GUIDA SEO 2011

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    Seconda Edizione (2011)  Guida SEO 2011 Ottimizzare e posizionare i siti web per Google

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 A cura di Emark eter di Emanuele Chiericato

Seconda Edizione

(2011) 

Guida SEO 2011Ottimizzare e posizionare i siti

web per Google

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Guida SEO 2011 a cura di Emarketer di Emanuele Chiericatowww.emanuelechiericato.it | [email protected]  http://www.emanuelechiericato.it/preventivo-seo/ Pag . 1

Introduzione

Benvenuto nella Guida SEO 2011.

Come intuirai, questa guida è l’aggiornamento della

precedente Guida SEO 2010, ebook uscito in sordina all’inizio di

Giugno dell’anno scorso che ha conosciuto una diffusione

inaspettata, arrivando in poco più di un anno a un totale di

oltre 1000 download.

Segno che la SEO, che potremmo definire l’insieme di tecniche

per rendere visibile sui motori di ricerca un sito web, incontra un

interesse forte, che scaturisce dalla consapevolezza che, sempre

di più, il web e in particolar modo le ricerche su Google

costituiscono un fattore determinante nella scelta di un

servizio o di un prodotto.

Siamo passati quindi dall’era in cui un sito web è

indispensabile per affermare un’azienda da un punto di vista

d’immagine e commerciale a un periodo in cui avere un sito web

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 può risultare sterile, se g li unici accessi provengono dall’ url del 

bigliettino da visita.

D’altra parte perché non far fruttare al massimo

l’investimento del sito web per renderlo un alleato essenziale

nella ricerca di nuovi clienti?

Il posizionamento sui motori di ricerca può contribuire in

modo significativo a questo, purché si tengano a mente alcune

considerazioni:

1.  Innanzitutto, che ci si affidi a un consulente seo o si opti

per il Fai Da Te, è essenziale la conoscenza dell’ambito (e

questa Guida si situa in questa direzione): avere le basi della SEO è

un’arma potente per chi voglia investire tempo e risorse in questo

ambito, perché consente di stare all’erta acquisendo la sensibilità

alle esigenze del web marketing che, unite alle speci ficità del

proprio ambito, consentono di creare strategie ad hoc per la

propria attività;

2.  In secondo luogo, bisogna sempre considerare che la SEO

non è il web marketing, ma che è un’isola in un arcipelago di

altre tecniche che a seconda del caso possono essere integrate

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all’ottimizzazione per i motori di ricerca, come la pubblicità online

Pay per Click di Google Adwords e Facebook Advertising, il 

marketing sui Social Network come Facebook e Twitter, la vendita

online con Landing Pages e E-Mail Marketing e via così.

Questa nuova e seconda edizione nasce dalla stessa mission 

che aveva accompagnato l’edizione 2010: fornire uno strumento

aggiornato, gratuito e completo sulla SEO, l’ottimizzazione e il

posizionamento sui motori di ricerca, per chi vi si approccia per la

prima volta e per chi vuole riordinare in un discorso consequenziale

le numerose informazioni sulla SEO che affollano il web.

Oltre 12 mesi sono tanti in casa Google e quindi perché non

iniziare in bellezza dopo l’estate con una edizione aggiornata:

coloro che hanno apprezzato la precedente versione potranno

trovare aggiornamenti e approfondimenti.

Ti auguro quindi ancora una volta buona lettura e ti invito a

inviarmi un feedback via Web Marketer o dal mio sito personale.

Settembre 2011

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L’autore

Emanuele Chiericato si occupa di consulenza SEO, Web

Marketing, Consulenza Adwords e Facebook Advertising,

Marketing sui social network come Facebook e del CMS

Wordpress.

Nel 2010 ha rilasciato, in collaborazione con Roberto Pala che

ne ha curato la revisione, la Guida SEO 2010, ebook sulla SEO

uscito sul blog www.web-marketer.it che conta oltre 1000

download a un anno dall’uscita e una Guida SEO per il CMS

Wordpress.

Contatti:

Emarketer di Emanuele Chiericato

p.i . 04489380289

www.emanuelechiericato.it 

http://www.emanuelechiericato.it/preventivo-seo/  

www.web-marketer.it  

[email protected]  

skype: emanuele.chiericato

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Le novita dell’edizione 2011

La Guida SEO 2011 non segue la tendenza dei libri che

giungono alle edizioni successive per poter rincarare un po’ il

prezzo (perché è gratis) o cambiare la copertina (se ci sai fare

potresti crearne una per ringraziamento!) o perché esaurita (in

quanto ebook), conservando il contenuto pressoché identico.

In questa nuova edizione ci sono dei cambi rilevanti, sia da

un punto di vista contenutistico che strutturale. Per quanto

riguarda il contenuto, non poteva essere altrimenti: 12 mesi sono

tanti sotto il sole della California e di cambiamenti ce ne sono stati

eccome. D’altra parte, per questa seconda edizione 2011 si è voluto

puntare su essenzialità e praticità.

Essenzialità, che ha reso la Guida meno lunga ma allo stesso

tempo più piena di informazioni rilevanti e soprattutto  pratiche, da

poter applicare subito.

E’ stata una scelta dovuta a due considerazioni: innanzitutto la

SEO è una faccenda pratica, dove contano le azioni e i risultati ,

più che le elucubrazioni, le teorie e le statistiche.

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In secondo luogo, si è voluto cercare di fornire uno

strumento che consente realmente di poter passare all’azione

e ottenere dei risultati, superando quell’aurea che rimane dopo la

lettura di molte guide dell’ambito, la cui lettura termina

fatidicamente con la domanda:

E adesso…da dove comincio?!

Prima di iniziare, passiamo in rassegna i vari capitoli, in modo

che tu possa orientarti facilmente all’interno della Guida SEO 2011.

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Struttura della Guida SEO 2011

L’inizio della Guida SEO 2011 riprende la precedente edizione.

Il primo capitolo introduce, in modo più sintetico, le

statistiche sul rapporto tra utenti e motori di ricerca , che ci

spingono a confermare l'importanza della SEO per la visibilità di

un sito web e soprattutto della presenza nei risultati di ricerca

in prima pagina e nelle prime posizioni per determinate

parole chiave.

Il capitolo mantiene i contenuti della precedente edizione,

con un aggiornamento: l'importanza e il monopolio di Google

spingono a ritenere che gli sforzi della SEO vadano impiegati su

questo ultimo motore, tralasciando Yahoo (che è Powered by Bing)

e Bing, gli altri importanti motori, per la distanza che esiste tra

questi e Google, sia da un punto di vista di qualità dei risultati, che

(soprattutto) di quota di mercato. Google è indiscutibilmente il

motore di ricerca più noto e usato in Italia e all'estero .

Dal secondo capitolo inizia la parte più pratica, con la fase

iniziale e fondamentale di un posizionamento organico: la ricerca e

selezione delle Parole Chiave (o Keywords).

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Se il posizionamento di determinate parole chiave in

determinate posizioni sulle pagine di ricerca di Google (SERP,

Search Engine Result Page) è allo stesso tempo fine della SEO e

mezzo per ciò che si vuole ottenere in termini di conversioni  

(siano esse più contatti al sito, più prenotazioni, più vendite…),

risulta evidente che la scelta delle parole chiave è il primo ed

essenziale passo di una strategia SEO.

Rispetto alla precedente edizione, la Guida SEO 2011 si

concentra sui due strumenti più usati per la ricerca delle parole

chiave, il classico Strumento per le parole chiave di Google

Adwords e un nuovo filone di ricerca (proposto da Madri) che

utilizza i suggerimenti di Google Instant .

Il terzo capitolo affronta il passo successivo della scelta delle

parole chiave più adatte al nostro fine, l’ottimizzazione on page e

on site, ovvero l’ottimizzazione della pagina web e della

struttura del sito.

In questo capitolo sentirai parlare di Title Tag, Meta

Description, URL, link interni, Prossimità, Prominenza,

Heading Tags…cose di cui probabilmente avrai già sentito parlare,

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ma che vengono riproposte in modo aggiornato tralasciando

tecniche inutili (come il meta keywords, da tempo e per esplicita

ammissione di Google non più indicizzato) o mitologiche.

