, il matrimonio avrebbe dovuto essere stato celebrato già da dieci anni. Lui a-veva scelto di rimandare, e di godersi appieno la sua libertà. Quella libertà che però adesso era sul punto di fini-re. Uscì in terrazza, desiderando di ritrovarsi di fronte al deserto, e non al mare. Nel deserto egli riusciva a ri-trovare rari momenti di pace, nel deserto quella sera avrebbe portato la sua nuova moglie. Un pensiero che lo disturbava. Da quando i suoi genitori avevano perso la vita in un incidente aereo, i suoi consiglieri non avevano smesso per un solo attimo di lavorare. La sua esisten-za da playboy era giunta al termine, era re ormai, e i re non si comportavano come i principi. I re si sposavano

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e generavano eredi, e a lui toccava la stessa sorte. Do-po tre mesi di lutto, il matrimonio che lui aveva posti-cipato all'infinito doveva aver luogo. Sarebbe stata una cerimonia privata, date le circo-stanze, come lo era stata quella della sua incoronazio-ne. Preparativi in grande stile erano del tutto inappro-priati considerata la recente scomparsa del sovrano e della sua consorte. Il popolo avrebbe appreso solo l'in-domani delle avvenute nozze, e intanto lui si sarebbe ritirato nel deserto con la moglie in attesa della ceri-monia ufficiale. Infine, dopo un ulteriore periodo di lutto i festeggiamenti sarebbero stati estesi anche al popolo, e probabilmente il popolo avrebbe avuto di-versi motivi per esultare. A parere del Consiglio degli Anziani infatti, era auspicabile che, esattamente nove mesi dopo le nozze, il nuovo principe ereditario a-vrebbe visto la luce. Akmal gli aveva consigliato di astenersi da incontri sessuali almeno per sette giorni prima del matrimonio, in modo che il suo seme fosse impetuoso e potente. Un consiglio che lui, ovviamente, aveva scelto di ignorare. La sua impetuosità sessuale non conosceva limiti. E poi la sua unione con Layla altro non era se non una strategia politica. L'Haydar soffriva guidato da una donna, e con la sua presenza, seppure occasionale, Xavian avrebbe ricondotto in riga un paese agitato da turbolenze sociali. Naturalmente, si sarebbe preso un'amante. Molte amanti. Non aveva alcuna intenzione di dormire da solo. Quindi l'inquietudine che lo affliggeva non era cau-sata dall'imminente matrimonio, e nemmeno dalla morte dei suoi genitori. Già da molto tempo prima del fatale incidente, la sua anima aveva attraversato una profonda crisi. Una crisi però che non sapeva definire, né gli era possibile identificarne la fonte.

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A volte fissava la lettera per lunghi minuti, come stava facendo in quel momento, in cerca di indizi che probabilmente non esistevano. Forse era sulla strada della follia. Di notte apriva gli occhi all'improvviso, il cuore che gli martellava nel petto. Svegliava la bellezza di turno che dormiva accanto a lui e la congedava bruscamen-te. Nessuno, nessuno doveva vederlo in un tale stato di prostrazione. Come in quel momento, mentre il suo cuore batteva all'impazzata, e il petto si alzava e si ab-bassava al ritmo del respiro affannoso mentre conti-nuava a scrutare il mare. Aveva la nausea, quasi si tro-vasse effettivamente a bordo di una barca in balia dei flutti. Gocce di sudore gli imperlavano la fronte, vacil-lava come sospinto dalle onde. Le cicatrici che gli sol-cavano i polsi bruciavano, a volte succedeva. Guarda-va l'oceano, in cerca di cosa non sapeva. Distolse lo sguardo, obbligò il cuore a rallentare la sua corsa, cer-cò conforto nel pensiero della serata che lo aspettava. Non perché avrebbe avuto sua moglie accanto, ma perché solo il deserto aveva il potere di calmarlo. Sì. Si sarebbe sposato, avrebbe condotto la regina nel deserto, consumato alla svelta il matrimonio, e l'indo-mani sarebbe stato libero di vagare fra le dune, libero di chiedere alla terra sulla quale regnava consigli e guida. Più sereno adesso, rientrò in camera, la lettera an-cora in mano. Si fermò accanto a un grosso cero e im-passibile osservò la fiamma che divorava la spessa carta color crema con lo stemma di Calista. Gettò il foglio bruciato nel camino, completando così il rituale che aveva già ripetuto due volte, e aprì la porta, prati-camente travolgendo Akmal. Scoccò al suo visir un'occhiata di rimprovero, e si avviò a lunghi passi lungo il corridoio, fino al giardi-no, pronto ormai per fare ciò che doveva.