Nonostante sia la parte più trattata nella blogosfera,

l’ottimizzazione della pagina web per Google è una parte

fondamentale che in contesti poco competitivi, se svolta in

modo corretto, può già far ottenere dei risultati rilevanti in

termini di posizionamento.

D’altra parte, un approccio non superficiale all’ottimizzazione

della pagina e del sito può consentire di dedicare meno tempo alla

parte più lunga e complessa (oltre che fondamentale) della SEO,

ovvero la Link Building.

Il quarto capitolo affronta la seconda grande parte pratica

del lavoro di un SEO: il Link Building.

Se nella prima fase, dopo aver selezionato le parole chiave

opportune, le abbiamo inserite nelle posizioni strategiche sulla

pagina web e abbiamo configurato il sito in modo seo friendly , è

ora giunto il momento di far salire ulteriormente il nostro sito

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web sulle pagine di ricerca costruendo una rete di link che

puntano alle nostre pagine ottimizzate.

Passano gli anni, cambiano gli algoritmi, ma i l Link Building

risulta ancora una delle operazioni fondamentali e delicate del

posizionamento organico.

Vedremo come pianificare una strategia di Link Building,

scegliendo i mezzi più adeguati anche tramite lo studio della

concorrenza.

Il quinto capitolo affronta parti più nuove e meno discusse

dell’ottimizzazione per i motori di ricerca: il posizionamento su

Google Places con le Google Maps, il ruolo dei social network

nel posizionamento organico. 

Il sesto capitolo conclude il discorso con l'indicazione degli

strumenti fondamentali per monitorare le visite al sito ed

eventuali anomalie seo, con i Google Webmaster Tool e

Google Analytics.

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Capitolo 1: Utenti & Motori di ricerca

In questo primo capitolo cerchiamo di rispondere a tre

domande fondamentali:

1.  Perché è così importante procedere a un lavoro di 

ottimizzazione di un sito web per renderlo visibile sui motori

di ricerca?

2.  Perché è fondamentale che la pagina web

ottimizzata sia nelle più alte posizioni delle pagine di

ricerca per le parole chiave scelte?

3.  Perché scegliere Google come motore di ricerca

privilegiato per il lavoro di SEO?

Dai rapporti mensili, pubblicati dalla società di metriche

online ComScore Inc (www.comscore.com )e dalle indagini

sull'Italia di SEMS/OTO è possibile notare che:

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  i l 95% degli italiani ritiene che i motori di ricerca siano lo

strumento più affidabile per cercare informazioni in

rete;

  in particolare, l ʼ83% di questi utilizza i motori di ricerca per

trovare informazioni su prodotti o servizi da acquistare;

  il 91% di questi dichiara di essere stato influenzato in

modo decisivo sulla decisione di acquisto dalle informazioni

trovate.

I risultati dell'indagine Nielsen Media mostrano che, tra

coloro che giungono su un sito web:

 

i l 70% arriva dai motori di ricerca e dalle directory;

  il 12% tramite un link da un altro sito;

  il 10% tramite un link dalle email;

  il 5% con il passaparola;

  il 3% dalle guide cartacee e dalla pubblicità;

  il 2% in maniera casuale o in altri modi.

Riguardo alla preferenza data ai motori di ricerca, le

statistiche confermano che la grande maggioranza degli utenti del

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web usa Google, scelto spesso anche come Home Page

predefinita.

Scendendo nel particolare, il 70% degli utenti, in una

ricerca sui motori, non consulta più di tre pagine di risultati .

Entrando più nel dettaglio di questo 70%:

  la maggior parte degli utenti (oltre il 50%) si sofferma sulla

prima pagina dei risultati;

  il 19% consulta anche la seconda pagina ;

  meno del 10% visiona anche la terza;

Infine, il 55% degli utenti clicca su uno solo dei

risultati forniti e più dell '80% non accede a più di tre link,

dati confermati dai risultati dell'indagine 2006 di Iprospect,

secondo cui il 62% degli utenti clicca su un risultato collocato

nella prima pagina dei risultati , mentre il 90% arriva a consultare

fino alle prime tre pagine.

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Numeri e statistiche a parte, quel che emerge conferma una

tendenza comune anche a me e te, come utenti del web:

l'obiettivo di una ricerca su Google è quello di reperire informazioni

e la ricerca è limitata ai primi risultati, sempre che si rivelino

soddisfacenti.

Le conclusioni che si possono trarre dalle statistiche

precedenti dimostrano quindi che:

  è fondamentale la presenza sui motori di ricerca

nelle prime posizioni per certe parole chiave inerenti l'attività

del sito che si vuole ottimizzare;

  gli sforzi andranno concentrati sul motore di ricerca

Google;

  non solo è indispensabile che il proprio indirizzo compaia

tra i primi posti, ma è utile che la presentazione del sito nelle

ricerche invogli al click.

Questo fatto è confermato dagli studi di Jim Jansen,

secondo cui:

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“Otto volte su dieci è proprio un

risultato non chiaro che dissuade l'utente a cliccare”.

Anche qui ci vengono in aiuto le statistiche sul

comportamento dell’utente, che seleziona i risultati dando

importanza a titolo, descrizione e indirizzo del sito, che andranno

quindi inseriti pensando all’utente, oltre che al motore di ricerca.

Concludendo, possiamo dire che il comportamento degli utenti

sui motori di ricerca richiama il Principio di Pareto, che potremmo

qui rielaborare affermando che:

la maggior parte delle ricerche avvengono su una

 piccola parte di motori di ricerca (su Google) e di risultati su

di essi (prime posizioni della prima pagina, prima e seconda

 pagina)

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Capitolo 2:

Come ricercare e scegliere le parole chiave

Con questo secondo capitolo entriamo nel vivo del nostro lavoro di

SEO con gli strumenti di ricerca delle parole chiave e i criteri

per la scelta.

Prima di partire in quarta, è utile visionare i risultati di

un'ulteriore analisi sul comportamento degli utenti sui motori

di ricerca, questa volta relativa alla ricerca con parole chiave.

I motori di ricerca rappresentano un mezzo per rispondere a

un bisogno di una ricerca di informazioni . La ricerca di

informazioni viene effettuata tramite una o più parole, che ingergo SEO vengono definite parole chiave o keywords.

Una pagina andrà quindi ottimizzata con le parole chiave per

cui vorrà essere trovata in seguito a una ricerca.

Prima di iniziare a capire come scegliere e inserire le parole chiave

per posizionare il sito che stiamo ottimizzando per Google, è utile

spostarci ancora una volta dall'altra parte della barricata,

mettendoci nelle vesti dell'utente che cerca un contenuto su

Google.

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Il risultato delle statistiche è chiaro: la maggior parte degli

utenti che effettua una ricerca su web cerca almeno due

parole per ottenere risultati più precisi. 

Ad esempio, se cerco casa, inserire nella casella di ricerca diGoogle il singolo termine "casa" mi darà una vastità di risultati tali

da non accontentare né chi cerca casa vicino a dove risiede, né chi

cerca una casa dove abitare.

Per evitare l'occorrenza di risultati fuorvianti come “casa di 

barbie” e “casa a Milano” , l'utente che cerca casa a Roma digiterà

appunto “casa roma” o “casa a roma” o combinazioni simili.

Queste analisi di buon senso vengono confermate da

www.OneStat.com, ente che conduce analisi sul numero di parole

usate dagli utenti per fare ricerche sui motori e da molti studi

analoghi condotti in Italia e in altri Stati.

A questo proposito risulta che le parole chiavi più usate nelle

ricerche sui motori sono composte percentualmente da:

  2 word phrases 32.58%

  3 word phrase 25.61%

 

1 word phrases 19.02%

  4 word phrases 12.83%

  5 word phrases 5.64%

  6 word phrases 2.32%

  7 word phrases 0.98%

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Sommando le prime due posizioni in classifica capiamo quindi che

oltre il 50% delle ricerche viene effettuato con 2/3 termini

di ricerca.

Se non bastasse, da una ricerca ShinyShat del 2007, emerge

come:

 il 42,51% cerca una parola sola

  il 29,68% cerca tre parole

  il 24,35% cerca due parole

  il 3,46% cerca più di tre parole

Oltre il 50% delle ricerche è composto quindi da più di una

parola.

Capiamo quindi che le keyword long tail , composte di più termini,

hanno due vantaggi:

1.  la possibilità di convertire meglio individuando il target: se

volessimo ottimizzare una pagina per vendere una casa a roma

sarebbe dispersivo ottimizzare la pagina per “casa”, fuorviante

farlo con la parola “casa a milano”.

2.  una minore competitività e quindi un ridotto investimento in

termini di tempo e denaro.

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La scelta delle parole chiave andrà quindi effettuata tramite:

1.  un brainstorming finalizzato a identificare un insieme di

parole chiave ideali, attinenti al servizio / prodotto

venduto, alla specificità rispetto alla concorrenza e agli

obiettivi che si pone. Utile a questo proposito può essere

verificare, tramite un software di monitoraggio delle visite

come Google Analytics (se installato) le parole chiave da cui

si ottiene già traffico o impostare una brave campagna Pay

per Click con Google Adwords monitorando le parole chiave

più performanti. 

2.  un'analisi sulle parole chiavi usate della concorrenza in

punti specifici come Title Tag, Meta Description, Heading

Tags… (se ha proceduto a sua volta a un lavoro di

ottimizzazione SEO) e il relativo posizionamento.

3.  una scrematura, tramite appositi strumenti che vedremo,

per identificare le parole chiave con il miglior rapporto tra

performance e concorrenza;

Vediamo un esempio di scelta di parole chiavi sulla base dei tre

criteri sopraindicati.

Ipotizziamo di dover posizionare un hotel a Roma.

Facciamo un brainstorming delle parole chiave, preferibilmente

con parole chiave composte da due termini o più. Alcuni risultati

che potrebbero emergere sono:

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  hotel Roma

  hotel a Roma

   Albergo a Roma

   Alberghi a Roma

Come avrai notato, le parole chiave sono solo leggermente

differenti, eppure queste lievi differenze tra singolare e plurale

possono differire notevolmente nel posizionamento.

A tali parole è utile aggiungere poi caratteristiche e vantaggi

specifici, o obiettivi, fette di mercato, che il sito desidera ottenere.

Quindi potremmo ampliare le frasi chiave così:

  hotel economico a Roma

 hotel due stelle a Roma

  Albergo in centro a Roma

Puntando quindi su economicità e posizione come caratteristiche

che distinguono l'hotel dalla concorrenza o che vogliono rivolgersi 

a una determinata clientela.

Grazie alla definizione degli obiettivi e ai riferimenti visti nel punto

precedente, sarà possibile identificare i nostri competitors di

settore con semplici interrogazioni per parole chiave sui

motori di ricerca o accedendo direttamente al loro sito web

se conosciuti.

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In particolar modo, inizialmente è consigliabile analizzare i siti

posizionati su Google per quelle parole chiave in posizione

superiore a dove vorremmo posizionarci.

A questo punto può essere utile controllare, tramite la lettura del

codice sorgente (sul browser Mozilla Firefox possibile con

CTRL+U) o le opzioni di lettura Meta Tags di plugin per Firefox

come Search Status (http://www.quirk.biz/searchstatus/ ) quali

parole chiave usa la nostra concorrenza, se ha già fatto un lavoro

di ottimizzazione.

A questo punto è arrivato il momento di verificare, dati alla

mano, le parole chiave esito del brainstorming e della

concorrenza tramite il confronto con quelle suggerite da

Google. Ci avveleremo di pochi strumenti, tra cui due

fondamentali: Lo Strumento per le parole chiave di Google e i

suggerimenti di Google Instant.

La scelta delle parole chiavi è un'operazione delicata, che

condiziona le successive operazioni di ottimizzazione.

I metodi per cercare e scegliere le parole chiave che qui

trattiamo sono:

 Lo strumento per la ricerca delle parole chiave di

Google

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 Google Suggest Tool

 Espansione della query

 

Ricerche correlate

 Strumento per la ricerca delle parole chiave di Google AdWords

Url: http://bit.ly/btGMoK 

Iniziamo con lo strumento più noto ed usato, il selettore

di parole chiave di Google AdWords.

Google Adwords è un programma di inserzioni pubblicitarie di

Google: lo strumento serve quindi primariamente a trovare idee

per le parole chiave da usare in una campagna Pay per Click

Adwords, ma può essere usato anche in ambito seo.

Lo strumento per le parole chiave di Google Adwords è usabile

da chiunque, ma è consigliabile essere loggati con il proprio

account Google per non limitare il numero dei risultati che

fornisce.

E’ possibile inserire il proprio sito web e alcuni termini per

avere una lista di keyword con le relative stime di ricerca

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mensile nazionale e internazionale. Avremo quindi la possibilità

di farci un’idea della stima della media approssimativa di query per

una data parola chiave.

Ricerche Correlate

Quando effettuiamo una ricerca, nella barra sinistra di Google

in basso possiamo trovare uno strumento che può suggerire altre

parole chiave: sono le Ricerche Correlate unico sopravvissuto tra

altri dopo che Google ha tolto la Wonderwhell  e il Qualcosa di 

diverso (Something Different), che compare su Google.com e a fasi

alterne sulla versione italiana.

Le ricerche correlate consentono di sono estratte dall'algoritmo

in base alla popolarità della frase ricercata.  

Espansione della query

L'espansione della query, ovvero delle domande che

facciamo al motore di ricerca tramite una parola chiave, permette

di vedere come Google associa determinate parole chiave ad

altre simili.

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I comandi che è possibile usare per questa operazione sono

l’operatore tilde ' ~ ' prima della parola chiave e ' – ' per

sottrarre di volta in volta le parole evidenziate da Google

(identiche a quelle che cerchiamo) e i risultati non graditi.

Esempio: vogliamo trovare l’espansione della query della

parola chiave

 “viaggio”:

 digitiamo sulla casella di ricerca Google ~viaggio -viaggio

 aggiungiamo viaggi e viaggiare: ~viaggio -viaggio -viaggi

-viaggiare

 fino ad arrivare a la ricerca di - ~viaggio -viaggio -viaggi 

-viaggiare -viagio - non ha prodotto risultati in nessun

documento.

L'espansione della query permette quindi di trovare una serie

di sinonimi o variazioni di una parola chiave.

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Google Suggest Tool

Veniamo allo strumento più recente, Google Suggest Tool, la

funzione che suggerisce delle parole chiave sulla barra di ricerca di

Google semplicemente digitando qualche lettera.

Come puoi vedere constatare dalle tue ricerche su Google, il

motore di ricerca suggerisce e completa la frase iniziata con

delle parole che presumibilmente sono le più ricercate.

Estendendo questa funzione di ricerca al rapporto con la

scelta delle parole chiave, Madri ha notato come molte “nicchie”

individuate da Google Suggest Tool sono tralasciate dal

tradizionale Strumento per la ricerca delle Parole Chiave di

Google Adwords il che porta ad alcune conclusioni:

1.   innanzitutto, i risultati di Google Suggest Tool

potrebbero essere usati in supporto agli altri strumenti di

ricerca delle parole chiave.

2.   la “discrepanza” tra lo strumento Suggest e il

classico Keyword Tool di Google fa pensare all’esistenza di due

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database, il primo più aggiornato e performante, per venire

incontro alla velocità richiesta nel dare suggerimenti

all’utente sulle ricerche più popolari;

3.   se il Google Suggest Tool suggerisce i termini più

popolari (con un possibile uso ulteriore per la brand reputation),

d’altra parte la “pigrizia” dell’utente medio di internet potrebbe

portare a una scelta coatta dei termini suggeriti da Google,

portando a un aumento drastico del livello di traffico di quelle

keywords. 

Google Suggest può quindi contribuire ad espandere la query

di una parola chiave trovandone le ricerche correlate.

 Approfondimenti:

Il video di Madri su Google Suggest Tool:

http://www.madri.com/bonusarea/usa/paloalto4/  

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Capitolo 3: L’ottimizzazione On Page & On

Site

Ricapitoliamo: abbiamo scelto le parole chiave adeguate al

nostro prodotto / servizio, alle sue specificità e obiettivi,

confrontandolo con le stime di ricerca mensili e con la concorrenza.

Ora passiamo all’azione sul sito, ottimizzando le pagine per le

parole chiave scelte.