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Gli Anziani erano seduti, ma si alzarono di scatto quando lo videro arrivare. La sposa non si girò. Am-mantata da un abito color dell'oro, il capo velato, ten-ne gli occhi bassi mentre lui si avvicinava. La prospettiva di prendere in moglie quella donna non lo entusiasmava per nulla, pensò Xavian. L'Haydar era un paese ancorato alle tradizioni di un tempo. Le donne dovevano portare il velo fino al gior-no del matrimonio. Ma anche quei metri di seta splen-dente non riuscivano a nascondere del tutto una figura dalle forme abbondanti. Perfetto, pensò Xavian con cinismo. Gli toccava mettere incinta una donna grassa e senza esperienza. Ma non c'era limite ai suoi doveri? Il celebrante cominciò con la sua litania, chiese a Layla se sarebbe stata una sposa devota e leale, se a-vrebbe servito suo marito, prestando a lui e ai figli che sarebbero venuti ogni cura e attenzione. Fu con un sussurro che lei rispose di sì. Il celebrante le pose di nuovo le stesse domande, e di nuovo lei rispose affermativamente. La terza volta Xavian notò che lei continuava a te-nere il capo chino mentre rispondeva, come era giusto che facesse. E poi fu il suo turno. Xavian avrebbe provveduto a lei? Era l'unico quesito che il celebrante gli avrebbe ri-volto, e solo per una volta. Un re non aveva bisogno di ripetersi. «Sì.» Allora lei alzò la testa, e Xavian vide un paio di oc-chi magnifici, violetti, ombreggiati da ciglia nere e lunghe. Ne fu compiaciuto. Magari le avrebbe chiesto di tenerli aperti mentre facevano sesso. Tutto finì in pochi minuti. Si erano guardati per il più breve degli istanti, ma quell'attimo era stato cattu-rato dall'obbiettivo della macchina fotografica, e l'im-

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magine l'indomani sarebbe stata pubblicata sui giorna-li di tutto il mondo. Lo sceicco re Xavian Al'Ramiz del Qusay, e ora anche dell'Haydar, e la sua sposa, la regina Layla Al'Ramiz di Haydar, e ora anche del Qu-say. L'unione così a lungo attesa era ufficiale. «Partiremo per il deserto fra un'ora» affermò Xa-vian, rivolgendosi per la prima volta alla moglie. «Spero che il mio staff sia stato di aiuto.» Lei non replicò. La testa china, si limitò ad annuire. «Hai bisogno di qualcosa?» chiese ancora Xavian, tentando di avviare una conversazione, ma non riuscì a strapparle anche un solo monosillabo. «Ci vediamo fra un'ora» dunque tagliò corto. Ovviamente, pensò Xavian mentre si avviava verso il suo appartamento, i tacchi degli stivali che risuona-vano sul pavimento di marmo lucido, sarebbe stata una notte del tutto priva di eventi interessanti.

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Questo mese

- Inganno perfetto di J. Lucas

La fine della storia con Eve ha lasciato Talos con la certezza che, un giorno, riuscirà ad avere la sua rivincita. Torna SUBLIME VENDETTA.

- Una principessa da sposare di C. Crews

Luc ha giurato di sposarsi solo nel caso in cui incontri la donna perfetta. Nuova puntata di CONTRATTO D'AMORE.

- La segretaria in rosso

di C. Mortimer

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di S. Kendrick

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- La gelosia del milionario di C. Williams

Riccardo ha sempre guardato ad Angelina solo come a un'efficiente segretaria. Non perdere l'appuntamento con A LETTO COL CAPO.

- Estate greca di D. Hamilton

Con la storia della principessa Layla e del principe Xavian comincia LA FAMIGLIA REALE DEL QUSAY, seguito della saga dei KAREDES.

Il modo migliore che Dimitri ha per portare a termine il suo piano è sedurre la sensuale Bonnie... Lasciati accendere dal FUOCO GRECO.

- La stella del deserto di C. Marinelli

- La favola di una notte di K. Hewitt

Abby ha sempre vissuto solo per la musica, ma di fronte a Jean-Luc tutto cambia. Non perdere UN NUOVO INIZIO.

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Il prossimo appuntamento

- Intrigo greco di S. Craven

Ora che l'impero della sua famiglia è caduto nelle mani di Alex, Natasha è al centro di un fuoco incrociato. Torna FUOCO GRECO.

- Tentata dal capo di H. Brooks

Blaise, il nuovo capo di Kim, è ancora più incredibile di come gliel'avevano descritto. Nuovo episodio di A LETTO COL CAPO.

- Scandali e ricatti

di C. Hollis

Prudence ha sposato Jared con una cerimonia segreta. La prima not-te di nozze, però... Anche questo mese, regalati UN NUOVO INIZIO.

- Il destino del milionario

di M. Milburne

Meg, giovane botanista, è stata assunta dal conte di Castelfino per occuparsi delle sue serre... Ecco a voi IL MILIONARIO DEL MESE.

- Ancora tua di L. Wilkinson

Marc ha intenzione di riottenere ciò che considera suo. E gli uomini come lui non perdonano. Nuova puntata di SUBLIME VENDETTA.

- Paradiso per una notte di A. Green

Jasmine non può diventare la moglie di un re, ma è l'unica che Kareef abbia mai amato. Prosegue LA FAMIGLIA REALE DEL QUSAY.

Cara ha una sola alternativa: accettare le condizioni che Vincenzo le ha appena imposto. Leggi l'ultimo CONTRATTO D'AMORE.

- La scelta dello sceicco di J. Lucas

- Libera d'amare di L. Raye Harris

Lily ha rubato al principe Nico qualcosa di molto prezioso... Non perdere l'appuntamento con INTERNATIONAL TYCOON.

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DAL 12 OTTOBRE

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La migliore narrativa internazionale?Ha mille volti, un solo cuore. Come te.

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Passioni senza tempo.Dall’8 settembre

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Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza i romanzi Harmony Collezione. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2010. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa.I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da Harlequin Mondadori S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con Harlequin Mondadori S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato.I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informa-tivi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamentomailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso Harlequin Mondadori S.p.A. all’indirizzo indicato.Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’in-formativa? SI NOAcconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO

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