Prima di iniziare, è utile rispondere a una domanda:

Ho scelto 10 parole chiave, in che pagine le inserisco?

La scelta delle pagine da ottimizzare può essere fatta tenendo

in considerazione queste linee guida:

1. 

L’home page andrebbe ottimizzata per le

keyword più competitive e principal i, in quanto è con

buona probabilità la pagina che riceve più link

naturalmente e quindi la più forte;

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2.  La procedura “ideale” consisterebbe nel creare

pagine ad hoc per le parole chiave da ottimizzare , ma non

sempre è possibile, quindi la scelta delle pagine cui associare

le parole chiave andrà in base alla loro attinenza reciproca. Ad

esempio, se devo ottimizzare una pagina di un sito di un hotel

per la parola chiave “hotel benessere cesenatico”, l’ideale

sarebbe scegliere la pagina dell’hotel che descrive i

trattamenti wellness, modificandola con le indicazioni di cui

andiamo a parlare.

Vediamo quindi i criteri per ottimizzare una pagina web per i

motori di ricerca.

Title Tag

Il title tag è un fattore on page fondamentale per il

posizionamento.

IL title tag va inserito all'interno della stringa

<title>titolo</title>

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nel codice html della pagina.

In alcuni CMS come Wordpress, questa operazione è

implementabile anche senza la conoscenza di HTML grazie a plugin

come All In One SEO Pack o Headspace 2 .

Qui di seguito riporto alcuni consigli per scrivere un titolo

ottimizzato per i motori di ricerca:

1.  inserisci nel title le parole chiavi principali per cui

vuoi ottimizzare la pagina in posizione prominente rispetto alle

altre;

2. 

oltre alla prominenza delle parole chiavi, tieni conto

della loro prossimità: il title tag non deve essere troppo

lungo, meno di 70 caratteri e non più di 8 parole;  

3.  pensa a un titolo che concili i punti visti sopra con

una frase compiuta ad effetto, che stimoli il visitatore ad

entrare nella pagina. Detto altrimenti, il title tag non deve

essere una semplice lista di parole chiavi priva di senso

compiuto.

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4.  puoi strutturare il title tag in due parti: nella prima

inserire un titolo con la parola chiave principale, nella

secondo, separandola dalla prima con un simbolo come "|",

puoi inserire il nome della tua azienda o prodotto, se vuoi

diffondere anche il tuo brand legato agli argomenti di cui

parli; oppure puoi inserire altre parole chiavi sinon ime, senza

eccedere in quantità e lunghezza.

5.  varia sempre il title tag per ogni pagina web.

Esempi di title tag:

§ Vacanze a Roma | Viaggi a Roma

oppure

§ Vacanze a Roma | www.viaggivacanzeroma.it

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Meta description

La sintassi corretta del meta tag description è:

<META NAME=”Description” CONTENT=”la nostra

descrizione”>

Il meta tag description, come dice la parola stessa, serve a

dare una descrizione della pagina.

Questa descrizione è visualizzata nei risultati dei motori

di ricerca sotto il title tag e può essere:

1.   un frammento di testo (snippet) estrapolato dal

contenuto con le parole chiavi cercate evidenziate in

grassetto dal motore di ricerca;

2.   la frase inserita nel meta tag description;

3. in rari casi, la frase inserita nella directory DMOZ di

Google.

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Il meta tag description sembra non avere eccessiva influenza

in termini di posizionamento, almeno per Google, ma è utile per

generare visite. Infatti, secondo le ricerche di Enquiro.com, gli

utenti focalizzano la loro attenzione sui motori sul title, sulla

descrizione e infine sul link. E' importante quindi che la descrizione

sia pertinente e di senso compiuto.

Ma ciò spesso non avviene quando è lo stesso Google ad

estrapolare frammenti di testo contenenti la parola chiave cercata

e nemmeno quando usa la descrizione del sito inserita nella

directory DMOZ (come vedremo sotto), che può risultare poco

attinente al tema specifico della pagina. Per evitare che Google usi

la descrizione di DMOZ inserisci la stringa:

<meta name=”googlebot” content=”noodp”/>

La description dovrebbe avere una lunghezza limitata e

terminare con il punto.

Utile iniziare i contenuti della propria pagina web con una

frase breve, descrittiva, con le parole chiavi per cui vogliamo

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ottimizzare la pagina: spesso Google usa proprio una frase

all'inizio del testo, se ha queste caratteristiche, evitando così di

fargli estrapolare frammenti di frase nel testo.

Anche per la description vale la norma di scriverne di

diverse per ogni pagina web.

Le URL

Una corretta scrittura delle URl delle pagine web di un

sito costituisce un fattore molto importante in un'ott ica di

usabilità e SEO.

Innanzitutto sarebbe opportuno che le URL fossero statiche,

senza variabili, in caso contrario è possibile ricorrere all'URl 

rewriting con server linux e al mod rewrite di apache su

server windows.

Ciò che rende le URl che definiamo statiche migliori da un

punto di vista dell'ottimizzazione di un sito per i motori di ricerca e

d’altra parte da un punto di vista dell’usabilità è la presenza di

parole chiave.

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Senza entrare nello specifico, è facilmente comprensibile che

tra le due URl:

www.viaggivacanzeroma.it/p2x93jd.php

e la URl

www. viaggivacanzeroma.it/viaggio-roma.html

la seconda è più seo friendly, ovvero sarà ottimizzata in

modo migliore per i motori di ricerca.

Ecco quindi alcuni consigli per ottimizzare le URl:

1.  se avete delle URl dinamiche, rendetele statiche 

con i metodi sopra citati;

2.  una volta rese statiche, inserite delle parole

chiave, in forma di frase compiuta  

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3. Cms come wordpress consentono una gestione delle URl

("permalink") facilitata.

Struttura del sito seo-friendly 

Una corretta organizzazione della struttura del sito è un

passo preliminare fondamentale per un sito che abbia solide

fondamenta SEO.

La struttura ad albero, o a silos, dà buoni risultati s ia in

termini SEO che in termini di usabilità da parte dell'utente.

E' un struttura composta da un insieme di link che passano

dal generale allo specifico.

Il primo passo è quindi avere una mappa dei contenuti e

creare una struttura di cartelle e sottocartelle.

Ad esempio, una struttura per il nostro sito

www.viaggivacanzeroma.it sarà sviluppata in:

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  www.viaggivacanzeroma.it/colosseo 

 

www.viaggivacanzeroma.it /fori-imperiali

  www.viaggivacanzeroma.it/pantheon

che a sua volta si svilupperà in

  www.viaggivacanzeroma.it /colosseo/storia-del-colosseo.html

  www.viaggivacanzeroma.it /colosseo/hotel-vicino-

colosseo.html

A questo punto l'articolo Storia del Colosseo al link

www.viaggioroma.com/colosseo/storia-del-colosseo.html avrà un

link a sua volta alla cartella Colosseo e alla home page.

Viceversa, la home rimanderà alle pagine interne.

Questo sistema, strutturato in briciole di pane

(breadcumps) consente allo spider di Google di muoversi

agevolmente verso tutte le pagine tramite link a tema costruiti con

opportuni anchor text , ovvero parole chiavi che puntano alla

pagina e quindi ad evitare che ci siano pagine orfane, ovvero senza

collegamenti con altre. Questa organizzazione consente anche al

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lettore di approfondire di volta in volta le tematiche passando da

una pagina all'altra.

Nome di dominio

La scelta del nome del dominio e della relativa estensione è la

prima azione, una volta scelto l'hosting che fornisce il servizio.

Una prima azione che va valutata attentamente non solo

perché non sarà possibile cambiare successivamente il nome del

dominio, ma anche perché può avere conseguenze sulla visibilità

del sito.

Le parole chiave inserite nel nome del dominio possono

offrire un contributo in termini di posizionamento:

 le parole chiave nel dominio devono essere comunque

accompagnate dall'ottimizzazione seo;

 i risultati di una serp evidenziano in grassetto le parole

chiave cercate: se il nome del dominio coinciderà con una o più

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parole chiavi, sarà visualizzato in grassetto acquistando

visibilità;

 nel caso dei backlink, i link che puntano al nostro sito da

altri siti, saranno più efficaci nomi chiari. Ad esempio, se in un

sito compare un link al nostro sito www.scarperoma.com,

l'utente capirà subito di cosa tratta il nostro sito piuttosto di un

nome come www.piedinidorati.com, salvo che “piedini dorati” 

non sia il nome di un marchio famoso o che aspira a diventarlo.

  Nel caso il nome del dominio corrisponda a una parola

chiave, il nome stesso viene già ad essere come un anchor 

text , ovvero il testo ricco di keyword che accompagna l'url del

dominio. Così, se l'url viene citato senza anchor text , un nome

come scarperoma.com sarà molto più informativo di

piedinidorati.com. L'Anchor Text è uno dei mezzi di

posizionamento più potenti. Se qualcuno fa un link al tuo sito, e

il testo contenuto in questo link riporta la parola "scarpe roma",

allora il motore di ricerca assocerà al tuo sito questo

argomento, dandoti un ranking migliore per ricerche che

contengono questa parola chiave.

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Quindi se scegliamo un nome particolare perché si vuole

rafforzare il proprio brand, altrimenti una scelta opportuna è

basata sul volume di ricerca delle parole chiavi attinent i al

contenuto del sito (in base anche ai nomi disponibili!).

Le intestazioni h1, h2…h6 (heading tags)

Le intestazioni, altrimenti dette heading tags, sono usate per

organizzare le parti principali e secondarie di una pagina e sono

sei, da <h1>, la misura più importante, ad <h6>, la meno

importante.

L’importanza delle intestazioni e il loro uso corretto si fini del

posizionamento è un tema discusso, tanto che è nato un sito dal

titolo indicativo, the h1 debate, che discute la questione a colpi di

tweet e hashtag.

Secondo quanto Google riporta nella sua Guida introduttiva

all’ottimizzazione per motori di ricerca, le maniere appropriate di

usare le intestazioni sono:

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1.  usa le intestazioni in base ai punti principali e

secondari della pagina; su questo punto, le opinioni che si

trovano in rete sull’uso dei vari heading tags sono perlopiù

concordi nell’affermare che h1 va usato per indicare il titolo

della pagina o il nome/logo del sito, che sono le due opzioni

su cui dibatte l’h1 debate. Se ragioniamo in un’ottica SEO prima

che in senso di importanza, una possibile soluzione è usare h1

per i post e h2 per i l titolo del sito. Questo perchè come spesso

accade il titolo del sito o blog non è una keyword da spingere

nel posizionamento o comunque ha pochi competitor. E’ quindi

più utile sfruttare la rilevanza del tag h1 per valorizzare

l’importanza della parola chiave principale.

2.  ovviamente, come raccomanda anche Google, usa le

intestazioni in modo appropriato, evitando di inserire liste di

parole chiave (keyword stuffing), liste molteplici di

intestazioni h1 (Google parla forse a questo proposito di

“uso eccessivo delle intestazioni”), o “inserire tutto il

testo di una pagina dentro un’intestazione” 

In linea di massima nelle rispettive intestazioni va inserito:

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 in h1 nome del sito, logo o titolo della pagina;

 in h2 nome del sito, descrizione, titolo delle sezioni,

sottotitoli

 in h3 titolo delle sezioni, sottotitoli

 in h4 e h5 i testi delle pagine

 in h5 e h6 note, approfondimenti…

 Immagini 

Il tag Alt di un'immagine serve all'accessibilità lato utente e

può contribuire al posizionamento del testo in cui si trova

l’immagine e dell’immagine stessa.

ALT è l’abbreviazione di Alternative (Text), testo

alternativo che inserito nel codice di un’immagine, fornisce un

informazione sul contenuto dell’immagine nel caso in cui questa

possa non essere visibile ad esempio nel caso di uso di

browser testuali (come Lynx).

La prima utilità dell’attributo ALT è quindi la navigabilità

non solo per l’utente, ma anche per i motori di ricerca.

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Crea un testo alternativo valido, ovvero una corretta

descrizione che non sia una semplice lista di parole chiave. Ad

esempio:

<img src=”cucciolo.jpg”alt=”Cucciolo dalmata che gioca”/>

e non

<img src=”cucciolo.jpg”alt=”cucciolo cane cagnolino

cagnetto cani”/>

Per concludere: l’attributo ALT e Title in un’immagine non

sarà la soluzione per il posizionamento, ma se l’accessibilità di un

testo va di pari passo con la sua leggibilità e le visite, curare le

immagini è un elemento importante per un testo user friendly.

Prossimità e Prominenza delle parole chiave

Prominenza e prossimità delle parole chiave in un testo

sono due fattori on page che permettono di valorizzare la

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rilevanza di una keyword all’interno di un testo

ottimizzandone così il posizionamento.

Prossimità (keyword proximity)

Per Prossimità di parole chiave si intende la vicinanza

reciproca in un testo tra le keyword.

La prossimità è un criterio che specifica che le parole chiave,

oltre che essere presenti all’interno di un testo, dovrebbero essere

vicine. 

La vicinanza tra le parole chiavi non deve pregiudicare

l’usabilità del testo, ovvero la sua leggibilità, creando vere e

proprie ripetizioni artificiose di parole chiave vicine che

comportano la perdita di leggibilità del testo.

Un esempio di prossimità delle parole chiavi “corsi” e “cucina” 

può essere il seguente:

Corsi di cucina a Roma le tecniche dei migliori chef a casa

tua

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Prominenza (keyword prominence)

La prominenza delle keyword identifica la vicinanza tra la

parola chiave a una determinata zona del testo.

Il titolo (tag title), le intestazioni o heading (h1, h2…) e i vari

paragrafi della pagina sono le zone in cui è consigliato curare la

prominenza delle parole chiave.

Ecco un possibile esempio di testo che rispetta la prominenza

delle parole chiave “corsi” e “cucina”:

I corsi di cucina che proponiamo sono frutto

dell’esperienza e del talento di chef esclusivi e arricchiranno

di tecniche innovative le vostre competenze: non perdere

tempo a tentare quando puoi avere a casa tua i migliori chef 

dei nostri corsi di cucina.

In questo caso le parole chiavi compaiono all’inizio del

paragrafo garantendo una visibilità maggiore.

Si può inoltre variare l’ordine delle parole alla fine del testo

per creare una keyword inversa, nel caso degli utenti cerchino le

parole chiave in ordine inverso, ovvero “cucina corsi” invece che

 “corsi cucina”.

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Capitolo 4: Link Building

Come anticipato precedentemente, passano gli anni, cambiano

gli algoritmi, ma una volta scelte le parole chiave le fondamenta di

una strategia SEO sono una corretta ottimizzazione delle pagine e

la Link Building, ovvero la costruzione di una rete di link che punta

alla pagina ottimizzata.

In sostanza, si potrebbe dire che Google decide la posizione

di un sito nelle pagine di ricerca relative a una certa parola

chiave in base alla  pertinenza della pagina ottimizzata del sito

per quella parola e alla sua  popolarità, ovvero alle testimonianze

che dicono che quella pagina riguarda effettivamente

quell’argomento.

Quindi, se ho ottimizzato la mia pagina per la parola chiave

vacanze a roma, mi serviranno dei link in entrata che dicano a

Google che la mia pagina riguarda effettivamente le vacanze a

Roma, come io affermo con la mia ottimizzazione.

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A questo punto ci sono tre considerazioni importanti da

fare:

1. nel Link Building non vige una democrazia “una

testa un voto”, ma certe teste valgono di più. Se ci pensi è

una questione di buon senso: se scegliessero 10 persone per

dare un giudizio, vale di più quella della persona informata,

appartenente all’ambito, o riconosciuta come autorevole, del

giudizio di chi non ne sa nulla.

2. Il voto che i siti danno a una pagina devono essere

percepiti da Google come spontanei: le linee guida del

Motore sono chiare su questo, la crescita dei link dovrebbe

essere favorita spontaneamente con contenuti virali…etc. Non

essendo sempre questo possibile, è necessario che le operaz ioni

di inserimento di link siano rese spontanee, nel tempo (ovvero

con gradualità) e nel modo (variando l’anchor text).  

3.   Una considerazione spesso completamente ignorata

è che Google dà peso a un link se lo trova e se lo può seguire :

l’indicizzazione delle pagine in cui inseriamo un link e il

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fatto che sia  privo del  no follow è quindi uno step da non

sottovalutare. 

La domanda a questo punto sorge spontanea: dove mettere i

link?

Si possono indicare varie fonti in cui poter inserire link che

puntano alla nostra pagina ottimizzata, ma è essenziale tenere in

considerazione che la teoria del Link Building va sempre

applicata al contesto particolare in cui ci troviamo.

Per fare un esempio pratico, la strategia di Link Building di un

hotel sarà diversa da quella di un’azienda metalmeccanica, perché

anche se i mezzi , ovvero i tipi di siti in cui possiamo mettere i

link, rimangono analoghi, d’altra parte l’ambito cambia.

Sarebbe, a parere di chi scrive, una strategia miope e in parte

poco potenziante fare Link Building a catena di montaggio,

mettendo i link sempre sulle solite 10 directory, i soliti 3 forum e 2

blog, indipendentemente dall’ambito in cui troviamo.

Quindi l’ambito è un fattore importante per il posizionamento

di un sito: Google considererà di peso maggiore un link da un sito

dell’ambito piuttosto che da un sito diverso.

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Cerchiamo quindi di riassumere i fattori essenziali da

tenere in considerazione in una strategia di Link Building:

1. Ambito: cerca di trovare i siti attinenti all’ambito del

sito che vuoi posizionare;

2. Qualità del sito: cerca di selezionare siti di qualità per i

tuoi Link, ovvero ottimizzati, non spam o abbandonati

allo spam…

3. Qualità della pagina: cerca di selezionare la pagina

dove metti il link in base al fatto che sia:

- ottimizzata , magari per le keyword che stai spingendo

- con pochi link in uscita

- indicizzata o indicizzabile: lo puoi constatare dalle url

(se presentano delle variabili farà fatica) e ad esempio

dal fatto che pubblica un collegamento alle nuove pagine

pubblicate in home page (come succede in certe web

directory)

4. Qualità del link: cerca di variare il testo del link  

(anchor text) e di assicurarti che non sia no follow .

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Dove applicare questi consigli?

Possibilmente sui siti dell’ambito del sito che stai

posizionando, cercandoli e scegliendoli tra le seguenti “categorie”: 

1.  Link in entrata della concorrenza: ci sono molti

strumenti che consentono di trovare i link in entrata di un sito

già posizionato per le keyword che ci interessano. Uno dei più

usati è Yahoo Site Explorer:

https://siteexplorer.search.yahoo.com/ 

2.  Web Directory: sono siti in cui puoi inserire l’url

del tuo sito. Valgono i consigli già dati: categoria attinente,

qualità del sito e della pagina in cui pubblicano il link .

3.   Siti di article marketing e comunicati stampa:

sono un metodo molto usato per il Link Building ma

ultimamente hanno conosciuto un declassamento a causa dei

numerosi contenuti duplicati contenuti su di essi.

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Se vuoi pubblicare un articolo o un comunicato su questi

siti, assicurati che siano di qualità, che effettuino una

moderazione preventiva sui contenuti da pubblicare, e

pubblica un articolo sempre originale (mai pubblicato e

pubblicabile altrove) come se fosse quell’articolo a

doversi posizionare: insomma, meglio pochi ma ottimi . 

4.   Forum: le possibilità di pubblicare link sui

forum sono tre: nel profilo, in firma e nel testo (Thread) .

Attenzione: i forum non sono strumenti di Link Building ma

strumenti di partecipazione e informazione.

Se ti approcci a un forum con il solo obiettivo di piazzare

un link, magari in modo estemporaneo o contrario alle regole,

verrai bannato, perderai tempo e mancherai di rispetto alla

comunità del forum.

Quindi se si vuole usare questo st rumento le regole da

rispettare sono: rispetto delle regole e partecipazione

disinteressata.

5.  Blog e guest posting: sono tra gli strumenti più

potenti. Un link all’interno di un testo che tratta l’argomento

del sito che vogliamo posizionare è un mezzo ottimo,

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concretizzabile con lo scambio di post (guest posting) o nei

propri blog.

6.  Scambio link diretto o a tre: una delle strategie

più classiche e allo stesso tempo più biasimate da Google

e dalla comunità seo .

Un link spaurito in un sito a caso ha valore? Se sì, poco.

Ancora meno se lo scambio link è diretto, ovvero io linko te e

tu linki me.

Meglio un menage a trois, dove tu link me e io linko te

su un sito terzo. Il triangolo insomma…l’avevi considerato?

Meglio ancora (almeno per Google)? Leggi qui sotto.

7.   Marketing virale: cioè un mezzo per favorire la

crescita spontanea dei link. Promosso da Google, consiste

nel produrre contenuti di qualità o altre strategie (dif fusione di

ebook, consorsi…etc) che consentano di creare buzz  intorno a

un sito e stimolare la crescita spontanea di link.  

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Facciamo un paio di considerazioni su questo metodo.

L’obiettivo di Google è fornire contenuti di qual ità

agli utenti. Se tu lo aiuti in questo Google ti premia,

altrimenti ti punisce.

Questo presupposto spiega l’attenzione del Motore a

fattori come la velocità di caricamento della pagine del

sito, la qualità dei contenuti…tutti elementi che possono

condizionare l’esperienza di un utente in un sito.

Questo vale anche per la crescita della  popolarità di un

sito (dopotutto di parla di Link Popularity), che dovrà essere

(percepita) spontanea e non artificiosa.

Quindi dovranno essere gli utenti del web, secondo

Google, a premiare un sito con dei link e farlo crescere, perché

hanno trovato quel sito pertinente, utile, usabile.

Ricapitolando, i mezzi del Link Building vanno applicati

all’ambito, rispettando le regole e cercando prima di tutto di 

fornire all’utente un buon sito, prima che al Motore .

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Capitolo 5: Le nuove frontiere, Google

Maps e Social SEO

Dalla tradizione all’innovazione: il futuro di Google è proiettato

verso una sempre maggiore attenzione ai social network e alla

geolocalizzazione. In questo capitolo ci concentriamo su due

aspetti, uno più pratico l’altro più teorico : il Posizionamento delle

Google Maps e l’(eventuale) influenza dei social network sul

posizionamento.

Google Maps

(articolo da www.web-marketer.it  )

Le Google Maps, le mappe di Google relative ad una

attività commerciale, sono sempre più presenti nelle SERP e

spesso occupano gran parte della prima pagina per date ricerche

(spesso nel settore turistico) scalzando siti ottimizzati.

Diventa quindi sempre più importante sapere come ottenere

visibilità grazie alle Google Maps: vediamo come.

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Cominciamo da Google: secondo il Motore il posizionamento di

una scheda Maps dipende da:

1.  pertinenza della mappa alla ricerca eseguita;

2. distanza geografica della struttura (ove specificata);

3. altri fattori .

Ma subito Google mette in gerarchia questi tre fattori,

affermando che

In alcuni casi, la nostra tecnologia di ricerca può stabilire che

un'attività commerciale, benché più distante, abbia maggiori 

 possibilità di avere ciò che stai cercando rispetto a un'altra attività

 più vicina

Insomma, la distanza è inferiore alla pertinenza .

Partiamo dall'inizio: innanzitutto è essenziale

A.  creare una scheda su Google Places, inserendo più

informazioni possibili: e qui puoi usare gli spazi Title e

Descrizione (oltre alla categoria opportuna) come

faresti sul sito per la seo organica, inserendo parole

chiave ad hoc.

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E poi?

B.  cercare di comunicare a Google che le informazioni che

hai inserito sono attendibili: come? Facendo trovare a

Google le stesse informazioni complete che hai inserito

in altri siti, magari a loro volta con alto Trust

(l'esempio è il sito delle Pagine Gialle).

Andiamo a confrontare quanto dice Google, che afferma di

prendere i dati per Google Places da:  

- informazioni che hai inserito

- directory di terze parti 

- recensioni, foto, orari, modalità di pagamento e altro forniti 

a Google da altri siti web

- user generated content e siti web

C. Backlink? Il criterio della " popolarità" è qui sostituito dalle

recensioni: come i link erano utili proprio se provenienti da siti di

ambito affine, qui le recensioni provenienti da portali di

intermediazione turistica in Trust sembrano avere un ruolo

analogo. Analogamente ai link, qui le recensioni dovranno essere

originali e... positive. 

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Riassumendo, i criteri fondamentali di posizionamento

sulle Google Maps sembrano essere:

1. Consistenza: ovvero informazioni complete e conformi in

tutti i siti che ci citano.

2. Rilevanza: ovvero numero e qualità di fonti che ci citano,

tra cui le recensioni e relativo giudizio (uso di parole negative,

stelline di preferenza...)

3. Citazioni.

Per concludere, chi è impegnato nel posizionamento di un sito

web dovrebbe adottare un approccio olistico organico+maps,

dato che, se le MAPS possono essere più visibili del posizionamento

organico, d'altra parte alcuni dei fattori del posizionamento

organico contribuiscono al ranking della mappa.

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 Approfondimenti principali sui fattori di posizionamento su Google Places

con le Maps

- le slide di Luca Bove su lla Local SEO

http://www.slideshare.net/lucabove/local-seo-fattori-di-

posizionamento-sulel-google-mpas?type=presentation 

- Il contributo di Danilo Pontone

http://www.danilopontone.it/seo-hotel/posizionamento-delle-

google-maps-ecco-come-fare 

- i criteri fondamentali per il posizionamento su Google Maps

http://blog.imevolution.it/175/posizionamento-local-search-

2009 

- approndimento e criteri by David Mihm

http://www.davidmihm.com/local-search-ranking-factors.shtml  

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Social Network e SEO

(da articolo pubblicato su www.comunicazionipositive.it   )

La grande diffusione dei social network ha spinto chi si occupa

di posizionamento sui motori di ricerca a domandarsi:

i social network influiscono sulla SEO?  

La risposta, almeno apparentemente, sembra ovvia: no, in

quanto almeno i social network più importanti, ovvero Facebook e

Twitter, presentano infatti il no follow per i link in uscita.

Eppure qualche sospetto è venuto fin da subito:

dall’introduzione della real time search da parte di Google,

all’ alleanza Facebook-Bing, si è intuito che il rapporto tra social

network e seo non poteva essere liquidato con un rel .

Non solo: da test effettuati e riportati, almeno in contesto

italiano, dal Forum GT a Madri, è stato provato come in certi casi,

nonostante la presenza del no follow, il link inserito su Twitter

fosse indicizzato da Google.

Questi test hanno spinto il Forum GT a ipotizzare, almeno in

futuro, l’implementazione di un Facebook Rank e di un Twitter

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Rank. Ipotesi tutt’altro che inverosimile, citata anche da Danny

Sullivan di SEOMOZ, che in un‘intervista su Search Engine Land

chiarisce la questione della rilevanza dei link da Facebook e Twitter

per la SEO in questi termini:

•   Bing usa già i tweets come fattore di

posizionamento , guardando all’ autorevolezza degli utenti

(data dal rapporto following/followers). Anche Google 

cerca di calcolare l’ “author quality “.

•   Bing dà pesi diversi ai link nei tweets in

funzione dell’autorevolezza dell’utente che condivide, e così 

anche Google. Ma per quest’ultimo l’author authority è

indipendente dal pagerank.

Quindi: i link da Twitter sono seguiti, ma come prima

accennavo in presenza di particolari condizioni, ovvero di

un’autorevolezza del profilo, data su Twitter dal rapporto tra

following e follower, e su Facebook probabilmente dal numero di fan

della pagina.

Anche l’ interazione potrebbe avere un ruolo nella

considerazione di un tweet o di un aggiornamento di stato su

Facebook, in particolare nel caso il tweet sia retwittato molto o un

aggiornamento di stato riceva molti like.

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I casi, richiamandosi anche a quel che è stato detto sopra,

sono:

1. Profilo social autorevole o commento popolare:

esempio pagina Facebook con molti fan, profilo Twitter con tanti

followers, post su Facebook molto commentato, tweet molto

retweetato.

2. Pagina html con alto page rank e attinente al tema del

link. 

Altro discorso sul rel=me, che considero follow e che si sta

affermando per identificare i profili personali nei social network,

che può ancora di più tenere aperta l’ipotesi di un ruolo dei social

network nel posizionamento organico.

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In questo scambio di domande e risposte pubblicato su

www.socialmediaitalia.com (domande a cura di Giorgio Fontana) si

approfondisce il tema del rapporto di Google con i Social:

 I motori di ricerca si specializzano e tarano le

conversazioni ed il personal brand: Google Real 

Time Search e Bing social search,

Che segnale è questo? Verrà creato un segmento

di ricerca specializzato o è una tendenza verso

algoritmi che prevedano un mix tra indicizzazione

corporate e social? 

Non è escluso che quello che al momento è un segmento di

ricerca specializzato in futuro influenzi l’indicizzazione tradizionale:

già Google Caffeine è nato per organizzare la vista mole di dati

proveniente dai social, quindi aspettiamoci in futuro un’influenza

sempre maggiore dei social network sugli algoritmi dei motori di

ricerca.

Da quello che si può intuire vedendo le ultime

mosse sue e dei suoi partner sembra che

Facebook si voglia posizionare come il principale

motore di ricerca. Vedendo quindi Google come

 suo diretto concorrente e non altri social media.

Che cosa pensi che comporti questo per l’attività

SEO? 

Io non penso che tra le intenzioni di Facebook ci sia la volontà

di diventare un motore di ricerca e porsi in diretta competizione con

Google, come viceversa mi pare che Google abbia messo da parte le

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ambizioni social iniziate con Orkut, Wave, Buzz. Secondo me

ognuno dei due continuerà a fare quello che già fa al meglio.

Secondo le tue osservazioni e sperimentazioni quanto pesa nel posizionamento complessivo di 

un brand una Fan Page di Facebook, e le

interazioni esterne come gli Ilike? 

I link in uscita da una pagina Fan di Facebook sono no follow.

Quindi, stando alla vulgata comune, non hanno influenza sul

posizionamento. Ma ci sono test compiuti in Italia e negli States,

oltre che mezza ammissioni di Google e Bing che lasciano pensare

che in realtà, in presenza di certe condizioni, come l’alto numero di

fan o la popolarità della pagina, i motori possano comportarsi con il

no follow in modo differente. Ho approfondito il discorso in un

articolo che ho scritto, leggibile nell’articolo social network e seo:

http://www.comunicazionipositive.it/1833/social-network-seo/.

 Anche Twitter sta investendo notevolmente sulla

ricerca dei suoi contenuti pensi che questo

comporti delle nuove strategie SEO? 

Penso che la Real Time Search di Google sia già la risposta a a

questa domanda.

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Quanto pesano menzioni, retwitt, hashtag per il 

rank di un pagina

Gli hashtag e le menzioni valgono per la ricerca di contenuti in

Twitter, i retweet potrebbero influenzare la popolarità di un profilo

o di un tweet che potrebbe influenzare a sua volta il comportamento

dei motori nei confronti dei link no follow, indicizzandoli.

 Anche Linkedin sta aprendosi all’esterno.Con i 

 gruppi aperti il valore dei commenti e delle

citazioni saranno presi in considerazione per  pesare un contenuti, la pertinenza, la rilevanza? 

Linked In in fondo è un sito come tutti gli altri prima di essere

un social, quindi immagino che un contenuto ben ottimizzato possa

posizionarsi bene, data anche la popolarità del sito in cui è inserito.

In alcune pagine è anche possibile inserirne link senza il no follow.

Non so se la considerazione che Google e Bing stanno dando a

Facebook e Twitter verrà estesa anche a LinkedIn e altri social.

Come stanno rispondendo Viadeo e altri business

 social network rispetto alla necessità di dare

rilevanza esterna ai profili e ai contenuti 

editoriali? 

Direi bene, personalmente uso Linked In e Viadeo e mi paiono

ben ottimizzabili a livello seo.

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La link popularity è un parametro che verra

 sostituito a poco a poco dalle corrispondenze

 social ( Fan, Follower, friends ), ha ancora senso

dare importanza al Moloch backlink ? 

Bellissima domanda, la mia opinione è non penso, anche

perchè questo comporterebbe l’implementazione di una

infrastruttura tecnica notevole da parte di Google e la morte della

seo come la conosciamo…insomma uno sconvolgimento enorme. Io

ipotizzo che la link popularity a poco a poco verrà integrata dalle

corrispondenze social, che comunque rimarranno un criterio

(almeno per ora) minore.

Mobile, geolocalizzazione, Google Maps, geo

 social networking sono materia di studio per un

esperto SEO ? 

Google Maps già lo è, per quanto riguarda mobile e

geolocalizzazione sono materia di studio di chiunque lavori

nell’ambito del web o abbia interesse a promuoversi attraverso

questo mezzo.

 Anche nell’e-commerce il social commerce, la

condivisione di informazioni e di esperienza sui 

 prodotti, porterà molti cambiamenti nei 

investimenti SEO ? 

Beh più che a livello seo/sem questo è un discorso che secondo

me coinvolge il buzz marketing, il marketing virale e la brand

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reputation, ambiti che indirettamente possono portare benefici a

livello seo/sem.

Posizionamento naturale contro tecniche di  posizionamento, chi vincerà alla luce di tutte

queste considerazioni? 

Se per posizionamento naturale intendiamo la crescita “non

aiutata” di un sito nelle serp, direi che è sempre più difficile, non

solo perchè presuppone comunque una base di ottimizzazione seo,

ma anche perché in tutti i settori c’è sempre più concorrenza e per

questo ci si avvale sempre più di tecniche di posizionamento.

Terminiamo la nostra carrellata di contributi sul rapporto tra

social network e seo con un articolo pubblicato su www.web-

marketer.it tratto da un webinar tenuto da Giorgio Taverniti e

dedicato alla Social Search, al Plus 1 e alle eventuali

influenze di questo algoritmo sul posizionamento seo.

Google dice:

La funzione Ricerca nei social network di Google ti consente

trovare contenuti delle tue "connessioni sociali"

Cosa significa questo? Cerchiamo di capirlo.

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Il "Trust" di un Account Twitter e il Social Circle

A ogni utente, tramite le informazioni trovate su Google

Profile, Google associa un Social Circle, un database di amici

strutturato sui livelli degli utenti che seguiamo e degli utenti che

seguono le persone che seguiamo.

Prendendo Twitter, la forza di un account potrebbe essere

quindi determinata, secondo quanto dice Google, dall'interazione sui

contenuti dei nostri followers, quindi da retwetts, citazioni...in ogni

caso quello che potremmo definire il Trust di un account

(espressione di GT) verrebbe dall'incrocio di alcuni dati come:

- followers

-following

- @ (citazioni)

- favoriti 

- retweets

- inserimento nelle liste

Quindi, in prospettiva di un eventuale peso dei contenuti della

social search da Twitter, secondo GT è opportuno curare i propri

account social seguendo ed essendo seguiti da persone

importanti e interagenti e suggerendo a Google Profile gli

account social meglio gestiti.  

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Il bottone +1 (Plus 1) influenza il ranking? 

Le risposte potrebbero essere due:

1. magari sì, in futuro, se grazie alla diffusione del +1

Google avesse a disposizione talmente tanti dati da poter trarre

conclusioni sulle preferenze degli utenti, allora il +1 potrebbe

affiancarsi (in misura minore) alla link popularity tra i fattori

off page di posizionamento;

2. più probabile per il momento che il +1 influenzi il

CTR : se un utente vede molti +1 accanto a un risultato, magari è

più propenso a cliccarci, insomma il +1 fungerebbe da call to action 

analogamente a una meta description.

E quindi? Alcuni consigli:  

- inserire il bottone +1 in tutte le pagine del sito; lo si

trova nel Google Profile e per ora è disponibile per Google.com;

- Tracciare il +1 su Google Analytics: grazie a Marco Cilia che

traduce il contributo di Yoast.com

http://www.goanalytics.info/tracciare-google-plus1-con-eventi/  

http://yoast.com/plus-one-google-analytics/  

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Capitolo 6: Google Analytics, Google

Webmaster Tool

Un preciso monitoraggio dei risultati ottenuti è un processo

importante sia per la valutazione del lavoro che si sta svolgendo e

per eventuali cambi di rotta, sia per valutare Il ROI, ovvero il

ritorno dell'investimento di una ottimizzazione SEO.

Viceversa, è importante il controllo periodico dei

posizionamenti nelle SERP, per non perdere il lavoro svolto e i

risultati ottenuti nel corso dei mesi.

Vediamo quindi i due aspetti del monitoraggio e del controllo.

Monitoraggio

Il monitoraggio delle posizioni raggiunte può avvenire

direttamente su Google o con dei tool online.

Per cercare il posizionamento nelle SERP di certe parole

chiave manualmente su Google basta digitare la chiave di ricerca

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impostando nella sezione preferenze “100” come numero di risultati

(e confrontando poi che non ci siano d ifferenze con l'impostazione

di 10 risultati per pagina). Cerchiamo con il comando ctrl+f il

nostro sito inserendo nella casella di ricerca l'url senza il www, ad

esempio: nomedominio.it

Nota: il posizionamento di una pagina web su Google

potrebbe essere non corretto se siete loggati con il vostro

account Google. Prima di verificare il posizionamento consiglio di

sloggarsi e cancellare la cache (file temporanei) dal PC. E’ 

comunque preferibile un controllo incrociato, manuale e con un

tool.

Tool on-line per il monitoraggio

Ci sono molti strumenti per il monitoraggio delle posizioni.

Peccato che siano creati per Google.com e non Google.it. Per

questo consigliamo di sperimentare i tool presenti online cercandoli

su Google.it.

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Web Analytics

La web analytics è uno di quei argomenti che

necessiterebbero di un libro a parte. E per questo vi consiglio due

testi, Web Analytics di Davide Vasta e Web Analytics di

Alessio Semoli. 

Detto questo, vi consiglio due strumenti gratuiti per il

monitoraggio di visite, chiavi di ricerca e tutti i parametri che

fanno parte del sistema di statistiche di un sito:

 Google Analytics: uno strumento che per

completezza e gratuità è forse il migliore tra gli strumenti

di web analytics.

http://www.google.com/analytics 

 Google Strumenti per Webmaster: altro utile

strumento gratuito di Google, consente di tenere monitorati altri

importanti aspetti del sito, come i link in entrata , eventuali

problemi di indicizzazione, meta tag duplicati e una miriade di

altri aspetti tecnici essenziali per il lavoro di SEO.

www.google.com/webmasters /tools / 

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Conclusioni

Eccoci giunti anche in questa seconda edizione alla fine: anche

questa seconda edizione della Guida SEO si mantiene corposa e

completa, pur tralasciando aspetti tecnici a dir la verità meno

frequenti nel lavoro di SEO come Redirect 301, Robots.txt,

Sitemap, Url Rewrite, Penalizzazioni…che ti invito comunque

ad approfondire.

Ricapitolando in una frase il lavoro fin qui letto, siamo partiti

dal provare, dati alla mano, l’importanza del Posizionamento

Organico di un sito web sui Google per poi articolarlo in tre fasi

pratiche: ricerca delle parole chiave, ottimizzazione on page e Link

Building. E’ stato dato spazio anche agli approfondimenti sulle

nuove frontiere di Google, le Google Maps e il rapporto con i Social

Network.

Ti invito, come per la precedente edizione, a non esitare a

lasciarmi un feedback sulla Guida o a chiedere chiarimenti ,

oltre che ovviamente a contattarmi in caso di necessità di 

 supporto nel posizionamento seo del tuo sito web.

A presto,

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L’autore

Emanuele Chiericato si occupa di consulenza SEO, Web

Marketing, Consulenza Adwords e Facebook Advertising,

Marketing sui social network come Facebook e del CMS

Wordpress.

Nel 2010 ha rilasciato, in collaborazione con Roberto Pala che

ne ha curato la revisione, la Guida SEO 2010, ebook sulla SEO

uscito sul blog www.web-marketer.it che conta poco più di 1000

download a un anno dall’uscita e una Guida SEO per il CMS

Wordpress.

Contatti:

Emarketer di Emanuele Chiericato

p.i . 04489380289

www.emanuelechiericato.it 

http://www.emanuelechiericato.it/preventivo-seo/  

[email protected]  

skype: emanuele.chiericato

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